Poesia Rizzoli, pag. 448, 19,00 Macchione, pag. 421, 20,00 Piero … · viviamo, i giorni stupidi e...

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Poesia In «Incantavi» le liriche del narratore luinese Piero Chiara, non solo romanzi Echi montaliani nella raccolta che uscì nel '45 e che viene ora riproposta con l'aggiunta di altri versi Alberto Brambilla II Due corposi «Meridiani» Mondadori, uno consacrato ai Romanzi, l’altro ai Rac- conti, entrambi ben curati da Mauro No- velli, hanno qualche tempo fa riacceso l’in- teresse degli studiosi per Piero Chiara (1913-1986), di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita. Scrittore giunto tardi al successo (il primo romanzo, «Il piatto piange» è del 1962), Chiara ha poi scalato le vette delle classifiche, diventan- do uno degli autori di punta della Mon- dadori, conquistandosi la fama di scrittore brillante e prolifico, amato da un nume- roso pubblico di lettori. Recenti studi han- no però dimostrato quanto quella scrit- tura limpida e apparentemente facile fosse frutto di studi e di esercizi, perché Chiara che aveva alle spalle ampie e meticolose letture, a partire dalla prosa di Boccaccio, nonché un costante esercizio di traduzio- ne in lingue diverse (dal «Satyricon» ai sonetti di Gongora alle pagine francesi del- la vita di Casanova). Incomincia così a mo- dellarsi, a poco a poco, la figura non solo di uno scrittore, ma di un intellettuale a tutto due in gran parte inedite sezioni, appunto «Altre poesie» e «Traduzioni poetiche» (in cui spiccano Baudelaire e Mallarmé). Grazie a questa pubblicazione gli stu- diosi ed i semplici lettori potranno così disporre dell’intera opera lirica di Chiara, più che raddoppiata rispetto al passato (e non sono da escludere altri possibili re- cuperi); essa si estende dunque nel tempo, dialogando con gli autori contemporanei, soprattutto il Montale delle «Occasioni» e dei «Mottetti», e continua a portare frutti per diversi anni, quando già la vena pro- sastica dei racconti e dei romanzi si va consolidando. Toccherà ora alla critica misurare l’eventuale rapporto tra poesia e prosa nell’opera di Chiara; certo già fin d’ora la sua fisionomia ci appare più com- plessa e dunque più affascinante. Incantavi L'ora d'oro, pag. 200, 19,00 tondo, impegnato su vari tavoli di lavoro, non escluso quello giornalistico. E si ri- scopre a poco a poco la grande mole di scritti – di diverso livello e spesso dispersi in sedi minori, non di rado della Svizzera italiana, dove Chiara si era rifugiato dal gennaio 1944 – anche sul versante poetico. In effetti Chiara aveva esordito nel 1945 con la raccolta di liriche «Incantavi» pub- blicata a Poschiavo, dunque in terra el- vetica, grazie alla generosa intuizione di don Felice Menghini che aveva fondato la collana «L’ora d’oro», destinata ad acco- gliere altre voci di esuli italiani. Di questa prima prova poetica, divenuta una chicca per bibliofili, ripropone ora una nuova edi- zione Andrea Paganini («Incantavi e altre poesie», L’ora d’oro, 200 pagine, 19 euro). Il libro che qui si presenta, estremamente curato sul versante filologico, è in realtà assai più ricco del precedente perché, oltre che «Incantavi», esso comprende altre Narratore e poeta Piero Chiara (1913-1986).

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MARTEDÌ 17 SETTEMBRE 2013 5

Cultura«Mani pure non hanno bisogno

di guanti per coprirsi»Nathaniel Hawthorne

Letti per voi

ChristianStocchi

L a libertà religiosa è un tema fon-damentale della nostra società.Ne affronta l’attualità, senza tra-

lasciarne la dimensione storica, il Car-dinale Angelo Scola, in un saggio chetrae spunto dal tradizionale discorso al-la città di Milano nella Festa di Sant’Am -brogio. Significativo il titolo dell’opera:«Non dimentichiamoci di Dio. Libertàdi fedi, di culture e politica» (Rizzoli).Scola comincia così il suo excursus sto-rico a partire dall’editto di Milano (313d.C.), di cui si celebrano quest’anno i1700 anni. Dopo le persecuzioni di Dio-cleziano, infatti, con questa svolta si de-

lineano per la prima volta, grazie a Co-stantino, due concetti chiave: la libertàreligiosa e la laicità dello Stato, temidecisivi nell’organizzazione sociale epolitica. Di lì, l’autore segue il comples-so percorso - tra Medioevo, Guerre diReligione ed evoluzioni più recenti - cheporta infine al Concilio Vaticano II, sof-fermandosi, quindi, soprattutto sulla«Dignitatis humanae», la dichiarazio-ne conciliare sulla libertà religiosa, pro-mulgata da Paolo VI nel 1965, «culminedi una evoluzione progressiva e deci-siva», che nega ogni coercizione nellaricerca della verità. E oggi? «Parlare di

libertà religiosa – spiega Scola – signi -fica affrontare un’emergenza che vasempre più assumendo un carattereglobale»: basti pensare che, secondouno studio, tra il 2000 e il 2007 ben 123Paesi hanno registrato episodi di per-secuzione religiosa. In Occidente, nonc’è persecuzione violenta, ma cresce ladiffidenza verso la religione. Aumenta-no anche le discriminazioni. E lo Stato,che assume spesso un atteggiamento dimalintesa neutralità, deve certo essereaconfessionale, ma non può dimenti-care la dimensione pubblica della re-ligione nella realizzazione del bene co-

mune. Perché la religione non è un fe-nomeno solo individuale, ma collettivo.E lo Stato neutrale spesso non è peròimparziale, ma ha un orientamento se-colaristico, ostile alle identità culturalidi matrice religiosa. Riflettendo sui cat-tolici, il cardinale ricorda il «dovere»della testimonianza, senza nessuna pre-tesa egemonica. Insomma, i Cristiani, acui non va negato il diritto all’obiezionedi coscienza, devono saper offrire uncontributo importante alla società.!

"Non dimentichiamoci di DioRizzoli, pag. 126,!15,00

TESTIMONIAREIL CRISTIANESIMO,IL CARDINALESCOLA RIFLETTESULLA LIBERTA'RELIGIOSA

Giornalista e scrittore Giampaolo Pansa.

Libri «Sangue Sesso Soldi», nuovo saggio storico del giornalista piemontese

Bel Paesenon piùcosì belloPansa racconta l'Italia dal '46 ad oggi:amarezza e disincanto davanti al declinodi Giuseppe Marchetti

Pietro Macchione

Rodarie i fumetti,quel dibattitocon TogliattiII Il valore, il senso e le potenzialitàespressive del fumetto furono motivo dicivile, ma forte, dissenso fra lo scrittorecomunista Gianni Rodari da una parte, illeader del Pci Palmiro Togliatti e la com-pagna del «migliore» Nilde Iotti dall’al -tra.

Di questo fatto dà testimonianza«Storia del giovane Rodari» scritto daPietro Macchione per la sua stessa casaeditrice con la collaborazione di Chia-ra Zangarini e Ambrogio Vaghi. Nellibro l'aspetto di questa diatriba non èsoltanto curioso, perchè si esplora in-vece il concetto che sul piano culturaleil Partito Comunista aveva delle nuovearti, termine peraltro disconosciuto,sul piano della comunicazione e dellapropaganda nei confronti soprattuttodei giovani.

Nel 1951 la futura presidente dellaCamera, pur contestando in Parla-mento un progetto di legge democri-stiano che mirava a un maggiore con-trollo della stampa destinata all’infan -zia e all’adolescenza, prese posizionecondannando il fumetto sia per i con-tenuti che per la forma. Ne scrisse an-che su «Rinascita» e allora Rodaricontestò le tesi della Iotti, lui che so-stenuto da un’altra grande figura delPci come Giancarlo Pajetta aveva por-tato al successo «Il Pioniere» anchegrazie al fumetto, e scrisse al direttoreTogliatti. Il quale non si chiamò fuori einterloquì con il maestro della fila-strocca lasciandogli qualche portaaperta. Una posizione dell’eterodossiacomunista che oggi può sembrare dav-vero singolare o addirittura ridicola.

Ma nel volume si traccia tutta lastoria del Rodari giovane dall’appas -sionata esperienza cattolica e quasiconfessionale, a una sua onesta e bre-vissima autobiografia in cui lo scrit-tore fa ammenda della sua pur minimapartecipazione agli obblighi fascisti.«Era una vigliaccheria – scrive – manon avevo altre vie d’uscita: un operaioavrebbe reagito in altro modo, io eroun intellettuale piccolo borghese di pe-riferia e avevo i difetti di questa ca-tegoria». E poi vari splendidi articolicome inviato dell’Unità alcuni – sullatragedia di Loano con 44 bambini mor-ti, molti milanesi, ad Albenga – che neprefiguravano l'incredibile talento.!

"Storia del giovane RodariMacchione, pag. 421,!20,00

Poesia In «Incantavi» le liriche del narratore luinese

Piero Chiara, non solo romanziEchi montaliani nellaraccolta che uscì nel '45e che viene ora ripropostacon l'aggiunta di altri versiAlberto Brambilla

II Due corposi «Meridiani» Mondadori,uno consacrato ai Romanzi, l’altro ai Rac-conti, entrambi ben curati da Mauro No-velli, hanno qualche tempo fa riacceso l’in -teresse degli studiosi per Piero Chiara(1913-1986), di cui quest’anno si celebra ilcentenario della nascita. Scrittore giuntotardi al successo (il primo romanzo, «Il

piatto piange» è del 1962), Chiara ha poiscalato le vette delle classifiche, diventan-do uno degli autori di punta della Mon-dadori, conquistandosi la fama di scrittorebrillante e prolifico, amato da un nume-roso pubblico di lettori. Recenti studi han-no però dimostrato quanto quella scrit-tura limpida e apparentemente facile fossefrutto di studi e di esercizi, perché Chiarache aveva alle spalle ampie e meticoloseletture, a partire dalla prosa di Boccaccio,nonché un costante esercizio di traduzio-ne in lingue diverse (dal «Satyricon» aisonetti di Gongora alle pagine francesi del-la vita di Casanova). Incomincia così a mo-dellarsi, a poco a poco, la figura non solo diuno scrittore, ma di un intellettuale a tutto

Giampaolo Pansa ci guardadalla bella foto di GuidoHarari nella retrocoperti-na del suo nuovo libro«Sangue Sesso Soldi»

edito da Rizzoli, arricchito da un sot-totitolo quanto mai chiarificatore«Una controstoria d'Italia dal 1946 aoggi».La foto è quella di un uomo pensosoche appoggia il volto al groppo dellemani quasi giunte. E' la foto di unuomo che sa cosa significano quelletre parole del titolo, anzi cosa esserappresentino per la nostra poveraPatria al giorno d'oggi: appunto «unacontrostoria». Ma il termine non èdel tutto esatto, poiché tutta la storia,ogni storia, è anche una controstoria,e sesso sangue e soldi son sempre sta-ti al centro dei fatti dell'umanità.Giampaolo Pansa meriterebbe che losi definisse con l'immagine che Prez-zolini usò per aprire la sua mirabilevita del Machiavelli: «Machiavellinacque con gli occhi aperti», sconten-to e sospettoso, vuol dire. Pansa rifàadesso il cammino dal '46 a oggi, main sostanza ripercorre con la sapienzache la passione giornalistica e scrit-toria gli permette, tutto l'arco del No-vecento, il nostro secolo, vale a direl'età della nostra vita.Dopo tanti libri che, solo per capirci,potremmo definire parziali, legati avicende ben precise, alla guerra, aldopoguerra, alla Resistenza, al san-gue dei vinti e a quello dei vincitori,alla politica spicciola, al giornalismod'opinione e a quello d'assalto, Pansaarriva ad una formulazione critica,umana e documentale molto precisae più vasta, nel tentativo, come luidice, di produrre una «controstoria»

che, invece, è soltanto il rovescio dellamedesima medaglia, la storia dei no-stri giorni, il viaggio più difficile e allostesso tempo più affascinante da rac-contare e più controverso che si possaimmaginare. E a questo punto scatta- era già successo in altri suoi pre-cedenti libri - il piacere del ricordo, siperfeziona l'uso dell'aneddoto, simuove l'ampio mare di quell'immen-sa vita vissuta che la foto dell'autoreci suggerisce pacatamente indagatri-ce dalla copertina del libro, libro distoria, è vero, ma anche libro inten-samente storico, che fa la storia nelgestirla e narrarla con, al centro, loscrittore.Otto parti di avvenimenti, caratteri,personaggi e interpreti dai massimiai minimi, formano l'opera in un suc-cedersi inarrestabile di scene e colpidi scena, di timori e tremori, di provee di sciagurate risoluzioni, di speran-ze e di illusioni, di sangue che siscambia coi soldi, di sesso che siscambia con i poteri più o meno oc-culti, di giornali, di fabbriche, di ban-che e di centri politici che vanno evengono lungo il fiume del tempo,mentre l'Italia soffre, esulta, prega,maledice, insulta o resta incredibil-mente indifferente davanti al suo de-stino.E' lì che l'arte narrativa cioè di vicen-de che specialmente chi ha la nostraetà, caro Giampa, ritrova intatte emaledettamente vere, oltre il severosegno della storia, in un presente difatti e di persone che siamo semprenoi, dalla foto di «Pansa Figlio dellaLupa», scattata da papà Ernesto nel'43 all'ultimo respiro di AndreottiBelzebù pochi mesi fa. Ma non si cre-da che Pansa voli sulle vicende del

due in gran parte inedite sezioni, appunto«Altre poesie» e «Traduzioni poetiche»(in cui spiccano Baudelaire e Mallarmé).

Grazie a questa pubblicazione gli stu-diosi ed i semplici lettori potranno cosìdisporre dell’intera opera lirica di Chiara,più che raddoppiata rispetto al passato (enon sono da escludere altri possibili re-cuperi); essa si estende dunque nel tempo,dialogando con gli autori contemporanei,soprattutto il Montale delle «Occasioni» edei «Mottetti», e continua a portare fruttiper diversi anni, quando già la vena pro-sastica dei racconti e dei romanzi si vaconsolidando. Toccherà ora alla criticamisurare l’eventuale rapporto tra poesia eprosa nell’opera di Chiara; certo già find’ora la sua fisionomia ci appare più com-plessa e dunque più affascinante.!

"IncantaviL'ora d'oro, pag. 200,!19,00

suo Paese come un aereo senza pi-lota: la sua innata curiosità, il suo sa-per raccontare non glielo permetto-no. E quando scende sul terreno dellacronaca e dei singoli episodi, da quel-lo dello «zio» Olimpio Zaffiro a quel-lo di Emanuele Novazio, di sua madreGina e di sua moglie Ornella uccisedal «mostro dell'Eternit», il mesote-lioma, il palpito della storia va benoltre il sangue, il sesso e i soldi, in unazona di impietosa realtà lungo la sot-tile metopa che circonda la vita, il suodestino e i suoi misteri.Ed è così anche per i giorni in cuiviviamo, i giorni stupidi e atroci degliindagati che si suicidano, dei giorna-listi che fanno i giudici, dei giudiciche sentenziano nei salotti, dei salottiche inneggiano alla povertà, dei po-veri che viaggiano all'estero in vacan-za, e di Angela S. che dopo aver chiu-so il proprio salone di bellezza, lo ria-pre con ben altre finalità e ben altriguadagni, mentre si aprono, con in-credibile velocità in ogni città i «Mer-

catini della povertà», piccoli e falsa-mente innocenti «negozietti o ufficiche ritirano oggetti preziosi in cam-bio di denaro contante». Mercatiniche rivelano condizioni economichepenose e assai diffuse dentro un si-stema politico e sociale privo di cer-tezze e sempre sull'orlo del fallimen-to.L'italiano è fatto così - dicevano glistranieri - e così lo pensa ancora ilnostro autore. E' per questo motivoche le ultime pagine del libro invecedi precipitarci addosso sono concepi-te come una indagine passata con leombre e il profilo di una vecchia cro-naca, artefizio letterario quanto maiefficace per farci capire che non ab-biamo perduto solo l'insegnamentodei nostri antichi Maestri, ma anchela sincerità di vergognarci, il pudore ela forza di reagire. Anche queste sonoad un tempo, storia e controstoria.!

"Sangue Sesso SoldiRizzoli, pag. 448, ! 19,00

ProfiloPagine di riflessionesocio-politicaalternate a intervistecon gente comune

tondo, impegnato su vari tavoli di lavoro,non escluso quello giornalistico. E si ri-scopre a poco a poco la grande mole discritti – di diverso livello e spesso dispersiin sedi minori, non di rado della Svizzeraitaliana, dove Chiara si era rifugiato dalgennaio 1944 –anche sul versante poetico.In effetti Chiara aveva esordito nel 1945con la raccolta di liriche «Incantavi» pub-blicata a Poschiavo, dunque in terra el-vetica, grazie alla generosa intuizione didon Felice Menghini che aveva fondato lacollana «L’ora d’oro», destinata ad acco-gliere altre voci di esuli italiani. Di questaprima prova poetica, divenuta una chiccaper bibliofili, ripropone ora una nuova edi-zione Andrea Paganini («Incantavi e altrepoesie», L’ora d’oro, 200 pagine, 19 euro).Il libro che qui si presenta, estremamentecurato sul versante filologico, è in realtàassai più ricco del precedente perché, oltreche «Incantavi», esso comprende altreNarratore e poeta Piero Chiara (1913-1986).