Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

    INTERVENTO

    DI

    NIZAR RIHAI, ALFRED HOXHA, MOHAMED MATALLAH, ALI OUERTATTENI, MOHAMED ALI

    Ciao a tutti, grazie a tut ti, mamma Carla la prima.

    La maggior parte dei ragazzi rifugiati sono venuti a Ravenna perch uno dei Comuni pi avanzati

    che non risparmia nessun sforzo per aiutare venti persone rifugiate senza un tetto n lavoro, n

    soldi che vogliono integrarsi nella societ senza creare problemi alla cittadinanza. Potete chiedere

    di noi a tutti quelli che ci conoscono, della Caritas e mamma Carla. Tutto quello che chiediamo a

    voi, con cortesia consentirci di avere i permessi di soggiorno. Questi permessi ci permettono di

    integrarci nella societ e cercare un lavoro nel rispetto della legge di questo paese, perch non c'

    lavoro senza documenti, e un luogo di residenza dove abitare per un periodo definito, cos checiascuno di noi conosca i suoi doveri e i suoi diritti.

    Noi siamo persone che sono scappate da voi perch abbiamo bisogno del vostro aiuto. Dovete

    cambiare idea su di noi, potete chiedere di noi a mamma Carla. Da lei ci sono delle persone che ci

    conoscono, con cui ci rispettiamo a vicenda, e sono tante e siamo orgogliosi... Noi siamo dei

    rifugiati come altri, di altre nazioni e di altre religioni, per non abbiamo i loro stessi diritti come i

    bengalesi, i pakistani, gli africani. Bisogna sapere che siamo arrivati in Italia quando il nostro paese

    era in guerra, senza il Presidente. Grazie

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

    INTERVENTO DI PADRE CLAUDIO CICCILLO

    Presidente della Consulta del Volontariato di Ravenna

    responsabile Progetto Tracce

    Ciao a tutti.

    Venendo qua stamattina ho pensato di raccontare un po' la storia, vedendo anche i volt i che sono

    seduti in sala, volti di amici, di persone con cui abbiamo condiviso una parola, una parola che ci

    unito, una parola che stato un punto di riferimento e di partenza importante e questa parola

    la strada.

    La strada quella che ci ha formato in tutti questi anni, dalla strada abbiamo imparato a

    incontrare le persone, ad affrontare i problemi, a incontrare i volti. Quel faccia a faccia con la

    fatica, con la gente che arranca, con la gente che pone domande a volte aggressive a volte nude,

    della gente che ti mette in discussione, che ti mette sulla strada in ricerca senza nessuna risposta,

    nessuna ricetta in tasca, ma nel tentativo insieme di cercare verit, di costruire giustizia, dicostruire delle opportunit di servizi. La strada che ci ha chiamato e ci chiama a esserci, a starci,

    ad abitarla, a non fuggirla, a non guardarla per sentito dire, speaker di seconda mano di quello che

    accade l, non spettatore di quello che accade l, ma immergercisi dentro la strada e quindi

    lasciarsi sporcare dalla strada e dalle domande che la strada pone.

    Dicevo la storia di tante persone e far strada senza farsi strada che una frase che attribuiscono a

    don Lorenzo Milani, ma che in realt era del suo vescovo e farsi strada vuol dire costruire insieme

    una societ del noi. Giustamente Enzo ci ricordava la sinergia, la messa in rete delle risorse umane,

    delle professionalit e delle competenze, ma soprattutto la messa in rete dei cittadininellaffrontare i problemi, nellaccoglierli, nell'includerli, nellascolto e insieme progettare

    proposte e risorse. La societ del noi dove ogni persona possa essere riconosciuta nei suoi diritti,

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    nei suoi doveri, nella sua dignit, libert e nella sua ricerca di senso e di significato, la societ del

    noi. E' un discorso pi grande, pi ampio da fare e quindi anche molto pi difficile oggi dove

    invece la cultura che descriviamo va tutta da un'altra parte, dove la strada non diventa quel punto

    di riferimento, dove la strada sembra non insegnarci, dove non ci da direzione e punti di

    riferimento.

    La strada ci deve aiutare a mettere al centro la persona, la persona e i suoi bisogni fondamentali.

    Incontrare le persone a portare i problemi e non viceversa perch si rischia di affrontare le

    persone e di incontrare i problemi, di dare facili etichette, persone sotto il vestito niente, abbiamo

    sentito: lextra comunitario, il tossicodipendente, la prostituta, il malato di aids, etichette, e si

    dimentica che dietro queste etichette dietro questi nomi ci sono le storie delle persone ci sononomi cognomi biografie la vita della gente che si racconta e quindi l'importanza dell'attenzione,

    dell'ascolto, del mettersi accanto e quindi lo stupore dell'incontro. Quello che oggi manca lo

    stupore perch poi magari stando sulla strada mettendo su agenzie, strutture, dormitori, non

    bastano solo le risposte tecniche, c' il faccia a faccia con la gente, c' lo stupore dell'incontro e

    quando lo stupore viene meno negli occhi, magari anche degli operatori, di chi opera in questi

    settori, forse bene che cambiamo lavoro perch la meraviglia dell' incontro con gente dello

    stupore proprio di questo incontro.

    Io vorrei dirvi anche come presidente della Consulta di volontariato, di rappresentante di stradache dovremmo respingere quella che la cultura degli irreversibili, questo occupatevene voi,

    noi non vogliamo ci, infatti, quando parliamo del sociale parliamo dei volti, della storia della

    gente, parliamo dei nomi, parliamo di persone, parliamo di persone che vivono nelle situazioni,

    persone che perdono il lavoro, persone che avevano affetti e li perdono, che avevano punti di

    riferimento e li hanno persi, persone che cercano altre persone con cui costruire la propria

    rinascita e quindi la propria dignit.

    Queste persone non sono statistiche o numeri e quando sentiamo queste statistiche magari per

    capire come sta andando il servizio, qui a tracce in 8 anni abbiamo avuto pi di 59000 passaggi, manon sono numeri e quando vengono presentati a me piacerebbe che questi numeri diventino

    polit ica, diventino azioni, diventino riflessioni.

    Sono fotografie che vengono restituite alla cittadinanza perch la cittadinanza prenda coscienza,

    prenda atto e non deleghi e non lasci che diventino solo numeri che fanno vedere e giustificano

    l'esistere di un servizio, a me piacerebbe che diventino politica, appunto, che diventino

    un'inversione insieme che ci faccia mettere insieme per costruire percorsi di vita e giustizia.

    Qui ci sono tanto amici, penso a chi nel dormitorio vede, vediamo aumentare tutti i giorni il

    numero di coloro che bussano alle porte dei nostri servizi e che chiedono qualcosa, che chiedonodi essere accolt i e chiedono quindi qualcuno che li aiuti a far strada con loro per riappropriarsi

    della propria dignit.

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    Credo che altra cosa da ripensare questa mattina, certo come ci ricordava Enzo viviamo una crisi

    economica, ma io dico che la crisi non solo economica, certo esiste la crisi economica e la

    tocchiamo con mano tutti i giorni nella fatica della gente, ma non solo economica la nostra crisi

    anche politica, etica.

    Assistiamo alla crisi dei diritti, a una crisi di senso e allora questo ci deve chiamare in causa, una

    crisi di prospettive e di speranza e allora io non vorrei che ci si nascondesse dietro la crisi

    economica per togliere libert e dignit alle persone prendendo scorciatoie.

    Mi sembra, non se questo anche il vostro sentire, che la guerra e la lotta non vengano fatte alla

    povert, ma la guerra e la lotta vengano fatte ai poveri. E allora, a forza di interrogarci insiemequali sono le cause e le motivazioni che creano queste situazioni, poich vi parlo come Libera,

    sono 260 miliardi di euro il fatturato della mafia stimato per difetto, 60 miliardi di euro la

    corruzione, ci ricordava la Corte dei conti e le spese militari, i soldi ci sono bisogna andarli a

    prendere. Quei soldi vengono tolt i alle fasce deboli, vengono tolt i appunto alle politiche che

    dovrebbero servire a dare dignit e senso e significato alla vita della gente.

    Come Libera ci siamo chiesti che fine fanno i soldi liquidi che vengono sequestrati alle banche, ci

    dicono che vengono spart it i in parte al ministero dell' interno e in parte al ministero della difesa,

    poi senti le forze dell'ordine e i magistrati che si lamentano che non hanno risorse e mezzi per

    portare avanti i l loro lavoro e allora per piacere questi soldi dove sono, ma bisogna dircelo.

    Dietro questa crisi economica che toglie servizi, toglie opportunit, pensate alle associazioni alle

    cooperative ai servizi messi in piedi che non ce la fanno ad andare avanti ad offrire pi i loro servizi

    e diventa impoverimento, sono esperienze che si perdono e sono occasione e possibilit che

    vengono erose e tolte alla gente. Vedo che, in questo nascondersi dietro alla crisi economica, una

    delle spie che manifesta questo il modo di affrontare da noi i governi sociali.

    Nel migliore dei modi si seguono i percorsi di emergenza, delle soluzioni tampone che hanno per

    il difetto che agiscono sui sintomi e non sulle cause. Non possiamo per agire solamente inemergenza, che pure importante, poi per bisogna costruire percorsi, ecco perch dico che

    importante mettere in rete le risorse che ci sono, dare delle opportunit. Dicevo non solo risposte

    tecniche per, anche relazioni, opportunit e servizi perch le persone hanno bisogno di relazioni,

    di creare delle relazioni che li facciano uscire fuori dalla propria situazione che molto volte di

    solitudine di emarginazione di incomunicabilit appunto con quella che viene definita la normalit.

    Nel peggiore dei casi, invece, si va con la rimozione e con l'indifferenza, il problema non esiste e

    oggi non la povert appunto che da fastidio alla gente, sono i poveri e allora abbiamo assistito

    anni addietro a decreti dei sindaci contro i lavavetri contro i parcheggiatori la visibilit che da

    fastidio alla nostra societ non la povert. Credo sia importante interrogarci insieme su questo, iopenso che si potrebbe cambiare rotta, avviare le condizioni di uguaglianza, pi diritti pi dignit

    per tutti.

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    Per quanto poi riguarda la paura, la paura certo un sentimento che esiste, non possiamo

    negarlo, le paure sono a volte reali, ci ricordiamo quando la gente si lamentava delle siringhe che

    si trovavano ai giardini certo ci passavano i bambini era una paura reale, ma molte paure sono

    rappresentabili, sono dovute come ci ricordavano alla non conoscenza, al sentito dire,

    all'immagine, alla rappresentazione che ci facciamo delle persone e la paura da noi diventata

    frammentaria ed quel sentimento che viene usato per creare consenso.

    Le paure certo non possono essere negate per ci si pu educare ci pu essere quell'attimo di

    smarrimento e di paura, ma poi ci si confronta, si cresce, si fanno percorsi insieme e allora

    importante che i cittadini si incontrino come successo a rompere il silenzio, gli amici di rompere

    il silenzio, che si sono messi insieme da estrazioni, da punti di vista culturali, da percorsi diversi.Insieme a ragionare di questa citt, a ragionare dei problemi reali di quello che si ascoltava e si

    vedeva, non si sono accontentati del sentito dire e penso che questa esperienza debba essere

    continuata e mi sarebbe piaciuto anche al Torrione che si fossero chiamati i cittadini l e si fossero

    fatti incontri con i cittadini proprio per sensibilizzare per accogliere insieme per costruire insieme

    dei percorsi per abitare insieme quel territorio quindi non per occuparglielo ma per abitarlo che

    una cosa diversa, queste erano secondo me le cose da fare proprio per educare i cittadini alla

    responsabilit.

    Vediamo quello che successo nel nome della paura nel nostro paese, nel nome della paura nelluglio 2009 il famoso il pacchetto sicurezza stata una pagina bruttissima della nostra democrazia,

    il reato di clandestinit e il respingimento e tutto quello che questo ha voluto dire la violazione di

    due codici penali per cui la clandestinit diventava un'aggravante e questo contro la nostra

    costituzione, contro la carta dei diritti dell'uomo, contro la convenzione di Ginevra. Abbiamo

    assistito a queste cose come cittadini e la gente non ha approfondito non ha seguito magari

    queste cose e allora importante invece perch la democrazia nasce dalla corresponsabilit ,nasce

    dalla responsabilit di tutti perch ognuno faccia la sua parte e i diritti siano di tutti e di ciascuno e

    siano esigibili perch se non sono esigibili sono privilegi, non sono diritti.

    Credo che sia importante trovarci qui oggi anche come progetto Tracce che abbiamo messo a

    punto come accoglienza a bassa soglia. Nel progetto tracce come nel dormitorio re dei girgenti

    come nella caritas come in altre situazioni si messo insieme diritto e accoglienza rispetto delle

    regole e accoglienza delle persone, questo si sperimentato possibile metterle insieme. Io credo

    che allora ragionando di queste cose, per quello che stato a Ravenna per esempio il governo

    anche dell'immigrazione e ho sentito dire meno immigrazione uguale a meno criminalit come se

    il problema fossero gli immigrati e non fosse la loro integrazione dove il problema, e voi me lo

    insegnate, non quello che stato sbandierato da pi tempo dell'identit italiana il problema

    quello dell'identit umana e l'identit umana va data a tutti, ma proprio a tutti.

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

    INTERVENTO DI ANDREA MAESTRI

    AVVOCATO AMMINISTRATIVISTA

    Buongiorno a tutti, ringrazio soprattutto i ragazzi del Liceo Artistico che hanno cos efficacemente

    compendiato in immagini il tema di questo nostro incontro. Credo che per me sia un privilegio

    essere qui questa mattina perch iniziative di questo genere credo sono piuttosto atipiche credo

    che sia la prima di questo genere alla quale mi capita di partecipare, mentre assai frequente chemi capiti di partecipare come avvocato amministrativista in particolare specializzato in diritto

    dell'immigrazione a incontri convegnistici piuttosto che di approfondimento giuridico su queste

    tematiche. Invece oggi vedo la citt vedo la citt in tutte le sue espressioni. Vorrei anche dire con

    un p di presunzione da condividere con voi la parte migliore di questa citt: i cittadini, i comitati

    cittadini, mamma Carla, i ragazzi di un liceo, i loro professori, i professori che hanno mostrato una

    sensibilit anche questa piuttosto atipica verso questi temi, avvocati e preti, non un caso che a

    me capiti di conoscere tutti i preti presenti questa mattina a questo incontro perch

    evidentemente preti e avvocati insieme ai cit tadini ai comitati ecc si trovano spesso ad incontrare

    il tema dell' immigrazione a confrontarsi su questi temi sulla strada o nei paraggi della strada.Quindi per me un privilegio e vi ringrazio.

    Il tempo davvero pochissimo quindi cercher di darvi solo qualche stimolo soprattutto culturale

    non strettamente giuridico perch altrimenti rischierei di annoiarvi. Vi parlo da innamorato cotto

    della Costituzione. Il mio stato un innamoramento precoce, nel senso che ho iniziato a

    frequentarla e innamorarmi di lei ai tempi del liceo esattamente come voi. Quindi il primo invito

    che vi faccio di leggere, rileggere, studiare, anche memorizzare come una poesia, o come un

    testo letterario alcune della norme della nostra Costituzione. Tra queste mi piace ricordare,

    sempre, lArt.2 e lArt .3. Dovrebbe essere una sorta di bagaglio che ognuno di noi si portaappresso nel lungo, difficile, complicato viaggio della vita, perch dentro quelle due norme i nostri

    Padri Costituenti hanno davvero scritto quelli che sono i valori fondanti della nostra comunit

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    statutaria, sociale, politica, e hanno anche dato indicazioni estremamente precise . Spesso si dice

    che le prime due norme della Costituzione sono norme di mero principio . Di mero principio un

    cavolo! Ci sono dei principi talmente forti, con una tale efficacia espressiva, con una tale cogenza

    anche etica , che leggendoli ci si sente subito a disagio, perch ci si rende subito conto del divario

    che esiste tra la norma e la realt e di tutto il lavoro che ancora insieme abbiamo da fare perch

    quelle norme trovino concretezza ed attuazione nella vita di ognuno di noi, e in particolare nella

    vita degli ultimi, di quelli che oggi sono gli ultimi,come ognuno di noi pu essere ultimo nel

    momento che senta di avere bisogno di una comunit che lo tenga stretto, che lo accompagni.

    Dicevo lArt.2 , lArt 2 usa una espressione efficacissima, anche qui l invito che faccio ai ragazzi

    di apprezzare la bellezza e lefficacia delle parole perch soprattutto nei testi giuridici le parolenon sono quasi mai casuali. Lart.2 dice La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili

    della persona umana. Intanto la Repubblica, non dice lo Stato, lo Stato apparato, gli organi dello

    Stato, i ministeri, i comuni, gli enti locali, ma la Res pubblica, quindi tutti quelli che ho detto ,

    quindi lo Stato apparato ma anche lo Stato comunit, noi, associazioni, i cittadini, organizzati ,

    disorganizzati, a titolo individuale. Ognuno di noi corresponsabile della Res pubblica per il

    rispetto di quel nucleo fondamentale dei diritti umani della persona, che ciascuno di noi deve

    conoscere, frequentare, valorizzare e difendere. Usa altre due efficacissime :riconosce e

    garantisce. Quindi la Repubblica riconosce; come se si trovasse davanti questi diritti. Questi

    diritti sono il presupposto dello stesso Stato di diritto, dello Stato apparato, dello Stato comunit.

    Ce li troviamo gi di fronte perch sono una sorta di presenza naturale, nellordine umano delle

    cose che esistono, quindi la Repubblica li riconosce, ma in pi, li garantisce. Quindi impegnata a

    far s che quei diritti che vede davanti a s, siano effettivi, siano praticati, siano resi esigibili da

    parte anche, tra gli altri, delle pubbliche amministrazioni.

    E poi c il bellissimo Art.3, quello che parla delluguaglianza, uguaglianza sostanziale e formale di

    tutti i cittadini. Lart.3 parla di obbligo di rimuovere gli ostacoli. Un testo giuridico che dice la

    Repubblica impegnata a rimuovere gli ostacoli che rendono inefficace luguaglianza di tutti i

    cittadini davanti alla legge. Ho voluto fare questo incipt perch nel poco tempo che ho speroalmeno di seminare qualche curiosit culturale prima ancora che giuridica o politica in senso alto,

    in modo che magari gli studenti possano continuare ad approfondire queste tematiche. E anche

    per fornire una chiave di lettura nel concreto, nel senso che quando parliamo di questi temi,

    quando parliamo, uso un termine giornalistico che mi fa un po sorridere, dei tunisini di

    Lampedusa, o dei tunisini lampedusani, che il nostro governo tratta come una calamit naturale

    poerch gestisce il fenomeno con ordinanze di protezione civile, immaginate voi dal punto di vista

    giuridico la stortura macroscopica, odiosa per altro, con cui viene gestita una questione cos

    importante e delicata. Dicevo queste norme ci consentono di avere una chiave di lettura efficace

    per tutte le questioni di cui vogliamo parlare. E evidente che il tempo a mia disposizione non mi

    consente di parlare di tanti temi di cui sarebbe bellissimo parlare. E stato pubblicato

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    recentemente lultimo rapporto dellECRI European Commission Against Racism and Intolerance.

    LECRI, il Consiglio Europeo contro il razzismo e la discriminazione, che ha pubblicato un dossier

    davvero corposo che suggerisce allItalia diciamo , di modificare alcuni degli atteggiamenti pi

    macroscopicamente in conflit to con il tema del rispetto dei diritti umani.

    Ma abbandono per un attimo la mia amatissima Costituzione, le norme che ho voluto ricordare,

    per farvi subito una provocazione:

    ..Non amano lacqua, molti di loro puzzano perch tengono lo stesso vestito per molte

    settimane, si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle citt, dove vivono

    vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzoappartamenti fatiscenti, si presentano in due e cercano una stanza con uso di cucina, dopo pochi

    giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente

    antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere lelemosina, ma sovente davanti alle

    chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano piet con toni lamentosi e

    petulanti. Fano molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano

    dediti al furto e se ostacolati diventano anche violenti. Le nostre donne li evitano non solo perch

    poco attraenti e selvatici, ma perch si diffusa la voce di alcuni stupri consumati in strade

    periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno ammesso troppo gli

    ingressi alle frontiere, ma soprattutto non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano perlavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o addirittura di attivit criminali.

    Qualcuno di voi sorride perch conosce gi questo pezzo. E la relazione dellispettorato per

    limmigrazione al congresso americano che parla di noi italiani migranti, e siamo nellottobre 1912.

    Ma non finisce qui: ..Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi. Apro una parentesi perch

    anche noi italiani siamo abituati a trattare diversamente le etnie, per esempio i decreti flussi non si

    sa per quale assurdo e perverso criterio prevedano quote diversificate a seconda della nazionalit.

    Si rit iene che i filippini essendo in maggioranza cattolici possano integrarsi meglio , quindi maree di

    filippini. Con i paesi in cui la religione musulmana maggioranza qualche attenzione in pi, quindiquote un po ridotte per gli ingressi per motivi di lavoro. Non voglio esprimere giudizi, vi sto

    raccontando la realt. Dicevo propongo che si privilegino i veneti e i lombardi tardi di

    comprendonio e ignoranti, ma disposti pi degli altri a lavorare, si adattano ad abitazioni che gli

    americani rifiutano purch le famiglie rimangano unite, e non contestano il salario. Gli altri, quelli

    ai quali riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dellItalia. Vi invito a

    controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i pi. La nostra sicurezza deve essere la

    prima preoccupazione.

    Bene, anche questo piccolo seme, buttato l. Ho acceso qualche piccola lampadina ma voglio

    accendere due lampioni, su due temi, almeno due, consentitemelo. Uno dei temi che ci consente

    di vedere in concreto come si atteggiano quei bellissimi articoli della Costituzione che prima vi

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    C un tema per molto delicato di cui andato ad occuparsi anche il Consiglio Comunale di

    Ravenna un po di tempo fa, quando io avevo una veste istituzionale che oggi non ho pi, e potr

    rileggere quei fatti con occhi anche parzialmente diversi, con una distanza di tempo che mi

    consente di avere uno sguardo pi distaccato. Ci fu una petizione dellUAAR, che chiedeva di

    togliere alla Chiesa cattolica i finanziamenti che i comuni danno alla Chiesa cattolica per la

    costruzione degli edifici di culto, che sono finanziamenti che vengono appunto dagli oneri di

    urbanizzazione , cio esiste una legge dello Stato che impone e questa legge dello Stato in materia

    di edilizia urbanistica discende direttamente dagli accordi fatti illo tempore nel 1984 tra il

    Presidente del Consiglio Bettino Craxi e il Vaticano, che prevede espressamente che lo Stato

    Italiano obbligato a finanziare in parte, su richiesta dellautorit ecclesiastica, la costruzione di

    edifici di culto. LUAAR, Unione Atei Agnostici Razionalisti, chiedeva di togliere il finanziamento alla

    Chiesa cattolica. Ci ho ragionato e ragionato in quel periodo, e continuo a ragionarci ancora su

    questo tema, e trovo che la Costituzione ci offra una soluzione diversa. La nostra Costituzione ,

    come spesso dico, ha un principio strutturale molto chiaro di laicit. Ma una laicit inclusiva, non

    escludente. Lo spazio pubblico lo spazio nel quale devono avere cittadinanza tutti. Lo spazio

    pubblico non deve essere uno spazio neutro, in cui per esempio non entrano i simboli religiosi

    perch altrimenti turbano qualcuno. Deve essere lo spazio di tutti, quindi lo Stato deve assumersi

    il carico anche piuttosto complicato, di dettare le regole perch allinterno di quello spazio

    pubblico, tutte le diverse espressioni cultuali, culturali, politiche, religiose, possano averecittadinanza. Quindi un concetto pluralistico di laicit inclusiva che consenta a tutti di vivere nello

    stesso spazio pubblico, che ci consente di dire che no, non che vanno tolti i finanziamenti alla

    Chiesa cattolica, ma vanno estesi anche agli altri.

    Allora, visto che leggiamo che la moschea della comunit Islamica di Ravenna in difficolt in

    questo momento, come tutti per altro, perch mancano i finanziamenti per completare i lavori,

    pu essere che alle nostre istituzioni venga in mente di intervenire sotto questo aspetto, che la

    normativa consente, e quindi in unottica di applicazione concreta di quei bei principi che prima vi

    dicevo, di pluralismo vero, concreto, effettuato di laicit inclusiva estenda, quello che qualcuno

    vede come un privilegio della Chiesa cattolica, ma che in realt previsto dalle norme (e quindi

    un diritto della Chiesa cattolica di essere sostenuta nella costruzione degli edifici di culto), lo

    estenda parimenti anche alla realt musulmana, quantomeno. Quindi lavoriamo insieme, lottiamo

    insieme perch i diritti siano estesi, non perch a qualcuno vengano tolt i per darli a un altro, che

    si creino lotte piuttosto improprie tra poveri.

    Questo uno dei temi che volevo affrontare. Un altro tema che volevo affrontare quello dei

    parcheggiatori abusivi. Voi sapete che la pi grande piaga nel nostro paese dopo la mafia il

    fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Tema sociale assolutamente inquietante che gli enti sociali

    giustamente faticano a gestire in maniera appropriata ed efficace. In realt nel nostro

    ordinamento giuridico la questione dei parcheggiatori abusivi stata affrontata ma riguarda tutta

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    unaltra roba. Il fenomeno dei parcheggiatori abusivi disciplinato dal codice della strada. C una

    norma che dice che non si pu prendere un pezzo di strada pubblica o di piazza magari delimitarla

    emettersi l , chiedere anche una sorta di tariffa per il servizio di custodia ecc. ecc. roba che nasce

    storicamente come malcostume tipicamente italiano e in particolare di alcune zone del nostro

    paese, e in part icolare di alcune grandi citt, in cui soggetti, diciamo spesso anche legati alla

    criminalit organizzata(alcuni servizi giornalistici recentemente lhanno evidenziato ), italianissimi,

    si appropriano di alcuni spazi pubblici, magari li delimitano anche, fanno entrare e uscire,

    minacciano chi non paga la tariffa, assolutamente illegale: quelli sono i parcheggiatori abusivi. I

    ragazzi di origine straniera, e anche qualche donna, che mi capitato per altro di assistere,

    qualcuno in maniera petulante e aggressiva, la maggior parte in maniera cortese e umana,

    umanissima, si avvicinano per chiedere unelemosina. Naturalmente lelemosina dal punto di vista

    tecnico giuridico non affatto un corrispettivo di una prestazione , che , ti trovo il parcheggio, ti

    faccio parcheggiare , ti custodisco il veicolo. Per la polizia municipale come strumento ha solo

    quello del codice della strada , perci una poveraccia nigeriana, amica mia e mia cliente, che

    rompe le scatole a chi prende il carrello ella spesa alla Coop di via Faentina, si vede sovente

    notificare fogli di via(non decreti di espulsione), devi stare lontana da Ravenna perch sei soggetta

    sicuramente dedita ad attivit delittuose. Oppure la polizia municipale le fa una multa di 5.000 e

    rotti euro che la povera ragazza dovrebbe pagare perch accusata di svolgere attivit illegale di

    parcheggio abusivo. Ora inutile che gettiamo la croce sui poveri agenti piuttosto che suiquesturini che fanno il loro lavoro, che applicano sta schifezza di normativa che abbiamo, per

    anche vero che nel momento operativo francamente si potrebbero leggere i fatti con occhi un

    tantino diversi. Ed questo linvito che io faccio, per altro io, un po tempo fa ho elaborato una

    sorta di progetto che i giornalisti, ovviamente cogliendo la palla al balzo, non avevano esitato a

    dire Maestri vuole legalizzare i parcheggiatoti abusivi, ma per favore! Mi sono andato a guardare

    un po di norme, ho tirato fuori la normativa sulle associazioni di volontariato, la disciplina degli

    enti locali che disciplinano i rapporti di convenzionamento tra gli enti locali e il volontariato, ho

    visto che il Comune di Ravenna che molto avanti su tutto, ha convenzioni per esempio con le

    organizzazioni di pensionati di CGIL, CISL e UIL, ADA, ANTEA, EAS e anche AUSER, per lasorveglianza di parchi e aree pubbliche, ho fatto 1 pi 1 e ho detto, se gemelliamo una

    associazione di volontariato con unassociazione di stranieri e gli assegniamo la gestione, fra

    virgolette, di un parcheggio, quindi parcheggio davanti alla Coop lo gestisce lAUSER insieme

    diciamo ad ASRA, LAssociazione Senegalesi di Ravenna, piuttosto che unalt ra piazza , cos e cos

    via, senza parlare di corrispettivo, n di stipendi n di altro , ma di attivit di volontariato, con

    percorsi di legalizzazione anche nel senso di legalizzazione di indicazione delle strade legali per

    reperire gli oneri per le attivit lavorative di questi ragazzi. Un percorso che si potrebbe

    approfondire per un problema concreto che veramente ha assunto connotati spaventosi.

    Ovviamente sono ironico.

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    Concludo con una citazione di Pier Paolo Pasolini, il secondo amore dopo la Costituzione, che

    dice: Il razzismo come cancro morale delluomo moderno, che appunto come il cancro ha

    infinite forme, lodio che nasce dal conformismo, dal culto dellistituzione, dalla prepotenza della

    maggioranza. E lodio per tutto ci che diverso, per tutto ci che non rientra nella norma e che

    quindi turba lordine pubblico. Guai a chi diverso, questo il grido, la formula, lo slogan del

    mondo moderno, quindi odio contro i negri, i gialli, gli uomini di colore, gli ebrei, i figli ribelli; odio

    contro i poeti.

    C tanto lavoro per tutti, per Rompere il silenzio e per ciascuno di noi.

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

    INTERVENTO DI ROBERTO RIVERSO

    GIUDICE DEL LAVORO DEL TRIBUNALE DI RAVENNA

    Buongiorno a tutti, grazie di essere intervenuti numerosi, come si dice in queste occasioni.

    Io partir proprio dalla vicenda emblematica per la nostra citt che stata ampiamente evocata

    per essere concreto nelle cose che dir e per cercare di trarne poi delle indicazioni di carattere

    generale su quello che sta accadendo nel nostro paese.

    Il mio intervento pubblico sulla questione dei migranti a Ravenna era dipeso dalla nota vicenda

    dell'ordinanza del Comune sul soccorso dei poveri dal freddo che stata gi evocata. Una

    questione che va ricordata nei termini burocraticamente reali con cui era stata posta all'attenzione

    del dibattito pubblico e la questione era questa :solo le persone regolari possono essere tutelate

    dal freddo, chi non ha permesso di soggiorno non pu essere messo al riparo, anzi va denunciato

    alle autorit. Ovvio che c'era un parlare anche ambiguo sui giornali perch si diceva ma in realt

    noi vorremmo oppure vogliamo tutelare tutti ma non lo possiamo fare. C'era anche una versione

    pi buonista di questa ordinanza nel senso che diceva b,noi diciamo cos poi forse vedremo nella

    pratica cosa faremo, per questo parlare era gi un danno, perch il danno stava nell'effetto

    sicuro che l'annuncio pubblico di una denuncia all'autorit di pubblica sicurezza delle persone

    irregolari determinava nel senso dell'allontanamento del rapporto con i servizi sociali di cui queste

    persone avevano bisogno.

    Il punto questo:da dove veniva questa invocata difficolt di tutela nei confronti degli irregolari.

    La giustificazione, se volete formale a mio giudizio, stava nel fatto che all'interno della legislazione

    discriminatoria che stata costruita da 10 anni ovviamente dalla Lega nord col consenso del

    governo e tutte le altre componenti che facevano parte della maggioranza del governo, si prevede

    l'obbligo della denuncia dello straniero irregolare da parte del pubblico ufficiale. Un obbligo per

    cui in caso di omissione il pubblico uff iciale potrebbe rischiare a sua volta una denuncia per

    omissione di segnalazione. Ovvio che si tratta di una normativa che mira a fare terra bruciata

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    attorno agli immigrati irregolari. La questione che per esempio era stata posta dai medici era di

    come poter tutelare la salute di queste stesse persone nei fatti in concreto, perch un annuncio di

    questa natura determinava un allontanamento dell'immigrato bisognoso dal contatto col pronto

    soccorso e col medico.

    Di fronte a questa posizione che si fatta prevalere nella citt con l'accordo della maggioranza

    della giunta di questa citt e con l'ovvio consenso dell'opposizione di questa citt, la prima

    obiezione che venuto naturale fare stata chiedere: e i valori costituzionali, di cui parlava

    Maestri,dove li mettiamo questi valori costituzionali visto che si parla di una questione nodale di

    principio in termini giuridici,tecnicamente giuridici. Il dovere di porre le persone al riparo dal

    freddo e di tutelare il dirit to fondamentale, diceva la Costituzione, alla salute, dirit to fondamentaledel cit tadino, interesse della collettivit, dove lo mett iamo? che ne facciamo di questa direttiva

    costituzionale? Possibile muovere anche obiezioni giuridiche a

    livello anche della legge ordinaria volendo, perch c' l'omissione di soccorso previsto come reato

    penale. Se una persona non soccorre una persona che si trova in condizioni di aver bisogno di

    soccorso previsto un reato. Ma in generale i giuristi a questo proposito parlano della

    discriminante dello stato di necessit, cio c' una norma che dice: se bisogna soccorrere una

    persona che sta rischiando la vita e si deve violare un precetto penale, si pu fare, perch 'primum

    vivere'innanzitutto bisogna assicurare la vita e la salute. e questo poteva succedere anche al

    pubblico ufficiale che non identificava le persone che avevano effettivamente bisogno di rivolgersi

    ai servizi per tutelarsi la salute.

    Per tutto questo genere di considerazioni non sembravano contare, non sembravano fare

    breccia, il ricovero non poteva essere garantito a tutti perch il primato doveva dare prerogativa

    alla normativa della sicurezza pubblica su quella umanitaria. Neppure la possibilit di una gestione

    concreta, come qualcuno aveva detto, cio facciamo una sorta di corridoio, nel senso di dare del

    tempo a tutti prima di dormire e poi di andarsene, per poi fare le liste, come si fa negli alberghi,

    come se si trattasse di turisti di passaggio che avessero bisogno di una struttura alberghiera per

    passare un po di ferie. Ad un certo punto si disse no,neanche questa cosa si poteva fare tanto cheio avevo pensato che si volesse addirittura militarizzare la tenda. Ma come,questi vengono,

    dormono, poi si d burocraticamente la lista a chi si deve dare. Per svariati giorni era passato il

    messaggio preciso che non si potesse fare nessuno sconto, nessuna deroga dinanzi ai poveri .Il

    messaggio rigoristico sembrava prevalere su ogni altra cosa.

    Perch questo, perch a mio giudizio sembrava che servisse soltanto il messaggio, non era

    questione formale, qualcuno addirittura aveva scomodato il mito di Antigone e Creonte, cio il

    rapporto tra legalit sostanziale e il rigore della legge formale. Non era cos perch non c' partita

    tra i valori della Costituzione e quella normativa antidiscriminatoria che ancora abbiamo in Italia.Basta mettere in ordine i valori; prima viene la Costituzione e tutti gli altri valori devono integrarsi

    e raccordarsi con la Costituzione. Qui c' l'obiezione di coscienza,cio chi fa politica deve anche

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    sapersi prendere delle responsabilit, deve saper anche dare delle indicazioni culturali precise.

    Allora, sembrava che quella delibera, quell'annuncio, fosse pi che altro frutto di questo modello

    di agire che stato evocato prima, praticato con molto successo proprio dalle amministrazioni

    locali, cio un modello in base al quale, gli amministratori pi che calarsi nei panni di chi ha

    bisogno di ricevere la tutela, mirano a rassicurare, distanti da quel problema, mirano a sedurre

    l'orientamento maggioritario dell'opinione pubblica, utile ai fini del consenso:Pasolini.

    E' cresciuta la paura, la vendita della paura, cresciuta la politica orientata alla manipolazione del

    consenso attraverso l'utilizzo della paura. Quelli che vengono chiamati gli imprenditori della paura.

    Sono cresciute soprattutto le discriminazioni istituzionali. Voi non avete idea di quello che

    successo in questo paese in questi ult imi cinque anni. Quella che viene chiamata la legislazionespeciale al rovescio. Invece di togliere discriminazioni di pratica, regioni, province, amministrazioni

    locali, scuole, case asili nido, sussidi, servizi di trasporto ecc. questo il modello che fa esasperare

    il clima nei confronti degli immigrati, che fa aumentare le discriminazioni, perch la paura si

    autoalimenta, la paura nasce dalla non conoscenza, dalla stigmatizzazione, come ha detto padre

    Ciccillo. Il circuito cresce e questa stessa impostazione alla base di questa impostazione politica

    che quando parla di questioni sociali le raffigura tutte come perenni emergenze: i poveri, gli

    immigrati,la precariet, sono tutte emergenze, sono problemi sempre contingenti, mentre lo

    sappiamo tutti che si tratta di fenomeni risalenti, che derivano da precise scelte politiche

    trentennali, che hanno la loro base comune, che sono state fermamente perseguite dai politici

    negli ultimi vent'anni. Anche l'eterno susseguirsi delle stagioni fredde a quelle miti stata

    presentata come un'emergenza. La risposta: le tende, le tende lontane dalla citt, con l'autobus

    che preleva i bisognosi e li porta lontani dalla vista, perch il povero disturba la vista. Una misura

    che stigmatizza, che discrimina, ma che rassicura l'opinione pubblica, quelli che non hanno voluto

    la tenda alla parrocchia, quell'opinione pubblica che dinanzi al problema sociale ha bisogno della

    soluzione facile che la deresponsabilizzi, che allontani da s il merito del problema, censurando

    qualcun altro. Del resto il messaggio che sta passando questo anche oggi , chi sta male una colpa

    ce l'ha, qualcosa avr pure fatto, sei povero sei irregolare, sei uno sfigato precario, una colpa ce

    l'avrai pure .

    Questo quello che viene suggerito all'opinione dominante. Allora diciamolo chiaramente, se gli

    irregolari non possono entrare nelle tende per proteggersi dal freddo, dove li mettiamo. Questo

    bisognava dirlo chiaro, semplice, per loro dinanzi al diritto fondamentale della tutela della salute

    c'era l'esclusione, c'era il controllo degli apparati. L'inverno, guardate, consente di individuarli con

    molta facilit gli stranieri non in regola. Questo bisogna dirlo chiaramente; basta osservare i poveri

    cristi che la notte si attardano con le loro coperte e cartoni alla ricerca di un giaciglio , di un

    anfratto, e la pratica pu essere chiusa con successi.

    E' questo che accade, cos che accade quel fenomeno che diceva padre Ciccillo, e cio che

    invece di fare la guerra alla povert la facciamo ai poveri, invece di fare la guerra all'emarginazione

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    la facciamo ai migranti, perch quando la risposta politica non si interroga, quando la risposta

    politica debole, il governo delle questioni sociali viene dato agli apparati, alle forze dell'ordine

    pubblico, alla magistratura che per non risolvono il problema, lo esasperano, molte volte aprono

    le vie anche a qualche deriva autoritaria.

    Allora cos' mancato in questa vicenda? non tanto secondo me non aver saputo mettere in ordine

    gerarchico i valori, perch questa era un'operazione molto semplice secondo i linguaggio

    tecnicamente giuridico. Il Comune si era arrestato in una presa d'atto di un ostacolo normativo,

    invece di rimuoverlo nell'ottica dell'art.3 secondo comma della Costituzione, e quando ci si ferma

    alla presa d'atto dei problemi e degli ostacoli manca la politica, manca quello che Barbara Spinelli

    l'altro giorno su Repubblica chiamava la lingua proposit iva della polit ica, la prudenza dei toni chedovrebbe misurare l'effettivit della polit ica, la conoscenza della persona umana che la polit ica

    richiederebbe, questo quello che mancato. Io dico una cosa molto pi semplice. Sta mancando

    quel calarsi nei panni di chi attende la tutela dei servizi sociale, questo quello che manca, questo

    dramma pedagogico, cio il potersi calare nei panni di chi si aspetta qualcosa, non mettersi in

    quelli di chi non ha bisogno di questa tutela come invece sta accadendo, ecco perch molta gente

    oggi lontana dalla politica, perch la politica lontana dalla gente, dai problemi reali delle

    persone.

    Fatemela dire questa cosa, anche per questo, secondo me, che oggi anche a sinistra possibilemettere in discussione una norma di civilt come l'art .18 dello statuto dei lavoratori, il quale dice

    semplicemente una cosa, che se un lavoratore viene licenziato senza giusto motivo viene

    restituito al suo posto di lavoro. E' una norma di democrazia tipicamente liberale, dice che la

    dignit del lavoro non si pu comprare, non pu essere sostituita da nessuno scambio economico,

    non mi piaci, ti pago, te ne vai. Lo capirebbe chiunque. Altro che non si pu licenziare,no la legge

    ovviamente riconosce il licenziamento. Ci sono stati centinaia di migliaia di licenziamenti in Italia

    negli ultimi anni. Eppure l'altra settimana c'era un articolo sul giornale, venuto qua Massimo

    D'Alema a dire che l'art.18 non una priorit. Una settimana prima Walter Veltroni in una nota

    intervista televisiva diceva che l'Art.18 non un tab. Consentitemi di fare una battuta:per unavolta Walter e Massimo si sono trovati unit i nella lotta, contro l'Art .18.

    E c' un'altra considerazione generale da fare perch questioni come queste di cui stiamo

    discutendo, nei termini in cui ne stiamo parlando, mancano una presa di distanza dal contesto

    che stato evocato. Qual' il contesto, il contesto che abbiamo davanti una societ che

    progredisce regredendo, divaricandosi sempre di pi con le diseguaglianze che aumentano, con la

    massa della ricchezza che si trasferisce sempre di pi in poche mani, con i livelli dei salari italiani

    pi bassi di quelli della Grecia, io non ci credevo a leggere le stime. L'Italia ha la spesa sociale

    condotta con modalit orizzontali che colpiscono ovviamente quelli pi poveri. I fondi sociali quasiazzerati,lasciati senza risorse. Tutto questo cosa dimostra, che sta avvenendo non da ora una vera

    e propria ridistribuzione alla rovescia. Non tanto manca una politica dei redditi, come si diceva una

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    volta, ma sta avvenendo esattamente il contrario, abbiamo i Robin Hood alla rovescia nel nostro

    paese. E quando questo accade il paese bloccato, si sente parlare: l'ascensore sociale non

    funziona, chi nasce povero resta tale. Si avverrata quella profezia di Berlusconi che diceva, ma

    questi vogliono veramente che chi nasce povero possa fare un mestiere migliore di quello del

    padre? E quando accade questa tragedia non solo un problema sociale ma anche un

    problema di modelli culturali e politici che stentano a ricambiarsi. C' una logica del potere che si

    mantiene, si impedisce che si formino delle culture dominanti diverse da quelle che detengono il

    potere.

    Ecco perch non si poteva far passare sotto silenzio in quest'occasione questa situazione che ha

    implicazioni politiche enormi. E bisognava rompere il silenzio come dite voi. Rompere il silenzioperch su queste misure regressive in materia di sicurezza appunto facile costruire il consenso

    maggioritario della pubblica opinione. L'opinione pubblica indotta a pensare che se lo fa la

    giunta comunale con il consenso maggioritario di tutte le forze politiche giusto che sia cos, che

    quelle cio siano le strade giuste da seguire. Hai voglia di fare azioni concrete di volontariato se

    passano dei messaggi culturali come questi. Hai voglia di fare delle pazienti politiche di

    integrazione, discorsi di coesione sociale, il danno fatto. Ecco perch bisogna ostacolare questi

    modelli culturali e istituzionali che assumono la povert come una colpa, come uno stigma. Non ce

    lo possiamo permettere, non ce lo possiamo permettere soprattutto nella nostra citt che ancora

    ha un tessuto democratico forte, che esprime ancora tanta voglia di operare nella direzione

    dell'integrazione e della solidariet. Come diceva Maestri, a Ravenna si discute come un grande

    problema di ordine pubblico i parcheggiatori di colore in un'area della cit t, oppure la presenza di

    pi migranti in un'area della citt, e si tace completamente dei 200, 300 morti per malatt ie

    professionali. Quello non avvertito come un problema di ordine pubblico della citt. Nessun

    processo, nessuna possibilit di discorrere apertamente di questa cosa.

    Certo non bello sentire il vescovo della citt dire a proposito dei migranti: non possiamo

    accoglierli tutti. Non c'era proprio bisogno che si esprimesse questa preoccupazione perch da

    sempre la politica italiana in materia di immigrazione orientata in senso contrario, ma qualeaccoglierli tutti, noto che non solo l'Italia non li accolga tutti ma li accolga sempre meno, anche

    sempre meno dei partners europei. Tutte le volte che noi ci lamentiamo ...ma come siamo da

    soli...l'Europa ci ricorda che siamo il paese che ha minori migranti tutelati, tra quelli che

    richiedono asilo. Quindi il problema non che non possiamo accoglierli tutti, il il problema

    esattamente opposto, ovvero che ne abbiamo respinti molti in modo illegittimo violando i diritti

    umani come ha accertato l'alt ro giorno la Corte Europea dei diritti dell'uomo per i respingimenti di

    Maroni, tanto proclamati come fiori all'occhiello della politica della sicurezza del precedete

    governo, quando si respingevano in alto mare le carrette del mare portando in Libia i migranti, e

    consegnandoli alla polizia di Gheddafi, quello stesso Gheddafi che poi abbiamo contribuito a

    bombardare.

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    Badate anche il governo sosteneva che voleva mettere in atto delle politiche di contrasto

    all'immigrazione irregolare, per violava i diritti umani, i diritti delle persone. Quindi il problema

    non che non possiamo accoglierli tutti, il problema che bisognerebbe invertire la politica

    migratoria di 360 gradi, aprirsi a politiche nuove, lungimiranti. Uscire dalla logica che bisogna

    prima farli passare dall'irregolarit per poi regolarizzarli, farli passare l'inferno, il calvario della

    clandestinit, perch questa stata la nostra politica, del doppio binario: prima li abbiamo tenuti

    nell' illegalit, poi siccome ci servivano li abbiamo regolarizzati, ma che politica questa!

    Allora ecco perch trovo utile questa riflessione, questa discussione che avvenuta oggi a

    Ravenna. Perch bisogna riflettere insieme per contrastare queste scorciatoie, queste soluzioni

    facili e bisogna avere il coraggio di guardare anche all'attualit a questo governo di tecnici che mipare abbia tolto la tassa sulle rimesse dei migranti, che era una specie di taglieggiamento sulla

    fatica, sul sudore delle persone, e invece mi pare che vorrebbe elevare il balzello per quanto

    riguarda il rinnovo del permesso di soggiorno, che anche esso un balzellosul diritto ad esistere,

    perch il permesso di soggiorno per i migranti una specie di documento che li fa esistere come

    persona, altrimenti sarebbero dei reietti. Un governo che pensa ancora ad una credit card per i

    poveri. Attraverso la concezione della beneficenza come una elargizione compassionevole, come

    dono fatto dai pi fortunati agli sfortunati, che lontanissimo dal modello sociale accolto dalla

    Costituzione Italiana che parla invece dell'assistenza come diritto di cittadinanza, come sistema

    finalizzato alla realizzazione di dirit ti e non come pietose elargizioni discrezionali.

    Ecco perch bisogna chiedere con forza soprattutto una politica che faccia dei migranti i nostri

    futuri concittadini, come ha sollecitato anche lo stesso Presidente della Repubblica. Io penso che

    all'interno di questo incontro, possiamo noi qui ora chiedere al Comune di Ravenna che si faccia

    promotore perch venga conferita la almeno la cittadinanza onoraria ai bambini nati in questo

    Comune, regolari od irregolari non importa.

    Ecco perch bisogna alzare il tiro, non fermarsi alle tende. Bisogna puntare pi in alto. Io non

    penso che la diseguaglianza sia stata decisa da Dio, accettata da Dio, anzi al contrario. Bisognacontinuare a battersi per dare una prospett iva diciamo, non solo di tetto e di mensa, ma di uscita

    da questa situazione. Bisogna interessarsi della politica sociale del nostro paese, ma per fare tutto

    questo, e concludo, per fare tutto questo bisogna che la questione della diseguaglianza torni al

    centro dell'agenda politica, delle forze di governo, dei partiti. Che i politici non abbiano paura di

    pronunciare questa parola, che non si sente ormai da vent'anni, hanno quasi un tab di parlare

    delle diseguaglianza.

    La conclusione del mio discorso questo, che poi un po la continuazione dell'impegno che voi vi

    volete prendere e su cui sollecitate l'attenzione della citt. Io penso che in questa occasione

    straordinaria, direi quasi commovente che questo incontro, bisogna dire questo: Che quello che

    povero, quello che minimo, che non ha parole, non basta che sia accettato, perch i diritti

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    universali sono riconosciuti, non possono essere sconfessati, perch se accettato ma messo da

    una parte, si perde. Bisogna metterlo al centro dell'attenzione , perch tutti si sappia . Bisogna

    mettere la povert al centro anche in questa citt.

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

    INTERVENTO LUCA DONELLI

    AVVOCATO PENALISTA

    Grazie a tutti per la folta partecipazione, bello che Ravenna si mostri sensibile a un argomento

    come limmigrazione. Bisognerebbe chiedere sempre questi interventi. Io vi ringrazio, ringrazio

    Marina di avermi invitato e ringrazio soprattutto il Liceo Artistico di averci ospitato. Questo posto

    dove si costruisce cultura, si respira cultura. Perch io credo che il presupposto per un incontro

    vero tra le diversit sia principalmente la cultura, conoscere la loro letteratura il loro cinema, la

    loro arte; solo cos credo ci possa essere uno scambio vero di diversit, quando la diversit pu

    diventare un valore aggiunto e non una paura, come si diceva prima.

    Io non ho preparato una scaletta per lintervento; parler a braccio, anche perch non voglio

    cadere in tecnicismi che oggi mi sembra servano a poco in questa sede.

    Partiamo dal titolo del mio intervento e cio stranieri irregolari e diritto penale. Stranieri irregolari

    una terminologia che preferiamo usare rispetto a quella di stranieri clandestini, ma il concetto quello. Attenzione perch si diventa clandestini irregolari non solo nel modo pi classico, cio

    quando si prende la barca, ci si allontana dalle proprie coste e si raggiungono le coste del nostro

    paese, o quando per vicissitudini personali si finisce rinchiusi dentro uno dei nostri carceri e quindi

    si fanno scadere i termini per il rinnovo del permesso di soggiorno. Si diventa irregolari anche

    quando si perde il lavoro. Perdere il lavoro nel nostro paese significa diventare cittadini

    clandestini. E voi capite che in un momento come questo in cui un cittadino italiano ha difficolt a

    reperire unattivit lavorativa , pensate che difficolt pu avere un cittadino straniero che si trova

    improvvisamente senza un posto di lavoro, che comporta per lui la perdita del suo stato di

    regolarit. Quindi non sempre il cittadino irregolare, il cittadino clandestino equivale ad uno statusad una situazione che qualcuno si creato necessariamente con le proprie mani. Molto spesso

    dipende da fattori sociali che sfuggono alle sue volont. E quando si perde lo status di cittadino

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    regolare, inutile nasconderlo, il passo verso la criminalit, verso la necessit di procurarsi il cibo,

    la casa, il sostentamento molto spesso per i propri familiari, un passo molto breve. Io non me lo

    voglio nascondere e non lo voglio nascondere a voi. Il dualismo irregolarit-criminalit un

    dualismo che effettivamente esiste. Ma un dualismo che ci deve far pensare che stiamo parlando

    di un fenomeno umano. Cio, chi di noi abbandonando il proprio paese, pur con le migliori

    intenzioni, si ritrova un domani in un paese straniero, senza un lavoro, senza la possibilit di

    reperire un lavoro, chi di noi non farebbe di tutto per quella che la legge della sopravvivenza,

    per mangiare, per trovare una casa e per dar da mangiare ai propri figli. Quindi questo dualismo

    fra irregolarit e criminalit purtroppo esiste , non ce lo nascondiamo.

    Ma che cos successo nel nostro paese, che si finito per delegare alla magistratura , ed inparticolare alla magistratura che si occupa di criminalit,quindi quello del diritto penale, a

    risolvere il problema stranieri. Il problema principale di cui si discusso fino adesso che lo

    straniero irregolare prima di tutto un soggetto che in qualche modo influisce sulla sicurezza del

    cittadino e dunque si appunto delegata la magistratura a risolvere questo tipo di problema. Ma

    lalt ro aspetto sostanziale che il nostro sistema non era pronto, non pronto a tuttoggi ad

    affrontare un fenomeno che, badate bene, un fenomeno sostanzialmente giovane nel nostro

    paese. La nostra immigrazione, legge sullimmigrazione risale al 1989 e la fece Martelli. La nostra

    unimmigrazione che ha sostanzialmente 20, 30 anni non di pi, rispetto altri paesi del

    Mediterraneo che invece la affrontano da molto pi tempo. E pensate che il nostro codice penale

    un codice del 1930 quando il fenomeno dellimmigrazione da noi non esisteva, eravamo noi che

    ci allontanavamo dal nostro paese per andare a cercare maggiore fortuna in altri paesi europei.

    E dunque con il sistema di un codice penale che non pronto ad affrontare un problema

    sostanzialmente nuovo. Perch, dir una cosa impopolare ma cos. Al di l dei reati classici che

    colpiscono generalmente le varie etnie nord africane, centro africane, balcaniche, che sono quelli

    del traffico di stupefacenti, prostituzione, traffico darmi e via dicendo, esiste tutta una tipologia di

    reati che in qualche modo sono puniti pesantemente dal nostro codice penale, ma il cui rapporto

    fra letnia occidentale e letnia degli altri paesi non pu esistere. Io vi voglio fare un esempio moltosemplice. I rapporti familiari, allinterno del nucleo familiare occidentale non possono essere

    equiparati ai rapporti familiari del nucleo per esempio familiare islamico. I rapporti di un padre

    con una figlia, soprattutto se di sesso femminile, in una famiglia islamica, volenti o nolenti non

    possono essere equiparati a quelli di una famiglia occidentale, il che per carit non sto dicendo che

    tutto giustificato perch la famiglia semplicemente di origine islamica e dunque il padre ha

    una visione della donna che diversa da noi, ma in qualche modo la possibilit che ha il giudice di

    distinguere il nucleo familiare occidentale da quello islamico non esiste nel nostro codice. Il

    giudice punisce in base allarticolo del codice penale del 1930, quando il fenomeno

    dellimmigrazione di fatto non esisteva. Quindi capite voi che se la magistratura si trova delegata a

    risolvere il problema immigrazione senza averne gli strumenti, capite voi che oggi ci ritroviamo in

  • 8/2/2019 Persone, Non Problemi - Atti Del Convegno Del 3 Marzo 2012

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    una situazione che solo 10 20,30 anni fa era impensabile. Con una popolazione carceraria di cui il

    ben 60% costituito da cittadini extracomunitari con tutte le problematiche connesse, che sono

    le problematiche del cibo, le problematiche della preghiera, e via dicendo e le nostre strutture, il

    nostro sistema penale complessivamente non pronto a recepire.

    Io non mi voglio soffermare, non basterebbe tutta una mattina per parlare di tutta la legislazione

    in materia di stranieri, nella quale sono previste una serie di norme punite anche a livello penale

    anche con pene piuttosto consistenti. Mi limito a dire quelli che sono stati i due passaggi

    fondamentali. Forse in nessunaltra materia come la materia dellimmigrazione si assistito ad un

    continuo scontro fra il legislatore, il nostro Parlamento che legiferava in un certo modo, e la Corte

    Costituzionale e la Corte Europea dei diritti dell Uomo, che sistematicamente ci richiamava, cisanzionava e talvolta aboliva il crimine precedentemente costruito dal nostro legislatore.

    Lesempio pi classico quello dellArt. 14. Siamo arrivati a punire come reato, e punirlo con pene

    mostruose da 1 a 5 anni, il cittadino che non si allontanava dal nostro territorio nazionale dopo

    lordine di allontanamento del questore. Quindi il semplice fatto di non essersi allontanato dopo

    lordine del questore comportava una sanzione penale da 1 a 5 anni. Il che gi di per s

    unaberrazione. Come noi aveva fatto, se non ricordo male, anche la Francia, ma anche l, la Corte

    Europea per i diritti dellUomo lha richiamata e anche l c stata se ricordo bene, labolitio crimis.

    Questo ha comportato che nel periodo in cui era in vigore quella norma le nostre carceri sonoarrivate ad un livello di allarme per la capienza , su una capienza di 45.000 detenuti, che la

    capacit delle nostre carceri, eravamo arrivati a quasi 70.000 detenuti, di cui la maggior parte

    detenuti proprio per lart.14 della legge sullimmigrazione. Cosa successe, che ad un certo

    momento la Corte Europea dichiar illegittimo quellarticolo, quindi fortunatamente, un po per

    quello, un po per lapplicazione dellindulto, la situazione carceraria torn un po pi a livelli di

    vivibilit, cosa che oggi abbiamo nuovamente superato.

    Laltra cosa su cui si discuteva prima, la famosa aggravante per lo stato di clandestinit: Per il

    semplice fatto di essere un cittadino clandestino, qualunque fosse il reato che tu avevi commesso,comportava un aggravamento della pena, un aggravamento della pena che poteva essere fino alla

    detenzione. Anche qui lintervento della Corte Costituzionale ha detto no, il semplice fatto di

    ricoprire un certo status giuridico non pu di per s, comportare un aggravamento della pena e

    fortunatamente anche su questo la Corte Costituzionale intervenuta e ha abrogato laggravante.

    Altro aspetto abbastanza inquietante del nostro codice penale soprattutto nellentrata in vigore

    di questa legge che prevede tuttora sanzioni a livello penale, la legge sullimmigrazione, che

    forse per la prima volta nel nostro codice penale, parlo dando un piccolo tecnicismo: esiste il reato

    comune che pu essere commesso a tutti i cittadini, esiste il cosidetto reato proprio che pu

    essere commesso solo se si ricopre un certo stato giuridico, ma uno stato giuridico che legatogeneralmente al fare. Per esempio solo un testimone pu fare la falsa testimonianza, solo

    lufficiale pu fare labuso dufficio e la corruzione, ma per la prima volta nel nostro codice stato

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    introdotto il reato non in ragione di quel che si fa, ma in ragione di quello che si . Cio si risponde

    di un certo numero di reati solo per il fatto che si appartiene ad un paese straniero e che non ci si

    riesce a regolarizzare in un paese ospitante. E anche questo un aspetto che la Corte Europea, su

    pi di un punto, ci ha fatto presente e su cui siano stati richiamati. Ma su alcuni richiami il nostro

    paese rimasto sordo, su altri no. Ripeto, non voglio perdermi in tecnicismi. Io vorrei

    semplicemente riportare alla vostra attenzione quello che il problema principale, che la

    situazione carceraria. Il sistema penale risulta incapace di gestire un fenomeno migratorio che al

    momento ha assunto dimensioni non pi gestibili, ma questo un fatto geopolitico, un fatto che

    nessuno potr mai fermare, ma noi siamo un paese incapace di gestirlo. Nessuno di noi pu avere

    la formula in tasca, ma in quasi tutti i settori della pubblica amministrazione quotidianamente ci

    rendiamo conto che un fenomeno che non riusciamo a gestire. Il primo risvolto di questa cosa

    per uno che fa il lavoro che faccio io, che girando per le carceri italiane si assistono a situazioni

    veramente ai limiti della umanizzazione. Davvero assisto a scene inquietanti che mai in un paese

    occidentale pensavamo di dover vedere. La situazione carceraria qui a Ravenna un esempio

    emblematico. Quello di Ravenna un piccolo carcere, abbiamo un numero di immigrati

    probabilmente superiore ad altre citt italiane, e la capienza del carcere di Ravenna intorno a

    60,65 detenuti. Allo stato secondo le ultime statistiche sono detenuti 130 persone, il che significa

    pi del doppio, il che significa che allinterno di ciascuna cella, e sono celle davvero piccole, molto

    spesso 2metri per 3, devono starci tre, quattro, se non diventano 5 persone. Siamo arrivati ancheal punto di dover mettere materassi nei corridoi. Per pensate anche alla commistione, non solo

    alla densit per le persone. Diventa quasi una tortura, ma pensate anche alla commistione delle

    culture. Un cittadino italiano che viene messo in una cella con un cittadino extracomunitario

    magari di origine islamica, solo il cibo, solo il mangiare, pu diventare un problema. Sappiamo tutti

    che gli islamici non mangiano una serie di alimenti, sappiamo che necessitano di unora al giorno

    per la preghiera, che durante un certo periodo dellanno devono rispettare il Ramadan. Insomma,

    tutte situazioni che gi sarebbero difficili da gestire in una situazione di normalit, pensate che

    cosa possono diventare in un microcosmo come il carcere quando questo diventa sovraffollato.

    Sul punto esiste una figura che la figura del garante dei diritti delle persone detenute che molte

    citt della nostra repubblica hanno gi istituito, ed una figura fondamentale, perch la figura

    intermedia di colui che si deve occupare di tutte queste problematiche di tutti questi soggetti

    reclusi dentro strutture istituzionali, che presentano problematiche di vario tipo. Ebbene, dicevo

    alcune di queste figure, in alcune citt italiane sono gi state istituite. Da parte nostra, cio come

    avvocati, come varie associazioni abbiamo sollecitato in pi di una occasione listituzione del

    garante anche a Ravenna, ma fino ad oggi, la nostra Amministrazione su questo punto rimasta

    sorda. Ci sono stati atti di autolesionismo allinterno del nostro carcere, ci sono stati casi di

    suicidio, nonostante questo, la nostra Amministrazione ad oggi non ci ha dato ancora unarisposta. Questa pu essere unoccasione. Il nostro sindaco ha promesso pi di una volta

    listituzione di questa figura, ma purt roppo ad oggi ancora niente. Ripeto, questi convegni

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    possono servire anche a questo. Questo sarebbe davvero un passaggio determinante,

    fondamentale per creare davvero quel minimo di integrazione , anche se rispetto a strutture che la

    nostra popolazione, i nostri concittadini, le nostre citt vorrebbero tenere il pi lontano possibile.

    Ma sappiate che quello che succede allinterno di un carcere ci riguarda tutti, non riguarda solo

    quelli che stanno l dentro. Come dire, la civilt di un popolo, di una citt si vede anche da queste

    cose. Non esistono solo i carceri, esistono gli ospedali psichiatrici, esistono i centri daccoglienza

    per gli immigrat i. Se non incominciamo a sensibilizzarci su queste cose che, come diceva

    giustamente prima Riverso, tendiamo in qualche modo a rimuovere , ad allontanare da noi, e

    deleghiamo sempre qualcuno altro lontano da noi, ad unamministrazione intesa come soggetto

    statico, se non siamo noi i primi a sensibilizzarci su queste cose io credo che andremo poco

    lontano.

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    Atti del convegno Persone non problemi svoltosi a Ravenna il 3 marzo 2012

    INTERVENTO DI ANTONIO MUMOLO

    AVVOCATO DI STRADA-BOLOGNA

    Grazie, vi ringrazio moltissimo dell'invito anche perch ci d l'occasione di provare a cominciare a

    discutere e magari provare anche a fare delle proposte rispetto a una situazione che tutti quanti

    sappiamo in Italia essere ormai non magari un'emergenza per una situazione di cui pochi

    parlano e si tende a nascondere. E forse anche riunioni come queste servono ad analizzare anche

    per un tentativo di fare delle proposte, perch noi dobbiamo parlare di una determinata

    situazione e poi dobbiamo vedere noi concretamente che cosa possiamo noi fare, perch noi ce la

    possiamo prendere con i giornalisti, con i politici, con la crisi mondiale, per la situazione la

    viviamo tutti i giorni e dovremo anche cercare di capire cosa noi possiamo fare concretamente.

    Io vi presento brevemente la mia esperienza che l'esperienza dell'avvocato di strada, uno dei

    tanti tentativi che si sono fatti e si fanno in Italia per cercare di rompere il silenzio. L'avvocato di

    strada un'associazione di volontariato che si occupa della tutela giuridica gratuita e organizzata

    per tutte le persone senza dimora. Cio per coloro che vivono in strada, in stazione, nei dormitori,

    per le vittime della tratta, ovviamente senza alcuna distinzione di colore sella pelle, di provenienzageografica, cio persone che vivono in strada. Per quanto riguarda gli immigrati noi ovviamente ci

    occupiamo solamente degli immigrati privi di permesso di soggiorno, perch quelli che hanno il

    permesso di soggiorno hanno la casa, normalmente hanno una casa e di conseguenza non sono

    nostri utenti. Avvocati di strada dall'interno di un'altra associazione di volontariato di Bologna che

    si chiama Piazza Grande. Qualcuno di voi ne avr gi sentito parlare. Io non sono il fondatore di

    Piazza Grande. Ci occupiamo dal 1993 delle persone che vivono in strada, per tutta una serie di

    progetti di auto aiuto. Alcuni sono abbastanza conosciuti. Abbiamo per esempio un giornale di

    strada redatto e distribuito dalle persone senza dimora. Perch una cosa diversa tendere la

    mano per chiedere l'elemosina o tendere un giornale, completamente diversa. E poi da Piazza

    Grande sono nate una serie di iniziative, un laboratorio di sartoria per insegnare a donne del

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    dormitorio o a chiunque avesse voglia e vivesse in strada, un mestiere, cucire. Abbiamo una bici

    centro dove si insegna a persone , a ragazzi a riparare le biciclette. Sono nate due cooperative

    sociali a Piazza Grande, una compagnia teatrale che si chiama Fraternal Compagnia, il cui regista

    sempre del dormitorio e adesso fanno delle tournes in Giappone. E' composta per met da

    persone che vivono nel dormitorio. Nell'ambito di tutto questo io facevo il volontario come

    tantissimi, come tanti di voi in questa sala. Io sono avvocato e facevo quello che c'era da fare,

    scaricavo le pratiche piuttosto che andare a distribuire il tegame e le coperte con il servizio mobile.

    Ma a un certo punto ci siamo resi conto che senza l'aiuto di un avvocato molte persone, che

    vivono in strada sono destinate a rimanerci, perch ci sono delle questioni, che il volontariato, le

    assistenti sociali, per quanto bravi, competenti e preparati non possono risolvere, ci vuole un

    avvocato. E siccome tra l'altro ero l'unico avvocato all'interno di quella associazione, quindi mi

    arrivavano delle richieste alcune delle quali potevo rispondere, per altre mi dovevo rivolgere ad

    altri colleghi, per esempio per il codice penale mi dovevo rivolgere ad un collega penalista

    chiedendogli la cortesia di lavorare gratuitamente per quella determinata situazione. Insomma a

    un certo punto abbiamo deciso di provare a strutturare un servizio, e avvocati di strada sorto nel

    dicembre del 2000 a Bologna, ed eravamo due, io e una collega penalista. Immediatamente dopo

    la presentazione sono arrivati altri colleghi avvocati, sono arrivati altri volontari. Non necessario

    essere avvocati per far parte di questa associazione, c' la segreteria che si occupa dell'accoglienza

    dei nostri utenti. Il nostro ovviamente un servizio di bassa soglia. Noi cio riceviamo unpomeriggio; quel pomeriggio pu arrivare una persona, ne possono arrivare trenta, pu arrivare

    uno all'appuntamento accompagnato dal servizio sociale o dalla Caritas, o una persona

    semplicemente che si presenta l, noi garantiamo il servizio a tutte le persone che arrivano. Ma

    dicevo, a poco a poco siamo diventati di pi, e dopo uno sportello settimanale siamo arrivati a

    due, e dopo due sportelli settimanali abbiamo deciso di andare incontro a queste persone, perch

    chi vive in strada spesso anche sfiduciato rispetto la societ che lo circonda, e magari non si

    presentava allo sportello. Quindi abbiamo deciso di andare a riceverli nei dormitori. Qualche

    avvocato che fa parte di qualche Consiglio dellordine ha storto il naso perch sembra che

    lavvocato non possa ricevere in luoghi che non sono idonei alla propria professione. E va b, noisiamo andati avanti, abbiamo iniziato a ricevere in tutti i dormitori pubblici e privati di Bologna,

    compresa la mensa dellAntoniano, quindi anche le mense dove ci sono le persone senza dimora, e

    siamo diventati 60 avvocati volontari. Quando siamo diventati 60 avvocati volontari abbiamo

    pensato di provare a replicare questa esperienza in tutte le citt italiane dove ci sono persone

    senza dimora e quindi abbiamo cominciato a contattare le associazioni di volontariato e gli

    avvocati di altre citt per provare ad aprire un altro sportello di avvocati di strada, con le

    medesime caratteristiche: prestazione assolutamente gratuita non solo per gli utenti, ma anche

    per gli avvocati. Abbiamo uno statuto che stabilisce che quando noi vinciamo una causa e

    otteniamo la condanna al pagamento delle spese legali, quella somma lavvocato la devedevolvere, detratta la tassa professionale, lIVA e la tassa anticipata su quella fattura, la deve

    evolvere allassociazione territoriale. E a poco a poco, sono passati 10 anni, sarebbe un po lungo

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    raccontarvi dei vari sportelli aperti, per ho portato con me, con i miei potenti mezzi, una

    presentazione di power point e ho portato questa cartina. Noi siamo presenti adesso in 26 citt

    italiane, da Bolzano fino a Siracusa. Tra laltro Siracusa uno degli ultimi sportelli aperti, lo dico

    perch uno sportello particolare, perch labbiamo aperto allinterno di unassociazione cattolica

    il cui direttore un parroco che ha aperto la sua parrocchia. Io lho letto su un giornale di questo e

    anche per questo ho chiesto di incontrarlo. Quando c stata la prima ondata di profughi, anche

    Siracusa una citt piccolina, e sono arrivate diverse persone. Ora una sera, finita la messa, il

    parroco ha chiesto ai suoi parrocchiani di restare in chiesa e di aiutarlo a spostare le panche della

    chiesa e ha detto, siccome si visto a Siracusa molte persone che dormono in strada, e questo per

    noi non ammissibile, vi chiedo di spostare le panche, perch da stasera finch non riesco trovare

    unaltra collocazione, queste persone dormono qui, e ha fatto dormire gli immigrati in chiesa

    finch non ha trovato unaltra collocazione. Allora lo racconto perch mi sembra una cosa

    importante.

    Noi ogni anno produciamo un report delle nostre attivit che pubblicato sul nostro sito, se vi pu

    interessare il nostro sito www.avvocatidistrada.it . Stiamo elaborando quello del 2011. Nel 2010

    abbiamo difeso 2.312 persone. Il report tra laltro diviso in diritto civile, penale e amministrativo.

    Qualcuno potrebbe chiedersi, ma quali sono le questioni che riguardano le persone che voi

    seguite. Tutte, tutte. E quindi il diritto civile, amministrativo, poi le sottocategorie, per esempio il

    diritto civile per il lavoro, il diritto previdenziale, diritto di famiglia, le questioni legate alleredit,

    questioni relative alla separazione e divorzi, questioni relative ai microcrediti. E per il diritto

    penale, piccoli reati che le persone che sono in strada commettono, ma per i quali hanno diritto

    alla difesa di un avvocato come tutti i cittadini. E poi in molti casi queste persone sono vittime di

    reato, 48 casi nel 2010. Voi leggete nei giornali questioni pi eclatanti, che fanno pi notizia.

    Magari una persona che dorme su una panchina viene cosparsa di benzina e viene data alle

    fiamme. Ce ne sono tantissime altre purtroppo, questioni che non assurgono agli onori della

    cronaca, siccome c per quella mentalit che oltre a dare la colpa si sente anche in dovere di

    punire coloro che sono diventati poveri, e quindi spintonarli, pu picchiarli, umiliarli e non pagarese lavorano, ovviamente in modo irregolare ecc. Il nostro scopo, ovviamente quello di aprire uno

    sportello di avvocati di strada in ogni citt dove ce ne sia bisogno. In Emilia Romagna per esempio

    sono presenti oltre a Bologna, Ferrara, a Modena, Reggio Emilia, Piacenza, e se dovesse essere

    necessario anche a Ravenna, ovviamente siamo assolutamente disponibili ad aprire uno sportello

    a Ravenna perch siamo sicuri che troveremo dei colleghi avvocati che sono disposti a dedicare

    qualche ora del loro tempo. Qualche ora del loro tempo. E assolutamente compatibile con la

    professione, la famiglia, gli hobby, il tempo libero ecc. Qualche ora del loro tempo. Dovunque

    apriamo uno sportello, si parte con quattro o cinque avvocati, poi diventano 20 o 25. Questo vuol

    dire che ciascuno riceve mediamente una volta ogni tre settimane, che una cosa assolutamentecompatibile con tutto il resto. E noi ci occupiamo appunto delle persone che finiscono in strada.

    Quali sono queste persone, chi sono le persone che finiscono in strada. Voi lo sapete benissimo

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    perch tanto ci lavorate da anni, li conoscete da anni, per c stato un cambiamento determinato

    dalla crisi. Il nostro osservatorio non cos ampio come quello della Caritas, un osservatorio

    piccolino, ci sono soltanto 26 citt, anche se c Milano, Roma, Napoli Bari ecc.. Per noi abbiamo

    notato che un tempo in strada cerano persone che avevano problemi di natura psichica,

    tossicodipendenti, problemi con lalcol, e cerano anche persone che erano diventate povere,

    molto poche, molto poche. E non cera mai, almeno io non le ho mai incontrate, persone che

    sceglievano di vere in strada, il clochard storico, figura romantica col sacco a pelo che sceglieva di

    vivere in strada, per me una leggenda metropolitana. Da due anni a questa parte ci sono sempre

    di persone che sono diventate povere, e ce ne saranno sempre di pi in strada, perch questa

    crisi, che il nostro governo ha detto prima che non cera e un anno dopo che era passata,

    purtroppo esiste e sta provocando drammi enormi. Nelle varie mense, per esempio quelle della

    Caritas, la mensa dellAntoniano a Bologna, il numero delle persone raddoppiato. Gli italiani che

    sono sulla strada, il numero dei nuovi utenti del nostro sportello, negli ultimi due anni

    raddoppiato. E poi ci sono tutti i rapporti che noi conosciamo. Lultimo rapporto della Caritas, non

    a caso si chiama poveri di diritti, ci dice che in Italia i poveri sono, una stima per difetto 8 milioni

    e trecentomila persone. In Emilia Romagna, il 9% delle famiglie in stato di povert. La soglia di

    povert fissata a 983 euro per due persone, vuol dire che vivono con una somma al di sotto di

    983 euro per due persone. I giovani, sempre dal rapporto della Caritas, poveri, al di sotto dei 35

    anni sono il 20%. E questi poveri vengono semplicemente dimenticati, spariscono, non se ne parla,non se ne deve parlare. Si cerca di farli spostare ai margini delle citt, si cerca di coprire quello che

    sta avvenendo perch c uno stereotipo culturale, la povert qualcosa di brutto, qualcosa di

    negativo, non uno status, una condizione. Chiunque di noi pu t rovarsi, io faccio lavvocato e mia

    moglie lavora, ma se dovessi perdere il lavoro quanto potrei resistere, ho un mutuo da pagare,

    due figli. Potrei consumare i miei risparmi, quelli dei miei genitori, ma dopo un po si finiscono i

    risparmi e le persone finiscono in strada ed quello che sta accadendo. Adesso molte persone

    vivono dei loro risparmi, ma quando finiscono questi risparmi se hanno perso il loro posto di

    lavoro, lultima spiaggia quella, si finisce in strada. E perch spariscono queste persone, intanto

    perch c una deriva culturale che impone questo stereotipo che il povero diverso, e quindi nemico. Si gi detto, qualcuno lha gi detto molto meglio di me. Ma quando si produce il

    nemico, il nemico certamente non si aiuta, il nemico al massimo si combatte, e chi diventa povero

    colpevole, non stato capace di sopravvivere secondo determinate regole, si fatto licenziare e

    quindi colpa sua. Sicuramente rimane ai margini e non si aiuta.

    E poi c un altro problema, il problema di natura giuridica. E qui attenzione, noi possiamo fare

    delle cose, possiamo fare una grande battaglia culturale, dobbiamo farla, incontri come questi

    servono certamente a portare avanti la battaglia culturale. Per ci sono anche delle problematiche

    giuridiche che noi dovremo affrontare, perch se le affrontiamo noi riusciamo a modificare

    determinate situazioni. Allora problematiche giuridiche; e ce ne sono diverse, intanto il pacchetto

    sicurezza. Qui qualcuno ha detto qui si sta cercando di far la guerra ai poveri, b vero, vero e si

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    fa scientificamente. Il pacchetto sicurezza non ha toccato soltanto le cose toccate oggi, la

    questione dellimmigrazione, la clandestinit, ma il pacchetto di sicurezza ha comportato anche

    unazione diretta nei confronti delle persone pi povere, perch il pacchetto di sicurezza ha inciso,

    modificandola, anche sulla legge della residenza. La residenza uno dei problemi fondamentali

    che affrontano le persone che finiscono in strada. Molte persone non si rendono conto di che cosa

    significa la residenza. In Italia la residenza collegata a una serie di diritti fondamentali che senza

    residenza si perdono. Tutti quanti voi la residenza lavete, lavete sempre avuta. Avete sempre

    avuto la carta didentit. Quando vi spostate, andate a vivere in un altro appartamento, altra citt,

    ci andate, chiedete il cambio di residenza, arrivano i vigili, verificano che abitate l e vi danno il

    cambio di residenza. E nessuno si rende conto di cosa significa perderla. Quando la persona

    diventa povera, finisce in strada, viene cancellata dal registro anagrafico di quel comune perch in

    quellappartamento ci va ad abitare qualcun altro. Dopodich quella persona quando finisce in

    strada si rende conto che non ha pi diritti, che completamente invisibile. E perch? Perch la

    residenza collegata come dicevo a una serie di diritti fondamentali, cio senza residenza, per

    esempio, non si ha diritto allassistenza del Servizio Sanitario nazionale, si Ha diritto solo a

    prestazioni di pronto soccorso, per cui bisogna stare per morire per andare in ospedale, ma se va

    in ospedale perch chiede di curare una malattia, non so, lepatite o il diabete, quelle malattie che

    le persone hanno ma non comportano un rischio immediato per la vita, lospedale respinge.

    Guardate io ho assistito a risse furibonde fra un medico del pronto soccorso e il medico delreparto, il medico del pronto soccorso ha mandato una persona senza dimora dal medico del

    reparto perch doveva fare delle analisi e il medico del reparto lha respinta, dicendo non posso

    prenderlo perch la legge me lo vieta. Perch se non c un pericolo immediato di vita io non

    posso prenderlo perch essendo senza dimora, non essendo residente, non c nessuno che paga.

    E quindi la residenza significa questo.

    Senza residenza non si pu lavorare. Se io senza fissa dimora, mi ritrovo in un dormitorio, trovo un

    lavoro e chiedo la partita IVA, senza residenza non si pu. Non si pu lavorare senza residenza,

    non si ha diritto alle prestazioni previdenziali, se io ho lavorato per 30 anni, maturo una pensione,

    lINPS non paga perch non ho la residenza. LINPS non paga nessuna prestazione previdenziale se

    non c la residenza.

    Senza residenza si perdono anche i diritti politici, non si ha nemmeno la possibilit di votare.

    Questo uno dei diritti costituzionalmente garantiti che per si perdono. Allora cosa dice la nostra

    normativa. La nostra normativa dice che ogni cittadino ha diritto alla residenza, un diritto

    fondamentale, e quando vive in un dormitorio ha diritto alla residenza in quel dormitorio, cio a

    quel numero civico e quella via. Quando non vive in un dormitorio ha diritto alla residenza in una

    via fittizia, cio inesistente, di cui i comuni devono dotarsi per dare una residenza alle persone

    senza fissa dimora. Si pu chiamare via della casa comunale, via senza nome, senza tetto, a Romasi chiama Via Modesta Valenti, nom