ASSOMIN · tuale crisi attraversata dall’industria petrolifera coglie elementi comuni a. quelle...

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“L a Sostenibilità, vantaggio competitivo per operare nell’upstream”. Questo il ti- tolo del workshop di Assomineraria Beni&Servizi che si è svolto lo scorso 13 febbraio a S. Donato Milanese. In un momento in cui il mercato è carat- terizzato dalla caduta del prezzo del petrolio, il tema della Sostenibilità è visto come prioritario dalle imprese della filiera upstream che devono con- tenere i costi al fine di mantenere i progetti economicamente vantaggiosi sul mercato. Il workshop annuale dell’Associazio- ne è stato aperto dalle previsioni 2015 dell’industria oil&gas sviluppate dal- la Gulf Publishing Company di Hou- ston, editrice della rivista World Oil, sulla base di un monitoraggio – avve- nuto in tutti i paesi del mondo inte- ressati alle attività petrolifere – circa il numero di pozzi, la quantità degli impianti di perforazione e il totale dei metri perforati. Dalle previsioni, presentate dal Presidente e CEO John T. Royall, emerge nel 2015 una signi- ficativa riduzione degli investimenti, che negli Usa è valutata intorno al 30% mentre, nel resto del mondo do- vrebbe limitarsi al 2%. Dai 680 miliar- di di dollari di investimenti mondiali nel settore dell’esplorazione e produ- zione valutati per il 2014, si dovrebbe ASSOMIN INFORMAZIONI MENSILI DELL’ASSOCIAZIONE MINERARIA ITALIANA 2/2015 – ANNO 26 NOTIZIE passare, secondo World Oil, a 616 mi- liardi nel 2015. Soffermandosi sull’analisi dell’”uncon- ventional” negli Usa, Royall ha sotto- lineato che in alcuni Stati particolar- mente attenti alla tutela ambientale come California e Colorado, lo svilup- po di shale oil e shale gas ha portato una significativa evoluzione tecnolo- gica, al fine di ridurre le emissioni in atmosfera, l’uso dell’acqua e il “foot- print” dei progetti. Quindi, all’aumen- to di efficienza raggiunto in anni re- centi nell’attività di perforazione delle risorse “shale”, si è andato a sommare un importante traguardo in termini di Sostenibilità. Nel sottolineare che il nostro stile di vita non può sostanzialmente prescin- dere dall’industria oil&gas, il Presi- dente di Assomineraria Giuseppe Tan- noia ha precisato – nel suo intervento – che la Sostenibilità fa parte della na- tura stessa dell’industria upstream. Con riferimento alla produzione di idrocarburi in Italia, Tannoia ha spe- cificato che se si paragona la produ- zione di un pozzo a gas fatto in Italia con l’approvvigionamento da un gia- cimento lontano migliaia di chilometri, a parità di risorsa il pozzo nostrano consente di risparmiare 30 tonnellate di CO2 in atmosfera in un anno. La Sostenibilità nella filiera upstream I sei protagonisti della tavola rotonda – Enrico Tavolini (Eni), Riccardo Gio- 1 In questo numero: Caduta del prezzo del petrolio e la risposta dell’upstream Pag. 1 Idrocarburi e sismicità: un confronto scientifico 2 Ami: training formativo per gli studenti di Maputo 4 Caduta del prezzo del petrolio e la risposta dell’upstream vannini (Ernst&Young), Davide Dal Maso (Forum per la Finanza Sosteni- bile), Roberto Pasolini (Total), Bruno Dalledonne (Rosetti Marino) e Carlo Nicolais (Federprogetti) – hanno ana- lizzato il tema da diverse prospettive: economiche, finanziarie, sociali e di rapporti con le comunità. Malgrado le plurime accezioni inerenti alla So- stenibilità per un’impresa della filiera upstream, gli esperti intervenuti hanno tutti sottolineato il legame dell’indu- stria petrolifera con il territorio, infatti per loro natura le attività estrattive “non sono delocalizzabili”. È fonda- mentale quindi che alla crescita della competitività dell’impresa si accom- pagni lo sviluppo e la competitività delle comunità. In sintesi, ha ribadito Sergio Polito, Presidente di Assomi- neraria-Beni&Servizi, la Sostenibilità diventa un punto di forza dell’impresa perché migliora la sua reputazione, ne accresce la legittimazione negli ambiti in cui opera e aggiunge credito alla percezione che i potenziali partners e, in generale, i suoi interlocutori riesco- no ad avere. L’impresa aumenta, così, le sue possibilità di affermazione, e allo stesso tempo, concorre a valoriz- zare l’habitat che la circonda, avendo in massima cura gli aspetti HSE, la co- stante qualità delle performances e la permanente azione di training. A chiudere il workshop l’analisi del Prof. Alberto Clô (RIE) che nell’at- tuale crisi attraversata dall’industria petrolifera coglie elementi comuni a

Transcript of ASSOMIN · tuale crisi attraversata dall’industria petrolifera coglie elementi comuni a. quelle...

“La Sostenibilità, vantaggiocompetitivo per operarenell’upstream”. Questo il ti-

tolo del workshop di AssominerariaBeni&Servizi che si è svolto lo scorso13 febbraio a S. Donato Milanese. Inun momento in cui il mercato è carat-terizzato dalla caduta del prezzo delpetrolio, il tema della Sostenibilità èvisto come prioritario dalle impresedella filiera upstream che devono con-tenere i costi al fine di mantenere iprogetti economicamente vantaggiosisul mercato. Il workshop annuale dell’Associazio-ne è stato aperto dalle previsioni 2015dell’industria oil&gas sviluppate dal-la Gulf Publishing Company di Hou-ston, editrice della rivista World Oil,sulla base di un monitoraggio – avve-nuto in tutti i paesi del mondo inte-ressati alle attività petrolifere – circail numero di pozzi, la quantità degliimpianti di perforazione e il totaledei metri perforati. Dalle previsioni,presentate dal Presidente e CEO JohnT. Royall, emerge nel 2015 una signi-ficativa riduzione degli investimenti,che negli Usa è valutata intorno al30% mentre, nel resto del mondo do-vrebbe limitarsi al 2%. Dai 680 miliar-di di dollari di investimenti mondialinel settore dell’esplorazione e produ-zione valutati per il 2014, si dovrebbe

ASSOMININFORMAZIONI MENSILI DELL’ASSOCIAZIONE MINERARIA ITALIANA 2/2015 – ANNO 26

NO

TIZIE

passare, secondo World Oil, a 616 mi-liardi nel 2015.Soffermandosi sull’analisi dell’”uncon-ventional” negli Usa, Royall ha sotto-lineato che in alcuni Stati particolar-mente attenti alla tutela ambientalecome California e Colorado, lo svilup-po di shale oil e shale gas ha portatouna significativa evoluzione tecnolo-gica, al fine di ridurre le emissioni inatmosfera, l’uso dell’acqua e il “foot-print” dei progetti. Quindi, all’aumen-to di efficienza raggiunto in anni re-centi nell’attività di perforazione dellerisorse “shale”, si è andato a sommareun importante traguardo in termini diSostenibilità.Nel sottolineare che il nostro stile divita non può sostanzialmente prescin-dere dall’industria oil&gas, il Presi-dente di Assomineraria Giuseppe Tan-noia ha precisato – nel suo intervento– che la Sostenibilità fa parte della na-tura stessa dell’industria upstream.Con riferimento alla produzione diidrocarburi in Italia, Tannoia ha spe-cificato che se si paragona la produ-zione di un pozzo a gas fatto in Italiacon l’approvvigionamento da un gia-cimento lontano migliaia di chilometri,a parità di risorsa il pozzo nostranoconsente di risparmiare 30 tonnellatedi CO2 in atmosfera in un anno.

La Sostenibilità nella filiera upstream

I sei protagonisti della tavola rotonda– Enrico Tavolini (Eni), Riccardo Gio-

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Inquestonumero:

Caduta del prezzo del petrolio e la risposta dell’upstream Pag. 1

Idrocarburi e sismicità: un confronto scientifico ” 2

Ami: training formativo per gli studenti di Maputo ” 4

Caduta del prezzo del petrolio e la risposta dell’upstream

vannini (Ernst&Young), Davide DalMaso (Forum per la Finanza Sosteni-bile), Roberto Pasolini (Total), BrunoDalledonne (Rosetti Marino) e CarloNicolais (Federprogetti) – hanno ana-lizzato il tema da diverse prospettive:economiche, finanziarie, sociali e dirapporti con le comunità. Malgradole plurime accezioni inerenti alla So-stenibilità per un’impresa della filieraupstream, gli esperti intervenuti hannotutti sottolineato il legame dell’indu-stria petrolifera con il territorio, infattiper loro natura le attività estrattive“non sono delocalizzabili”. È fonda-mentale quindi che alla crescita dellacompetitività dell’impresa si accom-pagni lo sviluppo e la competitivitàdelle comunità. In sintesi, ha ribaditoSergio Polito, Presidente di Assomi-neraria-Beni&Servizi, la Sostenibilitàdiventa un punto di forza dell’impresaperché migliora la sua reputazione, neaccresce la legittimazione negli ambitiin cui opera e aggiunge credito allapercezione che i potenziali partners e,in generale, i suoi interlocutori riesco-no ad avere. L’impresa aumenta, così,le sue possibilità di affermazione, eallo stesso tempo, concorre a valoriz-zare l’habitat che la circonda, avendoin massima cura gli aspetti HSE, la co-stante qualità delle performances e lapermanente azione di training.A chiudere il workshop l’analisi delProf. Alberto Clô (RIE) che nell’at-tuale crisi attraversata dall’industriapetrolifera coglie elementi comuni a

quelle vissute dal settore negli anniOttanta e Novanta, e in particolare:l’incertezza e l’imprevedibilità degliandamenti. Clô puntualizza, però,che la crisi attuale dimostra quanto:“ilpetrolio conti nell’economia globale econti nell’energia globale: per la suaquota nel mix energetico, perché pivotdella struttura dei prezzi dell’energia eper il suo vantaggio competitivo rispettoad ogni altra fonte”. La reazione allacrisi da parte dell’industria petroli-fera deve puntare, secondo Clô, sullosviluppo tecnologico – anche attra-verso la standardizzazione di im-pianti e processi – come avvenuto ne-gli ultimi anni negli Usa con lo shalegas. Concludendo ha invitato le im-prese a ragionare in termini di ap-proccio sistemico dell’intera supplychain, non limitandosi quindi alla ri-chiesta di un contenimento dei costi,e a non trascurare l’importanza dellerisorse umane del settore che sonoparticolarmente specializzate. Ci-tando infine il rapporto Balancing Act2015 del DNV (Det Norske Veritas)ha raccomandato alle aziende dellafiliera di assumere un atteggiamentobasato sulla flessibilità e sulla capa-cità di adattamento.

Staffetta Quotidiana e Associa-zione degli Economisti del-l’Energia hanno conferito il 20

febbraio scorso il premio di Uomodell’Anno a Claudio Descalzi, CEOdi Eni e past President di Assomine-raria, “per il cambio di passo im-presso all’Eni in un momento difficileper il mondo dell’energia”. Nel corsodella cerimonia alla LUISS, Descalziha sottolineato che il cambiamentoda lui impresso in questi mesi si col-loca rigorosamente nella cultura Enidi proporre sempre soluzioni inno-vative, basate sulla tecnologia e lariorganizzazione, che puntino al fu-turo ma non siano dirompenti.

Scienza e conoscenza sono statele protagoniste del workshop“Idrocarburi e Sismicità” orga-

nizzato lo scorso novembre a Romada Assomineraria e Società GeologicaItaliana (SGI). Un momento di rifles-sione sul ruolo cruciale delle risorsedel sottosuolo per la crescita dell’eco-nomia, accanto alla continua atten-zione alla sostenibilità ambientale ealla consapevolezza del territorio. In particolare l’Ing. Franco Terlizzese– Direttore Generale per le RisorseMinerarie ed Energetiche del Mini-stero dello Sviluppo Economico – hacommentato il nostro contesto nor-mativo, tra i più rigorosi a livello in-ternazionale. Il Professor Carlo Doglioni – presi-dente di SGI – ha illustrato nel detta-

glio le caratteristiche sismotettonichedel nostro paese soffermandosi anchesul monitoraggio dei fenomeni si-smici in relazione allo sfruttamentodel sottosuolo. In particolare sullaquestione della sequenza sismica del2012 in Emilia Romagna ha affer-mato: “ritengo che non ci sia correla-zione tra il pozzo di Cavone e i terremotidel maggio 2012 per diversi motivi tra iquali il fatto che non sia mai stata dimo-strata una sismicità indotta nei dintornidel pozzo e che la sismicità sia migrataavvicinandosi al pozzo (in caso di sismi-cità innescata avremmo visto un allon-tanamento dal pozzo stesso). La quantitàdi acqua iniettata, inoltre, è la stessa diquella estratta e infine il pozzo si trova a3 chilometri di profondità, mentre gli epi-centri a 8 e 10 chilometri e tra questi e ilpozzo ci sono livelli impermeabili che dif-ficilmente permettono la migrazione difluidi a quelle profondità”.Sullo stesso argomento, per la primavolta in quell’occasione, è stato pre-sentato lo studio internazionale con-dotto nel quadro del Laboratorio Ca-vone da sei docenti provenienti dallepiù prestigiose università americane:U. della California, San Diego, U. Te-xas, MIT e Harvard U. In particolareBradford H. Hager, del MIT nel suointervento ha spiegato nel dettagliole attività svolte nel sito di Cavone,dalle prove di campo alla realizza-zione del modello geomeccanico el’applicazione ad esso dei modelli digeodinamica dei fluidi.Il programma, i video degli interventie le slide del workshop sono dispo-nibili su www.assomineraria.org

Gli approfondimenti sulla que-stione idrocarburi e sisma2012 “sono stati fatti e resi pub-

blici”. È stato precisato dai quotidianilocali e anche in una puntata dellatrasmissione Report in onda il 21 di-cembre scorso su Rai Tre. L’approccio scientifico e trasparenteadottato dopo i terremoti del maggio2012 in Emilia Romagna, in cui è statocoinvolto il sito di produzione diidrocarburi di Cavone in provincia

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Idrocarburi e sismicità:un confronto scientifico

Idrocarburi e sismicità: Cavone è stato “assolto”

Claudio Descalzi: Uomodell’Anno

Recupero ambientale di miniere e cave

Alcune Regioni, nel corso degli anni, hanno imposto delle limitazionisui materiali utilizzabili per i ripristini ambientali di miniere e cave

sulla scorta di una errata interpretazione dell’art. 10 comma 3 del D.Lgs.117/2008. A seguito della richiesta di Assomineraria, attivatasi sia con ilMinistero dell’Ambiente sia con il Ministero dello Sviluppo Economico, il2 febbraio scorso il MinAmbiente ha emanato una nota di chiarimento cheprecisa che “i riempimenti dei vuoti minerari ai fini del ripristino ambien-tale effettuati utilizzando dei rifiuti in sostituzione di materie prime, laddo-ve i primi abbiano le caratteristiche idonee a sostituire queste ultime senzache ciò sia causa di un aumento degli impatti sulla salute e sull’ambiente,non costituiscono attività di smaltimento di rifiuti, ma operazioni di recu-pero e pertanto non sono soggetti alle previsioni della direttiva sulle disca-riche, bensì a quelle delle direttive 2008/98/CE e 2006/21/CE”.

di Modena, inizia finalmente a sosti-tuirsi alla cattiva informazione e al-l’ingiusta alimentazione di dubbi epaura tra i cittadini.Come dichiarato nel documento sot-toscritto da Ministero dello SviluppoEconomico e Regione Emilia-Roma-gna a chiusura del Protocollo Opera-tivo del Laboratorio Cavone lo scorso23 luglio, è stato chiarito che “non visono ragioni fisiche per ritenere che le at-tività nel Campo di Cavone abbiano in-nescato la sequenza sismica del 2012”.

Più di un milione di dati raccolti,la realizzazione di un modellogeomeccanico come strumento

innovativo per la metodologia e perla chiarezza dei risultati: tutto questoè il Laboratorio Cavone.Questa attività si è inserita in un di-scorso più ampio avviato da Assomi-neraria che – come ha dichiarato an-che il Presidente Giuseppe Tannoia –“lavora nell’ottica della trasparenza perfornire un’informazione corretta, scien-tifica e basata su diverse fonti”. Proprio per questo i dati storici e re-centi raccolti nel corso delle attivitàdel Laboratorio Cavone sono a dispo-sizione del mondo accademico, deglistudenti e degli studiosi che inten-dono analizzarli (vedi www.assomi-nerariacavone.org).Assomineraria e gli esperti sarannolieti di esaminare ogni ulteriore stu-dio che utilizzerà questi preziosi datidi sottosuolo.

Il Rapporto Ambientale E&P 2013di Assomineraria ha trovato spa-zio sulla prestigiosa rivista inter-

nazionale World Oil (dicembre 2014).Nell’articolo “Hard stats show greeneroil and gas in Italy”, Roberto Mezza-lama di Golder Associates precisacome l’industria upstream italiana sisia dotata, per la prima volta, di unostrumento volontario di certificazioneper valutare le proprie prestazioni.

Ridotte emissioni in atmosfera e nelleacque, scarsi consumi di acqua dolcee basso indice di rifiuti pericolosi –grazie a politiche di gestione come lo“zero discharge” in mare – collocanol’attività Esplorazione e Produzionein Italia in una posizione di leader-ship internazionale. Le performanceambientali del settore risultano, inol-tre, migliori rispetto alla maggiorparte dei settori industriali nazionali.Tutto questo grazie alle compagnieche investono costantemente per mi-nimizzare gli impatti della propriaattività sul territorio (terrestre e mari-no), applicando le migliori tecnologiedisponibili. Efficace anche l’attività di preven-zione e di gestione di eventualiemergenze ambientali, con investi-menti rilevanti e adozione di sistemidi gestione dei rischi certificati.Costante anche il monitoraggio dellabiodiversità (nonostante il limitatoconsumo del suolo, appena 200 ettariin tutto il paese, mare compreso),mentre sono in continua crescita gli

investimenti in educazione ambien-tale e in comunicazione con glistakeholder sul territorio. Da sottolineare anche l’indice di fre-quenza infortunistica tra i migliori inassoluto in Italia: 2,2 infortuni permilione di ore lavorate (fonte Inail).Un dato ben al di sotto dei valorimedi di settori con caratteristichecomuni, quali il metallurgico (22,5) ele costruzioni (19). L’impegno dellecompagnie nel monitoraggio e nellaraccolta dei dati utili continua, èinfatti in preparazione il RapportoAmbientale 2015 di Assomineraria.

“Impiantistica italiana”, la rivi-sta dell’Associazione naziona-le di impiantistica industriale

(Animp), nel numero di settembre-ot-tobre 2014 ha pubblicato un dossierin inglese sullo studio condotto dalRIE per Assomineraria sulla possibile

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Idrocarburi e sismicità: i datidi Cavone per la ricerca

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Pubblicato in Usa il RapportoAmbientale di Assomineraria

Riparte il Centro Olio Val d’Agri dopo 21 giorni di fermata

Il Centro Olio dell’Eni a Viggiano ha ripreso la normale attività produttivail 19 febbraio. In questo periodo sono state svolte attività di manuten-

zione, verifiche ispettive e operazioni preliminari all’avvio della V linea ditrattamento gas per un miglioramento dell’impianto. Raggiunto l’obiettivodi zero infortuni a fronte di 165.000 ore lavorate. Credits: Eni SpA

Attività estrattiva e territorio:una convivenza possibile

coesistenza tra le attività upstream eagricoltura pesca e turismo (APT). Lo studio “La coesistenza tra Idrocar-buri e Territorio in Italia” muove dal-l’analisi delle argomentazioni espressedalle opposizioni, soprattutto locali,all’attività mineraria, che viene accu-sata di compromettere lo sviluppo delterritorio.Al contrario, l’analisi economica e laricerca sul campo pubblicate nello stu-dio del RIE dimostrano come i settoridell’oil&gas e dell’APT possano coe-sistere con successo in un medesimoambito territoriale. Molti i casi studio di collaborazionigià esistenti riportati nel lavoro – al-l’estero e in Italia – come ad esempioil ruolo svolto dai pescatori del Con-sorzio per lo Sviluppo del Polesine nelfavorire la convivenza tra l’attività it-tica e il rigassificatore a largo di Rovi-go. È quindi chiaro che una comuni-cazione propositiva e un maggior dia-logo tra sistema petrolifero e attori lo-cali possono contribuire alla creazionedi sinergie positive sul territorio.Il RIE, infine, sottolinea che la produ-zione di idrocarburi risulta un’oppor-tunità per l’Italia, la sua crescita eco-nomica e la sua competitività. Incre-mentare la produzione nazionale in-vestendo nello sviluppo locale rappre-senta, quindi, un’imprescindibile lineadi azione. Leggi l’articolo in inglesesu http://animp.it/prodotti_editoria-li/

Le cozze delle piattaforme, una prelibatezza del ravennate

Dall’Adriatico arriva la conferma diuna coesistenza virtuosa tra attivitàestrattiva e pesca. In occasione dellamanifestazione “La Cozza di Raven-na in festa”, numerosi cittadini han-no potuto assistere alla raccolta dicozze dalle gambe della piattaformaAgostino C (Eni). Negli anni Settan-ta, infatti, fu raggiunto un accordotra Eni e i pescatori, riuniti poi incooperative, circa il loro impiegonell’attività di disincrostazione dellepiattaforme dalle cozze. L’ottimaqualità delle cozze raccolte ha gene-rato un mercato di vendita partico-larmente rinomato, che rappresentauna solida base per l’economia del

territorio: quasi il 5% della produ-zione regionale, ovvero il 20-25% diquella della costa ravennate. Le piat-taforme sono delle vere e proprie oa-si di ripopolamento della fauna ma-rina, una scogliera artificiale dovevengono effettuate analisi periodi-che da parte della Capitaneria diPorto e delle Arpa competenti. In ag-giunta, Ispra svolge ogni anno unacampagna di monitoraggio marino.

Massima trasparenza e acces-sibilità dei contenuti sonoalla base di “Eni in Basilicata,

Local Report 2013” e del “Rapportoannuale 2013 in Basilicata” di TotalE&P Italia. Due pubblicazioni a curadi grandi player che operano nei gia-cimenti petroliferi lucani della Vald’Agri e di Tempa Rossa. Eni nel suosecondo rapporto pubblico descrivele attività e le iniziative in tema di la-voro, sviluppo locale, ambiente, salutee sicurezza delle persone. Un quadrocompleto dal quale emerge l’impegnodi Eni per fare della Basilicata nonsolo un esempio virtuoso di sviluppoequilibrato e sostenibile, ma anche ilcentro della cultura dell’energia inItalia.Il documento è disponibile sul sitowww.enibasilicata.it, un portale inte-ramente dedicato alle attività di Eniin Val d’Agri, ricco di contenuti evideo. Il Rapporto Attività 2013 in Basilicatadi Total E&P Italia, ispirato ai princi-pi di dialogo e trasparenza vuolecondividere – con stakeholder e citta-dini – le attività realizzate nella regio-ne. Al centro dell’attenzione il rispet-to delle comunità locali, la tuteladell’ambiente e della salute, la sicu-

rezza delle persone, l’occupazione, lacrescita economica e sociale del terri-torio. Insieme al Rapporto è stato presentatoanche lo Studio condotto dal “CentroStudi Grif – Fabio Gobbo” dell’Uni-versità LUISS Guido Carli, con l’obiet-tivo di stimare, attraverso metodologiescientifiche, le conseguenze sociali el’impatto economico in Basilicata degliinvestimenti realizzati da Total E&PItalia nell’area di Tempa Rossa.Info su www.it.total.com

Ha preso il via il 16 febbraio ilCorso tecnico-professionaleorganizzato a seguito del Pro-

tocollo formativo firmato nel 2012 traAssomineraria, rappresentata dalPresidente del Settore Beni&ServiziSergio Polito, e l’Università E. Mon-dlane di Maputo. Sei giovani studentimozambicani e un professore dellaFacoltà di Ingegneria hanno iniziatoa seguire il corso di tre settimanepresso la Assoil School di Viggiano,sotto la guida della Direttrice IdaLeone. Il corso, cui seguiranno duesettimane di stage presso alcuneaziende associate, è stato possibilegrazie al sostegno di dieci aziendedel Settore Beni&Servizi: Baggio, Bo-natti, D’Appolonia, Ecoglobal, GEOil&Gas-Nuovo Pignone, Install, Ma-ersk, Maire Tecnimont, Proger, TecnoIn. Tra le lezioni, di particolare inte-resse l’approfondimento della tema-tica del ciclo integrato delle acque,offerto da Golder Associates an-ch’essa associata ad Assomineraria.Prima di ripartire per Maputo a finemarzo, i partecipanti al corso sarannoricevuti a Roma dall’ambasciatore delMozambico Carla Elisa Luis Mucavi.

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Assomin – 2/2015 ___________________________________________________________________

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 553 del 2 ottobre 1991

Direttore Responsabile: Rossella Pardi

Website: www.assomineraria.org

e-mail: [email protected]

Finito di stampare nel mese di marzo 2015 da:Studio Alpha – Via Casal del Marmo 520 – 00166 Roma

ASSOMININFORMAZIONI MENSILI DELL’ASSOCIAZIONE MINERARIA ITALIANA 1/2014 – ANNO 25

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TIZIE

ASSOMINERARIA

Ami: training formativo per gli studenti di Maputo

Trasparenza nei report di Eni e Total in Basilicata