Pit-Spot Arriva il digitale.E il «Multivisore ... · Messaggi e scherma-te sul video gestiranno...

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Citroën gioca al Grande Fratello dell’automobile S otto il segno di Ci- t roën è nato il reali- ty-advertising, la pub- blicità nella forma di reality. Va nella direzione che oggi attraversa tutti i media, a co- minciare, ovviamente, dalla televisione: il coinvolgimen- to dello spettatore, che aspi- ra a oltrepassare il confine fra platea e palcoscenico. Il reality-advertising ruota na- turalmente attorno al ca- sting, e il «Gold Casting», online in queste settimane su Internet (al sito www.c3gold.it), mira a cer- care volti nuovi per la cam- pagna pubblicitaria Tv 2009 di «C3 Gold». La campagna non fa che rinnovare un’operazione già iniziata qualche mese fa: su tutte le reti generaliste ab- biamo visto Naomi Cam- bell, a Cannes, affiancarsi a volti sconosciuti, accomuna- ti dalla manifestata meravi- glia per la C3 Gold. Per tutti, lo stesso stupito tormento- ne di fronte alla nuova edi- zione dell'automobile: «Oh my Gold!». Ora la palla pas- sa al web, dove si sta svol- gendo il casting per la futu- ra campagna. Qui un video- messaggio dà il benvenuto alla Gold Community e spie- ga come partecipare: occor- re girare un video di 20 se- condi, con telecamera o tele- fonino, pronunciando la fati- dica frase in modo il più pos- sibile originale, accattivan- te, estroso. Come in ogni reality che si rispetti non manca un si- stema di «voting»: la miglio- re interpretazione, quella più votata dai navigatori, consente di diventare il nuo- vo Gold-Boy o la nuova Gold-Girl di Citroën. I video caricati, oltre a essere visibi- li in Rete, possono essere pubblicati e condivisi su Fa- cebook o Myspace. Ed ecco, già online, tanti modi diffe- renti di pronunciare la stes- sa frase: c’è chi è su una se- dia da dentista e chi all’ap- parecchio di una cabina tele- fonica in strada, ognuno , con la speranza di saltar sul palco per trenta secondi di celebrità. Le campagne ba- sate sui tormentoni sono le più efficaci proprio nel coin- volgere lo spettatore, ora pe- rò la parola è ai navigatori. Un’operazione analoga ha raccolto migliaia di video au- toprodotti che hanno rico- struito l’immagine di Italia 1: è stata un successo inatte- so. Pit-Spot di Aldo Grasso in collaborazione con Massimo Scaglioni [email protected] La nuova Tv/1 Al via lo standard «terrestre»: più programmi e migliore definizione. Ma lo schermo va cambiato 4 La nuova Tv/2 I progetti delle emittenti e i numeri. Venduti finora 10 milioni di apparecchi e raggiunto il 6% dell’audience. Il disimpegno di Telecom Italia Media Arriva il digitale. E il «Multivisore» DI UMBERTO TORELLI Il boom di Mediaset e Rai: da tre a 36 canali Le due aziende moltiplicano per 12 la potenza di trasmissione. Ma all’estero le frequenze vanno all’asta Persone, rete, consumi P arte il digitale terre- stre. A fine ottobre la Sardegna ha adottato per prima il nuovo standard televisivo, decretando, dopo oltre mezzo secolo di Tv ana- logica, l’inizio della nuova era digitale. Per lo spegni- mento (switch-off) del segna- le analogico nelle altre Regio- ni, vale il calendario del mi- nistero per lo Sviluppo eco- nomico (vedi tabella): da adesso fino al 2012, quando Calabria e Sicilia abbandone- ranno per ultime il vecchio sistema. Con il nuovo standard di trasmissione cambierà pro- fondamente anche il televi- sore: da media a una sola di- rezione per utenti passivi, di- venterà «multivisore», con gli spettatori che potranno interagire attraverso il teleco- mando e altri dispositivi elet- tronici. I nuovi schermi piat- ti a cristalli liquidi (Lcd) e al plasma verranno usati an- che come terminali multime- diali: grazie agli ingressi digi- tali, si può guardare film in alta definizione da Dvd, vide- ogiocare con la console, ascoltare musi- ca con lettori Mp3, collegare notebook e NetPc per navi- gare sul web. Il passaggio al digitale terre- stre è un cam- biamento che coinvolge milio- ni di utenti. Con pro e con- tro. Parliamo prima dei van- taggi. Le emittenti televisive che trasmetteranno con il si- stema Dtt (Digital terre- strian television) disporran- no di un numero superiore di programmi. Infatti per ogni banda (analogica) di fre- quenza, aumenta il numero dei canali digitali trasmessi: fino a sette-otto volte. Di con- seguenza, si potranno riceve- re più trasmissioni in chiaro e a pagamento. Non solo. Mi- gliora anche la qualità del se- gnale, quindi la risoluzione dello schermo Tv. Nel corso degli anni si arriverà a tra- smettere solo in alta defini- zione (Hd), per ora in fase di sperimentazione in poche zone d’Italia. Un assaggio della qualità video lo ha of- ferto la Rai, durante le Olim- piadi di Pechino e per alcu- ne partite di Champions Lea- gue. Gli svantaggi, invece, so- no i problemi da affrontare per impianto e apparecchio Tv. Per il primo non sono ne- cessarie modifiche: il ricevi- tore, sul tetto di casa, rimane lo stesso. Al più, bisognerà calibrare i segnali, un’opera- zione da tecnico antennista, consigliata soprattutto per gli impianti centralizzati dei condomini. Per il televisore, invece, cambia tutto. Due le possibilità. Se tene- te il vecchio apparecchio e, al momento dello switch-off, non avrete provveduto ad ac- quistare un decoder digitale, allora non riceverete nessun programma. È presumibile, secondo quan- to già fatto per la Sardegna, che vengano at- tivate sovven- zioni statali, con uno sconto di circa 50 eu- ro. Ricordate che bisogna ab- binare un singo- lo decoder a ogni televisore della casa. In fase di acqui- sto potete optare per appa- recchi con la sola ricezione dei programmi in chiaro (da 60-80 euro), oppure per quel- li predisposti per la Tv a pa- gamento (da 120 euro). In ogni caso, quando si passerà alle trasmissioni Hd, non è detto che quanto avete ac- quistato ora vi consenta la completa ricezione in alta definizione. Diverso il discorso se ac- quistate un nuovo apparec- chio. Abbandonate le Tv a raggi catodici, il mercato of- fre ora televisori Lcd e al pla- sma. I primi dominano, vi- sto che in Italia nel 2008 sa- ranno venduti oltre 3,6 milio- ni di Lcd contro 280 mila pla- sma. I secondi, però, garanti- scono maggiore fluidità del- le immagini, specie per gli amanti dell’home theatre. Quanto alle dimensioni, i modelli più richiesti vanno dai 32 ai 56 pollici, in forma- to 16:9. Le offerte da parte dei costruttori sono moltepli- ci, con prezzi da 600 a oltre 2.500 euro, per televisori con e senza decoder Dtt interno: vale la pena di orientarsi sui secondi, e meglio ancora se hanno integrato anche il let- tore (modulo Cam) per la pay per view. La coreana Samsung Electronics, guidata dall’am- ministratore delegato Yoon Woo Lee, offre diversi forma- ti Lcd: «Sono già predisposti per quello che viene indica- to come "bollino bianco" — dice Paolo Sandri, vicepresi- dente della divisione audio video di Samsung Italia —, dove basta inserire la card per i programmi a pagamen- to» (vedi scheda). La giappo- nese Panasonic propone in- vece Viera, televisore al pla- sma da 50 pollici con lettore Cam (3 mila euro). Gli appa- recchi digitali di Lg, Philips e Sharp sono già predisposti per il bollino bianco. Il prossimo anno arrive- ranno i modelli con «bollino blu», per consentire l’interat- tività in diretta: una Tv bi-di- rezionale in cui lo spettatore assumerà un ruolo attivo. «Attraverso il doppino telefo- nico l’utente interagirà con i tasti del telecomando — di- ce Marco Tosi, amministrato- re delegato di IconMedia- lab —. Messaggi e scherma- te sul video gestiranno il flus- so delle informazioni». Non resta che aspettare, ma i cambiamenti saranno ancora molti. A cinque anni dalla na- scita, la televisione di- gitale terrestre italia- na, o Dtt, sta finalmente de- collando, ma non senza pro- blemi, soprattutto sulla ge- stione delle frequenze. Nuovi operatori entreranno nel mer- cato della Tv digitale, ma al- tri ne escono. In Sardegna, prima regio- ne coinvolta, lo switch-off (il passaggio definitivo dall’ana- logico al digitale) è ormai completo. «L’isola, con i suoi 1,6 milioni di abitanti, è l’area digitale più vasta d'Eu- ropa», dice Andrea Ambro- getti, presidente di DgTvi, l’associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree e le emittenti lo- cali. Il governo guidato da Sil- vio Berlusconi (che è anche il principale azionista di Media- set) punta decisamente sulla Tv digitale e il sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha previsto che 37 milioni di italiani spegneran- no la tv analogica per passare al Dtt già entro il 2010. Finora sono stati venduti 10 milioni di apparecchi digi- tali (per due terzi decoder, per un terzo televisori integra- ti) e la nuova Tv raggiunge il 6% dell’audience. Secondo il piano governativo di digitaliz- zazione per aree geografiche, entro il 2009 ci sarà lo switch-off in Valle d’Aosta, Lazio, Campania, Trentino Alto Adige e Piemonte. Il go- verno prevede di stanziare circa 100 milioni all’anno fi- no alla fine del 2012, quando avverrà lo switch-off definiti- vo anche nelle ultime due re- gioni, Sicilia e Calabria. Pre- vedibilmente tutto procede- rà secondo il modello Sarde- gna, dove la tecnologia digita- le ha permesso un arricchi- mento dell’offerta: i canali so- no passati dai 26 (10 naziona- li e 16 locali) della vecchia Tv analogica a ben 59 (29 nazio- nali e 30 locali). Secondo le prime rilevazio- ni dello Studio Frasi, la nuo- va offerta di Tv digitale pre- mia Rai4, il canale diretto da Carlo Freccero, che supera il 3% di audience (e La7), men- tre i canali generalisti di Rai e Mediaset perdono quota. Ma non tutti i sardi hanno acqui- stato il decoder Dtt: anche la Tv satellitare Sky guadagna audience. Tuttavia sia la Rai sia la Me- diaset presieduta da Fedele Confalonieri guadagneranno potenza: gestiranno ognuna non più solo tre reti di tra- smissione ma il doppio, ovve- ro sei frequenze, o multiplex (mux). Considerando che su ogni multiplex si possono dif- fondere sei canali Tv, i duopo- listi potranno moltiplicare per 12 (da 3 a 36 canali) la lo- ro capacità trasmissiva. An- che Telecom Italia Media pas- sa da due reti a quattro mux, All Music del gruppo Espres- so da una rete a due mux, mentre le altre Tv guadagna- no un mux (cioè la possibilità di trasmettere 6 canali). TI Media, invece, si disim- pegna dall’affollato mercato digitale, cedendo la sua Pay-Tv ad AirPlus Tv, control- lata dalla famiglia svedese Wallenberg, che promette ca- nali di calcio, film e program- mi per bambini. Aumenteran- no quindi la competizione e l’offerta. Tutto bene allora? Non pro- prio. Il governo potrebbe es- sere costretto ad affrontare problemi intricati sul fronte della gestione dello spettro radio. In Sardegna, i broadca- ster hanno ottenuto comples- sivamente 38 frequenze: le re- clamano anche per trasmette- re la Tv ad alta definizione, che occupa molta banda e ri- chiederebbe la completa so- stituzione degli attuali deco- der. Sono rimaste solo due fre- quenze da assegnare a even- tuali altri operatori (e altre 17, però non concordate a li- vello europeo). Ma la Com- missione Ue ha già accusato l’Italia di gestione chiusa e pro-broadcaster dello spet- tro nazionale. Gli altri gover- ni europei puntano infatti a mettere all’asta buona parte delle frequenze liberate dalla Tv analogica, consapevoli che per i gestori mobili valgo- no miliardi. Nel frattempo TI Media sta trattando per cede- re una quota della sua prezio- sa rete digitale a un fondo di private equity; e corre voce (né smentita né confermata) che anche il gruppo Espresso stia valutando la cessione del- la rete digitale di All Music. ENRICO GRAZZINI Film ma anche musica, videogame, Internet. Come sarà la televisione di domani Samsung Yoon Woo Lee La Presse Piani Fedele Confalo- nieri, presiden- te di Mediaset 30 CORRIER ECONOMIA LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2008

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Citroën giocaal Grande Fratellodell’automobile

Sotto il segno di Ci-troën è nato il reali-ty-advertising, la pub-

blicità nella forma di reality.Va nella direzione che oggiattraversa tutti i media, a co-minciare, ovviamente, dallatelevisione: il coinvolgimen-to dello spettatore, che aspi-ra a oltrepassare il confinefra platea e palcoscenico. Ilreality-advertising ruota na-turalmente attorno al ca-sting, e il «Gold Casting»,online in queste settimanes u I n t e r n e t ( a l s i t owww.c3gold.it), mira a cer-care volti nuovi per la cam-pagna pubblicitaria Tv 2009di «C3 Gold».

La campagna non fa cherinnovare un’operazionegià iniziata qualche mese fa:su tutte le reti generaliste ab-biamo visto Naomi Cam-bell, a Cannes, affiancarsi avolti sconosciuti, accomuna-ti dalla manifestata meravi-glia per la C3 Gold. Per tutti,lo stesso stupito tormento-ne di fronte alla nuova edi-zione dell'automobile: «Ohmy Gold!». Ora la palla pas-sa al web, dove si sta svol-gendo il casting per la futu-ra campagna. Qui un video-messaggio dà il benvenutoalla Gold Community e spie-

ga come partecipare: occor-re girare un video di 20 se-condi, con telecamera o tele-fonino, pronunciando la fati-dica frase in modo il più pos-sibile originale, accattivan-te, estroso.

Come in ogni reality chesi rispetti non manca un si-stema di «voting»: la miglio-re interpretazione, quellapiù votata dai navigatori,consente di diventare il nuo-vo Gold-Boy o la nuovaGold-Girl di Citroën. I videocaricati, oltre a essere visibi-li in Rete, possono esserepubblicati e condivisi su Fa-cebook o Myspace. Ed ecco,già online, tanti modi diffe-renti di pronunciare la stes-sa frase: c’è chi è su una se-dia da dentista e chi all’ap-parecchio di una cabina tele-fonica in strada, ognuno ,con la speranza di saltar sulpalco per trenta secondi dicelebrità. Le campagne ba-sate sui tormentoni sono lepiù efficaci proprio nel coin-volgere lo spettatore, ora pe-rò la parola è ai navigatori.Un’operazione analoga haraccolto migliaia di video au-toprodotti che hanno rico-struito l’immagine di Italia1: è stata un successo inatte-so.

Pit-Spotdi Aldo Grasso

in collaborazionecon Massimo Scaglioni

[email protected]

La nuova Tv/1 Al via lo standard «terrestre»: più programmi e migliore definizione. Ma lo schermo va cambiato

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La nuova Tv/2 I progetti delle emittenti e i numeri. Venduti finora 10 milioni di apparecchi e raggiunto il 6% dell’audience. Il disimpegno di Telecom Italia Media

Arriva il digitale. E il «Multivisore»

DI UMBERTO TORELLI

Il boom di Mediaset e Rai: da tre a 36 canaliLe due aziendemoltiplicano per 12 la potenza di trasmissione. Ma all’estero le frequenze vanno all’asta

Persone, rete, consumi

Parte il digitale terre-stre. A fine ottobrel a S a r d e g n a h aadottato per primail nuovo standard

televisivo, decretando, dopooltre mezzo secolo di Tv ana-logica, l’inizio della nuovaera digitale. Per lo spegni-mento (switch-off) del segna-le analogico nelle altre Regio-ni, vale il calendario del mi-nistero per lo Sviluppo eco-nomico (vedi tabella): daadesso fino al 2012, quandoCalabria e Sicilia abbandone-ranno per ultime il vecchiosistema.

Con il nuovo standard ditrasmissione cambierà pro-fondamente anche il televi-sore: da media a una sola di-rezione per utenti passivi, di-venterà «multivisore», congli spettatori che potrannointeragire attraverso il teleco-mando e altri dispositivi elet-tronici. I nuovi schermi piat-ti a cristalli liquidi (Lcd) e alplasma verranno usati an-che come terminali multime-diali: grazie agli ingressi digi-tali, si può guardare film inalta definizione da Dvd, vide-ogiocare con la console,ascoltare musi-ca con lettoriMp3, collegaren o t e b o o k eNetPc per navi-gare sul web.

Il passaggioal digitale terre-stre è un cam-biamento checoinvolge milio-ni di utenti. Con pro e con-tro. Parliamo prima dei van-taggi. Le emittenti televisiveche trasmetteranno con il si-stema Dtt (Digital terre-strian television) disporran-no di un numero superioredi programmi. Infatti perogni banda (analogica) di fre-quenza, aumenta il numerodei canali digitali trasmessi:

fino a sette-otto volte. Di con-seguenza, si potranno riceve-re più trasmissioni in chiaroe a pagamento. Non solo. Mi-gliora anche la qualità del se-gnale, quindi la risoluzionedello schermo Tv. Nel corsodegli anni si arriverà a tra-smettere solo in alta defini-zione (Hd), per ora in fase disperimentazione in pochezone d’Italia. Un assaggiodella qualità video lo ha of-ferto la Rai, durante le Olim-piadi di Pechino e per alcu-ne partite di Champions Lea-gue.

Gli svantaggi, invece, so-no i problemi da affrontareper impianto e apparecchioTv. Per il primo non sono ne-cessarie modifiche: il ricevi-tore, sul tetto di casa, rimanelo stesso. Al più, bisogneràcalibrare i segnali, un’opera-zione da tecnico antennista,consigliata soprattutto pergli impianti centralizzati deicondomini. Per il televisore,invece, cambia tutto.

Due le possibilità. Se tene-te il vecchio apparecchio e,al momento dello switch-off,non avrete provveduto ad ac-quistare un decoder digitale,allora non riceverete nessunprogramma. È presumibile,

secondo quan-to già fatto perl a S a r d e g n a ,che vengano at-tivate sovven-zioni statal i ,con uno scontodi circa 50 eu-ro. Ricordateche bisogna ab-binare un singo-

lo decoder a ogni televisoredella casa. In fase di acqui-sto potete optare per appa-recchi con la sola ricezionedei programmi in chiaro (da60-80 euro), oppure per quel-li predisposti per la Tv a pa-gamento (da 120 euro). Inogni caso, quando si passeràalle trasmissioni Hd, non èdetto che quanto avete ac-

quistato ora vi consenta lacompleta ricezione in altadefinizione.

Diverso il discorso se ac-quistate un nuovo apparec-chio. Abbandonate le Tv araggi catodici, il mercato of-fre ora televisori Lcd e al pla-sma. I primi dominano, vi-sto che in Italia nel 2008 sa-ranno venduti oltre 3,6 milio-ni di Lcd contro 280 mila pla-sma. I secondi, però, garanti-scono maggiore fluidità del-le immagini, specie per gliamanti dell’home theatre.Quanto alle dimensioni, imodelli più richiesti vannodai 32 ai 56 pollici, in forma-to 16:9. Le offerte da partedei costruttori sono moltepli-ci, con prezzi da 600 a oltre

2.500 euro, per televisori cone senza decoder Dtt interno:vale la pena di orientarsi suisecondi, e meglio ancora sehanno integrato anche il let-tore (modulo Cam) per lapay per view.

L a c o r e a n a S a m s u n gElectronics, guidata dall’am-ministratore delegato YoonWoo Lee, offre diversi forma-ti Lcd: «Sono già predispostiper quello che viene indica-to come "bollino bianco" —dice Paolo Sandri, vicepresi-dente della divisione audiovideo di Samsung Italia —,dove basta inserire la cardper i programmi a pagamen-to» (vedi scheda). La giappo-nese Panasonic propone in-vece Viera, televisore al pla-

sma da 50 pollici con lettoreCam (3 mila euro). Gli appa-recchi digitali di Lg, Philips eSharp sono già predispostiper il bollino bianco.

Il prossimo anno arrive-ranno i modelli con «bollinoblu», per consentire l’interat-tività in diretta: una Tv bi-di-rezionale in cui lo spettatoreassumerà un ruolo attivo.«Attraverso il doppino telefo-nico l’utente interagirà con itasti del telecomando — di-ce Marco Tosi, amministrato-re delegato di IconMedia-lab —. Messaggi e scherma-te sul video gestiranno il flus-so delle informazioni».

Non resta che aspettare,ma i cambiamenti sarannoancora molti.

A cinque anni dalla na-scita, la televisione di-gitale terrestre italia-

na, o Dtt, sta finalmente de-collando, ma non senza pro-blemi, soprattutto sulla ge-stione delle frequenze. Nuovioperatori entreranno nel mer-cato della Tv digitale, ma al-tri ne escono.

In Sardegna, prima regio-ne coinvolta, lo switch-off (ilpassaggio definitivo dall’ana-logico al digitale) è ormaicompleto. «L’isola, con i suoi1,6 milioni di abitanti, èl’area digitale più vasta d'Eu-ropa», dice Andrea Ambro-getti, presidente di DgTvi,

l’associazione che riunisceRai, Mediaset, Telecom ItaliaMedia, Dfree e le emittenti lo-cali. Il governo guidato da Sil-vio Berlusconi (che è anche ilprincipale azionista di Media-set) punta decisamente sullaTv digitale e il sottosegretarioalle Comunicazioni, PaoloRomani, ha previsto che 37milioni di italiani spegneran-no la tv analogica per passareal Dtt già entro il 2010.

Finora sono stati venduti10 milioni di apparecchi digi-tali (per due terzi decoder,per un terzo televisori integra-ti) e la nuova Tv raggiunge il6% dell’audience. Secondo il

piano governativo di digitaliz-zazione per aree geografiche,e n t r o i l 2 0 0 9 c i s a r à l oswitch-off in Valle d’Aosta,Lazio, Campania, TrentinoAlto Adige e Piemonte. Il go-verno prevede di stanziarecirca 100 milioni all’anno fi-no alla fine del 2012, quandoavverrà lo switch-off definiti-vo anche nelle ultime due re-gioni, Sicilia e Calabria. Pre-vedibilmente tutto procede-rà secondo il modello Sarde-gna, dove la tecnologia digita-le ha permesso un arricchi-mento dell’offerta: i canali so-no passati dai 26 (10 naziona-li e 16 locali) della vecchia Tv

analogica a ben 59 (29 nazio-nali e 30 locali).

Secondo le prime rilevazio-ni dello Studio Frasi, la nuo-va offerta di Tv digitale pre-mia Rai4, il canale diretto daCarlo Freccero, che supera il3% di audience (e La7), men-tre i canali generalisti di Rai e

Mediaset perdono quota. Manon tutti i sardi hanno acqui-stato il decoder Dtt: anche laTv satellitare Sky guadagnaaudience.

Tuttavia sia la Rai sia la Me-diaset presieduta da FedeleConfalonieri guadagnerannopotenza: gestiranno ognunanon più solo tre reti di tra-smissione ma il doppio, ovve-ro sei frequenze, o multiplex(mux). Considerando che suogni multiplex si possono dif-fondere sei canali Tv, i duopo-listi potranno moltiplicareper 12 (da 3 a 36 canali) la lo-ro capacità trasmissiva. An-che Telecom Italia Media pas-

sa da due reti a quattro mux,All Music del gruppo Espres-so da una rete a due mux,mentre le altre Tv guadagna-no un mux (cioè la possibilitàdi trasmettere 6 canali).

TI Media, invece, si disim-pegna dall’affollato mercatodigitale, cedendo la suaPay-Tv ad AirPlus Tv, control-lata dalla famiglia svedeseWallenberg, che promette ca-nali di calcio, film e program-mi per bambini. Aumenteran-no quindi la competizione el’offerta.

Tutto bene allora? Non pro-prio. Il governo potrebbe es-sere costretto ad affrontareproblemi intricati sul frontedella gestione dello spettroradio. In Sardegna, i broadca-ster hanno ottenuto comples-sivamente 38 frequenze: le re-clamano anche per trasmette-re la Tv ad alta definizione,che occupa molta banda e ri-

chiederebbe la completa so-stituzione degli attuali deco-der.

Sono rimaste solo due fre-quenze da assegnare a even-tuali altri operatori (e altre17, però non concordate a li-vello europeo). Ma la Com-missione Ue ha già accusatol’Italia di gestione chiusa epro-broadcaster dello spet-tro nazionale. Gli altri gover-ni europei puntano infatti amettere all’asta buona partedelle frequenze liberate dallaTv analogica, consapevoliche per i gestori mobili valgo-no miliardi. Nel frattempo TIMedia sta trattando per cede-re una quota della sua prezio-sa rete digitale a un fondo diprivate equity; e corre voce(né smentita né confermata)che anche il gruppo Espressostia valutando la cessione del-la rete digitale di All Music.

ENRICO GRAZZINI

Filmma anchemusica, videogame, Internet. Come sarà la televisione di domani

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30 CORRIER E C O N O M I A LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2008