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Poste Italiane SPA - Sped. Abb. Postale DL 353/2003 (conv. INL. 27/02/2004, nª 46) ART.1 comma 1 DCB ROMA • Gennaio - Marzo 2014 EMILIA ROMAGNA, NON SOLO MARE PRIMI IN APPEAL MA NON IN AFFARI LO STATO STROZZA LE IMPRESE E LA RIPRESA UTILIZZO DI FATTURE INESISTENTI ANNO VIII N. 26 P E R I O D I C O D E L L A F A I T A F E D E R C A M P I N G

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EMILIAROMAGNA,NON SOLO MAREPRIMI IN APPEAL MA NON IN AFFARI

LO STATO STROZZA

LE IMPRESE E LA RIPRESA

UTILIZZO DI FATTURE

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P E R I O D I C O D E L L A F A I T A F E D E R C A M P I N G

CAMPING MANAGEMENT :SOMMARIO

5 VALLEDORIA, LA SFIDA CONTINUAPietro Licciardi

8 EMILIA ROMAGNA, NON SOLO MAREa cura di Pietro Licciardi

15 PRIMI IN APPEAL MA NON IN AFFARILuca Marini

18 LO STATO STROZZA LE IMPRESE E LA RIPRESAFilomena Armentano

22 VIAGGIARE NEL GUSTO:MANGIARE IN UMBRIAGiuliano Manzi

25 L’EUROPA HA PREMIATOL’ACCESSIBILITÀ

27 INFORMAZIONE A TUTTOCAMPO CON L’ADAC

31 LEGIONELLA, PREVENZIONE E CONTROLLO

35 COME ANDARE IN VACANZA CONOSCENDOGIA’ UN SACCO DI AMICI

37 VILLETTE SU RUOTE DI NUOVA GENERAZIONEFilippo Gentile

41 UTILIZZO DI FATTURE INESISTENTIa cura di Maurizio Fantaccione

44 COPERTURE ONDUVILLA NEL CUOREDELLE DOLOMITI

FAITA FEDERCAMPING

Via Cola di Rienzo, 28500193 Roma

tel. 06 32111043 - fax 06 3200830www. faita.it

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 363/2006 del 29/09/2006

Direttore responsabile:Salvatore Vingiani

Redazione:Nicolcarlo GenovesePietro LicciardiAndrea Spezzigu

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Progetto grafico:Emilio [email protected]

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Finito di stampareGiugno 2014

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CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE

Sta tornando il bel tempo sul turismo italiano, leprevisioni volgono al segno positivo e sembrastia esplodendo la voglia di vacanza verso l'Ita-

lia, soprattutto da parte dei turisti stranieri. Per l’estate le prime indicazioni dei Tour Operatorsull'incoming dai mercati europei sono positive per lanostra destinazione, con oscillazioni di crescita soste-nuta, oltre il 10% dalla Spagna, tra il 5-10% dallaRussia, Ucraina, Rep. Ceca, Ungheria, Francia, Por-togallo. Intorno al 5% l'aumento stimato per i turi-sti provenienti dai Paesi nordici, dalla Germania, Au-stria e Polonia, Regno Unito.Molti tra loro sceglieranno l’open air come hanno con-fermato i dati rilevati nel 2013 quando gli arrivi neicampeggi hanno sfiorato i dieci milioni di turisti e le

presenze si sono avvicinate a settanta milioni. Se siconsidera che di questi circa la metà sono stranieri siha un quadro del valore e dell’attrazione che il mer-cato dell’open air registra sulla domanda turistica. Il campeggio, come sa bene chiunque lo abbia prati-cato almeno una volta, è forse la modalità turisticache più di ogni altra restituisce alla vacanza la dimen-sione di libertà, relax e contatto con la natura. In ef-fetti cosa possiamo ricercare nei venti o poco più gior-ni che l’organizzazione moderna della società resti-tuisce alla piena disponibilità di ciascuno di noi, senon lo spazio dove ritrovare ciò che in effetti ci vie-ne negato per i restanti undici mesi dell’anno?

Maurizio Vianello

continua a pag.21

CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO

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VALLEDORIA, LA SFIDA CONTINUA

Il Campeggio-villaggio Valledoriaè nel nord della Sardegna, a pocadistanza da Santa Teresa di Gal-

lura; si affaccia sul bellissimo mare esu una lunghissima spiaggia interrot-ta solo dalla scogliera di Castelsardo.Piazzole e bungalow sono a pochi me-tri dalla battigia ma immediatamen-te alle loro spalle c’è una pineta dicentomila metri quadrati che oltre agarantire frescura e riparo nelle orepiù assolate consente di praticare pa-recchie attività sportive all’aria aper-ta, nonché lunghe passeggiate in bi-cicletta e l’osservazione di numerosespecie di volatili. Ovviamente il cam-peggio è dotato di tutti i servizi. Proprietario e gestore del Valledoriaè Ezio Alliani, un ex rappresentantedi commercio che nel 1973, stancodi Milano, del suo smog, del trafficocaotico e delle lunghe code in auto,ha deciso di cambiare vita. L’occasio-ne giusta arrivò quando gli propose-ro di affittare un terreno sul mare inSardegna dove realizzare un campeg-gio, grande passione del signor Allia-ni, con un investimento, allora, mo-desto. Una prospettiva senz’altro at-traente, non soltanto perché il lavo-ro sarebbe stato molto più stimolan-te ma soprattutto perché ciò avreb-be cambiato la vita di tutta la fami-glia: moglie e due bambini allora an-cora piccoli, che avrebbero godutodi un magnifico mare, dell’aria aper-ta e dei parecchi mesi l’anno – essen-do una attività stagionale - a dispo-sizione per pensare soltanto a loro. L’appezzamento da prendere in ge-

stione era solo un terreno di 70milametri quadrati, senza infrastrutture eneppure luce e acqua; ma era coper-to da una pineta naturale di pini e gi-nepri direttamente confinante conuna splendida spiaggia bagnata da unmare da favola, proprio di fronte al-l’Asinara. «Abbiamo costruito tuttoio e mia moglie», ricorda Ezio; «ab-biamo trovato l’acqua, portato la cor-rente elettrica, il telefono, costruitol’impianto di depurazione, tracciatoe costruito le strade interne, delimi-tato le piazzole, realizzato i servizi igie-

nici, la reception, il market e il bar.Tutto in prefabbricato. In pochi me-si abbiamo tirato su l’indispensabileper poter ospitare i clienti e dopo ap-pena un anno, nel 1974, siamo riu-sciti ad aprire il campeggio». Insom-ma, una vera avventura. Tanto piùche all’epoca la Sardegna era anco-ra “area depressa”, e nel vicino pae-se c’erano pochi negozi, era difficiletrovare il pane, la carne e perfino l’ac-qua in bottiglia. «Il paese di Valle-doria è praticamente cresciuto con ilcampeggio», ricorda il nostro impren-ditore.A ripensare oggi quegli anni, veden-do cosa è diventata quella parte del-l’isola, sembra che siano trascorsi nonpochi decenni ma secoli. «Nel 1974c’erano solo ventisette campeggi inSardegna, quasi tutti in Gallura, equesto ha fatto si che fin dall’inizioarrivasse un gran numero di turisti,nonostante i collegamenti col con-tinente fossero abbastanza radi: solopoche navi al giorno e naturalmen-te del tutto insufficienti nel periododi alta stagione», ricorda ancora l’im-prenditore. «La nostra clientela eraformata per lo più da tedeschi e olan-desi, cui in agosto si aggiungevanogruppi d’italiani dal continente maanche sardi».Ovviamente anche per il Valledoria,man mano che cambiava la cliente-la, è arrivato il momento delle ristrut-turazioni; sono stati così rifatti com-pletamente i servizi, la ristorazione,il campeggio si è dotato di una lavan-deria a gettone, di una sala giochi, didocce calde gratuite, un zona anima-zione all’aperto, baby club, parcheg-gio coperto. Col tempo le piazzole nonsono state più sufficienti, dato che gli

QUARANT’ANNI DI OPEN AIRNELLA DIFFICILE SARDEGNA

IN POCHI MESI 70MILA MQ DI PINETA SI SONOTRASFORMATI IN UNCAMPEGGIO

di Pietro Licciardi

CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO

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ospiti sono diventati più esigenti edè stato necessario acquistare una ven-tina di boungalow, inoltre sempre perandare incontro alle esigenze dei tu-risti il campeggio si è dotato di rou-lotte attrezzate in affitto; ciò consen-te a chi arriva da lontano di non ri-nunciare alla tradizionale vacanzaopen air lasciando però a casa la rou-lotte o il camper, il che significa viag-gio più veloce e confortevole, maga-ri in aereo, con conseguente rispar-mio sui costi del traghetto.Purtroppo a cambiare, come dice EzioAliani, non è stato soltanto il mododi fare camping ma anche l’isola, chenegli anni ha visto spuntare case estrutture in muratura come funghi:«Sembra abbiamo voluto fare di tut-to per rovinare la risorsa più impor-tante della Sardegna: il suo paesag-gio, costruendo anche nelle zone piùbelle della costa. Per fortuna questaregione ha pochi abitanti e la scomo-dità di essere un’isola la mette rela-tivamente al riparo da scempi irrepa-rabili, almeno fino a questo momen-

to». Tuttavia ciò che da una parterappresenta una “delizia” per il turi-smo, dall’altra è anche la sua “croce”.Come dice ancora il nostro impren-ditore: «Arrivare in Sardegna non èfacile e se i trasporti sono notevol-

mente migliorati non possiamo direaltrettanto dei costi. Siamo stati sem-pre penalizzati dal fatto che otre abenzina e autostrada i nostri ospitidovevano affrontare anche la spesadell’attraversamento via mare ma

adesso la situazione è resa dramma-tica dall’enorme aumento subito daibiglietti dei traghetti, specialmentese si pensa che avere la macchina alseguito è una necessità. C’è pure datenere conto del fatto che tradizio-nalmente i clienti dell’open air appar-tengono a fasce di reddito medio-bas-se e se la bellezza dei nostri luoghi hacomunque giustificato qualche sacri-ficio in più non so quanti ancora po-tranno sostenerli, specialmente se inEuropa continueremo ad avere unacosì bassa crescita economica».Anche per il signor Aliani l’open airin generale e la Sardegna in partico-lare avrebbero quindi bisogno di unasaggia politica dei prezzi di traspor-to, che tenga conto, magari, della ti-pologia della clientela, e di una nor-mativa chiara sui mezzi di pernotta-mento messi a disposizione dai cam-peggi. Specialmente dopo l’increscio-so sequestro per oltre tre anni da par-te dell’autorità giudiziaria delle casemobili di un camping di Oristano.Ma per garantire il turismo in gene-rale e non solo l’open air, questa re-gione deve dotarsi pure di trasporti

adeguati, di strade e servizi pubbliciefficienti, migliorare il decoro urba-no e dare buoni servizi ai cittadini,compresi quei cittadini temporaneiche sono i turisti. Purtroppo però laSardegna non fa eccezione e anchequi politica e burocrazia sono nemi-ci dell’impresa e di tutto ciò che po-sitivo ne consegue: «le dico soltan-to che noi siamo stati visitati dallaforestale tre anni fa», racconta il pro-prietario del Valledoria «la quale do-po i suoi controlli ci ha contestato ibungalow prefabbricati e li ha seque-strati. Abbiamo risolto chiedendo laconcessione a sanatoria, anche sesono strutture precarie, e pagandogli oneri di urbanizzazione al doppiodella normale tariffa. Abbiamo per-so una stagione e parte della clien-tela». Assurde miopie che mettonoanche a rischio la successione delleimprese, dato che non tutti hannola voglia e la tenacia di rischiare piùdel dovuto per portare avanti un’ at-tività. Per fortuna non sembra esse-re questo il caso di Ezio Aliani, an-che se rimangono parecchie nubi al-l’orizzonte: «La mia successione è

già in mano a mia figlia e al marito.Non ho idea se questa attività potràsopravvivere ancora a lungo vistoche ci dobbiamo limitare al campeg-gio puro e semplice, dimenticando-ci delle strutture fisse che i legisla-tori non vogliono. Per il momentoabbiamo una discreta clientela cheama ancora il camping come vacan-za e non come ripiego. Facciamo ditutto per assecondare questi clienti,sperando che non cambino idea e siconvertano ad una vacanza tipo “vil-laggio” o hotel». Intanto, visto chenon è possibile innovare più di tan-to nelle strutture, al campeggio Val-ledoria l’innovazione ha riguardatoil marketing, dato che da qualcheanno a questa parte si preferisce pun-tare per la promozione su Internet ei social network, dopo aver sperimen-tato il canale delle fiere e delle ma-nifestazioni di settore. Rimane co-munque fondamentale il passaparo-la e per questo è necessario mante-nere sempre alta la qualità dell’ospi-talità, l’attenzione ai propri clientie la massima cura per ciascun setto-re della struttura. n

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“«SIAMO STATI VISITATI DALLA FORESTALE TRE ANNI FA, CHE CI HA CONTESTATOI BUNGALOW PREFABBRICATI E LI HA SEQUESTRATI. ABBIAMO RISOLTOCHIEDENDO LA CONCESSIONE A SANATORIA, ANCHE SE SONO STRUTTUREPRECARIE, E PAGANDO GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE AL DOPPIO DELLANORMALE TARIFFA ».

L’Emilia Romagna è nota ai piùper la sua celeberrima riviera,splendido esempio di come il tu-

rismo possa essere una risorsa di pri-maria importanza per una intera regio-ne e per il Paese. Rimini, Cattolica eRiccione, fin dagli anni del boom eco-nomico, sono sempre state mete indi-scusse per italiani e stranieri in cercadi mare e divertimento; un successocostruito e mantenuto con cura e at-tenzione dagli operatori, che hannosempre saputo assecondare la doman-da, attorno alla quale si è andata coa-gulando una vera e propria industria.Ma la Regione non ha saputo offriresoltanto la sua costa e man mano chel’Italia è cresciuta economicamente esi è andata affermando come meta tu-ristica internazionale, analogamentea quanto avvenuto in altre aree delPaese, sono diventate meta turisticaanche le città d’arte, i borghi e i pic-coli centri, la montagna. Più recente-mente si è sviluppato anche il viaggiolegato al gusto e all’enogastronomia,che ha visto la nascita di numerose“strade” dedicate alle molteplici tipi-cità locali.Per avere un quadro del turismo inEmilia Romagna possiamo partire dainumeri legati ai flussi, prendendo co-me riferimento il 2012, anno signifi-cativo in quanto coincide con la fasepiù acuta della crisi economica inter-nazionale e con il precipitare della si-tuazione italiana, a causa dei diktat eu-ropei e della politica assai controver-sa del governo di Mario Monti, le cui

misure hanno inferto grossi colpi allacapacità di spesa degli italiani, che –non dimentichiamolo - sono i princi-pali clienti delle strutture turistichenazionali.Nel 2012 dunque in Emilia Romagnasono stati registrati 9.094.694 arrivi e37.341.413 presenze nelle strutture al-berghiere e complementari. Rispettoall’anno precedente c’è stata una fles-sione sia degli arrivi (-2%) che dellepresenze (-3%) e anche la durata delsoggiorno ha fatto registrare un’ulte-riore lieve contrazione, con una per-manenza media passata da 4,2 giornidell’anno precedente a 4,1 giorni. Unandamento solo moderatamente ne-gativo, specialmente se si pensa al for-te impatto della crisi sulle famiglie eai timori seguiti al terremoto che nel

mese di maggio ha scosso la pianuraemiliana. Il dato si inserisce oltretut-to in un decennio positivo per il turi-smo regionale, che ha visto cresceredel 18% gli arrivi, sia pure a fronte diun più modesto +2% di presenze. Sempre dall’analisi dei dati è possibi-le dedurre quali sono i “mercati” turi-stici in Emilia Romagna più sviluppa-ti. La parte del leone la fa ovviamen-te la Riviera (55% degli arrivi e 74%delle presenze) e se le località del for-livese hanno accusato sensibili perdi-te in provincia di Rimini tutti i comu-ni hanno aumentato gli arrivi (Misa-no e Riccione + 1%, Rimini +2%, Bel-laria e Cattolica + 3%). Soddisfacen-ti anche i dati sulla presenza stranie-ra, in crescita per il terzo anno conse-cutivo, che vede al primo posto ovvia-

CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO

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LA QUARTA REGIONE TURISTICA ITALIANA GUARDA ALL’EUROPA

EMILIA ROMAGNA, a cura di Pietro Licciardi

mente i tedeschi (23%), seguiti dai rus-si (19%) Le Città capoluogo sono il secondo“mercato” turistico della regione (24,5%degli arrivi e 12% delle presenze) se-guite dai comuni minori (15% degliarrivi e 8% delle presenze) mentre aparecchia distanza ci sono le Terme(3% degli arrivi e delle presenze) – cheevidentemente non sono ancora riu-scite a ripensare il loro ruolo e a ricol-locarsi sul mercato dopo la profondacrisi seguita ai tagli operati negli anniOttanta dal Servizio sanitario nazio-nale - ; infine l’Appennino (3% degliarrivi e 2% delle presenze).Incoraggiante l’incremento a livelloregionale della clientela straniera (+1%arrivi, +0,4% presenze), soprattutto dituristi di lingua tedesca e russi, che pe-rò è assai modesto e indica senz’altroun ampio settore sul quale sarebbe ne-cessario intervenire con maggiore de-cisione. In ogni caso il turismo inco-ming rappresenta il 26% del totaleNel 2012 ha fatto da contraltare al-l’incremento di stranieri il vistoso ca-lo dei flussi di connazionali (-3% arri-vi, -4,5% presenze) soprattutto da La-zio e Toscana, bilanciato però dal sen-sibile aumento dei flussi interni alla

regione (+5% arrivi, +3% presenze).Un dato quest’ultimo che sarebbe in-teressante indagare ma che a noi sem-bra ugualmente generato dalla crisi,tanto da poter risultare alla lunga pre-occupante. Il sospetto è che tale mo-vimento intraregionale sia originatoda emiliani che a causa delle minoridisponibilità economiche hanno ri-nunciato a trascorrere la loro vacanzaall’estero o in regioni italiane più co-stose; soggiorni di “ripiego”, dunque,che se da un lato hanno fatto si chemolti riscoprissero un turismo più ca-salingo dall’altro rischia di essere il pro-dromo di un ulteriore sensibile calo sela situazione economica interna nondovesse migliorare. Occorre oltretut-to tener presente che proprio gli ita-liani rappresentano il 74% sia degli ar-rivi che delle presenze, provenienti perlo più dai tradizionali bacini della Lom-bardia, della Toscana, del Veneto, delPiemonte e dal Lazio.La crisi sembra aver lasciato il segnoanche sul modo di soggiornare, consi-derato il vistoso calo dei flussi negli al-berghi di categoria superiore (-5% diarrivi e presenze), mentre è continua-to anche nel 2012, il trend in crescitadelle residenze turistico-alberghiere

(+8,5% arrivi, +4% presenze) e nelsettore extra-alberghiero con buoni ri-sultati registrati in appartamenti, agri-turismi e bed & breakfast. Considere-vole l’aumento di turisti nei campeg-gi (+10% arrivi, +24,5% presenze), es-sendo un tipo di turismo tradizional-mente meno costoso. I campeggi “pe-sano” sul turismo regionale per il 7%degli arrivi e il 13% delle presenze.

LA CAPACITÀRICETTIVA REGIONALE Riguardo la capacità ricettiva l’EmiliaRomagna può contare su 4.480 fra al-berghi e residenze turistiche per, com-plessivamente, 295.360 posti letto. Lestrutture hanno in media 34 camere e66 posti letto; quasi tutte con un rap-porto bagni/camere superiore all’uni-tà. L’indice di utilizzo dei letti è del27% se non si considerano le chiusu-re stagionali; 50% se ci si riferisce aiperiodi di apertura effettiva. Nel de-cennio 2003-2012 il numero degli ho-tel a 5-4-3 stelle è passato da 2.613 a2.889 unità con il numero dei postiletto cresciuto del 17%; le strutture ad1 e 2 stelle sono invece diminuite di753 unità. Negli anni c’è stato quindiuna evidente diminuzione degli eser-

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“LE CITTÀ CAPOLUOGO SONO IL SECONDO “MERCATO” TURISTICO DELLAREGIONE CON IL 24,5% DEGLI ARRIVI E 12% DELLE PRESENZE REGISTRATE NEL 2012

NON SOLO MARE

cizi a basso potenziale ricettivo concorrispondente evoluzione dell’offer-ta verso strutture di più ampie dimen-sioni e maggiore capacità come richie-sto dal mercato. Sempre sul fronte del-la ricettività rilevante l’incrementodelle residenze turistiche, che nellostesso decennio sono aumentate del76% passando da 144 a 254, con unpiù che raddoppio dei posti letto: da7.001 a 14.696. Nel comparto extra-alberghiero a fine 2012 si contavano123 fra campeggi e villaggi turistici perquasi 90.500 ospiti, 731 alloggi agro-turistici con oltre 9.000 posti letto,1.117 alloggi dati in affitto da impre-se turistiche con 19.700 posti letto,1.688 bed & breakfast con oltre 7.200posti letto e 476 altre tipologie con ol-tre 20.000 posti letto complessivi

LE AREE TURISTICHE La Riviera, come già detto, ha il po-tenziale turistico più rilevante della re-gione avendo assicurato lungo i suoi150 chilometri di estensione 4.979.442arrivi e 27.729.199 presenze e una per-manenza media di 5 giorni nelle strut-ture alberghiere e di 9 in quelle extra-alberghiere. Ciò significa che nel 2012c’è stata una sostanziale tenuta rispet-to alla buona performance registratanei precedenti anni. Ciò principalmen-te è avvenuto grazie all’incremento de-gli stranieri, che sono andati a com-pensare il calo dei connazionali. An-che sulla costa a soffrire di più sonostati gli alberghi di categoria superio-re. In controtendenza i campeggi, conincrementi molto rilevanti (+11% ar-rivi, +27,5% presenze). Ovviamenteè sulla costa che si concentra anche lamaggior parte delle strutture: 3.170 fraalberghi e residenze turistiche, 51 fracampeggi e villaggi turistici per quasi74.000 ospiti, 352 alloggi dati in affit-to da imprese turistiche , 69 case perferie, 10 ostelli,·98 bed & breakfast e15 agriturismi Le città capoluogo sono la seconda mè-ta turistica, con – sempre nel 2012 -2.233.188 arrivi e 4.590.528 presenze,e una permanenza media di quasi 2giorni negli alberghi e di 3,7 giorni nel-le altre strutture. Rispetto al 2011 si èregistrata una flessione non indifferen-te sia degli arrivi che delle presenze (-

3%) che ha interrotto la tendenza po-sitiva in corso già da molti anni. Il ca-lo degli arrivi è dovuto soprattutto al-la clientela italiana, quello delle pre-senze invece è da ascriversi piuttostoagli stranieri che evidentemente han-no abbreviato la durata del soggiorno.In totale controtendenza il capoluogodi regione, Bologna, mentre Parma eReggio Emilia sono riuscite a limitarei danni, registrando una modesta di-minuzione dei flussi. Tutte le altre cit-tà hanno presentato scostamenti ne-gativi molto rilevanti. Nelle città i pe-riodi più favorevoli, con la massimaconcentrazione turistica, sono maggio,

settembre e ottobre mentre il princi-pale bacino di provenienza resta laLombardia. La struttura ricettiva scel-ta dai turisti è quasi esclusivamentequella alberghiera, mentre riguardol’extra-alberghiero la preferenza va aglialloggi in affitto, alle case per ferie eagli agriturismi. Il patrimonio ricetti-vo delle città emilane-romagnole è ilseguente: 290 alberghi con 28.176 po-sti letto – si tratta di strutture con inmedia 51,5 camere e 97 posti letto - 5campeggi per circa 1.250 ospiti, 581bed & breakfast con oltre 2.200 letti,281 alloggi gestiti in forma imprendi-toriale con oltre 3.000 posti letto, 59agriturismi con 758 letti, 10 ostelli per730 ospiti e 115 altre strutture con2.104 posti lettoMolto dietro nella graduatoria si situa-no le terme, le quali nel 2012 hannoregistrato 299.146 arrivi e 1.084.827presenza. Prosegue insomma la crisiper il comparto termale, nonostantegli stranieri abbiano fatto registrare unincremento significativo sia di arrivi(+5%) che di presenze (+9%). La per-manenza media sembra essere scesa al

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RIGUARDO LACAPACITÀ RICETTIVAL’EMILIA ROMAGNAPUÒ CONTARE SU4.480 FRA ALBERGHIE RESIDENZETURISTICHE PER,COMPLESSIVAMENTE,295.360 POSTI LETTO.

minimo storico con 3,6 giorni mentreper quanto riguarda la distribuzionedel movimento, il periodo compresotra maggio e ottobre registra il 60% de-gli arrivi e il 71% delle presenze. Sitratta di un turismo che gravita nelleprovince di Parma, Ravenna (termedi Brisighella e Riolo), Forlì-Cesena(terme di Bagno di Romagna e Castro-caro), Bologna (terme di Porretta eCastel S. Pietro) e dove preponderan-te è la clientela italiana (86% degli ar-rivi e il 90% delle presenze). Quantoalla tipologia di struttura ricettiva scel-ta per l’alloggio, circa il 77% del flus-so turistico prevalgono gli alberghi.Infine l’Appennino, che nel 2012 haregistrato 247.208 arrivi e 858.366 pre-senze. Tra l’altro, essendo quella mon-tana una vacanza scelta per lo più da-gli italiani, in quest’area si è fatta sen-tire pesantemente la crisi, con dati for-temente negativi (-5,5% arrivi, -11%presenze solo nel 2012). Anche in que-sto caso più penalizzati sono stati glialberghi che hanno visto anche dimi-nuire ulteriormente il periodo di per-

manenza, che non arriva ai 3,5 giorni.Soltanto nelle località dell’appenninopiacentino si è riscontrato un notevo-le recupero degli arrivi, dopo alcunianni di calo, ma la durata del soggior-no si è ancora contratta (-9% delle pre-senze). Anche qui la modalità di sog-giorno preferita è l’albergo, con unaconcentrazione nei 3 stelle. La Con-sistenza ricettiva in area montana è di

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IL PIANOPROMOZIONALETURISTICO 2014DELL'EMILIA-ROMAGNAPREVEDE L’AUMENTODELLA QUOTA DITURISMO ESTERO,ANCHE ATTRAVERSOUNA MAGGIOREPRESENZA NEL WEB

342 alberghi con 11.431 posti lettocomplessivi; 44 fra campeggi e villag-gi turistici per oltre 10.000 ospiti, 173agriturismi con 2.060 posti letto, 316bed & breakfast con 1.448 posti letto,188 altre tipologie (case, affittacame-re, ostelli, rifugi, ..) con quasi 4.500posti letto complessivi.

PROSPETTIVEDI SVILUPPOL’Emilia Romagna è la quarta regioneturistica italiana e se vi sono grossepreoccupazioni legate alla situazioneeconomica nazionale, che rischia diridurre ulteriormente il numero degliitaliani ancora in grado di andare invacanza questa regione può ancoracontare sul turismo estero, non sol-tanto europeo. Gli scandinavi e glistranieri di lingua tedesca conosconobenissimo la riviera romagnola e han-no ormai imparato ad apprezzarne ivantaggi. A questi si sono aggiunti intempi molto più recenti i russi, sui qua-li si riversano non solo le speranze male attenzioni degli operatori e degliamministratori locali. Il loro numeroè in costante crescita e soprattutto nonè così legato alla stagionalità. Non èinfatti raro vedere comitive di russi apasseggio per le cittadine della Rivie-ra a Settembre e Ottobre, attirati sìdal clima indubbiamente più mite diquello moscovita ma anche dalla pos-sibilità di fare acquisti e portare a ca-sa un po’ di quel Made in Italy checontribuisce a sottolineare il loro nuo-vo status di cittadini di una potenzaeconomicamente emergente. E’ perquesto motivo che il Piano promozio-nale turistico 2014 dell'Emilia-Roma-gna prevede l’aumento della quota diturismo estero, anche attraverso unamaggiore presenza nel Web, semprepiù decisivo per la scelta della vacan-za. Attenzione anche alle proposte diturismo enogastronomico che si fa for-za di 39 prodotti Dop e Igp legate apacchetti speciali. Il tutto arricchitoda una rete di parchi tematici (La Ri-viera dei Parchi), da un circuito di 25campi da golf, da una Motor Valleycon la presenza dei marchi internazio-nali Ferrari, Ducati, Lamborghini, Ma-serati (che nel 2014 festeggia i cen-t'anni d'attività). n

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Anche in Emilia Romagnal’open air svolge un ruolo ditutto rispetto nel panorama

turistico regionale. Come spiega ilpresidente regionale della Faita,Gianfranco Vitali, le aziende piùgrandi sono dislocate nelle localitàmarine, mentre nell’entroterra so-no le piccole aziende con molti clien-ti stanziali. Nei camping e villaggila maggior pare degli ospiti sono ita-liani (circa il 70% ) mentre gli stra-nieri, per lo più tedeschi, olandesi,svizzeri e francesi, sono in media il30%. Qui come altrove sarebbe unabuona cosa riuscire a destagionaliz-zare il turismo all’aria aperta e ciò,sempre secondo il presidente dellaFaita, sarebbe possibile attraversouna maggiore valorizzazione dellearee naturalistiche ma anche attra-verso la pianificazione di eventi spor-tivi, musicali e culturali. In questosenso, da diversi decenni ormai, va-le da esempio ciò che avviene a Ri-mini con il Meeting, kermesse cul-turale e religiosa che attira un cen-tinaio di migliaia di persone da tut-ta Italia assicurando il pieno di ho-tel e campeggi nell’ultima settima-na di agosto.Per fortuna in Emilia Romagna lapolitica regionale sembra attenta alsettore dell’open air, co-finanzian-do progetti promozionali presenta-ti dai vari soggetti privati. Tuttaviasarebbero necessari, come sottoli-

nea Vitali, anche ulteriori investi-menti da parte dei proprietari del-le strutture, in particolare case mo-bili di qualità, piscine coperte e spa-zi chiusi e riscaldati idonei all’uti-lizzo tutto l’anno, in una ottica, ap-punto, di destagionalizzazione.Come altrove in Emilia Romagnal’ultima stagione ha registrato unatenuta se non una crescita dei flus-si nel turismo all’aria aperta ma que-sto non induce troppo all’ottimi-smo, dal momento che, conclude ilpresidente della Faita GianfrancoVitali, i margini di profitto sono incalo a causa dei costi crescenti. Tut-tavia sarebbe proprio questo il tem-po giusto per investire e cercare diincrementare i ricavi, preparandostrutture ricettive di qualità in gra-do di intercettare clientela medioalta, che sceglie questa vacanza nonper il prezzo basso ma come stimo-lante alternativa. n

L’OPEN AIR SECONDO IL PRESIDENTE REGIONALEDELLA FAITA

La dodicesima edizione della ri-cerca internazionale sul turismopiù prestigiosa al mondo - “Lea-

ding Country Brands” - di Today’s andTomorrow’s ha collocato ancora unavolta l’Italia ai primi posti; perché al-lora questa leadership non si trasformain un adeguato fatturato e posizionesul mercato? Cerchiamo di esamina-re alcuni fattori.La citata ricerca si basa sui seguentiindicatori: ricchezza del territorio intermini di storia, arte, ambiente, eno-gastronomia, natura, numero e quali-tà della strutture ricettive turistiche.Su questi indicatori l’Italia è leader in-contrastata e ciò dovrebbe consentir-ci di costruire un pensiero positivo suqueste basi; ovvero dovremmo consi-derarli asset acquisiti. I trend storici

(macrotrend) ci dicono inoltre che leclientele turistiche si ricompattanointorno ai seguenti ingredienti fonda-mentali: libertà, natura, socialità, spen-sieratezza, benessere, bellezza, cultu-ra, storia, arte e che il turismo all’ariaaperta tiene meglio il mercato. D’al-tra parte sappiamo ormai che la do-manda si è orientata verso una vacan-za da trascorrere vicino ai luoghi di re-sidenza, deve essere non eccessiva-mente costosa e la durata si è andataaccorciando. In questo scenario complessivo occor-re considerare quattro punti strategi-ci, sui quali lavorare:- conoscenza del mercato,- gestione delle strutture,- marketing- costruire l’offerta

Cominciamo dal primo punto: la co-noscenza della domanda. Una impor-tante ricerca francese del 2012 ha con-cluso che la campagna, il mare, la na-tura piacciono per quello che sono evengono scelte indipendentementedagli “artifici” messi in atto dal mar-keting. Semmai la rivoluzione digita-le ha cambiato il modo di scegliere ladestinazione, poiché oggi prima diprendere qualsiasi decisione si inter-pella internet e se l’esperienza è an-cora personale, la narrazione dei luo-ghi, le storie, le passioni, hanno as-sunto una nuova fondamentale im-portanza, amplificata dallo strumen-to telematico. E’ qui che occorre agi-re, e subito, per intercettare il viag-giatore. Per i collaboratori della strut-tura turistica diventa perciò fonda-mentale conoscere il territorio e offri-re tale conoscenza, assieme alla sim-patia, all’educazione, alla impeccabi-le professionalità, ai propri ospiti. Inpratica i gestori della struttura devo-no diventare anche leader culturali,capaci di proporre un prodotto diver-so dalla classica vacanza, ovvero qual-cosa che possa interessare e coinvol-gere tutta gamma sensoriale dell’ospi-te. Tanto più che il cliente, propriograzie alla potenza dei social network,è ormai il principale promoter, essen-do in grado di spostare e comunicareconsensi col passaparola telematico.La politica imprenditoriale e quellaterritoriale debbono oggi interagire alfine di rendere più chiare, aperte e di-namiche le strategie che organizzanol’offerta turistica: Ente, operatore tu-ristico e viaggiatore debbono diven-tare attori consapevoli, interagendoin modalità attiva, dinamica e geore-ferenziata. Da questo punto di vista,

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PRIMI IN APPEAL MA NON IN AFFARI

COME RECUPERARE TERRENONELLA COMPETIZIONE TURISTICAINTERNAZIONALE

di Luca Marini

ma non solo, l’elemento della comu-nicazione diventa un’esigenza strut-turale.Ovviamente la principale responsa-bilità per ciò che riguarda il “fare” ri-cade sugli operatori turistici e sugli En-ti amministrativi periferici e centrali,i quali innanzitutto devono mettere adisposizione adeguate risorse econo-miche per la promozione turistica del“sistema paese”. In secondo luogo de-vono impegnarsi in uno sforzo con-giunto ed integrato per mettere a pun-to strategie di comunicazione, inno-vazione e promozione a livello localecongeniate in modo tale da innesca-re un volano per l’economia locale. Atale proposito appare chiaro quantosia preferibile che i rapporti tra “pub-blico” e “privato” siano all’insegna del-la cooperazione e della strutturazione- distretto turistico e reti d’impresa –in modo da avere maggior peso versoi partner e fornitori strategici, i qualia loro volta daranno infrastrutture,servizi e prodotti a forte ricaduta sulcliente, utente e viaggiatore. L’ente

locale inoltre può utilmente fare dacerniera tra la popolazione dei resi-denti e i turisti, offrendo ai primi unterritorio sano, non offeso da forme disfruttamento dannose per la vocazio-ne turistica per un verso, e non gra-vato dai disagi di una “sovrappopola-zione” vacanziera dall’altro. Un ter-mometro per tale ragionamento puòessere la questione della raccolta deirifiuti, problema che esplode nei pe-riodi di maggior flusso turistico. D’al-tro canto, senza entrare nello specifi-co, è proprio il livello generale dei ser-vizi pubblici – come la mobilità, lafruibilità dei luoghi, l’assenza di bar-riere architettoniche - ad essere cer-tificato nella determinazione deglistandard qualitativi turistici delle lo-calità che si pongono sul mercato.Non c’è dubbio che per quanto riguar-da l’Italia per recuperare il gap che ab-biamo incassato con la trasformazio-ne dei mercati, occorre procedere al-la integrazione sopra esposta, coinvol-gendo anche i residenti, che in casodi successo turistico della loro locali-

tà possono trarre i maggiori beneficidella salvaguardia del patrimonio col-lettivo.Su queste criticità endemiche nazio-nali, purtroppo, tanto conta il ritardodella politica statale e regionale, siain termini di ricompattazione e ordi-namento normativo in favore del tu-rismo e le sue categorie, ma anche dimancata tutela delle specificità nazio-nali negli ambiti comunitari. L’esem-pio più vistoso della “vessazione” daparte della Unione europea sui paesimembri è la Direttiva Bolkestein suiservizi che colpisce diverse figure au-tonome specializzate, come i balnea-ri (30 mila imprese in Italia) elemen-to strategico per la nostra vocazioneturistica in gran parte imperniata sul-lo sviluppo delle coste.Tuttavia anche di fronte alla eviden-te inadeguatezza delle normative edal vistoso ritardo delle amministrazio-ni, da contrastare energeticamentecon una vigorosa tutela del dirittod’impresa, è chiaro che tutti gli ope-ratori turistici debbano sedersi come

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soggetti attivi al comune tavolo pro-grammatico sul turismo rompendoogni immobilismo.Un discorso a parte deve essere fat-to per l’innovazione, che deve riguar-dare soprattutto l’identità e la tradi-zione, l’ambiente, la sostenibilità, lacomunicazione e il marketing. Nonappena realizzata l’infrastruttura in-novativa e recuperata la capacita diagire nello scenario turistico globalecome soggetti consapevoli e attorifondamentali, è chiaro che bisogne-rà rapidamente affrontare la promo-zione e distribuzione del prodotto tu-ristico secondo modalità più diretteed economiche, nonché la capacitàdi rendere visibili i soggetti e il ter-ritorio da cui il prodotto turisticoprende origine e forma. Insomma bi-sognerà riappropriarsi delle leve cheregolano i flussi turistici per non ri-manere spiazzati dal riorientamentodel cosiddetto “turismo di massa”, og-gi sempre più frammentato (turismoreligioso, città d’arte, crociere, ecc.)rischiando di scollegarsi dal turismoall’aria aperta (open air) il quale piùdi altri ha bisogno di una ampia gam-ma di viaggiatori: pendolari metro-politani, clienti fidelizzati, stranie-ri… In altre parole gli operatori lo-cali devono trovare i motivi per nonessere bay passati dai grandi tour ope-rator e dalla “grande distribuzione”turistica prevenendo il fenomeno del-la concentrazione delle risorse da par-te di poche, grandi, aziende magarimultinazionali. Il che avverrebbe tral’altro a discapito delle innumerevo-li piccole imprese a carattere familia-re che costituiscono il nerbo del set-tore, le quali non possono essere mes-se in condizioni di dover svendere ilproprio patrimonio, materiale e im-materiale. Una soluzione potrebbeessere l’organizzazione “dal basso” deiterritori, mediante un opportuno mar-keting di prossimità pensato per unadistribuzione diretta sui mercati, gra-zie alla promozione “virale” oggi pos-sibile grazie alla rete. Si tratta di unaoperazione più culturale e di testa chenon di muscoli, essendo basata sul-l’utilizzo di software informatici pe-raltro già ampiamente disponibili chenon richiedono grandi investimenti

ma idee in grado di catalizzare l’at-tenzione della clientela potenziale.Tra l’altro sempre grazie allo strumen-to informatico, il quale consente pa-gamenti, e prenotazioni completa-mente digitalizzate e dirette si aprel’interessante prospettiva di minoredipendenza dai grandi tour operator,la cui promessa di maggiori flussi perle proprie strutture ricettive compor-ta il pagamento di un “dazio” che ri-schia di diventare assai oneroso intempi di contrazione della spesa. Ol-tremodo interessante l’e-commerce,con la sua possibilità di un rapportodiretto con i fornitori e ulteriori ri-sparmi di gestione.Dobbiamo insomma puntare a ridareautonomia e spirito di iniziativa aglioperatori, dando vita a veri e propri“cartelli” di imprese – coordinate conle amministrazioni locali - decise aproporsi sul mercato come un unicosistema turistico strategico, comples-so e integrato, in grado di confrontar-si con qualsiasi concorrenza stranierache sta guardando con crescente ap-petito la nostra industria turistica, laquale, non dimentichiamolo, porta indote l’offerta più ricca al mondo. Riassumendo, siamo di fronte alla ne-cessità di una riorganizzazione strut-turale delle rete distributiva e di unanuova riformulazione dell’offerta, chedeve essere maggiormente collegataai nostri territori ed alle nostre invi-diate ricchezze.Infine occorre considerare la questio-ne affatto secondaria della destagio-nalizzazione, che andrebbe analizzata

innanzitutto alla luce della sociologiae della antropologia; ovvero del cam-bio di costume avvenuto e ancora inatto tra i turisti, a partire da quelli dicasa nostra. In altre parole occorre co-minciare a misurare il cambiamentodegli stili di vita e su come incidonosul mercato. Quanto ciò sia importan-te lo vediamo ad esempio per quantoriguarda il turismo balneare, dove mi-lioni di connazionali si riversano nei3-4 mesi estivi sugli 8mila chilometridi costa della Penisola generando unnumero di presenze complessive nel-l’ordine delle diverse centinaia di mi-lioni; un fenomeno primario che nonha praticamente eguali nel mondo an-che se il modello si sta implementan-do in altri paesi, come Cina, Stati Uni-ti, Australia. L’elevato pendolarismo riscontrabilenegli ultimi anni potrebbe essere aiu-tato e incentivato migliorando i col-legamenti tra le città e il lido e allostesso tempo una intelligente pianifi-cazione degli eventi e degli appunta-menti anche di carattere culturale po-trebbe spalmare i flussi lungo architemporali più ampi, allungando la sta-gionalità. Addirittura ci potremmospingere ad ipotizzare una pianifica-zione che copra l’intero anno, abituan-do ad un ulteriore pendolarismo di ti-po locale che il viaggiatore si porteràdietro come esperienza anche nel pe-riodo della vacanza vera e propria. Inparole povere una riscoperta del pia-cere di vivere tutto italiano che do-vrebbe tornare a far parte del nostro…made in Italy turistico n

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Tasse, crisi e ripresa in Italia. Neparliamo con Carlo Pelanda,professore di Politica ed Eco-

nomia internazionale nell'Universi-tà della Georgia (Athens, Usa) ededitorialista per diverse testate nazio-nali tra cui Libero e Il Foglio. Pelan-da, che è stato consulente del Segre-tario generale dell’Onu (1988-90),del Presidente della Repubblica Ita-liana (Cossiga, 1990-91), del mini-stro degli Esteri (Andreatta, 1993),del ministro delle Finanze (Tremon-ti, 1994), del ministro della Difesa(Martino, 2001 – 2005), ha le ideemolto chiare: «La recessione italianaè autoindotta, non arriva dal 2008.A partire dalla crisi in Grecia, per di-mostrare al mercato internazionaleche l'Italia andava verso il pareggiodi bilancio si sono attuate politicheche hanno aumentato le tasse. E' sta-to un suicidio economico ingiustifi-cato, il massacro di quasi un milionedi persone a cui sono stati erosi lavo-ro e impresa. Questo è stato il prezzoper convincere il mercato finanziariointernazionale che il nostro debitoera sostenibile. Si sarebbe certamen-te potuta prendere un'altra strada, mail Governo non ha voluto farlo, e co-sì dal 2011 in poi, invece di tagliarela spesa pubblica si è preferito aumen-tare le tasse».

Professore, si può dire che l'attualetassazione, con punte che superanoil 70 per cento, secondo Cna, sia

dannosa tanto per le imprese quan-to per le famiglie?«E' evidente che siamo in presenza diun carico fiscale eccessivo, il più altotra le nazioni comparabili. Una pres-sione che taglia le capacità di spesadelle famiglie generando una riduzio-

ne degli utili per le imprese. Il risulta-to è che i consumi tendono ad esseredepressi e gli investimenti non ven-gono incentivati a causa del carico fi-scale. In queste condizioni, l'eccessodel drenaggio fiscale è uno dei fattoriprincipali - non l'unico - per cui l'Ita-lia cresce poco. C'è anche una com-plicazione. La spesa pubblica, i soldifiscali, sono sprecati: un euro che en-tra nello stato ne produce 0,50, men-tre un euro che resta sul mercato pri-vato si moltiplica per tre o quattro».

Si dice che il vero problema dell'Ita-lia è l'evasione fiscale. Ma c’è poitutta questa evasione? Con il nostrosistema si può evadere sui redditi di-chiarati ma una impresa paga forni-tori, lavoratori, acquista beni e ser-vizi e tutto ciò è tassato...«L'evasione fiscale è un po' un mito.Al nord si è ridotta, resta il problemadel nero. L'evasione domina al sudsia a causa della criminalità sia per-ché il meridione vive solo di spesapubblica. Lì lo Stato ci va leggero per-ché applicando la stessa pressione delnord non sopravviverebbe nessuno.E' per questo che l'evasione in Italiaè presente al 70 per cento al sud, e ri-dotta ai minimi termini al nord doveè diventata “partigiana”: è per soprav-vivenza, ovvero ci sono persone chese pagano le tasse non mangiano. Esi-stono settori dove evadere è più faci-le e dove chi governa è cosciente didover andare dentro con cautela: il

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LO STATO STROZZA LEIMPRESE E LA RIPRESA

SENZA UNA DECISA CURA DIMAGRANTEDELL’APPARATO PUBBLICO L’ITALIA AFFONDA.INTERVISTA AL PROFESSOR CARLO PELANDA

di Filomena Armentano

«LE TASSE SONOIMPAGABILI PER LEMICRO E PICCOLEIMPRESE, MASOPRATTUTTO PERLE PARTITE IVA. TRAIMPOSTE DIRETTE EINDIRETTE SI ARRIVAAD ESAURIRE TUTTOQUELLO CHEINCASSANO LEAZIENDE».

rischio è distruggere un tessuto di pic-cole unità non modernizzato. E' unascelta politica dello Stato che non staeffettuando la stessa pressione nei set-tori più delicati, così come non fa pres-sione al sud, anche se il nord di ciò èmolto arrabbiato».

Allora non è poi così sbagliato direche con tali livelli di tassazione incerti casi evadere significa sopravvi-vere? «Le tasse sono impagabili per le mi-cro e piccole imprese, ma soprattut-to per le partite Iva. Tra imposte di-rette e indirette si arriva ad esauriretutto quello che incassano le azien-de. Questo è ben visibile dalle stati-stiche delle aree di diffusione dellapiccola e media impresa, con la ridu-zione del business causata dalla reces-sione interna provocata dalle tasse».

In Italia il Quirinale costa 134 mi-lioni di euro/anno, la corte inglese38; abbiamo un Senato fotocopia del-la Camera e potrebbe essere abolito

- 300 stipendi da 15 mila euro in me-no più le spese di mantenimento-,500 mila auto blu contro le 75 miladegli Usa, prima potenza mondiale;Province e Comunità montane daabolire, Comuni sotto i 1.000 abi-tanti da accorpare. Si può dire chese anche tutti, ma proprio tutti, pa-gassero fino all'ultimo le tasse que-sto non si tradurrebbe necessaria-mente in una riduzione della pressio-ne e in una politica nazionale rivol-ta verso la riduzione degli sprechi?

«Oltre agli sprechi, la soluzione è quel-la di tagliare la spesa pubblica per an-dare a ridurre le tasse. Bisogna distin-guere tra spese inutili e spese utili percui si spende troppo. L'Europa ci chie-de di tenere il bilancio pubblico vici-no al pareggio. Per ottenere ciò esi-stono due strade. Se alzo le tasse creorecessione. Se, invece, taglio sia la spe-sa sia le tasse lascio più capitale al mer-cato. Tagliando le spese vado a colpi-re l'apparato parassitario di dipenden-ti pubblici. La verità è che negli annipassati si è invece preferito distrugge-re una parte del mercato italiano».

In Italia secondo una sua stima ab-biamo tra i 60 e i 90 miliardi di spe-sa inutile.«Faccio un esempio: perché lo Statodeve fare 30 miliardi di trasferimen-ti alle imprese quando sarebbero suf-ficienti 10 miliardi? Sarà anche giu-sto finanziare le aziende dei trasportiin zone remote o del sud, perché tut-ti i cittadini devono avere a disposi-zione il trasporto pubblico, ma per-

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LA RICETTA PER ILPROFESSOR CARLOPELANDA ÈSEMPLICISSIMA:«TAGLIARE DA UNMINIMO DI 60 MILIARDIIN TRE ANNI DI SPESAPUBBLICA E 50 MILIARDIDI TASSE CON IL 10 PERCENTO DI MARGINE PERTENERE IN PIEDI ILBILANCIO PUBBLICO».

ché spendere gli altri 20 miliardi? Per-ché in sanità ci sono tanti ammini-strativi? A cosa servono? Ad appesan-tire la spesa. Poi, più che lo Stato cen-trale sono gli enti locali che spreca-no: perché un Comune deve averetante macchine blu e assessorati? Per-ché una Regione deve avere tanti fon-di?».

Cosa fare, allora? «E' evidente che pur mantenendo unostato sociale ben organizzato dovrem-mo cambiare i criteri di utilità, di al-locazione delle risorse pubbliche. Quin-di bisogna fare un ragionamento se-rio. Innanzitutto dobbiamo capire qualè la spesa inutile; in secondo luogo ca-pire dove vale la pena di investire: in-segnati, carabinieri e poliziotti e viaelencando. Nelle scuole mancano stru-menti adeguati? A me Stato convie-ne spostare risorse là, invece di paga-re personale inutile dove potrebbe ba-stare un computer. Conviene investi-re in docenti e medici piuttosto chein amministrativi o conviene investi-

re in sicurezza. Il problema è che que-sta cosa metterebbe sulla strada un po'di gente che lavora nel pubblico ed èper questo che nessun politico se lasente. Purtroppo però andando avan-ti così i servizi restano sottodimensio-nati e le tasse vanno ad uccidere il re-sto. La politica non riesce a trovareun buon compromesso e intanto il pro-blema si è incancrenito».

Non si licenzia nel settore pubblicoma si lascia che siano falcidiati po-sti nel settore privato… Si può direche con 10 punti in meno di pres-sione fiscale e una decisa sburocra-tizzazione ci sarebbe un altro boomeconomico?«Dieci punti è un po' poco: dovrem-mo portare la tassazione delle impre-se verso il 15 per cento e tagliare allefamiglie del 10 per cento. Così facen-do l'Italia andrebbe in boom. Questoperò è possibile solo tagliando la spe-sa pubblica di circa 60 o 70 miliardi econ questo tipo di politici non è pos-sibile. Siamo di fronte a persone che

non ne hanno la competenza e quin-di anche se volessero farlo non sapreb-bero come. Questo è un problema. Si-curamente è poi molto difficile che siarrivi a una svolta politica perché lamassa e il volume dei protetti che vi-vono di spesa pubblica raggruppa mi-lioni di persone. Sono oltre cinque-mila solo quanti vivono nel circuitopolitico. Un numero enorme. Sono 6milioni le persone che prendono lostipendio grazie al mercato fiscale. Bi-sogna fare i conti, insomma, con unozoccolo duro costituito da 8-9 milio-ni di voti per lo più orientati a sini-stra. Persone che non hanno alcun in-teresse a cambiare il sistema. La de-mocrazia italiana fa fatica perché èbloccata dal peso eccessivo: più chedalla volontà politica il problema èrappresentato dai partiti: con un se-rio programma di revisione sociale ingrado di fare uscire l'Italia dalla reces-sione si perdono le elezioni».

Dobbiamo allora rassegnarci ad unamorte lenta?

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Saranno le influenze esterne a costrin-gere l'Italia a fare queste politiche.Nelle regole dell'eurozona bisogna fa-re crescita e pareggio di bilancio. L'Ita-lia a un certo punto dovrà farlo, pe-na l'uscita dall'euro. Prima o poi è cer-to che si dovrà arrivare alla cessionedi un terzo dei dipendenti, fatto chepurtroppo potrebbe avvenire in ma-niera traumatica, senza riforme inter-ne».Non tutto è perso dunque, ma non c'èpiù da perder tempo perché intantole aziende vanno via dal paese. La ri-

cetta per il professor Carlo Pelanda èsemplicissima: «Tagliare da un mini-mo di 60 miliardi in tre anni di spesapubblica e 50 miliardi di tasse con il10 per cento di margine per tenere inpiedi il bilancio pubblico». Così, spie-ga, intanto si riduce il costo annualedel debito. «Se tagliassimo di 90 mi-liardi la spesa, e conseguentemente letasse, sarebbe ancora meglio. Le solu-zioni ci sono. Se è vero che abbiamoeroso un terzo delle capacità produt-tive, dalla sua l'Italia in fatto di indu-stria ha ancora tante potenzialità, ha

grande capacità nel sistema manifat-turiero in cui in Europa è seconda so-lo alla Germania per volume d'affari,nel mondo è quinta dopo America,Cina, Giappone e Germania. Resistebene anche l'industria export. Insom-ma, nonostante tutto siamo ancorauna grande potenza industriale, abbia-mo cioè un sistema economico cheabbassando le tasse è in grado di ripor-tarci in alto. Bisogna però agire primache il nostro patrimonio industrialevada in fumo. Abbiamo ancora qual-che anno di vita». n

Ecco , dunque, che la scelta del cam-peggio diventa la risposta più adegua-

ta al nostro bisogno di evasione, di semplicità e di relaxil cui soddisfacimento, più o meno adeguato, rappresen-ta l’esatta cifra della qualità della vacanza, tanto attesaquanto preziosa per ciascuno di noi.Se la motivazione principale della scelta risiede nel piùdiretto contatto con la natura, non sono da sottovaluta-re, a parità di condizioni di comfort, l’economicità dellavacanza e la dislocazione della struttura, per lo più realiz-zate in luoghi ameni. Sedotti dal contatto con la naturama bisognosi e dipendenti dal confort e dai servizi cui sia-mo ormai abituati, gli ospiti dei campeggi vanno scopren-do nuove formule di vacanza sempre più aderenti ad unmodello che coniughi. Nasce così da qualche tempo unanuova specializzazione dell’offerta: il “glamping”. Si tratta di un termine anglosassone, nato dalla fusio-ne delle parole glamorous e camping per indicare i cam-peggi a cinque stelle, dotati di ogni comodità ed eco-friendly. Perché il campeggio verde, a dispetto dei luo-ghi comuni, non deve essere necessariamente spartano,anzi. Il glamping si pratica in strutture al top di gammadove la recettività promette e garantisce ogni comodi-tà. In location che non hanno nulla da invidiare aglialberghi, ma che offrono il vantaggio di poter trascor-rere un soggiorno a diretto contatto con la natura.Ma per gli addetti ai lavori il “glamping” è consideratoun “epifenomeno” che poggia su una più vasta e solidarealtà costituita dall’ospitalità offerta, in oltre due ter-zi della capacità complessiva delle aziende italiane, dal-le così dette “case mobili”, una evoluzione dei bounga-lows, che in questi anni si sono diffuse e selezionate fi-no ad offrire, ad un prezzo spesso molto conveniente,una ospitalità ricca di ogni confort: dalla cucina conforni ad induzione alla tv satellitare, dalla terrazza pri-vata alla Spa per piccoli gruppi di utenza, oltre alle or-mai consuete connessioni wi-fi ed agli elettrodomesti-ci di ultima generazione. Il tutto sempre in contesti am-

bientali piacevoli e generalmente poco affollati. In questo senso, specie sul versante dell’offerta e del va-sto mondo economico di produzione di beni e serviziper il settore, si sta affermando un nuovo concetto dimodulazione della ospitalità open air: il greenfort.Non è bello rincorrere la moda dei neologismi, ma avolte è necessario per dare icasticità e connotazione afenomeni più o meno complessi.Il greenfort, il confort nel verde, nella natura, non guar-da alla suggestione o all’esotismo declinati dal glamping.Al contrario il greenfort è fenomeno della struttura nelsuo insieme : dotazioni, servizi, personale e contesto am-bientale. In ognuna delle quali specificità si declina ilrispetto e la valorizzazione dell’ambiente coniugati conil massimo del confort tecnologico e di servizio dispo-nibile sul mercato. Ovviamente offrire nuovi e sempre più sofisticati pro-dotti significa anche formare una nuova mentalità del-la ospitalità sul fronte dell’offerta. Per questo il settoresi prepara per il prossimo decennio ad una ulteriore fa-se evolutiva che secondo la FAITA-FederCamping (Fe-derazione nazionale delle imprese turistiche all’aria aper-ta che rappresenta la maggioranza delle aziende del set-tore) farà perno su due fattori chiave: formazione pro-fessionale degli imprenditori e riqualificazione, attra-verso meccanismi di certificazione, dell’offerta e delcontesto ambientale delle strutture. Intanto la Federa-zione è partner attivo e promotore dei contenuti del SI-PAC di Padova il Salone internazionale professionaledelle attrezzature per il camping, che giunto alla suaquarta edizione rappresenta la vetrina e la sintesi, de-dicata esclusivamente agli imprenditori del settore, deiservizi, delle soluzioni e dei prodotti più avanzati delsettore open air.Dunque per l’open air italiano si profila un’offerta rin-novata ed adeguata per soddisfare le esigenze di una do-manda che ci auguriamo confermi le promesse di cre-scita espresse, nonostante il perdurare della crisi. n

segue da pag.3

CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE

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CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO

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VIAGGIARE NEL GUSTO:MANGIARE IN UMBRIA

L’Umbria è una delle poche re-gioni italiane a non essere ba-gnata dal mare, in compenso è

custode di due bellissimi laghi che lariforniscono di ottimo pesce cucina-to magistralmente da mani compe-tenti che ne traggono piatti sfiziosied appetitosi. Ovviamente non è so-lo il pesce di lago il prodotto alimen-tare più interessante, ma tra carni,verdure e legumi c’è da ricrearsi ilcorpo, la mente e lo spirito in questapiccola regione, che ha saputo man-tenere nel tempo le sue naturali do-ti produttive, anche se non eccessi-ve, di alimenti interessanti e parti-colarmente sapidi come il tartufo ne-ro di Norcia che in quella regioneviene utilizzato in tanti intingoli par-ticolarmente appetibili. Altro pro-dotto di largo consumo è l’olio, chein Umbria ha una ottima fama di leg-gerezza. Altri prodotti della terra so-no le lenticchie di Castelluccio, lozafferano di Colle Fiorito ed altri pro-dotti vegetali che entrano prepoten-temente nella cucina locale.Per avere un senso pratico di ricono-scimento dei piatti locali, visitiamoluoghi e territori per lo più storici evincolati alle regioni limitrofe dallequali la cucina umbra ha avuto par-ticolari contatti. Così troveremo nel-la provincia di Perugia una penetra-zione toscana, mentre il Lazio è piùesposto nelle provincia di Terni. Tut-to questo non significa che le gentilocali non abbiano dei propri piatti;anzi, diciamo che ogni piccolo cen-

tro ha delle caratteristiche partico-larmente localizzabili che fanno ri-conoscere una pietanza, una carne,un pesce proprio dalla natura del ter-ritorio in cui vengono prodotti.Le carni più utilizzate sono quelle dimaiale, che per secoli sono state la ve-ra forza energetica del vitto locale, laporchetta che è presente in tutto ilterritorio cambia preparazione e pre-senza a secondo del luogo di produ-zione, basta spostarsi di pochi chilo-metri che il prodotto cambia sapore emodo di cottura. Altre carni che gliumbri hanno reso famose nel mondosono i bovini, gli agnelli e diversi ti-pi di cacciagione che hanno permes-so alla loro terra di definirsi “regno delforno” e “paradiso dello spiedo”.Abbiamo accennato in apertura al pe-sce: del lago”Trasimeno e di Piedilu-co” di ottima qualità e di molteplicispecie, come Carpe, Persici reali, Tin-che, Lucci, Pesci gatto, Alborelle edAnguille, che preparate in diversi mo-di non fanno rimpiangere il pesce di

mare. Non bisogna mancare di assag-giare i “carbonetti” tipici del lago diPiediluco, cotti sulla griglia.Non meno importanti i vegetali, conuna primaria affezione al farro la cuicoltivazione ha sfamato per millen-ni le popolazioni locali, nonché le-gumi e verdure ancora allo stato bra-do o coltivate. Infine per i più golo-si la cioccolata della cui lavorazionei perugini ne hanno fatto un arte. Unsecolo fa furono inventati i famosiBaci, cioccolatini con nocciola ac-compagnati da messaggini che inte-nerivano il cuore, mentre la ciocco-lata addolciva la bocca.

SU E GIÙ PER L’UMBRIA

Nella provincia di Perugia, mentrevisitiamo le bellezze naturali e stori-che, ad Assisi possiamo degustare laTorta al testo, la Torta di Pasqua mac-cheroni con le noci, la Rocciata - dol-ce pluricalorico ma di indubbia bon-tà -; a Bastia Umbra c’è la Porchettaal finocchio mentre a Cascia trovia-mo gli spaghetti al Tartufo, carni bo-vine e salumi; da non perdere gli stra-scinati, una pasta tipica locale. A Ca-stiglione del lago il pesce di lago: Luc-ci, Tinche, Anguille e Carpe del Tra-simeno, mentre a Città di Castello ciattendono l’anitra in porchetta, laporchetta al finocchio, le Ciarami-cole - dolci alle mandorle – il Mi-gliaccio, un dolce autunnale, e il Tor-colo, tipica ciambella dolce. Folignoci accoglie con i Vincisgrassi al tar-tufo nero, piccioni al tegame, mac-cheroni dolci, rocciata, castagnole,fave dei morti.GUALDOTADINO; Aspragi sel-vatici in frittata, concigli (verdure ti-

di Giuliano Manzi storico della cucina Segretario della Unione Regionale Cuochi del Lazio

PROSEGUE L’ITINERARIOGASTRONOMICO ATTRAVERSO LEREGIONI ITALIANE

piche come spinaci,) funghi, salumi,ciambelline, castagnole, pizza dolcecon ciccioli e frittelle.GUBBIO; Frascarelli (uno gnoccouovo e farina condito in vari modi)risotto con tartufi, pizza dolce conciccioli, pizza di Pasqua, macchero-ni con noci, vin santo liquore tipicodi Sant’Ubaldo.NORCIA; risotto alla norcina (consugo alla parmigiana e lamelle di tar-tufo) migliaccio, lenticchie di castel-luccio e dolci locali.PERUGIA; Agnello arrosto, bu-dellacci affumicati, cardi alla peru-gina, palombacce alla ghiotta, salsic-ce all’uva, ciaramicola,(dolce tipi-co), pinoccate, torcolo, pizza perugi-na ( tipica pizza salata con formaggioe prosciutto, adatta per le scampa-gnate). Ovviamente a Perugia c’è unavasta scelta di piatti che spaziano trai prodotti commestibili, ottimi vinisono silenti accompagnatori di nu-merosi assaggi.ORVIETO; torta di Pasqua, salumie cacciagione,(cucinata in crosta dipane)PRECI; famosa per le mortadelle.SPOLETO; famosi i suoi strangozzi,(tipica pasta) ma soprattutto per lapreparazione di carni allo spiedo, ot-timo centro per gustare piatti prepa-rati con tartufo dalla carne al pesceed alle verdure, fantasia di salumi ditutti i generi, dolci tipici locali, siconsiglia di assaggiare un particola-re piatto di pasta condita con le ri-gaglie (piatto tipico di carnevale)TODI; Agnello, fave con le cotiche,palombacce alla Todina, pane nocia-to, dolcetti locali. TREVI; sedani e verdure pregiate,trote e gamberi del Clitumno, vincisgrassi e tortellini al tartufo.Come si evince dall’elenco dei piat-ti e delle specialità che la provinciadi Perugia offre, passare per quei po-sti è una continua tentazione per lagola, ma se le soste sono ben dosatene vale la pena, anche perché oltreallo stomaco ci si sazia di storia e dibellezze naturali.

Nella Provincia di Terni possiamodegustare:ALLERONE; Zona di produzione

di un pregiato miele.AMELIA; Fichi secchi farciti di man-dorle, noci e cioccolato, palombac-ce alla leccarda amerina.TERNI; Tartufi neri, gamberi etrote del Nera e del lago di Piedilu-co (famosi i carbonetti speciali pesciche si arrostiscono alla griglia) notaparticolare del pescato del lago, è latradizione che parte dello stesso ven-ga essiccato e mantenuto nel tempo,salumi di montagna, ciriole alla ter-nana (anguille), palombacce allo spie-do, panpepato di Natale, salsicce.NARNI; biscotti di Narni, taglie-rini di pasta di mandorle e cioccola-to, panpepato, focaccia Natalizia,mandorle, noci, nocciole e pinoli chesono gli ingredienti di molti altri im-

pasti dolci e salati.TODI; Vista la vicinanza a Narnialcuni piatti di Todi confluisconotra le specialità di di Narni, piccio-ni cotti allo spiedo per poi passarlial tegame con prosciutto vino ros-so, olio, cipolla, aglio, capperi, sal-via e pepe, per dolci famoso il “sa-lame di fichi” “pan nociato” La ri-cetta del salame di fichi racchiudein se l’importanza che la natura haper la nutrizione della popolazionelocale. “ ingredienti per la prepara-zione del salame di fichi: ha la for-ma di uno sfilatino di pane, compo-sto da un impasto di fichi secchi, da-dini di pecorino, uvetta, gherigli dinoce tritata, chiodi di garofano, vi-no rosso, olio di oliva.” n

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toria, cui si aggiungono coppie conbambini piccoli, anziani con difficol-tà motorie o visive e anche personecon particolari patologie e allergie,che formano una domanda tutt’altroche trascurabile di strutture ricetti-ve in grado di accoglierle e dove tra-scorrere un periodo di vacanza in re-lax in tutta sicurezza. E’ questo il mon-do cui si rivolge il turismo accessibi-le, al quale l’Unione Europea ha de-dicato questo 2014, istituendo ancheun riconoscimento internazionale perpremiare le strutture dei paesi ade-renti che hanno saputo aprirsi consuccesso a questa numerosa e parti-colare categoria di “vacanzieri”. Per l’Italia il riconoscimento è statoassegnato il 6 giugno all’Holiday Vil-lage Florenz di Lido degli Scacchi aComacchio, in provincia di Ferrara;

unica struttura turistica nel nostroPaese in linea con gli standard di ac-cessibilità auspicati dalla Commis-sione Europea.

Come dice Gianfranco Vitali, pro-prietario della struttura: «Questo at-testato di qualità e di conformità pre-mia un impegno che per noi risale al2010. E’ da allora che, grazie anchealla collaborazione con “Village forAll”, associazione leader in Italia perquanto riguarda l’accessibilità, ci sia-mo aperti a questo tipo di problema-tica e di clientela. Tra l’altro con ri-sultati assai soddisfacenti dato chel’80% delle persone con disabilità ten-de a tornare in quelle strutture chehanno saputo garantire standard ele-vati di confort. Attualmente il 10%del nostro giro d’affari proviene dalturismo accessibile e contiamo di ar-rivare tra cinque anni al 20%».Il riconoscimento è stato consegna-to nelle mani di Gianfranco Vitali daAntonella Correra, capo dipartimen-to per il turismo presso la Commis-sione Europea al termine del conve-gno “Rethinking Accessible Tourism”che si è svolto a Bruxelles. Durante ilavoro è stato tra l’altro messo in evi-denza come il nostro Paese sia più omeno in linea con la media europeaper quanto riguarda gli investimentipubblici in questo settore, mentre èscarso l’investimento privato, soprat-tutto a causa della mancanza di age-volazioni. Pesa anche la mancanza diuna cultura adeguata dell’accessibili-tà, che non comprende soltanto lepersone in carrozzella e soprattuttonon vuole trasformare le strutture ri-cettive turistiche in ospedali.«Anche grazie a questo riconosci-mento», ha detto infine GianfrancoVitali dell’Holiday Village Florence,«possiamo rivolgerci anche agli spor-tivi disabili: circa 1 milione di perso-ne, solo in Italia, alla continua ricer-ca di strutture idonee dove alloggia-re nei loro continui spostamenti perdisputare gare e partecipare a mee-ting sportivi». n

CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO

L’EUROPA HA PREMIATOL’ACCESSIBILITÀ

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HOLIDAY VILLAGE FLORENCE DICOMACCHIO, UNICA STRUTTURAIN ITALIA A RICEVERE ILRICONOSCIMENTO DELLACOMMISSIONE EUROPEA

«ADESSO POSSIAMORIVOLGERCI ANCHEAGLI SPORTIVI DISABILI:CIRCA 1 MILIONE DIPERSONE, SOLO INITALIA, ALLA CONTINUARICERCA DI STRUTTUREIDONEE DOVEALLOGGIARE NEI LOROCONTINUISPOSTAMENTI PERDISPUTARE GARE».

Verena Wimmer opera all’inter-no della IGL Werbedienst diSalisburgo, società che da ol-

tre 47 anni si occupa di promozioneturistica, in particolare di media delsettore turistico. E’ proprio questaazienda che sta curando la diffusionedelle pubblicazioni dell’automobileclub tedesco (ADAC) dedicate ai cam-peggiatori e quindi chiediamo alla si-gnora Wimmer quali sono le caratte-ristiche di queste guide e a chi sonoindirizzate.«Le pubblicazioni dell’ADAC sonodedicate in particolare ai campeggia-tori», risponde la responsabile del set-tore pubblicità della IGL Werbedienst;«la primavera si avvicina e così ancheil piacere dell’attesa per le vacanze.Anche per questa stagione milioni di

tedeschi trascorreranno dinuovo le loro vacanze in cam-peggio. Le pubblicazioni del-l’ADAC offrono sia ai turistiappassionati della vacanza at-tiva sia ai camperisti amantidei comfort un aiuto affida-bile per pianificare la propriavacanza».

Non stiamo parlando di una sola pubblicazione, vero?«Infatti. Innanzitutto abbiamo laADAC Campingführer , ovvero laguida ai campeggi che viene pubbli-cata tutti gli anni in due volumi: “Ger-mania/Europa settentrionale” e “Eu-ropa meridionale”. Le guide descrivo-no dettagliatamente 5.400 campeggidistribuiti in 38 paesi europei, con le

loro attrezzature e i servizi offerti – fi-no a 300 singole informazioni. Su in-carico dell’ADAC, ispettori qualifi-cati raccolgono i dati controllandoogni anno solo in Germania circa 2400campeggi. Nella valutazione comples-siva il risultato migliore è rappresen-tato dall’assegnazione di cinque stel-le. Queste strutture vengono quindidenominate “ADAC BestCamping”.Viene inoltre spiegato se un campeg-gio è adatto per famiglie con bambi-ni, per naturisti, per gli amanti delwellness, degli sport nautici o dellapesca. La guida descrive precisamen-te la via d’accesso alla struttura e, perogni campeggio, sono elencati in mo-

do dettaglia-to i prezzi invigore, com-presi tutti icosti accesso-ri. Per farsiun’idea velo-ce c’è anchelo specchiet-to dei prezziredatto dal-l’ADAC, coni costi riferitia una famiglia

tipo».

A proposito diprezzi, è previstauna qualche con-venzione?

«Allegata alla gui-da c’è la tessera ADAC Camp-Card,dedicata a coloro che vogliono rispar-miare in vacanza e permette di usu-fruire in circa 2.000 campeggi e areesosta per camper in tutta Europa, diprezzi speciali durante la bassa stagio-

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

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I consigli si limitano alla segnalazio-ne delle strutture dove fare sosta oc’è dell’altro?«Il pubblico di riferimento è moltoesigente e il viaggio in roulotte, cam-per, auto o treno per i tedeschi deveessere motivo di scoperta e di espe-rienze gratificanti. Per questo è nataADAC Freizeit Mobil, la rivista pub-blicata due volte all’anno e allegatagratuitamente a ADAC Motorwelt.Questa pubblicazione offre informa-

zioni sul turismo e sui prodotti ma pub-blica anche reportage di viaggio, sem-pre controllati e valutati dal “cam-ping-team” dell’ADAC».

Immaginiamo che anche in Germa-nia tra gli automobilisti e i camperi-sti impazzi la tecnologia. Per loro co-sa riserva l’ADAC?«Ormai la tecnologia e internet piùche una moda o un vezzo sono unanecessità e siccome c’è bisogno di in-formazioni non solo quando si piani-fica ma anche quando si è effettiva-mente in viaggio abbiamo l’ ADACCampingwelt Ondine, ovvero il mon-do del campeggio nel web su

www.adac.de/campingfuehrer. Quii camperisti hanno a disposizione unintero portale con tutte le informa-zioni più importanti contenute nel-l’edizione cartacea accessibili al-l’utente con un click. A questa si af-fianca l’App ADAC Camping- undStellplatzführer , l’applicazione persmartphone con cui cercare campeg-gi e aree di sosta per camper le altre

preziose informazioni sui campeggi esulle aree sosta per camper, compre-si i dati sulle unità abitative come peresempio bungalow e case mobili. Glispecchietti dei prezzi redatti dal-l’ADAC sono consultabili non soloonline ma anche offline. L’App mo-stra anche tutto ciò che è presentenei dintorni di una struttura. Le fun-zioni “preferiti” e “social media” per-mettono al turista di condividere congli amici di Facebook o Twitter le in-formazioni sui propri posti preferiti.Insomma una offerta più che com-pleta di strumenti per pianificare etrascorrere una bellissima vacanza,sotto tutti i punti di vista.». n

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Ferrara, e da molti anni aiutano leaziende nazionali, in particolare lestrutture turistiche a prevenire la le-gionellosi con una serie di servizi chevanno dalla valutazione del rischio al-la stesura dei piani di autocontrollo,ai campionamenti, alle analisi e alleeventuali bonifiche. In particolarehanno la capacità di affrontare e ri-solvere situazioni ad alto rischio, an-

che dove si sono verificati casi di le-gionellosi.Come spiega la dottoressa Maria RitaVerniani di Este-Lab si è cominciatoa parlare di legionella trentotto annifa, nel Luglio del 1976 a Philadelphia,quando tra i membri dell’AmericanLegion che alloggiavano al BellevueStratford Hotel cominciò a diffonder-si un germe patogeno allora scono-sciuto. Erano giornate assai calde e gliimpianti di condizionamentodell’Hotel funzionavano a pieno rit-

mo; dei circa 4000 legionari che sta-vano partecipando al raduno ben 221si ammalarono di polmonite e 34 mo-rirono. Per il fatto di aver individua-to il “nuovo” batterio in quella parti-colare circostanza gli venne dato il no-me di Legionella.La Legionella, prosegue la dottoressaVerniani, è un batterio ampiamentediffuso e ha il suo habitat naturale nel-l’ambiente acquatico: sorgenti, laghi,fiumi. In genere si trova in tutti glispecchi d’acqua la cui temperaturanon sia eccessivamente bassa. Negliambienti naturali tuttavia è presentein dosi talmente basse da non costi-tuire un pericolo ma se trova il mododi proliferare attacca l’uomo causan-do una infezione polmonare che sipresenta come una polmonite acuta.Ad oggi sono note circa 50 specie diLegionella, alcune delle quali patoge-ne per l’uomo. L’80% dei casi diLegionellosi sono causati daLegionella pneumophilasiero gruppouno. Essa può infettare persone di tut-te le età ma i soggetti più a rischio so-no le persone anziane, i soggetti im-munodepressi, i forti fumatori, perso-ne con patologie importanti.Statisticamente la malattia ha unamortalità elevata.La malattia si contrae dall’ambiente,che è la sola sorgente di infezione adoggi conosciuta, attraverso l’inalazio-ne di aerosol, ovvero minuscole goc-ce d’acqua contaminato o di particel-le di polvere derivate dall’ essiccamen-to di aerosol contenente Legionella.Una volta penetrate attraverso le pri-me vie respiratorie le legionelle rag-giungono i polmoni. Situazioni a ri-schio di inalazione del batterio posso-no determinarsi quindi in prossimitàdi rubinetti, box doccia, vasche idro-massaggio, umidificatori, fontane de-corative, autolavaggi, torri di raffred-damento o condizionatori d’aria.Non si corrono rischi invece beven-do acqua “contaminata” e, almeno fi-no ad oggi non è stato dimostrato ilcontrario, non c’è rischio di contagiotra esseri umani. Poiché la Legionella si riproduce inambienti umidi, tiepidi o riscaldati lacontaminazione avviene preferibil-mente sulla superficie interna degli

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

LEGIONELLA, PREVENZIONE E CONTROLLO

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I CONSIGLI DI DUE ESPERTE DI ESTE SERVIZI E ESTE – LAB PER I GESTORI E TITOLARI DISTRUTTURE TURISTICO-RICETTIVE

impianti, dove il “biofilm” battericoforma delle vere e proprie riserve rag-giungendo valori numericamente ele-vati. Il rischio è presente ovunque siformino goccioline d’acqua, quindi inimpianti idrico-sanitari, impiantiidraulici, torri di raffreddamento, im-pianti antincendio, idromassaggi, fon-tane decorative e ovunque si utilizzadell’acqua che ne determini una ae-rosolizzazione.Sui rischi e i metodi di prevenzione sisofferma Melissa Manfredini di EsteServizi, che in base alla sua esperien-za effettuata in azienda afferma che lestrutture turistico recettive all’aperto,ma anche molti hotel, hanno impian-ti idrici ed installazioni sanitarie com-plesse ed estese con riserve d’acquaconsiderevoli e un numero di utenzeelevato. Può capitare che parti del-l’impianto possano avere poco o nes-sun flusso diventando stagnanti.Anche la domanda di acqua intermit-tente che produce picchi di richiestain particolari momenti del giorno èun fattore di rischio che va conside-

rato, inoltre a seguito di ampliamen-ti successivi della struttura o della re-te distributiva dell’acqua vengono fat-ti collegamenti al sistema originalecon tratte di tubazioni lunghe e a vol-te non documentate.Come ricorda Manfredini il D.Lgs.81/08 e successivi indica la Legionellatra i microrganismi del gruppo 2 per il“rischio biologico”. Inoltre ci sono del-le Linee guida europee, nazionali edin alcuni casi regionali che obbliganole imprese a svolgere opera di preven-zione. Tra l’altro una di queste lineeguida è specifica per le strutture turi-stico recettive. Esistono poi delibereregionali, circolari dei vari dipartimen-ti di sanità pubblica territorialmentecompetenti ed ordinanze sindacali chepur facendo ampio riferimento allenormative nazionali stabiliscono inambito locale le modalità di effettua-zione delle operazioni di prevenzioneo di bonifica e delle registrazioni.Ovviamente sono previste sanzioni pergli inadempienti, e se si verifica o sisospetta il verificarsi di un caso di

Legionella oltre alle sanzioni di tipoamministrativo possono scattare an-che sanzioni di tipo penale.Dottoressa Verniani, cosa succedequando si verifica un caso di legionel-losi? «In Italia vi è un sistema di segnala-zione che raccoglie le informazioni inun apposito registro nazionale con se-de presso l’Istituto superiore di sani-tà. In base al D.M. 15/12/90 la legio-nellosi è infatti soggetta a notifica ob-bligatoria in classe 2. Entro 48 ore dal-l’osservazione il medico segnalatorecomunica il caso al Servizio di igienee sanità pubblica dell’Asl che, dopovalidazione della diagnosi, procede al-l’invio della segnalazione alla Regionela quale invia la notifica al Ministerodella salute e all’Istat. A livello euro-peo è costituito un network di sorve-glianza per i casi di legionellosi:ELDSNet; in particolare per i casi dilegionellosi associati ai viaggi vienestilato un report con l’elenco dellestrutture in cui si sono verificati i ca-si che è accessibile a tutti i tour ope-

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

32

rator». Chi ha la responsabilità dellasicurezza delle istallazioni idriche? «I titolari o i legali rappresentanti del-le strutture turistico recettive, i qualidevono pertanto effettuare una cor-retta manutenzione igienico-sanitariadegli impianti. Ovvio che questa ma-nutenzione ha un costo che si riper-cuote sull’economia della struttura mail verificarsi di uno o più casi di legio-nellosi reca un danno di immagine si-curamente molto importante oltre aidanni derivanti dalle conseguenze dicarattere amministrativo e soprattut-to penali».Invece a Melissa Manfredini di EsteServizi chiediamo se è vero che au-mentando la temperatura dell’acquasanitaria si evita il rischio di contami-nazione: «È bene chiarire che oggiquasi tutte le caldaie sono dotate delcosiddetto “sistema antilegionella”,basato appunto sull’innalzamento del-la temperatura dell’acqua a 75 – 80°Ce viene erroneamente garantito checon questo accorgimento si è posto.Ma il fatto è che nelle grandi reti idri-che, come quelle dei villaggi e deicampeggi, è praticamente impossibi-le raggiungere tali temperature in tut-ti i punti di utenza. Inoltre la ricolo-nizzazione degli impianti da parte delbatterio può avvenire in pochi gior-ni. Il trattamento può essere quindiparziale e molto dispendioso. Il trat-tamento termico peraltro non è ap-plicabile alla rete distributiva di ac-qua fredda lasciando così intatto il ri-schio di presenza di Legionella anchenegli accumuli, che nei periodi estivisuperano molto spesso la temperatu-ra di 20°C, sotto la quale il batteriosappiamo essere inattivo».C’è chi consiglia di installare pompedosatrici di prodotti disinfettanti da in-trodurre nella rete; lei che ne pensa?«Le acque distribuite da acquedottipubblici sono costantemente control-late sia da un punto di vista microbio-logico che chimico e già sottoposte atrattamenti con disinfettanti. Per leg-ge il disinfettante residuo presente nel-le acque all’utenza, normalmente clo-ro, non può essere superiore a 0,2 mg/lconcentrazione cui Legionella non èsensibile. Concentrazioni più elevatedi cloro in rete rendono l’acqua non

più idonea al consumo umano in baseal D.Lgs. 31/01 e quindi non più ero-gabile alle utenze. Inoltre il dosaggiocontinuo di prodotti ossidanti favori-scono le corrosioni delle tubature».Alla luce di quanto hanno detto ledue esperte, la dottoressa Maria RitaVerniani di Este-Lab e MelissaManfredini di Este Servizi, quale con-siglio possiamo dare ai titolari dellestrutture ricettive turistiche?Innanzitutto di adempiere agli obbli-ghi normativi effettuando la valutazio-ne del rischio in modo serio e adegua-to alla propria struttura, poi di predi-sporre un piano di autocontrollo, cioèun insieme di procedure preventive ba-sate su una manutenzione costante de-gli impianti finalizzata non solo al buon

funzionamento ma anche alla qualitàigienico sanitaria, rispettando quantoprevisto dalle eventuali disposizioni lo-cali, infine di documentare e di regi-strare tutto quanto viene fatto.Nessuno pensi di poter acquistare so-luzioni miracolose, che non esistono.La Legionella è un nemico che va co-nosciuto, per non correre il rischio diaffrontarlo con armi improprie e deltutto inadeguate. Non bisogna infinedimenticare che l’acqua che circolain camping, villaggi e hotel è primadi tutto destinata al consumo umanoe quindi la lotta alla Legionella vacondotta con modalità che tenganoconto del rispetto della qualità del-l’acqua ovvero secondo quanto stabi-lito all’art. 5 del D.Lgs 31/01. n

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«I TITOLARI O I LEGALI RAPPRESENTANTI DELLESTRUTTURE TURISTICO RECETTIVE, HANNO LARESPONSABILITÀ DELLA SICUREZZA E DEVONOPERTANTO EFFETTUARE UNA CORRETTAMANUTENZIONE IGIENICO-SANITARIADEGLI IMPIANTI».

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Come avviene che dei per-fetti sconosciuti, i quali sisono casualmente trovati

a trascorrere qualche giorno di va-canza nello stesso posto, si trasfor-mano in compagni di viaggio, pron-ti a vivere la più straordinaria del-le avventure? Cosa trasformaun’estate come le altre in un’esta-te a cui non si smette di ripensare?Cosa spinge a scegliere, anno dopoanno, quegli stessi luoghi e quellestesse persone?La risposta ce l’hanno gli ideatori diBCamping, la nuova applicazione perdispostivi mobili Android e Apple,disegnata per villaggi e campeggi.I giorni di vacanza si sono purtrop-po ridotti e ormai è la qualità del sog-giorno a fare la differenza. Il turistaseleziona i luoghi e le destinazionicon estrema attenzione, per esserecerto di non “sprecare” le proprie fe-rie, e per questo confida sempre piùnelle indicazioni e nei suggerimentidegli amici o della rete. Gli errori nonsono ammessi; il budget delle fami-glie non lo consente più e di ciò i re-sponsabili delle imprese turistiche so-no perfettamente consapevoli. «E’per questo che noi di Bigle, l’azien-da che ha prodotto l’applicazione, ab-biamo ideato il servizio», dice Silva-na Esposito, amministratore unico,la quale spiega: «Con la nostra appli-cazione pensiamo di poter rivoluzio-nare la vita all’interno dei campeggie dei villaggi turistici, favorendo lasocializzazione e l’interazione tra i

clienti. Riteniamo infatti che le re-lazioni sociali che si instaurano du-rante la vacanza siano un elementochiave nella formulazione del giudi-zio che il turista dà del proprio sog-giorno. E spesso è sulla base di que-sto giudizio che decide di tornare edi parlare con entusiasmo anche aipropri conoscenti del campeggio odel villaggio in cui è stato, facendo-sene promotore».Ma come funziona l’applicazione?«Ogni utente visualizza sul propriodispositivo mobile tutti gli altri uten-ti ospiti del campeggio e con questipuò comunicare privatamente o inuno spazio pubblico», dice ancoraEsposito, «non per niente lo slogandell’applicazione è: “APPena arriva-to e conosci già tutti”, il che illustragià chiaramente l’obiettivo che ci sia-mo posti: offrire ai turisti la possibi-lità di giungere in un luogo di vacan-za e sentirsi immediatamente parteintegrante di un gruppo. In questosenso crediamo che BCamping rap-presenti lo strumento ideale per fa-cilitare il già ottimo lavoro svoltoquotidianamente dagli animatori tu-ristici. A tal proposito, l’applicazio-ne dispone di una sezione interamen-te dedicata alla gestione e promozio-ne delle attività e iniziative propostedallo staff di animazione. Una bache-ca sempre aggiornata contiene gli ora-ri e la descrizione degli eventi, comu-nica in tempo reale le variazioni e se-gue gli ospiti ovunque».In pratica siamo di fronte a qualco-

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

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COME ANDARE IN VACANZA CONOSCENDO GIÀ UN SACCO DI AMICIUNA APP PERSONALIZZATA UNISCE I VANTAGGI DEL SOCIAL E DELLA GESTIONE ON LINE

«CON LA NOSTRAAPPLICAZIONEPENSIAMO DI POTERRIVOLUZIONARE LAVITA ALL’INTERNO DEICAMPEGGI E DEIVILLAGGI TURISTICI,FAVORENDO LASOCIALIZZAZIONE EL’INTERAZIONE TRA I CLIENTI»

sa in più di una semplice piat-taforma sociale. Il social è so-lo una delle molte funzionidell’ un’applicazione, che met-te il cliente al centro dell’at-tenzione, senza trascurare aspet-ti relativi alla conduzione e al-la gestione di un’impresa turi-stica. La direzione del campeg-gio può infatti comunicare co-stantemente con gli ospiti me-diante un sistema di notifichepush, opportunamente costruito,e la comunicazione prosegue an-che al termine della vacanza, con-sentendo al responsabile del campeg-gio di mantenere vivo il rapporto coipropri clienti. BCamping è perciò an-che un efficace canale di vendita,aperto tutto l’anno, col quale gesti-re il merchandising e promuovere lavendita di servizi, l’acquisto di foto,gadget e prenotazioni in tempo reale;ma anche la prenotazione dei tavolial ristorante, delle visite e delle escur-sioni che vengono interamente ge-stite dal dispositivo mobile. L’offerta

commerciale è così veico-lata in maniera rapida ed efficace. Manon è tutto. «BCamping mette a di-sposizione dei responsabili dei cam-peggi un servizio di sondaggi che rac-coglie, in tempo reale, gusti e prefe-renze dei clienti, in modo diverten-te e accattivante», spiega ancora l’am-ministratore unico di Bigle SilvanaEsposito; «le informazioni vengonopoi immediatamente elaborate, re-stituendo preziosissime indicazionicon le quali adattare e migliorare la

qualità dei servizi offerti pri-ma che la vacanza sia termi-nata. Riteniamo questo un fat-tore decisivo: avere l’opportu-nità di intervenire tempesti-vamente per porre rimedio adeventuali problematiche puòfare la differenza tra una buonaed una eccellente vacanza». Nel corso del 2013 la App è sta-ta proposta, in via sperimentale,in circa una decina di struttureturistiche sparse sul territorio na-zionale e la risposta degli utenti èstata soddisfacente, con piazzette

virtuali affollate di post e foto. Si ètrattato di un importante test che haconsentito di migliorare ulteriormen-te il servizio per proporlo nella sta-gione 2014 con una formula nuova.Dalla prossima estate infatti ogni cam-peggio avrà a disposizione, a costi ri-dottissimi, un’App completamentepersonalizzata attraverso la quale re-galare ai propri ospiti una vacanzaunica, che renderà irrefrenabile la lo-ro voglia di tornare. n

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

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In materia di bungalow e case mo-bili una novità arriva da Poggibon-si, cittadina toscana che fa da sno-

do tra alcune tra le più famose cittàd'arte, come Firenze, Siena e San Gi-mignano, ma che è anche al centro diun’area in cui è assai sviluppata l’in-dustria per la produzione di compo-nenti per camper, mobili, vasi e vetri.E' proprio qui che è nata e si è svilup-pata la Project Case Village, divisio-ne del gruppo Sacchini Arreda, lea-der nel settore dei mobili e degli alle-stimenti da oltre 40 anni. Ammini-stratore delegato è Luigi Vanzi, al qua-le chiediamo subito quanto hannocontribuito alla nascita della Projectl'esperienza decennale e la particola-re posizione geografica.«Prima ancora di produrre case mo-bili e bungalow», risponde Varzi, «ab-biamo arredato e fatto manutenzioneper moltissimi anni sulle strutture esi-stenti nei campeggi di tutta Italia, enon solo. Grazie a ciò abbiamo potu-to fare esperienza sia dell'evoluzionedel concetto di vacanza in campeggiocon l'innalzamento degli standard ri-chiesti dai clienti, sia di tutte le pro-blematiche legate all'invecchiamen-to delle strutture, al loro degrado e al-l'onerosità delle manutenzioni. Inol-tre, nel corso degli anni, grazie alla co-stante collaborazione con aziende delsettore, abbiamo intessuto una rete dirapporti che ha favorito la nascita del-l'innovativo progetto Case Village».

Case Village è conosciuta per l’inno-vazione e la qualità. Ma in cosa con-siste esattamente la novità del vostroprogetto?«Le nostre case nascono per dare unasoluzione concreta e duratura ai pro-blemi che di solito affliggano le case

mobili e i bungalow. Penso alla com-parsa di muffe, agli insetti che attac-cano certi materiali e anche alla per-meabilità delle struttura all'aria e al-l'acqua. Se volessi riassumere in unasola parola tutta l'innovazione del no-stro sistema costruttivo, direi Jwall, ilpannello sandwich coibentato, ter-mo-assemblato con colle atossiche elavorato al pantografo che consentedi realizzare pareti monoblocco lun-ghe fino ad 8 metri senza giunzioni invista. Tali pareti hanno elevate pre-stazioni termiche e lo speciale stratodi finitura in vetroresina ne garanti-sce una lunga durata, limitando al mi-nimo la manutenzione».

Qual è il vantaggio nell'utilizzo del-la vetroresina come strato di finitu-ra del pannello Jwall?«La vetroresina come strato di finitu-ra garantisce una lunga durata alla pa-rete, proteggendola da agenti atmo-sferici, insetti e muffe; costituisce unostrato protettivo contro l'usura e gliurti ed è facilmente lavabile. Un aspet-to importate della vetroresina è la co-lorazione in pasta, disponibile in tut-te le tonalità RAL; ciò permette unaperfetta integrazione della casa nel-l'ambiente circostante».

In quali componenti della casa vie-ne impiegato il pannello Jwall e qua-li garanzie date sul prodotto?«Con i pannelli Jwall realizziamo tut-to l'involucro della casa, quindi nonsolo le pareti, ma anche il pavimentoe la copertura. La particolare stratigra-fia del pannello Jwall, il montaggio diinfissi con vetrocamera e di un impian-to di climatizzazione appositamentedimensionato, assicurano il comfort

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

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I materiali che utilizzate da dove pro-vengono?«Il nostro maggior motivo di orgoglioè proprio l'impiego di materiali pro-venienti al 100% dall'Italia».

Gli arredi sono inclusi?«Il nostro sistema costruttivo, basatosui componenti Jwall, svincola la strut-tura portante dall’arredo; quindi possia-mo vendere le case prive o complete dimobili. Inoltre, avendo dimensioni stan-dard di mercato, l’arredo potrebbe esse-re acquistato ovunque. Abbiamo anchela possibilità di rendere la casa accessi-bile ad un disabile, tramite un arredofunzionale e mirato, senza modificarenulla nella struttura della casa».

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Come si fa a parlare con la vostraazienda?«Abbiamo da poco messo on line il no-stro sito web completamente rinno-vato, ricco di informazioni, dinamico

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CAMPING MANAGEMENT :LE AZIENDE INFORMANO

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L’utilizzo di fatture solo sogget-tivamente inesistenti è fatti-specie sempre più frequente-

mente contestata dai verificatori. Lapresunzione è che sia impossibile cheun imprenditore contabilizzi una fat-tura a fronte di un’operazione “ine-sistente” senza rendersene conto.

NOZIONE DI FATTURAINESISTENTEEsistono due tipologie di fatture ine-sistenti: inesistenti sul piano ogget-tivo e inesistenti sul piano soggetti-vo. Una fattura è oggettivamenteinesistente quando la cessione di unbene o la prestazione di un servizionon è avvenuta o lo è solo in parte.Una fattura è soggettivamente ine-sistente se la cessione o la prestazio-ne è avvenuta, ma l’emittente la fat-tura non è il soggetto che effettiva-mente ha effettuato l’operazione,

bensì un soggetto terzo, estraneo al-l’operazione.

L’ONERE DELLA PROVA ELA CONSAPEVOLEZZASul piano generale, l’onere della pro-va incombe sull’amministrazione fi-nanziaria. In particolare incombe si-curamente sull’amministrazione l’one-re della prova se le fatture si riferiscoa beni relativi al ciclo produttivo del-l’azienda (esempio sono le materie pri-me). Negli altri casi l’accertatore puòlimitarsi a contestare la deducibilità:spese di pubblicità, servizi di vario ti-tolo, ecc. In questo secondo caso, sa-rà il contribuente che, in sostanza, do-vrà provare la sussistenza dei requisi-ti necessari ai fini della deduzione quin-di: certezza nell’an, nel quantum e in-dividuabilità della prestazione.Il vantaggio degli organi accertatoririsiede nel fatto che ad essi è suffi-

ciente fornire una prova anche pre-suntiva e parziale purché supportatada una serie di indizi plurimi e con-cordanti. Eccezioni che dovranno es-sere confutate dal contribuente, ope-ra molto più complessa. Caso tipicosono le sponsorizzazioni, dove la pro-va dell’avvenuta prestazione non sidimostra, sempre, di facile evidenza.Quindi, l’imprenditore onesto, devesempre premunirsi di tutta la docu-mentazioni che comprovi temporal-mente la prestazione e, al contempo,l’evidenza della congruità tra presta-zione effettuata e somma corrisposta.Caso a parte merita il caso di acquistoda un broker e fatturazione da parte diun soggetto diverso dalla contropartecontrattuale. Per tali casi si consigliadi realizzare una scrittura privata condata certa che manifesti chiaramentela circostanza di fatturazione da sog-getto terzo. In tal modo la responsabi-

CAMPING MANAGEMENT :TRIBUNA DEL LAVORO

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UTILIZZO DI FATTUREINESISTENTI

FATTISPECIE SEMPRE PIÙ FREQUENTEMENTECONTESTATA DAI VERIFICATORI. COME COMPORTARSI

di a cura di Maurizio Fantaccione

lità, fatta salva la buona fede dell’im-prenditore e la congruità tra prezzo ebene, ricade sul terzo mediatore.

L’IMPOSTA SUL VALOREAGGIUNTOSecondo la Corte di Cassazione, lapossibilità di detrarre l’Iva postulal’accertamento della buona fede del-l’impresa destinataria della falsa fat-turazione: e questa dimostrazione puòdirsi soddisfatta quando la stessa “nonpoteva conoscere la supposta qualità dicartiera della società cedente in quantoquest’ultima aveva una struttura-per-sonale, mezzi di trasporto, uffici, chenon rendeva conoscibile il carattere frau-dolento delle operazioni” Corte di Cas-sazione sentenza n.18009/12.Con l’utilizzo di strumenti informa-tici, quasi sempre, le richieste dellaCorte risultano pressoché disattese.Né si può pensare di fare un questio-nario per ogni fornitore.Ora per le aziende dotate di albo for-nitori il problema è risolto a monteattraverso la fissazione dei requisitiper poter accedere all’albo dei forni-

tori (esempio la dimostrazione delfatturato per gli ultimi tre anni). Perle altre aziende di medie e piccole di-mensioni, si deve ritenere che ele-mento sufficiente può essere costitui-to dai rapporti epistolari intrattenu-ti con le aziende fornitrici (modulidi ordine, fax, raccomandate, e-mail,memorizzazione degli interlocutoritelefonici, ecc., nonché dei DDT).La mera fattura può essere, quindi,insufficiente a dimostrare la deduci-bilità dell’iva inserita nella stessa inquanto, potrebbe essere posto in dub-bio la materiale effettuazione dellaprestazione o della cessione.

LE IMPOSTE DIRETTELa diversità dei presupposti sottesi aidue tributi: inerenza stretta per l’ivae mera inerenza per le imposte diret-te, ha indotto la Corte di Cassazio-ne ad assumere posizioni diverse traimposta iva ed imposte dirette, al pun-to che oramai si tende a riconoscerela deducibilità delle fatture soggetti-vamente inesistenti. La diversità deipresupposti sottesi ai due tributi: ine-

renza stretta per l’iva e mera ineren-za per le imposte dirette, ha indottola Corte di Cassazione ad assumereposizioni diverse tra imposta iva edimposte dirette, al punto che oramaisi tende a riconoscere la deducibili-tà delle fatture soggettivamente ine-sistenti.Infatti, il D.L. n.16/12, ha stabilitoche sono comunque deducibili i costiconnessi a delitti colposi o a reati con-travvenzionali, a nulla influendo il fat-to che detto comportamento possa an-che costituire reato ai sensi della L.n.537/93 (che negava la possibilità didedurre i c.d. “costi da reato”).Tale impostazione di fatto fa si chel’ufficio non si trovi nell’obbligo didovere acclarare se la fattura è inesi-stente per motivi soggettivi od ogget-tivi e quindi, pone le due fattispeciesullo stesso piano con il vantaggio dinon dover dare alcuna prova perchécon una serie di presunzioni può ri-baltare tale onere sul contribuente.

IL PROFILO PENALESul tema della rilevanza penale del-

CAMPING MANAGEMENT :TRIBUNA DEL LAVORO

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l’utilizzo di fatture soggettivamenteinesistenti, la giurisprudenza di legit-timità ha delineato un quadro chia-ro definendo come operazione sogget-tivamente inesistente quell’operazioneobiettivamente non intercorsa fra i sog-getti indicati nella fattura …” e quin-di, il reato di utilizzazione fraudolen-ta in dichiarazione di fatture per ope-razioni inesistenti con riguardo al-l’iva “comprende anche l'inesistenzasoggettiva, ovvero quella relativa alla di-versità tra soggetto che ha effettuato laprestazione e quelli indicato in fattura”.Detta sentenza se è particolarmentestringente in materia di iva ma con-ferma la tesi che esclude agli effettidelle Imposte dirette l’integrabilitàdel reato ex art.2, D.Lgs. n.74/00, nel-la considerazione che per tale ultimotributo difetterebbe nella condottadell’imprenditore sia l’elemento sog-gettivo che quello oggettivo; man-cherebbe, cioè, il presupposto dell’of-fensività, atteso che l’interesse tute-lato dalla norma incriminatrice nonsubirebbe alcuna lesione nell’ipotesiin cui i costi siano stati dedotti legit-timamente perché inerenti alla pro-duzione del reddito e siano stato re-almente sostenuti.

INFORMATIVA1. Il prossimo 7 maggio scadono i ter-

mini per gli enti del volontariato

e per le associazioni sportive dilet-tantistiche (ASD) per la presen-tazione all'Agenzia delle Entratedella domanda di iscrizione nei ri-spettivi elenchi per essere ammes-si al beneficio del cinque per mil-le dell’Irpef. La domanda va inol-trata, esclusivamente per via tele-matica, utilizzando il prodotto in-formatico disponibile sul sito del-l'Agenzia, direttamente dagli in-teressati se abilitati ai servizi En-tratel o Fisconline, o tramite gliintermediari.

2. L’avviso di rettifica della compra-vendita immobiliare effettuato inbase al criterio comparativo, ov-verosia facendo riferimento ai tra-sferimenti similari avvenuti nonoltre il triennio precedente, Ë nul-lo se non Ë allegato l’atto di com-pravendita richiamato.Lo ha affermato la Corte di Cassa-zione in una recente ordinanza, chedetermina un cambio di rotta ri-spetto a talune pronunce che han-no sostenuto la tesi della legittimi-tà, sul piano formale, degli avvisicontenenti la mera indicazione del-l’atto di comparazione e l’inesisten-za di uno specifico obbligo di alle-gazione dell’atto stesso.

3. Il Ministero con la Circolare del 29aprile 2013 torna sul tema IMU ein particolare affronta i seguenti

profili: termini di presentazione del-la Dichiarazione IMU; ravvedimen-to operoso per sanare alcune vio-lazioni; efficacia costitutiva delledelibere comunali dal 2013. I chiarimenti forniti vanno coor-dinati, tuttavia, con l’orientamen-to politico e le proposte legislati-ve alquanto fluttuanti: si parla diuna riforma strutturale della tas-sazione sulla casa, quindi di unarivisitazione dell’IMU, nel sensodi una sua sostituzione con la nuo-va “tax service” o con un IMU “al-la tedesca” o infine con un’IMUgraduata a seconda del reddito pro-dotto dai contribuenti.

4. Il Ministero del Lavoro e delle Po-litiche Sociali, con la lettera cir-colare n. 7258 del 22 aprile 2013,ha emanato un vademecum desti-nato ai propri ispettori e per colo-ro che operano sul mercato del la-voro, al fine di orientarli in fase diapplicazione della c.d. “RiformaFornero” (Legge n. 92/2012). Tra gli aspetti più interessanti sisegnalano il lavoro a tempo deter-minato “acausale”, la comunica-zione di prosecuzione del rappor-to oltre il termine originariamen-te fissato, la maxi sanzione per la-voro nero e la possibilità di ovvia-re al libretto formativo in materiadi apprendistato. n

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Quando si parla di vacanze al-l’aria aperta si pensa a sog-giorni rigeneranti immersi

nella natura, con pernottamenti, almassimo, in tenda; ma il signor Gra-va, imprenditore di Claut, comunein Alta Valcellina in provincia di Por-dendone, è andato oltre realizzandoil primo villaggio sugli alberi in Ita-lia. Il luogo sicuramente si presta, es-sendo la valle parco naturale delleDolomiti friulane con bellissimi bo-schi e circondata da magnifiche ci-me, ottima base per escursioni e ar-rampicate. Da qui l’idea di realizzareil TreeVillage (http://montagna.es/tree-village), composto da numerose ca-sette collocate sui rami con superfi-ci, altezze e caratteristiche diverse;ognuna delle quali può essere noleg-giata per un soggiorno davvero indi-

menticabile.Il titolare del villaggio ha progettatoe seguito la realizzazione delle caset-te in prima persona, cercando e ap-plicando le migliori tecniche costrut-tive per alloggi decisamente fuori dalcomune che oltretutto non doveva-no danneggiare i tronchi delle pian-te, per quanto imponenti. Tutte lecasette sono quindi ancorate con par-ticolari tecniche di fissaggio o soste-nute con apposite strutture in legnosenza gravare sulle piante.Una volta definito il progetto è sta-to poi necessario trovare un sistemadi copertura che garantisse innanzi-tutto una perfetta impermeabilizza-zione e che offrisse una estetica ade-guata: di pregio ma anche capace diarmonizzarsi al contesto naturale del-la foresta. Seguendo i consigli del pro-

prio rivenditore di fiducia il signorGrava ha così scoperto Onduvilla, lategola ondulata fibrobituminosa stu-diata e distribuita da Onduline Italiaper gli amanti del bricolage e “fai date”. Le tegole Onduvilla sono legge-re (solo 4,0 kg/mq), facili da maneg-giare e da trasportare, si adattano fa-cilmente a tutti i tipi di geometria edimensioni del tetto e non richiedo-no alcuna manutenzione nel corsodel tempo. Queste caratteristiche so-no state particolarmente apprezzatenel corso dell’installazione sulle ca-sette del TreeVillage, ognuna dellequali, come prima accennato, è di-versa dall’altra avendo la propria for-ma, geometria e pendenza. E’ poi in-tuibile come la posa in opera sia sta-ta resa difficoltosa dalla elevazionedelle strutture rispetto al terreno. Tut-to ciò, però, non ha costituito affat-to un problema, perché le tegole On-duvilla, facilissime da lavorare, sonostate posate nell’arco di poche orecon semplici viti autofilettanti su ta-volato di legno.Le tegole Onduvilla hanno un designassai piacevole e sono disponibili insette colorazioni diverse, che ripro-ducono i toni armoniosi della natu-ra; vanno dal rosso, al verde, al mar-rone, mentre l’esclusiva tecnologiadi colorazione 3D riproduce una sfu-matura orizzontale unica su ogni ele-mento, dando un effetto di ombreg-giatura che conferisce al tetto unaspetto molto naturale. Inoltre, nelpunto di sovrapposizione delle tego-le, è stato concepito un doppio pro-filo, che garantisce una perfetta im-permeabilizzazione anche nelle con-dizioni climatiche più estreme.«Per me Onduvilla è stata una gra-

CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE

COPERTURE ONDUVILLANEL CUORE DELLEDOLOMITI

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ORIGINALITÀ E LEGGEREZZA PERLE CASETTE DEL PRIMO VILLAGGIOSUGLI ALBERI ITALIANO

ditissima scoperta», ha detto il tito-lare del TreeVillage, «essendo un ti-po di copertura che si fa notare perla gradevole estetica ma soprattuttoperché garantisce una ottima imper-meabilizzazione e un elevato comfort.

Inoltre ci ha permesso di realizzare intotale autonomia coperture a regolad’arte con velocità e semplicità di po-sa ad un prezzo competitivo».Le tegole ondulate Onduvilla sonogarantite 15 anni per l’impermeabi-

lizzazione e a vita contro la corro-sione. Leggerezza del materiale, bas-so impatto sui costi di trasporto estrutture delle coperture più leggerecontribuiscono a soddisfare i requi-siti di sostenibilità ambientale LE-ED. La composizione delle tegole On-duvilla con fibre riciclate per alme-no il 49% e colorate con pigmentinaturali è attestata e certificata dal-l’International Code Council che harilasciato nel 2012 al gruppo Ondu-line la prestigiosa certificazione ICC-ES VAR Environmental Report peri prodotti realizzati nei suoi stabili-menti.Onduline Italia è la filiale italianadel Gruppo Onduline, leader mon-diale nel settore delle coperture leg-gere e sottocoperture che in sessan-t’anni di successi industriali ha svi-luppato soluzioni e prodotti ad alteprestazioni, progettati con un’atten-zione particolare rivolta al design, al-l'affidabilità, alla sostenibilità e allafacilità di utilizzo. n

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“«PER ME ONDUVILLA È STATA UNA SORPRESA, ESSENDO UN TIPO DI COPERTURACHE SI FA NOTARE PER LA GRADEVOLE ESTETICA MA SOPRATTUTTO PERCHÉGARANTISCE UN’OTTIMA IMPERMEABILIZZAZIONE E UN OTTIMO COMFORT».

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