“Globalizzazione, squilibri e nuovi stili di...

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Provincia Autonoma di Trento Associazione Progetto Prijedor Associazione Tremembè Onlus Progetto di educazione allo sviluppo “Globalizzazione, squilibri e nuovi stili di vita” percorso formativo alla cooperazione e al volontariato internazionale per giovani e adulti

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Provincia Autonoma di Trento

Associazione Progetto Prijedor

Associazione Tremembè

Onlus

Progetto di educazione allo sviluppo

“Globalizzazione, squilibri e nuovi stili di vita”

percorso formativo alla cooperazione e al volontariato internazionale per giovani e adulti

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BENEFICIARI

I beneficiari del corso sono giovani con una età compresa tra i 20 ai 35 anni, con uno sviluppato interesse verso le tematiche in questione. Il percorso formativo verrà proposto a tutta la cittadinanza con un occhio di riguardo a coloro che già collaborano nelle associazioni di volontariato con l’intento di rendere più efficace la “ricaduta” dentro il gruppo di riferimento. In quanto corso di base, la proposta intende intercettare i soggetti che stanno avvicinandosi al mondo della cooperazione e della solidarietà internazionale e con un percorso formativo pregresso non significativo. Il corso verrà attivato con un minimo di 15 e un massimo di 20 iscritti.

ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO CONTENUTI E MODULI

1) Incontro pubblico di presentazione del corso:

accoglienza intervenuti presentazione delle associazioni presentazione del percorso e del calendario introduzione ai temi con breve attività ludica raccolta ultime iscrizioni

esame delle schede, selezione dei partecipanti

e successiva comunicazione di conferma iscrizioni

2) Incontro introduttivo Conoscenza e definizione del patto formativo

conoscenza dei partecipanti presentazione del percorso in dettaglio raccolta delle aspettative, dei dubbi, delle perplessità, cercando di rispondere ai quesiti,

alle domande emerse e alle richieste emerse si stabilisce il contratto formativo si ridefiniscono insieme gli obiettivi, riaggiustando il tiro sui contenuti.

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area sviluppo e sostenibilità

3) Verso lo sviluppo sostenibile: acqua, impronta ecologica e molto altro (Maddalena Di Tolla) Alcuni catastrofici eventi recenti come lo Tsunami e l’uragano Katrina introdurranno la riflessione sull’interdipendenza dell’intero sistema Terra, per sviluppare temi complessi quali l’inquinamento, la gestione del territori, l’emissione di CO2 e l’effetto serra, la biodiversità ecc. Uno sguardo particolarmente attento sarà riservato alla risorsa acqua, a quanto superficialmente la si consideri e la si usi in Occidente, a come sia assente in tutti noi la consapevolezza del suo valore come risorsa da mettere a disposizione e condividere con l’intera l’umanità. Ci si soffermerà poi sui legami tra modello di sviluppo attuale dell’Occidente e distruzione del sistema ecologico, degli ambienti naturali e delle colture locali minacciate da coltivazioni intensive e organismi geneticamente modificati. Si parlerà dei limiti e delle possibilità dello sviluppo sostenibile, partendo da alcuni concetti chiave come capacità di carico, impronta ecologica, biodiversità, utili per comprendere la complessità del problema ecologico e il suo legame con lo sviluppo sia economico che sociale. Si accennerà inoltre ai movimenti che negli ultimi anni sono sorti per contrastare l’idea di uno sviluppo unidirezionale, completamente immerso nelle logiche del profitto e dello sfruttamento dei ricchi a danno dei poveri.

area comunicazione e informazione

4) L’informazione per una cultura della pace e della solidarietà (Raffaele Crocco?) In un mondo dove la vera risorsa illimitata è l'informazione, si cerca di capirne i meccanismi di base, nel tentativo di comprendere come viene gestito il flusso comunicativo e quali sono i criteri che lo governano. Ci si interrogherà sulle strategie divulgative attuali e sulle relazioni tra poteri e media. L'avvento di Internet ha ingigantito il mito della libera informazione ma vale la pena di interrogarsi se e quando l'informazione possa considerarsi indipendente. Cruciale è il tema del rapporto tra media e informazione: come questi incidano nella nostra vita e quali strategie possano essere messe in atto di fronte al ridondante o distorto messaggio dei media. E come sia possibile, se è possibile, non ricadere negli atteggiamenti di distacco nichilista o di totale creduloneria e come imparare ad informarsi con consapevolezza. Particolare attenzione sarà dedicata alla comunicazione di una cultura della pace e della solidarietà: la povertà nel mondo, le guerre, le migrazioni, la disuguaglianza sociale, il mondo del pacifismo sono alcuni dei temi sui quali riflette di quale sia il ruolo della notizia e di come sia possibile avere un’immagine della realtà più obiettiva e veritiera.

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5) Globalizzazione: opportunità o minaccia? (Francesco Terreri) La globalizzazione attuale è l’unica possibile? Partendo da questa semplice domanda che tutti abbiamo il dovere di porci e sulla quale tutti, non solo gli specialisti, dovrebbero sentirsi chiamati a riflettere, si analizzerà il fenomeno della globalizzazione dei mercati e le strategie economiche dei paesi avanzati. In particolare ci si soffermerà sugli squilibri e sulle ingiustizie nella gestione e distribuzione di ricchezze e risorse e sul ruolo dei mercati finanziari dopo la scoperta e lo sfruttamento dei paradisi offshore. Si tratteggerà il ruolo delle multinazionali e della loro influenza sulle politiche nazionali con il massiccio spostamento delle produzioni in paesi dove la protezione dei lavoratori, così come la pressione fiscale, è scarsa o inesistente addirittura. Ciò per cercare di spiegare come questa concezione anarchica di libero mercato, dove l’assenza di regole sembra essere l’unica regola, porti ad un aumento esponenziale dei profitti dei produttori e non porti alcun reale miglioramento nei luoghi dove avviene la produzione, luoghi dove le condizioni dei lavoratori e dello stato sociale sono arretrati e spesso assimilabili a quelle che c’erano in Europa all’inizio del ‘900.

area stili di vita

6) Cambiare il mondo cominciando da noi (Anna Pedergnana) Il 23% della popolazione mondiale consuma l'80% delle risorse e produce i tre quarti dell'effetto serra e di altre forme di inquinamento: in considerazione del fatto che il consumo rappresenta un elemento significativo del problema dell'insostenibilità della crescita, si cercherà di creare consapevolezza del proprio stile di vita, riprendendo anche l’importante nozione di impronta ecologica. Ciò al fine di ipotizzare forme nuove e più giuste di cittadinanza, che promuovano la qualità della vita non solo per gli abitanti del Nord ma anche per quelli del Sud del mondo, ripensando il proprio modello di consumo e di benessere. Si introdurranno esperienze positive di consumo critico come i bilanci di giustizia, i gruppi d’acquisto discutendo perciò di riduzione e spostamento del consumo individuale e indagando come la riduzione dei consumi, pur essenziale, non può tuttavia essere l’unico strumento per ribaltare le logica attuale, secondo cui l’economia e l’aumento del PIL sono gli unici parametri utili a misurare il benessere di un paese.

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area cooperazione internazionale

7) Cooperare allo sviluppo: da spinta ideale a via obbligata (Fabio Pipinato)

Si introdurrà una breve storia della cooperazione internazionale e di come questa si è sviluppata: dalla nascita sotto la spinta idealista del dopoguerra, allo slancio etico-sociale degli anni ’60, dallo sfruttamento economico commerciale degli anni ’70-’80, al concetto di cooperazione come sigillo di sicurezza per i paesi ricchi tipico degli anni ’90. Per arrivare ai giorni nostri e spiegare come si stia facendo strada l’idea che solo pensando al benessere di tutti si potrà forse conservare l’attuale livello di vita in occidente. Basta aprire un giornale o guardare un notiziario per capire come la povertà, le malattie, le catastrofi climatico-ambientali ci tocchino direttamente e non siano più un evento improbabile che non ci riguarda solo perché confinato in qualche remoto angolo del pianeta. Saranno così analizzate le varie forme di cooperazione internazionale allo sviluppo: dagli approcci assistenzialistici che ripropongono nuove forme di colonialismo, ai rischi della gestione delle emergenze, dall’incongruenza dell’esportazione del nostro come unico modello di sviluppo, ai più recenti approcci partecipati di cooperazione. Si tenterà quindi di cogliere la complessità degli scenari nei quali si muovono i progetti do aiuto e cooperazione, per cogliere le due tendenze di fondo: una orientata a trasferire modelli di sviluppo senza valutare gli impatti ambientali e culturali e considerare attentamente il contesto. L’altra basata su una consapevolezza critica del modello dominante di sviluppo, ed orientata a percorrere strade alternative attraverso un processo partecipato di valorizzazione delle risorse umane, naturali e materiali locali.

area intercultura

8) L'incontro con gli altri, tra diversità culturali e fenomeni migratori (Mario Stolf) Si analizzeranno, attraverso una prospettiva storica, i diversi fattori di spinta che sono alla base delle migrazioni insieme ai cosiddetti fattori di attrazione, analizzando gli effetti dei flussi migratori e le possibili risposte sociali ed individuali nei paesi coinvolti. Si prenderanno in esame i bisogni del mercato del lavoro e delle economie attuali, portando alcuni esempi concreti di inserimenti di gruppi di individui stranieri in alcune comunità italiane ed evidenziandone successi e difficoltà. Tramite testimonianze dirette di immigrati stranieri, si cercherà di far scaturire le sensazioni, i pensieri e i sentimenti dei presenti sull’altro, focalizzando i meccanismi che stanno alla base della percezione dello straniero, cioè il diverso da noi per eccellenza. In questo modo si darà spazio agli aspetti relazionali e comportamentali per far emergere la complessità del confronto interculturale, attraverso la condivisione delle riflessioni personali e l’analisi dei meccanismi tipici di percezione dell’altro. Si affronterà così il rapporto con l’alterità e l’etnocentrismo nella cultura occidentale, individuando stereotipi e preconcetti i quali, anche storicamente, hanno fatto da sfondo a varie forme di razzismo.

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area non violenza e mediazione dei conflitti

9) Gestire il conflitto per valorizzare la nostra e l’altrui diversità (Thierry Bonfanti?) Sono infinite le situazioni conflittuali a cui assistiamo o di cui siamo purtroppo protagonisti tutti i giorni: dalle difficoltà nelle relazioni famigliari e amicali, ai conflitti sul luogo di lavoro, dallo scontro tra abitudini e tradizioni diverse, alla lotta per la supremazia di presunte superiorità culturali. Tutte queste circostanze ci offrono esempi di come il conflitto, se non gestito correttamente, rischi di rendere l’individuo frustrato e impotente e possa quindi trasformarlo in un agente di rabbia e di lotta violenta. Partendo dall’’analisi delle cause dello scontro e dalla comprensione dell’importanza del conflitto come espressione dell’univocità e delle differenze, si arriverà a illustrare forme di gestione delle situazioni di contrasto tra singoli individui e tra gruppi. Stimolando la discussione e l’apporto di esperienze personali, si indicheranno la risoluzione pacifica dei conflitti e il metodo del consenso, come possibili e utili strategie per una sana gestione delle divergenze e degli scontri.

area turismo responsabile

10) Turisti ma non per caso: istruzioni per il non-uso (Duccio Canestrini)

incontro pubblico

Una stima dell’anno 2000, indica il valore del mercato del turismo pari a circa 6 miliardi gli spostamenti annui, che corrisponde ad un fatturato uguale a circa il 6% del PIL mondiale. Questi gli impressionanti dati da cui si partirà per analizzare il “fenomeno turismo” sotto l’aspetto storico, filosofico, culturale ed economico. E’ infatti solo esaminando accuratamente la realtà che si possono tentare di capire gli effetti culturali, sociali ed economici dell’odierno turismo di massa e come questo abbia inciso, spesso in modo negativo, sulle comunità ospitanti. Si illustrerà poi come a massiccio spostamento di persone e risorse non corrisponda quasi mai un’equa distribuzione del reddito generato e a come le grosse organizzazioni che si occupano di turismo tengano in poco o nessun conto il rispetto dei luoghi e delle culture indigene, dell’ambiente e delle risorse naturali, delle tradizioni e delle abitudini socio-culturali autoctone. Verranno quindi prese in esame alcune esperienze che si rifanno ad un turismo integrato e sostenibile che vuole stimolare un contatto autentico tra le persone. Turismo che si rivolge per ora solo a chi sa considerare in modo critico e costruttivo ciò che gli viene proposto e non accetta di avallare scelte commerciali irresponsabili e distruttive.

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Si tenterà di comprendere come potrebbe essere un turismo laddove i servizi offerti, oltre a non deturpare risorse ambientali e paesaggistiche, risultassero in armonia con le culture locali e laddove si riuscisse ad evitare fenomeni di congestione della domanda. L’auspicio è quello che, settore di nicchia alto e privilegiato, quello del turismo responsabile o consapevole, possa diventare una richiesta diffusa di un sempre maggiore settore di pubblico attento e socialmente esigente.

spazio per il dibattito ed il botta e risposta con il pubblico presente

11) Turisti ma non per caso: potenzialità e confini del viaggio sostenibile (Chiara Ghetta) Dopo l’incontro pubblico si darà spazio alle riflessioni dei partecipanti stimolando il dibattito e il confronto costruttivo. Con l’aiuto di qualche viaggiatore responsabile, si cercherà di individuare i punti di forza e di debolezza di un modo di viaggiare nuovo, più attento e leggero e perciò anche più critico e sollecito nell’individuare e indicare i pericoli di un approccio distratto e sprezzante verso le culture e l’ambiente locale.

modulo conclusivo

esame degli elaborati, valutazione ed assegnazione delle borse di studio

12) Presentazione degli elaborati finali e valutazione del percorso Il corso terminerà con:

la presentazione degli elaborati da parte dei partecipanti la valutazione del percorso l’individuazione dei vincitori della borsa di studio