Percorso 6 - Boschi e Formiche del Giovetto -...

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BOSCHI E FORMICHE DEL GIOVETTO PERCORSI DIDATTICI IN VAL DI SCALVE Itinerari di interesse storico-ambientale Estratto ortofoto scala 1:20.000 - Veduta delle estese foreste del Giovetto; sulla sinistra, si vedono l'abitato di Azzone e la stretta vallata entro cui scorre il Fiume Dezzo Tematismo trattato a cura dell'Istituto Comprensivo di Vilminore di Scalve (BG) Provincia di Bergamo Provincia di Brescia Riserva naturale boschi del Giovetto di Paline Le protagoniste Il grande monte conteso Tre immagini raffiguranti formiche appartenenti al gruppo tutelato nella Riserva (Formica rufa) LEGENDA Tracciato principale Varianti Sentieri Strade agro-silvo-pastorali Strade principali Altre strade Comunità montana di Scalve Confini comunali Percorso didattico Area di sosta attrezzata Parcheggio Parcheggio autobus Borgo - nucleo storico Edificio religioso Punto panoramico PERCORSI DIDATTICI IN VAL DI SCALVE Azzone: un po' di storia Azzone, che fonti scritte risalenti al XVIII secolo dicono fosse anticamente denominato Zono, è oggi capoluogo di uno dei quattro comuni della Valle di Scalve e risulta essere stato il sito oggetto del primo insediamento in territorio scalvino. Alle sporadiche penetrazioni avvenute nel Paleolitico dalla limitrofa Valle Camonica seguirono stanziamenti stabili dal VI millennio a.C. Nella seconda metà dell'800 la scoperta di antiche sepolture riportò alla luce monete e monili d'epoca romana; coevo è il tracciato che segnò il confine tra la Valle di Scalve e l'altopiano di Borno, percorso che nel XVI secolo consentì ai Rettori veneti di stabilire quali fossero i diritti di possesso e sfruttamento del monte Negrino, da secoli conteso dalle due vallate e pertanto teatro di lotte sanguinose. L’attuale chiesa di Azzone è stata riedificata nella prima metà del XVIII secolo sulle fondamenta del preesistente edificio di culto, già Parrocchiale nel XIV secolo e costruito - come la maggior parte delle chiese sorte in epoca paleocristiana - su un'alta rupe, a testimonianza dell’antichità della chiesa matrice e del borgo circostante. Nell'abitato di Azzone è ancora ben conservata la torre medievale sorta nelle vicinanze dell'antica stazione di posta ed appartenuta alla famiglia d'origine di Gregorio Morelli (1530-1602), che fu medico personale di Massimiliano II e dal quale nel 1571 ricevette il Diploma di nobiltà imperiale. Il Negrino, monte che segna il confine tra la Val Camonica (BORNO) e la Val di Scalve (AZZONE), divenne dall’XI° secolo motivo di contesa tra gli abitanti delle due vallate, che per secoli ne rivendicarono i diritti di possesso e di sfruttamento. Documenti (il primo risale al 13 novembre 1018) e cronache narrano di battaglie e scontri sanguinosi messi in atto da entrambe le fazioni; le abitazioni di Borno furono più volte incendiate, mentre le contrade scalvine furono depredate in più occasioni. La contesa si protrasse fino al 15 marzo 1682, anno in cui la sentenza del nobile Dott. Giovanni Federici di Darfo pose termine al secolare conflitto. Questa riserva viene istituita da Regione Lombardia nel 1983 per la salvaguardia dei popolamenti naturali delle formiche del gruppo "Formica rufa" e per l’adozione di metodi di utilizzazione dei boschi e dei pascoli finalizzati al raggiungimento del massimo equilibrio ambientale. L’area protetta si estende su una superficie di circa 675 ettari sulle pendici della dorsale che separa la Valle Camonica (BS) dalla Valle di Scalve (BG), e si presenta ricca di splendidi boschi a prevalenza di conifere, interrotti da prati e da pascoli, soprattutto alle quote più elevate. L’area è stata riconosciuta dall'Unione Europea come Sito d'Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS). Le formiche sono tra le più antiche creature del pianeta e sopravvivono nell’aspetto pressoché originario dopo 100 milioni di anni. A prima vista sembrano tutte uguali, eppure secondo i mirmecologi le specie fino ad ora conosciute sono circa 12.000. La specie del gruppo "Formica rufa" presente in questa riserva è la "Formica lugubris". Essa costituisce il principale oggetto di tutela. In un acervo (formicaio) distinguiamo: le operaie, le regine e i maschi (più piccoli delle femmine e con le ali). Ricerche e studi approfonditi hanno dimostrato che queste formiche risultano essere utili per l’azione predatoria nei confronti di insetti dannosi ai boschi (Processionaria del pino) e, inoltre, per mantenere l'equilibrio ecologico (ecosistema bosco). Per questi motivi, sotto la direzione dell'Istituto di Entomologia dell'Università di Pavia, sono stati asportati centinaia di barili di formiche e materiali degli acervi, per effettuare trapianti in varie località di Alpi e Prealpi, dell'Appennino, della Sicilia, della Sardegna ed anche del Canada. Dove i trapianti sono riusciti, si è stabilito un nuovo sistema permanente di relazioni fra fauna e foresta, nel quale le formiche svolgono un attivo ruolo di controllo biologico degli insetti dannosi ai boschi. BISOGNA ASSOLUTAMENTE PROTEGGERLE! Il gruppo montuoso Pizzo Camino - Moren - San Fermo I formicai Tutte le specie del gruppo "Formica rufa" edificano un nido a forma di cupola, forma ideale per captare il calore del sole e per proteggere dalla pioggia. I nidi, detti anche acervi, misurano in media 1,20 m di diametro e 60 cm di altezza: contengono una popolazione che va dalle 200.000 alle 500.000 formiche e diverse centinaia di regine, ma possono avere dimensioni anche maggiori. I formicai, che si sviluppano in profondità all'incirca quanto l'altezza della cupola, solitamente inglobano una ceppaia marcescente o una grossa radice morta. I diversi materiali con i quali viene costruito il nido, quali aghi di conifere, ramoscelli, grani di terra, gocce di resina, ecc. sono abilmente intrecciati e formano una costruzione sufficientemente compatta. In estate la temperatura interna dell'acervo si mantiene costante attorno ai 24- 28°C, salvo nella parte più profonda, dove non oltrepassa i 20°C; da fine settembre le formiche iniziano a concentrarsi nella profondità del nido, dove svernano, pressoché immobili, ad una temperatura di circa 10°C. DESCRIZIONE Il percorso può essere affrontato partendo da Azzone oppure da Croce di Salven e si svolge sulle comode strade agro-silvo-pastorali che attraversano le foreste della Riserva. Iniziando dal versante bornese (Croce di Salven), si segue il segnavia CAI n° 102 fino al valico del Giovetto di Paline, poco prima del quale si incontra un'area attrezzata per la sosta. La discesa dal versante scalvino avviene con moderata pendenza: dopo aver passato altre due aree pic-nic ed attraversati i torrenti della Val Giogna e della Val Nena, si giunge alle porte del grazioso borgo montano di Azzone. Un'interessante variante consente di salire dal valico del Giovetto le pendici del Costone e di visitare un paio di malghe attive ed alcuni tipici roccoli. TEMPO: il percorso principale richiede l'intera giornata per la visita guidata della Riserva DIFFICOLTA': agevole; è necessario abbigliamento da media montagna, consigliate le scarpe da trekking PARCHEGGIO: possibilità di parcheggio presso i punti d'inizio del percorso: nell'abitato di Azzone e presso località Croce di Salven Conoscenza della società, costituita in acervi, della "Formica rufa" Comprensione dell'azione ecologica svolta dalla "Formica rufa" nei confronti degli alberi Conoscenza della Riserva del Giovetto, del suo ecosistema e comprensione della necessità di conservarlo Motivi d'interesse Aumento nei giovani cittadini della consapevolezza sui problemi dell'ambiente e della volontà di reagire al degrado Consapevolezza dell'ambiente come un'unica, preziosa realtà, per passare da una cultura consumistica ad una cultura fondata sulla valorizzazione e sulla cura Veduta da Sud-Ovest (località Prave) del valico chiamato Giovetto di Paline (1273 m s.l.m.), che dà il nome alla Riserva Il tipico nido cupoliforme edificato dalle formiche presenti nella riserva, detto anche acervo (archivio fotografico ITCG Olivelli - Darfo) Nella Riserva, fra i 1200 ed i 1600 m s.l.m, l'abete rosso forma la pecceta montana (www.astrogeo.va.it) La "formica rufa": piccola grande paladina del bosco Estratto della Carta Tecnica Regionale - scala 1:10.000 Estratto della Carta Tecnica Regionale - scala 1:50.000 102 102 102 83 82 82 100 101 101 82B 82B 419 419 83 83 425 425 425 419 100 A quote superiori (fino ai 1800 m) l'abete rosso forma la pecceta subalpina, in associazione con il larice (www.astrogeo.va.it) Il territorio della Riserva fa parte di un gruppo montuoso, quello del Pizzo Camino - Moren - San Fermo, che offre varie possibilità agli escursionisti. Gli itinerari, quasi sempre identificati dai segnavia del CAI, hanno particolare valenza paesaggistica, grazie alla felice posizione di questi monti, che dominano sia la Valle di Scalve (BG) che la bassa Valle Camonica (BS). Il sentiero CAI n° 102, ad esempio, attraversa i boschi del Giovetto da Croce di Salven fino alla dorsale chiamata "il Costone", dove, presso l'omonimo passo (1934 m s.l.m), incontra il confine dell'area protetta. Da qui, seguendo il sentiero n° 83, si giunge in lieve discesa al panoramico Rifugio San Fermo (1868 m), che prende il nome dall'antica chiesetta adiacente e consente di apprezzare un'ampia veduta sull'altipiano di Borno e su buona parte delle Prealpi lombarde. Altri sentieri permettono all'escursionista allenato di compiere un suggestivo periplo attorno al gruppo montuoso, lungo il quale si può fruire di un secondo punto d'appoggio presso il Rifugio G. Laeng (1760 m), sul versante camuno. L'ampio e panoramico dosso erboso su cui sorgono il Rifugio San Fermo e l'omonima chiesetta (archivio fotografico ITCG Olivelli - Darfo) Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum) (fotografia Roberto Comensoli) La dorsale montuosa, quasi interamente coperta dai boschi, che costituisce il territorio della Riserva del Giovetto (immagine tratta da Google Maps) La Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Paline, classificata come "Riserva Naturale parzialmente biogenetica, copre una superficie di circa 675 ha e si sviluppa altimetricamente dagli 800 ai 1800 m s.l.m. Ad Azzone (BG) è funzionante il centro visitatori della Riserva, mentre a Paline di Borno (BS) si trova una foresteria con annesso piccolo laboratorio. ENTE GESTORE: Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste (ERSAF) DIREZIONE RISERVA: Struttura ERSAF di Breno - Piazza Tassara, 3 25043 Breno (BS) Tel. 02 67404341 - 0364 322341 Fax 02 6740359 E-mail: [email protected] SITO INTERNET: www.parks.it/riserva.boschi.giovetto.palline Alle quote più basse, fra gli arbusti è piuttosto diffuso il nocciolo (www.astrogeo.va.it) Nonostante la limitata estensione, il buon dislivello altimetrico fa sì che all'interno della riserva si trovino almeno tre tipi di vegetazione: i boschi, i cespuglieti e le praterie. La notevole superficie boscata (82% del territorio) presenta caratteri differenti sui due versanti (quello scalvino sopra Azzone, con esposizione N, e quello bornese, con esposizione S): sul primo si possono trovare boschi misti di Abete rosso - Abete bianco - Faggio, mentre sul secondo prevalgono nettamente le peccete (foreste di Abete rosso). Rifugio Bivacco Ristoro Roccolo Malga Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia n° CAI 102 Viabilità Riserva del Giovetto Comunità Montana di Scalve Comunità Montana di Valle Camonica Elaborazione e composizione grafica: Proff. G. Gregorini, R. Mariolini, U. Monopoli Collaborazione: Ing. R. Comensoli San Fermo Croce di Salven Giovetto di Paline Azzone Dosso Paline M.ga Creisa M.ga del Costone P.so del Costone Pizzo Camino Azzone Croce di Salven Giovetto di Paline

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BOSCHI E FORMICHE DEL GIOVETTO

PERCORSI DIDATTICI IN VAL DI SCALVE

Itinerari di interesse storico-ambientale

Estratto ortofoto scala 1:20.000 - Veduta delle estese foreste del Giovetto;sulla sinistra, si vedono l'abitato di Azzone e la stretta vallata entro cui scorre il Fiume Dezzo

Tematismo trattato a cura dell'Istituto Comprensivo di Vilminore di Scalve (BG)

Provincia di Bergamo Provincia di Brescia

Riserva naturale boschi del Giovetto di Paline

Le protagoniste Il grande monte conteso

Tre immagini raffiguranti formiche appartenenti al gruppo tutelato nella Riserva (Formica rufa)

LEGENDA

Tracciato principale

Varianti

Sentieri

Strade agro-silvo-pastorali

Strade principali

Altre strade

Comunità montana di Scalve

Confini comunali

Percorso didattico

Area di sosta attrezzata

Parcheggio

Parcheggio autobus

Borgo - nucleo storico

Edificio religioso

Punto panoramico

PERCORSI DIDATTICIIN VAL DI SCALVE

Azzone: un po' di storiaAzzone, che fonti scritte risalenti al XVIII secolo dicono fosse anticamente denominato Zono, èoggi capoluogo di uno dei quattro comuni della Valle di Scalve e risulta essere stato il sito oggettodel primo insediamento in territorio scalvino. Alle sporadiche penetrazioni avvenute nelPaleolitico dalla limitrofa Valle Camonica seguirono stanziamenti stabili dal VI millennio a.C.Nella seconda metà dell'800 la scoperta di antiche sepolture riportò alla luce monete e monilid'epoca romana; coevo è il tracciato che segnò il confine tra la Valle di Scalve e l'altopiano diBorno, percorso che nel XVI secolo consentì ai Rettori veneti di stabilire quali fossero i diritti dipossesso e sfruttamento del monte Negrino, da secoli conteso dalle due vallate e pertanto teatrodi lotte sanguinose.L’attuale chiesa di Azzone è stata riedificata nella prima metà del XVIII secolo sulle fondamentadel preesistente edificio di culto, già Parrocchiale nel XIV secolo e costruito - come la maggiorparte delle chiese sorte in epoca paleocristiana - su un'alta rupe, a testimonianza dell’antichitàdella chiesa matrice e del borgo circostante.Nell'abitato di Azzone è ancora ben conservata la torre medievale sorta nelle vicinanze dell'anticastazione di posta ed appartenuta alla famiglia d'origine di Gregorio Morelli (1530-1602), che fumedico personale di Massimiliano II e dal quale nel 1571 ricevette il Diploma di nobiltà imperiale.

Il Negrino, monte che segna il confine tra la Val Camonica(BORNO) e la Val di Scalve (AZZONE), divenne dall’XI° secolomotivo di contesa tra gli abitanti delle due vallate, che per secoline rivendicarono i diritti di possesso e di sfruttamento.Documenti (il primo risale al 13 novembre 1018) e cronachenarrano di battaglie e scontri sanguinosi messi in atto daentrambe le fazioni; le abitazioni di Borno furono più volteincendiate, mentre le contrade scalvine furono depredate in piùoccasioni.La contesa si protrasse fino al 15 marzo 1682, anno in cui lasentenza del nobile Dott. Giovanni Federici di Darfo posetermine al secolare conflitto.

Questa riserva viene istituita da Regione Lombardia nel 1983 per la salvaguardia dei popolamentinaturali delle formiche del gruppo "Formica rufa" e per l’adozione di metodi di utilizzazione deiboschi e dei pascoli finalizzati al raggiungimento del massimo equilibrio ambientale.L’area protetta si estende su una superficie di circa 675 ettari sulle pendici della dorsale chesepara la Valle Camonica (BS) dalla Valle di Scalve (BG), e si presenta ricca di splendidi boschi aprevalenza di conifere, interrotti da prati e da pascoli, soprattutto alle quote più elevate.L’area è stata riconosciuta dall'Unione Europea come Sito d'Importanza Comunitaria (SIC) eZona di Protezione Speciale (ZPS).

Le formiche sono tra le più antiche creature del pianetae sopravvivono nell’aspetto pressoché originario dopo100 milioni di anni.A prima vista sembrano tutte uguali, eppure secondo imirmecologi le specie fino ad ora conosciute sonocirca 12.000.La specie del gruppo "Formica rufa" presente in questariserva è la "Formica lugubris". Essa costituisce ilprincipale oggetto di tutela.In un acervo (formicaio) distinguiamo: le operaie, leregine e i maschi (più piccoli delle femmine e con leali).Ricerche e studi approfonditi hanno dimostrato chequeste formiche risultano essere utili per l’azionepredatoria nei confronti di insetti dannosi ai boschi(Processionaria del pino) e, inoltre, per mantenerel'equilibrio ecologico (ecosistema bosco).Per questi motivi, sotto la direzione dell'Istituto diEntomologia dell'Università di Pavia, sono statiasportati centinaia di barili di formiche e materiali degliacervi, per effettuare trapianti in varie località di Alpi ePrealpi, dell'Appennino, della Sicilia, della Sardegna edanche del Canada.Dove i trapianti sono riusciti, si è stabilito un nuovosistema permanente di relazioni fra fauna e foresta, nelquale le formiche svolgono un attivo ruolo di controllobiologico degli insetti dannosi ai boschi.

BISOGNA ASSOLUTAMENTE PROTEGGERLE!

Il gruppo montuoso Pizzo Camino - Moren - San Fermo I formicaiTutte le specie del gruppo "Formica rufa" edificano unnido a forma di cupola, forma ideale per captare il caloredel sole e per proteggere dalla pioggia. I nidi, detti ancheacervi, misurano in media 1,20 m di diametro e 60 cm dialtezza: contengono una popolazione che va dalle200.000 alle 500.000 formiche e diverse centinaia diregine, ma possono avere dimensioni anche maggiori. Iformicai, che si sviluppano in profondità all'incirca quantol'altezza della cupola, solitamente inglobano una ceppaiamarcescente o una grossa radice morta. I diversimateriali con i quali viene costruito il nido, quali aghi diconifere, ramoscelli, grani di terra, gocce di resina, ecc.sono abilmente intrecciati e formano una costruzionesufficientemente compatta. In estate la temperaturainterna dell'acervo si mantiene costante attorno ai 24-28°C, salvo nella parte più profonda, dove non oltrepassai 20°C; da fine settembre le formiche iniziano aconcentrarsi nella profondità del nido, dove svernano,pressoché immobili, ad una temperatura di circa 10°C.

DESCRIZIONE Il percorso può essere affrontato partendo da Azzone oppure da Croce di Salven e si svolge sulle comode stradeagro-silvo-pastorali che attraversano le foreste della Riserva. Iniziando dal versante bornese (Croce di Salven), si segue il segnavia CAIn° 102 fino al valico del Giovetto di Paline, poco prima del quale si incontra un'area attrezzata per la sosta. La discesa dal versantescalvino avviene con moderata pendenza: dopo aver passato altre due aree pic-nic ed attraversati i torrenti della Val Giogna e della ValNena, si giunge alle porte del grazioso borgo montano di Azzone. Un'interessante variante consente di salire dal valico del Giovetto lependici del Costone e di visitare un paio di malghe attive ed alcuni tipici roccoli.TEMPO: il percorso principale richiede l'intera giornata per la visita guidata della RiservaDIFFICOLTA': agevole; è necessario abbigliamento da media montagna, consigliate le scarpe da trekkingPARCHEGGIO: possibilità di parcheggio presso i punti d'inizio del percorso: nell'abitato di Azzone e presso località Croce di Salven

Conoscenza della società, costituita in acervi, della "Formica rufa"

Comprensione dell'azione ecologica svolta dalla "Formica rufa" nei confronti degli alberi

Conoscenza della Riserva del Giovetto, del suo ecosistema e comprensione della necessità di conservarlo

Motivi d'interesse

Aumento nei giovani cittadini della consapevolezza sui problemi dell'ambiente e della volontà di reagire al degrado

Consapevolezza dell'ambiente come un'unica, preziosa realtà, per passare da una cultura consumistica ad unacultura fondata sulla valorizzazione e sulla cura

Veduta da Sud-Ovest (località Prave) del valico chiamatoGiovetto di Paline (1273 m s.l.m.), che dà il nome alla Riserva

Il tipico nido cupoliforme edificato dalle formichepresenti nella riserva, detto anche acervo(archivio fotografico ITCG Olivelli - Darfo)

Nella Riserva, fra i 1200 ed i 1600 m s.l.m,l'abete rosso forma la pecceta montana

(www.astrogeo.va.it)

La "formica rufa": piccola grande paladina del bosco

Estratto della Carta Tecnica Regionale - scala 1:10.000

Estratto della Carta Tecnica Regionale - scala 1:50.000

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A quote superiori (fino ai 1800 m) l'abete rosso formala pecceta subalpina, in associazione con il larice

(www.astrogeo.va.it)

Il territorio della Riserva fa parte di un gruppo montuoso, quello del Pizzo Camino - Moren - SanFermo, che offre varie possibilità agli escursionisti. Gli itinerari, quasi sempre identificati daisegnavia del CAI, hanno particolare valenza paesaggistica, grazie alla felice posizione di questimonti, che dominano sia la Valle di Scalve (BG) che la bassa Valle Camonica (BS).Il sentiero CAI n° 102, ad esempio, attraversa i boschi del Giovetto da Croce di Salven fino alladorsale chiamata "il Costone", dove, presso l'omonimo passo (1934 m s.l.m), incontra il confinedell'area protetta. Da qui, seguendo il sentiero n° 83, si giunge in lieve discesa al panoramicoRifugio San Fermo (1868 m), che prende il nome dall'antica chiesetta adiacente e consente diapprezzare un'ampia veduta sull'altipiano di Borno e su buona parte delle Prealpi lombarde. Altrisentieri permettono all'escursionista allenato di compiere un suggestivo periplo attorno al gruppomontuoso, lungo il quale si può fruire di un secondo punto d'appoggio presso il Rifugio G. Laeng(1760 m), sul versante camuno.

L'ampio e panoramico dosso erboso su cuisorgono il Rifugio San Fermo e l'omonima chiesetta

(archivio fotografico ITCG Olivelli - Darfo)

Giglio di San Giovanni(Lilium bulbiferum)

(fotografia Roberto Comensoli)

La dorsale montuosa, quasi interamente coperta dai boschi,che costituisce il territorio della Riserva del Giovetto

(immagine tratta da Google Maps)

La Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Paline, classificata come "Riserva Naturale parzialmente biogenetica, copreuna superficie di circa 675 ha e si sviluppa altimetricamente dagli 800 ai 1800 m s.l.m.Ad Azzone (BG) è funzionante il centro visitatori della Riserva, mentre a Paline di Borno (BS) si trova una foresteria conannesso piccolo laboratorio.

ENTE GESTORE: Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste (ERSAF)

DIREZIONE RISERVA: Struttura ERSAF di Breno - Piazza Tassara, 3 25043 Breno (BS)Tel. 02 67404341 - 0364 322341 Fax 02 6740359 E-mail: [email protected]

SITO INTERNET: www.parks.it/riserva.boschi.giovetto.palline

Alle quote più basse, fra gli arbustiè piuttosto diffuso il nocciolo

(www.astrogeo.va.it)

Nonostante la limitata estensione, il buon dislivello altimetrico fa sì che all'interno della riserva sitrovino almeno tre tipi di vegetazione: i boschi, i cespuglieti e le praterie. La notevole superficieboscata (82% del territorio) presenta caratteri differenti sui due versanti (quello scalvino sopraAzzone, con esposizione N, e quello bornese, con esposizione S): sul primo si possono trovareboschi misti di Abete rosso - Abete bianco - Faggio, mentre sul secondo prevalgono nettamente lepeccete (foreste di Abete rosso).

Rifugio Bivacco

Ristoro

RoccoloMalga

Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia

n° CAI102

Viabilità

Riserva del Giovetto

Comunità Montanadi Scalve

Comunità Montanadi Valle Camonica

Elaborazione e composizione grafica:Proff. G. Gregorini, R. Mariolini, U. MonopoliCollaborazione: Ing. R. Comensoli

San Fermo

Croce di Salven

Giovettodi Paline

Azzone

Dosso

Paline

M.ga Creisa

M.ga del Costone

P.so del Costone

Pizzo Camino

Azzone

Croce di Salven

Giovettodi Paline