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Premessa. Il latte contiene molte sostanze nutritive importanti per lo scheletro: proteine ricche di tutti gli aminoacidi essenziali e considerate di alto valore bio- logico, calcio, fosforo, vit. D. La capa- cità di digerire il lattosio, comune nelle popolazioni nordeuropee, mi- gliora il loro assorbimento intestinale. Si è proposto di introdurre latticini equivalenti a 3-4 bicchieri di latte al dì per ridurre le fratture da osteoporosi 1 . Tuttavia un’alta introduzione di latte potrebbe avere effetti indesiderabili, perché la digestione del lattosio espo- ne a un assorbimento di D-galattosio, che provoca invecchiamento in specie animali da esperimento 1 , con infiammazione cronica, stress ossidativo, riduzione della risposta immunita- ria e accorciamento della vita 1 , oltre che perdita ossea associata all’età 1 . Dunque la raccomandazione di bere latte per prevenire le fratture è contraddittoria. Le analisi combinate di ricerche sulla associazione del consumo di latticini con mortalità e fratture non hanno dato risposte chiare, in parte perché non hanno distinto il consumo di latte da quello di pro- dotti caseari in cui il lattosio è assente (formaggi) o ri- dotto (latti fermentati, yogurt, che sono invece accre- ditati di effetti probiotici antiossidanti e antinfiamma- tori 1 , e di benefici sulla flora microbica intestinale 1 ). Analisi di due coorti svedesi 2 Oltre 61.000 donne e 45.000 uomini svedesi adulti o anziani, seguiti rispettivamente per 22 e 13 anni, hanno risposto a dettagliati questionari alimentari che includevano i consumi di latte e derivati e altre informazioni su stile di vita, malattie e alcuni farmaci in grado di agire sulla massa ossea. Obiettivo: studiare l’associazione del consumo di latte con mortalità e fratture. Risultati Il consumo medio di latte è stato di 240 g al dì nelle donne e 290 nei maschi. Ogni bicchiere di latte in più è risultato associato con la mortalità da tutte le cause (+15%), cardiovascolare/CV (+15%) e da cancro (+7%). Il gruppo di donne con consumo di 3 o più bicchieri (media 680 g al dì) rispetto al gruppo con meno di un bicchiere (media 60 g) ha avuto quasi il doppio di mortalità totale e CV, oltre a un aumento di fratture (+16%), soprattutto dell’anca (+60%) (Fig. 1). Anche i maschi con maggior consumo di latte hanno avuto un modesto aumento di mortalità totale (+10%), soprattutto da cause CV, con una lieve ten- denza all’aumento di fratture (v. Tab. 1) 2, a . Formaggi e latti fermentati/yogurt. Con questi cibi, invece, i rischi dimi- nuivano: per ogni porzione in più mor- talità e fratture si sono ridotte (–10- 15%) nelle donne, con effetti minori nei maschi. Stress ossidativo e infiammazione. Il consumo di latte è risultato associato con più marcatori di stress ossidativo e infiammazione, mentre quello di latti fermentati o yogurt era associato con la loro diminuzione, e quello di for- maggi non mostrava alcuna relazione 2 . Conclusione degli autori. Un maggior consumo di latte non risulta affatto as- sociato con riduzione di fratture, si as- Scheda 102/2014 per cittadini-consumatori Pillole di educazione sanitaria Bevete più latte? Puro, bianco, ma… Tab. 1 – Consumo di latte e mortalità totale e CV in donne e maschi svedesi 2 B i c c h i e r i a l g i o r n o meno di 1 da 1 a 2 da 2 a 3 3 o più Rischio ogni 200 g latte Mortalità totale donne riferimento +21% +60% +93% +15% uomini –1%* +5%* +10% +3% Mortalità CV donne +16% +59% +90% +15% uomini +4%* +10% +16% +5% Mortalità cancro donne +7%* +16% +44% +7% Fratture (tutte) donne +7% +16% +16% +2% uomini +2%* +1%* +3%* +1%* Fratture (anca) donne +19% +55% +60% +9% uomini –5% +13%* +1%* +3%* * La differenza non era statisticamente significativa. Non piangere sul latte versato ! www.checkupdiritti.it

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Premessa. Il latte contiene molte sostanze nutritiveimportanti per lo scheletro: proteine ricche di tutti gliaminoacidi essenziali e considerate di alto valore bio-logico, calcio, fosforo, vit. D. La capa-cità di digerire il lattosio, comunenelle popolazioni nordeuropee, mi-gliora il loro assorbimento intestinale.Si è proposto di introdurre latticiniequivalenti a 3-4 bicchieri di latte al dìper ridurre le fratture da osteoporosi 1.Tuttavia un’alta introduzione di lattepotrebbe avere effetti indesiderabili,perché la digestione del lattosio espo-ne a un assorbimento di D-galattosio, cheprovoca invecchiamento in specie animali daesperimento 1, con infiammazione cronica,stress ossidativo, riduzione della risposta immunita-ria e accorciamento della vita 1, oltre che perditaossea associata all’età1. Dunque la raccomandazionedi bere latte per prevenire le fratture è contraddittoria.Le analisi combinate di ricerche sulla associazionedel consumo di latticini con mortalità e fratture nonhan no dato risposte chiare, in parte perché nonhanno distinto il consumo di latte da quello di pro-dotti caseari in cui il lattosio è assente (formaggi) o ri-dotto (latti fermentati, yogurt, che sono invece accre-ditati di effetti probiotici antiossidanti e antinfiamma-tori 1, e di benefici sulla flora microbica intestinale 1).

Analisi di due coorti svedesi 2

Oltre 61.000 donne e 45.000 uomini svedesi adulti oanziani, seguiti rispettivamenteper 22 e 13 anni, hanno risposto adettagliati questionari alimentariche includevano i consumi dilatte e derivati e altre informazionisu stile di vita, malattie e alcunifarmaci in grado di agire sullamassa ossea. Obiettivo: studiarel’associazione del consumo dilatte con mortalità e fratture.

RisultatiIl consumo medio di latte è stato di 240 g

al dì nelle donne e 290 nei maschi. Ogni bicchiere dilatte in più è risultato associato con la mortalità datutte le cause (+15%), cardiovascolare/CV (+15%) eda cancro (+7%). Il gruppo di donne con consumo di3 o più bicchieri (media 680 g al dì) rispetto al gruppocon meno di un bicchiere (media 60 g) ha avuto quasiil doppio di mortalità totale e CV, oltre a un aumentodi fratture (+16%), soprattutto dell’anca (+60%) (Fig. 1). Anche i maschi con maggior consumo di lattehanno avuto un modesto aumento di mortalità totale(+10%), soprattutto da cause CV, con una lieve ten-denza all’aumento di fratture (v. Tab. 1) 2, a.

Formaggi e latti fermentati/yogurt.Con questi cibi, invece, i rischi dimi-nuivano: per ogni porzione in più mor-talità e fratture si sono ridotte (–10-15%) nelle don ne, con effetti minorinei maschi.Stress ossidativo e infiammazione. Ilconsumo di latte è risultato associatocon più marcatori di stress ossidativo einfiammazione, mentre quello di lattifermentati o yogurt era associato conla loro diminuzione, e quello di for-maggi non mostrava alcuna relazione2.Conclusione degli autori. Un maggiorconsumo di latte non risulta affatto as-sociato con riduzione di fratture, si as-

Scheda 102/2014

per cittadini-consumatoriPillole di educazione sanitaria

Bevete più latte? Puro, bianco, ma…

Tab. 1 – Consumo di latte e mortalità totale e CV in donne e maschi svedesi 2

B i c c h i e r i a l g i o r n o

meno di 1 da 1 a 2 da 2 a 3 3 o più Rischio ogni 200 g latte

Mortalità totale donne riferimento +21% +60% +93% +15%

uomini “ –1%* +5%* +10% +3%

Mortalità CV donne “ +16% +59% +90% +15%

uomini “ +4%* +10% +16% +5%

Mortalità cancro donne “ +7%* +16% +44% +7%

Fratture (tutte) donne “ +7% +16% +16% +2%

uomini “ +2%* +1%* +3%* +1%*

Fratture (anca) donne “ +19% +55% +60% +9%

uomini “ –5% +13%* +1%* +3%*

* La differenza non era statisticamente significativa.

Non piangere sul latte versato !

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socia a maggior mortalità e a più alti marcatori di in-fiammazione e stress ossidativo. La raccomandazionedi bere più latte per prevenire le fratture va ridiscussa.

Confronto con altri studi e commentiGli effetti avversi riscontrati non sono dovuti al so-vrappeso, dato che un alto consumo di latte o latticininon è risultato associato ad aumenti di peso, né inquesta né in altre ricerche 2.Ricerche ecologiche, di confronto tra popolazioni 1,mostrano che paesi con alto consumo di latte hannotassi di fratture più elevati. Anche ricerche di disegnopiù valido, come la grande ricerca EPIC1, avevano giàmostrato in coorti di cinque paesi europei, Italia in-clusa, che il consumo di latticini non protegge dallefratture (Tab. 2), anzi nel complesso si associa con unlieve aumento di rischio.

Un’analisi combinata di 14 ricerche di buona validità 1

ha mostrato che il consumo di yogurt si associa conprotezione dal diabete di tipo 2 (–18%). Invece ogniporzione al giorno di latte intero, nelle tre grandi ri-cerche USA con osservazione sino a 30 anni (infer-miere) e sino a 24 anni (sanitari maschi), era associatacon un aumento di diabete tipo 2 (+10%).Precedenti ricerche sui rapporti tra latte e mortalitàavevano dato risultati contraddittori, in parte spiega-bili con l’inadeguata distinzione tra latte e latticini fer-mentati, che mostrano effetti opposti. La ricerca quiconsiderata2 ha comunque un numero di morti e frat-ture maggiore rispetto a tutti quelli delle precedentiricerche messi assieme. Non consente conclusionidefinitive, ma fornisce le migliori prove ad oggi di-sponibili, e occorre tenerne conto.Se la ricerca 2 considera solo adulti-anziani, in quelleUSA su infermiere e sanitari si è indagato anche ilconsumo di latte in adolescenti (13-18 anni)1. Rispet-to a chi beveva 1 bicchiere di latte al dì, le maggioriconsumatrici non avevano protezione dalle fratture;nei maschi forti consumatori c’era addirittura unmaggior rischio (+9%), e invece una tendenza alladiminuzione in chi beveva meno di 1 bicchiere al dì.Le prove che si accumulano danno ragione a chi daanni cerca di sfatare radicati pregiudizi sul bisogno dilatte dopo lo svezzamento 1. Inoltre richiedono unadistinzione (che non era presente in3) del latte dai lat-ticini fermentati; e suggeriscono di ridimensionareparecchio i consumi di latte c.

Dott. A. Donzelli, SC Educazione Appropriatezza – ASL Milano

1. Per riferimenti bibliografici v. Pillola BPC 118/’14. 2. Michaëlsson K et al. Milk intake and risk of mortality and fractures in

women and men: cohort studies. BMJ 2014; 349:g6015.3. Pillola ES 50/2009. Bevande più e meno adatte alla salute.

(a) La differenza degli uomini rispetto alle donne può es-sere reale, o in parte dovuta alla durata di osservazionepiù breve che tende a ridurre la dimensione dei rischi. (b) Le popolazioni in studio sono divise in 5 parti di pari

numerosità, ordinate in modo progressivo (quin-tili) in base a qualche caratteristica (nel nostrocaso, in base al consumo di gruppi di cibi). Il quintile 1 ha il consumo medio minore; ilquintile 5 il consumo medio maggiore.(c) Un tempo le mucche mangiavano erba,erano munte solo dopo un parto, davano 5-7 l dilatte al dì e non ne producevano durante la gra-vidanza successiva. Oggi si ottengono 30 l dilatte al dì con selezione genetica e diete inna-turali iperproteiche: un supersfruttamento chelogora le mucche in 2-3 anni. La produzionecontinua anche durante le gravidanze, quandoil latte è più ricco di estrogeni, con ulteriori ri-schi potenziali.

Tab. 2 – Incidenza di fratture d’anca associate con ciascun quintile b d’aumento nel consumo di gruppi di alimenti in EPIC 1

Tendenza a riduzione del rischio Tendenza ad aumento di rischio

Carboidrati totali –9% Calcio +2%

Acidi grassi polinsaturi –8% Latticini +2%

Verdure –7% Acidi grassi monoinsaturi +2%

Pesce e molluschi –7% Proteine +3%

Legumi –5% Uova +5%

Patate –4% Zucchero e dolci +6%

Alcol –3% Grassi totali +13%

Frutta fresca e secca oleosa –2% Acidi grassi saturi +13%

Fig. 1 – Coorte di donne svedesi (dati tratti da 2)

0 2 4 6

2

1 3 5

3

4

1

0

0 2 4 6

2

1 3 5

3

4

1

0

4

2

1

3

00

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21 4 53 6

2

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1

21 4 53 6

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Bicchieri di latte al giorno

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Iniziativa organizzata con il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico

Capofila dell’iniziativa