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Piacenza 16 novembre 2009 GIOVANI E PREVENZIONE: UN “SER.VE.R.” PER METTERSI IN RETE Vicino ai giovani: nuovi orientamenti di prevenzione Franca Francia

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Piacenza 16 novembre 2009

GIOVANI E PREVENZIONE: UN “SER.VE.R.” PER METTERSI IN RETE

Vicino ai giovani: nuovi orientamenti di prevenzione

Franca Francia

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L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI PREVENZIONE NELLA

NORMATIVA NAZIONALE …

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DAL DPR 309/90 …

… prevenzione della emarginazione e del disadattamento sociale; analisi delle cause locali di disagio familiare e sociale che favoriscono il disadattamento dei giovani e la dispersione scolastica (artt. 114 e 115) …

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… AL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2005-2008

……la salute è un “bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale” che vede nelle “persone stesse la maggiore risorsa” (Carta di Ottawa 1986).

La promozione della salute si realizza nei due ambiti, individuale e collettivo, in primo luogo tramite interventi finalizzati a modificare i comportamenti soggettivi, ad es. promuovendo l’adozione da parte dei cittadini di corretti stili di vita, e a livello delle collettività migliorando i contesti e le condizioni di vita rilevanti ai fini della salute.

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LA PREVENZIONE NELLA NORMATIVA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

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Delibera 1991/3228 • interventi informativi e preventivi, rapporti con la scuola e le

aggregazioni giovanili e collaborazione con i provveditorati agli studi per quanto previsto dagli artt.86 e 87 della L. 685/75;

• attività di informazione e consulenza in ordine a problemi legati al consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope;

• interventi di prevenzione della diffusione delle infezioni da HIV e delle altre patologie correlate alla tossicodipendenza …

• collaborazione con gli Enti istituzionali e non concernente progetti di prevenzione da HIV basati sulla distribuzione, scambio e raccolta delle siringhe

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Delibera 1995/722 PREVENZIONE PRIMARIA:

I servizi operano nell'area della prevenzione primaria attraverso la promozione dell'autonomia e della consapevolezza delle scelte della persona. I servizi per le tossicodipendenze, in quanto servizi specialistici, concorrono all'attività di prevenzione primaria insieme a quanti, per compiti d'istituto, sono chiamati prioritariamente a sviluppare tale attività; non possono e non devono essere gli unici titolari degli interventi di prevenzione primaria. E' necessario inoltre agire sempre all'interno di una progettualità più vasta evitando interventi episodici e fini a se stessi.

Obiettivi • - stimolare e promuovere l'autonomia e la consapevolezza delle

persone attivando e sviluppando la capacità di scelta dei singoli come valore positivo;

• - aumentare il livello di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche relative all'uso/abuso di sostanze stupefacenti.

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Delibera 1997/206

PROGETTO REGIONALE NUOVE DROGHE.• I rischi per la salute, per tutte le sostanze, dipendono non solo dalle proprietà delle

sostanze stesse, ma anche dalle caratteristiche dei gruppi che le usano e dai modi e circostanze dell'uso.

• Il presente progetto ha come primi obiettivi la tutela della salute e la prevenzione.• Per tali motivi si muove sul versante dell'educazione, sia per soggetti a rischio sia per

soggetti che sono già coinvolti nell'uso. • Il punto di partenza è l'osservazione che ci troviamo di fronte ad un fenomeno da

contrastare con forza ma, allo stesso tempo, estremamente difficile da vincere e superare in quanto strettamente connesso con fenomeni culturali di più ampia portata e con la subcultura giovanile nel suo complesso. Il concetto che si vuole introdurre quindi, nel descrivere i vari interventi, è quello di opportunità che nasce dalla constatazione che sostanze psicoattive vengono comunque proposte ed usate. Il principio di opportunità è inoltre lontano dal problema proibizionismo/antiproibizionismo in quanto basato unicamente sulla valutazione di ciò che avviene realmente e su come interventi di prevenzione possono incidere sui livelli di salute dei consumatori e dei soggetti a rischio. E' inoltre un principio che, nel rispetto delle leggi vigenti, tende a stimolare comportamenti maggiormente responsabili da parte dei consumatori, attraverso una maggior diffusione di informazioni scientifiche (finalizzate ad un aumento della consapevolezza degli effetti delle sostanze, della loro azione a breve durata, che spesso spinge all'uso, ma anche a lunga durata, che viene invece sottovalutata, degli effetti collaterali e dei rischi, anche questi in genere sottostimati o ignorati).

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Protocollo d’Intesa Regione/CALER

1999

Gli Enti Locali sono titolari esclusivi delle funzioni di prevenzione

intesa come promozione del benessere, coesione sociale, attivazione delle risorse formali e informali della comunità locale

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La Regione si impegna a:• Riservare almeno il 40%

delle risorse a progetti di prevenzione

• Attuare un percorso formativo per i referenti dei progetti di prevenzione sulla progettazione e la valutazione degli interventi di prevenzione

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2002-2005 La formazione sulla valutazione dei

progetti di prevenzione

PARTIAMO DALL’ESISTENTE

• i progetti attivi o finanziati

• gli operatori impegnati nei progetti

• uno strumento di valutazione esistente (le Linee guida integrate per la valutazione della prevenzione primaria)

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La formazione sulla valutazione dei progetti di prevenzione

IL METODO• I progetti vengono rivisti rispondendo alle

domande delle linee guida. In questo modo vengono rielaborati e a volte riscritti

• Vengono rilevate le criticità dello strumento e per adattarlo alle nostre esigenze si condividono le check list (elenco di criteri da rispettare nella progettazione)

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GLI ESITI

• Il metodo di lavoro ha lasciato segni nel territorio

• Lo strumento linee guida è ancora utilizzato

• L’idea di valutazione ha cominciato a farsi strada

• In generale migliora la qualità dei progetti

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Programmare dal basso:un valore aggiunto nel processo di costruzione della DGR 1533/06

• Coinvolgimento di operatori e amministratori di diversa provenienza e ruolo

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La prevenzione nella “società dei consumi”

La prevenzione si deve misurare con gli stili di vita e con i sistemi valoriali dei giovani e dei giovanissimi in tema di SALUTE, RISCHIO, PIACERE”

La prevenzione non è un problema settoriale ma deve riguardare tutte le politiche localinon si riferisce soltanto alle sostanze ma ha a che fare con gli stili di vita e i comportamenti delle persone e il sistema culturale e di valori di riferimento della società

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Come definire il RISCHIO?

P NPROVE DANNOCORAGGIO AZZARDOVITA PERICOLOBRIVIDO STUPIDITA’PAURA IGNORANZA

POSSIBILITA’

NECESSITA’

SALVEZZA

DESIDERIO

CRESCITA

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Alcune citazioni

• La labilità dei riferimenti e l’assenza di indicatori di direzione fanno sì che i progetti di vita siano totalmente in carico al singolo individuo. Di fronte alla perdita di ancoraggi forti nella costruzione dell’identità, le storie personali diventano “biografie ritoccabili in permanenza” e il segno della libertà si intreccia con quello dell’incertezza e del rischio. (Bauman - Fiducia e paura nella città)

• La perdita di ideali e la tristezza hanno portato la nostra società ad abbandonare un tipo di educazione fondata sul desiderio. L’educazione dei nostri figli non è più un invito a desiderare il mondo: si educa in funzione di una minaccia, si insegna a temere il mondo, a uscire indenni dai pericoli incombenti.(Benasayag - L’epoca delle passioni tristi)

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Cosa dice di nuovo la delibera?

LA SCENA DEL CONSUMO è diversa da quella della tossicodipendenza. L’attenzione va perciò rivolta a gruppi di popolazione, persone, comportamenti e conseguenze dei comportamenti più che ai tipi di sostanze.… l’idea di una società senza sostanze in grado di alterare gli stati di coscienza, è irrealistica. Occorre un più forte impegno per promuovere una coscienza critica nei confronti del consumismo e dei consumi per offrire una sponda di informazione, comunicazione e aiuto a consumatori e non, a dipendenti e non”

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Ripensare il sistema

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La prossimità

(vicino ai giovani)

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La prossimità

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A proposito di prossimità … alcuni dati

Attività delle Unità di Strada 2007Totale regionale

n. Progetti

n. operatori

n. Ore di attività

n. uscite

n. contatti n. etilometri

n. Materialiinfo

20 88 16.863 1.595 68.957 24.346 67.830

Piacenza 9 2.359 181 6.176 4,6%

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Etilometri dati 2007

Età <19 anni 20/24 anni > 25 anniEsito testEntro i limiti

Esito test Oltre i limiti

RER 12,4% 37,2% 49,7% 50,7% 49,3%

Piacenza 20,1% 41 % 38,9% 42,4% 57,6%

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Quali obiettivi di prevenzione?

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Quale prevenzione?

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Strumenti e metodi

• Interventi normativi:– linee-guida …– Definizione e condivisione delle regole (eventi,

divertimento …)– Controlli e sanzioni (guida sicura …)

• Informazione e prevenzione di comportamenti a rischio mediante strumenti che facilitano la relazione e la comprensione:– Unità di strada …

• Assunzione di piena responsabilità della comunità locale

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Gli attori della prevenzione

• La Comunità Locale (I Comuni, I Sert e gli altri servizi sanitari,Il privato sociale nella sua funzione pubblica, altri soggetti sociali e istituzionali)

• I destinatari degli interventi

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La rete

– Di collaborazioni tra servizi/progetti– Connessione con le reti e le risorse sociali– Sensibilità e attenzione al mutare dei

fenomeni (cogliere il cambiamento)– Capacità di innovazione

(apprendere/rispondere)

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Gli esiti: un bel problema

Gli interventi di prevenzione producono relazioni e non prodotti tangibili

QUINDI?

Forse l’esito degli interventi di prevenzione è il processo relazionale che si riesce ad avviare? (ma abbiamo anche i dati!)

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Alcune riflessioni su (per)che fare

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Piacenza 16 novembre 2009

Grazie per l’attenzione!

L’utopia è insieme il “non più” e il “non ancora”…

un presente che già non è più scommette su un futuro che non c’è ancora (Ferrarotti 2001)