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Percorso formativo
24 crediti nelle discipline antropo-psico-pedagogiche
e nelle metodologie didattiche
PF 24
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI ALDO MORO
PEDAGOGIA SPECIALE E DIDATTICA DELL’INCLUSIONE -‐ Ambito A Un NUOVO INIZIO …
Università degli Studi di Bari Aldo Moro Percorso FormaEvo 24 CFU
Loredana Perla, [email protected]
I documen0 per l’inclusione
(PEI, PDP, Proge=o di Vita)
I documenE per l’inclusione
1. Piano EducaEvo Individualizzato (PEI tradizionale e PEI-‐ICF)
2. Piano DidaNco Personalizzato (PDP) 3. ProgePo di vita (PdV)
Piano educa0vo Individualizzato (tradizionale)
Piano EducaEvo Individualizzato (PEI) (L. 104/92, d.p.r. 24 febbraio 1994) Deve: -‐ fare riferimento alla Diagnosi Funzionale (DF) e al Profilo
Dinamico Funzionale (PDF); -‐ essere formulato collegialmente nel confronto con
familiari e operatori sociosanitari; -‐ presentare tuGe le aHvità educaJve e didaHche nonché
gli intervenJ di caraGere riabilitaJvo e sociale ossia accordare intervenJ educaJvo-‐didaHci -‐ interni alla scuola – e “ProgeGo di vita” in contesJ educaJvi (sanitario, scolasJco, familiare ecc).
Piano EducaEvo Individualizzato (PEI)
LE VOCI
Sezione 1 – DaE personali e anamnesEci con informazioni sulla situazione familiare e la pregressa esperienza scolasJca, uJli all’analisi dei bisogni;
Sezione 2 – Analisi riassunEva del funzionamento secondo i criteri ICF-‐CY con riferimento alla Diagnosi Funzionale e arJcolato secondo le aree (funzioni corporee, aHvità personali e partecipazione sociale, faGori contestuali ambientali e personali) verso le quali si direziona l’intervento didaHco;
Sezione 3 – Piano EducaEvo Individualizzato, propriamente deGo, arJcolato secondo gli assi di intervento e non la logica curricolare. Di ciascun asse si indicano gli obieHvi, le strategie di intervento e il raccordo con la programmazione curricolare;
Sezione 4 – ProgePo DidaNco Personalizzato, arJcolato, invece, secondo la logica curricolare e che esplicita obieHvi, intervenJ e modalità/criteri di verifica.
Piano educa0vo
individualizzato
LABORATORIO: progePare un PEI
StrumenE per progePare un PEI-‐ICF
§ Competenze chiave, 2006/962/CE § DM 139-‐2007: Regolamento obbligo di istruzione
§ “Indicazioni nazionali” d.p.r. 15 marzo 2010, n. 89,
§ “Linee guida” d.p.r. 15 marzo 2010, n. 87 § Piano dell’offerta formaJva § Programmazioni di classe
ESEMPIO Storia: programmazione di classe e personalizzata
Sezione 4 – ProgePo DidaNco Personalizzato, arJcolato, invece, secondo la logica curricolare e che esplicita obieHvi, intervenJ e modalità/criteri di verifica.
Comparazione
1. Programmazione di classe • ObieHvi di apprendimento • Conoscenze/Abilità • IntervenJ/aHvità • Criteri di valutazione
2. Piano individualizzato • ObieHvi individualizzaJ • Conoscenze/Abilità • IntervenJ/aHvità • Criteri di valutazione
1. Programmazione di classe
ObieHvi di apprendimento… Quali scegliere? Vedi Indicazioni e i bisogni della classe Conoscenze/abilità… Quali traducono gli OdA? Vedi il “curricolo” di Storia e i bisogni della classe IntervenJ/aHvità… Quali scegliere? Vedi la coerenza con conoscenze/abilità e la disponibilità di risorse (tempi, spazi, materiali) Criteri di valutazione… Come elaborarli? Vedi il peso (la rilevanza rispeEo alle altre) e il livello (correEezza di esecuzione/autonomia) delle abilità.
2.
1.
3.
4.
Esempio: III classe, Scuola Sec. I
Classe di 24 alunni (2 immigraJ) Frequenza nel complesso regolare ma con alcune
incostanze. Livelli di apprendimento medio/buoni ma con due disturbi
specifici di apprendimento (dislessia e discalculia).
ObieHvi di apprendimento… Quali scegliere? Vedi Indicazioni e i bisogni della classe 1.
ObieNvi di apprendimento (classe III, Sec. I)
Uso delle fon0 § Conoscere alcune procedure e tecniche di lavoro nei siJ archeologici, nelle biblioteche e negli archivi. § Usare fonJ di diverso Jpo (documentarie, iconografiche, narraJve, materiali, orali, digitali, ecc.) per
produrre conoscenze su temi definiJ. Organizzazione delle informazioni § Selezionare e organizzare le informazioni con mappe, schemi, tabelle, grafici e risorse digitali. § Costruire grafici e mappe spazio-‐temporali, per organizzare le conoscenze studiate. § Collocare la storia locale in relazione con la storia italiana, europea, mondiale. § Formulare e verificare ipotesi sulla base delle informazioni prodoGe e delle conoscenze elaborate Strumen0 conce=uali § Comprendere aspeH e struGure dei processi storici italiani, europei e mondiali. § Conoscere il patrimonio culturale collegato con i temi affrontaJ. § Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di
convivenza civile.
Produzione scri=a e orale § Produrre tesJ, uJlizzando conoscenze selezionate da fonJ di informazione diverse, manualisJche e
non, cartacee e digitali § Argomentare su conoscenze e conceH appresi usando il linguaggio specifico della disciplina.
Conoscenze/abilità… Quali traducono gli OdA? Vedi il “curricolo” di Storia e i bisogni della classe
… esempio ….
Strumen0 conce=uali Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
CONOSCENZE ABILITA’
(Principali modelli ecologici) ConceGo di cultura e intercultura Processo di costruzione europea
Riconoscere i rapporJ direH e indireH dell’incontro delle culture Capire l’influenza reciproca dei faGori culturali Riconoscere il caraGere interculturale dell’Europa
2.
IntervenJ/aHvità… Quali scegliere? Vedi la coerenza con conoscenze/abilità e la disponibilità di risorse (tempi, spazi, materiali)
Strumen0 conce=uali Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
ANvità: Elaborazione di una mappa che descrive un modello ecologico Elaborazione di una tabella comparaJva (miGle-‐europa, mediterraneoa, orientale) Collocazione delle culture sulla linea del tempo Collocazione delle culture sulla mappa geografica Confronto tra i daJ della linea del tempo e della mappa geografica StrumenE: LeGura dei tesJ, visione di filmaJ, lezione LIM e/o realizzazione di cartelloni
3.
CONOSCENZE ABILITA’
(Principali modelli ecologici) ConceGo di cultura e intercultura Processo di costruzione europea
Riconoscere i rapporJ direH e indireH dell’incontro delle culture Capire l’influenza reciproca delle culture Riconoscere il caraGere interculturale dell’Europa
Criteri di valutazione… Come elaborarli? Vedi il peso (la rilevanza rispeEo alle altre) e il livello (correEezza di esecuzione/autonomia) delle abilità.
PESO Capire la relazione reciproca delle culture 2 Riconoscere il caraGere interculturale dell’Europa 3
4.
LIVELLO Capire la relazione reciproca delle culture Individuare le caraGerisJche di almeno una coppia 1 Individuare “ “ di più le coppie 2 Individuare la relazione sistemica 3 Capire l’influenza del faGore ambientale e organizzaJvo nella relazione RispeGo agli esempi riportaJ 1 RispeGo ad esempi simili 2 RispeGo a fenomeni altri 3
Alto livello di competenza: generalizzazione dell’abilità
CONOSCENZE ABILITA’
(Principali modelli ecologici) ConceGo di cultura e intercultura Processo di costruzione europea
Capire l’influenza reciproca delle culture Capire i faGori storico-‐geografici dei rapporJ interculturali Riconoscere il caraGere interculturale dell’Europa
CRITERI PER ELABORAZIONE DI UNA RUBRICA: esempio STORIA
Allora vediamo…
2. Piano individualizzato
ObieHvi individualizzaJ … Come modificarli? Vedi i 5 livelli di adaEamento di Ianes Conoscenze/abilità … Come modificarli? Vedi le caraEerisJche del caso IntervenJ/aHvità … Quali scegliere? Vedi la coerenza con l’abilità e la disponibilità di risorse (tempi, spazi, materiali) Criteri di valutazione… Come elaborarli? Vedi il peso (la rilevanza rispeEo alle altre) e il livello (correEezza di esecuzione/autonomia) delle abilità.
2.
1.
3.
4.
ObieHvi individualizzaJ … Come modificarli? Vedi i 5 livelli di adaEamento di Ianes (2005).
1.
� 1. sosJtuzione; � 2. facilitazione; � 3. semplificazione; � 4. scomposizione nei nuclei fondanJ della disciplina;
� 5. partecipazione alla cultura del compito.
SOSTITUZIONE
“riguarda l’accessibilità dei codici linguisJci; è un adeguamento che non modifica nella sostanza l’obieHvo – il quale rimane immutato -‐ ma solo il mezzo aGraverso il quale abilità e contenuJ relaJvi a quell’obieHvo vengono comunicaJ.
Nel caso, ad esempio, della dislessia lo strumento compensaJvo dell’audio libro consente di perseguire i medesimi obieHvi della classe aGraverso un codice linguisJco differente” (AgraJ, 2014)
ObieNvo di apprendimento ObieNvo modificato
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
idem
Disturbi specifici di Apprendimento: es. corsivo → stampato
FACILITAZIONE
“riguarda le modalità di insegnamento-‐apprendimento; è un adeguamento che ancora non modifica l’obieHvo ma fa leva sull’agevolazione che può derivare dall’uJlizzo di modalità didaHche interaHve e operaJve (come il tutoring, apprendimento cooperaJvo etc.)” (AgraJ, 2014)
Interiene sui contesJ di apprendimento (gli strumenJ, le modalità di interazione) o il contenuto dell’aHvità (aggiunta di informazioni uJli -‐ uso di immagini, strumenJ di pianificazione ecc.).
ObieNvo di apprendimento ObieNvo modificato
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile tramite mediatori cogniJvi.
Disturbi specifici di Apprendimento: es. difficoltà di memoria
SEMPLIFICAZIONE “riguarda la riduzione della complessità lessicale e conceEuale oltre che i criteri di
esecuzione del compito; è un adeguamento che interviene, questa volta, nella sostanza dell’obieHvo riducendone non tanto lo schema generale ma la quanJtà di operazioni cogniJve ad esso riferibili.” (AgraJ, 2014)
Viene semplificato l’obieHvo per rendere i contenuJ più comprensibili o le operazioni cogniJve più agevoli aGraverso la modifica delle modalità di lavoro e/o regole (es. usare tecniche diverse di disegno o strumenJ diversi rispeGo al gruppo).
ObieNvo di apprendimento ObieNvo modificato
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici fenomeni appartenenJ a diverse culture e civiltà (espresse tramite frasi minime e/o supportate da immagini).
Ritardo mentale lieve, disabilità sensoriale (es.
Ipoacusia)
SCOMPOSIZIONE NEI NUCLEI FONDANTI
“il Jpo di adeguamento è non solo sostanziale rispeGo all’obieHvo in sé ma anche rispeGo alla disciplina in cui è inserito l’obieHvo di apprendimento.
Nel caso di un ritardo mentale medio-‐grave o di forme di auJsmo che presentano compromissioni sul piano dell’elaborazione strumentale e cogniJva l’obieHvo di apprendimento potrebbe essere del tuGo sosJtuito da uno più rispondente alle reali esigenze della persona” (AgraJ, 2014)
Si selezionano gli aspeN essenziali della disciplina che traducono obieHvi significaJvi per l’alunno. Non ha senso parlare di “contenuJ” ma di operazioni cogniJve più legate all’autonomia personale e sociale dell’alunno.
ObieNvo di apprendimento ObieNvo modificato
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
Conoscere i fenomeni caraGerizzanJ le diverse culture e civiltà (espresse tramite frasi minime e/o supportate da immagini).
Ritardo mentale medio (Sindrome di Down,
auEsmo ecc)
PARTECIPAZIONE ALLA CULTURA DEL COMPITO
“Nei casi parJcolarmente gravi è auspicabile intervenire non più rispeGo agli obieHvi delle disciplina ma al suo spirito in generale. Si traGa di favorire, in questo caso, la partecipazione dell’alunno al clima della classe, per far cogliere – nei limiJ delle possibilità – le dinamiche cogniJve e/o emoJve del gruppo.
Il focus aGenJvo non è più l’aHvità da svolgere ma la presenza stessa del disabile nella sua possibile condivisione delle esperienze con la classe e la scuola. La finalità non sarebbe l’adaGamento dell’obieHvo di apprendimento della disciplina (…) ma l’intervento sul bisogno ben più generale come la partecipazione alle aHvità della classe”. (AgraJ, 2014)
ObieNvo di apprendimento ObieNvo modificato
Usare le conoscenze apprese per comprendere problemi ecologici, interculturali e di convivenza civile.
Partecipare ad aHvità di conoscenza delle caraGerisJche principali di diverse culture e civiltà (colori, suoni, segnali ecc.)
Ritardo mentale grave; forme di auEsmo ecc.
Conoscenze/abilità … Come modificarli? Vedi le caraEerisJche del caso
2.
� 1. sosJtuzione IDEM � 2. facilitazione IDEM � 3. semplificazione SIMILIS � 4. scomposizione nei nuclei fondanJ della disciplina; ALTER
� 5. partecipazione alla cultura del compito. ALTER
Esempio: ritardo mentale medio
Classe III di 24 alunni (2 immigraJ) Frequenza nel complesso regolare ma con alcune
incostanze. Livelli di apprendimento medio/buoni ma con due disturbi
specifici di apprendimento (dislessia e discalculia).
Piano educa0vo Individualizzato (modello ICF)
Come si scrive un PEI secondo il modello ICF-‐CY?
PEI su base ICF-‐CY?
DL n.66 13 aprile 2017 ‘Norme per la promozione
dell’inclusione’
Intanto cosa dice la recente
normativa?
DL n. 66 del 13 aprile 2017 Norme per la promozione dell'inclusione scolasEca degli studenE con disabilita’ Finalità: autordeterminazione e migliore qualità di vita di ognuno partecipazione di tuGa la comunità Mezzi: PEI parte integrante del ‘ProgeGo di Vita’ Valutazione della qualità dell’inclusione scolasJca Raccordo: Diagnosi >> Profilo di funzionamento >> PEI
Raccordo tra …
Diagnosi
Specialista
Profilo di funzionamento Ex DF + PDF
Unità di Valutazione MulEdisciplinare (UVM) + famiglia e scuola ‘redaGo secondo i criteri ICF’ ‘propedeuJco e necessario alla predisposizione del ProgeGo Individuale e del PEI’ ‘misure di sostegno e risorse struGurali’
PEI docenE conEtolari/consiglio di classe + famiglia, specialisJ, UVM, studente
ProgePo individuale Art. 14 L. 328 del 8 novembre 2000
Ente locale/Asl + famiglia e scuola
DL n.66 13 aprile 2017
‘prestazioni servizi e misure’
Art. 14 L. 328 del 8 novembre 2000 ProgePo individuale
Ente locale + famiglia e scuola
Ambito: vita familiare e sociale, percorsi dell’istruzione scolasJca o professionale e del lavoro Comprende: • valutazione diagnosJco-‐funzionale • prestazioni di cura e riabilitazione a carico del Servizio sanitario
nazionale, servizi alla persona del Comune in forma direGa o accreditata, con parJcolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale
• misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale
Piano EducaEvo Individualizzato
DocenE conEtolari/consiglio di classe + famiglia, specialisJ, UVM, studente
• individua strumenJ, strategie e modalita' per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell'interazione, dell'orientamento e delle autonomie;
• esplicita le modalita' didaNche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata;
• definisce gli strumenE per l'effeHvo svolgimento dell'alternanza scuola-‐lavoro, assicurando la partecipazione dei soggeH coinvolJ nel progeGo di inclusione;
• indica le modalita' di coordinamento degli intervenJ ivi previsJ e la loro interazione con il ProgeEo individuale
DL n.66 13 aprile 2017
RICAPITOLIAMO …
IL MODELLO ICF-‐CY DI CLASSIFICAZIONE Bio-‐psico-‐sociale
Menomazione Disabilità Handicap
Fattori contestuali
DSM-IV: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (APA) ICF-CY 2007: Classificazione internazionale del funzionamento (OMS)
Dir. Min. 27/12/12
Allora rivediamo…
FaGori Ambientali FaGori Personali
Condizioni di salute
• Ospedalizzazioni • Malattie acute/croniche • Anomalie cromosomiche
Funzioni e struGure corporee
StruGure e funzioni dei vari sistemi corporei, per es. • struGure del sistema nervoso/
funzioni mentali • occhio, orecchio e struGure
correlate/funzioni sensoriali e dolore
• struGure correlate al movimento/funzioni neuro muscolo scheletriche e correlate al movimento
• Prodotti e tecnologia • Ambiente (clima, luce,
inquinamento…) • Relazioni e sostegno sociale (famiglia,
amici, comunità, animali,operatori) • Atteggiamenti • Servizi, sistemi, politiche
AHvità personali
• Apprendimento e applicazione delle conoscenze
• Compiti e richieste generali • Comunicazione • Mobilità • Cura della propria persona • Vita domestica • Interazioni e relazioni
interpersonali
Partecipazione
• Istruzione • Coinvolgimento nel gioco • Vita nella comunità • Ricreazione e tempo libero • Lavoro e impiego
• Età • Sesso • Stili attributivi • Autostima/autoefficacia • Vita affettiva • Motivazione
IL MODELLO ICF-‐CY DI CLASSIFICAZIONE Bio-‐psico-‐sociale
© Francesco ZamboH GRIIS Univeristà di Bolzano
A quale modello si ispira?
Ecologia dello sviluppo umano (Broenfenbrenner, 1996)
Fattori Personali Fattori Ambientali
Funzioni/Strutture Corporee Attività personali
Malattie/Disturbi
Partecipazione
Nuova procedura e nuovo linguaggio
© Francesco ZamboH -‐ GRIIS Unibz
1. Cercare fra gli oltre 1000 codici ICF quelli adatti a
descrivere il funzionamento dello studente
2. Si dà significato ai codici: qualificandoli in 0 - NESSUNA difficoltà 1 - difficoltà LIEVE 2 - difficoltà MEDIA 3 - difficoltà GRAVE 4 – difficoltà COMPLETA
Capacità Performance
Per la scuola, parEcolarmente nelle aree dell’aNvità e della partecipazione
In questa maniera nel Profilo di funzionamento avremo …
Alcuni esempi della DF
© Francesco ZamboH -‐ GRIIS Unibz
Capacità Val. Barriere/Facilitatori Performance Val.
Gioco cooperativo condiviso
0 Barriera: Comportamento problema/tendenza all’aggressività.
Performance di partecipazione alle attività di gruppo inadeguata.
2
Capacità attentive deficitarie
2 Facilitatore: insegnante seduto al suo fianco che fornisce supervisione, aiuto e sollecitazioni
Performance attentive adeguate allo svolgimento del compito.
1
Scrivere 0 Barriera: nessuna
conoscenza della lingua italiana. Appena entrato nel nostro Paese.
Peformance: inadeguata. Scrive solo in hurdu 4
Alcuni esempi della DF
© Francesco ZamboH -‐ GRIIS Unibz
Capacità Val. Barriere/Facilitatori Performance Val.
Capacità di spostarsi agevolmente in spazi conosciuti. Capacità deficitaria di muoversi in spazi ampi (palestra, giardino, ecc.)
0 3
Barriera: spazi ampi e poco strutturati. Facilitatore: uso di aiuti, facilitatori quali cartoncini guida, mappe, etichette, frecce, ecc.
Performance inadeguata rispetto a sicurezza/precisione/correttezza nel muoversi. Performance SUFFICIENTE di spostamento/orientamento all’interno dell’edificio scolastico.
2 1
Leggere 2 Facilitatore: sintesi vocale Performance adeguata 0 Scrivere 2 Barriera: scrittura lentissima
alla tastiera − scrittura lentissima alla tastiera 2
Sintesi dei dati emersi dalla DF
Obiettivo a lungo termine
Obiettivo a medio termine
Obiettivo a breve termine
Compromissione delle capacità prassico-‐motorie
Migliorare la capacità prassico-‐motorie
Migliorare la coordinazione motoria
Capacità di eseguire singolarmente singoli movimenti; Capacità di soffiare, strappare, accartocciare.
Difficoltà nella motricità fine
Migliorare la motricità fine della mano e la coordinazione oculo-‐motoria
Capacità di prensione e manipolazione corretta di oggetti di uso comune
Impugnare correttamente la penna e le forbici. Manipolare materiali travasanti.
Difficoltà nel gioco cooperativo condiviso
Migliorare la capacità di partecipazione adeguata a giochi cooperativi di gruppo con i compagni di sezione.
Migliorare la capacità di partecipazione adeguata a giochi cooperativi all’interno di piccoli gruppi con un numero massimo di tre componenti.
Conoscere le regole principali del gioco a cui partecipa. Interagire adeguatamente con un compagno per lo svolgimento di un gioco in situazione di tutoring.
SinteEzzare le 4 fasi del PDF Alcuni esempi del PDF
Il caso di Leonardo con ritardo mentale medio
Allora vediamo…
Un esempio di PEI ICF … lavoro ...
Laboratorio sul PEI-‐ICF
§ Azioni: • Leggere lo Schema ICF-‐CY • Osservare la struGura del Profilo di funzionamento • Osservare la struGura del modello PEI-‐ICF • Rileggere la descrizione di Leonardo • Trasferire nella colonna ‘Ambito’ di ciascun capitolo i codici dello Schema ICF-‐CY che descrivono il funzionamento di Leonardo
• Scegliere un Ambito specifico dell’ICF-‐CY e abbozzare ObieHvi, AHvità, FaGori ambientali e Verifica
Il Coordinatore per
l’inclusione
L. n. 107/2015 e nota miur n. 37900, 19
novembre 2015
Intanto cosa dice la recente
normativa?
Coordinatore per l’inclusione
La figura del Coordinatore per l’inclusione è stata introdoGa nell’ambito dalla L. n. 107, art. , comma 8, e chiarita nelle sue funzioni dalla nota del miur n. 37900 del 19 novembre 2015. Una novita rispeGo alle altre figure gia presenJ nell’organigramma scolasJco e relaJve all’area del sostegno e l’inclusione degli studenJ: -‐ funzione strumentale dell’Area del Sostengo; -‐ referente d’isJtuto per i BES e quello per i DSA
c) Area documentale:
-‐ il modello ICF dell'OMS con parJcolare riguardo alla sua applicazione nella scuola;
-‐ -‐ le linee guida per l'integrazione scolasJca degli alunni con disabilità;
-‐ -‐ il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e il Piano EducaJvo Individualizzato aGraverso l'uso del modello ICF;
-‐ gli indicatori per valutare la qualità dell'integrazione e della dimensione inclusiva della scuola;
Aree di professionalità nota miur del 19 novembre 2015 n. 0037900