Pianeta Terra - marzo 2010

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07 anno 7° marzo 2010 Sped. in a. p. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Napoli la riforma degli incentivi IL PIANETA TERRA Cosimo D’Ayala Valva impegni d’italia Francesca capelli fotovoltaico a concentrazione Gabriele Salari il vento va per mare

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rivista su energie rinnovabili e ambiente

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07anno 7° marzo 2010

Sped. in a. p. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Napoli

la riformadegli incentivi

IL PIANETATERRA

Cosimo D’Ayala Valvaimpegni d’italia

Francesca capelli

fotovoltaico a concentrazione

Gabriele Salariil vento va per mare

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edito

riale

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sommario07IL PIANETA

TERRA

Mensile di informazione e culturadell’Ambiente, dell’Energiae delle Fonti Rinnovabili

Anno 7 - marzo 2010 - N° 7

Direttore responsabileCiro Vigorito

RedazioneGPS srlVia Luigi Fricchione, 2783100 Avellino - Tel 0825 784516e-mail: [email protected]

Progetto grafico e impaginazionegdmassociati.comStampa - Grafica Nappa - Aversa (CE)

Hanno collaborato a questo numero:Francesca Capelli, Maurizio Carucci, Giampiero Castellotti, Sergio Ferraris, Cosimo D’Ayala Valva, Silvia Perdichizzi, Gabriele Salari, Simone Togni, Ciro Vigorito.

EditoreGPS srlVia Luigi Fricchione, 2783100 Avellino - Tel 0825 784516e-mail: [email protected]

Registrazione n. 66 del 05/06/2003presso il Tribunale di Napoli

Garanzia di riservatezza.L’Editore garantisce la massima riservatezza dei datiforniti dagli abbonati e la possibilità di rettifica ocancellazione dei suddetti (legge n. 675/96)

prodotto stampato su carta FSC

anno 7° marzo 2010

la riforma degli incentivi 5di Simone Togni

impegni d’italia 10di Cosimo d’Ayala Valva

energie rinnovabili crescono 15di Maurizio Carucci

2009: anno nero 18di Silvia Perdichizzi

NEWSLETTER ANEV

- L’ANEV ha una nuova sede

- Censimento 2010

- Giornata mondiale del vento 2010

- Comuni …..rinnovabili

- Vento da conoscere

- Hannover Messe/Colitechnica

- Il sistema produttivo di fronte alla crisi: le imprese, le industrie, le istituzioniProssimi appuntamenti

fotovoltaico a concentrazione 32di Francesca Capelli

industria e rinnovabili 37di Sergio Ferraris

il vento va per mare 41di Gabriele Salari

animali da città 45di Giampiero Castellotti

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No. 1 in Modern Energy

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a chi piace e perché

di Simone Togni

Come siamo oramai abituati a vedere, l’Italia delle rinnovabili

preferisce riformare ciò che c’è piuttosto che completare ciò che

manca, e anche il 2010 sembra non essere esentato da questa

cattiva prassi che però oramai sembra consolidata. Le pulsioni

giungono da molteplici direzioni, Confindustria, Autorità e Gover-

no su tutti, spesso tuttavia su spinta di operatori vari e interessi

invariati che vengono talvolta confusi con necessità di sistema e

addirittura valutate su errate premesse.

Come noto il nostro Paese ha assunto infatti degli impegni in

sede Comunitaria ben definiti che entro l’estate do-

vranno essere esplicitati in un documento nel quale

verranno evidenziati, finalmente, i numeri per ottem-

perare al medesimo obbligo vincolante.

Nel frattempo, purtroppo, si continuano ad attendere i provve-

dimenti di semplificazione autorizzativa che sembrano diventati

una chimera visto che, attesi dal 2003, sono in questi anni spesso

stati annunciati ma mai emanati. In questa situazione di incer-

la riforma degli incentivi

“l’Italia delle rinnovabili preferisce riformare ciò che c’è piuttosto che completare ciò che manca, e anche il 2010 sembra non essere esentato da questa cattiva prassi che però oramai sembra consolidata. Le pulsioni giun-

gono da molteplici direzioni, Confindustria, Autorità e Governo su tutti”

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tezza, e grazie alla decisa azione della mano forte della politica,

molti soggetti parte in causa del sistema, pensano ai propri in-

teressi e come è legittimo che sia, cercano di farli passare per

interessi generali.

Così avviene che in mancanza di quella attività di sintesi necessa-

ria che dovrebbe guidare le scelte di politica industriale e energe-

tica propria del Governo centrale, gruppi di interessi o associazio-

ni espressione di uno specifico comparto abbiano gioco facile nel

tutelare i propri interessi, anche se a scapito di un altro comparto

peggio tutelato per dimensione o capacità, e quindi dell’intero

sistema.

Infatti se è vero che il Governo ha deciso di assumersi un impe-

gno vincolante al 2020 relativamente alla produzione di energia

elettrica da fonti rinnovabili, e se è vero che il mancato rispetto

di tale obbligo comporterebbe per il nostro Paese gravi ripercus-

sioni economiche che ricadranno sul sistema na-

zionale, vi è una pressante necessità di definire

in tempi rapidi un piano

organico che consenta

ad imprenditori ed in-

vestitori di sostenere il

settore con un impegno

adeguato agli obiettivi assunti.

Per fare questo, ne siamo convinti, vi è una serie

di attività indispensabili, senza le quali ogni pia-

no sarebbe solo finalizzato a soddisfare le ne-

cessità o le richieste di questo o quel soggetto, e non a soddisfare

gli interessi generali.

Nella sostanza chi come noi da sempre ritiene che la miope po-

“se è vero che il Governo ha deciso di assumersi un impegno vincolante al 2020 re-lativamente alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e se è vero che

il mancato rispetto di tale obbligo comporterebbe per il nostro Paese gravi ripercus-sioni economiche che ricadranno sul sistema nazionale, vi è una pressante necessità

di definire in tempi rapidi un piano organico”

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litica energetica degli anni passati, ha portato ad una situazio-

ne di blocco che era necessario superare anche con atti mirati

a sbloccare la crescita delle infrastrutture connesse, cosa che in

parte è stato fatto con la scelta di nominare dei Commissari per

la realizzazione delle Reti di Interconnessione Elettriche, oggi non

può che continuare a chiedere che agli interventi straordinari

debbano essere assunti provvedimenti in grado si supportare la

crescita normale del settore.

Analizzando tuttavia i meccanismi utilizzati per svolgere quella

parte di analisi necessaria a prendere le decisioni conseguenti,

sembra di cogliere una certa interessata scelta dei soggetti “cer-

tificati” come attendibili nei dati forniti, non sulla base della

correttezza o del livello degli stessi ma semplicemente perché in

quel momento forniscono il dato più utile a assecondare l’“idea”

di quel momento del decisore pubblico. Sarebbe finalmente ora

che l’esecutivo facesse lo sforzo, almeno nel settore energetico e

a causa della sua complessità, di acquisire competenze elevate,

comprovate e affidabili, in grado di fornire dati certi e informa-

zioni scientificamente veritiere, magari mediante la formazione di

referenti “certificati”

sottoposti a periodi-

che verifiche sui dati

forniti.

Infatti curiosamente

le analisi che vengono

svolte dalle strutture

tecniche degli organi

politici sono spesso

estremamente interes-

santi e accurate, ma

talvolta basate su dati

poco aggiornati, quan-

do non addirittura non

corretti, cosa che de-

termina nel Governo

l’assunzione di scelte

sulla base di un qua-

dro poco realistico e

soprattutto non obiet-

tivo.

La scelta di linee di

intervento prioritario

reali, peraltro, è fonda-

mentale che non vengano assunte su presupposti errati ovvero

falsi, e questo non solo per evitare di favorire questo o quell’ope-

ratore, ma soprattutto per evitare ulteriori e dannose inefficienze

che si andrebbero ad aggiungere quelle già esistenti. La som-

matoria delle varie inefficienze rendono il nostro sistema mol-

to distante dal miglior sistema possibile, con ricadute negative

sulla collettività dei cittadini, sull’apparato statale e sulle stesse

aziende. Infatti la collettività subisce il ritardo nello sviluppo delle

fonti rinnovabili come mancata riduzione

delle emissioni, mancato sviluppo occu-

pazionale e tecnologico, lo Stato vede

aumentare la dipendenza energetica

dall’estero, diminuito il proprio prestigio internazionale, e aumen-

tato il deficit della bilancia commerciale estera, d’altra parte le

aziende nazionali perdono molte delle possibilità di innovazione

tecnologica correlata allo sviluppo del settore, e anche quelle che

beneficiano dell’inefficienza nazionale di fatto subiscono danno

“curiosamente le analisi che vengono svolte dalle strutture tecniche degli organi poli-tici sono spesso estremamente interessanti e accurate, ma talvolta basate su dati poco aggiornati, quando non addirittura non corretti, cosa che determina nel Governo l’as-sunzione di scelte sulla base di un quadro poco realistico e soprattutto non obiettivo”

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dalla perdita di competitività nel mercato internazionale nei con-

fronti dei concorrenti esteri che invece si trovano a operare in altri

sistemi ben più efficienti.

Questo stato di cose, genera quindi solo inefficienze, ritardi e per-

dite di occasioni in tutti i settori, compreso quello della produzio-

ne elettrica, in un momento quale è quello attuale che vice-

versa necessiterebbe di un supporto al loro sviluppo, cosa

che potrebbe avere un effetto positivo e anticiclico, seppur

limitato nel tempo a qualche anno.

La speranza quindi è che si possa avere da parte del Governo

uno slancio propositivo nei prossimi mesi, volto a definire

con coraggio obiettivi intermedi, strategie e meccanismi di

sostegno necessari a centrare gli obiettivi diretti e a massi-

mizzare i ritorni economici e occupazionali di questo settore

con una visione che veda i benefici del sistema prevalere

sugli interessi di parte.

Fondamentale sarà dare adeguate certezze agli investitori

sulla stabilità del sistema, in modo tale da far crescere la

fiducia nel settore e attrarre investimenti nel comparto, con

particolare riferimento a quelli esteri che in tal modo potreb-

bero favorire il risultato del nostro Paese a scapito di quello dei

nostri Paesi confinanti. È certo che uno sforzo particolare dovrà

essere fatto dal Governo centrale per spiegare alle Regioni che

la devoluzione di competenze avvenuta con la riforma del Titolo

V della Costituzione non può concretizzarsi nella scelta assurda

compiuta ad esempio dalla Regione Sardegna con l’idea, priva

di alcun supporto normativo

e contraria a qualsiasi prin-

cipio di correttezza ammini-

strativa, di procedere a rila-

sciare autorizzazioni per la produzione di energia eolica alla sola

neo costituita società energetica regionale, a scapito del rispetto

degli investimenti privati,

e della libera concorrenza,

nonché del principio Co-

stituzionale della libertà

dell’iniziativa privata im-

prenditoriale.

Ancora una volta quindi ci

troviamo ad avere molte

attese legittime, derivan-

ti dagli impegni assunti

in sede Comunitaria, e

invece poche iniziative, e

talvolta addirittura illegit-

time, miranti alla protezione di un sistema che si auto protegge a

scapito degli utenti finali cui, come troppo spesso accade, tocche-

rà pagare l’incompetenza dei decisori pubblici.

“La speranza quindi è che si possa avere da parte del Governo uno slancio propositivo nei pros-simi mesi, volto a definire con coraggio obiettivi intermedi, strategie e meccanismi di sostegno

necessari a centrare gli obiettivi diretti e a massimizzare i ritorni economici e occupazionali di questo settore con una visione che veda i benefici del sistema prevalere sugli interessi di parte”

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associated with

CEDELT S.p.a. è un’Azienda certificata UNI EN ISO 9001:2000 operante da oltre 30 anni nel settore della progettazione, costruzione e manutenzione di impianti di distribuzione di energia elettrica in alta, media e bassa tensione e nella realizzazione di centrali elettriche da fonte eolica. L’esperienza maturata in questi anni di attività, rinnovandosi e allineandosi alle novità tecnologiche e di mercato, ha reso la CEDELT una delle aziende più accreditate in questo settore a livello nazionale.

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impegni d’italiai tempi della 2009/28/CE

di Cosimo d’Ayala Valva

Si è parlato, e si parla, tanto della Direttiva Europea conosciuta

come 20/20/20, che in realtà porta il numero 28, ovvero Diret-

tiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti

rinnovabili e del relativo impegno assunto dall’Italia di portare

la quota di produzione di energia da fonti rinnovabili al 17% del

Consumo finale di energia.

Non sarà però questo l’argomento centrale di questo articolo

quanto invece andare ad analizzare le scadenze previste nel testo

comunitario, gli adempimenti previsti e le relative sanzioni, oltre

ad andare a controllare lo status di recepimen-

to di tale Direttiva nel nostro ordinamento.

Ed è proprio da questo punto che si vuole par-

tire, ovvero dall’iter della Legge Comunitaria 2009, contenente

la Direttiva in questione. La Legge Comunitaria è lo strumento di

“La Legge Comunitaria è lo strumento di attuazione della normativa comunitaria e ne determina i tempi e i modi per la trasposizione nell’ordinamento del nostro

Paese, questo entro il 31 Gennaio di ogni anno”

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attuazione della normativa comunitaria e ne determina i tempi

e i modi per la trasposizione nell’ordinamento del nostro Paese,

questo entro il 31 Gennaio di ogni anno. La Legge Comunitaria

2009, come tutte le Leggi dello stesso tipo, contiene la delega al

Governo per l’adozione dei decreti legislativi recanti le norme oc-

correnti per dare attuazione alle Direttive comunitarie contenute

negli allegati (A e B), rispettando le scadenze previste nelle mede-

sime Direttive, che nel caso in particolare dovrebbe essere entro il

5 Dicembre 2010.

Lo schema di Disegno di

Legge Comunitaria 2009

è stato approvato dal Con-

siglio dei Ministri il 20 Aprile 2009 (Atto Camera dei Deputati

n. 2449) ed approvato dalla Camera il 22 Settembre, quindi tra-

“La Legge Comunitaria 2009, come tutte le Leggi dello stesso tipo, contiene la delega al Governo per l’adozione dei decreti legislativi recanti le norme occorrenti per dare attuazione alle Direttive

comunitarie contenute negli allegati (A e B), rispettando le scadenze previste nelle medesime Direttive, che nel caso in particolare dovrebbe essere entro il 5 Dicembre 2010”

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smesso al Senato (Atto Senato n. 1781) che lo ha approvato il 28

Gennaio 2010, e quindi inoltrato nuovamente alla Camera (AC n.

2449 B) per l’ulteriore discussione e approvazione.

La Direttiva in questione è comunque efficace verso lo Stato desti-

natario ed infatti prevede alcuni adempimenti al fine di raggiun-

gere il suo obbiettivo e tra questi il prossimo porta la scadenza del

30 Giugno, data entro la quale gli Stati membri devono notificare

alla Commissione Europea il proprio Piano di Azione Nazionale,

redatto sulla base del modello predisposto dalla stessa Commis-

sione ed anticipato da un documento previsionale, adempimento

peraltro assolto, e dalla lettura del quale si apprende che il nostro

Paese prevede di soddisfare la domanda di energia da fonti rin-

novabili, anche con mezzi diversi dalla produzione nazionale, e,

nel caso dell’energia

elettrica la quantità

prevista di importa-

zione dovrebbe esse-

re di circa 1,1 Mtep al

2020, ovvero all’incir-

ca 6 TWh (TeraWattora), stesso valore per il 2018, mentre per il

2016 sono previsti 0,86 Mtep (4,59 TWh), e al 2014 circa 0,086

Mtep (0,4 TWh).

Tornando invece alla presentazione del Piano di Azione Nazio-

nale, previsto dall’articolo 4 comma 2 del testo europeo, risulta

evidente quanto tale documento rivesta un’importanza rilevante

dovendo presentare gli obiettivi nazionali (e i metodi per raggiun-

gerli) per quanto riguarda la quota di energia prodotta da fonti

rinnovabili e consumata nei trasporti, nella generazione di elet-

tricità, nei meccanismi di riscaldamento e raffreddamento entro il

2020, oltre a dover esplicitare le politiche nazionali necessarie al

raggiungimento degli obiettivi.

La scelta di adottare un modello di

Piano a cui devono adeguarsi tutti gli

Stati Membri verte sulla possibilità di

effettuare successivamente un con-

fronto tra i Piani dei diversi Paesi, e

mettere poi tali documenti a raffronto

con la relazione (articolo 22) che dovranno presentare ogni due

anni, la prima entro il 31 dicembre 2011, e l’ultima entro il 31

“La scelta di adottare un modello di Piano a cui devono adeguarsi tutti gli Stati Membri verte sulla possibilità di

effettuare successivamente un confron-to tra i Piani dei diversi Paesi, e mettere

poi tali documenti a raffronto”

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dicembre 2021.

La relazione, in generale, deve contenere indicazioni specifiche per

quanto riguarda: le quote settoriali e complessive di energia da

fonti rinnovabili nel corso dei due precedenti anni

e le misure adottate o previste a livello nazionale

per promuovere la crescita delle energie da fonti

rinnovabili; l’introduzione e il funzionamento di

eventuali regimi di sostegno e di altre misure mi-

ranti a promuovere l’energia da fonti rinnovabili;

il funzionamento del sistema delle garanzie di

origine; i progressi realizzati nella valutazione e

nel miglioramento delle procedure amministrati-

ve per eliminare gli ostacoli regolamentari e non

regolamentari allo sviluppo dell’energia da fonti

rinnovabili.

Nella sua prima relazione lo Stato deve indicare

se intende creare un organismo amministrativo

unico incaricato di trattare le domande di auto-

rizzazione, certificazione e concessione di licenze

per gli impianti a energia rinnovabile e di assiste-

re i richiedenti, una soluzione sicuramente inte-

ressante che vede il nostro Paese particolarmen-

te coinvolto visti i tempi medi di autorizzazione degli impianti a

fonte rinnovabile che vanno ben oltre i 180 giorni previsti dalla

normativa vigente, argomento che però necessita di un approfon-

dimento specifico.

La Commissione, sulla base delle relazioni ricevute, dovrà presen-

tare, a sua volta,

ogni due anni

una relazione al

Consiglio e al

Parlamento, la

prima entro il 31

dicembre 2012,

c o n t e n e n t e

un’analisi delle

misure adottate

dai vari Paesi e

dei relativi im-

patti, ed even-

tualmente può

proporre misure

correttive, men-

tre, entro la fine

di quest’anno,

dovrà presenta-

re un’analisi ed

un piano di azione sull’energia, finalizzati a migliorare il finanzia-

mento e il coordinamento di quanto previsto per raggiungere la

quota del 20% prevista dalla Direttiva.

Tale Direttiva non ha però previsto delle sanzioni per il manca-

to raggiungimento degli obblighi intrapresi dagli Stati membri,

pertanto si ritiene che l’eventuale inadempimento, sarà soggetto

a quanto previsto dal Trattato UE, che prevede in prima istanza

la messa in mora del Paese, se inefficace la diffida ad adempiere

ed infine la procedura dinanzi alla Corte di Giustizia. L’eventuale

applicazione di sanzioni pecuniarie non assolvono comunque il

Paese inadempiente che sarà comunque tenuto a rispettare gli

impegni presi. In conclusione ci si augura che il nostro Paese, a

questo giro, sarà rispettoso dei termini previsti nella Direttiva e

che provvederà a far applicare quanto già previsto dalla norma-

tiva vigente, in quanto già sarebbe sufficiente a dare un segnale

forte a chi è disposto ad investire nel settore, mentre ci si aspetta

un’azione ancora più forte al fine di risolvere quei punti critici

che fanno sì, che lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma anche la

gestione di quelle operative, proceda con il freno a mano tira-

to, ovvero la burocrazia e la rete di trasmissione. Appuntamento

quindi al 5 Dicembre 2010 !

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di Maurizio Carucci

Nel 2009 in Italia è aumentata la produzione di energia elettri-

ca da fonti rinnovabili, con un incremento del 13%: dai 58,16

TWh del 2008 si è passati ai circa 66 TWh dell’anno scorso. A

oggi l’energia prodotta dalle fonti

rinnovabili copre un quinto del

fabbisogno nazionale. Le stime

del ministero dello Sviluppo

economico sono state otte-

nute intersecando i risultati

dell’attività di dispaccia-

mento di Terna e quella

di qualifica degli im-

pianti per l’incenti-

vazione fatta dal Gestore servizi energetici (Gse).

La maggior accelerazione si è registrata nella

produzione di energia da impianti fotovoltaici,

che è passata da un anno all’altro da 193 GWh

ai 1.000 GWh, con un incremento di oltre il

400%. Particolarmente interessante è il dato di

produzione del settore eolico: dai 4.861 GWh del

2008 ai circa 6mila GWh dell’anno scorso, con un au-

mento del 35%. Per quanto concerne la produzione

dovuta agli impianti alimentati da biomasse, a fronte

dei 5.966 GWh del 2008 si è arrivati ai circa 6.500 GWh

del 2009, registrando così un incremento del 10%.

Infine, grazie all’apporto delle dighe, alle opere di rifa-

cimento delle infrastrutture e all’ottima idraulicità degli

impianti idroelettrici, lo scorso anno è stato rilevato un au-

mento della produzione del 13%, passando da 41.623 GWh a

circa 47mila GWh. Le regioni con una maggiore potenza sono

la Puglia (96 megawatt), la Lombardia (84) e l’Emilia Romagna

(62 megawatt), mentre il Gse ha censito il maggior numero di

impianti in Lombardia (8.630), Emilia Romagna (5.293) e Vene-

to (5.166). Grazie a questi incrementi, la produzione di energia

elettrica da fonti rinnovabili ha coperto nel 2009 il 20% del

consumo interno lordo di energia elettrica del Paese, rispetto

al 16.5% del 2008.

“A oggi l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili copre

un quinto del fabbisogno na-zionale. Le stime del ministero

dello Sviluppo economico sono state ottenute interse-cando i risultati dell’attività di dispacciamento di Terna

e quella di qualifica degli impianti per l’incentivazione

fatta dal Gestore servizi ener-getici (Gse)”

energie rinnovabili crescono

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“Il nostro obiettivo è di produrre un quarto dell’elettricità con le

fonti rinnovabili – ha affermato il ministro dello Sviluppo econo-

mico Claudio Scajola - e per arrivarci, ancora per alcuni anni, sarà

necessario prevedere forme di sostegno al settore per compensa-

re i maggiori costi di queste fonti e attrarre nuovi specifici investi-

menti. Ma è anche necessario raggiungere una maggior efficien-

za con investimenti in ricerca e tecnologia. Si tratta di risultati

molto significativi che confermano l’efficacia del sistema di in-

centivi pubblici creato nel nostro Paese per tutte le fonti rinnova-

bili, reso ancora più conveniente per i piccoli impianti dal decreto

governativo del dicembre 2008. Tali risultati andranno confermati

nel corso dei prossimi anni attraverso altri interventi per rendere

più stabile ed efficiente il quadro complessivo di sostegno e per

semplificare i processi di autorizzazione e connessione alle reti

elettriche degli impianti”.

In tal senso, alcuni interventi sono già

stati previsti dalla “legge Sviluppo” e

vedranno i loro frutti nel corso del 2010.

Un ulteriore contributo sarà dato dall’emanazione di una serie di

provvedimenti, già messi in cantiere a fine 2009, come il nuovo

“conto energia” per il fotovoltaico e le linee guida nazionali per

l’autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili. Infi-

ne, sempre secondo Scajola, entro la fine del 2010 con il

recepimento della direttiva europea 2009/28/Ce, attua-

tiva del pacchetto 3x20 “energia-clima”, potrà essere

completato il quadro necessario per il raggiungimento

dei target europei e simultaneamente data attuazione

agli obiettivi fissati dal programma di governo al fine

di ottenere, in termini di sicurezza degli approvvigio-

namenti e sostenibilità ambientale, un migliore mix

energetico. Tutti segnali che fanno ben spe-

rare, visto che l’emendamento di

fonte governativa alla Finan-

ziaria per il 2010, contenente

drastici tagli all’incentivazione delle

fonti rinnovabili, è stato ritirato. Anche se la spin-

ta verso il nucleare da parte di questo governo è

diventata irreversibile. Tanto che lo stesso Scajola

ha deciso di impugnare davanti alla Corte costi-

tuzionale le leggi di Basilicata, Puglia e Cam-

pania che vietano la costruzione di impianti nucleari sul

loro territorio.

“Il nostro obiettivo è di produrre un quarto dell’elettricità con le fonti rinnovabili – ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola - e per arrivarci, ancora per alcuni anni, sarà necessario prevedere forme di sostegno al settore per compensare i maggiori costi di queste fonti e attrarre nuovi specifici investimenti”

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L’importante, tuttavia, è tenere nella giusta considerazione l’ener-

gia prodotta da fonti rinnovabili. Tutti i record possono e devono

essere battuti. Il primato dell’anno scorso potrebbe essere supe-

rato, per esempio, con una nuova iniezione di risorse destinate

alle piccole e medie imprese, soprattutto del Mezzogiorno, per

sostenere la ripresa economica, agendo proprio sull’innovazione

e sulle energie rinnovabili. Considerando l’intero asset delle risor-

se stanziate per il 2010, si raggiungeranno in 12 mesi circa 11 mi-

liardi di euro di nuovi finanziamenti che, entro il 2012, potranno

attestarsi a circa 30 miliardi. Lo stesso Fondo di garanzia diventa

anche una leva

per intercettare

gli investimenti

per la ricerca,

l’innovazione e

le energie rin-

novabili. L’Italia è così tra i primi Paesi al mondo a recepire gli

ultimi indirizzi ambientali discussi a Copenhagen.

Un incentivo per battere il record arriva perfino dal mondo ac-

cademico. Spunti interessanti si trovano nella ricerca “Investire

in energie rinnovabili – La

convenienza economica

per le imprese”, realizzata

dall’Università Bocconi e

coordinata da Alessandro

Nova in collaborazione con

Centrobanca. In tempi di

grande attenzione per l’im-

patto che la produzione in-

d u - s t r i a l e

ed ener-

getica ha

sull’ambien-

te e di grande

dibattito sulla

dipendenza ita-

liana dall’estero

per l’energia elettrica (l’Italia è il secondo importatore al mon-

do), cresce l’attesa per le prospettive di sviluppo delle energie

rinnovabili. Grazie al sistema di incentivazione della legislazione

italiana per la produzione da energie rinnovabili, un investimento

di questo tipo risulta estremamente appetibile sotto il profilo del

rendimento. È il caso, per esempio, di un impianto idroelettrico

che, in grado di produrre due milioni di kwh l’anno e con una vita

utile di 30 anni, è capace di assicurare un tasso interno di rendi-

mento superiore al costo del capitale investito, sia che l’energia

sia completamente utilizzata per i processi produttivi industriali,

sia che parte di essa sia venduta alla rete nazionale. In questo

tipo di investimento, nel caso del 100% di autoconsumo, il tasso

interno di rendimento raggiungerebbe il 18,3%, rispetto al 7,5%

del costo del capitale, con una rilevante generazione di valore per

gli investitori. Il periodo di rientro dell’investimento sarebbe di

otto anni nell’ipotesi di completo utilizzo dell’energia prodotta

all’interno dei propri processi produttivi e si prolungherebbe di

un solo anno se la metà dell’energia prodotta fosse venduta alla

rete. “Un investimento conveniente - aggiunge Alessandro Nova

-, che dal punto di vista industriale trae origine dal differenzia-

le tra prezzo-costo dell’energia acquistata e costo di produzione

dell’energia, integrato però dagli incentivi economici che caratte-

rizzano questi progetti. Le iniziative legate a energie rinnovabili si

confermano come investimenti estremamente interessanti sotto il

profilo dei rendimenti economici, ma soprattutto caratterizzati da

una rischiosità sostanzialmente contenuta, caratteristica sempre

più rara nel panorama industriale contemporaneo”.

“Un incentivo per battere il record arriva perfino dal mondo accademico. Spunti in-

teressanti si trovano nella ricerca “Investire in energie rinnovabili – La convenienza eco-nomica per le imprese”, realizzata dall’Uni-versità Bocconi e coordinata da Alessandro Nova in collaborazione con Centrobanca”

Page 18: Pianeta Terra - marzo 2010

2009: anno nero

di Silvia Perdichizzi

Anzi nerissimo, per l’ambiente. Il giudizio critico arriva dal WWF,

secondo cui, quello appena passato verrà ricordato in Italia come

l’anno critico per l’ambiente: dalla pioggia di cemento, tramite

i tanti Piani Casa approvati, alle continue alluvioni e frane, dal

rilancio del nucleare a quello di infrastrutture imponenti e discuti-

bili come il Ponte sullo Stretto di Messina, dalle vicende delle navi

dei veleni ai tentativi di deregulation sulla caccia che, nel 2010,

rischiano da minacce di diventare realtà. Per l’associazione del

Panda nel corso di questi 365 giorni ha prevalso una

logica disfunzionale che, anziché arginare, ha messo

in risalto la fragilità ambientale del Belpaese, aggra-

vata dai sempre più violenti effetti dei mutamenti

climatici, e una sofferenza cronica rispetto ai gravi problemi di

inquinamento che si trascina dal passato e che rischia di peggio-

rare con la virata nuclearista voluta dal Governo.

“Il giudizio critico arriva dal WWF, secondo cui, quello appena passato ver-rà ricordato in Italia come l’anno critico per l’ambiente: dalla pioggia di ce-mento, tramite i tanti Piani Casa approvati, alle continue alluvioni e frane, dal rilancio del nucleare a quello di infrastrutture imponenti e discutibili”

Page 19: Pianeta Terra - marzo 2010

19

Per i più scettici basta sfogliate la Finanziaria 2010 per avere la

‘cartina tornasole’ di questo zero in condotta ambientale che il

WWF scrive sulla pagella dell’Italia. “Una Finanziaria

che – dicono gli ecologisti - mette a nudo l’assenza

di strategia e di finanziamenti sul fronte dell’am-

biente che rimane così a ‘tasche vuote’, nonostante

gli impegni proclamati in ambito internazionale, dal clima alla

biodiversità”.

Ma il WWF fa di più e raggruppa la sua analisi in quelli che defi-

nisce “i sei capitoli bui per l’ambiente nel 2009”.

Capitolo 1: L’ANNO DEL CEMENTO

Già a metà anno l’associazione del Panda denuncia di assistere

ad un vero e proprio boom edificatorio in moltissime città. Lo

strumento utilizzato è quello dei cosiddetti “Piani Casa” che, ap-

provati in modo autonomo da tutte le Regioni, danno vita ad una

normativa disomogenea, andando ben oltre gli ampliamenti delle

“Già a metà anno l’associazione del Panda denuncia di assistere ad un vero e proprio boom edificatorio in moltissime città. Lo strumento utilizza-to è quello dei cosiddetti “Piani Casa” che, approvati in modo autonomo da tutte le Regioni, danno vita ad una normativa disomogenea”

Page 20: Pianeta Terra - marzo 2010

20

abitazioni uni e bifamiliari. Addirittura in Sardegna il Piano Casa

regionale ha interferito in modo pesante con tutti i vincoli posti

dalla pianificazione paesaggistica.

Interventi “pro-cemento selvaggio” mostrano tutta la loro assur-

dità se si pensa a quello che è accaduto nel 2009: dal terremoto

dell’Aquila all’alluvione e alla frana in provincia di Messina e poi,

più recentemente, ad Ischia ed in Toscana, in Garfagnana e Ver-

silia. In questa Italia a rischio, ormai molto ben conosciuta, anzi-

ché intervenire con la messa in sicurezza del territorio lo si rende

ancora più fragile, ricorrendo al cemento in aree sensibili per le

caratteristiche sismiche o idrogeologiche.

Capitolo 2. ITALIA ATOMICA

Il 2009 verrà sicuramente ricordato per il rilancio del nucleare,

una virata di 180 gradi nelle politiche che riguardano l’ambiente

forse ancora poco percepita, per la gravità degli effetti e l’assur-

dità degli investimenti, dall’opinione pubblica. Mancano ancora

alcuni mesi per la decisione definitiva sulla localizzazione dei siti

delle nuove centrali e del centro nazionale di stoccaggio dei rifiuti

radioattivi e, com’è noto, si aspettano le elezioni regionali per

timore di possibili ripercussioni sul voto. Ma la scelta dell’atomo

è stata ormai decisa dal Parlamento alla fine di luglio e le poche

speranze rimaste sono nelle mani delle Regioni e dei cittadini.

Capitolo 3. FINANZIARIA 2010: LA “CARTINA TORNASOLE

DI UN’ITALIA DISTRATTA”

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare…Senza un’accurata verifi-

ca, stando solo alle dichiarazioni di principio, il nostro è un Paese

altamente attento all’ambiente ed intenzionato ad

intraprendere la strada dello sviluppo sostenibile.

Ma, se andiamo a controllare i provvedimenti ap-

provati e quelli messi in atto, ci rendiamo conto che

esiste una significativa discrepanza tra gli impegni

che, soprattutto a livello internazionale, il Governo

assume e quelli che effettivamente realizza. Buoni e in larga mi-

sura condivisibili, per esempio, sono i documenti conclusivi del

G8 Ambiente di Siracusa (aprile ‘09)

e del G8 dell’Aquila (luglio ‘09), ma

ben poco di ciò che il Governo si

è impegnato a fare è stato fatto e

quello che ha messo in pratica va

esattamente nella direzione opposta dei traguardi promessi. La

cartina tornasole sulla “sensibilità” ambientale delle politiche

nazionali – denuncia il WWF - è proprio la legge Finanziaria che

traghetta l’Italia verso il 2010. Si entra nell’Anno internazionale

della Biodiversità senza stanziamenti adeguati: il nostro Paese,

che detiene molti primati in termini di ricchezza di specie e di

habitat, non destina nemmeno un centesimo di euro per la defini-

zione e l’attuazione della Strategia Nazionale a tutela della biodi-

“Senza un’accurata verifica, stando solo alle dichiarazioni di principio, il nostro è un Paese altamente attento all’ambiente ed intenzionato ad intraprendere la strada dello sviluppo

sostenibile. Ma, se andiamo a controllare i provvedimenti approvati e quelli messi in atto, ci rendiamo conto che esiste una significativa discrepanza tra gli impegni che, soprattutto

a livello internazionale, il Governo assume e quelli che effettivamente realizza”

Page 21: Pianeta Terra - marzo 2010

21

versità, nonostante le scadenze internazionali (countdown 2010)

e gli impegni assunti con la Carta di Siracusa, al termine del G8

Ambiente. E nell’Anno del Clima, a pochi giorni dalla conclusione

del vertice di Copenaghen, dove il tema dell’aiuto allo sviluppo è

stato centrale, suona stridente la conferma del taglio del 49% dei

fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo.

Politici smemorati dimenticano, poi, gli obblighi sottoscritti dall’Ita-

lia sui cambiamenti climatici per l’attuazione del Protocollo di Kyo-

to. Nella Finanziaria, infatti, non c’è traccia alcuna né di un Fondo

(la legge Finanziaria 2007 prevedeva 200 milioni di euro per il

Fondo rotativo per Kyoto) né

di uno stru-

mento per

la riduzione

delle emissioni di CO2.

Come se non bastasse, in

campo energetico sono stati

tagliati i 50 milioni di euro

destinati complessivamente

al settore dell’efficienza

e del risparmio energeti-

co e non è stata prevista

alcuna copertura della

detrazione di imposta del

55% per interventi di ri-

qualificazione energetica

degli edifici esistenti.

Nonostante le sacrosan-

te proteste del Ministro

dell’Ambiente, Stefania

Prestigiacomo, nell’anno

appena iniziato diminuiranno nel complesso le risorse per l’am-

biente: circa 276 milioni di euro, tra legge Finanziaria e Bilancio

2010. Spiccioli, se si considera che stiamo parlando di soldi pre-

visti per la difesa del mare, del suolo, le bonifiche, le aree protet-

te, l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale

(ISPRA) e la Convenzione internazionale sul commercio delle

specie protette (CITES). Il rischio è anche quello di una significa-

tiva diminuzione dei controlli, poiché all’ISPRA andranno solo 86

milioni di euro a fronte dei 90 destinati lo scorso anno alla sola

APAT.

Capitolo 4. GRANDI OPERE, MA NELL’ELENCO IL RIPRISTINO

DEL TERRITORIO ANCORA NON C’E’

I disastri, ahinoi, continuano a non insegnare nulla: nessuna no-

tizia giunge, infatti, a proposito della più grande e importante

opera pubblica del Paese, ovvero la messa in sicurezza del territo-

rio e la “lotta” al dissesto idrogeologico. Al contrario, il Governo

insiste sull’impostazione delle grandi opere strategiche, per le

quali è previsto uno stanziamento di oltre 1 miliardo e 564 milio-

ni di euro a fronte di fondi 15 volte inferiori destinati alla mobilità

urbana (solo 120 milioni di euro). Eppure il 2009 sarà ricordato

anche per il disastro ferroviario di Viareggio. Appare clamoroso,

“ il WWF segnala continui tentativi di modificare, peggiorandole, le leggi italiane sulla tutela della natura e della fauna selvatica. Una su tutte, la legge quadro sulla caccia”

Page 22: Pianeta Terra - marzo 2010

22

quindi, che non ci siano risorse né per la sicurezza ferroviaria né

per quella stradale e che si sia arrivati persino al tentativo di far

passare la variante ferroviaria di Cannitello, a Reggio Calabria,

opera da tempo aspettata e richiesta per migliorare il traffico

ferroviario e come tale approvata, quale avvio della costruzione

del Ponte sullo Stretto di Messina. Restano ancora in piedi quelle

che il WWF chiama “le follie” dell’Autostrada della Maremma, la

cui scelleratezza economica ed ambientale è chiarissima, e l’Alta

Velocità.

Capitolo 5. L’EREDITA’ DEI VELENI

Qui ci troviamo di fronte alla classica notizia “mordi e fuggi”.

Nel 2009, infatti, per la prima volta i media si interessano alle

cosiddette “navi dei veleni”. Lo scandalo esce dalle Procure e

dalle Aule Parlamentari per finire in prima pagina. Dopo l’iniziale

clamore legato al fatto di cronaca, però, la notizia

precipita di nuovo nel silenzio, come se le rassicu-

razioni date per il carico della nave inabissata a

largo di Cetraro possano estendersi alle altre deci-

ne di imbarcazioni del cui affondamento doloso si è ormai certi.

Capitolo 6. BIODIVERSITA’: UN BRUTTO BIGLIETTO

DA VISITA PER IL 2010

Se il 2009 è stato l’Anno del Clima, il 2010 sarà l’Anno internazio-

nale della Biodiversità e, oltre al già citato mancato finanziamento

per attuare la Convenzione internazionale in materia, il WWF se-

gnala continui tentativi di modificare, peggiorandole, le leggi ita-

liane sulla tutela della natura e della fauna selvatica. Una su tutte,

la legge quadro sulla caccia. Nel corso dell’anno, infatti, sono sta-

ti numerosi i tentativi di approvare pessime modifiche respinte, in

un primo momento, grazie alla mobilitazione tempestiva di tutte

le associazioni ambientaliste. Mentre scriviamo, però, l’articolo

“deregulation-caccia” è passato al vaglio della Camera, dopo il Sì

del Senato. “Purtroppo – dichiara l’associazione del Panda - non

abbiamo registra-

to nel 2009 alcun

segnale positivo

per la tutela della

fauna, dei parchi,

degli habitat na-

turali e del mare.

Interventi che sa-

rebbero assoluta-

mente necessari

in un Paese che

divora ogni anno

una percentua-

le preoccupante

del patrimonio di

biodiversità e di

territorio”.

Page 23: Pianeta Terra - marzo 2010

La crescita degli ultimi anni ha in-

fatti registrato una costante cresci-

ta di associati e attività che han-

no richiesto una corrispondente

crescita delle strutture. Dopo otto

anni di costante crescita che ha

portato l’ANEV a diventare un’as-

sociazione con oltre 2.500 aderenti

tra aziende, che continuano a cre-

scere ogni anno, enti, associazioni

e soci individuali, l’ANEV ha una

nuova sede completamente auto-

noma, che ne garantirà la maggio-

re efficienza, l’adeguatezza delle

strutture che potranno essere mag-

giormente sfruttate dagli associati.

La nuova sede che è operativa è

in Via Palestro, 1 - 00185 Roma.

Tutti contatti di telefono, fax e

e.mail sono rimasti e rimarranno

invariati, per evitare di compor-

tare contrattempi per nessuno.

Questo ultimo passaggio consente

di completare nei tempi previsti il

raggiungimento della totale indi-

pendenza funzionale dell’ANEV,

completando il percorso che la

giunta e il consiglio, su richiesta

del presidente, avevano indicato.

Si coglie l’occasione per ringrazia-

re il gruppo IVPC che ha genero-

samente ospitato presso la propria

sede per questi anni l’associazione

nazionale energia del vento. Si è

concluso il passaggio funzionale

delle attività e delle risorse ANEV

alla nuova sede di Via Palestro, 1 -

non distante dalla Stazione Termi-

ni. Con qualche giorno di anticipo

rispetto a quanto previsto, l’ANEV

si è trasferita nella nuova Sede che

vede una struttura completamente

disponibile per le attività associa-

tive, indipendente e funzionale alle

esigenze che la crescita di Associa-

ti e attività necessitava di vedere

soddisfatta. Le nuove strutture che

si trovano a pochi metri da Porta

Pia, su una traversa di Via XX Set-

tembre, vedono una sala riunioni

disponibile per le riunioni degli

Organi associativi, Giunta Esecu-

tiva, Consiglio Direttivo e Grup-

pi di Lavoro, nonchè per riunioni

che dovessero interessare l’attività

dell’ANEV. Sarà inoltre disponibile

previa verifica di disponibilità una

sala per meeting, attrezzata di pro-

iettore, se gli Associati dovessero

ritenere di voler fare presso l’ANEV,

con disponibilità di connessione

WiFi utilizzabile liberamente. Si

ricorda che i contatti di telefonia,

fax e e.mail non sono stati modifi-

cati, così come gli orari di apertura

degli Uffici che sono dalle 9.00 alle

13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 dei

giorni feriali. Certi che tale ulte-

riore sforzo economico, gestionale

e organizzativo possa vedere mi-

gliorati i servizi che i Soci ANEV

hanno dalla loro Associazione, ci

auguriamo che la soluzione trova-

ta e per la quale si ringrazia il no-

stro associato Prof. Angelo Todaro

che ce la ha proposta, consenta

una maggior presenza in sede ed

un miglior apporto degli Associati

finalizzato a sostenere la crescita

dell’ANEV in linea con quella dei

propri Associati.

L’ANEV ha una nuova sede

energia pulitaNewsletter di ANEV associazione nazionale energia del vento

Sped. in abb. post. - art 2 comma 20/B, Legge 662/96 - Roma Anno 8 - Marzo 2010 - n° 7

Page 24: Pianeta Terra - marzo 2010

L’autorità per l’energia elettrica e il gas ha reso disponibili le ma-schere per la compilazione dei dati relativi alla compilazione sul sito www.autorita.energia.it per l’inda-gine 2010 riferita ai produttori e autoproduttori di energia elettrica. Come ogni anno anche per il 2010 verrà lasciato un termine congruo per la compilazione, pari a tre settimane, nel quale gli operatori dovranno compilare le maschere citate. La necessità di una corretta ed esaustiva compilazione dei dati, deriva dalla necessità di avere dati anagraficamente aggiornati e cor-retti nonchè di monitorare il parco di generazione produttivo in Italia per svolgere analisi e verifiche. L’ANEV segnala che la semplifica-zione del sistema richiesta lo scor-so anno e parzialmente avvenuta, aiuterà la compilazione degli ope-ratori, e auspica che le ulteriori ri-chieste di semplificazione potranno essere accolte per l’anno prossimo. Le maschere relative ai “Dati tec-nici su produttori e autoproduttori di elettricità” sono state pubblicate e dovranno essere compilate e in-viate definitivamente all’Autorità entro il prossimo 12 aprile. Tale sezione deve essere compilata da tutti gli operatori esistenti al 31 dicembre 2009. I dati delle socie-tà che sono state incorporate nel corso del 2010 dovranno essere compilati per loro conto dalle so-cietà incorporanti. Tutte le infor-mazioni sono disponibili sul sito Internet dell’Autorità all’indirizzo: http://www.autorita.energia.it/it/comunicati/10/100303dssd.htm

La Giornata Mondiale del Vento è una campagna internazionale di sensibilizzazione volta a promuo-vere l’energia eolica, fonte pulita ed inesauribile, oltre a sensibilizza-re l’opinione pubblica su risparmio energetico, fonti rinnovabili, que-stioni ambientali. In Italia la mani-festazione è coordinata dall’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) in collaborazione con EWEA (European Wind Energy Association) e GWEC (Global Wind Energy Council). L’iniziativa, nel 2009, ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica ed il Patrocinio del Ministero dello Svi-luppo Economico e del Comune di Roma. L’ANEV, nel mese di giugno 2009, ha proposto un articolato programma di iniziative in tutta Italia e, a Roma, nel Pala Energia ANEV, si sono svolti convegni, esposizioni dei principali operatori del settore, attività ludiche e forma-tive, con l’installazione di un vero aerogeneratore a dimensione reale. Per il 2010 l’ANEV organizzerà una manifestazione analoga che già si preannuncia ancora più ricca di Eventi e più significativa, attestan-dosi già dal secondo anno come l’Evento più prestigioso dell’eolico. L’evento offre un’occasione unica e irripetibile per promuovere, nella manifestazione più esclusiva del 2010, la Vostra Azienda e i Vostri

prodotti con soluzioni innovati-ve per consentire la partecipazio-ne senza oneri eccessivi. Se siete interessati consultate la proposta promozionale che pubblicata sul sito www.anev.org e contattate la GAD&Co ai seguenti recapiti Tel. +065717121 – [email protected]

Censimento 2010

Giornata mondiale del vento 2010

Forum conomico Italia-Mongolia,

Ulan Bator 12/13 aprile 2010In occasione della visita in Mongolia del Vice Ministro allo Sviluppo Economico On. Adolfo Urso, accompagnato da una delegazione di impren-ditori, l’Istituto nazionale per il Commercio Estero, ICE, or-ganizza il “Forum Economico Italia - Mongolia”. Il Forum si svolgerà a Ulan Bator nei giorni 12 e 13 aprile 2010. Le imprese interessate a parteci-pare dovranno far pervenire, entro le ore 12,00 di Lunedì 22 marzo 2010, l’allegata sche-da di adesione all’indirizzo e-mail: [email protected] o al seguente numero di Fax: 06-89280328Trova i link dai quali scarica-re la scheda: nel sito ICE www.ice.it

Page 25: Pianeta Terra - marzo 2010

Anche quest’anno LEGAMBIENTE

ha presentato il rapporto: Comuni

Rinnovabili. La presentazione del

rapporto 2010 è finalizzata a far

emergere come la diffusione delle

fonti rinnovabili nei comuni ita-

liani, i risultati e le buone pratiche

di intervento, possono favorire la

crescita del settore. Tema del con-

vegno “Come l’Italia può farcela

a raggiungere gli obiettivi UE al

2020”. Il ruolo delle politiche locali

nello sviluppare e integrare le fonti

rinnovabili nel territorio italiano.

L’ANEV convintamente ha parteci-

pato all’evento per dare il proprio

supporto ai comuni che devono

essere alla base del percorso auto-

rizzativo.

DI SEGUITO IL PROGRAMMA

COMPLETO

23 MARZO 2010 - ORE 10.00 /

13.30

AUDITORIUM GSE - VIA MARE-

SCIALLO PILSUDSKI 98, ROMA

Saluti iniziali

Emilio Cremona - GSE, Presidente

Introduzione e presentazione del

Rapporto

Gerardo Montanino - GSE, respon-

sabile direzione operativa

Edoardo Zanchini - Legambiente,

responsabile energia

Tavola Rotonda, modera:

Giovanni Valentini - La Repubbli-

ca

Intervengono:

Marco De Giorgi - Ministero Am-

biente, Segretario generale

Francesco Ferrante - Kyoto Club,

Vicepresidente

Flavio Morini - ANCI, delegato po-

litiche ambientali

Massimo Orlandi - Sorgenia, AD

Alessandro Ortis - Autorità energia

elettrica e gas, Presidente

Sara Romano - Ministero dello

Sviluppo Economico, Direttore Ge-

nerale per l’Energia

Simone Togni - ANEV, Segretario

Generale

Nando Pasquali - GSE, AD

Conclude:

Vittorio Cogliati Dezza - Legam-

biente, Presidente nazionale

ore 12.30 - Premiazione dei Comu-

ni rinnovabili 2010

Comuni …..rinnovabili

Contraddizioni sardeDopo l’incontro avuto con il Presidente Cappellacci nel maggio 2009 scorso nel quale il presidente prometteva un cambio di rot-ta nel senso del rispetto del diritto e della trasparenza dell’ammi-nistrazione regionale, l’ANEV resta esterrefatta dalle dichiarazioni del presidente Cappellacci sull’eolico. infatti dopo il citato incontro estremamente cordiale e positivamente valutato anche dalla UIL che era presente, il presidente stesso si era detto favorevole all’istituzio-ne di un tavolo tecnico per risolvere le questioni relative alla prece-dente gestione “Soru”, cosa mai avvenuta. Inoltre le rassicurazioni dello stesso Cappellacci nei confronti dell’associazione, ad oggi non concretizzatesi, riguardavano il fatto che si sarebbe evitato qualsia-si percorso poco chiaro o discriminatorio da parte della regione che volesse favorire un’azienda rispetto ad un’altra. L’ANEV auspica che ciò che è stato anticipato dalla stampa non corrisponda al merito di quanto inserito nei documenti ufficiali non ancora pubblici e che quindi la regione Sardegna possa tornare a garantire agli investitori parità di trattamento, rispetto delle norme e percorsi autorizzativi non discriminatori. L’ANEV resta in attesa dei documenti ufficiali per verificare eventuali azioni da porre in campo per evitare danni ai propri associati.

Page 26: Pianeta Terra - marzo 2010

Parte il programma 2010 di Alta

Formazione sull’eolico a cura di

ANEV e UIL sulla scia del grande

successo del 2009. L’offerta forma-

tiva di primo e di secondo livello

sull’eolico organizzata da ANEV

e UIL congiuntamente promuo-

vono i corsi 2010 per soddisfare

le numerose richieste pervenute.

I programmi, le informazioni e

le procedure amministrative per

l’iscrizione ai corsi generalisti e di

specializzazione, sono da oggi di-

sponibili nella sezione documenti/

formazione del sito dell’associa-

zione www.anev.org. Due i corsi

di base previsti nel 2010 entrambi

a Roma, il primo in concomitanza

con la Giornata Mondiale del Ven-

to dal 24 al 27 maggio e il secondo

in occasione di Eolica Expo dal 6

al 9 settembre; nonostante i costi

di iscrizione non abbiano subito

modifiche, anche quest’anno sono

state riservate particolari agevola-

zioni per tutti gli Associati ANEV e

per le registrazioni tempestive.

Gli altri due corsi specialistici or-

ganizzati nel 2010 saranno invece

dedicati prioritariamente a chi ha

già frequentato i corsi di base e si

terranno entrambi presso Ecomon-

do-Keywind: il primo sul minieoli-

co i giorni 3 e 4 di novembre, men-

tre il secondo sui Certificati Verdi e

sul Trading i giorni 5 e 6 di novem-

bre. Parte quindi con grande im-

pegno da parte degli organizzatori

il secondo ciclo della formazione

ANEV - UIL sull’eolico, con il com-

pletamento dei programmi, quattro

corsi di formazione, due generici e

due specialistici, che completano

l’offerta formativa per l’anno 2010,

attestandosi come il più completo

e funzionale del settore. La novità

dei due corsi specialistici, riservati

prioritariamente ai frequentato-

ri dei corsi base e che si terranno

in concomitanza con Ecomondo-

Keywind a Rimini, consente anche

un approfondimento specialistico

sui temi di principale attualità, il

trading di energia elettrica da FR

e i Certificati Verdi da un lato e il

minieolico dall’altro, a chi già è del

settore ovvero ha già conoscenze

Vento da conoscere

segue >

Page 27: Pianeta Terra - marzo 2010

di base del settore eolico. Lo sfor-

zo effettuato per l’anno in corso è

stato di rendere ancor più ricchi di

contenuti ed esercitazioni prati-

che le consuete elevate esperienze

formative precedenti, mantenendo

l’esperienza di visita ad un sito

eolico con l’assistenza tecnica dei

tecnici del medesimo. I corsi 2010

si caratterizzano anche per una lo-

gistica semplificata a favore della

frequenza, di un’assistenza com-

pleta per i partecipanti, oltre alla

opportunità unica di essere inseriti

nell’apposita banca dati “certifi-

cata” a disposizione dei principali

operatori del settore. Infine anche

per quest’anno verranno scelti tra i

richiedenti partecipanti due stagi-

sti che potranno completare la loro

formazione con un periodo presso

l’associazione nazionale energia

del vento. Compresi nel prezzo, la

giornata di trasferta presso il par-

co eolico, tutti i materiali didatti-

ci, l’ingresso alle manifestazioni

ospitanti, i pranzi e i coffee break,

l’attestato di partecipazione, l’inse-

rimento nella banca dati nonché la

giornata finale di follow-up. Nella

sezione documenti/formazione del

sito www.anev.org e nel sito www.

uil.it sono disponibili i programmi

e i moduli di iscrizione per tutti i

corsi.

Con più di 200.000 visitatori, la Fiera di Hannover – che si terrà quest’anno dal 19 al 23 Aprile 2010 – è la più importante manifestazione fieristica europea e mondiale dedicata alla tecnologia, all’innovazione e all’automazione. L’Italia sarà il Paese Partner di Hannover Messe 2010! Con CoilTechnica - nuova fiera di punta internazionale della produzione di bobine, trasformatori e motori elettrici - la Fiera di Hannover ha ampliato ulteriormente la propria offerta. CoilTechnica è una fiera biennale che avrà luogo nel frequentatissimo Padiglione 6 e che propone nello specifico i seguenti cluster tematici:- Componenti e accessori per bobine- Materiali isolanti- Macchine per l’avvolgimento / Sistemi di produzione flessibile- Componenti elettrici e accessori- Sistemi di controllo, misurazione e diagnosiPer ulteriori informazioni:h t tp : / /www.hannovermesse .de/coiltechnica Ecco tutte le opportunità che la Fiera di Hannover offre alla Vostra Associazione e i Vostri soci:•Bigliettigratuitiperlafiera•Accesso libero alWorld EnergyForum e al Forum Renewable

Energy•Accesso gratuito al Visitor’sLounge•Catering & Nightlife Special(voucher catering per il valore di 10,00 euro)•Visitaguidatadellacittà•InfoKitdellacittadiHannover•Logo e Link della vostraassociazione/partner ufficiale sul sito di Hannover Messe•MediaKioskinfieradoveesporrele vostre pubblicazioni•Spazio dedicato all’interno delciclo di conferenze in programma In cambio, Vi saremo grati se la Vostra associazione promuovesse questa manifestazione, con le seguenti azioni:•Invio di inviti via e-mailcon biglietto elettronico per la manifestazione•Notizia e link per bigliettoelettronico sulle vostre riviste o newsletter•Posizionamento del logo diHannover Messe sul Vostro sito web e link al sito.Eventualmente possiamo inviarVi, se necessario, altro materiale informativo (opuscoli, manifesti, podcast ecc.), e possiamo inoltre supportarVi per i testi e il materiale di stampa, in modo da poter garantire una completa informazione ai Vostri soci.

Hannover Messe/Colitechnica

Page 28: Pianeta Terra - marzo 2010

Il Dipartimento di Economia dell’Università di Parma e la rivista “Economia e Politica Industriale Journal of Industrial and Business Economics ” invitano gli studiosi interessati a presentare e discutere paper di carattere teorico e appli-cato relativi alle recenti trasforma-zioni del sistema industriale italia-no, in un’ottica nazionale o anche comparata. Più in particolare gli interrogativi principali proposti dal convegno sono:a) con quali caratteristiche e attra-verso quali cambiamenti il sistema italiano è arrivato alla recente crisi internazionale? b) quali conseguenze sta avendo la crisi stessa sul sistema produttivo? c) come il sistema ne sta uscendo (e quali scenari internazionali sta per affrontare)?Questi temi verranno affrontati dal convegno analizzando le caratteri-stiche e le dinamiche del sistema produttivo prevalentemente sotto i seguenti punti di vista:1) interni all’impresa (strategia, crescita, innovazione, internazio-nalizzazione ecc.);2) nei rapporti tra le imprese e con il territorio (reti, distretti, sistemi produttivi locali, ecc.);3) a livello di sistema produttivo complessivo o sue segmentazioni (caratteristiche e dinamiche della produttività, dell’innovazione, del-

la struttura proprietaria, dei rap-porti con il credito ecc., aggregati settoriali o di filiera);4) a livello di istituzioni e politiche per le imprese (politiche di regola-zione e per la concorrenza, politi-che di promozione o salvataggio, politiche per l’innovazione, inter-venti di carattere regionale ecc.).Speaker invitati:Relazione di apertura: Enrico Gio-vannini (presidente Istat)Fabrizio Traù (Confindustria)Roberto Monducci (Istat)Relazione di chiusura: Salvatore Zecchini (presidente Ipi)

Per proporre un paper inviare un lungo abstract (circa 1500 parole) al Comitato Organizzativo entrola fine di Aprile 2010: l’accettazio-ne da parte del Comitato Scientifi-co sarà notificata entro il 15maggio 2010. Indirizzo e-mail a cui inviare l’abstract: [email protected] dei paper selezionati per la presentazione al Convegno potran-no essere in seguito pubblicatisu uno o più numeri di Economia e Politica industriale/Journal of In-dustrial and Business Economics. I lavori accettati per la pubblica-zione dovranno arrivare alla rivi-sta entro metà novembre 2010.Comitato Organizzativo (Universi-tà di Parma):

Alessandro Arrighetti; Carla Cana-li; Salvatore Curatolo, Roberta La-rini, Andrea Lasagni, MarcoMagnani, Franco Mosconi, Augu-sto Ninni, Luisella Notari, Augusto Schianchi, Fabio Sforzi

Comitato Scientifico:Alessandro Arrighetti (Università di Parma),Maria Rosa Battaggion (Università di Bergamo),Mario Benassi (Università di Mila-no),Stefano Brusoni (Università L. Bocconi),Matteo Bugamelli (Banca d’Italia),Carlo Cambini (Politecnico di To-rino),Davide Castellani (Università di Perugia),Andrea Colli (Università L. Bocco-ni),Gianni Cozzi (Università di Geno-va),Giovanni Battista Dagnino (Uni-versità di Catania),Michele Grillo (Università Cattoli-ca di Milano),Fabrizio Guelpa (Intesa Sanpaolo),Alessandra Lanza (Prometeia),Francesco Lissoni (Università di Brescia),Sergio Mariotti (Politecnico di Mi-lano)Stefano Menghinello (Istat),Augusto Ninni (Università di Par-

Il sistema produttivo di fronte alla crisi: le imprese, le

industrie, le istituzioni

Page 29: Pianeta Terra - marzo 2010

ma),Lucia Piscitello (Politecnico di Mi-lano),Giovanni Battista Ramello (Uni-versità del Piemonte Orientale),Laura Rondi (Politecnico di Tori-no),Cristina Rossi Lamastra (Politecni-co di Milano),Francesco Silva (Università di Mi-lano Bicocca)Salvatore Torrisi (Università di Bo-logna),

Antonello Zanfei (Università di Ur-bino)

Spese di registrazione:- euro 60 per i membri dell’Associa-zione Amici di Economia e Politica Industriale. La quota di iscrizione all’Associazione è pari a euro 120 e può essere pagata anche al mo-mento dell’iscrizione al Convegno assieme alle spese di registrazione (per un totale di euro 180); - euro 300 per i non membri.

Le spese includono:

- coffee-break;

- cena sociale;

- pranzo finale;

- abbonamento gratuito per un

anno alla rivista “Economia e Poli-

tica Industriale – Journal of

Industrial and Business Economics

(solo per i membri dell’associazio-

ne).

Prossimi appuntamentiAbu Dhabi, 18 gennaio 2010 REN Alliance Invitation: Roundtable at World Future Energy Summit •

Manchester (Regno Unito), 26 gennaio 2010 BWEA Health and Safety 2010 - Conference and Exhibition•

Praga (Repubblica Ceca), 16 – 17 febbraio 2010 REFF Central and Eastern Europe •

Londra (RegnoUnito), 3 – 4 marzo 2010 BWEA Wave & Tidal 2010•

Palmerston North (Nuova Zelanda) 29 – 31 marzo 2010 NZ Wind Energy Conference•

Varsavia (Polonia), 20 – 23 aprile 2010 European Wind Energy Conference & Exhibition 2010•

Adelaide (Australia), 1 – 31 maggio 2010 Clean Energy Council Conference And Exhibition 2010•

Roma, 24 – 27 maggio 2010 I Corso di Formazione ANEV “Eolico di base: tecnica, normativa, ambiente ed •

esperienza sul campo” – Giornata Mondiale del Vento – Villa Borghese – Parco dei Daini

Houston (USA), 23 – 26 maggio 2010 WINDPOWER 2010 Conference & Exhibition•

Liverpool, (Regno Unito), 29 – 30 giugno 2010 BWEA Offshore Wind 2010 - Conference and Exhibition•

Istanbul (Turkey), 15-17 June 2010 9th World Wind Energy Conference & Exhibition WWEC2010 •

Rio de janeiro (Brasile), 6 – 9 giugno 2010 IAEE’S Rio 2010 International Conference•

Alice Springs, Northern Territory (Australia), 4 – 7 agosto 2010 ATRAA 2010 Conference & Exhibition•

Rio de Janeiro (Brasile), 30 agosto – 1 settembre 2010 Windpower Brazil 2010 conference and exhibition•

Roma, 6 – 9 settembre 2010 II Corso di Formazione ANEV “Eolico di base: tecnica, normativa, ambiente ed •

esperienza sul campo” – Eolica Expo 2010

Roma, 7 – 9 settembre 2010 Eolica Expo Mediterranenan•

Palais des congrès de Montréal, Montreal, Quebec 1 – 3 novembre 2010 CanWEA 2010 - 26th Annual •

Conference and Exhibition

Glasgow (Regno Unito), 2 – 4 novembre 2010 BWEA Health and Safety 2010 - Conference and Exhibition•

Rimini, 3 – 4 novembre 2010 III Corso di Formazione ANEV Specialistico “Mineolico”•

Rimini, 5 – 6 novembre 2010 IV Corso di Formazione ANEV Spacialistico “CV e Trading”•

Page 30: Pianeta Terra - marzo 2010
Page 31: Pianeta Terra - marzo 2010
Page 32: Pianeta Terra - marzo 2010

fotovoltaico a concentrazione

di Francesca Capelli

Abbassare i costi del fotovoltaico e aumentarne la resa. E’ italia-

na la scoperta che potrebbe rivoluzionare la produzione di ener-

gia solare, frutto di una collaborazione tra l’Università di Ferrara,

l’Istituto nazionale di fisica della materia del Cnr e un’azienda, la

Dichroic Cell (www.dichroic-cell.it).

Tutto nasce dal tentativo – al quale lavorava da anni il gruppo di

ricercatori guidati da Giuliano Martinelli, docente del dipartimen-

Page 33: Pianeta Terra - marzo 2010

to di Fisica dell’Università di Ferrara – di rendere il fotovoltaico un

metodo di produzione di energia efficiente e competitivo.

“Il problema principale sono i materiali, i cosiddetti semicondut-

tori”, dice Federico Allamprese, amministratore unico di Dichroic

Cell. “I costi non si abbassano, a causa della scarsità di silicio – il

principale componente - disponibile. O meglio, di materia prima

ce n’è tantissima, visto che il silicio deriva dalla sabbia, ma la

trasformazione è costosa e la resa di una cella fotovoltaica tradi-

33

Page 34: Pianeta Terra - marzo 2010

34

zionale resta bassa”.

La produzione mondiale di silicio è di 130 mila tonnellate, di cui

60 mila vanno all’industria elettronica e 70 mila al fotovoltaico.

E’ stato calcolato che se anche fosse interamente destinata alla

produzione di energia, si soddisferebbe l’1 per cento del fabbiso-

gno energetico italiano.

Una soluzione è costituita da una tecnologia innovativa: il foto-

voltaico a concentrazione che utilizza celle solari ad alta efficien-

za come quelle sfruttate dai satelliti spaziali.

“Con lenti o specchi”, spiega Allamprese, “si concentra l’irradia-

zione su una cella ad alta efficienza, costituita non più da silicio,

ma da più strati di materiali semiconduttori: arseniuro di gallio,

fosfuro di indio e gallio, e germanio”. Ognuno di questi materiali

assorbe una parte dello spettro solare, aumentando la resa com-

plessiva della cella:

dal 10 al 40 per

cento circa.

Si ripropone però

la questione dei

costi, perché il

prezzo del germa-

nio è altissimo. Se

può essere soste-

nuto dall’industria

aerospaziale, non

è così per il set-

tore delle energie

rinnovabili.

Ed ecco che entra

in gioco la ricerca

universitaria. “Ab-

biamo pensato

che la soluzione

potesse essere

depositare uno

strato di atomi di

germanio su di

un supporto di silicio, il cosiddetto “wafer”, relativamente più

economico”, dice Donato Vincenzi, ricercatore dell’Università di

Ferrara che ha lavorato al progetto. Così, il silicio funzionerebbe

da base, da “fondamenta” sul quale depositare gli altri strati di

materiali semiconduttori, mentre il film di germanio, per quanto

sottilissimo, svolgerebbe comunque la sua peculiare funzione.

“La difficoltà era far sì che gli atomi di germanio si depositassero

sul substrato di silicio disposti ordinatamente

come in un cristallo perfetto”, dice Vincenzi.

“Avevamo in mente come risolvere il proble-

ma, ma serviva una cordata di imprenditori

lungimiranti per finanziare la realizzazione

del primo prototipo”. L’incontro con Dichroic

Cell ha fatto il resto e ha permesso di arrivare

alla firma di un contratto di collaborazione,

tramite il Cnr.

E’ stato così ideato il reatto-

re L.E.P.E.C.V.D. (Low Ener-

gy Plasma Enhanced Chemical Vapor Depo-

sition), in grado di far depositare il germanio

sul silicio attraverso un processo rapido e ad

elevata purezza. “All’interno dell’apparecchio vengono immessi

gas che si mescolano e reagiscono tra loro”, dice Vincenzi. “E

consentono agli atomi di depositarsi e di disporsi ordinatamente

sui wafer di silicio emulando la struttura di un cristallo perfetto”.

““Con lenti o specchi”, spiega Allamprese, “si concentra l’irradiazione su una cella ad alta efficienza, costituita non più da silicio, ma da più strati di materiali

semiconduttori: arseniuro di gallio, fosfuro di indio e gallio, e germanio””

Page 35: Pianeta Terra - marzo 2010

35

Il fotovoltaico a concentrazione sarà una tecnologia di scala.

“Adatta non alla produzione domestica”, dice Allamprese, “ma

alla realizzazione di centrali di potenza dell’ordine di megawatt.

Gli spazi non man-

cano, per esempio

le discariche esau-

rite”.

Secondo le stime,

il fotovoltaico a

concentrazione,

ha le potenzialità

per arrivare a co-

prire in 10 anni il

10 per cento del

fabbisogno ita-

liano di energia.

“Potrebbe anche

essere esportato

all’estero”, con-

tinua Allamprese.

“Per esempio,

potrebbe essere

fornito a un paese

come l’Algeria, in

cambio di un ap-

provvigionamento si-

curo di petrolio o gas,

dei quali – almeno per il

momento – non riuscia-

mo a fare a meno”.

Ancora, la ricerca con-

dotta avrebbe ricadute

sull’industria aerospa-

ziale: la cella così realizzata è molto più leggera e, montata su

un satellite, consentirebbe un enorme risparmio di carburante in

fase di lancio.

Ora Dichroic Cell è alla ricerca di partner per la produzione su

larga scala della

nuova cella.

“Il fotovoltaico

a concentrazio-

ne sarà inserito

nel prossimo

conto energia”,

afferma Allam-

prese. “E speria-

mo che questo

cancelli le per-

plessità di ban-

che e potenziali

investitori”.

Il principale

ostacolo alla ri-

cerca, invece, è

costituito dalla

d iscont inu i tà

dei fondi. “Fi-

nora concessi

sull’onda della situazione internazionale”, dice Vincenzi. “Il pri-

mo grande impulso arrivò dopo lo shock petrolifero del 1978, poi

i finanziamenti

cessarono per

l’abbassarsi dei

prezzi. Ebbe-

ro una nuova

impennata at-

torno al 2001-

2002, sempre

sull’onda dei

prezzi del car-

burante. E per

ora stanno

reggendo, gra-

zie a una nuo-

va coscienza

ambientale. Ci

auguriamo che

continui così, perché la ricerca può essere programmata solo in

presenza di una continuità di finanziamenti”.

Cella a concentrazione

La ricerca che ha portato alla realizzazione della nuova cella fotovoltaica a concentrazione dimostra che la collaborazione tra università e azienda è possibile e porta a ottimi risultati. “Il principale problema”, dice Donato Vincenzi, “è la gestione del conflitto di interessi sulla riserva-tezza. L’azienda vuole legittimamente tutelare il proprio segreto industriale, l’università ha bisogno di divulgare le proprie scoperte, soprattutto ora che gli stipendi dei ricercatori dipendono dai risultati raggiunti, misurati dalle pubblicazioni”. La soluzione? “Divulgare i risultati e tenere segre-ta la tecnologia”, dice Vincenzi. “Va a vantaggio anche del mondo industriale, considerando che un articolo su una peer review dà prestigio all’azienda e può favorire l’ingresso di nuovi investimenti”. La collaborazione tra mondo accademico e indu-stria è ormai diventata irrinunciabile. “Anche per far fronte alla concorrenza internazionale, più o meno leale”, dice Vincenzi. “La tecnologia fotovol-taica convenzionale è ormai fuori mercato, a cau-sa dell’industria cinese che attualmente lavora in dumping e riesce a mantenere prezzi molto bassi”. Questo sistema non reggerà all’infinto, certo. Ma per il momento è l’innovazione la strada per con-trastare la concorrenza sleale.

Page 36: Pianeta Terra - marzo 2010
Page 37: Pianeta Terra - marzo 2010

37

Il comparto industriale delle rinnovabili in Ita-lia ha ottime prospettive sia economiche, sia occupazionali. Ciò che manca è la prospettiva di medio periodo.

di Sergio Ferraris

Un binomio che nel nostro Paese è spesso citato come oppor-

tunità, ma che stenta a decollare, per un insieme di motivi che

potremmo chiamare “condizioni sfavorevoli”. La pri-

ma è una questione di carattere generale che

coinvolge anche le rinnovabili, ma riguar-

da tutti i comparti produttivi ad alto

contenuto tecnologico che è quello

di come è costituito il tessuto ma-

nifatturiero del nostro Paese che è

fatto in gran parte da Pmi, spesso, in grado di sviluppare eccel-

lenze tecnologiche di alto livello, ma che difficilmente riescono

ad accedere sia al credito necessario, sia alle risorse che il mondo

della ricerca potrebbe metter loro a disposizione, per aggiornare

le tecnologie sia di processo, sia di prodotto. Eppure gli indicatori

relativi alle rinnovabili creati dall’Osservatorio sull’industria delle

rinnovabili vedono degli sviluppi significativi. Nel prossimo de-

cennio, in coincidenza con i target europei al 2020, infat-

ti, i GWh prodotti da rinnovabili l’anno potrebbero essere

81.500, non centrando così gli obiettivi europei nel caso

dello scenario minimo, li raggiungerebbero con 117.000

GWh se si prende in considerazione lo scenario intermedio, men-

tre sarebbero ampiamente superati, con 158.000

GWh adottando lo scenario maggiore. Dal

punto di vista dell’impatto economico

potenziale sui vari settori industriali,

nel decennio prossimo, le rinnovabi-

li potrebbero sviluppare oltre 42,4

miliardi di euro d’investimenti,

industria e rinnovabili

“Dal punto di vista dell’impatto economico potenziale sui vari settori industriali, nel decennio prossimo, le rinnovabili potrebbero sviluppare

oltre 42,4 miliardi di euro d’investimenti, sette in più delle più ottimisti-che previsioni sul nucleare fatte dal Governo”

Page 38: Pianeta Terra - marzo 2010

38

sette in più delle più ottimistiche previsioni sul nucleare fatte dal

Governo. Il volume d’investimenti sviluppato dalle rinnovabili ri-

guarderebbe per 11 miliardi di euro l’industria elettrica e mecca-

nica, per 8 l’edilizia, per 4,5 e 4,9 rispettivamente la termotecnica

e altri settori minori e per 1,9 la chimica. Ma il dubbio tra le im-

prese che si stanno impegnando sulle rinnovabili è che il Governo

abbia altre priorità. «Intendiamo raggiungere un mix elettrico

equilibrato, composto da un 50% di combustibili fossili, 25 di

nucleare e 25 di fonti rinnovabili, in grado di ridurre progressi-

vamente l’esposizione dell’Italia e la vulnerabilità alle periodiche

oscillazioni del greggio» ha dichiarato più volte il sottosegretario

allo Sviluppo economico, con delega all’energia Stefano Saglia.

Nei fatti, però, sembra che l’equilibrio di questo mix, se si deve

giudicare dalle iniziative del Governo sia viziato nei fatti. Mentre

si susseguono a ritmo incalzante iniziative, viste con molta accon-

discendenza dal Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia

sul nucleare, provvedimenti importanti sulle rinnovabili come il

rinnovo del Conto energia e la realizzazione di linee guida nazio-

nali sembrano andare a rilento.

Lavoro rinnovabile

Eppure oltre alle potenzialità economiche le rinnovabili hanno un

appeal anche dal punto di vista occupazionale non indifferente.

Secondo il ministero dello Sviluppo economico

nel 2008 il settore delle rinnovabili ha generato

un giro d’affari di oltre 5 miliardi di euro, il dop-

pio rispetto al 2005, mentre gli occupati diretti e indiretti sono

stati 21.000 dei quali 10.000 nell’eolico, 2.200 nel fotovoltaico

e 8.000 nelle bio-

masse. Sempre sul

fronte occupaziona-

le c’è da registrare

che una ricerca della

Cisl assegna all’eo-

lico una potenzia-

lità di un addetto

stabile per ogni 2

MWe installati. Se si

sviluppasse, quindi,

tutto il potenziale

eolico italiano che

secondo Anev è di

oltre 16.000 MWe si

potrebbe arrivare a

8.000 addetti stabili

a livello nazionale.

Altro discorso aper-

to è quello dell’in-

capacità delle Pmi

impegnate a vario

titolo nelle rinno-

vabili a fare e a

pensarsi come

sistema. Capita

spesso, infatti,

durante discussioni informali con operatori esteri delle rin-

novabili che questi manifestino il loro stupore circa il fatto

che nonostante le aziende del nostro Paese siano impegnate

“Il volume d’investimenti sviluppato dalle rinnovabili riguarderebbe per 11 miliardi di euro l’industria elettrica e meccanica, per 8 l’edilizia, per 4,5 e 4,9

rispettivamente la termotecnica e altri settori minori e per 1,9 la chimica”

Page 39: Pianeta Terra - marzo 2010

39

a fondo in subforniture di alta qualità nella componentistica dei

sistemi per le rinnovabili, le stesse non siano in grado di riunirsi

per realizzare prodotti finiti e competitivi.

Nonostante ciò se si analizza il comparto attraverso la lente della

finanza straordinaria, (M&A) ci si rende conto che nonostante la

crisi nel 2008 il fenomeno, nel settore delle rinnovabili, si è inten-

sificato. Sono

molte, infatti,

le aziende con

scarso know

how di setto-

re che stanno

entrando nel

s e g m e n t o

delle rinnovabili preferendo l’acquisizione di asset esistenti o di

società specializzate che abbiano progetti in pipeline. Nel 2008,

l’Osservatorio sull’industria delle rinnovabili ha registrato 121

operazioni M&A con una capacità di generazione scambiata pari

a 45.000 MW, dei quali 36.000 MWe di eolico, 8.000 MWe di

idroelettrico, 600 MW di biomasse, 260 MWe solare e 1 MWe

geotermico.

Quadro frammentato

Il valore complessivo delle transazioni è stato nel 2008 di circa

39,4 miliardi di euro, dei quali 15 diretti e 24,4 per operazioni di

asset swap, con un quadro di frammentazione che è quello tipico

dei settori emergenti. Nel solo eolico gli impianti in via di sviluppo

sono il 74% della capacità scambiata (26.640 MWe) largamente

al di sopra del potenziale stimato da Anev ed è

quindi presumibile che non sarà tutta realizzata.

La spiegazione di ciò risiede nel fatto che l’eolico

è una tecnologia matura e attrattiva per gli inve-

stitori, in quanto più remunerativo di altre fonti,

specialmente in assenza, o nell’indeterminatezza

di incentivi nazionali. Questa sovra valutazione,

però, se da un lato è indice delle potenzialità del

settore eolico dall’altro non lo mette al riparo dal

rischio di speculazioni e bolle dal carattere squi-

sitamente finanziario che potrebbero minarne

la credibilità verso il mondo degli investitori. Le

condizioni necessarie per uno sviluppo solido e

duraturo dell’industria delle rinnovabili, in Italia,

ci sono, ciò che manca, è la prospettiva del lungo

periodo, magari che vada al di là dell’orizzonte di

una legislatura. E in questo senso le indicazioni

non sono buone. È stata bocciata, infatti, la pro-

posta delle associazioni del solare di portare la

durata del Conto energia a cinque anni, mentre

per l’atomo i programmi arrivano al 2030. Eppure l’ordine

degli investimenti è simile.

“se si analizza il comparto attraverso la lente della finanza straordinaria, (M&A) ci si ren-de conto che nonostante la crisi nel 2008 il fenomeno, nel settore delle rinnovabili, si è intensificato. Sono molte, infatti, le aziende

con scarso know how di settore che stanno en-trando nel segmento delle rinnovabili preferen-

do l’acquisizione di asset esistenti o di società specializzate che abbiano progetti in pipeline”

Page 40: Pianeta Terra - marzo 2010

Trevi Village. Le tue vacanze

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Complesso turistico a quattro stelle completamente rinnovato nell'anno 2003, è situatoa ridosso della costa tirrenica calabrese tra Amantea e Campora San Giovanni (CS). Ilvillaggio inserito in un giardino di palme, cactus e macchia mediterranea, rispecchial'architettura locale creando un suggestivo "borgo di cottage" composto da circa 100camere. Il complesso si estende su di un'area di circa 40.000 mq avente un fronte di 600mt. di spiaggia sabbiosa, con alle spalle la ferrovia e la SS 18. Facilmente raggiungibilecon uscita a Falerna sulla autostrada A3. Stazione ferroviaria ad Amantea e aereoportoa 25 Km di Lametia Terme.

Page 41: Pianeta Terra - marzo 2010

41

L’offshore rappresenta la nuova frontiera dell’eolico. Se fosse sviluppato l’intero poten-ziale si produrrebbe sette volte il fabbisogno energetico attuale dell’Europa

di Gabriele Salari

Due società norvegesi, la Statoil e la Statkraft, insieme alla RWE

power tedesca e alla Scottish and Southern Electricity hanno avu-

to i diritti di sviluppare energia eolica a Dogger Bank in Gran

Bretagna. Funzionando al massimo, l’impianto offshore potrebbe

produrre elettricità rinnovabile corrispondente a quasi il 10 per

cento del fabbisogno energetico della Gran Bretagna ovvero 13

gigawatt di capacità installata.

Dogger Bank si trova sulla costa orientale dello Yor-

kshire, tra i 125 ed i 195 chilometri dal-

la costa e la profondità del

mare va dai 18 ai 63 metri.

Questo parco eolico offshore è solo l’ultimo esempio, ma basta

scorrere il rapporto “Oceani di opportunità” redatto dall’Ewea,

l’associazione europea dell’eolico, per scoprire come nei prossimi

20 anni questi impianti diventeranno una realtà lungo le coste

del continente. Se fosse sviluppato l’intero potenziale si produr-

rebbe sette volte il fabbisogno energetico attuale dell’Europa,

100 gigawatt sono già in fase di studio e una volta completati

rappresenteranno il 10 per cento

del fabbisogno, evitando

l’immissione in

atmosfera ogni anno di 200

milioni di tonnellate

di CO2.

il vento va per mare

“Funzionando al massimo, l’impianto offshore di Dogger Bank in Gran Bretagna potrebbe produrre elettricità rinnovabile corrispondente a quasi il 10 per cento del

fabbisogno energetico della Gran Bretagna ovvero 13 gigawatt di capacità installata”

Page 42: Pianeta Terra - marzo 2010

42

Dal 1992 al 2004 l’eolico tradizionale è cresciuto del 32 per cen-

to l’anno e secondo l’Ewea è possibile ora ripetere questo trend

con l’offshore, che rappresenta la nuova frontiera. La Commissio-

ne Europea stima che nei prossimi 12 anni, visto che andranno

in pensione circa la metà delle attuali centrali elettriche, si può

sfruttare questo turnover costruendo nuovi impianti che dovran-

no fornire 360 gigawatt.

Quale sfida migliore per l’eolico? Entro il 2020 l’obiettivo è di

arrivare a 230 gigawatt di energia dal vento, di cui 40 prodotti

con l’offshore.

Anche l’Agenzia europea per l’ambiente crede in questa nuova

frontiera stimando che nel 2020 avrebbe il potenziale di fornire

tra il 60 e il 70 per cento del fabbisogno energetico.

Perché questo non rimanga un sogno evidentemente deve svi-

lupparsi una vera e propria rete di trasmissio-

ne, attraverso una cooperazione tra industria,

Commissione Europea e governi.

L’anno che si è aperto da poco sarà cruciale proprio per orga-

nizzare questa rete, senza la quale l’eolico offshore non potrà

svilupparsi. La sfida tecnologica è simile a quella che ha portato

alla creazione delle piattaforme petrolifere nel mare del Nord e

non a caso anche molti degli attori sono gli stessi, avendo capito

che è finita l’era dei combustibili fossili.

Statoil, che sta realizzando il mega impianto al largo della Gran

Bretagna, è innanzitutto una compagnia pe-

trolifera, la più importante dei Paesi scandina-

vi.

“La Commissione Europea stima che nei prossimi 12 anni, visto che andranno in pensione circa la metà delle attuali centrali elettriche, si può sfruttare questo

turnover costruendo nuovi impianti che dovranno fornire 360 gigawatt”

Page 43: Pianeta Terra - marzo 2010

43

Partiamo da 420

Il 2008 ha chiuso con 366 megawatt di potenza offshore installa-

ta (nel 2009 siamo saliti già a 420), rispetto a 8.111 megawatt su

terra, in 7 parchi eolici, portando il totale della potenza offshore

a 1.471 megawatt in 8 Stati europei.

La Gran Bretagna è la prima della classe, avendo superato

la Danimarca, mentre l’Italia ha messo in cantiere il primo

parco eolico del Mediterraneo, che andrà a far parte di

questa grande rete paneuropea, in Mo-

lise, al largo di Termoli. Il 2009 è stato

anche l’anno del varo del primo mega

impianto galleggiante in Norvegia ed

anche l’anno in cui questa tecno-

logia ha conosciuto un’affer-

mazione, mentre se verran-

no rispettate le previsioni

quest’anno si farà il

salto, arrivando a

installare ad-

d i r i t t u r a

1000 megawatt (1 gigawatt), sempre che la crisi economica non

ci metta lo zampino. Un’altra evoluzione interessa la distanza dal-

la costa e la profondità del mare alle quali vengono realizzati gli

impianti. Finora si rimaneva generalmente a meno di 20 chilome-

tri dalla costa e ad una profondità inferiore ai 20 metri, mentre

si sta passando sempre più ad una forbice 60-60 e ci

si spinge anche molto oltre, come dimostra il progetto

citato in apertura. A questo impegno europeo fa segui-

to ora anche quello degli Stati Uniti, dove si prevede

che entro il 2030 l’eolico dovrà fornire il 20 per cento

dell’energia e quindi occorre puntare anche sull’offsho-

re. Alcune realizzazioni stanno partendo, per l’iniziativa

degli Stati, nel New Jersey e nello stato di Rhode Island.

Anche gli Stati attorno ai Grandi Laghi hanno dimostra-

to un grande interesse verso questa nuova frontiera e il

presidente Barack Obama ha autorizzato per la prima

volta lo sfruttamento delle acque federali per permette-

re lo sviluppo dell’offshore.

Arriva la Cina

C’è un Paese però che ha 157.000 chilometri di costa

dove si può sviluppare l’eolico offshore ed è la Cina. Se

ne utilizzasse appena il 10 per cento potrebbe arrivare a

produrre 100-200 gigawatt, certo con qualche problema

lungo la costa meridionale, a causa dei tifoni, in partico-

lare nelle province di Guangdong, Fujian e Zhejiang. Un parco eo-

lico di 24 turbine è stato costruito al largo di Shangai e dovrebbe

fornire energia all’Esposizione Universale che si tiene quest’anno.

Anche se è poco, molto più importante è che la strada sia stata

tracciata e che la Cina abbia deciso di investire moltissimo in ri-

cerca e sviluppo in questo settore. Il gigante asiatico è uno stato

che si è dimostrato in grado di prendere rapidamente decisioni

importanti in campo economico e quindi potrà recuperare pre-

sto il ritardo considerando che l’Europa deve mettere d’accordo

una gran quantità di attori per realizzare la rete di trasmissione

dell’energia che arriverà dagli impianti offshore. Lo spazio non è

invece un problema perché basterebbe meno del 2 per cento del

mare europeo, ovvero 8 aree di 10 mila chilometri quadri, senza

considerare l’Atlantico, per produrre energia pari a 7 volte l’attua-

le fabbisogno. Un sogno che potrebbe diventare realtà.

“Un parco eolico di 24 turbine è stato costruito al largo di Shangai e dovrebbe fornire energia all’Esposizione Universale che si tiene quest’anno. Anche se è poco, molto più importante è che la strada sia stata tracciata e che la Cina abbia deciso di investire moltissimo in ricerca e sviluppo in questo settore”

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Page 45: Pianeta Terra - marzo 2010

45animali da cittàdi Giampiero Castellotti

I giornalisti dell’agenzia Adn Kronos la conoscono bene. E’ la “nuo-

va” fauna urbana. Due anni fa hanno ricevuto un’insolita visita

in redazione: nientemeno che una volpe rossa. Nel cuore di

Roma Trastevere. Proveniente probabilmente da villa Pam-

phili. Imperturbabile il veterinario Massimiliano Ponzi, in-

tervenuto sul posto: in una grande città c’è da aspettarsi

di tutto. Dai pitoni agli istrici, dai gufi alle iguane.

In effetti, la mappa delle presenze animali nei

centri urbani è ormai originale e variegata. A

Forlì, ad

esempio, i conigli

selvatici sono ospiti

fissi dei parchi. Forse

sedotti dall’intramon-

tabile liscio romagno-

lo. Le faine, invece, sa-

rebbero cultrici di storia medievale: intere colonie vivono sui tetti

di Gubbio, Siena e Verona. Gli scoiattoli, ospiti di diversi parchi

urbani, optano invece per la cordialità piemontese. Mentre nuclei

di ghiri gradiscono la Bassa modenese. Più alpestri, i lupi e gli orsi

fanno visita alle periferie dei centri abitati abruzzesi e molisani.

Ed ancora: ricci che attraversano strade urbane,

pipistrelli infilati nei cassoni delle tapparelle,

fasci di inset- ti nel calore dei

l a m -

“la mappa delle presenze animali nei centri urbani è ormai originale e variega-ta. A Forlì, ad esempio, i conigli selvatici sono ospiti fissi dei parchi. Forse sedotti dall’intramontabile liscio romagnolo. Le faine, invece, sarebbero cultrici di storia

medievale: intere colonie vivono sui tetti di Gubbio, Siena e Verona”

Page 46: Pianeta Terra - marzo 2010

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pioni stradali, fino alle tartarughe americane “dalle guance ros-

se” che sguazzano nelle fontane pubbliche. Abbandonate da chi,

dopo averle acquistate, se ne sbarazza senza tanti scrupoli.

Anche le comunità di anfibi e rettili, decimate dai pesticidi per

uso agricolo, hanno le proprie preferenze cittadine: la salaman-

drina dagli occhiali (salamandrina terdigitata) ama oziare baciata

dal ponentino romano, mentre i discoglossi (discoglossus pictus)

si godono i profumi di Palermo. Rane, raganelle e rospi, sempre

più a corto di stagni naturali, si accontentano invece di qualsiasi

pozza cittadina, da Nord a Sud. Alcuni tritoni sono stati rinvenuti

nelle scorse settimane a Marcianise, località Carbone, provincia

di Caserta.

Poi gli uccelli, un capitolo a parte. Delle circa cinquecento specie

presenti in Italia, ben 356 sono nei centri urbani. E 193 vi nidifi-

cano con regolarità. Secondo Renato Massa, docente di biologia

animale all’università di Milano, nel capoluogo lombardo ci sa-

rebbero più specie di uccelli – almeno un centinaio – che nelle

campagne circostanti. La Stazione centrale è ormai una specie di

voliera, mentre i giardini condominiali ospitano colonie di gufi co-

muni. Trento condivide il primato, con oltre cento specie. A Trieste,

il centralissimo Bosco Farneto è abitualmente adottato da una

ricchissima varietà di volatili. Le upupe

si danno appuntamento in primavera a

Mestre, le ghiandaie a Ferrara, le rare

rondini montane a Genova. Sempre

nel Nord Italia, i falchi pellegrini edu-

cano bene la prole: nidificano serafici

sulle architetture quattrocentesche del

campanile di San Petro-

nio a Bologna (ma anche

nella più laica Fiera, te-

nuti sotto osservazione

addirittura da una webcam) e in quelle

ottocentesche della Mole Antonelliana

a Torino (amata anche dagli aironi cine-

rini), mentre i falchi grillai, più meridio-

nalisti, prosperano tra gli affascinanti

Sassi di Matera.

Ma è Roma, anche per estensione, una

delle aree urbane

di maggiore in-

teresse

“Anche le comunità di anfibi e rettili, decimate dai pesticidi per uso agrico-lo, hanno le proprie preferenze cittadine: la salamandrina dagli occhiali (sa-lamandrina terdigitata) ama oziare baciata dal ponentino romano, mentre i

discoglossi (discoglossus pictus) si godono i profumi di Palermo”

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naturalistico. Oltre ad un centinaio di generi di uccelli, vi dimora-

no 5.500 specie tra anfibi, insetti, mammiferi e rettili. Non a caso

qui è nato, nel 1994, il primo ufficio pubblico

per i diritti degli animali (seguito da Genova)

e s’è svolto, il 12 aprile 1997, uno dei più im-

portanti convegni sulla fauna urbana

(gli atti sono stati pubblicati dai

Fratelli Palombi Editori), che

ha fatto emergere il valo-

re ambientale, sociale e

didattico di un ricco

campionario di presenze animali.

Oltre alle realtà più note - per la colo-

nia felina romana di Torre Argentina

c’è addirittura un’addetta alle

pubbliche relazioni - non

mancano le stravagan-

ze. I numerosi insedia-

menti di pappagalli

“capitolini”, ad esempio. Presenti dagli anni Settanta a Villa Pam-

phili, hanno invaso il Parco dell’Appia Antica (compresa Caffarella

e Villa Lazzaroni), Villa Borghese, la Tenuta di Tor Ma-

rancia fino a

Castelfusano.

Migliaia di

“parrocchetti

dal collare”

( p s i t t a c u l a

krameri), di-

scendenti da specie fuggite da gabbie, hanno trasfe-

rito un pezzo di Africa centrale nel cuore della Città

eterna. Poi, immancabili, storni che disegnano il cielo,

gazze dai grandi nidi, merli canterini, cornacchie inge-

gnose, addirittura il “passero solitario” di leopardiana

memoria. E infinite comunità di piccioni “infestanti”

e di gabbiani che, come avvoltoi, mangiano qualun-

que cosa. Spesso intossicandosi, come ben sanno alla

Lipu, Lega italiana protezione uccelli, che gestisce

centri di recupero, sorta di ospedali per volatili.

Una ricchezza biologica, insomma. Ma anche com-

plessi problemi gestionali, con ricadute igienico-sanitarie e di

pubblica sicurezza che impongono alle amministrazioni comunali

di correre ai ripari.

A Roma, un corposo regolamento sulla tutela degli animali è in vi-

gore dal 9 novembre 2005. Vi si affrontano macchinosi problemi.

Trenta articoli riguardano soltanto il maltrattamento. Poi l’abban-

dono, l’avvelenamento, la cattura, la detenzione e il commercio di

fauna selvatica, il divieto di offrire animali in premio o in omag-

“infinite comunità di piccioni “infestanti” e di gabbiani che, come avvoltoi, mangiano qualunque cosa. Spesso intossicandosi, come ben sanno alla Lipu, Lega italiana protezione uccelli, che gestisce centri di recupero, sorta di ospedali per volatili”

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gio, fino all’immancabile questione dei piccioni portatori di una

sessantina di malattie, vietando di dar loro da mangiare in modo

sistematico. Una faccenda ormai universale: se il sindaco di Lon-

dra, Ken Livingstone, il divieto lo ha messo nel 2000 (e il numero

dei volatili è calato da 4.000 a 1.800), Firenze in un solo anno

è riuscita a ridurre di un quarto i propri piccioni, a Campobasso

hanno firmato un articolato protocollo con compiti ben distribu-

iti: il Comune si occupa della sensibilizzazione dei cittadini, della

ristrutturazione dei propri fabbricati mediante l’installazione di

dissuasori meccanici e di finanziare l’acquisto di uccelli rapaci, la

Asl fornisce mangime antifecondativo che viene distribuito dalla

Comunità montana, diverse associazioni si occupano di censire

almeno una volta l’anno la popolazione dei colombi. Un po’ come

in un vecchio film di Totò e Peppino.

Ma il tasso di sensibilità animalista spacca l’Italia. Le ricerche

sulla qualità dei servizi locali rivolti agli animali, per lo più d’af-

fezione, fanno emergere un Nord che fa meglio del Sud. Emilia e

Toscana sono le regioni più impegnate nel rispetto e nella cura

degli animali, con Piemonte e Lombardia pro-

mosse. Roma è sul podio. Sul fronte opposto:

Sicilia, Puglia e Campania.

I problemi che scaturiscono dalla convivenza

con la fauna urbana hanno però un’altra radi-

ce: la maggior parte dei cittadini non conosce

a fondo gli animali. L’inesperienza

porta ad atteggiamenti scorretti e

talvolta pericolosi. In particolare per

i giovani, il cui approccio con gli ani-

mali in genere, è prevalentemente virtuale, dai

giochi elettronici ai peluches.

Elisabetta Berdondini, Asl 10 di Firenze, esamina abitualmente il

rapporto che gli studenti delle medie hanno con la fauna urbana.

“I bambini non sembrano preparati all’idea che possa esistere

una volontà autonoma dell’animale – spiega. Da qui insorgono i

“il tasso di sensibilità animalista spacca l’Italia. Le ricerche sulla qualità dei servizi locali rivolti agli animali, per lo più d’affezione, fanno emer-

gere un Nord che fa meglio del Sud. Emilia e Toscana sono le regioni più impegnate nel rispetto e nella cura degli animali”

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crescenti casi di aggressioni.

A Brescia, lo Sportello tutela diritti animali del Comune (tel. 030-

2311717), proprio per educare alla convivenza, organizza da anni

una serie di incontri tenuti da medici veterinari nelle scuole sul

tema “Animali in città”. Iniziative simili vengono promosse in tut-

ta Italia dalle associazioni ambientaliste. La Lipu va oltre: vende

cassettine-nido e mangiatoie da appendere ai balconi proprio per

favorire il rapporto tra bambini e uccelli.

La tutela della biodiversità ha bisogno di questi gesti, specie se

numerosi e interconnessi. La conferma viene da un recente studio

dell’università di Leeds, in Inghilterra, città che si sta espandendo

a discapito della campagna: Tim Benton, decano della facoltà di

Biologia, spiega che la superficie necessaria per gestire al meglio

la biodiversità è sempre più in mano ai privati, soprattutto me-

diante giardini individuali e condominiali. Ragion per cui il benes-

sere degli animali passa attraverso la cooperazione tra cittadini,

ad iniziare dai vi-

cini di casa.

C’è di più: la città

trasforma carat-

teristiche e abitu-

dini degli animali

in tempi molto

rapidi. Sempre in

Inghilterra, nazio-

ne notoriamente

sensibile all’eto-

logia, è stato pub-

blicato su “Pro-

ceedings of the

royal society” uno

studio che rileva

come gli uccelli, in

particolare le cin-

ce, in città cantino

più forte e con un

tono più alto per

sovrastare il ru-

more del traffico.

La materia è di-

ventata talmente

impattante, a li-

vello sociale, che sono nate riviste specifiche (“Ecologia urbana”

ha sede a Livorno, tel. 0587-648072), guide (è uscita da poco

“Biodiversità urbana” di Marco Dinetti, 300 pagine, 25 euro),

l’Istituto nazionale per la gestione della fauna urbana (dal 2001

a Genova, tel. 010-4070036) e soprattutto molti Comuni hanno

attivato appositi uffici per la fauna urba-

na. Tra i più dinamici c’è quello di Reggio

Emilia (tel. 0522-456459, faunaurbana@

municipio.re.it), che grazie alla collabo-

razione con la Provincia (competente per

la fauna selvatica) e con l’associazione “Croce Alata” della Lipu,

collabora all’amministrazione di uno dei più importanti centri di

recupero di volatili (che ha sostituito quello di Sala Baganza, in

provincia di Parma) e opera un costante monitoraggio della “città

animale”.

“A Brescia, lo Sportello tutela diritti animali del Comune, proprio per educare alla convivenza, organizza da anni una serie di incontri tenuti da medici veterinari nelle scuole sul tema “Animali in città”. Iniziative simili vengono promosse in tutta Italia

dalle associazioni ambientaliste. La Lipu va oltre: vende cassettine-nido e mangiatoie da appendere ai balconi proprio per favorire il rapporto tra bambini e uccelli”

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“La gestione della materia, causa so-

prattutto la fauna urbana, è in rapida

trasformazione – spiega

a “Pianeta Terra”

Paolo Albonetti,

tra i più noti zo-

ologi, professore

all’università di

Genova. “Un

conto è

fare il

v e t e -

rinario in

un’azienda agrico-

la, un altro è affron-

tare emergenze come il

randagismo, i ratti, le zanzare-

tigre, i cinghiali di 120 chili che

a Genova di notte scendono

dalle colline e si piazzano da-

vanti ad un motorino. Bisogna

saper conciliare la sicurezza so-

ciale con il benessere degli ani-

mali. E per farlo è necessaria la

concertazione tra i professioni-

sti coinvolti, dai veterinari agli

zoologi, dai geometri agli architetti, dagli amministratori pubblici

ai responsabili delle associazioni ambientaliste. Se è ancora viva

l’immagine del canile-lager, oggi deve conquistare spazio quella

del fotovoltaico nei canili d’avanguardia”. Di fronte a questo pa-

norama, il cult-movie disneyano “Gli Aristogatti” del 1970 avreb-

be bisogno di un remake. I tradizionali animali domestici - cani

e gatti in prima fila

- si rassegnino alla

convivenza con un

esercito di “intrusi”.

Nuove razze metro-

politane, frutto di diversi fenomeni: dai processi di urbanizza-

zione, che riducono i tradizionali habitat per le specie selvatiche,

assorbono le aree nei sistemi urbani e cancellano zone adatte

alla nidificazione, fino all’introduzione commerciale di

animali esotici, che riescono ad ambientarsi e a proli-

ficare (anche a danno di altre specie). I nuclei urbani,

in definitiva, sono diventati grandi e involontari parchi

zoologici. Colonizzati soprattutto da “clandestini in

città”, come Fulco Pratesi, uno dei primi a rilevare il

fenomeno, nel titolo di un fortunato libro del 1975 ha

definito questi “nuovi” animali cittadini che nei centri

abitati trovano condizioni favorevoli: temperature più

miti (anche a causa degli scarichi dei riscaldamenti

condominiali), venti smorzati dalla presenza di edifici,

accessibilità di cibo grazie alle enormi quantità di rifiu-

ti, scarsa presenza di predatori, assenza di cacciatori. E disponibi-

lità di aree naturali di tipo residuale. Gli uomini di buona volontà

sono quindi chiamati a difenderle. A denti stretti.

“Un conto è fare il veterinario in un’azienda agricola, un altro è affrontare emergenze come il randagismo, i ratti, le zanzare-tigre, i cinghiali di 120 chili che a Genova di notte scendono dalle colline e si piazzano davanti ad un motorino”

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