Bisogni educativi speciali: la lunga strada dell’inclusione ottilia gottardi Dirigente IC Carnate.

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Bisogni educativi speciali: la lunga strada dell’inclusione ottilia gottardi Dirigente IC Carnate

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Bisogni educativi speciali: la lunga strada dell’inclusione

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Nella quotidianità della classe

Includere significa da un lato far sentire come gli altri, dall’altro riconoscere le specificità.Occorre migliorare la qualità dell’insegnamento-apprendimento, sviluppando al contempo le competenze trasversali di cittadinanza.

La didattica cooperativa – (favorire la partecipazione attiva e consapevole) – parte dall’assunto che le conoscenze abbiano base sociale e che le competenze si sviluppino grazie a scambi, relazioni e legami.

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La classe

Chi opera nella scuola oggi evidenzia sempre di più l’eterogeneità presente nelle classi, caratterizzate da:• Numero crescente di allievi diversamente abili certificati • Numero crescente di allievi con disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disgrafia, difficoltà nell’attenzione e autoregolazione) • Situazioni di fragilità di vario tipo (ansia sociale, ansia da prestazione..)• Situazioni complesse per disgregazione familiare • Disturbi emozionali e/o psicologici • Comportamenti gravemente problematici e devianti • Forte calo della motivazione allo studio e perdita di valore della scuolaottilia gottardi

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La logica di fondo

Ripensare la scuola

Indicazioni Nazionali

Direttiva B.E.S.

Riorganizzare le risorse ( umane, materiali, professionali) in un quadro coerente e sistematico secondo una logica

processuale focalizzata sul soggetto che apprende

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Il principio guida : la qualità della didattica

«Un’integrazione di qualità ha bisogno di una didattica di qualità. La didattica …pervade l’ambiente scuola. La didattica è la normalità dell’operare finalizzato allo sviluppo di capacità e competenze utili, nel contesto di una relazione di aiuto profonda e significativa con chi apprende. La didattica è anche puntare a un obiettivo di crescita, avere a cuore lo sviluppo dell’alunno, programmare, agire e valutare (anche severamente) la propria azione didattica e le azioni di chi apprende. Si fa didattica quando si insegna letteratura italiana o calcolo frazionario, quando si lavora nell’educazione socio-affettiva, quando si insegna a collaborare, a soffiarsi il naso, a prendersi cura del materiale didattico, a rispondere con lo sguardo al proprio nome, e in tanti altri modi ». (D. Ianes, Didattica speciale per l’integrazione. Un insegnamento sensibile alle differenze, Erickson, Gardolo (TN) 2005 – II edizione)

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Ci ricordiamo?

Se ascolto dimentico.

Se ascolto e vedo, ricordo poco.

Se ascolto, vedo e pongo domande o discuto con qualcuno, comincio a comprendere.

Se ascolto, vedo, discuto e faccio, acquisisco conoscenza e abilità.

Se insegno a un altro, divento padrone.

Confucio

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Iniziamo a “riconoscere” le differenze

•Organizzazione scolastica (flessibilità)

•Gestione e organizzazione degli spazi

• Coinvolgimento della famiglia, dell’eventuale equipe’ di riferimento, ..

•Formazione specifica e ricerca didattica

•Cura della documentazione, confronto con altre esperienze, lavoro in rete con altre scuole

•Ripensare l’attività didattica ordinaria per tutta la classe

•Pensare al materiale didattico

• Progettazione di interventi individuali

•Curare l’aspetto comunicativo degli attori e dei fruitori

•Pensare alla classe come risorsa

•Sperimentare attività nuove

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Quando la nostra scuola include?

Quando anche sulla base dell’emergenza e del bisogno, ma non solo, diamo un senso al nostro lavoro migliorando l’organizzazione e la didattica in una dimensione inclusiva. Quando pensiamo e progettiamo alle azioni educative.

COME?ESSENZIALIZZAZIONE e SELEZIONE DEI

CONTENUTISEMPLIFICAZIONERILEVANZA DEI NUCLEI FONDANTI

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Pensiamo come?

La dimensione collegiale del lavoro tra i docenti

Il coordinamento didatticoL’accompagnamento degli alunni e delle

famiglieLa dimensione inclusivaIl lavoro in reteIl confronto di esperienze

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strumenti

Curricolo Ambiente di apprendimentoCentralità della persona Gestione della classeDidattica laboratoriale e operativaValore formativo delle discipline Scuola accogliente che garantisce

l’acquisizione delle strumentalità di base e delle competenze

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Le strategie

Ci sono strategie organizzative

che già utilizziamo, ma che possiamo ampliare: Sensibilizzare i genitori e gli alunni della classe

sulle problematiche legate alla valorizzazione della diversità Il rispetto, il miglioramento e l’utilizzo dei protocolli di integrazione e accoglienza allegati

al POF Le nostre funzioni strumentali ( chiediamo di..) L’attività di screening precoce, fin dalla scuola dell’infanzia e uno sguardo attento a

cogliere segnali di disagio L’analisi dei questionari valutativi e autovalutativi Le osservazioni che emergono dagli incontri collegiali, anche con i genitori, le indagini

sul metodo di studio e le conversazioni con gli alunni sul tema I modelli predisposti ( pei, pdp, verbalizzazioni,…) La sperimentazione di percorsi nuovi, cercando sinergie con l’università ( sempre troppo

rare) La prevenzione come lente per osservare e cercare di capire

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Strategie e metodologie integranti

1. Attività di conoscenza reciproca (docenti - alunni, alunni – alunni, genitori-genitori, docenti-genitori).

2. procedure d’accoglienza.3. individuazione d’incarichi e di responsabilità; aiuto nelle

attività quotidiane.4. esperienze di tutoring; volontariato organizzato (compagni

che aiutano spontaneamente), aiuto nelle attività quotidiane.

5. lavori di gruppo/ a coppie/ per compito/per livello …6. esperienze d’apprendimento cooperativo.7. percorsi didattici su diversi livelli di difficoltà.8. organizzazione ed arredo della classe in modo da favorire

le relazioni tra persone.9.Utilizzo la classe come risorsa 10. Utilizzo delle esperienze degli altri ottilia gottardi

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Buon lavoro!