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QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1860 Lunedì 11 aprile 2011 Anno 151, n. 100 Euro 1,00* DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PANSA 55/i - 42124 REGGIO EMILIA - TEL. 0522.501.511 - FAX 0522.511.370 www.gazzettadireggio.it del Lunedì Poste Italiane Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c. 1, DCB Mantova 9 771592 964704 1 1 4 0 1 Alle 22.30 l’uomo (non identificato) percorreva via Cervi ed è finito contro un muro Schianto mortale in moto Con la sua Yamaha un giovane centra un’auto La moto dell’uomo (non identificato) di 34 anni dopo lo schianto mortale in via Fratelli Cervi REGGIO. In sella alla sua Yamaha 500 sta- va percorrendo via Fratelli Cervi in direzio- ne di Reggio quando, all’improvviso, un’auto- mobilista ha cercato di svoltare in via Paolo Ferretti, poco prima del passaggio a livello della Reggio-Ciano, tagliandogli la strada. Il motociclista si è accorto dell’ostacolo e ha cercato di evitare l’impatto sterzando verso destra: la moto ha comunque centrato l’auto mentre il conducente (NON IDENTIFICATO) è finito contro il muro di una vecchia casa. DALLASTA e GALLI a pagina 8 IL RICORDO «Moby: chi sa, parli» REGGIO. Moby Prince, 140 morti. Tra questi sette reggiani. A Livorno un’altra manifesta- zione, a vent’anni esatti dalla tragedia, alla presenza di Gianluca Chierici e del gonfalo- ne della nostra Provincia. Ennesimo appello dei familiari delle vittime: «Chi fino a oggi ha taciuto, parli». a pagina 8 IL COMMENTO La Chiesa dietro il Crocifisso di Massimo Sesena U n pretesto. Più ci penso e più mi convinco che il mancato incontro tra la gerarchia della chiesa (an- che reggiana) e i relatori del Festival della Laicità in pro- gramma la prossima settima- na, sia voluto. E in fondo, an- che la questione del Crocifis- so, sollevata con vis polemica dal consigliere regionale del Pd Beppe Pagani, sia funzio- nale a questo scopo. Evitare il dialogo. Non tanto sul valore del Crocifisso nelle scuole, quanto su altri temi. segue a pagina 11 Sicurezza, i giovani hanno fatto centro Il «cuore» di Reggio Emilia «sorvegliato» dai Supereroi REGGIO. «Volere è pote- re» dice il vecchio detto. Ken- neth Bicocchi, Simone Mer- ciadri e Federico Zamboni ne sono la prova vivente: il cuore di Reggio, grazie a lo- ro, ha ripreso a battere. Si è concluso sabato notte il gioco dei Supereroi che ha portato nelle piazze un centi- naio di ragazzi mascherati (nella foto un momento della manifestazione) per protesta- re pacificamente contro la morìa del centro e le sue ri- percussioni sulla sicurezza dei cittadini. Anche i titolari dei bar hanno collaborato. ROSSI a pagina 7 SPORT L’esultanza dei giocatori granata Non sbaglia nulla, nuovi scenari Tre gol al Ravenna: la Regia (ri)sente profumo di playoff REGGIO. La Regia? Una squadra ritro- vata. Dà tre schiaffi al Ravenna (gol di Via- piana, Alessi e Lanna), e anche in inferio- rità numerica non soffre. La terza vittoria di fila fa (ri)sentire profumo di play off. MAGNANI alle pagine 17-20 BASKET LEGADUE Una favolosa Trenkwalder manda a fondo Venezia Dawan Robinson è stato il miglior marcatore alle pagine 35-39 Bancomat, un assalto militare per fallire il colpo Massenzatico: strade bloccate con furgoni, una gru per ariete. I ladri scappano. Un arresto REGGIO. Un assalto milita- re in piena regola per svali- giare il Bancomat, in via Cil- loni, a Massenzatico. Il colpo (fallito) è stato messo a se- gno alle quattro del mattino. I banditi hanno usato due furgoni per bloccare la stra- da, quindi con una gru-ariete hanno sventrato lo sportello del Credem, provocando dan- ni enormi. Poi, inseguiti dai carabinieri, la banda è scap- pata perdendo l’armadio blin- dato. Uno dei malviventi è stato catturato. E’ caccia ai complici. Proprio nei giorni scorsi si era ipotizzato di ave- re sgominato la gang che prende di mira i Bancomat. MELOSI a pagina 3 FOLLA AL DUOMO I pellegrini della montagna I pellegrini a pag. 10

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QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1860

Lunedì 11 aprile 2011Anno 151, n. 100Euro 1,00*

DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PANSA 55/i - 42124 REGGIO EMILIA - TEL. 0522.501.511 - FAX 0522.511.370

www.gazzettadireggio.it

del Lunedì

Poste Italiane Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c. 1, DCB Mantova 9 7 7 1 5 9 2 9 6 4 7 0 4

11401

Alle 22.30 l’uomo (non identificato) percorreva via Cervi ed è finito contro un muro

Schianto mortale in motoCon la sua Yamaha un giovane centra un’auto

La moto dell’uomo (non identificato) di 34 anni dopo lo schianto mortale in via Fratelli Cervi

REGGIO. In sella alla sua Yamaha 500 sta-va percorrendo via Fratelli Cervi in direzio-ne di Reggio quando, all’improvviso, un’auto-mobilista ha cercato di svoltare in via PaoloFerretti, poco prima del passaggio a livellodella Reggio-Ciano, tagliandogli la strada. Ilmotociclista si è accorto dell’ostacolo e hacercato di evitare l’impatto sterzando versodestra: la moto ha comunque centrato l’automentre il conducente (NON IDENTIFICATO)è finito contro il muro di una vecchia casa.

- DALLASTA e GALLI a pagina 8

IL RICORDO

«Moby: chi sa, parli»REGGIO. Moby Prince, 140 morti. Tra questisette reggiani. A Livorno un’altra manifesta-zione, a vent’anni esatti dalla tragedia, allapresenza di Gianluca Chierici e del gonfalo-ne della nostra Provincia. Ennesimo appellodei familiari delle vittime: «Chi fino a oggi hataciuto, parli».

- a pagina 8

IL COMMENTO

La Chiesa dietroil Crocifisso

di Massimo Sesena

Un pretesto. Più ci pensoe più mi convinco che ilmancato incontro tra

la gerarchia della chiesa (an-che reggiana) e i relatori delFestival della Laicità in pro-gramma la prossima settima-na, sia voluto. E in fondo, an-che la questione del Crocifis-so, sollevata con vis polemicadal consigliere regionale delPd Beppe Pagani, sia funzio-nale a questo scopo. Evitare ildialogo. Non tanto sul valoredel Crocifisso nelle scuole,quanto su altri temi.

- segue a pagina 11

Sicurezza, i giovani hanno fatto centroIl «cuore» di Reggio Emilia «sorvegliato» dai Supereroi

REGGIO. «Volere è pote-re» dice il vecchio detto. Ken-neth Bicocchi, Simone Mer-ciadri e Federico Zambonine sono la prova vivente: ilcuore di Reggio, grazie a lo-ro, ha ripreso a battere.

Si è concluso sabato notteil gioco dei Supereroi che haportato nelle piazze un centi-naio di ragazzi mascherati(nella foto un momento dellamanifestazione) per protesta-re pacificamente contro lamorìa del centro e le sue ri-percussioni sulla sicurezzadei cittadini. Anche i titolaridei bar hanno collaborato.

- ROSSI a pagina 7

SPORT

L’esultanza dei giocatori granata

Non sbaglia nulla, nuovi scenari

Tre gol al Ravenna:la Regia (ri)senteprofumo di playoffREGGIO. La Regia? Una squadra ritro-

vata. Dà tre schiaffi al Ravenna (gol di Via-piana, Alessi e Lanna), e anche in inferio-rità numerica non soffre. La terza vittoriadi fila fa (ri)sentire profumo di play off.

- MAGNANI alle pagine 17-20

BASKET LEGADUE

Una favolosa Trenkwaldermanda a fondo Venezia

DawanRobinsonè statoil migliormarcatore- allepagine35-39

Bancomat, un assalto militare per fallire il colpoMassenzatico: strade bloccate con furgoni, una gru per ariete. I ladri scappano. Un arresto

REGGIO. Un assalto milita-re in piena regola per svali-giare il Bancomat, in via Cil-loni, a Massenzatico. Il colpo(fallito) è stato messo a se-gno alle quattro del mattino.I banditi hanno usato duefurgoni per bloccare la stra-da, quindi con una gru-arietehanno sventrato lo sportellodel Credem, provocando dan-ni enormi. Poi, inseguiti daicarabinieri, la banda è scap-pata perdendo l’armadio blin-dato. Uno dei malviventi èstato catturato. E’ caccia aicomplici. Proprio nei giorniscorsi si era ipotizzato di ave-re sgominato la gang cheprende di mira i Bancomat.

- MELOSI a pagina 3

FOLLA AL DUOMO

I pellegrinidella montagna

I pellegrini - a pag. 10

roberto
Highlight

CRONACA DI REGGIO 11LUNEDI’ 11 APRILE 2011GAZZETTA

La moglie di Piergiorgio sarà ospite (ore 21) della scuola di etica e politica «Giacomo Ulivi»

Mina Welby stasera è alla GabellaOltre al suo libro verrà presentato anche quello postumo di suo marito

Potremmo definirlo unasorta di «aperitivo» alle gior-nate della laicità che si cele-breranno in città il prossimofine settimana. Questa seraalle 21 alla Gabella di via Ro-ma sarà infatti ospite dellaScuola di etica e politica«Giacomo Ulivi» Mina Wel-by.

L’incontro che sarà strut-turato come confronto aper-to tra due testi: «L’ultimo ge-sto d’amore» e «Ocean termi-nal» il primo è il volume-in-tervista realizzato da MinaWelby, il secondo è il libropostumo di suo marito, Pier-giorgio Welby.

Ne «L’ultimo gesto d’amo-re» vengono ricostruite le cir-costanze di un caso le cuiproblematiche giuridiche esociali ancora attendono diessere adeguatamente affron-tate.

Un libro d’amore non con-venzionale, che commuoveper intensità, per trasporto:le vicende di due innamoratiche cercano di battere la ma-lattia scrivendo insieme gior-no dopo giorno una irripetibi-le storia d’amore.

Mina Welby è nata a SanCandido di Bolzano il 31 mag-gio 1937. Diplomata al liceoclassico e abilitata all’inse-gnamento, ha insegnato perqualche anno a Merano nelle

scuole medie. Trasferitasi aRoma ha sposato PiergiorgioWelby, affetto da distrofiamuscolare. Mina Welby hainsegnato in scuole privatela lingua tedesca.

Dal 2003 è iscritta nell’As-sociazione Luca Coscioni.

Dopo la morte del maritoPiergiorgio ha raccolto il suotestimone e continua con lasua testimonianza nei dibatti-ti pubblici a far riflettere suitemi dell’autodeterminazio-

ne della persona, scelte di vi-ta e fine vita, nonché sull’im-portanza di una assistenzaadeguata alla persona mala-ta e la vita indipendente epossibilità di lavoro dellapersona disabile.

L’incontro ad ingresso gra-tuito fa parte del progetto«Elianto» della Gabella chevede il contributo del Comu-ne di Reggio Emilia attraver-so il bando «I Reggiani peresempio», i prossimi incontri

in programma sono domanialle 21 con il professor GinoRoncaglia che rifletterà sullenuove tecnologie e mercole-dì 13 aprile alle ore 21 con Ra-niero La Valle realizzato incollaborazione con l’Associa-zione Reggiana per la Costi-tuzione sul tema «Paradiso,Costituzione, Unità». Permaggiori informazioni con-sultare il sito www.gabel-la.re.it.

A RIPRODUZIONE RISERVATA Mina Welby

Quello dei Welbyè un libro d’amorenon convenzionale

Al centro del dibattitouna vicenda umanacon tante implicazioni

SEGUE DALLA PRIMA

Temi che davvero stanno a cuorealla gente.

Penso ai temi di bioetica — il ca-lendario della kermesse organizza-ta da Iniziativa Laica è ricco inquesto senso — temi sui quali laChiesa non manca mai di far senti-re la propria voce, ma almeno inquesto caso si rifiuta di farlo in mo-do dialogico.

Parla ex cathedra, in modo net-to, senza possibilità di fraintendi-menti, secondo l’evangelico motto«la tua parola sia sì sì.. no.. no.. Ildi più viene dal Maligno». Un mot-to che poi, d’improvviso la Chiesa(non tutta per fortuna) finisce perdimenticare quando, ad esempio,invita a «contestualizzare» comefa monsignor Fisichella, cappella-no della Casta, a proposito dellebarzellette — con bestemmia in-clusa — del premier. Su queste co-se, su un Paese che sta andando aputtane (anche eticamente parlan-do) sull’esempio del suo timonierepro-tempore, si fatica a capire co-sa pensi la gerarchia ecclesiastica.Sia chiaro: ci sono preti che lo di-cono quel che pensano. Senza re-more e anche mutuando espressio-ni non curiali, perché questo ri-chiede il momento. E laici che loscrivono con coraggio, come GianMarco Marzocchini, direttore del-la Caritas diocesana. Ma subito do-po, quando ci si aspetterebbe unmoto di sostegno, si avverte il gelodei distinguo e delle frasi della Ceiche sembrano fatte apposta per po-ter essere usate a destra o a sini-stra, pro o contro l’ometto malatoche ci governa. Un po’ come (nonce ne voglia, ma siamo in tema) co-me accadeva per Hegel che veniva

di volta in volta usato per giustifi-care il materialismo o il regimeprussiano.

La domenica, nelle chiese sem-pre più vuote, non si sentono tan-te invettive contro chi ha trasfor-mato la donna in merce di scam-bio, contro la vergogna che escenetta dal confronto tra chi non rie-sce ad arrivare a fine mese e chi te-lefona a un ragioniere per farsi ar-rivare in banca un bonifico da mi-gliaia di euro per aver preso partea una cena e un dopocena sulle gi-nocchia di un settantenne malatodi satiriasi.

Eppure parla chiaro, sui temietici, la Chiesa. Parla chiaro e nonascolta le ragioni degli altri. Chespesso sono ragioni di dolore e co-munque di grande travaglio inte-riore. E a questo proposito mi vie-ne in mente proprio quel Crocifis-so che vidi fin da piccolo in casa ein classe: anche per chi non credequel simbolo ha — credo — un suovalore. Ti dice che la vita non èsempre facile, che magari ti capi-terà di portare la tua croce e nonpotrai sfuggirvi. E magari cerche-rai aiuto. Nella fede, certo, ma an-che nella scienza. Ma tant’è: suquesti temi la Chiesa ha i suoi dog-mi e soprattutto i suoi obiettivi e lipersegue senza far troppa filosofiaentrando a piedi pari nella politi-ca di uno Stato laico come dovreb-be essere il nostro.

Non credo sia infatti un casoche tutto il battage mediatico at-torno al festival sia nato dal titolodi una delle decine di conferenze edibattiti in programma per tregiorni tra Reggio, Correggio eScandiano. Un titolo probabilmen-te sbagliato, monco di un punto in-

terrogativo che avrebbe probabil-mente sedato l’ira di Pagani, a cuiperaltro va il merito (o il demeri-to) di aver colpito per primo, obbli-gando altri del suo partito a corre-zioni di rotta (come l’equilibratointervento di Emanuela Caselli) oa silenzi giustificati in modo assur-do («Il festival della laicità? Per-ché? C’è un festival della laicità?A Reggio? Ma dai..»).

Invero, lasciate per un attimoda parte le varie anime del Pd (suquesti temi va concessa l’indulgen-za plenaria a un partito che metteinsieme ex democristiani ed ex co-munisti, baciapile e mangiapreti)resta il fatto che quella del dialogoche non ci sarà è a mio avviso daconsiderarsi un’occasione persa.Più da una parte che dall’altra. Eviene quasi il sospetto che allaChiesa — non a tutta, per fortuna— vada bene così. Che alla Chiesa— non tutta — vadano benissimogli atei sul modello di quel signoreche da anni si fa notare per i suoicartelli anti-Dio (autentici stornel-li in rima quando è ispirato, sosti-tuiti da un semplice quanto netto«Dio non c’è» quando non ne havoglia) e per le denunce (penali!)contro il Papa in quanto vicario diCristo per via di tutti i disastri na-turali che accadono ogni giornosu questo mondo: un novello e me-no ferrato Boezio che chiude i di-scorsi con il suo si deus est undemalum?.

Per fortuna la filosofia ha supe-rato Boezio ed è arrivata a Kant ea Pascal fino ad Hegel, passandoper il materialismo più spinto masempre comunque partendo dal-l’uomo e dalle sue domande che,in quanto tali — come ha scrittobenissimo Roberta De Monticellida queste colonne — non offendo-no mai. Anzi, qualche volta meri-terebbero addirittura una rispo-sta. Magari non ex cathedra.

Massimo Sesena

IL COMMENTO

La Chiesa dietro il Crocifisso

Nove reggiani ai vertici di LegacoopRiconoscimenti per Coopselios, Coop Nordest e Unieco

Nove reggiani nella direzione na-zionale di Legacoop. Tre cooperativereggiane Coopselios, Coop Conuma-tori Nordest e Unieco, premiate perl’impegno a favore della valorizza-

zione del capitale umano femminile.Si è concluso nei giorni scorsi a Ro-ma, dopo tre giorni di intenso dibat-tito, il Congresso nazionale di Lega-coop, che ha visto la riconferma a

presidente di Giuliano Poletti. Alcentro della discussione due punti:la costruzione di un nuovo paradig-ma di economia e di società e il nuo-vo protagonismo cooperativo.

L’obiettivo è la costruzio-ne di una società dove ci siapiù equilibrio tra individuo ecomunità, tra attività econo-miche e non, tra iniziativapubblica e privata. Un nuovoedificio, insomma, che puòtrovare solide fondamentaanche nei principi e nei valo-ri che hanno ispirato e fattocrescere le cooperative dal-l’Unità d’Italia ad oggi. Dal-l’altro il protagonismo coope-rativo, che potrà trovare nuo-va forza dalla nascita dell’Al-leanza delle Cooperative Ita-liane, il coordinamento stabi-le della rappresentanza coo-perativa, primo passo forma-le in direzione della costitu-

zione di un’unica associazio-ne delle cooperative.Numerosa la delegazione del-le cooperative reggiane pre-sente al Congresso: molto ap-prezzati sono stati anche gliinterventi del presidente diLegacoop Reggio Emilia Si-mona Caselli e del presiden-te di Coop Consumatori Nor-dest Marco Pedroni.

Il Congresso ha eletto lanuova Direzione Nazionale,che vede la presenza di unaqualificata rappresentanzadi cooperatori reggiani: sonoentrati nel massimo organi-smo di Legacoop Simona Ca-selli (Legacoop Reggio Emi-lia), Rosanna Bacci (Il Gine-

pro), Chiara Nasi (Cir food),Fabrizio Davoli (Coopsette),Marco Pedroni (Coop Consu-matori Nordest), Guido Sac-cardi (Coopselios), Mauro Ca-soli (Unieco), Agostino Alfa-no (Ccfs), Corrado Casoli(Cantine Riunite & Civ). Aquesti si aggiungono altridue reggiani: Paolo Cattabia-ni, presidente regionale diLegacoop Emilia-Romagna, eMaurizio Davolio, responsa-bile nazionale di Legacoop

Turismo. Roberto Olivi (Coo-pservice) fa parte del Comita-to dei Garanti.

Numerosi sono stati gli in-terventi al Congresso di rap-presentanti del mondo econo-mico-sociale e politico: traquesti il ministro MaurizioSacconi, il vicepresidente delCsm Michele Vietti, la vice-presidente del Senato EmmaBonino, i segretari generalidella Cgil, Susanna Camus-so, della Cisl Raffaele Bonan-

ni e della Uil Luigi Angeletti,il presidente di Confcoopera-tive Luigi Marino, coordina-tore dell’Alleanza delle Coo-perative Italiane, GiulianoAmato, Stefano Fassina delPd e Pier Ferdinando Casinidell’Udc. Particolarmente ap-plaudito è stato l’interventodi don Luigi Ciotti, che ha en-tusiasmato la platea del Con-gresso con un intervento for-te e appassionato, che parten-do dall’impegno delle coope-

rative di Libera, sostenutefortemente da Legacoop, haaffrontato i temi della lega-lità e dei giovani

Nel corso del CongressoEmma Bonino ha consegna-to ad un gruppo di cooperati-ve di Legacoop il riconosci-mento di «Pionieri nella valo-rizzazione del capitale uma-no femminile». Tra le premia-te tre cooperative reggiane:Coopselios, Coop Consumato-ri Nordest e Unieco.

Alle assise sonointervenuti ViettiSacconi e la Camusso

Sul palco anche i treleader di CgilCisl e Uil La premiazione di Coopselios al Congresso nazionale di Legacoop

E domani tocca a RoncagliaIl docente si soffermerà sul mondo digitale

Gli incontri alla Gabella prose-guono domani sera alle 21 con GinoRoncaglia, uno dei massimi espertisulla relazione tra tecnologie e ap-plicazioni quotidiane in Italia. Il do-cente dell’Università Tuscia si con-fronterà sul tema «Il mondo digita-le». L’incontro sarà coordinato daEros Guareschi, dirigente del servi-zio sviluppo e innovazioni tecnolo-giche del Comune. Il mattino se-guente Roncaglia incontrerà quat-tro classi dell’istituto Scaruffi incollaborazione con il progetto «Non-no Bit e nonna Byte» del servizio Of-ficina educativa. Roncaglia è auto-re di oltre cinquanta fra libri e pub-blicazioni, fra cui la fortunata seriedi manuali Laterza sull’uso di Inter-

net. Fortemente impegnato nel cam-po della divulgazione scientifica diqualità, è stato fra gli autori delletrasmissioni televisive di RAI Edu-cational MediaMente, Emilio, Mul-timedi scuola, ed è consulente perInternet e nuove tecnologie di RAINew Media. Mercoledì alle 21 siterrà l’incontro in collaborazionecon L’Associazione reggiana per laCostituzione con Raniero La Valle,presidente dei Comitati Dossettiper la Costituzione. L’incontro cheaffronterà il tema «Paradiso, Costi-tuzione, Unità» vedrà l’ex giornali-sta e parlamentare protagonista diun confronto sul valore della li-bertà e il rapporto con l’interpreta-zione della fede.

roberto
Highlight

QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1860

Domenica 10 aprile 2011Anno 151, n. 99Euro 1,00*

DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PANSA 55/i - 42124 REGGIO EMILIA - TEL. 0522.501.511 - FAX 0522.511.370

www.gazzettadireggio.itPoste Italiane Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c. 1, DCB Mantova 9 7 7 1 5 9 0 9 8 5 9 0 9

01401

Il Blitz della Mobile. Gli extracomunitari erano scappati da un centro di accoglienza. Pronti a un agguato. Contro chi?

Da Lampedusa a Reggio per uccidereCatturati 2 tunisini e il mandante: avevano una pistola e 54 proiettili

Nell’auto trovatoanche un coltellocon una lama di 20 cm

REGGIO. Sbarcati da po-che ore a Lampedusa, trasfe-riti in un centro di accoglien-za, poi spariti con direzioneReggio Emilia, dove ad atten-derli, un loro connazionaleche li assolda per una spedi-zione punitiva, non si esclu-de un un omicidio. Sono duei due tunisini arrestati dallaMobile che ha catturato an-che l’uomo che li aveva assol-dati. I tre sono finiti in ma-nette e la polizia, nell’autosulla quale li ha intercettati,ha sequestrato materialescottante: una pistola se-miautomatica, 54 proiettili euna katana.

- MARTIGNONI a pagina 3

-29

SCANDIANO

Nasce il codice etico

delle società sportive

-30

FABBRICO

La storia del paesenelle opere diNinetto Baracchi

-13

MOBY PRINCE

Trovati nuovi elementi

per riaprire l’inchiesta

-00

REGGIANA

Contro il Ravennagara della verità:salvezza o playoff?

LA RISPOSTA

DICO GRAZIEMA NON CI SARO’

di don Emilio Landini

Gentile professore Floresd’Arcais, vedermi da leiinvitato al Festival del-

la Laicità sulla Gazzetta, miha sorpreso e anche rallegra-to, cogliendo nella lettera untono molto diverso da quellodi domenica scorsa.

- segue a pagina 22

Corso Garibaldi preso d’assalto: e oggi si ricomincia

La Francia e le sue delizieconquistano le tavole reggiane

Profumodi Franciain corsoGiuseppeGaribaldi- ROSSIa pagina 18

PERFORMANCE AL CENTRO

I «Supereroi» occupano la notte reggiana

Dopo la serata degli zombies, è stata la volta dei Suopereroi - a pagina 17

FESTA A CAVRIAGO

Piccoli muratori cresconoper costruire la nuova scuola

I piccolimuratorisi impegnanoa costruirela nuovascuolaalla presenzadel sindacoe delleautoritàE’ stataunafesta- a pagina 34

Arrestati i due ladri tecnologiciCastelnovo Monti: colpo originale con l’iphone

PRESO IN CENTRO

Distrugge 9 autoREGGIO. Ubriaco, un 25enne ha danneg-

giato le auto in sosta del centro storico,prima di essere catturato dalla polizia.

- a pagina 11

CASTELNOVO MONTI. Con l’iphone si può fare tut-to. Lo sanno anche due ha-cker che con un software in-stallato sul telefonino, han-no «manipolato» un videopo-ker in modo che la macchi-netta pagasse vincite di conti-nuo (in foto i soldi sequestra-ti), fino a svuotarla.

- a pagina 35

Ha l’asma, la sospendono e il giudice la reintegraUna causa di lavoro vinta da un’operaia di 35 anni che lavora in un’azienda tessile

REGGIO. Reintegrata al la-voro dopo la contestatissimasospesione arrivata in segui-to a una visita medica. La vi-cenda che ha visto protagoni-sta un’operaia di 35 anni par-te alla fine del 2007. Nel cor-so di una delle visite previstedalla legge, il medico del la-voro per l’azienda tessile reg-giana per cui lavorava la di-chiarò «inidonea» alla man-sione svolta. Secondo il medi-co 46enne, l’operaia avrebbeaccusato i sintomi di una for-ma di asma che la rendevainadatta a svolgere il ruoloassegnatole. Dopo tre anni ladonna è stata reintegrata asvolgere la sua mansione.

- PIGOZZI a pagina 15

PAOLO CONTE

«Le donne vannorispettate di più»

Conte - CABASSA a pag. 45

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COMMENTI [email protected]

LE RIFLESSIONI DELL’ASSESSORE SASSI DOPO LA CALDA ACCOGLIENZA A SAVIANO

Obiettivo del centrosinistra dev’essereun laboratorio politico ampio e aperto

di Matteo Sassi *

La straordinaria acco-glienza che migliaia direggiani, soprattutto

giovani e donne, hanno riser-vato a Roberto Saviano rap-presenta una delle immaginipiù belle della storia recentedella città. Proprio quando ildibattito pubblico intorno al-la condizione giovanile sem-brava confinato al tema del-lo svago e del divertimentoci accorgiamo che la realtà— non la rappresentazione

interessatadella stessa— ci parla divoglia di par-tecipazione edi nostalgiadi un nuovopensiero for-te che sappiarimettere alcentro dell’a-genda politi-ca e del dibat-

tito pubblico temi come la le-galità, la lotta alle mafie, lasolidarietà.

Tutto questo rappresentauno straordinario patrimo-nio della città, un contributovitale al bene comune. Il cen-trosinistra reggiano per esse-re all’altezza della sfida deveinnanzitutto riconoscere ilvalore di questo patrimonio,

come ha dimostrato il sinda-co Delrio rientrando da Ro-ma per accogliere Saviano.

Il centrodestra ha lanciatoun segnale molto chiaro: unattacco frontale ai valori cheSaviano rappresenta pergiungere infine all’ingiuriapersonale, all’offesa versouno scrittore il cui unico tor-to è quello di agire con corag-gio la libertà che altri vannopredicando vanamente.

Facendo questo, Pdl e Le-ga, continuano la costruzio-ne artificiosa del simulacrodi un popolo, ovvero unamalgama di passioni negati-ve proprie di consumatoriimpoveriti ed impauriti. Ilcollante di individui spaven-tati e isolati nei propri lega-mi sociali è il populismo me-diatico, strumento principeper veicolare, nel tempo del-l’homo videns, un messaggiopolitico incentrato sulla de-perimento per inedia civiledello Stato e delle sue istitu-zioni democratiche.

Solo così possono spiegarsii volgari insulti di cui Savia-no è stato fatto bersaglio daesponenti storici di una tri-ste casta di periferia. E’ l’e-mergere della storia annosadel reality berlusconianoche si sovrappone alla

realtà, il racconto politico po-pulista che vorrebbe metteresullo stessi piano vittime ecarnefici, le mafie e coloroche dedicano la propria vitaa combatterle, fino al sacrifi-co. Il berlusconismo, fra tan-te cose, è soprattutto il decli-no del rispetto dell’altro, lacaduta di ogni moralità pub-blica; il trionfo di un relativi-smo politico deteriore dovenon vi è mai verità e tanto-meno giustizia.

Al centrosinistra, al con-trario, manca un popolo in-tendendo con questo termineun insieme variegato social-mente e culturalmente di uo-mini e donne che si ricono-scono unitariamente in alcu-ni valori fondativi di un siste-ma da cui tutto deriva sulpiano sociale, politico ed isti-tuzionale. Le forze politiche

del centrosinistra, anche aReggio Emilia, devono darsil’obiettivo di ricostruire unpopolo, ovvero di fornire ri-sposte credibili e coerenti al-la richiesta che avanza dapiù parti di un orizzonte disenso comune che parta dal-la nostra Costituzione.

Si avverte la necessità diun laboratorio politico am-pio, aperto, accogliente, dovele idee possano confrontarsiliberamente lontano da dog-mi, confessioni, dottrine esimbologie, sacre o profaneche siano.

Dobbiamo allargare l’areadel confronto e della decisio-ne politica, oggi ristretta agliaddetti ai lavori. E’ il tempogiusto perché finalmente ilcentrosinistra comprenda ilsenso della sua funzione sto-rica; aprire spazi, fisici ementali, dove ricostruire lapiù nobile delle identità:quella di un popolo che cercadi riprendere il cammino del-la sua storia lontano da con-nivenze malavitose, vecchiee nuove forme di razzismo,discriminazione di uominiverso altri uomini e sottomis-sione della donna al monolo-go del potere maschile.

*Assessore alle politichesociali - Reggio Emilia

‘‘Reggio Emiliaha dimostrato

che anche qui c’è vogliadi partecipazione suitemi della legalitàe della lotta alle mafie

‘‘Il centrodestralancia un attacco

frontale ai valori che loscrittore napoletanorappresenta per arrivareall’ingiuria personale

VIOLATA LA COSTITUZIONE

Fermiamo la guerrae i nostri Comuni

accolgano chi fugge

di Paride Allegri *

Guerra. Ancora una guerra umani-taria. Ancora una volta violatol’art. 11 della Costituzione. Non ci

sono bastati la Somalia, la ex Iugosla-via, l’Irak, l’Afghanistan. Ecco ancoral’Italia partecipare con le basi Natosparse sul territorio nazionale e con ae-rei tecnologicamente avanzatissimi. In-fatti gli armamenti bisogna usarli. Checosa ci stanno a fare negli arsenali? Ese poi sbagliano nello sganciare le bom-be, beh, saranno i soliti effetti collatera-li. Sappiamo invece che la democrazianon si instaura con la forza delle armie che queste servono solo a fomentareodio e rancori.

La democrazia ha tempi lunghi e fati-cosi, ma è l’unica strada per arrivare asocietà responsabili, articolate e stabi-li. E anche la primavera araba, sortaspontaneamente dal popolo, che haspazzato via dittature decennali, dovràfare i conti con la faticosa costruzionedella democrazia. In Libia non si è nep-pure tentata la strada della trattativa,dell’isolamento di Gheddafi. Si è sceltaancora una volta la via dei bombarda-menti violando il mandato dell’Onu, inuna escalation che porterà altri lutti.

Assistiamo anche allo spettacolo delnostro governo incapace persino di af-frontare il problema del flusso di alcu-ne migliaia di persone che fuggono dal-la guerra, dalla fame, da sopraffazionee violenza. Dove sono finiti i valori dipace, giustizia, di solidarietà per cui cisiamo battuti durante la Resistenza eche sono sanciti dalla Costituzione? Pa-pa Giovanni XXIII ammoniva che nonc’è nessuna ragione al mondo che giu-stifichi la guerra. La guerra va fermatasubito prima che sia troppo tardi. Fac-ciamo appello ai nostri Comuni perchési facciano interpreti di questi valori eaccolgano coloro che fuggono da situa-zioni di vita intollerabili.

*Centro per la riconciliazionedei popoli, il disarmo

universale e la difesa del creato

Grazie dell’invito, ma non sarò presenteFestival della Laicità, don Landini risponde a Flores

di don Emilio Landini

SEGUE DALLA PRIMA

Al tempo stesso l’idea di “bi-lanciare” con la mia presen-za l’assenza di Margherita

Hack, che proprio oggi nell’inter-vista mette sotto accusa il «fon-damentali-smo cattoli-co», non po-teva che su-scitarmiuna certailarità.

Eppure do-vrei sentir-mi orgoglio-so di quel-l’invito dalei fatto an-che a cardinali, in particolare alCardinale Ravasi, noto come uo-mo di straordinaria cultura uma-nistica oltre che biblica, nonchéuomo molto aperto al dialogo.

La sua mancata risposta mi hafatto riflettere, come anche la po-sizione di un cardinale di altissi-ma levatura filosofica da me in-contrato questa settimana.

Certamente nel caso mio, trat-tandosi di un modesto moralistadi provincia, non avrei portatolustro a un Festival, che, a suo di-re, mira a «diventare un appunta-mento nazionale permanente,magari biennale».

Lei, caro professore, sa beneche il movente immediato e deci-sivo del mio intervento è stato ilsuo attacco alla figura di Gesù,che mai si sarebbe sognato di es-sere il Messia e sarebbe stato sol-tanto una figura minore inferio-re a Giovanni Battista ed a altriapocalittici.

A prova di questo lei adducevala sua interpretazione di un pas-

so estrapolato del biblista Giu-seppe Barbaglio.

Domenica scorsa, 3 aprile, haribadito la stessa tesi, costringen-domi a precisare che io ben cono-scevo il pensiero di quel ricerca-tore, non solo per avere letto le

sue opere, ma avendo-lo avuto come compa-gno di studio nellostesso collegio romanoe quindi per successivicolloqui intercorsi conlui. Questo mi ha con-vinto che di fronte adaffermazioni apoditti-che il dialogo è moltodifficile.

Lei, gentile professo-re, è il curatore e il re-

sponsabile scientifico del Festi-val. Prima delle battaglie anticle-ricali, a me sta a cuore la figuradi Cristo e il grande problema diDio. A questo proposito ho nota-to che lei altre volte ha affronta-to con Vattimo il tema «Può un fi-losofo credere in dio?»(rigorosamente minu-scolo, riservando ilmaiuscolo ad altro).

Nella intervista su«Il Fatto quotidiano»di venerdì 8 aprile, leiha dichiarato che al fe-stival farà discussionianche «con due creden-ti molto invisi alla ge-rarchia ecclesiastica»:Roberta De Monicelli eGianni Vattimo. Non mi pareespressione di volontà dialogan-te. Come stupirsi se esponenti dispicco della Chiesa cattolica ri-tengono questo clima non favore-vole al vero dialogo?

Con estrema sincerità apprez-zo comunque questo suo disserta-

re sul problema di Dio, perché ilpeggio è non occuparsene, quasifosse una questione irrilevante.

Ovviamente mi piace di menoleggere sul sito internet degliatei, UAAR, che un suo ammira-tore, recensendo il volume «Lasfida oscurantista di Joseph Ra-tzinger. Controversia su Dio»,qualifica Lei come «ateo militan-te».

In ogni caso, andando oltre ledichiarazioni verbali, preferiscopensare alla fede degli atei e al-l’ateismo dei credenti. Più di tut-to importa percepire che con Dioo senza Dio tutto cambia nella vi-sione della vita e della morte.

Nella intervista di venerdì 8aprile Lei, con molta onestà, hadichiarato: «Credo che questosia il festival più povero in rap-porto dieci a uno rispetto ai tan-tissimi festival che sono in Ita-lia».

Con tutta la mia disponibilitàal dialogo, a questo punto non

credo di po-tere apporta-re significa-tive variantial menù datempo confe-zionato conuna eviden-te matriceculturale.Né intendointerferirenella vendi-

ta dei biglietti per precostituirmiuna claque di sostenitori.

Pur fisicamente assente, saròcomunque lieto di recepire pro-vocazioni positive per approfon-dire la fede cristiana.

La prego di gradire un cordia-le saluto.

INVITO A LEGGERE

Troppe dispute:i giudizi preventivisono inopportuni

di Ettore Borghi

Egregio Direttore, le miecondizioni di salutenon mi consentiranno

di partecipare alle giornatedella laicità, ma in compensomi hanno concesso tempo ab-bondante per seguire le di-spute sulla stampa. Da forza-to assenteista, ho dato un’oc-chiata all’intero programmadella manifestazione, e ne hotratto le seguenti, sconfortan-ti conclusioni.

1) La maggior parte degliintervenuti «antipatizzanti»non sembra si sia data la pe-na non dico di aspettare, perpoi esprimere un giudizio acose fatte e dette, ma almenodi valutare l’iniziativa nelsuo complesso.

2) Gli stessi sembrano tra-scurare che dietro ogni temaci sono esperienze diversifi-cate, per età, formazione,competenze degli oratori.Che vuol dire ricerche, sag-gi, libri, roba da leggere. Eche, come nel caso del volu-me di Luzzatto, sono ancorain libreria. La lettura sareb-be corroborante per tutti:credenti, non credenti, diver-samente credenti. Accade, sisente dire, che molte recen-sioni di libri siano scritte infretta e/o in base alla «corda-ta» editoriale di appartenen-za. Ma almeno si aspetta apubblicarle che l’opera siauscita. Questa manifestazio-ne culturale ha addiritturagià conseguito un record:una massa di recensioni pre-ventive, molte volte all’inse-gna della paradossale accusadi partigianeria e di scarsapropensione al dialogo.

‘‘Io non credo dipotere apportare

significative variantial menù confezionato datempo con un’evidentematrice culturale

‘‘La sua ideadi «bilanciare»

con la mia presenzal’assenza di MargheritaHack ha suscitatoin me una certa ilarità

TANGENZIALE DI NOVELLARA

Presidente Masini, dov’è finitoL’Osservatorio sugli appalti?

Il tentennare di fronte alle attribu-zioni di legami con la mafia nonfavorisce il bene comune: se ci fos-

se l’Osservatorio annunciato ripetu-tamente dalla Masini, chiunqueavrebbe il quadro più chiaro. Con lapremessa che l’interdittiva antima-fia è una misura presa in via cautela-tiva, da non confondere con una di-chiarazione di colpevolezza, vorrem-mo però saperne di più.

Riguardo alle mezze parole sulla vi-cenda della ditta appaltatrice dell’ul-timo tratto della Tangenziale di No-vellara, la coltre fumogena non è ri-spettosa nei confronti dei cittadini edel loro diritto di essere informati.Qual è la società a cui è stato «conge-lato» il certificato antimafia, la prin-cipale appaltatrice o un subappaltato-re? Se nel primo caso ci troveremmocon un’azienda impegnata in una po-sizione alquanto critica, nel secondocaso vorremmo invece sapere se i su-bappaltatori sono impiegati anche inaltre attività, anche non legate allaTangenziale. Se la presidente dellaProvincia, dopo anni che annunciaun Osservatorio su appalti e subap-palti, lo approntasse davvero, il citta-dino potrebbe già farsi un quadropiù chiaro della filiera produttiva del-la Tangenziale. Il Comune di Guastal-la non può ignorare la vicenda, vistigli stretti legami con la realtà gua-stallese. E i cittadini di Guastalla vo-gliono sapere, subito, e crediamo an-che le aziende oneste che con la ma-fia non hanno nulla da spartire.

Gruppo Guastalla 5 Stelle

roberto
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roberto
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QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1860

Venerdì 8 aprile 2011Anno 151, n. 97Euro 1,00*

DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PANSA 55/i - 42124 REGGIO EMILIA - TEL. 0522.501.511 - FAX 0522.511.370

www.gazzettadireggio.itPoste Italiane Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c. 1, DCB Mantova 9 7 7 1 5 9 0 9 8 5 9 0 9

80401

Novellara. Notificata a Iniziative Ambientali la mancanza di requisiti Antimafia in una ditta esecutrice

Ultimi lavori prima dello stopSi mette in sicurezza il cantiere fermato dalla Prefettura

NOVELLARA. Nonostante lo stop imposto dallaprefettura, sono proseguiti i lavori nell’ambito del-la realizzazione della nuova tangenziale nord. Unaprosecuzione obbligata, per consentire di rialzaregli argini affinché il canale non esondi vanifican-do così i lavori svolti sinora e per «pulire» il cantie-re di attrezzi e situazioni pe-ricolose. Conclusa questaoperazione, i lavori sarannosospesi fino a quando nonsarà fatta piena luce sul ca-so. L’interdizione è stata noti-ficata a Iniziative Ambienta-li srl e vi si parla della man-canza dei requisiti richiestidalla normativa antimafia in una delle aziende ese-cutrici dei lavori. Appaltante di questi lavori (chesi svolgono su un terreno di proprietà della Pro-vincia) è appunto Iniziative Ambientali Srl, nellaquale confluiscono Iren, Unieco e Sabar.

- a pagina 3

Sotto esame unadelle aziendeimpegnate nell’opera

LA LAICITA’

Lo stesso quesitose l’è posto Kantdi Roberta De Monticelli

Laicità, prossimamentein scena a Reggio Emi-lia, c’è da rimanere scon-

certati. Vorrei dare un contri-buto rasserenante, nella misu-ra del possibile, esponendo leragioni per le quali, dove effet-tivamente di discussioni sitratta (e di cos’altro? Certonon di pugilato né ditalk-show televisivi) le distin-zioni fra discussioni cattive ediscussioni buone, fra «laici-smo» e «laicità positiva», fra«provocazione» e «rispetto» so-no destituite di fondamento.All’ingiustizia apparente, al-lora, degli attacchi rivoltiagli organizzatori vorrei ri-spondere con un socratico«ma perché?». O più esatta-mente: ma come possono suo-nare offensivi degli interroga-tivi? Come si fa ad affermarecon fondamento una proposi-zione vera se prima non ci siè chiesto se è vera? E allora co-me può suonare provocatoriauna domanda come «Il filoso-fo può credere in Dio?». Miperdoni don Landini, ma èesattamente quella che si è po-sto, fra molti altri, un cristia-no come Kant, che voleva con-testare la metafisica «per farposto alla fede».

- segue a pagina 15

IL SUCCESSO DI SAVIANO

Ha firmato autografi per ore

REGGIO. Un clamoroso successo di folla per Roberto Saviano aReggio. Al termine della presentazione del libro, ha firmato autografiper due ore. - a pagina 17

Indagati anche cinqueallevatori reggiani

Animali«siringati»e macellati

REGGIO. Una imponen-te indagine del Corpo fore-stale dello Stato ha per-messo di smantellare ungiro di farmaci a uso vete-rinario chevenivanopropinatiagli anima-li al di fuo-ri di qual-siasi con-trollo, ani-mali che po-tevano poifinire sullenostre tavole con grave ri-schio per la salute dei con-sumatori.

- PIGOZZI a pagina 11

Trovati cocaina, hascisc e una lista. Lui si difende: sono nomi del Fantacalcio

Vetto, arrestato il geometraTecnico comunale accusato di spaccio dai carabinieriVETTO. L’operazione «Piaz-

za pulita», condotta dai cara-binieri per fare tabula rasadello spaccio di droga inmontagna, continua a riser-vare colpi di scena. L’ultimoa finire in manette è SilvanoZecchetti, un 37enne senzaprecedenti con la legge chelavora come geometra del Co-mune di Vetto. Perquisendol’auto, la casa e l’ufficio, i ca-rabinieri hanno sequestratoalcuni grammi di cocaina e

di hascisc, trovando ancheuna lista. «Sono nomi delFantacalcio», ha spiegato ilgeometra riferendosi appun-to a quella lista. Ieri il giudi-ce ha confermato l’arresto diZecchetti ma non ha ritenutonecessario tenerlo in carce-re. Il geometra quindi ha po-tuto rientrare nella sua abita-zione di Vetto in attesa delprocesso che è stato fissatoper lunedì prossimo.

- PEDERZOLI a pagina 28 Il geometra Silvano Zecchetti

Va a raccogliere la legna e muore in mezzo al boscoSettantenne stroncato da un malore a Sologno, i primi soccorsi dai compagni di lavoro

I soccorsi al settantenne

VILLA MINOZZO. Un uomodi 70 anni è morto in mezzo aun bosco dove si era recatoper tagliare la legna.

- a pagina 29

-14

Via Rinaldi

Ci vuole oltre un milione

per riparare la strada

-16

Il fotografo

E’ morto Badodistorico volontariodella mensa

-26

Guastalla

Ortopedia pediatrica

accordo ospedale-Rizzoli

-27

Gattatico

Cervi-Govonistretta di manofra le polemiche

BAGNOLO

Il motociclistanon ce l’ha fatta

Erblin Halilaj - a pagina 25

roberto
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CRONACA DI REGGIO 15VENERDI’ 8 APRILE 2011GAZZETTA

ROBERTA DE MONTICELLI E LA LAICITA’

«Gli interrogativinon possono maisuonare offensivi»

SEGUE DALLA PRIMAE Kant non si sarebbe po-

sto la questione se la rispo-sta fosse stata auto-evidente.Ma non lo è affatto: nel sensoche quella banale — sì lopuò, perché ci sono filosofiche sono anche credenti, edal fatto al possibile vale laconseguenza — evidentemen-te elude la questione, che è:il filosofo in quanto filosofopuò credere in Dio? Da Ter-tulliano a Lutero, a molti mi-stici anche fra i cattolici, nonsi contano le risposte negati-ve: e allora? D’altra parte èsolo argomentando controqueste risposte — magariper mostrare che presuppon-gono una concezione troppoangusta della filosofia — chesi potrà trovare alla rispostapositiva un contenuto nonbanale. Altrimenti certo noninquieterete nessuno, ma ilvostro “sì” sarà un sì da ence-falogramma piatto, a tuttosvantaggio dello spirito. Enon vale l’identico argomen-to per la domanda “Senza ilcrocefisso l’Italia sarebbe mi-gliore?”. Io per esempio la do-manda la apprezzo. Perchémette un punto interrogati-vo al mio severo senso del do-

vere civile, eal mio scru-polo di se-rietà spiri-tuale, duegendarmipiuttosto esi-genti dellamia coscien-za.

Questi duemi dicono:nelle aule e

negli uffici pubblici ce l’hamesso soltanto Mussolini, severamente lo prendete sul se-rio dovreste toglierlo da queiluoghi, dove è imposto a tuttie fatto strumento di regno,per metterlo nelle stanze se-grete dove pregate, o nellechiese, dove liberamente loandate a cercare. Ma mi so-no chiesta altre volte perchéquesta risposta, che è ovvia-mente e laica e ovviamentecristiana, ogni tanto mi parenoiosa. E quell’interrogativomi ha spronato a cercare leragioni di questa perplessità,che fa rilassare ogni tanto idue gendarmi della mia co-

scienza. Le ho trovate adesempio in uno splendido ar-ticolo dell’angelico MarcoTravaglio, il quale da un latoelenca tutte le bestialità chedovrebbero far stizzire donLandini quanto me, e davve-ro non saprei trovare parolemigliori: “Fa tristezza Bersa-ni che parla di simbolo inof-fensivo, come dire: è una sta-tuetta che non fa male a nes-suno, lasciatela lì appesa,guardate altrove. Fa ribrezzoBerlusconi, il massone putta-niere che ieri pontificava diradici cattoliche. Fanno schi-fo i leghisti che a giorni alter-ni impugnano la spada delleCrociate e poi si dedicano airiti pagani del Dio Po e ai ma-trimoni celtici con inni a Odi-no”. Appunto: ma poi, unavolta sgombrato il campo daqueste penose ragioni pernon levarlo, anche a me ver-rebbe in certi momenti da ri-spondere che no, l’Italia nonsarebbe forse migliore senzail crocefisso, e ancora unavolta la ragione più cristianae più laicista me la dà l’ange-lo dei fatti, e della loro incor-ruttibile resistenza.

Il crocifisso “è da duemilaanni, uno scandalo sia perchi crede alla resurrezione,sia per chi si ferma al datostorico della crocifissione.L’immagine vivente di li-bertà e umanità, di sofferen-za e speranza, di resistenzainerme all’ingiustizia, ma so-prattutto di laicità (date a Ce-sare quel che è di Cesare e aDio quel che è di Dio) e gra-tuità (Padre, perdona loroperché non sanno quello chefanno)... non genera nessunadiscriminazione. Tace. l’im-magine della rivoluzione cri-stiana, che ha sparso per ilmondo l’idea dell’uguaglian-za fra gli uomini fino ad allo-ra assente. Perché mai do-vrebbero sentirsene offesi gliscolari ebrei? Cristo non eraforse un ebreo e un persegui-tato morto nel martirio comemilioni di ebrei nei lager?”.

Sul relativismo, che PaoloFlores d’Arcais assume a filoconduttore del festival, ilpunto interrogativo ce lometterò io, del resto. E Flo-res d’Arcais lo sa benissimoche, pur aborrendo quantolui il fondamentalismo della

“verità” rivelata a una reli-gione sola ma imposta a tut-ti, altrettanto vivamente ri-fuggo l’idea che non vi siano,in materia di giudizio di valo-re, anche verità in linea diprincipio universalmente ac-cessibili. Altrimenti come fa-remmo a difendere razional-mente le nostre tesi, a fonda-re l’universalità dei dirittidell’essere umano, e a soste-nere razionalmente che unoStato laico ha un valore supe-riore a quello di uno statoconfessionale, perché consen-te di rispettare la libertà dicoscienza e di fede dei suoicittadini, e non esige che rico-noscano per vere cose che so-lo a chi ha una determinatafede diventano accessibili,ma non agli altri? Come fa-remmo a rispondere a chi cispernacchia in faccia che luidell’argomentazione raziona-le non sa che farsene, perchériconosce solo le ragioni del-la forza? Come faremmo a di-re che uno Stato dovrebbeperciò assolutamente essere

laico? Ma naturalmente, sepotrò sostenere pubblicamen-te le mie tesi, lo dovrò all’in-vito che ho ricevuto, comel’hanno ricevuto d’altra par-te (e declinato) numerosi ve-scovi e alti prelati. Dovremoil privilegio di discutere alfatto che Paolo Flores d’Ar-cais è un uomo giusto, limpi-do e coerente, lui che da unavita si batte precisamenteperché ciascuno, fosse pureun Papa, abbia il diritto diesprimere le sue opinioni, emagari di discuterle con unateo. E viceversa, natural-mente, salva violazione delprincipio dell’eguale dignità.

Dobbiamo essere grati, mipare, agli amministratori diReggio Emilia che hanno re-so possibile questo vasto di-spiego di ragioni e di fedi.Non guidato da un principiodiverso da quello che animala parallela iniziativa delCortile dei Gentili, se nonnelle dimensioni e nei mezzi,infinitamente più ridotti aReggio Emilia che a Parigi ea Roma. Ma non inferiore,anzi, nel grado di parresia,cioè di franchezza e onestàintellettuale richiesta. Anzi,a proposito di Parigi. Nelgiardino della sede storicadell’Unesco, che al Cortiledei gentili collabora, c’è unpiccolo edificio di meditazio-ne, cilindrico e vuoto. A ren-dere il senso di quello cheprova chi vi sosti qualche

istante non ci sono forse pa-role più adatte di queste:“tutte le civiltà veramentecreatrici hanno saputo...creare un posto vuoto riser-vato al soprannaturale pu-ro... tutto il resto era orienta-to verso questo vuoto”. Lescrisse Simone Weil nellesue “Riflessioni sulle causedella libertà e dell’oppressio-ne” (1937). Roma, al contra-rio, è un trionfo di plenitudi-ne barocca, e il cielo del pitto-re gesuita Andrea Pozzo, sulquale illusionisticamente sispalanca la volta della chie-sa di Sant’Ignazio — quelladove dorme il Cardinal Bel-larmino, persecutore di duegrandi geni e oggi santo — èun tripudio di folla, comeuna democratica domenicadi festa celestiale. Bellissi-mo. Ma io, perché ne ammi-ro la bellezza, dovrei rifiuta-re di ascoltare la pericolosalaicista Simone Weil, quandodice: “Quando leggo il cate-chismo del Concilio di Tren-to, mi sembra di non averniente in comune con la reli-gione che vi è esposta”? Ilpensiero che qui si esprime èidentico a quello di prima, eal gesto di spoliazione concui il vero cristiano rinunciaa chiudere l’infinito iddio en-tro nomi, insegne, simboli,bandiere e costituzioni uma-ne, e leva le mani di dosso al-l’assoluto: “noli me tangere”.

Concludo su una nota per-sonale, e due fatti. Il fatto do-loroso che, purtroppo, laicitàe gratuità, rinuncia alle inse-gne identitarie e rigorosa di-stinzione fra il dovere, che èlegge, e la grazia, che è li-bertà, non hanno nutrito econtinuano a non nutrire lavita della Chiesa romana vi-sibile. E lasua conse-guenza, il fat-to anche piùdolorosoche, comescrisse Simo-ne Weil, ifrutti dellasua storia,da cui do-vremmo giu-dicare (“li ve-drete dai loro frutti”) sonoper questo Paese misti di ve-leno e di bene. Ma il velenoha prevalso. Questi fatti miimpediscono purtroppo dicondividere le parole con cuiSimone conclude la sua os-servazione sul concilio diTrento e che per amore di ve-rità riporto: “quando leggo imistici, la liturgia, vedo cele-brare la messa, sento conuna specie di certezza chequesta fede è la mia...”. Sem-pre per amore di verità (unodei nomi di Dio): Simone, finsul suo letto di morte, rifiutòil battesimo cattolico.

Roberta De Monticelli

‘‘Il crocifissonon genera

discriminazioni.Cristo non è mortonel martirio comegli ebrei nei lager?

Roberta De Monticelli, tra i protagonisti delle Giornate della laicità

‘‘Il vero cristianorinuncia

a chiudere l’infinitoiddio entro nomi,insegne, simboli,costituzioni umane

‘‘Sul relativismo,che Flores

d’Arcais assume a filoconduttore del Festival,il punto interrogativoce lo metterò io

CRONACA DI REGGIO 15GIOVEDI’ 7 APRILE 2011GAZZETTA

DOPO IL VOTO

Il Pd attacca gli «onorevoli falsari»Il segretario Roberto Ferrari contro il voto di Alessandri e Barbieri

I casi sono due. O Berlusconi ha mentito, e allora è im-

putabile di fronte al tribunale di Milano. Oppure crede-

va davvero che l’arresto di Ruby potesse provocare un

incidente diplomatico internazionale, e allora — secon-

do la Legge — dovrebbe essere giudicato dal tribunale

dei ministri. Ma la Camera, per salvarlo, gli ha dato del

coglione.

In che modo? Facendo passa-re a maggioranza (della Ca-mera) quest’ultima tesi, acui la maggioranza degli ita-liani non crede.

Roberto Ferrari, segreta-rio provinciale del Pd, è indi-gnato con i deputati reggianidel centro destra che hannovotato in tal senso.

«E’ giusto — scrive — che ireggiani sappiano che Ange-lo Alessandri (Lega Nord) eEmerenzio Barbieri (Pdl) so-stengono che Berlusconi sisia interessato al caso di Ru-by per tutelare i rapporti fraItalia ed Egitto».

«Il fatto — polemizza Fer-rari — che la Camera siachiamata a votare palese-mente il falso è un attacco al-le istituzioni e soprattutto al-la verità. C’è una maggioran-za che crede di poter defor-mare la verità a proprio pia-cimento. Quando il falso vie-ne apertamente tramutato invero, anche in Parlamento, èquest’ultimo a diventare fal-so e inutile. Si tratta di unvulnus pericolosissimo perla democrazia. Alessandri,

Barbieri — chiede retorica-mente il numero uno del Pdreggiano — valeva davverola pena assumervi questa re-sponsabilità? C’è un giudizioa cui neppure Berlusconi po-trà mai sottrarsi: è quello del-la storia. Per voi ci sarà ilgiudizio dei vostri elettori.Pensate davvero che i reggia-ni credano che Ruby quellasera passasse per la nipote diMubarak? Fate un torto alla

loro intelligenza. E se a bre-ve ci lasciaste andare a vota-re per le politiche, ve ne ac-corgereste». Barbieri non siscompone e, di fronte a que-ste accuse, rivendica la buo-na fede della maggioranzaparlamentare e del Cavalie-re: «Che prove ha Ferrari —dice — per asserire che Ber-lusconi ha mentito? Era pre-sente alla Questura di Mila-no? In realtà il presidente delConsiglio è stato buggerato.Io ho votato in modo assolu-

tamente tranquillo e serenoper sollevare il conflitto di at-tribuzione tra la Camera e laMagistratura. Si vedrà checosa deciderà nel merito laCorte costituzionale. Ma ilsuo giudizio verrà espressofra un anno. E’ mia convin-zione che fra sei mesi nessu-no più si ricorderà del casoRuby. In quanto al giudiziodella storia, è ridicolo che neparli uno che viene dal Pci ecredeva nel comunismo.Non temo, poi, il giudizio de-

gli elettori reggiani. Non horicevuto una e-mail di dissen-so dagli elettori del Pdl, chestanno dalla nostra parte». Esoprattutto, è un po’ che ilsuo collegio è un altro...

Alessandri, invece, si rifiu-ta di rispondere alle critichedi Ferrari, che bolla come un«attacco strumentale», maammette che nella base dellaLega c’è «molta confusionecreata ad arte».

Luciano Salsi

A RIPRODUZIONE RISERVATA

A sinistraRubyA destrail deputatodel PdlEmerenzioBarbieri

Roberto Ferrari (Pd)

Angelo Alessandri (Lega Nord)

Il parlamentare del Pdl: «Il mioè stato un voto convinto: Berlusconiquella notte fu buggerato»

Alessandri (Lega Nord) non havoluto replicare alle accuse:«Questo è un attacco strumentale»

Acque tutt’altro che tran-quille all’assemblea pubblicadel Pd che si è svolta lunedìscorso a Cadè.

Non tanto per l’inizialescontro politico-personaletra la nuova responsabile delCircolo Pd Pina Falconi euna delle storiche dirigentiLoretta Tarasconi, (che allafine ha rassegnato le dimis-sioni dal partito con una let-tera al vetriolo e se n’è anda-ta sbattendo la parta), maper l’intervento conclusivodi Pierluigi Castagnetti, chepur giocando in casa, essen-do nativo di Gaida, ha solle-vato in sala più di un mugu-gno.

A creare malcontento, nontanto l’aver ribadito che allafine del suo mandato di Par-lamentare non si ricandi-derà, quanto le sue criticheal Festival della laicità che siterrà in città dal 15 al 17 apri-

le prossimi.Per Castagnetti infatti, il ti-

tolo scelto dagli organizzato-ri è provocatorio, un’argo-mentazione che non ha trova-to molto consenso in sala.

Castagnetti dopo aver riba-dito la sua decisione di nonricandidarsi, ha anche soste-nuto che tutti i leader storici

del Pd dovrebbero fare altret-tanto, per diventare «i consi-glieri» delle nuove leve allaguida del Pd.

E pur sottolineando di nonessere d’accordo con il «rotta-matore Renzi», si è detto d’ac-cordo sulla necessità di unprofondo rinnovamento so-stenuto dall’ attuale sindaco

di Firenze.Se lo scopo dell’incontro a

cui ha partecipato anche ilsegretario provinciale Rober-to Ferrari era quello di tene-re a battesimo i nuovi diri-genti di un circolo che in po-co più di due anni ha vistoprecipitare i propri iscrittida 70 a 26, possiamo dire che

questo «battesimo» ha riser-vato anche altre sorprese.

Come il questionario distri-buito tra i circa settanta par-tecipanti che ha spaziato daitemi locali e dai bisogni delledue frazioni a quelli naziona-li, tanto da sembrare le do-mande dei sondaggi di Nan-do Pagnoncelli a Ballarò, suiRai 3.

Questionario sul quale ilsegretario provinciale Ferra-ri ha accettato di confronta-re con l’uditorio le sue rispo-ste, a differenza di PierluigiCastagnetti, che ha invecepreferito defilarsi. Ma pertornare agli esiti del questio-nario, l’assemblea di Cadè

ha segnalato come i valori ele parole d’ordine che il Pddovrebbe scegliere: lavoro,democrazia, diritti e rinnova-mento, mentre come priorita-ri sono stati indicati scuola euniversità, welfare e giusti-zia.

Il programma invece è sta-to scelto dall’80% dei presen-ti come l’aspetto più impor-tante per tornare al Gover-no. E sempre stando agliiscritti di Cadè, occorre farlocon una coalizione che com-prenda l’Idv e Vendola, men-tre il miglior candidato restaBersani, seguito da Renzi eFranceschini.(r.f.)

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Acque agitate alla riunione del circolo di Cella e Cadè

Laicità, scontro nel PdCritiche a Castagnetti che stronca la kermesse

A sinistrail segretariodel circolo 2Andrea CapelliA fiancoil presidentedel quartiereFrancoCastagnetti

IL DIBATTITO

PAGLIANI (PDL)

«La Camera di commercio fa politica»Il coordinatore vicario del Pdl reg-

giano Giuseppe Pagliani (foto) in-vierà una lettera al presidente dellaCamera di Commercio, per protesta-re per l’invio da parte di un ufficio ca-merale (che lo stesso Pagliani indivi-dua nell’Ufficio relazioni esterne) diuna e-mail contenente indicazioni divoto in occasione dei referendum delgiugno prossimo e valutazioni noncerto amichevoli nei confronti delGoverno e del Presidente del Consi-glio Silvio Berlusconi. Una letterache è stata inviata a centinaia di indi-rizzi, aggiunge Pagliani e che mi èstata rigirata più volte da diversepersone che non l’hanno apprezzata.«Io credo che sia uno smacco per laCamera di Commercio che deve esse-re al di sopra delle parti che dai suoiuffici escano lettere di tale tenore. Si

tratta di una lettera diffamatoria e in-giuriosa e di una pratica che devecessare», è il commento di Paganiper il quale l’«ufficio relazioni ester-ne della Camera di commercio do-vrebbe sostenerle ini-ziative imprendito-riali ed economichedella nostra provin-cia senza perdersi ininutili appelli settarie partitici di chiaramatrice post comuni-sta». Pagliani si dicepoi sdegnato «ancheper il linguaggio usa-to, che — sottolinea— è chiaramente diffamatorio e pre-giudizievole nel confronti di chi è sta-to eletto democraticamente alla giu-da della nostra Nazione».

GIOVANNINI (LEGA NORD)

«A chi andranno le deleghe di Grasselli?»Le dimissioni irrevocabili dell’as-

sessore a sviluppo economico, nuovetecnologie e semplificazione ammini-strativa Graziano Grasselli (nella fo-to), hanno aperto un vuoto nell’attua-le Giunta Delrio, che per ora nonverrà colmato immediatamente conla nomina di un nuovo assessore.

Peraltro questa uscita, concordatae di cui il primo cittadino era a cono-scenza da diversi mesi, non porteràad ulteriori scossoni in Giunta.

Il sindaco Graziano Delrio, almenoin questa fase, anche senza averlo an-cora ufficializzato assumerà in pri-ma persona le deleghe che fino a mar-tedì scorso erano nelle mani di Gras-selli; deleghe che vanno ad aggiun-gersi a quelle che già detiene da ini-zio della consigliatura.

Graziano Delrio segue già diretta-

mente quelle al personale, all’Am-biente, ai rapporti Internazionali, acui si aggiungono ora sviluppo econo-mico e Innovazione tecnologica, fa-cendone di fatto una sorta di «su-per-sindaco».

Il capogruppo del-la Lega Nord in salaTricolore GiacomoGiovannini, su que-sto tema ha presenta-to ieri una interroga-zione a risposta scrit-ta, nella quale chie-de al sindaco e allagiunta come «inten-da procedere con lasostituzione del dimissionario asses-sore Grasselli e come si intendano ge-stire le deleghe fino ad ora affidate al-lo stesso». (r.f.)

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••3REGGIOPRIMOPIANOMARTEDÌ 5 APRILE 2011

LE SFIDE DELLA CHIESA «Liturgia romana e arte sacra fra innovazione etradizione»: ne discuteranno i monsignori NicolaBux ed Enrico Mazza con l’architetto Elio Garzillo

di GLAUCO BERTOLINI

FINORA non si era mai pubblica-mente discusso sui controversiconcetti che stanno alla base deinuovi arredi e delle nuoveritualità di cui il duomo di Reg-gio si sta facendo specchio dal no-vembre 2008. Ma è una discussio-ne che adesso bussa alla porta:quella della Sala del Capitano,che alle 21 di dopodomani ospite-rà un dibattito sulle opposte inter-pretazioni dei testi conciliari rela-tivi all’adeguamento liturgico del-le chiese, nonché dell’architetturae della conservazione dei beni sto-rico-artistici ecclesiastici.La serata è promossa dalla delega-zione emiliano-occidentaledell’Ordine di Malta, affiancatada Italia Nostra, dal museo deiCappuccini e dal circolo Frassatidi Correggio.

IL TEMA (“Liturgia romana earte sacra fra innovazione e tradi-zione”) sarà sviluppato da relatoriqualificati (monsignor NicolaBux, monsignor Enrico Mazza, ar-chitetto Elio Garzillo) e già si pro-fila l’interesse per il dibattito. An-che perché sono poche, sino a que-sto momento, le chiese dove –con ottica di avanguardia – si è vo-luta evidenziare una modernizza-zione di rapporti col mondo con-temporaneo. E anche perché l’ini-ziativa è presa, a Reggio, in un mo-mento – si sottolinea in una notadegli organizzatori – in cui si ve-dono effettuate scelte sperimenta-li che, pur lasciando «un segnoforte e tangibile della nostra epo-ca», a volte si manifestano «non

condivise dalla maggioranza deifedeli».

Architetto Stefano Maccarini,qual è il ruolo dell’Ordine diMaltaperquestaproblemati-ca?

«Proprio come ordine religiosolaicale di antichissima fondazio-ne, l’Ordine di San Giovanni det-to di Malta ha una lunga tradizio-ne in campo liturgico, con un mes-sale proprio ed un cerimoniale ri-conosciuti dalla Santa Sede».

Una tradizione lontana dalleinnovazioni liturgiche al va-glio?

«Il restauro della nostra cattedra-le da un lato ha perseguito unacorretta metodologia di conserva-zione dell’edificio, ma dall’altroha posto molte perplessità riguar-do al cosiddetto “adeguamento li-turgico”. La sperimentazione di

innovazioni in proposito è statagiustificata con la necessità di fa-vorire una “liturgia dinamica”più coerente con le istanze eccle-siologiche del Concilio VaticanoII e soprattutto come occasione dicrescita per la comunità locale. Seperò consideriamo alcune affer-mazioni di papa Benedetto XVI(«Ciò che per generazioni anterio-ri era sacro, anche per noi resta sa-cro e non può essere improvvisa-mente del tutto proibito», nel2007; o ancora, riguardo alle chie-

se, «deve risultare l’unità fra glielementi propri del presbiterio: al-tare, crocifisso, tabernacolo, am-bone, sede», nel 2001), ecco che lesperimentazioni reggiane sembra-no andare in direzione opposta».

Perché?«Il presbiterio, per esempio, è sta-to completamente stravolto, dila-tato, allontanato dai fedeli che sitrovano in mezzo alla navata e suprecarie sedie rivolte alla cattedrae quindi ancora più separati, lon-tani dal centro vitale dell’eucare-stia. Voci dissenzienti si erano le-vate da subito anche per lo sposta-mento della cattedra vescovile,per la sostituzione dei banchi conle moderne (e rumorose) seggioli-ne ripiegabili. Sorgono perplessi-tà a proposito delle tanto annun-ciate opere di arte contemporaneache stanno per essere collocateall’interno (fra tutte una singolarecroce rappresentata da una barcaed un albero che si riflettono sim-metricamente, creazione dell’arti-sta giapponese Hidetoshi Naga-sawa). E che fine farà l’antico alta-re? Perché, nel presbiterio, si è ta-gliato il settecentesco pavimentoin marmo per far posto a una mo-derna struttura circolare in mura-tura? Gli altari e gli arredi origina-li della cripta avranno forse unadestinazione museale?».

Auspici?«Duplici. E’ auspicabile sia che laserata possa dar voce ai molti fede-li che sembrano disorientati siache la stessa possa favorire un co-struttivo confronto fra la tesi del-la sperimentazione a oltranza equella della strenua difesa dellatradizione».

«LE GIORNATE della Laicità?Sono un’iniziativa culturaleirresponsabile, istituzionalmenteimmorale e civicamenteingiustificabile».Parole dure e accusatorie chearrivano dai massimi esponenti‘pidiellini’ locali. MassimilianoCamurani (coordinatoreprovinciale del Pdl), DanieleErbanni (responsabile enti localidel consiglio provinciale),Cristina Fantinati (responsabileprovinciale dell’organizzazionePdl), Roberta Rigon(coordinatrice regionale dellaGiovane Italia Emilia Romagna),Luca Pattacini (presidenteprovinciale Giovane Italia diReggio), Massimiliano Coloretti

(responsabile Pdl della Montagna)e Maura Catellani (consiglierecomunale Pdl di San Martino inRio) attaccano la tre giorni sullalaicità che si svolgerà a Reggio dal15 al 17 aprile.

«GIORNATE assurde – prosegueil comunicato del Popolo dellalibertà – che si concluderanno conil convegno ‘Senza il crocifissol’Italia sarebbe migliore’».L’affondo prosegue poi neiconfronti delle istituzioni e deicattolici del Pd che avrebberocontribuito all’iniziativa.«Il presidente della RegioneEmilia Romagna Vasco Erranipiange ovunque per la mancanzadi fondi, causata, secondo lui, dai

tagli del Governo, ma ha deciso disprecare fondi finanziando, aReggio, le Giornate della Laicità.Inoltre, il pensiero dei ‘cattolici’Castagnetti, Pagani (in verità inquesti giorni piuttosto critico, ndr) eDelrio, troverà abbastanzamotivazioni per sostenerel’iniziativa, trovandosi a loro agio

con gli eredi del partitocomunista che, avendo visto tuttigli ideali di riferimento sconfittidalla storia, sentono fortemente lanecessità di eliminare anche gliideali altrui».

«PURTROPPO per loro – conclu-de la nota – la tradizione cristianaè elemento fondante dell’Europa edella nazione ed è, al di là diquello che possano pensare alcuniburocrati di Bruxelles, uno deitratti distintivi della Comunitàeuropea. E’ innegabile che alnostro futuro abbia contribuitomolto più Giovanni Paolo II, isuoi predecessori e successori, diquanto abbia fatto l’ideologiacomunista».

m. z.

Professore, dopo il Comune,anche la Provincia di Parmaha revocato il patrocinio alleGiornate della Laicità. Il Co-mune di Reggio dovrebbe se-guire l’esempio?

Alberto Melloni, 52 anni, docenteuniversitario di storia del Cristia-nesimo, titolare della cattedra Une-sco «per il pluralismo religioso e lapace», risponde di getto.«È una polemica di poco spessore.Anche il nostro Ateneo ha dato ilpatrocinio. Mi sembra normale:quando le persone che chiedonoun aiuto hanno una struttura acca-demica, glielo si dà. Ai tempi dellapolemica sulla visita del Papa alla

Sapienza, quelli che non lo voleva-no fecero una figura pessima».

Perché?«Perché i luoghi dello studio e del-la cultura o sono aperti o non sononiente».

Cosa ne pensa delle giornatedella laicità?

«Io antipatizzo per quest’iniziati-va. Ma una censura preventiva, sta-bilire chi ha diritto d parlare e chino, significa imboccare un vicolocieco che porta al disastro dell’arbi-trio più completo. Una città comeReggio è una città che si caratteriz-za felicemente per la sua apertura.Abbiamo fatto un festival france-

scano; ora questi hanno voluto or-ganizzare un’iniziativa che avràl’ascolto che sarà in grado di guada-gnarsi».

Nelmondocattolicosi sono le-vate molte voci critiche.

«Il maggior danno che subiscel’esperienza religiosa non vienedalla polemica, dal confronto an-che aspro. Viene dall’indifferen-za».

L’ultima conferenza s’intitola«Senza crocifisso l’Italia sa-rebbe migliore». Cosa ne di-ce?

«E’ il sottotitolo di un libro del pro-fessor Sergio Luzzatto, pubblicatoda Einaudi».

Luzzatto, si è scusatoperque-sta titolazione. Capitolo chiu-so?

«Il libro ha delle punte eccessiva-mente polemiche. Ma proprio perquesto vale la pena di discutere. Ve-de, lo spazio pubblico non è un

talk show in cui l’unico linguaggioè l’insulto, è il «tu non puoi parla-re». Faccio parte del Comitato deigaranti del 150˚ dell’Unità d’Ita-lia. In una mostra che si chiama«Cristiani d’Italia», allestita a Bolo-gna, a palazzo d’Accursio, in un’in-stallazione abbiamo messo delle fo-to della Lega che manifestava perla Chiesa. Una strumentalizzazio-ne della Lega: ci è sembrata una co-sa interessante. Beh, a Bologna c’èstata una manifestazione laica, dilaici militanti, che hanno espostostriscioni contro l’integralismo raz-zista. Va detto però che la cosa nonmi ha fatto alcuna impressione.Preferisco vivere in una città che

pacatamente discute di tutto. Me-glio di una città dove esiste un co-mitato supremo che decide. Il Co-mune ha fatto benissimo a dare ilpatrocinio. Se non l’avesse fatto,dandolo alla sagra della salsiccia,non avrebbe fatto un buon servizioalla comunità».

La sua posizione è vicina aquella di Emanuela Caselli,che ha annunciato di parteci-pare alle giornate laiche perportare lasuadiversasensibi-lità.

«Io non parteciperò. So cosa dico-no, e con che tipo di intenzioni.Ma da questo a negare il patroci-nio ne corre. Se rifletti sull’argo-mento ti accorgi che le ragioni diun «no» sono le stesse che un gior-no potrebbero essere usate controdi te. Insomma, domenica in cittàc’erano le processioni per la quare-sima; a qualcuno piacciono e aqualcuno no. Ognuno faccia ciòche crede, in santa pace».

Gli esponenti del Pdl reggia-nodefinisconoquestegiorna-te«un’iniziativa culturalmen-te irresponsabile, istituzional-mente immoralee civicamen-te ingiustificabile».

«Tengano conto che la cosa chepiù ha creato polemiche è quel tito-lo tratto da Einaudi, e Einaudi è diproprietà del presidente del Consi-glio».

C’è una via per un confronto,aperto e non offensivo, tra‘laicisti’ e cattolici?

«Il confronto c’è. Tutti i giorni, atutti i livelli, in tutte le sedi. Nonsono cose da diplomatizzare. Maciascuno fa la campagna elettoralecon quello che ha, o con quello chetrova».

Andrea Fiori

EmanuelaCaselli

MonsignorEmilio Landini

L’ANATEMA DEL PDL

«Un’iniziativa istituzionalmente immorale»

GiuseppePagani

RISCHIO«Una censura preventiva,stabilire chi parla e chi no,porta ad un vicolo cieco»

Il consigliere regionale del Pd,riferendosi al dibattito sul crocifisso:«É anticlericalismo da bar»

Lacattedraleètroppo«moderna»?«Sceltesperimentalinoncondivise»

Rotto il tabù, giovedì sera dibattito sulle innovazioni introdotte nel duomo

GLI ORGANIZZATORILa serata è voluta da Ordinedi Malta, Italia Nostra, museoCappuccini e circolo Frassati

PRIMA del pubblico dibattito la serata dedicataai problemi dell’adeguamento liturgico delle chiese(e della conservazione dei beni storico-artistici adesso connessa) si articolerà su interventi di impor-tanti relatori.Monsignor Nicola Bux, vecchio amico di JosephRatzinger, consultore alle congregazioni per la dot-trina della fede nonché all’ufficio delle celebrazionipontificie, è noto per l’approfondimento del confron-to fra rito romano e rito orientale a livello di teolo-gia e di spiritualità.E’autore – fra l’altro – di un libro provocatoriamen-te titolato «Come andare a messa e non perdere lafede». Mantenendosi nell’ortodossia rispetto al Van-gelo, all’insegnamento della Chiesa e alla tradizio-ne apostolica, monsignor Bux definisce «al limitedel sopportabile» le «deformazioni» conciliari e po-stconciliari non meno delle proteste da esse sollevate

e delle critiche rivolte alla «riforma della riforma»cui hanno posto mano Benedetto XVI e i suoi colla-boratori. E si offre per condurre per mano nella va-rietà delle odierne funzioni sacre perché «la messa –rileva – non è più celebrata come un rito bimillena-rio della chiesa cattolica, ma spesso secondo gliadattamenti e le creatività dei singoli celebranti».Monsignor Enrico Mazza, canonico di San Pro-spero, docente alla facoltà teologica dell’Italia set-tentrionale e al pontificio ateneo Sant’Anselmo diRoma, ha insegnato storia della liturgia alla Catto-lica di Milano e nello Studio Teologico interdioce-sano. Nell’ambito della “partecipazione attiva” sol-lecitata dalla riforma liturgica avviata da Pio XIIe portata avanti dal Concilio Vaticano II, ha svi-luppato il tema dell’odierna interconnessione fracreazione artistica e spazio sacro collaborando aun’opera di grande spessore culturale che l’Accade-

mia di Belle Arti di Brera ha dedicato all’arte cri-stiana contemporanea. Nelle 500 pagine di un suorecente volume (“Rendere grazie”) tratta di metodo-logia della ricerca negli studi liturgici.Ultimamente ha contribuito a corsi per animatoriche – con particolare riferimento ai canti della mes-sa – sono stati organizzati dall’istituto diocesano dimusica e liturgia.L’architetto Elio Garzillo, consigliere nazionale diItalia Nostra, già direttore generale del ministeroper i beni e le attività culturali, è noto per la scrupo-losità e la fermezza con cui ha sostenuto orienta-menti e provvedimenti assunti a difesa del patrimo-nio artistico e culturale. Numerosi suoi “no”, tradot-tisi in vincoli riguardanti soprattutto realtà modene-si e piacentine, sono a suo tempo sfociati davanti alTar e all’Avvocatura dello Stato, anche fra le piùvive polemiche, anche fra le interrogazioni parla-mentari.

MALE MINORE«Per l’esperienza religiosal’indifferenza è peggiodella polemica anche aspra»

I RELATORI AL DIBATTITO

Monsignor Nicola Bux, un vecchio amico di Raztingerautore di «Come andare a messa e non perdere la fede»

«Antipatizzo per le giornate laicheMa il patrocinio comunale è giusto»Il professor Melloni: «Reggio si caratterizza felicemente per la sua apertura»

LEADERREGGIANOMassimilianoCamurani

La presidente del Consiglio comunale«Da cattolica parteciperò al festivalper portare la mia diversa sensibilità»

Il portavoce della Diocesi«Ma quale dialogo? È una festa ateaBasta scorrere certe tematiche»

Da sinistra l’architetto Stefano Maccarini, che fa parte dell’Ordine diMalta, e il vescovo di Reggio monsignor Adriano Caprioli

Monsignor Bux ha approfonditoi riti romano e orientale

DOCENTE Il prof Alberto Melloni insegna all’Università di Modena eReggio ed è titolare della cattedra Unesco «per il pluralismo religioso»

PENSAVO che non ci fossepiù bisogno di parlare dilaicità. Per il Papa lo Stato èlaico per sua natura. Tre gior-ni sulla laicità con i grandipensatori laici può mettere lapulce nell’orecchio. Dellalaicità dello Stato nessuno du-bita e allora qualche sarà la fi-nalità dei tre giorni? Il dubbioche il Vangelo venga messo daparte e il dialogo sia inutile èforte! La Chiesa con il Vange-lo in mano ha già detto quantopensa su la vita che nasce, lavita che tramonta, la genetica,l’uso degli embrioni,l’indissolubilità del matrimo-nio, la sessualità, l’eutanasia.Amo la mia terra e vorrei poter-la benedire sempre, in ogni suainiziativa, ma per i relatori egli organizzatori il dubbio vie-ne. Ne è conferma anche quelche è già stato detto per la ge-rarchia ecclesiastica. Tutto fapensare che la diocesi abbia fat-to bene a non entrare in discus-sione. Nella vita pubblica e pri-vata, solo Dio può dare certez-ze. Dove va a barare il Festi-val, si può immaginare.Laicità non è liberarsi da Dioe dalle sue leggi! Sarebbe il peg-giore tsunami! Già lo sono leconseguenze dell’aborto e deldivorzio: invecchiamento delPaese e tanti figli orfani di ge-nitori vivi. Nella lotta controDio, il mondo si organizza conabbondanza di mezzi. Vuolequel che fa comodo e poco im-portano giustizia e verità. Ildialogo si fa quando vi sono lecondizioni, non comunque.Cristo dinnanzi a Pilato ha ta-ciuto. Chi cerca Dio sincera-mente, troverà sempre la Chie-sa pronta al dialogo. Il mondoha bisogno di uomini saggi,più che di sapienti. È vero an-che per noi cristiani. Neppure iSanti hanno la verità in tasca,ma nel cuore, sì. In certi casi ilconfronto è inutile anche con ilVangelo in mano! Non è poivero che tutti siamo alla ricer-ca di Dio. Con il passare deglianni, lo speriamo per tutti.Speriamo anche che i politicicristiani possano arrivare aparlare secondo coscienza e se-condo il Vangelo! Io mi chiedose per l’équipe del Festival Dioesiste. Se ritengono l’Europafondata su radici cristiane e sel’esposizione del crocifisso, sim-bolo d’amore, può favoreire lagiustizia nei tribunali, maggio-re impegno nella scuola, rasse-gnazione nei luoghi di sofferen-za, fratellanza e integrazionetra i popoli. È pesante il titolodell’ultima conferenza in car-tellone: «Senza Crocifissol’Italia sarebbe migliore». No,i cristiani non ci possono stare,anche se contro i fatti la ragio-ne non vale!

don Tino Munari

L ’ I N T E R V E N T O

«I politici cristianiparlino

secondo coscienza»

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QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE FONDATO NEL 1860

Martedì 5 aprile 2011Anno 151, n. 94Euro 1,00*

DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PANSA 55/i - 42124 REGGIO EMILIA - TEL. 0522.501.511 - FAX 0522.511.370

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50401

INCENDIO AL SESTO PIANO IN VIA MELATO

La salvano nella casa che bruciaSi era addormentata mentre fumava, intossicati anche 4 poliziotti

I vigili del fuoco ai piedi del palazzo

REGGIO. Una donna anziana è stata salva-ta dalla morte per soffocamento grazie all’al-larme lanciato da una badante e dal coraggio-so intervento della polizia e dei vigili del fuo-co. La pensionata si era addormentata con lasigaretta accesa e la brace ha dato fuoco adalcuni oggetti presenti nell’appartamento alsesto piano di un condominio di via Melato.Intossicati anche quattro poliziotti.

- MARTIGNONI a pagina 3

Sulla via di Rivaltellacompare una sbarra

La sbarra comparsa a Rivaltella - a pagina 16

FALLISCE IL FURTO

Preso in via EmiliaLa polizia municipale cattura il ladro fra la follaREGGIO. Concitato intervento della poli-

zia municipale che in mezzo alla folla dellavia Emilia ha fermato un ladro che aveva ap-pena commesso un furto nel negozio Carpi-sa. Insieme a un complice, il ladro (un bulga-ro) si era impossessato di una borsetta quan-

do le grida delle commesse hanno fatto ac-correre i vigili che in quel momento si trova-vano in via Roma. Il fermo e la perquisizio-ne sono avvenuti davanti a decina di perso-ne. Il ladro è stato poi denunciato.

- PIGOZZI a pagina 15

Il fermodel ladroda partedella poliziamunicipale

Oggi l’addio«L’azienda mi chiama»

Si dimettel’assessoreGrasselli

Graziano Grasselli - a pagina 17

LA LAICITA’

Meglio la saggezzadella sapienzadi don Tino Munari

Pensavo che non ci fossepiù bisogno di parlaredi laicità. Per il Papa lo

Stato è laico per sua natura.Tre giorni sulla laicità con igrandi pensatori laici, posso-no mettere la pulce nell’orec-chio. Della laicità dello Statonessuno dubita e allora qualesarà la finalità della tre gior-ni?

- segue a pagina 16

La più bella vittoria di Ferrari, sconfitto il tumoreL’ex calciatore della Rubierese aveva scoperto la malattia al ritorno dal viaggio di nozze

Daniele Ferrari

RUBIERA. E’ una storia dicoraggio quella raccontatada Daniele Ferrari, ex calcia-tore della Rubierese: «Cosìho sconfitto un tumore».

- ZELIOLI a pagina 30

IN PROVINCIA

-

24

Bagnolo

Un gioiellochiamatoJolly Ctl

-

28

Vezzano

Tossicomanefa arrestaretre pusher

VIA HIROSHIMA

Ristrutturazione di Rete 2Rumori e aria irrespirabile

Parte dei rottami di Rete 2 - a pagina 14

roberto
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Franza
Casella di testo
Franza
Casella di testo

CRONACA DI REGGIO16 MARTEDI’ 5 APRILE 2011 GAZZETTA

LA VIABILITA’ A RIVALTA

Matteo Olivieri (Lista Reggio 5 Stelle): «Cosa c’è dietro questa scelta di cui beneficia un importante gruppo industriale?»

Via della Rivaltella, i grillini insorgonoPerplessità sulla chiusura al traffico della strada trasformata in percorso cicloturistico

Molti automobilisti che lautilizzavano abitualmenteper arrivare a Canali prove-nendo da Albinea nei giorniscorsi hanno avuto la sgradi-ta sorpresa di trovare via del-la Rivaltella completamentesbarrata e trasformata in unpercorso ciclo turistico.

La strada che da via Burac-chione (che costeggiando ilCrostolo corre tra Rivalta eCanali e girando attorno allasede e agli allevamenti delGruppo agroindustriale Fer-rarini porta ad Albinea), èstata infatti chiusa da tre latida altrettante sbarre e con-trollata con tanto di sistemidi sicurezza e telecamere inbase ad un’ordinanza del Co-mune di Reggio per diventa-re esclusivamente un percor-so ciclo turistico pedonale.

Una decisione che ha solle-vato le proteste da parte delcapogruppo in sala Tricoloredei «grillini», Matteo Olivie-ri, che non condividendo ladecisione del Comune si chie-de «cosa ci sia dietro a que-sta scelta di cui beneficia unimportante gruppo industria-le».

Poi Matteo Olivieri segna-la a suo dire una serie di stra-nezze, per una strada defini-ta un percorso cicloturistico,ma sulla quale continuano apassare trattori, e moto dacross e con quella che defini-

sce la falsa indicazione di«strada chiusa», quandochiusa non è.

E si tratta, aggiunge, diuna strada non sottoposta aun traffico automobilisticoparticolarmente intenso e«una falsa indicazione chenon significa per caso statealla larga perché di fatto que-sta è proprietà privata?», sichiede, aggiungendo che sitratta a suo parere di «unagestione privata di una stra-da che è sempre stata inveceuna strada pubblica».

Nessun mistero, risponde

invece l’assessore comunalealla mobilità Paolo Gandolfiche chiarisce come intanto sitratti di una strada privataad uso pubblico e che «la ri-chiesta di chiudere la via èarrivata dalla proprietà e noiabbiamo acconsentito volen-tieri con un’ordinanza diqualche settimana fa».

L’obiettivo della sua chiu-sura, dice ancora l’assessoreGandolfi, «è quello evitare iltraffico di auto e motocicliche si era creato sulla diret-trice Albinea-Canali e con-sentire di completare la pista

ciclo pedonale sul lato destrodel Crostolo».

Nessun mistero nemmenosulla recente asfaltatura cheè stata realizzata nei giorniscorsi su tutta via della Rival-tella, dopo che per anni lastrada era in stato di quasiabbandono perché piena dibuche. A farsi carico dei co-sti di asfaltatura, così come èavvenuto per il montaggiodei sistemi di sicurezza e delrilevatore sonoro per il pas-saggio dei mezzi di emergen-za, è stata la proprietà.

Roberto Fontanili

MatteoOlivieriLista Reggio5 Stelle

La maggioranza in consiglio accogliel’ordine del giorno di Pdl e Lega

Area Nord, chiestala convocazione

del tavolo tecnicoE’ iniziata ieri in Sala Tricolore la

maratona per la discussione sugli or-dini del giorno e sugli emendamenti,al Psc e al Rue in attesa di discuteree votare le osservazioni presentatedai cittadini. Visti i tempi di discus-sione e la mole di emendamenti pre-sentati (quasi un centinaio), è certoche le sedute si protrarranno nei an-che prossimi giorni. La novità più ri-

levante è sta-ta l’accogli-mento daparte dellamaggioranzadi tre ordinidel giornopresentatida Pdl e Le-ga. Nel pri-mo di questiè stato chie-sto che laCommissio-

ne consiliare presieduta da Salvato-re Scarpino, (la stessa che ha discus-so il Psc e il Rue), convochi i rappre-sentanti del tavolo tecnico che stan-no occupandosi della progettazionedell’Area Nord, per quel confrontoche fino ad ora non è stato possibile.Nel secondo odg presentato dalla Le-ga si chiedeva invece di riflettere sul-la scelta di individuare nella Cittàdello sport, ovvero lo stadio Giglio,la sede per la realizzazione di nuovipoli scolatici. L’ipotesi, cui la maggio-ranza non ha detto no, è quella di lo-calizzare il nuovo polo nell’ex areaReggiane e dove verrà realizzato ilTecnopolo. (r.f.)

L’ex area Reggiane

Il dibattito divampa sem-pre più acceso intorno alleGiornate della Laicità. RenzoBoni, di Alleanza per l’Italia,se la prende con il «laicismoradicale» dei promotori, chetenderebbe a risollevare stec-cati ottocenteschi, aizzandoguelfi contro ghibellini. «Benaltre — scrive Boni — sonole sfide del nostro tempo. In-vece c’è ancora chi si attardaa sbiadire le origini cristianedell’Europa, a contestare ilcrocifisso, a prendersela coni simboli religiosi. Il tema ve-ro è il vuoto di ideali e di pro-poste del nostro tempo, incui dominano qualunquismoe indifferenza. Se i laici han-no una proposta di rilievo lafacciano e su quella discutia-mo, ma lascino stare il croci-fisso e la Chiesa, che hannosuperato sfide ben più impe-gnative. Questa polemica do-

vrebbe insegnare ai cattoliciche di divisione in divisionenon si va da nessuna parte esi finisce sempre più confina-ti in un angolo della società».

Il convegno che si terrà aReggio, Correggio e Scandia-

no dal 15 al 17 aprile è bolla-to dal Pdl reggiano come«un’ iniziativa culturalmen-te irresponsabile, istituzio-nalmente immorale e civica-mente ingiustificabile». «Ilpresidente della Regione —

denuncia il coordinatore pro-vinciale Massimiliano Camu-rani insieme a Daniele Er-banni, Cristina Fantinati, Ro-berta Rigon, Luca Pattacini,Massimiliano Coloretti eMaura Catellani — ha decisodi sprecare fondi finanzian-dolo. I cattolici Castagnetti,Pagani e Delrio troverannoabbastanza motivazioni persostenere l’iniziativa, trovan-dosi a loro agio con gli eredidel partito comunista. Pur-troppo per loro, la tradizionecristiana è elemento fondan-te dell’Europa delle nazionied è uno dei tratti distintividella Comunità europea. Alnostro futuro ha contribuito

molto più Giovanni Paolo se-condo, insieme ai suoi prede-cessori e successori, di quan-to abbia fatto l’ideologia co-munista».

In difesa del convegno distudi si esprime invece An-nusca Campani, che si chie-de: «Perchè a Reggio oggiprovoca reazioni un festivaldel pensieri laico aperto atutti, che può arricchire tut-ti, cattolici e non cattolici?Qui davvero urge un puntointerrogativo». Il punto di do-manda, invece, manca nel ti-tolo dell’ultima conferenza:«Senza il crocifisso l’Italia sa-rebbe migliore». Questa af-fermazione ha suscitato

aspre critiche da parte deicattolici. «Non mi spreco —osserva Annusca Campani— per un punto interrogati-vo che c’è o non c’è o ci do-vrebbe essere. Dal titolo nondeduco niente della mia e al-trui laicità, nemmeno di quel-la di Pagani. Non taccio peròil fatto che nel nostro paese èsempre di bruciante attua-lità il rapporto fra laicità eneutralità delle istituzionipubbliche, che hanno il dove-re di favorire con ogni mezzola civiltà di un dibattito e diun confronto. L’adesione alpatto costituzionale obbligatutti. La laicità è un più, nonun meno». (l.s.)

Sempre acceso il dibattito sulla manifestazione in programma dal 15 al 17 aprile

Laicità, ancora polemicheBoni (Api): «Così si aizzano guelfi contro ghibellini»

Il logodelleGiornatedellalaicità

SEGUE DALLA PRIMAIl dubbio che il Vangelo ven-

ga messo da parte e il dialogosia inutile, è forte! La Chiesacon il Vangelo in mano ha giàdetto quanto pensa, su: «La vi-ta che nasce, la vita che tra-monta, la genetica, l’uso degliembrioni, l’indissolubilità delmatrimonio, la sessualità, l’eu-tanasia, in una parola sui fon-damentali».

Per il papa la laicità delloStato è materia certa, non piùda discutere. Non è altrettantovero per le finalità del Festival.Amo la mia terra e vorrei po-terla benedire sempre, in ognisua iniziativa, ma, per i relato-ri e gli organizzatori, qualchedubbio viene. Ne è confermaanche quel che è già stato dettoper la gerarchia ecclesiastica.Tutto fa pensare che la diocesiabbia fatto bene a non entrarein discussione. Nella vita pub-blica e privata, solo Dio può da-

re certezze. Dove va a parare ilFestival, si può immaginare.

Caro don Eugenio, invitereiad andare solo i parrocchianipreparati, affinché nessuno fac-cia la fine di Cappuccetto Ros-so. Laicità non è liberarsi daDio e dalle sue leggi. Sarebbe ilpeggiore Tzunami. Già lo sonole conseguenze dell’aborto edel divorzio: «Invecchiamentodel paese e tanti figli orfani digenitori vivi». Nella lotta con-tro Dio, il mondo si organizzacon abbondanza di mezzi. Vuo-le quel che fa comodo e pocoimportano giustizia e verità.Don Ercole: «Nessuno ha la ve-rità in tasca», ma per i cristia-ni la verità è Cristo! Senza dilui, l’uomo torna alla legge del

più forte. Così è anche ai gior-ni nostri.

La Chiesa ha fatto bene a sta-re fuori. Rispettiamo le perso-ne, ma il loro pensiero lasciaforti dubbi. Don Eugenio, tu,don Ercole ed io parliamo a ti-tolo personale e possiamo la-sciarci andare un po’, ma laprudenza resta sempre una bel-la virtù. Il dialogo si fa quandovi sono le condizioni, non co-munque, Cristo dinnanzi a Pi-lato ha taciuto. Chi cerca Diosinceramente, troverà semprela Chiesa pronta al dialogo. Ilmondo ha bisogno di uominisaggi, più che di sapienti.

E’ vero anche per noi cristia-ni. Neppure i Santi hanno la ve-rità in tasca, ma nel cuore, sì.

Caro don Ercole, in certi casi ilconfronto è inutile anche conil Vangelo in mano. Non è poivero che siamo tutti alla ricer-ca di Dio. Con il passare deglianni, lo speriamo per tutti. Spe-riamo anche che i politici cri-stiani possano arrivare a parla-re secondo coscienza e secon-do il Vangelo. Io mi chiedo seper l’équipe del Festival Dioesiste. Se ritengono l’Europafondata su radici cristiane e sel’esposizione del crocifisso,simbolo d’amore, può favorirela giustizia nei tribunali, mag-giore impegno nella scuola,rassegnazione nei luoghi di sof-ferenza, fratellanza e integra-zione tra i popoli. E’ pesante iltitolo dell’ultima conferenza incartellone: «Senza il Crocifissol’Italia sarebbe migliore». No, icristiani non ci possono stare,anche se contro i fatti la ragio-ne non vale.

Don Tino Munari

SEGUE DALLA PRIMA

Meglio saggi che sapienti

roberto
Highlight
roberto
Highlight
Franza
Casella di testo

•• 2 REGGIOPRIMOPIANO VENERDÌ 1 APRILE 2011

““GIUSEPPE PAGANI«Affermare che ‘senza il crocifissol’Italia sarebbe migliore’ è aberranteQuesto è anticlericalismo da bar»

EMANUELA CASELLI«Da cattolica, parteciperò a questofestival per portare la mia sensibilitàReggio è matura per il confronto»

«La Caselli non mi convince, stupisceil silenzio del sindaco. Sul crocifissosi è espressa la Corte europea»“MARCO EBOLI

«Quale dialogo? Sarà il festival dell’La condanna di monsignor Emilio Landini: «Basta scorrere certe tematiche

IL FESTIVAL DELLE POLEMICHE

«MA QUALE dialogo...». E’ la cu-ria reggiana, stavolta, a condanna-re il sapore «di ateismo militante»,lo spirito profondamente «anticri-stiano», oltreché l’atteggiamentomanifestamente «aggressivo» delleGiornate della laicità. Giornate «in-trise di laicismo antireligioso».Ormai ha assunto i contorni di unvero e proprio “festival delle pole-miche” la tre giorni laica, che an-drà in scena a Reggio a metà aprile,organizzata da Arci e Micromega.La querelle, che ad oggi ha vistoComune e Regione assumere posi-zioni pressoché antitetiche, vedescendere in campo anche la curiareggiana. Se il presidente del consi-glio comunale Emanuela Caselli— in quota Pd, ma di formazionecattolica — è apparsa conciliante,sostenendo che per la città del Tri-colore ormai «i tempi siano maturiper un dibattito», la curia non tran-sige. E per voce di monsignor Emi-lio Landini stigmatizza lo spirito«polemico» e ben lontano dal libe-ro confronto che dovrebbe contras-segnare le ormai vituperate Giorna-

te della laicità.

STABILENDO un’analogia coniniziative laiche precedenti — dal-la recentissima tavola rotonda “IlCortile dei gentili” svoltasi a Parigiil 24 e 25 marzo, occasione per af-frontare il tema Religione, lume e ra-gione comune attraverso una plurali-tà di voci, al discorso di BenedettoXVI del 21 dicembre 2009, quandoil pontefice sollecitò espressamen-

te la «creazione di uno spazio d’in-contro fra credenti e non credenti»— don Landini sentenzia: «Bastascorrere certe tematiche di eviden-te asprezza polemica, e altre conchiaro sapore di ateismo militantee di anticristianesimo, come puredi aggressività nei confronti dellaChiesa». Poi chiama in causa il «cli-

ma assolutamente non dialogante»di cui «ha dato prova in questi gior-ni Paolo Flores d’Arcais, il curato-re e responsabile scientificodell’evento in un articolo dal titoloGesù non era cristiano».A detta del monsignore, l’arti-colo pubblicato il 25 marzo su“il Fatto Quotidiano”, «stra-volge completamente la figu-ra di Gesù, colpendo il cuo-re della fede cristiana». A ri-prova della «grave afferma-zione» lì riportata, ne citaun ampio stralcio sottoline-ando che «l’ebraicità di Ge-sù è solo un aspetto, un trat-to» della figura del Figlio diDio. Don Landini è critico an-che verso l’affondo che Floresd’Arcais rivolge all’ultimo volu-me di Benedetto XVI su Gesù,spingendosi a tacciare alcune affer-mazioni del teologo Ratzinger co-me «“vere e proprie falsità, talvoltaincredibilmente smaccate”». E ildon tira le fila: «Ce n’è abbastanzaper concludere che il dialogo è mol-to difficile, se non impossibile, con

chi, con tanta disinvoltura, pernon dire supponenza, liquida il nu-cleo del cristianesimo, cioè la perso-na di Gesù, sfiorando problemi cherichiedono ben altro rigore esegeti-co e storico». Il portavoce della cu-ria reggiana si sofferma poi su dueincontri, in particolare, in agendaper la tre giorni laica: Dialogo traGianni Vattimo e Flores D’Arcais:Un filosofo può credere in dio? — «so-no questi gli interlocutori dialogan-ti con i cristiani?» s’interroga donLandini — e l’ultimo, dal titoloche si commenta da sé: Senza il cro-cefisso l’Italia sarebbe migliore. «Lachiesa reggiana resta più che maiconvinta della necessità di un dialo-go ma — chiosa Landini — pur-troppo, le Giornate della laicità ap-paiono intrise di laicismo antireli-gioso».

ateismo militante»e l’anticristianesimo di qualche relatore»

ONOREVOLE Casta-gnetti, il consigliere re-gionaleGiuseppePaga-ni ha rivelato ieri che,dopo le sue critiche allegiornate della laicità,qualcuno, nel Pd, gli hachiesto di andarsene.

«No, guardi. Si è trattato diun messaggio su un blog.Non credo nella manierapiù assoluta che nel Pd siacondivisa una posizione diquesto genere. Escludo chequalcuno possa chiedere,in via ufficiale, ledimissioni di Pagani».

Di recente lei ha invita-to il suo partito ad ave-re più coraggio sui temietici. «Siamo arretratianche rispetto ai tempi,molto lenti, della Chie-sa», ha detto.

«É una battaglia che stofacendo da tempo. Ma nonmi lamento. Sonoascoltato. C’è moltaattenzione, anche nelpartito, nei confronti delpensiero cristiano. Neparlo in giro per l’Italia.Dibattiti seri, che apronoal dialogo, alla ricchezzadelle posizioniconvergenti. Vede?Proprio nel momento incui molti affermano ilprimato della scienza edella tecnologia, non c’èdubbio che dobbiamo dareun substrato al nuovoumanesimo».

Qualcuno aveva coltonelle sue dichiarazionila volontà di avvicinar-sial cosiddetto terzopo-lo.

«Assolutamente no. NelPd c’è una commissionepermenente che parla di

questi temi. L’ha volutaBersani perché si discutacon serietà. C’è un clima dirispetto delle diverseposizioni, di ricerca diconvegenza. Gli eccessi deldibattito su qualche blogsono un fenomenocircoscritto».

Però voi dossettiani or-ganizzate convegni inautonomia rispetto alpartito. La difesa diun’identità?Lacertifica-zione di una corrente?

«Io non parlerei diiniziative dei dossettiani.Si cerca di far crescere una

generazione di giovani cheriflettano sui grandi teminei tempo in cui la politicanon ha riferimenticulturali consistenti. È iltentativo di aiutare unanuova generazione. Valeper il Pd, vale anche per ladestra. Abbiamo bisognodi fare crescere tutti. Oggila politica ha bisogno dipiù spiritualità, diformazione profonda, diformazione dellecoscienze. Non sonoiniziative dossettiane».

Cosa ne pensa dellegiornate laiche?

«Rispetto l’iniziativa. Chiha quelle idee è giusto chele discuta. Certo, ilconvegno dedicato al librodi Luzzatto ha un titolo,sul crocifisso, che suonacome un’affermazioneapodittica».

Ha letto il libro?«Sì. Tra l’altro direi cheLuzzatto, più chepolemizzare con i cristianie col crocifisso, polemizzacon due personalità delmondo ebraico con quelladurezza che è solo deicorreligionari».

E dei soldi dati dalla Re-gione cosa dice?

«Le iniziativa culturalihanno sempre dellesponsorizzazioni. C’èanche la FondazioneManodori, ma non credoche ad un’adesione neicontenuti».

Andrà ad ascoltare i di-battiti dei laici?

«Non credo. Sinceramentenon so nemmeno qualisiano i miei impegni inquei giorni».

Andrea Fiori

CONSIGLIERE PAGANI, lei èstato attaccato duramenteda Giorgio Salsi per la que-stionedelmancato finanzia-mento al festival francesca-no, arrivato invece per «Legiornate laiche».

«Beh, in primis vorrei dire che a menon interessa chi finanzia l’eventodei laici. E non ho sollevato io la po-lemica dei soldi. Nonostante questoSalsi ha iniziato a insultarmi».

Ha anche tirato in ballo la suacampagna elettorale. L’ha de-finita un politico poster...

«Che cosa c’entri la mia campagnaelettorale con la sponsorizzazione al-le ‘Giornate laiche’, proprio mi sfug-ge. Salsi è erede di quella cultura set-taria per cui vuol far apparire bruttie cattivi quelli che la pensano diver-samente rispetto a lui. Tra l’altro,un attacco del genere significa man-care di rispetto ai 10mila reggiani

che mi hanno votato. Ma questonon mi sorprende».

Perché?«Questa acredine deriva dal fattoche a Salsi brucia il fatto che nella

Reggio ‘rossa’ e in un partito pro-gressista sia stato eletto un cattolico.D’altronde lui è figlio della ‘macchi-na’ comunista che non ha mai vintonulla. Non solo».

Dica.«La mia campagna elettorale è statalimpida e trasparente. I contributisono arrivati dai cittadini reggiani. Iconti sono depositati al Collegio re-

gionale elettorale di garanzia pressola Corte d’Appello di Bologna e nonho sforato dai limiti. Salsi avrebbefatto meglio a essere schietto».

Cosa vuole dire?«Sarebbe stato giusto, da parte sua,dire che il titolo dell’ultimo conve-gno, ‘Senza il crocifisso l’Italia sareb-be migliore’, era offensivo. Ci credoche dodici cardinali si sono rifiutatidi partecipare al festival».

L’haanche rimproveratadies-sere uno spirito gregario.

«Non sono il gregario di nessuno.La cultura da cui provengo mi ha in-segnato che la libertà passa dal ri-spetto degli altri e non dall’offende-re chi non la pensa come te. Ma aSalsi non interessa nulla che nel Pdconvergano tutte le forze progressi-ste. E’ ancora vittima del retaggiodella vecchia sinistra. Il suo atteggia-mento è l’opposto della laicità».

L’organizzatoredelle ‘Giorna-te laiche’ ha anche fatto il pa-ragone coi soldi di cui benefi-ciano le scuole private cattoli-che.

«Salsi conferma la sua stoltezza dipensiero. A Reggio il 50% dei bim-bi rimarrebbe a casa senza l’appor-to delle materne cattoliche. Tra l’al-tro, vengono a costare un milionedi euro all’anno all’Amministrazio-ne, a differenza dei 22 milioni degliistituti comunali».

Tornando al festival laico, ilpresidentedel consiglioCasel-li parteciperà. Lei farà altret-tanto?

«Potrei farlo, ma non mi recherò aldibattito sul crocifisso o a quello su‘La dottrina cattolica è compatibilecon la democrazia?’. La storia hagià risposto. Il contributo di gentecome Sturzo, Dossetti o De Gaspe-ri non si discute».

Matteo Zanichelli

CONFRONTOAnche Castagnetti (a sin.)critica il titolo «apodittico»attribuito al convegno cheterrà Sergio Luzzatto (tondo)

SIMBOLOIl Crocisso ascuola. Neltondo,monsignorLandini:saracinescachiusa versole GiornateLaiche

Tincani: «Una malintesa laicità»

«Le dimissioni di Pagani?Nel Pd nessuno le vuole»

L’on. Castagnetti: «Sono stati eccessi isolati su un blog»

Intanto l’Idvattacca il Pdl

Il convegno dal titolo«Senza il crocifisso l’Italiasarebbe migliore» suonaoffensivo? Dite la vostra:[email protected]

LA RIPROVA«L’infelice formulazionedell’incontro sul crocefissoe il dialogo Vattimo-D’Arcais»

A METTERE in luce «alcune anomalie» nell’interpretazione delle“Giornate della Laicità” è anche Edoardo Tincani, direttore delsettimanale diocesano “La Libertà” che pone l’accento sullasmaccata «contrapposizione tra laici e cattolici» alimentata dalledichiarazioni di consiglieri assortiti e preti. Il direttore denuncia «ilmalinteso di fondo del dibattito»: «La laicità è storicamente allabase dei rapporti tra Stato e Chiesa». Non solo: «Discende dalcristianesimo». E osserva: «Non è certamente del laico cattolicotirarsi indietro dal confronto con la cultura contemporanea innome delle cose di lassù». A suo dire, «sono laicamente opinabilianche le modalità di un evento in cui tutto fa pensare che diattenzione ai valori cristiani ne verrà prestata assai poca». Estigmatizzando la vieta ideologia che lo anima, lancia un appello aifedeli laici: «Crediamo nella laicità positiva che cerca il benecomune e valorizza la dimensione pubblica della fede».

LA REPLICA IL CONSIGLIERE REGIONALE PAGANI RISPONDE SECCO ALLE CRITICHE DI SALSI: «MA DI QUALI SPESE

«A qualcuno brucia che la rossa Reggio elegga un

CAMMINO COMUNE«Nel partito si discutedi questi temi cercandoposizioni convergenti»

«MACCHÉcomunistata. Lecritiche rivolte inquesti giorni al«Festival dellaLaicità» sono fuoriluogo e insensate».Emanuele Magnani,consigliereprovinciale dell’Idv,se la prende colconsigliere regionaledel Pdl Bartolini,intervistato ieri dalCarlino. «I consiglieridel Pdlevidentemente nonconoscono bene laCostituzione Italiana,che come Idv ciimpegniamo adifendere».

ALBERTO Bigi, membro della direzioneregionale del Pd, condivide l’apertura di creditodella cattolica (e collega di partito) EmanuelaCaselli verso le giornate della laicità. «Laringrazio per l’equilibrio, l’intelligenza ed il buonsenso dimostrati, di rispetto per i differentiorientamenti politici e religiosi nei quali la miacittà mi ha cresciuto e nei quali intendocontinuare a riconoscermi. Sono laico e cristiano(non praticante), sono felicemente sposato ad unanon credente, mi chiedo perchè mai sia ormai deltutto naturale che nel privato sianoquotidianamente messi in pratica valori diconvivenza e rispetto tra differenti culture edorientamenti religiosi e politici, mentre nella vitapubblica non di rado prevale l’ostilità tra bianchie neri, tra guelfi e ghibellini, tra bigotti di ogniordine e grado, credenti o meno che siano. Sonoperò profondamente convinto che il primato dellalaicità sia l’unico strumento valido per evitare chele nostre comunità si sgretolino definitivamente».

ELETTORALI PARLA?»

cattolico»

NETTO Giuseppe Pagani

SOLDI«I miei contributi sono statilimpidi, i conti depositati,e non ho sforato niente»

DALLA DIREZIONE REGIONALE

Alberto Bigi plaude alla Caselli:«Un intervento di grande equilibrioIo penso che solo la laicità ci salverà»

A PROPOSITO di etica,è bene sapere che i 27 relato-ri presenti nelle Giornatedella Laicità partecipano atitolo assolutamente gratui-to, escluse ovviamente spesedi viaggio ed ospitalità. Insecondo luogo affermare -come fa il consigliere regio-nale Pdl Bartolini - che lanostra iniziativa è una “ co-munistata’’, rappresenta unclamoroso errore storico.Proprio nel libro “Il crocifis-so di Stato” Luzzatto docu-menta che l’ unico vero lai-co nella storia d’Italia è sta-to Cavour, che era un veroliberale e proprio per questoproclamava la necessità di“Libera Chiesa in LiberoStato’’. E affrontiamo dun-que la controversa questionedell’ultimo incontro delleGiornate.Nel libro si argomenta am-piamente il significato del ti-tolo che ha così turbato escandalizzato non pochi cri-tici. Da storico molto preci-so, Luzzatto documenta co-me proprio all’inizio del re-gime fascista, dal ’22 al ’26,si passi dall’obbligo di espor-re il crocifisso nella scuolaprimaria all’estensione di ta-le obbligo in tutte le scuoledi ogni ordine e grado comenegli ospedali e tribunali.Mussolini era un classicocampione dell’ateismo devo-to: anticlericale settario ingioventù, nel film “Vince-re” si fa riferimento al cele-bre episodio in cui il futuroDuce sfida Dio a manife-starsi entro 5 minuti per di-mostrare la propria esisten-za. Oggi la giustificazionedi questa presenza riguardasolo il valore culturale edidentitario di questo simbo-lo, definito per questo daLuzzatto “Il crocifisso trico-lore”. Questa giustificazio-ne è però qualcosa non accet-tabile in senso rigoroso sulpiano della fede, come testi-moniano i pronunciamenticontrari espressi da don Lo-renzo Milani, dal senatoreMario Gozzini e dal costitu-zionalista Valerio Onida.Per questo Luzzatto dà unbuon consiglio ai credenti:rimettete il crocifisso nellecase (dove si nasce, si ama,si muore) e toglietelo dai luo-ghi pubblici, che apparten-gono a tutti, credenti e non.

Adriano Vignaliper Iniziativa Laica

INIZIATIVA LAICA

«Il crocifissonei luoghi pubblicilo volle il duce»

••3REGGIOPRIMOPIANOVENERDÌ 1 APRILE 2011

““GIUSEPPE PAGANI«Affermare che ‘senza il crocifissol’Italia sarebbe migliore’ è aberranteQuesto è anticlericalismo da bar»

EMANUELA CASELLI«Da cattolica, parteciperò a questofestival per portare la mia sensibilitàReggio è matura per il confronto»

«La Caselli non mi convince, stupisceil silenzio del sindaco. Sul crocifissosi è espressa la Corte europea»“MARCO EBOLI

«Quale dialogo? Sarà il festival dell’La condanna di monsignor Emilio Landini: «Basta scorrere certe tematiche

IL FESTIVAL DELLE POLEMICHE

«MA QUALE dialogo...». E’ la cu-ria reggiana, stavolta, a condanna-re il sapore «di ateismo militante»,lo spirito profondamente «anticri-stiano», oltreché l’atteggiamentomanifestamente «aggressivo» delleGiornate della laicità. Giornate «in-trise di laicismo antireligioso».Ormai ha assunto i contorni di unvero e proprio “festival delle pole-miche” la tre giorni laica, che an-drà in scena a Reggio a metà aprile,organizzata da Arci e Micromega.La querelle, che ad oggi ha vistoComune e Regione assumere posi-zioni pressoché antitetiche, vedescendere in campo anche la curiareggiana. Se il presidente del consi-glio comunale Emanuela Caselli— in quota Pd, ma di formazionecattolica — è apparsa conciliante,sostenendo che per la città del Tri-colore ormai «i tempi siano maturiper un dibattito», la curia non tran-sige. E per voce di monsignor Emi-lio Landini stigmatizza lo spirito«polemico» e ben lontano dal libe-ro confronto che dovrebbe contras-segnare le ormai vituperate Giorna-

te della laicità.

STABILENDO un’analogia coniniziative laiche precedenti — dal-la recentissima tavola rotonda “IlCortile dei gentili” svoltasi a Parigiil 24 e 25 marzo, occasione per af-frontare il tema Religione, lume e ra-gione comune attraverso una plurali-tà di voci, al discorso di BenedettoXVI del 21 dicembre 2009, quandoil pontefice sollecitò espressamen-

te la «creazione di uno spazio d’in-contro fra credenti e non credenti»— don Landini sentenzia: «Bastascorrere certe tematiche di eviden-te asprezza polemica, e altre conchiaro sapore di ateismo militantee di anticristianesimo, come puredi aggressività nei confronti dellaChiesa». Poi chiama in causa il «cli-

ma assolutamente non dialogante»di cui «ha dato prova in questi gior-ni Paolo Flores d’Arcais, il curato-re e responsabile scientificodell’evento in un articolo dal titoloGesù non era cristiano».A detta del monsignore, l’arti-colo pubblicato il 25 marzo su“il Fatto Quotidiano”, «stra-volge completamente la figu-ra di Gesù, colpendo il cuo-re della fede cristiana». A ri-prova della «grave afferma-zione» lì riportata, ne citaun ampio stralcio sottoline-ando che «l’ebraicità di Ge-sù è solo un aspetto, un trat-to» della figura del Figlio diDio. Don Landini è critico an-che verso l’affondo che Floresd’Arcais rivolge all’ultimo volu-me di Benedetto XVI su Gesù,spingendosi a tacciare alcune affer-mazioni del teologo Ratzinger co-me «“vere e proprie falsità, talvoltaincredibilmente smaccate”». E ildon tira le fila: «Ce n’è abbastanzaper concludere che il dialogo è mol-to difficile, se non impossibile, con

chi, con tanta disinvoltura, pernon dire supponenza, liquida il nu-cleo del cristianesimo, cioè la perso-na di Gesù, sfiorando problemi cherichiedono ben altro rigore esegeti-co e storico». Il portavoce della cu-ria reggiana si sofferma poi su dueincontri, in particolare, in agendaper la tre giorni laica: Dialogo traGianni Vattimo e Flores D’Arcais:Un filosofo può credere in dio? — «so-no questi gli interlocutori dialogan-ti con i cristiani?» s’interroga donLandini — e l’ultimo, dal titoloche si commenta da sé: Senza il cro-cefisso l’Italia sarebbe migliore. «Lachiesa reggiana resta più che maiconvinta della necessità di un dialo-go ma — chiosa Landini — pur-troppo, le Giornate della laicità ap-paiono intrise di laicismo antireli-gioso».

ateismo militante»e l’anticristianesimo di qualche relatore»

ONOREVOLE Casta-gnetti, il consigliere re-gionaleGiuseppePaga-ni ha rivelato ieri che,dopo le sue critiche allegiornate della laicità,qualcuno, nel Pd, gli hachiesto di andarsene.

«No, guardi. Si è trattato diun messaggio su un blog.Non credo nella manierapiù assoluta che nel Pd siacondivisa una posizione diquesto genere. Escludo chequalcuno possa chiedere,in via ufficiale, ledimissioni di Pagani».

Di recente lei ha invita-to il suo partito ad ave-re più coraggio sui temietici. «Siamo arretratianche rispetto ai tempi,molto lenti, della Chie-sa», ha detto.

«É una battaglia che stofacendo da tempo. Ma nonmi lamento. Sonoascoltato. C’è moltaattenzione, anche nelpartito, nei confronti delpensiero cristiano. Neparlo in giro per l’Italia.Dibattiti seri, che apronoal dialogo, alla ricchezzadelle posizioniconvergenti. Vede?Proprio nel momento incui molti affermano ilprimato della scienza edella tecnologia, non c’èdubbio che dobbiamo dareun substrato al nuovoumanesimo».

Qualcuno aveva coltonelle sue dichiarazionila volontà di avvicinar-sial cosiddetto terzopo-lo.

«Assolutamente no. NelPd c’è una commissionepermenente che parla di

questi temi. L’ha volutaBersani perché si discutacon serietà. C’è un clima dirispetto delle diverseposizioni, di ricerca diconvegenza. Gli eccessi deldibattito su qualche blogsono un fenomenocircoscritto».

Però voi dossettiani or-ganizzate convegni inautonomia rispetto alpartito. La difesa diun’identità?Lacertifica-zione di una corrente?

«Io non parlerei diiniziative dei dossettiani.Si cerca di far crescere una

generazione di giovani cheriflettano sui grandi teminei tempo in cui la politicanon ha riferimenticulturali consistenti. È iltentativo di aiutare unanuova generazione. Valeper il Pd, vale anche per ladestra. Abbiamo bisognodi fare crescere tutti. Oggila politica ha bisogno dipiù spiritualità, diformazione profonda, diformazione dellecoscienze. Non sonoiniziative dossettiane».

Cosa ne pensa dellegiornate laiche?

«Rispetto l’iniziativa. Chiha quelle idee è giusto chele discuta. Certo, ilconvegno dedicato al librodi Luzzatto ha un titolo,sul crocifisso, che suonacome un’affermazioneapodittica».

Ha letto il libro?«Sì. Tra l’altro direi cheLuzzatto, più chepolemizzare con i cristianie col crocifisso, polemizzacon due personalità delmondo ebraico con quelladurezza che è solo deicorreligionari».

E dei soldi dati dalla Re-gione cosa dice?

«Le iniziativa culturalihanno sempre dellesponsorizzazioni. C’èanche la FondazioneManodori, ma non credoche ad un’adesione neicontenuti».

Andrà ad ascoltare i di-battiti dei laici?

«Non credo. Sinceramentenon so nemmeno qualisiano i miei impegni inquei giorni».

Andrea Fiori

CONSIGLIERE PAGANI, lei èstato attaccato duramenteda Giorgio Salsi per la que-stionedelmancato finanzia-mento al festival francesca-no, arrivato invece per «Legiornate laiche».

«Beh, in primis vorrei dire che a menon interessa chi finanzia l’eventodei laici. E non ho sollevato io la po-lemica dei soldi. Nonostante questoSalsi ha iniziato a insultarmi».

Ha anche tirato in ballo la suacampagna elettorale. L’ha de-finita un politico poster...

«Che cosa c’entri la mia campagnaelettorale con la sponsorizzazione al-le ‘Giornate laiche’, proprio mi sfug-ge. Salsi è erede di quella cultura set-taria per cui vuol far apparire bruttie cattivi quelli che la pensano diver-samente rispetto a lui. Tra l’altro,un attacco del genere significa man-care di rispetto ai 10mila reggiani

che mi hanno votato. Ma questonon mi sorprende».

Perché?«Questa acredine deriva dal fattoche a Salsi brucia il fatto che nella

Reggio ‘rossa’ e in un partito pro-gressista sia stato eletto un cattolico.D’altronde lui è figlio della ‘macchi-na’ comunista che non ha mai vintonulla. Non solo».

Dica.«La mia campagna elettorale è statalimpida e trasparente. I contributisono arrivati dai cittadini reggiani. Iconti sono depositati al Collegio re-

gionale elettorale di garanzia pressola Corte d’Appello di Bologna e nonho sforato dai limiti. Salsi avrebbefatto meglio a essere schietto».

Cosa vuole dire?«Sarebbe stato giusto, da parte sua,dire che il titolo dell’ultimo conve-gno, ‘Senza il crocifisso l’Italia sareb-be migliore’, era offensivo. Ci credoche dodici cardinali si sono rifiutatidi partecipare al festival».

L’haanche rimproveratadies-sere uno spirito gregario.

«Non sono il gregario di nessuno.La cultura da cui provengo mi ha in-segnato che la libertà passa dal ri-spetto degli altri e non dall’offende-re chi non la pensa come te. Ma aSalsi non interessa nulla che nel Pdconvergano tutte le forze progressi-ste. E’ ancora vittima del retaggiodella vecchia sinistra. Il suo atteggia-mento è l’opposto della laicità».

L’organizzatoredelle ‘Giorna-te laiche’ ha anche fatto il pa-ragone coi soldi di cui benefi-ciano le scuole private cattoli-che.

«Salsi conferma la sua stoltezza dipensiero. A Reggio il 50% dei bim-bi rimarrebbe a casa senza l’appor-to delle materne cattoliche. Tra l’al-tro, vengono a costare un milionedi euro all’anno all’Amministrazio-ne, a differenza dei 22 milioni degliistituti comunali».

Tornando al festival laico, ilpresidentedel consiglioCasel-li parteciperà. Lei farà altret-tanto?

«Potrei farlo, ma non mi recherò aldibattito sul crocifisso o a quello su‘La dottrina cattolica è compatibilecon la democrazia?’. La storia hagià risposto. Il contributo di gentecome Sturzo, Dossetti o De Gaspe-ri non si discute».

Matteo Zanichelli

CONFRONTOAnche Castagnetti (a sin.)critica il titolo «apodittico»attribuito al convegno cheterrà Sergio Luzzatto (tondo)

SIMBOLOIl Crocisso ascuola. Neltondo,monsignorLandini:saracinescachiusa versole GiornateLaiche

Tincani: «Una malintesa laicità»

«Le dimissioni di Pagani?Nel Pd nessuno le vuole»

L’on. Castagnetti: «Sono stati eccessi isolati su un blog»

Intanto l’Idvattacca il Pdl

Il convegno dal titolo«Senza il crocifisso l’Italiasarebbe migliore» suonaoffensivo? Dite la vostra:[email protected]

LA RIPROVA«L’infelice formulazionedell’incontro sul crocefissoe il dialogo Vattimo-D’Arcais»

A METTERE in luce «alcune anomalie» nell’interpretazione delle“Giornate della Laicità” è anche Edoardo Tincani, direttore delsettimanale diocesano “La Libertà” che pone l’accento sullasmaccata «contrapposizione tra laici e cattolici» alimentata dalledichiarazioni di consiglieri assortiti e preti. Il direttore denuncia «ilmalinteso di fondo del dibattito»: «La laicità è storicamente allabase dei rapporti tra Stato e Chiesa». Non solo: «Discende dalcristianesimo». E osserva: «Non è certamente del laico cattolicotirarsi indietro dal confronto con la cultura contemporanea innome delle cose di lassù». A suo dire, «sono laicamente opinabilianche le modalità di un evento in cui tutto fa pensare che diattenzione ai valori cristiani ne verrà prestata assai poca». Estigmatizzando la vieta ideologia che lo anima, lancia un appello aifedeli laici: «Crediamo nella laicità positiva che cerca il benecomune e valorizza la dimensione pubblica della fede».

LA REPLICA IL CONSIGLIERE REGIONALE PAGANI RISPONDE SECCO ALLE CRITICHE DI SALSI: «MA DI QUALI SPESE

«A qualcuno brucia che la rossa Reggio elegga un

CAMMINO COMUNE«Nel partito si discutedi questi temi cercandoposizioni convergenti»

«MACCHÉcomunistata. Lecritiche rivolte inquesti giorni al«Festival dellaLaicità» sono fuoriluogo e insensate».Emanuele Magnani,consigliereprovinciale dell’Idv,se la prende colconsigliere regionaledel Pdl Bartolini,intervistato ieri dalCarlino. «I consiglieridel Pdlevidentemente nonconoscono bene laCostituzione Italiana,che come Idv ciimpegniamo adifendere».

ALBERTO Bigi, membro della direzioneregionale del Pd, condivide l’apertura di creditodella cattolica (e collega di partito) EmanuelaCaselli verso le giornate della laicità. «Laringrazio per l’equilibrio, l’intelligenza ed il buonsenso dimostrati, di rispetto per i differentiorientamenti politici e religiosi nei quali la miacittà mi ha cresciuto e nei quali intendocontinuare a riconoscermi. Sono laico e cristiano(non praticante), sono felicemente sposato ad unanon credente, mi chiedo perchè mai sia ormai deltutto naturale che nel privato sianoquotidianamente messi in pratica valori diconvivenza e rispetto tra differenti culture edorientamenti religiosi e politici, mentre nella vitapubblica non di rado prevale l’ostilità tra bianchie neri, tra guelfi e ghibellini, tra bigotti di ogniordine e grado, credenti o meno che siano. Sonoperò profondamente convinto che il primato dellalaicità sia l’unico strumento valido per evitare chele nostre comunità si sgretolino definitivamente».

ELETTORALI PARLA?»

cattolico»

NETTO Giuseppe Pagani

SOLDI«I miei contributi sono statilimpidi, i conti depositati,e non ho sforato niente»

DALLA DIREZIONE REGIONALE

Alberto Bigi plaude alla Caselli:«Un intervento di grande equilibrioIo penso che solo la laicità ci salverà»

A PROPOSITO di etica,è bene sapere che i 27 relato-ri presenti nelle Giornatedella Laicità partecipano atitolo assolutamente gratui-to, escluse ovviamente spesedi viaggio ed ospitalità. Insecondo luogo affermare -come fa il consigliere regio-nale Pdl Bartolini - che lanostra iniziativa è una “ co-munistata’’, rappresenta unclamoroso errore storico.Proprio nel libro “Il crocifis-so di Stato” Luzzatto docu-menta che l’ unico vero lai-co nella storia d’Italia è sta-to Cavour, che era un veroliberale e proprio per questoproclamava la necessità di“Libera Chiesa in LiberoStato’’. E affrontiamo dun-que la controversa questionedell’ultimo incontro delleGiornate.Nel libro si argomenta am-piamente il significato del ti-tolo che ha così turbato escandalizzato non pochi cri-tici. Da storico molto preci-so, Luzzatto documenta co-me proprio all’inizio del re-gime fascista, dal ’22 al ’26,si passi dall’obbligo di espor-re il crocifisso nella scuolaprimaria all’estensione di ta-le obbligo in tutte le scuoledi ogni ordine e grado comenegli ospedali e tribunali.Mussolini era un classicocampione dell’ateismo devo-to: anticlericale settario ingioventù, nel film “Vince-re” si fa riferimento al cele-bre episodio in cui il futuroDuce sfida Dio a manife-starsi entro 5 minuti per di-mostrare la propria esisten-za. Oggi la giustificazionedi questa presenza riguardasolo il valore culturale edidentitario di questo simbo-lo, definito per questo daLuzzatto “Il crocifisso trico-lore”. Questa giustificazio-ne è però qualcosa non accet-tabile in senso rigoroso sulpiano della fede, come testi-moniano i pronunciamenticontrari espressi da don Lo-renzo Milani, dal senatoreMario Gozzini e dal costitu-zionalista Valerio Onida.Per questo Luzzatto dà unbuon consiglio ai credenti:rimettete il crocifisso nellecase (dove si nasce, si ama,si muore) e toglietelo dai luo-ghi pubblici, che apparten-gono a tutti, credenti e non.

Adriano Vignaliper Iniziativa Laica

INIZIATIVA LAICA

«Il crocifissonei luoghi pubblicilo volle il duce»

•15POLITICAVENERDÌ 1 APRILE 2011 IL GIORNO - LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO

Matteo Zanichelli· REGGIO EMILIA

MALUMORI, frizioni, mal di pan-cia. O forse qualcosa di più. Il Pdribolle e arrivano i primi sintomidi implosione. Dopo la polemicache si è scatenata a Reggio Emilia,per «Le giornate della laicità», or-ganizzate dal 15 al 17 aprile da Ar-ci, Micromega e Iniziativa laica, ilPartito Democratico si è pratica-mente spaccato in due. L’oggettodel contendere sarebbero i finan-ziamenti negati dalla RegioneEmilia Romagna al festival france-scano, ma non agli «amici» di Mi-cromega, e i titoli di alcuni incon-tri, in particolare quello dell’attoconclusivo: «Senza il crocifissol’Italia sarebbe migliore». Una que-stione fa scoppiare definitivamen-te la spaccatura tra cattolici e laicinel Pd. Dopo un amore mai nato.

IL CONSIGLIERE regionale delPd Giuseppe Pagani, di area catto-lica, dopo aver accusato di «fonda-mentalismo e di parole offensiveche chiudono al dialogo» il conve-gno un titolo così provocatorio, è

stato preso pesantemente di miradai compagni di partito. Molti imessaggi di livore nei suoi con-fronti. Ci sarebbe anche chi gli hachiesto di andarsene. Il consiglie-re ha incassato, ma non ha trovatoconforto nel partito che non hapreso nessuna posizione ufficialein sua difesa. «Mi ha meravigliatoche da più parti nel Pd — dice Pa-gani — siano arrivate proteste, cri-

tiche e inviti a lasciare il partito:ma non dovrebbe essere proprio ilPd l’approdo di culture diverseche si accettano e confrontano reci-procamente?».

L’ONOREVOLE Pierluigi Casta-gnetti ha cercato di smorzare i to-ni e di fare da «pompiere». «Esclu-do che qualcuno del Pd abbia potu-to chiedere a Pagani di lasciare. Siè trattato solo di un messaggio suun blog. C’è molta attenzione nelpartito al pensiero cristiano. ‘Legiornate laiche’? Rispetto l’inizia-tiva, anche se il convegno dedica-to al libro dello storico Sergio Luz-zatto ha un titolo che suona comeun’affermazione apodittica. Nonandrò ad ascoltare i dibattiti». Agettare benzina sul fuoco ci pensail consigliere comunale del Pdl,Marco Eboli. «Chiunque si defini-sce cristiano, in qualsiasi partito oassociazione militi,ha il dovere difar sentire la sua voce. Mi stupisceil silenzio del Sindaco Delrio.Non si tratta del sacrosanto dirittoal confronto, ma del relativismoculturale di cui paiono contagiatianche i cattolici del centrosini-stra».

Caterina Basevi, 47 anni: «Per una vita ho fatto anche la cameriera al Festival dell’Unità». Ora va con Fini

Marcello Petronelli· RAVENNA

L’INCONTRO decisivo arrival’estate scorsa sulle bacheche diFacebook. E’ sul social networkche lei, comunista da una vita e di-pendente della Camera del lavo-ro, prende contatti con i dirigentilocali di Futuro e libertà. Riflettequalche giorno, poi chiamaGianluca Palazzetti, fedelissimodi Fini a Ravenna, e aderisce.«Sto con voi. Sono pronta a candi-darmi per Fli alle amministrativedi maggio». La ‘conversione’ diCaterina Basevi, nata a Treviso 47anni fa e da tempo trapiantata nel-la Romagna più rossa, anima unacampagna elettorale finora avaradi emozioni e di colpi di scena.Pur non avendo mai avuto incari-chi di partito, è sempre stata iscrit-ta prima al Pci, poi al Pds e ai Ds.La tessera del Pd, invece, l’ha pre-sa solo per un anno. Dentro di leiqualcosa stava maturando.

Cos’è che le ha fatto cambia-re idea?

«Francamente non capisco tantoclamore attorno a una scelta politi-ca come la mia. Siamo nel 2011 egli steccati del passato devono es-sere superati. E oggi trovo la pro-posta di Fini moderna e coinvol-gente».

PiùdiquelladiBersanieFran-ceschini?

«Guardi che io fino a poco fa hofatto la cameriera alle Festedell’Unità. Ho cominciato quan-do avevo 14 anni a Treviso e hocontinuato a Ravenna fino a quan-do non ho avuto qualche proble-ma di salute».

Allora perché il filo rosso si èspezzato?

«Sono sempre stata abituata a pen-sare con la mia testa. Trovo cheoggi nel centrosinistra ci sia trop-po ‘apparato’: non ci si confrontadavvero con la gente».

Invece in Futuro e libertà c’èpiù confronto?

«Qualche settimana fa ho parteci-pato al primo direttivo comunaledi Fli: mi è sembrato di tornareindietro di trent’anni. Una belladiscussione, a tratti aspra, dura,come deve essere nella politica.Ma fatta anche di ascolto. Insom-ma mi sono sentita ‘a casa’».

E si candiderà alle ammini-strative?

«Sì. Desidero impegnarmi per ilbene della mia città, portandol’esperienza che ho maturatonell’ambito del sociale e delle poli-tiche per l’immigrazione. Non èstato ancora deciso se sarò in lista

alle comunali o alle provinciali».

Nell’analizzare i flussi dauno schieramento all’altro, ipolitologi osservano che elet-tori anche storici della sini-stra hanno votato per la Le-ga. Lei invece ha scelto Fini.

«La Lega Nord mai. Le sue cam-pagne contrastano con la mia sen-sibilità, con le mie idee in materiadi integrazione. Invece l’evoluzio-ne del presidente della Camerapuò raccogliere l’attenzione an-che di chi si sente di sinistra. D’al-tra parte oggi Fli raccoglie a Ra-venna esponenti del mondo re-pubblicano, liberale: è una bellarealtà».

In Cgil l’hanno presa bene?«Fino al 22 aprile sarò dipenden-te della Camera del lavoro. Poi midimetterò, non, tengo a sottoline-arlo, in conseguenza delle miescelte politiche. E non è correttoprima di allora, anche per rispettoverso i miei colleghi, che io dicacome la struttura sindacale ha vis-suto la mia scelta. Ma dal 23 apri-le mi sentirò libera di dire tutto».

«Addio Cgil e PdMi candido con Fini»

A Ravenna conversione di una ex pasionaria comunista

METAMORFOSI‘Oggi nel centrosinistra c’ètroppo apparato: la propostadi Fli coinvolge ed è moderna’

IL CASO GIORNATE LAICHE ANTICLERICALI FINANZIATE CON 5MILA EURO DALLA REGIONE: E’ BUFERA

A Reggio Emilia il crocifisso spacca a metà i democratici

E’INUTILE fare tortuosi slalom, cercando di arrampiscarsi suglispecchi e magari manipolare le parole. Carta canta. E vale pertutto il titolo del convegno che chiuderà queste ’Giornate della

laicità’ in programma a Reggio Emilia dal 15 al 17 aprile. «Senza ilcrocifisso l’Italia sarebbe migliore». Un’esclamazione, non un punto inter-rogativo.E allora non ci si scappa: agli organizzatori di Micromega e dell’Arci ilcrocifisso fa proprio schifo, a loro non sembra neanche il caso di discuter-ne o aprire un dibattito. E’ un dogma.Questi signori sono ovviamente liberi di pensarla come vogliono, per cari-tà; quando però chiedono il timbro d’autore (patrocinio) e magari anchesoldini (contributi) agli enti pubblici, beh, il discorso cambia. E pensareche la Regione Emilia Romagna — che un giorno sì e l’altro pure piangee strilla per i veri o presunti tagli del Governo — si mette a braccetto conquesti nemici integralisti del crocifisso (aprendo anche il portafogli: 5milaeuro), fa diventare la questione perlomeno imbarazzante. E per forza chel’anima cattolica del Pd si lacera, come raccontiamo nell’articolo qui afianco.Domanda: ma Errani (o chi per lui), prima di sganciare cinquemila euroa questi signori, aveva sottomano il programma di questa tre giorni? Ed ècosì normale cancellare i contributi (sempre a Reggio Emilia) al festivaldei francescani per trasferirli agli ultras anti crocifisso?Attendiamo risposte: ieri, in via Aldo Moro, hanno alzato un gigantescomuro.

Massimo Pandolfi

IL COMMENTO

Gli ultras di via Aldo Moro

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29 marzo 2011
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