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DI V ALENTINO GABRIELE ancano pochi giorni alla tanto attesa partenza. Rileggo il programma di viaggio, controllo e ricontrollo se ci sono tutti i documenti importanti e come ogni giorno posto le ultime news sulla Gmg di Cracovia. È il tempo degli ultimi preparativi e la valigia è quasi pronta, ma sembra sempre mancare qualcosa. Allora mi fermo un attimo e penso, perché un vero pellegrino della Gmg deve preparare bene la propria sacca? Forse perché il viaggio sarà lungo, o forse perché le difficoltà non mancheranno e bisogna essere ben equipaggiati. Ogni cosa sembra essere indispensabile per affrontare questa avventura. Mentre mi affretto a sistemare per il meglio il mio bagaglio, improvvisamente mi tornano alla mente le parole del Vangelo dove Gesù ci invita a partire “senza portare borsa, bisaccia, e sandali”. Quel Vangelo mi sta chiedendo di non appesantirmi, di non caricarmi del superfluo e di quello che non è necessario, ma di custodire nella mia sacca solo l’essenziale, ciò che conta davvero. E allora, che cosa è davvero essenziale per affrontare un viaggio simile? Sicuramente la gioia di sapere accogliere i tanti pellegrini provenienti da tutto il mondo che, come me e il mio gruppo diocesano, hanno affrontato un lungo viaggio per ritrovarsi insieme come fratelli, saperli abbracciare e condividere con loro la bellezza di essere Chiesa in ogni angolo del mondo. Immagine di questa gioia saranno i tanti colori delle bandiere di tutto il mondo, le molteplici canzoni che, con le loro note, invaderanno ogni angolo della città. E ancora, lo stupore, quella capacità di meravigliarci come bambini dinanzi alla Parola di Dio, fonte inesauribile della nostra fede. E infine, ma non ultima, la preghiera, quel dialogo a “tu per tu” con Lui: incontro speciale da vivere pienamente durante le visite ad Auschwitz e Czestochowa, le celebrazioni e le catechesi, i momenti di spiritualità e soprattutto la grande veglia del sabato e la celebrazione eucaristica della domenica, che vivremo insieme a papa Francesco. Ogni giorno della settimana che vivremo insieme ai tanti giovani pellegrini sarà una tappa fondamentale del nostro pellegrinaggio. Sarà importante nei prossimi giorni saper camminare bene, dosando le giuste energie, capire quando accelerare e quando rallentare o, addirittura, fermarsi per riposare, fare silenzio e mettersi in ascolto. Cammineremo mano nella mano con i nostri compagni di viaggio con i quali condivideremo ogni momento della giornata. Ho deciso: porterò con me solo l’essenziale, con la certezza che durante questo viaggio la mia sacca si riempirà di nuovi tesori, nuove amicizie e legami, un’esperienza che sarà unica e irripetibile. Poi, però, mi sovviene che si parte certo, ma si parte sapendo di tornare e che il viaggio non sarà a senso unico: tutto l’itinerario è un grande giro del mondo. Così mentre continuo a riempire lo zaino mi rendo conto che sarà lo stesso zaino che quotidianamente mi accompagna quando mi muovo nei miei itinerari abituali tra la casa e la parrocchia, l’università e i momenti di libertà con gli amici. Come racconterò questo vissuto, cosa trasparirà da questo zaino? I segni, i simboli e i colori parleranno da soli e certo mi aiuteranno a essere essenziale anche nell’annunciare il Vangelo. Tornando dalla Polonia riporterò anche il senso della fede e le modalità espressive di quella carità che sperimenteremo nelle famiglie. Mi porterò il dolore della storia, vissuto ancora ben presente in quelle stesse famiglie che hanno un ricordo vivo della seconda guerra mondiale e delle atrocità dei campi di concentramento. Mi porterò anche la bellezza della eroicità e della santità di tanti uomini e donne polacchi. Mi viene in mente il cammino di Emmaus, quel cammino in cui i due discepoli, dopo i giorni dell’annuncio, della passione e della morte, nonostante la promessa della risurrezione, non avevano ben chiaro cosa fosse successo e come il Signore sia stato accanto a loro lungo la via. Solo la conoscenza della Parola raccontata come testimonianza attuale, incarnata nella storia, ha reso possibile avvertirla come viva. A volte noi viviamo gli eventi con grande euforia e poi questi ci lasciano la delusione di un cammino interrotto. Invece la Gmg continua anche dopo, quando tornati a casa sapremo vivere l’entusiasmo del primo momento e sapremo gustare la gioia della condivisione. Ecco, allora partirò così, sapendo che il mio cammino è più lungo di quanto mi aspetti e che nel mio cammino non sarò solo, ma Gesù cammina con me e con gli altri 1500 pellegrini del Lazio. M audato sia il lavoro» è il titolo del Campo Nazionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica che quest’anno si terrà nel Lazio, ad Ariccia, presso la Casa San Girolamo dei Padri Somaschi, dal 17 al 21 agosto, ed avrà per tema una verifica del “jobs act” ad un anno dalla sua promulgazione, fatta alla luce dell’ecologia integrale della Laudato Si’, in continuità col lavoro avviato nel campo nazionale dello scorso anno. A questo percorso di approfondimento si accompagnerà un’analisi della quarta rivoluzione industriale e delle sue ricadute sociali, per capire come si va trasformando il mondo del lavoro. Faranno da guida il vice presidente di Azione cattolica, Giuseppe Notarstefano, il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli e don Walter Magnoni, direttore della Pastorale Sociale lombarda. Al campo parteciperanno anche gli Animatori di comunità del Progetto Policoro, presente nel Lazio in 9 diocesi, con alcuni passaggi dedicati alla progettazione sociale e con la visita ad una esperienza di cooperazione ad Anzio. Un’occasione di confronto e di crescita, anche spirituale, indispensabile per interpretare il nostro tempo, per esercitare il compito della profezia cristiana dinanzi ad un mondo del lavoro. L « «Laudato sia il lavoro» L’ EVENTO QUOTIDIANO ALESSANDRO PAONE Lo zaino per la Gmg Tra oggi e martedì prossimo le ultime partenze dal Lazio per l’appuntamento a Cracovia, dove saranno millecinquecento le ragazze e i ragazzi provenienti dalle diocesi della regione Arrivederci a settembre on questo numero Lazio 7 va in va- canza. È stato un altro anno ricco di notizie, di fatti, di inchieste attraverso i quali ci siamo sforzati di offrire ai nostri let- tori un quadro dell’estrema vivacità della comunità ecclesiale e di un territorio che, troppo spesso, restano, in maniera del tut- to non giustificata, un po’ ai margini del- la comunicazione. Valorizzare questa ric- chezza, senza con questo voler nasconde- re i problemi che continuano a esistere, è ormai da tre anni il nostro impegno, setti- mana dopo settimana. Un impegno che in- tendiamo mantenere e anzi intensificare, al solo fine di rendere un servizio miglio- re ai lettori e alla diocesi che di questa im- presa, unica nel suo genere, piccola ma molto coraggiosa, si sono fatte promotri- ci. Con questo spirito le pagine di Lazio 7 ritorneranno domenica 4 settembre, con la speranza che il loro pubblico possa ulte- riormente crescere, così com’è avvenuto in questi anni trascorsi insieme. A tutti i let- tori i nostri migliori auguri per un’estate serena. La redazione C ai lettori di Lazio7 ALBANO TESTIMONI DI MISERICORDIA a pagina 3 ANAGNI RICORDANDO PIGNALBERI a pagina 4 RAPPORTO LE MAFIE NEL LAZIO a pagina 2 C. CASTELLANA «IL LUNGO VIAGGIO CHE FA CRESCERE» a pagina 5 CIVITAVECCHIA UNA CHIESA SEMPRE APERTA a pagina 6 FROSINONE ADESSO SI PARTE a pagina 7 GAETA «TESTIMONI VERI DELLA SUA PAROLA» a pagina 8 LATINA I GIOVANI E LA SPERANZA a pagina 9 PALESTRINA «EDUCARE ALLA VITA» a pagina 10 PORTO-S. RUFINA PIÙ DI TREMILA AGLI ORATORI ESTIVI a pagina 11 SORA AI PIEDI DELLA VERGINE a pagina 13 TIVOLI DIOCESI IN FESTA PER SAN LORENZO a pagina 14 LAZIO SETTE o sempre saputo che avevo un altro fratello oltre a Pio, Eva e Sa- ra. Oggi mi è venuto prepotentemente alla mente. Ho letto di un pezzo su Facebook che parlava del “prodotto abortivo” e del loro “smal- timento”. Tra le 20 e le 28 settimane il feto passa alla dignità di “pro- dotto abortivo” e addirittura può esser considerato “nato morto” e ha diritto a essere sepolto. Prima no, devono chiederlo i genitori. Carlo, il mio primo fratello, morì nel grembo di mia madre che era di circa 18 settimane. Era purtroppo un “prodotto del concepimento” e sarebbe sta- to incenerito con altro materiale organico. Quando lo dissero a mia ma- dre, lei urlò: “Ma questo è mio figlio!” Capirono che forse voleva pren- dersi cura di quel grumo di cellule che già era un uomo. Mio padre in- terpellò subito un amico avvocato, mentre il personale aveva chiamato una psicologa che cercava di far comprendere a mia madre che alla fi- ne quello non era un vero uomo. La qual cosa la fece imbestialire an- cor di più. Dovettero battere forte i pugni, essere sostenuti dall’avvoca- to per poter avere il diritto di poter seppellire il loro “prodotto del con- cepimento”. A norma di legge, tra l’altro. Gli diedero anche un nome: Carlo. Avevano deciso che fosse maschio. La spuntarono, ma solo dopo cinque mesi di lotte burocratiche. Ogni anno, nel giorno della sua mor- te, andavamo tutti al cimitero per portargli un fiore e poi in chiesa alla Messa, a pregare per lui. “Carlo ci accoglierà nel cielo” ci diceva mia ma- dre accarezzandoci il viso e – immancabilmente – tergendosi la lacri- ma che le rigava il volto. E oggi anch’io ho pianto per lui davanti alla lu- ce fredda di tablet. Mi ha fatto bene. Mi ha dato pace. Francesco Guglietta H NELLE DIOCESI IL FATTO RIETI DUE PROTAGONISTI DELLO SVILUPPO a pagina 12 «Ma anche questo è mio figlio» La casa San Girolamo Domenica, 24 luglio 2016 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 a fine di un campo scuola è spesso segnata dalle lacrime che scendono dal volto dei ragazzi che tornano a casa. Non è la gioia del ritornare dopo una prigionia, ma la tristezza nel cuore perché termina un momento forte, un’esperienza importante. L’emozione è tanta e gioca un ruolo importante. Sant’Ignazio, nel discernimento degli spiriti, prende in seria considerazione le emozioni dicendo di analizzarle alla luce della preghiera e dello Spirito. I campi scuola pensati per i ragazzi delle parrocchie non sono semplicemente degli eventi: sono punto di arrivo di un cammino durato un anno, sono stimolo per quello nuovo, linfa per l’anima. Se, invece, fossero vissuti senza preparazione e senza un dopo diventerebbero degli eventi. Questo termine indica un’esperienza a sé stante, che inizia e finisce, racchiuso in un tempo ben determinato, e si chiude a sé. Per alcune persone i campi scuola, le Gmg o altri eventi ecclesiali sono cose da dover fare e basta, ma c’è il rischio che diventino soltanto bei ricordi che in realtà non lasciano traccia, non portano alcun cambiamento in chi li vive: in questo modo non sono Vangelo che si radica, ma, appunto, eventi da accumulare come fa un collezionista con oggetti preziosi, da mettere nel proprio curriculum o nella bacheca dei ricordi. Questo è un grande rischio per chi vive le Gmg: non sempre le comunità parrocchiali sono attrezzate ad accogliere l’entusiasmo di chi torna da una forte esperienza giovanile, ricca di scambi di idee, desideri, sogni. In modo particolare, il tema della Gmg di quest’anno richiama azioni concrete di misericordia affinché diventino quotidiano personale ed ecclesiale. La sfida ce l’ha lanciata papa Francesco: se ancora non fossimo pronti ad accoglierla per farla diventare realtà è ora di attrezzarci. L

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DI VALENTINO GABRIELE

ancano pochi giornialla tanto attesapartenza. Rileggo il

programma di viaggio,controllo e ricontrollo se cisono tutti i documentiimportanti e come ognigiorno posto le ultime newssulla Gmg di Cracovia. È iltempo degli ultimipreparativi e la valigia èquasi pronta, ma sembrasempre mancare qualcosa.Allora mi fermo un attimo epenso, perché un veropellegrino della Gmg devepreparare bene la propriasacca? Forse perché ilviaggio sarà lungo, o forseperché le difficoltà nonmancheranno e bisognaessere ben equipaggiati.Ogni cosa sembra essereindispensabile peraffrontare questa avventura.Mentre mi affretto asistemare per il meglio ilmio bagaglio,improvvisamente mitornano alla mente le paroledel Vangelo dove Gesù ciinvita a partire “senzaportare borsa, bisaccia, e sandali”. QuelVangelo mi sta chiedendo di nonappesantirmi, di non caricarmi delsuperfluo e di quello che non è necessario,ma di custodire nella mia sacca solol’essenziale, ciò che conta davvero. E allora,che cosa è davvero essenziale per affrontareun viaggio simile? Sicuramente la gioia disapere accogliere i tanti pellegriniprovenienti da tutto il mondo che, comeme e il mio gruppo diocesano, hannoaffrontato un lungo viaggio per ritrovarsiinsieme come fratelli, saperli abbracciare econdividere con loro la bellezza di essereChiesa in ogni angolo del mondo.Immagine di questa gioia saranno i tanticolori delle bandiere di tutto il mondo, lemolteplici canzoni che, con le loro note,invaderanno ogni angolo della città. Eancora, lo stupore, quella capacità dimeravigliarci come bambini dinanzi allaParola di Dio, fonte inesauribile dellanostra fede. E infine, ma non ultima, lapreghiera, quel dialogo a “tu per tu” conLui: incontro speciale da vivere pienamentedurante le visite ad Auschwitz e

Czestochowa, le celebrazioni e le catechesi,i momenti di spiritualità e soprattutto lagrande veglia del sabato e la celebrazioneeucaristica della domenica, che vivremoinsieme a papa Francesco. Ogni giornodella settimana che vivremo insieme aitanti giovani pellegrini sarà una tappafondamentale del nostro pellegrinaggio.Sarà importante nei prossimi giorni sapercamminare bene, dosando le giuste energie,capire quando accelerare e quandorallentare o, addirittura, fermarsi perriposare, fare silenzio e mettersi in ascolto.Cammineremo mano nella mano con inostri compagni di viaggio con i qualicondivideremo ogni momento dellagiornata. Ho deciso: porterò con me solol’essenziale, con la certezza che durantequesto viaggio la mia sacca si riempirà dinuovi tesori, nuove amicizie e legami,un’esperienza che sarà unica e irripetibile.Poi, però, mi sovviene che si parte certo, masi parte sapendo di tornare e che il viaggionon sarà a senso unico: tutto l’itinerario èun grande giro del mondo. Così mentrecontinuo a riempire lo zaino mi rendo

conto che sarà lo stesso zaino chequotidianamente mi accompagnaquando mi muovo nei miei itinerariabituali tra la casa e la parrocchia,l’università e i momenti di libertà con gliamici. Come racconterò questo vissuto,cosa trasparirà da questo zaino? I segni, isimboli e i colori parleranno da soli ecerto mi aiuteranno a essere essenzialeanche nell’annunciare il Vangelo.Tornando dalla Polonia riporterò anche ilsenso della fede e le modalità espressive diquella carità che sperimenteremo nellefamiglie. Mi porterò il dolore della storia,vissuto ancora ben presente in quelle stessefamiglie che hanno un ricordo vivo dellaseconda guerra mondiale e delle atrocitàdei campi di concentramento. Mi porteròanche la bellezza della eroicità e dellasantità di tanti uomini e donne polacchi.Mi viene in mente il cammino di Emmaus,quel cammino in cui i due discepoli, dopo igiorni dell’annuncio, della passione e dellamorte, nonostante la promessa dellarisurrezione, non avevano ben chiaro cosafosse successo e come il Signore sia stato

accanto a loro lungo la via. Solo laconoscenza della Parola raccontata cometestimonianza attuale, incarnata nellastoria, ha reso possibile avvertirla comeviva. A volte noi viviamo gli eventi congrande euforia e poi questi ci lasciano ladelusione di un cammino interrotto. Invecela Gmg continua anche dopo, quandotornati a casa sapremo vivere l’entusiasmodel primo momento e sapremo gustare lagioia della condivisione. Ecco, allora partiròcosì, sapendo che il mio cammino è piùlungo di quanto mi aspetti e che nel miocammino non sarò solo, ma Gesùcammina con me e con gli altri 1500pellegrini del Lazio.

M

audato sia illavoro» è il titolodel Campo

Nazionale delMovimento Lavoratori diAzione Cattolica chequest’anno si terrà nelLazio, ad Ariccia, pressola Casa San Girolamo deiPadri Somaschi, dal 17 al21 agosto, ed avrà pertema una verifica del“jobs act” ad un annodalla sua promulgazione,fatta alla luce dell’ecologia integraledella Laudato Si’, in continuità collavoro avviato nel campo nazionaledello scorso anno. A questo percorsodi approfondimento si accompagneràun’analisi della quarta rivoluzioneindustriale e delle sue ricadute sociali,per capire come si va trasformando ilmondo del lavoro. Faranno da guida

il vice presidente diAzione cattolica,Giuseppe Notarstefano,il segretario nazionaledella Fim Cisl, MarcoBentivogli e don WalterMagnoni, direttore dellaPastorale Socialelombarda. Al campoparteciperanno anche gliAnimatori di comunitàdel Progetto Policoro,presente nel Lazio in 9diocesi, con alcuni

passaggi dedicati alla progettazionesociale e con la visita ad unaesperienza di cooperazione ad Anzio.Un’occasione di confronto e dicrescita, anche spirituale,indispensabile per interpretare ilnostro tempo, per esercitare ilcompito della profezia cristianadinanzi ad un mondo del lavoro.

L««Laudato sia il lavoro»

L’EVENTOQUOTIDIANO

ALESSANDRO PAONE

Lo zaino per la GmgTra oggi e martedì prossimo le ultime partenze dal Lazio per l’appuntamento a Cracovia,dove saranno millecinquecento le ragazze e i ragazzi provenienti dalle diocesi della regione

Arrivederci a settembre on questo numero Lazio 7 va in va-canza. È stato un altro anno ricco di

notizie, di fatti, di inchieste attraverso iquali ci siamo sforzati di offrire ai nostri let-tori un quadro dell’estrema vivacità dellacomunità ecclesiale e di un territorio che,troppo spesso, restano, in maniera del tut-to non giustificata, un po’ ai margini del-la comunicazione. Valorizzare questa ric-chezza, senza con questo voler nasconde-re i problemi che continuano a esistere, èormai da tre anni il nostro impegno, setti-mana dopo settimana. Un impegno che in-tendiamo mantenere e anzi intensificare,al solo fine di rendere un servizio miglio-re ai lettori e alla diocesi che di questa im-presa, unica nel suo genere, piccola mamolto coraggiosa, si sono fatte promotri-ci. Con questo spirito le pagine di Lazio 7ritorneranno domenica 4 settembre, con lasperanza che il loro pubblico possa ulte-riormente crescere, così com’è avvenuto inquesti anni trascorsi insieme. A tutti i let-tori i nostri migliori auguri per un’estateserena.

La redazione

C

ai lettori di Lazio7

◆ ALBANOTESTIMONIDI MISERICORDIA

a pagina 3

◆ ANAGNIRICORDANDOPIGNALBERI

a pagina 4

◆ RAPPORTOLE MAFIENEL LAZIO

a pagina 2

◆ C. CASTELLANA«IL LUNGO VIAGGIOCHE FA CRESCERE»

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAUNA CHIESA SEMPRE APERTA

a pagina 6

◆ FROSINONEADESSOSI PARTE

a pagina 7

◆ GAETA«TESTIMONI VERIDELLA SUA PAROLA»

a pagina 8

◆ LATINAI GIOVANIE LA SPERANZA

a pagina 9

◆ PALESTRINA«EDUCAREALLA VITA»

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINAPIÙ DI TREMILAAGLI ORATORI ESTIVI

a pagina 11

◆ SORAAI PIEDIDELLA VERGINE

a pagina 13

◆ TIVOLIDIOCESI IN FESTAPER SAN LORENZO

a pagina 14

LAZIOSETTE

o sempre saputo che avevo un altro fratello oltre a Pio, Eva e Sa-ra. Oggi mi è venuto prepotentemente alla mente. Ho letto di un

pezzo su Facebook che parlava del “prodotto abortivo” e del loro “smal-timento”. Tra le 20 e le 28 settimane il feto passa alla dignità di “pro-dotto abortivo” e addirittura può esser considerato “nato morto” e hadiritto a essere sepolto. Prima no, devono chiederlo i genitori. Carlo, ilmio primo fratello, morì nel grembo di mia madre che era di circa 18settimane. Era purtroppo un “prodotto del concepimento” e sarebbe sta-to incenerito con altro materiale organico. Quando lo dissero a mia ma-dre, lei urlò: “Ma questo è mio figlio!” Capirono che forse voleva pren-dersi cura di quel grumo di cellule che già era un uomo. Mio padre in-terpellò subito un amico avvocato, mentre il personale aveva chiamatouna psicologa che cercava di far comprendere a mia madre che alla fi-ne quello non era un vero uomo. La qual cosa la fece imbestialire an-cor di più. Dovettero battere forte i pugni, essere sostenuti dall’avvoca-to per poter avere il diritto di poter seppellire il loro “prodotto del con-cepimento”. A norma di legge, tra l’altro. Gli diedero anche un nome:Carlo. Avevano deciso che fosse maschio. La spuntarono, ma solo dopocinque mesi di lotte burocratiche. Ogni anno, nel giorno della sua mor-te, andavamo tutti al cimitero per portargli un fiore e poi in chiesa allaMessa, a pregare per lui. “Carlo ci accoglierà nel cielo” ci diceva mia ma-dre accarezzandoci il viso e – immancabilmente – tergendosi la lacri-ma che le rigava il volto. E oggi anch’io ho pianto per lui davanti alla lu-ce fredda di tablet. Mi ha fatto bene. Mi ha dato pace.

Francesco Guglietta

H

NELLE DIOCESIIL FATTO

◆ RIETIDUE PROTAGONISTIDELLO SVILUPPO

a pagina 12

«Ma anche questo è mio figlio»

La casa San Girolamo

Domenica, 24 luglio 2016

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

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DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

a fine di un campo scuola èspesso segnata dalle lacrime chescendono dal volto dei ragazzi

che tornano a casa. Non è la gioiadel ritornare dopo una prigionia, mala tristezza nel cuore perché terminaun momento forte, un’esperienzaimportante. L’emozione è tanta egioca un ruolo importante.Sant’Ignazio, nel discernimento deglispiriti, prende in seriaconsiderazione le emozioni dicendodi analizzarle alla luce dellapreghiera e dello Spirito. I campiscuola pensati per i ragazzi delleparrocchie non sono semplicementedegli eventi: sono punto di arrivo diun cammino durato un anno, sonostimolo per quello nuovo, linfa perl’anima. Se, invece, fossero vissutisenza preparazione e senza un dopodiventerebbero degli eventi. Questotermine indica un’esperienza a séstante, che inizia e finisce, racchiusoin un tempo ben determinato, e sichiude a sé. Per alcune persone icampi scuola, le Gmg o altri eventiecclesiali sono cose da dover fare ebasta, ma c’è il rischio che diventinosoltanto bei ricordi che in realtà nonlasciano traccia, non portano alcuncambiamento in chi li vive: in questomodo non sono Vangelo che siradica, ma, appunto, eventi daaccumulare come fa un collezionistacon oggetti preziosi, da mettere nelproprio curriculum o nella bachecadei ricordi. Questo è un granderischio per chi vive le Gmg: nonsempre le comunità parrocchialisono attrezzate ad accoglierel’entusiasmo di chi torna da unaforte esperienza giovanile, ricca discambi di idee, desideri, sogni. Inmodo particolare, il tema della Gmgdi quest’anno richiama azioniconcrete di misericordia affinchédiventino quotidiano personale edecclesiale. La sfida ce l’ha lanciatapapa Francesco: se ancora nonfossimo pronti ad accoglierla perfarla diventare realtà è ora diattrezzarci.

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TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

DI ANDREA FIASCO

rrivando a Ferentino, in provincia diFrosinone, ci si accorge subito di essereai piedi di una possente roccaforte, che

dall’alto della sua acropoli, dove si erge ilduomo, si dilata verso Alatri e a picco sullavalle del Sacco–Liri. Su una propaggine,affacciata proprio su questo versante, si ergeimponente la terza tappa del nostro viaggioalla scoperta dei gioielli artistici delle Diocesidel Lazio, la Chiesa abbaziale di Santa MariaMaggiore. Si tratta di una delle prime in stilegotico cistercense costruite nel Lazio,insieme a Casamari e Fossanova. Guardandola facciata non passa inosservato l’ingressotrecentesco, decorato con marmi antichipresi dal vicino teatro romano dell’anticaFerentinum, in queste settimane oggetto diuna nuova campagna di indaginiarcheologiche. Sopra si staglia imponente il

A

Pellegrini per otto giorni sulla «terra dei cammini»

artedì mattina prenderà il via, con par-tenze in contemporanea da Monte-

cassino e da Rieti, «La Terra dei Cammini»,progetto regionale focalizzato sui Camminidi fede, anche in chiave turistica di promo-zione e valorizzazione del territorio, che dasecoli i pellegrini di tutta Europa e Orientepercorrono per giungere a Roma attraver-sando il Lazio.Le Camere di Commercio di Frosinone e Rie-ti, unitamente al sistema camerale del Lazio,alla Regione Lazio, alla Fidal, al Cai e a SlowFood, promuovono un Cammino che partecontemporaneamente da Montecassino e Rie-ti per congiungersi a Monterotondo ed arri-vare a Roma lungo la Via di San Benedetto. Si

tratta di «un evento di promozione del patri-monio storico, culturale, naturalistico ed e-nogastronomico di tutto il Lazio», come han-no spiegato gli organizzatori.Si può partecipare percorrendo le varie tap-pe a piedi, in bicicletta o a cavallo, alla sco-perta del patrimonio storico, culturale, natu-ralistico ed enogastronomico di tutte le cittàattraversate, nonché la visita alle principaliAbbazie fondate dall’ordine benedettino e si-tuate lungo il Cammino di San Benedetto eSan Francesco.Per quanti partiranno dalla Abbazia di Mon-tecassino, vero e proprio epicentro della spi-ritualità benedettina, il Cammino di San Be-nedetto – circa 170 kilometri, in 9 tappe –prevede le visite alle principali Abbazie lega-te all’esperienza monastica ispirata alla Regoladi Benedetto: l’abbazia di San Domenico aSora, l’Abbazia di Casamari a Veroli, la Cer-tosa di Trisulti a Collepardo, la Badia di SanSebastiano ad Alatri, il Monastero di San Be-nedetto di Subiaco con la visita al Sacro Spe-

co e tante altre ancora. Si passerà per i ter-ritori di Cassino (Montecassino), Villa SantaLucia, Piedimonte San Germano, Aquino, Ca-strocielo, Roccasecca, Santopadre, Arpino,Sora, Isola del Liri, Castelliri, Monte San Gio-vanni Campano, Casamari, Veroli, Alatri, Col-lepardo, Vico nel Lazio, Guarcino, Trevi nelLazio, Altipiani di Arcinazzo, Subiaco, Mon-terotondo e Roma.Partendo da Rieti, invece, appuntamento pres-so la Cattedrale di Santa Maria, accanto al mo-numento a san Francesco, per proseguire perle 8 tappe che porteranno i pellegrini lungoil Cammino di Francesco, attraversando la Rie-ti medievale, con i suoi palazzi e le sue chie-se, con visite ai santuari francescani di Grec-cio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Co-lombo oltre che alla villa romana Villa D’As-sio ed altri luoghi di interesse. I comuni at-traversati saranno: Rieti, Contigliano, Greccio,Colli sul Velino, Rivodutri, Poggio Bustone,Cantalice, Torricella in Sabina, Poggio San Lo-renzo, Monteleone Sabino, Poggio Moiano,

Scandriglia, fino a Monterotondo e Roma.A livello logistico segnaliamo che sono previ-ste sia l’assistenza che le guide lungo i vari per-corsi, sono numerose le strutture convenzio-nate che hanno aderito al progetto ed ospi-teranno i partecipanti con delle tariffe age-volate per il ristoro ( 15 pasto completo) e peril pernottamento ( 20 a notte).La partecipazione è del tutto gratuita ma permotivi organizzativi è necessario iscriversi –ad una o più tappe – compilando e inviandola scheda di adesione che trovate on–line sulsito dell’Azienda Speciale della Camera diCommercio www.aspiin.it o sulla fan pagewww.facebook.com/laterradeicammini, op-pure potete scrivere anche a [email protected] maggiori informazioni: Valentina cell.335.8756674 (per la provincia di Frosinone)oppure 0746/201364–5, 348/1204421 e la e-mail [email protected] (per coloro chepartiranno da Rieti).

Roberta Ceccarelli

M

Sul Lazio i tentacoli della «piovra»

Nasce un modello di servizisociali e sanitari aperto al privato sociale e più attento ai bisogni delle persone fragili ed emarginate Monsignor Feroci (Caritas): «Un provvedimento chepone al centro la personaquale titolare di dirittifondamentali: la salute,l’alloggio, l’integrazionesociale e lavorativa, il diritto allo studio»

l Consiglio regionale del Lazio ha approvato il15 luglio scorso la proposta di legge n. 88 del

2013 “Sistema integrato degli interventi e deiservizi sociali”. Obiettivo della riforma èdefinire un modello di welfare regionale piùaperto alla partecipazione dei soggetti pubblicie privati che operano nel sociale; più efficienteed efficace sotto il profilo dellaprogrammazione, dell’organizzazione e dellagestione dei servizi; più attento ai bisogni dellepersone più deboli e fragili sia dal punto divista sociale che sanitario. Il Lazio potrà cosìcontare su un welfare “plurale”, con un sistemaallargato di governo basato sulla gestione deiservizi da parte dei comuni in forma associata.Terzo settore, associazionismo, cooperazione eimpresa sociale saranno chiamati ad unapartecipazione sistematica alla definizionedegli interventi per promuovere laprogettualità e l’innovazione sociale. Strumento privilegiato della programmazione

I delle politiche sociali sul territorio del Laziosarà il Piano sociale regionale. Nascerà inoltre ilSistema informativo dei servizi sociali dellaRegione (Siss). Prevista, poi, una serie distrumenti per garantire la qualità degliinterventi e dei servizi.«Finalmente anche la Regione Lazio ha unalegge che regolamenta le politiche sociali, unprovvedimento che pone al centro la Personaquale titolare di diritti fondamentali aprescindere dalla cittadinanza, dal motivo dipresenza nel territorio, dall’età e dallaregolarità della residenza». Ha commentato ildirettore della Caritas di Roma, monsignorEnrico Feroci. Per il sacerdote «si tratta di unastruttura normativa con la quale sarà possibilerealizzare politiche sociali e sanitarie cheeliminino la divisione dei beneficiari incategorie, ma che riconoscano come diritti pertutti la cura, l’alloggio, l’integrazione sociale elavorativa, il diritto allo studio».

DI MIRKO GIUSTINI

ino a qualche anno fa eraimpensabile usare le parole “mafia” e“Roma” nella stessa frase. Eppure già

nel 1955 Manlio Cancogni, con unaceleberrima inchiesta pubblicatasull’Espresso, aveva messo in discussioneil presunto primato morale della Cittàeterna. A distanza di sessantuno anni lapresa di coscienza del fenomeno mafiosonella Capitale è maggiore. Lo prova lapubblicazione del secondo rapporto

“Mafie nel Lazio”. Secondo il documentostilato dall’Osservatorio per la sicurezza ela legalità della Regione Lazio, sono 92 leorganizzazioni criminali presenti sulterritorio laziale. Di queste, 70 operanonelle zone di Roma e provincia. Rispettoal 2015 si è registrato un aumento. Sitratta di “famiglie” o consorterie,organizzate in associazioni. I reaticommessi hanno come movente ilconsolidamento degli affari e sonoaggravati dal metodo mafioso. Le areeeconomiche preferite sono il narcotraffico,l’usura, le estorsioni e il riciclaggio.Inoltre, i clan occupano fette del mercatoimmobiliare e del gioco d’azzardo,arrivando a condizionareanche il ramo del turismo,con infiltrazioni nel settorealberghiero e balneare. Lemeno conosciute sono lemafie stanziate fuori Roma.Nella provincia di Latinasono stati individuati 27clan, 11 dei quali guidati daboss affiliati alla mafiacampana. Il questore diLatina, Giuseppe De Matteis,ha individuato alcune zonedi influenza: Formia e Gaeta,dove operano i Casalesi;Fondi, Aprilia e Cisterna,coperte dalla ‘ndrangheta; eLatina, dove insiste il clanCiarelli–Di Silvio, collegato iCasamonica. Alla guida deiCiarelli–Di Silvio c’èCostantino Di Silvio, dettoCha–Cha e Gianluca Tuma,

Fentrambi pregiudicati. Le attivitàmalavitose di Fondi sono riconducibili alclan Tripodo, gruppo evolutosi dai figli diDomenico Tripodo, Antonino Venanzio eCarmelo. Ad Aprilia si attesta la presenzadei Casalesi, scoperta avvenuta durante leinchieste che hanno colpito il clanNoviello, operativo anche tra Nettuno eAnzio. Oltre a loro, ad Aprilia risultasignificativa anche la presenza della‘ndrangheta nelle persone degli affiliatidel clan Alvaro. La provincia di Frosinoneè interessata dalla presenza diorganizzazioni camorristiche. Gliinsediamenti più significativi si registranonel cassinate, zona controllata daiCasalesi. Qui sono presenti consorteriecriminali, originariamente ex nomadi e datempo stanziali, come i già citati Di Silvioe gli Spada, dediti al traffico e allo spacciodi stupefacenti e all’usura. Frosinoneinteressa i camorristi per la vicinanza deiterritori da loro direttamente controllati eper lo scarso radicamento della criminalitàlocale. Nella città di Cassino opera da anniGennaro De Angelis, arrestato perassociazione a delinquere di stampocamorristico, poi condannato solo per ildelitto di associazione a delinqueresemplice. Attualmente è detenuto agliarresti domiciliari per intestazione fittiziadi beni, con l’aggravante delle modalitàmafiose. Luigi Zonfrilli è l’altropersonaggio di spicco nell’area. ALadispoli, il 16 febbraio scorso, laDirezione investigativa antimafia di Romaha posto sotto sequestro i beni di PatrizioMassaria, Angelo Lombardi, GiuseppeD’Alpino, Carlo Risso e FrancescoNaseddu, tutti residenti nella cittadina.Sono stati ritenuti responsabili dellagestione di patrimoni riconducibili ad unsistema di usura.

Dopo Roma, sul cui territoriosono presenti 70 organizzazionicriminali, le province con piùinfiltrazioni da parte di clan di stampo camorristico sono quelle di Latina e Frosinone

Il secondo rapporto dall’Osservatorio per lasicurezza e la legalità della Regione denunciaun aumento della presenza delle mafie

La Regione approva il nuovo Sistema integrato del welfare

A Fiano Romano la chiusura di «Scrigni» on lo spettacolo «Inviloop», scritto, diretto einterpretato da Daniele Parisi, si chiude a Fiano

Romano la rassegna «Scrigni», che da mercoledì scorsoè ritornata per la sua sesta edizione sulla terrazza delCastello Ducale. Appuntamento estivo ormaiimperdibile per performer, danzatori e attori e pertutti gli appassionati di musica, danza contemporaneae teatro, anche quest’anno «Scrigni» ha volutoproporsi non solo come un festival, ma come luogo diricerca, di condivisione e di formazione, con decine didanzatori, performer e attori arrivati per partecipare aworkshop di danza o teatro per professionisti, semi-professionisti e per chiunque voglia sperimentare lasua creatività. Anche quest’anno alcuni deipartecipanti ai workshop prenderanno parte aglispettacoli finali di «Scrigni». (G.D.L.)

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la rassegna

I partecipanti partiranno da Montecassino e Rietiper raggiungere Roma sulle orme di san Benedetto e san Francesco

rosone a dodici raggi, che richiama idiscepoli del Cristo. La facciata riserva altresorprese. Non solo un buffo ritratto diFederico II e sua madre Costanza d’Altavilla,che sicuramente elargirono somme per ilrestauro dell’edificio, ma anche una lapidecon l’iscrizione di Sant’Ambrogio Martire,patrono della città e della Diocesi, i cui restiun tempo qui conservati oggi sono collocatinel Duomo in cima all’acropoli.Chi entra nella chiesa si accorge diquell’atmosfera così carica di un medioevopassato, le cui storie, qui come anche in altriluoghi, sono ricche di ombre, tensioni,contraddizioni. Eppure Santa MariaMaggiore riesce ad essere, con le sue perfettelinee architettoniche, i suoi pilastri, la suapietra, ancora più bella delle sue sorelleciociare e pontine. Una delle ricchezze di questo luogo èproprio la commistione fra l’architettura

cistercense e quella romanica, chemiscelandosi e fondendosi danno vita ad uneclettismo di forme e giochi di linee davveroseducente. Eppure il culto cristiano in questoluogo non inizia dopo il Mille anzi, scavieffettuati nel corso del Novecento hannotestimoniato tracce di una frequentazionecristiana fin dal IV–V secolo. Fra la nuda e austera pietra fa capolino unaffresco duecentesco di fatturabizantineggiante raffigurante la Madonnadelle Grazie che regge in grembo il bambinoGesù e con la mano sinistra stringe ilvangelo. Altro tesoro nascosto di un luogopieno di autentica misticità. Santa Maria Maggiore sembra non finire distupire, con questo paesaggio dei Lepini chesi schiude intorno ad essa, con il tramontoche sbatte sulla facciata d’ingresso, quasipreda di un incantesimo che non la fainvecchiare, mentre tutto intorno ad essa si

sgretola, perfino ilcemento armatodella casa di fronte. Qui forse passò LuigiVII, Re di Francia, diritorno dalladisastrosa crociataindetta da EugenioIII e da San Bernardoda Chiaravalle, chedimorò nel caldoscrigno cistercensedella città. Chissàmagari custodendogelosamente il Sacro Lenzuolo dellaPassione.Fra storia e mito, in questo pezzo diCiociaria solcata da due città belle come ilsole come Alatri e Ferentino ancora unavolta il Lazio antico con le sue opere e i suoiterrazzamenti fatti di mura poligonali ci

A Ferentino, il Medioevo che non ti aspetti

rammenta che senza la sua esistenza ildivenire seguente, sociale, artistico, religioso,non sarebbe stato probo. Anche secambiarono i fattori in campo, learchitetture, le committenze, la nuda pietrasvela ancora il passato più lontano maanche più vicino.

L’interno della chiesa abbaziale di Santa Maria Maggiore a Ferentino

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 24 luglio 2016

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Ci sono cinquecento animatori dislocati tra la periferia della capitale, la campagnae il mare in parrocchie e strutture religiose per una crescente richiesta di accoglienza

Un gruppo in gita

Tremila negli oratori estivi

San Giacinto, martire di Porto a memoria di san Giacinto è attestata u-nanimemente dai più antichi martirolo-

gi. La memoria è riportata il 27 luglio anchenelle due ultime edizioni del calendario pro-prio della diocesi di Porto-Santa Rufina, quel-la del 1917 e quella del 1964. San Giacintoconseguì la palma del martirio a Porto, nonsappiamo se verso il 100 o il 200. Portato daLussorio al conte Leonzio fu interrogato enon volendo tradire Cristo fu condannato amorte. Prima gettato nel fuoco e poi nel-l’acqua, fu infine colpito con la spada. Giu-lia, una donna nobile e religiosa, raccolse lesue spoglie e gli diede degna sepoltura.

Roberto Leoni

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DI SIMONE CIAMPANELLA

iù di 3000 iscritti con circa 500animatori. Sono dati che mostranomeglio di ogni discorso l’impegno

delle parrocchie e delle strutture religiosenell’accoglienza dei bambini e dei ragazzidurante l’estate.Possono essere GrEst, oratori estivi ocampi scout. Differenti possibilità chericalcano le caratteristiche delle comunità.Ma tutte accomunate dal desiderio diessere presenti attivamente nel territorio.La durata varia e anche di molto. Quasitutte le parrocchie organizzano almenouna settimana di oratorio estivo, lamaggior parte lo mantiene per un mese,in alcuni casi si riesce a tenerlo apertofino all’inizio della scuola. La differenzadi queste offerte non va ricercata in unacapacità organizzativa più o meno abile,ma risente dei differenti contesti sociali edeconomici. Alla periferia di Romal’oratorio estivo può convivere in mezzoad altre risorse. In altre zone invecel’attività parrocchiale è l’unica chepermette la socializzazione e la vita dicomunità. In questo caso i locali dellachiesa diventano la “piazza” dove ci siriunisce per passare insieme tutta lagiornata.C’è da dire che negli ultimi anni è statoregistrato un boom delle iniziative estive.Oltre a ragioni generali, a Porto–SantaRufina questa tendenza è legata alcambiamento sociale che caratterizza ilterritorio. C’è il caso delle giovani famigliearrivate nei nuovi quartieri. Spesso questenuove coppie sono distanti dalle lorofamiglie d’origine e difficilmente possonoessere aiutate da loro nella gestione deifigli durante le vacanze scolastiche. A

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questo aspetto si unisce poi l’impegnolavorativo che coinvolge entrambi igenitori. Non vanno però escluse lefragilità di molti nuclei familiari chevivono esperienze di separazioni odivorzi, con il singolo genitore non ingrado di occuparsi da solo dei figli.Ma la diffusione dei GrEst non rispondesolo alla crescente richiesta di accoglienza.Le comunità sono impegnate a potenziarliperché si sono rivelati un potentestrumento educativo rivolto ai giovanianimatori. Tra di essi c’è sempre lapresenza attiva del parroco aiutato da ungruppo di adulti, spesso mamme e papà,che si affianca e coordina il gruppo deipiù giovani. Così, ragionando insieme eprogettando le attività, gli adultitrasmettono ai ragazzi capacitàorganizzativa e senso di responsabilitàverso i più piccoli. Peraltro nulla èimprovvisato. Non sono rari i percorsi diformazione proposti durante l’anno, e inogni caso gli educatori sono per lamaggior parte gli stessi che animanol’oratorio da settembre a maggio.È una strada educativa importante, che

dopo anni mostra risultati significativi. Indifferenti casi molti dei ragazzi, coinvoltidai loro amici nel prestare servizio neiGrEst, hanno iniziato a frequentare laparrocchia o ci tornano dopo un periododi distanza.Accanto a questi elementi positivi ne vasottolineato anche uno critico, che parrocie responsabili indicano indistintamente:l’impossibilità di accettare tutte leiscrizioni per mancanza di spazi e per unnumero insufficiente di persone adisposizione. È vero che ci sono altrisoggetti che propongono attività estive,ma le rette sono spesso proibitive el’ambiente parrocchiale è preferitorispetto ad altri.Questa difficoltà dice anche la mancanzadi luoghi e di iniziative rivolti allacondivisione e all’incontro nelle zonedecentrate e nei quartieri, soprattutto per igiovani. Nel limite delle loro possibilitàfisiologiche le parrocchie sopperisconocon impegno e disponibilità a questaassenza, ma non basta.La Chiesa continuerà a garantire i percorsieducativi che da sempre

contraddistinguono la sua presenza tra lagente, tuttavia è necessaria un’azionecondivisa che permetta a bambini, ragazzie giovani adulti di crescere in città che nestimolino la formazione culturale efavoriscano le buone relazioni.

DI GINO REALI *

ari fratelli e sorelle,l’esperienza dell’Anno Santo chestiamo vivendo ci fa vedere quan-

to grande sia l’attesa per la Misericordiadel Signore. Il passaggio attraverso la por-ta santa della gente che riempì la cattedraledei Sacri Cuori di Gesù e Maria il 12 di-cembre, ha avviato un pellegrinaggio con-tinuo e diffuso sul territorio, sempre piùconsistente. Ci sorprende questa parteci-pazione e tutti avvertiamo il Giubileo co-me una grande benedizione. Abbiamo ca-pito che l’intuizione di papa Francesco èun dono di grazia per la Chiesa ma ancheun progetto da portare avanti. Si trattacioè di impegnarci singolarmente e in-sieme a vivere l’amore gratuito di Dio,nella nostra vita e nelle relazioni con glialtri. E proprio partendo da questo lega-me, che ci rende comunità, scopriamo inostri differenti carismi come tessere ne-cessarie per costruire il mosaico dellaChiesa, tutte bisognose le une delle altre.Solo uniti, perché figli di una stessa ma-dre, possiamo davvero rispondere alle dif-ficoltà e alle speranze del nostro territo-rio: dalle famiglie ferite e in difficoltà, chehanno bisogno di accoglienza e percorsiveri di amicizia e sostegno, alla concretatestimonianza evangelica nelle nostrecittà, all’attenzione operosa alle tante for-me di fragilità presenti sul nostro territo-rio. Perciò la nostra prossima assembleadiocesana, che terremo nei giorni 23 e 24settembre, si fermerà ancora sulla Miseri-cordia, approfondita come l’atteggia-mento del cristiano che orienta ogni suascelta. Ci prepareremo a questa nuova e-sperienza ecclesiale con il pellegrinaggiodiocesano al santuario mariano di Ceri,che si terrà il 10 settembre. Poi affidere-mo le idee e le proposte che verranno fuo-ri dai lavori assembleari all’intercessionedel nostro patrono sant’Ippolito, ritro-vandoci a Fiumicino sulle rovine della suaantica basilica il prossimo 5 ottobre. Lapreghiera sulla tomba del primo vescovodella nostra Chiesa avvierà l’ultimo trat-to del nostro cammino giubilare che con-cluderemo con il pellegrinaggio diocesa-no alla tomba di San Pietro, nel mese diottobre, e con la solenne chiusura dellaporta santa in cattedrale, nel mese di no-vembre.Desidero ancora rivolgere a tutti voi un sa-luto e un ringraziamento. Sento di dirviancora che ho percepito, nel tempo del-la malattia, l’affetto della Chiesa che il Si-gnore mi ha affidato. Le preghiere, gli in-contri e i messaggi che ho ricevuto mihanno sostenuto e mi accompagnanoin questo tratto del percorso, che mi sem-bra più deciso verso la guarigione. Vi rin-grazio e vi auguro di trovare nel perio-do estivo qualche giorno di serenità e diriposo del corpo e dello spirito. Affidoognuno di voi alla Vergine e prego la Ma-dre della Consolazione di essere parti-colarmente vicina a quanti soffrono, aipoveri, ai malati, agli anziani e alle per-sone sole.

* vescovo

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DI FULVIO LUCIDI

i è conclusa domenica scorsa lafesta patronale nella parrocchiadi Santa Maria del Carmelo a

Santa Marinella. Ed è stato il vescovoReali nella Messa conclusiva araccogliere i fili della bella Settimanadella Misericordia organizzata dallacomunità.Nel territorio del comune litoraneosono presenti molte strutturereligiose. Il parroco padre Emidio DiBerardino e la sua comunità,consapevoli di questa ricchezza,hanno deciso di dedicare ogni giornodella settimana a un diverso carismapresente nella parrocchia. Un modoper rispondere all’invito del vescovodi approfondire l’Anno Santo conl’attenzione ai più fragili. Così oltrealla celebrazione e all’adorazioneeucaristica quotidiane le religiosehanno offerto la loro testimonianzadi incontro con gli anziani, i malati ei bambini.Per il 17 la parrocchia ha preparatouna vera e propria porta dellaMisericordia. E l’orgoglio è statogrande quando con gioia l’hannomostrata a monsignor Reali, cheancora in convalescenza ha deciso diessere presente.Il vescovo nell’omelia ha volutocaratterizzare Santa Marinella comeuna città dell’accoglienza, una cittàche attraverso l’operato dellereligiose impara ogni giorno aconoscere il suo prossimo. «Avetescelto la parte migliore come Maria»,dice il vescovo riferendosi alracconto delle sorelle Marta e Mariache ricevono la visita di Gesù. «È laparte dell’accoglienza per i piùfragili, che sono il cuore delVangelo».La celebrazione si è svolta nell’ampiogiardino della Chiesa con una grandepartecipazione. Al termine tuttihanno attraversato la porta santa.

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Roma.Composizione delle giunte: capitolina e dei municipieguono le composizioni delle giuntedel comune di Roma e dei municipiche interessano il territorio di Porto–

Santa Rufina. Al momento in cui si scrivenon sono stati ancora definiti gliassessori del municipio XIV di cui siindica solo il presidente.Campidoglio: Virginia Raggi (sindaco),Daniele Frongia (Vice sindaco – Qualitàdella vita, Accessibilità, Sport e Politichegiovanili), Laura Baldassarre (Persona,Scuola e Comunità solidale), PaoloBerdini (Urbanistica e infrastrutture),Luca Bergamo (Crescita culturale), FlaviaMarzano (Roma semplice), Linda Meleo(Città in movimento), Adriano Meloni(Sviluppo economico, Turismo e Lavoro),Marcello Minenna (Bilancio, Patrimonioe riorganizzazione delle partecipate),Paola Muraro (Sostenibilità ambientale).Muncipio XI: Mario Torelli (presidente),Cettina Caruso (vicepresidente –

Politiche della Scuola,Cultura, Sport); StefanoLucidi (Politiche delPatrimonio – Mobilità),Piera Teresa PetrellaTirone (Bilancio–Legalità), GiacomoGiujusa (PoliticheAmbientali – LavoriPubblici), MarinaVoudouri (Politiche Sociali –Integrazione), Luca Ernesto Mellina(Politiche dell’Urbanistica – Ediliziascolastica).Municipio XII: Silvia Crescimano(presidente), Valeria Allegro (vicepresidente – Politiche ambientali, delverde, dei rifiuti, del risanamentoambientale, del decoro urbano.Personale). Fabiana Tomassi (Politicheeducative e scolastiche, culturali einterculturali, sportive e del benessere),

Monica Rossi (Politichesociali e delle pariopportunità), ValerioMaria Vacchini (Politichedel commercio, dellasicurezza, della legalità edella protezione civile.Bilancio), ValerioAndronico (Politiche deilavori pubblici,

trasformazione urbana. Politiche delpatrimonio)Municipio XIII: Giuseppina Castagnetta(presidente), Maria Rosaria Rizzi(Politiche dei Lavori Pubblici edell’Urbanistica), Marco Vannutelli(Politiche del Commercio, SviluppoLocale e Turismo), Nicola Ferrigni(Politiche Sociali, Sanitarie e PariOpportunità), Francesca Cajani (Politichedell’Ambiente, del Decoro Urbano,Mobilità e Trasporti), Alessio Di Ganci

(Bilancio, Patrimonio, Risorse Umane,Trasparenza Amministrativa)Municipio XIV: Alfredo Campagna(presidente), giunta non costituitaMuncipio XV: Stefano Simonelli(presidente) (delegato a scuola, sport,personale, sicurezza, decentramento, Ict,tutela animali), Alessia Vivaldi (Vicepresidente – Commercio, Artigianato eAttività Produttive, Cultura e Turismo),Paola Chiovelli (Politiche Sociali ePolitiche Giovanili, Sostegno Sociale e `Sussidiarietà, Sanità e Pari Opportunità,politiche per il benessere della persona),Claudio Bollini (Periferie, LavoriPubblici, Trasformazione Urbana,Trasporti e Mobilità), PasqualeAnnunziata (Ambiente, Decoro Urbano eDissesto idrogeologico), Andrea PaganoMariano (Bilancio, Patrimonio,Semplificazione e Trasparenza)

Gianni Candido

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memoria liturgica

Camminaresu sentieridi misericordia

il segno.Al Carmeloper la Settimanadella Misericordia

Un potente strumento educativoche crea fraternità con i più piccolie stimola la capacità organizzativae la responsabilità nei giovanirispondendo a lacune nel territorio

Due ori per Sara Scalbial mondiale di DublinoLa ventottenne cresceall’Ippon Ken Karatecon il maestro Latorre

Due medaglie d’oro per Sara Scalbi, chea Dublino si è laureata campionessa delmondo di karate. La ventottenne diCasalotti, periferia nord di Roma, si èconfermata migliore karateka nellaprova di combattimento (kumite), chel’aveva già vista vincente nell’edizionedel 2013, e ora anche nella specialitàdelle forme (kata). Sempre nelcombattimento ha ottenuto il bronzo asquadre assieme alle compagne dinazionale Mara Gabrielli, Elisa Damo eChiara Vincenzoni.

L’atleta, che ha una laurea come tecnicodi radiologia e attualmente lavora inquesto settore, è cresciuta nell’IpponKen Karate Roma sotto la guida espertadel maestro Franceco Latorre, chel’allena dal 1997. Un’eccellenza delterritorio, e non solo, che fornisce

diversi atleti alla nazionale azzurra.Oltre a Sara infatti la palestra hapermesso all’Italia di ottenere altri dueori: quello di Chiara Vincenzoni nel katajuniores e quello di Dario Barberini nelgoju ryu.

Marino Lidi

Presentati gli assessoridai minisindaciNon ancoraindividuati quellidel quattordicesimo

Santa Marinella

27 LUGLIOMemoria di San Giacinto, martire

31 LUGLIOAnniversario dell’ordinazione delvescovo Reali (1971)

AVVISOGli uffici della curia resteranno chiusial pubblico per la sospensione estivadall’11 al 24 agosto compresi

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 24 luglio 2016

L’agenda

la parola del vescovo

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