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PI PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2016/2017

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PI

PIANO ANNUALE

PER

L’INCLUSIONE

ANNO SCOLASTICO 2016/2017

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PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

Il piano annuale per l’inclusione è uno strumento che consente alle istituzioni

scolastiche di progettare la propria offerta formativa in senso inclusivo, spostando

l’attenzione dal concetto di integrazione a quello di inclusione.

In ottemperanza alle direttive e circolari ministeriali Strumenti d’intervento per

alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione

scolastica del 27.12.2012 e n. 86 del 6 marzo 2013 riguardo gli alunni con Bisogni

Educativi Speciali (B.E.S.) e nel vivo desiderio di fornire agli alunni della nostra

scuola e alle loro famiglie uno strumento utile per la partecipazione e l’inclusione,

abbiamo sviluppato il seguente Piano Annuale per l’Inclusività, caratterizzato

dall’attenzione alla specificità individuale e dalla condivisione dei percorsi didattici.

La nostra scuola nel porre il concetto di persona umana al centro dell’attività

educativa considera l’accoglienza della diversità un valore irrinunciabile e favorisce

l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. Attraverso adeguate strategie

organizzative e didattiche e la stesura dei piani didattici personalizzati si vuole

contrastare la dispersione scolastica, promuovere e garantire a tutti gli alunni la piena

realizzazione di sé nella propria peculiare forma e singolarità.

Il piano d'inclusione rivolto agli alunni con bisogni educativi speciali, è parte

integrante del PTOF d'Istituto e si propone di:

• Favorire un clima di accoglienza e inclusione nei confronti dei nuovi studenti e

delle loro famiglie, del nuovo personale scolastico.

• Definire pratiche condivise tra scuola e famiglia.

• Sostenere gli alunni con BES nella fase di adattamento al nuovo ambiente e in tutto

il percorso di studi.

• Favorire il successo scolastico e formativo e prevenire blocchi nell'apprendimento

di questi studenti, agevolandone la piena inclusione sociale.

• Adottare piani di formazione che prevedano l'utilizzo di metodologie didattiche

creative.

• Promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola,

famiglia ed enti territoriali coinvolti (comune, ASUR, provincia, regione, enti di

formazione, ...).

• Definire buone pratiche comuni all' interno dell'istituto.

•Delineare prassi condivise di carattere: amministrativo e burocratico

(documentazione necessaria); comunicativo e relazionale (prima conoscenza);

educativo–didattico (assegnazione, accoglienza, coinvolgimento del consiglio di

classe).

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GLI (GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE)

Il GLHI viene sostituito dal GLI, è coordinato da Dirigente scolastico.

Ne fanno parte tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola:

funzioni strumentali, insegnanti di sostegno, AEC (assistenti alla comunicazione),

docenti “disciplinari” con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti

istituzionali o esterni in regime di convenzione con la scuola.

Il GLI svolge funzioni interne ed esterne alla scuola, relative a tutte le problematiche

riferite ai BES ed elabora, annualmente, il Piano per l'inclusione. (PAI)

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Art. 3-33-34 della costituzione italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità

sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di

lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali..... E'

compito della repubblica rimuovere gli ostacoli...che impediscono il pieno

sviluppo della persona umana...”; “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è

l'insegnamento”, “ La scuola è aperta a tutti.....”

Legge 517/77: abolizione delle classi differenziali, garanzia al diritto di

istruzione dell'alunno con handicap, istituzione dell'insegnante di sostegno,

modalità di raccordo tra scuola e servizi sanitari; modifica dei sistemi di

valutazione e articolazione flessibile delle classi.

Legge 104/92: coinvolgimento delle varie professionalità educative, sanitarie,

sociali in un progetto formativo individualizzato, redazione di diagnosi

funzionale (ASL) e profilo dinamico funzionale (equipe multidisciplinare),

istituzione del piano educativo individualizzato (PEI).

Legge 170/2001: riconoscimento dei disturbi specifici dell'apprendimento e

istituzione del piano didattico personalizzato (PDP) con indicazioni precise

sugli strumenti compensativi e le misure dispensative.

Legge 53/2003: principio della personalizzazione dell'apprendimento.

Legge n. 59/2004: indicazioni nazionali per i Piani di Studio Personalizzati.

Direttiva 27 dicembre 2012: strumenti d'intervento per alunni con bisogni

educativi speciali; organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”.

Circolare ministeriale n.8 del 6 marzo 2013.

Nota prot.1551 del 27 giugno 2013 Piano annuale per l'inclusività-

Direttiva 27 dicembre 2012 e CM n.8/2013.

Bozza di circolare del 20 settembre 2013: strumenti d'intervento per alunni

con BES.

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INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE

E’ opportuno osservare che la Legge 170/2010 insiste più volte sul tema della

didattica

individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio,

con ciò lasciando intendere la centralità delle metodologie didattiche, e non solo degli

strumenti compensativi e delle misure dispensative, per il raggiungimento del

successo formativo degli alunni con DSA.

“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul

piccolo gruppo, che diviene “personalizzato” quando è rivolto ad un particolare

alunno.

Più in generale – contestualizzandola nella situazione didattica dell’insegnamento in

classe – l’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i

componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione

delle caratteristiche individuali degli alunni, con l’obiettivo di assicurare a tutti il

conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi

attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni.

L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno

l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi

obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica

ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo.

Si possono quindi proporre le seguenti definizioni.

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può

svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche

competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio;

tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale

in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del

lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente.

La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge

53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità

relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che

caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali

soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei punti

di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo

talento.

Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica

personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e

strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni

alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione

agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli

raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo.

La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per

l’alunno e lo studente con DSA E BES, le condizioni più favorevoli per il

raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.

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ISTITUTO COMPRENSIVO “ITALO CARLONI”

VIA XXIV Maggio,8 60043 CERRETO D’ESI (ANCONA)

Tel. e Fax: 0732 677970 Cod. Fisc.: 90016670425

Piano Annuale per l’Inclusione a.s. 2015/2016

Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

A. Rilevazione dei BES presenti: n°

1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 25

minorati vista

minorati udito

Psicofisici 25

2. disturbi evolutivi specifici 9

DSA 9

ADHD/DOP

Borderline cognitivo

Altro (DSA in fase di Certificazione)

3. svantaggio (indicare il disagio prevalente) 14

Socio-economico

Linguistico-culturale 13

Disagio comportamentale/relazionale 1

Altro

Totali 48

% su popolazione scolastica 12%

N° PEI redatti dai GLHO 25

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N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 9

N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 14

B. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in: Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di

piccolo gruppo

SI

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti,

ecc.)

SI

AEC Attività individualizzate e di

piccolo gruppo

NO

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti,

ecc.)

NO

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di

piccolo gruppo

NO

Attività laboratoriali integrate

(classi aperte, laboratori protetti,

ecc.)

NO

Funzioni strumentali / coordinamento SI

Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) SI

Psicopedagogisti e affini esterni/interni SI

Docenti tutor/mentor

Altro:

C. Coinvolgimento personale

ATA

Assistenza alunni disabili SI

Progetti di inclusione / laboratori integrati NO

Altro:

D. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e

psicopedagogia dell’età evolutiva

SI

Coinvolgimento in progetti di inclusione NO

Coinvolgimento in attività di promozione

della comunità educante

NO

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Altro:

E. Rapporti con servizi

sociosanitari territoriali e

istituzioni deputate alla

sicurezza. Rapporti con

CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati sulla disabilità

SI

Accordi di programma / protocolli di intesa

formalizzati su disagio e simili

SI

Procedure condivise di intervento sulla

disabilità

SI

Procedure condivise di intervento su

disagio e simili

SI

Progetti territoriali integrati SI

Progetti integrati a livello di singola scuola NO

Rapporti con CTS / CTI SI

Altro:

F. Rapporti con privato

sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati SI

Progetti integrati a livello di singola scuola NO

Progetti a livello di reti di scuole SI

G. SIFormazione docenti

Strategie e metodologie educativo-

didattiche / gestione della classe

SI

Didattica speciale e progetti educativo-

didattici a prevalente tematica inclusiva

SI

Didattica interculturale / italiano L2 SI

Psicologia e psicopatologia dell’età

evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)

SI

Progetti di formazione su specifiche

disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive,

sensoriali…)

NO

Altro:

Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo X

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento

degli insegnanti X

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; X

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola X

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola,

in rapporto ai diversi servizi esistenti; X

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Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare

alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; X

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi

formativi inclusivi;

X

Valorizzazione delle risorse esistenti X

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la

realizzazione dei progetti di inclusione X

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel

sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo

inserimento lavorativo.

X

Altro:

Altro:

* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo

Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

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Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il

prossimo anno

Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di

responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)

Il Dirigente Scolastico, la scuola, gli insegnanti del team classe e/o sezione, la funzione

strumentale, il personale ATA, GLI, gli operatori centri di riabilitazione, famiglia, ASUR,

servizi presenti sul territorio…

Tutti concorrono in misura diversa secondo il proprio ambito di competenza alla realizzazione

di interventi sinergici ed efficaci per rispondere ai bisogni di ciascun alunno.

LA SCUOLA

Elabora, inserendola nel PTOF, un sistema di promozione dell’integrazione e

dell’inclusione condiviso tra il personale (Piano Annuale per l’Inclusione);

Definisce al proprio interno una struttura di organizzazione e coordinamento degli interventi rivolti

alla disabilità e al disagio scolastico (gruppo di lavoro per l’inclusione), definendo ruoli di referenza

interna ed esterna;

Sensibilizza la famiglia a farsi carico del problema, elaborando un progetto educativo condiviso e

invitandola a farsi aiutare, attraverso l’accesso ai servizi (ASUR e/o servizi sociali).

IL DIRIGENTE

Convoca e presiede il GLI;

Viene informato dal Coordinatore di Classe e/o Funzione strumentale rispetto agli sviluppi del

caso considerato;

Convoca e presiede il Consiglio di Classe/Interclasse/Intersezione.

LA FUNZIONE STRUMENTALE

Collabora con il Dirigente Scolastico,

raccorda le diverse realtà (Scuola, ASUR, Centri di Riabilitazione, Famiglie, enti territoriali…),

attua il monitoraggio di progetti,

rendiconta al Collegio Docenti,

coordina il colloquio tra scuola e famiglia,

segue i passaggi di contatto/informazione Scuola /Famiglia/ Servizi,

rimane a disposizione e collabora con gli insegnanti per la definizione dei Progetti (PEI o PDP),

informa circa le nuove disposizioni di legge o rispetto a nuovi ambiti di ricerca e di didattica

speciale ed inclusiva,

fornisce spiegazioni sull’organizzazione della scuola.

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I CONSIGLI DI CLASSE/INTERCLASSE/INTERSEZIONE

informano il Dirigente e la famiglia della situazione/problema;

effettuano un primo incontro con i genitori.;

collaborano all’osservazione sistematica e alla raccolta dati;

analizzano i dati rilevati, prendono atto della relazione clinica, definiscono, condividono ed attuano

il Piano Educativo Individualizzato (PEI) od un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per l’alunno.

LA FAMIGLIA

Informa i docenti di classe (o viene informata) della situazione/problema. Si attiva per portare il figlio da

uno specialista ove necessario. Partecipa agli incontri con la scuola e con i servizi del territorio, condivide

il Progetto e collabora alla sua realizzazione, attivando il proprio ruolo e la propria funzione.

PERSONALE ATA

Svolge i compiti di assistenza fisica al disabile e di vigilanza in ambito scolastico.

CENTRI DI RIABILITAZIONE

Gli incontri con i terapisti e gli specialisti consentono forme di raccordo, laddove è possibile, e/o

suggerimenti del caso.

UMEE

Effettua l'accertamento, fa la diagnosi e redige una relazione. Incontra la famiglia per la restituzione

relativa all'accertamento effettuato. Fornisce supporto alla scuola per individuare il percorso da

intraprendere in assenza della collaborazione con la famiglia. Partecipa agli incontri della scuola

organizzati per i diversi alunni. E' attivato e coinvolto rispetto al caso esaminato. Integra e condivide il PEI.

EDUCATORI SCOLASTICI

Gli Educatori Scolastici lavorano a stretto contatto con il consiglio di Classe/Interclasse/Intersezione

secondo i tempi indicati nelle attività previste dal piano annuale. Le attività consistono in un aiuto

alla socializzazione, all’ acquisizione di maggiore autonomia nel muoversi anche all’interno del territorio,

all’ attuazione di progetti con associazioni ed enti.

IL SERVIZIO SOCIALE

Se necessario viene aperta una collaborazione di rete, rispetto ai vari servizi offerti dal territorio. Partecipa

agli incontri della scuola organizzati per i diversi alunni. E’ attivato e coinvolto rispetto al caso esaminato.

Integra e condivide il PEI o PDP.

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A seguito dell’emanazione della Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti

d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per

l’inclusione scolastica” e della Circolare ministeriale N.8 del 6 marzo 2013, è prevista

l’estensione dei compiti al Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) alle problematiche relative

a tutti i bisogni educativi speciali (Bes) al fine di svolgere le seguenti funzioni:

Promuovere la cultura dell’inclusione.

Elaborare e verificare strategie inclusive.

Proporre e formulare criteri di ripartizione delle risorse.

Avanzare proposte in merito alla richiesta e all’assegnazione delle risorse

l’integrazione (docenti di sostegno, PEI/PDP, consulenze specialistiche), in base alle

indicazioni dei docenti di sostegno che conoscono i casi individuali.

Promuovere azioni di sensibilizzazione degli alunni, dei genitori, del territorio.

Collaborare alla pianificazione di specifici progetti anche in riferimento all’analisi e al

reperimento delle risorse finanziare ad essi necessarie.

Proporre al Dirigente Amministrativo e al Consiglio di Circolo l’acquisto di

attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati alle attività di sostegno in base

alle indicazioni dei docenti di sostegno.

Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione si riunirà nel mese di ottobre (assegnazione delle

risorse), febbraio/marzo (monitoraggio intermedio, rilevazione richiesta ore di sostegno per

l’anno successivo), maggio/giugno (pianificazione delle attività d’inclusione dell’anno

scolastico successivo) e tutte le volte si riterrà necessario nel corso dell’anno.

Verranno pianificati, inoltre, incontri tra gli insegnanti di sostegno nei tre ordini di scuola per

trattare argomenti specifici didattico-organizzativi.

I consigli di interclasse si riuniranno con cadenza periodica programmata per la concreta

organizzazione delle attività scolastiche che coinvolgono gli alunni in situazione di disabilità

e bisogni d’inclusione: definizione di linee educative e didattiche condivise, organizzazione

dell’orario, pianificazione dei laboratori, verifica in itinere e conclusiva del lavoro svolto,

formulazione dei progetti di accoglienza per gli alunni nuovi iscritti.

Le sedute del GLI saranno documentate da apposito verbale.

La pianificazione e la realizzazione dei percorsi di inclusione dei singoli alunni scaturiscono

dalla collaborazione tra le diverse figure professionali operanti nella scuola, ciascuna delle

quali si occupa di aspetti specifici:

Consiglio di interclasse

Docente referente del GLI

Docenti di sostegno e/o docenti con formazione specifica.

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

Prevedere / promuovere percorsi specifici di formazione e aggiornamento del personale docente e

non, per conoscere e approfondire specifiche tematiche e migliorare la ricerca di opportune

strategie didattiche ai fini dell’inclusione.

A tale scopo il docente referente per l’inclusione avrà anche i compiti di:

Stabilire i contatti con Enti e agenzie educative che operano sul territorio per organizzare attività

integrative.

Curare i contatti con l’Azienda Sanitaria Locale e Centri di Riabilitazione per l’organizzazione di

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incontri di informazione e formazione.

Partecipare a convegni e manifestazioni riguardanti l’inclusione e segnalare eventuali iniziative di

formazione ai colleghi.

Promuovere e monitorare il corretto utilizzo e funzionamento delle risorse e delle attrezzature a

disposizione dell’inclusione, nonché quelle mancanti, segnalando al Dirigente Scolastico e al DSGA

eventuali problemi

Diffondere, raccogliere ed archiviare la documentazione e la modulistica elaborata dal GLI e

promuoverne un concreto utilizzo.

Organizzazione inclusione all’interno della scuola

Affinché il percorso di inclusione vada a buon fine, l’organizzazione Scuola deve predisporre un piano

attuativo nel quale devono essere coinvolti tutti i soggetti responsabili del progetto, ognuno con

competenze e ruoli ben definiti:

- Dirigente Scolastico;

- Gruppo di lavoro per l’Inclusione;

- Docenti curriculari;

- Docenti di sostegno;

- Funzione Strumentale;

- Operatori UMEE.

Per:

Promuovere azioni volte all’inclusione scolastica;

Favorire la formazione di gruppi di docenti e non, per la realizzazione di una rete di supporto

all’interno della scuola.

Relativamente ai PEI e PDP il consiglio di Classe/Interclasse e Intersezione, ed ogni insegnante in merito

alla disciplina di competenza, affiancati e supportati dall’insegnante di sostegno o dal referente per

l’integrazione metteranno in atto, già dalle prime settimane dell’anno scolastico, le strategie

metodologiche necessarie ad una osservazione iniziale attenta, (test, ceck list, lavori di gruppo, verifiche,

colloqui, griglie), che consenta di raccogliere il maggior numero di elementi utili alla definizione e al

conseguimento del percorso didattico inclusivo.

Il GLI si occuperà della rilevazione dei BES presenti nella scuola, raccogliendo le documentazioni degli

interventi educativo-didattici definiti, per il passaggio di azioni di apprendimento (buone prassi) utili a

creare forme di raccordo metodologico in rete tra scuole.

Il Dirigente Scolastico partecipa alle riunioni del Gruppo Lavoro Inclusione, è messo al corrente dal

referente del sostegno/funzione strumentale del percorso scolastico di ogni alunno con BES ed è

interpellato direttamente nel caso si presentino particolari difficoltà nell’attuazione dei progetti. Fornisce al

Collegio dei Docenti informazioni degli alunni in entrata ed è attivo nel favorire contatti e passaggio di

informazioni tra le scuole e tra Scuola e territorio.

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Organizzazione inclusione all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti

Consolidare, condividere e realizzare interventi (buone prassi) e percorsi educativi in rete tra

famiglia, scuola, ASUR, centri, enti e servizi altri per favorire lo sviluppo delle potenzialità

cognitive, affettive e sociali di ciascun alunno.

Consapevoli che al “progetto di vita” di ciascun alunno devono partecipare tutte le risorse del

territorio, la nostra istituzione scolastica si giova della collaborazione con diversi soggetti

esterni alla scuola relativamente a:

Incontri periodici con l’equipe medica per gli alunni disabili;

Incontri periodici tra insegnanti e terapisti dei vari centri di riabilitazione del territorio per

confronto interventi in ambito scolastico e riabilitativo e possibili raccordi degli interventi e

metodologie adottate per alunni d.a. e non;

Altre forme di collaborazione da individuare con i CTI e CTS.

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che

riguardano l’organizzazione delle attività educative:

Creare opportunità di confronto e discussione;

Pianificare/condividere processi di inclusione;

Creare le condizioni per una collaborazione serena e attiva, volta a fronteggiare i bisogni di

ciascun alunno.

Il piano d’inclusione prevede il coinvolgimento delle famiglie interessate nel:

Concordare gli obiettivi del piano individualizzato tra familiari, esperti e tutti i docenti del Consiglio

di Classe/Interclasse/Intersezione.

Illustrare in modo completo ed esauriente i piani individualizzati e le programmazioni

personalizzate e facilitate, nella parte che riguarda la didattica, ai genitori dell’alunno.

Concordare e documentare con il Consiglio di Interclasse, le famiglie e gli operatori, eventuali

percorsi speciali dell’alunno.

Favorire l’attuazione del “Progetto di Vita” in accordo con il Consiglio di Interclasse, la famiglia, gli

operatori, il Gruppo di Inclusione, in raccordo (continuità) con le istituzioni scolastiche di grado

successivo, contattando anche strutture utili presenti sul territorio per eventuali supporti e

richiedendo personale qualificato.

Assistente socio-educativo:

Risulta indispensabile l’intervento socio-educativo “in presenza di alunni con minorazioni fisiche, sensoriali

o tali che ne riducano e impediscano l’autonomia e la comunicazione” (C.M. n. 262 del 22-09-1988)

finanziato dagli Enti Locali che forniscono l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli

alunni con handicap fisici e sensoriali”. L’assistente socio-educativo opera per la promozione della persona

con Bisogni Educativi Speciali, soprattutto nell’area dell’autonomia personale, dell’autosufficienza di base,

della generalizzazione delle abilità apprese nei vari contesti di vita e delle relazioni sociali.

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Sviluppo di un curricolo attento ai bisogni educativi speciali e alla promozione di percorsi

formativi inclusivi:

Favorire interventi di didattica integrata.

Favorire interventi di didattica inclusiva.

Organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili di apprendimento o delle diverse attitudini

cognitive.

Gestire in modo alternativo le attività d’aula.

Adottare materiali, sussidi e strategie didattiche in relazione ai bisogni degli alunni.

Promuovere l’apprendimento cooperativo: sviluppare forme di cooperazione e di rispetto reciproco

fra gli alunni e veicolare le conoscenze/abilità/competenze.

Favorire attività di tutoring (apprendimento fra pari/ lavori a coppie).

Favorire la Didattica Laboratoriale.

Procedere in modo strutturato e sequenziale: proporre attività con modello fisso e dal semplice al

complesso, si faciliteranno nell’alunno l’esecuzione delle consegne, la memorizzazione e l’ordine

dell’esposizione dei contenuti.

Sostenere la motivazione ad apprendere.

Lavorare perché l’alunno possa accrescere “la fiducia nelle proprie capacità”.

Predisporre verifiche brevi su singoli obiettivi.

Semplificare gli esercizi (evitare esercizi concatenati).

Consentire tempi più lunghi o ridurre il numero di esercizi nello stesso tempo (strategia da

scegliere secondo la personalità del bambino).

Fornire schemi, mappe diagrammi prima della spiegazione (aiuteremo la mente a selezionare,

categorizzare, ricordare, applicare quanto recepito durante la spiegazione); evidenziare concetti

fondamentali/parole chiave sul libro; spiegare utilizzando immagini; utilizzare materiali strutturati

e non (figure geometriche, listelli, regoli….); fornire la procedura scandita per punti nell’assegnare

il lavoro.

Didattica multisensoriale: uso costante e simultaneo di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile,

cinestesico) che incrementano l’apprendimento.

Tecnologie multimediali (computer, LIM, notebook per utilizzare software specifici).

Valorizzazione delle risorse esistenti

Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, personale docente e non docente, Funzione Strumentale, GLI

d’Istituto, equipe medica, assistente socio-educativo, associazioni, centri di riabilitazione, scuole,

associazioni ed altri enti presenti sul territorio.

Il Dirigente Scolastico è colui che copre la funzione di garante nel processo di inclusione dell’alunno con

BES. A tal fine assicura alla propria Istituzione Scolastica: il reperimento di tutte le risorse necessarie alle

specifiche esigenze di ciascun alunno; l’assegnazione dei docenti di sostegno contitolari nelle attività

educativo-didattiche con la classe e non legati esclusivamente al soggetto disabile; l’attivazione di ogni

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forma di collaborazione con Enti e Associazioni utile ad assicurare l’inclusione dell’alunno.

I compiti del personale non docente (personale ATA ed assistente socio-educativo) sono relativi all’ambito

dell’assistenza fisica al disabile nonché di sorveglianza in ambiente scolastico e durante le attività

didattiche che si svolgono esterne alla scuola in collaborazione con i docenti.

Il primo passo per l’inclusione dell’alunno è la stretta collaborazione tra gli insegnanti del Consiglio di

Classe/Interclasse/Intersezione compito di tutti gli educatori è facilitare l’appartenenza dell’alunno al

contesto socio-educativo del gruppo classe:

coordinare le linee di intervento;

ricercare le strategie opportune;

adeguare le attività;

favorire l’aiuto reciproco tra alunni;

promuovere azioni di tutoraggio;

favorire il lavoro cooperativo/ lavoro a coppie/lavoro a piccoli gruppi.

implementare l'utilizzo della LIM che è uno strumento in grado di integrare vecchi e nuovi

linguaggi: quelli della Scuola e quelli della società multimediale. Sarà valorizzato l'uso dei software

in relazione agli obiettivi didattici che si vogliono raggiungere per favorire l'interazione e la

partecipazione di tutti gli alunni

L'utilizzo dei laboratori presenti nell'Istituto servirà a creare un contesto di apprendimento personalizzato

che sa trasformare, valorizzandole anche situazioni di potenziale difficoltà.

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti

di inclusione

Coinvolgere esperti nella progettazione di pratiche inclusive.

Prevedere il supporto del CTS.

Prevedere il supporto di figure qualificate.

Richiedere supporto di strumentazioni e/o sussidi adeguati.

Acquisizione di appositi software informatici per sviluppare le abilità richieste.

Potenziare i laboratori informatici.

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico,

la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

Condividere e pianificare prove d’ingresso adeguate.

Programmare azioni di continuità.

Elaborazione di un PEI /PDP condiviso.

Passaggio e scambio di “buone prassi” adottate.

Individuare itinerari adeguati atti a valorizzare le capacità personali e finalizzati all’ orientamento.

Page 17: PIANO ANNUALE PER · Ne fanno parte tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola: funzioni strumentali, insegnanti di sostegno, AEC (assistenti alla comunicazione),

Durante l’ultimo anno di Scuola Primaria:

Incontro del docente referente per il sostegno e docente alunno d.a./BES/DSA con gli operatori

della Scuola Secondaria di Primo Grado per la formulazione di uno specifico Progetto di

Accoglienza e passaggio di buone prassi e modus operandi efficaci e più congeniali allo stile di

apprendimento dell’alunno;

Realizzazione del Progetto di accoglienza personalizzato per promuovere una reciproca

conoscenza tra l’alunno e la nuova Scuola

Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data 16/06/2017

Deliberato dal Collegio dei Docenti in data 28/06/2017