Plauto - Pseudolus · PDF filePlauto - Pseudolus Trama ! • ATTO$I$...

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Plauto - Pseudolus Trama ATTO I La scena iniziale si apre con il giovane Calidoro abbattuto, triste e sconfortato. Costui è l’amante di Fenicia, la giovane cortigiana di Ballione (il proprietario del bordello). Calidoro è abbattuto perché Fenicia, nell’ultima lettera che gli ha inviato, scrive che è stata venduta da Ballione ad un soldato macedone per venti mine e quindi presto non potranno più vedersi. Calidoro mostra la lettera a Pseudolus, suo fidato servo, il quale, volendolo aiutare, si impegna per trovare, entro la fine del giorno, il denaro necessario per riscattare Fenicia prima che il soldato macedone consegni le ultime cinque mine al ruffiano: le mine saranno “gentilmente” offerte da Simone, il padre di Calidoro, solo che lui ancora non lo sa. Entra in scena Ballione seguito da Pseudolo e Calidoro i quali chiedono spiegazioni riguardo la vendita affrettata di Fenicia e lo pregano di dar loro ancora un po’ di tempo, cosicché possano procurarsi il denaro necessario. Ma Ballione, noncurante degli insulti che i due gli rivolgono, risponde imperterrito che non concederà alcun privilegio ai due, ma consegnerà la donna a chi lo pagherà. Ballione esce di scena mentre i due, escogitando un piano per sottrarre le venti mine a Simone, incontrano proprio quest’ultimo che arriva con Callifone, un suo vicino. Simone, avendo capito le intenzioni di Pseudolo, gli propone un patto: se il piano del servo riuscirà, Simone gli verserà subito venti mine altrimenti lo farà torturare. ATTO II Pseudolo, davanti alla casa di Ballione, incontra Arpace, lo schiavo inviato dal soldato macedone con il denaro restante e la contromarca (un segno di riconoscimento) per riscuotere Fenicia. Pseudolo prova ad ingannarlo fingendosi un servo di Ballione ma Arpace non si lascia fregare e si tiene il denaro; tuttavia Pseudolo riesce ad ottenere la contromarca necessaria perché lo scambio avvenga e lo invita ad andare alla locanda. Nel frattempo lo raggiunge Calidoro portando come richiesto dal servo, il suo amico Carino, il quale consegna le cinque mine a Pseudulo e mette a sua disposizione il servo Scimmia, astuto e pronto a raggirare Ballione. ATTO III Ballione torna dal foro con un cuoco che ha pagato a caro prezzo e racconta di aver incontrato Simone il quale gli ha reso note le intenzioni del servo per portargli via Fenicia. Lui, d’altro canto, non si mostra affatto preoccupato e attende la sua prossima mossa. ATTO IV Scimmia, messo al corrente del piano, si reca da Ballione fingendo di essere il servo mandato dal soldato macedone. Ballione però, per paura che si tratti dell’ennesimo impostore, gli chiede il nome del padrone, tuttavia lo schiavo, pur non sapendolo, grazie alla sua astuzia, gli rigira la domanda esortandolo a leggere il nome sulla busta. Alla fine ottiene Fenicia e scappa insieme a Pseudolo. Ballione è soddisfatto, convinto di non essere caduto nella trappola. Ma subito dopo arriva il vero Arpace e i sospetti su Pseudolo si fanno via via più chiari, finché non c’è più alcun dubbio: Ballione è stato ingannato. Simone, ammirato per l'astuzia del suo servo, decide di pagare Pseudolo. ATTO V Dopo che Pseudolo, ubriaco, racconta le sue avventure con Fenicia, Simone lo sgrida per la sua sfacciataggine ma poi lo paga come gli aveva promesso. Pseudolo lo invita a bere con lui e promette di invitare anche il pubblico in cambio di applausi e approvazione. Anna Caocci e Giulia Barbieri

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Plauto - Pseudolus

Trama

 • ATTO  I  

         La  scena  iniziale  si  apre  con  il  giovane  Calidoro  abbattuto,  triste  e  sconfortato.  Costui  è  l’amante  di  Fenicia,  la  giovane  cortigiana  di  Ballione  (il  proprietario  del  bordello).  Calidoro  è  abbattuto  perché  Fenicia,  nell’ultima  lettera  che  gli  ha  inviato,  scrive  che  è  stata  venduta  da  Ballione  ad  un  soldato  macedone  per  venti  mine  e  quindi  presto  non  potranno  più  vedersi.  Calidoro  mostra  la  lettera  a  Pseudolus,  suo  fidato  servo,  il  quale,  volendolo  aiutare,  si  impegna  per  trovare,  entro  la  fine  del  giorno,  il  denaro  necessario  per  riscattare  Fenicia  prima  che  il  soldato  macedone  consegni  le  ultime  cinque  mine  al  ruffiano:  le  mine  saranno  “gentilmente”  offerte  da  Simone,  il  padre  di  Calidoro,  solo  che  lui  ancora  non  lo  sa.                Entra  in  scena  Ballione  seguito  da  Pseudolo  e  Calidoro  i  quali  chiedono  spiegazioni  riguardo  la  vendita  affrettata  di  Fenicia  e  lo  pregano  di  dar  loro  ancora  un  po’  di  tempo,  cosicché  possano    procurarsi  il  denaro  necessario.  Ma  Ballione,  noncurante  degli  insulti  che  i  due  gli  rivolgono,  risponde  imperterrito  che  non  concederà  alcun  privilegio  ai  due,  ma  consegnerà  la  donna  a  chi  lo  pagherà.  Ballione  esce  di  scena  mentre  i  due,  escogitando  un  piano  per  sottrarre  le  venti  mine  a  Simone,  incontrano  proprio  quest’ultimo  che  arriva  con  Callifone,  un  suo  vicino.  Simone,  avendo  capito  le  intenzioni  di  Pseudolo,  gli  propone  un  patto:  se  il  piano  del  servo  riuscirà,  Simone  gli  verserà  subito  venti  mine  altrimenti  lo  farà  torturare.    

 • ATTO  II  

       Pseudolo,  davanti  alla  casa  di  Ballione,  incontra  Arpace,  lo  schiavo  inviato  dal  soldato  macedone  con  il  denaro  restante  e  la  contromarca  (un  segno  di  riconoscimento)  per  riscuotere  Fenicia.  Pseudolo  prova  ad  ingannarlo  fingendosi  un  servo  di  Ballione  ma  Arpace  non  si  lascia  fregare  e  si  tiene  il  denaro;  tuttavia  Pseudolo  riesce  ad  ottenere  la  contromarca  necessaria  perché  lo  scambio  avvenga  e  lo  invita  ad  andare  alla  locanda.  Nel  frattempo  lo  raggiunge  Calidoro  portando  come  richiesto  dal  servo,  il  suo  amico  Carino,  il  quale  consegna  le  cinque  mine  a  Pseudulo  e  mette  a  sua  disposizione  il  servo  Scimmia,  astuto  e  pronto  a  raggirare  Ballione.    

 • ATTO  III    

         Ballione  torna  dal  foro  con  un  cuoco  che  ha  pagato  a  caro  prezzo  e  racconta  di  aver  incontrato  Simone  il  quale  gli  ha  reso  note  le  intenzioni  del  servo  per  portargli  via  Fenicia.  Lui,  d’altro  canto,  non  si  mostra  affatto  preoccupato  e  attende  la  sua  prossima  mossa.  

 • ATTO  IV  

         Scimmia,  messo  al  corrente  del  piano,  si  reca  da  Ballione  fingendo  di  essere  il  servo  mandato  dal  soldato  macedone.  Ballione  però,  per  paura  che  si  tratti  dell’ennesimo  impostore,  gli  chiede  il  nome  del  padrone,  tuttavia  lo  schiavo,  pur  non  sapendolo,  grazie  alla  sua  astuzia,  gli  rigira  la  domanda  esortandolo  a  leggere  il  nome  sulla  busta.  Alla  fine  ottiene  Fenicia  e  scappa  insieme  a  Pseudolo.            Ballione  è  soddisfatto,  convinto  di  non  essere  caduto  nella  trappola.  Ma  subito  dopo  arriva  il  vero  Arpace  e  i  sospetti  su  Pseudolo  si  fanno  via  via  più  chiari,  finché  non  c’è  più  alcun  dubbio:  Ballione  è  stato  ingannato.  Simone,  ammirato  per  l'astuzia  del  suo  servo,  decide  di  pagare  Pseudolo.  

 • ATTO  V  

       Dopo  che  Pseudolo,  ubriaco,  racconta  le  sue  avventure  con  Fenicia,  Simone  lo  sgrida  per  la  sua  sfacciataggine  ma  poi  lo  paga  come  gli  aveva  promesso.  Pseudolo  lo  invita  a  bere  con  lui  e  promette  di  invitare  anche  il  pubblico  in  cambio  di  applausi  e  approvazione.  

Anna  Caocci  e  Giulia  Barbieri  

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