L' involuzione del mercato del lavoro negli ultimi 20 anni. Possibili...
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L' involuzione del mercato del lavoro negli ultimi 20 anni. Possibili rimedi
Pasquale Tridico
Università Roma tre
Bologna, 18 maggio 2018
Produttività e Contrattazione fino all’accordo di luglio del 93• L'Italia e quasi tutti i paesi europei hanno attraversato un periodo di
grande espansione di produttività con forte Contrattazione Collettiva Nazionale (CCN) fino al 1993.
• Crescita della manifattura, del welfare, della domanda e dello spazio comunitario hanno contribuito ad espandere endogenamente la produttività in base alla famosa legge Kaldor-Verdoorn
• Nello stesso periodo la crescita della popolazione è stata un’altra fonte di crescita della produttività
Produttività e Contrattazione nel post-fordismo 1990-presente• Esaurimento della crescita della popolazione
• Esaurimento degli spillover di crescita del welfare («welfare retrenchement»)
• Diminuzione dimensione media delle imprese (90% imprese <10)
• Aumento delle disuguaglianze come causa ed effetto della stagnazione della produttività
1) Ineq ostacola crescita della produttività (labour intensive, Sylos Labini, Webb/Kaldor effect)
2) Bassa crescita produttività aumenta Ineq via conflitto distributivo
• Consenso teorico e di policy: Produttività var esogena
Varietà di Capitalismo nella transizione
• Modello Corporativo (Germania)Manifattura, CCN, MdL duale, Flex contenuta, skills• Modello Liberale (UK)Finanza, contrattazione decentralizzata (CD), Flex e skilled+unskilled• Modello Mediterraneo (IT)Declino Manifattura, CCN e CD, Flex, TW, e unskilled• Modello Scandinavo (Swe)Servizi (public), CCN, Flexicurity, innovation, skilled• Modello PECO (Pol)Manifattura (low skilled), CD, Flex, unskilled
B
DKD
EL
E
F
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I
NL
A
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S
UK
50
70
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5
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pa
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ne
livello di contrattazione salariale centralizzata
Tasso di occupazione e contrattazione centralizzata (2014)
Fonte OCSE
Quale relazione tra occupazione e Contrattazione Centralizzata?
Quale relazione tra produttività e Contrattazione Centralizzata?
Austria
Belgium
Denmark
Finland
FranceGermany
Greece
Italy
Netherlands
Portugal
Spain
Sweden
United Kingdo
.1.2
.3.4
.5.6
Cre
scita p
rod
uttiv
ità 1
99
5-2
015
20 40 60 80 100Copertura CCN
Crescita produttività e Copertura CCN
Fonte OCSE
Indice di partecipazione
ETU, 2014
Riforme MdL dopo l’accordo di luglio 93
• Pacchetto Treu L 196/1997
• Legge 30/2003
• Riforma Fornero 2012
• Decreto Poletti CTD
• Jobs Act / Art. 18
Riforme e Occupazione: tra precarietà e stabilità occupazionale.
Fonte: Adapt su dati Istat
Austria
Belgium
Bulgaria
Cyprus
Czech Republic
Denmark
Estonia Finland
France
Germany
Greece
Hungary
Ireland
Italy Latvia
Lithuania
Luxembourg Malta
Netherlands
Poland
Portugal
Romania
Slovakia
Slovenia
Spain
Sweden
United Kingdom
1
1.5
2
2.5
3
EPL 2013
55 60 65 70 75 Occupazione 2013
Flessibilità del lavoro e Occupazione
Fonte OCSE
Australia Austria Belgium
Canada
Czech Republic
Denmark
Finland
France Germany
Greece
Hungary
Ireland
Italy
Japan
Mexico
Netherlands New Zealand
Norway
Poland
Portugal
Slovak Republic
Spain
Sweden
Switzerland
Turkey
United Kingdom
United States
OECD Total
0
1
2
3
4
5
-1.5 -1 -.5 0 .5 EPL 1990-2013
Produttività
del lavoro
1990-2013
Flessibilità del lavoro e Produttività
Fonte OCSE
Aumenta l’occupazione a termine, flessibile e precaria
10
11
12
13
14
15
16
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2013 2015 2016
Lavoro temporaneo, in % del totale dell'occupazione.
Italy
OECD
Totale Ore lavorate 2007-2017
Fonte: la.voce.info, Istat
L’accanimento verso MdL «giustificato» dal trilemma dell’EurozonaIl modello creato nell’Eurozona un modello con:
• Tassi di cambio fissi; Mobilità di capitale; Disciplina di bilancio; Politica monetaria indipendente
L’unica politica libera ad essere praticata dagli SM è la politica del lavoro.
Un trilemma è quindi definito dai seguenti 3 pilastri, difficile da risolvere:
1. Tassi di cambio fissi
2. Deflazione della domanda interna/invece di politiche di espansione
3. Deflazione dei salari interni/invece di un incremento dei salari e dell’occupazione
Compressione dei salari (media Eurozona). Fonte OCSE
Real wage index
Labour productivity index
100
103
106
109
112
115
118
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Ind
ex (
bas
e y
ear
=1
99
9)
Distribuzione quota Salari e Profitti
Fonte proprie elaborazioni, dati Istat
Disuguaglianza (Gini) e Flessibilità (EPL)
AU
AT
BE
CA
CZDK
EE
FI
FR
DE
GR
HU
IS
IE
ITJP
KR
LU NL
NZ
NO
PL
PT
SK
SI
ES
SW
CH
UK
US
.25
.3.3
5.4
Gin
i coe
ffic
ien
t
0 1 2 3EPL Index
Fitted values Gini_a rebuilt
Fonte OCSE
Fonte: OCSE
45
50
55
60
65
70
19701972197419761978198019821984198619881990199219941996199820002002200420062008201020122014
Austria Spain France Germany Italy
Deindustrializzazione, stagnazione w (fig a) & declino quota w (fig b)
Quota salari sul Pil
Fonte: OCSE
Compensazione salari orari. Fonte EUKLEMS
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
7
9
11
13
15
17
19
21
23
251
97
0
19
72
19
74
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76
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78
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80
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82
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19
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00
20
02
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04
20
06
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08
20
10
5
10
15
20
25
30
35
40
19
70
19
72
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74
19
76
19
78
19
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19
82
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84
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88
19
90
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92
19
94
19
96
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98
20
00
20
02
20
04
20
06
20
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20
10
0
50
100
150
200
250
300
350
manufacturing wholesale and retail trade
accommodation and food services finance + real estate
business services remaining services
0
5
10
15
20
25
30
19
70
19
72
19
74
19
76
19
78
19
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19
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19
84
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86
19
88
19
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94
19
96
19
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20
00
20
02
20
04
20
06
20
08
(d) UK, 2010 Pounds(c) Sweden, 2010 Kronas
(b) Germany, 2010 Euros
(b) Italy, 2010 Euros
Il declino degli Investimenti e del VA in Industria
-15
-10
-5
0
5
10
2000 2005 2008 2009 2010 2011 avg 2000-10
Formazione del capitale (lorda), crescita annuale e media periodo 200-10
Italy
France
Germany
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
2000 2005 2008 2009 2010 2011 cumulative2000-10
Valore aggiunto (in termini reali) nell'industria, crescita annuale e cumulativa periodo 2000-10
Italy
France
Germany
Fonte OCSE
-0,5
0
0,5
1
1,5
2
2,5
France Germany Italy United States Eu15 / Euroarea
OECD Total
average 1990-2000
average 2001-10
Average 1990-2010
Crescita della produttività: 1990-2010Modello Mediterraneo (IT)Declino Manifattura, CCN e CD, Flex, TW, e unskilled
Fonte OCSE
Germania e Italia, la differenza: Produttività (sx) e investimento ICT (dx). Fonte: EUKLEMS
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
-0,2
-0,15
-0,1
-0,05
0
0,05
0,1
0,15
0,2
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Italy growth rate of lab prod Germany growth rate of lab prod Italy ICT hourly investment Germany ICT hourly investment
Perché l’Italia non cresce?
Perché somigliasempre più ad un bar…
Quota di occupazione nella manifattura sul totale dell’occupazione 1970-2012.
0,1
0,12
0,14
0,16
0,18
0,2
0,22
0,24
0,26
0,28
0,3
1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010
Italy
Fonte: EU KLEMS e OECD
Il declino economico Italiano rispetto all’UE
60
70
80
90
100
110
120
130
1998 2000 2009 2015
Pil Pro capite in PPS (EU 28=100) prezzi 2015
EU (28 Countries) EU (15 Countries) Germany France Italy
L’impatto del Jobs Act e del Decreto Poletti 2014-16
1.195.593 1.692.619
1.145.590
3.141.629
3.234.180
3.451.167
220.303
169.372 216.020 513.272
546.247 510.093
-
1.000.000
2.000.000
3.000.000
4.000.000
5.000.000
6.000.000
2014 2015 2016
CTC/T.Ind. A.T Apprendistato Stagionali Fonte INPS
L’impatto del Jobs Act e del Decreto Poletti 2017
0
1000000
2000000
3000000
4000000
5000000
6000000
Assunzioni atempo
indeterminato
Assunzioni atermine
Assunzioni inapprendistato
Assunzionistagionali
NUOVI RAPPORTI DI LAVORO 2017
-400000
-200000
0
200000
400000
600000
800000
1000000
1200000
1400000
1600000
1800000
Nuovi rapp dilavoro
Trasformaz inCTC
Apprendistitrasformati in
CTC
Cessazioni VariazioneNetta
RAPPORTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO 2017
Fonte INPS
Possibili rimedi? Innanzitutto la ripartire dalla contrattazione..
1. CCN (80%) e senza obiettivi di distribuzione di produttività solo inflazione (problema)
2. CD (poco diffusa) dovrebbe legare aumenti di salari a aumenti di produttività
3. Contratti Collettivi Nazionali (1°) «pirata» firmati da parti sociali non rappresentativi con l’obiettivo di tagliare salari & standard di lavoro e inserire deroghe (es.: CTD +20%, orari di lavoro, etc)
Proposte: Le riforme del MdL(1) Salario minimo legale
(selettivo)
(2) Riduzione orario di
lavoro
(3) Patto di Produttività
programmato
(4) SUD (5) Investimenti e
occupazione
9 euro per quelle
categorie di lavoratori
non coperte da
contrattazione nazionale
collettiva di categoria (es.
lavoratori in piattaforma
e ad altri atipici non
coperti da CCN)
Riduzione orario in settori
specifici, per categorie
specifiche, quelle a più
alto contenuto
tecnologico, in modo da
aumentare anche
l’occupazione.
A fronte di una tale
riduzione di orario di
lavoro le imprese
potrebbero accedere a
sgravi fiscali soprattutto
per l’assunzione di giovani
e in settori
tecnologicamente
avanzati trainati da ricerca
e sviluppo.
Patto di programmazione
della produttività in sede
di contrattazione
secondaria, con obiettivi
di produttività pre-fissati
tra sindacato, imprese, e
governo (da garante) al
fine di rilanciare salari,
produttività e investimenti
Riprendere la famosa
regola del 34%, cioè
concedere al Sud il 34%
degli investimenti ordinari
(quota che rappresenta la
quota della popolazione
del Mezzogiorno sul totale
della popolazione)
Promuovere direttamente
e indirettamente
investimenti pubblici
mission-oriented, ad alto
contenuto tecnologico e
quindi driver di
produttività, anche
attraverso riduzione
selettiva del cuneo fiscale
e l’agevolazione
dell’occupazione
giovanile.
Bassa disoccupazione e basso numero di ore lavorate
Denmark
Germany
Greece
Spain
France
Italy
Netherlands
Finland
Norway
1.4
1.6
1.8
2
ore
lavo
rate
5 10 15 20tasso disoccupazione Fonte OCSE
Patto di Produttività programmato
Produttività programmata (ex ante) al 2° livello e Verifica ex post
• Legare gli aumenti di salari all’obiettivo programmato, legare gli aumenti di profitti agli obiettivi realizzati.
• Aziende che aumentano la produttività avranno una diminuzione in tasse e contributi del salario di produttività prefissato in una quota dell’obiettivo programmato
• Aziende che non aumentano la produttività secondo gli obiettivi programmati non potranno accedere a defiscalizzazione e decontribuzione e perderanno la quota del salario variabile pre-stabilito nel 2° livello di contrattazione rispetto all’obiettivo programmato di produttività
Ob. ↑π↑w (de-tax)
Sanzione in caso no ↑π (↑w)(vd anche Fadda, Ciccarone, Messori, Pini, Tridico)
Tornare indietro in tema di flessibilità
La flessibilità degli ultimi anni non è servita ad aumentare tassi di occupazione (sempre fermi al 58%) e produttività del lavoro (in calo da due decenni). Le norme, il diritto, non creano lavoro, e nemmeno produttività. Danno dignità al lavoro. Le politiche dal lato dell’offerta, secondo ormai molte ricerche, si sono dimostrate insufficienti da sole a promuovere crescita della produttività e occupazione. Tutto al più creano aumento del turn over, cambiamenti nella composizione dell’occupazione, ma lo stock totale dell’occupazione, il suo livello, non è aumentato negli ultimi due decenni, ma è rimasto intorno ai 23 milioni di lavoratori.
Molta disoccupazione è mascherata da inattività: l’Istat stima circa 3 milioni di persone che vorrebbero lavorare, ma che non cercano attivamente lavoro perché sono scoraggiate. Un governo deve occuparsi anche di questo.
Abbiamo creato troppa flessibilità sia in entrata che in uscita.
1. Il Jobs Act ha introdotto il Contratto a Tutele Crescenti, che prevede il licenziamento illegittimo a fronte di una modesta sanzione monetaria. L’art 18 è necessario per riequilibrare i rapporti di forza.
2. Al contempo il Decreto Poletti ha liberalizzato oltremodo l’utilizzo del lavoro a termine introducendo la clausola della acausalità e la possibilità di 5 rinnovi.
3. Infine il tetto del 20% di lavoratori a tempo determinato in una singola azienda è troppo spesso derogato.
In questa situazione, cresce il lavoro a tempo determinato che crea instabilità dell’occupazione, contrazione dei consumi e instabilità della domanda aggregata, che è il vero driver della crescita economica.
Reddito minimo - sopra la soglia di povertà
• Il reddito minimo condizionato alla formazione e al reinserimento nel mercato del lavoro.
• Esso ha una duplice funzione: sradicare gli elevati livelli di povertà e formare gli individui che sono al momento fuori dal mercato. Lo Stato deve sostenere economicamente chi oggi non raggiunge la soglia di povertà, in cambio dell’impegno a formarsi e ad accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro, purché siano eque e non lontane dal luogo di residenza.
• Quindi è uno strumento di welfare, di formazione ma allo stesso tempo uno strumento che può rilanciare l’economia attraverso i nuovi consumi derivanti da quel reddito garantito.
Un Modello di Flexicurity avanzato, per una Robotizzazione senza precarietà e l’introduzione dei tempi di lavoro
Concorrenza nel
mercato dei beni
Sicurezza
SocialeInvestimenti
Produttivi “capital
intensive” e riduzione
orari di lavoro
Politiche attive
e formazione