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Letteratura italiana Einaudi Poesie di Sergio Corazzini

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Letteratura italiana Einaudi

Poesie

di Sergio Corazzini

Letteratura italiana Einaudi

Edizione di riferimento:Poesie edite e inedite, a cura di Stefano Jacomuzzi,Einaudi, Torino 1968

Letteratura italiana Einaudi

DolcezzeIl mio cuore 2La gabbia 3Acque lombarde 4La Madonna e il suo lampioncello 5Cremona 8Ballata della primavera 9I solchiDolore 12Chiesa abbandonata 14Il fanciullo suicida 15Follie 17Scritto sopra una lama 22Immagine 23Giardini 24Per musica 25Il campanile 26Asfodeli 28

L’amaro caliceInvito 30Rime del cuore morto 31Cappella in campagna 32Il cuore e la pioggia 35Ballata del fiume e delle stelle 36A Carlo Simoneschi 37Toblack 38La chiesa venne riconsacrata... 41Sonetto d’autunno 44Isola dei morti 45

Sommario

ivLetteratura italiana Einaudi

Le aureoleL’anima 47Il fanale 48Spleen 50Sonetto della neve 52La finestra aperta sul mare 53Dai «soliloqui di un pazzo» 56Il fanciullo 59Sonetto 61Sonetto all’autunno 62Alla serenità 63A la sorella 65Sonetto della desolazione 66

Poemetti in prosaSoliloquio delle cose 68Esortazione al fratello 71

Dal piccolo libro inutileDesolazione del povero poeta sentimentale 75Ode all’ignoto viandante 78San Saba 82Sonata in bianco minore 83A Gino Calza 85Per organo di barberia 87Canzonetta all’amata 88Dopo 90

Sommario

vLetteratura italiana Einaudi

Elegia 92

Libro per la sera della domenicaSera della domenica 96La liberazione 98Elemosina nel sonno 99Le illusioni 101Dialogo di marionette 102Stazione sesta 104L’ultimo sogno 105Castello in aria 107Scena comica finale 108Bando 109

Il sentiero 111

La morte di Tantalo 113

Poesie sparse’Na bella idea 116Partenza 117Un bacio 118L’agnello 119La Madonna 120Il dubbio 121A nina 122Pe` la morte de la socera 123La villa antica 124Romanzo sconosciuto 125

Sommario

viLetteratura italiana Einaudi

Amore e morte 128La geografia 130Campana 132La morte dell’albero 133Il canto del cieco 134L’addio 135Giovanni dalle bande nere 136L’oca 137Malinconie 138La tipografia abbandonata 139Tu... 142L’attesa 143Capelli perduti 144Contrasti 145Vinto 146Il distico dell’inganno 147L’arivo de Marconi 148Trittico 149La campana 151Medio evo 152La nave 153Il volume 154Rossaccio 155La chiesa 158«Il cuore languiva» 160Lettere ad una donna 161Leone XIII 163Per un amico, morto 164Sonetti all’amica 166L’ascesa 168

Sommario

viiLetteratura italiana Einaudi

L’anelito vano 169La leggenda delle stelle 170Il brindisi folle 171All’amica 173L’anello 174Il cimitero 175L’imperatrice 176Il gatto e la luna 178Il ritorno 179«Vigilavano le stelle» 180Rime dell’inverno 182Il convegno 184I suoi occhi 186L’orfano 187Ballata a morte 188

AppendiceStornelli 190«Tutta l’anima mia, tutte le pure» 192L’incanto 193

Sommario

1Letteratura italiana Einaudi

DOLCEZZE

Per Alfredo Tusti – e per Sandro Benedetti –che piú dolce fanno – la mia giovinezza.

Sergio Corazzini - Poesie

IL MIO CUORE

Il mio cuore è una rossamacchia di sangue doveio bagno senza possala penna, a dolci prove 4

eternamente mossa.E la penna si muovee la carta s’arrossasempre a passioni nuove. 8

Giorno verrà: lo soche questo sangue ardentea un tratto mancherà, 11

che la mia penna avràuno schianto stridente...... e allora morirò. 14

2Letteratura italiana Einaudi

LA GABBIA

Ben salda era di grétole e di staggila gabbia, a primavera, se di fuoribenigno sole offriva a’ bei canoripennuti la dolcezza dei suoi raggi; 4

ma poi che nostalgia di viaggitenne i cari a Leonardo cantori,fuggiron via pei cieli ampi e sonori,desiosi di piú limpidi maggi. 8

Or fatta muta de’ suoi canti onde erasuperba, come di sue corde, lira,la gabbia triste e pur fidente sta: 11

come l’anima mia che piú non sperae continuamente si martirain un desio di giocondità. 14

Sergio Corazzini - Poesie

3Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

ACQUE LOMBARDE

Acque serene ch’io corsi sognandone la dolcezza delle notti estive,acque che vi allargate fra le rivecome un occhio stupito, a quando a quando, 4

o nostalgiche acque sorgivemormoranti nel verde un sogno blando,acque lombarde ch’io vo’ sospirandosempre, tanto il ricordo in cor mi vive, 8

di voi l’anima dice acque stagnantine’ verdi piani de la Lombardia,di voi fonti gioconde scintillanti 11

a’ dolci soli del fiorito maggioe su voi la sognante anima miamuove per suo spiritual viaggio. 14

4Letteratura italiana Einaudi

LA MADONNA E IL SUO LAMPIONCELLO

i.

Umilmente la Vergine pregava,e ne la voce avea tanto dolore,e il suo cuore, trafitto, sanguinava:

«O lampioncello, fallo per mi’ amore,tu se’ il compagno mio, tu sei la stella 5che mi dà pace con il pio chiarore;

tu sei fratello, io sono tua sorella,senti: ho paura di stare all’oscuro,senza il raggietto de la tua fiammella!

Ardi, ed il cuor dolente rassicuro, 10ardi, ti prego, lampioncelo rosso,come il cuor di Gesú, tremante e puro...»

Ma il lampioncello sospirò: «Non posso».

ii.

E Maria seguitò; umilmente:«Perché non puoi? Se tu sarai buono, 15come una stella ti faccio splendente

e il tuo disobbedire ti perdono.O lampioncello, o lampioncello mio,mi sembra di sentir, lontano, il tuono!

Qui sono sola ed assai lunge è Dio! 20Qui sono sola, assai lunge è il mortale;sono fatta d’oblio, d’oblio d’oblio...

Sergio Corazzini - Poesie

5Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

Non un passero batte la su’ alecontro il mio volto, o lampioncello rosso,ardi! Ho tanto timor del temporale...» 25

Ma il lampioncello spasimò: «Non posso».

iii.

La sera dopo, era una sera mite,piena di trilli, piena di fiammelle,di voci mai prima d’allora udite,

umilmente, una mano, una di quelle 30mani che sanno spesso l’altra mano,una mano tranquilla che il ribelle

gesto non seppe mai, piano piano,il solitario lampioncello accese:s’udí una prece, dolce, un passo umano 35

lontanare, laggiú, verso il paeseche dormiva da tempo, ne la sera.Invano, invano il lampioncello prese

fuoco: Maria suavissima non c’era...

iv.

Umilmente chiamò, umilmente 40attese. Pensò perché mai Mariafosse fuggita senza dirgli niente,

la sua dolce compagna, la sua piasorella! Aveva dunque una sí follepaura de la solitaria via? 45

6Letteratura italiana Einaudi

E il lampioncello, disperato, vollegiungere al cielo con la sua fiammella...Ah, se fosse mai nato su quel colle!

Pregò ancora: «Maria, buona sorella,ti farà luce il lampioncello rosso, 50oh vieni, vieni, la serata è bella!»...

Ma la Madonna singhiozzò: «Non posso».

Sergio Corazzini - Poesie

7Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

CREMONA

Cremona, non è Antonio Stradivarioggi ne l’aria con i violinimaravigliosi? – palpitano finimelodie per i cieli – o da li altari 4

osannano i soavi cherubinidel Boccaccino che ne li occhi ignarihanno l’azzurro tremulo dei marie sanno i regni che non han confini? 8

Cremona, evvi un’assai dolce malíaoggi ne` tuoi rosai, dolce cosích’io ne sento vanir l’anima mia 11

beata sognatrice inteneritade l’azzurro che a` miei occhi fiorícome ne li occhi d’una sulamita. 14

8Letteratura italiana Einaudi

BALLATA DELLA PRIMAVERA

O Primavera, Sandro Botticellisentí fiorire in cuore i tuoi rosaipoi che ti seppe come niuno maine la soavità de` suoi pennelli. 4

Ancor io, giovinetta, una fioritadi mammole e di rose ebbi nel cuoree m’era dolce assai tuo venimentoe m’era triste assai tua dipartita; 8

non oggi, o Primavera, ché il Dolorecome tarlo nel cuor rodere io sentoquasi per demoniaco incantamento; 11

non oggi, o Primavera, ché di spinefatte del mio buon sangue porporinecome Cristo ho corona ai mie capelli 14

Sergio Corazzini - Poesie

9Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

I SOLCHI

Un desiderio di seminagioneteneva i solchi aperti ne l’attesade la buona promessa; oh la tua rudemano, figlio de` campi, che si schiudeal seme come il labro a la parola, 5ancora è lunge da la sacra impresa,ma verrà come il grano a la sua mola.

Soavità de la dedizione!I solchi aperti – (ha bene le sue cullela terra madre) – te buon seme avranno! 10Vi sarà un po` di biondo anche quest’annointorno a la tua casa a larghi lampiavran le falci mietitrici sullespighe ben colme, o nato sacro ai campi!

O lontananza de’ seminatori! 15Quante albe passate in una vanasperanza e quanta disperazionedi tramonti! Fioriva la canzonesu le bocche giulive ampia e serena,o solchi, ma fioriva assai lontana 20tanto lontana che giungeva a pena.

E l’ansia d’un mattino?! Eran le cosebianche e quiete come ne l’indugioun po` triste de l’alba, tanto chepareva un’alba. I solchi aperti ne 25gioirono. Sarà fra poco, forseadesso! Oh l’interminabile indugio!Un brivido la Terra avida corse.

Bocche d’umani aperte ne l’attesad’un puro bacio ignoto, mani aperte 30da l’imo d’un abisso tenebroso,

10Letteratura italiana Einaudi

pupille aperte senza mai riposo,cuori aspettanti, cuori dolorantine l’attesa di gioie ultime e incerte...O trascorrere lento degli istanti! 35

Pace, il seme verrà! Eccolo, o solchisu di voi ne la mano che lo serratenacemente; il seme buono è raroe ben colmo dev’essere il granaroanche quest’anno! Fra le dita buone 40ecco già scorre e cade su la terraaperta per la fecondazione...

O solchi, il seme è sacro ora che in vois’accolse, il seme è sacro, poi che un giornosarà spiga, sarà forse farina 45e pane! O solchi aperti a la divinaopera, penso – (o come il cuor mi premeacuta doglia!) – penso e vedo intornoa me fratelli chiusi ad ogni seme!

Sergio Corazzini - Poesie

11Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

DOLORE

E sol melanconia m’aggrada forte.cino da pistoia

i.

Voglio dirti in segretode la dolce folliache mi fa triste e quieto

tanto; vedi, la miaanima è nel mio cuore, 5il cuore è nella mia

anima, e se il dolorel’anima un poco sente,soffre un poco anche il cuore,

bimbo, quietamente. 10

ii.

Io, vedi, soffro molto,e piú soffro e piú sentoche soffrirei; se ascolto

il mio vaneggiamentocontinuo, senza tregua, 15senza un breve momento

di pace, e se dileguapoi non so come, pareche l’anima lo segua

oltre il cielo, oltre il mare. 20

12Letteratura italiana Einaudi

iii.

Io porto tanto amorea una crocetta d’oroche s’apre, sul mio cuore.

È un tenue lavoro,non è un ricordo, no, 25come l’ebbi, l’ignoro.

Io l’amo perché soche croce fu dolore,e assai ne spasimò

un mio dolce Signore! 30

Sergio Corazzini - Poesie

13Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

CHIESA ABBANDONATA

Din, dan, don, dan, o la piccola voce,Santa Maria de la Concezione,o, sapiente lunga orazionesotto immobili cieli, ferrea croce; 4

altari bianchi come anime, buone,o santi lieti nel martoro atroce,o Gabriel, sotto il piè, feroceghigna il ribelle con le luci prone; 8

corone d’oro, manti di broccato,cuori trafitti, bocche dolorose,occhi con occhi in adorazione, 11

oh nulla, nulla sopravvisse al fatone la tetra rovina de le cose,Santa Maria de la Concezione. 14

14Letteratura italiana Einaudi

IL FANCIULLO SUICIDA

«A Torino, un fanciullo di quindici anni sigettava dalla finestra, disperando di raggiun-gere i suoi alti ideali».

i.

I suoi compagni non avean chimere,non nutrivano in cuore ardite voglie,erano tante piccolette fogliefiorite in un medesimo verziere.

Ma il fanciullo, sdegnoso, nelle altere 5luci sognava di abbaglianti soglie,ed attendea la pura man che cogliefiore da fiore ne le primavere.

O il sogno vano! L’anima impotente,ruggiva de la sua tetra sconfitta, 10e il cuore, oh il cuore, lagrimava sangue!

Il bimbo disperò perdutamente,e la debole fibra derelittasentí costretta da insaziabil angue.

ii.

Oh, la gloria e la morte, in loro arcano 15fascino hanno le illusioni istesse!Quanta di sogni ardimentosa messenasce in un cielo e muore in un pantano!

Quietamente il bimbo a morte elessela giovinezza sua fiorente in vano 20

Sergio Corazzini - Poesie

15Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

ne l’estasi d’un sogno sovrumanoche la fantasiosa anima eresse.

Un sera, s’uccise. Ne l’azzurropassava e ripassava un’allegriadi rondini. S’udí nell’aria un pianto, 25

un grido, un tonfo sordo, un gran sussurrodi popolo dolente... Ne la viacome il suo sogno, egli si giacque, infranto.

16Letteratura italiana Einaudi

FOLLIE

Madonna, in vano anelovostre dolci parole;per me non v’è piú sole,per me non v’è piú cielo.

Io sono come avvolto 5in un sogno, in un sognotriste; io non agognopiú nulla; io non ascolto

piú nulla. Il cuore tremaa volte, forte: io penso 10che sia la fine, io pensol’unione suprema.

...........................

Oh la piccola bara,ricordo, i tetri cereie gli arazzi funerei, 15e poi la folla ignara

e la dolente, l’organomolle e profondo, i chinifrati benedettiniche par da terra sorgano 20

ne la penombra dellecolonne, fra gli altarifiammeggianti, con variaspetti; e le sorelle

candide, per i banchi 25lunghi, oranti, soave

Sergio Corazzini - Poesie

17Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

coro, ne la lor graveveste e la corda ai fianchi,

e tu, e tu, mio amore,piccola, tra le rose 30la mia mano posesu la fronte, su `l cuore,

ne le mani conserte,sopra i piedini lievi– e tu non le vedevi 35con le pupille aperte –

rose dovunque, fra icapelli ch’io non sciolsi,capelli per cui colsirose odorate mai, 40

su la bocca che rise,che rise e poi si tacquecome gorgoglio d’acqued’un súbito divise,

su gli occhi dolci, avvinti 45da una visioneignota e poi corone,di gigli, di giacinti,

una pioggia di petali,e tu, e tu, mio amore 50che godevi nel cuored’una gioia secreta

intensa, immensa e pura!O morta ch’eri in cieloe nel mio cuore anelo 55di te, di te, creatura,

18Letteratura italiana Einaudi

per cui arsero tuttele mie fiammee vogliee cadder come fogliele speranze distrutte. 60

.............................

E poi la terra breve,il cipresso dirittocome lancia, lo scrittosopra il marmo di neve,

la croce che non seppe 65Gesú, le spine, i chiodi,i pianti che non odidi chi, di chi non seppe

adorarti a bastanzae le tombe e i cipressi 70immobili lungh’essii viali ove danza

monna Morte ghignando,e i cancelli che stridonoa ogni bara, a ogni grido 75lugubre a quando a quando,

i fiori gialli cheil morto volle secoper dirsi: «altrove io recofiori di terra», e 80

le lampadette, stelledi cimitero, tetresu le gelide pietre,lugubri sentinelle,

Sergio Corazzini - Poesie

19Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

e le grandi, notturne 85ali, solcanti l’ombrapaurosa che ingombrale tombe, i marmi, le urne...

Madonna, perdonatese vi pensai, se forse 90troppo il pensiero corse.Madonna, perdonate.

Io vi vidi, tranquillain una bara, morta,e vi sognai risorta 95e il sogno ancor m’assilla

onde vano e il martoroche l’anima dilania,insana è questa smaniaper le tue ciglie d’oro, 100

per le pupille gravidi ombre, or nella morteprofondamente assortecome quando sognavi,

per la tua bocca rossa 105che non ho mai baciatae che pure m’ha datala dolorosa scossa,

per le tue mani stanche,per le tue mani molli 110che toccare non volli(erano tanto bianche!),

per la voce che mainon seppi, per i gesti

20Letteratura italiana Einaudi

ignoti, per le vesti 115che avevi e che ora avrai

nella semplice barafiorita; in somma tuttoamo di te, il mio luttosei tu, piccola cara! 120

............................

Ohimè, dolce Madonna,perdonate se forsetroppo il pensiero corsepensandovi, Madonna.

Voi siete il Sole, io sono 125un pazzo che lo seguee non concede tregueallo spirto mai prono,

e come suo bagliorei cieli azzurri infiamma, 130s’agita la gran fiammadel mio inutile amore!

Sergio Corazzini - Poesie

21Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SCRITTO SOPRA UNA LAMA

Lama, fulmin d’acciar, anima tersae fredda come un’anima di biancasacerdotessa, o lama, dimmi, stancanon fosti mai di star nel sangue immersa?

Io t’odio, t’odio, eppure a questo orrore 5un’invidia di pazzo s’accompagna;sei piú grande di me, lama di Spagna,perché tu forse hai penetrato un cuore!

22Letteratura italiana Einaudi

IMMAGINE

da P.Bourget

La rondine di mare che ieri, mia dolente,volava sopra il lago, con l’alucce sgomente,

erra sempre a la sorte del suo tenero volo?brutal piombo la colse, e cadde, morta, al suolo?

o pur, libera, dopo lungo palpito d’ale, 5giunse all’immenso, azzurro Oceano natale,

ove ne l’aria, ondeggiano esalazioni amare?...A me, vedi, la piccola rondinella di mare,

stanca, che sfiorava, con l’aluccia sua lieve,l’onde del lago, troppo, per i suoi voli, breve, 10

a me sembra il tuo cuore instancabile, ardito,cuore di donna, cuore acceso d’infinito,

cuor nostalgico in preda al doloroso sensodi cercar, vanamente, per sé un amore immenso!

Sergio Corazzini - Poesie

23Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

GIARDINI

O piccoli giardini addormentatiin un sonno di pace e di dolcezze,o piccoli custodi rassegnatidi sussurri, di baci e di carezze; 4

o ritrovi di sogni immacolati,di desideri puri e di tristezzeinfinite, o giardini ove gli alaticantori sanno di notturne ebbrezze, 8

o quanto v’amo! I sogni che rinserrail mio core, fioriscono, o giardini,lungo i viali, ne le vostre aiuole. 11

Io v’amo, io v’amo, o fecondati al soledi primavera in languidi mattini,o giardini, sorrisi de la terra! 14

24Letteratura italiana Einaudi

PER MUSICA

Tu m’hai scritto cosí: «Or che spezzatoè questo nostro amor fatto di ebbrezze,io ti rimando i baci che m’hai datoio ti rimando tutte la carezze».

Piccola bimba mia sempre malata, 5una cosa ti sei dimenticata.

La prima cosa che ti ho data, o amore,ti sei scordata di ridarmi il cuore!

Sergio Corazzini - Poesie

25Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL CAMPANILE

i.

Il prete bianco s’affacciò, protesele faticate braccia sí soaviai cieli e mormorò: – parvero gravile sue parole quanto mai – «Le offese

perdono, come già Tu perdonavi, 5ho vestito un ignudo, a chi mi chiesela spiga ho dato il pane, ai venti ho stesele mani e assai rimproverai gli ignavi.

Colmo è l’ovile, ma la porta è aperta!Un’agnella fuggí ieri – ben sai – 10ma stamani tornò nel buono ovile».

Disse il vecchio e la mano bianca e incertalevò per benedire come maiil villaggio, la chiesa e il campanile.

ii.

Un ruinar precipite di frane 15ignote, il lungo rombo nella nottepallida e il campanile vide rottea terra, immote le sue due campane,

cadute senza grida e senza lotte,cosí, come due stanche anime umane. 20Oh non verranno piú da le lontanecase le donne per la messa, a frotte!

26Letteratura italiana Einaudi

Irto per la sua doglia, muto, solo,come l’ira che in cuor chiuso si cuoce,il campanile si pensò usignuolo 25

privo del canto buono e fu maggiorela pena poi che non avea la voceonde gridare al mondo il suo dolore.

Sergio Corazzini - Poesie

27Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

ASFODELI

Madonna, se il cuore v’offersi,il cuore giovine e scarlatto,e se voi, con un magnifico atto,lo accettaste insieme a` miei versi

di fanciullo poeta, e se voi 5con l’olio del vostro amoreteneste vivo il suo splendoree lo appagaste de` suoi

capricci assiduamente,perché ieri lo faceste 10sanguinare, lo facestelagrimare dolorosamente?

Tutte le sue gocce rossecaddero a terra, mute,poi che furono cadute 15il cuore piú non si mosse

e come per incantamentoin ognuna fiorí un asfodelo,il triste giglio del cieloda l’eterno ammonimento. 20

28Letteratura italiana Einaudi

L’AMARO CALICE

a Cesare Chiappa

Sergio Corazzini - Poesie

29Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

INVITO

Anima pura come un’alba pura,anima triste per i suoi destini,anima prigioniera nei confinicome una bara nella sepoltura, 4

anima, dolce buona creatura,rassegnata nei tristi occhi divini,non piú rifioriranno i tuoi giardiniin questa vana primavera oscura. 8

Luce degli occhi, cuore del mio cuore,tenerezza, sorella nel dolore,rondine affranta nel mio stesso cielo, 11

giglio fiorito a pena su lo steloe morto, vieni, ho spasimato anch’io,vieni, sorella, il tuo martirio è il mio. 14

30Letteratura italiana Einaudi

RIME DEL CUORE MORTO

O piccolo cuor mio, tu fosti immensocome il cuore di Cristo, ora sei morto;t’accoglie non so piú qual triste ortoodorato di mammole e d’incenso.

Uomini, io venni al mondo per amare 5e tutti ho amato! Ho pianto tutti i piantivostri e ho cantato tutti i vostri canti!Io fui lo specchio immenso come il mare.

Ma l’amor onde il cuor morto si gela,fu vano e ignoto sempre, ignoto e vano! 10Come un’antenna fu il mio cuore umano,antenna che non seppe mai la vela.

Fu come un sole immenso, senza cieloe senza terra e senza mare, accesosolo per sé, solo per sé sospeso 15nello spazio. Bruciava e parve gelo.

Fu come una pupilla aperta e purevelata da una palpebra latente;fu come un’ostia enorme, incandescente,alta nei cieli fra due dita pure, 20

ostia che si spezzò prima d’averetocche le labbra del sacrificante,ostia le cui piccole parti infrantenon trovarono un cuore ove giacere.

Sergio Corazzini - Poesie

31Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

CAPPELLA IN CAMPAGNA

i.

Giú dall’antica grata, estenuatii fiori morti, sull’altare, il Santo,dolcissimo nel suo nidito manto,con gli occhi un po` velati, un po` velati

forse, chi sa, da qualche umano pianto; 5due ceri gialli, senza fiamma, a i lati,due ceri senza fiamma, inanimati,come i cuori che mai sepper lo schianto.

La ghirlandetta d’una verginella,sfiorita a pena a pena, intorno a i biondi 10capelli di una nitida madonna;

nel mezzo, una colonna; una colonnasfinita, in essa un pio nido di rondini,solo, coperto d’erba tenerella.

ii.

Venni non so per quale sogno assai 15dolce al mio cuore umile; fu ierimattina; volli portare due cerinuovi, due ceri bianchi come mai

e due rose – ho i miei piccoli rosaianch’io – due rose bianche come i ceri; 20sembravano fiorite in monasterichiuse, le rose, in languidi rosai.

32Letteratura italiana Einaudi

Oh la fiamma purissima, oh il profumonovo ch’io seppi nella breve stanzache la mano soave ricompose! 25

La Madonna, un po` triste fra le rose,disse: Che vale tua dolce esultanzas’io per dolore sempre mi consumo?

iii.

Su i candelabri, i ceri arsero in purafiamma, come due cuori amanti; tutti 30arsero, e per un poco su i distruttiavanzi andò la fiamma malsecura.

Nell’aria fu un odor di sepolturae il cuore ripensò tutti i suoi lutti,come il pesco ripensa i dolci frutti 35nella feconda estate moritura.

Le rose giovinette, ne la piasolennità, esalarono la breveanima; oh gli atti e le preghiere vane!

Quanta tristezza scese nella mia 40anima, quando da non so qual pievegiunse pei cieli un suono di campane!

iv.

Una fascia di sole, ancora; unastriscia, un filo sottile, una chiarezzaindefinita, un’ultima allegrezza 45di luce, poi l’ombra, bruna, piú bruna,

Sergio Corazzini - Poesie

33Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

piú nera. Ho nel cuore una tristezzaintensa immensa come mai nessunatristezza; oh non potrebbe ora la lunascendere un poco da la dolce altezza? 50

Distinguo a pena la Madonna, ha immotigli occhi lucidi come lame, comele sette spade che le stanno in cuore;

intorno, un po` d’argento luce: i votide gli umili, de i buoni senza nome 55ch’ebbero ancora fede nel dolore.

34Letteratura italiana Einaudi

IL CUORE E LA PIOGGIA

O mia piccola dolce casa, vergine rossac’hai vergogna e ti celi in un manto di fogliequa e là strappato, ancora nell’occhio si raccoglieun pianto triste e il cuore prova una fredda scossa 4

s’avvenga che ripensi le tue diserte soglie,il tuo muto giardino, la terra non rimossada tempo grande, come la terra d’una fossa,la fossa ch’ogni mia dolce speranza accoglie. 8

Piccola casa rossa che il molle abbaraccio tentadel fiorito viale con mille incantamenti,nell’ora triste in cui mi parve uscir di vita, 11

non io rossa ti vidi, ma come se una lentalagrima assai t’avesse corse le guancie ardenti,mi sembrasti d’immenso dolore impallidita. 14

St.Moritz

Sergio Corazzini - Poesie

35Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

BALLATA DEL FIUME E DELLE STELLE

L’antichissimo fiume nella seraestiva si sentí stanco di andare;era tanto lontano ancora il mare,e quella notte cosí dolce era! 4

Le luminose vennero al notturnoappuntamento e, come uno stranodesiderio superbo le tenesse,convennero sul fiume taciturno 8

ove come in un ciel novo e lontanotutte si rimirarono riflesse.L’orgoglio suo, l’alta sua gioia espresse 11

il fiume: «Ben divenni un cielo anch’io!»All’alba, come pianse quando il piolume svaní nella cinerea sfera! 14

36Letteratura italiana Einaudi

A CARLO SIMONESCHI

Carlo, malinconiam’ha preso forte, sonoperduto; cosí sia.

Carlo, un giorno ch’io siapiú tenero, piú buono, 5piú docile nel perdono,che in lungo abbandonoancora ignoto io dia,malinconico dono,tutta l’anima mia, 10quel giorno, amico, pronomi vedrai nella viamorto di nostalgiae di malinconia.

Poi che, Carlo, ben sono 15perduto, cosí sia.

Sergio Corazzini - Poesie

37Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

TOBLACK

i.

...E giovinezze erranti per le viepiene di un grande sole malinconico,portoni semichiusi, davanzalideserti, qualche piccola fontanache piange un pianto eternamente uguale 5al passare di ogni funerale,un cimitero immenso, un’infinitamesse di croci e di corone, un lentoangoscioso rintocco di campanaa morto, sempre, tutti i giorni, tutte 10le notti, e in alto, un cielo azzurro, pienodi speranza e di consolazione,un cielo aperto, buono come un occhiodi madre che rincuora e benedice.

ii.

Le speranze perdute, le preghiere 15vane, l’audacie folli, i sogni infranti,le inutili parole de gli amantiillusi, le impossibili chimere,

e tutte le defunte primavere,gli ideali mortali, i grandi pianti 20de gli ignoti, le anime sognantiche hanno sete, ma non sanno bere,

e quanto v’ha Toblack d’irraggiungibilee di perduto è in questa tua divinaterra, è in questo tuo sole inestinguibile, 25

38Letteratura italiana Einaudi

è nelle tue terribili campaneè nelle tue monotone fontane,Vita che piange, Morte che cammina.

iii.

Ospedal tetro, buona penitenzaper i fratelli misericordiosi 30cui ben fece di sé Morte pensosinella quotidiana esperienza,

anche se dal tuo cielo piova, senzatregua, dietro i vetri lacrimositiene i lividi tuoi tubercolosi 35un desiderio di convalescenza.

Sempre, cosí finché verrà la bara,quietamente, con il crocefissoa prenderli nell’ultima corsia.

A uno a uno Morte li prepara, 40e tutti vanno verso il tetro abisso,lungo, Speranza! la tua dolce via!

iv.

Anima, quale mano pietosaaccese questa sera i tuoi fanalimalincinici, lungo gli spedali 45ove la morte miete senza posa?

Vidi lungo la via della Certosapassare funerali e funerali;

Sergio Corazzini - Poesie

39Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

disperata etisia degli Idealianelanti la cima gloriosa! 50

Ora tutto è quïeto: nelle barestanno i giovini morti senza sole,arde in corona la pietà de` ceri.

Anima, vano è questo lacrimare,vani i sospiri, vane le parole 55su quanto ancora in te viveva ieri.

40Letteratura italiana Einaudi

LA CHIESA VENNE RICONSACRATA...

al poeta Corrado Govoni

Il sagrestano pazzotraversò la chiesa oscura,lentamente, con il mazzodelle chiavi appeso alla cintura.

I frati, ne le piccole celle, 5dicono le orazionide la sera, poi, quando le stelleprima de l’Ave Mariastanno su le cose terrene,ogni monaco viene 10al suo piccolo letto,nitido come un altare,e accende il luminettoa la Vergine Maria,che non fa che lagrimare 15perché ha sette spade in coreche le dànno acerba doglia,sempre acerba e sempre lenta!Poi ognuno si spoglia,e ognuno s’addormenta 20nella pace del Signore.

L’acquasantiera di bronzo, tonda,sembra un occhio lagrimosoche il suo pianto silenziosoa stille su le fronti de gli uomini diffonda. 25

I confessionali, con le lorotendine verdi un po` sciupate,con le piccole grategialle che ne l’ombra sembrano d’oro,

Sergio Corazzini - Poesie

41Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

sonnecchiano allineati, 30ognuno con le sue due candelespente ai lati.

Sono essi, alveari ove ronzino, api, i peccati,e l’assoluzione sia miele?

Un rosario di granatine 35a i piedi del Crocifisso morente sembra sangue gocciato lentamentedalla fronte coronata di spine.

Un piccolo libro delleMassime Eterne fu dimenticato 40sopra una sedia, aperto.È logoro. Certo,è d’una delle solite beghineche vengono la sera.Fra le pagine c’è un Santo: 45san Giovanni decollato;dietro il Santo, una preghiera.Il libro dimenticatoaperto, è l’unica bocca che parlinella chiesa silenziosa, 50è l’unico occhio che veda,nella chiesa oscura,la morte della creatura.

Il sagrestano recise la grossacorda per cui pendeva davanti la figura 55di Cristo, la lampada rossacon la sua fiamma quieta e pura.La lampada cadde con sordapercossa su le pietre sepolcrali;l’uomo con tre moti uguali 60girò intorno al collo la corda

42Letteratura italiana Einaudi

e penzolò nel vuoto.Davanti il Crocifissosembrò un macabro votoimprovvisamente sorto 65fra il Cielo e l’Abisso.

Poi che la lampada non c’era piúbiancheggiò d’avanti Gesú,piamente la cotta del sagrestano morto.

Sergio Corazzini - Poesie

43Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SONETTO D’AUTUNNO

Foglie e speranze senza tregua, fogliee speranze; non hanno rami e cuoricadute eguali allor che i primi oriAutunno triste su la terra accoglie? 4

L’anima poi che nell’audaci vogliesi disfece con gli ultimi rossoridella sua giovinezza, in foglie e fiorimalinconicamente si discioglie. 8

E resta il cuore e resta il ramo: solisospiranti in un intimo richiamola rossa estate e il suo vivere corto. 11

Ma se tornino i buoni e dolci soliprimaverili, rinverranno il ramopien di speranza e il cuore, invece, morto. 14

44Letteratura italiana Einaudi

ISOLA DEI MORTI

Il lampione di San Bartolomeonon si rassegna alla sua mala sorte;il tragico fanale della Morterinnovella il martirio prometeo? 4

Veglia se vada il funebre corteodel morto ignoto oltre le fosche porteove già tante creature mortestanno come in un fetido museo. 8

Su le pietre, dai luridi lenzuolicola il sangue nerastro degli umaniche agonizzaron, nella notte, soli. 11

Ritto, immoto, su l’isola terribile,per i fratelli che sono lontaniarde il fanale d’odio inestinguibile. 14

Sergio Corazzini - Poesie

45Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LE AUREOLE

46Letteratura italiana Einaudi

L’ANIMA

a Guido W. Sbordoni

Tu sai: l’anima invano si martòradi sogni; al mar non piú le fragoroseacque dei fiumi giungon desiosedi confondere lor voce sonora 4

con quella che sí forte le innamorada farle di ogni immagine obliose,ma van per l’onda petali di rosecome se Ofelia vi dormisse ancora. 8

Tu sai: l’anima ben vide caderetutte le foglie e in ogni foglia un purodesiderïo, fin che, in suo tormento, 11

le parve dolce figurarsi in nerevesti, per sempre crocifissa al murodi un lontano antichissimo convento. 14

Sergio Corazzini - Poesie

47Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL FANALE

a Alfredo Tusti

Torbido e tristo nella solitariavia, davanti la porta del postribolo,s’affioca e il buono incenso del turibolo,forse, è la nebbia che fa opaca l’aria.

Mai sacerdote curvo per i sacri 5facili gradi d’un superbo altareseppe con dolce sapienza fareomaggio a i freddi e vani simulacri.

Per i vetri malchiusi, a tratti, un grido fugge e ne trema il cuore del fanale 10e pensa la corsia d’un ospedalee un vuoto desolato nel suo nido.

Nido, ché, all’alba, sempre una leggiadrabocca una cara nostalgia d’aprilediffonde, giú, nel piccolo cortile 15che sogna il sole e fosche nubi inquadra.

Forse è la stessa che l’ombra di rauchisinghiozzi seminò, forse è la stessache fredda rise a una volgar promessae spasimò sotto i grandi occhi glauchi. 20

La notta, oh, quale triste cantilenalangue per le tre camere fumosein fin che al suolo cadano le rosedisfatte sulla lunga veglia oscena,

in fin che su la solitaria via 25strida la chiave dell’antica porta

48Letteratura italiana Einaudi

e che la tua, fanal, fiamma sia mortadi passione e di malinconia.

Stelle! Non forse nell’orror notturnodi una turba briaca o di una muta 30breve agonia, non forse t’è venutadolce una voglia, fanal taciturno,

di stelle? e non ti tenne un’amarezza,grande e un odio pel tuo triste destinoe non ti parve poi, spento, al mattino, 35di sentirti morire di tristezza?

Cuor che ti duoli, soddisfatto mai,della vacuità de gli orizzonti,oh, bevi alle tue buone e chiare fonti,oh, cogli rose a` tuoi bianchi rosai, 40

ma non guardare, non udire, va`dolce e solingo e la tua lampa rechiluce a te solo e invano gli altri, ciechi,implorino la buona carità.

Sergio Corazzini - Poesie

49Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SPLEEN

Che cosa mi canterai tuquesta sera?Amica, non voglio pensaretroppo: la prima canzoneche ricordi, antica, 5non importa;una di quelle canzoniche non si cantano piúda tanto,che non fanno piú schiuder balconi 10da un secolo. Vuoidarmi la nostalgiadi una canzone morta?

Sei triste, mi dai penaquesta sera; non canti, non mi parli... 15Che hai? malinconiadi morire? Ti duoliperché siamo soli?Ricordi l’ultimo ballonel tuo salotto giallo 20roso dai tarli?Sai che è primavera?Io non me n’ero accorto;non ho rosai,non ne ho avuto mai 25nel mio triste orto.

Perché non suoni? Languedi desiderioquel tuo piccolo pianoforte esangue,nell’ombra; o non cosí, 30amica,l’anima ci sospira nell’attesa

50Letteratura italiana Einaudi

di chisappia farla vibrare?

Oh, che tristezza! Pare, 35nel biancore lunare,malata di etisia,con tutte le sue portechiuse, la nostra viadiserta e quel fanale 40solo e torbido pareche attendendo la mortene vegli l’agonia.

Sergio Corazzini - Poesie

51Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SONETTO DELLA NEVE

Nulla piú triste di quell’orto era,nulla piú tetro di quel cielo mortoche disfaceva per il nudo ortol’anima sua bianchissima e leggera. 4

Maternamente coronò la seral’offerta pura e il muto cuore assortoin ricevere il tenero confortoquasi nova fiorisse primavera. 8

Ma poi che l’alba insidiò co` `l lievegesto la notte e, per l’usata via,sorrisa venne di sua luce chiara, 11

parve celato come in una baral’orto sopito di melanconianella tetra dolcezza della neve. 14

52Letteratura italiana Einaudi

LA FINESTRA APERTA SUL MARE

a Francesco Serafini

Non rammento. Io la vidiaperta sul mare,come un occhio a guardare,coronata di nidi.Ma non so né dove, né quando, 5mi apparve; tenebrosacome il cuore di un usuraio,canora come l’animadi un fanciullo. Erala finestra di una torre in mezzo al mare, desolata 10terribile nel crepuscolo,spaventosa nella notte,triste cancellaturanella chiarità dell’alba.

Le antichissime sale morivano 15di noia: solamente l’eco delle gavotte,ballate in tempi lontanida piccole folli signore incipriate,le confortava un poco.

Qualche gufo co` i tristi 20occhi, dall’alto nidoscricchiolante incantaval’ombra vergine di stelle.E non c’era piú nessunoda tanti anni, nella torre, 25come nel mio cuore.

Sotto la polvere ancora,un odore appassito, indefinito,esalavano le cose,

Sergio Corazzini - Poesie

53Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

come se le ultime rose 30dell’ultima lontana primaverafossero tutte mortein quella torre triste, in una sera triste.

E lacrimava per i soffittipallidi, il cielo, talvolta 35sopra lo sfacelo delle cose.Lacrimava dolcementequietamente per oree ore, come un piccolo fanciullo malato.Dopo, per la finestra 40veniva il sole, e il mare,sotto, cantava

Cantava l’azzurro amante,cingendo la torre tristissimadi tenerezze improvvise, 45e il canto del titanoaveva dolcezze, sconforti,malinconie, tristezzeprofonde, nostalgieterribili... Ed egli le offriva i suoi morti, 50tutte le navi infrante,naufragate lontano.

Una sera per la malinconiadi un cielo che invanochiamava da ore e ore 55le stelle, volarono viacon il cuorepieno di tremorele ultime rondini e a pocoa poco nel mare 60caddero i nidi: un giornonon vi fu piú nulla intorno

54Letteratura italiana Einaudi

alla finestra. Alloraqualche cosa tremòsi spezzò 65nella torre e, quasiin un inginocchiarsi lentodi rassegnazionedavanti al grigio altaredell’aurora, 70la torresi donò al mare.

Sergio Corazzini - Poesie

55Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

DAI «SOLILOQUI DI UN PAZZO»

Sbarrò nell’ombra i grigi occhi perduti:l’alba coglieva con le dita bianchele ultime stelle per i cieli muti.

Egli pensò che il cuor tremi alle sogliedell’anima cosí, come le stelle 5treman la notte, alle divine portefin che la pietosa alba le coglie.«Hai visto tu passare le barelle,o pazzo insonne, con le stelle morte?»

Chiarità di una lama, o tu che fendi 10l’ombra maligna: io t’offro il mio cervellooscuro e tristo per disegni orrendi.

Io non ho pace, l’anima è un pantano;nell’anima stagnarono i ricordi,subitamente; oh quante volte, pietre 15vi hanno scagliato con secura mano!Dopo, il silenzio per i tonfi sordisé avvolse in bende assai piú gravi e tetre.

Un ragno tesse la sua tela foltaper il mio teschio e nella tela stanno, 20morte stecchite, le idee d’una volta.

Mai piú, mai piú! su le terrene cosel’occhio non sosta, l’occhio si dispera,come un’ala ferita ai cieli tende.Io voglio la tristezza delle rose 25morte all’inizio della primaveraper farne una corona alle mie bende.

56Letteratura italiana Einaudi

Il mio cortile con un po` di cielo,con poche stelle, a me sembra uno stranofiore: corolla azzurra e grigio stelo. 30

Il mio cortile è triste molto, comeil suono di una placida campanasotto un cielo di nuvole e di pioggia.Una bianca tristezza senza nomeveste i muri, e nell’alto, una lontana 35luce, su li orli, un oro dolce sfoggia.

Tu che mi ascolti non aver pietà,non lacrimare delle mie sventurecome quel Cristo nell’oscurità.

Ah, quel Cristo, lo vedi? egli moriva 40cosí, come ora, desolatamente,quando venni alla cella che mi chiude.Avea negli occhi una gran fiamma viva,la fronte dolce e pur sanguinolentee piaghe orrende per le membra ignude. 45

Non morí mai, non morrà piú: mi guardanel buio e trema quando il lume tremacome i fanciulli se la sera è tarda.

A poco a poco si dissanguerannole sue ferite per la doglia atroce 50infin che un tarlo, – quando? – lentamenteroda i chiodi terribili che sannol’ossa dell’uomo e il legno della crocee spezzi invano quel suo cuore ardente.

Chi mi parla dell’anima? Un impuro 55ladro, forse, o un abate incipriato?L’anima è morta ed io ne son sicuro.

Sergio Corazzini - Poesie

57Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

Come una fonte semplice e tranquilladonò la gioia alle riarse goledegli umani e non seppe, ahimè! tenere 60per la sua sete giovane una stilla!Morí cosí, come un ignoto solespento su le fiorite primavere.

Chi batte alla mia porta? sei tu, cara?Vieni con l’alba alla mia cella triste? 65L’inchiodi forse questa grigia bara?

Mi ricordo di te, sola; eri biondaesile come un sogno giovinetto,pallida come un astro mattutino;te sola, nell’oscurità profonda 70del mio cuore, t’accogli per diletto;te sola, con il mio tetro destino.

Chi tenta l’ombra che stagnò nei triviin cui le donne come idee mal certepiú volte si volgean tentando i vivi? 75

Chi veste d’auree stole anche le immondecase che il fango d’un amplesso cinge?Chi l’oro ai figli della terra adduce?Ah, sei tu, sole, che le piú profondepupille ferme nell’eterna sfinge 80avvivi, anima orgiaca della luce?!

58Letteratura italiana Einaudi

IL FANCIULLO

a Guido Ruberti

Campane d’oro e tu le vuoi, sí, d’oro,fanciullo, per il cuore che ti tremad’ineffabile angoscia, oh, sí, campaned’oro come i castelli de le fate,pellegrino che vai senza una meta, 5curvo e pensoso di un lontano lumeche brilli sulla porta di una casatriste ma dolce al tuo martirio... oh, d’oro,sí, le campane come le alte stelle!

Tu le ritroverai le tue sorelle 10di un tempo, umili e buone e, forse, è il lororiso che canta con le fonti e trillaco` i nidi e luce in fondo alla tua strada.

Fanciullo, apri il tuo cuore e in esso cadal’ultima foglia dell’autunno: mai 15piú mortale tristizia accoglierailungo la siepe della eterna strada.Tu vuoi morire, ecco, tu vuoi dormire,solo, per sempre, con le tue coronesfiorite e chiudi le pupille buone, 20dolce, cosí, che sembra ti vaniscal’anima, desolato pellegrino.

E sogni... e nella tua casa in un tetrocrepuscolo, le pallide sorellevanno inquiete per l’assente, il loro 25dolce fanciullo che le consolavacon l’innocenza delle sue parole,e ti cercano e guardano le stelleche ti guardano, e toccano le cose

Sergio Corazzini - Poesie

59Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

che già toccasti con le timorose 30dita e non sanno che tu sei vicino.

Vicino sí, ma stanco, ma seduto,ma ignaro. Oh! Dio, queste campane d’orocome insistono... chi dunque ti vuole,fanciullo, se non il tuo sogno?... Loro?! 35Loro?! ma dove? non ti sei perduto?

Forse: perduto, e non puoi ritornare.Alle tue fonti piú non devi bere,hai seppellito le tue primavereper sempre; tu non puoi resuscitare. 40

Domani, se riprenderai camminocurvo e pensoso di un lontano lumeche brilli sulla porta di una casa,fanciullo, come il sogno divinovorrai morire dopo un breve andare, 45tanto solo e perduto ti sarai,pellegrino che vai, che vai, che vaisimile al fiume che non trovi mare,al seme che non possa fecondareper un suo malinconico destino. 50

Verranno le sorelle a riguardaresu la soglia deserta se non torni,dolce il fratello dei lontani giorniancora e sempre... e non potrai tornare.

60Letteratura italiana Einaudi

SONETTO

a suor Maria di Gesú

Sorella, dolce riguardare il chiostroche le vestite d’umiltà rinchiude,oggi che aprile giovinetto illudesoavemente ogni martirio nostro! 4

E caro m’è pensar dov’io mi prostroGesú trafitto per le membra ignudee ancor vorrei pellegrinare in rudesaio e domar mie carni a piú d’un rostro. 8

Vorrei morirmi di melanconia,vedovo di un desiderio, solo,con l’altissimo sogno che mi tiene, 11

e le anime, sorelle in questa miadoglia infinita di levarmi a volo,dissetare col sangue delle vene. 14

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61Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SONETTO ALL’AUTUNNO

Dorma l’autunno e sogni ancora biondoil dolce vecchio, e il sonno gli consolianche una gioia rapida di voli,gli ultimi, Santo Stefano Rotondo. 4

Forse, domani non varrà un giocondosubito trillo a risvegliare i broli,forse, domani i nostri cuori, soli,turberanno il silenzïo profondo. 8

E noi, dolcezza, non lo desteremoil soave malato che non hapiú la speranza della guarigione 11

come l’anima nostra senza remo,e senza vele, che non torneràmai piú nel porto di salvazione. 14

62Letteratura italiana Einaudi

ALLA SERENITÀ

Io t’ò nel cuore e tu, sole, mi scaldie le cose non oggi allo sfaceloimminenete rassegnansi: che cielo,oggi! e che squilli! Nunziano gli araldi

giovinetti l’avvento che sognai? 5Come tutto è soave, come tuttomi canta in cuore! non m’hai tu costruttoun nido nei novissimi rosai?

Stelle! che gioia! Quanto cielo e quantivoli s’io chiuda gli occhi alla freschezza 10di questa sera piena di dolcezza,accolgo in essi ancor tristi di pianti!

Pianti lontani come le tue, nonna,favole buone, come le mie purenotti, oh, quiete delle creature 15che una fata protegge e una madonna!

Serenità, non tu mi riconduci,nave di sogno, a una perduta riva?non è forse una luce primitivaquesta che vince tutte le altre luci? 20

E colgo ancora le margheritineper i capelli de le mie sorellee m’inebrio del sole e de le stellee piango se mi pungono le spine.

Tutto quel che fu mio, teneramente, 25mette le foglie, mette i fiori, odora;oh, mai tramonto si sbiancò in aurorapiú di questa soave e piú ridente.

Sergio Corazzini - Poesie

63Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

Serenità, ben tu mi ricomponigioie profonde per il mio ritorno, 30e suoni tutte le campane a stormo,le campane già vedove di suoni,

entro il mio cuore, e vuoi tu che al fioritomaggio spalanchi l’umili finestree odori il davanzale di ginestre 35e canti ancora quello che infinito

canto mi parve e non fu che una nota!Vuoi che l’orto mi dia ghirlande e frutti...ma non sai farmi libero di lutti,ma non sai popolarmi questa vuota 40

casa! E allora?... perché farmi tornare?Serenità: quiete al mio tormentovana, sono perduto, ora, mi sentomorire e gli occhi s’empiono di bare

e questo cielo non conobbe voli 45mai, questa casa non s’aprí alla gioia,serenità, serenità, ch’io muoiadunque se il cuore tu non mi consoli,

se non valse al dolor tua compagnia,se il passato mi stringe sí che in ogni 50luogo ritrovo i miei perduti sognipieni di una mortale nostalgia.

64Letteratura italiana Einaudi

A LA SORELLA

Tu che non hai per tua doglia vivauna madre serena che consoli,un orto dolce con i girasolie il canto d’una limpida sorgiva, 4

tu che, accesa una lampada votiva,pregavi per i tuoi fratelli solie per la doglia di che tu ti duolila bocca non ad implorar s’apriva, 8

tu che mi sei tristissima sorella,batti alla porta del mio cuore vano,lascia che io senta il tuo cuore tremare 11

nel mio come una stella in una stellaper un cielo piú novo e piú lontanosovra il pianto degli uomini e del mare. 14

Sergio Corazzini - Poesie

65Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SONETTO DELLA DESOLAZIONE

Anima, come oggi nessuno arriva,non tendere le pallide tue mania i cieli, troppo noi siamo lontanie troppo melanconica è la riva. 4

Dici: domani... Oh, non sperar domanipiú! La speranza è nel tuo cuore vivacosí che l’abbandono la ravvivacon i suoi tristi addii quotidiani?! 8

Ben ora è che di tutto si disperie che il rosario dei futuri giornici conduca al piú puro dei misteri 11

in queste solitudini malate,vedove di partenze e di ritorni,simili a stazioni abbandonate. 14

66Letteratura italiana Einaudi

POEMETTI IN PROSA

Sergio Corazzini - Poesie

67Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SOLILOQUIO DELLE COSE

...Je crois que nous sommes à l’ombre.maeterlink

Les choses ont leur terrible «non possumus».hugo

Dicono le povere piccole cose: Oh soffochiamo d’om-bra! Il nostro amico se ne è andato da troppo tempo:non tornerà piú. Chiuse la finestra, la porta; il suo passocadde nel silenzio del lungo corridoio in cui non s’acco-glie mai sole, come nel vano delle campane immote, poila solitudine stese il suo tappeto verde e tutto finí.

Qualche cosa in noi si schianta, qualche cosa che ilnostro amico direbbe: cuore. Siamo delle vecchie vergi-ni, chiuse nell’ombra come nella bara. E abbiamo i fiori.Egli avanti di andarsene, per sempre, lasciò sul suo pic-colo letto nero delle violette agonizzanti. Disperatamen-te ci penetrò quel sottile alito e ci pensammo in una esiletomba di giovinetta, morta di amoroso segreto. Oh! co-me fu triste la perdita cotidiana inesorabile del poveroprofumo! E se ne andò come lui, con lui, per sempre.Noi non siamo che cose in una cosa: immagine terribil-mente perfetta del Nulla.

Qualche volta le campane della piccola parrocchiasuonano a morto. Tutto ciò sarebbe tristissimo per noi,povere piccole cose sole, se egli fosse qui. Ma è lontanoe le campane non tarlano il silenzio per lui, povero caro.

Un tempo lo vedemmo e l’udimmo piangere senza fi-ne: volevamo consolarlo, allora, e mai ci sentimmo cosíspaventosamente crocefisse. Oggi, oh, oggi è un’altracosa: dove piange? perché piange?

68Letteratura italiana Einaudi

Allora lacrimò desolatamente perché una sua piccolae bianca sorella non veniva, a sera, come per il passato, afarlo men solo... o piú solo. Cosí egli le diceva mentrel’abbracciava. E soggiungeva: «Noi ricordiamo e nullacome il ricordo è simbolo di solitudine e di morte». Rie-vocavano molte liete fortune e molte tristi vicende, an-che, ma non troppo di queste si amareggiavano.

Una sera il nostro amico attese inutilmente. Attese fi-no all’ora delle prime rondini e delle ultime stelle...

Oh, egli ci voleva bene: qualche volta ci parlava a lun-go, come in sogno. In sogno parlava. Avanti di dormire,accendeva un piccolo lume giallo, sospeso al muro. For-se aveva paura.

È una cosí dolce cosa, la paura, appunto perché è deifanciulli!

Noi non dormiamo; noi siamo le eterne ascoltatrici,noi siamo il silenzio che vede e che ascolta: il visibile si-lenzio.

La casa dev’essere molto vasta. Udiamo a tratti dellevoci lontanissime e che pensiamo non vengano dalla pic-cola piazza. Oh, la finestra, se si spalancasse e facesseentrare un poco di sole , un poco di vento! oh, nulla è si-mile al cuore perduto come il sole che vuole entrare, etutti i giorni domanda e tutte le sere, triste e bianco,smuore di rinunzia.

Un convento, una chiesa, un lungo muro basso, inter-rotto da due piccole porte, la cui soglia allora era sem-pre verde. La neve restava intatta, davanti a quel muro,un tempo interminabile. Il nostro amico diceva che unaporta chiusa è figurazione di gran gioia. Noi siamo sem-

Sergio Corazzini - Poesie

69Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

plici, non abbiamo mai comprese queste parole, sarà,forse, perché siamo cosí sole e cosí sconsolate, da tantianni, in questa camera chiusa!

Oh, gli occhi aperti smisuratamente nell’ombra terri-bile, sono cosí simili a noi! Sanno vedere ma non posso-no vedere.

Per quanto ci disfaceremo nel buio come le stelle die-tro le nuvole? Per quanto la nostra cecità apparente, civieterà il sole, o, forse anche, un poco di dolce luna?

Come tante piccole monache in clausura, noi, poverecose, viviamo e morremo. Pietà! Pietà!

Quante rughe ci solcano! Siamo vecchie, oh cosí vec-chie da temere la fine improvvisa. E la polvere che noipensavamo cipria, ci seppellisce cotidianamente comeun becchino troppo scrupoloso.

Come ci carezzavano le tende, piene di vento a prima-vera! Ella doveva carezzare cosí il nostro amico, dovevafarlo morire di spasimo, cosí. Ora, anch’esse, come levele di una decrepita barca inservibile, chiusa nel vanodi un piccolo porto solitario e triste, pendono flosce evecchie: oggi una loro carezza ci farebbe pensare allemani di un agonizzante.

Un passo. Una mano tenta la chiave... oh, non spasi-miamo: è un bambino, è il solito bambino di tutti i gior-ni, che passa lungo il corridoio per andare chi sa dove;non spasimiamo, è inutile.

70Letteratura italiana Einaudi

ESORTAZIONE AL FRATELLO

Ma nella croce delle tribolanti et delle af-flitioni ci possiamo gloriare, però che questoè nostro.

san francesco

Ma un giorno voglio sradicarli dal suolo edisporli in modo che ognuno stia da sé, af-finché apprenda la solitudine.

nietzsche

Giovine, se amor di perfetta letizia in te sia, vigila affin-ché la mala femina cui gli umani dicono Speranza nonadeschi l’inesperto Desiderio.

Sii semplice e puro come un fanciullo; non altra ombragodere se non quella generata dal prezioso lume dellatua anima.

E questo lume, assai dolce, sappia tu nutrire di olii nonvani e curare affinché il suo raggio non sia parte di untutto, ma un tutto, per se stesso. Ama, dunque, l’ombrae fuggi la luce ché, a simiglianza del tempo, essa è inge-nuamente maligna e terribilmente giusta.

E, con l’ombra, ama il silenzio, poiché l’ombra delle tueparole è il silenzio.

Amalo come Calvario delle tue Imagini, come Croce deltuo Sogno, come Tomba della tua Anima. Saprà dartiuna stella per una parola, un’aquila per un grido, unpianto per un ricordo, sempre. Tu non vivrai che di Pas-sato: ti sarà, in tal modo, assai men grave fuggir la spe-ranza e la vana felicità.

E dovrai viverne fino a morire. Lo spasimo bianco saràper tenerti ognuna ora: tutto che di piú infantile e di piú

Sergio Corazzini - Poesie

71Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

lontano verrà a battere alla tua porta, dovrai accoglierenel profondo e goderti.

La tua tristizia sarà quella de l’uomo che sempre ritorna:tristizia e letizia maggiore tu non saprai, né mai sapesti.

Or tu voglia, nell’ombra e nella solitudine, morir questamorte. Sudario dell’agonizzante sia il Silenzio.E l’animatua non piú possederà il brivido libidinoso della Speran-za, ma ogni Suo gesto sarà di rassegnazione come ilchiudersi delle vetrate, a sera.

Allora che lungamente la tua vita per il deserto del Do-lore tratta sarà e non tu la gola arida – in udendo le fon-ti della caduca felicità cantare – lusingata avrai di Piace-re; allora che l’anima si sarà cibata, divotamentedell’ostia del Silenzio, prona all’altare della Solitudine,lo spasimo gaudioso vorrà tenerti tutto, in fino a che laMorte non a te si figuri come il meraviglioso fiorir di unseme ignoto e divino.

E in te sarà, veramente, la gioia e la dedizione de la co-rolla che s’apra, nel mattino, al sole.

Giovine, io ti esorto a considerare e meditare la mia vo-lontà. Non temer dell’umano; anzi, se avvenga che tu glimova riso, godi e sappi che nello spregio degli altri è lavera felicità del solitario. Felicità di esaltazione che nonvorrai disdegnare come quella che, sola, vana non sia ecresca in te il desio della solitudine.

Getsemani!

Oh, che tu debba inginocchiarti e orare e sudar sangue,novizio, in fin che una sua cantilena, incomprensibile emonotona come le parole di un folle, ti lacrimi la Morte,

72Letteratura italiana Einaudi

dolce sorella, e tu a lei ti doni a simiglianza dell’esuleche ritorni e all’anima delle vecchie cose tutto se stessoaffidi, colmo il cuore di una mortale felicità.

Sergio Corazzini - Poesie

73Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

DAL PICCOLO LIBRO INUTILE

Qui m’a parlé est devenu silencieux.péladan

La fin de toutes choses saintes est dans la joie.schwob

74Letteratura italiana Einaudi

DESOLAZIONE DEL POVERO POETA SENTIMENTALE

i.

Perché tu mi dici: poeta?Io non sono un poeta.Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.Perché tu mi dici: poeta?

ii.

Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.Le mie gioie furono semplici,semplici cosí, che se io dovessi confessarle a te arrossirei.Oggi io penso a morire.

iii.

Io voglio morire, solamente, perché sono stanco;solamente perché i grandi angiolisu le vetrate delle cattedralimi fanno tremare d’amore e di angoscia;solamente perché, io sono, oramai,rassegnato come uno specchio,come un povero specchio melanconico.

Vedi che io non sono un poeta:sono un fanciullo triste che ha voglia di morire.

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75Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

iv.

Oh, non maravigliarti della mia tristezza!E non domandarmi;io non saprei dirti che parole cosí vane,Dio mio, cosí vane,che mi verrebbe di piangere come fossi per morire.Le mie lagrime avrebbero l’ariadi sgranare un rosario di tristezzadavanti alla mia anima sette volte dolentema io non sarei un poeta;sarei, semplicemente, un dolce e pensoso fanciullocui avvenisse di pregare, cosí, come canta e come dorme.

v.

Io mi comunico del silenzio, cotidianamente, come diGesú.E i sacerdoti del silenzio sono i romori,poi che senza di essi io non avrei cercato e trovato ilDio.

vi.

Questa notte ho dormito con le mani in croce.Mi sembrò di essere un piccolo e dolce fanciullodimenticato da tutti gli umani,povera tenera preda del primo venuto;e desiderai di essere venduto,di essere battutodi essere costretto a digiunareper potermi mettere a piangere tutto solo,disperatamente triste,in un angolo oscuro.

76Letteratura italiana Einaudi

vii.

Io amo la vita semplice delle cose.Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco,per ogni cosa che se ne andava!Ma tu non mi comprendi e sorridi.E pensi che io sia malato.

viii.

Oh, io sono, veramente malato!E muoio, un poco, ogni giorno.Vedi: come le cose.Non sono, dunque, un poeta:io so che per essere detto: poeta, convienevivere ben altra vita!Io non so, Dio mio, che morire.Amen.

Sergio Corazzini - Poesie

77Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

ODE ALL’IGNOTO VIANDANTE

i.

Ben ch’io t’oda passarevicino alla mia sogliae pensi che tu vogliabattere e domandare,

non tormento a piú viva 5fiamma la mia lucerna– cui, nella notte eternaguardo come a una riva –

e non se, a poco a poco,cresca la lontananza, 10vedovo di speranza,ormai, te folle invoco,

ché le tue mani sonocolme di doni: portiai dolenti conforti, 15ai felici perdono.

Hai pianto e un poco vuoidi quel pianto godere,qualche lagrima bere,ancora, con i tuoi. 20

Donare e perdonare!Contener nell’immensocuore grani d’incensope` `l piú lontano altare.

Dire al nemico: Sei, 25tu, mio padre, mio figlio:

78Letteratura italiana Einaudi

dormi sul mio giaciglio,che io sul tuo dormirei.

E questo, senza penadire e senza tristezza; 30sfarsi alla tenerezzacome al mare la rena.

Ma, forse, tu non hainessuno e, pure, torni,cosí, per pochi giorni, 35per un’ora, e non sai

tu, non sai che la poverapiccola casa accogliecader di nuove foglie,fiorir di rose nuove 40

e che piú nulla, piúnulla! del tuo rimanese, triste come un canerandagio, vaghi tu

imaginando i nidi 45piú folti e piú canori,tanto, che ora ne muoridi dolcezza e sorridi.

Ma l’ombra non lo vedequel tuo sorriso: vela 50piccola che s’incela,sembra, nella sua fede,

e non è che una cosatrepida, tutta sola,

Sergio Corazzini - Poesie

79Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

che, per te, forse, vola, 55ma per gli altri non osa,

ma per gli altri non pareche una vela, una velapiccola che s’incelaa l’estremo del mare. 60

ii.

Viandante, ancor iorisi alla mia speranza,vissi la lontananzaper vivere d’oblio,

come te, come tutti 65gli uomini. Un giorno vollicantare ne` piú follicanti i miei folli lutti,

parlare al sole comeal mio cuore e, talvolta, 70ove l’ombra piú foltafosse, chiamarmi a nome

e dirmi: «Creaturavergine, non udirepiú. Apprendi, ora, a morire 75nella tua sepoltura.

Accendi un lume, un solo.Medita la tua nuovavita. A te sia la provad’una morte o di un volo. 80

Ma non tentare, mai.Confida, anche, ma senza

80Letteratura italiana Einaudi

elegger la semenza:dopo non piangerai.

Canzoni assai soavi 85canta, se vuoi cantare.Canzoni marinaredai ponti delle navi,

canzoni di parolesemplici, a pena nate, 90che, ancora, dall’estateodorano di sole.

Cosí vivrai, né curati terrà del passante,ignaro viandante 95di una via peritura,

se tu l’oda cantareo piangere alla sogliae imagini che vogliabattere e domandare». 100

Sergio Corazzini - Poesie

81Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SAN SABA

Forse, Antonello, nostra sora Morte,da la qual nullo uomo può scampare,udendo quel tuo dolce sospirarepiana venne a le nostre anime assorte, 4

poi che vedemmo le tre chiuse porteove i beati stannosi a pregaree i mendichi non osano levareocchi, in temenza della buona sorte? 8

Forse, Antonello, se desio di vitaci crebbe l’ora de le prime stellee un di piccoli orti vanimento 11

sí rassegnati al trasfiguramentoche le ingenue anime sorellenon pensaronsi aver la via smarrita. 14

82Letteratura italiana Einaudi

SONATA IN BIANCO MINORE

i.

– Sorelle, venite a vedere!– C’è il sole nell’orto, c’è il sole!– è un povero sole che ha freddo, non senti?– Che piange le sue primavere...– Sole di convalescenti. 5– Suor Anna sorride cosí.– Che ci voglia raccontareuna fiaba d’oltre mare!– È venuto a trovarenoi, povere sperdute, 10e, forse un malato lo aspettainvano al limitaredella sua casa per la sua salute.– È piú bianco della mia cornetta...– Sorelle, scendiamo nell’orto 15prima che se ne vada.

ii.

– Sorelle, pregatelo a manigiunte ché torni domani!– Che torni, per poco, che torni,però, tutti i giorni! 20– Perché non dovrebbe venire?Noi stiamo per morire.– Comunichiamocene, sorelle,prima che vengano le stelle.– Noi non abbiamo che Gesú, 25Maria e niente piú.– Un po` d’acqua nella scodellae un po` di sole nella cella.

Sergio Corazzini - Poesie

83Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

– Io mi farò una ghirlandettaper i miei poveri capelli. 30– Io, sorella benedetta,avrò il miglio per gli uccelli.

iii.

– Oh, Sorelle, e, se non torna,che faremo?– Se non torna, aspetteremo. 35– Com’è gelido il convento.–È piú gelido il mio cuore.– Oh, Sorelle, invece, io sentotutto il sole nel mio cuore.– Stelle in cielo e vele in mare, 40tante vele e tante stelle...– Accendiamo le candele sull’altare.– Ricordiamoci, sorelle,che siamo mortali.

– Regina sine labe originali... 45– Che faremo, se non torna?– Se non torna piú, morremo.

84Letteratura italiana Einaudi

A GINO CALZA

Vita tua è vita mia.Tu lo sai: melanconiami tien fermo in sua balia;non ti posso consolare.

Tu m’hai detto: – Ov’io mi reco 5voglio che tu venga meco.– Oh, fratello, io sono cieco,non ti posso seguitare.

– Vieni; è tanto lo sconfortoche nel cuor misero porto! 10– Oh, fratello, io sono mortoper il troppo dolorare!

– Nel mio nido ho un usignolo,del suo canto mi consoloquando sono tutto solo 15e ho desio di lacrimare.

– Oh, fratello, tu sei buono!Il mio cuore, ecco, ti dono:è piú dolce di un perdono,è piú bianco di un altare –. 20

Foglie morte, foglie mortesu la soglia delle portedove il cuore batte fortee non fa che domandare.

Or la luna se ne è andata 25con la sua corte beatatutta bianca e desolataa dormirsene nel mare.

Sergio Corazzini - Poesie

85Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

è cosí leggero il miocuore, par fatto d’oblio! 30Non ti pesi nell’avvio,non ti voglia faticare.

Le tue mani sono mondee le sue ferite fonde:le tue mani sieno sponde 35al tuo lento sanguinare.

Oh, il mio cuore è un usignolo,che non canta quando è solo;disiava un dolce brolo:or nel tuo si sta a cantare. 40

86Letteratura italiana Einaudi

PER ORGANO DI BARBERIA

i.

Elemosina tristedi vecchie arie sperdute,vanità di un’offertache nessuno raccoglie!Primavera di foglie 5in una via diserta!Poveri ritornelliche passano e ripassanoe sono come uccellidi un cielo musicale! 10Ariette d’ospedaleche ci sembra domandinoun’eco in elemosina.

ii.

Vedi: nessuno ascolta.Sfogli la tua tristezza 15monotona davantialla piccola casaprovinciale che dorme;singhiozzi quel tuo brindisifolle di agonizzanti 20una seconda volta,ritorni su` tuoi piantiostinati di poverofanciullo incontentato,e nessuno ti ascolta. 25

Sergio Corazzini - Poesie

87Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

CANZONETTA ALL’AMATA

Conviene che tu muoia,dolcezza, oggi, per me.Vele di barche in mare!Non dovevo lasciareche, pur se triste, il sole 5bagnasse il limitare!

Conviene che tu nuoia,dolcezza, oggi, per me.

Forse mi allontanaitroppo, ché, certo, mai 10tanto mi piacque andaresolo, con la mia bellarete nuova e una stellaper guida fra` rosai.

Conviene che tu muoia, 15dolcezza, oggi, per me.

Erano cosí chiarele acque! Dolce pescarese la rete sia nuova!Quanti nidi contai 20di stelle e quante maivele di barche in mare?

Conviene che tu muoia,dolcezza, oggi, per me.

Quale gioia tentò 25la porta, s’inoltròcauta e infantilmenterise nell’obliata

88Letteratura italiana Einaudi

casa e fiorí la gratadi viole? Non so. 30

Conviene che tu muoia,dolcezza, oggi, per me.

Felicità mi spiace,felicità è loquacecome un bimbo; l’ho a noia! 35La mia rete ha ceduto,la mia stella ha perdutoil fedele seguace.

Conviene che tu muoia,dolcezza, oggi, per me. 40

Vele di barche in mare.Chi attende al limitare?Regina delle lagrimee de` dolci martiri,non che tu sospiri 45chi deve ritornare?

Sí, conviene che muoia,dolcezza, tu, per me.

Sergio Corazzini - Poesie

89Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

DOPO

Il passo degli umaniè simile a un caderedi foglie... Oh! primaveredi giardini lontani! 4

Santità delle sereche non hanno domani:congiungiamo le maniper le nostre preghiere. 8

Chiudi tutte le porte.Noi veglieremo finoall’alba originale, 11

fino che un immortalestella segni il cammino,novizii, oltre la Morte! 14

90Letteratura italiana Einaudi

ELEGIA

Sergio Corazzini - Poesie

91Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

ELEGIA

Frammento

Tu piangi, ma non sai, piccola cara,dove, nell’ombra, piangano le mortecose quel tuo, dolcezza, ultimo addio,non sai dove le tue lagrime, dovele tue povere lagrime salate 5piangere, se non anche il piú dilettoamante, oggi, le beva per i lunghicigli e i capelli ti componga, pianoe tenero, su le arse tempie e voglia,ad uno ad uno, dalle guance, tutte 10bagnate, liberarli, indugiandonella piccola cura in fin che un lumedolce ti rida nei piangevoli occhi.

Lagrimi e vuoi che ti racconti alcunafavola antica, mentre ti sarebbe 15dolce un imagine di lontanigiorni che la tristezza esiliòcon le favole, cara anima, poiche nessuno te le racconta piú,quelle povere favole soavi 20senza amarezze e pure, adesso, tantotristi che, quasi, piangi per averlein cuore, tutte, come le figuredi quei piccoli santi con la palmache tu appuntavi, con gli spilli, al muro. 25

Piangi pur anche la malinconiamortale d’una piccola botteganera, di vecchi mobili, di vecchiabiti, in una triste via, nell’oracrepuscolare, e tutte quelle cose 30

92Letteratura italiana Einaudi

imagini che siano per morirein uno specchio, simili a dei fioriobliati in un vaso? Ma non devipiangere. Lascia che io ti asciughi, poveraanima, piano, quasi il fazzoletto, 35raccogliendo le tue lagrime, possadomani, ancora, s’io lo voglia, tuttealla mia bocca renderle, dolcezza.Sorriderai: se dolorosamentesorriderai, mi basterà. Che importa 40se non t’è il cielo, all’improvviso, tuttonel cuore? Avrà tempo. Non è già questol’ultimo pianto! Io sarò dolce e tusarai fragile e tenera e serena.

Verrà la pace con le mani giunte, 45ma non la udrai tu, piccola, venire.Tornerà, sai, quotidianamenteun poco, senza dirti nulla; e, vedi,sarà come se tu cantassi unapreghiera incomprensibile, per lungo 50volger di tempo, in fin che in una sera,forse piú dolce e piú triste, all’improvvisot’avvenisse, cosí, senza sapere,di comprenderla intera. Cento voltepasseremo per quella via che piú 55diletta e non so che malinconienostre avremo. Lungo i chiari fiumicanteremo le piú vecchie canzonie sarà dolce non seguirne il senso.

Le canteremo solo perché possano 60inavvertite piangervi le nostreanime, un poco. Tu vedrai; la bellaVita imagineremo in una chiaramorte. Come se tu fossi, ogni giorno,

Sergio Corazzini - Poesie

93Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

per giungere ad un mio primo convegno, 65ti vorrò bene, e come tu, dolcezza,giungere mai dovessi, io ti vorròtanto bene. Sorridi, ora. Non piangiquasi piú. Ce ne andremo in una casapiccola e sola. Se vorrai, nei giorni 70di festa, porteremo a tutti i piccoliinfermi alcuni di quei dolci, queipoveri dolci delle suore, quasibianchi, senza sapore, avvolti in cartecelesti e in fili d’oro. Se vorrai, 75questo; se non vorrai, se ti sembrassetroppo triste, andrò solo, senza piangere,anima cara, e tornerò alla nostrapiccola casa e, come fossi anch’iomalato, sognerò le tue parole 80tenere, bianche, senza senso quasi,come quei dolci, quei piccoli dolcidelle povere suore malinconiche...................................................

94Letteratura italiana Einaudi

LIBRO PER LA SERA DELLA DOMENICA

Sergio Corazzini - Poesie

95Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SERA DELLA DOMENICA

per Alberto Tarchiani

Ora che li organidi Barberia singhiozzano al Crepuscololi ultimi balli e le ultime canzonianche una volta, quasi una paurafolle di rimanere 5soli nell’imminente ombra li tenga;

ora che i poveriamanti hanno sepolturanel cuore, senza piangere, la piccolaloro felicità domenicale, 10e vanno mutiper il noto vialeal convegno dell’ultima tristezza;

ora che il pianto in mascheradi Sorriso 15affetta ancora un’aria disinvoltaprima che scada il facile noleggiodell’abito di gala;

ora che ne` conventi e ne` collegiabbassano le lampade, 20asciugano le lagrime,e s’imagina che nel Paradisoogni giorno saràdomenica;

ora che nei postriboli 25le femmine si lasciano baciarecantandoil breve elogio funebredella verginità;

96Letteratura italiana Einaudi

il Poeta, ebro di morte, 30viene a patticon la Disperazioneche gli offre il domani con tuttele sue piccole ire sorde,le sue facili rassegnazioni, 35mentre gli ride in facciaperché non seppe ancoramorire di fame!

Sergio Corazzini - Poesie

97Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA LIBERAZIONE

a Carlo Scialoia

Cantarellando, senzatremare, la prigionieradalle mani logoreraccolse tutte le vecchie cosepolverose, i suoi denari 5di un’altra epoca,riguardò nelli angoli ove la seragià tesseva le sue tele d’ombrae tentò la porta vigilatadai ragni centenari. 10

Seguivano con ariadi danzaun loro monotono giro le fogliedavanti alla casadella Melanconia, 15donde la Speranza affamatafuggiva indisturbata.

98Letteratura italiana Einaudi

ELEMOSINA NEL SONNO

a Guido Milelli

Piccolo vecchio lebbroso,tu sogni, le mani sul ventre,nell’ombra della via suburbanaodorata di gelsomini,sogni 5che ti hanno incoronato re dei re!

è dunque la tua reggiameravigliosa, questa che fiammeggiacome un rogo?Sono tue queste logge sul mare? 10E quei vascellid’oro?Vengono a teda favolosi reamili omaggi stupendi? 15

E quel buffone gobbo,vestito di campanellid’argento,narra a te un’originalestoria sentimentale 20per farti singhiozzarea tradimento?

Piccolo vecchio lebbroso,non sorridere cosí!L’alba grida da un’ora per la via. 25Destati! Non vediche taluno s’è fermato a guardarequel tuo sorriso muto d’idiota,mentre

Sergio Corazzini - Poesie

99Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

tu seguiti a sognare, 30le mani sul ventre,quella tua grande felicitàignota?

100Letteratura italiana Einaudi

LE ILLUSIONI

per Antonello Caprino

Non piangere cosí! Lasciache se ne vadano in silenzioprima che accendano i fanali!Se taluna sopporta a malincuoreil suo fardello di stracci, aiutala! 5perché non si soffermi e vogliasedersi sulla soglia!

Non ti torcere le mani!Lascia che se ne vadanosenza sapere che tu piangerai 10fino a domani!Chiudi bene le porte e non udirele loro efimere parole!Se ne vanno cantando tutte sole,in cerca d’amore. 15

Non singhiozzare cosí!Perché le chiami? Speriche tornino? Oh, allora,tu non hai cercato a bastanzanell’ombra della sera, 20non hai chiuso bene la portasu la via!Taluna rimase: quellache ti sarà sorella,che ti sarà infermiera 25nell’agonia.

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101Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

DIALOGO DI MARIONETTE

per André Noufflard

– Perché, mia piccola regina,mi fate morire di freddo?Il re dorme, potrei, quasi,cantarvi una canzone,ché non udrebbe! Oh, fatemi 5salire sul balcone!– Mio grazioso amico,il balcone è di cartapesta,non ci sopporterebbe!Volete farmi morire 10senza testa?– Oh, piccola regina, scioglietei lunghi capelli d’oro!– Poeta! non vedeteche i miei capelli sono 15di stoppa?– Oh, perdonate!– Perdono.– Cosí?– Cosí...? 20– Non mi dite una parola,io morirò...– Come? per questa solaragione?– Siete ironica...addio! 25– Vi sembra?– Oh, non avete rimpiantiper l’ultimo nostro convegnonella foresta di cartone?– Io non ricordo, mio 30dolce amore... Ve ne andate...Per sempre? Oh, come

102Letteratura italiana Einaudi

vorrei piangere! Ma che posso farcise il mio piccolo cuoreè di legno? 35

Sergio Corazzini - Poesie

103Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

STAZIONE SESTA

a Fausto Maria Martini

Tu vedi: che cosa rimane?Se n’è andata davvero, questa volta.Adesso puoi sospirarei tuoi madrigali alla Tristezza.Se n’è andata davvero... 5Non la ricordi cantarellarele canzonette napoletanefuori di moda?La cerchi nelle sue cose?Ritrovi le sue dita in quelle rose 10di carta gialla o lungo la tastieradi quel suo vecchio pianoforte a coda?

Ma non vedi? Nessuno comprendequesto tuo ricercare,questo tuo sollevare 15improvviso le tende,questo sentirti morireudendo battere alla postierladella sua casa melanconica!Nessuno imagina che il tuo volto 20piangevole e dolorosoin quel vecchio specchio polverososomigli quello di Cristo sul linodella Veronica!

104Letteratura italiana Einaudi

L’ULTIMO SOGNO

per Alfredo Tusti

Io sono giunto alla cittànel mezzo del bosco.Batto alla porta, nessuno domanda,batto a tutte le portedella città muta; non odo 5che fontane cantarecanzoni senza ritornellia la Monotonia.

Io grido: «non sapròdomani tornare 10per la stessa via!Sono un fanciullo biancoed è fiorita per i miei capelliuna ghirlanda!Le mie piccole mani sono pure 15come quelle dei santi di cera;amo le creaturenon so che una povera preghiera ».

Le fontane cantano semprenella città muta dei sogni. 20

Io mi allontanoe la mia veste biancase la dividono i rovi,e la mia ghirlanda s’è mutatain una corona di spine, 25le mie piccole mani sanguinanosenza finee l’anima è triste comeli occhidi un agnello che sia per morire. 30

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105Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

E le fontane cantanodietro le bianche porte.

Ah! sono io dunque coluiche non dormirà piúche non sognerà piú 35fino alla morte?

106Letteratura italiana Einaudi

CASTELLO IN ARIA

a G. W. Sbordoni

Oh! piangi ancora, miapiccola tenerezza!Piangi, fosse anche per un’ora!che t’importa? Sarà questal’ultima grazia... Non sai 5che me ne voglio andare?

Ma se tu non piangerai,come allora, per unaimprovvisa tristezza,per una melanconia 10senza causa, miapiccola tenerezza,come potrò questa sera,mentre tu dormi e sognila mia bocca, fuggire? 15Andarmene a morire nel castellodella Nostalgia?

Sergio Corazzini - Poesie

107Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SCENA COMICA FINALE

a Guglielmo Genua

L’ultimo Desiderio traballandonell’ombra della portad’un postribolo fala serenata alla Disperazione.Ma dai tegoli goccia 5la pioggia sul balcone, a quando a quando:forse la Bella non apparirà.

Che sia morta la fame? che un amantele offra tutte le sue lagrimecon un bel gesto galante? 10Ma non trapelaper le chiuse imposate lumedi candela.Converrà cercarla altrove:peregrinare 15per tutte le taverne della via,strisciare lungo i muricome una spiaprima che l’alba ruffiana tornie conduca alla sua casa li umani. 20

L’ultimo Desideriocon la logorachitarra a bandolieracerca per ore e orela Disperazione. 25

Ma non la trova... né la troverà,ché gli è la Bella fino alla seranel cuore

108Letteratura italiana Einaudi

BANDO

a Giorgio Lais

Avanti! Si accendano i luminelle sale della mia reggia!Signori! Ha principio la venditadelle mie idee.Avanti! Chi le vuole? 5Idee originalia prezzi normali.Io vendo perché voglioraggomitolarmi al solecome un gatto a dormire 10fino alla consumazionede` secoli! Avanti! L’occasioneè favorevole. Signori,non ve ne andate, non ve ne andate;vendo a cosí poco prezzo! 15Diventerete celebricon pochi denari.Pensate: l’occasione è favorevole!Non si ripeterà.Oh! non abbiate timore di offendermi 20con un’offerta irrisoria!Che m’importa della gloria!

E non badate, Dio mio, non badatetroppo alla mia vocepiangevole! 25

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109Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL SENTIERO

110Letteratura italiana Einaudi

IL SENTIERO

Dolce mio bene, dov’eri?Ho chiamato per tutt’i sentieri

e portavo una ghirlandellaper te, mia triste sorella;

ma tu non c’eri, ma tu non venivi. 5E i fiori si facean men vivi.

E taluno cadeva per viaa morirsene di nostalgia,

in fin che le mie mani purenon strinsero che rame oscure. 10

Oh, dolce mio ben, dov’eri?Ho chiamato per tutt’i sentieri,

ho battuto a tutte le porte...ma dov’eri tu, dunque, sperduto?

– Oh? ma se non sei venuto 15pe` `l sentiero della morte!

Sergio Corazzini - Poesie

111Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA MORTE DI TANTALO

112Letteratura italiana Einaudi

LA MORTE DI TANTALO

Noi sedemmo sull’orlodella fontana nella vigna d’oro.Sedemmo lacrimosi in silenzio.Le palpebre della mia dolce amicasi gonfiavano dietro le lagrime 5come due veledietro una leggera brezza marina.

Il nostro dolore non era dolore d’amorené dolore di nostalgiané dolore carnale. 10Noi morivamo tutti i giornicercando una causa divinail mio dolce bene ed io.

Ma quel giorno già vaníae la causa della nostra morte 15non era stata rinvenuta.

E calò la sera su la vigna d’oroe tanto essa era oscurache alle nostre anime apparveuna nevicata di stelle. 20

Assaporammo tutta la nottei meravigliosi grappoli.Bevemmo l’acqua d’oro,e l’alba ci trovò sedutisull’orlo della fontana 25nella vigna non piú d’oro.

O dolce mio amore,confessa al viandanteche non abbiamo saputo morire

Sergio Corazzini - Poesie

113Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

negandoci il frutto saporoso 30e l’acqua d’oro, come la luna.

E aggiungi che non morremo piúe che andremo per la vitaerrando per sempre.

114Letteratura italiana Einaudi

POESIE SPARSE

Sergio Corazzini - Poesie

115Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

’NA BELLA IDEA

Che vòi, Giggetto mio, m’ero stufatoda dovè stà mattina, giorno e serasenza avecce gnisuno, ma ò pensatofinarmente che c’era la magnera 4

d’aripagasse subbito. So` annatoda un giornale a fà mette che c’eraun signore distinto e assai educatoche cercava `na bona cammeriera. 8

Se presentorno in quattro; ma de quellaariunione de serve, me pijai,pe` donna de servizio, la piú bella.

Che già è inutile ch’io te l’annisconna 11se `na notte m’occorre...caso mai,fa commido er servizio de `na donna!

116Letteratura italiana Einaudi

PARTENZA

Mio dolcissimo mare,sotto la luna biondaio vedo da la spondala nave lontanare. 4

Sento la morbid’ondache mi viene a baciare,come per consolarela mia pena profonda. 8

Ella parte, e il mio piantova a morire sul mare,come l’anima mia...

Ahi, non si può pensare 11che il mar, ch’ho amato tanto,il mar la porta via!...

Sergio Corazzini - Poesie

117Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

UN BACIO

a te, piccola visione bianca

Oh, un bacio, un bacio lievesu la tua bocca rossa,un bacio breve, brevepiccolo, senza scossa.

Senza che il core possa 5tremar...no, non lo devenon vo` che tu per l’ossasenta un brivido lieve...

che faccia il volto esangue................................... 10Oh un bacio di morentesulla bocca, permetti?

Su quella bocca ardenteche pare un fior di sanguetrionfante fra i mughetti! 15

118Letteratura italiana Einaudi

L’AGNELLO

Gli occhioni dolorosivolge senza belaree pare che non osiperdono domandare.Oh vorrebbe tornare 5ai suoi prati odorosisotto gli alberi ombrositra i fiori a pascolare!

Oh, il soavissimo incantodelle notti stellate 10odorose di foglie...Oh dolcezze passate!...E adesso quanto piantoche nessuno raccoglie!...

Sergio Corazzini - Poesie

119Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA MADONNA

Piano il lume si spegne, e il triste raggionon ingiallisce il muro...questa serala pallida madonna del villaggioè sola sotto l’ampia volta nera. 4

Non una stella e non una preghieracon un’offerta di rose di maggio;ma solo il pianto d’una capinerache cerca i figli fra i rami d’un faggio... 8

E la fiamma morente guizza, brillae lampeggia e rischiara il sacro muroahi, troppo presto obliato altare!

E nell’ultima rapida scintilla 11illuminante il triste fondo oscurola dolce madonnina par tremare.

120Letteratura italiana Einaudi

IL DUBBIO

Ieri lo vidi: è bello, è bello ancoracome tanti anni or sono! m’ha guardato,e ha sorriso di sprezzo, io l’ho chiamato...Forse non mi sentí...forse dell’ora 4

tremenda ei già se n’è dimenticatoe mi schiva, mi odia, o egli ignorache v’è un’anima al mondo che l’adorae che lo sogna come un dí lo ha amato! 8

Ma no, ma no non esser tanto umileanima mia che mendichi un amico,che atroce sprezzo ti gettò sul viso!

Va`, sorridi anche tu, anima vile 11di sprezzo verso lui! Sorrido e dico:almen come il suo riso è il mio sorriso!

Sergio Corazzini - Poesie

121Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

A NINA

Che te penzi, Ninè, quer che m’hai dettoriguardo a tu` fratello, nun m’importa!Tu se` rimasta pura, e er core in pettobatte, pensanno a te, come `na vorta. 4

Tu se` innocente, tu, nun sarai mortape` me, come me dichi ner bijetto;sarebbe proprio `na gran cosa storta:lassà pe` `n’assassino, `n’angioletto! 8

Si lui ha ammazzato, tutt’er disonorericasca su de lui! Le tu` parolenun m’hanno fatto sentí male ar core!

Che te credi, che io c’abbia penzato 11a quer ch’ài scritto ? Eh, Nina, guarda er sole:lui tocca er fango, embè, s’è mai sporcato ?

122Letteratura italiana Einaudi

PE` LA MORTE DE LA SOCERA

(parla un bottegaro un po’ frescone)

Un’ora prima de schiattà, me dette un cazzottone, fio, sott’ar barbozzo,che ce dev’esse ancora er lividozzo,perché la sora Nanna Lèvemmette 4

m’aveva visto giú da Pippo er Bozzoa beve con un antro dú fojette!E baccaiò, finché nun se n’annettea letto senza voce piú `nder gozzo!! 8

Ma Dio castiga! Doppo `n’ora solaje venne `n’accidente che, fratello,schiattò de botto senza fa parola!

Chiusi er negozzio subbito a la lesta; 11ma `n ce lassai attaccato quer cartelloin do` ce scritto: chiuso quann’è festa!

Sergio Corazzini - Poesie

123Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA VILLA ANTICA

Dopo tanti anni, ieri. Il viale brevedietro il vecchio cancello si distendecome un tempo; però sotto la nevenon vi sono piú fiori, e piú non pende 4

alcun frutto dai rami; stanca e lievene la triste fontana l’acqua scende...Nel portico, due legiadrette Eveun Don Giovanni sotto braccio prende. 8

Sorridentensi sempre! O, se la pioggiavi renda gialle o brutte o, se di nottevi allieti il bacio buono delle stelle

di fra l’edera verde de la loggia 11o statuette moribonde e rotte,o, della villa dolci sentinelle!

124Letteratura italiana Einaudi

ROMANZO SCONOSCIUTO

`Na mattina, zi Rosa, nun vedennosu` fia Nannarellaa magnà assieme all’antri la pulenta,prima d’annà ar lavoro, annò corennosu la cammera sua, 5la cammera piú bellader casale. Trovò chiusa la porta,e cominciò a chiamà: Nanní che fai ?Nun t’arzi ? Che te senti poco bene ? 10Risponne a mamma tua!Nanní! Nanní Risponni, e che nun ciaicore, pe` famme patí tante pene ?!...E la povera donnanun sentenno rumore, co` le mano 15cercava de sfascià la seraturastrillanno: Nanna è morta!Madonna mia, Madonna!...

Er fijo suo piú granne,piagnenno, oprí la porta, con un sarto 20la madre entrò pe` prima:Nannarella nun c’era! Solo, in cimaa un cuscino trovarono un bijettoin do` ce stava scritto: «mamma, io partoper sempre, forse, perché tu m’avrai 25già maledetta! Addio... ho amato ed amoancora, pazzamente, come maicredo aver tanto amato i miei fratelli!...Stanotte t’ho baciata sui capelliper non svegliarti... e ho pianto... 30Addio, baciami Toto,Giggetto e mia sorella»Sotto c’era firmato: «Nannarella ».Zi` Rosa sbottò un pianto

Sergio Corazzini - Poesie

125Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

s’arovesciò su quer lettuccio voto 35sangozzanno tra sé: «Nanna dilettano, nun è vero, nun t’ò maledetta!.........................................Ne lo stanzone a piantereno, accantoar cammino, che manna 40sprazzi de luce sull’ammattonato,c’è `na vecchietta tutta freddolosa...Nun pare, eppuro è proprio lei: Zi` Rosa.Zi` Rosa, ch’er gran piantoche in un anno ha sverzato 45la fa sembrà piú veccia de dieci anni.

Sente bussà a la porta sganghenata,e` rosario je trema tra la mano,sa d’esse sola, la famija è annataquer giorno a lavorà tanto lontano 50co` `na voce che pare d’ammalatasospira tra le labbra piano, piano:«Se fusse Nannarella, Maria Santa!»E a `sto pensiero trema tutta quanta...

S’opre la porta... è Nannarella! è lei 55la fija che credeva già perduta!è vestita de biancoe sur visetto stancosu quela bocca impallidita e mutace so` l’imporrete d’un dolore granne... 60

Zi` Rosa vede tutto, soffocatadar pianto opre le braccia... Ha perdonato!Ha già scordato tuttal’infamia della fija...Nannarella tremanno ce se butta 65e suggella er perdono su la bocca!...

126Letteratura italiana Einaudi

Stanno lí strette, strette, abbraccíate...Mentre er foco tranquillo dorcementeillumina la rocca,pe` filà, de Zi` Rosa, e la mantija 70bianca de Nannarella.......................................

Sergio Corazzini - Poesie

127Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

AMORE E MORTE

I.

Egli le disse: So, so di morirepallida Iddia tra le tue braccia e sfidoquesta morte dolcissima, sorridoa quest’ora fatal che dee venire.

O, frementi d’amor nel nostro nido 5in un bacio lunghissimo svenire!...Cosí la gente ci vedrà partireabbracciati per sempre e senza un grido.

Oh è bello, è bello, sai far della vitaun’eterna dolcezza e poi passare 10con un bacio alla morte! Ecco che bramo!

Nella fronte di lei pallida e arditarisplendettero i grandi occhi di maree appassionata sospirò: Moriamo...

II.

Un lampo sotto la sua ciglia folta 15brillò d’ebbrezza e porse all’estasiatole sue labbra divine e il dolce fiato...Baciò, baciò furente ed ogni volta

che baciava, moriva sull’amatocorpo che come rosa appena colta 20era fragrante... Su la coppia stoltalanguiva il sole; ma trionfava il fato!

128Letteratura italiana Einaudi

Poi vennero le stelle silenziose...Cantò il gallo all’aurora di violae s’aprirono al dí tutte le porte. 25

Ma nell’alcova, fra morenti roseella gridò: Non mi lasciare sola!Lui disse: Resterò, fino alla morte!...

III.

Venne la morte; piansero le rosepetali tristi sopra i corpi belli; 30egli, confusi aveva i suoi capellicon le chiome di lei, fresche e odorose.

I grandi occhi non piú fieri e ribellinelle palpebre la pia morte ascose, le manine di lei nelle sue pose 35e li lasciò sognar sogni novelli...

Venne la luna nel suo dolce viaggiosovra gli amanti e li guardò: dal cielofece piovere un suo pallido raggio,

e vide in quella luce gialla e stanca 40fra le rose insecchite e senza steloun forte braccio e una manina bianca...

Sergio Corazzini - Poesie

129Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA GEOGRAFIA

L’Italia

L’Italia? Ma l’Italia, sor Cremente,è la mejo nazione che ce sia!Chi cià `sto cielo, pieno de poesiache a guardallo, a guardallo solamente

tu te senti vení la fantasia 5de strillà ar forestiero, come gnente:`Sto cielo, `sta bellezza è robba mia,e voi nun ce l’avete un’accidente?!

Guarda li fiori che ce so` da noi,tu li raccoji a fasci co` le mano 10pe` quanti ce ne so`! Mbè, voi o nun voi,

questo qui t’addimostra che nun sbajachi dice che de tutto er monno sanoer giardino piú sprennito è l’Itaja!

La Francia

Che me dichi? La Francia? Che me dichi 15che Roma co` Pariggi `n ce la pò ?Ma va`, vatt’annisconne che sinnòte fai pijà pe` micco dall’amichi!

Sta a vede che a Parigi mo ce so`San Pietro, er Foro, li romani antichi, 20che solo in der vedelli li nemmichiPijaveno un fugone... a quer mi fò!

130Letteratura italiana Einaudi

è inutile che fai che m’aricconti!Le bellezze de Roma, so` le vere!L’antre so` fatte pe` intontí li tonti! 25

Che dichi ? Ho d’annà in Francia pe` vedè ?Ma statte zitto, statte, fa` er piacere!Io nun ce vado in Francia... vacce te!

La Spagna

Nun ve consijo, caro sor Cremente,d’annà, de `sti tempacci, in de la Spagna. 30E nun posso capillo, francamente,com’è che v’è venuta `sta gran smagna!

E nun potete annavene in Germagna,in Inghirtera a Londra, oppuramentein quarch’antro paese a fà sciampagna, 35a buttà un po` de sordi alegramente!

Che dite? Voi ve ne volete annàper un gran dispiacere che ciavete?Parlate, su, nun fateve pregà!

Vostra moje v’inganna? E annate fori 40pe` scordà tutto? Ma nun lo sapeteche in Spagna ce s’ammazzeno li tori?!

Sergio Corazzini - Poesie

131Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

CAMPANA

Campana dondolantein un cielo di rose,dolci note armoniose,note di bocca amante, 4

tranquille, misteriosevoci del dí spirante,campana doloranteper tante pene ascose, 8

io ti sogno, o lontana,su la breve chiesuola!Ti sogno e t’amo tanto!

E a sera, pia campana, 11sale a un cielo di violail tuo suono e il mio pianto!

132Letteratura italiana Einaudi

LA MORTE DELL’ALBERO

Era il tronco possente al suolo avvintocon radici fortissime, che gravedolce ombra copria, come un recintosacro a Mercurio, delle genti prave 4

Dio consigliere... Un dí venne per naveun uomo audace che nel labirintodella foresta si cacciò con schiave genti che forse in guerra aveva vinto. 8

Vide l’albero e ne ordinò la morte...Lampeggiaron le accette nelle manidei lavoranti per un giorno intero.

E a sera nel silenzio triste e nero, 11lacerato da mille solchi immaniscrosciò a terra il colosso immenso e forte.

Sergio Corazzini - Poesie

133Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL CANTO DEL CIECO

Sento la vita, la possente vitache mi scorre co` `l sangue ne le vene!Sono forte, fortissimo,e questa forza, questa vita immensaad un soffio lievissimo 5io la sento tremare, ed un’intensaangoscia strana vienea torturarmi il cor quando vò aita.O i fiori, questi fioridi cui sento il profumo tanto acuto 10che mi sale alla testache mi fa delirare,vorrei vederli, e non solo l’odoresentirne che m’arrestai battiti del cor che chiede aiuto. 15Vorrei vedere il maredi cui sento la molle e dolce ondata,che è tutta una canzone,languir sotto le stelle...Vorrei vederlo, e anch’io 20con le persone buoneavrei parole belleuna preghiera tanto appassionataper Iddio, per quel Dioche mi ha data una vita di dolore 25sol per farmi saper come si muore!...

134Letteratura italiana Einaudi

L’ADDIO

Venne l’ultimo giorno... Con le stellesi spense ogni speranza, il sole uccisein me, ogni cosa, ogni delirio, e riseil cielo azzurro, e le rose sorelle 4

nel mio rosario parvero piú bellequel dí... La donna venne, mi sorrisemi baciò sulla fronte ardente e misenelle mie, le sue mani bianche e snelle. 8

Era il saluto estremo, allor credettidi morire e gridai: «Vision fuggentedimmi, mi hai amato, come io t’amai?!»

Ella un poco annoiata, e a denti stretti 11disse di sí; ma l’eco, che non mente,lugubremente mi rispose «...mai!»

Sergio Corazzini - Poesie

135Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

GIOVANNI DALLE BANDE NERE

Cadde, ferito a morte. L’armaturaferrea d’un suono lugubre gemette,non si contrasse il fiero volto, e stetteimpavido, il soldato di ventura. 4

E sorridea morente a la naturasfolgorante, ai suoi campi, alle sue vette.Intanto dalle nere bende strettecolava il sangue su la fronte pura. 8

Volle morir cosí: in faccia al soleradioso, e strappò convulsamentele fasce dalla sanguinosa pelle.

Flottò il sangue vermiglio e verso il sole 11che l’attendea nel bacio suo splendente,volò la sua grand’anima ribelle.

136Letteratura italiana Einaudi

L’OCA

Oca, vorrebbe dí quell’animaleche forse nun è troppo intelligentequanno è vivo nun vale proprio gnentema morto, nun se sa si quanto vale. 4

Chi dice: Ho fatto er becco all’oca, è ugualeche dicesse parlanno civirmente:Ho finita `na cosa; oppuramenteoca vor dí cervello senza sale. 8

So` state l’oche che ner tempo anticoquanno a Roma ce staveno Quiritisarvorno er Campidojo dar nimmico

cor fà vení l’armiggeri de fora, 11mo li romani antichi so` finitima l’oche ar Campidoglio ce so` ancora.

Sergio Corazzini - Poesie

137Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

MALINCONIE

No, tu non m’ami piú,io lo sento dai baci,da le carezze; tusempre, sempre mi piaci!Io non ti piaccio piú. 5

Non credevo cosívicina la stanchezza,troppo presto finíquesta languida ebbrezzache l’anima sfiorí. 10

Io speravo, chissà,un pochino d’amoreappassionato, mail tuo piccolo cuoreforse amore non sa. 15

Oh non piangere, nonon ti devi attristare,mia piccola, per ciò!Non m’hai voluto amare,ed io non ti amerò. 20

Addio, va` pure; setu ti ricorderaiqualche volta di meridi; e tu rideraidel piú gran sciocco che nel mondo v’è! 25

138Letteratura italiana Einaudi

LA TIPOGRAFIA ABBANDONATA

a Carlo Mariottiché gli voglio bene

Quale mano pietosa,quale mano operosa,lo spiraglio breve oprí?Non lo so. Entrò il sole:una festa di pulviscoli 5d’oro, e i caratteri morti, che composero parolee che fecero piangerei deboli e i forti,e che fecero ridere 10tante bocche di rosa,i caratteri tutti illuminòde la sua luce meravigliosa.

Le lettere fremetteroalla improvvisa gioia, 15e nel silenzio della lunga cameraove i placidi ragni,artefici sottili di sottilitrame, ogni dí morivano di noia;ove era nata, 20su tanti oggetti umili,polvere immensa, come se il suggellosuo ci volesse all’opra abbandonatada umani che fatica rese vili;nel silenzio le lettere si unirono, 25composero parole, versi, cantiinteri, per quel sole tanto belloe tanto buono, per quel sol che i piantid’una lunga tristezza, avea asciugatocol suo raggio divino 30

Sergio Corazzini - Poesie

139Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

col suo raggio infuocato............................E le trame di seta infranseroe si sperse nell’aria la polvere...

O sole! 35dicevano le parole,i versi e i canti: O pio sole,anche noi siamo amate da te.Tu ci vieni a trovarevieni ad illuminare 40con la tua dolce lucenoi povere sorelle...Oh quante volte, nellemani degli uomini viviabbiamo composta la morte! 45E i pianti, e le angoscie, e il doloreche infrange il cuore,e le lagrime a rivi,e il riso folle dei felici...Noi, cosí fredde, abbiamo 50composto piú di un bacio appassionato;cosí piccine abbiamopiú d’un immenso amore rovinatoquando ci dividevamopoi che l’ultimo bacio era stampato... 55..............................Oh, ma tu fuggi, o sole!Ritornerai domani?O ci abbandoni come già gli umanici abbandonarono?... 60

Dicon le cose: è sera!Dicon le stelle: è notte!E solitaria e neratorna la stanza, a frotte

140Letteratura italiana Einaudi

tornano i ragni nelle tele loro, 65torna a regnar la polverelà dove un giorno vi regnò il lavoro.

Sergio Corazzini - Poesie

141Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

TU...

Tu che mi vedi ogni mattina all’alba,andare, come è mio fedel costume,quando la luce è ancora incerta e scialba,a bagnare il mio pan nel dolce fiume;

tu che mi vedi andar sporco e stramato, 5che mi vedi morente di stanchezzatu, che nell’occhio mio, imbambolato,leggi la fame, l’odio, la tristezza;

tu che mi vedi andare per la via,barcollando per sonno e non per vino; 10tu che m’hai visto un dí fanciulla miapiangere il mio dolor come un bambino;

tu che stanotte, uscendo da una festam’hai scorto ai piedi d’un fanal, seduto;a rosicchiare un torzo, e un poco mesta 15m’hai gettato uno scudo ed un saluto;

tu che mi vedi errar solo nel mondo,oh, non devi pensar tu folle e lietache io sia qualche triste vagabondo,no, bimba mia, fui sol troppo poeta. 20

142Letteratura italiana Einaudi

L’ATTESA

Come due dolci bocche ansiose, presea un tratto da la febbre di baciarsi,attendon l’union soave, accesedal desiderio; come umani arsi 4

di sete, con le braccia al ciel proteseattendono con rabbia stanca, sparsiper il deserto, con le membra offeseda un sole ardente, di che dissetarsi; 8

come ogni foglia attende il suo fiorecome ogni fiore attende il suo fruttocome ogni notte attende il suo sole;

cosí, cosí col cuore che mi duole 11nell’attesa, dimentico di tuttocosí, cosí t’attendo, dolce amore!

Sergio Corazzini - Poesie

143Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

CAPELLI PERDUTI

Questo ricciolo tondoio non so di chi sia.L’ho trovato per viae l’ho raccolto: è biondo. 4

Ne la malinconia del sole moribondoha un soave, profondoodore di gaggia. 8

Questo ricciolo brevesi poteva vederesu di un viso ridente

o su un viso di neve 11che sopra all’origlieresi contorce morente?

144Letteratura italiana Einaudi

CONTRASTI

(Dialogo fra un dottore e una madre di famiglia)

– Per la sua bimba, ed io le parlo schietto,ci vorrebbe una cura radicale.è troppo bianco e scarno il suo visetto,mi sembra uscita ier dall’ospedale. 4

– Che dite, sor dottò`, sta propio male`sta fija mia? L’ho da fà mette a letto?– Certo è che non sta molto per la quale,se in specie andiamo ad osservare il petto. 8

Questa fanciulla è già troppo che langue,farò delle iniezioni belle e buone!Per cento lire, le rifaccio il sangue!

– Io, pe` me, sor dottò`, `sta bella cura 11che fa ritornà er sangue, `st’ignezzione,la chiamerebbe invece svenatura!

Sergio Corazzini - Poesie

145Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

VINTO

Mamma questa è la vita?! Allor la santafelicità infantile non perdura?Il riso che irradiava la mia purafronte, non verrà piú ?! Ah mi si schianta 4

l’anima, mamma mia, ed ho paura!Io mi sento morire! Quanta, quantadolce felicità di bimbo, ha infrantacon l’andar della vita, la sventura! 8

Oh non credere mamma ch’io sia vile!No! Te lo giuro. Ho avuto sempre fedein questo Dio che mi fa spasimare!

Io sono come un albero sottile; 11cui cadono le foglie e che le vedecader senza poterle richiamare.

146Letteratura italiana Einaudi

IL DISTICO DELL’INGANNO

Mi tendevi le braccia, mi chiamavicon la voce dolcissima e dolente,e roteavi disperatamentele tue pupille un dí tanto soavi.

I capelli biondissimi, già schiavi 5di fulgido diadema che la gentet’invidiava silenziosamente,sciolti i capelli al vento abbandonavi.

E la tua voce sospirava «Vieni,torna amor mio, fra le mie bianche braccia 10tu sarai il mio re, non già il mio schiavo!»

Mi parve d’impazzir, con gli occhi pienidi pianto, corsi con giuliva faccia...Credevo d’esser desto, ahimè, sognavo!

Il sole tramontava nel suo mare, 15era il ciel di viola. Ginocchioni,io leggevo nei tuoi grandi occhi buoni, che mi lasciavi un tempo sfiorare

con la bocca, io leggeva ne le carepupille tue, la fine. Le illusioni, 20fulgidi, immensi, ma fragili troni,col sole io le vedeva tramontare...

E lentamente, come se il tuo cuorerimanesse nel petto mio squassatodai singulti, con dolce e noto gesto 25

mi porgesti la man piccina, fioredi neve, ed io la strinsi disperato...Credeva di sognare, oh no, era desto!

Sergio Corazzini - Poesie

147Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

L’ARIVO DE MARCONI

Che voi vedè! rivato a la stazzionenun era, se po` dí, nemmanco scesoche je so` corsi addosso, l’hanno preso,e se lo so` incollato sur groppone. 4

Lui, ner vedè quela dimostrazzionese sentiva commosso, s’era acceso,e intanto lo portaveno de peso, e spariva tramezzo a le persone. 8

Chi voleva baciallo, chi volevapijasselo pe` sé, chi l’abbracciava,chi je cureva appresso, chi spigneva...

E in mezzo a tutta quela confusione 11lui s’asciugava er pianto, s’asciugava...pe` li cazzotti, o pe` la commozzione ?

148Letteratura italiana Einaudi

TRITTICO

(Dal francese)

I.

La triste pallidezza delle donneprossime al parto, le culle assettateper gli ospiti futuri e sconosciuti...forme a pena abbozzate,fra le candide trine, indefinite; 5dolci balbettamenti senza fine,larghe pupille sbigottite,piccole teste tonde come palle...O bambini, o bambine,sono nati, son nate! 10

II.

Cuori febbrili ed indomati sensi,desideri che il sonno fa compire,mani che lentamente si cercano, si toccano,labbre congiunte appassionatamente,soavi appuntamenti in mezzo ai densi 15ramoscelli, ove Cupidoattende che la notte nera mandia spegnere nel mare azzurro il sole,per fondar le sue scuole;giovani ardenti e folleggianti vergini... 20Sono grandi, son grandi!

Sergio Corazzini - Poesie

149Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

III.

Nei cimiterispesse zolle di terra, fra le crocisassi e nicchie; dei nomi antichi assaiche sopra i freddi marmi bianchi e austeri 25la lebbra de le pietre cancellò...Monumenti, davanti alle cui porte,ove un lume di morti stride ed arde,i ragni piú ferocihanno filato le sottili tele... 30O vegliardi, o vegliardesono morti, son morte!...

150Letteratura italiana Einaudi

LA CAMPANA

So di un’antica, piccola campanatutta di bronzo e di ceselli straniistoriata, che in cieli lontanicantava un tempo una canzone vana. 4

Disprezzo e oblio trovò nei cori umani,e pianse assai l’illusa con pïanavoce, poi tacque; e un gracidar di ranasi levò su da lividi pantani. 8

E muta sempre è la campana, attendeforse una man pietosa che la scuotada la tristezza per suonare ancora;

come l’anima mia che non s’accende 11piú a fiamme d’illusioni, triste e vuotauna man che consoli, avida implora?

Sergio Corazzini - Poesie

151Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

MEDIO EVO

E nella pazza fuga il cavalierodava di sprone, disperatamente,voleva egli fuggir forse il pensieroche gli rodeva il cor spietatamente? 4

E correva, correva come un nerofantasma. A un tratto si fermò un’ardentegoccia di pianto, l’ultima, il severociglio bagnò e le pupille spente. 8

Rise il tradito allora un riso folle,e con la spada che l’amante scioccagli avea donata in pegno d’un amore

eterno, il petto si trafisse. Ei volle 11morir col nome dell’amata in boccae con la spada dell’amata in core!

152Letteratura italiana Einaudi

LA NAVE

La nave affonda inesorabilmenteed un urlo strozzato da le goleaperte erompe a Dio, a Dio che vuolesi compia l’ecatombe, lungamente 4

pensata. Attende il mar, nero e furente,di far sua preda l’ululante moleprima che torni a sfolgorare il sole;e a sè l’attira avido, impaziente. 8

Piú nulla. Il grande albero nel maresoddisfatto discende, e sola restaallo schiaffo dell’acqua la bandiera:

come in ogni coscienza infame e nera 11c’è qualche cosa che rimane onestae che nessuno può contaminare!

Sergio Corazzini - Poesie

153Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL VOLUME

Sperò invano di gloria, un dolce incanto,invano ai saggi offrí se stesso, fiorenovo e selvaggio; pianse di dolore,poi la polvere cadde e asciugò il pianto. 4

Erano versi semplici, ove un cuorebuono cantava al Tempo un dolce cantodi pura gioia, e il Tempo, tristo, intantodi polvere copriva il suo cantore. 8

Ora è quasi distrutto il libro e ancoral’ultimo verso dell’ultimo foglioil Tempo, suo liberatore chiama.

Laceraste cosí il mio cuor, signora, 11con la vostra ironía e col vostro orgoglio;e pur morente ancor v’esalta e v’ama.

154Letteratura italiana Einaudi

ROSSACCIO(V. Hugo)

I.

Come, Rossaccio nun sapeva gnente ?Nun sapeva che Nanna l’ingannavatutte le sante sere co` un tenenteche la portava a cena, la portava?!

Poro fijaccio! E lui che se pensava 5che quella lí l’amasse veramente!E quanno, mezzo matto, la baciavacredeva de baciasse `n’innocente!

E coll’amichi avevi da sentilloquanno parlava der su` matrimogno! 10D’artronne bisognava compatillo:

Nanna era talecquale a `na madonnade quelle che se pònno vede` in sogno;te dico ch’era `na gran bella donna!

II.

Rossaccio a poco a poco se n’accorse 15che Nanna era distratta ner discore,che non rideva piú cosí de corecome faceva nelle sere scorse.

Ce s’ammattiva, e un giorno che je vorsedimannà: Ma perché stai l’ore e l’ore 20senza parlà? Nun me voi bene, amore?Lei je rispose fredda fredda: Forse.

Sergio Corazzini - Poesie

155Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

Bastò: lui fece `n’urlo, `n’urlo taleche fece arivortà `n sacco de gentecredenno che je fusse preso un male, 25

e scappò via scappò: stette tre giorni,poi riannette da Nanna come gnente,e lei je fece: Mbè, perché ritorni?

III.

«Perché ritorni? Te l’ho detto in facciache so` stufa de te; nun hai capito 30che a te nun te ce vojo pe` marito?nun ho voja de falla `sta frescaccia?!»

Rossaccio nun parlò, nun movè un dito,nun guardò manco piú quella donnaccia,se sentí spaccà er core, oprí le braccia 35e cascò su` `na sedia stramortito...

Poi se n’annette... Noi `nder rivedellolo trovassimo gobbo e un po` invecchiato,e da quer giorno lui, non fu piú quello.

`Na matina ce disse: Lo sapete? 40Ieri Nanna ha sposato, sí, ha sposato,bevemo alla salute, amichi ho sete!

IV.

Sai che davanti ar porto piccolettoce sta `no scojo, che mò viè de foradell’acqua, mò va sotto l’ora e l’ora 45e nun ne vedi piú manco un pezzetto.

156Letteratura italiana Einaudi

`Mbè Rossaccio che fa? Doppo un pochettoce saluta, e nun va, per dinanora,a vede Nanna che da gran signorapartiva cor marito a fà un viaggetto. 50

S’imbarcarono su `n ber bastimento?!e insinenta giú dar posto se vedevas’in che modo lo sposo era contento,

e er visetto de Nanna che rideva.Giú, Rossaccio tremava; in quer momento 55essennoce marea l’acqua cresceva...

V.

Rossaccio se buttò nell’acqua e annettesu lo scojo ch’aveva da sparí;ce montò sopra e ce restò cosífino a che er bastimento se vedette.

E puro quanno l’urtime velette 60nun se veddero piú, arimase lícoll’occhi fissi insino che sentíl’acqua che je bagnava le carzette.

Ma nun se vorse move, manco fossediventato `na statua, cor viso 65zuppo de pianto, coll’occhiaie rosse...

L’acqua intanto vieniva sempre su...Je `rivò ar collo... lui fece un soriso...Doppo un minuto nun se vidde piú!

Sergio Corazzini - Poesie

157Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA CHIESA

I.

Era una chiesa breve: un bianco altaresi disfaceva in un’oscura e lentarovina; una Madonna sonnolenta pareva, come il Figlio, agonizzare.

Cristo Gesú moriva la sua lenta 5morte vicino al solitario altare,ogni cosa pareva agonizzarene la piccola chiesa sonnolenta.

Era quell’agonia dolce, tranquilla,fatta di pace e di rassegnazione; 10l’agonia misteriosa de le cose.

Era come un morir di silenziosevergini, cui da le ferite buonesfuggisse il sangue puro a stilla, a stilla.

II.

Prossime al fine hanno una voce anco 15le cose, e un pianto triste che le bagna;una notte (sognava la campagna,e avean le stelle un gran lucore bianco)

il campanile che posava al fiancode la piccola chiesa, o pia compagna! 20come un bimbo malato che si lagnasuonò d’un suono dolorante e stanco.

158Letteratura italiana Einaudi

La piú dolce rugiada che mai siascesa dai cieli, silenziosamentetremolò su le rose. (Era una santa 25

lagrima?) Aveva un suono d’agoniail campanile...All’alba sorridenteil sole illuminò la chiesa infranta.

Sergio Corazzini - Poesie

159Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

«IL CUORE LANGUIVA»

Il cuore languiva da moltoed io l’ho lasciato languirevolevo, volevo morirevolevo esser presto sepolto...

Un giorno gli dissi, ricordo: 5Perché stai languendo io non so;se ti manca l’amor, te lo do...comandami, tutto t’accordo...

Ma il picciolo cuor favellò:non è già per mancanza d’amore 10che agonizzo, mio dolce signore,ma perché troppo amor mi stancò!

160Letteratura italiana Einaudi

LETTERE AD UNA DONNA

Lettera prima

Scrivo e non so perché. Non ho piú coseda dirvi e pure tanto arde in mela fiamma de le labbra dolorosede le labbra vermiglie come sefossero molli petali di rose 5

che, sperduti pei cieli, con un lentoabbandono la bocca vi baciaronoe presi da quel novo incantamentoavvinti su le labbra vi restarono;tanto arde in me senza soffi di vento 10

la fiamma azzurra dei vostri occhi azzurrimelanconici come un cielo tuttoeguale, senza rapidi sussurri,silenzïoso nel suo triste luttosenza una voce che al core sussurri, 15

tanto arde in me la fiamma silenziosafatta d’insidie, che non so pensarebocca, piú de la vostra, dolorosa,occhi che sieno piú simili al maredei vostri, ne la veglia dilettosa! 20

Ieri vi ho attesa e non siete venuta.Non veniste, perché? Nulla, vi disse,nulla il cuore ne l’ora convenuta?nulla, nulla, la vostra anima disse?Ogni cosa rimase allora muta? 25

Ne l’attesa, vi colsi le piú belle,le piú fragili rose, ne intrecciaiuna catena al lume de le stelle,

Sergio Corazzini - Poesie

161Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

una catena che finiva mai.Erano tante rose e tante stelle! 30

Voi non veniste. Venne l’agoniade le rose, Siccome le illusioni,lungo l’umana dolorosa via,cadono lentamente, senza suonidefiniti, e sfioriscono una pia 35

anima che le amò, cosí dai brevi steli caddero i petali, sapientila voluttà dei vostri occhi grevidi ombre, i dolci petali morentiscesero con ondulamenti lievi 40

sulla terra. Lo stelo denudato,vergognoso rimase a udir gli schernidegli altri steli carichi: sul pratosuperbo di verdeggianti eterniforse in quell’ora un mostro avrà ghignato. 45

E ne la notte scialba, sospirosa,le mie rose morirono. Sí tantipetali cadder su la generosaterra, che apparve agli occhi dolorantiil boccio schiuso d’un’immensa rosa. 50

162Letteratura italiana Einaudi

LEONE XIII

Il pontefice è là: tetro, verdastro,ultimo re ne la superba reggia;un rosario lievissimo azzurreggiafra le immobili dita d’alabastro.

Dorme? Sogna? è tranquillo forse come 5giammai lo fu il dolce vecchio asceta.è tranquillo: raggiunse la sua meta?ode Cristo Gesú chiamarlo a nome?

O forse presa da malinconia,gli detta un verso l’anima fuggente? 10o forse è cosí queto, indiferenteperché il core gli fu portato via?

Passa la folla, muta, e il suo signorea lungo mira con tremanti ciglia...Pensa il papa: mi fu strappato il core, 15non posso benedirti, o dolce figlia!

E la persona irrigidita, avvoltane le bende pesanti par che frema,una parola su la bocca trema,ed Egli muor d’angoscia un’altra volta!... 20

Sergio Corazzini - Poesie

163Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

PER UN AMICO, MORTO

Fu dato di ricordareall’uomo, perché, amico,mio dolce, morto, piangamolto, nel ripensarequello che d’un sogno antico 5nel core, gli rimanga.

Tu ridevi, un tempo, tanto;eri, a volte, non scordo,un po` triste e un po` folle.Piangevi! Sí; ma un pianto 10tenue, che il ciglio, ricordo,non ti lasciava, a lungo, molle.

Coglievi tanti asfodeli;ti piacevano, è vero?Molto! Molto: anche adesso, 15che sai le meraviglie dei cieli,li hai, nel piccolo cimitero,sotto l’immobile cipresso?

No, povero amico, poveroamico senza i fiori 20che amavi e senza sole!Perché, nell’ultimo ricovero,il corpo, che non ha piú dolori,non ha piú parole?

Perché? Ti lagneresti 25di questa mancanza, amico,chiamando i tuoi fiori divini.Invano: sotto i cipressi, mesti,languirebbe il richiamo antico,come un pianto di canarini. 30

164Letteratura italiana Einaudi

Però, vedi, se da ognimia lagrima nascesse un asfodelo,tu saresti, amico, pagocome lo fosti nei sogni,o t’invidierebbe il cielo 35che di soavi miracoli è vago.

Ora, amico mio dolce, riposiin eterno, tra morte creature,e m’hai lasciato quaggiú, a soffrire!Oh, ma questo, anima, come l’osi? 40Schiudi le labbra pure,e fammi tu, morto, morire.

Sergio Corazzini - Poesie

165Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

SONETTI ALL’AMICA

I.

Anima cara, come un filo d’oro,ignoto a questi nostri occhi mortali,ne la quiete, pie notti invernali,o ne le bianche aurore, a messidoro,

sonoramente lega tra di loro 5le tremule fiammelle siderali,occhi d’angioli, acuti come strali,o tremolanti in tenero martoro,

anima cara, come in fine stelosorregge il giglio, candido vasello, 10e se lo stelo muore, il giglio muore;

cosí, perduti sotto un tetro cielo,voi mi siete sorella, ed io, fratello,malinconicamente, nel dolore.

II.

L’alta disperazione che ne invade 15l’anima vinta ne la sua battaglia,l’anima fiacca, che non piú si scagliaardita contro le inimiche spade,

questa disperazione è l’avvisagliache Tánatos già batte nostre strade, 20e poi che cadde il cuor, l’anima cade,or che raggio di sol piú non l’abbaglia.

166Letteratura italiana Einaudi

Oh lasciate, lasciate ch’io mi dolga.Amica, se quest’anima vaniscadopo il suo tetro disperato pianto, 25

poi che non v’ha una bara che l’accolga, non v’ha una rosa che per lei fiorisca,non v’ha un cipresso che le pianga a canto!

Sergio Corazzini - Poesie

167Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

L’ASCESAad Alfredo Tusti

Ascendo. Io che già fui l’uom de l’incerta orma, e del molle gesto involontario,securamente, novo reziario,lancio le maglie con la mano esperta.

E ben il piede espresse su per l’erta, 5sua fonda traccia, ove s’aduna un variofuror di venti; ma come nel parioè l’orma sculta e sembra un’urna aperta.

O quale face dalla fiamma novas’agita nello spirito irrequieto, 10cosí che i sensi antichi si fan muti.

E quale volontà vuol ch’io mi mova,solo, onde il passo mio turba indiscreto,il tragico silenzio de` caduti?

168Letteratura italiana Einaudi

L’ANELITO VANO

a Giuseppe Altomonte

Alto, il mio sogno palpita fra i soli,onde anima mia tu n’ài dilettoe nel furor dell’entusiasmo schiettomeco tu ne favelli e ti consoli.

Anima spicca i tuoi piú alti voli 5verso il tuo sogno glorioso e retto,e disdegna, disdegna il corpo inettoche la via ti preclude ove tu voli!

O canta l’inno di vittoria! Cantaloanima! Il sogno è un sole, ed è fra tutti 10il piú bello che l’aureo Olimpo serri!

Ma voce suona: Uomo, tu sei Tantalo,nel tristo lago, che i polposi fruttimai con l’ugna e co` denti avidi afferri.

Sergio Corazzini - Poesie

169Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

LA LEGGENDA DELLE STELLE

a Mario Zarlatti

Il mare: muto. Senza vele. Senzarondini, il cielo. Solo, nelle grigieacque, lo scoglio dalla trista effigie,immenso. Immoto. Sacro alla potenza 4

del Tridentier Nettuno. Alto, in presenza,il sole. Lungi dalle cime bigiedello scoglio le umane cupidigie,nessuno. Affretta il sol sua dipartenza 8

triste, dietro si lascia oscuri veli.Cala sopra lo scoglio. Orribilmentesi frange all’urto. Il cielo, di scintille

è pieno. Sono mille, piú di mille 11che vanno e stanno. è notte. Alta. Silente.Dormi bimbo, di stelle ardono i cieli!

170Letteratura italiana Einaudi

IL BRINDISI FOLLE

ad A. S. L.

Amica, bevi, questa è la coppa,il vin trabocca, su presto, vuotala!Oh disfreniamoci, amica, in groppadelle follie, ché viè quaresima!

Ebe, cosí, nuda, io ti volli, 5nuda e magnifica! Ben feci a cingertiil corpo splendido di rossi e molligarofani, bocci di sangue!

Vedi, la folla briaca siedemalferma e ghigna o dorme o vomita... 10amami adesso, Ebe, la fedela spezzerai, oh non ne dubito!

ma fa che almeno io questa serasenta di vivere fra le tue morbidebraccia! Tu, come la Primavera 15sei bella, o giovine, togli la maschera!

Suggimi, amica, dal labro fiaccola vita, infondimi nel sangue il brividoultimo! Ebe, sono un vigliacco,è vero; piccola Dea perdonami! 20

Ma dimmi allora, dimmi ov’è mail’oblio soave che anela l’animairrequieta? lo sai, lo sai ?O giovinetta sfiorita, parlami!

Taci? Ben io ti dissi allora 25che nell’ebbrezze che negli spasimi

Sergio Corazzini - Poesie

171Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

di quella carne che c’innamora,e i sensi infiamma l’oblio trovasi!

Ebe, sei triste? su via sorridimi;pensi alla Morte fra tanta vita? 30è l’alba. Amica, sei un poco pallida,vuoi ancor gioire? Ti sei pentita?

Vedi, laggiú, solo, in quell’angoloc’è un cavaliero... Da quali porteentrò? Tu tremi... amica, baciami 35furiosamente! Egli è la morte!

172Letteratura italiana Einaudi

ALL’AMICA

Signora, siete un poco stanca, oggi,non è vero? E perché? L’ultimo ballovi fece male al cuore, senza fallo,poi che siete sí pallida! Ne i poggi

sono assai rose, ne volete? a fasci 5io ne corrò per voi. Non rispondete?La vostra bella bocca ha sempre setedi baci? O pur volete ch’io vi lasci

sola? Vi è indifferente? Oh mia signoravi tiene il cuore una malinconia 10indefinita, forse; forse oh miabionda signora rimpiangete un’ora

d’oblio felice! Dolce il carnevalevi fu, se tanta nostalgia vi punge,se ancora un’eco di follie vi giunge 15ne la malinconia quaresimale!

Sergio Corazzini - Poesie

173Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

L’ANELLO

Ho un anello sul tavolo, un anelloche rinvenni una sera in una tetrataverna. è un po` contorto, è un po` infangato;certo fu calpestatofuriosamente. Un dito ora n’è privo. 5Un dito? Di chi mai? Ho nel pensieroun balenio di coltello,un cuore che per lo spavento impetra,un urlo di trionfo, un rosso rivodi sangue e un motto: Buona è la vendetta! 10

174Letteratura italiana Einaudi

IL CIMITERO

O morti ignoti, senzacroci, senza coronefiorite ne le buoneprimavere,

o morti, a dipartenza 5vostra non pianse occhio,non si piegò ginocchio,non bocca ebbe preghiere!

O morti, solo, io portofiori alle vostre fosse, 10oggi, son rose rosse –che tu buon sole aprivi!

Eppure io sono il mortofra questi ignoti spenti,e voi, morti giacenti, 15siete i vivi!

Sergio Corazzini - Poesie

175Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

L’IMPERATRICE

Episodio

I.

L’imperatrice attende che il divinoadolescente in supplichevol attola inviti col suo bel labro scarlattoa lasciarsi baciare il collo fino.

Ma l’immemore amante, nel festino, 5ebro impudico livido disfattotrionfa e col grande occhio stupefattocerca la coppa colma di buon vino.

Dolce di baci sulla bocca muoreassai presto e tu `l sai, furibonda 10peccatrice! dolce di vino, invece

di miele eterno le due labbra feceall’efebo, che sente la profondaebbrezza del Falerno anco nel cuore.

II.

E non il cuore, tu insaziata 15femmina molci con le tue carezze,passarono le molte giovinezzeindifferenti su l’infuriata

passione, e nessuno t’ebbe amatamai, e nessuno ebbe tenerezze 20per te che invano profondesti ebbrezzecon la bella persona immacolata!

176Letteratura italiana Einaudi

A quanto v’ha d’impuro in cuor talvoltainorridisci ed una visionedi vergine ti tiene, o imperatrice! 25

Ma già la voglia folle in cuor s’affollafuriosa e tu cerchi il bel garzoneche questa notte ti farà felice!

Sergio Corazzini - Poesie

177Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL GATTO E LA LUNA

Luna nel cielo, lume su la porta.Questa notte morirono le stelle,le nuvole hanno fatto da barelle,lampeggiarono i ceri della scorta.

Vagò, di cimitero in cimitero, 5solo, con le pupille avide, rosse,ardenti per continuo tormento,il gatto enorme, il gatto enorme e nero,come se in lui la notte atra si fosse,materiata per incantamento. 10Or va, torna col vento, ma se il ventospegne il lume ad un tratto, nella viarimangono due stelle in cui la pialuna in sua dolce meraviglia è assorta.

178Letteratura italiana Einaudi

IL RITORNO

Ancora, sorella, il cipresso,laggiú, coronatodi piccole, pallide rose,ancora lo stessoviale, le scale corrose, 5la porta, le brevifinestre serrateda l’ultima estate,l’antica fontanache accolse la luna e le stelle, 10che accoglie le neviche accoglie le fogliede le vicine alberelle,ancora nell’ariaquel flebile suono di morte 15che pianse una triste campana lontana,ancora su la solitariavilla in rovinalo spasimo grande de l’orale ultime nostre parole, 20l’abbandono del nostro sole!Ancora, sorella,come due colombi spauriti,i tuoi grandi occhi smarriti,su le perdute cose. 25

Sergio Corazzini - Poesie

179Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

«VIGILAVANO LE STELLE»

Un telegramma narrava, giorni or son, che in un antico con-vento de la Sicilia, credo, ignoti ladri, avevano assassinate le ul-time tre suore che in esso vivevano, perché avevano loro oppo-sto resistenza.

Vigilavano le stellele tre vecchie sorellemorte, ne le tre celle.

Erano chiuse le porte,e dietro la porta c’era 5una piccola bara neraun odore antico d’incensoe tutte le povere cosee forse ancora le rose dell’ultima primavera. 10

La Morte veniva leggiera,soave, chiudeva le stanchepupille, veniva ogni seraquasi, e trovava le mutesorelle sopravvissute 15raccolte, piú vecchie, piú bianche,intorno alla piccola baradell’ultima morta a pregare, cosípassa e ripassa il crudelespegnitoio su le candele 20cristiane de l’altare.

Ma la Morte aveva fretta.Non erano chiuse le portedi tutte le celle? Non c’eraun grande silenzio nell’aria? 25Nella cappella solitaria

180Letteratura italiana Einaudi

perché non veniva accesala piccola lampada sospesadavanti all’Agnello confittoin croce? – la Morte si chiese – 30come non se ne vedeva,nel buio che cresceva,l’enorme cuore trafitto?

Le tre suore dimenticate,erano molto malate? 35Stavano in agonia:ecco perché nella vianon si udiva quella serala nota soave preghieraecco perché nella chiesa 40la lampada non era accesa.

Ma la Morte comprese e accorse.E vide distese sul lettocon un coltello nel pettole tre suore agonizzanti 45e vide le celle diserte,tutti i vetri infrantitutte le porte aperte;e nell’ombra vide, forsele vecchie monache morte 50di consunzioneuscir da le bare corrosee fare coronee fare ghirlande di roseal lume de le stelle 55per le tre sorelledistese sul lettocon un coltello nel petto.

Sergio Corazzini - Poesie

181Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

RIME DELL’INVERNO

Dolce l’autunno tantoche pensammo un ritornoal piú soave giornod’aprile! Quale incanto

diffuse primavera 5oltre i tiepidi ortiche la chiudon? ne porti,autunno, la leggiera

anima nel tuo cuorevecchio? C’è qualche cosa 10di lei che l’angosciosamorte con te oggi muore.

Non la tenne un’acutanostalgia di fiorire,una voglia di aprire 15le porte di ogni muta

villa, i cancelli di ogni giardino, ormai diserto,e dopo avere aperto

tutto, ridere in ogni 20angolo il fresco risodella tua giovinezza,godere la tristezzadel vecchio inverno irriso?

Anima folle! Stanco 25il dolce autunno cede,e l’occhio tuo non vedeun lenzuolo bianco,

182Letteratura italiana Einaudi

immenso come il cielo,che si stende, si stende? 30Non senti in cuore scenderequasi mortale un gelo?

Come tenne l’ingannole nostre anime, forte!Sognavamo alla morte, 35il principio dell’anno!

Sergio Corazzini - Poesie

183Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

IL CONVEGNO

Mentre ad un nuovo balloil cavalier la invita– oh come è impalliditala bocca di corallo! –

Mentre nel cuore trema 5già la speranza folle:– Perché, perché non vollevenire? ch’egli tema? –

La cara e nota vocesussurra: Io son venuto! 10– Come sotto il vellutoil cor batte veloce! –

Io son qui, non temere,o cara, o mia dolcezza,anima, mi si spezza 15il cuore di piacere!

Io son qui, non vorròche vederti, sfiorarele tue manine care...non mi diran di no. 20

Io t’amo, tu lo sai,per te colsi le rosebianche, maravigliosedi tutti i miei rosai.

E ne ho fatte corone 25per la tua fronte pura,piccola creaturadalle pupille buone.

184Letteratura italiana Einaudi

Io t’amo, tu lo sai,t’amo d’un amor folle 30come nessuno volleamar nessuno mai,

oh stringerti al mio cuoretenacemente, oh udiredalla bocca fluire 40dolci frasi d’amore.

Ma la voce del caroamante s’è perdutae appare sulla mutabocca un sorriso amaro. 45

Sergio Corazzini - Poesie

185Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

I SUOI OCCHI

Occhi, vele di smalto, nostalgiadell’anima, astri vividi cui tesile braccia stanche, dolci lumi accesilanguidamente di malinconia,

laghi d’azzurro cui sembra, o Maria, 5terribilmente un’atra nube pesi,occhi in un cielo placido sospesi,ali soavi di ogni gioia mia,

rifugio dei tormenti e delle pene,torri d’avorio solitarie, porte 10sacre dei regni di felicità,

pupille ora stravolte, ora serene,in cui, come su tripodi, la Mortebrucia l’incenso della voluttà.

186Letteratura italiana Einaudi

L’ORFANO

Le tue case, non altro, le tue casebianche nel sole, bianche nella luna,povero angiolino pensi, ad una ad una,poi che nel cuor niente altro ti rimase. 4

E ne piangi il ricordo che t’invasel’anima tutte le tristezze aduna,tu che non hai da piangere nessunaparola, piangi le tue vecchie case. 8

Rivederle! Non sogni questo bene?Pur se lontane dalla scarna croceche segna il tuo paese al viatore,

e se vi sieno ancor tutte e serene 11domandare col pianto nella voce,domandare col tremito nel cuore.

Sergio Corazzini - Poesie

187Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

BALLATA A MORTE

Vergine coronata per le cave tempie de` morti desideri umani,piú dolce se piú torbido il domani,consolatrice pallida e soave,

ti magnificherò per disianza 5lunga, nell’ora taciturna e vivacome le labbra degli oranti a sera,e t’offrirò la tenue speranzadi colui che s’affanna alla sua rivapiccola e gaia nella primavera 10tediosa dal sogno che s’avvera,e t’aprirò con le due mani il cuoregiovine e grave per il triste amore,porto facendo a desiata nave.

188Letteratura italiana Einaudi

APPENDICE

Sergio Corazzini - Poesie

189Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

STORNELLI

I.

A te passione!Quanno le stelle pareno ner celol’occhi lucenti de chi dico io,

ne le notti sereneche la luna soride e nun cià un velo, 5sento sempre cantà. Canzone piene

de dorcezze che Diosta a sentí come me e le benedice!e la canzone dice:

o stelle, stelle, 10che a la terra mannate frezze giallefate luce a la bella fra le belle!...

II.

Rosette bellerose de maggio bianche rosse e gialleche cor profumo incantate le stelle... 15

Come la nonnaa li bambini fa la ninna-nannabaciannoje la testa o nera o bionna,

cosí `sta seratra er profumo de voi che m’innamora 20ve vojo ariccontà `na storia vera.

190Letteratura italiana Einaudi

C’era `na vorta`na rosetta, ma come fusse carta,s’accostò troppo ar foco, e lí c’è morta!

Tutto l’odore 25ch’annisconneva tra le foje rarese l’è perso morenno, pòro fiore!

Però un minuto prima d’incenerisse m’ha mannatoun bacio invece de chiedemme aiuto... 30

Sergio Corazzini - Poesie

191Letteratura italiana Einaudi

Sergio Corazzini - Poesie

«TUTTA L’ANIMA MIA, TUTTE LE PURE»

Tutta l’anima mia, tutte le puregioie godute nella giovinezza;ogni mia piú soave tenerezza,tutte le mie speranze malsecure

nelle loro precoci sepolture, 5l’eterna immensurabile tristezzache il mio cuore dissangua ma non spezzaofferte alle mortali creature.

Anima, come vano, come vanol’amor tuo, come triste il disinganno! 10

192Letteratura italiana Einaudi

L’INCANTO

Vai, ballatetta mia, di quadrifogliorecinta, senza orgoglioa l’Anima che scende nel mattinotra i fiori, e canta in suo dolce latinose non t’incresce recale un anello, 5che accoglierà ne la gracile mano,a cui virtú d’incanto s’accomandaperché Decembre non varchi il cancellodel giardino ove luce il fiore umano.E dille meno amara è la vivanda 10che al tuo folle desio reca il Destino,se tutto sole è nel verno il giardino.

Sergio Corazzini - Poesie

193Letteratura italiana Einaudi