Piano di continuità educativo-didattica fra i vari gradi dellistruzione NEL CURRICOLO DI MATEMATICA...

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Piano di continuità educativo-didattica fra i vari gradi dell’istruzione NEL CURRICOLO DI MATEMATICA DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO GRUPPO DI LAVORO N. 1 Docenti: Lucia Barbiera, Anna Calvo, Clelia Celisi, Concetta Lombardo Referente Progetto: Dirigente Scolastico dott.ssa Rita Spatola Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia-Direzione Generale Ufficio Scolastico Provinciale di Siracusa

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Piano di continuità educativo-didattica fra i vari gradi dell’istruzione

NEL CURRICOLO DI MATEMATICA DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO

GRUPPO DI LAVORO N. 1

Docenti: Lucia Barbiera, Anna Calvo, Clelia Celisi, Concetta Lombardo

Referente Progetto: Dirigente Scolastico dott.ssa Rita Spatola

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaUfficio Scolastico Regionale per la Sicilia-Direzione Generale

Ufficio Scolastico Provinciale di Siracusa

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“Scuole a confronto” per un interesse comune: a caccia di apprendimenti significativi e duraturi.

Il vero volto della continuità

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Premessa

La continuità non è fuori dal curricolo, ma ne costituisce il pilastro portante.

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…la continuità può essere realizzata:

solo se viene portata all'interno di un itinerario formativo articolato, organico e condiviso

attraverso un serio "coordinamento dei curricoli “ supportato da una conoscenza reciproca dei programmi dei diversi ordini di scuola.

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Compito dell‘Istituzione Scolastica è quello di prevenire le difficoltà che potrebbero insorgere nei passaggi tra i diversi ordini di scuola e che spesso sono causa di fenomeni come quello dell'abbandono scolastico, nel rispetto del diritto di ogni alunno ad un percorso formativo organico e completo.

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Confrontiamoci

Il presente lavoro nasce dal produttivo confronto tra docenti di matematica dei tre diversi ordini di scuola che, in un’atmosfera di cordiale collaborazione e apertura, hanno condiviso conoscenze, comparato esperienze didattiche, approcci metodologici e problematiche quotidiane, nella fiduciosa ricerca di soluzioni e strategie

efficaci per il successo scolastico.

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Punti condivisi

La nostra riflessione parte dalla considerazione che esiste un forte gap tra il “curricolo raggiunto” dai nostri alunni e “il curricolo programmato”.

Tale gap è la causa vera dell’insuccesso scolastico.

Imperativo della Scuola è colmare tale gap.

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…l’occasione per riflettere:

Gli ultimi risultati dell’Indagine OCSE PISA 2006 hanno indicato nella matematica “il tallone d’Achille” della Scuola Italiana e hanno offerto una piattaforma di ricerca-azione per ri-definire le competenze matematiche.

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La matematica ha l’obiettivo di far acquisire all’alunno…

Capacità di giudizio critico e di valutazione Capacità di orientamento consapevole nei

diversi contesti del mondo contemporaneo Capacità di utilizzare i modelli formali di

pensiero, di rappresentazione grafica e simbolica per “matematizzare” la realtà

Trovare soluzioni possibili a problemi di ogni tipo

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Obiettivi del gruppo

Il nostro gruppo ha cercato di individuare le strategie più efficaci e motivanti per un apprendimento intelligente delle conoscenze matematiche.

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Finalita’ del processo di apprendimento matematico

L’ALUNNO DEVE COSTRUIRE LA PROPRIA “FORMA MENTIS MATEMATICA”, CHE LO

ABITUI ALL’ORDINE E AL RIGORE MENTALI

ATTRAVERSO LA RISOLUZIONE DI SITUAZIONI PROBLEMATICHE.

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Abbiamo così pensato di focalizzare l’attenzione

sulla capacità di individuare una situazione problematica

di analizzarla di comprenderne i dati per la

formulazione di ipotesi risolutive.

Quindi il problema offre gli strumenti per sviluppare il pensiero matematico in tutti i suoi aspetti.

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In sintesi, affrontare e risolvere con successo situazioni problematiche, consente l’acquisizione della capacità di “matematizzare” la realtà.

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…e matematizzare vuol dire…

matematizzare

ricercare

combinare

scegliere

applicare

analizzare

sintetizzare

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MA SOPRATTUTTO…

…RAGIONARE!

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Un esame di coscienza…

Fermo restando che i docenti di ogni ordine di scuola devono assumersi le proprie responsabilità senza colpevolizzare i colleghi, è certamente vero che il ruolo svolto dalla Scuola primaria è fondamentale nella formazione dei concetti basilari del pensiero matematico.

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Il nostro gruppo di lavoro propone una serie di “buone pratiche”, o come dice Brousseau,“ buone situazioni di apprendimento”, che possono rendere efficace il curricolo di matematica.

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Modelli errati da evitare attraverso le “buone situazioni di insegnamento/apprendimento”

L’alunno è spesso portatore di modelli rigidi, strutturati in modo errato, che rendono difficile la trasferibilità della conoscenza in ambiti diversi da quelli già costruiti.

In parole più semplici, l’alunno giunge in prima media con modelli di riferimento rigidamente consolidati perché acquisiti come meccanica ripetizione di conoscenze.

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Dalla parte del docente

Le sue buone pratiche…

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Le buone situazioni di insegnamento n° 1

Per superare il tradizionale insegnamento ripetitivo, è necessario sviluppare attività di laboratorio matematico nel senso di situazioni di ricerca di scoperta individuale e di gruppo.

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Le buone situazioni di insegnamento n° 2

L’apprendimento matematico efficace e trasferibile avviene solo attraverso situazioni problematiche vicine al vissuto degli alunni (Scuola Primaria), o ai loro interessi

(Scuola secondaria di primo e secondo grado)*

* Partecipazione a giochi e competizioni matematiche

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Le buone situazioni di insegnamento n° 3

Utilizzazione di modelli flessibili, aperti, attraverso una varietà di esempi sempre diversi, introducendo l’imprevisto come momento di “critica” del processo e forma di protezione alle rigide strutturazioni concettuali

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Le buone situazioni di insegnamento n° 4

Controllo nella formazione di conflitti cognitivi che portano a “misconcezioni”( B. D’Amore), cioè concezioni momentaneamente non corrette che l’alunno si forma in attesa di una sistemazione cognitiva elaborata e critica.

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Le buone situazioni di insegnamento/apprendimento n° 5

Prevedere la possibilità di non soluzione dei problemi anche in presenza di dati

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Le buone situazioni di insegnamento n° 6

Usare in modo flessibile, razionale e creativo il materiale strutturato affinchè non diventi unico veicolo di conoscenze.

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Dalla parte degli alunni…

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Le buone situazioni di apprendimento n° 7

Verbalizzazione delle riflessioni da parte degli alunni affinché si abituino, fin da piccoli, a mettere a fuoco il proprio pensiero e ad esprimere con argomentazioni forti le proprie opinioni.

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Le buone situazioni di apprendimento n° 8

L’errore non è penalizzante e la correzione è formativa per tutto il gruppo-classe, anzi occorre…

…valorizzare l’errore come opportunità per guidare l’alunno verso una migliore comprensione del concetto

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Le buone pratiche di apprendimento n°9

Costruzione personale dei saperi attraverso processi condivisi, motivanti e trasferibili

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Le buone situazioni di insegnamento/ apprendimento

n° 10

L’energia motivazionale: la motivazione rimane sempre la spinta

insostituibile per ogni apprendimento significativo. Nel favorirla si gioca il ruolo formativo del processo cognitivo della scuola. La psicologia offre svariate strategie per potenziare la motivazione negli alunni, in cui il rapporto umano Docente-discente ha un valore unico che mai potrà essere sostituito e che richiama la missione che ciascun docente svolge all’interno del gruppo-classe.

…e la motivazione del docente…?