Portico-280

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ANNO XXX MENSILE NOVELLARESE D'INFORMAZIONE Luglio Agosto 2011 n.280 TAZZA D’ORO di Catellani Letizia & C. BAR - PIZZERIA TAVOLA CALDA NOVELLARA (RE) via Cavour, 48 tel. 3465772503 Festa dello Sport 2011: giovani atlete impegnate in una esibizione di Judo Foto Ferdinando Corradini Con Sabar l’energia del futuro p.5 L’artista Daniele Vezzani alla Biennale p.10 La riscoperta della Riviera p.19

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Transcript of Portico-280

ANNO XXX MENSILE NOVELLARESE D'INFORMAZIONE Luglio Agosto 2011 n.280

TAZZA D’OROdi Catellani Letizia & C.

BAR - PIZZERIA TAVOLA CALDA

NOVELLARA (RE)via Cavour, 48 tel. 3465772503

Festa dello Sport 2011: giovani atlete impegnate in una esibizione di Judo

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Con Sabar l’energia del futuro p.5 L’artista Daniele Vezzani alla Biennale p.10 La riscoperta della Riviera p.19

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La pagina politica

Il PDL Novellara maestro in trasformismo: dopo avere sostenuto convintamente Nucleare e decreto Ronchi si trasforma in...ambientalista dell’ultim’ora e addirittura so-stenitore della gestione pubblica dei servizi! Non accettia-mo lezioni in tema ambientale né tanto meno di gestione pubblica da chi si è permesso di denunciare addirittura i propri cittadini, rei di avere esposto una bandiera a favore dell’acqua pubblica. Prima lo schiaffo delle amministrati-

Il trasformismo del Pdl: dalla battaglia alle bandiere e per il nucleare a difensori improbabili di Sabar

ve e poi quello referendario devono avere confuso le idee della destra, che è alla disperata ricerca di una nuova iden-tità e per salvare il consenso rimasto rimescola le carte e si improvvisa ambientalista...alla faccia della coerenza!Su Sabar la posizione del Centro-Sinistra Novellarese è chiara. Sabar racchiude in sé una serie di significati em-blematici per il nostro territorio: il senso di responsabilità e solidarietà territoriale, la competenza, la trasparenza e

Il centro sinistra novellarese ha le idee chiare su Sabar e non accetta il falso am-bientalismo di un PDL incoerente e populista che fino a ieri difendeva a spada tratta il decreto Ronchi abrogato dal referendum.

di Alessandro Baracchi e Milena Saccani Vezzani

la grande affidabilità. Con convinzione affermiamo che queste caratteristiche possono essere garantite solo dalla governance pubblica di questo delicato settore. In questo senso, l’esito referendario conferma e rafforza la nostra convinzione.Di conseguenza sosteniamo la necessità che i Comuni e i relativi consigli comunali mantengano il controllo su Sabar e su tutto ciò che Sabar ha significato e significa per il nostro territorio, a totale garanzia dell’ambiente e dei cit-tadini che lo abitano. Sentiamo di potere affermare che l’esperienza e la sapienza maturata in questi trent’anni di gestione pubblica di Sabar è un valore aggiunto e una ga-ranzia per i nostri cittadini e per tutto il territorio che deve essere tutelato… anche dalle strumentalizzazioni politiche.Riteniamo indispensabile una riflessione seria e condivisa sul futuro di Sabar e più in generale sulle politiche di ge-stione rifiuti nel nostro territorioA tal proposito a breve dirameremo un documento dove verranno approfonditi tutti questi punti che non possono essere banalizzati in sterili polemiche, soprattutto con in-terlocutori che hanno perso ogni credibilità.

A mio avviso una cosa emblematica, come sulla legge elettorale, di ciò che non dovrebbe succedere sia sul piano della democrazia interna che su quello della nostra credibilità nei confronti degli elettori.Comincio dalla province. Nel programma elettorale del 2008 abbiamo detto due cose: più poteri su funzioni di area vasta alle province e soppressione delle stesse dove sono previste le città metropolitane. Programma sottoscritto anche da Italia dei Valori, che poi ha cominciato subito a tradirlo, pro-ponendo la soppressione tout court delle province. Quindi il traditore delle promesse elettorali è Di Pietro, non il PD.Cosa significa togliere le province dalla Costituzione, come ha proposto l’IdV? Che da domani non si ha più il costo delle province? No. Una volta terminato il lungo iter costitu-zionale è tutto da fare, lasciando semplicemente all’IdV una bandiera demagogica. Le province sono previste da leggi e svolgono funzioni, come per le strade e le scuole superiori o l’ambiente, che qualche ente deve pur fare. Si risparmie-rebbero solo i costi per gli apparati politici e istituzionali.Se si dicesse in Costituzione che per essere Comune ci vogliono 50.000 abitanti si risparmierebbe molto di più.Intendiamoci: io penso che una riforma istituzionale pe-sante, che tocchi Parlamento, Regioni, Province e Comuni e riduca i costi vada fatta. Non la si fa intervenendo solo su un pezzo, per di più con l’idea che è solo un segnale, perché tanto prima di realizzarla ci sono molti altri passaggi, che possono ridefinire tutto.Io penso che un partito di governo temporaneamente all’opposizione, cioè con l’ambizione di governare, non possa lasciarsi andare al populismo, alla demagogia e all’op-portunismo. Non si acquista credibilità in questo modo. L’astensione ha significato: una riforma ci vuole, non così.Ci sono altri due aspetti che voglio sottolineare.Il PD, dopo il programma elettorale, ha approvato all’As-semblea Nazionale di Varese, all’unanimità o a larga mag-gioranza, un documento che ribadisce la riforma, ma non la soppressione delle province, salvo quelle dove ci saranno le città metropolitane. Siamo nell’ottobre 2010.Il 21 giugno 2011 abbiamo presentato un nostro progetto di riforma costituzionale (firmato Bersani, Franceschini oltre

ai deputati della Commissione competente e dell’ufficio di presidenza del gruppo) che prevede un processo di revi-sione e anche di soppressione di province (cioè di alcune). Dopo tutto questo percorso di partito può un gruppo parla-mentare di una delle due camere assumere una posizione diversa da quella assunta dal partito? Cioè può una parte del partito smentire il partito? Io penso di no e che, se lo si facesse, si porrebbero seri problemi di democrazia interna e di credibilità verso gli elettori.Infine: dire che si vota come decide il gruppo significa impegnarsi a difendere quella decisione anche e soprat-tutto esternamente, non solo fare l’atto di votare. Veltroni, Castagnetti e altri, invece, il giorno dopo hanno sostenuto che era meglio votare come Di Pietro e che loro avevano assunto questa posizione nella riunione del gruppo. Così non va. Così si disorientano iscritti ed elettori. Un gruppo dirigente non può decidere insieme e poi procedere ognuno per conto suo.La stessa cosa succede per la legge elettorale. Un partito non può avere più di una proposta di legge elettorale. Ne deve avere una, con la consapevolezza che occorrerà mediare con altri, se si vuole avere il necessario consenso per appro-vare una legge e riformare davvero il sistema democratico.Il Segretario Bersani sta facendo tutto il percorso per arri-vare ad assumere questa proposta. Il 19 luglio la Direzione Nazionale farà la sintesi e deciderà.Non capisco come diversi dirigenti si siano mossi (adesso la cosa pare rientrare) per proporre referendum o proposte che non sono state approvate dal partito. Mi dispiace che tra questi dirigenti, anche in questo caso, vi siano Veltroni e Castagnetti. Le loro posizioni possono esprimerle in Di-rezione e cercare di farle assumere dal partito. Non penso che sia corretto muoversi per gruppi contrapposti.Abbiamo alle spalle tre splendide vittorie: amministrative, ballottaggi, referendum.Abbiamo un Governo dannoso per il Paese e l’esigenza di andare presto alle elezioni.E’ necessario un Partito Democratico unito. L’unità si costru-isce nel rispetto delle regole della vita democratica interna. Sono le condizioni essenziali per vincere.

Province e legge elettorale

On. Maino Marchi

Mail di protesta. Di Pietro che ci accusa: avete tradito le promesse elettorali. Veltroni e Ca-stagnetti che affermano di aver votato come deciso dal gruppo parlamentare della Camera, ma di aver sostenuto l’opportunità di votare come Italia del Valori. Ma cosa è successo sulla soppressione delle province?

Storica affermazione di una volontà popolare chiamata ad esprimersi su temi cruciali.Il dato di Novellara è significativo: ha votato il 73,21% degli aventi diritto. Tutto questo nonostante una campagna elet-torale monopolizzata dalla caccia alla bandiera. Quelle illegali bandierine blu esposte ingiurio-samente da chi pensava fosse ancora possibile nello stato italiano poter esprimere liberamente il proprio pensiero.Oppure qualcun altro in giro a millantare che il di-sastro giapponese era solo un proiezione menta-le frutto del conformismo collettivo. Quasi quasi qualche radiazione può avere effetti terapeutici…che dite?L’opinione pubblica ha dimostrato di sapersi rial-zare e di sapersi rimettere in gioco indipendente-mente dagli schieramenti politici e dalle ideologie.Così come in tutta Italia , anche Novellara nel suo piccolo è stata un esempio di coscienza civile e di fruttuosa collaborazione tra gruppi di cittadini impegnati per una causa vera e non in nome di un astratto simbolismo politico.Questa è una lezione che la sinistra in primis deve trarre per ricominciare a ricompattare un elettorato forse un po’ disperso negli ultimi anni.Il valore di questo referendum è quello di aver riconsegnato alla politica un paradigma che da troppo tempo non era più contemplato.La politica non può essere uno strumento per la difesa di una classe o di un interesse particola-re. La politica è un mezzo per il raggiungimento dell’equità e della giustizia sociale che deve tra-sversalmente bilanciare tutti gli strati della so-cietà. Partendo da questo presupposto e dallo sfacelo del cerntro destra è possibile sfruttare gli ampi spazi che si aprono nel panorama politico Italiano.Concludendo volevo ringraziare tutti i cittadini, che indipendentemente dall’opinione espres-sa hanno ritenuto di andare a votare il 12 e 13 Giugno.Il non-voto sostenuto da chi non aveva sufficienti argomentazioni per sostenere la propria posizio-ne non può trovare legittimazione in un popolo che vuole continuare a ritenersi tale.Non esiste coscienza collettiva se non vi è par-tecipazione. Politica non è solo sedersi in parla-mento o in consiglio comunale ma è soprattutto la forza di saper sostenere la propria opinione in modo disinterassato con qualsiasi mezzo lecito a disposizione.

Alessandro Baracchi

Il successo del referendum

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Il superamento del quorum – la percentuale dei votanti è stata a livello nazionale del 56,4% - ai referendum del 12 e 13 giugno rappresenta un drastico cambio di rotta rispetto ai referendum proposti negli ultimi anni. In più la provincia di Reggio Emilia è stata prima in Italia per percentuale di votanti, con il 68,5% e Novellara è stato il 5° Comune della provincia con il 73,21 %, il primato (anche su scala regionale) spetta a Fabbrico con il 76,6%. L’elevata affluenza dei cittadini ha da un lato confermato l’altissimo senso civico degli Italiani e soprattutto dei Reggiani e dall’altro ha evidenziato la massiccia volontà di partecipare in modo attivo e democratico a importanti temi come l’acqua e l’energia. Il successo dei referendum è stato merito dell’impegno dei comitati, dei cittadini e dei partiti promotori, che sono stati capaci anche di sfruttare al meglio le nuove tecnologie. Il successo dei referendum è stato quindi anche una vittoria dei nuovi media sui vecchi, Internet ha battuto la televisione. Social network (Facebook, Twitter…) e giovani sono state le armi in piu’ che hanno permesso l’affermazione dei Quattro Sì ai referendum. Probabilmente la televisione mantiene ancora il suo ruolo di veicolo di consensi soltanto per un target di popolazione più conservatore, invece i social networks si rivolgono a tutti gli altri, soprattutto alla fascia d’età più giovane. Facebook è un sistema di comunicazione con delle potenzialità incredibili perché permette agli utilizzatori di creare vastissimi gruppi di persone legate da rapporti fiduciari. Sono proprio questi rapporti di fiducia che permettono ai social network di diventare uno strumento imbattibile nella fabbrica del consenso rispetto a qualsiasi altro tipo di propaganda. Ad utilizzare Facebook sono poi anche persone che nella società tradizionale si trovano piuttosto a disagio e che trovano proprio in questo mezzo di comunicazione un’opportunità di costruire ed esprimere le proprie opinioni.Il fatto che moltissime ragazze e moltissimi ragazzi siano stati protagonisti di quest’ultima tornata referendaria segnala in modo forte e positivo che i giovani vogliono poter dire la propria sulle tematiche politiche che impattano direttamente sul proprio futuro. E sono in grado di impegnarsi, organizzarsi ed attivarsi per farsi sentire come portavoce dell’Italia che vuole cambiare.

Referendum e nuovi mediadi Roberto Blundetto

Lettere al giornale

Venerdì 1^luglio il gruppo di maggioranza “Uniti per Novellara” non si è presentato in con-siglio comunale, facendo mancare il numero legale. I gruppi di minoranza PDL e Lega avevano fatto richiesta di convocare un consiglio comunale “urgente” per discutere 4 loro mozioni. E come da regolamento comunale, entro 20 giorni dalla richiesta (di almeno 4 consiglieri), si deve convocare il Consiglio. Abbiamo ritenuto che le mozioni presentate non avessero carattere di urgenza e che fosse opportuno discuterle nell’appuntamento con-sueto della terza settimana del mese. E’ vero, infatti, che vi è la possibilità di richiedere un Consiglio Comunale urgente, ma occorre dare il giusto peso a questa parola, usare il buon senso e soprattutto sfruttare questa possibilità ove vi sia realmente un’ urgenza. Il nostro è stato dunque un gesto forte e sicuramente non immediatamente apprezzabile per una forza politica come la nostra, che si ispira al rispetto delle idee altrui. A bocce ferme, però, ci teniamo a spiegarne i motivi, lungamente meditati. Non siamo irresponsabili, viviamo la politica con passione e ogni settimana ci troviamo a discutere delle azioni da mettere in campo per la nostra città, delle criticità e delle opinioni che raccogliamo tra la gente. Ogni giorno, tuttavia, ci sono motivi per cui dovremmo rispondere agli attacchi delle forze di mi-noranza, densi di accuse e polemiche spesso ingiuste o distorte, arrivate a noi attraverso la stampa invece che nelle sedi opportune. Mandiamo comunicati stampa a tutti i giornali per replicare e spiegare e spesso gli stessi che hanno pubblicato le polemiche non fanno lo stes-so con le risposte. Stessa cosa succede agli articoli che illustrano il senso delle progettualità iniziate o portate avanti. Ovvio, Novellara è sempre chiamata in causa sui giornali, questi non possono avere sempre spazio per noi! Francamente siamo stati eletti per occuparci dei tanti obiettivi spiegati in campagna elettorale, non per polemizzare o perdere tempo a liti-gare, in un momento storico complesso per tutti, anche per le amministrazioni che devono sostenere scelte difficili. Discutere è costruttivo, polemizzare a prescindere no. Siamo stan-chi di questo clima politico, peraltro ampiamente dimostrato con l’atteggiamento verso le bandiere a sostegno dell’acqua pubblica; indispone questo modo di fare ideologia a suon di interrogazioni inerenti argomenti già trattati e condivisi nelle commissioni, un susseguirsi di mozioni pretestuose, accessi agli atti continui, uffici ingolfati da pressanti richieste, continue critiche e comunicati sui giornali, si badi, spesso precedenti alle risposte da ottenere in con-siglio. Tutto ciò svilisce e umilia il senso del consiglio comunale. Bene inteso, la minoranza ha il diritto di sollevare le cose che non vanno, nella consapevolezza che i temi che toccano sono importanti e degni di attenzione, tuttavia non è opportuno, secondo noi, che l’agenda amministrativa venga bloccata da questo ostruzionismo costante. Assicuriamo ai cittadini che discutiamo prima di tutto fra di noi, per attuare nel miglior modo possibile quanto è nei nostri obiettivi e limitare gli errori che vengono commessi quando le cose si fanno. Chiediamo inoltre maggior partecipazione ai consigli comunali, per rendersi conto di tutte le occasioni in cui abbiamo cercato il confronto e di arrivare a votare in consiglio uno stesso documento, condiviso con le minoranze. Esempi: gli interventi sul piazzale della stazione, la mostra sulle foibe, i criteri per la graduatoria dei mini-alloggi per disabili , la modifica allo statuto di Sabar, il mercato della terra, … sono stati punti votati anche dalle forze di mino-ranza. E tutti riportati con adeguate distorsioni ideologiche sui giornali nei giorni precedenti o successivi per mettere in cattiva luce l’operato dell’amministrazione… Anche questo non è il confronto rispettoso di cui Novellara ha bisogno.

Milena Saccani Vezzani e Agnese Vezzaniper il gruppo di maggioranza UNITI PER NOVELLARA

(PD,Idv, Sinistra per Novellara, Rifondazione Comunista)

A proposito di democrazia e di confronto leale…

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Mentre assistiamo -sgomenti- alle vicende di Napoli, una grande città sommersa dall’emergenza rifiuti e stretta nella morsa del binomio rifiuti-criminalità or-ganizzata, riflettiamo sull’esperienza diametralmente opposta che abbiamo costruito e gestito in questi ul-timi trent’anni: Sabar.Sabar racchiude in sé una serie di significati emble-matici per il nostro territorio: il senso di responsabili-tà e solidarietà territoriale, la competenza, la traspa-renza e la grande affidabilità.Con convinzione affermiamo che queste caratteristi-che possono essere garantite solo dalla governance pubblica di questo delicato settore. In questo sen-so, l’esito referendario conferma e rafforza la nostra convinzione.Di conseguenza sosteniamo la necessità che i Comuni mantengano il controllo su Sabar e su tutto ciò che Sabar ha significato e significa per il nostro territorio, a totale garanzia dell’ambiente e dei citta-dini che lo abitano.Come programmato dal Piano Provinciale Gestione dei rifiuti (PPGR approvato dalla Provincia nel 2004), nel 2015 si prevede la fine di questa esperienza trentennale, che dovrà comunque proseguire nel-la gestione del “post mortem”, sempre a garanzia dell’ambiente e della salute pubblica.

Riteniamo positivo che la gestione dei rifiuti in tutti questi anni sia stata accompagnata da una crescen-te consapevolezza e da una diffusa sensibilità am-bientale civica. Le amministrazioni, insieme a Sabar, hanno investito fortemente in educazione ambien-tale per favorire l’implementazione della raccolta differenziata, la diffusione del “porta a porta”, e la riduzione complessiva di rifiuti, che deve necessa-riamente essere parte di una riflessione politica più ampia sugli stili di vita e sui consumi. Parallelamente sono nate esperienze ambientali e sociali straordi-narie, come la Cooperativa il Bettolino, l’impianto di cogenerazione a biogas e due impianti fotovoltaici.

Nuove tecniche e metodi per la riduzione e lo smal-timento dei rifiuti si stanno perfezionando e il pano-rama è in continua e rapida evoluzione.

Rifiuti: i cittadini protagonisti delle scelte futureSabar rappresenta quanto di positivo si possa ottenere dalla gestione pubblica di un servizio alla collettività in materia di rifiuti. Preservare tale presupposto risulta indispensabile alla luce dell’esito referendario e da quanto succede in Campania

Mentre l’ultimo PPGR era ispirato al principio di au-tosufficienza di ogni provincia in materia di smal-timento dei rifiuti, le cose in futuro probabilmente cambieranno, puntando su una programmazione di area più vasta.Auspichiamo che la Provincia, in concertazione con tutte le Province limitrofe e con la Regione, proceda celermente nella nuova pianificazione della gestione rifiuti, adottando gli impianti di ultima generazione e le strategie necessarie per evitare ogni possibile emergenza tenendo in considerazione le realtà ter-ritoriali come la nostra che, con grande disponibilità si sono messe al servizio della Provincia di Reggio Emilia e non solo. Ricordiamo infatti che Sabar e il nostro territorio hanno svolto un ruolo determinante nella politica di gestione rifiuti, evitando l’emergenza anche in fasi in cui altri territori non hanno dimostra-to il medesimo senso di responsabilità, garantendo quindi la salvaguardia di un delicato equilibrio, sem-pre all’insegna del rispetto per l’ambiente e del con-trollo rigoroso dell’attività di gestione, mantenendo il carico tariffario per i cittadini degli 8 comuni di circa un 30 % inferiore rispetto al resto della provincia .Riteniamo che il ruolo delle discariche vada progres-sivamente ridimensionato nel complesso ciclo di smaltimento di rifiuti alla luce delle nuove tecnolo-gie e strategie da adottare. Qualora il loro utilizzo venga ancora ritenuto necessario ricordiamo che IL NOSTRO TERRITORIO HA GIA’ DATO e soprattutto non è disposto a un ruolo di comprimario, sulla cui testa far passare decisioni e orientamenti che invece dovranno essere spiegati e condivisi con e nel pieno rispetto della cittadinanza.Sentiamo di potere affermare che l’esperienza e la sapienza maturata in questi trent’anni di gestione pubblica di Sabar è un valore aggiunto e una garan-zia per i nostri cittadini e per tutto il territorio che deve essere tutelato.

PD NovellaraItalia dei Valori

Sinistra per NovellaraRifondazione Comunista

Il 14 giugno scorso, presso il Palazzo del Quirinale, il nostro concittadino Stefano Ceci, ha ricevuto dalla mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Il “Premio per l’innovazione dei ser-vizi” , promosso dal Ministero per l’ innovazione.Stefano Ceci è originario di Carpineti, ma vive a Novellara con la famiglia.Da diversi anni svolge la sua attività in ambito tu-ristico a Bologna e nell’Ottobre scorso ha fondato la Freshco insieme a un team di giovani progettisti provenienti da tutto il mondo, guidati da un gio-vane di Sarajevo.La freshco ha ideato e immesso sul mercato informatico, attraverso internet, il primo sito spe-cializzato per promuovere l’immagine delle piccole e medie imprese che si occupano di ospitalità turistica. In questi primi 6 mesi di attività, il sito ha già raggiunto i 6000 utenti in tutto il mondo.Le congratulazioni per questo bel risultato sono arrivate a Stefano Ceci da ogni parte e in particolare dalla nostra Vice Sindaco Barbara Cantarelli, che ha voluto sottolinare questo successo con una bella lettera a nome di tutti i novellaresi.

Il presidente Napolitano premia un novellarese

L’azienda di Stefano Ceci riceve il premio nazionale dell’innovazione.

di Maria Leoni

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Dal territorio l’energia del futuro

Energia elettrica … quanta energia consumiamo? Il consumo mondiale medio totale dell’umanità è circa pari a 15 TWh, energia che per un 86,5% proviene da combustibili fossili. A Novellara ognuno di noi in media produce circa 2 kg di rifiuto al giorno. Noi a questi materiali non attribuiamo nessun valore, invece S.A.BA.R. S.p.A conosce bene il valore dei nostri rifiuti e negli anni ha tentato di sfruttarli al massimo come risorse.Facendo un giro nelle campagne di San Giovanni (Novellara) non passa certo inosservata la sede di

di Marco Boselli

S.A.BA.R. S.p.A, luogo in cui sorgono i bacini di raccolta adibiti ad accogliere i conferimenti di rifiuti indifferenziati. Chi ha avuto modo di passare in Via Levata dopo il 30 Aprile 2011, si sarà sicuramente accorto del nuovo impianto fotovoltaico che la socie-tà ha installato sul corpo della discarica. L’impianto fotovoltaico è composto da 5.544 pan-nelli fotovoltaici (di cui 288 ad inseguimento) per una potenza totale di 997,92 kWp, in grado di pro-durre energia elettrica per servire 1.050 abitanti. Considerando le emissioni in atmosfera con questo

S.A.BA.R. S.p.A., nata per volontà di otto comuni limitrofi della bassa reggiana che costituiscono i soci (Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Novellara, Poviglio e Reggiolo), ha scelto di utilizzare le risorse a sua disposizione per pro-durre energia elettrica da fonti rinnovabili.

impianto è possibile evitare di immettere 675 ton/anno di CO2.Grazie alla realizzazione dell’impianto S.A.BA.R. S.p.A, dal punto di vista energetico, ha utilizzato doppiamente la discarica, in quanto già dal 1996 è attivo un impianto di cogenerazione da 4 MW che permette di trasformare il biogas estratto dai bacini di conferimento dei rifiuti in energia elettrica ed ener-gia termica.Ma questo non è il primo impianto ad energia so-lare della società, perchè ha realizzato nel 2010 sul capannone della frazione secca un ulteriore impian-to fotovoltaico di potenza pari a 155,52 kWp, la cui produzione permette di servire l’equivalente di 150 abitanti. Le fonti rinnovabili sono le fonti energetiche del no-stro futuro e in questo futuro S.A.BA.R. S.p.A crede molto, tanto da voler continuare a investire in questa direzione. I nuovi progetti che si stanno sviluppando negli uffici della società riguardano la realizzazione di un nuovo impianto FTV da 1 MWp su altri bacini della discarica e l’utilizzo delle biomasse con la pro-spettiva di diventare un importante polo energetico tecnologico di riferimento per lo sviluppo e la ricerca in questo settore.

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L’URP informa... rubrica a cura dell’ufficio relazioni con il pubblico

S.GIOVANNI DI NOVELLARA (RE) via Provinciale Sud, 45 tel.0522657123 - fax 657735 email: [email protected]

RIDUZIONI SULLE RETTE DI NIDI E MATERNE I genitori possono richiedere la riduzione sulle rette scolastiche, mediante compilazione della domanda e la consegna della Dichiarazione ISEE. La richiesta dovrà essere inoltrata all’ufficio protocollo oppure all’URP, nei rispettivi orari di ricevimento al pubblico, entro il termine massimo del 30/09/2011 (info sul sito www.novellara.re.it – Guida ai servizi/procedi-menti e modulistica/riduzione rette scolastiche).

NUOVI SERVIZI PER CHI CERCA LAVORO Sul sito internet regionale degli Informagiovani è at-tivo un nuovo servizio “MAPmyJob” che ha lo scopo di aiutare i giovani nella ricerca di lavoro.Su “MAPmyJob” i comuni hanno la possibilità di in-serire i propri bandi (concorsi e graduatorie) mentre le agenzie di lavoro e le ditte private potranno pub-blicare direttamente le proprie ricerche di personale.

DIAMO VOCE ALLE ASSOCIAZIONI Nell’anno europeo del volontariato concediamo vo-lentieri spazio ad associazioni locali che desiderano promuovere le proprie attività. Questo mese è la So-cietà Bocciofila Novellarese (associata ARCI) che ricerca nuovi soci. Vi invitiamo quindi a passare nel-la sede in via Slanzi 3 per trascorrere qualche ora insieme (dal pomeriggio fino a sera). Tutte le asso-ciazioni presenti a Novellara sono su www.comune.novellara.re.it

RACCOLTA DIFFERENZIATA: NOVELLARA HA LA MEDAGLIA DI BRONZO Nel 2010 il Comune di Novellara con il 58,9% di raccolta differenziata si guadagna il terzo posto nella classifica dei comuni “ricicloni” soci S.a.ba.r. Prima di noi, fanno solo meglio i cittadini di Guastalla con il 64.6% e Boretto con il 60.3% di raccolta diffe-renziata. Ricordiamo che su www.sabar.it e presso l’URP è possibile consultare un chiaro e utile schema su come differenziare i rifiuti. La partecipazione di tutti è d’obbligo!

BOTTIGLIE IN PLA: GETTALE NELLA PLASTICA S.a.bar. Servizi s.r.l. informa gli utenti che le nuove bottiglie d’acqua minerale Sant’Anna in PLA devo-

no essere conferite nel bidone bianco della plastica e non in quello marrone dell’organico. Queste bottiglie infatti, seppur biodegradabili in soli 80 gior-ni, non sono sufficientemente trattabili come i normali scar-ti organici (potature, frutta e verdura) dall’impianto di compostaggio in cui S.a.ba.r.

conferisce la frazione organica raccolta per i comuni soci. Ad ogni modo l’iniziativa di Sant’Anna è asso-lutamente lodevole perché permette un risparmio annuo di 176.800 barili di petrolio (650 milioni di bottiglie Sant’Anna Bio Bottle ) e la conseguente ri-duzione di emissioni di CO2.

STAGIONE VENATORIA 2011/2012Si è riaperta anche quest’anno la stagione di caccia per la Provincia di Reggio Emilia.

E’ possibile consultare il nuovo calendario venatorio nel sito del Comune (sezione Cittadino – Sportivo – Procedimenti in programma), in allegato al procedi-mento “Tesserino di Caccia”.In alternativa il calendario potrà essere ritirato diret-tamente all’URP. Il rilascio del tesserino è immediato.I cittadini stranieri che volessero praticare l’attività venatoria dovranno rivolgersi direttamente alla Pro-vincia.

CAMBIO DI RESIDENZA – AGGIORNAMENTI SU PATENTE E LIBRETTO Il cittadino che effettua un cambio di residenza può ricevere informazioni sullo stato di aggiornamen-to degli archivi della Motorizzazione e sull’invio dei tagliandi da apporre sui documenti di guida telefo-nando al numero verde 800-232323 oppure col-legandosi al sito www.ilportaledellautomobilista.it e accedendo con i dati della propria patente o con quelli dei propri veicoli.

CARTA DI IDENTITA’ PER TUTTI, ANCHE PER I NEONATICon l’emanazione del D.L. 70/2011 sono cambiate radicalmen-te le regole per l’emis-sione della Carta di Identità.Non esiste più il limite del compimento del quindicesimo anno di età.Ecco le nuove regole

Da zero a tre anni di età la C.I. avrà una validità di 3 anni.Da 3 a 18 anni la C.I. avrà una validità di 5 anni. Dai 18 anni in poi la C.I. avrà una validità di 10 anni.Per ottenere il documento occorre presentarsi all’Uf-ficio URP, muniti di 3 foto recenti ed uguali. Per i minori (per ottenere un documento valido per l’espatrio) è necessaria la firma di entrambi i genitori.I minori di 14 anni possono recarsi all’estero soltanto se accompagnati, nel caso siano accompagnati da persone diverse dai genitori, necessitano di una di-chiarazione dei genitori stessi con la quale autoriz-zano queste persone a recarsi all’estero col proprio figlio. Questa dichiarazione dovrà essere obbligatoriamen-te vidimata dalla QUESTURA.

GIOVANI STRANIERI: SENTIRSI ITALIANI DALLA NASCITA Dall’entrata in vigore della Legge 91/1992 che disci-plinava l’acquisizione della cittadinanza italiana per i giovani stranieri residenti e nati in Italia, a Novellara è possibile affermare che c’è stata una risposta una-nime alla dichiarazione di acquisto della cittadinanza italiana. Dopo i dovuti accertamenti del possesso dei requisiti richiesti, infatti, tutti i giovani stranieri hanno ottenuto la cittadinanza, per la precisione 9 dal 2004 al 2010.Quest’anno risultano residenti 5 giovani nati in Italia nell’anno 1993.

Un sincero benvenuto a chi cerca e vive l’Italia!P A S S A P O R T O ON LINE? PRON-TO PER IL RITIRO! E’ la nuova funzionalità offerta dal sito internet della Polizia di Stato che tramite la email del cit-tadino lo avverte delle modalità e i tempi. Altre novità: accessibilità e servizio in lingua tede-sca.Con la funzione “Pron-to per il ritiro” il cittadino sarà informato attraverso il proprio indirizzo di posta elettronica della notifica dell’avvenuto rilascio e sulle modalità e i tempi di ritiro del passaporto. E’ questa una delle funzionalità che di recente sono state introdotte nella sezione del sito internet della Po-lizia di Stato dedicato al “Passaporto on line” per veni-re sempre più incontro alle esigenze dei cittadini e per fornire un servizio sempre più tempestivo e efficace. Inoltre, il servizio on line è stato reso “accessibile” per consentire alle persone disabili di raggiungere le pagine del “Passaporto online, in conformità allo standard “World Wide Web Consortium”.“Passaporto online” è un servizio, totalmente gratui-to, attivo dal dicembre scorso e realizzato dalla Poli-zia di Stato in collaborazione con l’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato e il ministero degli Affari esteri.”

COMUNICAZIONI DI CESSIONE DI FABBRICATI Con l’emanazione del decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23 e del decreto legge 13 maggio 2011 n. 70 sono state introdotte importanti novità per quel che riguarda l’obbligo di presentazione della denun-cia di cessione di fabbricato. Mentre prima, chiunque cedeva la proprietà o il go-dimento o a qualunque altro titolo, per un periodo superiore a 1 mese, l’uso esclusivo di un fabbrica-to o parte di esso, aveva l’obbligo di presentare la denuncia all’Autorità di Pubblica Sicurezza, entro 48 ore dalla consegna dell’immobile, ora, in seguito alle nuove disposizioni, questo obbligo viene “assorbito” quando l’immobile (adibito a qualsiasi uso) viene ce-duto con contratto di COMPRAVENDITA. Per quanto riguarda la LOCAZIONE, invece, l’obbligo viene “assorbito” soltanto nel caso in cui si ceda un immobile ad uso ABITATIVO e il contratto di locazio-ne venga REGISTRATO. Il beneficio dell’ “assorbimento” dell’obbligo di co-municazione é escluso per la locazione di immobili adibiti ad attività d’impresa, di arti e professioni.

PER UN’ESTATE SPENSIERATA LA LETTURA E’ CONSIGLIATAPrima di partire per le vacanze passa in Bi-blioteca che, a grande richiesta, prosegue la vendita straordinaria di libri tutto il mese di luglio e agosto. (un libro 2 euro, 3 libri 5 euro).

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Un progetto del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri

L’assunzione di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcol costituiscono per molti giovani, specialmente nei week-end, un pericolo gravissimo per la propria incolumità e per quella altrui. Per far fronte a questo problema il Dipartimento Politiche Antidroga ha attivato il progetto “La Strada per una Guida Sicura”, ritenendo che stimolare gli studenti a produrre messaggi di comunicazione sociale efficaci possa sensibilizzare gli stessi sul tema. Il progetto prevede, oltre alla raccolta, anche la produzione di materiale video informativo e la diffusione dello stesso allo scopo di sensibilizzare la popolazione giovanile ed adulta in generale sull’importanza di una guida sicura. Alcuni studenti della scuola media di Novellara sono diventati attori, registi, scenografi e coreografi partecipando al progetto, ideando e realizzando uno spot dal titolo “HO SCELTO” che oltre, a sensibilizzare i giovani ad una guida sicura, può permettere alla loro scuola di vincere un premio in denaro dal valore di 1.000 euro, se il video risulta il più votato. Per vedere lo spot (e votarlo se ritenete che ne valga la pena, ma noi siamo sicuri che vi piacerà) basta andare nel sito: http://www.movieonstreet.it/modules/video/p20s0_video.html posizionarsi in fondo alla pagina: l’ultimo video è “HO SCELTO” Tania Costoli

Voi non immaginate quante persone provenienti da Cadel-bosco- S.Vittoria (dalla statale 63),appena superato l’incrocio della stazione ferroviaria di S.Bernardino con la fortuna di non aver incrociato nessuno in quell’istante, si fermano lungo la strada della Riviera a chiedere al primo che incon-trano dove si va per Novellara, o Guastalla; questo è un atto molto preoccupante. La segnaletica c’è ed è ben visibile e penso sia a norma Europea: sia quella stradale che quella ferroviaria. Eppure succedono tanti incidenti mortali da sempre e qui bisogna chiederci seriamente il perché! Siamo tutti disobbedienti e disordinati? Per i trasgressori potrebbe essere giusta una punizione, ma non col dono di vita. lo sono nato e ci vivo da settantasette anni a S.Bernardino e il ripetersi dello stesso ritornello mi fapensare: “Anch incoo a l’ho scampeda...”Questo avvertimento è il pensiero di tutti noi della frazione e di tutti coloro che si sono rivolti a me personalmente pregandomi di impegnarmi come porta voce attraverso la stampa e se non ci sarà una soluzione o una risposta soddi-sfacente, con un petizione di protesta con raccolta di firme.Le rotonde (norma Europea) siamo sicuri che rallentano tantissimo la velocità e sarebbero l‘ideale per scongiurare quanto accade. Io penso che in quel complicato incrocio sia quasi impossibile crearne una, però una più piccola prima e una dopo l’incrocio (sulla Guastalla Novellara c’è lo spazio sufficiente per farle” e “l’incrocio della morte” per chi transita o risiede a S.Bernardino diventerà come il paese descritto dal premio Nobel, Josè Saramago, nel suo romanzo: Le intermittenze della morte.

Incidenti stradali a S.Bernardino: appello alle autorità competenti

di Sergio Subazzoli

Celebrare un matrimonio è molto emozionante, sapere che, nel giorno più importante della vita di una coppia, si è lì davanti a due innamorati a condividere un progetto di vita carico di speranze e sogni è davvero bello. A me succede spesso di commuovermi, mi si annoda la voce e non nego che qualche lacrima è anche scesa...soprattutto quando gli sposi sono miei amici o hanno bimbi.Nel 2010 in Rocca sono stati celebrati 23 matrimoni civili ed un numero costante di coppie da fuori Novellara (7 nel 2010) scelgono di sposarsi nella nostra città d’arte per le ambientazioni veramente suggestive per una giornata indi-menticabile. Considerati i costi fissi relativi all’apertura, alle pulizie e del personale, la giunta ha recentemente delibera-to i costi delle prenotazioni delle sale, distinguendo proprio tra coppie residenti a Novellara e non, offrendo così la pos-sibilità a tutti di festeggiare e di addobbare la sala secondo i propri gusti, garantendo il ripristino del luogo per chi deve utilizzarlo successivamente.

Sposarsi nella Rocca di NovellaraNovellara ha luoghi speciali molto suggestivi per celebrare i matrimoni civili ed è per questo che coppie, anche non residenti, scelgono le nostre location per il loro “sì”.

di Barbara Cantarelli – Vice Sindaco

Nel dettaglio, alle coppie residenti a Novellara, il Comune può proporre senza spese, a chi desidera uno stile molto intimo, l’ufficio del Sindaco oppure la bellissima sala del Fico, restaurata da poco con affreschi allegorici del ‘500 che contiene circa 30 persone (al costo di 120 euro la sala può essere usata anche dai non residenti).Per chi desidera attenersi alla tradizione della Sala Consi-gliare con 50 euro di spese di pulizia (60 per i non residen-ti) può prenotare una sala capiente e sobria dotata anche di impianto audio a disposizione con musiche selezionate per l’occasione, per la capienza di un centinaio di persone. Un matrimonio all’insegna della maestosità si può cele-brare a tariffa unica e fissa di 500 euro nel cortile o in Te-atro, in quest’ultimo caso vanno considerate le spese per l’apertura, le pulizie, la squadre antincendio obbligatoria e il riscaldamento in inverno, ma questo momento sarà davvero ricordato da tutti come un evento principesco.Chi ha uno spirito più alternativo può valutare l’Acetaia

comunale (a 40,00 euro per i non residenti), luogo incon-sueto ma ricco di storia e tradizione.Il Comune ad ogni nuova coppia di sposi regala la costi-tuzione, la bandiera d’Italia e a rotazione piccoli omaggi simbolici. Ovviamente chi celebra non percepisce nulla se non la soddisfazione e la gioia di partecipare al giorno più importante della vita di due sposi.

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Molte persone stanno immigrando in Italia, soprattutto dall'Asia e dall'Africa, lasciando il proprio paese, per trovare un lavoro e una vita migliore.Anche mio padre è partito dal suo paese del Punjab (India) 22 anni fa alla ricerca di un miglioramento.Quando è arrivato gli stranieri non erano tanti come oggi. All'inizio ha lavorato come operaio tutto fare nei luna park e nei motor show. Poi ha trovato lavoro come staliere grazie ad un compaesano. Il lavoro era duro, però guadagnava abbastanza bene, così ha potuto sposarsi. Nel 92 sono nata io, mi hanno dato come nome “So-nia” è un nome che si usa sia in Italia che in India. Mia madre dice che sono stata la prima indiana a nascere nel ospedale di Codogno (Lodi). Quando avevo 4-5 anni i miei genitori mi hanno man-

dato in India da mia nonna per studiare e sono rimasta per 4 anni. A quel tempo mio padre aveva pensato di tornare in India. Invece dopo un po' ha aperto un negozio a Novellara il (TRS che si trova ancora oggi in via della Costituzione angolo strada Provinciale), perciò mi ha fatto tornare in Italia.Qui ho frequentato terza, quarta e quinta elementare.Mio padre pensava fosse giusto che avessi anche una formazione indiana, per questo in 15 giorni ho preparato l'esame per la quinta elementare indiana. Sono tornata nuovamente in Punjab e ho sostenuto l'esame per terza media indiana, per prima superiore indiana e ho iniziato a frequentare il secondo anno della scuola superiore.Nel 2007 sono tornata in Italia e ho iniziato a fre-quentare l'Istituto Iodi, con specializzazione Tecnico

La storia di una giovane indoitaliana

di Sonia Jasra

Abbiamo chiesto a Sonia in stage presso la Ci&Wi computer di Novellara di rac-contarci come sia cresciuta una ragazza nata in Italia da genitori Indiani.

Sono sei giovani cittadini maschi del Mali, paese dell’Africa occidentale ex colonia della Francia in gran parte pervaso dalle sabbie del Sahara. Il Mali è famoso per la città turistica di Timbuctu e per la popolazione nomade dei Tuareg. Si chiamano Bayo, Adam, Omar, Kante, Djibi e Kanouté. Hanno tra i 19 e 26 anni, due sono fratelli, solo uno di loro è sposato. Cinque di loro fanno parte dell’etnia Bambara, la predominante in Mali, mentre uno appartiene al popolo dei Malinke. Oltre alla lingua nativa, parlano il francese. Sono tutti mussulmani e fino a 9 anni hanno studiato alla scuola coranica. Prima della guerra, erano emigrati in Libia per lavorare come muratori, netturbini, commessi di boutique, camerieri, ed elettricisti. Quando è comin-ciato il conflitto molti di loro avrebbero voluto tornare in Mali ma le frontiere erano chiuse. Senza nessuna possibilità di scelta sono giunti qualche mese fa a Lampedusa su un uno dei tanti barconi provenienti dalla Libia. È gente che ha visto morire i loro com-pagni di viaggio e che ce l’ha fatta per un soffio. Dal 21 maggio sono temporanemente alloggiati presso l’albergo Alexander, ma presto saranno trasferiti in una casa popolare sfitta a Santa Maria dove dovrebbero rimanere fino alla fine dell’anno. E’ la prima volta che lasciano l’Africa e vedono una cittadina europea come Novellara. Per fugare ogni dubbio sulle responsabilità di questi fenomeni migratori, una doverosa premessa è necessaria: l’attuale emergenza profughi rappresenta un fallimento della politica estera del governo italiano. Prima della guerra, la prevenzione contro i barconi dei disperati si faceva grazie ai campi di concentramento libici di Gheddafi dove i potenziali clandestini erano forzatamente detenuti (in palese sfregio al diritto internazionale), con tanti ringraziamenti da parte

Sei profughi ospiti a NovellaraProvengono dall’Africa Occidentale. Le responsabilità del governo, la risposta delle istituzioni locali e la reazione dei novellaresi

di Alessandro Cagossi

dell’Italia. Poi il governo, dopo aver stipulato in un costoso trattato di amicizia, ha deciso di partecipare ai bombardamenti in Libia. Ovvio che quel castello di sabbia che aveva fermato gli sbarchi (di cui si erano fatti vanto governo e Lega) è saltato con una marea di disperati che si sono dati alla fuga disperata. Quella delle nostre istituzioni locali, quindi, è stata una risposta a una richiesta di disponibilità da parte della protezione civile, su input del Ministro degli Interni Maroni e del Presidente del Consiglio Berlusconi. Al 30 giugno in Emilia erano 1.146 i profughi, mentre in provincia di Reggio erano 133. A Novellara una task force composta dall’assessorato alla cultura del Comune e dagli operatori sociali dell’associazione “I Millefiori” si è presa l’incarico di fornire, in primis, vitto, alloggio e lavanderia ai sei profughi africani. Inoltre è stata data loro la possibilità di telefonare regolarmente alle rispettive famiglie in Mali. Il patto d’accoglienza adottato dalle istituzioni locali si è ispi-rato alle direttive della regione, della Protezione Civile, della Caritas e della Dimora d’Abramo (cooperativa reggiana di solidarietà). Il resto l’ha fatta l’esperienza maturata da decenni di politiche interculturali attuate a Novellara e in Emilia.Gli operatori che si sono presi cura dei profughi hanno dovuto fare i conti con una marea di incombenze pratiche per certi versi inedite, vista la natura degli “ospiti”. Non avevano documenti, ma un tesserino rilasciato dal governo italiano che dà loro diritto ad assistenza sanitaria gratuita. Una volta arrivati a No-vellara, i profughi africani si sono lamentati perchè non avevano nulla da fare. Non potendo lavorare, vista l’assenza di documenti, si sono offerti di fare volontariato part-time, per occupare il loro tempo in

lavori di piccola manutenzione. Affiancati da volontari locali, hanno potuto girare per Novellara e imparare qualche parola d’italiano, a cui si aggiungerà un corso vero e proprio per imparare la nostra lingua. Hanno anche partecipato ad alcune iniziative pubbliche dove hanno potuto presentarsi alla comunità e incontrare molti novellaresi. In futuro potranno pregare in mo-schea e si stanno approntando al mese del Ramadam, in agosto. Questo è stato l’inizio del loro percorso di integrazione nella comunità novellarese, anche se probabilmente temporaneo. Certamente molto hanno fatto gli assessori, gli ope-ratori socio-assistenziali, la rete del volontariato, ma l’anello fondamentale in questa catena della solidarietà e dell’integrazione sono i cittadini. Sta ai novellaresi far si che la cosiddetta “emergenza profughi” possa tramutarsi in un’occasione di scambio reciproco e di mutuo arricchimento. Semmai in futuro dovessero tornare in Mali, sarebbe auspicabile che i sei ragazzi africani possano dire di aver imparato qualcosa dalla loro permanenza a Novellara, in quell’ambita Europa che tanto spesso sognano dorata e che invece riser-va loro molte amarezze. Sta ai novellaresi far si che un po’ di Novellara possa mettere radici nelle aride sabbie del Sahara.

Gestione Azienda-le (TGA). Il prossi-mo anno spero di prendere diploma. Posso dire di cono-scere la cultura e le lingue sia dell'India che dell'Italia, però è stato difficile lasciare la vecchia scuola e i vecchi amici. Per fortuna con qualcuno di loro sono ancora in contatto tramite Internet. Quando non sono a scuola e non studio, frequento le mie amiche, na-vigo su Internet, do una mano a casa e seguo i miei fratellini piccoli.Molti pensano che la mia famiglia sia di religione Sikh come tanti Indiani che vivono a Novellara, in realtà noi siamo Hindu. Però anche se la fede è diversa molte tradizione sono comuni.Mi piace stare in Italia ma sono un po' preoccupata per mio futuro. Alcune mie amiche che si sono diplo-mate a pieni voti oggi non riescono a trovare lavoro, per questo anche se sono cittadina italiana non sono sicura di rimanere anche nei prossimi anni.

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Da oggi anche a Novellara

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Marianna Friello è una ragazza novellarese che ha scelto l’esperienza dell’alternanza scuola/lavoro (il vecchio stage per quelli dei miei anni) in base alle esigenze degli altri.Una scuola di formazio-ne per Servizi Sociali a Guastalla identifica già l’indole di questa gio-

vane ma assistenza sociale non vuole dire solo anziani, bensì anche bambini e disabili.E allora ci viene spontaneo chiedere cosa abbia vincolato questa conoscenza. Ci risponde che non è stata l’unica proposta e quindi non è un obbligo ma una scelta tra asilo nido e casa protetta. Tante esperienze, le più disparate l’hanno vista immersa tra disabili, bambini e anziani. Un bagaglio folto e pieno di consapevolezze che l’ha portata ad una preferenza non casuale o mal ponderata vista l’at-tività dell’anno passato al centro diurno per anzia-ni ma, anzi, racchiude la volontà di capire l’intero panorama delle mansioni possibili da svolgere in un futuro mestiere. Anche se la nostra Marianna, si capisce dalle prime parole, non pensa solo ad un futuro di otto ore lavorative.Ci parla con passione dei bambini che ha lasciato negli anni precedenti e che ancora le strappano sorrisi e abbracci ad ogni incontro; dei disabili dai quali ha imparato ad apprezzare ciò che ha e ciò che si può donare incondizionatamente; degli an-ziani che con le loro esperienze di vita e dignità nell’affrontare la vecchiaia le hanno trasmesso il modo di vedere la vita e l’affetto che la lega ad ognuno di loro.Un’esperienza forte che con le sue mille sfaccet-tature l’ha resa più consapevole di quel percorso umano e interiore che ti porta a scegliere un “me-stiere” nel sociale.Non sa ancora se continuerà dopo la maturità ma

sicuramente si occuperà di temi ad impatto sulla collettività perché ci dice: “il rapporto umano vie-ne prima di tutto per me”. La sera quando rientro sono stanca e stremata ma soddisfatta se sono riuscita a rendere gli ospiti della casa protetta più sereni anche per poco tempo.”Il buon rapporto con tutor e colleghi più esperti ha reso il lavoro meno complesso dal punto di vista emozionale. Loro le hanno insegnato, mi dice, a non pensare mai ai momenti più tristi e brutti che possono sopraggiungere ma a come si può e si deve far star meglio gli ospiti. Il legame affettivo che s’instaura con gli anziani è un po’ un’arma a doppio taglio perché è difficile rinunciare poi a ciò che si riceve in cambio in questo clima familiare e cordiale.Le chiedo di aspetti negativi. Mi risponde che non le è mai capitato in questi anni né con il personale né con i singoli con i quali ha avuto a che fare; magari c’è un po’ l’imbarazzo iniziale che frena ma poi tutto si supera dopo i primi istanti quando ci si conosce e diventa chiaro il fatto che si vuole solo essere utili.La lascio con un augurio: quello di non perdere mai la motivazione così forte che la rende pro-pensa ad aiutare gli altri. A dimostrazione che ciò fa già parte di lei ci risponde con una frase molto significativa: “Ognuno nella vita fa delle scelte. Io vorrei riuscire nell’opera difficile di unire lavoro e felicità nello svolgerlo. Non credo in una semplice mansione ma, vorrei intraprendere un percorso, dove ritrovare il piacere di “regalare qualcosa”. Quella soddisfazione che ti riempie il cuore nella convinzione di sentirsi utili e che fino ad ora ho ritrovato in ogni mia esperienza. Ringrazio tutti per la bellissima opportunità che mi è stata data e spero di riuscire nel mio intento negli anni futuri.”Questa frase, credo racchiuda tutto il bello di que-sta ragazza che ha messo cuore e passione nella missione che vuole diventi il suo lavoro.Un grande augurio personale e non solo, perché tutto ciò divenga realtà.

Marianna, una giovane ragazza che ha unito passione e lavoro in un’unica opportunitàUn incontro informale per capire cosa spinge un’adolescente a confrontarsi con la realtà della Casa Protetta per Anziani.

di Sara Lanza

“Durante l’anno, in particolare nel periodo estivo, la casa protetta di Novellara collabora con le scuole e con gli enti di formazione offrendo accoglienza agli studenti che intendono impiegare parte del loro tempo libero in una attività formativa “sul campo”! Da anni, infatti, i servizi per anziani stipulano convenzioni con gli istituti superiori della zona (Russel di Guastalla e Don Jodi di Novellara) accogliendo gli studenti dispo-nibili per l’alternanza scuola/lavoro, i quali sono inseriti in casa protetta o nel centro diurno e affiancando gli operatori nel loro lavoro quotidiano, hanno l’opportu-nità di sperimentarsi nel mondo del lavoro. Lo stage ha una durata di 6 settimane al termine della quale si riceve una contribuzione (concordata attraverso apposita convenzione).I servizi per anziani, oltre ad accogliere gli studenti delle scuole superiori, danno la loro disponibilità a seguire gli studenti frequentanti corsi di formazio-ne professionale per Operatori Socio Sanitari, a tal proposito si segnala una collaborazione iniziata già da diversi anni con il Centro di Formazione Bassa Reggiana (CFP) di Guastalla.”

Milena Virgili Comune di NovellaraAssistente Sociale - Coord. Casa Protetta

Istituzione Servizi Sociali - I Millefiori

Auguri

a MARIA MELONI per i suoi tre anni da mamma Laura, papà Gui-do, nonni Giovanni ed Enza, zii Franca, Rodol-fo, Livio, Mara e cugini Daniela, Matteo Maicol, Stefano Anna e Loris.

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La 54° edizione della Biennale di Venezia, pre-stigiosa esposizione internazionale d’Arte, nella ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia si arric-chisce quest’anno di una collettiva d’arte su scala nazionale che, al di fuori delle sedi storiche qua-li i padiglioni ai Giardini e all’Arsenale, riunirà gli artisti più rappresentativi di ogni regione d’Italia. Le sedi espositive per l’Emilia Romagna saranno Bologna, Parma e Reggio Emilia.Nel novero degli artisti, selezionati da una Com-missione presieduta da Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, è il novellarese Daniele Vezzani, il quale esporrà dal 18 luglio al 2 ottobre nei Chio-stri di San Pietro di Reggio Emilia: un ambito rico-noscimento, che lusinga, oltre al suo destinatario, la cittadinanza intera.Daniele Vezzani è nato a Novellara nel 1955 dove tuttora vive e lavora. Diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Reggio Emilia e all’Accademia di Belle Arti a Bologna, è pittore figurativo di matrice con-cettuale. Ha esposto in numerose mostre perso-nali fra le quali lo Studio Cannaviello di Milano nel 1981, la galleria Weber di Torino nel 1985, la galleria Romberg di Latina e Roma nel 1991- 1999- 2001- 2007, i Civici Musei di Reggio Emilia nel 1988 e nel 2008.Lo incontro un pomeriggio nella sua casa che, per ampiezza e solidità, fa da giusta cornice alle sue tele, così grandi da coprire le pareti in tutta la loro altezza. Chiarisco subito che, all’infuori di un discreto allenamento alla visione, chi scrive non ha titoli per discettare d’arte, ne’ intende farlo. Il lettore s’accontenti di un occhio profano che però, già dall’ingresso, si avvede subito della mano si-cura che padroneggia la tecnica non per esibizioni stereotipe, ma in quanto strumento della tensio-ne poetica. Le tele ad olio, soprattutto di grandi dimensioni, sono suddivisibili per cicli pittorici. In ognuno di essi Vezzani ha lavorato più che sul

L’artista novellarese Daniele Vezzani alla 54a edizione della Biennale di Venezia

di Eda Ferrabue

colore, su un tema, scandagliando l’idea che lo sottende fino ad esaurirla. C’è una serie che po-tremmo definire “spiagge”. La spiaggia in realtà è poco più che un abbozzo. L’attenzione è catturata dalle figure che ci stanno dentro. In un quadro c’è una donna nuda che si propone ad un uomo vestito di tutto punto che a sua volta la guarda con distacco, in un altro quadro la ignora, in un altro ancora la guarda come se però non la vedesse. Sebbene il mare sia ai loro piedi, non si avverte alcun rumore d’onde o sciabordare d’acque. Non c’è alito di vento, ne’ si levano voci . Un silenzio assoluto circonda i personaggi, ciascuno intento all’ascolto dei propri pensieri. Nel vano delle scale Vezzani ha collocato tele pic-cole e piccolissime, ma solo quanto a dimensioni. In realtà colgono la grandezza emotiva che anima i volti. Sono ritratti di attrici e attori famosi, tra-dotti con un linguaggio lento, accurato, direi quasi cesellato, di sorprendente realismo. Il percorso si snoda poi nel corridoio al primo piano dove la galleria prosegue con temi nuovi eppure tutti legati dal medesimo filo narrativo: introspettiva solitudine circondata di silenzio. Noto in questo punto della casa una serie di quadri dal fondo scuro, nero o blu, in cui la figura umana si staglia come una grigia trasparenza, ombra di se stessa, simulacro dell’anima. Vezzani, nell’accompagnar-mi, accenna qua e là, ma non spiega più di tanto e anche per questo io mi tengo le mie impressioni.Prima di accedere al sottotetto, che era una volta un fienile ed oggi è lo studio sterminato del pit-tore, vedo due Madonne, una affiancata all’al-tra, entrambe su fondo nero. Una tiene le mani giunte, l’altra le incrocia sul petto. Sono Madonne belle, giovani, forse troppo per sentirle davvero Madonne, eppure capaci di sguardi sapienti che è impossibile non prenderle sul serio. In entrambi i quadri l’atmosfera resta sospesa e anche chi guar-

da si accorge di trattenere il fiato.Finalmente arriviamo nello studio che è proprio quello che ogni artista vorrebbe avere. Carico di luce e silenzio. Allineate a terra contro il muro ho modo di vedere le opere che presumibilmente andranno alla Biennale. Non sono oli, come ci si aspetterebbe. Vezzani in questi ultimi due anni per varie ragioni è tornato al disegno a matita. Ecco, io non ho nessuna intenzione di rivelarvi cosa rappresentano. Andare a vederli in mostra è quasi un obbligo per noi novellaresi. Dico solo che si tratta di una serie di tre quadri che si richia-mano l’un l’altro e che insieme stanno benissimo. Vezzani avrebbe deciso di portare alla Biennale il primo e il terzo quadro ( di più non è possibile). Io invece mi sono innamorata del secondo e se dipendesse da me non avrei esitazioni e sceglierei di presentare quello. L’ho detto a Vezzani, con tut-to il trasporto di cui sono stata capace. Gli ho det-to anche che in quel quadro c’è dentro un tocco di assoluta perfezione che non è facile raggiungere e tanto meno ripetere. Lui mi ascoltava e intanto guardava obliquamente il “mio” quadro con aria dubbiosa. Chissà se sono riuscita a convincerlo. Andrò a scoprirlo in mostra.

Nel novero degli artisti, selezionati da una Commissione presieduta da Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, è il novellarese Daniele Vezzani, il quale esporrà dal 18 luglio al 2 ottobre nei Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia: un ambito ricono-scimento, che lusinga, oltre al suo destinatario, la cittadinanza intera.

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Auguri

a Alberto Binotti e Carla Cantarelli

Li festeggiano per i loro 50 anni di matrimonioil figlio Orazio insieme alla moglie Marisa Bar-bieri Conti, la figlia Roberta col marito Mirco Castagnoli e i nipoti Davide e Sonia Binotti, Ylenia e Laura Castagnoli

Poeti di casa nostradi Romano Pasqualotto

PASSATOA quell’ etàla morte era lontana,un fior solitarioin terra sconosciuta.

Nel diario di ogni serala mattina annotavalo scorrere dei giorni,la consueta pigriziadegli eventi.

Guardavo allorail volo dell’ upupache verso sera rincorreva l’ ariae s’ infilava bassatra le siepi.

Affondavo cosìnelle roventi estati di pianuratutta la mia paura e i miei tormenti.

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Rubrica a cura della dott.ssa Roberta Bocedi

Medicina veterinaria per cani e gatti

Piccoli “incidenti” in casaPer chi, come me, è abituato a convivere con uno o più gatti, sa quanto questi animali siano generalmente molto puliti e attenti, quasi schizzinosi, per quanto riguarda le loro abitudini di urinazione e defecazione. La maggior parte dei gatti non commette errori: se hanno accesso all’esterno, useranno sempre il giardino per le loro necessità e se vivono in appartamento, impareranno sin da piccolissimi ad usare l’apposita lettiera. Queste abitudini nascono da un istinto innato a mantenere pulito il “nido”. Per mamma gatta è fondamentale tener pulito il nido, in modo da poter riposare senza essere a contatto con rifiuti sgradevoli, che possono sia causare infezioni e ridurre le

possibilità di sopravvivenza dei gattini, sia attrarre predatori che potrebbero uccidere la nidiata. I gattini appena nati non sono in grado di urinare e defecare da soli, perciò la madre li stimola e tiene puliti leccando l’addome e la zona intorno all’ano. Anche se in genere i gattini sono in grado di defecare e urinare autonomamente dalla terza settimana di età, la madre può continuare a tenerli puliti fino alla quinta settimana. Quando i piccoli inizieranno ad allontanarsi dal nido la madre inizierà a stimolare le loro funzioni corporali solo quando sono all’esterno. Lo stadio successivo di apprendimento riguarda lo scavo di buche, istinto naturale di tutti i gattini. Seguendo l’esempio della madre, i gattini impareranno a scavare le buche nei luoghi più adatti all’eliminazione, ambiente esterno o lettiera che sia. Crescendo il gatto impara a considerare la casa come il suo “nido”, e come tale, ambiente da non sporcare, fatta eccezione per la lettiera. Perciò, considerata la maniacale attenzione del gatto per la pulizia, se questi inizia a sporcare in casa, ciò è indice di un problema. I problemi possono essere di natura fisica, come una cistite o l’artrite nei gatti anziani. La prima causa una sensazione di fastidio al passaggio dell’urina che il gatto può arrivare ad associare alla lettiera stessa e può perciò portarlo a cercare altri luoghi in cui urinare. La seconda rende molto doloroso accovacciarsi sulla lettiera spingendo, anche in questo caso, il gatto a cercare altri luoghi in cui urinare. Perciò se il gatto inizia a sporcare in casa, la prima cosa da fare, è accertarsi che non ci siano patologie sottostanti che possano spiegare il fenomeno. Una volta escluso ciò, si può iniziare a considerare la presenza di una patologia comportamentale. Talvolta la causa di una inappropriata evacuazione può anche essere semplicemente il cambio della lettiera o della cassetta, o della posizione di questa all’interno della casa. Oppure del posizionamento della cassetta o troppo vicino al cibo (i gatti non amano mangiare dove sporcano) o a luoghi di passaggio o comunque troppo rumorosi, che non permettono la necessaria tranquillità. In case in cui vivono più gatti, talvolta può essere indispensabile avere più di una cassetta perché alcuni gatti non useranno mai quella già usata da un proprio simile. Altre volte il problema può essere più serio ed essere sintomo di uno stato di intenso disagio/ansia del proprio gatto. Nuove persone in casa, o animali, o anche solo un nuovo mobile o lavori in corso, possono causare ansia e stress in un gatto, spingendolo a rafforzare il suo senso di sicurezza attraverso marcature di vario tipo, perché l’odore della propria urina o feci, per quanto noi possiamo trovarlo sgradevole, manda invece messaggi tranquillizzanti al gatto. E’ perciò fondamentale cercare di individuare la fonte dell’ansia del gatto e rimuoverla, se possibile, oppure attuare una terapia comportamentale volta a modificare il comportamento non voluto dell’animale. Talvolta, anche se la fonte dell’ ansia è stata superata, l’odore dell’urina lo incentiva a tornare ad urinare sempre negli stessi punti. E’ perciò importante effettuare anche un’accurata pulizia, ricordando però che detersivi molto profumati o contenenti ammoniaca o cloro possono essere interpretati dal gatto come segnali di sfida (da parte di un rivale) e possono portare ad un aumento della frequenza delle marcature. Voglio infine ricordare che le punizioni non servono a nulla, non aiutano a raggiungere il risultato voluto e creano ulteriori danni. Il gatto non capirà mai perché venga punito per qualcosa che lui considera assolutamente naturale e spesso finisce per associare la punizione con il proprietario e non con l’atto indesiderato, finendo così per evitare il più possibile il suo incomprensibile padrone.

Auguri

a Emma e Marta Righiper il loro 5° e 1° compleanno da mamma Carolina, papà Dario, nonni e zii.

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Mortadella al Tartufo

Il 5 Giugno 2011 a Correggio si è svolta la sfilata “6 ZAMPE IN PASSERELLA” una divertente mattinata in compagnia dei nostri amici a 4 zampe, il cui ricavato è stato interamente devoluto al Canile Intercomunale di Novellara.Oltre a tanti cani di razza, siamo state molto liete di rivedere alcuni dei nostri vecchi ospiti che ora hanno una famiglia.L’associazione “Gente di Canile” ringrazia di cuore Antichi Poderi del Paradiso che ha sponsorizzato ed organizzato l’iniziativa unitamente alla Dott. Guidetti Clara e al Comune di Correggio, nonchè i gentili vin-citori che ci hanno donato i loro premi.

Susanna

6 zampe in passerella

Il 1° vincitore della categoria meticci di taglia piccola.

Rubrica a cura di “Gente di Canile”

Non solo pulci“Gente di Canile” è un’organizzazione di volontariato che attualmente gestisce il Canile Interco-munale, situato in Via Valle, 104 a Novellara, con orario di apertura al pubblico tutti i giorni (Do-meniche e festivi compresi) dalle ore 08,00 alle ore 14,00. Per spedire una mail al canile, scri-vi a [email protected] oppure puoi telefonare al 0522-654647 o spedire un fax al 0522 758556. La pagina dedicata al canile di Novellara è visionabile online nel sito del Comune. Presso il Canile sono attualmente ospitati circa 200 cani e una ventina di gatti, tra cui alcuni piccolissimi, vittime degli abbandoni e del randagismo che, purtroppo, sono sempre in auge. Il canile non è il luogo ideale dove i pelosi sceglierebbero di vivere, ma qui viene loro garantito cibo, riparo, cure mediche, qualche passeggiata e molto, molto affetto da parte di tutti i volontari. Il lavoro dei volontari è impor-tantissimo per mantenere i cani socializzati con le persone ed aumentare le loro possibilità di adozione. Nei prossimi numeri di questa rubrica, cercheremo di fornire utili informazioni, affronteremo ogni volta diversi argomenti inerenti all’educazione del vostro amico a quattro zampe e attueremo qualunque iniziativa che possa migliorare le condizioni di vita degli animali ricoverati nel canile, cominciando dalle adozioni, che verranno promosse anche attraverso questa rubrica.

E ora vi presentiamo IL CANE E IL GATTO DEL MESE

Se hai dei medicinali che non usi più, non buttarli via! DONACELI! Abbiamo dei cani e gatti malati e si sa quanto costano i farmaci... se hai degli antibiotici, pastiglie per la filaria, integratori, antiparassitari, an-tinfiammatori o altri medicinali veterinari, puoi consegnarli ai volontari del canile negli orari di apertura! Possiamo accettare solo medicinali ad uso veterinario (non quelli per umani) e non scaduti. GRAZIE!

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Che spettacolo!!!Il Progetto Intesa,squadra costituita da 25 ragazzi di Novellara e Cadelbosco,ha dominato la stagione agonistica appena conclusa.Il mister Mauro Davoli, ha saputo amalgamare perfet-tamente un gruppo di giocatori, di amici,che si sono divertiti allenandosi e fatto divertire giocando. Mauro non ha fatto solo l’allenatore quest’anno, ha ascoltatoi ragazzi nelle loro incertezze e timori adolescenziali, trovando sempre una soluzione a tutti i problemi.Ma veniamo ai trionfi,il primo: 23 maggio, campioni provinciali C.S.I. (Centro Sportivo Italiano), dove in finale il Progetto Intesa ha sconfitto 2-1 il Progetto Aurora sui campi di allenamento della Reggiana.Torneo Festival Cup di Novellara: il Progetto supera 3-1 la Correggese nella finalissima del 26 mag-gio aggiudicandosi il 2°trofeo stagionale.Trofeo Soragna a Gua-stalla, 4 giugno: 2-1 con-tro i padroni di casa della Saturno: una partita gio-cata con cuore, grinta e passione sotto un dilu-vio universale e quasi allo scadere un missile terra-aria di Bocia ci re-gala la terza coppa!! E

La cavalcata fantastica dei ragazzi del ‘98Gli Esordienti Fair Play 1998 si sono laureati campioni provinciali C.S.I e hanno vinto tutti e 3 i tornei a cui la squadra ha partecipato.

di Milco Parenti

poi vittoria in terra friulana, al torneo internazionale “Pfingsten Trophy” disputato a Lignano Sabbiadoro l’11 e il 12 giugno.In una finale al cardiopalma,terminata con la lotteria dei rigori,dove il nostro squadrone ha avuto la meglio sul Montecatini Terme.Che dire… semplicemente grazie per le tante emozio-ni che avete fatto vivere a noi genitori,sempre presenti sulle tribune: un grazie di cuore a Catte, dirigente accompagnatore e figura indispensabile, a Castor, Dibbo e Claudio Furin, i 3 factotum della squadra.E un abbraccio a Luca Dallara, Dolli per gli amici, che già l’anno scorso aveva “plasmato” questo splendido gruppo.Cari sportivi, a settembre si ricomincia: vi aspettiamo!

Si sono ritrovati dopo oltre 30 anni sul campo della Bernolda ,preparato per l’ occasione da Paolo Bigi e c. in modo perfetto,per disputare un amichevole i “ragazzi” del Nubilaria . Dopo tanti tentativi l’ idea e’ andata in porto.C’ e’ stato bisogno di rinforzi esterni per poter svolgere l’ incontro diretto in modo imparziale dal Gaio coadiuvato dai guardalinee Jerry Lugli e Giovanni Lombardini. La partita terminata ai rigori ha visto trionfare la squadra capitanata da Angelo Becchi sui blu di Foffo Rosati. La palma,di migliore in campo e’ andata a Paolo Pezza Bellinazzo, bomber di razza che non ha perso il vizio del gol.Unica nota negativa gli infortuni di Aldo Bellentani e Dino Loschi ma i medici confidano di recuperarli per l’ anno prossimo. Poi tutti a tavola dove ancora una volta Gianni Dall’Ara e il suo staff si sono superati . Mister Osvaldo nel suo breve saluto ha ricordato alcuni episodi del passato ,poi visibilmente commosso gli amici scomparsi . . Un grazie al numeroso e rumoroso pubblico che non ha mancato di sottolineare con qualche risata le prodezze degli atleti ,al fotografo Poppi che ha documentato l’ intera giornata.Infine e’stata raccolta una somma che e’ stata consegnata al parroco Don Nino da destinare alle favelas di Jandira in Brasile alla missione di Padre Gianchi.Al termine il padrone di casa Maurizio Novelli in qualita’ di co.organizzatore ha dato appuntamento all’ anno prossimo ,con ,si spera ,altri ragazzi del Nubilaria che in questa giornata per vari motivi non hanno partecipatoMa visto il successo ottenuto siamo sicuri che nel 2012 saremo ancora piu’ numerosi.

Dopo 30 anni in campo per la solidarietà

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Anche quest’anno, come capita da qualche tempo, la Polisportiva Piccinini Novellara ha organizzato una gita culturalgastronomicasportiva al di là delle alpi. La scelta è andata alla Germania, regione del Brandeburgo, dove sfidando cetrioli killer e batteri vari, 21 pseudo atleti sono partiti il 01/06 destina-zione Wolfsburg Dopo un viaggio durato 13 ore, tra partite a carte e soste “tecniche”, il giorno dopo si è arrivati a destinazione. Il pomeriggio della giornata è stato dedicato alla visita del “AUTOSTAD”, parco tematico della Wolkswagen dedicato all’automobi-le, aperto al pubblico nel giugno del 2000, che si estende su una superficie di 250.000 MQ. In que-sta struttura sono esposte, oltre ai modelli storici del gruppo Wolkswagen, anche automobili che han-no fatto la storia dell’auto, comprese vecchie Fiat, Lancia ed Alfa Romeo. Il giorno dopo, venerdì 3/6, è stato dedicato alla visita di Berlino. Con l’aiuto di una guida turistica abbiamo potuto vedere le principali attrazioni della città, come la porta di Brandeburgo, il vecchio parlamento e camminare sul percorso del famoso muro di Berlino. La giornata del 4/6 è sta-ta tutta concentrata sull’avvenimento sportivo della gita. Era infatti programmata la partita a calcio tra la “Pol.Piccinini” e la “Lupo Martini”, squadra di calcio

composta da emigranti italiani, quasi tutti di origi-ne calabrese, che risiedono a Wolfsburg da oltre 40 anni, e che festeggeranno il prossimo anno il 50° anniversario della loro fondazione. Alla presenza del Console Italiano, Sig Francesco Lo Iudice che ha tenuto un discorso improntato sulla sportività e l’amicizia e dopo lo scambio di doni, prodotti tipici emiliani, gagliardetti ed altro, ha avuto inizio la par-tita di calcio. Tralasciando l’aspetto tecnico, l’aspetto fisico e qualsiasi altro aspetto calcistico si può dire che la partita è finita in parità, 3 a 3.Dopo un pri-mo tempo finito 3 a 0 per i “Tedeschi” si è assistito ad una ripresa “dominata” sotto l’aspetto fisico dalla Pol.Piccinini, che rimontava, grazie anche ad un paio di rigori “dubbi”, ed addirittura rischiava di vincere la partita. Nota di merito all’intramontabile Vioni, auto-re di una doppietta e di un rigore fallito, volutamente tirato sul palo. Alla fine tutti felici e contenti, soprat-tutto per la grigliata offerta dai ns. Conterranei, dove la birra è stata versata a fiumi. Una vera giornata di sport all’insegna della fraternità e dell’amicizia. Nella serata si è ripartiti alla volta dell’Italia, dove si è ar-rivati nella mattinata successiva. Questo è tutto, al prossimo viaggio.

SPORT / CALCIO AMATORI

La polisportiva Piccinini Novellara in gita culturalgastronomicasportiva in Germania

di Graziano Pederzoli

Quest’anno tra gli eventi collegati a miss angu-ria si ripete il Palio dei Gonzaga, appassionata kermesse tra i cultori dell’aceto balsamico tra-dizionale reggiano che si ritrovano a degustare il prezioso nero nella bella cornice della Rocca Gonzaghesca dove ha sede l’Acetaia Comunale promotrice dell’evento. Un motivo in più per partecipare agli assaggi curati dall’associazione assaggiatori di aceto balsamico tradizionale è la presenza di un ace-to antico che grazie al suo attuale proprietario dott. Bagnacani verrà messo a disposizione di tutti coloro che vorranno farne un assaggio guidato. La particolarità di questo balsamico è la sua provenienza infatti è l’aceto della botte gigina, botticella di ginepro appartenuta alla si-gnora Rosa Pellizoni Fabbrici e data in dono al dott. Bagnacani. La botte Gigina, chiamata affettuosamente con questo diminutivo proviene da una antica bat-teria datata presumibilmente attorno al 1880 e conservata nella dimora della famiglia Fabbrici fino alla suo trasferimento per donazione a Reggio Emilia dove è tutt’ora. Per l’edizione del Palio dei Gonzaga 2011 an-che la famiglia del compianto tenore Tagliavini, ha messo a disposizione un campione di aceto proveniente dalla sua acetaia e anch’esso ri-entrerà nei campioni disponibili per gli assaggi guidati. L’edizione 2011 del Palio dei Gonzaga vede la presenza di aceti provenienti ormai da tutta la provincia.

Emanuela Bartoli

Aceto balsamico tradizionale: il Palio dei Gonzaga 2011

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“Riaprire il Bar Roma, afferma Cristian, è stata senza dubbio una scommessa molto rischiosa, soprattutto perché la proposta è completamen-te diversa da quella che rese celebre il Bar una volta.Vedendo i tempi, sembra che il divertimento come lo si intendeva un tempo non funzioni più ma soprattutto siamo noi che siamo cambiati e non avremmo mai voluto proporre un’espe-rienza di quel tipo. Vorremmo invece che il nuovo “Antico Bar Roma” fosse oggi concepito come un luogo dove riprendersi il proprio tem-po, scegliendo la miscela di caffè che si impara a preferire, riscoprire i prodotti del nostro e di altri territori. I prodotti sono infatti il fulcro della nostra nuova “missione”, sono tutti concepi-ti con estrema cura piccole realtà artigiane. A partire dai vini e dai salumi, prodotti con meto-di naturali e di difficile reperibilità. Poi le propo-ste di cucina, per il momento solo fredde che partono dall’idea del caro vecchio panino “pane e salame” o “pane e mortadella” ed arrivano ad un piatto che può essere composto di salu-mi, formaggi e verdure fresche di stagione con condimenti di estrema qualità”. “Non abbiamo tralasciato l’argomento dei “lievitati”, pane e paste. Il pane in particolare, abbiamo iniziato

ad utilizzare quello da lievito madre pensate un po’, iniziato con mosto cotto biologico per il Balsamico Tradizionale che, durante la fer-mentazione, è ricco di lieviti che più autoctoni di così, non si può! L’idea è stata di mio fratello Andrea, ha iniziato un impasto madre (l’antico metodo di produrre il pane, senza usare alcun lievito) con il mosto cotto in fermentazione. Poi il forno Paroli ha incominciato a panificare e fin da subito ha raggiunto risultati ottimi. E’ qui che nascono tutti i lievitati del Bar Roma e dove, dopo un primo programmato periodo in cui è stato impegnato nello start-up del locale, ritornerà Mauro ... per concentrare tutte le sue energie sullo studio ed il miglioramento dei no-stri prodotti da forno. Lunghe lievitazione dun-que, per pani buoni, sani e digeribili.”Ancora: “C’è un collegamento molto forte con l’Acetaia San Giacomo(più conosciuta all’este-ro che localmente) e con altri professionisti del settore tra i quali anche importanti chef’ Ci sono bevande e drink a base di Aceto Balsamico tra-dizionale o di Saba, per ricordare come una volta la si usava sulla neve o sui dolci” Un’altra novità che spiega Crtistian è la spina di vari pro-dotti. “Abbiamo osato anche nel proporre una parte di prodotti in vendita “sfusa”, da portare

Cristian e Mauro al timone dell’”Antico Bar Roma”A Novellara, dopo varie gestioni, riapre, completamente rinnovato, il Bar Roma. Facciamo due chiacchiere con uno dei titolari, Cristian Bezzecchi, che rientra al timone del Bar Roma dopo alcuni anni, con rinnovato spirito e tante novità.

di Luca Lombardini

via, installando un apposito sistema ad azoto che conserva perfettamente i liquidi.La cosa assolutamente nuova è che, a fianco di due vini (uno bianco e uno rosso) ci sono, per la prima volta, anche la saba, un balsamico gio-vane, un balsamico di mela e un aceto di vino artigianale. Per questo, per il fatto che il bal-samico è proposto anche come ingrediente di drink e cocktail e che ovviamente tutta la pro-duzione dei Balsamici dell’Acetaia è disponibi-le, abbiamo inventato la parola “vinagreria”. Ci auguriamo Novellara apprezzi queste nostre idee, in altri parti d’Italia e del mondo, sta aven-do molto successo perchè è conveniente e mi-nimizza l’impatto sull’ambiente. Stiamo veden-do che, nonostante un po’ di iniziale diffidenza, l’abitudine di venirsi a prendere un bel litro di vino o di aceto sta dilagando e questo ci ren-de molto fiduciosi per il futuro soprattutto per-ché ci fidelizza a quello che riteniamo il nostro pubblico più importante, la gente delle nostre terre.” Per me è stata una sorpresa rivedere il Bezza dietro il bancone, e credo di non esse-re stato l’unico. Sorpresa positiva ovviamente. Viste le premesse e le novità, credo che Cristian e Mauro non possano fare altro che avere ri-scontri positivi dalla loro attività.

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La storia della Festa della Pavera che nel mese di giu-gno ha portato tantissime persone alla tenuta Riviera è quella di un evento cresciuto tantissimo grazie so-prattutto all’abnegazione di due persone Leonardo Righi il nuovo proprietario della casa padronale della tenuta e Camillo Ronzoni anima del Rana Cross e di tanti eventi a San Bernardino. Sono stati loro che dopo colloqui con l’assessore Salmi decisero poco più di un anno fa di partire da due piccoli eventi -la raccolta della pavera promossa da Sergio Subazzoli e la gara dei vini artigianali di Miss Anguria - per fare una festa che facesse sco-prire o riscoprire uno dei luoghi più caratteristici del nostro territorio: la corte San bernardino della tenuta Riviera. Questo luogo ha una storia importante: il conte Spalletti volle farne una fattoria modello, vi passò Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina che la esaltò pubblicamente, le scuderie ospitaro-no tanti purosangue, tra cui la leggenda Tornese. Purtroppo gli anni successivi non furono così feli-ci. Righi e Ronzoni vollero darle un nuovo lustro e

Quando una festa ridà lustro ad un luogo storico di Novellara

di Marco Villa

il successo di questa manifestazione ci ricorda che a Novellara ci sono due grandi tesori: il suo territorio e la generosità dei volontari.

l’anno scorso i volontari sanbernardinesi e di Rana Cross lavorarono a lungo per togliere le incrostazioni del tempo e così nel 2010 tanti visitatori poterono vedere di nuovo le scuderie e la chiesetta della corte, mangiare il pane cotto nel forno del conte Spalletti e fare escursioni naturalistiche nelle aree protette del territorio, ammirare antichi mestieri e artisti naif e il cavallo in bronzo ad opera di Mario Pavesi.Ma a Camillo Ronzoni tutto questo non bastava e così nel 2011 ha deciso di far crescere ancora la manifestazione, aggiungendo nuovi eventi, tra cui un raduno degli appassionati di cavalli e il concorso per il miglior buslan, la classica ciambella reggiana a forma di serpente. Uno sforzo che alla fine è stato un successo su tutti i fronti (basti notare gli oltre trenta partecipanti alla gara di pasticceria con il trionfo del tecnico veterinario Mirco Bonaretti) malgrado il bu-get limitato e con una pubblicità basata soprattutto sul passaparola. A volte è stato persino un poco problematico gesti-re un’affluenza nettamente superiore alle previsioni, ma alla sera sui volti stanchi vi erano soprattutto sor-

Che sonno!

risi di soddisfazione.Oltre agli scontati complimenti al duo Ronzoni e Righi il successo di questa manifestazione ci ricorda che a Novellara ci sono due grandi tesori: il suo ter-ritorio e la generosità dei volontari. Una comunità lungimirante dovrebbe saper conser-vare, tutelare e valorizzare entrambi questi tesori.

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Una biga basta ch’ sia, un trator sensa valor,avanti e indree da “ l’oasi dal Sculas” cun dòni omen e ragas,in serca di rumor “ d’la vosz dal silensi”e dal soo magich efèt in dal zoni ed rispèt,per flora, fauna, vecchia maniera, ai cunfin cun la Rivera.Sol, al garir dal rondaneni in serca ed bestiolenio-l cinguettio ed ioslen in serca ed frut salvadegh e begatene squadri d’airon silensioz come aliant,is ciameven ogni tant .Un cant meraviglios potent, l’ha ciapee al sopraventintonee come l-fa l’usgnol, dal punt più elt dal parcol’era una mitica Capineral’ha svegliee i ricord “ dei saperi e dei sapori dell’ antico:in dal cortil d’la cort ed la Rivera a la festa ed la pavera.Evvivva, evviva! bentorneda “Testa nera” tra-l Sculas e la Rivera !L’usgnol da una sev de spen, al canta ed not, la soo neniaa la fèmna a còv, per feregh compagneala Capinera... lal farà da dé per an confondres mia.Incoo 26 ed zogn 2011 l’è la festa ed la pavera.

Poeti di casa nostradi Sergio Subazzoli

E’ tornee la Capinera

La foto curiosa

Il riposo di Jacopo

FESTA DEI MITICI 97

Grande festa dei “mitici97”, ovvero i ragaz-zi e le ragazze nati nel 1997 che a giugno hanno concluso le scuole medie.Dopo la fatica degli esami gli studenti e alcuni genitori domenica 26 giugno si sono trovati all’Arginone a cenare insieme con bibite e panini, giocare e ballare ma soprat-tutto ad abbracciarsi per il saluto finale con l’augurio di trascorrere un’estate fantastica, prima di riprendere gli studi con la grande avventura delle superiori.Grazie di cuore a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa perché, così facendo hanno anche aiutato la raccolta fondi destinata interamente alla scuola L.Orsi.

Barbara Cantarelli

Auguri

a Isabella Carlettile danno il benvenuto il fratellino

Giuseppe David, la mamma Neila, il papà Davide e la zia Angelica.

Per il prossimo anno scolastico 2011/2012 ci sono state assegnate, in organico di diritto, due classi prime a tempo pieno e tre classi prime a tempo ordinario.Considerato che il numero, 46, dei docenti che ci sono stati assegnati ci permette di gestire una terza classe prima a tempo pieno, come da richiesta a suo tempo inoltrata al competente Ufficio XVI Di Reggio Emilia, lo scrivente Dirigente Scolastico insieme con il Consiglio di Istituto chiederà al dott. Vincenzo Aiello, Dirigente del citato Ufficio XVI, che venga autorizzata, in organico di fatto, la terza classe prima a tempo pieno – stante le numerose richieste delle famiglie. In tal senso il dott. Aiello si è già dimostrato disponibile ad accogliere la citata richiesta, in modo da avere per il prossimo anno scolastico 3 classi prime a tempo pieno, nel

rispetto delle richiesta avanzate dalle famiglie al momento dell’ iscrizione. Colgo l’occasione per comunicare che le classi prime a tempo ordinario funzioneranno a 27 ore settimanali, compresa la classe prima che avremo a San Giovanni, senza rientri pomeridiani.Sabato 3 settembre alle ore 9:30, presso l’aula magna della scuola secondaria di primo grado “L. Orsi”, sarà effettuato il sorteggio per l’assegnazione dei gruppi classe alle rispettive sezioni A,B,C,D,E.La data di inizio per il nuovo anno scolastico sarà comunicata tramite i giornali locali, Novellara No-tizie ed Il Portico e le librerie e cartolerie presenti nel nostro territorio.

Il Dirigente Scolastico(Prof. D’Agostino Demetrio)

Scuola: classi a tempo normale e a tempo pieno

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E’ arrivata l’estate e con essa una gran varietà di frutta e verdura ricche in Vitamine e Sali Minerali, importan-tissimi per la nostra salute. E’ giunto quindi il momento di rifornire il nostro organismo di questi preziosi alleati : pesche, albicocche, ciliegie, meloni, anguria, uva, fichi, peperoni, zucchine, melanzane, pomodori… Da sempre i benefici di questi alimenti sono noti all’uomo, tanto che negli ultimi decen-ni l’industria ha messo a disposizione del consumatore un’ampia gamma di multivitaminici, integratori di ogni tipo la cui funzione dovrebbe essere quel-la di fornire in ogni momento dell’anno un’elevata concentrazione di queste sostanze, come se i loro effetti benefici fossero tanto maggiori quanto più è elevato il loro dosaggio.Le vitamine hanno un ruolo protettivo per la nostra salute e sono molto importanti per la prevenzione dei tumori, ma la loro efficacia non è propor-zionale alla concentrazione.I prodotti del commercio, spesso ottenuti per sintesi, o direttamente dall’ali-mento con concentrazioni in principio anche elevate che possono avere effetti dannosi.Dagli studi riportati in letteratura ancora una volta emerge che, nel momen-to in cui il principio viene isolato dalla pianta o frutto di origine, può diven-tare nocivo per la salute. Infatti le vitamine isolate a concentrazioni elevate possono diventare pro-ossidanti per la cellula, inibire l’apoptosi e favorire l’angiogenesi, tutti fattori che favoriscono lo sviluppo di tumori.Viceversa, le vitamine contenute nella frutta e verdura, insieme alle altre so-stanze presenti nell’alimento stesso agiscono in sinergia tra loro svolgendo l’importantissima azione anti-ossidante in grado di contrastare l’insorgenza di tantissime malattie tra le quali anche i tumori.L’ideale sono le 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura, sempre e rigorosa-mente di stagione.

La graziola o tossicaria cibo della “borda” dei fossi di irrigazione

I fossi di irrigazione, invasati d’acqua nel periodo estivo, costitu-ivano per i ragazzi la prima palestra per provare a stare a galla e imparare a nuotare. I pericoli della situazione venivano ripetuti dagli adulti sino alla nausea. Sulle sponde, a distanza ravvicinata si poteva notare saltuariamente una pianta fiorita , con fiori eleganti, pure se strani. Si trattava della “Graziola” che sotto questo aspetto aggraziato nasconde proprietà for-temente tossiche tanto da meritargli anche il nomignolo di “Tossicaria”, pericolo reale in caso di ingestione. In queste acque poco profonde i bambini venivano comun-que scoraggiati dal prendersi troppe confidenze facendo leva su presenze fantastiche come quella della “Borda”, essere non ben definito, grosso rettile?, grosso rospo?, ognuno se lo immaginava a suo modo. La Borda era causa dei rumori misteriosi, dei gorgoglii che l’acqua provocava scorrendo per la prima volta nei fossi secchi, con grosse crepe, bisognosi di essere “ bussati”, imbibiti d’acqua, per migliorarne la te-nuta. L’erba che sotto il pelo dell’acqua strisciava sulle gambe era la coda della Borda che nuotava, o cos’altro? Questi timori impaurivano su lati immaginari più che su quelli reali, non conosciuti, come la nostra piantina. La graziola è in realtà una erba-cea perenne che vegeta sulle sponde dei fossi e nelle zone umide ben esposte al sole. E’ caratterizzata da rizomi biancastri che ne assicurano la sopravvivenza negli anni. I fusti erbacei alti 30-50 cm, cavi all’interno, si presentano fogliosi con foglie opposte, lanceolate, leggermente dentate ai margini, con base tronca quasi avvolgente. I fiori, solitari alla ascella delle foglie superiori, sono definiti zigomorfi , hanno una forma di campanula irregolare, con petali saldati tra loro, diseguali, di colore bianco-violaceo, venati e con fauce giallastra alla base. La “Gratiola officinalis”, appartenente alla fa-miglia delle Scrofulariacee, prende il nome da”Grazia Dei”, dono di dio, poiché per le sua proprietà medicinali drastiche, era considerata dono delle tante divinità dei vari popoli che la utilizzavano. La pianta oggi è poco usata, per la sua pericolosità, come purgante violento, emetico(vomito) e diuretico. Si riportano le notizie sulle sue pro-prietà come al solito a solo titolo informativo per ricordare come spesso in passato in mancanza d’altro si faceva con quello che era disponibile e anche si gridava pure al miracolo, alla grazia divina. Occorre tenere presente che in passato le cure base erano il salasso e la purga e perciò la Graziola che possiede in modo accentuato le proprietà di metà delle terapie allora adottate, era un rimedio importante. Veniva usata inoltre contro l’idropisia, la congestione e la gotta, utile contro la cirrosi, l’ascite(liquidi pe-ritoneali) dei sofferenti di insufficienza cardiaca e renale, la peritonite tubercolotica.

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RISTORANTE - PIZZERIA

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Rubrica mensile di musica e spettacoli a cura di Luca Lombardini e alcuni amici

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Kaiser Chiefs: The future is medieval. Mi piacciono da circa 5 anni. Sono divertenti e suonano un buon rock pop. Le canzoni come al solito sono varie e spaziano dal ve-loce al lento con molti echi di storia del rock pop. Oramai una consuetudine per i Kaiser. “Back in December”: un po’ stoner, un po’ psichedelica e finale corale, è una canzone che si abbevera dagli umori Sixties. “Can’t mind my own business”: influenze synth-pop che si stemperano in un Britpop forte e attualizzato. “Child of the Jago”: un bra-no sospeso, insoluto, che sembra indeciso sulla direzione da prendere. “Cousin in the Bronx”: composizione scanzonata ma anche un mezzo papocchio che non sa bene dove andare. “Coming up for air”: innocua can-zoncina pop, simpatica e gradevole. “Fly on the wall”: ispirazione tra fine anni Settanta e inizio Ottanta, finale con fin troppa carne al fuoco. “Heard it break”: fortissime sugge-stioni synth-pop. “I dare you”: camminando sul bordo della scogliera dove già sono pas-sati i Depeche Mode. “If yu will have me”: squisita e malinconica composizione acusti-ca con innesti di violino. “Little shocks”: l’ur-gente singolo. “Long way from celebrating”: un inaspettato rockaccio. “Man on Mars”: pezzo dalle buone ambizioni, cori vaga-mente Suede, alla fine si rimane disorientati

dall’ampio ventaglio di possibili direzioni. “My place is here”: il riassunto di una bella fetta del pop anni Ottanta e Novanta , poi ecco la pic-chiettante “Starts with nothing”, una “Things change” in cui si incuneano echi di “Young Americans” di Bowie e infine, per un tempo to-tale di quasi 78 minuti di musica, “When all is quiet” che, pur arraffando dagli anni Sessanta, suona subito come un classico. Album varie-gato, pieno zeppo di riferimenti e comunque ben architettato. Io lo ascolto volentieri….. a me piacciono. Devono essere proprio rimasti accecati dal cal-do sole della California, gli Arctic Monkeys. In questi anni in patria dopo il fortunato debutto con “Whatever people say, that’s why I’m not” li avevano eletti nuovi profeti del rock britan-nico, quasi fossero gli Oasis degli anni 2000. “Suck it and see” inizia con un inquietante riff di chitarra, quello che apre la strada a “She’s thunderstorms”. Questa è la canzone-manife-sto dell’intero disco: apparentemente il pezzo, nonostante l’intro, suona come una pop bal-lad molto solare. Ma nei testi di Turner - come sempre ottimi - in realtà si nascondono insi-die e bozzetti surreali che non ci fanno stare del tutto tranquilli. E anche le chitarre, intrise di rock lisergico, non sono poi così innocue come potrebbe sembrare. Un inizio con il pie-de giusto. La successiva “Black treacle”, che ai primi ascolti non convince, cresce invece con il tempo e rivela dei passaggi melodici molto interessanti. Un altro pezzo che ci serve per ca-pire cosa sono diventati gli Arctic Monkeys è “Brick by brick”, non a caso distribuito online prima dell’uscita dell’album: sembra di sentire i Queens Of The Stone Age che suonano i Beach Boys. Non fraintendeteci, il pezzo non è un ca-polavoro assoluto, ma sicuramente un’ottima cavalcata di grande gusto e impatto. Quel “I wanna rock’n’roll” ripetuto tre volte di seguito rimane felicemente in testa. È più acido invece il singolo “Don’t sit down ‘cause I’ve moved your

chair”, grazie al quale “Do the Macarena in the Devil’s lair (Balla la Macarena nel nascondi-glio del Diavolo)” si candida decisamente alla palma di verso più originale del 2011. Non mancano episodi smaccatamente pop come “The hellcat spangled shalalala” e “Reckless serenade”, che dimostrano però ancora una cosa: Alex Turner, piaccia o no, sa scrivere canzoni come pochi della sua generazione. La titletrack “Suck it and see”, nonostante le chitarre in stile Byrds e i cori eterei, nascon-de invece un doppio senso grosso come una casa che non ha bisogno di altri commenti. A chiudere il cerchio però, quasi come se ad un tratto il ricordo della Madrepatria fosse tor-nato alla mente di Alex, ci pensa un numero dall’animo british come “That’s where you’re wrong”: un brano che sa di Smiths fino al midollo. Che sia un segnale per il futuro, un ponte lanciato nuovamente verso la Manica? Difficile dirlo. Gli Arctic Monkeys hanno or-mai dimostrato di non essere solo una band usa e getta da dare in pasto alle riviste inglesi, ma continuano nel loro percorso artistico con grande convinzione. Che raccontino i sobbor-ghi di Sheffield o le spiagge della California poco importa, tutto sommato. Soprattutto se continuano a regalare canzoni di qualità come queste. Disco davvero carino.Buona estate a tutti e buone vacanze.

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La Voce di S.Maria e S.GiovanniPagina a cura del Gruppo volontari S.Maria e S.Giovanni

di Davide - Luciana e Alessia

S.MARIA DI NOVELLARA (RE)p.za Prati della Fiera tel. 0522/657196 S.MARIA DI NOVELLARA (RE)

p.za Prati della Fiera, 8 tel. 0522/657672

di Leila e Mirco

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PROSSIMI APPUNTAMENTI

Fiera di Santa Maria24 e 25 settembre

I favolosi anni 60 erano gli anni del boom economi-co, la gente usciva dalle ristrettezze economiche che hanno caratterizzati il lungo dopo guerra e si affac-ciava al consumismo: gli elettrodomestici, l’auto le vacanze, ecc. Però ancora non si era perso la voglia di stare insieme, di ritrovarsi, di divertirsi in un modo semplice e sano. Aroldo e la Dea si trasferirono da Campagnola, insieme ai loro figli piccoli Tonino e la Pier Angela a Santa Maria per gestire il bar proprio in quegli anni.Erano, come detto, tempi diversi, a mezzogiorno ed alla sera bisognava affrettarsi ad uscire per trovare un tavolo libero per giocare a carte. L’esercizio era affollatissimo fino a notte inoltrata, così come succe-deva al vicino bar Mariani. Per la precisione il bar Tu-bino era ubicato nel territorio di San Tomaso, quindi del comune di Bagnolo, anche se la clientela era di Santa Maria. I due gestori erano cordiali, disponibi-li, e molto intraprendenti. Aroldo impegnava le ore meno frequentate dalla clientela per programmare e realizzare eventi per la clientela, dalle mitiche gare a carte, a mega esposizioni di panini e vivande in occasione della Fiera, della Festa dell’Unità a Ponte Briciole o nelle occasioni in cui era prevedibile un flusso straordinario di gente. In uno spiazzo inuti-lizzato all’esterno del bar, di fianco alla distesa estiva dei tavolini aveva addirittura predisposto una sorta

di piano bar “ante litteram”,dove potessero intratte-nersi ragazzi e ragazze, che a quel periodo non fre-quentavano ancora i bar.La signora Dea aveva trasformato un angolo del lo-cale in una piccola ma frequentata trattoria, il che sembra miracoloso considerando gli stretti spazi a disposizione. In questo modo veniva offerto un ser-vizio veramente completo alla clientela: si giocava, si mangiava, si chiacchierava. In estate poi si aggiun-geva il Juke box ed il calcio balilla, persino le mac-chinette per catturare le sigarette o altri prodotti che andavano agganciati con una sorta di gru,tiro che riusciva una volta ogni 10 o più tentativi, per offri-re sempre nuove opportunità di intrattenimento. In quel locale spartano, reso accogliente dall’intrapren-denza e dalla disponibilità di Aroldo e della Signora Dea è passata la meglio gioventù e non solo di quel lungo periodo che comprende gli anni 60, 70 e buo-na parte degli 80.Alla sera d’inverno quando i più sfaticati, fra cui lo scrivente continuavano ad oziare all’interno del bar, passata la mezzanotte arrivava inequivocabile il se-gnale di Aroldo che apriva le finestre e cominciava a passare lo spazzolone per terra. A quel punto agli avventori presenti non rimaneva che uscire per sta-zionare a volte all’esterno del bar sotto il portico.Aroldo e la moglie erano accoglienti e disponibili con tutti , giovani ed anziani , locali o gente di passag-gio. Quel locale col portichetto è diventato in quel periodo luogo di incontri e discussioni animate, e di aneddoti incredibili. Quante storielle, quante av-venture sono state raccontate e tramandate in quegli anni. Gli argomenti? Quelli noti, lo sport, la politica , il sesso. Ogni segmentodi discussione vantava esperti affabulatori, discre-ti ascoltatori, ed abili provocatori ed in questa ca-tegoria rientravano coloro che fingendo meraviglia o stupore sottolineavano con ironia i passaggi più significativi della discussione. Aroldo lasciava fare, a volte interveniva, ma sempre senza mai prendere posizione, come nella migliore tradizione dell’oste attento e sornione.Capitava, specialmente in estate che convenissero

Il “Bar Tubino” di Aroldo e DeaDa ottobre del 1963, fino all’estate del 1986 Aroldo e Dea hanno gestito il bar Tubino, finendo con il diventare loro stessi un’istituzione.

Quasi completato il nuovo programma della Fiera di

Santa Maria - Vezzola

personaggi tipici anche dai Paesi vicini, indimen-ticabili e caro ci suona ancora il ricordo di Puti da Campagnola, o di Belfiore da Santa Vittoria, l’uno abile nell’arte dello schizzo, l’altro nella meccanica di precisione.Pare che durante un’edizione della Fiera Belfiore ab-bia venduto ad uno zingaro una fantomatica 500 di un suo lontano parente, dopo una serrata trattativa.Tanto forte era il richiamo del bar che anche durante le serate mondane, quelle in cui gli avventori si di-sperdevano per andare vuoi a morose, vuoi al cine-ma o a ballare, comunque il passaggio prima e dopo per il bar era obbligatorio, e non vi dico la delusione che si provava se al ritorno si scorgevano le finestre aperte ed Aroldo intento a passare lo straccio per terra.

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COMPAGNI DI BANCO SI RITROVANO DOPO OUARANTASEI ANNI

Compagni di banco in 5a elementare a Novella-ta e nel 1964 ancora insieme nella scuola serale di meccanica agraria. Il lavoro ci ha portato altrove ma dopo 46 anni siamo ancora qui nell’amato paese a ricordare gli anni più belli trascorsi insieme a Novellara e a condividere quelli assaporati in Lombardia e Piemonte, ma mai abbiamo potuto e voluto dimenticare un solo istante della gioventù e dell’amicizia che ci ha uniti nella nostra amatissima Novellara.

Lino Iotti e Giorgio Grassi

Foto Semeghini Gianni

Circolo di Novellara

12-13-14-15 Agosto 2011VENERDÌ 12 AGOSTO ore 18,30 HAPPY HOUR organizzato dai ragazzi di S.Giovanni ore 21,00 Concerto del complesso musicale “DOOKIE” Cover band dei Green day

SABATO 13 AGOSTO ore 18,30 HAPPY HOUR organizzato dai ragazzi di S.Giovanni ore 19,00 Apertura Ristorante ore 21,00 Ballo Liscio con L’orchestra “EDMONDO COMANDINI“

DOMENICA 14 AGOSTO ore 10,00 Mostra Trattori d’epoca ore 18,30 HAPPY HOUR organizzato dai ragazzi di S.Giovanni ore 19,00 Apertura Ristorante ore 21,00 Ballo Liscio con L’orchestra “SONIA B “

LUNEDI 15 AGOSTO ore 10,00 Mostra Trattori d’epoca ore 12,00 Pranzo alla festa ore 18,30 HAPPY HOUR organizzato dai ragazzi di S.Giovanni ore 19,00 Apertura Ristorante ore 21,00 Ballo Liscio con L’orchestra “PIETRO PATTACINI “ ore 23,30 Chiusura festa con Fuochi Artificiali TUTTE LE SERE ALLE 18,30 HAPPY HOUR. Uno staff di belle ragazze vi aspettano per l’aperitivo con musica e stuzzichini. Al ristorante specialità di mare e tradizionali.

Foto Corradini F.

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NOVELLARA (RE)Via Labriola, 36 tel.0522/756639 fax 651397

di Marco Faietti

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Studio graficoNOVELLARA (RE) Corso Garibaldi, 21 tel. 654658CAMPAGNOLA EM. (RE) P.zza Roma tel.669883

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PENSAVO DI VEDERE DEI ROTTAMI, INVECE...Sono passati già nove mesi: sono pochi, molto pochi nella vita di un uomo ma per un alcolizzato, come lo ero io fino a nove mesi orsono sono una vita. Una nuova vita che solo ora comincio a vivere, a gustare come un tempo. Ritornando indietro nel tempo, m’ accorgo solo ora quanti giorni, mesi e anni ho buttato via e solo per un bicchiere in più. Ho cominciato a bere senza sapere, forse per sentirmi un uomo, poi ho dato la colpa alla morte di mio figlio, poi a quella di mia madre, tutti pretesti per nascon-dermi la realtà, cioè che ero diventato veramente un alcolizzato. Avevo perso qualsiasi interesse per la famiglia, per il lavoro che stavo compromettendo seriamente e per la vita stessa ; l’ importante per me era poter bere. Dopo diversi richiami dei miei superiori, venni da loro inviato al Servizio di Alcologia di Dolo e di questo aiuto sarò sempre loro grato. Dopo una lieve cura disintossicante a domicilio, mi fu suggerito, molto amorevolmente ma fermamente, di recarmi in A.A. Mia moglie che mi è stata sempre vicina dimostrando una fermezza che da lei non mi sarei mai aspettato, mi ci portò di peso. La sera del 14 novembre feci il mio primo ingresso in A.A., pieno di vergogna e avversione. Ancora non ero convinto di essere un alcolizato. La mia sorpresa fu grande; mi aspettavo di vedere dei rottami, delle

persone che non avevano più nulla da perdere e più nulla da chiedere alla vita, cioè degli ubriaconi. Fui accolto come un fratello e questo è dire poco. Per la prima volta, io che sono infermiere da diciassette anni, sentii parlare di una malattia, di lasciar perdere il primo bicchiere e di pensare al presente. Nelle prime riunioni non capii molto e forse ancora adesso non capisco ma una cosa è certa : grazie agli amici A.A., non ho più bevuto. Ho ripreso fiducia nella vita e nelle mie pur seppur deboli capacità; nel lavoro sono ritornato quello di un tempo e sono rispettato forse più di prima ma forse sto peccando di pre-sunzione. Sta di fatto che lo devo a voi, cari amici A.A. e un grazie anche ad Al-Anon (familiari e amici di alcolisti) da Leo di Venezia.

Stasera sono solo in casa, capita così raramente che approfitto dell’evento

Metto un buon disco in sottofondo e poi prendo carta e penna, niente computer per questa volta, ricopierò poi. Pensieri in libertà …vigilata. I ricordi mi riportano indietro di qualche giorno. Piovig-gina, arriviamo in auto al luogo dove si svolge la cena annuale di “ Angolo ”. Il ns. gruppo di Novellara è praticamente al completo. Ci viene riservata un’ accoglienza particolarmen-te calorosa.Ci infiliamo in un tavolo dove ci sono già altre persone, ricordo una coppia particolarmente simpatica con la quale trascorriamo una piacevole serata. La cena ,squisita, si svolge senza intoppi, ci stiamo divertendo.La sala si sta animando, viene annunciato uno spettacolo a sorpresa. Sul palco salgono le ragaz-ze del gruppo di Carpi. Le luci si abbassano, la musica parte. Le ballerine sono stupende nei loro costumi dai toni sgargian-ti, si stanno esibendo nella “ Danza del Ventre “. Le loro movenze aggraziate sono coinvolgenti, tengo il tempo tambureggiando le dita sul tavolo.Ma…. d’ improvviso mi prende un nodo alla gola. Cosa mi sta succedendo ?!? Sono invaso da una profonda commozione. Sul palco intan-to la coreografia continua, le ragazze si stanno divertendo, due in modo particolare. Io però non sono più lì, sto provando un misto di tenerezza e ammirazione per queste persone. Pur essendo passate, (non tutte per fortuna), attraverso esperienze traumatiche hanno avuto la forza e l’ironia di mettersi in gioco così questa sera e questo le rende speciali ai miei occhi.Sono attraversato da queste emozioni quando mi viene da osservare in giro, lo sguardo mi cade su una delle mie compagne del gruppo, anche lei ha gli occhi lucidi. Ci scambiamo un’occhiata, anche lei sta come me, abbiano i medesimi pensieri. Le parole in certi casi sono inutili banalità.

Ettore Lusetti

Il 20 giugno a Torino in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, si è svolto il raduno dell’associazione Nazionale Bersaglieri. Novellara era presente con il suo gruppo.

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Il 5 agosto 1919 fu presentato ai parrocchiani mons. Paride Bonezzi (1871 -1951), nuovo arciprete della Collegiata di S.Stefano. Questo benemerito e umile sacerdote si adoperò, senza risparmio di energie e di mezzi, per la formazione e l’educazione delle giovani generazioni. La canonica, allora in C.so Garibaldi, era sempre aperta e popolata di ragazzi e adulti. Nel 1920, dopo una capillare propaganda condotta da don Natale Cavazzoli, curato e rettore del Santuario della Beata Vergine della Fossetta, con atto notarile di Romano Minelli, fu fondata la Cassa Rurale di Prestiti di Novellara. Uno dei più attivi promontori (se non l’ispirato-re) fu mons. Paride Bonezzi che i soci fondatori elessero nella prima seduta vice presidente del consiglio d’amministrazione. Il 26 ottobre dello stesso anno, mons. Bonezzi acquistò dalla si-gnora Elvira Terzi ved. Righi un appezzamento di terreno ubicato accanto alla collegiata di mq. 4.650, per 5.000 lire. Il 12 luglio 1921, don. Bonezzi acquistò dalla signo-ra Cavalletti Vincenza una casetta (una “bicocca”) posta nell’angolo di piazza C.Battisti, n. 2 a sud della collegiata ma contigua al terreno che abbiamo detto. Anche se i due atti notarili furono intestati alla Cassa Rurale, chi pagò fu il parroco Bonezzi con denari prestati dalla Curia Vescovile di Guastalla e altri presi altrove. La Cassa Rurale, come garanzia, rilasciò nelle mani del parroco un libretto infruttifero di £.12.000, con l’intesa deliberata dal Consiglio d’Ammini-strazione che, volendo il parroco richiamare a sé o intestare ad altri casa e terra avrebbe consentito di fare atto di vendita e in pagamento avrebbe ricevuto il libretto rilasciato con l’intero deposito. Questi atti notarili furono intestati alla Cassa Rurale perché a causa delle tensioni fra Stato e Chiesa non si sapeva a chi indicare il possesso, senza rischiare la confisca dei beni da parte del governo.Occorre ricordare altresì che nel 1925, il governo italiano, a risarcimento dei danni conseguenti alla Grande Guerra del 1915-18, incamerò tutti i beni appartenenti all’arcidu-

ca D’Austria d’Este Carlo Francesco Giuseppe. Tra i beni sequestrati c’erano la canonica e un casetta adiacente alla torre della Collegiata di S.Stefano. Soltanto al termine di una lunga contesa legale, il 7 dicembre 1933, furono restituiti dal demanio italiano all’erede legittimo arciduca Massimiliano Hohenberg.Tornando alle nostre vicende, è doveroso precisare che, in realtà, le somme versate dall’arciprete per detti acquisti furono superiori a quelle risultanti negli atti notarili. Infatti il terreno fu pagato lire 9.872 e la casa 8.000. Il terreno fu ac-

quistato per destinarlo a Oratorio Festivo e la casa per avere accesso alla terra, senza dovere passare per l’abitazione delle suore di san Filippo Neri che in quel periodo gestivano, con molto profitto,nell’attuale residenza del parroco, una Scuola Elementare per giovani ragazze. Alle predette spese si aggiunsero quelle notarili e di registro per lire 1.457,13.Negli anni successivi il parroco fece restaurare la casa, levare un muro dalla parte della nuova strada (V.le Monte Grappa) che il Comune aveva costruito a prolungamento di Via G. Penelli. La terra fu coltivata per un breve periodo, poi affittata ad una

società sportiva e poi, definitivamente, destinata a Oratorio Festivo Cattolico. Una piccola parte, mq 47, fu ceduta al confinante Luigi Rapacchi. Una superficie più ampia fu venduta alle Officine Slanzi, per consentire allo stabilimento di costruire nuovi capannoni.Il ricavato delle vendite servì per rimborsare i prestiti ricevuti dalla Curia e dal parroco che vi aveva messo del suo. La somma rimasta fu destinata alla costruenda chiesa di San Giuseppe in località Bernolda di Novellara. Nel 1924, l’atti-vissimo curato don Natale Cavazzoli, mentre faceva ritorno al Santuario della Beata Vergine della Fossetta fu bastonato “…con una mazza ferrata”. L’aggressione gli provocò una estesa ferita al capo”.. dal quale usciva molto sangue”. Una sorte simile toccò il 12 settembre 1926, a mons. Paride Bonezzi. Mentre ritornava a Novellara da Rio Saliceto, fu aggredito (per mandato fascista) e colpito ripetutamente con calci e schiaffi3. Evidentemente l’attivismo dei due sacerdoti dava fastidio

a qualche esponente del regime politico di allora. Ripristinati i rap-porti fra Stato e Chiesa, nel 1936, la Cassa Rurale di Prestiti di Novellara fu posta in liquidazione volontaria, ( in realtà fu una liquidazione coatta determinata dal rilevante passivo). I beni furono incamerati dalla Società Padana Beni Immobili con sede legale a Guastalla. Questa società vantava un credito verso la Cassa Rurale di Prestiti di Novellara.Tra i beni immobili acquisiti dalla Società anche l’Oratorio di Novel-lara (casetta e terreno)Nel 1943, in occasione del cin-quantesimo anno di Messa e del venticinquesimo parrocchiale di mons. Bonezzi, si formò un comita-to promotore per la costruzione del tanto desiderato oratorio maschile. Il comitato, presieduto dal prof. don Sante Pignagnoli, riuscì a raccogliere una discreta somma,

lire sessantamila, ma per la progressiva svalutazione della moneta era insufficiente per realizzare il nuovo edificio. Il co-mitato promotore, sempre alla ricerca di nuove opportunità pensò che vendendo la canonica si potesse, con le offerte ricevute, costruire sia la nuova canonica che l’oratorio. Ma era di ostacolo a questo progetto la proprietà degli immobili che appartenevano a Massimiliano Duca di Hohemberg e le suore di don Vincenzo Grossi che occupavano la parte del fabbricato a sud della Collegiata. Le suore in previsione dei lavori, furono “costrette”dal parroco a lasciare la loro sede e ritornare nella casa di via G. Penelli, già di mons. Francesco Cavalletti. Quanto ai rapporti epistolari e personali, con

di Sergio Ciroldi

La lunga e tormentata storia dell’’Oratorio “Cristo Re” di Novellara

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Rubrica a cura di Giovanni Franzoni

14 LUGLIO 1988: FEDERICO FELLINI ALLA FESTA DELLA TREBBIATURA

In occasione alla di una delle meravigliose FESTE DELLA TREBBIATURA, che si sono svolte a Novellara e delle quali grande rim-pianto se ne sente la mancanza, si verifica un piacevole evento: La vista del GRANDE ATTORE/REGISTA FEDERICO FELLINI.L’evento fu reso possibile con un particolare stratagemma messo in atto dal sottoscritto e dall’indimenticabile ANGELO MARIANI.La sera precedente siamo andati a fargli visita, senza alcuna anticipazione, all’Al-bergo NABILA di Reggiolo durante l’ora della cena.Orario un po’ insolito per essere ricevuti ma in certi momenti un “bel becco di ferro” aiuta tanto chi osa muoversi in particolari circostanze. Infatti ci siamo presentati come due corrispondenti di un grande giornale e il suo seguito ci fece accomodare al suo tavolo nel ristorante.Perciò Federico, Angelo e Giovanni hanno cenato assieme con la grande sorpresa dei presenti. La cena durò parecchio e le nostre battute divertenti, della straordinaria terra novellarese, crearono un clima tale che ai primi tre commensali si unì tutto il seguito di altri attori, produttori e registi tanto che i camerieri faticarono a organizzare il servizio che si creò per l’enorme tavolata.Alla fine si era raggiunto lo scopo che si desiderava: la partecipazione del Grande FELLINI a Novellara per la Trebbiatura.Infatti, la domenica seguente, dopo averlo ricevuto davanti alla Rocca, abbiamo provveduto a farlo entrare facendogli ammirare principalmente il meraviglioso teatro che ancora doveva essere riportato al grande splendore ma per un artista simile, si era capito che lo avrebbe apprezzato anche se pieno di ragnatele, polvere e solo qualche lampadina accesa. Il clima che si era creato risulta difficile descriverlo. In piazza di fronte poi ai forni a legna che sfornavano pane in quantità dal profumo molto particolare e piacevole, si sedette e rimase immobile a contemplare.In seguito si passò in visita al vecchio mulino funzionante ad acqua, la trebbiatrice azionata da una macchina a vapore marca RUNSTON costruita in Inghilterra ai primi del 1900, il trattore MOGUL del

1914 che il buon compaesano Pellini faceva funzionare con particolare perizia. Il Maestro aveva raggiunto l’apice della sod-disfazione nella partecipazione. Credo di non errare, nel definire, tale Festa della Trebbiatura, un “INNO AL LAVORO”.La lunga sfilata di tutti i parteci-panti e dei mezzi d’opera è stata ripresa ma ormai non rimane altro che cercare di esaltare il ricordo di un passato che difficil-mente potrà ritornare.Molto bello e toccante è stato il saluto finale al Grande Maestro Fellini. Davanti alle bancherelle che offrivano i prodotti della nostra terra chiesi all’ideatore e

artefice della manifestazione Paolo Parmiggiani, un cesto da offrire ad una Signora di Roma tramite il Maestro al suo ritorno.Accettò di buon grado di fare il corriere poi quando lesse sul biglietto che era indirizzato a GIULIETTA MASINA posso assicurare di aver visto dai suoi occhi scendere due lacrime di commozione e gioia.

l’arciduca Massimiliano, questi durarono vari anni senza approdare alla soluzione desiderata. Nel 1950, il Comm. Dante Benati, fece costruire nel lato nord del fabbricato una piccola palestra a ricordo del figlio Gianni (1931 – 1946) morto prematuramente. Finalmente, il 14 luglio 1960 Massimiliano Duca di Hohenberg,con squisita cortesia e disponibilità rilasciò una procura speciale al curato don Tonino Manzotti a vendere, per il prezzo più conveniente, la canonica e la casa di piazza Cesare Battisti. Il ricavato, secondo la volontà dell’arciduca Massimiliano, doveva essere impiegato per la costruzione della nuova canonica e dell’annesso oratorio per le attività giovanili, secondo il progetto predisposto dal geom. Franco Bertozzi e approvato dalle autorità ecclesiastiche, dalla soprainten-denza delle Arti di Modena, e dallo stesso arciduca.Come contropartita, il duca Massimiliano pretese e ottenne dalla parrocchia una dichiarazione unilaterale, di uso perpe-tuo, di un appartamento da ricavarsi nella nuova canonica (quello attualmente di spettanza all’arciprete). La vecchia canonica fu subito venduta alle famiglie Leoni e Storchi. Il ricavato, con le offerte già ricevute era, ora, sufficiente per iniziare i lavori4.I lavori edili iniziarono nel 1961 e terminarono nel 1962. Durante i lavori di demolizione del vecchio edificio e di scavo delle nuove fondamenta sono venuti alla luce i resti mortali di diverse persone. Il fabbricato era stato infatti adibito ad ossario del vecchio cimitero allora ubicato in piazza Cesare Battisti ( fino al 1817).L’inaugurazione della canonica e dell’oratorio dedicato a “Cristo Re” ebbe luogo nel mese di settembre del 1962 alla presenza del vescovo mons. Angelo Zambarbieri (1960-1970), del sindaco di Novellara Tonino Mariani Cerati, dell’arciprete mons. Gino Andreoli, di tutto il clero delle parrocchie vicine, del comitato promotore e di una folla accorsa numerosa anche dai paesi vicini.Il 27 maggio 2005 la Società Padana Beni Immobili fu posta in liquidazione volontaria. I beni immobili costituenti la cano-nica e l’oratorio erano, giuridicamente, ancora della Società Padana. Per evitare che fossero ceduti ad altri, la parrocchia di Santo Stefano avviò una causa civile di riconoscimento della proprietà maturata per usucapione (possesso pacifico e continuo per vent’anni dei beni).Il Tribunale Civile di RE con sentenza del settembre 2007 riconobbe il diritto della parrocchia la quale, solo allora, poté dirsi proprietaria a pieno titolo della canonica e dell’oratorio “Cristo Re”. La causa ha comportato la spesa di Euro 4.000. Il 18 aprile 2005, il nuovo parroco della Collegiata di S. Stefano, don Candido Bizzarri, per corrispondere alle esi-genze del mondo moderno, delle famiglie e dei giovani, acquistò dalla ditta SOIP - Impresa edile (atto del notaio Giovanni Vaschetta) un salone di mq 630 ubicato nelle immediate vicinanze dell’oratorio. L’immobile è stato ri-strutturato a spese della parrocchia in modo da ricavarne due stanze per il catechismo e un ampio salone per riu-nioni e conviviali. I lavori, terminati nel mese di novembre 2007, hanno comportato l’esecuzione di nuovi impianti di riscaldamento e condizionamento, l’arredamento della cucina e di tutti i locali..La spesa complessiva, fra acquisto dell’immobile, ristrut-turazione dei locali e loro arredamento, è stata di circa 1’200’000,00 euro. Parte della spesa è stata coperta dalla donazione del novellarese Gino Pedrazzoli ammontan-te a Euro 250’000, da un sostanzioso contributo della Fondazione “Manodori” di Reggio Emilia e da offerte dei parrocchiani(Euro 76’000). L’inaugurazione del nuovo sa-lone dedicato a Giovanni Paolo II è avvenuta il 26 gennaio 2008 alla presenza del vescovo ausiliare mons. Lorenzo Ghizzoni.

Inizio corsi: martedì 20 settembre 2011Palestra comunale di S.Giovanni Novellara (RE) Piazzale Antonio de Curtistel. 0522/651212 cel.3286570659

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Un pizzicotto ai più piccol i e non soloRubrica a cura di Luisa Torelli

La storia di BIAN-CANEVE, dei fra-telli Grimm, inizia con l’episodio della madre che si punge il dito (omessa ne “il Portico” del mese di giugno, per motivi di spazio) e che lascia cade-re sulla neve tre gocce di sangue (tre è il numero

maggiormente associato, nell’inconscio, al sesso e richiama all’effusione sessuale di sangue, come nella mestruazione e, più tardi, durante il coito, alla rottura dell’imene). Per mezzo della fiaba, viene insegnato al bambino che una lieve effusione di sangue è un presupposto del concepimento, per-ché solo dopo questo il bambino può nascere ed è connesso, dunque, con un lieto evento.Dopo questa parentesi, ritorniamo alla madre di Biancaneve: ella morì alla nascita della bambina, le subentrò la matrigna narcisista (dal mito di Nar-ciso che, per punizione, venne fatto innamorare della propria immagine, fino a morirne) e gelosa (a partire dal compimento del settimo anno del-la bambina), si suppone a causa della competi-zione, per il padre. Il genitore narcisista si sente minacciato dal proprio figlio che cresce, perché, consapevole del tempo che passa, egli sa di dover prendere atto del proprio invecchiamento. Questo non succede finchè il bambino è dipendente da lui, bensì quando inizia il processo di contrappo-sizione, da parte del bambino, all’interno della fa-miglia. Per la bambina, l’amore per il padre è la cosa più naturale del mondo e lo è altrettanto che lui l’ami più di qualunque altra persona, anche più di sua madre; allo stesso modo, la bambina non può accettare che questo possa rendere gelosa di lei la madre. A livello preconscio, i bambini sanno benissimo di essere gelosi delle attenzioni che uno dei genitori mostra verso l’altro, perché sentono che le stesse attenzioni andrebbero rivolte a loro. Ma i bambini vogliono essere amati da entrambi i genitori: è troppo minaccioso immaginare che l’amore nutrito nei loro confronti da uno dei geni-tori possa creare gelosia nell’altro. Tutti i bambini sono gelosi, se non dei loro genitori, almeno dei privilegi di cui godono come adulti. Occorre una tenera e amorevole sollecitudine, da parte del genitore dello stesso sesso, per creare legami po-sitivi, importanti per il bambino edipico (si tratta dell’amore, in parte cosciente, in parte inconscio, per il genitore del sesso opposto, che raggiunge la massima intensità attorno ai cinque anni) natural-mente geloso,avviando il processo di identificazio-

ne, che opera contro questa gelosia, affinché questa non domini tutta la vita del bambino.Ritorniamo, dunque, alla nostra fiaba e alla presenza di principi e principesse, che interpretano, con la loro presenza, i sogni e i desideri dei bambini di essere come loro, anzi, nell’inconscio credono di esserlo, anche se, temporaneamente, degradati dalle circo-stanze. In quanto ai re e alle regine, che non man-cano mai, impersonano il potere assoluto simile a quello che i genitori sembrano avere nei confronti dei loro figli.La caccia, poi, é un privilegio aristocratico e, di con-seguenza, il cacciatore una figura di prestigio, pa-ragonabile ad un padre forte e protettivo. Il padre di Biancaneve, però, non assume una posizione energica e ben definita, in quanto (stiamo parlan-do del padre- cacciatore) cerca di placare la madre, apparentemente, eseguendone gli ordini e la figlia, limitandosi a non ucciderla, ma lasciandola, di fatto, in balia di se stessa. Un padre debole, come lo fu anche quello di Hansel e Gretel, che servì poco a Biancaneve: il fenomeno dei mariti, dominati dalle mogli, è un fenomeno tutt’altro che nuovo. Padri del genere creano difficoltà insormontabili al bambino o non aiutano a risolverle. E i nani o gnomi? Uomini minuscoli, sono sette come i giorni della settimana o sette come i pianeti (a loro volta collegati ai metalli ), sono lavoratori abili e in-stancabili, tanto che il lavoro è l’essenza della loro vita e sono protettivi nei confronti di Biancaneve. Ma, benché colpiti dalla sua bellezza e dal racconto delle sue sventure, mettono subito in chiaro che, il prezzo della convivenza con loro, è un coscienzioso lavoro (che deve svolgere se vuole crescere bene).Non dimentichiamoci della mela, quale rappresen-tante dell’amore e del sesso nell’aspetto benigno e in quello pericoloso ( Afrodite e la guerra di Troia, la mela biblica ), che, in Biancaneve, rappresenta qual-cosa comune alla madre e alla figlia: i loro desideri sessuali maturi. ORA GIOCHIAMO INSIEME al…..GUADOMettiamo alcuni fogli di giornale per terra e diciamo ai bimbi che si tratta di pie-tre, grazie alle quali guadare un ruscello. A turno, li fare-mo passare da una pietra all’altra,iniziando con pietre una vicina all’altra, per fare piccoli passi, poi le distan-zieremo, così da incorag-giare passi più grandi e un maggior allungamento dei muscoli. In seguito, si può affidare al bambino una palla, da tenere in mano mentre passa da una pietra all’altra e da gettare, poi, in un cesto posto sull’altra riva del “ruscello”. Tenere una palla, con entrambe le mani, è un esercizio utile, per i più piccoli, in quanto

insegna loro a utilizzare i muscoli del busto, per mantenersi in equilibrio, senza ricorrere alle brac-cia distese. Buon divertimento!E’ facile, nelle notti d’estate, poter ascoltare il can-to del grillo. La musica accomuna tutte le forme di vita della Terra: il vento fa frusciare le foglie degli alberi, gli uccelli cantano, l’uomo compone musi-che sempre nuove.

Il grillo usa le zampe posteriori come l’arco di un violino: sfre-gandole contro le ali, produce il suo richiamo. Nelle foreste dell’Australia, ci sono uccelli Ca-

catua che suonano, battendo un rametto contro un tronco vuoto: in questo modo essi indicano i confini del loro territorio, infatti, fin dove si sente il suono, gli altri non possono entrare.

Suonare le percussioni è la forma più diffusa di fare musica: si suonano i tamburi ovunque nel mondo, in Africa, in Giappone, in India… In fon-do, però, agli uomini piace suonare un po’ di tut-to: il flauto, ad esempio, è nato facendo dei buchi in una canna vuota e, così, il suono può diventare vera poesia e farci sognare.Mozart, utilizzando le sette note, ha composto al-cune delle musiche più belle di tutti i tempi. Aveva solo sei anni, quando fece il suo primo concerto e fu subito un grande successo!

Ad agosto, i campi si riempiono delle piante di mais: i loro frutti si chiamano pannocchie.Le pannocchie si man-giano, ma i nostri nonni sapevano utilizzarne an-che le foglie: le facevano seccare, per poi riempire i materassi dei loro letti!

Il primo uomo europeo, che conobbe il mais, fu Cristoforo Colombo quando, nel 1492, scoprì l’America. Egli partì con tre caravelle dal porto di Palos, in Portogallo, il 3 agosto 1492. Si diresse verso ovest, dove allora si pensava ci fosse solo l’oceano, con l’obiettivo di arrivare in Cina via mare, invece, con grande sorpresa, scoprì l’Ame-rica. E trovò anche il mais!

Le popolazioni che Cristoforo Colombo incontrò nel Sud America, infatti,coltivavano il mais fin dall’antichità. I Maya avevano addirittura un dio del mais e credevano che il primo uomo fosse sta-to creato da un impasto di farina di mais e acqua.Ancora oggi, i Messicani usano l’impasto di farina di mais e acqua: una loro specialità sono le “tor-tillas”

Buone vacanze a tutti, grandi e piccini! Arrivederci a settembre....

Quando il bambino, all’interno della famiglia, si accinge all’impresa di trovare se stesso, è paragonabile all’eroe delle fiabe, che cerca, viaggia, soffre per anni…

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E’ arrivata l’estate e con lei il gran caldo e la voglia di va-canze. Per i servizi organizzati esclusivamente con l’appor-to del volontariato è un periodo un po’ difficile perché le disponibilità si riducono e con esse la garanzia di mante-nere inalterati i servizi offerti. La figura del volontario at-tuale è un pensionato che nella maggior parte dei casi ha ancora coinvolgimenti famigliari importanti (nipoti piccoli o genitori da seguire) e spesso, se si dedica ad attività di volontariato, lo fa spinto da motivazioni forti e non per riempire tempi vuoti. Uno dei servizi che credo sia più ge-neroso in termini di restituzione è TELEFONO AMICO in quanto essendo basato sul contatto telefonico offre la pos-

Telefono amico cerca volontari e volontarie

corre rivolgersi ai servizi sociali (tel. 0522654948) oppure direttamente a Telefono Amico al 0522653822

LO STUDIO DENTISTICO DEL DOTT.MINGHETTI LUCA SI RINNOVA PER OFFRIRE AGLI UTENTI UN SERVIZIO ANCORA MIGLIORE IN LOCALI PIU’ AMPI ED ACCOGLIENTI.

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dott. Minghetti Luca - Medico Chirurgo Specialista In Odontostomatologia42017 Novellara (RE) Viale Monte Grappa, 4 Tel.0522 / 653343

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno fa par-te dei disturbi del respiro notturno il cui esempio più comune è il russamento. Il ruolo del dentista, da quando se ne è riconosciuta la possibilità di assistere i pazienti, dalla fase diagnostica a quella terapeutica è divenuto decisamente significativo. Ai pazienti rus-satori e con sintomi lievi di apnea può essere sugge-rita una terapia non specifica:- Evitare alcolici prima del sonno- Evitare pillole contro l’insonnia - Non dormire in posizione supina- Eliminare l’eventuale sovrappesoLa terapia specifica dell’apnea notturna si fonda so-prattutto sui risultati della polisonnografia, l’esame

L’approccio del dentista nelle apnee ostruttive del sonnoStudi recenti hanno evidenziato la relazione tra l’apnea notturna con l’ipertensio-ne, aritmia cardiaca, anomalie metaboliche, patologie coronariche e infarto.

Dr. Luca Minghetti - odontoiatra

fondante del percorso diagnostico. In alcuni casi l’approccio farmacologico ha migliorato i sintomi: sono stati somministrati ormoni tiroidei, progestero-ne e farmaci favorenti il flusso respiratorio. In molti casi la sintomatologia si è risolta utilizzando il CPAP (continous positive airway pressure), un apparec-chio che insuffla nel naso aria a pressione costante. E’ il trattamento più utilizzato nei pazienti colpiti dalle forme più gravi di apnea. Gli interventi chirurgici pro-posto a tutt’oggi non sono considerati il trattamento elettivo per i risultati non buoni a lungo termine.L’odontoiatra viene coinvolto quando viene deciso di fare riferimento a dispositivi orali che risultano più graditi ai pazienti dei CPAP. Tali apparecchi sono re-

alizzati in materiali termoplastici e vengono utilizzati contro il russamento e l’apnea notturna non grave. I migliori sono di due tipi:- Dispositivi per il riposizionamento della lingua- Dispositivi per il riposizionamento anteriore della mandibola, i più utilizzatiChi soffre di questa patologia tende a rilassare mar-catamente i muscoli del collo durante il sonno ed i MAS, da mandibular advancement splint tendono a mantenere la mandibola in posizione più avanzata e lievemente abbassata rispetto alla norma, favorendo il passaggio del flusso d’aria. Questi apparecchi han-no però delle controindicazioni che sono rappresen-tate da malattia parodontale grave, disturbi dell’arti-colazione temporo mandibolare, dolenzia ai muscoli deputati alla dinamica mandibolare, dentizione non completa, apnea centrale del sonno (il cervello non invia segnali ai muscoli che controllano la respira-zioe) pazienti nell’età dello sviluppo.Sono dunque risolutivi in un numero importante di casi che vanno selezionati attraverso un valido per-corso anamnestico e clinico.

Nelle domeniche del mese di agosto lo studio del Dr. Luca Minghetti riceverà le urgenze previa telefo-nata al numero 333 2834630

sibilità di far parlare le persone anziane, e loro dimostra-no di apprezzarlo tantissimo e sono sempre molto grati per il tempo che gli viene dedicato. Il servizio è attivo tre giorni alla settimana (martedì e venerdì mattina e giovedì pomeriggio) e durante l’estate è l’unico contatto che vie-ne mantenuto con gli anziani perché il caldo impedisce di organizzare il filos mensile. Questo appuntamento ri-partirà in settembre col tradizionale pranzo alla vilma. Ci piacerebbe che leggendo queste poche righe qualcuno si vedesse bene nel ruolo di volontario di telefono amico e che non aspettasse un momento di più per iniziare la sua avventura. Per diventare volontario di telefono amico oc-

di Emanuela Bartoli

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RINGRAZIAMENTOIvanno è stato un dono speciale per la sua famiglia, per me sua compagna di vita per quarantacinque anni, per i suoi alunni che ha amato come un padre, per la comunità in cui ha operato per il bene e per il bello. Un abbraccio riconoscente alle tante per-sone che in qualsiasi forma hanno voluto onorarlo.

Maria Cristina

IN MEMORIA DEL PROF. IVANNO CAVAZZONI

Egli non è più? Non è vero.. Egli era con noi negli anni acerbi dell’adolescenza dopo che il lavoro lo aveva piegato su una terra straniera. Con orgoglio a noi, che avevamo regolarmente iniziato la scuola, parlava della dura fatica spesa per continuare gli studi. Egli era con noi sui maestosi scaloni dell’Università, sorridente, sicuro, accanto una tenera fanciulla che realizzava il suo sogno.

Egli era con noi sulle cattedre colto, sensibile, autorevole pronto a donare il suo sapere con pazienza, umiltà, abnegazione.

Egli era l’amico che tutti avrebbero voluto comprensivo, amabile, equilibrato, modesto capace di affrontare ogni questione con competenza e rispettosa pacatezza. Egli era , forse pochi lo sapevano, davvero un uomo di Dio. Dio l’ha voluto accanto a sé, perché il suo esempio cristianoilluminasse il nostro cammino.

Per tutto questo Egli è e continuerà ad esistere nel ricordo di quanti l’hanno conosciuto, apprezzato, amato.

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Cammino sola, i miei passi risuonano nella via buia e solitaria. Ho freddo, ho paura, davanti a me la nebbia, ti cerco, ti chiamo ma non ri-spondi e la nebbia mi avvolge, mi volto ti cer-co, ma il vuoto mi inghiotte. Dov’è quella luce che rischiarava la mia via, dov’è quel calore che mi teneva al caldo e quella calda voce che mi rincuorava? Esco dalla nebbia tu non ci sei più, continuo a camminare nella via solitaria, mentre due lacrime scendono giù, il mio cuore grida più forte il tuo nome. Ciao Gianluca.

La mamma

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Domenica 7 agosto 2011, dalle ore 7,30 alle ore 11,00

presso la sede AVIS di Novellara ci sarà un prelie-vo straordinario di sangue.L’invito è rivolto a tutti i donatori di turno ed an-che a chi vorrebbe entrarci per la prima volta; in quest’ultimo caso, un piccolo prelievo serve per i successivi esami di sangue prima della donazio-ne vera e propria. Ricorda che un gesto di solidarietà può salvare una vita altrui e anche la tua attraverso i periodici esami ai quali sarai sottoposto.Alimenti permessi prima della donazione com-presi gli esami annuali: acqua, camomilla, caffè, spremute, il tutto senza zucchero.Evitare tassativamente latte e suoi derivati.

Il SegretarioPiero Ghidini

SEZIONE COMUNALEDI NOVELLARA

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Offerte in favore dei servizi Istituzione “I Millefiori”

In memoria di Cocconcelli ElviraAfra e William, Fam Bassoli Erineo e Ulisse, Fam. Veroni Enrico e Mara, Davolio Liliana, Lusetti Ida.

In memoria di Bo Zea Tirelli Pierino e Bo Enrica.

In memoria di Iemmi OttorinoPratissoli Aldina, Ghisi Bruna, Bonini Simonetta in Verri.In memoria di Bigi GiovanniPratissoli Aldina

In memoria di Zini Pierino Fam. Lusetti Lea, Lusetti Luciano, Colli Andrea, Zini Cassiano.

Redazione: viale MONTEGRAPPA, 54 Novellara (RE) tel. 0522/654447

Direttore responsabile: Dino Medici Proprietario: Circolo il Contemporaneo

Capo Redattore: Paolo Paterlini Redazione: Marco Villa, Giovanni Franzoni,

Giovanni Panini, Paolo Bigi, Simone Oliva, Sara Lanza.

Impaginazione: Ci&Wi viale Montegrappa, 50 Stampato presso Tipolito Lugli

Novellara via Prov.le Nord, 20/C

Il contenuto degli articoli firmati esprime l'opinione dell'autore e non necessariamente quella della redazione.

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Autorizzazione Tribunale Reg. stampa RE nº589 del 7/12/89

CIRCOLO IL CONTEMPORANEO

ANGIOLINA CANOVANel 5° anniversario della scom-parsa la ricordano con affetto i figli le nuore i nipoti e famiglia Allegretti Attilio.

In memoria. Ricordano i propri cari con affetto immutato il figlio Paolo, il nipote Davide, la nuora Roberta e i parenti tutti.

MARIA FORMENTINIGUERRINO RIGHI ORNELLA FOLLONINel 18° anniversario della scom-parsa la ricordano con affetto, la figlia il genero e i nipoti.

GIULIO FONTANANel 12° anniversario della scom-parsa lo ricordano con affetto i figli Giorgio e Antonella e i familiari.

Nel 3° anniversario della scom-parsa lo ricordano con affetto la moglie Maria, i figli Claudio, Tiziana e Fabrizia generi e nipoti.

SILVIO COPELLINI

Nell’anniversario della scomparsa dei propri cari li ricordano con affetto il figlio Alderigi e la nuora Bagni Olivetta.

GALDINO SALATI DORINA VERZELLESI14° anniversario 7° anniversario

ENORE MELLI DECIMO MELLIANTONIO MELLI

Nell’anniversario della scomparsa dei propri cari, con affetto li ricordano la cognata Bice, la nipote Marisa con Giuseppe e Valentina.

3° anniversario 10° anniversario 10° anniversario

ALESSIO MELLI1° anniversario

CORNELIO PEDRAZZOLINel 2° anniversario della scompar-sa lo ricordano con affetto il figlio Walter, la nipote Elena e la nuora Francesca.

CAMILLA MARANGONAd un anno dalla scomparsa, sei sempre presente nei nostri pensieri.La tua presenza è sempre viva in tutti noi. I tuoi cari.

SILVANO VERONESIAd un anno dalla scomparsa ti ricordiamo con immutato affetto.

I tuoi cari

MARINO LUPPINel 20° anniversario della scomparsa lo ricordano con affetto la moglie Vincenzina le figlie Rosanna e Umberta il genero Idris i nipoti Marco, Stefano e Alessia.

DESDEMONA ZAMBELLIAd un anno dalla scomparsa, la ricordano il marito Giuseppe, i figli Palmelisa con Mauro e Adriano con Grazia, i nipoti Andrea e Marco

ILVANO BIGIAd un anno dalla scomparsa lo ricordano con amore la moglie Loredana, la figlia Loretta con Marco, i nipoti Elisa, Matteo e Gianluca e le pronipoti Nicole e Giulia.

Nell’anniversario della scomparsa dei loro cari li ricordano con affetto, i figli Alberto e Andrea, le nuore Lorenza e Carla e la nipote Ilaria.

EVELINA ALESSANDRIGIUSEPPE LIGABUE4 mesi 6° anniversario

RINA CROTTI

Nel 6° anniversario della scom-parsa la ricordano con affetto il marito Mario Gualdi e i parenti.

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Sostenete il Portico versando sul C/C 1412105 Banca Popolare Emilia Ro-magna, agenzia di Novellara oppure direttamente presso la nostra sede in viale Montegrappa, 54.

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Campagnola Emilia via Reggiolo, 22 tel.0522/663508

Tel.0522/654224 - Fax 0522/654545 - Email [email protected] - Internet www.lombardinivini.it

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