Porta San Martino a Legnago e Porta Nuova a Verona. Nuovi Documenti Sul Sanmicheli Architecto Nella...

download Porta San Martino a Legnago e Porta Nuova a Verona. Nuovi Documenti Sul Sanmicheli Architecto Nella Fabbrica Militare

of 10

Transcript of Porta San Martino a Legnago e Porta Nuova a Verona. Nuovi Documenti Sul Sanmicheli Architecto Nella...

  • A partire dal 1960 il susseguirsi delle ricerche suMichele Sanmicheli ha avuto il risultato di sot-trarre al suo catalogo tradizionale numerose opereminori, la cui paternit (con un grado di certez-za che varia a seconda dei casi) stata spesso rin-tracciata tra i suoi collaboratori, primo fra tuttiil nipote Giangirolamo. Questo processo hafatto s che lattenzione degli studiosi si sia spes-so polarizzata sulle maggiori architetture delveronese, lasciando in secondo piano gli episodiin cui il suo genio architettonico si mostra conminore evidenza. Per uno di essi, le due moltobelle porte che secondo Vasari Michelecostruisce a Legnago, lorientamento della criti-ca pi recente stato appunto quello di metter-ne in discussione lattribuzione, sulla base diconsiderazioni stilistiche ben supportate dallacronologia di massima finora disponibile. Que-stultima, infatti, vedeva presente GiangirolamoSanmicheli a Legnago fin dalle prime fasi dellacostruzione di porta San Martino: il tono mino-re di questarchitettura rispetto a porta Nuovarendeva possibile attribuirne il progetto e la rea-lizzazione concreta al minore dei Sanmicheli, eaccettare solo qualche generica indicazione daparte di Michele1 (ill. 1).

    59

    Filippo Toso Porta San Martino a Legnago e porta Nuova a Verona.Nuovi documenti sul Sanmicheli Architecto nella fabbrica militare

    Porta San Martino, oppure porta veronexe, o disopra, come viene chiamata nei documenti, vennecompletamente demolita nel 1887, e la sua archi-tettura ci nota solo grazie ai rilievi settecente-schi del Trezza2. Da ci che possiamo ricostruire,quello che era riconosciuto come laccesso urba-no pi importante della nuova fortezza (postosulla via di collegamento con Verona) presentavain tono minore molti dei temi che troviamo arti-colati nella pi complessa architettura di portaNuova. I dati in nostro possesso, oltre ai citatirilievi conservati presso la Biblioteca Civica diVerona, si limitavano alle date scolpite sulle duefacciate del monumento: 1532 nel fronte verso lacampagna, 1535 in quello verso la citt3. Sullabase delle informazioni disponibili riguardanti ilgrande cantiere di porta Nuova, la critica, nellat-tribuire la porta di Legnago a Giangirolamo San-micheli, ne collocava il progetto nel periodoimmediatamente successivo a quello dellarchi-tettura veronese. Nuovi elementi emersi sul can-tiere di Legnago e soprattutto su quello di portaNuova rendono necessario rivedere questa ipote-si e spingono a una riflessione non solo sui rap-porti progettuali e cronologici finora accettati trale due fabbriche, ma anche sulla prassi seguita daMichele nella gestione dei cantieri e dei suoi col-laboratori (ill. 2).

    La fonte principale delle nuove informazio-ni che ci permettono di ricostruire alcune dellevicende della fabbrica di porta San Martino ilfondo Rettori di Legnago, conservato pressolArchivio di Stato di Verona. Tra le oltrenovanta buste che lo costituiscono, tuttora dif-ficilmente accessibili per le precauzioni impostedal loro cattivo stato di conservazione, statopossibile ritrovare alcuni frammenti dei libripaga della fabbrica della fortezza. Si tratta di unmateriale che, pur nella sua estrema concisione,risulta prezioso per la ricostruzione di mae-stranze, materiali, tecniche e che, soprattutto,consente di stabilire una cronologia precisadegli interventi nel cantiere della fortezza apartire dal 1530: alcuni di essi si riferiscono aporta San Martino4.

    Come possiamo ricavare dalla abbondantecartografia conservata5, la nuova porta sorge neipressi della chiesa di San Martino, non lontanoda dove attestata la presenza dellomonimoaccesso medievale, la cui esistenza ci risulta da

    1. F. Melchiori, Pianta della fortezza di Legnago, 1702 (Biblioteca del CivicoMuseo Correr, Venezia, mss. Pd c. 848/1).

  • alcuni documenti di pagamento riguardanti lademolizione di una porta vechia smantellatainsieme alle mura medievali e a gran parte dellarocca allo scopo di riutilizzarne i materiali6. Lafondazione, che insieme al bastione di sopra e alvicino sostegno risulta fare parte di un unicocantiere7, ha luogo subito dopo il completamen-to delle strutture di Legnago, gi stabilite interra e in procinto di essere rivestite in muratu-ra. Le prime notizie di lavori alla porta risalgo-no al 3 aprile 1530. Esse riguardano i pagamen-ti ricevuti dalle maestranze impegnate nellacostruzione delledificio per linfissione dei palidella cassa necessaria a garantire il cantiere dalleinfiltrazioni dacqua8. Il terreno su cui sorgeLegnago, infatti, a causa della vicinanza del fiume caratterizzato da una falda molto superficiale,che rende necessario costruire intorno alle fon-dazioni una doppia palificata stagna che permet-ta di murare allasciutto. Gli scavi, infatti,avvengono secondo la prassi tipica del territoriolagunare, sotto la guida di un proto specializza-to in opere idrauliche che provvede anche amantenerli liberi dallacqua con un ingenteimpiego di guastatori9. L11 agosto 1530 PaoloSanmicheli riceve il primo pagamento per lepietre lavorate fornite al cantiere della facciataesterna di porta San Martino, in virt di un con-tratto gi stipulato con i rettori: Maistro Poloda San Michiel speza piera in Verona die dar ad12 avosto per cassa a lui contadi a bon conto deliducati cinquecento per el marchado fatto cum elclarissimo messer Antonio Capello et ms ZuanFrancisco Salamon provveditor de Lignago, delfar la porta veronexe de piera viva como neloacordo apar duc. cento, l. 620. Dati a Lunardoda Parona per suo ordine10. La posa in operadelle pietre confermata dai pagamenti del suc-cessivo 13 agosto: Contadi a m.ro Danielmarangon per opere lavor la presente setimanaa s. 40 al zorno l. 6 e per vastadori lavor la ditasetimana fece opere 50 a s. 16 per opera, fo percavar i quadri dal burchio e menarli ala porta

    veronexe e sechar le acque ala dita porta [] intuto l. 4611. Nello stesso periodo la costruzionedel muro procede rapidamente sotto la direzio-ne del proto Zuan Maria da Padoa: la calcenecessaria per la fabbrica viene prodotta daiforni che si trovano nelle immediate vicinanze.La legna per alimentare le calchare ala portaveronexe costituisce una voce importante neiregistri di fabbrica: se ne producono due tipi, lacalce grezza, de scagia per le fondazioni e lemurature a sacco, quella bianca per le opere difinitura12. I lavori sembrano procedere spedita-mente, tanto che gi alla fine di agosto si prov-vede a costruire la tettoia per i tagliapietra e asmantellare le casse di fondazione13; questoavviene probabilmente anche grazie alla direttasorveglianza del Sanmicheli, che nel corso del1530 ci risulta presente con regolarit in cantie-re. A novembre troviamo le polizze relative allacostruzione di un ponte di legno davanti allaporta: ci sta a indicare che questa, seppureincompleta, doveva essere gi in grado di assol-vere la sua funzione14. La costruzione del rico-vero per gli scalpellini significa con ogni proba-bilit che si stanno iniziando le parti in pietralavorata: lo confermano lallestimento delleimpalcature e un pagamento per il trasporto deipezzi lavorati, con i quali si giunge al gennaio153115. Questi sono gli ultimi documenti signi-ficativi finora rinvenuti che riguardino lacostruzione della porta: successivamente i paga-menti si concentrano sul cantiere del vicinobastione e dellimponente sostegno, la cuicostruzione implica il superamento di notevolidifficolt tecniche (ill. 3).

    Queste sintetiche ma precise informazioniconfermano le date in nostro possesso, ma ciconsentono soprattutto di trarre alcune impor-tanti conclusioni in merito alla discussa paternitdi porta San Martino. Lorientamento criticoche la attribuiva a Giangirolamo Sanmicheli erareso possibile dalla testimonianza dello stessoingegnere, che nella sua supplica al Senato atte-

    60

    2. Porta San Martino a Legnago: prospettoesterno (in F. Ronzani e A. Lucciolli, Lefabbriche civili, ecclesiastiche e militaridi Michele Sanmicheli, Verona 1823).

    3. Porta San Martino a Legnago, pianta (in Ronzani e Lucciolli, Le fabbriche, cit.).

  • stava di aver lavorato a Legnago fin dal 153116.Finora la sua affermazione era perfettamentecompatibile con la data riportata sul fronteesterno della porta (1532), magari interpretan-dola come quella di inizio della fabbrica, ma oraalla luce dei risultati di questa ricerca tale posi-zione diventa piuttosto difficile da sostenere. Ilfatto che si dia inizio alla fondazione gi neiprimi mesi del 1530 e che il contratto con PaoloSanmicheli sia gi stipulato nellagosto dellostesso anno sembra escludere Giangirolamo daqualsiasi rapporto con larchitettura di porta SanMartino: e questo non solo nei termini di unprogetto (necessario presupposto del contratto),ma anche in quelli di una semplice direzione deilavori, poich i pagamenti attestano che Miche-le in quel periodo si muove continuamente traVerona (dove si sta costruendo il baluardo Bar-barigo) e Legnago, dove riceve regolarmente ilsuo stipendio17. Qui, nei primi mesi del 1531, lotroviamo intento a tracciare le strade e il peri-metro di Porto, curando contemporaneamentela costruzione del nuovo modello ligneo dellafortezza18, mentre i primi pagamenti per le operedi fondazione della porta partono gi dal giugnodellanno precedente19.

    Si pu pervenire alle stesse conclusionianche confrontando altri dati. Nei libri paga ilnome di Giangirolamo Sanmicheli compareraramente, e comunque mai prima del 1534,quando riceve il compenso spettante al padrePaolo per le sue forniture di pietra lavorata. Lasua posizione nel cantiere, da quanto si potu-to sinora ricostruire, assimilabile a quella diun semplice apprendista: non menzionato trai supervisori allacquisto di materiali per il can-tiere, n tra i capimastri, e non riceve alcunostipendio dalle casse della fabbrica (diversamen-te da quanto attestato in seguito per AlviseBrugnoli)20. Pur ammettendo la sua presenza incantiere a partire dal 1531, la sua posizioneappare quindi incompatibile con le grosseresponsabilit della costruzione di porta SanMartino, e tantomeno in autonomia da un pro-

    getto di Michele. possibile escludere conragionevole certezza anche un intervento diret-to di Paolo Sanmicheli: dai dati emersi in que-sto studio, nellambito del grande cantiere diLegnago Paolo risulta essere sicuramente ilprincipale fornitore di pietre lavorate, dai bloc-chi squadrati delle fondazioni fino ai leoni postia coronamento di cavalieri e baluardi21; tuttavialo troviamo raramente presente in cantiere. Neiregistri cassa dal 1530 al 1550, la prassi di ver-sare i suoi compensi ai burchieri che consegnanole pietre, ai suoi capimastri, oppure, in pi diunoccasione, allo stesso Michele Sanmicheli22.La sua figura sembra quindi molto pi vicina aquella di un grosso imprenditore edile, che aquella del progettista.

    Lassegnare con certezza porta San Martinoa Michele Sanmicheli ha come conseguenza piimportante la necessit di verificare le propostefinora avanzate nellattribuire a uno o allaltrodei Sanmicheli le architetture del corpus sanmi-cheliano. Escludere un coinvolgimento proget-tuale di Giangirolamo in porta San Martinosignifica mettere in crisi lipotesi che a lui sidebbano le soluzioni spaziali pi semplificateche caratterizzano anche altre architetturerispetto a porta Nuova e porta Palio; le porte diSantAndrea e San Giorgio a Orzinuovi, e quel-la di Terraferma a Zara ne sono un esempio23(ill. 4). In particolare per larchitettura dalmata pi facile accettare che lintervento di Giangi-rolamo si sia limitato alla semplice realizzazio-ne, con poche varianti, di un progetto di Miche-le. Questultimo si potrebbe allora riconoscerenel disegno conservato agli Uffizi, candidatocos a divenire lunico disegno darchitetturafinora conosciuto non di Giangirolamo, ma diMichele Sanmicheli24 (ill. 5).

    Con tutto ci, la porta veronexe di Legnagodiventa la seconda che Michele costruisce aVenezia. La seconda perch, dalle scarse notiziedei documenti, quella di sotto (cio dal lato sot-tocorrente di Legnago) sembra essere iniziataqualche tempo prima, anche perch il vicino

    61

    4. Michele Sanmicheli (?), Porta di Terraferma a Zara (Uffizi, dis.1759/A,da L. Puppi, Michele Sanmicheli architetto di Verona, Padova 1971).

    5. F. Ronzani, Porta di Terraferma a Zara(in Ronzani e Lucciolli, Le fabbriche, cit.).

  • su strutture gi impostate27. Lentit dellinter-vento di Michele sulla porta di sotto rimane per-tanto ancora da verificare.

    Porta San Martino, il cui progetto quindiprecede porta Nuova di ben tre anni, prefigura,e non riprende i temi che verranno sviluppatimaggiormente a Verona. Sono gi presenti lar-co trionfale dorico privo di base, il fregio dellatrabeazione a fascia singola, su cui si alternanoscudi e bucrani; la soluzione dangolo ottenutacon la coppia pilastro-semicolonna e il rilievoaccentuato dei partiti architettonici, che conferi-scono insieme al rivestimento in pietra limmagi-ne di maest e robustezza. La chiave dellarcoriassume le qualit di maest e forza nella cita-zione di Giove Ammone, e gi presente sembrala coerenza di ritmo e struttura che sappiamoessere unimportante caratteristica di Michele28.

    Lo spunto da cui prende lavvio il complessoiter progettuale che porter il Sanmicheli allanuova invenzione della porta-cavaliere ha origi-ne nella decisione da parte del Senato venezianoche il muro della cittadella viscontea qual divi-deva la citt fosse ruinato, et spianato al fosso dimodo che non vi fusse alcuna separatione overdivisione da luna allaltra29 (ill. 6). Come sap-piamo le motivazioni della delibera del Senatosono molteplici, ma tra di esse spicca la necessitdi riprogettare in chiave militare il disegno dellestrade, delle mura e degli accessi alla citt secon-do una logica progettuale tesa a garantire il col-legamento pi diretto tra i punti focali dellemura urbane30. Lavvio della fabbrica di portaNuova, stabilito dalla lapide sullo zoccolo ester-no del monumento nel 1533, ha luogo subitodopo la costruzione del baluardo Barbarigo (gicompletato nel 1531) e durante quella del Faler,il cui coronamento risale al 1534: tutti questiinterventi si susseguono allinterno dellampiopiano di ristrutturazione delle mura veronesi, ein particolare della vecchia cittadella viscontea,dove la chiusura della porta di SantAntonio tra le motivazioni principali del nuovo varco31. Ilsito dove sorger porta Nuova sembra gi stabi-lito nel 1524, quando viene iniziata e subitosospesa la costruzione di un nuovo accesso urba-no: esso viene a cadere esattamente in mezzo aidue nuovi baluardi. La sovrapposizione tra ilsito ormai stabilito per la nuova porta, e quellodellelemento cavaliere, che deve necessaria-mente trovarsi alla stessa distanza dai duebastioni da fiancheggiare, sarebbe allora allori-gine di una nuova soluzione architettonica cheintegra accesso e difesa32. Uninnovazione attua-ta con la mutazione delle forme consolidate finoad allora nella costruzione delle porte urbane,che ne adegua le strutture in modo da renderleadatte al nuovo scopo. Le dimensioni di questarivoluzione possono risultare chiare una voltache si richiamino alla mente le porte padovane

    62

    6. G. Caroto, Pianta di Verona nel 1540(in T. Saraina, De origine et amplitudineurbis Veronae, Biblioteca Comunale diVerona, ms. n. 978, cc. 3v.-4r.).

    7. Porta Nuova, prospetto (in F. Albertolli,Porte di Citt e fortezze, depositisepolcrali ed altre principali fabbrichepubbliche e private di Michele Sanmicheli, Milano1807).

    8. Porta Nuova, pianta (in Albertolli,Porte di Citt, cit.).

    baluardo, che il primo a essere costruito, nelmarzo del 1530 giunto gi al livello del cor-done25. La vicenda di questa porta tuttora dif-ficile da ricostruire, poich dagli scarsi docu-menti sembra subire ritardi e sospensioni26. Lepietre vengono fornite, anche qui, da PaoloSanmicheli; con molte probabilit, anche que-stultima era un progetto di Michele, ma necessario ricordare che questo settore diLegnago gi avviato in muratura nel 1527 ed quindi possibile che egli si trovi a intervenire

  • costruite dal Falconetto a pochi anni di distan-za, come la San Giovanni e la Savonarola. Lapianta essenzialmente un quadrato, dallemurature spesse, sulla cui sommit trovanoposto troniere adatte al tiro di armi leggere. Ilprospetto, modulato sul tema dellarco trionfalecorinzio o composito, ha aggetti lievi, eleganti eallusivi alla dignit delle fabbriche urbane, e sieleva sulle mura quasi come una fabbrica civileinnestata nel complesso militare33. Di ben altranatura lesempio di porta Nuova. Le aperturesono intagliate nel forte spessore delle mura,contraffortate allinterno da spessi archi cheesprimono con il loro bugnato la funzione cuisono preposti: reggere la robusta copertura,sopportare il peso dei pezzi dartiglieria e lurtodelle batterie. La pianta si dilata assumendo leproporzioni proprie dei cavalieri, sui quali gliartiglieri devono avere spazio adeguato al movi-mento dei pezzi.

    Per la cronologia di questo monumento distraordinaria importanza le uniche date precisefinora disponibili si limitavano a quelle scolpitesui due fronti, quello esterno (1533) e quellointerno (1540), accettate generalmente daglistorici come linizio e il termine della fabbrica.Ora per confermare e integrare i dati acquisitiabbiamo a disposizione il primo documento dicantiere su porta Nuova: si tratta di una letteradel provveditore alle fabbriche di Verona Fran-cesco Gradenigo ai Capi del Consiglio deiDieci, scritta il 16 marzo 1535. In quel periodoSanmicheli si trova a Verona, dove sta realizzan-do il complesso piano urbanistico della lottizza-zione della vecchia cittadella viscontea. Nefanno parte il corso, porta Nuova, i baluardiFaler e Barbarigo e la cortina tra di essi, cometestimonia anche unaltra lettera inedita inviatail 10 marzo 1535 e appartenente allo stesso car-teggio34. Scritta in risposta alle richieste deiCapi, che sollecitano linvio di Michele a Vene-zia35, la lettera del 16 marzo richiede di ritardar-ne la partenza: a questo fine elenca con precisio-

    ne i cantieri e le operazioni in cui egli risultaindispensabile. Il principale di essi appuntoporta Nuova: Et sendo etiam reduta la PortaNuova in ditta cittadella in boni termini peressere compida la fazada davanti, et bisogna lasua presentia per dar el sexto alli volti di soprache vano de dentro, fino che se sererano, et tirarin cima el San Marco che finito, al che bisognache li sia esso inzegner per esser dito San Marcomolto grande et difficile da movere, et far alcu-ne altre cose che sono molto difficili36. Il docu-mento, lunico scritto finora rinvenuto che col-leghi direttamente il cantiere di porta Nuovaalla presenza del Sanmicheli, risulta importanteper diversi motivi. Prima di tutto esso ci forni-sce un punto fermo nella cronologia dei lavori,informandoci che al 1535 la facciata esterna eraormai ultimata, il che sostanzialmente confermala cronologia stabilita dagli storici. In secondoluogo viene evidenziata la prassi dellarchitettogi verificata a Legnago: egli dirige personal-mente le fasi tecnicamente pi impegnative delcantiere, che viene poi portato avanti sulla basedi modelli, pi che di disegni. questo cheavviene durante la costruzione delle possentivolte atte a sostenere lartiglieria, oppure per ilsollevamento dellenorme leone monolitico chedai rilievi di Ronzani e Lucciolli ci risulta altopi di tre metri37 (ill. 7). molto probabile cheMichele porti a termine questa impresa grazie auna particolare cultura tecnica maturata nel rap-porto col Sangallo, e sperimentata fin dalla fab-brica del duomo di Orvieto; una cultura che glipermetter anche di risolvere gli straordinariproblemi posti dalla fondazione in acqua diLegnago e del forte di SantAndrea, dove la suaabilit dingegnere trova piena espressione38. Lariuscita coniugazione di forma e funzione inossequio al programma politico di Venezia infine sintetizzata dal provveditore stesso: Laqual porta ad intelligentia de V.re Signorie fini-ta che sar col suo cavallier che li va sopra la sarforte et bellissima39 (ill. 8).

    63

    9. Porta Nuova, piano di copertura e sezionelongitudinale (da Albertolli, Porte diCitt, cit.).

    10. Porta Nuova, sezione trasversale (in Albertolli, Porte di Citt, cit.).

  • Ma pi di tutti fortific Michele et adorn lasua patria Verona: facendovi, oltre allaltre cose,quelle bellissime porte della citt che non hannoin altro luogo pari; cio la porta Nuova, tutta diopera dorica rustica, la quale con la sua sodezzae nellessere gagliarda e massiccia corrispondealla fortezza del luogo, essendo tutta murata ditufo e pietra viva [] e il tutto fatto con tantogiudizio, spesa e magnificenza, che niuno pensa-va potersi fare per lavenire40. Le affermazionidi Vasari introducono a un altro tema che necessario affrontare nel caso di architetturecome porta Nuova: la sua capacit di integraresolidit e bellezza. Nelle sue architetture civiliMichele mette spesso a frutto questa sua capa-cit: lo stesso sbalzo accentuato dei partiti archi-tettonici contribuisce alla manifestazione diquella sodezza marziale in cui laggetto degliordini, ben lontano dallo scandire semplicemen-te il ritmo dellarchitettura, partecipa della suastabilit, assumendo a tutti gli effetti il ruolo distruttura portante. A dispetto delle numeroselicenze che si prende rispetto ai canoni stabilitida Vitruvio, nellosservazione delle regole stati-che e tecnologiche delledilizia romana traman-date dal trattatista Michele si dimostra moltorigoroso. In tutte le sue fabbriche le proporzio-ni delle luci tra i sostegni verticali sono regolatedal fregio della trabeazione, e in particolare i tri-glifi, figurazione delle testate delle travi, cadonosempre in corrispondenza degli elementi verti-cali della struttura. Il significato che questanorma assume nelle architetture di Sanmichelirisalta anche dalla rivoluzionaria manipolazionedelle mensole che reggono la balaustra di palaz-zo Bevilacqua a Verona41. Il modo di intenderegli ordini da parte del Sanmicheli architecto haunimportanza fondamentale nella costruzionedella sodezza e dellimmagine gagliarda e massicciadelle sue architetture.

    Costruendo porta Nuova, Michele segue lastessa logica, adeguando le strutture semantichegi sperimentate in porta San Martino alla tec-nologia militare; le porte di Verona sono con-dotte [] sulla linea delle mura, sembrano nonmodificarne la pianta, n, almeno in larga misu-ra, lalzato. Si sottomettono perfettamente allaregola della loro funzione. La differenza essen-ziale col resto della cortina sta nel fatto che nonsono terrapienate. Ma il sostegno del terrapie-no sostituito dal complesso, articolatissimogioco delle casematte. Linerzia del terrapieno controbilanciata dalla forza viva e nervosa delsistema murario, che si estende in profondit,con dovizia di intenti tutti risolti in una splen-dida armonia spaziale42 (ill. 9). Lefficaciaespressiva degli strumenti linguistici utilizzatida Michele nel nuovo edificio si coniuga allaefficienza difensiva della sua architettura. Sitratta di una soluzione la cui complessit va ben

    64

    11. Confronto tra le soluzioni strutturali di porta Nuova a Verona e del baluardoCornaro a Padova.

    al di l del semplice ispessimento delle cortinee delle murature per reggere attacchi nemici eartiglieria difensiva. Dai rilievi del Trezza,anteriori alle trasformazioni ottocentesche43,porta Nuova mostra in tutte le sue parti lade-guamento alla sua funzione. Prima di tutto ledimensioni in pianta: se a Legnago erano di 41per 83 piedi, a Verona le misure si dilatano a 80per 131, e diventano assimilabili nelle propor-zioni e nelle dimensioni a quelle dei cavalieriprogettati dal Sanmicheli stesso a Legnago e aPadova44; oltre a questo, lo spessore della mura-glia esterna si adegua per garantire un parapet-to di dimensioni sufficienti a proteggere le arti-glierie del piano superiore (con due cannoniereper fianco), passando da 11 a 18 piedi. Per reg-gere il peso dei pezzi i quattro pilastri si ingros-sano e si collegano con volte e archi. Questastruttura regge superfici superiori inclinatesecondo la direzione delle cannoniere: la pen-denza permette sia un rapido smaltimento delleacque piovane, che la riduzione del rinculo deipezzi, analogamente a quanto in quel periodo simette in atto nelle cannoniere dei baluardi. Maquello che pi importa nella disposizione inpianta di porta Nuova lestrema rigidit dellastruttura che si viene a creare nella direzione diun attacco esterno: la cortina forma con i settitrasversali che sorreggono le arcate superioriun sistema molto resistente alle spinte orizzon-tali (ill. 10). Fin da Vitruvio, nel campo dellar-chitettura militare questa una qualit fonda-mentale: la resistenza ai lenti e potenti colpidelle macchine nevrobalistiche e degli arieti ilrequisito principale che le mura devono posse-

  • dere, e il trattatista il principale tramite chearchitetti privi di esperienza sul campo di bat-taglia come Sanmicheli sembrano avere perinterpretare la capacit distruttiva dei moderniproiettili45. La costruzione dei contrafforti neibaluardi ha esattamente lo scopo di incremen-tare la stabilit in senso orizzontale, e la rigiditdella struttura garantita dalle volte a botteche li collegano. Anche a un esame sommariodella pianta e della sezione di porta Nuova lar-ticolazione del muro in cortina e contraffortirisulta evidente, e lo ancor di pi se la si con-fronta con quelle di porta Palio e porta SanZeno, di cui non mai stato dimostrato unreale adeguamento militare. La soluzione strut-turale di porta Nuova ha una notevole analogiacon quelle messe in opera nei baluardi: gli spe-roni sono collegati da volte a botte che permet-tono di sorreggere il peso del parapetto supe-riore, difendendo cos le artiglierie che vi devo-no operare anche nel caso del crollo della cor-tina esterna. Si tratta di una situazione larga-mente prevista nella prassi dellarchitetturamilitare, e la troviamo impiegata infatti anchenei baluardi di Padova e Verona, dove il modu-lo strutturale, lo spessore dei setti trasversali elampiezza delle campate hanno dimensioniparagonabili a quelle rilevate nella porta vero-nese46 (ill. 11). Del resto lanomalia delladozio-ne di un modello di questo tipo per una portaurbana gi stata sottolineata: essa si spiegasoprattutto considerando la presenza dellim-portante elemento difensivo, e trova ampia giu-

    stificazione nella necessit di reggere il peso deipezzi superiori. Lintenzionalit di questa solu-zione risalta maggiormente se la si confrontacon la sezione trasversale di porta Palio: nono-stante le affermazioni del Vasari47, per questar-chitettura non sembra possibile provare lin-tenzione sanmicheliana di farne un cavaliere. Equesto non solo a causa dello spessore dellevolte di copertura (che potrebbero non esserestate completate secondo il progetto iniziale),ma anche per larticolazione stessa delle massemurarie48. Questultima non assicura alcunastabilit al piano superiore nel caso di un attac-co dartiglieria: eventualit tuttaltro che remo-ta durante un assedio, che viene attentamenteconsiderata dagli ingegneri militari i quali affi-dano il sostegno del parapetto alla resistenzadei contrafforti e delle volte che li colleganorendendolo indipendente dalla cortina esterna49(ill. 12-14).

    Per gli stessi motivi si dovrebbe escludereuneffettiva funzione di cavaliere anche perporta San Martino, proposta avanzata in passa-to forse per una confusione con il vicino cava-liere50. Se effettivamente la presenza di unarampa cordonata pu essere ricondotta allanecessit di trasportare le artiglierie sulla piat-taforma superiore, la posizione coperta nelfianco del vicino baluardo non sembra giustifi-care lipotesi dal punto di vista strategico,anche perch la difesa del baluardo stesso assicurata dal vicino cavaliere sul fiume, cheinvece perfettamente allineato secondo le

    65

    12. Porta Palio, pianta (in Albertolli, Porte di Citt, cit.).

    13. Sezione longitudinale di porta Palio (in Albertolli, Porte di Citt, cit.).

    14. F. Ronzani, Porta San Zeno a Verona, pianta (in Ronzani e Lucciolli, Le fabbriche, cit.).

  • 66

    Appendice

    ASVr, RdL, b. 85, f. I1530, 10 luglioMaistro Polo da san Michiel speza piera in Vero-na die dar adi 12 auosto per cassa a lui contadi abon conto deli ducati cinquecento per el marcha-do fatto cum el clarissimo messer Antonio Capel-lo et ms Zuan Francisco Salamon provveditor deLignago del far dela porta Veronexe de piera vivacomo nelo acordo apar ducati cento, l. 620. Dati aLunardo da Parona per suo ordine.Con altri pagamenti viene ad avere l. 4845, s. 16.

    ASVr, RdL, b. 50, fasc. fabbriche1530, 11 agostoContadi a ms. Pollo da San Michiel specia pria aVerona a bonconto deli ducati 500 per el marcha-do fatto con il clarissimo messer Antonio Capelloe messer Zuan Francisco Salamon provveditori deLignago, del far dela porta veronexe de preda vivacomo nel acordo apar duc. cento.1530, 2 settembreAgostin feraro [] per chiavadure 5, pontaduregrande para n. 17, pontadure picole para 21, 10chiavi per inchiavar i quadri dela porta veronexe eper aver cavato la feramenta dai legnami delaporta veronexe.1530, 10 settembreContadi a m.o Pollo da San Michiel speza piera aVerona per legnami e ferramenta compr a Vero-na e mand qui a Lignago per far el coverto delitaiapiera per lavorar al sostegno ala porta Vero-nexe con tutte spese [] l. 119

    ASVr, RdL, b. 85, fasc. III1530, 28 novembrePer asse da ponti ave m.o Daniel marangon per faruno solaro ala riva del Adese ala porta veronexeper descargar i quadri, a s. 16 luna, l. 11, s. 4.1531, 11 gennaioContadi a m.o Pollo da San Michiel taiapria a bon-conto dela porta veronexe l. centocinquanta, datea ms. Michiel inzegner per suo nome val l. 150.

    ASVe, C. X., b. 193, f. 541535, 10 marzoExcellentissimi Domini, etc. Questi prossimijorni per le soe del 2 del presente ne fu impostoche dovesimo licentiar M.o Michiel da SanMichiel inzegnero et mandarlo da V.re Ex.tiesegundo che el haver ordine de quelle, et per-ch ad intelligentia de V.re Ex.tie de qui se attro-vemo in grandissimo bisogno di la persona soadovendo noj dar principio alla vendita di la citta-della di questa citt segundo che per il Senato ne

    sta imposto, ne stato necessario retenirloanchor per qualche jorno convenendo usar lo-pera sua in ordine de indrizar le strade di quellacome per altre importantissime fabriche, etimperh ne ha parso dar notitia alle Ex.tieVostre azi sieno advertite che il tardar suo nonprocede se non per justissima causa, non si pos-sendo exseguir tal operatione senza qualcheintervallo di tempo, et a V.re Ex.tie humilmentese ricomandemo.Verone 10 martii 1535Rectores Verone

    ASVe, C. X., b. 193, f. 581535, 16 marzoEx.mi D.ni Col.mi vostre Ex.tie hanno scritto questi mag.ci Rettori commettendoli de far veni-re de l m.o Michiel da San Michiel Inzegnier, etritrovandosi queste fabriche in termine che horanon si pu far senza de lui, ne ha parso pregarVostre Eccellentie lassarlo de qui al manco pergiorni X o XX, nelli quali si possi dar bon ordine quello importa, che sono le archibusere nellecortine, che st novamente fatte in cittadella dalbastion Barbarigo fin alla Porta Nuova, la qualcortina ho redutto in perfettion, et li manchanosolamente le dette archibusere, al far delle qualibisogna la presentia de esso inzegner per essernova inventione, et che non al bisogno intesa daaltri de qui, et sendo etiam reduta la Porta Nuovain ditta cittadella in boni termini per essere com-pida la fazada davanti, et bisogna la sua presentiaper dar el sexto alli volti di sopra che vano dedentro, fino che se sererano, et tirar in cima elSan Marco che finito, al che bisogna che li siaesso inzegner per esser dito San Marco moltogrande et difficile da movere, et far alcune altrecose che sono molto difficili, la qual porta adintelligentia de V.re Signorie finita che sar colsuo cavallier che li va sopra la sar forte et bellis-sima, item havendo compito la cortina del castel-lo San Felise con li suoi merloni et canoniere cheli accade et facto alzar un altro pezzo di cortina inditto castello, che fu fatta al tempo del quondammag.co Thoma Moro, che la era troppo bassa, etbisogna similmente farli le arcubusiere acci lecose non restino imperfette, come so non esserde mente de V.re Ex.tie il che seguiria se dittom.ro Michiel se partisse, perch senza de lui nonsi saperia lavorar tal effetti, maxime che non gesono sopra ci fatti anchora li modelli, ma restan-do lui anchora 15 in 20 d si potria attendere questo, et in quello che non si potesse redurre perfettione, el poteria far li modelli, et si conti-nueria poi il lavoro. Ho voluto per el debito miodare notitia a V.re Excelentie, le qual ne coman-darano quel che li parer, et alla bona gratia sua

    humilmente se ricomandemo.Verone, 16 martii 1535Jo. Franciscus GradonicusProvisore sup. fabricis Verone.

    ASVe, C. X., b. 193, f. 611535, 23 marzoEx.mi Dom.ni, Dom. Col.mi Habiamo [] le suede 20 del instante per le quali se doglieno moltoche havendo [] per avanti che dovessimo man-dar de l m.ro Michiel de S. Michiel inzegnero,non solamente lo habiamo mandato, ma mancorisposto, subgiongendovi che il prov. Supra lefabriche st suplicato per noi, in scrivere a V.reEx.tie circa esso inzegnero, dicendovi questo essergi stato de honor nostro, ala qual cosa reverente-mente rispondendo dicemo essere vero, cheessendo stato bisogno di la persona de ditto inze-gnero per dar ordine alle cosse di la cittadella etmolte cosse importante per le fabbriche di questacitt lo habbiamo forzato restare, et de ci pernostre de d X del instante dessemo avviso a vostreprefate Ex.tie. La copia de tal gli mandemo []suplicandole fusseno contente, chel dovesse resta-re per qualche zorno a tal necessario effeto, perch altramente le cosse romaniriano tutte imper-fete, sopra [] non habiamo havuto alcuna rispo-sta, et per quanto siamo andati cos [], parendo-ne per ci non haver manchato de debito nostro[] Hora mo che habiamo inteso il voler di quel-le, subito chiamato a noj dito m.o Michiel glihabiamo imposto che senza fallo se debba a trova-re alla presentia di V.re Ex.tie.Verone, die 23 martii 1535Rectores Verone

    ASVe, C. X., b. 193, f. 631535, 27 marzoHabiamo imposto a m.o Michiel da San Micheleinzegner quanto da V.re Ex.tie ne sta comanda-to, qual partir la prima [...] di Pasqua facendo lavolta de Lignago et Padova itach al tempo debi-to sar ala presentia de V.re Ex.tie quibus noshumiliter comandamus.Verone die 27 martii 1535

    leggi del tiro radente. Poich il tiro di copertu-ra delle cortine poteva benissimo proveniredagli angoli rientranti del muro, linserimentodi una piattaforma in questa posizione apparepoco logico secondo le leggi del fiancheggia-mento51. In realt, vi sono alcune incongruenzestrutturali con questo tipo di impiego: ad esem-pio la ridotta dimensione dei pilastri interni(quadri di due piedi e mezzo, a fronte dei cin-que e mezzo della porta Nuova), che sembranoinadatti a sostenere una volta in grado di reg-

    gere le artiglierie pesanti necessarie al tiroradente, come del resto stato rilevato dalPinali52. Tutto ci induce a pensare che sopra laporta trovassero posto solo pezzi di piccolocalibro, analogamente a quanto accade nelleporte di Padova. Anche se larticolazione inter-na appare sostanzialmente identica, rimanequindi difficile affermare che la porta di Legna-go anticipi effettivamente le importanti funzio-ni difensive assunte esplicitamente da portaNuova qualche anno dopo.

  • 67

    1. L. Puppi, Michele Sanmicheli. Operacompleta, Roma 1986, pp. 39-40 e 50.

    2. Cfr. gli otto disegni di Luigi Trezzaconservati nella Biblioteca Civica diVerona, databili al 1770 ed editi inPuppi, Michele Sanmicheli. Opera, cit.[cfr. nota 1], p. 39.

    3. Cfr. G. Mazzi, Il Cinquecento: i cantieridella difesa, in Larchitettura a Verona nel-let della Serenissima, Verona 1988,p.142, nota 100.

    4. Lesame e la trascrizione parziale deiquaderni (che sono giunti allArchivio diStato di Verona in pessimo stato di con-servazione) sono stati eseguiti nellambi-to della tesi di laurea dal titolo MicheleSanmicheli inzegnero tra progetto e cantie-re. Cultura tecnica e figure intermedie neicantieri veneti della prima met del 500,discussa dallo scrivente nellanno acca-demico 1997-98 presso lIstituto Uni-versitario di Architettura di Venezia,relatori il professor Romeo Ballardini eil professor Nullo Pirazzoli, correlatoreil professor Pasquale Ventrice. dove-roso per chi scrive ringraziare per la cor-tese disponibilit la dottoressa Miciluz-zo, direttrice dellArchivio di Stato diVerona, che mi ha consentito la consul-tazione del fondo, il signor AlbertoBologna, responsabile del Museo Fioro-ni di Legnago, e soprattutto la professo-ressa Giuliana Mazzi, ordinario di StoriadellArchitettura presso la Facolt diIngegneria dellUniversit di Padova,che con la sua competenza ed esperienzaha valorizzato e incoraggiato la miaricerca.

    5. Nella nutrita cartografia di Legnago,si veda, ad esempio, il disegno attribuitoallAutore Verde, conservato pressolArchivio di Stato di Torino (J. b. III.II,Architettura militare, c. 50, Legnago).

    6. Archivio di Stato di Verona, fondoRettori di Legnago (dora in poi ASVr,RdL), b. 85, fasc. I: Per Zuan Perdocimoe compagni per aver lavorato a tor via liquarelli alla porta vechia de San Martin,l. 1 (in data 11 marzo 1530). Diversialtri pagamenti simili a questo indicanoche lopera di smantellamento dellestrutture precedenti coinvolge fin dallefondamenta gran parte della roccamedievale per reperire materiale utilealla nuova fabbrica.

    7. Non privo di interesse notare comequesto accesso urbano, similmente aquanto accade per porta Nuova, vengaconcepito e realizzato contemporanea-mente al tratto di mura in cui si inserisce.La costruzione dei quattro sostegni chepermettevano di regolare laltezza del-lacqua nelle fosse di Legnago occupa unintervallo di tempo molto lungo; il primo terminato nel 1531, lultimo a esserecostruito, il sostegno di sotto a Porto,inizia sotto la direzione di Alvise Bru-gnoli nel 1550 (ASVr, RdL, b. 85, fasc.IV, 4 maggio 1550).

    8. Opere lavor a ledifitio de la palifi-cada et afondar la p nexe, epoco dopo: Contati a maestro Donmarangon per aver lavorato in la presen-te setimana al edificio de fichar li pallialla porta veronexe (ASVr, RdL, b. 83,fasc. I, 3 aprile 1530). La data dinizio del

    cantiere si pu quindi stabilire con moltaprecisione.

    9. La distinzione tra il proto che si occu-pa dellelevazione delle murature e quel-lo che invece dirige gli scavi, specie interreni con una falda superficiale, sembraconsolidata nelle fabbriche militari delCinquecento veneto; a Legnago operanoin questo campo due figure: CristoforoSallata, che attivo nel cantiere delsostegno e della porta di San Martino, ePaolo da Castello, cui si devono quasitutte le altre operazioni. Questultimafigura risulta impegnata anche nei can-tieri delle mura di Padova e soprattutto(in posizioni di primo piano) in quellidelle grandi opere idrauliche promossedalla magistratura dei Savi alle Acque,quali la diversione del Brenta e del Bac-chiglione da Chioggia a Brondolo.

    10. ASVr, RdL, b. 50, fasc. fabbriche;ma anche b. 85, fasc. I, dove riportatolordine di pagamento sotto la data 10luglio 1530.

    11. ASVr, RdL, b. 50, fabbriche.

    12. 1551, 9 maggio: Per Iseppo Pavan,et Tomaso Nalin per haver misur unacalcara de calcina cum le bretele fecenoopere tre per uno a l. sie per opera(ASVr, RdL, b. 83, fasc. dal 31 luglio1550 al 16 novembre 1551, alla data);inoltre, vedi b. 84, fasc. E, s.a. (ma data-bile tra 1534 e 1540), 22 maggio, 28maggio e 9 giugno. La calce de scagia,o nera, proveniente in prevalenza dalpadovano, ha caratteristiche idrauliche,ed distinta da quella bianca, pi raffina-ta e impiegata per intonaci e murature dielevazione. A Legnago vengono entram-be prodotte per la maggior parte dallefornaci presso la porta San Martino equella di sotto, posizioni ideali per il tra-sporto dei materiali.

    13. 1530, 31 agosto: Contadi a Bergamo[] veronexe per aver lavorato adi 30dito a tirar i travi in terra e chargar lepiope sopra a cari per far le colone alcoverto di taia piera, fece opere do a s.12, l. 1, s. 4. Poco dopo, un carpentiereviene pagato per il materiale fornito:chiavadure 5, pontadure grande para n.17, pontadure piccole para 21, 10 chiaviper inchiavar i quadri dela porta vero-nexe e per aver cavato la feramenta dailegnami dela porta veronexe (ASVr,RdL, b. 50, fasc. fabbriche).

    14. ASVr, RdL, b. 83, fasc. III (26novembre 1530).

    15. Contadi a m.o Iacomo Senzo etcompagni segantini per aver segatti pia-netti n. dodese fece filli [tagli, n.d.a.]dodexe a s. 15 el fillo monta l. 3 s. 6 foper far le armadure ala porta veronexeval l. 9 (ASVr, RdL, b. 75, fasc. n. n., 28gennaio 1531); Contadi a Piero daPadoa muraro per aver condutti quadrin. 70 dalla teza di spezza piera ala portaveronexe a s. 2 1/2 el pezo lavorado l. 8 s.15 (ASVr, RdL, b. 85, fasc. n. n., 31 gen-naio 1531).

    16. A. Bertoldi, Michele Sanmicheli al ser-vizio della Repubblica Veneta. Documenti,Verona 1874, p. 97.

    17. Cfr. ASVr, RdL, b. 84, fasc. I: 23

    dicembre 1529; nel 1530: 2, 3, 4, 8, 9, 11febbraio e 11 marzo (b. 85, fasc. I); 19 apri-le (b. 83, fasc. I); 9 settembre (b. 84, fasc.I). Dai pagamenti arretrati che riceve risul-ta assente nel mese di agosto, ma aLegnago il 5, 22 e 27 ottobre (b. 83, fasc.III), il 3 novembre e il 23 dicembre (b. 85,fasc n.n.). Nel gennaio e febbraio 1531 impegnato nel tracciamento delle fortifi-cazioni di Porto, cui lavora assiduamentein previsione del viaggio a Milano, dove sitrova il 13 febbraio (Puppi, Michele Sanmi-cheli. Opera, cit. [cfr. nota 1], p. 48):1530, 9 febbraio: Per Domenego Boldinper resto de opere ha lavorato cum ms.Michiel inzegner a far el desegno a Porto(ASVr, RdL, b. 85, fasc. I). A Legnago loritroviamo a partire dal 21 ottobre (b. 83,fasc. III). Per il baluardo Barbarigo, cfr.Puppi, Michele Sanmicheli. Opera, cit.[cfr. nota 1], p. 49.

    18. 1531, 15 gennaio:M.ro Donmarangon da Venetia a bonconto del fardel modello de Legnago e Porto, l.dodexe val l. 12 (ASVr, RdL, b. 83, fasc.III); Mro don marangon da Venetiadie dar ad 15 zener per cassa a lui con-tadi a bonconto de far el modello deLignago l. dodexe de ordene del Cl.moms. Antonio Capello val l. 12 (ASVr,RdL, b. 85, fasc. n.n.).

    19. ASVr, RdL, b. 84, fasc. I: A Cristofo-ro Sallata per conto de cavamenti per elfondar del bastion e porta veronexe (29giugno 1530); lo stesso giorno ZuanMaria muraro riceve pagamenti per leopere in muratura di porta veronese.

    20. Per m.o Pollo da San Michiel spezapiera a bonconto dele piere 15 de tufoper el bastion de mezzo duc. vinti cinquedate a Zuan Jerolamo suo fiol, val l. 135(ASVr, RdL, b. 83, fasc. IV, 17 agosto1534). In questo periodo la sua posizionenella direzione dei lavori sembra addirit-tura inferiore a quella occupata verso lamet del secolo da Alvise Brugnoli, che aLegnago dirige il cantiere del sostegno disotto a Porto e per questo viene regolar-mente pagato: Per ms. Alvise Brugnolinzegner per zorni vinti in esser stato alservicio di queste fabbriche per bisognos del sostegno como del desegnar li pilo-ni del ponte, et pezzo de contrafossa allaporta de sotto a Porto a rason de ducatiotto al mese justo le littere de li Clarissi-mi Provveditori sopra le Fortezze l. 33(ASVr, RdL, b. 83, fasc. 31 luglio 1550 -16 novembre 1551, in data 9 maggio1551).

    21. Cfr. C. Boscagin, Storia di Legnago,Verona 1966, p. 169.

    22. Si veda ad esempio, lo stesso contrat-to appena citato, e inoltre ASVr, RdL, b.50, fasc. fabbriche : Contadi a PaoloSan Michiel da Verona specia preda perconto de quadri l. 11 ave Bernardin deVeneto de suo ordene (23 luglio 1530),oppure b. 83, fasc. III: Contadi a m.oPollo da San Michiel tagia piera a bon-conto del far dela porta Veronexe l. centocinquanta datte a m.ro Michiel inzegnerper suo nome val l. 150 (11 gennaio1531).

    23. Per Orzinuovi e per il caso di portaSan Zeno a Verona (dove invece ipotiz-zata la direzione del cantiere da parte diPaolo Sanmicheli), cfr. L. Puppi, Michele

    Sanmicheli architetto di Verona, Padova1971, pp. 80-81. Per le fabbriche suc-cessive al decreto del 1543 non bisognadimenticare le pesanti limitazioni cheesso imponeva alle architetture militarie civili finanziate dallo stato (Cfr.,Mazzi, Il Cinquecento, cit. [cfr. nota 3],p.127-129).

    24. Cfr. Puppi, Michele Sanmicheli.Opera, cit. [cfr. nota 1], pp. 78-79; K.Prijateli, Sanmicheli e la Dalmazia, in H.Burns, C.L. Frommel, L. Puppi (a curadi), Michele Sanmicheli. Architettura, lin-guaggio e cultura artistica nel Cinquecento,Milano 1995, pp. 222-227. Il disegno,che si trova agli Uffizi, il 1759/A. Altrielementi, raccolti nel corso di questaricerca, portano a proporre per unanalisipi accurata anche il disegno Uffizi 814A, facente parte del corpus di Antonio daSangallo: esso databile a prima del1528, e raffigura la zona del castello diSan Felice a Verona durante linterventodi Pier Francesco da Viterbo.

    25. 1530, 8 febbraio: Per m.o Michielinzegner per comprar travi et asse aVerona per le casse per la porta de sottocomo apar in sua poliza (ASVr, RdL, b.85, fasc. I). Per il baluardo di sotto, b. 83,fasc. I (24 marzo 1530): Opere lavor lapresente setimana a far graizzi ale bom-bardiere et menar travi ala porta de sotoper le caxe eciam i cordoni dentro albastion de soto.

    26. B. 84, fasc. E, s.a. (ma databile tra1534 e 1540): 22 maggio: lavori allaporta di Sotto a Legnago, con consegnadi pietre da monte, di cui fornitorePaolo Sanmicheli; 28 maggio: calcinabianca per il cantiere della porta di Sottoa Legnago. La porta e il bastione di soprasono gi completi e funzionanti, comeindicano i lavori su alcuni pezzi darti-glieria ivi collocati.

    27. 1530, 9 febbraio: Per m.o Michielinzegner per cassa a luj contadi per com-prar a Verona assi et trave per le cassedela porta de soto como appar per la suapolizza(ASVr, RdL, b. 84, fasc. I, alladata). 1530, 24 marzo: Per opere lavorla presente setimana a far li gradizzi allebombardiere e menar travi alla porta desotto per le casse e tirar i cordoni drentoal bastion de l, lavor zorni 4 da d 21 fin24, a s. 10 per opera, l. 9 (ASVr, RdL, b.85, fasc. I). A bon conto a m.o Paolospecia piera del meter i chancari ochietiet bugnati in piera viva per le caxe alaporta de soto (ASVr, RdL, b. 83, fasc. I).Per il torrione di sotto, gi fondato etlevato da terra il 26 marzo 1527 vediArchivio di Stato di Venezia (dora in poiASVe), Senato Terra, Reg. 25, c. 93v.

    28. Cfr. il disegno di F. Ronzani e G.Lucciolli, Le fabbriche ecclesiastiche, civili emilitari di Michele Sanmicheli, Verona1823. P.N. Pagliara, Sanmicheli e gli ordi-ni, in Burns, Frommel, Puppi (a cura di ),Michele Sanmicheli, cit. [cfr. nota 24],pp. 138-139.

    29. ASVe, Senato Terra, reg. 25, 5 gennaio1531, alla data; Puppi, Michele Sanmicheli.Opera, cit. [cfr. nota 1], p. 49.

    30. Per una valutazione pi estesa delcomplesso problema, che coinvolgedirettamente anche il disegno di Legna-

  • go e Padova, vedi E. Concina, Munire etornare: Sanmicheli e le porte di Verona, inBurns, Frommel, Puppi (a cura di ),Michele Sanmicheli, cit. [cfr. nota 24],pp. 196-198.

    31. La progettazione del secondobaluardo, nonostante la realizzazionepi tarda, impegna Sanmicheli probabil-mente gi dal 1530-31, nellambito delprogetto urbanistico promosso dal DellaRovere: cfr. Puppi, Michele Sanmicheli.Opera, cit. [cfr. nota 1], p. 49. AncheFrancesco Maria Della Rovere segueassai da presso la fortification dil pian,qual si fa justa lordine suo: i modelli edisegni delle fabbriche veronesi vengo-no presentati in collegio da CristoforoCappello il 22 luglio 1532. (Concina,Munire et ornare, cit. [cfr. nota 30],p. 198).

    32. G. Mazzi, Sul ruolo di Michele Sanmi-cheli nei cantieri delle difese, in Burns,Frommel, Puppi (a cura di), Michele San-micheli, cit. [cfr. nota 24], p. 209. Non di questo avviso il Fara: La qualifica-zione formale delle porte Nuova e Palio sanmicheliana, ma la loro localizzazio-ne sul circuito fortificato e lo sconvolgi-mento prodotto sul tessuto viario rien-trano nellambito dellurbanistica milita-re del duca di Urbino. Egli si esprime infavore delle porte ubicate fra due baluar-di, e non incantonate o protette diretta-mente da opere (come invece in Miche-langelo e Antonio da Sangallo il Giova-ne), affinch la perdita della porta noncomporti anche quella dellopera difensi-va. Ma la porta sulla met della cortinaentra in contatto con il cavaliere interno;e allora larchitettura della Porta Nuovadeve ospitare un cavaliere soprastante, e,secondo Scipione Maffei, il primoesempio di far che la porta serva insiemeda cavaliero (A. Fara, La citt da guerra,Torino 1993, p. 56).

    33. C. Semenzato, Michele Sanmicheliarchitetto militare, in Accademia di Agri-coltura Scienze e Lettere di Verona (acura di), Michele Sanmicheli, Verona1960, p. 90.

    34. 1535, 10 marzo: Questi prossimijorni per le soe del 2 del presente ne fuimposto che dovesimo licentiar M.oMichiel da San Michiel inzegnero etmandarlo da V. re Ex. tie [] et perchad intelligentia de V.re Ex. tie de qui seattrovemo in grandissimo bisogno di lapersona soa dovendo noj dar principioalla vendita di la cittadella di questa cittsegundo che per il Senato ne sta impo-sto, ne stato necessario retenirloanchor per qualche jorno convenendousar lopera sua in ordine de indrizar lestrade di quella come per altre importan-tissime fabriche (ASVe, Lettere dei Retto-ri ai Capi del Consiglio dei X, b. 193, fasc.54). Il quadro completo del progetto san-micheliano visibile con chiarezza nellastampa del Caroto, che riporta la Veronadel 1540 (G. Caroto, Planimetria di Vero-na, Biblioteca Civica di Verona, ms. n.978, cc. 3v-4r).

    35. Con ogni probabilit, per discutere ilsuo piano di difesa della laguna; Michelefirma la sua relazione sulle difese dellalaguna il 21 gennaio 1534 (m.v.); la suaconvocazione a Venezia da parte dei Capidei X datata 2 marzo 1535, ma eglinon lascia Verona prima della fine del

    mese; il 14 aprile nominato ingegneresulle lagune e le fortificazioni di Venezia(Bertoldi, Michele Sanmicheli, cit. [cfr.nota 16], pp. 6-16). La consequenzialittra i documenti risulta evidente.

    36. ASVe, Lettere dei Rettori ai Capi delConsiglio dei X, b. 193, f. 58.

    37. Ronzani-Lucciolli, Le fabbriche civi-li, cit. [cfr. nota 28].

    38. A causa della scarsit dei documenti,la cultura di ingegnere di Sanmicheli non mai stata adeguatamente approfondita;eppure non mancano testimonianzeimportanti in merito, una per tutte lim-presa del forte di SantAndrea. Nel casodel cantiere di Legnago, ad esempio,sono attestati diversi tipi di argani, eanche macchine idrauliche piuttostocomplesse costruite con la supervisionedel Sanmicheli stesso: la loro descrizionele mostra simili ad alcuni studi di Anto-nio da Sangallo il Giovane, con il qualeanche il patrimonio di tecniche diMichele in stretto rapporto. Per unatrattazione pi esauriente di questo temasi rinvia a ulteriori studi.

    39. ASVe, Lettere dei Rettori ai Capi delConsiglio dei X, b. 193, f. 58.

    40. G. Vasari, Le vite, Milano 1991, p.1046.

    41. Senza uscire dalle norme doriche labalconata retta ingegnosamente dallemensole-triglifi, derivate dal motivo delpalazzo di Norcia del Peruzzi, pubblicatodal Serlio nel 1537. Queste mensole sonouno dei molti elementi, figurativi e archi-tettonici, che con il loro aggetto arricchi-scono laspetto del palazzo quando vistodi scorcio (H. Burns, Vasti desiderij e granpensieri: i palazzi veronesi di Michele San-micheli, in Burns, Frommel, Puppi (a curadi), Michele Sanmicheli, cit. [cfr. nota24], 1995, p. 77).

    42. Semenzato, Michele Sanmicheli, cit.[cfr. nota 33], p. 90.

    43. Per le modifiche subite in epoca otto-centesca, vedi M. Kahnemann, Schede, inAA.VV., Michele Sanmicheli architettoveronese del Cinquecento, Venezia 1960,pp. 126-27.

    44. Cfr. la pianta del Belluzzi alla Biblio-teca Nazionale di Firenze (G.B. Belluzzi,Legnago, in Atlante di piante di citt e for-tezze, c. 53), e alcuni documenti relativial nuovo cavaliere di terra da costruire aPadova tra il torrione del Portello Vec-chio e il Cornaro nel 1548 (Archivio diStato di Padova, Archivio Civico Antico,Territorio, b. 318, fasc. 1256, f.49r).

    45. La mancanza di una diretta esperien-za sul campo di battaglia, e in particolaredegli effetti dei proiettili metallici sullemurature , non a caso, uno degli argo-menti pi ricorrenti dei militari controgli architetti. Cfr. i Discorsi di F. MariaDella Rovere (ASVe, Secreta, ArchivioProprio Pinelli, b. 2, fasc. 30, f. 20r.).

    46. Nel baluardo Cornaro a Padova(costruito nel 1539) lo spessore dei con-trafforti di 1,80 m, la loro distanza di 4;nel baluardo di mezzo a Legnago essesono rispettivamente di 5 e 2 m; le misu-re corrispondenti in porta Nuova sono di

    1,55 e di 5,5 m (misurata nellaccessocarraio).

    47. Sopra un cornicione dorico ric-chissimo con sue appartenenze, sopra cuidoveva andare, come si vede nel model-lo, un frontespizio con suoi fornimenti, ilquale faceva da parapetto allartiglieria,dovendo questa porta, come laltra, ser-vire da cavaliero (Vasari, Le vite, cit.[cfr. nota 40], p.1047).

    48. In realt, accogliendo parzialmentelargomentazione del Langenskild,dobbiamo ammettere che il discorso pla-nimetrico e limpianto strutturale nonrisultano organizzati per solidit costrut-tiva e distribuzione di pesi in maniera dasostenere e muovere pesanti e ingom-branti batterie dartiglieria (Puppi,Michele Sanmicheli. Opera..., cit. [cfr. nota1], p. 131).

    49. Nella trattatistica sullarchitetturamilitare da notare limportanza attribui-ta alla previsione di tutte le situazionilimite in cui poteva trovarsi unopera for-tificata durante un assedio: in particolarela resistenza del muro agli urti ripetutidellartiglieria, la tenuta del terreno e deicontrafforti dopo la sua caduta, oppure lapossibilit di ammassare truppe e costruireritirate sulla piazza superiore del baluardo.Tali considerazioni dovevano quindi farparte sicuramente delle verifiche cui veni-va sottoposto un progetto da parte deitecnici militari, tanto per i baluardi quan-to per porta Nuova, che, come abbiamovisto, vivamente apprezzata anche daquesto punto di vista dal provveditore allefabbriche sotto la cui responsabilit sisvolge la costruzione.

    50. Si confrontino le piante dellAutoreVerde e del Belluzzi (Belluzzi, Legna-go, cit. [cfr. nota 44], c. 58).

    51. Le ipotizzate postazioni di artiglieriaposizionate al di sopra di porta San Mar-tino sembrano chiaramente escluseanche dal Sanmicheli stesso al momentodi relazionare sulle condizioni della for-tezza intorno al 1546: Legnago tutocinto de muro perfino al cordon, etcominciando al cavaler de San Martin limancha a fornir el dito cavaler ch soprael sustegno, alzarlo et farli le sue bom-bardere che defenda la faza del baloardode San Francesco; et apresso langulo li fatto due bombardiere, una defende laporta che va a Verona, laltra che difendeel dito cavaler verso el sustegno (Bertol-di, Michele Sanmicheli, cit. [cfr. nota16], p. 59).

    52. Cfr. Mazzi, Il Cinquecento..., cit. [cfr.nota 3], p. 142, nota 100. Non si puinvocare in questo caso, la mancata con-clusione del cantiere come avvenne perporta Palio: porta San Martino conclu-sa gi nel 1535, sotto la completa respon-sabilit di Michele.

    68

    logo: