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Anno XXXI - N. 4 Maggio 2013 Piemonte Artigianato Zoom La crisi brucia i giovani imprenditori pag. 4 Focus Modificato il te- sto unico sull’ar- tigianato pag. 14 Eventi Firmato l’accor- do con Intesa Sanpaolo pag. 21 L’appello di Rete Imprese Italia al governo, al parlamento e alla politica: “senza crescita si muore. Le nostre imprese hanno fatto il possibile. Non perdete altro tempo” R.ETE. IMPRESE ITALIA

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Anno XXXI - N. 4 Maggio 2013

PiemonteArtigianato

ZoomLa crisi bruciai giovaniimprenditori

pag. 4

FocusModificato il te-sto unico sull’ar-tigianato

pag. 14

EventiFirmato l’accor-do con IntesaSanpaolo

pag. 21

L’appello di Rete Imprese Italia al governo, al parlamentoe alla politica: “senza crescita si muore. Le nostre impresehanno fatto il possibile. Non perdete altro tempo”

R.ETE.

I M P R E S E I T A L I A

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SOMMARIO maggio 2013

ANNO XXXI - N. 4 MAGGIO 2013Direttore Politico - Giorgio Felici

Direttore Responsabile - Silvano Berna

Comitato di redazioneMassimo Bondì (Federazione)

Mario Arosio (Alessandria)Nunzio Grasso (Asti) - Franco Volpe (Biella)

Daniela Bianco (Cuneo) - Renzo Fiammetti (Novara-Vco)Michela Frittola (Torino) - Luigi Crosta (Vercelli)

Segreteria di redazione - Massimo Bondì

Fotografie - Archivio Confartigianato

CollaboratoriMassimo Avena - Alessio Cochis - Lino Fioratti

Carlo Napoli - Cesare Valvo - Rosy Marrazza

EditoreConfartigianato Imprese Piemontewww.confartigianato.piemonte.itinfo@confartigianato.piemonte.it

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Grafica e realizzazione editorialeConfartigianato Imprese Piemonte

RegistrazioneTribunale di Torino n. 3286 del 19 aprile 1983

Questo numero è stato chiuso in tipografia il 7 giugno 2013

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EDITORIALEUna critica a Visco: ancheBankitalia deve mettersi ingiocopag. 3

ZOOMLa crisi brucia i giovaniimprenditoripag. 4

Meno prestiti per le im-prenditrici, condizioni di fi-nanziamento peggioripag. 7

Pagamenti Pa: decreto damodificare. Le imprese nonvivono con le promessepag. 8

Ancora in calo il flusso dicredito in Piemontepag. 10

Ocse: l’Italia deve puntarealla flexicuritypag. 13

FOCUSModificato il testo unico sul-l’artigianato. Risparmiatiquasi 2 milioni di europag. 14

EVENTIArtigiani e commerciantipiemontesi mobilitati. Re-gione presidiata per lanciareil loro allarmepag. 19

Conferenza organizzativa aPavone: quale visione delfuturo? Quali linee d’azione?pag. 20

Firmato l’accordo con Inte-sa Sanpaolo per favorire le

piccole imprese all’esteropag. 21

Cosa rimane agli anziani dopo 5anni di crisi? Un convegno perfavorire l’emersione del disagiopag. 24

CATEGORIEEnergie rinnovabili, 80.000installatori cancellatipag. 25

Bando europeo da 31,5 mi-lioni rivolto alle pmi verdipag. 25

Insediata la consulta regiona-le per l’edilizia. Necessario af-frontare i problemi in sinergiapag. 26

EBAPAvviato San.Arti.pag. 27

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Lo scorso 31 maggio siè ripetuto in Bancad’Italia il rito ultracente-nario della lettura daparte del Governatoredelle “Considerazioni fi-nali”: un testo, da sem-pre molto atteso, cherappresenta qualcosa di

più di un documento di sintesi sull’attività dellaBanca d’Italia.È un documento che fornisce giudizi autorevolisull’economia e dà indicazioni alla politica, purusando toni felpati ed un linguaggiocriptico. Quest’anno Ignazio Visco èstato invece esplicito; ha criticatobanche ed imprese e ha dato ungiudizio molto netto sulla situa-zione dell’area euro: “Stenta asuperare la recessione, la do-manda risente degli effetti im-mediati del consolidamento deidebiti pubblici e privati in moltiPaesi; la debolezza ciclica siestende alle economie non espo-ste direttamente alla crisi dei de-biti sovrani”. Questo significa che per riportarel’Europa sulla strada della crescita servo-no politiche monetarie non convenzionali, ed unrafforzamento della cooperazione tra gli stati eu-ropei, che possa portare ad un superamento del-le tensioni sul debito sovrano e ad una ricapita-lizzazione della parte più fragile del sistema ban-cario europeo. I due traguardi più importantisono la creazione di un’unione bancaria, la guidadella quale sia centrata sulla Bce, e la definizio-ne di una politica fiscale comune dei governi eu-ropei che sia adeguata al governo dei cicli con-giunturali, diversi tra loro, nelle singole economieeuropee.Altrettanto esplicita la critica verso banche edimprese.”Non siamo stati capaci di rispondereagli straordinari cambiamenti geopolitici, tecno-logici, e demografici degli ultimi venticinque

anni”, vale a dire che non è più possibile mante-nere il sistema economico e sociale del paese,ma anche le sue istituzioni politiche, nella retecristallizzata di relazioni che si è stratificata negliultimi, inconcludenti venticinque anni di storiaalle nostre spalle. Il cambiamento, appunto, di-venta necessario ma questo significa anche cheper avere un futuro migliore bisognerà rinuncia-re a molte rendite del passato e alle deformi ag-gregazioni sociali, economiche e politiche, chequelle rendite generavano, conducendo ad unafiacca capacità di fare e di produrre.

Se una critica si può fare al governatore è dinon aver messo in gioco l’indiscussa au-

torità di Bankitalia per risolvere il rap-porto ormai logoro fra banche ed

imprese. Serve un nuovo veicolofinanziario di diritto privato permettere in sicurezza le impresesane che rischiano di morire (emolte purtroppo sono giàmorte) a causa della politica direstrizione del credito. Perchénon impegnare il buon nome

della Banca d’Italia e parte dellesue ingenti risorse per coinvolgere

altri soggetti bancari e la Cassa de-positi e prestiti in un progetto di alto

profilo su cui far convergere la politica?Ecco uno snodo essenziale su cui ricercare lenecessarie convergenze. Peccato aver persoquesta occasione, altri grandi governatori delpassato come Domenico Menichella o Guido Car-li forse non si sarebbero astenuti.

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UNA CRITICA AL GOVERNATORE VISCOANCHE BANKITALIA DEVE METTERSI IN GIOCOdi Silvano Berna

Per riportare l’Europasulla strada della crescita

servono politiche monetarienon convenzionali,

ed un rafforzamentodella cooperazionetra gli stati europei

Ignazio ViscoSede della Bce

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LA CRISI BRUCIA I GIOVANI IMPRENDITORIDAL 2008 AL 2012 PERSI 331.000 POSTILa ricerca del nostro ufficio studi: dal Piemonte un dato in controtenden-za, ma a fine 2012 si sono contati 3717 giovani imprenditori in meno.

La crisi ha falcidiato in Italia l’imprenditoriagiovanile: dal 2008 al 2012, sono mancati al-l’appello 331.000 imprenditori under 40 Allafine dello scorso anno il bilancio è da brividi:l’Italia ha perso il 16% dei giovani capitanid’azienda rispetto a 5 anni prima (tab.1).Dal Piemonte un dato in controtendenza:nellostesso quinquennio il numero delle aziende è

cresciuto del 2,7%. Ma l’indicatore non traggain inganno. La spiegazione è da ricercarsi nel si-gnificativo incremento del numero di imprendi-tori registrato tra il 2008 (54.288) e il 2010(62.590) ma già nel 2011 cominciava una signi-ficativa discesa e solo nell’ultimo anno conside-rato sono andati persi 3.717 giovani imprendi-tori (tab. 2).

Se poi si tiene conto delle di-verse posizioni tra titolare,so-cio,amministratore e alle altrecariche all’interno di ogniazienda, nell’ultimo anno con-siderato, ovvero tra fine 2011e fine 2012, emerge una ca-duta del 6,8 per cento, supe-riore alla media italiana che èstata del 6,2 Nel Vco le per-dite maggiori (-9,3%), menopeggio nel novarese (5,2), Lealtre province piemontesi sicollocano tra questi due valori(tab. 2).Nel nostro Paese il calo deigiovani capitani d’azienda èpiù accentuato rispetto alladiminuzione media dell’8,9%verificatasi nell’Ue a 27. Infat-ti, nel confronto con gli altrimaggiori Paesi europei i lavo-ratori indipendenti italiani un-der 40 mostrano un calo piùintenso rispetto a quello rile-vato in Germania (-9,3%) edinferiore solo a quello osser-vato in Spagna, dove tra il2008 e il 2012 si sono ridottidi oltre un quarto (-27%).Mentre in Francia e nel RegnoUnito il numero dei giovaniimprenditori è addirittura au-mentato, rispettivamente del7,2% e del 3,2% (tab. 1).

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Andamento imprenditori e lavoratori autonomi 15-39 anni nell’UE a 27III trimestre del 2008, 2011 e 2012; valori in migliaia, variazioni assolute e percentuali

Imprenditori e

lavoratori autonomi

Valori assoluti Ultimo anno: IV trim. 2011- IV trim. 2012

Lungo periodo: IV trim. 2008- IV trim. 2012

Paesi

IV trim. 2008

IV trim. 2011

IV trim. 2012

Var. ass.

Var. %

Var. ass.

Var. %

Ue a 27 10.788,0 9.996,2 9.824,3 -171,9 -1,7 -963,7 -8,9 Area euro 6.921,9 6.154,3 6.025,5 -128,8 -2,1 -896,4 -13,0 Belgio 206,2 202,5 201,4 -1,1 -0,5 -4,8 -2,3

Bulgaria 118,6 93,3 107,4 14,1 15,1 -11,2 -9,4 Rep. Ceca 308,5 342,6 317,0 -25,6 -7,5 8,5 2,8 Danimarca 60,7 57,2 56,9 -0,3 -0,5 -3,8 -6,3 Germania 1.057,9 1.029,9 959,1 -70,8 -6,9 -98,8 -9,3 Estonia 19,8 15,0 17,4 2,4 16,0 -2,4 -12,1 Irlanda 111,5 77,2 70,1 -7,1 -9,2 -41,4 -37,1 Grecia 422,6 363,3 341,5 -21,8 -6,0 -81,1 -19,2 Spagna 1.192,3 868,9 870,0 1,1 0,1 -322,3 -27,0 Francia 785,7 824,9 842,2 17,3 2,1 56,5 7,2 Italia 2.067,5 1.791,5 1.736,4 -55,1 -3,1 -331,1 -16,0 Cipro 21,0 15,7 16,2 0,5 3,2 -4,8 -22,9 Lettonia 33,5 33,6 35,3 1,7 5,1 1,8 5,4 Lituania 58,4 33,5 41,8 8,3 24,8 -16,6 -28,4 Lussemburgo 7,2 4,9 7,2 2,3 46,9 0,0 0,0 Ungheria 159,6 137,7 132,5 -5,2 -3,8 -27,1 -17,0 Malta 8,9 8,6 8,7 0,1 1,2 -0,2 -2,2 Paesi Bassi 339,9 355,0 362,4 7,4 2,1 22,5 6,6 Austria 130,9 117,9 127,0 9,1 7,7 -3,9 -3,0 Polonia 1.106,1 1.148,4 1.046,1 -102,3 -8,9 -60,0 -5,4 Portogallo 273,4 186,0 188,1 2,1 1,1 -85,3 -31,2 Romania 623,9 595,3 618,6 23,3 3,9 -5,3 -0,8 Slovenia 29,9 35,3 37,5 2,2 6,2 7,6 25,4 Rep. Slovacca 159,6 173,8 156,4 -17,4 -10,0 -3,2 -2,0 Finlandia 87,5 84,1 83,9 -0,2 -0,2 -3,6 -4,1 Svezia 118,0 109,8 123,5 13,7 12,5 5,5 4,7 Regno Unito 1.278,8 1.290,5 1.319,7 29,2 2,3 40,9 3,2

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

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Secondo l’Osservatorio di Confartigianato, no-nostante tutto, l’Italia rimane sul gradino piùalto del podio europeo per numero di imprendi-tori e di lavoratori autonomi tra i 15 e i 39 anni:sono 1.736.400 e staccano nettamente il RegnoUnito che ne conta 1.319.700, la Polonia con1.046.100 e la Germania che si ferma a959.100.Nel nostro Paese, quindi, il 19,2% dei giovanioccupati under 40 lavora in proprio, una per-centuale quasi doppia rispetto al 10,3% dellamedia europea.Nel dettaglio la propensione a ‘fare impresa’ dei

giovani italiani è superiore all’11,5% della Spa-gna, al 9,7% del Regno Unito, al 7,5% dellaFrancia, e al 5,9% della Germania.Circa il 30% dei giovani imprenditori italianisono artigiani. I ‘capitani’ under 40 delle picco-le imprese sono infatti 576.177.E anche per loro la crisi si è fatta sentire inmodo consistente con una diminuzione, tra il2008 e il 2012, del 5,6%, pari a 34.425 impren-ditori in meno. In pratica, negli ultimi 5 anni, lacrisi ha fatto scomparire 4 giovani imprenditoriartigiani al giorno, un dato che deve far preoc-cupare tutti i settori.

Imprenditori artigiani under 40 per regione e ripartizione geografica 31 dicembre degli anni dal 2008 al 2012 - valori assoluti, variazione assoluta e percentuale 2008-2012

Regione 2008 2009 2010 2011 2012 Var. ass.

2008-2012 Var. %

2008-2012

Abruzzo 14.715 14.860 15.547 14.805 13.748 -967 -6,6

Basilicata 4.862 4.814 4.714 4.476 4.213 -649 -13,3

Calabria 14.374 14.380 17.107 16.402 15.469 1.095 7,6 Campania 29.446 30.053 33.157 31.604 29.641 195 0,7

Emilia Romagna 61.873 61.646 64.130 60.932 56.461 -5.412 -8,7 Friuli-Venezia Giulia 13.334 13.357 12.561 11.896 10.967 -2.367 -17,8

Lazio 39.959 40.471 40.888 38.816 37.204 -2.755 -6,9

Liguria 19.995 20.224 19.433 18.563 17.641 -2.354 -11,8 Lombardia 112.959 113.998 120.094 114.424 107.585 -5.374 -4,8

Marche 22.358 22.303 23.083 21.830 20.796 -1.562 -7,0 Molise 3.202 3.146 3.232 3.105 2.941 -261 -8,2

Piemonte 54.288 55.200 62.590 59.453 55.736 1.448 2,7

Puglia 30.757 30.929 33.176 31.776 30.205 -552 -1,8 Sardegna 17.432 17.475 18.004 16.667 15.201 -2.231 -12,8

Sicilia 32.105 32.442 36.318 34.568 32.997 892 2,8 Toscana 50.426 51.015 53.523 50.377 46.762 -3.664 -7,3

Trentino Alto Adige 12.587 12.583 12.265 11.624 11.019 -1.568 -12,5

Umbria 10.857 10.942 10.838 10.133 9.444 -1.413 -13,0 Valle d'Aosta 1.819 1.814 1.816 1.679 1.549 -270 -14,8

Veneto 63.254 63.587 64.923 60.985 56.598 -6.656 -10,5

Nord Ovest 189.061 191.236 203.933 194.119 175.889 -13.172 -7,0

Nord Est 151.048 151.173 153.879 145.437 141.667 -9.381 -6,2 Centro 123.600 124.731 128.332 121.156 114.206 -9.394 -7,6

Mezzogiorno 146.893 148.099 161.255 153.403 144.415 -2.478 -1,7 ITALIA 610.602 615.239 647.399 614.115 576.177 -34.425 -5,6

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Infocamere

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Confartigianato apprezza gli impegni contenutinelle dichiarazioni programmatiche del presiden-te del Consiglio Enrico Letta in materia di lavoroe in particolare di apprendistato. “Serve uno sforzo straordinario – sottolinea ilpresidente di Confartigianato Giorgio Merletti –per eliminare costi e vincoli che imprigionano ilmercato del lavoro. Soprattutto in tempi di crisi,è indispensabile abbattere il costo del lavoro, acominciare proprio dall’apprendistato e dai con-tratti a termine, ridurre e semplificare le leggi sullavoro, affidando alla contrattazione collettiva ilcompito di disciplinare il dettaglio dei rapporti dilavoro. Con la disoccupazione giovanile che staveleggiando al 40%, dobbiamo incrementare leoccasioni di lavoro, non ridurle”.Il Segretario Generale di Confartigianato CesareFumagalli insiste, in particolare, sulla “necessitàdi rilanciare l’apprendistato, penalizzato dai mag-giori costi introdotti dalla riforma Fornero. E l’ar-tigianato ha titolo per sollecitare la valorizzazione

di questo contratto,dal momento che è ilsettore con il mag-gior numero di ap-prendisti e in cui ilmaggior numero diassunzioni avvieneproprio con il con-tratto di apprendista-to. L’apprendistatoha consentito di for-mare generazioni dilavoratori ma è statoanche la ‘palestra’per migliaia di giova-ni che hanno creato a loro volta un’impresa. E ‘la‘cerniera’ ideale per ridurre la distanza tra giova-ni e mondo del lavoro. Non solo. E’ anche unostrumento per trasmettere le competenze tipichedelle attività che hanno fatto grande il made inItaly nel mondo”.

APPREZZATI GLI IMPEGNI DI LETTAVA RILANCIATO L’APPRENDISTATO

Giorgio Merletti

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MENO PRESTITI PER LE IMPRENDITRICI CONDIZIONI DI FINANZIAMENTO PEGGIORI

Diminuisce rispettoall’ultimo trimestredel 2012 la percen-tuale di imprese fem-minili che si sono ri-volte alle banche perchiedere un finanzia-mento (dal 12,6% al10,5%), percentualeperaltro inferiore ri-spetto al totale degliimprenditori (12%),e tra queste, aumen-tano le imprese chenon ottengono il

credito richiesto (passate dal 54% al 62%)e diminuiscono quelle che si sono visteaccogliere le domande di finanziamen-to (dal 23,8% al 17%); in entrambi icasi, si tratta di performance decisa-mente peggiori rispetto al totale del-le pmi; è estremamente elevata, inol-tre, la quota di imprese femminili –l’80% - che richiede finanziamenti peresigenze di liquidità e cassa; infine, piùdella metà delle imprenditrici segnala unpeggioramento rispetto a tasso, durata, costo diistruttoria e garanzie richieste per l’ottenimentodei finanziamenti.Insomma, si conferma una situazione generale diforte difficoltà di accesso al credito per le impresema, rispetto al sistema delle pmi nel suo comples-so, le imprenditrici fanno ancora minore ricorso alcredito bancario e, quando lo fanno, hanno piùspesso una risposta totalmente o parzialmente ne-gativa e scontano condizioni di finanziamento piùsfavorevoli.Questi i principali risultati dell’“indagine congiun-turale sulle micro e piccole imprese femminili” nel1° trimestre 2013 realizzata da Rete Imprese Ita-lia Imprenditoria Femminile, che coinvolge le si-gle delle organizzazioni di donne imprenditricidelle cinque confederazioni che la costituiscono(Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommer-cio, Confesercenti), in collaborazione con Arti-giancassa.“Abbiamo ritenuto fondamentale avviare questo

osservatorio – ha dichiarato Patrizia Di Dio, presi-dente di turno di Rete Imprese Italia imprenditoriafemminile - per dotarci di dati e strumenti d’inda-gine a supporto del delicato rapporto tra le nostreimprese e il mondo del credito in un momento eco-nomico estremamente difficile e di grande fragilità.E da questa prima indagine emerge quello che de-nunciamo da tempo, ovvero maggiori difficoltà diaccesso al credito e condizioni più gravose per leimprese femminili. Ciò tradisce un atteggiamentopregiudizievole da parte del mondo bancario neiconfronti delle imprenditrici, peraltro non basatoda reali maggiori problematiche delle imprese fem-minili che anzi si dimostrano più affidabili. In rife-

rimento alle dimensioni e all’ubicazione delleimprese è importante segnalare che chi

soffre ancor di più sono le imprese didimensione minore e le imprese alSud. Oltretutto le differenze nel se-condo trimestre rivelato si allarga-no purtroppo sempre più significa-tivamente”.In sostanza, le imprese di genere

femminile che nel corso del primo tri-mestre 2013 si sono recate in banca

per chiedere credito sono diminuite rispet-to alla precedente rilevazione e sono in percentua-le meno delle altre imprese e, tra quelle che fannodomanda, si registra una percentuale più elevata(e in crescita) di risposte negative. La destinazione dei finanziamenti richiesti dalle im-prenditrici è per l’80,1% a esigenze di liquidità ecassa, per il 16,5% a investimenti e per il 3,4% aristrutturazione di debiti già in essere.Rispetto all’offerta di credito, più della metà delleimprenditrici segnala un peggioramento rispetto altrimestre precedente delle altre condizioni applica-te ai finanziamenti (tasso, durata, costo di istrut-toria, garanzie). In generale, tuttavia, le percen-tuali delle imprese, femminili e non, che nel primotrimestre 2013 giudicano migliorate le condizioni alcredito (tassi, durata, garanzie, costi e altre condi-zioni) sono insignificanti mentre le percentuali re-lative ai casi di situazione invariata o peggioratamostrano una condizione certamente di maggioredifficoltà delle imprese femminili rispetto alle altreimprese italiane.

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Patrizia Di Dio

“Abbiamo ritenutofondamentale avviarequesto osservatorio

per dotarci di dati e strumentid’indagine a supportodel delicato rapportotra le nostre imprese

e il mondo del credito”

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PAGAMENTI PA: DECRETO DA MODIFICARELE IMPRESE NON VIVONO CON LE PROMESSE

Oltre al danno dei mancati paga-menti continua la beffa per le im-prese che credevano e sperava-no in una soluzione certa del pro-blema della soddisfazione deiloro crediti nei confronti dellapubblica amministrazione. Il te-sto del decreto licenziato dallaCamera dei deputati, infatti, ri-mane confermato nell’impiantooriginario, reso forse ancora piùarzigogolato, e mostra, ancorauna volta, più attenzione alle esi-genze della burocrazia contabilepiuttosto che a quelle delle mi-gliaia di imprese creditrici delterziario di mercato, dell’artigia-nato e dell’impresa diffusa chesono ormai sull’orlo del collasso.Rete Imprese Italia, sin dall’inizioha denunciato l’inadeguatezzadel provvedimento per le farragi-nose interrelazioni tra le diverseamministrazioni e l’assenza di unqualsiasi meccanismo operativoche consentisse alle imprese diottenere in via diretta il paga-mento di quanto dovuto e ha ri-petutamente sollecitato tutti gliinterlocutori - tecnici, politici eistituzionali - a snellire le proce-dure e rafforzare il meccanismodi compensazione a garanzia del-la reale e tempestiva soddisfa-

zione del credito. Purtroppo neltesto approvato non vi è tracciadi quel principio di compensazio-ne che Rete Imprese Italia hasempre ritenuto come una im-prescindibile clausola di salva-guardia per far ottenere alle im-prese quanto dovuto indipenden-temente dal pieno ed omogeneoadempimento da parte dellepubbliche amministrazioni aimeccanismi previsti dal decreto.Rete Imprese Italia auspica, per-tanto, una rapida inversione dimarcia nell’iter parlamentare diconversione del decreto perchéalle imprese, che non vivono diillusioni e di promesse, occorredare risposte certe e immediate.

La loro capacità di resistenza è,infatti, allo stremo: non hannopiù disponibilità finanziarie e lebanche stanno pressando per ilrientro dalle anticipazioni dellefatture scadute.“La pubblica amministrazioneche non paga è una vergogna na-zionale“. Lo ha dichiarato il mini-stro dello sviluppo economicoFlavio Zanonato. “Ci attendiamo- ha aggiunto il ministro - un si-gnificativo impatto espansivodall’immissione di liquidità assi-curata dalla definitiva entrata invigore delle misure sui debiti sca-duti della Pa”. Su questo fronte,ha concluso, “il mio impegno è alfianco delle imprese”.

Flavio Zanonato

IN RITARDO IL SALDO DEI DEBITI DELLA PAIl decreto legge sui pagamenti deidebiti scaduti della pubblica am-ministrazione, mostra fin da subi-to la debolezza. E’ già scaduto, in-fatti, il termine perché gli entipubblici debitori si registrasserosulla piattaforma telematica Con-sip per la certificazione dei crediti.Sul portale online delministero dell’econo-mia, ad oggi, la mag-gior parte delle ammi-nistrazioni non ha an-cora avviato la registra-zione. Il mancato ri-spetto di questo primotermine, non potrà che generareulteriori ritardi rispetto alle sca-denze previste dal decreto. Lestesse amministrazioni avrebberogià dovuto formalizzare la richie-sta delle risorse finanziarie neces-sarie ad avviare il pagamento deidebiti. Stanno purtroppo emer-

gendo i limiti del decreto che nonfornisce strumenti di tutela ai cre-ditori. Bisogna mettere al riparo leimprese dall’inerzia delle ammini-strazioni.Per questo Rete Imprese Italia ri-badisce la necessità di introdurreuna “clausola di salvaguardia” che

consenta alle imprese,in caso di inceppamentodel sistema definito neldecreto, di attivarsi di-rettamente compensan-do i crediti da riscuoterecon i debiti fiscali e pre-

videnziali.Confidiamo che il nuovo Governovoglia riconsiderare l’impianto delprovvedimento, semplificando leprocedure e prevedendo meccani-smi operativi che tengano nellamassima considerazione il dirittodei creditori.

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DALLA BEI 20 MILIONI ALLE IMPRESE PIEMONTESI50% DI OCCUPATI IN PIÙ COL BANDO PRECEDENTEDalla Banca europea arrivanoaltri 20 milioni di euro per leimprese: consentiranno di so-stenere i nuovi progetti nell’am-bito della misura “più Sviluppo”,per gli investi-menti produtti-vi.“Con questinuovi contributi– commenta ilpresidente dellaRegione, Rober-to Cota – pos-siamo sostenerele aziende chehanno deciso diinvestire. E’un’ottima noti-zia anche allaluce dei risultati del bando pre-cedente: è aumentato infattidel 50% il numero degli occu-pati nelle aziende che hannousufruito dei vecchi contributi”.I 20 milioni di euro sono da po-chi giorni nelle casse di Finpie-

monte, che gestisce operativa-mente la misura e che entrofine luglio provvederà ad ero-garli alle imprese che hannopartecipato alla nuova edizione.

La Regione avevadeciso qualchemese fa di riapri-re il bando pro-prio per il buonriscontro avutonella precedenteedizione, con lasottoscrizione di3 contratti conaltrettante im-prese piemontesiper rilevanti in-vestimenti sulterritorio con ri-

cadute occupazionali. Le inizia-tive del precedente bando sonoin corso di realizzazione.L’agevolazione per le aziendeconsiste in un finanziamento ro-tativo. La nuova edizione delbando si è chiusa a fine aprile e

sono state presentate 9 doman-de. I settori interessati alle nuo-ve richieste di finanziamentosono: accessori per autoveicoli,fabbricazione di turbine e turbo-alternatori, metalli leggeri,macchine per l’industria alimen-tare, produzioni di prodotti abase di carne, fabbricazione diarticoli in materie plastiche, ro-bot industriali per usi molteplici,articoli in gomma, apparecchia-ture fluidodinamiche. Le do-mande presentate sono in corsodi istruttoria.Oltre ai 20 milioni, che andran-no direttamente alle aziende icui progetti saranno approvati,ne sono a disposizione ulteriori2, che serviranno per forniregaranzie e abbassare il tasso diinteresse, rimborsandone i costie consentendo di fatto di por-tarlo fino a zero. Probabilmentei termini del bando verrannonuovamente aperti nelle prossi-me settimane.

HOYER: “15 MILIARDI ALLE PMI FINO AL 2015”L’AUMENTO DEL CAPITALE STIMOLERÀ LA CRESCITALa Banca europea per gli investimenti metterà a disposizione capaci-tà di finanziamento per le Pmi “fino a 15 miliardi di euro, fino al2015”. Lo ha detto il presidente della Bei, Werner Hoyer, nel corso diuna audizione davanti alla Commissione bilancio del Parlamento eu-ropeo.Inoltre l’aumento di 10 miliardi di euro del capitale versato della Ban-ca europea per gli investimenti (Bei) sarà “uno stimolo molto impor-tante per la crescita nei prossimi anni”, ha affermato il commissarioUe agli affari economici Olli Rehn, ricordando che grazie ad esso “ilvolume dei prestiti Bei aumenterà del 40% nei prossimi tre anni”.Rehn ha quindi invitato la stessa Bei a finanziare “progetti ad alto va-lore aggiunto anche nei paesi in difficoltà”. Werner Hoyer

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ANCORA IN CALO IL FLUSSO DI CREDITO IN PIEMONTERIMANE UNA DELLE CAUSE PRINCIPALI DI CHIUSURAMentre il sistema delle imprese,particolarmente di quelle piccole,resta in attesa dell’attuazione deldecreto che sblocca 40 miliardi deicrediti vantati nei confronti dellapubblica amministrazione, giun-gono i dati dei flussi relativi all’ul-timo anno. Da essi la confermache pur tra sensibili differenze ter-ritoriali l’erogazione del creditoalle imprese continua a calare e aconfermarsi tra le principali causedi chiusura delle aziende (2262 ilsaldo negativo in Piemonte tranuove iscrizioni e cessazioni nel2012).E’ quanto emerge dall’elaborazio-ne dell’Ufficio studi di Confartigia-nato sui dati della Banca d’Italia,aggiornati a fine 2012, reperibilinella base pubblica informativaonline. A dicembre dell’anno scorso si èrivelato uno stock di 863.307, 9milioni di euro di finanziamenticoncesso al totale imprese – so-cietà non finanziarie e famiglie

produttrici – al netto delle soffe-renze e delle operazioni prontocontro termine, i cosiddetti “im-pieghi vivi”, il 5,4%in meno ri-spetto al-l’anno pre-cedente. Leimprese conmeno di 20addetti rap-presentanoil 18,8%dello stocktotale pari a162.076,4milioni, incalo del5,2%.Il calo riguarda tutte le regioni an-che se con sensibili differenze tranord e sud, tra nord ovest e nordest. Il calo in Piemonte (-2,5%) èal di sotto della media nazionale (-5,4%) ma quando si considerino iflussi verso le diverse province,tra le aziende con meno di 20 ad-detti si notano differenze marcate,

si va dal meno 0,8% di Biella almeno 6,8% di Torino (peggior ri-sultato). A Cuneo, se si considerail totale dello stock, ovvero anche

quello concesso adaziende con più di 20addetti, il credito du-rante l’ultimo anno ri-sulta essere addiritturaaumentato del 2,9%.Un dato particolarmen-te significativo si ricavadai dati che misurano ilgap competitivo delleimprese italiane rispet-to a quelle tedescheper quanto riguarda lospread, ovvero il mag-

gior costo che le nostre impresedevono sopportare, causa la scar-sa affidabilità del sistema – Italiasui mercati finanziari. Ne risultache lo svantaggio è particolar-mente accentuato nelle grandiaree metropolitane del Paesecome Roma, Milano, Napoli e Tori-no.

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4 MILIONI ALLE PMI TORINESI GRAZIE AI CONFIDIGrazie al nuovo bando della Cameradi commercio di Torino dedicato aiconfidi, per sostenere l’accesso alcredito delle pmi di Torino e provin-cia, anche nel 2013, come nei cin-que anni precedenti, la Giunta ca-merale ha deliberato uno stanzia-mento pari a 4 milioni di euro. L’im-pegno complessivo, dal 2009 adoggi, ammonta a 20 milioni di euro.“La crisi perdura e per questo si rin-nova il nostro ingente impegno a fa-vore delle pmi locali” sottolineaAlessandro Barberis, presidente del-la Camera di commercio di Torino.L’accesso al credito - continua Bar-

beri - rappresenta uno dei problemipiù urgenti per chi fa impresa oggi:il fondo permette di fornire maggio-ri risorse al sistema dei confidi, ren-dendo così più agevole agli impren-ditori l’apertura di nuove linee dicredito”.I consorzi di garanzia fidi nasconocome società mutualistiche che, ga-rantendo il credito fino al 70% deifinanziamenti rilasciati, consentonoalle imprese in momentanea diffi-coltà di accedere comunque al cre-dito, grazie all’attenuazione del ri-schio che il rilascio della garanziacomporta.Alessandro Barberis

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BENE LA VERIFICA SUI CONTI DEL BILANCIO REGIONALEIL MINISTERO DELL’ECONOMIA NON CHIEDE NUOVE MISURE

Sono positivi i riscontri che l’as-sessore regionale al bilancio Gil-berto Pichetto Fratin, ha raccol-to a Roma in occasione degli in-contri programmati con i tecnicidel ministero dell’economia edelle finanze. Le verifiche sulla legge finanzia-ria e il bilancio di previsione2013, approvati dal Consiglioregionale del Piemonte, hannodato ampie garanzie di copertu-ra sia per quanto riguardal’esercizio che il debito pregres-so.“Da Roma, ad oggi, non ci vieneimposto alcun obbligo di misureintegrative, come ad esempio

l’esigenza di anticipare sin dasubito l’aumento dell’addiziona-le Irpef - precisa Pichetto - Que-sto è un segnale importanteperché riconosce gli sforzi e ilbuon lavoro svolto fino a questomomento nel dare le garanzieche ci venivano richieste. La ve-rifica positiva lascia quindi se-gnali di ottimismo, tali da poterpensare di evitare, a differenzadi quanto invece veniva paven-tato o dato quasi per certo dagliorgani di stampa in queste setti-mane, eventuali incrementi del-l’addizionale Irpef prima deitempi indicati dalla legge finan-ziaria approvata dall’aula».

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Gilberto Pichetto Fratin

OLTRE UN MILIARDO AL PIEMONTEPER GLI ENTI LOCALI E LE IMPRESE

La Conferenza dei pre-sidenti delle Regioni hadato parere positivo alpiano di riparto chesblocca i pagamentidella pubblica ammini-strazione ai sensi deldecreto legge 35 del2013.“Questo riparto - hadichiarato il presidente Roberto Cota - assegna alPiemonte 1 miliardo e 231 milioni che servirannoper pagare gli enti locali e le imprese. Queste ri-sorse si aggiungono ai 633 milioni assegnati inbase allo stesso decreto al nostro sistema sanita-rio”.“E’ la dimostrazione - ha puntualizzato - che stia-mo lavorando a testa a bassa e i risultati si vedo-no. Del Piemonte viene apprezzato il lavoro di ri-sanamento e di riforma che sta facendo questogoverno regionale”.

SOSPESA L’IMU SUI CAPANNONIFELICI: “UN’OCCASIONE PERSA”

Salta la sospensione dell’Imu per i capannoni, nego-zi botteghe, anche se il Governo si è impegnato sul-la sua deducibilità dall’Ires e dell’Irpef.“E’ un brutto colpo sulle imprese, che speravano inun immediato taglio di questa odiosa imposizione”dice il presidente di Confartigianato Imprese Pie-monte Giorgio Felici. “La deduzione dell’Imu riguar-derà solo il reddito di imprese soggetto a Irpef o Irese non la base imponibile Irap – continua Felici – inol-tre si dovrà applicare il principio di cassa e non dicompetenza (visto che le imposte diverse da quellesui redditi sono deducibili nell’esercizio in cui avvie-ne il pagamento).Su tutto grava l’incognita della durata del Governo,visto che la riforma complessiva dell’Imu è fissata al31 agosto. Insomma – conclude Felici – il solito pa-teracchio che non dice chiaramente quello che le im-prese vogliono sentirsi dire: che l’Imu per gli immo-bili produttivi è cancellata. Si è persa un’occasioneper dare un segnale di attenzione ai milioni di picco-li imprenditori che in Italia stanno annaspando inuna crisi che pare senza fine”.

Roberto Cota

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PIEMONTE OK PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICAMA LE IMPRESE MOSTRANO ANCORA DIFFICOLTÀE’ stato presentato il rapporto 2012dell’osservatorio Ict, messo a puntoda Regione Piemonte e Ires, in colla-borazione con Csi Piemonte, Csp eTorino Wireless, che oltre a fare ilpunto sull’incidenza delle Ict nel tes-suto regionale, prende spunto perquesta edizione dai principi alla basedella digital agenda europea peresplorare il ruolo delle Ict neiprocessi di trasformazionedel sistema piemontese. “IlPiemonte ha accelerato mol-to il percorso di innovazionee sviluppo delle nuove tecno-logie - spiega l’assessore re-gionale all’innovazione Ago-stino Ghiglia - purtroppo adessere indietro nel contestoeuropeo è l’Italia. Serve unsalto culturale, tutti dobbiamo pren-dere coscienza del fatto che investirein innovazione significa investire sulfuturo, significa lavoro per le impresee occupazione. E’ importante ancherendere il governo del territorio sem-pre più digitale, aperto e accessibile avantaggio di cittadini e imprese. Piùinsistiamo sui processi innovativi del-la pubblica amministrazione, più nemiglioriamo il grado di efficienza etrasparenza, contribuendo a creare

un rapporto virtuoso tra cittadini ePa”.Il rapporto inquadra il Piemonte nelpanorama delle regioni europee edell’Italia, dal punto di vista del pila-stro della Smart Growth di Europa2020 e, in particolare, dei quadri ana-litici che accompagnano le strategiedeclinate nella agenda digitale. In re-

lazione al consegui-mento di certi livel-li di utilizzo dellarete entro il 2015,gli indicatori targetprevisti nel docu-mento europeomostrano una si-tuazione regionale,al 2012, abbastan-za favorevole. A

conferma dell’exploit di diffusionedella rete presso i cittadini osservatonello scorso anno, in Piemonte gli in-dicatori di adozione (uso regolare del-la rete, uso di Internet da parte dipersone svantaggiate e livello diesclusione) si avvicinano infatti mag-giormente ai target rispetto alla me-dia europea.Una posizione intermedia del Pie-monte si conferma anche nel rankingrelativo alla prospettiva di Innovation

Union, che colloca la regione in88esima posizione fra le 159 regionioggetto di analisi. Questo per quantoriguarda il contesto europeo, mentrea livello nazionale il Piemonte è tra leprime regioni sia rispetto agli indica-tori strutturali dell’innovazione tec-nologica, sia rispetto agli indici del-l’agenda digitale, che ci collocano inottava posizione. La copertura dibanda larga è in linea con le racco-mandazione dell’agenda digitale eu-ropea, che prevede entro il 2013 unacopertura totale del territorio conservizi di banda larga di base, trami-te la combinazione di reti fisse e direti mobili.Tra i dati più significativi, il rapportorileva che nel 2011 il 55% dei citta-dini piemontesi con più di 6 anni usaInternet (52% in Italia), il 34% acce-de alla rete giornalmente (31% inItalia), il 50% almeno una volta allasettimana (per l’Italia il valore è48%). La consueta analisi sull’utilizzo delleIct da parte delle imprese mostracome, pur disponendo di una dota-zione relativamente robusta, le im-prese piemontesi continuino a mo-strare difficoltà nell’appropriarsi degliutilizzi più avanzati offerti dalla rete.

ENERGIA: BOLLETTE INSOSTENIBILI PER FAMIGLIE E PMIIl presidente di Con-fartigianato GiorgioMerletti, condividele preoccupazioniespresse dal presi-dente della’autoritàper l’energia elettri-ca e gas, Guido Bor-

toni, sul concreto rischio di aggravamentodel già pesante squilibrio parafiscale sullebollette energetiche esistente a danno del-le piccole imprese e famiglie. “Sul versante

degli oneri sull’energia – sottolinea Merletti- vige una forte sperequazione che con-sente ai grandi consumatori, che prelevanoquasi un quarto dell’energia utilizzata perfini produttivi, di contribuire agli oneri soloper il 4% del gettito totale stimato per l’an-no corrente in 13 miliardi di euro. Tutto ilresto è a carico di famiglie e piccole impre-se”.“Questo squilibrio ingiusto ed insostenibile– aggiunge Merletti - rischia di essere ac-centuato se non si correggerà la rotta trac-

ciata dal D.M. 5 aprile 2013, che apre la viaper un ulteriore sgravio di 600 milioni dieuro per le imprese energivore e che, nuo-vamente, dovrebbe ricadere sulle spalledelle micro e piccole imprese e delle fami-glie”.“Confartigianato – conclude Merletti – ave-va già espresso la propria contrarietà alprovvedimento all’ex ministro Passera e abreve chiederà l’apertura di un tavolo diconfronto al nuovo ministro dello sviluppoeconomico, Flavio Zanonato”.

Guido Bortoni

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OCSE: L’ITALIA DEVE PUNTARE ALLA FLEXICURITYPER SUPERARE LA DEBOLEZZA DEL MERCATO DEL LAVOROLa riforma del mercato del lavoro va-rata nel 2012, che include “misurevolte a riequilibrare la tutela del lavo-ro, cambiare il sistema di apprendi-stato, introdurre progressivamenteun sistema di indennità di occupazio-ne universale”, rappresenta secondol’Ocse “un primo tentativo” di “affron-tare in modo esaustivo le debolezzedel mercato del lavoro”.Ora, “ulteriori interventi in materiadovrebbero proseguire sulla scia del-le riforme intraprese per riorientare illoro sostegno verso la ‘flexicurity’, ov-vero verso un approccio più inclusivodella politica del mercato del lavoro”.In particolare, dice sempre l’organiz-zazione, “una maggiore flessibilitànelle assunzioni e nei licenziamenti”dovrebbe essere associata a “politi-che più efficaci in materia di ricerca dilavoro, di attivazione e formazione, edi attuazione del sistema di protezio-ne sociale universale previsto”.Gli effetti benefici di questi interven-ti, sottolinea però l’organizzazione,

“richiederanno tempo per materializ-zarsi, a causa del clima di scarsa fidu-cia, del ritmo lento della ripresa neglialtri Paese e della necessità di prose-guire sulla strada del consolidamentofiscale”.L’Italia deve “promuovere un mercatodel lavoro più inclusivo, accrescendol’occupabilità attraverso un sostegnoattivo alla ricerca di lavoro e alla for-mazione, accompagnato da una piùampia rete di protezione sociale, in-vece di tentare di preservare i posti dilavoro esistenti”. Lo scrive semprel’Ocse nella lista di raccomandazionicontenuta nel suo ultimo rapportosull’economia italiana.In Italia, “sebbene il sistema bancariosi sia rivelato complessivamente soli-do, diversi istituti di credito hanno in-contrato gravi difficoltà e il settore fi-nanziario resta esposto a rischi siste-mici”. L’Ocse consiglia quindi al nostroPaese di “incoraggiare le banche adaumentare gli accantonamenti perperdite e continuare a incitarle a sod-

disfare le loro esigenze di capitale tra-mite le emissioni di nuove azioni o lacessione di attività non strategiche”.Il settore finanziario italiano, spiegal’Ocse, “ha resistito meglio di moltialtri Paesi alla prima ondata della cri-si”, ma “nel periodo 2011-12, il siste-ma bancario è divenuto vulnerabile alcontagio proveniente dalle preoccu-pazioni internazionali circa il livellodel debito pubblico”.Attualmente, “secondo gli indici di bi-lancio, le banche italiane registrano inmedia un indebitamento inferiore ailoro omologhi europei. Tuttavia, con ilpersistere della recessione, il livellogià elevato di crediti in sofferenza è inaumento e rimane un’importante fon-te di preoccupazione”.L’Italia “ha avviato un ambizioso pro-gramma di riforme” che insieme allemisure intraprese dall’eurozona “han-no ridotto i rischi di rallentamentoeconomico, e potrebbero aiutarla auscire dalla recessione già nel corsodel 2013”.

L’INDICAZIONE D’ORIGINE VA GARANTITA IN EUROPA“I fabbricanti e gli importatori devo-no assicurare che tutti i prodotti diconsumo immessi o resi disponibilisul mercato dell’Unione rechino l’in-dicazione del Paese d’origine”. Lo haspiegato il Commissario Ue all’indu-stria Antonio Tajani rispondendo al-l’eurodeputata Mara Bizzotto.“Se la dimensioni e la natura delprodotto non lo consentissero - hacontinuato Tajani riferendosi alla di-sposizione sull’indicazione d’originecontenuta all’interno di una propo-sta di regolamento sulla sicurezzadei prodotti di consumo - tale indi-cazione va fornita sulla confezioneo in un documento che accompa-

gna il prodotto”.“La nuova proposta della Commis-sione Ue sul ‘made in’ - ha indicatoBizzotto che aveva presentatoun’interrogazione in materia allaCommissione Ue - accoglie positi-vamente, anche se in modo parzia-le, le richieste che più volte abbia-mo sostenuto in sede europea anome delle categorie economichedel nostro Paese”.“Con le nuove regole decise da Bru-xelles - ha spiegato Bizzotto - sia iprodotti importati dai Paesi terzi siaquelli fabbricati all’interno dell’Unio-ne Europea dovranno finalmente in-dicare il Paese d’origine del prodot-

to”.“Si tratta senzadubbio di uni m p o r t a n t epasso in avantiper la tutela delmade in Italy edelle nostreimprese – hasegnalato Biz-zotto – ormai sempre più espostealla concorrenza sleale di quei Pae-si, soprattutto asiatici ed extra Ue,che continuano ad introdurre neinostri territori merci low cost e dibassa qualità prive dell’indicazioned’origine.

Antonio Tajani

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MODIFICATO IL TESTO UNICO ARTIGIANATORISPARMIATI QUASI DUE MILIONI DI EURO

In veste di neo assessore all’arti-gianato sono molto soddisfattoper l’approvazione da parte dellacommissione attività produttivedel Consiglio regionale della leggerelativa al testo unico sull’artigia-nato. Una legge che introducequali principali novità la semplifi-cazione dell’iter burocratico perl’acquisizione delle qualifica d’im-presa artigiana e la riduzione deicosti di gestione, allineandosi airecenti orientamenti normativi edamministrativi in tema di sempli-ficazione e di contenimento dellaspesa. Il ddl presentato dalla Giunta, poidiscusso e licenziato in commis-sione, ha perseguito tali obiettiviin particolare attraverso la sop-pressione dell’albo delle impreseartigiane, che viene sostituito atutti gli effetti dal registro delleimprese, e mediante l’eliminazio-ne delle commissioni provincialiper l’artigianato.Allo snellimento delle procedured’iscrizione, modifica e cancella-zione delle imprese artigiane siaccompagna così una sostanzialeriduzione dei costi di gestione,che si stima della metà rispetto al2011, anno in cui per la tenutaalbi e il funzionamento delle com-

missioni provinciali sono stati im-pegnati 1,8 milioni di euro. La legge delega le funzioni ammi-nistrative relative all’annotazione,modificazione e cancellazione del-le imprese artigiane nella sezionespeciale del registro imprese alleCamere di commercio, alle quali èanche affidato il compito di tra-smettere l’annotazione della qua-lifica artigiana ed ogni modifica-zione intervenuta sulla posizioneartigiana alla sede provincialedell’Inps per l’applicazione dellalegislazione in materia di assicu-razione, previdenza e assistenza.Spettano sempre alle Camere dicommercio le attività relative allatutela delle imprese artigiane dal-

le forme di lavoro abusivo, chepossono essere esercitate ancheattraverso i Comuni.La commissione regionale perl’artigianato, organo di tutela delsettore artigiano, mantiene l’atti-vità di decisione in relazione ai ri-corsi amministrativi sui provvedi-menti delle Camere di commercioe svolge una funzione d’informa-zione e coordinamento delle Ca-mere stesse. Ne è stata rivista lacomposizione, che prevede figureprofessionali di elevata compe-tenza tecnica in merito alle mate-rie su cui è chiamata a pronun-ciarsi.

*Assessore regionale artigianato

di Agostino Ghiglia*

Aula del Consiglio regionale

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È STATA SCELTA LA VIA SBAGLIATAIMPEDITO UN REALE CONFRONTO

Ancora una volta, di fronte allanecessità di tagliare i costi, laGiunta regionale e la maggioran-za hanno scelto la strada sbaglia-ta. Nel caso in questione, la mo-difica del testo unico sull’artigia-nato attraverso l’abolizione dellecommissioni provinciali per l’arti-gianato, c’erano due vie: una,quella classica, con le audizioni incommissione dei soggetti interes-sati, a partire dalle associazioni dicategoria, un confronto reale conloro, e dopo la discussione incommissione quella in aula, da-vanti agli occhi di tutti. La seconda, quella scelta dal cen-trodestra, la seduta della com-missione in sede legislativa, conun meccanismo che permette unacelere approvazione del provvedi-mento, ma che impedisce unareale discussione e una condivi-sione con la comunità piemontesenelle sue varie articolazioni.Non si tratta solo di due strade di-verse sul piano tecnico. Sono duestrade che si differenziano sulpiano politico. Una, la prima -quella che noi consideriamo giu-sta - vede come elemento impre-scindibile nel governo della regio-ne e nelle scelte legislative un

confronto reale e approfonditocon la società piemontese, cheporti a condividere le scelte effet-tuate in Consiglio regionale.L’altra, invece, considera l’azionelegislativa sul piano tecnico, dafare nel chiuso dell’aula - in que-sto caso della commissione - sen-za neanche ascoltare i cittadini ele loro associazioni su cui ricado-no, con i loro effetti, le modifichelegislative.E’ un meccanismo distorto chespesso porta a scelte sbagliate.Purtroppo è il meccanismo conti-nuamente applicato dal centrode-stra di Cota.In una situazione di crisi così pe-sante che attraversa l’intera re-gione e sta penalizzando forte-mente settori come quello artigia-no, la sola risposta della Giuntaregionale è quella di tagliare delle

commissioni che storicamenterappresentano un’articolazioneimportante sul territorio, un pun-to di riferimento per il mondo del-l’artigianato. Non si può procedere alle riformea colpi di maggioranza, senzaconcordare coi diretti interessatiun cammino che porti da una par-te agli snellimenti della macchinaed ai risparmi, dall’altra ad aprireprospettive di ripresa per l’arti-gianato piemontese.Ancora una volta si è persa un’oc-casione, a scapito degli artigiani.Una categoria che si aggiunge allaaltre che nella giunta Cota hannotrovato disattenzione per le lororichieste ed incapacità di gover-nare i problemi che si presentano.

* Consigliere regionale Pd

di Aldo Reschigna*

Sede della Regione Piemonte

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SEMPLIFICATO L’ITER BUROCRATICOTUTELATA LA PROFESSIONALITÀ

La modifica al testo unico in ma-teria di artigianato approvata dalConsiglio Regionale ha come prin-cipali obiettivi la semplificazionedell’iter burocratico per l’acquisi-zione della qualifica d’impresa ar-tigiana e la tutela della professio-nalità degli imprenditori artigianinonché la riduzione della spesa acarico delle imprese per l’adempi-mento degli oneri. Come in tutti iprocessi di semplificazione l’elimi-nazione di passaggi burocraticicostringe alla contrazione degliorganismi intermedi, a fronte diun’indispensabile e necessaria ri-duzione della spesa regionale im-posta dal livello nazionale. Tuttavia, il coinvolgimento opera-tivo delle Camere di commercioper le incombenze amministrati-ve, a mio parere, rappresentaun’opportunità per iniziare a co-struire un sistema integrato, d’in-contro, tra le realtà produttive equelle commerciali. L’eccellenzaartigiana del Piemonte, deve tro-vare attraverso il settore com-merciale un canale di veicolazionee diffusione della conoscenza delprodotto sul mercato. Sulla base delle nuove competen-ze introdotte dalla legge è statarivista la composizione della stes-

sa prevedendo un adeguamentodei ruoli dei componenti. Le figu-re professionali di elevata compe-tenza tecnica in merito alle mate-rie su cui sono chiamate a pro-nunciarsi caratterizzano la nuovaCommissione in grado di produrreun brainstorming per una veramodernizzazione del settore. La Regione Piemonte ritiene fon-damentale per l’economia regio-nale il comparto dell’Artigianato,e personalmente ho sempre rite-nuto che la ricchezza principaledella nostra Regione è rappresen-tata dalla capacità e peculiaritàdelle nostre aziende artigiane diessere sempre un passo avantiper l’eccellenza, la qualità e la

creatività. Ora il ruolo d’indirizzodell’Ente, ribadito dalle modifichelegislative, certamente importan-te per assicurare omogeneità diindirizzo sul territorio regionale,dovrà concertare una program-mazione di nuovi strumenti di po-litica economica regionale, di uti-lizzo degli strumenti di politicaeuropea e nazionale per offrire in-centivi ed aiuti che consentano dimettere in campo tutte strategieutili all’aumento della domanda,dell’occupazione e diffusione delprodotto artigianale del Piemonte.

*Consigliere regionaleFratelli d’Italia

di William Casoni*

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Tornano a manifestare in piazza,a Torino, le imprese piemontesidell’artigianato e del commercio echiedono alle istituzioni di ascol-tare il loro grido di dolore perché“senza crescita si muore”. La mo-bilitazione è stata promossa daRete Imprese Piemonte, che uni-sce le cinque associazioni delcommercio e dell’artigianato inrappresentanza di 315.000 azien-de e un milione di lavoratori. “Lenostre imprese hanno fatto tuttoil possibile, adesso tocca a voi” loslogan della manifestazione.E’ piazza Castello il luogo del pre-

sidio di mobilitazio-ne per denunciarelo stato di gravissi-ma difficoltà in cuiversa il sistemadelle imprese, so-prattutto di piccolee piccolissime di-mensioni, a cinqueanni dall’inizio diuna crisi economi-ca che è ormaievoluta anche inuna pesante crisisociale.Nel corso dellamattinata una de-legazione, guidatada Maria LuisaCoppa (Confcom-mercio e presiden-te pro tempore diRete Imprese Italia– Piemonte), Gior-gio Felici (Confarti-gianato), AntonioCarta (Confeser-centi), FrancescoCudia (Cna) ed Ul-derico Carboni (Ca-sartigiani), è stata

ricevuta dal presidente della Re-gione Piemonte Roberto Cota,dall’assessore regionale artigia-nato Agostino Ghiglia, cui è se-guita una conferenza stampa esuccessivamente ri-cevuta dal Prefettodi Torino Alberto DiPace.Al centro del con-fronto sono state leproposte e le misu-re d’intervento ela-borate a livello na-zionale e regionaleda Rete Imprese

Italia per tornare a crescere, in-cluso il manifesto nazionale“Adesso tocca a voi”, vibrante ap-pello a Governo, Parlamento e al-l’intera classe politica chiamataad agire immediatamente con mi-sure concrete a sostegno dellacrescita e dell’economia reale eche è poi stato ufficialmente pre-sentato a Roma il giorno succes-sivo in occasione dell’assembleadi Rete Imprese Italia.Numerose ed importanti le critici-tà che, qualora non risolte con ur-genza, rischiano di mettere a ri-schio la tenuta complessiva del si-stema delle imprese italiane epiemontesi, in relazione alle qualiRete Imprese Italia ha avanzatoalcune priorità, fondamentali perassicurare la ripresa, ovviamenteda coniugare con un doveroso ri-gore dei conti pubblici: riduzionedella pressione fiscale a carico difamiglie ed imprese (blocco del-l’innalzamento aliquote Iva, ridu-zione Irap, revisione meccanismoimpositivo dell’Imu sugli immobilistrumentali all’attività, revisionee ridefinizione Tares); prosecuzio-ne dell’azione di semplificazioneburocratica ed amministrativa(revisione Sistri); credito alle im-prese (a partire dallo sblocco deipagamenti Pa); sviluppare le im-prese sostenendo il mercato del

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PRESIDIO IN REGIONE: ARTIGIANI E COMMERCIANTI MOBILITATI PER GRIDARE IL LORO ALLARME

ADESSO TOCCAA VOI!

SOTTOSCRIVI L’APPELLO DI RETE IMPRESE ITALIA AL GOVERNO, AL PARLAMENTO E ALLA POLITICA:

SENZA CRESCITA SI MUORELA CRISI STA CANCELLANDO LA PARTE PIÙ VITALE DEL NOSTRO SISTEMA PRODUTTIVO. NEL 2013, 26,6 MILIARDI IN MENO DI PIL, 22,8 MILIARDI IN MENO DI CONSUMI, 249 MILA CHIUSURE DELLE ATTIVITÁ COMMERCIALI E DELL’ARTIGIANATO. SULLE SPALLE DEGLI IMPRENDITORI NON C’È SOLO LA RECESSIONE, C’È IL FARDELLO SEMPRE PIÙ PESANTE DI TASSE RECORD, CREDITO LATITANTE, BUROCRAZIA OPPRIMENTE E UNA POLITICA INCONCLUDENTE. ECCO PERCHÉ LA RIPRESA DIVENTA UN MIRAGGIO. ECCO PERCHÉ GLI IMPRENDITORI HANNO PERSO LA PAZIENZA E STANNO PERDEN-DO LA SPERANZA. MA IL DESTINO NON È SEGNATO. LE IMPRESE DELL’ARTIGIANATO, DEL TERZIARIO DI MERCATO E L’IMPRESA DIFFUSA, CHE NEL NOSTRO PAESE PRODUCONO IL 58% DEL PIL E DANNO LAVORO AL 62% DEGLI OCCUPATI, NON CI STANNO! REAGIRE ALLA CRISI SI DEVE E SI PUÒ.

LE NOSTRE IMPRESE HANNO FATTO TUTTO IL POSSIBILE:

ADESSO TOCCA A VOI!

Confederazione Nazionaledell’Artigianato e della Piccolae Media Impresa

DEIMPRESELESPERANZDO LAA

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di Massimo Bondì

Il presidio di Rete Imprese Italia Piemonte

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Il castello di Pavone ha ospitato laconferenza organizzativa di Con-fartigianato Imprese Piemonteche ha avuto lo scopo di armoniz-zare il modello di rappresentanzarispetto ai profondi mutamenti av-venuti nell’economia, nella socie-tà, nella politica, nelle imprese, aseguito della più grave e prolun-gata crisi dal dopoguerra ad oggi.Al riguardo sono state discusse lavision e la mission del sistemaConfartigianato Piemonte per va-lutare correttamente strumenti edobiettivi, anche in relazione aicontestuali sviluppi dei lavori dellaconferenza di programma di Con-fartigianato nazionale. La vision èciò s’intende diventare, cioè la pri-

ma ed insostituibile occasione diogni piccolo imprenditore per losviluppo della sua impresa. Lamission significa valutare corret-tamente ciò che effettivamenteviene fatto e, alla luce dei cambia-menti intervenuti, quanto sia an-cora utile.Sono stati in-dividuati cin-que gruppi dilavoro su al-trettanti temidi discussio-ne: sindaca-le/contrattua-le, integrazio-ne dei servizidi sistema, or-

ganizzazione interna/esterna,mutualità e comunicazione.Ognuno di questi ha provvedutoall’elaborazione di una relazioneche è stata oggetto di discussio-ne durante la conferenza. Il do-cumento di sintesi emerso al ter-mine dei lavori costituirà la basedelle linee d’azione nei prossimianni.“Questa conferenza – ha dichia-rato il presidente regionale diConfartigianato Giorgio Felici – èstata un fondamentale momentodi analisi ed elaborazione cheproietta la Confartigianato nelprossimo futuro, pronta a coglie-re le possibilità di ripresa e di svi-luppo”.

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lavoro (riduzione costi diretti edindiretti, rifinanziamento ammor-tizzatori sociali in deroga per tut-to il 2013, introduzione incentiviper l’assunzione di giovani, incen-tivi per l’imprenditorialità giovani-le, creazione di nuove opportuni-tà lavorative consentendo alle im-prese di utilizzare tutte le formecontrattuali).Sono infine state avanzate alcuneproposte in relazione agli ambiti

di competenza regionale: so-stegno alle politiche del cre-dito e dei confidi, avvio di po-litiche e servizi tarati sulleesigenze delle mpmi, rilanciodelle politiche attive del lavo-ro e della formazione profes-sionale, sblocco in tempi rapi-di del pagamento dei creditidella Pa, sostegno all’interna-zionalizzazione, anche in rife-rimento al settore turistico,con particolare attenzionealla definizione della prossi-

ma programmazione comunitaria(2014/2020) e della programma-zione con i fondi nazionali (Fas).Cota ha sostenuto che “è una mo-bilitazione giusta, in quanto sonosettori chiave per la nostra eco-nomia”, ed ha ricordato alcuniobiettivi salienti della finanziaria edel bilancio di previsione 2013:“Che hanno consentito di salvarela Regione e permetteranno di ri-

lanciarla per il futuro, in quantoabbiamo avuto la capacità e lavolontà di affrontare la situazio-ne”.Scendendo nel dettaglio Cota si èsoffermato sul fatto che “il pro-blema è il pagamento dei fornito-ri: la Regione paga nel giro di po-chi giorni, le aziende sanitarie pa-gano in media dopo 278 giorniperché si era instaurato un mec-canismo secondo il quale aglistanziamenti non seguivano leerogazioni concrete. Ora abbiamoprevisto che la competenza e lacassa siano allineate, in modo daarrivare entro l’estate del 2014 apagare i fornitori entro 60 giorni”.Infine, il presidente ha ribaditoche “la Regione è in prima lineanel sostegno all’accesso al creditocon gli strumenti di Finpiemonte”e che nella recente manovra nonè stata toccata la pressione fisca-le sulle imprese.

CONFERENZA ORGANIZZATIVA REGIONALE A PAVONEQUALE VISIONE DEL FUTURO? QUALI LINEE D’AZIONE?

Giorgio Felici

di Alessio Cochis

Un momento della conferenza stampa

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Confartigianato Imprese Piemonte,Confartigianato Fidi Piemonte e In-tesa Sanpaolo hanno siglato un ac-cordo per facilitare lo sbocco suimercati esteri delle aziende associa-te. Le imprese della regione potran-no ricevere un primo supporto diret-tamente dai due desk di consulenzanati con l’accordo presso la sede diConfartigianato Imprese e di Confar-tigianato Fidi Piemonte. Inoltre,banca e associazioni datoriali pro-muoveranno, provincia per provin-cia, incontri mirati per presentareagli imprenditori le opportunità piùinteressanti e aderenti alle diverserealtà locali.L’economia piemontese appare sem-pre più dipendente dall’estero. Lapropensione all’export era pari al30% nel 2005, è giunta al 34% nel2011, salirà al 36% nel 2013 e si at-tendono ulteriori successivi aumenti.I mercati di sbocco sono però sem-pre più lontani: nel 2015 il peso deipaesi emergenti sui mercati mondia-li supererà il 50%, mentre le espor-tazioni delle imprese piemontesisono molto concentrate verso i pae-si sviluppati. Germania e Francia as-sorbono ancora il 28% dell’exportdella regione. Nonostante i notevoliprogressi degli ultimi anni, infatti,

poco più di un terzo dell’export pie-montese è diretto verso i nuovi mer-cati ad alto potenziale. L’accordo si pone l’obiettivo di sup-portare le aziende nella strategia dicrescita all’estero grazie al ruolo diconnector che Intesa Sanpaolo puòsvolgere tra i flussi commerciali e diinvestimento cross-border. La bancamette in campo una presenza con-solidata in oltre 40 paesi, una coper-tura strategica nel Centro-Est Euro-pa, in Medio Oriente e nel Nord Afri-ca e società specializzate sui merca-ti, quali Stati Uniti, Brasile, Paesi UE,Russia, India e Cina. Le aziende as-sociate potranno accedere ad unprogramma completo di servizi, dal-la partecipazione a fiere ed eventifino alla promozione di vere e pro-prie missioni imprenditoriali. L’ac-cordo apre la via anche ai servizi amaggiore valore aggiunto, dalle so-luzioni personalizzate di cash mana-gement, trade finance, investmentbanking, al supporto nella costitu-zione di partnership e joint-venturetra società italiane ed estere. IntesaSanpaolo si occupa infine del moni-toraggio costante dei mercati e dielaborare proposte sulla base dellenuove opportunità o dei rischi chedovessero manifestarsi. Le imprese

possono accedere direttamente alleinformazioni disponibili attraverso ilportale Trade Esplora che IntesaSanpaolo ha realizzato in collabora-zione con la società francese ExportEntreprise S.A.. Un’offerta specificaè destinata alla salvaguardia dallepiccole e grandi turbolenze dei mer-cati commerciali e finanziari. Unadelle soluzioni più innovative è Ex-port Facile, che copre fino al 100% ilrischio d’insolvenza dei debitoriesteri a fronte dei crediti ceduti pro-soluto e che rappresenta una fontedi liquidità aggiuntiva e alternativaalle tradizionali linee di credito. At-traverso il portale GreenTrade le im-prese possono seguire in autonomial’andamento dei cambi e attivare di-rettamente strumenti di coperturadel rischio.“In questo accordo – ha sottolineatoGiorgio Felici, Presidente di Confarti-gianato Imprese Piemonte – abbia-mo voluto inserire soluzioni concreteper i nostri associati. Riteniamo in-fatti che l’espansione della propriaattività all’estero sia una strada ob-bligata per molti di noi e che un par-tner come Intesa Sanpaolo possa fa-cilitare questo percorso. Pensiamo eauspichiamo che la condivisione conla banca, fin dalle prime fasi, di unprogetto di crescita all’estero contri-buisca anche a facilitare e velocizza-re l’iter di accesso al credito. Mentreil sistema delle imprese, particolar-mente di quelle piccole, resta in at-tesa dell’attuazione del decreto chesblocca 40 miliardi dei crediti vanta-ti nei confronti della pubblica ammi-nistrazione - ha aggiunto - giungonoi dati dei flussi relativi all’ultimoanno. Da essi la conferma che, purtra sensibili differenze territoriali,l’erogazione del credito alle impresecontinua a calare e a confermarsi trale principali cause di chiusura delleaziende (2262 il saldo negativo in

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FIRMATO L’ACCORDO CON INTESA SANPAOLOPER FAVORIRE LE PICCOLE IMPRESE ALL’ESTEROdi Lino Fioratti

Da sx: Felici e Nucci

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La città di Torino si arricchiscedella nuova manifestazione “Ec-cellenza artigiana del Piemonte inpiazza”, un mercato tematico de-dicato all’eccellenza artigiana or-ganizzato e coordinato da Confar-tigianato Imprese Torino e pro-mosso dal Comune.Ogni terzadomenica delmese dalleore 8.30 alleore 20.00 inpiazza Palaz-zo di Città cisarà unagrande vetri-na di prodottidi eccellenzaartigianali chespaziano dallelavorazioni, aisapori enoga-stronomici delnostro territo-rio.Una trentinadi aziende ar-tigiane in possesso del requisitodi “Eccellenza artigiana” rilasciatodalla Regione Piemonte sarannopresenti alla manifestazione perrimarcare come le produzioni arti-

gianali d’eccellenza sono legateagli aspetti culturali del territoriocome parte di un contesto socio-culturale e non soltanto una meraattività di produzione.Alcune delle merceologie presentisono quelle manifatturiere nei se-guenti settori: vetro, ceramica,metallo, tessile e quello del setto-re alimentare di eccellenza.

Nel corso del-le varie do-meniche sipresenteran-no, inoltre,una serie dia n i m a z i o n iche propor-ranno esempidi creazionidal vivo dimanufatti; ilpubblico po-trà così entra-re in contattocon gli aspettitecnici e ma-nuali delle va-rie tipologiedi attività ar-

tigianali, potendo apprezzare abi-lità e competenze che contraddi-stinguono i vari produttori.La proposta per un mercato te-matico dedicato all’eccellenza ar-

tigiana nasce dalla considerazioneche a Torino manca uno spazio incui gli artigiani che esprimonoelevati livelli qualitativi delle loroproduzioni e che hanno ricevutola qualifica di eccellenza artigianapossano con regolarità presentarele loro produzioni al grande pub-blico. In questo senso ConfartigianatoTorino lavorerà col massimo im-pegno affinché il made in Italynon sia solo un vuoto concetto dimarketing, ma un vissuto impre-gnato di storia, usi, costumi equalità. Da sempre apprezzate, lelavorazioni artigianali, sono oggipiù che mai segni distintivi cherendono i nostri prodotti unici.Il mercatino periodico tematicooffrirà una panoramica del saperfare italiano in un’infilata di standin cui si potranno scoprire i segre-ti della lavorazione del legno edella ceramica, delle produzioniuniche in vetro, di tessuti e ricamie di prelibatezze enogastronomi-che.La città di Torino entrerà, ancorauna volta, in contatto con la tra-dizione dell’artigianato e con ilvalore aggiunto di una produzionefondata sulla cura del processo esull’attenta selezione della mate-ria prima.

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ECCELLENZA ARTIGIANA PIEMONTESE IN PIAZZA A TORINOdi Michela Frittola

Piemonte tra nuove iscrizioni e ces-sazioni nel 2012 ndr). Ecco perchéquesto accordo è un passaggio im-portante che contribuirà a colmarel’attuale lacuna del difficile accessoal credito per evitare che gli ingra-naggi dell’economia reale si fermi-no”.“L’accordo - ha dichiarato AntonioNucci, direttore regionale Piemonte,Valle d’Aosta e Liguria di Intesa San-paolo – rafforza ulteriormente il la-

voro che stiamo facendo con le As-sociazioni di categoria e con i Confi-di per migliorare il merito creditiziodelle imprese e per utilizzare al me-glio i sistemi di garanzia collettivi.Una pre-condizione per affacciarsisui mercati internazionali - ha ag-giunto - è la dimensione aziendale.In quest’ottica le reti d’impresa rap-presentano uno strumento dallemolte potenzialità che promuoviamoconcretamente attraverso il labora-

torio regionale per le reti d’impresaistituito a dicembre 2012 con leprincipali associazioni datoriali e ilPolitecnico di Torino. In collaborazio-ne con i partner dell’accordo - haconcluso - abbiamo previsto una se-rie di incontri sul territorio con ilcoinvolgimento dei nostri specialistiestero: l’obiettivo è stimolare eorientare una mentalità imprendito-riale più aperta allo sbocco sui mer-cati ad alto potenziale”.

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Si è svolto recentemente nella sededi Confartigianato Vercelli un incon-tro coi vertici della nuova Biverban-ca finalizzato ad affinare i rapportitra la rappresentanza artigiana disettore ed i propri associati conl’operatività importante ed essen-ziale di Biverbanca.Hanno partecipato all’incontro AldoPia (presidente banca Cr Asti), Car-lo Demartini (direttore generalebanca Cr Asti), Biagio Riccio (mem-bro cda fondazione Cr Asti), Gianse-

condo Bossi (membro cda fondazio-ne Cr Asti), Aldo Casalini (membrocda Biverbanca), Massimo Mossino(direttore generale Biverbanca),Giuseppe Misia (direttore Confarti-gianato Vercelli), Roberto Forte(presidente Confartigianato Vercelli)e Gianfranco Sacchi (vicepresidenteConfartigianato Vercelli).Tema centrale dell’incontro è la con-ferma della diminuzione, pur trasensibili differenze territoriali, del-l’erogazione del credito alle impreseche continua a calare e a confer-marsi tra le principali cause di diffi-coltà delle aziende. E’ quanto emer-ge dall’elaborazione dell’ufficio studidi Confartigianato sui dati dellaBanca D’Italia aggiornati a fine2012. Un dato particolarmente si-gnificativo si ricava dall’indagine chemisura il gap competitivo delle im-prese italiane rispetto a quelle tede-sche per quanto riguarda lo spread,ovvero il maggior costo che le im-

prese italiane devono sopportare acausa della scarsa affidabilità del si-stema Italia sui mercati finanziari.In conclusione la qualità degli inter-venti e la volontà del Presidentedella capogruppo di essere vicinoalle aziende ed al territorio replican-do il modello già sperimentato posi-tivamente nella realtà astigiana fan-no presupporre un inversione di ten-denza nei confronti della categoriaartigiana delle mpi che rimane dasempre l’ossatura portante dell’eco-nomia del Paese ed in particolare delnostro territorio.Il clima cordiale ha consentito, oltread un impegno al recupero del rap-porto banca imprese, l’analisi detta-gliata delle criticità in materia di cre-dito che affliggono il mondo dell’arti-gianato e della piccola impresa, e lepossibili, concrete risposte che Bi-verbanca potrà offrire in collabora-zione con Confartigianato Vercelli ecol Confidi di riferimento.

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INCONTRO CON I VERTICI DI BIVERBANCAdi Luigi Crosta

A VERCELLI RADDOPPIA L’IMPEGNO IN FATTORIAQuest’anno Confartigianato Im-prese Vercelli ha raddoppiato l’or-ganizzazione di eventi alla “Fatto-ria in città” promuovendo due ini-ziative di richiamo: il primo con-corso fotografico denominato“Immagini tra passato e futuro:l’artigiano nel XXI secolo.Iniziativa che nasce dall’esigenzadi coinvolgere, oltre a tutti gli ap-passionati di fotografia, gli stu-denti degli istituti superiori delcomprensorio di Vercelli e provin-cia e consiste nel ricercare un ar-tigiano intento nelle sue mansionie immortalarlo artisticamente inuna foto formato 30 x 40 a colori

o in bianco e nero.I lavori sono stati raccolti dallaConfartigianato Imprese Vercellial fine di poter essere esposti neiquattro giorni dedicati allamanifestazione. Per poiproclamare, nella giornataconclusiva, le fotografievincitrici.La seconda iniziativa è sta-ta il concorso fotografico “Iltuo cane in fattoria” giuntoalla sua seconda edizione.Confartigianato ImpreseVercelli ripropone la simpa-tica iniziativa che ha vistoprotagonisti gli amici a

quattro zampe, con le stesse mo-dalità dello scorso anno. La pre-miazione è avvenuta nell’ambitodella kermesse al parco Kennedy.

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Molti anziani sono a rischio cre-scente di povertà, a causa del pesodella crisi e delle manovre governa-tive correttive: è questo il temaportante sul quale si è di-battuto nell’ambito del con-vegno Anap/Confartigiana-to (Associazione nazionaleartigiani pensionati checonta 220.000 associati deiquali quasi 22.000 in Pie-monte) che ha visto il suosvolgimento all’hotel Maje-stic di Torino.“Nessuno si fa illusioni – hadichiarato Luigi Saroglia,presidente regionale Anap – la cri-si economica è mondiale e i taglisono necessari in tutti i Paesi. Cheperò questi incidano così tanto sul-le persone anziane e sugli indigen-ti è il risultato di una volontà poli-tica miope ed immorale”.

L’attuale sistema sanitario e di wel-fare scricchiola, in bilico fra un mo-dello vecchio non più sostenibile eduno nuovo, che si vorrebbe innova-tivo e coeso, ancora tutto da perfe-zionare. Il dato stridente degli ulti-

mi 8 anniche rendefragili lebasi delnostro si-stema diw e l f a r edice che ig i o v a n ioccupat iunder 35sono sce-

si di 2.443.000 unità (-26%) men-tre gli inattivi tra gli over 65 sonosaliti di 1.382.000 unità(+13,1%). A ciò si aggiunge laprevisione al 2050 che registra ilboom della quota di anziani sullapopolazione attiva 15-64 anni (so-

prattutto donne) che dal 54% pas-serà al 68%.“Il concetto guida smarrito – haproseguito Saroglia – è quello diequità. La questione sociale devetornare ad essere prioritaria nel-l’agenda politica e le risorse si pos-sono reperire dalla lotta alla corru-zione e all’evasione, dalla riduzionedegli sprechi, da una reale collabo-razione pubblico/privato. E natu-ralmente dal ritorno del lavoro”.Giorgio Felici (presidente Confarti-gianato Imprese Piemonte), LuigiSaroglia (presidente regionaleAnap), Fabio Menicacci (segretarionazionale Anap), Enrico Quintaval-le (responsabile nazionale ufficiostudi Confartigianato) e RaffaellaVitale (direttrice regionale politichesociali) sono stati i protagonisti chehanno animato il convegno che siè posto l’obiettivo di favorirel’emersione pubblica di questo di-sagio.

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COSA RIMANE AGLI ANZIANI DOPO 5 ANNI DI CRISI?UN CONVEGNO PER FAVORIRE L’EMERSIONE DEL DISAGIOdi Massimo Avena

GATTI È IL NEO PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO BIELLA

Il Consiglio diAmministra-zione di Con-fa r t i g i ana toBiella, ha elet-to presidenteCristiano Gatti.Il Consiglio diamministrazio-ne resterà incarica per il

quadriennio 2013/2017. Gatti saràaffiancato da quattro vicepresidenti:Gian Franco Baltera, Samuele Bro-glio, Giuliano Fighera ed EdoardoVercelli.A Confartigianato Biella, costituita il14 dicembre 1945, aderiscono 2500

imprese, 800 pensionati apparte-nenti all’Anap, è dislocata in 6 sediterritoriali, conta 40 collaboratori di-retti coordinati dal direttore MassimoFoscale e dal vicedirettore FrancoVolpe.La lunga militanza nel Consiglio diamministrazione portò Gatti a rico-prire la carica di vicepresidente nel2009, affiancando l’allora presidenteAndrea Fortolan (oggi presidentedella Camera di commercio di Biella)e più recentemente Domenico Comi-netto, hanno fortemente contribuitoalla sua crescita dirigenziale.“E’ bene avere chiaro – ha dichiara-to Gatti – il quadro delle difficoltàstraordinarie e delle reali emergenze

che stanno assillando il nostro Paesee che lo stanno allontanando da unacrescita quanto mai necessaria. Nonpossiamo dormire di fronte al fattoche nel 2012 ha chiuso un’impresaogni minuto. Che la soglia di disoc-cupazione stia rasentando il numeroraccapricciante di tre milioni di per-sone e che il mondo dei giovani incerca di lavoro abbia oltrepassato il38%. Il Governo deve ora impegnar-si, con la massima determinazione,sul percorso delle riforme prioritarieche devono attestarsi sui versantiistituzionale, economico e sociale.Se non sarà sostenuta la crescita,per il nostro territorio, e così perl’Italia intera, non ci sarà futuro”.

Cristiano Gatti

di Franco Volpe

Un momento del convegno

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ENERGIE RINNOVABILI, 80.000 INSTALLATORI CANCELLATISI RIBELLANO AL DECRETO LEGGE: SALVATE LE IMPRESE

Dal 1° agosto 80.000 impresed’installazione impianti, con circa200.000 addetti,operanti nel setto-re delle energierinnovabili (foto-voltaico, a bio-masse, solare ter-mico, pompe dicalore e geoter-mia) non potrannopiù lavorare. Ilmotivo è il decretolegislativo 28 del2011, che recepisce una direttivaeuropea e ha lo scopo d’incenti-vare l’uso delle energie rinnova-bili, ma tra i requisiti per poterinstallare impianti, non prevedel’abilitazione oggi riconosciutadalla legge 37 del 2008 per i re-sponsabili tecnici delle impreseimpiantistiche.In pratica agli operatori in pos-

sesso del titolo di studio dellascuola dell’obbligo e dell’espe-

rienza maturatain anni di lavorosi nega sia il rico-noscimento dellaq u a l i f i c a z i o n eprofessionale ac-quisita e impostadalla legge del2008 per operaresugli impianti siala possibilità disvolgere corsi di

aggiornamento.Per la nuova normativa è come senon esistessero. Con il risultatoche dal 1° agosto saranno taglia-ti fuori dal mercato. Gli impianti-sti di Confartigianato, Cna e Ca-sartigiani si stanno battendo datempo contro le disposizioni deldecreto legislativo. Ma finora lerichieste di chiarimento e di mo-

difica sono rimaste senza rispo-sta.Le tre confederazioni hanno quin-di organizzato la mobilitazionenazionale della categoria e solle-citano l’intervento di Governo eParlamento per modificare unadisposizione assurda che finisceper creare una nuova categoria diesodati.“Chiediamo – sottolinea Piergior-gio Binello, presidente regionaledegli installatori di Confartigiana-to – di cambiare il decreto legi-slativo che nega agli impiantisti ildiritto di lavorare. Soprattuttonell’attuale momento di crisi unanorma come questa si abbattecome una mannaia su imprese elavoratori. Il contrario di quantoservirebbe per favorire l’occupa-zione e per contribuire a svilup-pare il settore delle energie rin-novabili”.

di Carlo Napoli

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BANDO EUROPEO DA 31,5 MILIONI RIVOLTO ALLE PMI VERDI

L’Ue scende in campo a fianco delleimprese ‘verdi’ e lancia un bando da31,5 milioni di euro per aiutarle acommercializzare 45 soluzioni am-bientali innovative nel settore del ri-ciclo di materiali, acqua, edilizia, ali-mentare e aziende. Le pmi dei 27avranno tempo sino al 5 settembreper presentare i propri progetti inquesti cinque settori.“L’ecoinnovazione non è soltantouna nicchia di mercato”, ha sottoli-neato il commissario Ue all’ambien-te Janez Potocnik, ricordando che “leimprese verdi sono i motori dellatrasformazione di tutta l’economia”.Da qui l’invito rivolto alle piccole e

medie imprese che hanno sviluppa-to un prodotto, un processo o unservizio ecologico innovativo ma chehanno difficoltà a piazzarlo sul mer-cato.Bruxelles coprirà sino al 50% dei co-sti di finanziamento per un totale di45 progetti. L’iniziativa della Com-missione, avviata nel 2008, ha giàpermesso la realizzazione di 185progetti, tra cui un sistema di riuti-lizzo dei vecchi mattoni, una nuovatecnica di produzione di tappeti emoquette, e di calzature in pellesenza sostanze chimiche nocive.Sono inoltre pronti per essere varatii 50 selezionati lo scorso anno. Da

qui l’invito del commissario Ue allepmi a presentare una domanda di fi-nanziamento, “contribuendo così alprimato dell’Europa in settori comela gestione dell’acqua e dei rifiuti”.

Janez Potoknic

di Massimo Bondì

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INSEDIATA LA CONSULTA REGIONALE PER L’EDILIZIANECESSARIO AFFRONTARE I PROBLEMI IN SINERGIA

Si è insediata la Consulta regio-nale per l’edilizia, convocata dallaRegione Piemonte a seguito dellarichiesta che le organizzazionisindacali del settore, insieme adAnce Piemonte, avevano inoltratoal presidente Cota per affrontare iproblemi nodali di questa catego-ria. Oltre all’assessore regionaleurbanistica e programmazioneterritoriale Giovanna Quaglia,sono intervenuti i rappresentantidi Cgil, Cisl e Uil, Anci, Upp, AncePiemonte, Abi Piemonte, Confarti-gianato, Cna, Confcooperative,Lega Cooperative, Confimi.“La Regione – ha detto Quaglia –intende dare corso a un impegnopreciso, consapevole del momen-to di particolare difficoltà chequesto settore sta subendo. Per

questo motivo abbiamo volutoriunire una Consulta regionale de-dicata al settore dell’edilizia, conl’obiettivo di approfondire le pro-blematiche specifiche e più ur-genti e di lavorare, in modo siner-gico e trasversale, alla definizionedi un programma strategico di in-terventi utili. Credo che questoprimo incontro sia stato utile adavere un quadro più completo so-prattutto rispetto al metodo chela Consulta intenderà utilizzareper affrontare, in modo puntualee concreto, di volta in volta i di-versi temi. Non solo: in questariunione propedeutica, la Regioneha voluto fin da subito informarele organizzazioni sindacali e dato-riali sia sulle novità relative all’ap-plicazione del patto di stabilità,sia rispetto al Decreto legge rela-tivo al pagamento dei debiti sca-

duti della pubblica amministrazio-ne. Entro l’estate infatti, previa laconversione del decreto, un’inie-zione di liquidità nelle casse dellaRegione consentirà i primi paga-menti dei creditori, non solo nelsettore della sanità ma anche perquanto riguarda gli enti locali”.

di Alessio Cochis

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Giovanna Quaglia

COME IMPARARE AD ESPORTARE NEI PAESI BRICSEMINARI AGROALIMENTARI A TORINO E CUNEO

Le imprese del-l ’ a g r o a l imen t a r epuntano su mercaticome Brasile, Russia,India e Cina, nei qua-li è indispensabile lapadronanza dei prin-cipi di base che disci-plinano l’importazio-ne e la commercializ-zazione dei prodotti.Su questo tema a To-rino e Cuneo si è te-nuto un seminariodal titolo “Le certifi-cazioni per i prodottiagroalimentari - Fo-cus Paesi Bric”.

Il seminario rientrava nel Proget-to integrato di filiera (Pif) Pie-monte Excellence, gestito dalCentro estero per l’internaziona-lizzazione (Ceipiemonte) su inca-rico di Regione Piemonte e delleCamere di commercio di Cuneo,Alessandria, Asti, Biella, Novara,Torino, Verbania e Vercelli.L’incontro ha inteso fare luce suiprincipali ostacoli che i produttoriitaliani devono superare per svi-luppare il proprio business in que-ste aree, con focus sulle tipicitàalimentari italiane quali salumi,formaggi/latticini, olio, riso, frut-ta, pasta, dolciumi, caffè, vini, bi-bite e cioccolato.

di Massimo Avena

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2013

AVVIATO SAN.ARTI.Fondo di assistenza sanitaria integrativa

per i lavoratori dell’artigianato

Anche i lavoratori dell’artigianato potranno beneficiare dell’assistenza sanitaria integrativa in attua-zione dell’Accordo Interconfederale nazionale del 21/09/2010 e dei Contratti Collettivi Nazionali diLavoro dell’artigianato. le Confederazioni artigiane Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai, e leOrganizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, hanno costituito “SAN.ARTI.”, il Fondo di assistenza sa-nitaria integrativa per i lavoratori del settore. http://www.sanarti.it/

Con la costituzione di SAN.ARTI. si completa il quadro dei Fondi di assistenza sanitaria integrativa,già operativi nei settori Commercio/Terziario e Industria.

Allo scopo di costituire un sistema di assistenza sanitaria integrativa a beneficio di tutti i lavoratoridell’artigianato, in sede di determinazione della parte normativo/economica dei vari CCNL le Partisociali hanno tenuto conto dell’incidenza dei contributi previsti per il finanziamento di SAN.ARTI. In altri termini, anziché prevedere aumenti retributivi le Parti hanno deciso di finanziare il Fondo diassistenza sanitaria integrativa per i lavoratori del settore “SAN.ARTI.”.

SAN.ARTI. ha come scopo fornire ai propri iscritti le prestazioni indicate nel Regolamento e nel No-menclatore, tra cui prestazioni di diagnostica e terapia, visite specialistiche, ticket per accertamentidiagnostici e pronto soccorso, pacchetto maternità, ricovero in Istituto di cura per intervento chi-rurgico, odontoiatria e fisioterapia, nonché prestazioni sanitarie e socio-sanitarie integrative di quellefornite dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il Fondo sarà alimentato con un contributo, ad esclusivo carico dell’Azienda, nella misura di 10,42euro mensili per ciascun lavoratore, da versare entro il giorno 16 di ogni mese tramite il modelloF24, contestualmente alla contribuzione INPS. Le relative prestazioni saranno riconosciute ai lavo-ratori trascorsi 6 mesi di carenza e saranno erogate fino al sesto mese dalla cessazione del rapportodi lavoro.

AVVIATO SAN.ARTI.

Fondo di assistenza sanitaria integrativa

per i lavoratori dell’artigianato

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INDICAZIONI OPERATIVE PER I VERSAMENTI A SAN.ARTI.

In data il 28 febbraio 2013 tra Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani, Claai e Cgil, Cisl e Uil è statosottoscritto un accordo, a livello nazionale, contenente indicazioni operative circa i versamenti aSAN.ARTI.Tali indicazioni riguardano i rapporti di lavoro dei dipendenti delle imprese che applicano i seguenticontratti:

• CCNL Area Meccanica • CCNL Area Alimentazione-Panificazione• CCNL Area Legno-Lapidei• CCNL Area Tessile-Moda• CCNL Area Chimica-Ceramica • CCNL Area Comunicazione• CCNL Acconciatura-Estetica-Centri Benessere.

NORME TRANSITORIE PER I SETTORI SERVIZI DI PULIZIE E AUTOTRASPORTOMERCILe imprese che applicano il CCNL Servizi di Pulizie o il CCNL Autotrasporto Merci, che non hanno an-cora regolamentato la contrattualizzazione delle prestazioni erogate da SAN.ARTI., possono comunqueiscrivere i propri dipendenti a SAN.ARTI.Sono escluse da tale opzione le imprese del settore edile per le quali si fa rinvio alle specifiche normecontrattuali.

VERSAMENTI E TIPOLOGIE CONTRATTUALII versamenti si effettuano per tutte le tipologie di rapporto di lavoro con la sola eccezione dei lavoratoria chiamata che, nel mese di riferimento per i versamenti non prestino la loro opera e per i quali non siaprevista l’indennità di disponibilità.I versamenti si effettuano anche per i lavoratori in malattia, in maternità o in sospensione e, comunque,per tutti quelli dichiarati attraverso il modello UNIEMENS. Per i lavoratori a domicilio, per i mesi nei quali non vi fossero commesse, non è dovuto versamento.L’iscrizione ed i versamenti per i lavoratori a tempo determinato sono dovuti esclusivamente per contrattidi durata almeno pari a 12 mesi. Tali obbligazioni non sono dovute nei casi di contratti a termine instauratiper durate inferiori e successivamente prorogati o rinnovati fino a superare la soglia dei 12 mesi.

DECORRENZA E CESSAZIONE DELLA CONTRIBUZIONEL’obbligo di contribuzione decorre dal mese in corso se l’assunzione avviene il primo giorno del mese,se invece l’assunzione avviene nel corso del mese l’obbligo decorre dal primo giorno del mese suc-cessivo.Nel caso di cessazione o sospensione del rapporto di lavoro, senza copertura salariale, nel corso delmese, l’obbligo di contribuzione prosegue per tutto il mese.

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CONTRATTUALIZZAZIONE DELLE PRESTAZIONI DI SAN.ARTI.L’accordo conferma che le prestazioni erogate dal Fondo Sanitario costituiscono un “diritto soggettivodi matrice contrattuale dei lavoratori”, pertanto, le aziende che omettano il versamento sono tenute aversare ai lavoratori l’Elemento Aggiuntivo della Retribuzione - E.A.R., pari a 25 euro lordi mensiliper tredici mensilità, previsto dagli articoli che nei contratti collettivi nazionali di lavoro artigiani sonorubricati “Diritto alla prestazioni della bilateralità”.Le medesime aziende sono altresì responsabili verso i lavoratori non iscritti della perdita delle relativeprestazioni sanitarie, fatto salvo il risarcimento del maggior danno subito.

MODALITA DI EFFETTUAZIONE DEI VERSAMENTIIl Fondo è alimentato con un contributo, a carico dell’Azienda, nella misura di 10,42 euro mensili perciascun lavoratore, da versare entro il giorno 16 di ogni mese tramite il modello F24, contestualmentealla contribuzione INPS. Le relative prestazioni saranno riconosciute ai lavoratori trascorsi 6 mesi dicarenza e saranno erogate fino al sesto mese dalla cessazione del rapporto di lavoro.

RISOLUZIONE AGENZIA DELLE ENTRATEL’Agenzia delle Entrate, con risoluzione n. 12/E del 20 febbraio 2013, per consentire il versamento,tramite modello F24, dei contributi per il finanziamento a favore dell’Ente Bilaterale “Fondo di Assi-stenza sanitaria Integrativa per i Lavoratori dell’Artigianato” (SAN.ARTI.), ha istituito la seguente cau-sale contributo:

• “ART1” denominata “Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa per iLavoratori dell’Artigianato - SAN.ARTI.”

In sede di compilazione del modello di pagamento F24, la suddetta causale è esposta nella sezione“INPS”, nel campo “causale contributo”, in corrispondenza, esclusivamente, del campo “importi adebito versati”, indicando:- nel campo “codice sede”, il codice della sede inps competente;- nel campo “matricola INPS/codice INPS/filiale azienda, la matricola Inps dell’azienda- nel campo “periodo di riferimento”, nella colonna “da mm/aaaa”, il mese e l’anno di competenza,nel formato MM/AAAA. La colonna “a mm/aaaa” non deve essere valorizzata.Confartigianato Imprese Piemonte, Cna Piemonte, Casartigiani Piemonte e CGIL, CISL, UIL del Pie-monte hanno sottoscritto, in data 18 gennaio 2013, un Accordo che conferisce mandato all’EBAP -Ente Bilaterale dell’Artigianato Piemontese, di predisporre una campagna informativa sull’avvio delFondo Sanitario SAN.ARTI., allo scopo di pervenire ad un alto livello di adesione di imprese e lavora-tori.Avvenuta da parte dell’EBAP tale preventiva informazione a imprese e lavoratori, i datori di lavorosono tenuti ad effettuare l’adesione ed il relativo versamento entro e non oltre la mensilità di maggio2013 (F24 in scadenza il 16 giugno 2013).

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IN COLLABORAZIONE CON

È al servizio degliArtigiani Piemontesi

IN PIEMONTE PRESSO LE SEDI PROVINCIALI CONFARTIGIANATO IMPRESE:

- Confartigianato ImpreseAlessandriaTel. 0131 286511

- Confartigianato ImpreseAstiTel. 0141 5962

- Confartigianato ImpreseBiellaTel. 015 8551711

- Confartigianato ImpreseCuneoTel. 0171 451111

- Confartigianato ImpreseNovara - VCOTel. 0321 661111

- Confartigianato ImpreseTorinoTel. 011 5062111

- Confartigianato ImpreseVercelliTel. 0161 2

S O C I E T E

GENERALE

G R O U P

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