MERCOLED 16 DICEMBRE 2015 Provincia Sul Linzone le mucche pioggia 16 dicembre 2015… · L a neve...
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28 L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 16 DICEMBRE 2015
Sul Linzone le mucche
brucano ancora l’erba
La fotografia scattata venerdì da Luca Tode-schini sul monte Linzone, a 1.300 metri. Unamucca ancora al pascolo e l’erba ancora verde.
MARTA TODESCHINI
I seguaci di Pollyannae del «gioco della felicità» sistanno godendo i panorami mozzafiato di queste settima-ne: giornate terse in monta-gna, crinali tardo autunnali evette che si stagliano impo-nenti. Senza neve.
E qui sta la nota dolente.Non piove e, ancor peggio, nonnevica: «Di questo passo cidobbiamo attendere un’estateda allarme rosso, con siccitàgià a giugno». Niente fiocchisulle Orobie uguale maestri disci e rifugi fermi (innevamentoartificiale a parte), ma, anche,stato d’allerta per le sorgenti minori in via di prosciugamen-to, la produzione di energiaelettrica delle centraline idro-elettriche poste lungo le roggeprincipali ora ridotta del 30-40% e l’impossibilità di rila-sciare il deflusso minimo vita-le, con la conseguente moria dipesci nei canali.
Non è una previsione, masta accadendo già in questigiorni: lo conferma il direttoregenerale del Consorzio di Bo-nifica della Media pianura ber-gamasca, Mario Reduzzi: «Inquesto momento non siamo ingrado di garantire il dmv per lerogge: stiamo soffrendo ora, ininverno, ciò che di norma sof-friamo in estate sui fiumi. E ilperdurare nei prossimi mesi della siccità – spiega –, conconseguente esaurimento del-le scorte idriche, potrebbe ave-re gravi ripercussioni sulla sta-
Il Morlino, a Grassobbio, è ai minimi: l’idrometro segna quasi zero
Niente pioggia e neveSorgenti sotto la lenteAutonomia di 20 giorniLa crisi idrica. Le sorgive minori di montagna sorvegliate specialiSulle rogge centraline col freno. Avanti così e già a giugno sarà siccità
gione irrigua 2016». In antici-po, perchè se nella siccitosaestate 2015 l’allarme scattò aluglio, con il prossimo anno giàa giugno l’agricoltura potrebbelanciare l’allarme: «Ciò che piùpreoccupa è che non nevica –continua Reduzzi –: una nevetardiva non fa in tempo a gela-re, compattarsi e costituire co-sì la nostra scorta d’acqua perl’estate. Purtroppo prevedia-mo un 2016 molto difficile».
L’anticipazione sta nelle fo-tografie di questa pagina. Rog-ge che paiono sentieri e idro-metri interamente fuori pelo
d’acqua. La stagione limita idanni, visto che i settori agri-coli ora attivi nella nostra pia-nura sono soltanto floricolturae orticoltura, quindi le ridotteportate di acqua derivate daifiumi sono comunque suffi-cienti per soddisfare il fabbiso-gno delle poche utenze agrico-le attive in questa stagione. Mai pesci (come dimostrato an-che nell’articolo sotto) stannogià soffrendo e non poco. Nellerogge derivate, là dove il livellodell’acqua è a zero e comunquenon supera i pochi centimetri,si sono registrati già parecchi
La roggia Vecchia a Seriate pare più un sentiero che un canale
casi di moria. Va da sé che nellaroggia Vecchia di Seriate (nellafoto sopra) e nel Morlino diGrassobbio (in alto) di caveda-ni, gobioni e sanguinerole nonse ne vedano, ma anche il pano-rama della roggia Ponte Perdu-to, sempre a Seriate, non lasciaben sperare. A meno che il cie-lo aiuti pesci, colture e – allostato solido – le nostre stazionisciistiche.
Zoom sulle località montane
L’allarme non è ancora scatta-to, ma la situazione è sotto con-trollo anche in casa Uniacque.Alcune sorgenti «viaggiano» aportata quasi dimezzata, comela Nossana che, rispetto ai2.000 litri al secondo di porta-ta media, ieri ne registrava 1.200; o la sorgente Costone, a5 chilometri di distanza dallaNossana, in territorio di Casni-go, con 230 litri al secondo ri-spetto ai 450 di portata media.
«La situazione in pianuranon presenta criticità – fannosapere da Uniacque –. Sotto stretto controllo sono invece lepiccole sorgenti, quelle nelle frazioni di montagna che ali-mentano un numero limitatodi famiglie». Sorgive da 20 litrial secondo che, dovesseroscendere di portata a 10, maga-ri 5 litri al secondo – o dovessegelare –, obbligherebbero a ri-correre alle autobotti. Quantosi può ancora resistere? «Unaventina di giorni, poi è tutto davedere».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La quantità di pioggiaStazione meteorologica di Olmo al Brembo - dati in millimetri
Nel 2014-2015
78-79 79-80 80-81 81-82 82-83 88-89 91-92 92-93 96-97 97-98 98-99 99-00
Novembre
Dicembre
Gennaio
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Marzo
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2
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541
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118
5
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64
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7
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0
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0
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30
4
NOVEMBRE
467
DICEMBRE
88
MARZO
20
GENNAIO
166
FEBBRAIO
114
TOTALE
807
385283
352
693
305382
294
822
613
302366
Sos inquinamentonel Morla a seccoMigliaia di pesci morti
Vaironi, cavedani, i ra-ri gobioni, i ghiozzi padani, le sanguinerole. Migliaia di esem-plari rimasti intrappolati nelle poche buche rimaste piene d’acqua. Qualcuno ne ha salvatialcuni, ma i casi di moria sono importanti. È l’effetto siccità di queste settimane. La situazionepiù critica si registra nelle rogge
minori, dove anche le fotografiedi questa pagina testimoniano quanto possa essere incompa-tibile la presenza di pesci in al-vei asciutti o con pochi centi-metri d’acqua.
Se poi si aggiungono episodidi inquinamento, il quadro si aggrava ancor più. L’ultimo epi-sodio, di questi giorni, è stato
segnalato da un cittadino e su-bito rimbalzato ad Asl e Arpa, dopo il sopralluogo della Poliziaprovinciale e l’interessamento del Consorzio di bonifica che sovrintende a canali e rogge.
Carenza idrica e inquina-mento: un mix mortale nella roggia Morla, nel tratto di circa 500 metri sul lato sinistro (in direzione Sud) della via Zanica a Bergamo, in zona Centro Ga-lassia. Per la precisione si parla del tratto che parte dalla cen-tralina del metano e si estende per i 500 metri successivi in di-rezione Sud. Qui Marco Lizzolaha segnalato alla Polizia provin-ciale il preoccupante stato di secca del Morla, «roggia ricolo-nizzata dalla fauna ittica locale
con numerosissime specie tra cui vaironi, cavedani, i rari e protetti anche da regole comu-nitarie gobioni, ghiozzi padani e sanguinerole. Parliamo di mi-gliaia di individui che si sono ri-fugiati nelle pochissime buche rimaste con l’acqua». Accom-pagnato sul posto l’agente dellaPolizia provinciale, sono staterecuperate alcune migliaia di pesci, «comunque una minima quantità rispetto a quello che è rimasto ancora intrappolato nelle buche e sta lentamente ma inesorabilmente morendo»segnalava Lizzola. Dai controlliè poi emersa una concausa: chiazze di schiuma riconduci-bile a tensioattivi. M. Tode. Uno dei pesci trovati morti nel Morla
[email protected]/cronaca/section/
efJfznfTvwF72vehGBcaFTJQupZ/8/XqLBEXIXPjmqs=
L’ECO DI BERGAMO
29MERCOLEDÌ 16 DICEMBRE 2015
01-02 02-03 04-05 11-12 11-13 13-14
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906
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6
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8
14
63
122
39
37
5
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332
54
60
64
134
135
231
287
277
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NOVEMBRE
0 mm
DICEMBRE
0 mm
Nel 2015-2016
306
1.045
319 276
644
1.067
La sorgente del Brembo ghiaccia, e fa spettacoloCARONA
Poca acqua, nienteneve, freddo e gelo ma nontroppo. Le condizioni ideali,dice l’esperto, per creare allasorgente del Brembo, in zonaArmentarga a Carona, unospettacolo straordinario.
Con le piccole cascateghiacciate e sotto il corsod’acqua ancora visibile.
Un «quadro» a cui ha assi-stito ed è stato immortalatonei giorni scorsi da Ugo Ros-si, già per una decina d’anniguardiano alla diga di Frega-bolgia.
«Avere una situazione delgenere non è facile – dice –proprio perché non c’è neve el’acqua è poca. Il freddo perònon è ancora così intenso daghiacciare completamente lasorgente. Così è possibile ve-dere le cascate ghiacciate esotto, ancora un po’ di corsod’acqua passare. Acqua ce n’è,ma sicuramente meno ri-spetto agli scorsi anni».
E in effetti le temperaturedi questi ultimi giorni, sep-pure fredde, non sono parti-colarmente rigide. All’Ar-mentarga siamo a 1.600 me-
tri e la sorgente non è com-pletamente ghiacciata nono-stante poca acqua e l’altitudi-ne. D’altronde, prendendo inesame i dati del Centro me-teo lombardo, ai 1.100 metridi altitudine, a Capovalle diRoncobello nelle 24 ore di ie-ri si è scesi sotto lo zero dipochissimo.
O ai 2.000 metri del rifugioCapanna 2000, a Oltre il Col-le, si è avuta una massima diquasi cinque gradi e una mi-nima di meno tre gradi.
Scendendo, invece, a Ol-mo al Brembo (600 metri), lamassima è stata di 6 gradi,mentre la minima di menouno.
©RIPRODUZIONE RISERVATAPoca acqua, laghetti ghiacciati
Una foto emblematica scattata dal monte Crostaro: i «giganti» dell’alta Valle Seriana. Da sinistra, il Pizzo del Diavolo di Tenda, il Redorta, il Coca, il Recastello e i Tre confini, completamente spogli di neve MIRCO BONACORSI
nionisti, riciclatori di previsioni,mistificatori e divulgatori di qualunque ipotesi, che come gli avvocati, possono convincerci di una cosa ma anche del suo contrario, in dipendenza di chi paga.
Ma veniamo a noi, al motivodel titolo di questo commento, atoccare la pesante anomalia sta-gionale mite e siccitosa di questafine 2015, che si protrae dal lon-tano 28 ottobre, siamo ormai ar-rivati a 50 giorni. Prima o poi fi-nirà, è sempre stato così, ma al
smo. I nostri nonni, quando le cose atmosferiche giravano ma-le, cercavano sul posto dei rime-di al disagio in corso, si univano fra di loro e scrutavano il cielo, pregavano anche il Padreterno ei suoi Santi, delegati a ogni feno-meno assente o eccessivo.
L’inizio il 28 ottobre
Da noi, la deriva è iniziata qual-che decennio fa, dapprima con «l’hanno detto al telegiornale», poi sono arrivati in tanti, dei veriesperti, ma anche tuttologi, opi-
Meteo
Ormai non piove e non nevica
da una cinquantina di giorni.
E all’orizzonte, almeno fino
a Natale, forse non cambierà
Se le vicende atmosfe-riche si muovessero con ordine eregolarità, in sintonia con i mesie le stagioni del calendario, per-deremmo probabilmente uno dei principali spunti di conver-sazione e di socializzazione del nostro vivere quotidiano: toc-cherebbe attaccare bottone con temi ben più impegnativi o fasti-diosi, come il governo o le tasse da pagare. Ma non solo: le cose del cielo, da sempre, si portano via responsabilità di chiunque e di qualunque tipo, sia che piova tanto o piova poco, sia che facciatroppo caldo o troppo freddo e così via, non voglio infierire. L’uomo moderno oltretutto, in campo meteo, ha un grosso limi-te, rispetto al passato: la facilo-neria e la mancanza di possibili-
Ma il record è del 1980Un inverno senza fiocchie acqua per quasi tre mesi
Si ripetono gli scenari degli anni secchi, ma con qualche timore in più
IL BANDO
Dalla Regioneoltre 5 milioniper i comprensorisciistici
La neve stenta a cadere, maintanto arrivano oltre 5milioni di euro per gli im-pianti di risalita, «lo ave-vamo promesso e lo ab-
biamo mantenuto»: così AntonioRossi, assessore regionale allo Sport e alle Politiche per i giovani,commenta il bando pubblicato ie-ri sul Bollettino ufficiale della Re-
gione con il quale si stanziano 5.240.000 euro. I fondi sono desti-nati a soggetti pubblici o privati, proprietari e/o gestori di impiantidi risalita funzionali alla pratica dello sci, presenti sul territorio lombardo, in forma singola o ag-gregata. L’obiettivo è il migliora-mento, l’adeguamento e la messain sicurezza degli impianti di risa-
lita e delle piste da sci, con lo scopofinale di migliorare l’attrattività turistica dei comprensori sciistici,permettendone l’uso anche in pe-riodi non invernali.
Le domande dovranno perve-nire dall’11 gennaio e sono previstepossibilità di finanziamento perinterventi sugli impianti di risalitae piste da sci. Il contributo regio-
nale sarà concesso da un minimodi 40.000 euro fino a un massimodi 400.000 euro, in base alla tipo-logia e al numero di impianti delcomprensorio.
Il contributo regionale potràessere aumentato sino a 500.000euro per le richieste presentate daaccordi di partenariato tra com-prensori sciistici.
La sorgente del Brembo ghiacciata FOTO VALBREMBANAWEB
momento mancano gli spunti per vederne una soluzione entroNatale, talmente è ben piazzato da settimane l’anticiclone sul-l’Europa, per cui nessuno è in grado di distribuire certezze: chilo fa, diffonde ipotesi e impres-sioni personali, ma nulla di più serio.
Potrebbe allora «aiutare», oalmeno confortare, l’utilizzo deidati statistici raccolti sulla no-stra provincia negli scorsi de-cenni, mi piace così appoggiar-mi a quelli raccolti, dal 1977 a og-gi, a Olmo, 560 metri, e non lo considero un esercizio banale o inutile: scoprire la ricorrenza di certi episodi, fa parte della storiameteo di un territorio.
Il primo evento che salta al-l’occhio è il famoso «inverno senza neve» del 1980-81: non piovve e non nevicò dal 16 di-cembre al 12 marzo successivo, la stagione dello sci non prese avvio, nemmeno con le nevicate di metà marzo, era troppo tardi. E dire, che si arrivava da una se-rie di inverni precedenti, fra il ’75 e l’80, caratterizzati da ab-bondanti nevicate, anche in pia-nura, e da veri episodi prolunga-ti di freddo, ricordo che si parlò per qualche anno di possibile prossima era glaciale. Pesante anomalia invernale si verificò anche nella stagione 88-89, dai Santi alla Merla con soli 48 milli-metri, contro una media dei tre mesi di 399 millimetri, ma cosa simile si propose anche nella
stagione 2001-02, con 48 milli-metri nello stesso identico peri-odo. Ma diversi mesi singoli, to-talmente asciutti, si possono ri-levare in tutti questi 40 anni di dati, anche se nessun inverno preso in considerazione ha mai proposto la «durezza» della fase che stiamo vivendo.
Clima temperato
Oltre ai 50 giorni di asciutto (non ho tenuto conto della pic-cola neve del 23 novembre, per-ché ha toccato solo limitate zonedella provincia), ci portiamo dietro un elevato valore medio delle temperature, con una per-sistente fase di inversione ter-mica e particolare mitezza sulle Orobie. Buon per noi, che il sole è ai minimi dell’anno e che la Na-tura dorme il giusto sonno sta-gionale, per cui può aspettare, ma noi no: per i rubinetti e le docce, fra qualche settimana, andando avanti così, qua e là ci saranno dei problemi. Che fare, allora?
Nulla, occorre portare pa-zienza ed essere fiduciosi. Un’impressione, legata all’espe-rienza, è quella che un gigante sta sì in piedi a lungo, ma basteràun piccolo «Davide» a sbilan-ciarlo, e allora il suo crollo sarà certamente rapido e rovinoso. Non sappiamo quando questo accadrà, ma quel giorno, noi di certo ci saremo. Roberto Regazzoni
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