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PERIODICO DI INFORMAZIONE E CULTURA DELLA PRO LOCO TIGGIANO Anno XII, Numero 3 - Tiggiano, Giugno 2012 - Distribuzione Gratuita Continua a pag. 2 di Alfredo De Giuseppe di Bianca Paris S u queste stesse pagine nel settembre 2007 parlavamo di Grillo e di come fosse facile per un movimento come il suo diventare recettore delle istanze di arrab- biati e delusi, di giovani indignati e di vec- chi disoccupati. Se riuscite a rileggerlo, quell’articolo dal titolo “Italia comica”, vi farete la stessa domanda che mi sono fatto da solo. Come mai quel movimento ha im- piegato ben 5 anni per esplodere, per di- ventare una delle prime forze politiche del Paese? Era già tutto chiaro in quell’anno e nessuno dei nostri politici ha fatto niente per porvi un rimedio. Da allora ha rivinto le elezioni del 2008 un dinosauro come Berlusconi e tutti i partiti hanno pensato solo a come ingrassare fra incredibili rim- borsi elettorali, fra teso- rieri di partito ancora più incredibili, fra spartizioni di poltrone il cui stipen- dio non è mai inferiore al milione di euro, fra ope- razioni di scambio co- stante di affari, favori e denaro, tralasciando ov- viamente bunga bunga e indicibili vizi privati. Era già tutto chiaro ma, escluso in parte Di Pietro e alcuni suoi sodali (vedi Orlando e De Magistris), tutti hanno continuato nel giochino del dire e non dire, dell’annuncio senza sostanza, della lacrima in diretta e dello sberleffo dietro le quinte. In questo, e me ne dispiace, si è di- stinto anche Vendola che cerca sempre di affabu- lare senza mai dire nulla di concreto. Non ho mai capito davvero qual è la sua idea su decine di cose importanti, come gli ospedali, le scuole, l’am- biente (che non è solo l’ILVA). Se ad esempio la sua azione fosse stata pari alla sua dialettica, non avremmo avuto l’Asses- sore Tedesco e forse ora potremmo vedere la luce di un vero progetto di Sanità virtuosa. Per- ché un cittadino dovrebbe accettare questo stato di cose, questo costante ladrocinio e non buttarsi sul primo comico che dice cose serie? Non dimentichiamo che fino a pochi mesi fa abbiamo avuto dei veri co- mici come ministri (La Russa, Brunetta, Bossi, Sacconi e via andando fino alla Gel- mini) e ai più sembravano politici normali. Immaginate quanto ci hanno lobotomiz- zato e quanto possa essere sanifico un nuovo Movimento in una situazione in cui i partiti non riescono a rinnovarsi dal loro interno. Ciò non toglie che Beppe Grillo ha le sue manie, i suoi difetti e le sue diffi- coltà. Come si fa a fare politica con un non-statuto e con il controllo su tutto della sua sola persona? Però, in questo momento di follia della casta vincolata nei propri pri- vilegi, basta e avanza. Grillo rappresenta l’Italia che si sente intrappolata e vuole scappare, uscire, fuggire. Gente che ha ca- pito come le parole televisive sono ormai senza senso. I TG parlano dei Moderati come se fossero davvero dei liberali, poi li approfondisci un po’ e ti accorgi che sono tutti berlusconiani che liberale non è mai stato. I talk-show provano a parlare d’altro e nessuno ha il coraggio di esprimere una propria idea compiuta di società, nessuno approfondisce la storia e l’economia. Nes- suno dice con fermezza e chiarezza che le “missioni di pace” costano più degli esodati e che quattro aerei supertecnolo- gici, per un’eventuale guerra che la nostra Costi- tuzione vieta, costano più dei fatiscenti edifici scola- stici da ricostruire (quasi tutti). Quale partito porta oggi in Europa un’idea forte di un’unica nazione, con un’unica moneta e me- desime leggi, diritti, doveri e stipendi? Non era questa l’utopia sulla quale sta- vamo viaggiando? O siamo naufragati e non ce ne siamo accorti? Intanto il Movimento 5 stelle di Grillo vince nella sostanza le ultime elezioni ammini- strative, soprattutto perché il giorno dopo i sondaggi lo hanno visto crescere in modo vertiginoso (in que- ste settimane si parla di circa il 15% su base nazio- nale). Nei Comuni del Sud dove si è votato c’è ancora il vecchio torpore, esclu- dendo un sempre crescente astensionismo. In Comuni come Tricase o Gallipoli si è visto la solita quiete intel- lettuale, si è votato senza nuovi stimoli e con i vecchi schemi, ormai stracotti. Nessun movimento nuovo ha scosso il si- stema, parrebbe tutto tranquillo. Speriamo che il nostro Stellone funzioni sempre. Nel frattempo il Vaticano è una polveriera fra spie e congiurati, l’Economia appare sem- pre più fragile in mano a gente che deve giocare ogni giorno contro le proprie idee, il governo tecnico di Monti, sostenuto da una larga maggioranza, non riesce a fare vere riforme, frenato tutti i giorni da pic- cole minoranze. Nel 2007 l’Italia era co- mica, poi è arrivata la grande crisi, si è scoperta più povera e oggi si ritrova ad es- sere una nazione tragica, dentro una tragica Europa. E speriamo sempre nello… D ura un soffio fanciullezza, un palpito giovinezza. Arriva maledetta vecchiaia. E dura un’eter- nità”. Così pressappoco Dario Bellezza in una sua poesia. Bella e assai ironica sulla percezione del tempo: toccata e fuga nella felicità; sta- tua di sale nella tristezza. Usciamo da un benessere sociale, mai visto nella storia. Inedito e lungo. Trent’anni non sono una bazzecola. Eppure oggi, di fronte alla caduta di tutte le certezze, quegli anni sembrano il passaggio di un lampo, visto e non visto. Il mitico Bengodi è collassato, lo si vede a chiare lettere. Come e perché, lo spiegano a lettere molto meno chiare gli specialisti di quella Scienza-Sfinge che è l’Economia. Un mare di analisi mille deduzioni, una sola evi- denza: il capitalismo speculativo finanzia- rio (creatore di castelli in aria) ha preso la Nel cuore dell’Umbria un’Azienda ricca di umanità rincorsa. Si è gonfiato a più non posso; e ha azzoppato il capitalismo industriale (crea- tore di beni concreti). Il denaro da mezzo è diventato fine; il fine supremo: il dio vora- cissimo pronto ad ingoiare in un boccone i risparmi di una vita. Domanda: ma quel capitalismo lì è legale? Certo che lo è. Ed è anche etico, morale, umano? Una ri- 5 STELLE E IL NOSTRO STELLONE Brunello Cucinelli I l Capo di Leuca è una realtà splen- dida sotto ogni profilo. Paesaggio storia tradizioni calore umano sono di una bellezza oggettiva. Non è una scoperta recente. Recente è la decisione di intensificare le iniziative per valorizzare questi doni, poten- ziando ciò che finora è stato realizzato. In particolare gli obiettivi prefissi sono: consolidamento ed aumento delle pre- senze turistiche; aumento della consa- pevolezza dei residenti; valorizzazione dei borghi; promozione dei prodotti a chilometro zero. I nove comuni delle due unioni dei co- muni del Capo di Leuca insieme sotto il simbolo del Finibus Terrae Festival a favore del turismo, dell’accoglienza e della promozione del territorio.

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PERIODICO DI INFORMAZIONE E CULTURADELLAPRO LOCO TIGGIANO Anno XII, Numero 3 - Tiggiano, Giugno 2012 - Distribuzione Gratuita

Continua a pag. 2

di Alfredo De Giuseppedi Bianca ParisSu queste stesse pagine nel settembre

2007 parlavamo di Grillo e di comefosse facile per un movimento come il suodiventare recettore delle istanze di arrab-biati e delusi, di giovani indignati e di vec-chi disoccupati. Se riuscite a rileggerlo,quell’articolo dal titolo “Italia comica”, vifarete la stessa domanda che mi sono fattoda solo. Come mai quel movimento ha im-piegato ben 5 anni per esplodere, per di-ventare una delle prime forze politiche delPaese? Era già tutto chiaro in quell’anno enessuno dei nostri politici ha fatto nienteper porvi un rimedio. Da allora ha rivintole elezioni del 2008 un dinosauro comeBerlusconi e tutti i partiti hanno pensatosolo a come ingrassare fra incredibili rim-borsi elettorali, fra teso-rieri di partito ancora piùincredibili, fra spartizionidi poltrone il cui stipen-dio non è mai inferiore almilione di euro, fra ope-razioni di scambio co-stante di affari, favori edenaro, tralasciando ov-viamente bunga bunga eindicibili vizi privati. Eragià tutto chiaro ma,escluso in parte Di Pietroe alcuni suoi sodali (vediOrlando e De Magistris),tutti hanno continuato nelgiochino del dire e nondire, dell’annuncio senzasostanza, della lacrima indiretta e dello sberleffodietro le quinte. In questo,e me ne dispiace, si è di-stinto anche Vendola checerca sempre di affabu-lare senza mai dire nulladi concreto. Non ho maicapito davvero qual è lasua idea su decine di coseimportanti, come gliospedali, le scuole, l’am-biente (che non è solol’ILVA). Se ad esempio lasua azione fosse stata parialla sua dialettica, nonavremmo avuto l’Asses-sore Tedesco e forse orapotremmo vedere la lucedi un vero progetto di Sanità virtuosa. Per-ché un cittadino dovrebbe accettare questostato di cose, questo costante ladrocinio enon buttarsi sul primo comico che dicecose serie? Non dimentichiamo che fino apochi mesi fa abbiamo avuto dei veri co-mici come ministri (La Russa, Brunetta,Bossi, Sacconi e via andando fino alla Gel-mini) e ai più sembravano politici normali.Immaginate quanto ci hanno lobotomiz-zato e quanto possa essere sanifico unnuovo Movimento in una situazione in cuii partiti non riescono a rinnovarsi dal lorointerno. Ciò non toglie che Beppe Grillo hale sue manie, i suoi difetti e le sue diffi-

coltà. Come si fa a fare politica con unnon-statuto e con il controllo su tutto dellasua sola persona? Però, in questo momentodi follia della casta vincolata nei propri pri-vilegi, basta e avanza. Grillo rappresental’Italia che si sente intrappolata e vuolescappare, uscire, fuggire. Gente che ha ca-pito come le parole televisive sono ormaisenza senso. I TG parlano dei Moderaticome se fossero davvero dei liberali, poi liapprofondisci un po’ e ti accorgi che sonotutti berlusconiani che liberale non è maistato. I talk-show provano a parlare d’altroe nessuno ha il coraggio di esprimere unapropria idea compiuta di società, nessunoapprofondisce la storia e l’economia. Nes-suno dice con fermezza e chiarezza che le

“missioni di pace” costanopiù degli esodati e chequattro aerei supertecnolo-gici, per un’eventualeguerra che la nostra Costi-tuzione vieta, costano piùdei fatiscenti edifici scola-stici da ricostruire (quasitutti). Quale partito portaoggi in Europa un’ideaforte di un’unica nazione,con un’unica moneta e me-desime leggi, diritti, doverie stipendi? Non era questal’utopia sulla quale sta-vamo viaggiando? O siamonaufragati e non ce nesiamo accorti? Intanto ilMovimento 5 stelle diGrillo vince nella sostanzale ultime elezioni ammini-strative, soprattutto perchéil giorno dopo i sondaggi lohanno visto crescere inmodo vertiginoso (in que-ste settimane si parla dicirca il 15% su base nazio-nale). Nei Comuni del Suddove si è votato c’è ancorail vecchio torpore, esclu-dendo un sempre crescenteastensionismo. In Comunicome Tricase o Gallipoli siè visto la solita quiete intel-lettuale, si è votato senzanuovi stimoli e con i vecchischemi, ormai stracotti.

Nessun movimento nuovo ha scosso il si-stema, parrebbe tutto tranquillo. Speriamoche il nostro Stellone funzioni sempre. Nelfrattempo il Vaticano è una polveriera fraspie e congiurati, l’Economia appare sem-pre più fragile in mano a gente che devegiocare ogni giorno contro le proprie idee,il governo tecnico di Monti, sostenuto dauna larga maggioranza, non riesce a farevere riforme, frenato tutti i giorni da pic-cole minoranze. Nel 2007 l’Italia era co-mica, poi è arrivata la grande crisi, si èscoperta più povera e oggi si ritrova ad es-sere una nazione tragica, dentro una tragicaEuropa. E speriamo sempre nello…

Dura un soffio fanciullezza, un palpitogiovinezza.

Arriva maledetta vecchiaia. E dura un’eter-nità”.Così pressappoco Dario Bellezza in una suapoesia. Bella e assai ironica sulla percezionedel tempo: toccata e fuga nella felicità; sta-tua di sale nella tristezza.Usciamo da un benessere sociale, mai vistonella storia.Inedito e lungo. Trent’anni non sono unabazzecola. Eppure oggi, di fronte alla cadutadi tutte le certezze, quegli anni sembrano ilpassaggio di un lampo, visto e non visto.Il mitico Bengodi è collassato, lo si vede achiare lettere.Come e perché, lo spiegano a lettere moltomeno chiare gli specialisti di quellaScienza-Sfinge che è l’Economia. Un maredi analisi mille deduzioni, una sola evi-denza: il capitalismo speculativo finanzia-rio (creatore di castelli in aria) ha preso la

Nel cuore dell’Umbriaun’Azienda ricca di umanità

rincorsa. Si è gonfiato a più non posso; e haazzoppato il capitalismo industriale (crea-tore di beni concreti). Il denaro da mezzo èdiventato fine; il fine supremo: il dio vora-cissimo pronto ad ingoiare in un boccone irisparmi di una vita.Domanda: ma quel capitalismo lì è legale?Certo che lo è.Ed è anche etico, morale, umano? Una ri-

5 STELLE E ILNOSTRO STELLONE

Brunello Cucinelli

Il Capo di Leuca è una realtà splen-dida sotto ogni profilo. Paesaggiostoria tradizioni calore umano sono diuna bellezza oggettiva.Non è una scoperta recente. Recente èla decisione di intensificare le iniziativeper valorizzare questi doni, poten-ziando ciò che finora è stato realizzato.In particolare gli obiettivi prefissi sono:consolidamento ed aumento delle pre-

senze turistiche; aumento della consa-pevolezza dei residenti; valorizzazionedei borghi; promozione dei prodotti achilometro zero.I nove comuni delle due unioni dei co-muni del Capo di Leuca insieme sotto ilsimbolo del Finibus Terrae Festival afavore del turismo,dell’accoglienzaedellapromozione del territorio.

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 2Continua dalla primaNELCUORE DELL’UMBRIAUN’AZIENDAPIENADI UMANITÀsata omerica è la risposta.Al povero risparmiatore, mazziato e in piùbeffato, non resta che gettarsi nelle paginedi Affari e Finanze. E che trova? tecnicismia tutto spiano, parole e parole, aride mutecome il deserto. Sta per chiudere quando in-crocia l’oasi del refrigerio. Una pagina me-ravigliosa davvero, di quelle che tiriconciliano con la vita. È stata letta da tanti,si capisce. Ma è così bella che merita di es-sere riproposta a beneficio di chi se l’èpersa; e di chi, escluso dal sacrosanto dirittoal lavoro, è a rischio di gettare la spugna.Allora vediamo: nell’ecatombe delleAziende che, quando non chiudono, ta-gliano occupazione, ce n’è una che non solonon licenzia, ma assume; e dalla Borsa non

esce, ma entra, forte di un Titolo che ha tuttii crismi per essere quotato in Piazza Affari.Il fondatore e titolare di questo miracolo sichiama Brunello Cucinelli. È l’imprenditorenoto come “il re del cachemire”. Nel cuoredella verde Umbria, è stato capace di creareun’Azienda speciale; davvero non comune,degna di stare al vertice di tutte le altre e persensibilità umana e per capacità manage-riale.Gli ingredienti di questa ricetta miracolosa?Due: la scelta innovativa di produrre capi incachemire nei colori diversi dai classici in-glesi; la scelta di produrli con UMANITÀ,come dire: la lana più morbida lavorata nelmodo più delicato; un’affinità che salta agliocchi e fa pensare ad una carezza materna.E stride con l’attuale mondo del lavoro ca-rico di tecnologia e stracarico di cinismo.Nell’Azienda Cucinelli, l’uomo non è maiassimilato alle macchine. La dignità dellapersona, la sua intelligenza le sue compe-tenze vengono prima di ogni cosa.Un rispetto che nobilita tutto: macchine pro-dotto contabilità atmosfera. Il rendimento

cresce che è una bellezza. Di recente poi iltutto si è accasato in una struttura architet-tonica che più adeguata allo stile della ge-stione non poteva essere. C’era lì, trascuratonel tempo, Solomeo, un borgo medievale inrovina. Cucinelli l’ha adocchiato, acqui-stato, restaurato e ne ha fatto il cuore pul-sante, il centro dirigenziale dell’Azienda.Una scelta raffinata, non c’è che dire, maanche una scelta che la dice lunga sullastoffa di questo imprenditore singolare cheprima ancora del fiuto per gli affari possiedeuna dote, di norma, estranea agli affari:l’amore per la filosofia.Da ragazzo Brunello, la filosofia la incrociòa scuola; forse come molti la considerò undiversivo un po’ inconcludente, fino al mo-mento dell’incontro con la grande lezionedello Stoicismo, che radica il significatodella vita nel senso del DOVERE che di-venta per chi sa e può “missione storica” afavore della comunità sociale.Il ragazzo lesse il “Diario intimo” dell’im-peratore Marco Aurelio l’esponente più si-gnificativo dello stoicismo romano e nerimase folgorato. Si incantò alla suggestionedi quelle pagine, specchio di una saggezzasuperiore non priva di malinconia e di pes-simismo per la caducità della vita e dellastoria. Sentimento che all’epoca doveva es-sere ben diffuso tra gli uomini di maggioreresponsabilità, di fronte alla tragedia di unasocietà dilaniata tra i privilegi dei pochis-simi e l’immensa miseria materiale e spiri-tuale dei più.Il “diario intimo” di MarcoAurelio raccontaquesto dolore, l’ansia di alleviarlo, il tor-mento di non fare mai abbastanza.Fu la lettura di quel dolore a nutrire la sen-sibilità del giovane Brunello Cucinelli. Disicuro lo rese capace di offrire alla suaAzienda quello spessore umano che la fa ec-cezione nella attuale ferocissima giungla,chiamata mondo del lavoro.Lui ne è convinto; anche noi lo siamo.Fossi un ragazzo, già preso dal “che fare dagrande?” di Marco Aurelio e del suo diariovorrei saperne di più. E molto volentieri an-drei a Solomeo a toccare con mano cosa hasaputo realizzare una persona, che dopoaver nutrito con le letture giuste la propriaumanità, ha pensato di tradurla in benessereper tanti. E ci è riuscito alla grande.

Solomeo

Intorno al ricordo di Etta Chiuri, un’ini-ziativa da dieci e lode.Di Etta, della sua passione per l’Econo-mia, del suo lavoro di docente di Econo-mia Politica all’Università di Bari, dellasua limpida esistenza, resa struggentedalla scomparsa prematura, questo foglioaveva già parlato.Ora è la volta di riparlarne, perché sabato,19 maggio, nel liceo scientifico di Tricase,una cerimonia ad alto livello sia per le pre-senze sia per le testimonianze affettuosedi quanti furono insegnanti e compagni diEtta, ha celebrato la decisione di dedicarealla sua memoria l’aula che Etta, adole-scente, frequentò per i cinque anni diliceo.Scriviamo e ci commoviamo. Perché nonaltro che commovente è lo spettacolo dellaVita in lotta con la Morte, in lotta cioè conl’evento ultimo e irreversibile.Un duello impari, perduto in partenza, senon fosse per quella risorsa esclusiva dellaspecie umana, che si chiama memoria sto-rica, ricordo.E che sbaraglia l’impossibile. Perché fa sìche la persona scomparsa non scompaiamai del tutto.Risonano attorno a questo tema le note su-blimi del Carme foscoliano. La commo-zione aumenta. E fa splendere quel toccodi nobile sentire presente nell’iniziativadel direttivo, consiglio docenti, e perso-nale tutto del liceo scientifico di Tricase.Bravi tutti. La vostra scelta gratifica la fa-miglia di Etta; e costituisce alto valoreeducativo per gli alunni presenti e futuridell’Istituto.

Bianca Paris

N.B. qui di seguito ci piace riportare,anche in rappresentanza di tutte le altre, latestimonianza alla memoria di Etta, resadalla prof. Erminia Santacroce, che laebbe alunna.

Perché questa targa.La memoria è te-soro e custode ditutte le cose, scri-veva Cicerone, fon-damentale è lamemoria nei luoghiche hanno raccon-tato e continuano araccontare tantevite, fondamentale èche di alcune di esse, precocemente spez-zate nel momento in cui si realizzava com-piutamente un progetto di vita, di lavoro,di studio, rimanga indelebile traccia. Levestigia di un comune passato gloriososono sempre state orgogliosamente consi-derate patrimonio culturale, storico pertutti. “A egregie cose” hanno sempre in-nalzato gli animi. Le scuole di prestigio,di chiara ed antica fama, hanno testimo-nianze tangibili di allievi e maestri, fulgidiesempi per tutti gli alunni. Oggi siamoriuniti qui perché di Etta rimanga il ri-cordo nella sua scuola e la presenza deisuoi compagni e dei suoi professori è te-stimonianza che non muore chi continuaa vivere attraverso il ricordo di chi le havoluto bene, di chi l’ha stimata ed apprez-zata. Noi tutti che abbiamo tanto deside-rato che arrivasse questo momentosperiamo che gli alunni di questa scuolache è stata sempre la scuola di eccellenzadel territorio, il liceo per antonomasia, eche ha formato professionisti che si sonoaffermati in tutti i campi del sapere, ritro-vino, insieme ai loro professori, l’orgogliodi appartenere a questo liceo sentito nellegenerazioni che li hanno preceduti. Spe-riamo che i giovani che attraversano edattraverseranno questi corridoi nella sta-gione più bella della loro vita sappianotrarre esempio da Etta e siano consape-voli che l’impegno di studio, la serietà, ilrigore della conoscenza pagano sempre.Solo in questo modo si possono raggiun-gere risultati sempre più prestigiosi con-servando però, come Etta, il profilo bassodi chi sa volare alto.

ALLICEO SCIENTIFICO DI TRICASEUNACERIMONIADARICORDARE

Nei piccoli centri si sa tutto di tutti? Forse finoa ieri, oggi non più. Quel raggio di informa-zione, capace di arrivare in un lampo ai con-fini del mondo, quando si tratta di notiziebelle, non supera il cortile di casa. Un bel pa-radosso.È quello che è accaduto alla “Scuola di For-mazione Estetica”.Le sorelle Cazzato la fondarono un anno fa, invia S. Lucia n 9, vale a dire nel centro del centro.E chi lo sapeva? Nessuno, a parte gli interes-sati. E invece son cose da divulgare, perché lasocietà non è divisa in compartimenti-stagno.Il benessere, grande o piccolo, prodotto ad est,si diffonde per tutti i poli, si moltiplica stimolaidee muove scuote la palude delle sterili la-gnanze.Quando poi si tratta di scuola, è scontato chel’iniziativa merita il tappeto rosso.Perché i saperi sono tanti e ognuno di essi rap-presenta un valore. Senza esclusione.E figuriamoci se non lo è l’estetica, che nelpensiero moderno è la filosofia dell’Arte e delBello, ossia di tutto ciò che trascende l’opacità ladissonanza il deforme. E fa spazio alla luce aicolori all’armonia all’ossigeno dell’anima.Ora, è scontato che essere belli dentro è in as-soluto la cosa più bella. Ma esserlo anche in

superficie non è affatto un dettaglio. È loscatto che, primo, illumina la stessa bellezzainteriore. Secondo, facilita l’esistenza, a co-minciare dalla ricerca del lavoro. Ben lo sa-peva la grande poetessa greca Saffo che,avendolo provato sulla propria pelle, giunseall’amara conclusione che “virtù non luce indisadorno ammanto”.Da allora è trascorso un mare di secoli, venti-quattro per la precisione, ma quel verso non

ha perso né fascino né veridicità.È da sottoscrivere e da prendere come esorta-zione a…frequentare i laboratori di estetica.Da tempo, per la verità, igiene alimentazioneginnastica cosmesi fanno a gara a chi com-pensa meglio certe avarizie di Madre Natura;e ne esalta le generosità.I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Mainella storia l’aspetto della gente, presa nel suocomplesso, è stato così gradevole come lo è

ai nostri giorni.Quanta parte di questo fulgore è genuina?E chisseneimporta? Se mani sapientissime rie-scono a far fiorire in giro un pizzico di armo-nia in più, il vantaggio è generale. E tantobasta per incitarle a fare di più.Quelle mani, tanto abili, lavorano e non sanno(ma forse lo sanno perfettamente) che ciò cheproducono è un gran bene, e non solo per l’ap-parenza. E’ un gran bene anche per l’equilibriointeriore, per lo stare in pace con sè stessi. Senzadi cui non si può essere generosi con gli altri.Naturalmente il lavoro deve essere al top.Deve essere a regola d’arte. L’improvvisa-zione non paga.Di qui la necessità di una scuola seria, che tra-smetta i segreti del mestiere con competenzae con etica professionale.La scuola di estetica, in Tiggiano, quelle qua-lità le possiede di certo.La conferma sta nel crescita continua degli ap-prendisti: operatrici estetiche, e truccatori tea-trali (la scuola è attrezzata a curare entrambele professionalità).Per info 0833.543880 - 392.2963987. Sitoweb: www.esteticacazzato.it.Dunque auguri e ancora auguri a tutti (inse-gnanti e apprendisti) dalla Redazione.

QUANDO LE BELLE INIZIATIVE NASCONO, VANNO DIVULGATE

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 9

PARCO NATURALE OTRANTO - S.M. DI LEUCAa cura di M. Maddalena Bitonti

Dinuovo conio presso la sede del Parcodello “sportello PSR” deputato a for-

nire tutte le informazioni sui bandi relativiai programmi di sviluppo rurale della Re-gione Puglia. Il servizio, affidato ad unesperto in riforestazione, sarà attivo ognimercoledì pomeriggio sino a fine giugno(data in cui scadranno i bandi attualmentein corso) e si riattiverà ad ogni nuovobando. Diversificazione delle produzioniagricole, spostamento degli assi di inter-vento per supportare scelte imprenditoriali,allocazione commerciale delle produzioni,integrazione dei fondi e attrattività dellearee rurali sono la chiave di volta degli in-

terventi messi a fuoco dai bandi in corso.Attualmente le misure previste sono rivolteall’imboschimento dei terreni agricoli e im-boschimento di superfici non agricole.Come evidenzia il presidente del Parco, ing.Nicola Panico, “la nostra, è un’area pro-tetta a forte vocazione agricola; anche allaluce dell’attuale congiuntura economica,puntiamo molto sulla valorizzazione e sullaqualità delle risorse del territorio in parti-colare sull’agroalimentare proveniente daproduzione biologica. L’istituzione dellosportello PSR mira al coinvolgimento deglioperatori di settore per dare slancio alle ini-ziative che si inseriscono in questa logica”.

Nel cuore del Parco Naturale Regio-nale “Costa Otranto Santa Maria

di Leuca, bosco di Tricase”, giornate digran fascino tra natura ed arte. Il 12 e il13 maggio infatti, si è rinnovato l’appun-tamento con “Ville in festa” 2012, a cele-brare le bellezze di casa nostra: perl’occasione attraverso l’apertura dei giar-dini e delle ville storiche di Santa Maria diLeuca, sono tornate a vivere costumi e tra-dizioni, antichi mestieri, sapori dimenticatie musiche rievocative in un tripudio difiori e allestimenti artistici. L’evento, nellegiornate di sabato e domenica, ha sottoli-neato l’importanza di Valori fondamen-tali quali il Bello e la Cultura per unariconsiderazione in chiave responsabile delnostro immenso patrimonio.A enfatizzare l’aspetto naturalistico dello“scrigno” chiamato Salento, uno spaziodedicato al Parco Naturale Regionale“Costa Otranto Santa Maria di Leuca,bosco di Tricase”. Come ha sottolineatoil Presidente dell’Ente, ing. Nicola Pa-nico, “l’evento ‘ville in festa’costituisce ilcontenitore ideale per presentare le bel-lezze della nostra area protetta: una sim-

biosi eccellente di beni culturali e am-bientali. Tutto questo, in linea con la pro-grammazione dell’Ente, che punta moltosulla valorizzazione e promozione del ter-ritorio e delle sue risorse. Un caso pertutti, il progetto di SAC ‘Porta d’Oriente’,finanziato dalla Regione Puglia: esempiotangibile di come si possa coniugare cul-tura ed ambiente, con la creazionedi nuovi servizi tesi a migliorare e pro-muovere la fruizione di tali risorse.”

Lo Sportello agricolo del Parco, conl’organizzazione del CEA di An-

drano, propone una serie di incontri e la-boratori per principianti apicoltori. Nellastupenda cornice di Torre Lupo, con l’omo-nimoApiario didattico, si sono svolte le le-zioni pratiche mentre nel Castello diAndrano si sono tenute le lezioni teorichecon video presentazioni e filmati autopro-

dotti in anni di osservazione e attività api-stiche. Una iniziativa che è tornata puntualea portare un contributo importante alla so-stenibilità e alla valorizzazione di nuovi me-stieri e produzioni biologiche.Durante il corso non sono mancati, i labo-

ratori didattici a diretto contatto delle api,rivolto ai corsisti già pronti a intraprenderela nobile arte di allevare le api e a quanti de-siderano aggiungersi alle decine di neo api-coltori (hobbisti e non) che nelle precedentiedizioni hanno avuto l’orgoglio ed il piaceredi essere formati ed istruiti sulla gestioneautonoma dell’alveare. Diventando arteficidi un piccolo ma significativo mondo, con-tribuendo all’incremento delle popolazionidi Apis mellifera.L’ultima lezione aperta al pubblico con ilprelievo dei favi dall’alveare ed estrazionedel miele offerto ai presenti da solo o sufette biscottate è iniziata all’apiario didat-tico di Torre Lupo, domenica 3 giugno alle9,30 e si è conclusa con il conferimento daparte del presidente del Parco, ing. NicolaPanico, degli attestati di partecipazione edelle tute di apicoltore a quanti hanno se-guito i percorsi didattici di questa eccel-lenza naturale del parco.Un mondo ricco di api è un mondo riccodi biodiversità; un mondo ricco di biodi-versità è un mondo ricco per il palato!

SEMINARI E LABORATORISULL’ARTE DI ALLEVARE LEAPI

Sesta edizione dell’appuntamento con l’apicoltura biologica nel Parco Naturale“Costa Otranto - S.M. di Leuca e Bosco di Tricase”

Ville in festa

SPORTELLO PER LO SVILUPPO RURALE:TUTTE LE INFORMAZIONI SUI NUOVI BANDI

L’Earth Day, anche quest’anno, il 17aprile ha posto sotto i riflettori la situa-zione ecologica del nostro Pianeta, indi-spensabile per riflettere e fare il puntodella situazione. L’obiettivo della Gior-nata Mondiale della Terra mira a mobili-tate tutti, nessuno escluso, per dire in corouna sola cosa: la Terra non aspetta!Il Comune di Tiggiano in prossimità diquesta ricorrenza, da qualche anno orga-nizza la “Giornata Ecologica”. Que-st’anno si è svolta il 29 aprile, e hainteressato l’intero contado tiggianese.Le nostre campagne sono particolarmentesuggestive, le tracce visibili di un passatoremoto ricco di cultura contadina e nonsolo, affascinano i residenti ma ancor piùi visitatori, alcuni dei quali scelgono disoggiornarvi per lunghi periodi, e sognanodi trasferire definitivamente la loro resi-denza.Purtroppo questi nostri beni storico-cultu-rali paesaggistici e anche economici digrande pregio, rischiano di finire sepoltidall’incuria e dall’inciviltà di molti, solitia utilizzare gli spazi periferici per abban-

donare ogni sorta di rifiuti.L’iniziativa, che prevede la pulizia del ter-ritorio comunale, è rivolta a tutta la citta-dinanza e soprattutto alle Associazioni divolontariato, alcune completamente lati-tanti, nonostante i propri statuti preve-dano: salvaguardia ambientale,promozione sociale, tutela della salute,promozione culturale ed economica-im-prenditoriale, ecc. tutte finalità a dir poconobili e produttive.Lusinghiera è stata la partecipazione mas-siccia degli adolescenti, segnale positivoper il loro futuro. I ragazzi hanno com-preso che pulire il territorio del proprioComune è come pulire il cortile della pro-pria casa, perché gli spazi comuni e l’ar-redo urbano sono in egual misura di ognicittadino. Nel contempo i ragazzi hannoacquisito la consapevolezza del fatto cheridurre i rifiuti è il primo passo del doveredi salvaguardare la salute della natura edel mondo.In futuro contiamo di organizzare dei la-boratori didattici finalizzati al riutilizzodei rifiuti.

La “giornata Ecologica” del 29 aprile2012 si è conclusa nel tardo pomeriggionel giardino del palazzo comunale conuna allegra grigliata e giochi collettivi im-provvisati da ragazzi e adulti. Abbiamo fi-ducia che l’appuntamento della prossima“Giornata Ecologica” risulterà più riccaper nuove iniziative e partecipazione piùmassiccia.

Si spera che in futuro l’iniziativa di rac-colta dei rifiuti abbandonati che alcuniComuni dell’Unione Terra di Leuca or-ganizzano individualmente venga fissatanella stessa giornata. Se ne avvantaggeràlo spirito collettivo di partecipazione.

Ippazio Martella

GIORNATAMONDIALE DELLATERRA

Il Sindaco con un gruppo di volontariall’opera in località Matine

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 12

Adeline Virginia Stephen nasce aLondra il 25 gennaio del 1882.

Settima di otto fratelli, riceve un’ottimaistruzione, stimolata dall’ambiente coltoe raffinato della sua famiglia e seguita inparticolar modo dalla madre.Assieme al fratello Thoby si appassionaalla letteratura. Grazie a lui incontrerà ilsuo futuro marito, Leonard Woolf, al-l’epoca studente a Cambridge.Nel 1895, la perdita improvvisa dellamadre getta Virginia in uno stato depres-sivo e precipita l’intera famiglia nel caos.L’autoritarismo del padre, le incompren-sioni tra i fratelli, il matrimonio e quindila morte prematura della sorella mag-giore, Stella, accrescono l’angoscia diVirginia. Questo primo periodo trava-gliato si protrae fino al 1904, allorchéviene a mancare anche il padre.I fratelli Stephen si trasferiscono al n. 46di Gordon Square, Bloomsbury, che di-viene presto un circolo di intellettuali edartisti.Virginia si avvicina al movimento delle“suffragette”, insegna ai corsi serali perle giovani operaie londinesi e pubblica iprimi articoli di critica letteraria.Nel 1912 sposa il giornalista LeonardWoolf. Incoraggiata dal marito, pubblica

nel 1915 il suoprimo romanzo,“La crociera”.Nel 1917 i Woolf comprano una piccolacasa editrice, la “Hogarth Press“, chefarà conoscere ai lettori inglesi numerosiscrittori stranieri, tra cui Freud, Rilke,Svevo, Gorki. Del 1922 è la sua primanovella sperimentale, “La camera diJacob”.Tra il ‘25 e il ‘27 dà alle stampe i suoi ca-polavori: “Mrs. Dalloway” e “Gita alfaro”. Dal sentimento amoroso per la poe-tessa Vita Sackville-West, conosciuta nel1922, nasce nel 1928 il romanzo “Or-lando”.Con “Una stanza tutta per sé”, di espli-cita ispirazione femminista, Virginia af-fronta il tema della marginalizzazionedelle donne.Le sue ossessioni di sempre, la pauradella morte e della solitudine, tornano atormentarla nel 1931 allorché scrive “Leonde”.Seguono anni difficili, con sullo sfondol’ascesa dei totalitarismi in Europa, l’an-tisemitismo dilagante (il marito è ebreodi origine), anni ed accadimenti che acui-scono il suo disagio psichico e che la con-durranno alla morte, suicida, nel 1941.

Protagoniste della storia

A cura di Emanuele MartellaVIRGINIAWOOLF

BBaassttaa uunn ssooffffiioo

È caduto il silenzioed è tardi per tutto.Le mie parole

sono bolle d’aria.S’innalzano nel cielosenza prendere il vento.

Basta un soffioe inevitabilmente

si sciolgono in pianto.

Effina Cazzato Esposito

È così; il lascito del tempo è questo.Tuttavia, non sempre le lacrime sono amare.Quando scivolano nel pianto liberatorio del tramonto, portano con sé la dolcezzadel ricordo dell’Aurora.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mio fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio;

e il naufragar mi è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

LL’’iinnffiinniittoo

Ecco qui uno dei “Piccoli Idilli” verticedella poesia grande di Leopardi.

Magia allo stato puro.Quindici endecasillabi che senza l’ombradi intrusioni intellettualistiche né abban-doni mistici, danno vita e all’idea dell’Il-limitato e alla tensione dell’anima versol’Infinito.Roba che matematica fisica astronomia,messe insieme, con i loro calcoli ed ag-geggi superlativi, manco si sognano.Ora si provi a rileggere questi versi mira-bili in una ristampa bella, ma con una (di-cesi una) virgola nel posto sbagliato.L’incanto sparirà all’istante.Perché la Poesia non è la Prosa. Se questadopo l’intoppo, recupera il senso e tornagagliarda; la Poesia, creatura fragilissima,non si rialza più. Uno scempio per i capo-lavori. Ma una brutalità anche per le crea-zioni che, pur distanti dalle vette, hanno

la loro grazia: sono capaci di aprire var-chi nella banalità del quotidiano, e farvicircolare un po’ di ossigeno per lo spirito.Una virgola o, peggio, una parola sosti-tuita la uccide.È quello che una mia imperdonabile svistaha combinato nella trascrizione di alcuniversi della mia amica Effina. Quel che sidice, l’effetto di un orso nella cristalliera.Sono consapevole che l’aver provveduto ealla trascrizione corretta e a questa nota-rella, non compensa affatto il danno pro-dotto. E tuttavia anche gli errori servono aqualcosa: accentuano la bellezza dellecose fatte bene. (E nel caso di Effina lesue opere belle sono tante).È l’eterna funzione dell’ombra; senza diessa, non ci accorgeremmo della luce.

Bianca Paris

Anche quest’anno, ogni contribuentepotrà decidere di destinare una quota

delle proprie imposte a favore di una or-ganizzazione senza scopo di lucro.Lo possono fare tutti i contribuenti cheversano l’IRPEF, la scelta come già sa-pete non comporterà nessun costo ag-giuntivo.Al momento della dichiarazione dei red-diti è sufficiente mettere nello spazio pre-disposto la propria firma e il codicefiscale dell’Associazione Pro Loco a cuidestinare il 5 per mille. Questi contributipossono essere destinati soltanto alle As-sociazioni non lucrative con finalità so-ciali che abbiano determinati requisiti eche siano iscritte ad un apposito albo. LaPro Loco di Tiggiano è tra queste.

Il tuo sostegno alle nostre attività è pernoi un bene prezioso, a nome della ProLoco e di 39° Parallelo grazie di cuore.Nella tua dichiarazione dei redditi indicaquesto codice fiscale:

90001500751

IL 5 PER MILLEALLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 7

Tra le iniziative promosse dall’Associa-zione imprenditoriale ASSOIMPRESE

TERRE DI LEUCA in collaborazione conl’Amministrazione Comunale, il convegnodal tema “B&B e impresa-turismo. Il turi-smo nuova frontiera dell’occupazione edell’economia locale. Strategie, opportu-nità ed esperienze di successo”, tenutosi il17 maggio scorso presso la sala conferenzedel Comune di Tiggiano. Dopo l’incontrosul “lavoro del futuro”, organizzato conl’Istituto Comprensivo e rivolto ai ragazzidelle Medie e ai loro genitori, e il succes-sivo convegno-dibattito sull’IMU, gioia edolore dei contribuenti italiani, l’Associa-zione nata poco più di un anno fa ha af-frontato il tema del turismo comepossibilità imprenditoriale per chi è in cercadi lavoro in un territorio, quale il nostro, adalta vocazione turistica. Tra gli intervenutiil Dott. Maurizio Antonazzo, consulente delGAL Capo Santa Maria di Leuca, ha sotto-lineato l’importanza di fare turismo pun-tando alla qualità dei servizi e a unamaggiore attenzione per il territorio e l’am-biente. La specificità di un posto, le sue ca-ratteristiche uniche e irriproducibili altrovelo rendono luogo ideale per una vacanza. Ea fare la differenza è sempre la qualità,tanto che, dalle statistiche sul gradimentodella vacanza, per recuperare un giudizionegativo provocato da un disagio o da undisservizio sembra che occorrano dodicigiudizi positivi. E questo la dice lunga.Così, deleteria si rivela l’improvvisazione,quel fare approssimativo per cui, specie inagosto, in men che non si dica qualsiasi abi-tazione si trasforma in Casa per ferie aprezzi stellari, pensando, così facendo, di‘aiutare’ il Turismo nel Salento mentre, ilpiù delle volte, rischiamo la classica figu-raccia che poi… ce ne vuole a recupe-rarla… In ogni caso, chi volesse lavorarenel turismo, come in ogni settore, deve cre-derci facendo buon uso dello spirito d’ini-ziativa, deve avere la passione per la nostraterra e le sue tipicità, senza necessariamenteaspettare di attingere a finanziamenti o con-tributi che, una volta esauriti, abbattono

Come accade già da alcuni anni, negliAtenei italiani vengono discusse delle

tesi di laurea dedicate alle attività dei pro-getti realizzati dal GAL Capo S. Maria diLeuca.Presso la Facoltà di Scienze Politiche del-l’Università degli Studi di Teramo è statadiscussa la Tesi di Laurea in Sociologia delTurismo dal titolo: “Le Nuove Tendenzedel Turismo e gli Alberghi Diffusi: il CasoSpecchia” presentata, nell’ambito delCorso di Laurea in Scienze del TurismoCulturale, dalla Dott.ssa Melania SA-NAPO, la quale ha avuto come relatore laProf.ssa Consuelo DIODATI.Nella sua tesi, la Dott.ssa SANAPO, dopo

aver analizzato il binomio “Turismo e au-tenticità”, approfondendo gli effetti del tu-rismo, la ricerca di autenticità el’importanza del centro storico, si è soffer-mata sulle nuove spinte emozionali del tu-rista moderno in visita nel Salentoattraverso l’analisi del territorio di riferi-mento, i suoi aspetti, il punto di vista deituristi e la governance delle politiche lo-cali.Buona parte dell’elaborato è dedicato alsuccesso dell’Albergo Diffuso: il caso diSpecchia, una delle nuove tendenze del tu-rismo ricettivo, che ha permesso ad un pic-colo borgo di implementare l’ospitalitàdiffusa, grazie anche ai mass media, rive-latesi uno dei fattori di successo. Un pro-getto, realizzato a partire a metà degli anni’90, grazie al contributo finanziario delProgramma L.E.A.D.E.R. dell’ausilio delG.A.L. Capo S. Maria di Leuca, attraversola riqualificazione e valorizzazione di al-cune abitazioni del borgo antico.Presso la Facoltà di Lettere e Filosofiadella Mater Studiorum - Università di Bo-logna è stata discussa la Tesi di Laurea in

Sistemi Urbani dal titolo: “Il Sud Salentoe il Parco Naturale Regionale Litorale diUgento: Progetti per lo Sviluppo Sosteni-bile” presentata, nell’ambito del Corso diLaurea Magistrale in Geografia e ProcessiTerritoriali, dal Dott. Fabrizio PER-ROTTA, il quale ha avuto come relatore ilProf. Marzia MARCHI con Correlatore ilProf. Marco SETTI.Nella sua tesi, il Dott. Perrotta, dopo averdescritto l’inquadramento storico-geogra-fico e il sistema socio-economico del SudSalento ha analizzato lo Sviluppo Locale,tra sostenibilità e Parchi Naturali, attra-verso le capacità e le risorse di città e ter-ritori, le politiche regionali e territorialidell’Unione Europea, gli scopi e l’evolu-zione del Programma INTERREG sul ter-ritorio; le strategie di sviluppo localedell’Unione Europea nell’ambito del Pro-gramma URBAN. Con particolare atten-zione ai progetti per lo sviluppo ruralerealizzati nell’ambito del ProgrammaLEADER dal GAL Capo S. Maria diLeuca, evidenziando il progetto dell’Al-bergo Diffuso di Specchia e le politiche di

sviluppo locale nelMezzogiorno e nelSud Salento, conclu-dendo il capitolo esa-minando lo sviluppolocale e i Parchi.Il laureando successi-vamente è passato adesaminare il Parco Na-turale Regionale diUgento, analizzando laLegislazione comuni-taria, nazionale e regionale delle aree pro-tette, l’iter istitutivo del Parco NaturaleLitorale di Ugento e la zonizzazione e usodel suolo relativamente alla gestione delparco per lo sviluppo locale. Nel prosieguodell’elaborato, il Dott. Perrotta ha illustratodelle proposte e progetti per la gestione delParco, analizzando gli elementi per il pianodi marketing territoriale e le caratteristicheterritoriali, identificando la missione e gliobiettivi strategici ed il potenziamento del-l’offerta territoriale.

TERRA DEI DUE MARI NEWS Maurizio Antonazzo

IL TURISMO RISORSA PER L’OCCUPAZIONE E LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA LOCALESe n’è discusso in un convegno promosso da ASSOIMPRESE TERRE DI LEUCA e COMUNE DI TIGGIANO

di Maria Antonietta Martellaanche l’entusiasmo iniziale. Certoè che dobbiamo essere noi sa-lentini i primi a fare in modoche i turisti scelgano la ‘Finedel Mondo’ come luogo di va-canza, divenendo pienamenteconsapevoli del patrimoniostorico ed ambientale ancoranon pienamente compreso e valo-rizzato. E delle inaspettate potenzialitàinespresse ha parlato il Sindaco Ing. Ippa-zio Antonio Morciano ricordando quantosiano apprezzate le nostre tipicità territorialidagli stranieri, disposti a pagare qualsiasicifra purché possano vivere un’esperienza‘unica’. Molto interessante è stato pure l’interventodella Dott.ssa Federica Ricchiuto, presi-dente dell’Associazione Living Specchiache raccoglie un nutrito numero di opera-tori della ricettività e dell’accoglienza turi-stica di uno dei borghi più belli d’Italia.Portando l’esperienza dell’albergo diffusoin cui è stato trasformato il caratteristicocentro storico di Specchia, ha sottolineatoquanto sia vantaggioso lavorare insieme edi come una comune promozione territo-riale piuttosto che singoli interventi, inevi-tabilmente dia risultati migliori e forseimpensabili per un singolo imprenditore. Ladifficoltà sta proprio nella condivisione diun progetto comune, ma se si riesce a su-perare le divisioni e l’idea che tutti gli altrisono solo potenziali concorrenti si scopre ilvantaggio di lavorare in rete, come si diceoggi, in un sistema in cui servizi e soluzionidiversificati si integrano per una miglioreofferta turistica, e ai cui risultati alla finetutti hanno contribuito. Certo, aiuta moltol’innata predisposizione dei salentini al-l’accoglienza, dato che per secoli si sono al-lenati ad accogliere quanti approdavanosulle nostre coste non sempre con cattiveintenzioni, ma è di vitale importanza per losviluppo turistico del Salento la professio-nalità con cui questi servizi vengono ero-gati. Lo sforzo comune deve avere

l’obiettivo di far vivere un’espe-rienza di vacanza anche sulpiano emotivo, lasciando nel-l’ospite un ricordo piacevoledi quello che ha vissuto. Solocosì permetteremo alla ‘modaSalento’ di durare il più alungo possibile. Sulla stessa

lunghezza d’onda l’esperienzaraccontata dal Dott. Pierluigi Casciaro

dell’Associazione Vi.T.O. che conta tra gliassociati gli operatori turistici e ristoratoridi Vignacastrisi, un comune di appena 1500abitanti. Anche in questo caso la promo-zione collegiale di tutti gli operatori nelcorso degli anni ha dato risultati a dir pocoinsperati se fatta da un singolo B&B o agri-turismo. Non solo, il fatto di aver unitoanche economicamente le forze per soste-nere le spese della promozione di tutto ciòche il paese può offrire ha permesso di dareuna visibilità nazionale ed internazionale aun centro così piccolo, altrimenti impensa-bile. Per quanto concerne le richieste del mer-cato turistico dei prossimi anni il Dott. Pa-squale Stefanizzi ha affermato che sarà unturismo on demand, cioè su richiesta e alta-mente specializzato. Cina e India saranno inuovi mercati, dunque fondamentale saràper gli operatori la conoscenza delle lingue,almeno dell’inglese. Si svilupperà un grannumero di nicchie di mercato che esige-ranno vacanze a tema, attenzione per le at-tività sportive e del benessere psico-fisico,la sostenibilità ambientale delle strutture ri-cettive, le esperienze di viaggio irripetibiliperciò non di massa. Per fare tutto ciò bi-sogna, però, non dimenticare internet e lemoderne tecnologie, la nuova comunica-zione attraverso i social network che per-mette di condividere con altri l’esperienzadi viaggio e scambiare informazioni intempo reale, come pure la necessità dellaformazione per essere in grado di soddi-sfare le richieste dei turisti, qualitativa-mente sempre più esigenti. È intervenuto

anche Giovanni Nutricati dell’ANBBA diLecce.Tutti gli intervenuti hanno evidenziato l’im-portanza dell’immagine del territorio in ter-mini di decoro o di degrado, in quanto èquella che impressiona di più e che più restauna volta andati via. Pensiamo al piacere ditrascorrere le vacanze in un paesaggio dacartolina, dove gli spazi verdi sono curati eperfino le strade di campagna pulite e bentenute. Certo tutt’altro effetto avremmo sedurante la passeggiata ci imbattessimo incumuli di rifiuti, materassi e lavatrici comespesso accade lungo le nostre vie rurali!Questione di cultura, direte. Sarà vero, mauna volta preso atto che di cultura si tratta,ciascuno nel suo piccolo dovrebbe contri-buire al decoro generale. Come recitava lo spot pubblicitario qualchetempo fa: la città comincia appena fuori delcassonetto, così, pensando alla valorizza-zione spicciola del nostro territorio: il Sa-lento che i turisti vorrebbero vivere eportarsene un piacevole ricordo, cominciaappena fuori casa mia, il mio B&B, il mioristorante, ecc. E proprio le strutture cheoperano nel settore dovrebbero essere in

prima linea nel promuovere e sostenere ini-ziative in tal senso, senza fare il solito ap-pello ai servizi comunali o altri, che puredevono fare la loro parte. Insomma, di lavoro da fare ce n’è, ma conla collaborazione di tutti il territorio salen-tino potrebbe dare davvero opportunità la-vorative a molti solo se riuscissimo avalorizzare quello che abbiamo e a ven-derlo nel modo migliore.

TESI DI LAUREA DEDICATE AI PROGETTI DEL GAL

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 5

6 maggio 2012. Una bella domenica di sole,una piazza piena di gente, sport e voglia distare insieme. Questi sono stati gli ingre-dienti della trentunesima edizione dellaStraTiggiano, la marcialonga che ognianno, nello stesso periodo, viene organiz-zata dalla Pro Loco quasi a voler inaugurarela stagione delle attività estive che l’Asso-ciazione promuoverà nei mesi successivi.La manifestazione ha visto la partecipa-zione non solo dei cittadini, ma anche di ra-gazzi e ragazze, uomini e donne dei paesilimitrofi che hanno risposto con entusiasmoall’invito a condividere una giornata capacedi coniugare sano spirito agonistico e di-vertimento.I partecipanti sono stati ben 90, di cui 60uomini e 30 donne, con un’alta partecipa-zione dei più piccoli ed una crescita sensi-bile degli amatori; tutti si sono ritrovati apartire dalle ore 8,00 in Piazza Cuti per sot-toporsi alla procedura di iscrizione alle di-verse categorie previste da regolamento eindividuate in base all’età e al sesso dei par-tecipanti; per ogni categoria è stato studiatoun determinato percorso compatibile con lecaratteristiche anagrafiche e con il livello diallenamento fisico degli iscritti. Terminatal’operazione di iscrizione, i presentatori uf-ficiali della manifestazione, i soci RaulZocco e Pino Varratta, hanno dato il viaalla gara dei “pulcini”, dei piccoli nati dopoil 2006; con grande entusiasmo i piccoliatleti hanno percorso il tragitto più breveprevisto dalla gara assieme all’aiuto dei ge-nitori e sotto la supervisione dei Vigili Ur-bani e degli addetti alla Protezione Civileche hanno garantito, con la loro presenza,la sicurezza delle strade e l’ordine pubblicodurante tutta la manifestazione. Arrivati altraguardo i pulcini, si è dato il via a tutte lealtre gare; durante il tragitto, previsti varipunti di ristoro e caramelle per i più piccoli.I risultati finali delle gare sono stati i se-guenti:PULCINI UNICA: 1° Martella Giorgio; 2°D’Amico Chiara;ESORDIENTI MASCHI: 1° Lollo Giu-seppe; 2° Protopapa Ippazio; 3° De GiorgiLorenzoESORDIENTI FEMMINE: 1° PiscopielloLaura; 2° Martella Chiara; 3° D’AmicoMarta

RAGAZZI: 1° Primoceri Lorenzo; 2° Ta-gliaferro Giordano; 3° Piscopiello CosimoRAGAZZE: 1° Rizzo Aurora; 2° SchirinziMarianela; 3° Protopapa AdaCADETTI: 1° Ardito Stefano; 2° MartellaEmanueleCADETTE: 1° Ricchiuto Lorena; 2° Si-mone Camilla; 3° Nuccio FedericaALLIEVE: 1° De Filippis DanielaUOMINI AMATORIALE: 1° GhionnaRocco; 2° Vanotti Fabrizio; 3° Alessio Da-niloDONNE AMATORIALE: 1° CrispinoAnna Lucia; 2° Luca Roberta; 3° MorcianoGina/Negro Anna LisaDONNE: 1° Callai Pina; 2° Rizzo MinaUOMINI ASSOLUTI: 1° Martella Maste-wal; 2° Zocco Roberto; 3° Leone RobertoNessun partecipante, purtroppo, nella cate-goria Allievi, per cui si spera che l’annoprossimo i sedicenni accorrano numerosi aquesto appuntamento.A fine gara, grande festa per la premiazione,con la gioia e la vivacità incontenibile deipiù piccoli, premiati con medaglie, e conpremi per i grandi più o meno “ufficiali”,come i classici trofei affiancati a bottiglie divino e vassoi di pasticcini; per finire, spu-mante per tutti, foto di gruppo e grandi sor-risi in una giornata che ci ha ricordatoquanto sia bello e importante far parte e sen-tirsi parte integrante di questa comunità.Ma la riuscita di una manifestazione comequesta, non può che essere dovuta all’aiutodi tutti quelli che hanno contribuito a ren-derla possibile: si ringrazia per questo loSponsor Ufficiale della manifestazione“Sport Time” sempre presente e disponibilea sostenere queste iniziative, Imago e Va-notti Carburanti, il Servizio Ambulanza diOrchidea di Nuccio Carlo e di Ikebana diDe Francesco Rocco, Antonio Marzo peraver garantito un valido punto di refrigerioe infine il Dott. Franco Martella per esserestato presente ed aver garantito l’assistenzamedica durante il corso di tutta la manife-stazione.La StraTiggiano si è confermata, dunque,un appuntamento classico, atteso da grandie piccini; una festa, una condivisione di va-lori positivi che dovrebbe sempre caratte-rizzare giornate come queste e checostituisce lo SPORT come piace a noi!

Grandi cambiamenti per la nostra ProLoco in questo 2012. Una prima, im-

portante novità è sicuramente rappresen-tata dal rinnovo del Direttivo avvenuto il24 aprile presso i locali comunali; tutti isoci, regolarmente convocati, hanno vo-tato e scelto i componenti nell’ambitodelle elezioni dei nuovi comitati delle ProLoco a tutti livelli da quello locale aquello nazionale.I risultati del voto hanno delineato ilnuovo Direttivo che resterà in carica per iprossimi 4 anni; accanto alla conferma dipersone dall’esperienza ormai consolidatacome Massimo Alessio (Presidenteuscente, riconfermato nella carica), Ippa-zio Morciano (eletto vice-Presidente),Leonardo Martella, Luigi Baglivo e LuigiRicchiuto, c’è stato l’ingresso di nuovicomponenti quali Manuela Zuccalà, giàconosciuta per il meritevole contributoprestato all’Associazione durante l’anno

del Servizio Civile, Mimma Piscopiello eAmedeo Martella con la carica di segre-tario esterno. Per il collegio dei Revisori dei Conti sonostati eletti Genesio Bleve, Luigi Martellae Alfredo Ottobre; per il Collegio dei Pro-biviri Giovanni Bleve, Mario Martella eFrancesco Martella.Una composizione, questa, che rispecchiagli obiettivi che il Comitato si prefigge direalizzare durate la durata del mandato edil cui raggiungimento richiederà la giustaunione tra l’esperienza di chi ha già pre-stato la propria opera all’interno dell’As-sociazione e l’entusiasmo di chi vi entra afar parte per la prima volta!Il nuovo Direttivo lavorerà in un’ottica dicontinuità con il passato, di cui condividela finalità di valorizzazione del territorioe del senso di comunità che sono stati per-seguiti e certamente raggiunti dal prece-dente Comitato anche grazie all’impegnoprestato dai componenti uscenti RobertoOttobre, Giuseppe Ricchiuto e Silvia Sera-fino cui va un saluto ed un sincero ringra-ziamento per quanto dato alla Pro Loco.Ma non mancano nuove sfide che l’Asso-ciazione ha deciso di accettare e nuoviprogrammi che rappresentano la secondagrande novità di quest’anno; tra tutte, lapartecipazione al progetto “Bollenti Spi-riti” finanziato dalla Regione Puglia cheporterà alla realizzazione di un laborato-rio urbano nell’ambito di un programmatriennale di attività in collaborazione coni laboratori di Corsano e di Salve. Un pro-getto, questo, bello ma particolarmente

“StraTiggiano” 2012SPORT PER TUTTI PRO LOCO: QUANTE NOVITA’

impegnativo che richiederà grande impe-gno da parte di tutti ma che, siamo sicuri,darà i suoi frutti e grande soddisfazioneper le opportunità che sarà in grado dicreare sul nostro territorio.Infine, la terza grande novità è costituitadalla nuova sede operativa della ProLoco, che a breve si trasferirà da PiazzaRoma a Piazza Castello presso i localiche furono della vecchia “Casa Comu-nale”; una sede centralissima, nuova perla Pro Loco ma che tutti ricordano comecentro delle istituzioni tiggianesi in unpassato non troppo remoto. Una sede,dunque, che è un po’ l’emblema di questaPro Loco targata 2012: sguardo al futuronel pieno rispetto delle tradizioni e delpassato locale.Il nuovo Comitato si è comunque giàmesso a lavoro per programmare e met-tere in cantiere alcune attività previste peri prossimi mesi: ancora da definire la data

per la giornata dedicata alla visita guidataa Lecce mentre già definite le date per ilviaggio organizzato in Trentino nell’ultimasettimana del mese di agosto e per il Tor-neo delle Associazioni del mese di Agosto.Non resta che fare un grande in bocca allupo a tutte le persone coinvolte per que-sti quattro anni e che l’avventura abbiainizio!

PERIODICO DELLA PRO LOCO - TIGGIANO

Sede: Piazza Castello - 73030 Tiggiano (Le)Reg. Tribunale di Lecce n. 775/2001 reg. stampa

Direttore editoriale:Bianca Paris

Coordinatore redazionale:Ippazio Martella

Redazione:Massimo Alessio, Concettina Chiarello,

Maria Antonietta Martella

Direttore responsabile:Antonio Silvestri

Collaboratori: Alfredo De Giuseppe, Giorgio Serafino, Maddalena Bitonti, Emanuele Martella, Luca Musio, Luigi Maria Guicciardi,

Maurizio Antonazzo, Giacomo Cazzato, Francesco Fersini

Foto Archivio Pro Loco (salvo diverse indicazioni)La collaborazione sotto qualsiasi forma è gratuitaGli articoli ricevuti e pubblicati possono non seguire

la linea editoriale del giornale

Per informazioni: tel. 0833.531651

Grafica e Stampa:Imago Pubblicità - Tricase 0833.784262

Chiuso in tipografia il 7 giugno 2012

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 3

di Concettina Chiarello

Carissima;ti scrivo non tanto, per sottrarti ai tarli deivecchi cassetti di legno d’ulivo: non ce n’èbisogno e dal momento che nonostantesiamo nell’era delle tecnologie avanzate tucontinui a dominare incontrastata la storiadella scrittura, quanto per lodarti pubblica-mente.Sembra ieri che, vestita di tricolore e mu-nita di un lucido pennino, venivi intinta nelliquido nerastro di un calamaio “croce” deiquaderni degli scolari diligenti. Non c’era foglio di carta asciuga più nuovoche fosse capace di sorbire, d’un fiato, l’in-chiostro che la distrazione degli autori la-sciava cadere sulla pagina giallastra delquadernetto con i bordi rossi e la foderanera. Neanche la maestra più indulgentepoteva ignorare quella sorta di scuro e ten-tacolare scarabocchio che pregiudicava lavalutazione del dettato, o del compito dibella scrittura, dei conticini in riga o delleoperazioni in colonna. A proposito di foderina nera! Ricordiquando terminato il quaderno, la usavamoper ritagliare le sagome delle rondini a pri-mavera e tu ne seguivi i contorni indu-giando nell’incavo delle ali? Erano altritempi! Tutto all’insegna del risparmio per-fino le toppe rammendate sulle manichedei grembiuli degli scolari lo testimonia-vano!All’epoca venivi custodita, come reliquia,negli astucci segnati dal tempo e dalle ge-nerazioni che, unti d’olio e scrostati, rac-chiudevano ogni sorta di segreto: i 10pennini di riserva comprati a 5£ nel nego-zio di generi alimentari, il lapis ridottis-simo che non si poteva neanche stringerefra le dita, un pezzo di gomma che venivainumidito con la saliva per cancellare glierrori ed infine, anche, i sassi tondi e levi-gati per la partita con le amiche all’uscitadi scuola. Quella gomma che non di rado, dopoaverla bagnata in modo esagerato e passatain fretta sul rigo, bucava irrimediabilmentela pagina. Le lacrime e le ansie degli sco-lari si placavano dopo il permesso implo-rato, ma non sempre ottenuto, a ricopiareil compito, pena uno zero tondo e sottoli-neato.Sul tavolo del medico e dell’avvocato eril’elegante stilografica ed accompagnaviprescrizioni ed atti processuali.Scorrevi veloce e tracciavi segni precisi edornati, tutti orientati ed allineati, rigorosa-mente uguali e degni del migliore ama-nuense.Producevi un suono simile ad un sibilo alcontatto con la carta e chi era in attesa in-dovinava proprio da esso l’esito positivo,o meno, di una visita medica o di un con-sulto legale.Nelle mani degli scrittori e dei compositorihai saputo dare corpo alle opere più su-blimi nelle quali la tua anima fluida sisvuotava in bellissime odi, liriche, lettere,e perfino spartiti musicali. Venivi guardata con timore quando la venapoetica stava per esaurirsi quasi che dipen-desse da te e dalla tua scia d’inchiostro la

L… “ODE” alla penna buona riuscita del lavoro. Ed era propriocosì…più solcavi la pagina più i pensierifluivano fissandosi e diventando storia. E’ stato, da sempre connaturato a te lo spi-rito del detto latino secondo cui “Verba vo-lant, scripta manent!” e tu hai sottratto leparole all’insidia dell’indifferenza o delladimenticanza.Siamo stati gelosi di te ed abbiamo cercatodi utilizzarti con rispetto e parsimonia: nonvolevamo vederti presto esaurita, anche,per non pesare sulle economie familiari.Poi le cose sono cambiate e, quella societàstatica e orientata alla conservazione deibeni di consumo, è stata irretita in un vor-tice di novità, a tutti i costi, preludiodell’“usa e getta” imperante di oggi. Negli anni del boom economico ti abbiamotrovata in tante versioni di colore, in vestinuove, in forge diverse. Lo hai fatto per so-stenere il confronto con la macchina dascrivere o per anticipare la dimensionemulticulturale dell’odierna società? Perso-nalmente propendo per la seconda ipotesi.Il tuo animo versatile ha saputo ricono-scere e sostenere le diversità. Chi megliodi te ha conosciuto gli idiomi dei popoli ci-vili e li ha saputi interpretare traducendoliin comunicazione!E’ bello pensare che l’Unità del nostroPaese, la sua Legge Fondamentale, le con-quiste sociali e sindacali, le scoperte, le in-venzioni, il passaggio da un modelloeconomico ad un altro siano state accom-pagnate, testimoniate e siglate da te.Un tempo trovavi posto nel taschino dellegiacche dei maestri, dei dirigenti e dei li-beri professionisti che, proprio per avertiscelta come fregio, dimostravano, con ifatti, di utilizzarti in modo efficace. Oranon è opportuno sfoggiarti in questa guisa.E poi non occorre svuotare del tutto il tuoinchistro che già qualcuno è disponibile afar dono di intere confezioni di penne contanto di griffe e di messaggio pubblicitario.Di recente sei diventata Replay: il tuo in-chiostro lascia traccia di sé, come è giustoche sia, ma un tappo munito di gommaspeciale, cancella gli errori che, ora, non cifanno più vergognare. E così abbiamo con-tinuato a sbagliare fino ad imparare, se ab-biamo fatto tesoro degli stessi,diversamente la presunzione di sapere nonha fatto altro che aumentare la nostra on-nipotenza. Proprio per questo non ci eser-citiamo più, o molto poco, nella bella e“buona” scrittura! Siamo diventati tutti improvvisamente or-dinati e per cancellare gli errori usiamo unostrano liquido biancastro che, paradossal-mente, li sottolinea evidenziandoli ancoradi più.Hai cambiato “nome” tutte le volte che lestrategie di mercato te lo hanno imposto,pena il tuo scarso potere concorrenziale, tichiami Pilot, Pentel, Replay, Staedtler, Bic,

Tratto, Azzurra, Aurora, Montblanc.Sotto questo nome ratifichi, ancora, uno“status”, ma attendi pazientemente il tuoturno nella vetrina di qualche gioiellierenella speranza di essere scelta come donoper una festa di laurea… Già perché per laPrima Comunione, oggi si regalano Pal-mari, macchinette digitali, videocamere. Eper la Cresima di tutto e di più. La laurea èun’altra cosa! Quegli astucci contenentipenne eleganti, con apertura a scatto e fo-dere di velluto, sono stati “ resi” per essererimasti invenduti.

Bella esteticamente, multicolore, nera,rossa, blu, punta fine… che tu sia, la tuafunzione è rimasta invariata nel tempo.Traduci il pensiero in parole, tracci le co-ordinate del sapere, sostieni i primi gestisapienti delle mani degli scolari, metti sucarta i difficili ragionamenti degli studentiuniversitari, sigli contratti e protocolli diintesa, definisci le linee essenziali dei pro-getti di legge…Certo il tuo compito, soprattutto oggi, nonè dei più facili dal momento che rischi diessere sostituita dalla tastiera di un com-puter. Ticchettando sui suoi tasti vediamocompiersi la magia delle parole che com-paiono sul video.Ed è per questo che noi, figli di una mo-dernità esagerata, a volte, ci dimentichiamodi te. Succede che se, distrattamente, ti pren-diamo dal fondo delle nostre cartelle pro-fessionali non riusciamo a comprenderecosa ti manchi per essere al passo coitempi. Concludiamo che, forse, saresti piùcompleta se fossi munita di video incorpo-rato come quello del nostro inseparabilePC. Se cediamo, però, alla sua seduzioneci manca la scia del tuo inchiostro e cosìfacciamo un uso combinato di te, carapenna, e del computer. Questo è il modopiù efficace per coniugare la tradizione conla novità. Sappi, però, che i nostri pensierivengono prioritariamente affidati a te ed alfoglio, dopo e solo dopo, elaborati, in fileed inseriti nell’hardware.Carissima, non rammaricarti se il tuo ruolo“appare” di secondo piano perché finquando ci saranno gli scolari sarai semprela risorsa privilegiata nelle loro mani, anzi,fra le loro dita. Saranno loro a farti sentireprotagonista del percorso formativo, delcammino di crescita umana e culturale.Quanto a me posso affermare di averti

scelta come amica del cuore da quando co-stavi appena 20£, eri di legno e munita dipennino. Adesso, che entrambe siamo cre-sciute, io ti cerco per annotare le mie im-pressioni e tu mi assecondi col tuo agilescorrere sul foglio.Se mi manchi sono perduta! Ed è per que-sto che voglio dedicarti questa mia“L…ODE”. P.S.: gli alunni, per i miei sessanta, mihanno fatto dono di una Pente SuperB e diun quaderno nuovo con questa dedica “Caramaestra ti auguriamo di scrivere per altri ses-sant’anni ancora”. Che dici reggeremo?

La redazione ricorda ai lettori che ricevonocopia di 39° Parallelo a domicilio che adaprile è scaduto l’abbonamento. Sicchél’invio è assicurato, e lo diciamo con ram-marico, solo a coloro che effettuano il ver-samento. La Redazione ringraziacomunque tutti i lettori per l’interesse concui seguono la vita del giornale.

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Sp@zio ai lettori

Informiamo i nostri lettori che il giornale offreuno spazio dedicato a “liberi pensieri”.Gli indirizzi a cui far pervenire suggerimenti,proposte, contributi e quant’altro sono:• Pro Loco - Piazza Roma, n° 1 73030 Tiggiano (Le)• e-m@il: [email protected]@alice.it• Tel./Fax. 0833.531651• Per il sostegno del periodico:c/c n. 37428828 intestato aPro Loco Tiggiano, p.zza RomaCOD. IBAN: IT77 D076 0116 0000 0003 7428 828

sito della Pro Loco Tiggiano:www.prolocotiggiano.it

Anche Tiggiano alla volta del-l’Emilia Romagna per portare

aiuto ai danneggiati dal terremoto.Mario Peluso, presidente dell’Asso-ciazione della Protezione Civile diTiggiano, sabato 9 p.v. insieme a 3volontari, De Vita Angelo, SerafinoMario e Ventola Alberto recherannosoccorso nelle zone terremotatesotto le direttive della Protezione Ci-vile Nazionale. La Redazione, a nome dell’interacomunità, formula un sentito ringra-ziamento ai volontari della nostraProtezione Civile, ne ammira la sen-sibilità e mette a disposizione leproprie risorse.

10 E LODE

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 8

di Luca Musio

di Giorgio Serafino

Di fronte alla grave crisi che investe l’in-tera nazione greca non possiamo consi-derarci indifferenti spettatori, soprattuttoalla luce dei notori legami etnico-cultu-rali che uniscono gli eredi di Atene e diRoma in un comune destino strettamentecollocato nell’area mediterranea. La pro-fonda recessione economica che ha col-pito la Grecia ancor più duramenterispetto agli altri paesi aderenti all’UnioneEuropea trova le sue origini non solonella congiuntura negativa degli ultimiquattro anni, ma anche nelle travagliatevicende storiche del recente passato, chehanno sottoposto il paese culla della ci-viltà occidentale a devastanti e tragici ri-volgimenti, con conseguenze permanentisul tessuto etico e sociale della popola-zione. La vile aggressione nazi-fascistaall’inizio del secondo conflitto mondialeumiliò il paese, che aveva sempre difesostrenuamente la propria indipendenza,contando anche su stretti legami con lamonarchia britannica (il Principe Filippodi Edimburgo è greco di nascita), e lasciòun pesante fardello di confusione istitu-zionale e di agitazione politica, renden-dolo terreno di scontro tra i blocchicontrapposti nel tormentato dopoguerraeuropeo. Dopo il fallito tentativo di colpodi stato comunista del 1948, la Grecia siavviò su un percorso monarchico-costitu-zionale, il cui sereno sviluppo fu conti-nuamente intralciato sia dalle persistentidifficoltà nella promozione di un effettivosviluppo economico dovute alla estremaarretratezza di estese aree del paese siadai periodici contrasti territoriali con al-cuni paesi confinanti, spesso ad un passodallo sfociare in nuovi conflitti armati.Negli anni Sessanta, fallito un esperi-mento di democrazia autoritaria delleforze conservatrici, l’ascesa al potere del

C’è chi lo cerca ma non lo trova, c’è chice l’ha ma non si vede e c’è chi ha

smesso di cercarlo. La soluzione di questoindovinello? Beh basta chiederla ad un gio-vane italiano, per lui sarà un gioco da ra-gazzi: il lavoro. La situazione è critica e, daqualche anno a questa parte, molte sono lepersone che sono andate a gonfiare le fila

GRECIA: ANATOMIA DI UN TRACOLLOpartito socialista democratico guidato dallaautorevole personalità di Gheorghios Pa-pandreu sembrò finalmente segnare unastagione di profonde riforme economico-sociali per la necessaria modernizzazione elaicizzazione del paese. Ma le incertezzepersistenti del quadro politico e l’ambiguoruolo del giovane Re Costantino, oscillantetra una riaffermazione del predominio mo-narchico e l’assoluta fedeltà alla costitu-zione democratica, furono le premesse peril colpo di stato militare del 1967, che adoltre un ventennio di distanza dalla scon-fitta del nazifascismo, destituì il monarca einstaurò in Grecia una dittatura reazionaria(il regime dei colonnelli) quanto mai ana-cronistico, con conseguente rischio di iso-lamento internazionale fugato unicamentedall’appartenenza alla NATO. La dittaturaingessò il paese in un’oppressione polizie-sca (con frequenti violenze e assassinii dioppositori) e lo trascinò nel 1974 ad un as-surdo conflitto armato con la Turchia per ilpredominio sull’isola di Cipro, la cui unicaconseguenza significativa fu la caduta perimplosione del regime militare e la instau-razione di una repubblica democratica par-lamentare sotto la guida dell’anziano leaderconservatore Konstantinos Karamanlis. Ilpaese, malgrado l’affermarsi di una fiorenteindustria turistica di livello internazionale,era rimasto sostanzialmente arretrato e perdi più escluso dall’avvìo del processo di in-tegrazione europea. Negli anni Ottanta,l’avvento al potere del nuovo partito socia-lista panellenico, guidato da Andreas Pa-pandreu, segnò l’inizio di una lunga econtraddittoria stagione di riforme sociali

ed economiche (con l’ingresso nella comu-nità europea ed impetuosa espansione deiservizi sociali e del settore del pubblico im-piego) e di contrasti accesi tra le forze po-litiche, accentuati da inquietanti casi dicorruzione che rischiarono di screditarel’intero sistema democratico. Le origini piùremote dell’attuale crisi greca vanno ricer-cate proprio in quella stagione politica, du-rante la quale l’alternanza dei governisocialisti e conservatori (segno di indubbiavitalità democratica e di regolare funziona-mento delle istituzioni repubblicane) ha se-gnato continui stravolgimenti nellepolitiche economiche, in un contesto so-ciale in cui estese erano ormai le rendite diposizione di ceti parassitari, non supportateda effettive realtà produttive e quindi fo-riere di latenti squilibri strutturali, abil-mente mascherati all’epoca dell’adesionealla moneta unica europea ed infine esplosiin un palese dissesto generale sotto l’at-tacco della speculazione finanziaria inter-nazionale e dell’irrigidimento delle autoritàmonetarie comunitarie.Al culmine di tale parabola negativa, in al-cuni passaggi molto simile all’esperienzaitaliana, la Grecia, pur con ripetute e ravvi-cinate consultazioni elettorali, si ritrova so-stanzialmente incapace anche di raccoglierei cocci del proprio sistema economico, ri-velatosi estremamente inadeguato a reggerele devastanti sfide della crisi internazionalepiù grave dal 1929, e rischia di spingersi (odi essere spinta) in un buio tunnel sfociantein un fragoroso fallimento, apparendo im-praticabili sia l’uscita dalla moneta unica edil ritorno alla dracma sia l’attuazione di una

draconiana politica di rigore generale con-forme agli standard europei, che richiede-rebbe un consenso sociale ed unaconcordia politica assolutamente utopi-stici nel momento presente e colpirebbeingiustamente e indiscriminatamente so-prattutto le fasce più deboli della popola-zione.

In questo drammatico contesto l’Europa èchiamata a svolgere un ruolo di sostegnoche, pur nella riaffermazione della re-sponsabilità prioritaria delle istituzioni edel popolo greci nel disegnare il propriodestino, consenta al paese di superarel’emergenza finanziaria, disinnescandouna crisi che rischia di estendersi a catenaad altre realtà vicine, non lasciando in-denne nemmeno la stessa Germania, lapiù interessata, a dispetto delle apparenze,a mantenere integra l’eurozona ed i suoipeculiari equilibri maturati negli ultimivent’anni di politica monetaria comune.

delle tre categorie dell’indovinello.C’è chi lo cerca ma non lo trova. I giovani,dopo aver terminato il tanto agoniato esamedi Stato, si dividono in due gruppi: chi fre-quenta l’università e chi, con un diploma da“perito” in tasca, inizia a cercare lavoro.Tuttavia questi due gruppi sono destinati,prima o poi, inevitabilmente a incontrarsi:lunghe sono le giornate in cui si va a destrae a manca per consegnare curricula su cur-ricula, ma intanto i giorni passano e il tele-fono non squilla mai. La situazione è ancorpeggiore per i laureati. Dopo aver studiatoper tre o, come è per la maggior parte, cin-que anni, molti da “fuori sede”, gravandoinevitabilmente sulla famiglia, nel neolau-reato tipo, dopo aver fatto il suo “tour deicurricula” senza risultati, sorgono due pen-sieri: il primo è un senso di colpa proprionei confronti dei genitori che tanti sacrificihanno fatto per permettergli di conseguirela laurea; il secondo è il rimpianto di nonaver frequentato una delle tante scuole pro-fessionali, bistrattate dai più, e imparare unmestiere, perché la cultura è sì bella ed im-portante, ma, purtroppo, al giorno d’ogginon paga. Il posto fisso è diventato un’uto-pia e sebbene qualcuno dica che non biso-gna aspirarvi perché “crea monotonia”,

quello è il sogno di ogni giovane.C’è chi ce l’ha ma non si vede. Chi, infatti,lavora in nero, ha sì un’occupazione che glifrutta uno stipendio, ma in realtà non sivede: per lo Stato è un disoccupato e perquegli anni di lavoro nero, lo sarà anche perl’Inps, che non potrà concedergli una pen-sione adeguata. Secondo un’indagine del2010, gli under 30 che lavorano in nerosono 30 mila. Questo dato naturalmentedeve essere preso con le dovute precau-zioni, dato che si parla di un atto illecito e“clandestino” e di un lavoro che, appunto,“non si vede”. Senza poi considerare tutti idiritti del lavoratore, che, naturalmente, nongli vengono riconosciuti. Ma non solo il la-voro nero fa parte di questa categoria.Anche quelle migliaia di giovani che fre-quentano stage o tirocini non se la passanomeglio: spesso sfruttati più del dovuto conla promessa di una formazione più com-pleta per il futuro o di un posto fisso, ven-gono pagati appena il minimo sindacabile.Tant’è che alcuni esponenti del governoMonti (nel caso specifico Elsa Fornero, ilministro del Lavoro che ha pianto alla pa-rola “sacrificio” durante la conferenzastampa sulla manovra “Salva Italia”, ndr)sta pensando di abolire gli stage post for-

I GIOVANI E L’INDOVINELLO DALLA FACILE SOLUZIONEmazione, perché appunto sono uno “sfrut-tamento”.C’è chi ha smesso di cercarlo. Questa è lacategoria che dà più tristezza, perché èquasi un segnale di resa di migliaia di gio-vani nei confronti di una difficoltà che sem-bra insuperabile. Per l’esattezza sono 1,5milioni in Italia i “neet”: i “not in educa-tion, employment or training” sono appuntoquei giovani che, oltre ad essere disoccu-pati, non lo cercano nemmeno il lavoro enon seguono alcun corso di formazione.Questo, salvo naturalmente in alcuni casi,non è però legato alla volontà di “fannul-loneria”, bensì al fatto che il lavoro non c’èe quindi si smette di cercarlo. Infatti moltifacenti parte di questa categoria, in prece-denza militavano nella prima categoriaanalizzata. C’è dunque uno scemare disperanze, di sogni, che per un giovane sonolinfa, e la convinzione di aver buttato tantianni della propria vita a studiare o a fre-quentare corsi di formazione professionale,per poi ritrovarsi con un pugno di moschein mano.John Lennon diceva “lavoro è vita, e senzadi quello esiste solo paura e insicurezza”:non c’è forse frase migliore per rappre-sentare il pensiero e lo stato d’animo di mil-ioni di giovani, ma non solo.

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 6

Pomeriggio del 7 aprile nel Giardino delPalazzo Comunale, Cadevano già al-

cune gocce di pioggia che punteggiavanol’atrio del Palazzo, il tempo sembrava vol-gere al peggio e si paventava l’ipotesi dirimandare la “caccia” al lunedì di Pasqua.Ma poi con la collaborazione di tanti tutto èstato sistemato. E tutto è andato per il meglio.Tantissima l’attesa dei ragazzini tiggianesiper quella che è una delle più interessantiiniziative della nostra Pro Loco, tanto danon accorgersi di essere completamenteinzuppati dalla pioggia si lanciavano nel-l’affannosa caccia alle uova sode e agliovetti di cioccolato; i genitori assistevanoallo spettacolo un po’ increduli per l’im-pegno dei propri figli alla ricerca delleuova.Così mentre i più i piccoli si districavanoa cercare ovetti di cioccolata disseminatinella paglia di una delimitata e più sicuraarea, i più grandi in pochi ed elettrizzantiminuti recuperavano le oltre 300 uovasode sparse tra erba, terra, alberi e muretti.Nonostante le avverse condizioni meteo ildivertimento non è mancato ed alto è stato

l’entusiasmo di piccoli e grandi.Finita la raccolta è iniziata la conta deipunti, resa un po’ complicata dal fatto cheil punteggio variava in base al colore asse-gnato ad ogni uovo. Oltre ad accaparrarsi un premio, i primi treragazzi che si sono aggiudicato il podionelle due diverse categorie, hanno vintoaltri due grossi premi, ovviamente in uovapasquali. I vincitori sono risultati: Mor-ciano Andrea per la bravura dimostratanell’aver trovato l’uovo con inciso il sim-bolo della nostra Pro Loco in oro, e Cala-brese Sara per aver recuperato quellodipinto d’argento, mentre tutti gli oltre 150partecipanti hanno ricevuto un bell’uovopasquale di partecipazione.La Pro Loco vuole ringraziare l’Ammini-strazione Comunale per aver dato la di-sponibilità dei giardini, Ikebana, principalesponsor insieme al Supermercato PuntoRisparmio, Supermercato Mega, Bar Ada,Bar La Guardiola, Pasticceria Chantilly,quanti hanno preso parte all’iniziativa esoprattutto i piccoli protagonisti della cac-cia all’uovo 2012.

Caccia all’uovo III Edizione

La sfilata nazionale delle AssociazioniPro Loco che avrebbe dovuto

invadere festosamente le strade del centrodi Roma di gruppi folcloristici e bandemusicali con la partecipazione di migliaiadi persone provenienti da tutte le regioniitaliane, prevista per il 24 Giugno inoccasione del 50° Anniversario diFondazione dell’UNPLI “UnioneNazionale Pro Loco d’Italia”, è stataannullata in segno di solidarietà con lecomunità locali colpite dal terremoto.“Le Pro Loco, ha dichiarato il Presidentenazionale dell’Unione Claudio Nardocci,

nascono dal cuore e dall’anima dei tantiCampanili che hanno fatto grande il Paeseintero. Quei campanili abbattuti dal sisma,simbolo della nostra storia, ci hanno feritopiù di altri. Non potevamo far festa”.Il presidente dell’UNPLI che associa 6mila centri italiani pari a più dell’80% delterritorio nazionale, con 600 mila sociattivi nella promozione del territorio el’organizzazione degli eventi, ha poisottolineato che i costi della sfilataverranno devoluti in favore delle comunitàcolpite dal sisma.

Ufficio stampa UNPLI

L’Unione Nazionale delle Pro Locod’Italia con la collaborazione del Co-

mitato Regionale UNPLI Emilia Romagnain accordo con la Coldiretti Regionale pro-pone un’importante iniziativa a sostegnodelle zone terremotate dell’Emilia.I caseifici produttori di Parmigiano Reg-giano delle aree terremotate sono state gra-vemente danneggiati.A causa del sisma i magazzini di stagiona-tura hanno subito delle lesioni e per ripri-stinare i magazzini le forme di parmigianovanno vendute.Questa iniziativa è a favore sia dei produt-tori sia degli agricoltori delle zone colpite.Come potete vedere dalla foto i magazzinidi stagionatura sono stati gravemente dan-neggiati dal terremoto. Per poterli ripristi-nare, i caseifici offrono a prezzi ridotti le forme di PARMIGIANO REGGIANO divarie stagionature. Infatti i rifornimenti dilatte da parte degli agricoltori sono al mo-mento fermi. Affinché la produzione ri-

prenda i magazzini vanno svuotati.Le Pro Loco e/o gli interessati che aderi-ranno a questa iniziativa ed acquisteranno 1o più delle 200.000 forme in vendita contri-buiranno alla ripresa del lavoro dei dipen-denti del settore caseario e permetteràaltresì la raccolta del latte da parte degliagricoltori.Il peso di ogni singola forma è all’incirca di40 Kg.I costi sono i seguenti:Stagionatura 12 mesi Euro 9.50Stagionatura 18 mesi Euro 10.50Stagionatura 24 mesi Euro 11.50Tutti i Prezzi si intendono IVA (4%)esclusa. I costi di trasporto sono di circa 25-30 Euro a forma. La consegna avviene circa20 giorni dopo la ricezione dell’ordine.Le richieste e prenotazioni possono esserefatte alla Segreteria del Comitato RegionaleUNPLI Emilia Romagna e alla SegreteriaUNPLI Nazionale ai seguenti indirizzi:Email: [email protected]. 051-754678 - Fax. 051-6184626

Annullata la sfilata nazionale delle Pro Loco d’Italia a Roma

LE PRO LOCO UNPLI SI INVENTANO UNA FORMA DI SOCCORSO

TRADUZIONI E SERVIZIAL TURISMO

di Maria Antonietta Martella

Via. V. Veneto, 20 - TIGGIANO (Le)Tel. 0833.531311 - 340.9081777

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 11

Quando uno Statogronda corru-

zione, sperpero e ini-quità dalle sue crepeschermate da ma-schere posticce, è ine-vitabile che la protestasi levi anche per vietraverse, fuori dal mer-cato e dai salotti dellalogorrea. Allora emergono le rievocazionidelle disfatte pregresse e irrimediabili delloStato. Non a caso a breve distanza in que-sto annus terribilis sono apparsi suglischermi cinematografici due films che fa-ranno epoca: Romanzo di una strage diMarco Tullio Giordana e Diaz di DanieleVicari. Da essi serpeggia il ribrezzo civilecrescente per i fallimenti della Stato, ieri,oggi e forse domani. Cominciamo dal filmdi Giordana - anche artisticamente impec-cabile - che rievoca la bomba-strage del 12Dicembre 1969 esplosa alle ore 16.30 nellaBanca Nazionale dell’Agricoltura, PiazzaFontana, Milano (20 metri dall’Arcivesco-vado, 100 dal Duomo). Diciassette i morti,raccolti a pezzi, ottantotto i feriti. Perso-nalmente, posso raccontare molte cose. Inquel momento ero nel mio ufficio, Palazzodi Giustizia, via Freguglia. Come SostitutoP.M. mi occupavo soprattutto dei reaticommessi a mezzo della stampa, che, in se-guito a rapporto o querela, andavano a giu-dizio con citazione diretta. Ci fu come unrombo di tuono in distanza e solo dopo unquarto d’ora passò un collega che si occu-pava anche di infortunistica per dirmi cheandava in piazza Fontana dove era scop-piata una caldaia del riscaldamento.Invece era stata una bomba, in una banca, aventi metri dall’Arcivescovado, a centometri dal Duomo, duecento dall’Università.In Questura, si può immaginare il caos (chenon deve comunque succedere), perché inquesti casi il Ministro degli Interni, dallasua poltrona, vuole sapere tutto e subito.Diciassette morti raccolti a pezzi, ottantottoferiti. Gli inquirenti si buttano a pesce sullapista anarchica, approfittando del fatto chec’erano stati attentati, per fortuna incruenti,sulla rete ferroviaria scopertamente anar-chici, e proprio nelle ferrovie lavorava Giu-seppe Pinelli, che della propria anarchia,peraltro finora innocua, non faceva mi-stero. Anche il movimento studentesco erainfiltrato da attivisti di tipo anarchico, com-presi quelli definiti “i cretini con la chiaveinglese”. Per giunta il 19 novembre in unamanifestazione studentesca in via Larga,vicino all’Università, era stato ucciso asprangate sul cranio, su una jeep della Po-lizia, l’agente Annarumma. E infine un ta-xista, Rolandi, diceva di aver visto un suocliente scendere dal taxi, dopo brevissimotragitto, con una borsa in mano, e andarealla svelta verso quella banca. Dalle foto-grafie segnaletiche mostrategli aveva rico-nosciuto tale Valpreda, un anarchicoritenuto persona bizzarra, che fu fermato.Da tutti questi indizi si sviluppa il doloroso equasi incredibile dramma di Giuseppe Pinelli,romanzo-tragedia individuale, inizio di unacatena che continuerà dopo la sua morte.Pinelli. Una finestra sulla strage (Feltri-nelli, 1971) è il titolo di un libro scritto abotta calda dalla mia combattiva conterra-nea Camilla Cederna, una specie di OrianaFallaci. Essa non c’è più e nel film chi lainterpreta sembra quasi una virago, fisica-mente e vocalmente. Camilla era “cattiva”però amabile ed elegante.

Il libro è denso di notizie e riflessioni; altrene ho tratte da Le bombe a Milano di Cor-rado Stajano (ed. Guanda) più noto per Uneroe borghese (1991); libro molto equili-brato nell’inevitabile critica. Chi era Pi-nelli? Un ferroviere con regolare contrattoFFSS, addetto alla composizione dei trenimerci, che dall’11 al 13 novembre avevafatto il turno di notte. Pinelli era dichiara-tamente un anarchico individualista (sic),abbastanza vicino ai socialisti anche nel ri-pudio della violenza, sicuramente distantedalle frange studentesche di Lotta Continuache sfidavano per strada la Polizia e poi de-generarono in partito armato. Tutto questovenne riconosciuto anche dal P.M. romanoVittorio Occorsio, che indagava sul Sifar(servizi segreti) per Piazza Fontana e fu uc-ciso poi nel 1976 da un commando di Or-dine Nuovo, quel noto sodalizio di Freda eVentura. Io stesso citai le conclusioni diOccorsio in udienza. Come avvenne ilfermo di polizia di Pinelli, la sera tardi del12 dicembre, giorno della bomba? Forse fuun caso fatale, perché Pinelli era andato aritirare la sua busta con la tredicesima e gi-rando in città dall’uno all’altro dei suoi cir-coli era finito a quello di via Scaldasole,dove c’era il Commissario Calabresi con lasua squadra (ufficio politico) che stava fer-mando un giovane anarchico, Ardau. Pi-nelli e Calabresi si conoscevano bene datempo. L’episodio dello scambio di idee eforse di volumetti in libreria o davanti a unabancarella è pura verità, magari un po’ in-zuccherato nel film, ma vero. Calabresi ela squadra vanno via con l’Ardau, e Pinelli,invitato, li segue con il suo motorino Be-nelli. L’invito diventa, in Questura, nonsappiamo perché, un fermo. Forse si è sa-puto che quel mattino era arrivato in casaPinelli un tale che poteva essere Valpreda,in quanto a lui somigliante come una goc-cia d’acqua: costui invece era Nino Sotto-santi, anarcoide, venuto a Milano per

testimoniare a favore di altri compagni efarsi rimborsare 1e spese. A questo puntole forze dell’ordine annaspano alla dispe-rata, nella convinzione che Pinelli, comun-que, se ha incontrato Valpreda, avrebbemolto da dire. Da questo momento passanotre giorni con Pinelli fermato in Questura,anche oltre il termine rituale, e quando ac-cade la catastrofe è rimasto ancora, inun’altra stanza, solo, l’impagabile Valitutti,

habitué dei cortei studenteschi, che senteun trambusto, “rumori sospetti come di unarissa” e poi gente che corre nel corridoiogridando: si è gettato! Dice di non avervisto, fra quelli, Calabresi, ma Pinelli in-tanto è precipitato dal quarto piano, dallostudio di Calabresi;perchè e come mai nonè stato chiarito. Erano passate da poco leore 23.30 del 15 dicembre 1969. A pianter-reno del cortile della Questura il cronistade L’Unità,Aldo Palumbo, uscendo a pren-dere una boccata d’aria, (la sala-stampa eragremita) vede precipitare un corpo, seguitoda un tonfo e da un grido. Accorrono inmolti, Pinelli è vivo e rantola, arriva l’am-bulanza ed è morto. Il Questore convocauna conferenza-stampa (che si concludeverso le tre del successivo mattino) in cui,evidentemente preparato in modo malde-stro, accumula panzane, come si vede nelfilm, ben documentato da elementi obbiet-tivi certi. Forse cerca (a parte l’inverosimilesuicidio) di puntare come capro espiatoriosu Calabresi, la cui presunta condiscen-denza verso Pinelli aveva infastidito l’am-biente. Gli aveva concesso di telefonare acasa, il sabato, per rassicurare la moglie; ladomenica sera aveva fatto avvertire i Fer-rovieri datori di lavoro che Pinelli era “am-malato”; lunedì mattina gli aveva concessoun colloquio con la mamma nell’antica-mera dell’ufficio politico; forse pensava dirilasciarlo, tanto che alle ore 22 tra la si-gnora Pinelli e Calabresi c’era stata unacollaborazione per il recupero del “librettochilometrico” (documento ferroviario ri-masto in casa). Inoltre aveva avuto la for-tuna, vista quasi come colpa, di trovarsi inaltro ufficio (Ten.CC. Lo Grano), lontanodalla fatale finestra. Sta di fatto che, comeprevisto, la Stampa si scatenò, e il giornaledi Lotta Continua cominciò ad accusareCalabresi di omicidio volontario, con leespressioni di inaudita violenza che appa-iono su due facciate della citazione per giu-dizio direttissimo che dovetti redigere io,in quanto Calabresi non poté fare a menodi presentare querela per diffamazione (ocalunnia?) col mezzo della stampa. A di-stanza di tempo posso anche credere chequella ondata di rancore, di fango e di sub-dolo incitamento al delitto avesse lo scopodi smuovere Calabresi e creare un conten-zioso idoneo a un intervento finalmente seriodella Procura che cercasse la verità vera.Insomma, Calabresi parafulmine dell‘interaQuestura, bombardato sulle pagine di LottaContinua con epiteti pesantissimi per setti-mane e mesi, querela Lotta Continua. I1giornale è scritto dagli studenti e da qual-che sostenitore della Milano-bene che hadeciso di “cavalcare la tigre” della rivolu-zione (sic), ma non mette la firma.La mette, come direttore - perchè il gior-nale possa andare avanti - Pio Baldelli, do-cente universitario di Comunicazioni diMassa, e così diventa lui imputato con Ca-labresi parte lesa. Gli avvocati della partePinelli non perdono tempo, siamo alla vi-gilia della torrida estate e pretendono l’im-mediato inizio del processo.

Ho sempre detestato di essere oggetto dipretese, ivi comprese quelle del mio...capo -ufficio che vorrebbe destinare ilprocesso non alla I^ Sezione del Tribunale,da tempo competente per la stampa, ma aun’altra...più fidata per salvare capra e cavoli.Ciò detto, le cose non mi piacciono emando il processo per diffamazione al 14ottobre e alla I^ Sezione, come di solito.La prima udienza è già in clima da corridacon l’aula assediata da quelli di Lotta Con-tinua, urla, contumelie, minacce di morte ebotte come colpi d’ariete per sfondare leporte, fatte chiudere dal presidente. Costuiera un veterano di processi per reati distampa, con una sua personale strategia.Chiamava le parti controverse, gli avvocati,e in aula discuteva un po’ all’americana,per arrivare al rinvio e a più miti consigli.Di rinvio in rinvio le parti, esauste, chiude-vano la vertenza. Ma non era possibile inun processo come quello, a dispetto deimiei tentativi di ragionare con gli avvocati,e anche con l’imputato Baldelli, pur con-servando 1a dignità di P.M. L’unica viad’uscita era quella di chiedere al Tribunaleun sopraluogo in Questura per vedere dadove e come fosse precipitato Pinelli. IlTribunale non chiedeva di meglio, in unambiente così minaccioso, ma si capiva chemolti, i giornalisti, gli avvocati e la turbaassediante avrebbero preferito una spetta-colare rissa in aula, soprattutto quando sipresentò come parte lesa il commissarioCalabresi, che conoscevo ma non ricono-scevo più vedendolo lì a testimoniare, persalvare la Questura, bianco come un pannolavato. Il sopraluogo fu difficoltoso, con lostudio di Calabresi gremito da poco menodella stessa folla che c’era in aula. Pursenza eccedere, si ripeterono i rispettivicontrast. La ringhiera della fatale finestraera in tutto alta 87 cm. dal pavimento. Eroaccanto a un onesto giornalista che com-mentò: “bassina”, e credo che questo parti-colare abbia influito sulla chiusuradell’inchiesta sulla morte di Pinelli, che fi-nalmente ci fu: il Tribunale rimandò gli attial Giudice Istruttore e questi fu GerardoD’Ambrosio, persona di prim’ordine; e sic-come conoscevo bene anche lui, penso chenon gli sarebbe dispiaciuto incastrare nondico Calabresi, ma la Questura inetta e so-spetta benché frastornata da Roma. GerryD’Ambrosio non riuscì a cavare il ragnodal buco nel muro della compatta autodi-fesa della Polizia e dal previsto adeguarsidi Calabresi. Il quale continuò a esserepreso di mira, con ogni pretesto, anche ilpiù stravagante, come reale o virtuale as-sassino di Pinelli, e infine ammazzato perla strada da alcuni borghesi autopromossisisalvatori della patria ma con stile mafioso:colpito alla schiena, finito col classicocolpo alla nuca.Nonostante il candore del Presidente Na-politano, io non credo che possa esserci unavera pace fra la signora Pinelli e la signoraCalabresi. Il destino ma soprattutto l’igno-ranza e il pregiudizio hanno aggiunto duevittime agli 88 morti della strage. L’inetti-tudine, oltre all’arroganza del potere e lacorruzione hanno generato la lotta armata.Ho chiesto a un terrorista, in un processo:“Perché è fallita la lotta armata?” Risposta:“Bisogna anche chiedere perché ha fallitolo Stato. Perché queste istituzioni falli-scono ogni giorno”. Anche nell’orrida mat-tanza genovese della palestra Diaz.

ROMANZO DI UNA STRAGE NEL FILM DI M.T. GIORDANARomanzo privato di due vittime e di una Nazione

di Luigi Maria Guicciardi

Giuseppe Pinelli

Luigi Calabresi

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 4

Ohiiii! Era il saluto urlato di quella si-gnora dai capelli candidi che arrivava

con grandi pedalate sulla sua bicicletta oldstyle, incurante di qualsivoglia segnaleticastradale. Del resto, nata nel 1916, munitasolo di biciclo, era più che legittimata a ri-conoscere come autostrada spaziosa e traf-ficata quella via che collegava la sua casa,collocata nelle ultime propaggini del cen-

tro storico, alla chiesa confraternale del-l’Assunta, quella ad un tiro di schioppodalla matrice di Sant’Ippazio.A conoscerla erano tutti, celebre tra i bam-bini poiché quella sua chioma bianca rac-colta da un cerchietto, spuntava su per lecampane dell’Assunta durante le proces-sioni e a fare impressione, erano le braccia,che si dimenavano con forza lanciando ilbattacchio sulla campana a intervalli pre-cisi: il tempo di una decina di rosario e siricominciava. L’ultima volta che Teresinaci salì fui io il collega campanaro, decisa-mente inesperto, confratello novizio!Così come anche in chiesa, figlia del giàpriore dell’Assunta, conosceva ogni giacu-latoria ed ogni canzone, ad oltre novan-t’anni riusciva ad emergere per l’acuta vocetra tutta l’assemblea. Non mancava poi didistribuire di tutto, da quella borsa allaMary Poppins sbucava l’impossibile: dallecioccolate alle caramelle, ma anche le cosepiù semplici e belle, un frutto, dei fichi fre-schi, dell’olio. “Io sono la nonna no?”, di-

Nonostante le fragilità, connaturate al genereumano, alcune persone non possono esseredisgiunte dai luoghi di appartenenza perchéla loro presenza li ha pieni di sé.Non si possono neanche separare dalleazioni compiute nel corso della loro vita ter-rena perché le stesse sono state bi direzio-nali: hanno arricchito chi ne ha fatto dono echi le ha ricevute. E non si tratta di effimeribeni materiali, ma di quelli più rarefatti delmondo dei valori. Non si può pensare che lapresenza di Teresina Mura nella Comunità diTiggiano sia stata insignificante, come d’al-tra parte quella di chiunque, ma per lei sideve fare un’eccezione. L’affetto corale di-mostratole dai tiggianesi e la partecipazionedei confratelli della Confraternita dell’As-sunta avvalorano la mia tesi.Qualcuno ha affermato che Teresina avevasempre una buona parola per tutti e che sa-

peva essere “leggera”. Ho riflettuto molto sul termine ed ho con-cluso che non è facile diventare leggeri congli altri… semmai è il contrario. E’ più fa-cile atteggiarsi a giudici inclementi meravi-gliandoci delle debolezze altrui checomprenderle e scusarle diventando pesantie duri come macigni.La semplicità di Teresina intesa in senso evan-gelico, come quella della la sua omonima delBambin Gesù, le permetteva di consigliare,ascoltare, condividere, gioire, soffrire, essereconviviale in modo naturale e leggero. L’ho incontrata, in passato, sul sagrato dellachiesa dei Padri Cappuccini in Alessano,spesso, anche con addosso il cingolo deiFrancescani. Veniva a piedi poggiandosi allasua bicicletta e lo faceva con animo semplicee cuore lieto imitando la Regola del SeraficoSan Francesco. L’ho incontrata sulla tomba

di Don Tonino e nelle tante occasioni nellequali bisognava testimoniare le scelte radi-cali del Vangelo. La sua era una fede coe-rentemente vissuta.Non posso dimenticare le ghirlande fioriteall’indomani del Corpus Domini tese sui palidella luce nelle vicinanze della sua casa. Pre-sumo che cospargesse di petali odorosi ilpercorso e che ornasse di lini e broccati le fi-nestre al passaggio del Signore. Egli, nel suoprovvidente disegno di Padre, l’ha voluta as-sistere ed accompagnare in modo speciale.Non capita a tutti di essere soccorsi dal sa-cerdote in persona venuto a benedire la casaall’ottava di Pasqua! Teresina si è congedatadal suo paese e dalla sua dimora scortata dauno stuolo di chierichetti, forse, chiacchie-roni e allegri come sono i bambini, ma ze-lanti e semplici come lei.

Concettina Chiarello

“Zippele zeppele famme cu fazzu,

maccarruni rossi quantu ‘nnu vinchiu!

famme ‘nna grazia quantu mme binchiu.

E ci porta oviniceddi,

e ci porta ricutteddhe,

e ci porta cose beddhe.

E ieu lu misuru ci aggiu purtare?

Ca solu lu cimmulu sapìa sunare!

E mo ca pe’ disgrazia l’aggiu persu:

nonne pozzu sunare mancu nnu versu.”

TERESINA DI TIGGIANO QUANDO IL MAGNIFICAT SI FA CARNE IN TERRA DI LEUCA

di Giacomo Cazzato

ceva nel regalare qualcosa.Addirittura una volta portò clandestina-mente delle colombe bianche fino a Fiuggi(luogo di ritrovo con altri compaesani) e dalì partì in incognito per Roma, riuscendo aconvincere la gendarmeria vaticana e a ve-dere in udienza pubblica il Papa con il suodono speciale, finì per poi consegnarsi in-telligentemente alla polizia con l’obiettivodi tornare nell’hotel in cui era stata data perdispersa, nella disperazione dei compagnidi viaggio. “Quannu cammini pe’ l’amorede Diu, Diu te iuta!”. Il suo Dio lo incon-trava nelle persone ed era, per questa ra-gione, sempre pronta a prepararsi in unattimo ad ogni occasione di possibile viag-gio, anche se per pochi chilometri.Il presepe più bello poi era il suo, caratte-ristico per le pianticelle più varie, le stoffe,ed i metodi più arcaici per riproporre im-probabili fontane a Betlemme. Magari,quando qualche bambino aveva la gioia diincontrarla nella confraternita di cui fumadre più che generosa, lì davanti al suopresepe, lo prendeva per mano e recitavadelle nenie dolcemente innanzi al bambi-nello della grotta, celebrando inconsape-volmente, così come i piccoli grandiuomini, la sua stessa umiltà più vera e di-sarmante.In quel luogo ameno che è stato per me,come per Antonio, per Ippazio, una casa,una chiesetta in cui lei era madre e compa-gna di avventure nella giovinezza senzafine di un sorriso, la comunità di Tiggianoha avuto modo di renderle estremo saluto,ospitandola per una notte. E per Teresinasostare prima del sigillo tombale nel tem-pio per cui già da ragazza tessé la sua primatovaglia, ancora oggi inneggiante a Maria,madre come lei di dolori e di gioie, saràstata contentezza e risata piena, come solitanella sue meraviglie. Ad accompagnarla

l’intera confraternita e i due preti che conlei iniziarono le prime passioni per Dio,portandola a spalla fino in chiesa. Anchel’oratorio di San Michele Arcangelo, sullastrada per il cimitero, era aperto, cosa unicapiù che rara per la morte di un tiggianese.E se c’è una cosa che ricorderò di Teresinasarà il suo abbandono, il suo distacco dalleetichette e dalle formalità, l’immersioned’amore per la natura e gli animali, per iprodotti della terra, il vino che tanto fiera-mente sostituiva alle medicine e da cui maisi poteva separare, il bruno selvatico fioritoe legato alla bicicletta da portare in chiesa,la volontà di fare il bagno nel mare di Ma-rina Serra a 95 anni suonati, una vita in-somma paradigmatica del sud del sud deisanti. Nulla di straordinario dunque, solo tantagiovinezza e libertà, la libertà delle co-lombe che preparava per le spose del paese,anche per mia sorella, le stesse colombe chefrequentavano i cornicioni della sua casa eche il giorno in cui ci commiatammo perl’ultimo saluto, si librarono, libere, nellapiazza della “Padula”, tra gli applausi com-mossi di tutto il paese.

BREVE BIOGRAFIATeresa Mura, classe 1916 è stata per de-cine di anni presidente dell’Apostolatodella Preghiera, negli anni post conciliariè stato punto di riferimento per la Con-fraternita di Maria SS. Assunta e del SS.Sacramento, sagrestana e factotum perogni tradizionale festività. Figlia di Lu-ciano Mura viene da una famiglia di ma-stri costruttori tradizionalmente legataalla comunità di Tiggiano. Memoria sto-rica e dalla vita piena di dolori familiarinon ha mai partorito ma ha generato unafigliolanza senza fine. E’ lei la testimoneonoraria di numerosi eventi del paese tracui la dedicazione della nuova chiesaCristo Redentore. Nella sua amata cap-pella sono nate dopo quasi 150 anni duegiovani vocazioni al sacerdozio chehanno mosso con i suoi sorrisi i primipassi. E’ spirata nel pomeriggio di un sa-bato, giorno dedicato alla Vergine, nelcuore di questo maggio 2012, mese ma-riano, durante la vigilia della festivitàdella Vergine di Fatima. A trovarla ago-nizzante alcune settimane prima, è stato ildiacono del paese, in abiti liturgici e ac-compagnato da una bimba chiamataMaria. Teresina aspettava la benedizionePasquale delle famiglie, la porta era soc-chiusa come sempre, in attesa dell’enne-simo, ultimo incontro.

UNA PRESENZA SEMPLICE E DISCRETA

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39° Parallelo • Giugno 2012 pag. 10

Deve esserci nell’aria di Ivrea e dintorni unqualche ingrediente che favorisce la spiri-tualità.Saranno le sue “rosse torri” che si spec-chiano nella “cerulia Dora”, guardano incielo e traggono ispirazione. Sarà l’aria dicristallo in arrivo dal Monte Rosa. Sarà lasensibilità degli abitanti a cogliere questisegnali; il fatto certo è che in quei paraggiaccadono con benedetta frequenza cosebelle in sé, che sono anche buone. E cheperciò appaiono ancora più belle.Tricase ne ebbe un assaggio negli anni ’30quando ricevé il dono delle suore d’Ivrea,primo nucleo di quella comunità educativa,che tanto avrebbe contribuito alla forma-zione dell’infanzia locale.Ed è sulla collina fra Ivrea e Biella che in-torno ad una piccola chiesa romanica, nac-que quella fusione di natura operositàpreghiera dedizione amore accoglienza cheè la Comunità di Bose.Onore al merito di chi la inventò, partendodallo zero assoluto delle risorse materiali,ma con la ricchezza delle risorse spirituali.Furono queste ultime a scovare le prime, amoltiplicarle per attirare collaboratori, sulletracce della regola dei monasteri medievali.Lavoro e preghiera; preghiera e lavoro, laformula magica contro la ferocia nuda ecruda di quei secoli bui; e contro la ferociaappena mascherata (quindi più malefica)dei giorni nostri.La Comunità di Bose è un laboratorio aciclo continuo. Produce di tutto, dal ciboalle stoviglie al vestiario allo studio dei librisacri alla meditazione alla preghiera all’ac-coglienza. La porta del Monastero è sem-pre aperta: un invito esplicito a soste direfrigerio per anime in frantumi, o al puntodi esserlo.Ma ad Ivrea c’è dell’altro. Nella sede ve-scovile c’è monsignor Bettazzi, il prelatofamoso cui un amareggiato Berlinguer dalfondo della solitudine del mestiere più dif-ficile, indirizzò una storica lettera. Perchéproprio a Bettazzi? Una domanda simile èautorizzato a farla solo chi Bettazzi non loconosce. Ma chi lo ha ascoltato anche unasola volta, sa che quel personaggio fa partedi un’élite, ben selezionata e con un bel pa-radosso all’occhiello: è gente calata perfet-tamente nell’attualità (guidano macchinemaneggiano computer prendono aerei) ep-pure sono come proiettati in un altrove sco-nosciuto ai più.Costoro hanno fatto propria la lezione diPAOLO: “quelli che si servono di questo

Riflessioni su un incontro con monsignor Bettazzidi Bianca Paris

a cura di Francesco Fersini

Leuca, ultimo lembo delle terre romane èstata da sempre centro di pietà religiosa,sia per le genti salentine, sia per quellestraniere che arrivavano per terra e permare. Le Relationes ad sacra limina(1590-1794), relative all’antica diocesi diAlessano, riportano dati statistici cheoscillano tra i 20000 e oltre i 50000 pel-legrini che ogni anno raggiungevanoLeuca. E’stata sempre grande la fede e ladevozione dei numerosi devoti che si por-tavano al santuario per ottenere un favoreo ringraziare la Vergine per qualche mi-racolo ricevuto o per lucrare le indul-genze, particolarmente in occasione dialcune festività dell’anno.Sui prodigi operati dalla Madonna diLeuca, che secondo la tradizione sonostati tanti, ben poco si sa e se ne ricorda

solo qualcuno come quello relativo al 13aprile, quando la Vergine concesse unagrazia ai leucani, forse salvandoli da unmaremoto.Su La ghirlanda di maggio, un libricinotascabile di 318 pagine in cui si cerca disolennizzare ogni giorno del mese dimaggio consacrato a Maria sotto il titolodi Regina de Finibus Terrae, vengono at-tribuiti alla Madonna di Leuca ben 16 mi-racoli su 31. Il lavoro, stampato aBologna nel 1877 presso la tipografiapontificia Mareggiano, poteva essere ac-quistato presso il Santuario che in queglianni aveva conosciuto uno slancio reli-gioso per la grande devozione del ve-scovo monsignor Salvatore Luigi deiConti Zola. Non a caso sul frontespizio sicita opportunamente un passo biblico Afinibus terrae ad te, clamavi: dum anxia-retur cor meum, in petra exaltasti me(Ps.LX, 2).I giorni del mese di maggio si snodanomeditando su un tema particolare, alquale segue un esempio o miracolo dellaMadonna, una preghiera, un ossequio euna giaculatoria.Vogliamo iniziare con un miracolo che laVergine concesse nel 1671 al figlio di unpiemontese, tratto dall’esempio delGiorno I, dedicato a Maria, Regina de Fi-nibus Terrae.“…Portentosa fu una grazia che la SS.a

I MIRACOLI DELLA VERGINE DI LEUCA

Vergine fece nell’anno 1671, appunto permostrare quanto le tornasse gradito ono-rarla sotto il titolo di Regina de finibusterrae. Un tale, Savoiardo o Piemontese,figlio di un militare che serviva nel presi-dio di Manfredonia, dopo un felice matri-monio contratto con ricca ed onestadonna, si stimava felice nel vedersi cir-condato di figli. Ma la nascita di uno diquesti, sordo-muto, lo gettò nella più pro-fonda tristezza.Egli volle esperimentare mille rimedi sug-geritigli dai medici; ma perché la scienzaumana non può supplire ai difetti della na-tura, tutto riusciva vano ed inutile. Onde ilpovero padre, da felice che dapprima era,divenuto malinconico e triste, disperandoomai negli umani soccorsi, pose tutta lasua fiducia negli aiuti del cielo. E perciò,giunto il suo figliuolo all’età di 14 anni,se lo prese seco e lo condusse a parecchiSantuari d’Italia per implorare da Dio laguarigione di lui. Ma la gloria di tal pro-digio era riserbata al Santuario di Leuca,dove Maria si venera qual Regina de fini-bus terrae.Perchè quel desolato padre, saputo comela divina Madre concedesse colà specia-lissimi favori ai suoi divoti, recossi al sud-detto Santuario insieme col figlio, eprostrato a’ piè della Vergine, con abbon-danti lacrime implorò la desiderata guari-gione. Alle sue preghiere s’unirono pure ivoti di molto popolo che trovavasi in quelmomento nel sacro tempio.Ma né lagrime, né singulti, né fervide pre-ghiere parea muovessero il cielo a pietàdel dolentissimo padre. Egli però, nonsentì venir meno la fede; ma continuò neldì seguente, giorno di sabato, consacrato aMaria, con maggior fervore, le istanze.Come di consueto eranvi nel sacro tempiomolti divoti, ed il padre e l’infelice figliostavansene inginocchiati a pregare. Senon che, al fine, già rassegnati alla vo-lontà di Dio, muovevano per uscir daltempio; quando una pia persona li esortòa soffermarsi un poco per salutare ancorauna volta Maria, con la recita delle Lita-nie. Inginocchiati adunque di nuovo i duepellegrini dinanzi all’immagine di Maria,il padre prese a recitare divotamente le li-tanie... Ed oh! portento ammirabile giuntiall’ultima lode di Maria: Sancta MariaRegina de finibus terrae, ora pro nobis, ilgiovinetto, acquistando la favella d’im-provviso replicò ad alta voce: SanctaMaria Regina de finibus terrae, ora prome.Sì, egli avea acquistato la favella e l’udito,con quel giubilo del padre e santo stuporedegli astanti che facilmente si pensa. Etutti magnificarono l’infinita bontà di Dioche si mostra sopra ogni credere mirabilenella sua Madre Maria…” (da La ghir-landa di Maggio, Bologna 1878, pp. 51-52).

Franco MANISCALCO9/4/1959 - 1/4/2012

Lucia BIASCO30/7/1936 - 13/4/2012

Luciano PROTOPAPA16/10/1931 - 7/4/2012

mondo siano come se non ne godessero,perché PASSA la figura di questo mondo”.Loro, l’élite lo sa. Tutti gli altri lo avver-tono di riflesso nella freschezza di ciò che iprimi pensano e di ciò che dicono.Invitato dal nostro dinamico Giacomo,monsignor Bettazzi era presente alla riu-nione del 4 maggio u.s. in memoria di donTonino.Molto interessanti tutti gli interventi (In-vitto, Leopizzi, Morciano) suggestive le let-ture di Santoro.Ma, stillanti rugiada come quelle di un ado-lescente con tutti i sogni intatti, furono leparole di monsignor Bettazzi NOVAN-TENNE.

Bianca Paris

Il ricordo delle persone scomparse èracchiuso nel cuore di chi le ha amate, enella mente di chi le ha conosciute. LaRedazione sceglie di onorarne la me-moria, proponendo la loro immagine.