28 luglio 2009 Numero Zero/2 L'Aquila...un effetto. Il Vangelo ci parla spesso del mettersi in...

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A d oltre 99 giorni dal terremoto, numero co- sì caro per noi aquila- ni e così significativo, vale la pena cominciare a porci qualche domanda e tentare, per quanto possibile, di fare qualche riflessione per noi come aquilani e soprattut- to come cittadini cristiani. Non ci è difficile conside- rare quanta gente abbiamo incontrato nelle tendopoli, quanti volontari ci hanno offerto una mano per soste- nerci nel difficile compito di rialzarci e di poter ripartire, ma non possiamo non porci una domanda: a fronte del tanto che abbiamo ricevu- to, cosa sentiamo di dare in cambio come cittadini aquilani e soprattutto co- me cristiani appartenenti a questa chiesa diocesana? A scanso di equivoci, non che sia necessario applicare la legge del contraccambio, ma è normale che quanto abbiamo ricevuto produca un effetto. Il Vangelo ci parla spesso del mettersi in gioco, del doversi spendere per qualcosa e soprattutto rife- risce di come sia doveroso produrre frutti quando ci è stato dato qualcosa; basti pensare alla parabola dei talenti, ad esempio. Proprio questa parabola infatti sot- tolinea non tanto il dover far fruttare la somma di denaro a disposizione, come se il Vangelo ci volesse suggeri- re un metodo di investimen- to, quanto piuttosto vuole sottolineare che chiunque si renda consapevole di ciò che ha ricevuto, non può che corrispondere gioiosamen- te per come può. Ed eccoci dunque davanti a questa considerazione: siamo stati apprezzati almeno dal resto d’Italia per la compostezza del nostro dolore, per esser- ci mostrati “tosti”, diremmo noi; ma ora dobbiamo mo- strare quanto possiamo re- almente fare, quanta voglia abbiamo di voler ricostruire il tessuto sociale, organizza- tivo, ecclesiale della nostra zona. E’ questo il momento di mostrare realmente quan- to teniamo a ricostituire le nostre comunità, a partire da quanto vogliamo dare del nostro tempo e della nostra disponibilità. E se questo di- scorso può sembrare un po’ semplicistico e perbenista, forse è il caso di considera- re che nessun altro rispetto a noi sa in cosa consiste dav- vero L’Aquila: nella voglia che noi aquilani abbiamo di mettere nuovamente a di- sposizione i nostri talenti. Don Claudio Tracanna In questo numero Paziente ignoto 917 Pagina2 I giovani siano protagonisti Pagine 3 Cosa dice a noi l’enciclica? Pagina 5 Caritas: più vicini con il camper Pagina 8 Incontri: facciamo insieme Pagina 10 Supplemento al n. 54/2009 di Sir - Iscrizione n. 367/08 al Trib. di Roma – sez.stampa - Sede Legale: via Aurelia n. 468, 00165 - Roma Il Direttore “Tosti” anche nella ricostruzione I nostri talenti 0 28 luglio 2009 Numero Zero/2 Il Presidente Giorgio Napolitano rivolge il suo saluto agli universitari della “Casa dello studente” di L’Aquila ‘‘ Vola ’’ L’Aquila Quindicinale dell’Arcidiocesi di L’Aquila L’Aquila non tornerà a vivere senza l’Università e senza gli studenti” 715 a Perdonanza Celestiniana Nella foto d’archivio: il cardinale Crescenzio Sepe si accinge ad aprire la Porta Santa nell’anno 2007. Pagine 11 e 12

Transcript of 28 luglio 2009 Numero Zero/2 L'Aquila...un effetto. Il Vangelo ci parla spesso del mettersi in...

A d oltre 99 giorni dal t e r re m o t o, numero co-sì caro per noi aquila-

ni e così significativo, vale la pena cominciare a porci qualche domanda e tentare, per quanto possibile, di fare qualche riflessione per noi come aquilani e soprattut-to come cittadini cristiani. Non ci è difficile conside-rare quanta gente abbiamo incontrato nelle tendopoli, quanti volontari ci hanno offerto una mano per soste-nerci nel difficile compito di rialzarci e di poter ripartire, ma non possiamo non porci una domanda: a fronte del tanto che abbiamo ricevu-to, cosa sentiamo di dare in cambio come cittadini aquilani e soprattutto co-me cristiani appartenenti a

questa chiesa diocesana? A scanso di equivoci, non che sia necessario applicare la legge del contraccambio, ma è normale che quanto abbiamo ricevuto produca un effetto. Il Vangelo ci parla spesso del mettersi in gioco, del doversi spendere per qualcosa e soprattutto rife-risce di come sia doveroso produrre frutti quando ci è stato dato qualcosa; basti pensare alla parabola dei talenti, ad esempio. Proprio questa parabola infatti sot-tolinea non tanto il dover far fruttare la somma di denaro a disposizione, come se il Vangelo ci volesse suggeri-re un metodo di investimen-to, quanto piuttosto vuole sottolineare che chiunque si renda consapevole di ciò che ha ricevuto, non può che corrispondere gioiosamen-te per come può. Ed eccoci dunque davanti a questa considerazione: siamo stati

apprezzati almeno dal resto d’Italia per la compostezza del nostro dolore, per esser-ci mostrati “tosti”, diremmo noi; ma ora dobbiamo mo-strare quanto possiamo re-almente fare, quanta voglia abbiamo di voler ricostruire il tessuto sociale, organizza-tivo, ecclesiale della nostra zona. E’ questo il momento di mostrare realmente quan-to teniamo a ricostituire le nostre comunità, a partire da quanto vogliamo dare del nostro tempo e della nostra disponibilità. E se questo di-scorso può sembrare un po’ semplicistico e perbenista, forse è il caso di considera-re che nessun altro rispetto a noi sa in cosa consiste dav-vero L’Aquila: nella voglia che noi aquilani abbiamo di mettere nuovamente a di-sposizione i nostri talenti.

Don Claudio Tracanna

In questo numero

Paziente ignoto 917Pagina2

I giovani siano protagonistiPagine 3

Cosa dice a noi l’enciclica?Pagina 5

Caritas: più vicini con il camperPagina 8

Incontri: facciamo insiemePagina 10

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Il Direttore “Tosti” anche nella ricostruzione

I nostri talenti

028 luglio 2009 Numero Zero/2

Il Presidente Giorgio Napolitano rivolge il suo saluto agli universitari della

“Casa dello studente” di L’Aquila

‘‘Vola’’L’Aquila

Quindicinale dell’Arcidiocesi di L’Aquila

L’Aquila non tornerà a vivere senza l’Università e senza gli studenti”

715a Perdonanza CelestinianaNella foto d’archivio: il cardinale Crescenzio Sepe si accinge ad aprire la Porta Santa nell’anno 2007.

Pagine 11 e 12

Diocesi

>Comunità cristiana e ricostruzioneUn percorso condiviso

M.L. “È importante riprogettare la città seguendo le necessità della comunità in un percorso condiviso. Un progetto che abbracci tutti i soggetti e che dia una forte spinta a guardare avanti. Un cammino non facile, però, in un contesto in cui ci sono ancora molti dubbi circa il futuro, dove paura e disorientamento, date le continue scosse, sembrano ancora prevalere. Si corre così il ri-schio di non riuscire a far seguire alle parole gesti con-creti”. Anche la Chiesa aquilana si interroga per bocca del vicario generale, mons. Alfredo Cantalini, di fronte alla ricostruzione de L’Aquila che non può essere ridot-ta ad una mera questione economica. Quella che serve oggi è, infatti, un’Idea, con la “i” maiuscola, un progetto che ridisegni la città delle nuove generazioni. Perché non ci si può limitare a ricucire, a mettere brandelli di stoffa per coprire le voragini provocate dal sisma ma è necessaria una riflessione che porti alla rinascita dei muri ma anche della comunità.

mio amore per il Papa: ascol-to quello che Egli dice, leggo i suoi scritti, soprattutto quelli più importanti? Se crediamo che il Papa è il Vicario di Cri-sto e Successore dell’Aposto-lo Pietro le sue parole e i suoi scritti non sono come quelli di un politico qualunque, di un qualunque rappresentan-te delle istituzioni di questo mondo. E le sue parole non sono nemmeno paragonabili a quelle dei grandi filosofi e dei grandi scrittori di que-sto mondo. Sono le parole di colui al quale il Cristo ripete anche oggi (come a Pietro duemila anni fa): “Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorel-le”. E ancora: “Conferma nel-la fede i miei fratelli”.La sera di venerdì (dopo l’in-cidente del Papa) ho telefo-nato al Cardinale Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, e gli ho assicurato la mia preghiera personale e quella di tutta la Chiesa Aqui-lana per la pronta guarigione del Santo Padre. Il Cardinale ha gradito questa vicinan-za affettuosa e ha promesso che la sera stessa avrebbe trasmesso il messaggio al Santo Padre. Ed io esorto tut-ti a questa preghiera per il Papa, non solo per superare questo piccolo incidente. Ma perché il Papa possa sentirsi

sempre immerso in questo oceano di preghiera che sa-le dal mondo intero. E nella preghiera chiediamo al Si-gnore non solo che ci faccia sentire profondamente uniti al Santo Padre. Ma anche uni-ti tra noi. Non serve pregare per il Papa se poi noi stessi non ci impegniamo a realiz-

Paziente ignoto 917

L unedì 13 luglio mons. Enrico Fero-ci è subentrato alla guida della Caritas

di Roma, in seguito all’or-dinazione episcopale di mons. Guerino Di Tora. Don Enrico, finora parroco della chiesa di Sant’Ippolito mar-tire a Roma, ha manifestato la sua sorpresa per questa importante nomina, in vigo-re da settembre. “Non me l’aspettavo – ha dichiarato. È questo per me un momento molto bello e significativo. Appena il cardinale (Vallini) mi ha consegnato la nomi-na, scherzando ho detto che finalmente sono riuscito a entrare nelle stanze del po-tere; perché il vero potere è quello di cui ci parla Gesù. Il potere sono i poveri, che ci apriranno le porte del Re-gno”.

‘‘I g i ov a n i d i L’Aquila non devono andare via ma diven-

tare protagonisti attivi della ricostruzione, trasformando la tragedia in un’opportuni-tà”. È questa la proposta di Don Juan de Dio Vanegas, re-sponsabile della pastorale sociale e del lavoro dell’ar-cidiocesi de L’Aquila. “I primi giorni dopo il ter-remoto – racconta - quando ho visto molti giovani par-tire verso gli alberghi sulla costa sono stato preso dallo sconforto. Oggi, invece, cre-do che la ricostruzione deb-ba diventare un’opportunità per la città e soprattutto per i suoi giovani. Quella che si andrà a ricostruire è la loro città perché saranno i giova-ni e i ragazzi di oggi ad abi-tarla in futuro. Per questo è

Un prete aquilano Mons. Enrico Feroci direttore Caritas di Roma

Il potere dei poveri

necessario il loro contributo in termini di idee e proget-ti”. A tre mesi dal sisma, mentre continuano i lavori per la co-struzione dei villaggi antisi-smici e delle “casette” per gli sfollati, non sono ancora stati elaborati progetti per la ricostruzione dei centri storici, in particolare del ca-poluogo.

Ricostruzione Occorre coinvolgerli di più nelle scelte

I giovani siano protagonisti

E la povertà è il grande problema che la Caritas da sempre s’impegna a com-battere. Lo stesso don Enrico, nell’esprimere gratitudine e affetto per i suoi prede-cessori, sente la necessità di fare più e meglio per una città dove ogni notte circa 7000 persone dormono in strada, e 1700 non hanno un posto dove mangiare: “il mio intento è quello di dare con-tinuità allo splendido lavoro di don Luigi Di Liegro e don Guerino Di Tora, aggiungen-do impulsi nuovi e fresche energie per far fronte alle tante emergenze sociali”. Nato a Pizzoli, paese poco distante dall’Aquila, don Enrico ricorda con piacere i momenti vissuti nella terra d’Abruzzo, oggi così dura-mente colpita: il battesimo

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>...credo che la ricostruzione debba diventare un’opportunità per la città e soprattutto per i suoi giovani

Colpisce leggere nei giornali che il ricovero del Santo Padre all’ospeda-

le Parini di Aosta è stato an-notato con questa discreta registrazione ufficiale.E, per tanti motivi, forse era giusto che fosse così (non dimentichiamolo: noi italia-ni, purtroppo, siamo diven-tati un popolo di “guardoni”, di violatori abituali della vi-ta privata degli altri!).Ma questa discreta regi-strazione ufficiale “Paziente ignoto 917” mi ha fatto pen-sare a tante cose.Noi, cattolici, il Papa lo co-nosciamo veramente? E lo amiamo veramente? Non parlo dei musulmani, degli Ebrei, dei Buddisti, e di altri non cristiani (che spesso il Papa lo conoscono e stima-no più di noi!). Ma mi rivolgo a me Vescovo, ai miei Sacer-doti, al mio popolo cristiano. E ripeto ancora: siamo con-vinti di conoscere e amare veramente il Papa? Ci sono delle “verifiche” che è mol-to facile fare. Per esempio: prego spesso per il Papa? Penso alle sue immense re-sponsabilità nel governo della Chiesa universale e in-voco spesso per Lui la luce e i doni dello Spirito Santo?Un’altra piccola “verifica” del

Diocesi2 Vola 28 luglio 2009 Vola 28 luglio 2009

ricevuto nella chiesa di S. Stefano, le giornate vissute con i vari gruppi di S. Ippo-lito in una casa della parroc-chia di Pizzoli, l’amicizia con mons. Giuseppe Molinari. Subito dopo il sisma don Enrico si è recato a Pagani-ca, e insieme al capo campo Marco ha distribuito scarpe e vestiario agli sfollati. Presto verrà di nuovo a tro-varci, nel campo di Lucoli, dove la caritas di Roma offre il suo servizio. Ma prima un mese in Con-go, per controllare da vicino un nuovo progetto: recupero dei bambini soldato. Perché bisogna stare in mezzo ai poveri, agli ultimi, per “arri-vare da nostro Signore”.

A.C.

“A L’Aquila – continua il re-sponsabile della pastorale sociale e del lavoro – ab-biamo molti studenti e gio-vani laureati delle facoltà di ingegneria e architettura. Credo che si dovrebbe fa-re in modo di coinvolgerli nella ricostruzione magari affiancandoli ai professio-nisti delle imprese che ef-fettueranno i lavori. Questa potrebbe essere, oltre che un’opportunità di impiego, anche un modo per per-mettere ai giovani di essere davvero protagonisti della rinascita di questa città”.

Michele Luppi

Mons. Enrico Feroci è nato a Pizzoli (AQ) il 27 agosto 1940. Ordinato sa-cerdote nel 1965, dal 1980 è parroco di San Frumen-zio, e dal 2004 a Sant’Ip-polito. Dal 1 settembre 2009 Direttore della Cari-tas Diocesana di Roma.

zare ogni giorno la preghie-ra di Gesù: “Padre, fa che tut-ti siano una cosa sola, come tu in me ed io in te, affinché il mondo creda”. Che è, in fon-do, lo stesso desiderio pro-fondo del Santo Padre per la Chiesa universale e per tutte le Chiese locali. Il terremoto ci ha insegnato tante cose. Ma forse ancora non impariamo abbastanza la lezione fondamentale: vo-lerci bene, sul serio, senza ipocrisie. Ogni tanto riaf-fiorano anche nella nostra comunità cristiana piccoli egoismi, conflitti, litigi, in-comprensioni. E, soprattutto, “mugugni”. Quelle lamen-tele fastidiose e incompren-sibili che non costruiscono nulla. Anzi, rischiano di de-molire tutto. Non ne abbiamo proprio bisogno. Soprattutto noi, cri-stiani dell’Aquila, usciti mi-racolosamente vivi da una spaventosa tragedia che su-pera infinitamente le nostre misere e stupide piccinerie.

+ Giuseppe Molinari

organizzato ma - parimenti - è legittimo chiedersi cosa rimarrà a L’Aquila di tale immane sforzo, oltre le di-chiarazioni di impegno da parte dei Grandi della Terra per l’adozione di 45 insigni monumenti aquilani. “Spenti i riflettori, riaffiorano le preoccupazioni della gen-te di fronte ad una situazione che seppur stabilizzata non può che essere considerata di emergenza”. È questo il commento di don Dionisio Humberto Rodriguez, diret-tore della Caritas diocesana. “L’incertezza di fronte al fu-turo – continua – è una delle costanti che emerge dai col-loqui che gli operatori Cari-tas effettuano ogni giorno al Centro di Ascolto.Dopo la fine del G8 “come molti di noi, anch’io sto tor-nando con i piedi per terra”.

Dopo il G8 Spenti i riflettori: l’ora del realismo e della responsabilità

cosa è rimasto, cosa si attendeInizia così la lettera aperta scritta dal capo della Prote-zione Civile, Guido Bertola-so. “Dopo la soddisfazione per aver fatto fare bella figu-ra al nostro Paese”, continua Bertolaso “adesso torniamo all’Abruzzo del terremoto, agli aquilani…”.Secondo gli ultimi dati for-niti dalla Protezione Civile a quasi cento giorno dal sisma sono ancora 51 mila le persone sfollate: 30 mila ospitate in seconde case e alberghi sulla costa mentre 21 mila vivono nelle 143 ten-dopoli allestite nell’aquila-no e nei comuni del cratere. A L’Aquila intanto continua-no i lavori per la costruzione dei nuovi villaggi che sono proseguiti anche durante il summit. I lavori si concen-trano al momento solo su undici delle venti aree: i

cantieri più avanzati sono quelli di Bazzano e Case di Preturo, le cui abitazioni sa-ranno consegnate entro me-tà settembre. Anche la presidente della provincia dell’Aquila, Ste-fania Pezzopane, come il sindaco Cialente, si è detta preoccupata per il futuro della sua gente: Bisogna ‘’ri-mettere insieme i pezzi di una città, di una comunità, di un’economia e superare in fretta un trauma. Non chie-diamo diamanti, ma case. Non il superfluo, ma l’essen-ziale. Se questo G8 non sarà servito a far capire questo, e a far nascere l’urgenza della ricostruzione, avrà fallito il suo obiettivo morale, anche se risolvesse la fame nel mondo. E si ricorderà solo come un’isola di sfarzi per delegazioni e giornalisti, nel nulla assoluto della di-struzione”. Ora non saranno certo i credenti a voler aprioristi-camente mettere in dubbio la buona volontà delle Au-torità preposte alla gestio-

>Spenti i riflettori, riaffiorano le preoccupazioni della gente di fronte ad una situazione di emergenza

Il Summit G8 2009, che si è tenuto a L’Aquila dall’8 al 10 luglio 2009 in segno di solidarietà

verso la popolazione abruz-zese colpita dal terremoto, si è concluso approvando sette dichiarazioni congiunte sui temi della crisi economica, della povertà, del cambia-mento climatico e delle que-stioni politiche internazionali. Più di 5 mila sono stati i visita-tori nel successivo fine setti-mana alla Scuola della Guar-dia di Finanza, che ha aperto ai cittadini le porte dei luoghi che hanno accolto i Grandi della Terra. Ora questo gran-de evento è terminato e tutti i magnifici allestimenti sono in corso di smantellamento. Senza dubbio il G8 è stato un evento storico, memo-rabile, emozionante, fanta-smagorico ed egregiamente

PensieriVola 28 luglio 20094 Pensieri

Lunedì 29 giu-gno Papa Be-nedetto ha fir-mato la nuova enciclica Ca-ritas in verita-

te. Inizialmente l’enciclica doveva essere una comme-morazione della Populorum progressio di Paolo VI e poi, anche per la situazione economica mondiale, pur mantenendo l’aspetto com-memorativo, è stata molto ampliata. La prospettiva dell’enciclica è piuttosto originale. Nella Lettera agli Efesini, Paolo dice che si deve fare la “verità nella ca-rità” (anche se nella prima ai Corinti dice che la carità “si compiace della verità”). Il papa invece ha qui scam-biato i termini. Egli che ha voluto dedicare la prima en-ciclica del suo pontificato al tema dell’amore, non vuole certo negare l’importanza della carità ma richiamarci al fatto che l’amore del pros-simo è autentico solo quan-do lo rispetta nel suo essere, nelle sue profonde esigenze umane e dentro il progetto di Dio. Viceversa l’amore si riduce a sentimento, la cari-tà a interessata assistenza e gli aiuti a chi è nel bisogno diventano preda di logiche scorrette e scomposte.Il papa nell’enciclica, sof-fermandosi sul tema del sottosviluppo, innanzitutto ricorda come lo sviluppo ha bisogno «di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera», di «amore e di perdono, di rinuncia a se stessi, di ac-coglienza del prossimo, di giustizia e di pace». Inoltre

Caritas in veritate La nostra sofferenza e le sofferenze del mondo

cosa dice a noi un’enciclica?

sottolinea come le cause non sono primariamente di ordine materiale. Sono in-nanzitutto nella mancanza di fraternità tra gli uomini e i popoli. Lo sviluppo se vuole essere autenticamente uma-no, deve necessariamente fare spazio al principio di gratuità. Ciò vale in partico-lare per il mercato. La logica mercantile va «finalizzata al perseguimento del bene comune di cui deve farsi ca-rico anche e soprattutto la comunità politica». Basterebbe, allora, soffer-marsi solo sul nome dell’en-ciclica e su queste poche frasi appena richiamate per renderci conto come un do-cumento così solenne possa essere molto molto vicino ai problemi che viviamo noi terremotati.Riferite a noi aquilani, le pa-role del papa ci dicono che la causa del nostro sottosvilup-po, di una mancata rinascita della città sarà non tanto le-gata alla ricostruzione delle case (necessaria anch’essa ovviamente) ma alla man-

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costruttore o qualche tecni-co o qualche politico avesse pensato al bene della città e non solo al proprio profitto. Forse oggi molti più aquila-ni riuscirebbero a tornare in città se gli affitti non arrivas-sero anche a 800 € mensili per un appartamento di me-die dimensioni. Forse molti rimarrebbero all’Aquila se alcune aziende oltre al pro-prio profitto riuscissero ad in-serire nei loro bilanci anche il futuro di tanti uomini e donne che in pochi secondi hanno visto stravolta la loro vita. For-se non si solleverebbero tanti dubbi sugli appalti. Benedet-to ha indirizzato la sua Lettera non solo a noi cristiani ma an-che a tutto gli uomini di buo-na volontà! Speriamo che di questi uomini si riempia tutta la nostra città.

C.T.

Vola 28 luglio 2009

canza di fraternità tra noi. In qualche negozio, addirit-tura, si son viste t-shirt che inneggiavano al coraggio di chi è rimasto in città contro la viltà di chi, secondo chi ha prodotto la maglia, è andato a vivere negli alberghi e nei residence della costa!Ancora, per noi aquilani è molto importante quando il papa ci ricorda che per uno sviluppo autenticamente umano si dovrà necessaria-mente far spazio al princi-pio di gratuità. Se prevarrà la logica mercantile non ci sarà futuro per l’Aquila. Se prevarrà la logica del por-tafogli, del guadagno a tutti i costi, del cercare di acca-parrare il più possibile ades-so che il piatto è molto ricco, l’Aquila non rinascerà ma sopravviverà. Se, invece, la logica del profitto saprà far spazio alla gratuità e sarà finalizzata al perseguimen-to del bene comune allora l’Aquila tornerà a volare con l’Abruzzo e per l’Abruzzo. Forse qualche palazzo non sarebbe crollato se qualche

ne dell’emergenza e della ricostruzione, ma certo bi-sognerà andare ben al di là di una riedificazione me-ramente “funzionalistica”, cioè delle sole case e dei monumenti - come peraltro ricordato dai Vescovi della Ceam nel sussidio “Il Dio Vicino”.C’e bisogno - piuttosto - di una ricostruzione “integra-le”, che tenga adeguatamen-te conto dei bisogni spiritua-li ed esistenziali dei nostri concittadini. Per perseguire tale obiettivo, si dovrà ne-cessariamente procedere - a nostro parere – ad una com-pleta rivisitazione dell’arti-colazione parrocchiale, che verrà inevitabilmente scon-volta dalla realizzazione dei nuovi insediamenti. Cattolici aquilani, democe da fà!

Raimondo Dionisio

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>Vola L’AquilaQuindicinale dell’Arcidiocesi di L’Aquila

DirettoreDon Claudio Tracanna

RedazioneCorso Sallustio, 11167017 Pizzoli (AQ)Tel. 0862 977502 comunicazioni@ diocesilaquila.it

Hanno scritto di “Vola”Il primo Numero 0 di “Vola” non è passato inosservato.I messaggi di augurio non si contano più.Molti dei 185 settimanali delle diocesi italiane riuniti nella Fisc ne hanno dato notizia riprendendo i lanci dell’agenzia Sir che ha anche messo una nota in inglese sul suo servizio euro-peo. Ne hanno ampiamente scritto anche L’Osservatore Romano e Avvenire.Un flash anche sull’agenzia AdnKronos e un cenno su la Repubblica.Chi trovasse altre segnala-zioni le invii pure all’indi-rizzo indicato a pagina 11.

Impaginazionewww.ottaviososio.it

FotoservizioOttavia Marrocchi, Annalisa Mazza, Alessia Giuliani - CATHOLIC PRESS PHOTO

Stampain proprio c/o SIR Roma

Rimozione della campane

dalla cattedrale di san Massimo

Don Giovanni Gatto è parroco di Tempera, piccola frazione dell’Aquila: lo abbiamo intervistato.Non si è parlato molto di Tempera, eppure anche qui c’è stata tanta sofferenza; che è successo?Purtroppo sono morte 8 persone, sia anziani che giovani. C’è stato il rischio poi che molte più persone morissero se fossero rimaste dentro casa, visto che tante abitazioni sono crollate. Io stesso la sera prima mi sono trovato a rassicurare alcuni di loro che comunque hanno scelto di dormire in macchina e quindi si sono salvati.È vero che devi la vita al tuo cane?Sì, quella notte dormivo profondamente; sono stato svegliato dalla mia cagnetta che, dopo aver trovato un varco tra le ma-cerie della chiesa e della casa canonica, mi è venuta a lecca-re il viso per svegliarmi. Immediatamente mi sono reso conto del dramma e dopo aver seguito la cagnetta mi sono trovato in giardino, tra la puzza di gas e il fumo accecante dei calcinacci e delle macerie intorno. I parrocchiani accorsi mi avevano da-to per spacciato dopo aver visto la situazione ma mi è bastato mettermi ad urlare per richiamare la loro attenzione, scongiu-rando così il peggio.Come sta reagendo la comunità di Tempera alla fatica del dopo-terremoto?Chi bene e chi male. Anche per me non è semplice seminare ottimismo e serenità, a fronte di depressione, mancanza di spe-ranza e futuro incerto. La mia più grande difficoltà, davanti ai tanti bisogni delle persone, è stato il farmi riconoscere il ruolo di parroco e non anche quello di volontario della protezione civile o gestore degli aiuti arrivati. Da una parte questo mi ha permesso di essere molto ricercato e voluto, dall’altra ha ri-schiato di allontanarmi un po’ dal mio vero ruolo.Una domanda personale: tu sei originario del Veneto; cosa ti tiene così legato a questa comunità?Sento forte la responsabilità del mio ministero sacerdotale per questa gente. Certo, la nostalgia si fa sentire, anche perché molti aiuti e volontari sono venuti dal Veneto per darci una ma-no. Anche se non ho familiari qui, ho davvero tante persone che mi fanno sentire in famiglia e che si sono mostrati disponibili e sostenitori, anche quando ho avuto bisogno di staccare un po’ per prendermi del tempo per me.Che programmi ci sono riguardo la ripresa della vita co-munitaria parrocchiale?Grazie ad un gemellaggio con la delegazione Caritas della Lombardia e della Sicilia e poi con vari gruppi scout Agesci del Veneto stiamo organizzando campi-scuola e gruppi estivi. Col tempo, in coincidenza dell’inizio del prossimo anno pastorale, pensiamo di dover fare incontri formativi, assieme alle nostre catechiste, soprattutto per giovani. Vedo la cosa molto positiva-mente; senza di loro non sarei riuscito a farlo.

Don Giulio Signora

Con la Bibbia tra le mani Carlo e Simo-na partono per Silvimarina, accettando l’ospitalità di uno dei tanti alberghi che dalla notte del 6 Aprile hanno aperto le porte agli aquilani colpiti dal terre-moto. Non il dolore, lo smarrimento, la voglia di scappare da una terra che continua a tremare, da una città distrut-ta, da una casa, la propria, divenuta un pericolo, ma un solo pensiero occupa la mente di Carlo e Simona: protegge-re la loro bimba di 11 mesi, trasmetter-le serenità, farla dormire in un posto accogliente e caldo, perché Miriam è ancora troppo piccola per chiede-re, capire, accettare. Questo il motivo, l’unico, che li spinge ad andare via, dopo l’ennesimo giorno di paura, in macchina a difendersi dalle continue scosse, mentre fuori anche la pioggia, battente, forte, quasi cattiva, sembra avercela con loro. Gli occhi di Simona chiedono a Carlo cosa fare, dove an-dare. E la risposta è lì, tra le pagine del Libro che leggono insieme ogni gior-no: “la salvezza verrà dal mare”. Basta aprirlo e fidarsi, affidarsi, ascoltando, nel silenzio, una sola parola, vera, pu-ra, sincera. La parola di Dio. Perché questi giovani sposi, uniti da un amore grande, da una fede forte e salda at-traverso cui affrontare il momento più difficile e drammatico della propria vita, sanno che il Padre non abbando-na mai i suoi figli. E così si parte, ver-so il mare, alla ricerca della stabilità, della normalità. Ma la vita sulla costa è solo sopravvivenza; non basta allon-tanarsi di qualche km per cancellare il ricordo di quella notte, per convin-cersi che è tutto finito. Sguardi assenti, assordanti silenzi, notti insonni. Anche l’albergo è una tendopoli, forse più comoda, con meno disagi, ma con lo stesso dolore, la stessa paura, lo stesso sconforto. Lontani dalla propria città, dagli affetti, dalle abitudini. Sfollati ed esiliati. No, non esistono terremotati di serie A e terremotati di serie B. Tutti hanno perso. Tutti soffrono. Tutti spera-no. E la speranza, per Carlo e Simona, è Miriam, piccola creatura che riceve il battesimo in albergo, la notte di Pa-squa, tra estranei divenuti amici e pa-renti. Ma non importa. Ciò che conta è che questa bambina ora sia un’altra fi-glia di cui il Padre può prendersi cura.

Alessandra Circi

Pensando alla ricostruzione, è ai bambini che sono rivolte molte delle iniziative promosse in questi giorni. È stato inaugurato giovedì 16 luglio un nuovo ambulatorio pediatrico polispecialisti-co donato dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma all’Associazione Pediatri di Famiglia dell’Aquila. La struttura prefabbricata sorge nel centro spor-tivo “Verde Acqua”, nel quartiere di San Sisto. Nell’ambulatorio lavoreranno sia specialisti del Bambin Gesù sia medici aquilani, ai quali, grazie a questa struttura, è data la possibilità di poter continuare a svolgere la propria attività di assi-stenza, integrandola con l’esperienza speciali-stica dei medici del Bambin Gesù, in quei casi in cui i bambini hanno bisogno di un approc-cio multidisciplinare. Si stima che l’ambulatorio possa servire a una popolazione di circa 11 mila bambini. All’inaugurazione era presente anche l’arcive-scovo dell’Aquila monsignor Giuseppe Molinari che ha benedetto l’ambulatorio e ha dichiarato: “Iniziative come questa ci invitano, pur nelle dif-ficoltà in cui ci troviamo, a guardare alle cose po-sitive e a credere nella vita. Un segno di solida-rietà che ci spinge a guardare avanti”. Lo spazio verde antistante alla struttura è stato attrezzato a ludoteca e area giochi, realizzati grazie all’inter-vento di Colliers International e di Happy Family Onlus.“E’ fondamentale ripartire proprio dai bambini e dalla scuola”. Sono queste le parole del sinda-co di Poggio Picenze, comune nel quale è par-tito in questi giorni un progetto che prevede la costruzione di una scuola dell’infanzia e una ele-mentare. I lavori, già iniziati, sono sostenuti dalla solidarietà di alcune aziende di Treviso e dalla fondazione “La Stampa” di Torino. Alla scuola dell’infanzia si sono già iscritti 32 bambini, e co-me ha detto lo stesso sindaco: “Per un paese con mille residenti, avere già così tante richieste per l’asilo è un bel segno di rinascita”.

Alessandra Di Stefano

Sabato 25 luglio è stata una data molto importante per i Salesiani di l’Aquila: con una grande festa è stato inaugu-rato ufficialmente l’Oratorio estivo. E’ un cammino inizia-to tre mesi fa, nei giorni im-mediatamente successivi al terremoto che ha sconvolto l’Aquila e l’Abruzzo. Con tenacia e fatica, nello spi-rito di Don Bosco, i giovani (e meno giovani) salesiani che sono giunti sul posto si sono dati da fare, unitamen-te all’impegno dei tanti vo-lontari giunti da ogni parte d’Italia, per creare un punto di riferimento per bambini, ragazzi e giovani aquilani, desiderosi di ricomincia-re, ripartendo dalla voglia di stare insieme e trascor-rere del tempo impegnati in belle attività. E’ difficile raccontare l’esperienza di questo Oratorio, bisogna essere nel prato di via Ami-ternum, per rendersi conto di ciò che quotidianamente accade qui. Quindi l’idea di una grande festa per rac-cogliere tanti giovani, in un pomeriggio che si è aperto con l’esperienza di un Con-certo Multisensoriale, ha fatto seguito l’animazione proposta dai volontari, per culminare nel concerto de La Differenza, band di giovani abruzzesi, che hanno messo in campo la loro musica e il loro nome, per cercare di essere vicini ai giovani aquilani. Hanno partecipato a tante serate per la raccolta fondi e han-no girato l’ultimo video-clip, del brano insieme alla squadra de L’Aquila Rugby, dedicando proprio a loro questo progetto.

L’Oratorio estivo dei Salesiani

TemperaParroco e capocampo

Voci dalla costaIl battesimo di miriam

Barisciano e dintornicome fiori di campo

Poggio Picenzeripartire con i bambini

L’AquilaIl pratodi via Amiternum

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.esperienzeVola 28 luglio 20096 esperienze 7Vola 28 luglio 2009

Barisciano e dintorni. Da alcune setti-mane ormai le storie passano anche attraverso i fogli del giornalino “Fiori di Campo”.L’idea è nata da una richiesta dell’allo-ra capo campo della Protezione Civile di avere uno strumento di comunica-zione tra i volontari e la popolazione del campo. Noi volontari della Caritas, naturalmente, non potevamo lasciarci sfuggire questa occasione e così, dopo un’occhiata di intesa con i volontari di Psicologi dei Popoli, abbiamo colto la richiesta e dato vita al progetto.Il giornalino, oltre a dare informazio-ni logistiche, permette di dare voce alla gente di Barisciano e di mettere in risalto tutte le iniziative promosse per coinvolgere la popolazione: fe-ste di compleanno, serate di festa co-me l’Università della Crolla e così via. Inoltre ci siamo resi conto che questo strumento poteva essere utilizzato per coinvolgere i giovani (ad esempio, il logo è frutto di un concorso, con tan-to di mostra espositiva presso la tenda mensa e regolare votazione, al quale hanno partecipato diversi “aspiranti grafici”).Il nome “Fiori di Campo” è stato scel-to proprio per dare risalto a tutte le iniziative belle e positive della vita di tutti i giorni. In ogni articolo si cerca quindi di esprimere riconoscimento e calore verso tutte quelle persone che, a vario titolo, si impegnano a rendere migliore la quotidianità.La consegna “tenda a tenda” è poi un’opportunità importante per entrare in contatto con le famiglie del paese e instaurare un rapporto di fiducia e di reciproca conoscenza.Crediamo che in futuro la redazione possa essere affidata interamente ai ragazzi di questi bellissimi paesi.

I volontari Caritas

Prima del sisma del 6 aprile la Caritas Dio-cesana aveva un Cen-tro di ascolto (CdA);

inoltre erano presenti alcuni Centri di ascolto di Caritas parrocchiali. Da dopo il terre-moto i bisogni del territorio e della popolazione sono note-volmente cambiati e si trasfor-mano di giorno in giorno.Per andare incontro alle esi-genze delle persone la Ca-ritas Diocesana, dopo aver riaperto il CdA Diocesano (lunedì – venerdì 9.30/12.00 e giovedì pomeriggio 16.00/18.00) ha pensato di avvicinarsi il più possibile al territorio avendo come obiettivo l’apertura di Cen-tri d’ascolto territoriali e un Centro di ascolto itinerante.I primi saranno dei punti fissi in cui le persone si potranno recare; molte sono le comuni-tà più colpite o che non hanno

la possibilità di spostarsi dal proprio luogo per raggiun-gere un CdA, così abbiamo pensato di utilizzare un cam-per come CdA itinerante in quanto porta con sé un luogo per l’ascolto. Il camper rag-giungerà i luoghi più lontani dai CdA esistenti e le comu-nità più disagiate (anziani, famiglie che non si possono spostare perché non hanno più un mezzo o hanno perso il lavoro… ) per dare loro un luogo per l’ascolto dei pro-pri bisogni, per far sì che la popolazione riesca a consa-pevolizzare il cambiamento che ci è stato “imposto”.Il CdA itinerante ha iniziato a supportare le varie dele-gazioni Caritas presenti sul territorio già dal 27 luglio e resterà loro in supporto per tre giorni alla settimana.

Alessia Donati e Annamonica Di Pratola

>L’evento calamitoso del 6 aprile finirà per acuire le situazioni di disagio già presenti

caritasVola 28 luglio 20098 caritas

Dolcissimi bambi-ni, scatenati ra-gazzi, chi vi scrive sono

i volontari delle Delegazio-ni Caritas Piemonte-Valle Aosta e Umbria che hanno preparato i giochi estivi per voi! Siamo volontari giovani, animatori esperti di oratori e abbiamo pensato di con-dividere con gli aquilani l’estate per portare gioia e allegria a voi bimbi!Arriva l’estate e con lei un carrozzone carico di giochi, divertimento, musica, danza, acrobatica e teatro. Arriva la magia del Circo! Esibizioni rapide, colorate, accompa-gnate da applausi e stupore. Un circo contemporaneo, do-ve i ragazzi potranno diven-tare i veri protagonisti dello spettacolo. La trama che ci accompagnerà è ricca di storie e messaggi significa-

I l Centro di Ascolto e il Servizio Immigra-zione hanno trattato, prima del 6 Aprile,

anche casi in cui si rendeva opportuna e/o necessaria la disamina giuridica degli in-teressi coinvolti.La maggior parte dei casi riguarda crisi coniugali, fa-miglie con coniugi separati, esposizioni per debiti ver-so banche e concessionari della riscossione, diniego di benefici previdenziali e as-sistenziali agli immigrati.I detti Servizi Diocesani hanno segnalato i casi a uno studio legale che ha presta-to la propria collaborazione esterna. Le attività profes-sionali sono consistite, tra l’altro, nel ricevimento in studio dei titolari delle si-tuazioni trattate, nell’esame di documenti, nell’accesso

Il programma Costru-zioni di Caritas Italiana prevede principal-mente realizzazioni

di Edilizia Sociale Abitativa (E.S.A.), Centri della comuni-tà (C.D.C.) e scuole.Il programma non è focalizza-to sulla realizzazione di edifici e stabili ma sulla costruzione e/o ricostruzione del tessuto sociale che è stato lacerato e danneggiato dal sisma.Le realizzazioni E.S.A. inter-verranno laddove si riscon-treranno carenze di spazi abi-tativi per fasce deboli della popolazione (per esempio: gli anziani, le donne con figli a carico ecc…) e allo stesso tempo insufficienze di strut-ture aggregative di caratte-re sia sociale che pastorale. L’intento per cui sono state pensate è quello di sostenere tutta la comunità con parti-

Lettera - invito ai più piccoli Ogni giorno con due clown

nella magia del circo Centro di ascolto itinerante Dal 27 luglio per tre giorni ogni settimana

Più vicini con il camper

ad uffici, nella redazione di lettere. Il legale ha riferito, in via informale, l’esito delle attività ai Servizi Diocesani.L’evento calamitoso del 6 Aprile, con le note conse-guenze sul tessuto socio-economico, è verosimile che finirà per acuire le situazio-ni di disagio già presenti e per farne affiorare di nuove; queste ultime saranno costi-

colare riguardo alle famiglie che vivono una situazione di disagio. I C.D.C. sono strutture caratte-rizzate da ampi saloni multi-funzionali posti in luoghi cen-trali per la gente, accessibili a tutti; rappresenteranno spazi di unione per la popolazione e promozione delle attività so-ciali e pastorali al fine di ricre-are un tessuto sociale ispirato a valori di solidarietà, condi-visione e partecipazione.Gli interventi sulle scuole saranno attuati nell’ottica dell’opera-segno con l’inten-to di unire a una realizzazione socialmente utile una rispo-sta alle concrete esigenze della popolazione nel campo dell’istruzione-formazione e un forte segnale alle istituzio-ni preposte a questo tipo di azione e al territorio.

Manuela Marrone

Caritas Centro di ascolto

Un servizio di consulenza giuridicaPer risolvere problemi inediti

Caritas Italiana Esa e Cdc

In due sigle un impegnoper la ricostruzione

tivi; essa si svilupperà con l’aiuto di due personaggi speciali, Gibì e Doppiaw, grazie ai quali scopriremo il valore della comunione, del senso della reciprocità e del-la relazione. Tramite questi due clown, esperti della vita, avremo occasione di educar-ci ed educare al valore della relazione quale possibilità per una migliore conoscenza di sé e dell’altro.Saremo tutti in viaggio alla scoperta di un nuovo modo di vedere gli altri e se stessi; un’esperienza per tornare con occhi nuovi, in grado di farci meravigliare dal già noto, e di scoprire il bello in ciò che prima era solo “normale”. Ci auguriamo che l’avventura del “Circus Musical”, attraverso giochi e attività appositamente preparati, riesca a mettere in moto un processo di “ac-

9Vola 28 luglio 2009

censione della creatività” di voi bambini, perché a ogni giornata possiate riportare a casa qualcosa in grado di aiutarvi a vedere meglio e in modo nuovo l’altro e voi stessi. In altre parole sarà possibile sperimentare co-me serietà e passione, leg-gerezza e impegno possano convivere e generare vita.La giornata insieme inizia al-le ore 8.00 con l’accoglienza e il momento di animazione del buongiorno. Alle 8.45 ci scateniamo in giochi danzanti e alle 10.30 riprendiamo le energie con

tuite, si ritiene, in parte da tematiche già affrontate dai Servizi Diocesani ed in par-te da nuove problematiche, più direttamente legate allo sconvolgimento prodotto dal sisma nel vissuto perso-nale e familiare. A tal ultimo riguardo la Caritas Diocesa-na ha già ricevuto richieste di intervento di competenza giuridica.È così che la Caritas Dioce-sana di L’Aquila ha deciso di istituire un servizio di con-sulenza giuridica stabile in base a evidenti problemati-che emergenti:1. diritto a ricevere i moduli abitativi da parte di chi ha perduto la casa; 2. contributi per la ricostru-zione e riparazione delle abitazioni;3. indennizzi alle imprese;4. sospensione di termini le-

gali e contrattuali, sostanzia-li e processuali;5. provvidenze in favore di famiglie, lavoratori, impre-se;6. rapporti bancari e di fi-nanziamento al consumo.

Lo sportello “Ufficio lega-le”, sarà aperto presso la se-de della Caritas Diocesana via Duomo sn, a Coppito; tel. e fax 0862/405169, svolgerà un servizio rivolto alle per-sone colpite da particolare disagio personale e/o fa-miliare ed in ogni caso eco-nomico, le quali siano state anticipatamente ricevute dal Centro di Ascolto e/o dal Servizio Immigrazioni, ed i cui casi siano stati rite-nuti meritevoli di assistenza legale.

Augusto Ippoliti

la merenda da noi offerta. Giochiamo fino a pranzo. Il pasto lo condividiamo pres-so la tendopoli di Pettino! Alle 14.00 ricominciamo con i laboratori manuali e i giochi fino alle ore 16.00. Giochiamo tutti i giorni fino al 29 agosto 2009! Vi aspettiamo numerosi presso la parrocchia San Francesco di Pettino! Dove? In quel tendone bianco da dove esce la musica!!! A presto amici!

I volontari CaritasPiemonte, Valle d’Aosta,

Umbria

po’ mi spaventava… anche perché la Basilicata non è una zona fortemente sismi-ca, […] non ho mai vissuto il terremoto vero e proprio. […] Da un lato ero spinta a venire qui, dall’altro, riflet-tendoci e razionalizzando (forse un po’ troppo) temevo le scosse, avevo paura, ma solo da quel punto di vista. Per il resto ero più convinta! Infatti poi ho preso la deci-sione, ho detto: “va beh! ora vado e… stop! Andrà bene così!”. Oggi sono contenta, non ho alcun ripensamento.

D: Cosa significa per te vi-vere qui?R: Soprattutto rapportar-mi con la gente del posto e cercare di tranquillizzare le persone perché sono molto provate: una scossa che per me può essere quasi imper-cettibile, loro la avvertono molto di più. È perché gli animi sono scossi.

D: Conosci molte persone di qui?R: Sì! Abbastanza! Poi sono una tipa che si dà alle rela-

zioni. Poi andare alla mes-sa, prendere contatto con i parroci, girare anche per le case della gente del po-sto è servito a legarci con qualche persona… Diciamo che a tre settimane dal mio arrivo conosco abbastanza persone.

D: Ti manca casa tua, la tua terra, la tua gente?R: Eh! Sì! Sì, sì!! Ho un fidan-zato lì, i miei genitori, la mia famiglia… un po’ mi man-cano. Però poi pensandoci, rivedendo il servizio che sono venuta a fare qui mi ri-anima. Giorno dopo giorno ci sono sempre delle cose

nuove da fare e questo mi dà la forza per andare avanti e non pensare tanto a ciò che è rimasto “giù”.

D: Cosa fai qui ora?R: Insieme a Noemi della Delegazione Caritas Marche lavoriamo a un progetto di coordinamento del territorio Pizzoli-Montereale. È una zo-na abbastanza. Cerchiamo di studiare il territorio anche in vista di volontari che arrive-ranno sia dalla Basilicata che dalle Marche e che ci daran-no una mano per lo svolgi-mento di attività nelle diver-se comunità, naturalmente in accordo con i parroci. È un tentativo di aiutare la ripresa di quello che si è fermato il 6 aprile… Un po’ di cose sono cambiate, anche per quanto riguarda lo stato d’animo del-le persone a cui a volte man-ca la voglia di andare avanti. Sono sempre un po’ timorose di questa situazione.

D: Secondo te qual è la più grande ricchezza di questo posto?R: La presenza di giovani, di menti capaci e con gran vo-glia di fare. È su questo che cerco di puntare tanto: in-centivare i ragazzi del posto per far sì che resti qualcosa di solido anche in futuro.

D: La cosa più bella che hai scoperto qui?R: La gente! Forse perché ero venuta con un’altra con-vinzione, nel senso che mi aspettavo la gente del posto meno disposta a incontrar-ci, invece è molto cortese, aperta, disponibile. Finora l’esperienza che ho avuto è più che positiva. La gente del posto è squisita.

D: Vuoi dire loro qualcosa?R: Li ringrazio tutti! Mi auguro che siamo di aiuto per la co-munità. In bocca al lupo per tutto e coraggio, soprattutto!

Andrea Piscopo

Abbiamo intervista-to una delle volon-tarie della dele-gazione regionale

delle Caritas di Marche e Basilicata gemellata con il C.O.M. 3. Continueremo sul prossimo numero a intervi-stare altre persone che hanno deciso di dedicare il loro tem-po, il loro sorriso, la loro com-petenza alla nostra gente.

Domanda: Come ti chiami?Risposta: Rosanna Miraglia, vengo da Marconia, provin-cia di Matera, diocesi di Matera-Irsina, in Basilicata. Ora mi trovo a Pizzoli dal 27 giugno e resterò fino a di-cembre.

D: Raccontami qualcosa di te, della tua vita.R: Sono una sociologa e ho avuto già esperienza col mondo Caritas dove ho fat-to l’esperienza di un anno di Servizio Civile a Matera vivendo la proposta di vi-ta comunitaria. Ho prestato servizio presso il Centro d’Ascolto Caritas, curando anche l’Osservatorio del-le Povertà e delle Risorse. Poi il direttore della Caritas Diocesana di Matera, don Fi-lippo, mi ha fatto la proposta di questo gemellaggio. […] Questa esperienza mi ha interessato subito. Per me è una cosa nuova, non ho mai partecipato a un intervento in emergenza come quello in atto su questo territorio. Ho subito accettato, ho detto: “sì, vediamo di che si tratta!”.

D: Che sentimenti hai pro-vato prima di partire?R: Tanta curiosità: per la gente del posto, per la situa-zione del dopo terremoto… Una curiosità, però, che an-dava in parallelo con un po’ di paura, specialmente del terremoto… I mass media hanno sempre diffuso que-ste notizie di scosse conti-nue. Questo è quello che un

IncontriVola 28 luglio 200910 Rosanna Una sociologa tra la gente

cose nuove da fare

Civita di Bagno: Santa Maria degli Angeli

>...è una sfida ... un ricominciare tutto nuovamente; è venire a patti, essere molto umili...

I l 6 luglio gli stu-denti del semi-nario regionale Abruzzese-Molisa-

no si sono ritrovati per condividere l’esperienza estiva organizzata nell’ar-cidiocesi di L’Aquila. Sono stati accolti nella parrocchia San France-sco di Pettino – attual-mente magazzino degli aiuti Caritas – dal par-roco, don Dante Di Nar-do, e dai vicerettori don Antonio D’Angelo e don Gianni Carozza. Il parroco ha descritto la situazione nelle va-rie tendopoli, per poi soffermarsi sulle ferite

a n c o r a aperte d a l terre-m o -

to. Dopo questo primo momento, i vicerettori si sono avvalsi della colla-borazione di don Marco Gasparri, coordinatore della delegazione della Caritas dell’Umbria, per dislocare i seminaristi in diverse tendopoli al-lestite per l’emergenza: Piazza d’Armi, il Globo, Pile, San Sisto, Pettino, Cansatessa, Paganica, Fonticchio. Nel pome-riggio si è svolta, invece, la visita al centro storico della città. L’impressio-ne era quella di una città senza rumori se non il fruscio del camminare, svuotata dalla quotidia-nità e vestita di un silen-zio profondo. A distanza di tre mesi era ancora ben visibile il disastro.Le attività svolte dai semi-naristi nei vari campi so-no state effettuate in col-laborazione con l’Unitalsi, l’Agesci, l’associazione volontariato ‘Misericor-dia’ e l’Esercito Italiano.

Grazie al contatto diretto con le per-

sone, i parteci-panti si sono

potuti ren-dere conto delle diffi-coltà che affrontano

L’edizione della Perdo-nanza Celestiniana, in questo anno particolare di ricorrenza degli ot-

tocento anni dalla nascita di papa Celestino V, colui che estese la pos-sibilità del perdono a tutti i ceti so-ciali, e di ricostruzione moralmente e materialmente faticosa, ma perse-verante del capoluogo colpito dal terremoto, non verrà meno. Il segre-tario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, parteciperà con i fedeli e l’arcivescovo metropolita Giuseppe Molinari all’apertura del-la Porta Santa rimasta intatta, allo stesso modo dell’urna contenente le spoglie del santo, recuperate dai Vigili del fuoco il giorno successi-vo al terremoto sotto il cumulo di macerie della volta della basilica, e che sarà esposta sul sagrato.Anche il documento di concessione del rito alla popolazione aquilana, datata 1294, continuerà a suggellare il “patto” del perdono. La Bolla cele-stina è stata efficacemente recupe-rata dalla tenacia dei dipendenti co-munali e dall’esperienza dei Vigili del fuoco di Bergamo, lo scorso 15 aprile, dal forziere della torre di pa-lazzo Margherita, sede del Comune di L’Aquila, insieme al bastone d’uli-vo con cui il cardinale potrà aprire la Porta Santa e concedere l’indul-genza plenaria. I simboli dell’even-to religioso sono disponibili a che la città continui a sperare. La “chie-sa degli aquilani”, con le sue ferite ancora aperte, accoglierà questa manifestazione civile e religiosa di importanza internazionale.Il programma alla pagina succes-siva mentre “Vola” dedicherà uno speciale alla Perdonanza nel pros-simo Numero 0.

Samantha Benedettiwww.annocelestiniano.itwww.perdonanza-celestiniana.it

coloro che vivono nelle tende. Tra questi, molti sono anziani che mal sop-portano le temperature elevate e bambini con le loro famiglie.Alla tendopoli di Cansa-tessa diversi seminaristi si sono messi a disposi-zione ascoltando le per-sone e andando incon-tro alle esigenze anche pratiche che si manife-stavano di volta in volta. I bambini, in partico-lare, hanno offerto una bella accoglienza nella tenda dei giochi. Non è mancato il tempo della preghiera: don Marco Manoni, parroco di Can-satessa, ha celebrato l’adorazione eucaristica coinvolgendo molte persone provenienti an-che da altre tendopoli.Al termine dell’espe-rienza a L’Aquila ogni seminarista è rientrato nella propria realtà, por-tando nel cuore i volti e le difficoltà della gen-te della Chiesa sorella aquilana. Volti di uomini e donne forti e determi-nati, pronti a ricomincia-re la vita di ogni giorno. Volti di uomini e donne da non lasciare nella so-litudine.

Nunzio Chietti

eventi 11Vola 28 luglio 2009

Tornati a casa I terremotati e i seminaristi di Abruzzo e Molise

Volti da non dimenticare

Perdonanza

Ci saremo tuttiin quei giorni

>contatti Utili

www.diocesilaquila.it [email protected]. Curia 086223165 Tel. arcivescovado 086222523fax 08624104465L’Ufficio sacramenti e l’Ufficio Matrimoni attualmente sono nel container sito nel piazzale della parrocchia di Pettino

eventiVola 28 luglio 200912

SIMPOSIOGiovedì 27 Agosto 2009 (1a Giornata) Auditorium Centro Direzionale CARISPAQ

Ore 10.00 1a SESSIONE Introduce i lavori S. E. Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila Coordina Don Luigi Maria Epicoco, Delegato Arcivescovile per la Cultura

Ore 10.15 1a Relazione “L’Indulgenza della Perdonanza Celestiniana tra Storia, Liturgia e Pastorale” Can. Daniele Pinton, Vicario Episcopale per il Culto e la Santificazione dell’Arcidiocesi dell’Aquila

Ore 11.15 Coffee break

Ore 11.30 2a Relazione “Aspetti penitenziali del Pellegrinaggio” Padre Quirino Salomone O.F.M., Presidente Fondazione Studi Celestiniani per la pace

Ore 12.30 Conclusione dei lavori

Ore 17.00 Auditorium Centro Direzionale CARISPAQ Ripresa dei Lavori

Ore 17.15 3a Relazione “I luoghi per la celebrazione del sacramento della penitenza” Don Paolo Ferrini, Direttore Ufficio Liturgico Regionale dell’Abruzzo-Molise

Ore 18.00 Intervallo Musicale di Laudes gregorianae a cura della Cappella Musicale di S. Massimo

Ore 19.00 Presentazione del volume ‘Nel nome di Celestino’ della giornalista Monica Pelliccione. Volume edito da CARISPAQ.

Venerdì 28 Agosto 2009 (2a Giornata) Auditorium Centro Direzionale CARISPAQ

Ore 9.00 2a SESSIONE Introduce i lavori S. E. Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila Coordina Paola Poli, Direttrice Archivio Arcidiocesano dell’Aquila

Ore 9.15 4a Relazione “Gerico crolla per rinascere Gerusalemme” S. E. Mons. Ambrogio Spreafico, Vescovo di Frosinone (Biblista)

Ore 10.00 5a Relazione “Il perdono e la pace” Ernesto Olivero, Fondatore del SERMIG

Ore 10.45 Coffee break

Ore 11.00 S. E. Mons. Giuseppe Molinari presenta gli Atti del Convegno tenuto all’Aquila il 27 agosto 2008 Storia, società e aspetti devozionali all’epoca di Celestino V Saranno presenti gli autori.

Ore 11.45 Esecuzione della “Lamentatio beate Marie de filio” (dal codice di Celestino) con canto, liuto e viella, su ricostruzione musicale di Francesco Zimei. Collabora l’Accademia dell’Immagine.

Ore 9.15 Conclusione dei lavori

Giovedì 27 Agosto 2009 - Venerdì 28 Agosto 2009

Anno celestiniano

715a PERDONANZA CELESTINIANAPiazzale Orientale dell’Abbazia della Basilica di S. Maria di Collemaggio

28 AGOSTO 2009

Ore 14.30 Partenza del Corteo della Bolla da Piazza Palazzo. Traslazione dell’Urna di San Pietro Celestino scortata dai Vigili del Fuoco. (Piazza Pa-lazzo, Corso Principe Umberto, Corso Vittorio Em-manuele, Piazza Duomo, Corso Federico II, Villa Co-munale Viale di Collemaggio)

Ore 17.00 Arrivo dell’Urna di San Pietro Cele-stino sul Piazzale Orientale dell’Abbazia della Basi-lica di Santa Maria di Collemaggio

Ore 18.00 Apertura Perdonanza CelestinianaSanta Messa stazionale per l’inizio della Perdonanza Celestiniana presieduta da Sua Em.za il Sig. CAR-DINALE TARCISIO BERTONE, SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITÀ, concelebrata dai Vesco-vi e Sacerdoti della Conferenza Episcopale Abruz-zese-Molisana. Al termine della celebrazione avrà luogo il rito di apertura della Porta Santa.

Ore 22.00 Perdonanza GiovaniCelebrazione Eucaristica. Presieduta da S. E. Mons. Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano. Prosegue per tutta la notte la veglia interdiocesana dei giovani.

29 AGOSTO 2009

Ore 11.00 Perdonanza delle Aggregazioni LaicaliCelebrazione eucaristica. Presieduta da S. E. Mons. Angelo Spina, Vescovo di Sulmona-Valva.Animano la liturgia le Aggregazioni Laicali della Re-gione Ecclesiastica. Durante la liturgia eucaristica le associazioni e i movimenti ecclesiali rinnoveranno il mandato di servizio ecclesiale.

Ore 15.00 Perdonanza dei malatiCelebrazione eucaristica. Presieduta da S. E. Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo-Atri.Animano la liturgia l’UNITALSI e il Sovrano Militare Ordine di Malta. Durante la liturgia eucaristica verrà impartita l’unzione degli infermi ai malati

Ore 18:00 Celebrazione conclusiva della Perdo-nanza CelestinianaSanta Messa stazionale presieduta da S. E. Mons. Giu-seppe Molinari, Arcivescovo Metropolita di L’Aquila - al termine Rito di chiusura della Porta Santa.Al termine della liturgia, partenza dell’Urna di S. Pietro Celestino per l’inizio del pellegrinaggio per le diocesi di Abruzzo-Molise.