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PIANO ANNUALE DELL’INCLUSIONE

LICEO SCIENTIFICO - LINGUISTICO “G.C.VANINI”

A.S. 2014/2015

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Ogni alunno è portatore di una propria identità e cultura, di esperienze affettive, emotive e cognitive. Nel contesto scolastico egli entra in contatto con coetanei e adulti, sperimentando diversità di genere, di carattere, di stili di vita, mettendo a confronto le proprie potenzialità (abilità) e incapacità (disabilità) con quelle altrui. Nella valorizzazione delle differenze l’individualizzazione e la personalizzazione sono questioni riguardanti tutti gli alunni, non solo gli alunni in difficoltà, come possibilità di sviluppo delle potenzialità individuali.

PARTE I – ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ

Il Liceo Scientifico – Linguistico” G.C. Vanini” di Casarano si propone di potenziare la cultura dell’inclusione per rispondere in modo efficace alle necessità di ogni alunno che, con continuità o per determinati periodi, manifesti Bisogni Educativi Speciali.

A tal fine si intende: creare un ambiente accogliente e supportivo; sostenere l’apprendimento attraverso una revisione del curricolo, sviluppando

attenzione educativa in tutta la scuola; promuovere l’attiva partecipazione di tutti gli studenti al processo di

apprendimento; favorire l’acquisizione di competenze collaborative;

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promuovere culture politiche e pratiche inclusive attraverso una più stretta collaborazione fra tutte le componenti della comunità educante.

Obiettivo principale è la riduzione delle barriere che limitano l’apprendimento e la partecipazione sociale attraverso l’utilizzo di facilitatori e l’analisi dei fattori contestuali, sia ambientali che personali.

DESTINATARI

Sono destinatari dell’intervento a favore dell’inclusione scolastica tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali comprendenti:

- disabilità (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77);

- disturbi evolutivi specifici (Legge 170/2010, Legge 53/2003);

- alunni con svantaggio socio-economico; svantaggio linguistico e/o culturale.

DISABILITÀ

DAL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO AL PROGETTO DI VITA

Riteniamo che sia sempre più necessario progettare nell'ottica del «Progetto di Vita», accanto a quella del «Piano Educativo Individualizzato». Più ragioniamo attorno alla costruzione di un buon Piano Educativo Individualizzato e più ci accorgiamo che l’orizzonte non può essere stretto sulla scuola, anzi, dovrebbe allargarsi il più possibile. Se poi prendiamo come modello base la concettualizzazione dell’ICF, questo allargamento e questa globalità sono ancor più d’obbligo. Un «Progetto di Vita» dunque, in cui si cerchi di guardare il più possibile in là, nel futuro, nelle dimensioni dell’essere adulto, con i vari ruoli sociali.

Non pensiamo affatto al Progetto di Vita come a un paio di fogli aggiunti in coda al PEI, lo vediamo invece come un «orientamento di prospettiva», interno alle varie attività, continuo e costantemente attivo nella definizione degli obiettivi a lungo termine, nella scelta dei criteri per gli obiettivi a medio termine, nelle attività di valutazione autentica, di sviluppo psicologico.

Far entrare il Progetto di Vita nel Piano Educativo Individualizzato vuole dunque dire due cose dal punto di vista tecnico-didattico:

scegliere obiettivi orientati il più possibile alla vita adulta; usare modalità «adulte» di lavorare all’apprendimento di questi obiettivi.

Per quanto riguarda gli obiettivi più direttamente legati alle competenze della vita adulta, alcune sezioni dell’ICF ci potranno essere utili, in particolare quelle della partecipazione sociale. Oltre a ciò ci orientiamo verso alcune macro direzioni di sviluppo:

ruoli lavorativi: «imparare a lavorare, non imparare un lavoro»; competenze di gestione del tempo libero, sia in casa che fuori;

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competenze di gestione autonoma e/o assistita di un proprio luogo di vita; competenze di sviluppo/mantenimento di una rete di supporto sociale

informale; competenze di gestione delle proprie risorse economiche; competenze affettive e sessuali; competenze per realizzare una propria vita familiare.

IL PROGETTO DI VITA DAL PUNTO DI VISTA TECNICO-DIDATTICO

Dal punto di vista delle modalità «adulte» di insegnamento-apprendimento, queste portano a puntare ad obiettivi adulti. Ciò richiede modalità di insegnamento-apprendimento, come, ad esempio, le esperienze dirette nel vivo della situazione reale, le situazioni di simulazione e roleplaying, il contatto-coinvolgimento-formazione-supervisione di risorse informali di insegnamento, la costruzione di un portfolio di competenze, che dovrà essere sufficientemente capace per contenerle tutte e dare loro un senso rispetto all’identità e all’autoprogettazione del soggetto stesso.

IL PROGETTO DI VITA DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO

La condizione adulta richiede una complessa «maturazione» psicologica e affettiva: la persona diventerà adulta nella misura in cui la sua identità sarà autonoma e stabile, la sua separazione/individuazione dalle persone adulte della sua famiglia d’origine potrà dirsi compiuta, quando sarà in grado di gestirsi autonomamente, quando sarà in grado di accettare/costruire compromessi tra desideri e realtà, quando saprà rivestire ruoli attesi e prescrittivi in vari contesti (il lavoro, la partecipazione sociale, gli amici), quando saprà elaborare un suo individuale e originale percorso affettivo, sessuale, familiare.

L’identità si sviluppa, si modifica attraverso il lavoro interconnesso di quattro dimensioni mentali, a cui la nostra scuola dedicherà un’attenzione specifica.

IL PROGETTO DI VITA DAL PUNTO DI VISTA DELLE ALLEANZE: UN’AZIONE COLLETTIVA

Avere un approccio rivolto al Progetto di vita richiede necessariamente anche un ampliamento di orizzonte rispetto agli «attori» di questo processo. Dovrà essere coinvolta la scuola, ma anche la famiglia, i Servizi (sociosanitari, sociali, per l’impiego, educativi, domiciliari, ecc.), le risorse relazionali informali della rete familiare (parenti,

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amici, ecc.), le risorse associative, ricreative e culturali di un territorio e di una comunità, i vicini di casa ecc. Il Progetto di vita sarà maggiormente partecipato quanto più la rete di rapporti e opportunità di relazione e di aiuto in cui è inserito il soggetto è ampia. Il capitale sociale sul quale il Liceo Scientifico – Linguistico “ G.C. Vanini” può contare è fatto da:

Servizi alla persona (CIC di istituto; progettualità con ASL , SERT e CSM);

Rete Scolastica "Centro Salento";

Rete Scolastica FORMAZIONE docenti;

Rete Scolastica FORMAZIONE “Bottazzi”;

Protocolli d'intesa con Enti di formazione privata;

Protocolli d'intesa e progettazione in collaborazione con gli enti Locali (Comune,

Provincia e Regione);

Unisalento (già Università degli Studi di Lecce);

CNR Puglia;

Associazione Lions;

Hosting Organization – Work un Progress Europa;

Stazione Carabinieri Casarano.

ALUNNI CON DISABILITA’

L’istituto accoglie gli alunni disabili organizzando le attività didattiche ed educative attraverso il supporto dei docenti specializzati, degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, di tutto il personale docente ed Ata.

Il docente specializzato.

Il docente di sostegno svolge una funzione di mediazione fra tutti le componenti coinvolte nel processo di integrazione dell’alunno disabile, la famiglia, gli insegnanti curricolari, le figure specialistiche delle strutture pubbliche. All’inizio dell’anno scolastico, in base alle esigenze emerse dopo un congruo periodo di osservazione, stabilisce in accordo con il Dirigente scolastico un orario didattico temporaneo. A tal fine, si individuano insieme al C.d.C., le discipline in cui intervenire. Il docente specializzato cura i rapporti con i genitori e con la Asl di riferimento; redige congiuntamente con i referenti del Servizio sanitario nazionale, con i genitori e il Consiglio di classe il Pei ed il PdF; partecipa ai G.L.H.O., ai G.L.H. d’Istituto e alle riunioni del gruppo di lavoro per l’inclusione; tiene un registro per le attività di sostegno; alla fine dell’anno scolastico riferisce il suo operato in una relazione finale.

GLH D’ISTITUTO

Composizione: Dirigente scolastico, referente dei docenti di sostegno/FS Inclusione, docenti per le attività di sostegno, referente Asl, genitori degli studenti disabili, referente personale Ata, referente Enti locali, operatori specialistici. Si riunisce due volte all’anno e/o ogni volta venga ritenuto necessario.

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Compiti:

- Analizza la situazione complessiva dell’Istituto con riferimento alle strutture, alle risorse umane e materiali, agli alunni in situazioni di disabilità.

- Cura i rapporti con le Asl e con le associazioni delle persone disabili.

- Formula proposte di tipo organizzativo e progettuale per il miglioramento dell’integrazione degli alunni disabili nell’istituto.

- Propone le spese per l’acquisto di materiali ed attrezzature per le varie attività didattiche previste per ciascun P.E.I.

GLH OPERATIVI

Composizione: Dirigente scolastico, referente inclusione (FS) per le attività di sostegno, Docente coordinatore, Docenti curricolari, Docenti di sostegno dell’alunno disabile, Genitori dell’alunno disabile, Operatori Asl, altro personale che opera con l’alunno disabile.

Nel caso in cui fosse necessario, si prevede la possibilità di riunire G.L.H. straordinari, concordando la presenza degli operatori sanitari.

Funzioni:

- progettazione e verifica del PEI;

- stesura e verifica del PDF.

- individuazione e programmazione delle modalità operative, delle strategie, degli interventi e degli strumenti necessari all’integrazione dell’alunno disabile.

- indicazioni operative per la realizzazione di visite guidate e/o viaggi di istruzione.

REFERENTE INCLUSIONE (FS) PER LE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO

Funzioni:

- È referente del progetto per l’integrazione scolastica d’Istituto e collabora con il Dirigente Scolastico nel monitorare i bisogni relativi all’integrazione.

- Ha la conoscenza della situazione globale dell’Istituto relativamente all’alunno con bisogni educativi speciali.

- Collabora con il Dirigente Scolastico per l’assegnazione delle ore di sostegno alla classe dell’ alunno certificato.

- Raccoglie e tiene la storia scolastica degli alunni dell’istituto.

- Organizza il passaggio di informazioni, relative all’alunno, tra le scuole e all’interno dell’istituto.

- Favorisce la comunicazione interna ed esterna, con particolare riferimento al rapporto Scuola-Famiglia-ULSS (L.104/92).

- Contatta il personale ULSS per gli incontri di equipe.

- Coordina il gruppo degli insegnanti di sostegno.

- Incontra i genitori, se necessario.

- Promuovere la raccolta delle buone pratiche.

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Scelte metodologiche e didattiche

All’interno delle varie classi con alunni con disabilità si adottano strategie e metodologie favorenti l’inclusione e il lavoro di gruppo come l’apprendimento cooperativo e il tutoring, le attività di tipo laboratoriale, le lezioni differite al fine di sviluppare le competenze della vita adulta. Per programmare gli interventi didattici in base alle esigenze degli alunni si adotta, ove possibile, una programmazione per aree disciplinari.

Verifica e valutazione

Gli studenti diversamente abili sono valutati in base al Pei. Il Pei può essere: curricolare o globalmente riconducibile alla programmazione oppure totalmente differenziato.Le verifiche, orali e scritte, pratiche, concordate con i docenti curriculari, possono essere equipollenti e/o prevedere tempi più lunghi di attuazione.

Individualizzazione dei percorsi d’apprendimento

Nella programmazione educativa individualizzata si promuoveranno itinerari che sollecitino l’autonomia personale, sociale e didattica, limitando quanto possibile la dipendenza dell’alunno dal docente per le attività di sostegno. Nel caso di adozione di programmazione differenziata si svilupperanno tutti i raccordi possibili con la programmazione della classe in modo da favorire l’inclusione dell’alunno. Le attività di sostegno si svolgono prevalentemente in classe, solo in casi rari ed eccezionali si possono prevedere attività in rapporto uno a uno.

Continuità educativo-didattica

L’istituto considera la continuità educativo-didattica come fattore facilitante il processo di apprendimento dell’alunno con disabilità e per questo si creano le condizioni, affinché l’insegnante per le attività di sostegno assegnato ad una classe permanga, per quanto possibile, anche negli anni successivi.

Procedure di accoglienza

Il referente per l’Inclusione (FS) o un docente di sostegno delegato, incontra i docenti della scuola di provenienza dell’alunno e i suoi genitori, nel mese di maggio, per formulare progetti per l’integrazione.

Il referente verifica la documentazione pervenuta e attiva risposte di tipo organizzativo per accogliere l’alunno stesso (richiesta AEC, assistenza di base, trasporto, strumenti e ausili informatici ecc…). Il docente per le attività di sostegno assegnato alla classe informa il Consiglio sulle problematiche relative all’alunno, incontra i genitori all’inizio dell’anno scolastico, prende contatti con gli specialisti della ASL, collabora con gli insegnanti curricolari al fine di creare un clima di collaborazione e di inclusione per gli alunni diversamente abili.

Il referente/docente di sostegno predisporrà all’inizio dell’attività scolastica tutte le attività volte ad accogliere l’alunno diversamente abile.

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GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E IL MODELLO ANTROPOLOGICO ICF DELL'OMS

Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali vivono una situazione particolare, che li ostacola nell’apprendimento e nello sviluppo: questa situazione negativa può essere a livello organico, biologico, oppure familiare, sociale, ambientale, contestuale o in combinazioni di queste. Un alunno con Bisogni Educativi Speciali può avere una lesione cerebrale grave, o la sindrome di Down, o una lieve disfunzionalità cerebrale e percettiva, o gravi conflitti familiari, o background sociale e culturale diverso o deprivato, reazioni emotive e/o comportamentali disturbate, ecc.

Queste (e altre) situazioni causano direttamente o indirettamente difficoltà, ostacoli o rallentamenti nei processi di apprendimento che dovrebbero svolgersi nei vari contesti. Queste difficoltà possono essere globali e pervasive (si pensi all’autismo) oppure più specifiche (ad esempio nella dislessia), settoriali (disturbi del linguaggio, disturbi psicologici d’ansia, ad esempio) gravi o leggere, permanenti o transitorie.Si potrebbe dire che ogni persona può incontrare nella sua vita una situazione che gli crea Bisogni Educativi Speciali; dunque è una condizione che ci riguarda tutti e a cui siamo tenuti, deontologicamente e politicamente, a rispondere in modo adeguato e individualizzato.

Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali hanno infatti necessità di interventi tagliati accuratamente su misura della loro situazione di difficoltà e dei fattori che la originano e/o mantengono. Questi interventi possono essere ovviamente i più vari nelle modalità (molto tecnici o molto informali), nelle professionalità coinvolte, nella durata, nel grado di «mimetizzazione» all’interno delle normali attività scolastiche (in questo caso si parla di «speciale normalità»: una normalità educativa-didattica resa più ricca, più efficace attraverso le misure prese per rispondere ai Bisogni Educativi Speciali).In alcuni casi questa individualizzazione prenderà la forma di un formale:

Piano Didattico Personalizzato (approvato in sede collegiale ed inserito nel POF);

Piano Educativo Individualizzato-Progetto di Vita;

Una «semplice» e informale serie di delicatezze e attenzioni psicologiche rispetto a una situazione familiare difficile;

Uno specifico intervento psicoeducativo nel caso di comportamenti problema.

I Bisogni Educativi Speciali sono dunque molti e diversi. La nostra scuola si pone nelle condizioni migliori di leggerli tutti all’interno, però, di una cornice forte che orienti questa lettura, una cornice concettuale e antropologica unica per cogliere le varie dimensioni.

L’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002) è il modello concettuale che serve a questa lettura. È appropriato proporre la struttura concettuale dell’ICF, perché questo approccio parla di salute e di funzionamento globale, non di disabilità o patologie. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la situazione di una persona va letta e compresa profondamente in modo olistico e complesso, da diverse prospettive, e in modo interconnesso e reciprocamente causale.

L’alunno che viene conosciuto e compreso, nella complessità dei suoi bisogni, attraverso il modello ICF, può evidenziare difficoltà specifiche in vari ambiti:

Condizioni fisiche: malattie varie, acute o croniche, fragilità, situazioni cromosomiche particolari, lesioni, ecc;

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Strutture corporee: mancanza di un arto, di una parte della corteccia cerebrale, ecc.;

Funzioni corporee: deficit visivi, deficit motori, deficit attentivi, di memoria, ecc.;

Attività personali: scarse capacità di apprendimento, di applicazione delle conoscenze, di pianificazione delle azioni, di comunicazione e di linguaggio, di autoregolazione metacognitiva, di interazione sociale, di autonomia personale e sociale, di cura del proprio luogo di vita, ecc.;

Partecipazione sociale: difficoltà a rivestire in modo integrato i ruoli sociali di alunno, a partecipare alle situazione sociali più tipiche, nei vari ambienti e contesti;

Fattori contestuali ambientali: famiglia problematica, cultura diversa, situazione sociale difficile, culture e atteggiamenti ostili, scarsità di servizi e risorse, ecc.;

Fattori contestuali personali: scarsa autostima, reazioni emozionali eccessive, scarsa motivazione, ecc.

Uno o più di questi ambiti si può generare un Bisogno Educativo Speciale specifico, che poi interagirà con gli altri ambiti, producendo la situazione globale e complessa dell’alunno. Ovviamente, il peso dei singoli ambiti varierà da persona a persona, anche all’interno di una stessa condizione biologica originaria (non esistono infatti due alunni con Sindrome di Down uguali) o contestuale ambientale (non esistono infatti due alunni figli di immigrati senegalesi uguali).

ORIENTAMENTO

La scuola deve cercare di espandere il PEI nel progetto di vita, progettando e realizzando percorsi di integrazione scolastica e sociale. Il progetto di vita può essere inteso, in funzione delle diverse situazioni, nella previsione di:

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a. orientare nella scelta di un piano educativo che tenga conto della funzionalità degli apprendimenti verso una maggiore autonomia personale e sociale;

b. mantenere e rinforzare le acquisizioni formative raggiunte (situazioni di particolari gravità);

c. orientare nella scelta dei percorsi scolastici e formativi;

d. organizzare un percorso di alternanza scuola-formazione professionale, per acquisire competenze di tipo operativo o acquisire crediti professionali;

e. saper individuare percorsi formativi per costruire l’inserimento al lavoro (costruendo competenze e crediti capitalizzabili, organizzando la programmazione scolastica ed i contenuti didattici;

f. realizzare iniziative di transizione scuola-lavoro.

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DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTOCHI FA COSA

DIAGRAMMA SCHEMATICO dei passi previsti da DM 27/12/2012 per la gestione BES e C.M. n.8 del 2013

Interventi di identificazione precoce casi sospetti

Iter Diagnostico

Diagnosi – documento di certificazione diagnostica

Attività di recupero didattico mirato

SCUOLA

SERVIZI

FAMIGLIA

Persistenti difficoltà

Comunicazione della scuola alla famiglia

Richiesta di valutazione

PDP

Provvedimenti compensativi e dispensativi – Didattica e valutazione personalizzata

Comunicazione della famiglia alla scuola

Rifiuto

Accettazione

Il PDP diviene operativo. L’originale viene depositato in segreteria didattica e conservato nel fascicolo dell’alunno.

Il PDP non diviene operativo. L’originale viene depositato in segreteria didattica e conservato nel fascicolo dell’alunno. Nel primo consiglio di classe utile si verbalizza che nonostante la mancata accettazione da parte della famiglia il ccl si riserva di riformularlo e di riproporne l’uso in caso di necessità.

DSA PROTOCOLLO 1 - Il Dirigente Scolastico

Valuta l’opportunità di assegnare docenti curricolari con competenze DSA in classi ove sono presenti alunni con tale tipologia di disturbi.

Garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà territoriali.

Stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise con gli Organi Collegiali e famiglie.

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Attiva interventi preventivi.

Trasmette alla famiglia apposita comunicazione.

Riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo docente.

Promuove attività di formazione e aggiornamento.

Promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli, assicurando il coordinamento delle azioni( tempi, modalità, finanziamenti).

Definisce, su proposta del Collegio dei docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di alunni con DSA e ne coordina l’elaborazione e le modalità di revisione.

Gestisce le risorse umane e strumentali.

Promuove l’intensificazione dei rapporti tra docenti e famiglie.

Attiva il monitoraggio di tutte le azioni al fine di favorire la riproduzione delle buone pratiche.

Per la realizzazione degli obiettivi previsti, si avvale di un docente referente o funzione strumentale.

DSA PROTOCOLLO 2 – Il Referente di Istituto /funzione strumentale (con formazione specifica)

Dà supporto ai docenti direttamente coinvolti nell’applicazione didattica delle proposte.

Fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti.

Fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare interventi didattici quanto più adeguati e personalizzati.

Offre supporto ai colleghi su materiali didattici e di valutazione.

Cura la dotazione bibliografica.

Diffonde e pubblicizza iniziative di formazione e aggiornamento.

Fornisce informazioni riguardo ad associazioni, enti, istituzioni, università.

È mediatore tra colleghi, famiglie e studenti, operatori dei servizi sanitari.

Informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA.

DSA PROTOCOLLO 3 – Il Docente

Durante la prima fase degli apprendimenti scolastici cura con attenzione l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali, ponendo attenzione ai segnali di rischio in un’ottica di prevenzione e ai fini di una segnalazione.

Mette in atto strategie di recupero.

Segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà.

Prende visione della eventuale certificazione diagnostica rilasciata da organismi preposti.

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Procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alla documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti.

Attua strategie educativo – didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo.

Adotta misure compensative.

Attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti.

Realizza incontri con i precedenti colleghi del precedente e successivo ordine o grado di scuola.

DSA PROTOCOLLO 4 – La segreteria

Segreteria didattica

Informa le famiglie della possibilità di richiedere il PDP alla consegna della documentazione.

Predispone l’elenco degli alunni DSA per il responsabile DSA della scuola.

DSA PROTOCOLLO 5 – La famiglia

Informa la scuola sollecitando all’osservazione.

Nel caso non si avveda, è informata dalla scuola delle persistenti difficoltà.

Provvede, di propria iniziativa o su segnalazione di un medico, o della scuola a far valutare l’alunno secondo le modalità previste dall’art.3 della legge 170/2010.

Consegna alla scuola la diagnosi di cui al precedente articolo.

Condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe – nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso – ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee.

Sostiene la motivazione.

Incoraggia l’acquisizione di un grado sempre più alto di autonomia nella gestione dei tempi di studio, impegno scolastico, relazioni con i docenti.

Considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline.

Si predispone ad incontri mensili o bimestrali con le famiglie.

DSA PROTOCOLLO 6 – Gli studenti

Hanno diritto ad una chiara informazione riguardo alla diversa modalità di apprendimento.

A ricevere una didattica individualizzata e personalizzata, nonché all’azione di adeguati strumenti compensativi e misure dispensative.

Hanno il dovere di porre l’adeguato impegno nel lavoro scolastico.

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ALLEGATI DSA

Legge regionale 25 febbraio 2010, n. 4 Puglia “ Norme urgenti in materia di sanità e servizi sociali.CAPO VI Art.52

Interventi in favore di persone affette da dislessia e da disturbi specifici dell’apprendimento

1. La Regione riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) in quanto, limitando l’utilizzo delle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo, ostacolano il pieno sviluppo delle potenzialità dell’individuo.

2. La Regione promuove e sostiene interventi a favore dei soggetti caratterizzati dai disturbi di cui al comma 1 volti a incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari al fine di:a) assicurare adeguate possibilità per l’identificazione precoce dei DSA e per la riabilitazione dei

soggetti che ne sono interessati;b) sensibilizzare e preparare gli insegnati e i genitori in merito alle problematiche collegate ai DSA;c) favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento degli alunni con DSA,

predisponendo misure adeguate di supporto;d) agevolare la piena integrazione in ambito sociale e lavorativo di coloro che hanno un DSA;e) sostenere l’acquisto nelle scuole di strumenti informatici dotati di video scrittura con correttore

ortografico e sintesi vocale e di altri strumenti alternativi, informatici o tecnologici, per facilitare i percorsi didattici degli alunni.

3. La Regione, nell’ambito della programmazione sociosanitaria di cui al piano di azione annuale “Diritti in rete” e delle relative risorse finanziare, promuove iniziative con cadenza annuale volte a sensibilizzare le famiglie, la scuola, il mondo del lavoro, le realtà sanitarie e l’associazionismo alla problematica dei disturbi specifici di apprendimento e a incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante tutto l’arco scolastico.

4. Nell’ambito della programmazione regionale nel settore della formazione professionale sono previsti interventi per la formazione e l’aggiornamento in materia di problematiche relative ai DSA, con particolare riferimento alla loro precoce individuazione, strategie didattiche adeguate, percorsi educativi individualizzati, effettuati da enti di formazione accreditati, rivolti a:a) personale docente e dirigente delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia;b) operatori sanitari e sociosanitari;c) assistenti sociali, educatori sociali ed educatori professionali.

5. La Regione adotta ogni misura necessaria per adeguare il proprio sistema sanitario alle problematiche dei disturbi specifici di apprendimento, dotando i servizi di neuropsichiatria infantile di personale qualificato e strumenti diagnostici idonei predisponendo una campagna di screening e monitoraggio su tutto il territorio regionale.

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PDP ( Piano Didattico Personalizzato)

Il PDP (Piano Didattico Personalizzato), anche detto PEP (Piano Educativo Personalizzato), è previsto dal DM 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee Guida.Il “PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO” è nato per favorire una progettualità che risponda in modo mirato alle esigenze degli studenti con DSA (disturbi specifici di apprendimento), prevedendo la personalizzazione del loro percorso.

CHI LO REDIGE? QUANDO? COME SI REDIGE? PERCHÉ SI REDIGE? COME VIENE REDATTO?

Questo documento deve contenere in particolar modo: le strategie e le metodologie didattiche utilizzate, le misure compensative e dispensative adottate e le indicazioni per la valutazione degli apprendimenti durante le verifiche nel corso dell’anno, durante le prove Invalsi e gli Esami di Stato.

Da chi deve essere compilato il PDP?Il PDP è un documento che deve essere scritto dagli insegnanti, dopo essersi confrontati con gli specialisti che seguono l’allievo e i genitori. Può essere coinvolto il ragazzo con DSA, se sufficientemente grande.

LE PARTI DEL PDP

In particolare, nelle Linee Guida che accompagnano la Legge 170/2010 si dichiara che il PdP deve contenere:

1.Dati anagrafici dell’alunno.

2.Tipologia di disturbo.

3.Attività didattiche individualizzate.

4.Attività didattiche personalizzate.

5.Strumenti compensativi utilizzati.

6.Misure dispensative adottate.

7.Forme di verifica e valutazione personalizzate.

Vedi Allegati al Documento:

1. PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO – PDP

2. MISURE DISPENSATIVE, STRUMENTI COMPENSATIVI

3. SCHEDA DI RILEVAZIONE BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI(BES)

4. ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE, OMS ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ

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GRUPPI DI LAVORO

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI)

Il Liceo Scientifico Linguistico “ G.C. Vanini” di Casarano istituisce il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) al fine di realizzare appieno il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni in situazione di difficoltà, come stabilito dalla D.M. 27 dicembre 2012 e dalla Legge 53/2003, attraverso la programmazione di un” Piano Annuale per l’Inclusione”.

Composizione del gruppo

Dirigente Scolastico

Referente PIANO INCLUSIONE /funzione strumentale

Figura strumentale per l’autovalutazione d’istituto

Docenti per le attività di sostegno

Coordinatori di classe

Personale ATA (con capacità di comunicare in L2 inglese)

Assistenti all’autonomia e alla comunicazione

Compiti e funzioni del GLI

1. Rilevazione dei BES, monitoraggio e valutazione.

2. Raccolta e documentazione degli interventi educativo-didattici.

3. Consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi.

4. Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola.

5. Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai G.L.H. operativi.

6. Elaborazione di un “Piano Annuale per l’Inclusione”.

7. Interfaccia con CTS e servizi sociali e sanitari territoriali per attività di formazione, tutoraggio ecc.

CONSIGLIO DI CLASSE

1. Il Consiglio di classe ha il compito di indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative e dispensative sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche, e sulla base della eventuale documentazione clinica e/o certificazione fornita dalla famiglia.

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2. Coordinamento con il GLI

3. Comunicazione con la famiglia ed eventuali esperti

4. Predisposizione del PDP

All’interno del GLI operano il GLH OPERATIVO e il GLH di Istituto per la disabilità.

Collegio dei Docenti

- Discute e delibera il piano annuale. - All’inizio di ogni anno scolastico discute e delibera gli obiettivi proposti dal GLI da

perseguire e le attività da porre in essere che confluiranno nel piano annuale di inclusione.

- Al termine dell’anno scolastico verifica i risultati ottenuti.

Risorse strumentali

La scuola mette a disposizione alcuni ausili informatici specifici che possano rispondere in modo adeguato ai bisogni speciali dei nostri alunni con bisogni educativi speciali.

Modalità d’intervento

L’istituto cerca di migliorare il proprio livello di inclusione coordinando tutti i progetti per alunni con Bisogni Educativi Speciali in una strategia che accresca la capacità della scuola di rispondere ai bisogni delle diversità. A tal fine il Gruppo di Lavoro le attività che hanno l’obiettivo di accrescere il grado di inclusività della nostra scuola sono:

1) A livello di istituto

Organizzazione scolastica generale

- classi aperte;

- compresenza;

- uso specifico della flessibilità;

- sensibilizzazione generale.

Articolazione degli spazi e delle posizioni

- accessibilità interna ed esterna;

- ubicazione delle classi;

- posizione dei banchi.

Alleanze extrascolastiche

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- ASL;

- Famiglie;

- associazioni coinvolte nel sociale.

Formazione

L’Istituto ha avviato nell’a.s. 2013/2014 attività di aggiornamento e formazione docenti sulla didattica per competenze e sui Bisogni Educativi Speciali al fine di migliorare la loro capacità di attivare le metodologie dell’apprendimento cooperativo e del peer tutoring.

2) A livello di gruppo- classe

- Utilizzo dei modelli di apprendimento cooperativo e di tutoring;

- potenziamento del metodo di studio soprattutto nelle classi prime durante il periodo dedicato all’accoglienza;

- recupero dei prerequisiti per le classi prime durante il periodo dedicato all’accoglienza;

- attivazione di percorsi inclusivi;

- elaborazione chiara dei livelli minimi attesi per le varie discipline ( Esplicitati in ciascuna delle programmazioni dipartimentali).

Particolare attenzione alle scelte Collegiali relative alla valutazione. ( VEDI Accoglienza – Integrazione – Inclusione e CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEI VOTI NELLE SINGOLE DISCIPLINE in POF)

3)Specifico per l’alunno con BES

Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato redatto in un piano che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, attraverso un’elaborazione collegiale, le scelte educativo-didattiche. ( VEDI ALLEGATI AL PAI)

A)Piano Educativo Individualizzato (PEI)

Per gli alunni con disabilità certificata è prevista la formulazione del Piano educativo Individualizzato (PEI) ad opera del GLH operativo.

B) Piano Didattico Personalizzato (PDP)

- per gli alunni con DSA le misure indicate riguarderanno le metodologie didattiche attraverso un’azione formativa individualizzata e personalizzata e attraverso l’introduzione di strumenti compensativi e misure dispensative;

- negli altri casi si potranno esplicitare progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli mini attesi per le competenze in uscita e gli strumenti e strategie didattiche.

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L’attivazione del PDP è deliberata in Consiglio di classe, firmato dal Dirigente Scolastico, dai docenti e dalla famiglia. La famiglia autorizza in forma scritta il trattamento dei dati sensibili.

ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI

Alunni con altri disturbi evolutivi specifici

Gli alunni con disturbi specifici che non rientrano nella categorie stabilite dalla Legge 104/92 possono usufruire di un piano di studi personalizzato e delle misure previste dalla Legge 170/2010.

Rientrano in questa categoria ad esempio gli alunni con:

- deficit del linguaggio;

- deficit delle abilità non verbali;

- deficit nella coordinazione motoria;

- deficit dell’attenzione e iperattività (in forma grave tale da compromettere il percorso scolastico);

- funzionamento cognitivo limite;

- disturbo dello spettro autistico lieve( qualora non previsto dalla legge 104) ecc.

Individuazione

Il Consiglio di classe prende in esame la documentazione clinica e/o la certificazione presentata dalla famiglia.

Il Consiglio di classe, qualora ravvisi difficoltà nel percorso scolastico dell’alunno che possono essere riconducibili a disturbi evolutivi specifici, informa la famiglia.

Predisposizione del Piano di studi personalizzato

Il Consiglio di classe predispone gli interventi di inclusione assumendosi la responsabilità pedagogico-didattica. Possono essere previste misure compensative e dispensative, nonché progettazioni e strategie didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita. Qualora la certificazione clinica o la diagnosi non sia stata presentata, il CdC dovrà motivare opportunamente le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche.

Il coordinatore di classe può chiedere la consulenza del GLI.

La famiglia collabora alla stesura del PDP assumendo la corresponsabilità del progetto educativo.

Il CdC delibera l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato.

Attivazione del piano di studi personalizzato

Il piano di studi personalizzato può essere attivato solo se la famiglia lo sottoscrive.

In caso di rifiuto la famiglia sottoscrive la non accettazione del piano.

Documentazione

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Il coordinatore di classe è responsabile della documentazione che dovrà essere consegnata al Dirigente Scolastico che prende visione del PDP e lo firma.

Monitoraggio

Il coordinatore di classe informa la funzione strumentale e/o referente del GLI del percorso di inclusione attivato.

Il monitoraggio del PDP sarà effettuato durante i Consigli di classe e durante gli incontri del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione sul confronto dei casi.

Valutazione

Il Consiglio di classe assume la responsabilità pedagogico-didattica ai fini valutativi.

ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E/O CULTURALE

1) Area dello svantaggio socioeconomico e culturale

Tali tipologie di Bes, fermo restando le procedure descritte precedentemente, dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi come, ad esempio, la segnalazione degli operatori dei servizi sociali oppure di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio.

2) Area dello svantaggio linguistico e culturale.

Per quanto riguarda questa tipologia di alunni si fa riferimento al “PROTOCOLLO ACCOGLIENZA DEGLI STUDENTI STRANIERI”.

STRANIERI

PROTOCOLLO INSERIMENTO ALUNNI STRANIERI

Il Protocollo Accoglienza Alunni Stranieri è parte integrante del PAI 2014/2015 deliberato dal Collegio dei Docenti in data 22 settembre 2014 (delibera n. 38). La sua adozione consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nell’art. 45 del DPR 31/08/99 n. 394 intitolato Iscrizione scolastica.

Il protocollo si propone di :

Definire pratiche condivise all’interno delle scuole in tema di accoglienza di alunni stranieri

Facilitare l’ingresso di ragazzi di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale

Sostenere gli alunni neo arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto

Favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla piena integrazione

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Costruire un contesto favorevole all’incontro con le altre culture e con le “storie” di ogni ragazzo

Promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazione interculturale nell’ottica di un sistemo formativo integrato

Il Protocollo consente di passare dall’ottica della gestione dell’emergenza a quella del cambiamento strutturale.

GESTIRE L’EMERGENZA CABIAMENTI STRUTTURALIDispositivi di emergenza AzioniRimozione delle differenze Visibilità dei nuovi cittadiniMarginalità del tema Consapevolezza dei cambiamenti in

attoFrammentazione delle azioni Progetto di sistemaCriterio della casualità dell’agire Intenzionalità dell’agireAtteggiamento di delega Responsabilità condivisa

Il Protocollo delinea prassi condivise di carattere:

Amministrativo - burocratico (L’iscrizione)

Comunicativo – relazionale (Prima conoscenza)

Educativo - didattico (proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, educazione interculturale, Insegnamento dell’italiano – L2)

Sociale (rapporti e collaborazioni con il territorio)

1. LA COMISSIONE ACCOGLIENZA

Il DPR 31/08/99 n. 394, all’art. 45, attribuisce al Collegio dei Docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. La Commissione Accoglienza, come articolazione del Collegio dei Docenti sarà così composta:

COMPITI INCONTRI

Dirigente scolastico Funzione strumentale

supporto studenti Collaboratori della dirigenza

Consultivi e progettuali Accoglienza (relazione

scuola – famiglia, osservazione, proposta assegnazione della classe)

Raccordo tra le diverse realtà (di territorio, distrettuale)

Monitoraggio dell’esistente Rapporti con le

amministrazioni

Da prevedere in caso di inserimento di alunni stranieri

2. L’ISCRIZIONE

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Rappresenta il primo passo di un percorso d’accoglienza dell’alunno straniero e della sua famiglia.

L’Assistente Amministrativa Ornella Gennaro è incaricata del ricevimento delle iscrizioni degli alunni stranieri ed è supportata dall’Assistente Amministrativa Angela Stefanelli con competenze linguistiche per la lingua veicolare (inglese).

Si specificano:

Documenti, informazioni da richiedere

Avvisi, moduli, note informative sulla scuola scritte nelle lingue d’origine da consegnare ai genitori per facilitare la loro comprensione della nuova realtà scolastica. (Il MIUR mette a disposizione moduli di iscrizione ed esplicativi in numerose lingue comunitarie ed extracomunitarie. (Andare alla sezione MIUR – ISTRUZIONE - INRERCULTURA - IO PARLO LA TUA LINGUA)

Eventuale previsione di mediatori linguistici messi a disposizione o di personale di segreteria in grado di comunicare con la lingua veicolare – INGLESE ( REFERENTE ALLA COMUNICAZIONE – ASSISTENTE AMMINISTRATIVA STEFANELLI ANGELA)

Il primo incontro dei genitori stranieri, sovente accompagnati dal figlio che deve essere iscritto, di carattere inevitabilmente amministrativo, potrebbe concludersi con una definizione di una data per l’incontro successivo fra i genitori ed il nuovo alunno con uno dei docenti del “Gruppo Accoglienza”.

GLI UFFICI DI SEGRETERIA Iscrivono i minori; Raccolgono la documentazione relativa alla precedente scolarità; Acquisiscono l’opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica;

Individuano tra il personale ATA un incaricato del ricevimento delle iscrizioni al fine di affinare progressivamente le abilità comunicative e relazionali che aiutano le interazioni con i cittadini immigrati

MATERIALI Moduli di iscrizioni in più lingue Scheda di presentazione generale della scuola in più lingue Scheda di presentazione di istituto

3. LA PRIMA CONOSCENZA

LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA DELLA SCUOLA

Effettua tempestivamente un colloquio con la famiglia coinvolgendo un insegnante per modulo, sezione o classe che presumibilmente accoglierà il nuovo iscritto

Raccoglie una serie di informazioni sul ragazzo, sul suo percorso scolastico, sulla sua biografia linguistica;

Articolo un colloquio con lo studente utilizzando anche tecniche non verbali, se necessario;

Compila un’iniziale biografia scolastica dell’alunno, facilita la conoscenza della nuova

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scuola; Osserva l’alunno in situazione.

Sarebbe auspicabile avvalersi di un mediatore linguistico o usare le lingue veicolari.

MATERIALI

Traccia primo colloquio con la famiglia. Elenco mediatori locali. Questionario in più lingue rivolto ai neo alunni arrivati. Schede informative sulla scuola di origine. Schede per la rilevazione di abilità e competenze non verbali.

QUESTIONARI per rilevare: Dati socio anagrafici. Storia scolastica alunno. Test per rilevare le competenze linguistiche in L2. Test per rilevare le competenze logico – matematiche.

4. PROPOSTA DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE

Gli elementi raccolti nelle fasi precedenti permettono di assumere decisioni in base alla classe di inserimento.

CRITERI DI RIFERIMENTO PER L’ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE (delibera del collegio dei docenti del 15/04/2014) sulla base di quanto previsto dall’art. 45 del DPR 31/08/99 n. 394:

I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:

a) dell’ordinamento degli studi del Paese dei provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica;b) l’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;c) del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza;d) del titolo di studio posseduto dall’alunno.

Sono evidenti i margini di flessibilità e la delicatezza del compito del collegio dei docenti.

La scuola permetterà l’inserimento nella classe deliberata dal collegio, tenendo conto delle risultanze delle indagini della Commissione Accoglienza e delle prove / questionari somministrati, nell’arco di tempo massimo di 10 giorni dalla data di iscrizioni , fermo restando il fatto che lo studente sarà accolto a scuola inserendolo in una classe provvisoria fino a delibera collegiale. (Si consiglia di espletare gli adempimenti nel più breve tempo possibile per evitare situazioni di disorientamento cognitivo, affettivo, relazionale)

Sebbene la realtà del nostro Liceo non abbia registrato, storicamente parlando, grandi flussi di immigrazione straniera, si farà in modo che la Commissione Accoglienza ripartisca gli alunni nelle classi evitando la costituzione di sezioni con predominanza di stranieri. (Max 30%).

La Commissione fornirà al consiglio di classe che accoglie lo studente tutti i dati raccolti relativi al neo arrivato.

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5. INSERIMENTO NELLA CLASSE

ATTIVARE PERCORSI DI FACILITAZIONE

Promuovendo attività di piccolo gruppo. Cooperative learning. Semplificazione, facilitazione linguistica per ogni disciplina. Rilevare i bisogni specifici di apprendimento. Elaborare, ove possibile, percorsi didattici in L2. Prevedere la frequenza di laboratori in lingua italiana (meglio se extracurricolari).

6. LA COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO

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Istituto Alberghiero: Santa Cesarea-OtrantoIstituti tecnici Commerciali: MaglieIstituti Industriali: MaglieIstituti Magistrali: Maglie -TricaseLicei: Capece di Maglie - Leonardo da Vinci di Maglie- Stampacchia di Tricase

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ALLEGATO 1 – Piano Annuale dell’Inclusione 2015

LICEO SCIENTIFICO STATALE ” G.C. VANINI”

VIA RENO, 34 - 73042 CASARANO – LE –

TEL. 0833/502219 FAX 0833/512005

[email protected] [email protected]

www.liceovanini.gov.it

Modello di

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO DSA e BES

Anno Scolastico ………………

Scuola …………………………………………………………….

Indirizzo di studio……………………………………………………………..

Classe……….. Sezione………….

Referente DSA o coordinatore di classe………………………………………

1. DATI RELATIVI ALL’ALUNNO

Cognome e nome

Data e luogo di nascita

Diagnosi specialistica 1

Redatta da …………… presso …......................................

in data …………………….

Specialista/i di riferimento : ………………….

Eventuali raccordi fra specialisti ed insegnanti

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……………………………………………………………………….

Informazioni dalla famiglia

Caratteristiche percorso didattico pregresso 2

Altre osservazioni 3

Note 1. Informazioni ricavabili da diagnosi e/o colloqui con lo specialista2. Documentazione del percorso scolastico pregresso mediante relazioni relative ai cicli

precedenti.3. Rilevazione delle specifiche difficoltà che l’alunno presenta; segnalazione dei suoi punti di

fragilità o di forza: interessi, predisposizioni e abilità particolari in determinate aree disciplinari.

2. DESCRIZIONI DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ STRUMENTALI

LETTURA (velocità, correttezza, comprensione)

diagnosi osservazione

SCRITTURA (tipologia di errori, grafia, produzione testi: ideazione, stesura, revisione)

diagnosi osservazione

diagnosi osservazione

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CALCOLO (accuratezza e velocità nel calcolo a mente e scritto)

ALTRI DISTURBI ASSOCIATI

diagnosi osservazione

Note

1. Informazioni da diagnosi specialistica2. Osservazione libera e sistematica (tempo impiegato in relazione alla media della classe

nella esecuzione dei compiti,...). 3. Livelli di competenza nella lettura e scrittura4. Comprensione di tipologie di testi (comprensione letterale, inferenziale, costruttiva,

interpretativa, analitica, valutativa)5. Competenza linguistica (sintattica, grammaticale, lessicale, ortografica)6. Capacità di comprensione e produzione dei numeri, capacità di incolonnarli correttamente,

abilità di ragionamento aritmetico, assimilazione e automatizzazione dei fatti numerici

3. CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

o Collaborazione e partecipazione (1)

o Relazionalità con compagni/adulti (2)

o Frequenza scolastica

o Accettazione e rispetto delle regole

o Motivazione al lavoro scolastico

o Capacità organizzative (3)

o Rispetto degli impegni e delle responsabilità

o Consapevolezza delle proprie difficoltà (4)

o Senso di autoefficacia (5)

o Autovalutazione delle proprie abilità e potenzialità nelle diverse discipline

Note

1. Partecipa agli scambi comunicativi e alle conversazioni collettive; collabora nel gruppo di lavoro scolastico,….

2. Sa relazionarsi, interagire,….3. Sa gestire il materiale scolastico, sa organizzare un piano di lavoro,….4. Parla delle sue difficoltà, le accetta, elude il problema …5. Percezione soggettiva di riuscire ad affrontare gli impegni scolastici con successo e fiducia

nelle proprie possibilità di imparare

4. CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO

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Capacità di memorizzare procedure operative nelle discipline tecnico-pratiche (formule, strutture grammaticali, regole che governano la lingua…)

Capacità di immagazzinare e recuperare le informazioni (date, definizioni, termini specifici delle discipline, ….)

Capacità di organizzare le informazioni (integrazione di più informazioni ed elaborazione di concetti)

Note

Informazioni ricavabili da: - diagnosi/incontri con specialisti- rilevazioni effettuate dagli insegnanti

5. STRATEGIE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

o Strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole–chiave, costruisce schemi, tabelle o diagrammi.)

o Modalità di affrontare il testo scritto(computer, schemi, correttore ortografico,…)

o Modalità di svolgimento del compito assegnato(è autonomo, necessita di azioni di supporto,…)

o Riscrittura di testi con modalità grafica diversao Usa strategie per ricordare (uso immagini, colori, riquadrature,…)

Nota Informazioni ricavabili da osservazioni effettuate dagli insegnanti

6.STRUMENTI UTILIZZATI DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

o Strumenti informatici (libro digitale,programmi per realizzare grafici,…)o Fotocopie adattateo Utilizzo del PC per scrivereo Registrazionio Testi con immaginio Altro

Nota Informazioni ricavabili da osservazioni effettuate dagli insegnanti

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7. INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE DEGLI OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO PREVISTI DAI PIANI DI STUDIO

(disciplina o ambito disciplinare):………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………........................................

.....

………………………………………………………………………………………………………………….

(disciplina o ambito disciplinare):………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………........................................

.....

…………………………………………………………………………………………………………………

(disciplina o ambito disciplinare):………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………........................................

.....

………………………………………………………………………………………………………………….

(disciplina o ambito disciplinare):……………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………..

…………………………………………………………….…………………………………………………….

(disciplina o ambito disciplinare) :………………………………………………………………

……………………………..

…………………………………………………………….................................

…………………………………………………………………………………………………………………..

(disciplina o ambito disciplinare):……….………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………..

…………………………………………………………………………………………………………………..

(disciplina o ambito disciplinare):………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………........................................

.....

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(disciplina o ambito disciplinare):……………….………………………………………………

………...

…………………………………………………………………………………................................

…………………………………………………………………………………………………………………..

Note

Dopo aver analizzato gli obiettivi disciplinari previsti per ogni ambito dalle Indicazioni Nazionali 2007; dalle Indicazioni Nazionali per le scuole secondarie di secondo grado e il Curricolo di scuola elaborato all’interno del P.O.F , previsto dal DPR 275/99 Regolamento autonomia art.8, ogni Istituzione Scolastica è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali dello studente e a individuare le conoscenze non essenziali per il raggiungimento delle competenze imprescindibili

8. STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE

o Incoraggiare l’apprendimento collaborativo favorendo le attività in piccoli gruppi.

o Predisporre azioni di tutoraggio.

o Sostenere e promuovere un approccio strategico nello studio utilizzando mediatori didattici facilitanti l’apprendimento (immagini, mappe …).

o Insegnare l’uso di dispositivi extratestuali per lo studio (titolo, paragrafi, immagini,…)

o Sollecitare collegamenti fra le nuove informazioni e quelle già acquisite ogni volta che si inizia un nuovo argomento di studio.

o Promuovere inferenze, integrazioni e collegamenti tra le conoscenze e le discipline.

o Dividere gli obiettivi di un compito in “sotto obiettivi”

o Offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio, per orientare l’alunno nella discriminazione delle informazioni essenziali.

o Privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale “per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa”;

o Sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle strategie di apprendimento negli alunni.

o Altro……………………………………………………………………………………………

9. ATTIVITÀ PROGRAMMATE

o Attività di recuperoo Attività di consolidamento e/o di potenziamentoo Attività di laboratorioo Attività di classi aperte (per piccoli gruppi)o Attività all’esterno dell’ambiente scolasticoo Attività di carattere culturale, formativo, socializzante

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10. MISURE DISPENSATIVE

Nell’ambito delle varie discipline l’alunno viene dispensato:

- dalla lettura ad alta voce;- dal prendere appunti;- dai tempi standard (dalla consegna delle prove scritte in tempi maggiori di

quelli previsti per gli alunni senza DSA);- dal copiare dalla lavagna;- dalla dettatura di testi/o appunti;- da un eccesivo carico di compiti a casa- dalla effettuazione di più prove valutative in tempi ravvicinati;- dallo studio mnemonico di formule, tabelle; definizioni - altro (es.: sostituzione della scrittura con linguaggio verbale e/o iconico)

11. STRUMENTI COMPENSATIVI

L’alunno usufruirà dei seguenti strumenti compensativi:

- libri digitali - tabelle, formulari, procedure specifiche , sintesi, schemi e mappe - calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante- computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner- risorse audio (registrazioni, sintesi vocale, audiolibri, libri parlati, …) - software didattici free- computer con sintetizzatore vocale- vocabolario multimediale

N.B. - Si ricorda che le strutture grafiche (tipo diagrammi e/o mappe) possono servire ai ragazzi con DSA per trasporre e organizzare le loro conoscenze.

12CRITERI E MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE

(N.B. validi anche in sede di esame)

Si concordano:- verifiche orali programmate,- compensazione con prove orali di compiti scritti,- uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali (mappe mentali,

mappe cognitive ..),- valutazioni più attente alle conoscenze a alle competenze di analisi, sintesi e

collegamento con eventuali elaborazioni personali, piuttosto che alla correttezza formale,

- prove informatizzate,- valutazione dei progressi in itinere.

13 PATTO CON LA FAMIGLIA E CON L’ALUNNO

Si concordano:- riduzione del carico di studio individuale a casa,

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- l’organizzazione di un piano di studio settimanale con distribuzione giornaliera del carico di lavoro,

- le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline chi segue l’alunno nello studio,

- gli strumenti compensativi utilizzati a casa (audio: registrazioni, audiolibri,…)strumenti informatici (videoscrittura con correttore ortografico, sintesi vocale, calcolatrice o computer con fogli di calcolo,…. ),

- le verifiche sia orali che scritte. Le verifiche orali dovranno essere privilegiate.

N.B.

Il patto con la famiglia e con l’alunno deve essere costantemente arricchito dalla ricerca della condivisione delle strategie e dalla fiducia nella possibilità di perseguire il successo formativo (a tal fine sono molto utili i rilevamenti oggettivi dei progressi in itinere).

14 SUGGERIMENTI OPERATIVI PER L’ULTIMO ANNO DI CORSO

In attesa delle disposizioni in merito allo svolgimento degli esami conclusivi del primo e secondo ciclo di istruzione da parte degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) si deve tener conto della normativa relativa a “Istruzioni e modalità organizzative e operative per lo svolgimento degli esami di stato”:

ART.6 DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE DEL 15 MAGGIO

c.1. I consigli di classe dell'ultimo anno di corso elaborano, entro il 15 maggio, per la commissione d'esame, un apposito documento relativo all'azione educativa e didattica realizzata nell'ultimo anno di corso.

c.2. Tale documento indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che i consigli di classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli esami.

Art.12.7 La Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative ai candidati affetti da dislessia, sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che in sede di valutazione delle altre due prove scritte, prevedendo anche la possibilità di riservare alle stesse tempi più lunghi di quelli ordinari. Al candidato sarà consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno.

Regolamento Valutazione CdM del 13 marzo 2009 - Schema di regolamento concernente “Coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del D.L. n°137 del 1/09/2008, convertito con modificazioni dalla L. n° 169 del 30/10/2008” art. 10

Art. 10 Valutazione1 degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA)

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1. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove d’esame, sono adottati gli strumenti compensativi e dispensativi ritenuti più idonei.

2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.

Cfr. D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122 - Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169 - art. 10. Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA)

Docenti del Consiglio di Classe Dirigente Scolastico

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Genitori Studente

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Tecnico competente (se ha partecipato)

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ALLEGATO 2 – Piano Annuale dell’Inclusione 2015

MISURE DISPENSATIVE

All’alunno con DSA è garantito l’essere dispensato da alcune prestazioni non essenziali ai fini dei concetti da apprendere. Esse possono essere, a seconda della disciplina e del caso:

la lettura ad alta voce la scrittura sotto dettatura prendere appunti copiare dalla lavagna il rispetto della tempistica per la consegna dei compiti scritti la quantità eccessiva dei compiti a casa l’effettuazione di più prove valutative in tempi ravvicinati lo studio mnemonico di formule, tabelle, definizioni sostituzione della scrittura con linguaggio verbale e/o iconografico

STRUMENTI COMPENSATIVI

Altresì l’alunno con DSA può usufruire di strumenti compensativi che gli consentono di compensare le carenze funzionali determinate dal disturbo. Aiutandolo nella parte automatica della consegna, permettono all’alunno di concentrarsi sui compiti cognitivi oltre che avere importanti ripercussioni sulla velocità e sulla correttezza. A seconda della disciplina e del caso, possono essere:

formulari, sintesi, schemi, mappe concettuali delle unità di apprendimento tabella delle misure e delle formule geometriche computer con programma di videoscrittura, correttore ortografico; stampante e

scanner calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante registratore e risorse audio (sintesi vocale, audiolibri, libri digitali) software didattici specifici Computer con sintesi vocale vocabolario multimediale

STRATEGIE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

strategie utilizzate (sottolinea, identifica parole–chiave, costruisce schemi, ta­belle o diagrammi)

modalità di affrontare il testo scritto (computer, schemi, correttore ortografico)

modalità di svolgimento del compito assegnato (è autonomo, necessita di azioni di supporto)

riscrittura di testi con modalità grafica diversa

usa strategie per ricordare (uso immagini, colori, riquadrature)

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STRUMENTI UTILIZZATI DALL’ALUNNO NELLO STUDIO

strumenti informatici (libro digitale, programmi per realizzare grafici)

fotocopie adattate

utilizzo del PC per scrivere

registrazioni

testi con immagini

software didattici

altro …………………………

VALUTAZIONE (ANCHE PER ESAMI CONCLUSIVI DEI CICLI)

Programmare e concordare con l’alunno le verifiche Prevedere verifiche orali a compensazione di quelle scritte (soprattutto per la

lingua straniera)

Valutazioni più attente alle conoscenze e alle competenze di analisi, sintesi e collegamento piuttosto che alla correttezza formale

Far usare strumenti e mediatori didattici nelle prove sia scritte sia orali (mappe concettuali, mappe cognitive)

Introdurre prove informatizzate Programmare tempi più lunghi per l’esecuzione delle prove

Pianificare prove di valutazione formativa

ALLEGATO 3 – Piano Annuale dell’Inclusione 2015

ICFClassificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

OMS Organizzazione Mondiale della Sanità

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ALLEGATO 4 – Piano Annuale dell’Inclusione 2015

LICEO SCIENTIFICO STATALE ” G.C. VANINI”

VIA RENO, 34 - 73042 CASARANO – LE –

TEL. 0833/502219 FAX 0833/512005

[email protected] [email protected]

www.liceovanini.gov.it

a.s. 2014-2015

SCHEDA DI RILEVAZIONE BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI(BES) classe______________/sezione________________

N° totale alunni ________ di cui :

N° DSA _______

N° con disabilità________

N° con BES_________

N° con cittadinanza non italiana_______

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Descrizione dei casi di bisogno educativo speciale:

Alunno/a Tipi di BES Modalità di intervento

Legenda BES

1. Carenze affettive-relazionali

2. disagio economico

3. disagio sociale

4. divario culturale

5. divario linguistico

6. difficoltà di apprendimento

7. disturbo specifico di apprendimento DSA con diagnosi

specialistica

8. disturbo da deficit di attenzione e iperattività

9. altro (specificare): ____________________

Legenda modalità di intervento

a) a classe intera

b) a piccolo gruppo

c) individualmente

d) attività di potenziamento

e) attività di recupero

f) tutoring

g) percorso personalizzato

h) altro (specificare)___________________________

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i) Data________________________ Firma (docente coordinatore) ______________________

j) RIFERIMENTI LEGISLATIVI

k)

l) Legge 517/77 m) Legge 104/92 n) Legge 503/2003 o) Legge 170/2010 p) D.M. 27 dicembre 2012 q) C.M. n.8 del 6 marzo 2013r) Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità s) Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA t) C.M. n.2 dell’8 gennaio 2010 u) C.M. n.24 del 1/3/2006 v) Legge regionale 25 febbraio 2010, n. 4 Puglia “ Norme urgenti in materia di

sanità e servizi sociali.w) CAPO VI Art.52

x) STRANIERI

y) Convenzione Internazionale ONU Diritti Per L’infanzia

z) CM 80/1990

aa) DPR 394/99

ab)LINEE GUIDA STRANIERI 2006

ac) La Via Italiana Per La Scuola Interculturale 2007 CM 4 / 2009