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POLITICA ECONOMICA - 1: Economia Politica e Politica I modelli macroeconomici Economica. LIBRO DI RIFERIMENTO: ENRICO MARELLI E MARCELLO SIGNORE LLI (2015), «POLITICA ECONOMICA. LE POLITICHE NEL NUOVO SCENARIO EUROPEO E GLOBALE», GIAPPICHELLI EDITORE, TORINO. PROF. PASQUALE TRIDICO [email protected]

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POLITICA ECONOMICA - 1:

Economia Politica e PoliticaI modelli macroeconomici

Economica.

L I BRO D I R I F E R IMENTO :

ENR I CO MARE L L I E MARCE L LO S I GNOREL L I

( 2 0 1 5 ) , « POL I T I CAECONOMICA. LE POLITICHE NEL NUOVO SCENARIO EUROPEO EGLOBALE», GIAPPICHELLI EDITORE, TORINO.

PROF. PASQUALE TRIDICO

[email protected]

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Economia Politica e Politica Economica

L’economia politica (EP), o ramo positivo dellascienza economica, studia ciò che è, ossia ilfunzionamento di un sistema economico così come sipresenta allo studioso, che cerca di proporre delle teorie◦ È la scienza empirica positiva.

la politica economica (PE), o ramo normativo,studia ciò che dovrebbe essere, ossia cosa dovrebbe fareil policy maker per migliorare lo stato del sistema se ritenutoinsoddisfacente (ad es. affetto da patologie o “mali”:inflazione, recessione, disoccupazione, elevato debitopubblico, ecc.).◦ Si basa sulle teorie economiche, sulle “leggi” dell’EP.

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 2

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Economia Politica

Microeconomia, studio del comportamento e dell’e-quilibrio dei singoli agenti (consumatori, imprese, lavo-ratori) o di singoli mercati;◦ o anche delle interazioni tra i mercati (equilibrio econo-

mico generale, L. Walras; equilibri parziali di A. Marshall).

Macroeconomia, studio degli aggregati (macro-variabili) e degli equilibri di interi sistemi economici◦ economie chiuse o aperte (interdipendenze tra sistemi

economici: scambi di merci e servizi, flussi di capitale, mo-vimenti di lavoratori, ecc.).

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 3

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I modelli macroeconomici

Rappresentano in modo semplificato i sistemieconomici, ma devono essere realistici

Modelli via via più completi sono più realistici, ma anchepiù complessi:

◦ il modello della croce keynesiana (solo mercato dei beni) moltiplicatore,

◦ il modello IS-LM (anche i mercati finanziari),

◦ il modello AD-AS (anche il mercato del lavoro),

◦ la curva di Phillips (che esprime il trade-off tra inflazione e disoc-cupazione),

◦ i modelli IS-LM in economia aperta (anche il tasso di cambio),

◦ i modelli con aspettative razionali, ecc.

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 4

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L’equilibrio nel mercato dei beni

Se: C = c0 + c1 Y c0>0, 0<c1<1

oltre a: I, G (esogene)

sono le componenti della domanda aggregata

si ricava quindi dalla condizione di equilibrio

(Y=A=C+I+G):

Y = 1/(1-

= moltiplicatore *

∆Y =

c1) * [c0 + I + G]

spesa autonoma

1/(1- c1) ∆G

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 5

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…il moltiplicatore

• Y=C+I+G=A• C=Co+cY• Y=Co+cY+I+G• Y=cY+Co+I+G• Y-cY=Co+I+G• Y(1-c)=Co+I+G• Y= (1/1-c) G• In parole povere ci dice di quanto va moltiplicato

l’aumento della spesa autonoma (G) per avere il corrispondente aumento di Y

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La keynesian cross

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 6

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Equilibrio con disoccupazione

Funzione di produzione

(breve periodo)E

N2

W/P

ED

ES

w*2

C+I

YY2

Crisi deflazionistica

w1

N1

Y*1

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L’equilibrio con disoccupazione

EC+I+G

C+I

E’

Y Y’

D

O

Y= equilibrio ma non di pieno impiego

Y’= equilibrio con pieno impiego

La teoria keynesiana afferma che possono esistere equilibri nel

mercato dei beni con disoccupazione. Per questo e’ necessaria la

spesa pubblica (G) che soddisfa quella forza lavoro non occupata

pari a Y’-Y.

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Il moltiplicatore keynesiano

I >>>>>> Dom.Aggreg. >>>>>> Y

Eff.Moltiplicatore C <<<<<<<<<<

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Il modello keynesiano

Domanda effettiva• Keynes sostituisce alla domanda determinata al livello

teorico, la domanda effettiva, ovvero quella che si determina concretamente sul mercato.

• Keynes riteneva che il consumo si potesse suddividere in consumo autonomo e consumo proporzionalmente dipendente al reddito.

• Le decisioni di investimento dipendono fortemente dal livello di profittabilità e dalle aspettative che gli imprenditori formulano sul futuro (spirito vitale…)

• I RISPARMI = f(Y)

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S=f(Y,i)

i S S1 S2 S3

I

I,S

La “IS” è inclinata negativamente rispetto a i perche quanto più è alto Y tanto più è basso i; con Y in aumento S cresce. Per avere I=S, I deve crescere e per questo è richiesto i basso.Y S per avere S=I I e quindi i

S poco sensibile a idipende maggiormente da Y

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Teoria dell’Investimento

i

IL’investimento si effettua se r>i

r = efficienza marginale del capitale (il tasso di rendimento atteso del

capitale)

i = tasso di interesse

I= funzione inversa di i I=f(i) . Keynes introduce A

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Consumo e investimento

C

Y

Consumo

autonomo

Consumo proporzionalmente dipendente al reddito

C+I

Y

C

Investimenti

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2 funzioni importanti x l’equilibrio: C e S, PMC e PMS

Y= C+ I = C+S. Se aumenta Y aumenta C

Ricordare che Yd (reddito disponibile)=Y-T(=Tasse)

PMC =c = C/ Yd

C=Co+cY

S=Y-C

S=Y-Co-cY=-Co+(1-c)Y

Se Aumenta Y aumenta S

PMS=(1-c)Y

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C e S

• C=Co+cYd. Se c(=PMC)=0.85 un aumento di 1 € nel reddito fa crescere il consumo di 85 cents. 0 < c < 1

• C= Co positivo fisso, autonomo, anche quando non c’è reddito. Quando Yd=0 Co si finanzia con risparmi o a prestito. Funzione diretta di Y

• S=1-C, Funzione diretta di Y

• S=Y-Co-cY=-Co+(1-c)Y. Se Yd=0 allora S=-Co. Per consumare anche quando il loro reddito è nullo gli individui riducono i risparmi.

• Con c=0.85 e un aumento di reddito di 1, abbiamo visto che il consumo aumenta di 85 cents. 15 cents servono per aumentare i risparmi. (1-c) è allora la propensione al risparmio (PMS)

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Il paradosso del risparmio

• C e S dipendono dal reddito

• Se aumenta Y aumenteranno anche C e S

• Ma se si aumenta esogenamente S, l’effetto finale è una riduzione del Y perchè un aumento di S provoca una riduzione di C e di conseguenza una riduzione della produzione e quindi del Reddito. Alla fine Y diminuisce e anche S si riduce, questo è il paradosso del Risparmio

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L’equilibrio nel mercato dei beni:uguaglianza reddito spesa

C=Co +cY

I=Io – br

I= I

Y=C+I Domanda Aggregata di beni e servizi

Offerta Aggregata di beni e servizi

C+G+I+X = YD = Y + T R – T = C + S+ T R – T

semplificando e ignorando G e X C+I (DA)=Y=C+S (Of.)

S=I in equilibrio S

I, S

E

I

Y2 Y Y1

In Y1 S > I Off > Dom, C+I<Y

In Y2 S < I Dom > Off, C+I>Y

In Y S=I Dom= Off equilibrio C+I=Y

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Il modello IS-LM

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 9

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STRUTTTURA LOGICA DEL MODELLO IS-LM

Interazione mdb e mdaR+ spesa (D) +Y +R Interazione con MdAR+Dm+i - spesa(-I)-Y-R

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IS-LM

• C=C°+cY 5

• I=I°-bi 6

• Y=C+I+G 7

• Dom M: M/P=L=eY-fi 8

• Of M: M/P=M/P 9

• DM=OM 10

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IS

• Sostituendo la 5 e la 6 nella 7:

• Y=C°+cY+I°-bi+G

• Y-cY = (C°+I°)-bi+G

• Y(1-c)= (C°+I°)-bi+G

• Y= [(C°+I°)/(1-c)]+[G/(1-c)]-[bi/(1-c)] IS

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LM

• Dom M: M/P=L=eY-fi 8

• Of M: M/P 9

• DM=OM 10

• 8 e 9 nella 10:

• eY-fi=M/P

• fi= eY-M/P

• i=(e/f)Y- M/P (1/f) LM

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Mercato dei beni(con investimenti endogeni)

SE: C = c0 + c (Y-T) ; I = Î – b i

= Y = 1/(1- c) *[c0 + Î + G –bi] mIS [A° - b i]

Caratteristiche della curva IS:◦ negativamente inclinata,

◦ la sua posizione dipende da mISA°, quindi (∆A°) fa spostare oriz-zontalmente la curva IS (∆Y›∆A),

◦ inclinazione: la curva è tanto più rigida (inclinata) quanto più be/o il moltiplicatore mIS sono piccoli (e viceversa),

◦ caso “keynesiano estremo”: IS verticale quando d=0 (ossia inve-stimenti insensibili al tasso d’interesse).

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 7

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IS:Inclinazione: f(i) e f(Moltipl)Posizione: spesa autonoma A

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La IS

• Osserviamo che la curva IS definisce sempre, tranne nel caso keynesiano estremo di insensibilità, una relazione inversa tra reddito di equilibrio e tasso di interesse: infatti, maggiore è il tasso di interesse, minore è la spesa desiderata per investimenti e quindi minore è la domanda aggregata e il reddito di equilibrio.

• Notiamo che la pendenza dipende dalla sensibilità degli investimenti al tasso di interesse; se la IS risulta ripida equivale a dire che saranno necessarie grandi variazioni del tasso di interesse per avere variazioni sul reddito e viceversa.

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La curva IS

i

Y

I

S

I’

S’

I’’

S

S’’

La IS rappresenta combinazioni di r e di Y per cui si ha l’equilibrio nel mercato dei

beni. Tutti i punti sulla IS rappresentano potenziali punti equilibrio. In generale:

i I D Y (allo stesso tempo Y S S=I)

Spostamenti della curva a dx e a sx sono determinati da variabili esogene (I,C,G).

Spostamenti lungo la curva determinati da variabili endogene (i,Y).

Se G la IS si sposta verso l’alto

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I mercati finanziari

Se: M/P = eY – fi (e, f ›0) è la domanda di monetaMse è l’offerta di moneta, P i prezzi (entrambi esogeni);

dalla condizione di equilibrio M=Ms:

Y = (1/e) Ms/P + (f/e) i

Caratteristiche della curva LM:◦ positivamente inclinata,

◦ la sua posizione dipende da (1/e) Ms/P, quindi se varia (∆Ms), oanche il livello generale dei prezzi (∆P), si sposta orizzontalmente

la curva,

◦ inclinazione: la curva è tanto più rigida (inclinata) quanto più è

piccolo il rapporto (f/e),◦ caso “monetarista estremo”: LM verticale quando f=0 (ossia la

domanda di moneta non dipende dal tasso d’interesse).

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 8

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La LM

• La curva LM rappresenta tutte le possibili combinazioni fra tassi di interesse e reddito che mantengono in equilibrio il mercato monetario (offerta di moneta uguale a domanda di moneta) a parità del livello dei prezzi.

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OFFERTA DI MONETA (OM)=Quantita’ di moneta

messa a disposizione del sistema economico. Essa e’

data, e’ esogena, e’ determinata dalla BANCA

CENTRALE

DOMANDA DI MONETA (DM)= dipende da: titoli,

reddito, r. In breve da:

TRANSAZIONI

SPECULAZIONI FAMIGLIE+ IMPRESE

PRECAUZIONI

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Domanda di Moneta (DM)vs

Domanda di titoli (Dt)

• DM DT DM DT

Perché?

Se r Pt Dt DM.

Se r Pt Dt DM

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Esempio 1

• Titolo:valore nominale 100€, r=5%5 €, valore tot = 105€.

• r al 4%.valore nom.=100. Cosa succede al Pt, cioè al suo valore di mercato X? Vediamo, 0.04 • X=5, cioè X=5/0.04=125€. In pratica il titolo del valore nom. di 100€, per avere un rendimento di 5 €, deve valere sul mercato di più di 100, cioè 125. Infatti 125•0.04 =5.

• Quindi r, Pt (125€ > 100€),

• Dt (perchè ci sarebbe una perdita di 25€ in conto capitale), non è conveniente acquistare titoli

• DM (il pubblico preferisce detenere moneta liquida in atteso di un rialzo di r)

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Esempio 2

• Titolo:valore nominale 100€, r=5%5 €, valore tot = 105€.• r al 2%.valore nom.=100. Cosa succede al Pt, cioè al suo valore

di mercato X? Vediamo, 0.02 • X=5, cioè X=5/0.02=250€. In pratica il titolo del valore nom. di 100€, per avere un rendimento di 5 €, deve valere sul mercato di più di 100, cioè 250. Infatti 250•0.02 =5.

• Quindi r, Pt (250€ > 100€), • Dt (perchè ci sarebbe una perdita di 150€ in conto capitale),

non è conveniente acquistare titoli • DM (il pubblico preferisce detenere moneta liquida o vendere

titoli in atteso di un rialzo di r)

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Esempio 3

• Titolo:valore nominale 100€, r=5%5 €, valore tot = 105€.

• r al 6%.valore nom.=100. Cosa succede al Pt, cioè al suo valore di mercato X? Vediamo, 0.06 • X=5, cioè X=5/0.06=83,33€. In pratica il titolo del valore nom. di 100€, per avere un rendimento di 5 €, deve valere sul mercato di meno di 100, cioè 83,33€. Infatti 83,33•0.06 =5.

• Quindi r, Pt (83,33€ < 100€),

• Dt (perchè ci sarebbe un guadagno di 16,67€ in conto capitale), è conveniente acquistare titoli

• DM (il pubblico preferisce detenere o acquistare titoli piuttosto che detenere liquidi )

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Esempio 4

• Titolo:valore nominale 100€, r=5%5 €, valore tot = 105€.

• r al 8%.valore nom.=100. Cosa succede al Pt, cioè al suo valore di mercato X? Vediamo, 0.08 • X=5, cioè X=5/0.08=62,5€. In pratica il titolo del valore nom. di 100€, per avere un rendimento di 5 €, deve valere sul mercato di meno di 100, cioè 62,5€. Infatti 62,5 •0.08 =5.

• Quindi r, Pt (62,5 € < 100€),

• Dt (perchè ci sarebbe un guadagno di 37,5€ in conto capitale), è conveniente acquistare titoli

• DM (il pubblico preferisce detenere o acquistare titoli piuttosto che detenere liquidi )

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La curva LM

L

M

Y

r

La curva LM rappresenta combinazioni di r e di Y tali da garantire

l’equilibrio nel mercato monetario (DM=OM). L’andamento della curva e’

crescente ( r Y ) perche’ se Y vuol dire che DM, allora bisogna

r per tornare a livello di equilibrio e DM e avere DM=OM

Alla sinistra di LM

abbiamo eccesso di OM

(perche’ r DM),

alla destra di LM

abbiamo eccesso di DM

(perche’ r DM)

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Il modello IS-LM

L

M

Y

rI

S

E

OM=

DM=eY – fr LM

DM=

OM

OM

C=Co +cY

I =Io - dr

I=I

Y=C+I+G

IS=(Co+cY)+(Io -dr)+G

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Risolvendo il modello IS/LM

• Y= [(C°+I°)/(1-c)]+[G/(1-c)]-[bi/(1-c)] IS

• i=(e/f)Y- M/P (1/f) LM

• Y= [(C°+I°)/(1-c)+eb/f]+[G1/(1-c)+eb/f]+(M/P)[1/(1-c)f/b+e]

α β

• Y= α(A°)+ β (M/P)

[A=C+I+G]

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Dalla curva IS alla curva AD

Equilibrio congiunto IS-LM:

(sistema di 2 equazioni in 2 incognite, Y ed i: qui diamo lasoluzione solo per Y):

Y = 1/[(1-c1)+b e/f] A° + 1/[(1-c1) f/b+e] M/P

ossia: Y = α A° + β M/P

dove:◦ α è il moltiplicatore della politica fiscale (nota: A° contiene

anche G!),

◦ β è il moltiplicatore della politica monetaria

Si noti che: α<mIS (effetto spiazzamento dovuto allaMdretroazione monetaria: G Y i I Y).

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 10

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Dal modello IS-LM alla DA Con espansione M o riduzione dei pUn’espansione monetaria fa diminuire r (perché l’eccesso di OM fa aumentare la Dtaumenta

il Pt diminuisce r) effetti positivi su Y

DA

Y

r

P

Y

IS

LM

LM’

LA DOMANDA AGGREGATA

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Mercato del lavoro con sindacati e contrattazione

Il salario reale risultante dalla contrattazione salariale deve es-

sere compatibile con il salario reale derivante dalla fissazione dei

prezzi da parte delle imprese

Da curva wage-setting:z sono i fattori di “rinforzo”

PeW = f(u,z)salariale (esistenza e durata dei sussidi di

disoccupazione, il tasso di cambiamento strutturale della economia, laregolamentazione del salario minimo e delle procedure di assunzione/licenziamento, ecc.)

e da curva price-setting: P = (1+h) Wcon h il margine sui costi (inclusi eventuali costi variabili di produzione

diversi dal lavoro)

Supponendo che Pe=P, entrambe le equazioni possono essere ri-

solte per (W/P). L’equazione dell’equilibrio nel mercato del la-

voro è:f(u,z) = 1/(1+h)

L’incognita è il tasso naturale di disoccupazione (un).POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 11

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L’equilibrio nel mercato del lavoro

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 12

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EE1 E0

Y

E0

YS(w1)

YS(w0)

E1 E

w0

w1

W/P

Funzione di produzione

(breve periodo)

(prodotto marginale del lavoro)

Domanda di lavoro

MdL modello puro teoria NEOCLASSICA, BP

DL=f(w)

Y=f(DL)

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C. di Indiff. “al contrario”

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La curva di offerta aggregata AS

L’equazione della curva AS si ottiene sostituendo la WS nellaPS ed ipotizzando che u=(1-Y)/L:

PeP = (1+h) f(1-Y/L, z) N=Y

o Si noti che, dato Pe, ↑Y ↑N ↓ u ↑W ↑ costi ↑P.

Se invece cambia Pe, la curva si sposta.

Tipi di curve di offerta:

◦ orizzontali, in cui i prezzi sono "predeterminati" come nei modelli

a prezzi fissi oppure nelle ipotesi semplificatrici, in cui conta solo il

lato della domanda (ad es. nel modello "IS-LM“);

◦ inclinate positivamente (come la curva AS), andamento questo

più comune nel breve periodo;

◦ verticali.

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 13

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L’andamento della AS

Y

P

AS

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L’equilibrio macroeconomico AD-AS

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 14

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La dom e l’off di Lavoro nel modello neoclassico

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Flessibilità dei prezzi e dei salari

• In sostanza nel modello neoclassico dal mercato del lavoro (dall’equilibrio che il movimento del salario genera tra la domanda e l’offerta di lavoro) deriva la quantità di occupati di equilibrio che genera un prodotto che poi letto sulla IS è reddito di equilibrio nel mercato dei beni.

• In sostanza N=f(Ld=Ls): se c’è eccesso di offerta (disoccupazione) la pressione dei lavoratori non occupati tenderebbe a far scendere il salario e a riequilibrare il Mdl…e viceversa;

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Le aspettative adattivela differenza tra le aspettative t-1 e t è corretta con un α che moltiplica lo scarto tra l'aspettativa

che c'era a t-1 e i prezzi poi manifestatosi a t-1.

Il concetto di aspettativa era già ben presente agli

economisti da tempo: animal spirits di Keynes.

Monetaristi e keynesiani utilizzavano, nei modelli

degli anni ’50 e ’60, le aspettative adattive, che

erano backward-looking.

Un esempio relativo alle aspettative sul livello dei prezzi:

Pe e e

t−P = α(Pt-1−P t-1)t-1

Dove α rappresenta la "memoria" degli agenti in questo procedimento diapprendimento degli errori errori (0 < α <1).

In altre parole l'aspettativa a t è uguale all'aspettativa a t-1 + lo scarto tra l'aspettativa che c'era a t-1 e i prezzi poi manifestatosi a t.

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Equilibri di breve, medio e lungo periodo

Nelle analisi macroeconomiche si considerano equilibri di:

1. breve periodo, quando i mercati considerati sono in equi-

librio – nel senso che la domanda è uguale all’offerta – ma

non si tratta di un equilibrio “pieno”;

2. medio periodo, quando i processi di aggiustamento – ades. la revisione delle aspettative – sono conclusi ed il sistemaeconomico raggiunge il suo equilibrio “naturale”;

3. lungo periodo, quando si considerano anche i fattori di

crescita di lungo periodo (come l’accumulazione di capitale,

la crescita della popolazione, il progresso tecnico, ecc.).

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 17

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Dal breve al medio periodo

Importanza dell’orizzonte temporale:◦ nel breve periodo, può essere Yt>Yn e Pt>Pe (oppuretYt<Yn e Pt<Pe );t

◦ nel medio periodo, vi sarà un processo di aggiustamento,Peattraverso la revisione di

turale (Y Yn)

fino a convergere al livello na-t

Per esempio, dopo uno shock monetario:◦ nel breve periodo, un aumento nell’offerta di moneta ( ΔM)

può in parte riflettersi sui prezzi (Δ P) ed in parte sul reddi-

to reale (Δ Y);◦ nel medio periodo, lo stesso aumento ( ΔM) si riflette in un

aumento proporzionale dei prezzi (Δ P) e la moneta non ha

effetti reali (ossia Δ Y=0): vale la neutralità della moneta.

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 18

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Shock monetario

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 19

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Shock di domanda

Gli shock di domanda corrispondono a variazioni:◦ della domanda aggregata autonoma: consumi ed investimenti auto-

nomi, esportazioni nette (quindi andamento dei mercati di sbocco, del

commercio mondiale, dei fattori di competitività, del tasso di cambio, ecc.),

◦ della domanda di moneta,◦ delle politiche macroeconomiche (monetarie e fiscali).

Effetti di breve periodo sul reddito reale e sui prezzi pro-ciclici,

◦ ossia il segno delle loro variazioni coincide con quello della domanda ag-

gregata.

Effetti di medio/lungo periodo:

◦ se politica monetaria espansiva, non solo il reddito rimane fisso al

livello naturale (“la moneta è neutrale”), ma la crescita del livello dei

prezzi (ossia il tasso d’inflazione) viene a coincidere con la crescita dello

stock di moneta;

◦ se politica fiscale espansiva, non c’è neutralità (a parte gli effetti sui

prezzi), in quanto la modifica del tasso d’interesse induce variazioni negli

investimenti.ITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 20

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Shock d’offerta

Gli shock d'offerta comprendono (a parte le variazioni nelleaspettative) mutamenti in:◦ salari monetari e altre caratteristiche dell'offerta di lavoro,◦ margini di profitto (inclusi i margini distributivi e commerciali),

◦ capacità produttiva, quantità e qualità dei principali fattori produt-

tivi (inclusi stock di capitale, lavoro e capitale umano),

◦ prezzi e disponibilità degli altri fattori produttivi (ad esempio delle

materie prime, del petrolio, dei raccolti agricoli, del credito),

◦ efficienza produttiva e tecnologia (a seguito del progresso tecnico),◦ interventi di politica economica sull'offerta (cfr. cap. 3).

Effetti: le variazioni del reddito reale e del livello dei prezzi

hanno segno opposto (ad es. gli shock petroliferi causano

recessione ed inflazione, ossia il fenomeno della stagflazione).

Molti shock fanno spostare non solo la curva d'offerta di breve

periodo, ma anche quella di lungo, ossia agiscono sul prodotto po-

tenziale o sul livello "naturale" del reddito.

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Modello AD-AS e politiche macroeconomicheRiassumendo:

Shock positivi sulla domanda aggregata come pure politiche

macroeconomiche espansive – monetarie e fiscali – spostano in

alto la AD: quindi ↑P e, nel breve periodo, anche ↑ Y (infatti

politiche espansive sono tipicamente usate per uscire da una

recessione);

shock negativi sulla domanda aggregata come pure

politiche macroeconomiche restrittive – monetarie e fiscali –

spostano in basso la AD: quindi↓P e, nel breve periodo, anche↓Y

(politiche restrittive sono usate per tenere sotto controllo l’inflazione

anche se al costo di ridurre la crescita del prodotto);

shock avversi sull’offerta aggregata, per esempio gli shock pe-

troliferi, spostano verso l’interno la AS: quindi↑P e, contemporanea-

mente, anche↓Y (ossia stagflazione);

shock positivi sull’offerta aggregata, per esempio derivanti dal

progresso tecnico, come pure da appropriate politiche strutturali e per

il mercato del lavoro, spostano verso l’esterno la AS: quindi↑Y e↓P.

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La risposta di politica economica agli shock

Uno shock d'offerta (da AS a AS') può essere contrastato da:◦ una politica accomodante (curva di domanda da AD a AD'): equilibrio da

A a B, con il reddito che rimane Yn) ed una crescita dei prezzi (da P0 a P1);

◦ una politica meno accomodante lascia la domanda in AD, per cui il reddi-to scende al di sotto del livello naturale (Y2<Yn) e si ha un più contenutoincremento dei prezzi (P2<P1);

◦ una politica ancor più conservatrice (ossia aggressiva nei confronti dell'in-

flazione) porta a la domanda aggregata (da AD a AD"), con un livello deiprezzi inalterato (a P0) ed una caduta ancora maggiore del prodotto (Y3<Y2<Yn).

Nel caso di uno shock sulla domanda aggregata, la risposta di

politica economica potrebbe essere di tipo "compensativo" (con uno

spostamento opposto e simmetrico della curva AD), annullando così gli

effetti sia sui prezzi (P), sia sul reddito reale (Y).◦ La stabilizzazione del Pil nominale consente di raggiungere i risultati

intermedi anche in presenza di uno shock d’offerta.

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 23

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Shock d’offerta e risposta di politicaeconomica

POLITICA ECONOMICA (MARELLI-SIGNORELLI) - CAP. 1 24