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Percorsi diagnostico-terapeutici nelle radicolopatie e neuropatie compressive. Aula DEA 1- A.O. Ospedale Niguarda “Cà Granda” - P.zza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 Milano 29 settembre 2012 RAZIONALE Le malattie che colpiscono il SNP sono, sinteticamente, definite “Neuropatie periferiche”. Questo termine indica, quindi, qualsiasi disturbo funzionale o strutturale che coinvolga in maniera diretta o indiretta il SNP. Le neuropatie periferiche rappresentano un problema neurologico frequente e possono manifestarsi clinicamente in maniera variabile in base alla gravità e alla velocità di progressione del processo patologico, alle strutture anatomiche colpite, alla popolazione di neuroni (motori, sensitivi o vegetativi) o di cellule di Schwann affette, al livello del danno periferico e al tipo di meccanismo patogenetico. La complessità della classificazione delle neuropatie periferiche rende ragione delle difficoltà che lo stesso specialista in Neurologia incontra nel percorso diagnostico di un paziente affetto da neuropatia periferica. Il Medico di Medicina Generale (MMG), a sua volta, deve confrontarsi quotidianamente con le problematiche connesse a tali malattie e governarle. Il primo livello d'intervento si svolge quindi presso l'ambulatorio del MMG ed è pertanto importante delineare le modalità del percorso clinico (diagnostico e terapeutico) da seguire. Lo specialista rappresenta per il MMG il riferimento naturale in ambito extra ospedaliero. Un corso di aggiornamento teorico- pratico che aumenti la conoscenza del MMG sui percorsi diagnostici e terapeutici da seguire nelle neuropatie periferiche è utile a migliorare lo stato di salute dei pazienti, il loro recupero funzionale e l’ottimizzazione dei costi a carico della società e del sistema sanitario. Abbiamo scelto d’approfondire il capitolo delle neuropatie periferiche allo scopo di migliorare la capacità diagnostica del MMG, in considerazione della notevole frequenza con cui negli studi medici si presentano pazienti che lamentano sintomi riferibili ad un possibile danno del SNP, quali: 1) alterazioni della sensibilità soggettive (ad es. dolori o parestesie) o oggettive (ad es. ipoestesia o turbe dell’equilibrio); 2) disturbi di tipo motorio (ad es. paralisi o fascicolazioni); 3) turbe vegetative (ad es. ritenzione o incontinenza urinaria, disfunzione erettile). Per quanto riguarda le mononeuropatie verranno affrontate le principali forme di lesione traumatica o da intrappolamento di un singolo nervo, analizzando poi gli esami paraclinici da eseguire e la loro tempistica, con particolare attenzione allo studio neurofisiologico (elettromiografia ed elettroneurografia) la cui informatività dipende dal momento e dalle modalità con cui il test viene eseguito. Verranno inoltre discusse le indicazioni e l’apporto diagnostico fornito da una indagine ecografica o in risonanza magnetica, nonché la terapia medica e, con il chirurgo specialista ortopedico o neurochirurgo, le possibili indicazioni e la programmazione di una terapia chirurgica.

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Percorsi diagnostico-terapeutici nelle radicolopatie e neuropatie compressive.

Aula DEA 1- A.O. Ospedale Niguarda “Cà Granda” - P.zza Ospedale

Maggiore, 3 - 20162 Milano

29 settembre 2012

RAZIONALE Le malattie che colpiscono il SNP sono, sinteticamente, definite “Neuropatie periferiche”. Questo termine indica, quindi, qualsiasi disturbo funzionale o strutturale che coinvolga in maniera diretta o indiretta il SNP. Le neuropatie periferiche rappresentano un problema neurologico frequente e possono manifestarsi clinicamente in maniera variabile in base alla gravità e alla velocità di progressione del processo patologico, alle strutture anatomiche colpite, alla popolazione di neuroni (motori, sensitivi o vegetativi) o di cellule di Schwann affette, al livello del danno periferico e al tipo di meccanismo patogenetico. La complessità della classificazione delle neuropatie periferiche rende ragione delle difficoltà che lo stesso specialista in Neurologia incontra nel percorso diagnostico di un paziente affetto da neuropatia periferica. Il Medico di Medicina Generale (MMG), a sua volta, deve confrontarsi quotidianamente con le problematiche connesse a tali malattie e governarle. Il primo livello d'intervento si svolge quindi presso l'ambulatorio del MMG ed è pertanto importante delineare le modalità del percorso clinico (diagnostico e terapeutico) da seguire. Lo specialista rappresenta per il MMG il riferimento naturale in ambito extra ospedaliero. Un corso di aggiornamento teorico-pratico che aumenti la conoscenza del MMG sui percorsi diagnostici e terapeutici da seguire nelle neuropatie periferiche è utile a migliorare lo stato di salute dei pazienti, il loro recupero funzionale e l’ottimizzazione dei costi a carico della società e del sistema sanitario. Abbiamo scelto d’approfondire il capitolo delle neuropatie periferiche allo scopo di migliorare la capacità diagnostica del MMG, in considerazione della notevole frequenza con cui negli studi medici si presentano pazienti che lamentano sintomi riferibili ad un possibile danno del SNP, quali: 1) alterazioni della sensibilità soggettive (ad es. dolori o parestesie) o oggettive (ad es. ipoestesia o turbe dell’equilibrio); 2) disturbi di tipo motorio (ad es. paralisi o fascicolazioni); 3) turbe vegetative (ad es. ritenzione o incontinenza urinaria, disfunzione erettile). Per quanto riguarda le mononeuropatie verranno affrontate le principali forme di lesione traumatica o da intrappolamento di un singolo nervo, analizzando poi gli esami paraclinici da eseguire e la loro tempistica, con particolare attenzione allo studio neurofisiologico (elettromiografia ed elettroneurografia) la cui informatività dipende dal momento e dalle modalità con cui il test viene eseguito. Verranno inoltre discusse le indicazioni e l’apporto diagnostico fornito da una indagine ecografica o in risonanza magnetica, nonché la terapia medica e, con il chirurgo specialista ortopedico o neurochirurgo, le possibili indicazioni e la programmazione di una terapia chirurgica.

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PROGRAMMA SCIENTIFICO

09.00-09.30 La neuro protezione STEFANO JANN

Relazione su tema preordinato

09.30-10.00 Radicolopatie spinali: sintomatologia STEFANO JANN

Relazione su tema preordinato

10.00-10.30 Radicolopatie spinali: percorsi diagnostici FRANCESCO IAMELE

Relazione su tema preordinato

10.30-11.00 Radicolopatie spinali: percorsi terapeutici SALVATORE SPINNATO

Relazione su tema preordinato

11.15-11.45 Neuropatie compressive: sintomatologia STEFANO JANN

Relazione su tema preordinato

11.45-12.15 Neuropatie compressive: percorsi diagnostici UMBERTO VALENTINOTTI

Relazione su tema preordinato

12.15-12.45 Neuropatie compressive: percorsi terapeutici UMBERTO VALENTINOTTI

Relazione su tema preordinato

13.30-16.00 Analisi e discussione di casi clinici in diagnosi differenziale F. IAMELE, S. JANN, S. SPINNATO, U. VALENTINOTTI

Presentazione di problemi o di casi clinici in seduta plenaria (non a piccoli a gruppi)

16.00-16.30 Test di verifica dell’apprendimento F. IAMELE, S. JANN, S. SPINNATO, U. VALENTINOTTI

Verifica con questionario

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C.V. RESPONSABILI SCIENTIFICI E RELATORI

FRANCESCO IAMELE

CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI Nome FRANCESCO IAMELE Data di nascita 12.10.1965 Qualifica Medico Chirurgo Amministrazione Unità Operativa di Neurochirurgia Incarico attuale Neurochirurgo - Dirigente Medico I Livello Numero tel. ufficio 02.6444.2340 Fax dell’ufficio 02.6444.2053 E-mail istituzionale [email protected] TITOLI DI STUDIO E PROFESSIONALI ED ASPERIENZE LAVORATIVE Titolo di studio

27 Luglio 1990 LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA presso la I Facoltà dell’Università degli Studi di NAPOLI, con il massimo dei voti e lode, discutendo una tesi di interesse neurochirurgico.

15 Ottobre 1995 DIPLOMA DI SPECIALISTA IN NEUROCHIRURGIA presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di NAPOLI, con il massimo dei voti e lode.

Altri titoli di studio e professionali

Ottobre 1979 - Luglio 1984 DIPLOMA DI MATURITÀ CLASSICA frequentando il Liceo-Ginnasio Statale “Vittorio Emanuele II”, sito in Via S. Sebastiano, 51 - NAPOLI. Marzo 1987 - Dicembre 1989 ALLIEVO INTERNO frequentando il Reparto di Clinica Chirurgica d’Urgenza della I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di NAPOLI, diretta dal Prof. Rocco Docimo.

Dicembre 1989 - Luglio 1990 TIROCINIO TEORICO-PRATICO PRE-LAUREA ed ELABORAZIONE TESI DI LAUREA frequentando la Clinica Neurochirurgica della I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di NAPOLI, diretta dal Prof. Paolo Conforti. 27 Luglio 1990 LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA presso la I Facoltà dell’Università degli Studi di NAPOLI, con il massimo dei voti e lode, discutendo una tesi di interesse neurochirurgico.

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Novembre 1990 AMMISSIONE ALLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN NEUROCHIRURGIA della I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di NAPOLI, risultando primo in graduatoria. Dicembre 1990 ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI MEDICO-CHIRURGO superando l’Esame di Stato presso la I Facoltà dell’Università degli Studi di NAPOLI. Febbraio 1991 - Maggio 2001 ISCRIZIONE ALL’ALBO PROFESSIONALE dei Medici Chirurghi della Provincia di NAPOLI. Dal 1992 al 2001 C.T.U. iscritto nella Categoria Medico-Chirurgica all’Albo del TRIBUNALE DI NAPOLI .

15 Ottobre 1995 DIPLOMA DI SPECIALISTA IN NEUROCHIRURGIA presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di NAPOLI, con il massimo dei voti e lode. Anno accademico 1998-1999 CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN CHIRURGIA DI PRONTO SOCCORSO E GRANDI EMERGENZE tenutosi presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. Maggio 2001 – Gennaio 2006 ISCRIZIONE ALL’ALBO PROFESSIONALE dei Medici Chirurghi della Provincia di CHIETI Dal 2001 al 2006 C.T.U. iscritto all’Albo del TRIBUNALE DI CHIETI, in qualità di

Neurochirurgo. Novembre 2002 Certificazione superamento del CORSO “BASIC LIFE SUPPORT-DEFIBRILLATION” (BLS-D) tenutosi presso l’Ospedale Niguarda di Milano. Maggio 2005 Certificazione superamento del CORSO “ADVANCED TRAUMA LIFE SUPPORT” (ATLS) tenutosi presso l’Ospedale Niguarda di Milano con registrazione presso l’America College of Surgeons di Chicago con validità di quattro anni. Gennaio 2006 – ad oggi ISCRIZIONE ALL’ALBO PROFESSIONALE dei Medici Chirurghi della Provincia di MILANO Dal 2007 ad oggi C.T.U. del TRIBUNALE DI MILANO iscritto all’Albo nella Categoria Medici:

specialità in Neurochirurgia.

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Esperienze professionali (incarichi ricoperti)

Novembre 1990- Ottobre 1995 SPECIALIZZANDO presso la Clinica Neurochirurgica della Seconda Università degli Studi di NAPOLI, diretta dal Prof. Paolo Conforti. Mesi estivi 1992 e 1993 MEDICO DI BASE Sostituto del Dott. L. Tallarico - Chiaiano (NA) MEDICO DI BASE Sostituto del Dott. Vito Bossone - Via Duomo, 77 - NAPOLI.

Luglio 1990 - Dicembre 1991 MEDICO VOLONTARIO presso la XXIII Divisione di Neurotraumatologia del Presidio Ospedaliero “A. Cardarelli” di NAPOLI, diretta dal Dott. Biagio Daniele.

Gennaio 1992 - Giugno 1992 MEDICO VOLONTARIO presso la XXV Divisione di Neurochirurgia del Presidio Ospedaliero “A. Cardarelli” di NAPOLI, diretta dal Prof. Antonio Ambrosio.

Luglio 1992 - Ottobre 1993 MEDICO FREQUENTATORE a scopo didattico e di perfezionamento, presso la XXV Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale “A. Cardarelli” Napoli con delibera n° 17 del 6.7.92. Dal 1992 a tutto il 1993 REDATTORE CAPO del periodico medico del Club Medicina e Cultura “Physician” (Corso Umberto I, 50 Marano - NA – Autoriz. del Tribunale di Napoli n° 3903 del 22.9.89). Dal 2000 ad oggi MEMBRO DEL COMITATO DI REDAZIONE della Rivista Multimediale NCH 2000. mailto:[email protected]

Novembre 1993 - Giugno 1999 DIRIGENTE MEDICO I LIVELLO a tempo pieno presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Civile “Spirito Santo” di PESCARA, diretta dal Prof. Roberto Buonaguidi. Ha superato egregiamente la valutazione quinquennale obbligatoria (art. 117 DPR 384/90) durante il Servizio presso la Divisione Clinicizzata dell’Ospedale Civile di Pescara per l’attribuzione dell’indennità medico-specialistica e di DIRIGENZA DELLA POSIZIONE FUNZIONALE INTERMEDIA (coordinatore del Collegio Tecnico: Dr. Piero Iovenitti).

Luglio 1999 a tutt’oggi DIRIGENTE MEDICO I LIVELLO con esclusività di rapporto presso la Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di MILANO, diretta dal Dott. M. Collice.

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Capacità linguistiche

Ha buona conoscenza della lingua inglese parlata e scritta e della lingua francese scritta.

Capacità nell’uso delle tecnologie

Ha buona conoscenza di programmi di videoscrittura computerizzata e del sistema operativo Office di Microsoft. Utilizza regolarmente materiale informatico per aggiornamento professionale, ricerche bibliografiche, internet e telecomunicazione.

Altro (partecipa-zione a convegni e seminari, pubblicazioni, collaborazioni a riviste, ecc., ed ogni altra informazione che il dirigente ritiene di dover pubblicare).

ASPETTI QUALITATIVI & QUANTITATIVI

DELLE PRESTAZIONI EFFETTUATE

Fin dal primo anno di specializzazione in Neurochirurgia (1990) ha sempre svolto ATTIVITÀ CHIRURGICA come meglio riportato nel paragrafo Attività Professionale Specifica ed esperienza chirurgica (ai sensi dell’art. 6 del DPR n. 484/1997). Fin dal primo anno di specializzazione in Neurochirurgia (1990) ha sempre svolto ATTIVITÀ CLINICA ED ASSISTENZIALE in Reparti con elevato turnover di pazienti ricoverati per patologia cranica e spinale di ogni genere (vascolare, oncologico, infettivo, malformativo) ma soprattutto traumatologico e degenerativo lombare e cervicale. Già dal 1993 con ruolo di assistente e, conseguita la specializzazione nel 1995, con ruolo di Dirigente di I Livello con piena autonomia gestionale presso l’Ospedale Civile di Pescara. Successivamente trasferitosi, come vincitore di concorso, presso l’Ospedale Niguarda ha coltivato in particolare aree specialistiche di interesse traumatologico cranico e spinale partecipando alla organizzazione e funzionalità di uno dei maggiori Trauma Center in Italia, diretto dal responsabile Dott. Osvaldo Chiara. Fin dal primo anno di specializzazione in Neurochirurgia (1990) ha sempre svolto ATTIVITÀ AMBULATORIALE DIVISIONALE in Reparti con elevato afflusso di pazienti con problematiche neurochirurgiche in gran parte postraumatismi e patologie degenerative della colonna. Dal 1993 come neurochirurgo presso l’Ospedale Civile di Pescara e dal 1999 ad oggi presso l’Ospedale Niguarda di Milano, dove regolarmente svolge attività ambulatoriale pubblica e in regime di libera professione con autonomo potere decisionale sulle patologie da porre in lista operatoria o trattare conservativamente. Fin dal primo anno di specializzazione in Neurochirurgia (1990) ha sempre svolto ATTIVITÀ DI CONSULENZA NEUROCHIRURGICA per Reparti cui afferivano numerose richieste giornaliere durante i turni di guardia e soprattutto dai relativi Pronto Soccorso. Dal 1993 come neurochirurgo di ruolo presso l’Ospedale Civile di Pescara e dal 1999 ad oggi presso l’Ospedale di Niguarda di Milano. In particolare, gestisce con piena autonomia decisionale durante il turno di guardia, le consulenze interne dell’ospedale e soprattutto del PS (Niguarda è il principale Ospedale di Milano dove afferisce il 118 con elisoccorso) e tutte le consulenze esterne (l’U.O. di Neurochirurgia è centro specialistico di riferimento per ospedali medio-piccoli di periferia quali Garbagnate, Rho, Cernusco, Melzo, etc., ed ospedali cittadini medio-grandi quali Sacco e San Carlo).

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COMPONENTE DELLA COMMISSIONE CARTELLA CLINICA organizzata dall’Uffico MCQ Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, come rappresentante del Dipartimento di Neuroscienze. COMPONENTE DEL GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA : GESTIONE DEL POLITRAUMATIZZATO organizzata dall’Uffico MCQ dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, in qualità di rappresentante della U.O. di Neurochirurgia. ESTENSORE DEL PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE DEL TRAUMA CRANICO E SPINALE insieme al responsabile del Trauma Center di Niguarda Dott. O. Chiara (ultima modifica 07.07.06). COMPONENTE DEL GRUPPO DI LAVORO LINEE GUIDA : PREPARAZIONE DEL PAZIENTE ALL’INTERENTO CHIRURGICO PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLA FERITA CHIRURGICA organizzata dall’Uffico MCQ dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, in qualità di rappresentante della U.O. di Neurochirurgia. Componente del GRUPPO DI STUDIO “CHIRURGIA SPINALE” della Società Italiana di Neurochirurgia (SINCh), in qualità di referente per l’UO di Neurochirurgia dell’Ospedale Niguarda.

Componente del GRUPPO DI STUDIO “TRAUMATOLOGIA CRANICA” della Società Italiana di Neurochirurgia (SINCh), in qualità di referente per l’UO di Neurochirurgia dell’Ospedale Niguarda.

SOGGIORNI DI STUDIO O DI ADDESTRAMENTO PROFESSIONALE AGGIORNAMENTI, CORSI TEORICO-PRATICI, ETC.

Febbraio - Giugno 1991 “AMBIENTE, LAVORO E SALUTE – III CORSO – SISTEMA NERVOSO” tenutosi presso l’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Napoli. 21-23 Ottobre 1991 PRIMO CORSO TEORICO-PRATICO DI MICROCHIRURGIA SPERIMENTALE tenutosi presso il Presidio Multizonale di Prevenzione di Napoli, diretto dal Prof. A. Ambrosio. 7-9 Aprile 1992 SECONDO CORSO TEORICO-PRATICO DI MICROCHIRURGIA SPERIMENTALE tenutosi presso il Presidio Multizonale di Prevenzione di Napoli, diretto dal Prof. A. Ambrosio. Gennaio - Maggio 1992 INCONTRI PERIODICI DI AGGIORNAMENTO NEUROLOGICO tenutisi presso il Servizio di Neurologia e Neuroriabilitazione dell’Ospedale C.T.O. di Napoli, in collaborazione con la Clinica Neurochirurgica dell’Università degli Studi di Napoli.

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1-30 Novembre 1996 STAGE COME OBSERVER IN NEUROLOGICAL SURGERY presso il Department of Neurological Surgery della University of California, Davis, in Sacramento (California), diretto dal Prof. Franklin C. Wagner. 9-13 Giugno 1997 CORSO TEORICO-PRATICO APPROCCI CHIRURGICI E TECNICHE DI FISSAZIONE DEL RACHIDE tenutosi presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese, diretto dal Prof. Alberto Dorizzi. 3-14 Novembre 1997 STAGE COME MEDICO FREQUENTATORE del Reparto e Camera Operatoria di Neurochirurgia dell’Ospedale Bellaria C.A. Pizzardi di Bologna, diretto dal Dott. F. Calbucci. 4- 6 Febbraio 1998 SECONDO CORSO TEORICO-PRATICO SULLA ENDOARTERECTOMIA CAROTIDEA tenutosi presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese, diretto dal Prof. Alberto Dorizzi. 18 Maggio 2000 CORSO DI FORMAZIONE: LINEE GUIDA – POLITRAUMA E TRAUMA CRANICO tenutosi presso A.O. Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. Maggio - Giugno 2000 CORSO EMB (MEDICINA BASATA SULLE PROVE DI EFFICACIA) tenutosi presso A.O. Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. 14 Giugno 2001 Corso di Formazione: “PROGETTO DI CERTIFICAZIONE ISO 9001 DELLA CARTELLA CLINICA E DEL SISTEMA INFORMATIVO AZIENDALE, tenutosi presso A.O. Ospedale Niguarda di Milano. Settembre 2001- Gennaio 2002 Corso: “LA PROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DI QUALITÀ – LA NORMA ISO 9001:2000” tenutosi presso A.O. Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. 25-26 Settembre 2003 Corso : “RISCHIO CLINICO: L’ERRORE IN MEDICINA”, tenutosi presso A.O. Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano. (18 crediti formativi)

ATTIVITÀ DIDATTICA PRESSO CORSI DI STUDIO E ORGANIZZATIVA DI RIUNIONI, CONGRESSI, CONVEGNI, ETC.

INSEGNANTE DI NEFROLOGIA presso la Scuola Infermieri Professionali dell’Azieda Ospedaliera “Antonio Cardarelli” di Napoli, nell’anno scolastico 1992-93.

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INSEGNANTE DI NEUROCHIRURGIA presso la Scuola Infermieri Professionali dell’Azienda Ospedaliera “Vincenzo Monaldi” di Napoli negli anni scolastici 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1994-95, 1995-96, 1996-97, 1997-98.

COLLABORATORE ORGANIZZATIVO Pescara, Ospedale Santo Spirito, Novembre 1998 - Giugno 1999 del 1°, 2° e 3° ciclo degli INCONTRI DI NEURORADIOLOGIA CLINICA in collaborazione con la Unità Operativa Clinicizzata di Neurochirurgia dell’Ospedale di Pescara e con l’Università di Medicina e Chirurgia “G.D’Annunzio” di Chieti. Pescara, Ospedale Santo Spirito, 24 Marzo 1999 della Giornata/Convegno: “GLIOBLASTOMA – TRATTAMENTO MULTIDISCIPLINARE, STATO ATTUALE E PROSPETTIVE”

PARTECIPAZIONE A CORSI, CONGRESSI, CONVEGNI, SEMINARI, ETC.

Ha partecipato dal 1990 ad oggi ad oltre 50 Congressi Nazionali ed Internazionali, tutti di interesse neurochirurgico ed in molti di essi presentando comunicazioni, poster e/o relazioni come primo autore.

PUBBLICAZIONI E TITOLI SCIENTIFICI

TESI DI LAUREA IN MEDICINA E CHIRURGIA PROSPETTIVE DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE NL TRATTAMENTO DEI MENINGIOMI CON RIFERIMENTO ALLA RISONANZA MAGNETICA ED ALL’APPROCCIO MICROCHIRURGICO Elaborato presso l’Istituto di neurochirurgia della I facoltà di Medicina e Chirurgia, e presentato come tesi di Laurea per l’anno accademico 1989-90: relatore Prof. Paolo Conforti, correlatore Prof. Aldo Moraci.

TESI DI SPECIALIZZAZIONE IN NEUROCHIRURGIA APPROCCI CHIRURGICI ALLE PATOLOGIE DELL’ORBITA Elaborato presso l’Istituto di Neurochirurgia della Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli, e presentato come tesi di Specializzazione per l’anno accademico 1994-95 relatore Prof. Paolo Conforti, correlatore Prof. Michele Rotondo.

TESI DEL CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN CHIRURGIA DI PRONTO SOCCORSO E GRANDI EMERGENZE

INDIVIDUAZIONE E GESTIONE DEL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO DA INVIARE IN UN CENTRO NEUROTRAUMATOLOGICO DURANTE UNA GRANDE EMERGENZA Elaborato presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti, e presentato come tesi di fine Corso di Perfezionamento in Chirurgia di Pronto Soccorso e Grandi Emergenze per l’anno accademico 1998-99, direttore del Corso Prof. Meneghini.

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ARTICOLI ORIGINALI Ha pubblicato oltre 70 articoli originali su riviste scientifiche specializzate nazionali ed estere su patologie di interesse neurochirurgico. E’ autore di vari capitoli di libri destinati ad infermieri, medici e specializzandi in Neurochirurgia

ALTRE INFORMAZIONI Ha conseguito i crediti ECM negli ultimi 5 anni, superando la quota richiesta di 50 crediti annui, prevalentemente seguendo attività intraospedaliera (audit clinici del trauma center, riunioni dipartimentali, corsi di formazione interna, ecc.) come prevista dalla legge regionale in Lombardia.

Svolge da appena laureato ATTIVITÀ PERITALE MEDICO-LEGALE prevalentemente per patologie neurochirurgiche traumatiche craniche e spinali. Attualmente iscritto presso l’Albo dei CTU di Milano, Categoria Medici, Specialità: Neurochirurgia. Ha assolto agli obblighi del servizio di leva prestando attività di ASSISTENZA MEDICA NEL CENTRO ACCOGLIENZA per extracomunitari e “senza fissa dimora” presso l’Istituto delle Suore Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta, sito in Via Tribunali, 282 - Napoli, in qualità di obiettore di coscienza, visitando e prendendosi cura di oltre 2000 persone malate e/o bisognose dal 15.2.1994 al 14.2.1995; Ha buona conoscenza della lingua inglese parlata e scritta e della lingua francese scritta. Ha buona conoscenza di programmi di videoscrittura computerizzata e del sistema operativo Office di Microsoft; E’ sposato dal 1998 con una collega Nefrologa che svolge attività presso il Servizio di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Paderno Dugnano (MI); E’ padre di due bambine nate nel 2001 e nel 2005.

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti

falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali,

secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.

Milano, 20/04/2012 NOME E COGNOME (FIRMA)

-------------------------------- Francesco Iamele

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STEFANO JANN

INFORMAZIONI PERSONALI

Nome Stefano Jann Data di nascita 13.Gennaio 1960

Qualifica Medico-Chirurgo Specialista in Neurologia Dirigente Neurologo (ex Aiuto)

Amministrazione Ospedale Maggiore Cà Granda Niguarda Dipartimento di Neuroscienze

Incarico attuale Dirigente Medico Neurologo con qualifica di Coordinatore della Degenza Neurologica.

Numero telefonico ufficio 02 64442348 Fax dell’ufficio 02 64442819

E-mail istituzionale [email protected] TITOLI DI STUDIO E PROFESSIONALI ED ASPERIENZE LAVORATIVE

Titolo di studio Laurea in Medicina e Chirurgia Specializzazione in Neurologia

Altri titoli di studio e professionali

Membro della Società Italiana di Neurologia (SIN) Membro dell’American Academy of Neurology (AAN) Membro del Gruppo di Studio del Sistema Nervoso Periferico

Esperienze professionali (incarichi ricoperti)

Presente posizione 23.01.1994-oggi Dirigente Medico di I° livello (ex Aiuto) presso la Divisione di Neurologia dell’Ospedale Maggiore Niguarda Cà Granda di Milano. Alta specializzazione nelle Malattie Neuromuscolari. Ruolo di Coordinatore della Degenza Neurologica.

Precedenti posizioni 01.10.1982-13.11.1984 Studente Interno presso la Clinica Neurologica II dell’Università degli Studi di Milano 13.11.1984-31.01.1986 Medico Interno presso la Clinica Neurologia II dell’Università degli Studi di Milano 01.02.1986-31.01.1987 Incarico di Ricercatore presso l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano 1988 Borsa di Ricerca dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano

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01.01.1989-01.10.1990 Assistente presso la Divisione di Neurologia dell’Ospedale Valduce di Como 01.10.1990-01.10.1993 Aiuto presso la Divisione di

Neurologia dell’Ospedale Valduce di Como

Capacità linguistiche Inglese parlato e scritto.

Capacità nell’uso delle tecnologie

Esecuzione di: • Biopsie muscolari a cielo aperto • Biopsie muscolari ad ago • Biopsie di nervo surale • Biopsie di nervo peroneale superficiale • Biopsie di nervo motore anconeo

Esame morfologico:

• Biopsie di muscolo e nervo in microscopia ottica • Biopsie di muscolo e nervo in microscopia elettronica • Tecniche di immunoistochimica in microscopia ottica ed

elettronica Neurofisiologia:

• Elettromiografia ed elettroneurografia • EEG

Altro (partecipazione a

convegni e seminari, pubblicazioni, collaborazioni

a riviste, ecc., ed ogni altra informazione che il dirigente

ritiene di dover pubblicare)

Il Dr. Jann è autore di oltre 100 pubblicazioni tra articoli pubblicati su riviste recensite, capitoli di libro, ed abstract a congressi pubblicati su riviste recensite. Membro del Board Scientifico di ELI-LILLY, di BIOFUTURA PHARMA, di NEWRON PHARMACEUTICALS, e di UCB PHARMA.

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti

falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali,

secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.

Milano, 20/04/2012 NOME E COGNOME (FIRMA)

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SALVATORE SPINNATO

INFORMAZIONI PERSONALI

Nome Spinnato Salvatore

Data di nascita 16-02-1969 Qualifica Neurochirurgo

Amministrazione A.O. Niguarda Ca’ Granda, Milano Incarico attuale Dirigente Medico di I Livello

Numero telefonico ufficio 02-64442150 Fax dell’ufficio 02-64442530

E-mail istituzionale [email protected] TITOLI DI STUDIO E PROFESSIONALI ED ESPERIENZE LAVORATIVE

Titolo di studio 3-11-1993 Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo

Altri titoli di studio e professionali

21-10-1999 Diploma di Specializzazione in Neurochirurgia presso la Scuola di Specializzazione dell’Università degli Studi di Verona 1987 Diploma di Maturità Scientifica

Esperienze professionali (incarichi ricoperti)

Dal Febbraio 2000 ad oggi Dirigente Medico di I Livello a tempo indeterminato e con rapporto di lavoro esclusivo presso la S. C. di Neurochirurgia dell’A. O. Niguarda Ca’ Granda di Milano 2003-2004 consulente neurochirurgo presso l’A. O. Salvini per gli Ospedali di Garbagnate, Bollate, Rho e Passirana 1994-1999 specializzando con compiti assistenziali presso la I Divisione Clinicizzata di Neurochirurgia (Direttore: Prof. A. Bricolo) dell’A. O. Borgo Trento di Verona Gennaio-Maggio 1999 medico frequentatore presso la Divisione di Neurochirurgia dell’Ospedale Fondation Opthalmologique A. de Rothschild di Parigi dove ha effettuato un aggiornamento presso il Servizio di Neurochirurgia Pediatrica occupandosi di chirurgia dell’epilessia. Durante questo periodo ha frequentato la sala di dissezione dell’Ecole de Chirurgie di Parigi eseguendo dissezioni su cadavere per gli approcci al basicranio ed alla colonna vertebrale.

Capacità linguistiche Inglese, francese Capacità nell’uso delle

tecnologie Utilizzo del microscopio operatorio, neuronavigatore e del neuroendoscopio. Tecniche per la stabilizzazione della colonna vertebrale

Altro (partecipazione a Nell’attuale incarico dirigenziale svolge la propria attività

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convegni e seminari, pubblicazioni, collaborazioni a

riviste, ecc., ed ogni altra informazione che il dirigente

ritiene di dover pubblicare)

professionale di dirigente medico di neurochirurgia con autonomia tecnico-professionale ed organizzativa, provvede alla gestione medica dei pazienti ricoverati, svolge la guardia neurochirurgica e l’attività ambulatoriale. Svolge l’esercizio della libera professione presso l’Area Privata dell’A.O. Niguarda e presso il proprio studio privato sito in Palermo. Presenta competenze tecnico-professionali nel campo dell’urgenza neurochirurgica e nella patologia di elezione, avendo consolidata autonomia gestionale ed operatoria. La casistica operatoria (aggiornata al dicembre 2011) è costituita da più di 1100 interventi, dei quali quasi 500 come primo operatore. Ha partecipato a corsi di aggiornamento e congressi nazionali ed internazionali con il raggiungimento del credito formativo richiesto, e ha preso parte all’attività di ricerca clinica concretizzatasi nella pubblicazione di lavori “in extenso” su riviste nazionali ed internazionali. E’ referente dell’ambulatorio divisionale per il trattamento della sindrome del tunnel carpale presso il Day Surgery.

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di

atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati

personali, secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.

Milano, 20/04/2012 NOME E COGNOME (FIRMA)

-------------------------------- Salvatore Spinnato

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UMBERTO A. VALENTINOTTI

Curriculum Vitae Europass

Informazioni personali

Nome(i) / Cognome(i) UMBERTO ALESSANDRO VALENTINOTTI

Cittadinanza Italiana

Data di nascita 22/09/1963 Milano Codice Fiscale VLNMRT63P22F205B

Esperienza professionale

Date Dal 1997 Lavoro o posizione ricoperti DIRIGENTE DI RUOLO PRIMO LIVELLO

Principali attività e responsabilità Tipo di attività o settore

Date

Lavoro o posizione ricoperti

Nome e indirizzo del datore di lavoro

Date

Lavoro o posizione ricoperti

Principali attività e responsabilità

Nome e indirizzo del datore di lavoro Date Lavoro o posizione ricoperti Date Lavoro o posizione ricoperti

Sc di orto-traumatologia diretta dal Dr Dario capitani dal 1 gennaio 2005 a tuttoggi Incarico di Responsabile di Struttura Semplice Chirurgia della Mano e Microchirurgia,

U.O. di Ortopedia e Traumatologia DEA dell’Azienda Ospedale Niguarda MI dal 3/06/1991 al 21/10/1991 dal 26/07/1993 al 27/06/1995 dal 5/06/1996 al 1997 Dirigente medico ortopedico di II livello Responsabile di Struttura Semplice Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda Piazza Ospedale Maggiore - Milano – Italy

1979-1986 Volontario presso il servizio di pronto soccorso SOS ambulanze di Via Copernico 9/A 1985-1986

Servizio Civile presso L'Ispettoria Salesiana di Milano con distaccamento presso il servizio di volontariato di pronto soccorso SOS ambulanze di Via Copernico 9/A

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Istruzione e formazione

Date 1989

Titolo della qualifica rilasciata Diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia Principali tematiche/competenze

professionali possedute tesi dal titolo: "Stato attuale dei neolegamenti nella traumatologia del ginocchio", relatore Prof. Albino Lanzetta

Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione

Università Statale di Milano

Date Iniziare con le informazioni più recenti ed elencare separatamente ciascun corso frequentato con successo. Facoltativo (v. istruzioni)

Titolo della qualifica rilasciata Nome e tipo d'organizzazione

erogatrice dell'istruzione e formazione

1989

1989 Diploma di Abilitazione all'esercizio professionale in Medicina e Chirurgia

Università Statale di Milano

Date

Titolo della qualifica rilasciata

Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione

Date

Titolo della qualifica rilasciata

Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione

Capacità e competenze

personali

1994 Diploma di Specialità in Ortopedia e Traumatologia Clinica Universitaria di Milano 1997 Diploma di Specialità in Chirurgia sperimentale e Microchirurgia Clinica Chirurgica dell'Università Statale di Pavia

Madrelingua(e) Italiana

Altra(e) lingua(e) Inglese Autovalutazione Comprensione Parlato Scritto

Livello europeo (*) Ascolto Lettura Interazione orale Produzione orale

Lingua Buono Buono Buono Buono Buono

Capacità e competenze sociali

Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. (facoltativo, v. istruzioni)

Capacità e competenze organizzative

RESPONSABILE DI STRUTTURA SEMPLICE DI CHIRURGIA MANO CON ORGANIZZAZIONE DELL’URGENZE MANO NELL’AMBITO DEL 118

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Capacità e competenze informatiche

Autodidatta nel campo informatico con acquisizioni costanti e aggiornate nei seguenti campi : Pc Assemblaggio di pc con sistema operativo windows fino a w 2000 Software di base di tipo office e open source Mac Utilizzo da 2004 di sistema mac os x Software di base e software di editing amatoriale e professionale ilife (iphoto)- Aperture-final cut express-qtime Conoscenza e creazione di database relazionali con filemaker Conoscenza amatoriale dreamweaver 8.0 e altri programmi per la pubblicazione di Siti web Conoscenza avanzata professionale di key note e power point Capacità e competenze Artistiche

Capacità e competenze artistiche Attività fotografica amatoriale e video produzione con programmi dedicati al video Editing e photo editing

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.

Milano, 20/04/2012 NOME E COGNOME (FIRMA)

-------------------------------- Umberto Alessandro Valentinotti

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ABSTRACT

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Radicolopatie spinali: sintomatologia e percorsi diagnostico terapeutici

Per radice spinale nella pratica clinica si intende la struttura anatomica formata da una radice spinale anteriore e dalla corrispondente radice spinale posteriore nel tratto che va dalla loro emergenza dal sacco durale che le avvolge, al ganglio spinale nel canale di coniugazione. Il nervo radicolare è la formazione più spesso interessata dai processi patologici che si esprimono clinicamente con una radicolopatia. Il midollo spinale è funzionalmente e anatomicamente diviso in segmenti. Da ogni segmento originano una radice spinale anteriore e posteriore a destra ed una radice spinale anteriore e posteriore a sinistra. La radice anteriore (motrice) e posteriore (sensitiva) si dirigono verso il forame di coniugazione percorrendo un tratto intradurale, separate da un epansione della pia madre detta legamento denticolato, che dal segmento cervicale a quello lombare è progressivamente più lungo. Nel canale di coniugazione le due radici si fondono originando il nervo spinale (misto) che fuoriuscito dal canale di coniugazione si distribuisce nel dermatomero corrispondente. Dall’emergenza dalla dura madre fino al canale di coniugazione il nervo radicolare percorre un tragitto virtuale all’interno del canale spinale definito canale radicolare. Durante il loro decorso nel canale radicolare, le radici dei nervi spinali entrano in rapporto con il margine posteriore del corpo vertebrale, il disco intervertebrale, i plessi venosi periradicolari, le apofisi articolari posteriori inferiore e superiore, i plessi venosi periradicolari, i legamenti gialli, le lamine vertebrali. Ogniuna di queste strutture può contribuire, in corso di patologia, a originare un danno delle radici spinali con comparsa di radicolopatia. Per radicolopatia si intende quindi una condizione patologica caratterizzata dall’alterata funzione di una o più radici nervose spinali. Quando ai segni clinici della radicolopatia si associano i segni clinici di alterata funzione del midollo spinale, si parla allora di mielo-radicolopatia. Poiché il midollo spinale si estende dal forame occipitale alla seconda vertebra lombare dove termina con il cono midollare, la mielo radicolopatia è una condizione compatibile con una patologia nei segmenti vertebrali alti cioè dalla prima vertebrale cervicale alla seconda lombare. Dalla seconda vertebra lombare al coccige il sacco durale comprende un voluminoso ciuffo di radici spinali che percorrono il canale vertebrale per fuoriuscire dal corrispondente canale di coniugazione. A queste radici per similitudine viene dato il nome di Cauda Equina, una patologia che interessa più radici spinali da L2 al Sacro prende il nome di sindrome della cauda equina. Le patologie responsabili di una radicolopatia possono intervenire con meccanismi di compressione-trazione, fenomeni neuro-ischemici sulle radici nervose, alterazioni dell’equilibrio chimico radicolare, fenomeni immunitari. Con il meccanismo della compressione e della distorione della radice nervosa possono intervenire le ernie discali, gli osteofiti frutto di processi degenerativi delle articolazioni intervertebrali che restringono il canale spinale o radicolare (stenosi vertebrale), la presenza di tessuto neoplastico che occupa lo spazio spinale. Radicolopatie si osservano inoltre in caso di infezione della colonna vertebrale, spondiliti o spondilodisciti specifiche o aspecifiche, oggi in leggero aumento soprattutto per gli immigrati provenienti da aree in condizioni igienico - sanitarie meno controllate (ad esempio da TBC). Oppure per la compressione di una radice nervosa da frammenti ossei dislocati per una frattura nel canale spinale. La precisazione dello stadio clinico di una radicolopatia è importante per definirne sinteticamente la gravità, trarre dalla sua evoluzione le indicazioni terapeutiche, valutare i risultati della terapia.

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Al primo stadio (Stadio I, dell’irritazione radicolare) al dolore radicolare riferito dal paziente secondo una distriduzione dermatomerica imprecisa si accompagnano parestesie, cioè sensazione di formicolio, “scossa elettrica”, punture di aghi e iperalgesia cutanea, cioè un’alterazione della sensibilità della cute che avverte come dolorosi e sgradevoli stimoli meccanici di lieve sfioramento o sfregamento. Nello stadio dell’irritazione radicolare le alterazioni anatomo-funzionali che si osservano sono edema, stasi venosa, moderata riduzione del flusso ematico radicolare. Il secondo stadio (Stadio II, del deficit radicolare) segue cronologicamente quello dell’irritazione, il passaggio dal I al II stadio può avvenire nell’arco di poche ore ovvero di giorni o settimane. Lo stadio di deficit radicolare è caratterizzato da ipovalidità muscolare a carico dei muscoli innervati prevalentemente dalla radice spinale compressa e da ipoestesia tattile, termica e dolorifica nel territorio del dermatomero corrispondente. Il dolore spontaneo è provocato dalle manovre da stiramento radicolare e tende ad attenuarsi man mano che si aggrava il deficit funzionale della radice compromessa. Le parestesie si confondono con l’ipostenia cutanea. L’ipovalidità muscolare assume le caratteristiche della lesione del secondo motoneurone e si associa ad ipotonia muscolare, a riduzione dei riflessi osteo-tendinei di pertinenza della radice compromessa e, nelle forme di lunga durata a ipotonia muscolare. Lo stadio del deficit radicolare è caratterizzato da una diminuzione del flusso ematico radicolare, la radice può apparire edematosa o nastriforme. L’ischemia causa il blocco del trasporto assonale che mantiene il trofismo dell’assone. Lo stadio III della paralisi radicolare rappresenta l’evoluzione della compressione e dell’ischemia che causa la demielinizzazione progressiva della radice spinale e la degenerazione walleriana con esiti in fibrosi peri-endoneurale. Esito della paralisi della radice nervosa sono la scomparsa del dolore spontaneo e provocato dalle manovre da stiramento radicolare, il deficit motorio più o meno grave a seconda della radice compromessa e della variabilità individuale dell’innervazione radicolare dei muscoli. I riflessi osteo-tendinei dipendenti dalla radice sono aboliti. In un paziente affetto da sospetta radicolopatia spinale il processo diagnostico inizia dall’esame clinico che permette di stabilire se i sintomi sono sostenuti da una compressione radicolare ed in caso affermativo consente di identificare con buona approssimazione la radice spinale sintomatica. L’esame clinico permette di stabilire inoltre se esiste una compressione midollare associata alla radicolopatia, mielo-radicolopatia e se si tratta di una mono, bi, pluriradicolopatia. L’esame clinico del malato va condotto secondo il seguente ordine: a) raccolta dell’anamnesi, b) valutazione dell’obiettività vertebrale, c) esecuzione delle manovre da stiramento radicolare, d) definizione del dolore irradiato, e) esame della sensibilità, f) esame muscolare, g) esame dei riflessi. Le radicolopatie cervicali causano cervicalgia con dolore irradiato al capo (cervico-cefalea) nelle sindromi radicolari superiori (C1-C2) o cervicobrachialgia nelle sindromi radicolari inferiori (C3-T1). Al dolore spesso si associano parestesie a distribuzione dermatomerica. Il dolore e le parestesie si aggravano con i movimenti del capo e dell’arto superiore. Di notte il dolore rende difficile trovare una posizione del capo antalgica. L’intensità del dolore varia a seconda dell’eziologia: particolarmente intenso nelle forme a rapida evoluzione: ernia del disco molle, neoplasie, traumi), moderato e continuo nelle forme a lenta evoluzione ( uncoartrosi, artite reumatoide). Nelle mielo-radicolopatie, alla cervico-cefalea si associano dolore e impaccio funzionale della mano o delle mani, della deambulazione, parestesie ai 4 arti, disturbi sfinterici. Il dolore della radicolopatia può essere aggravato dal flessione del capo nelle forme da intrappolamento dinamico delle radici

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per instabilità (artrite reumatoide atlo-assiale, spondilosi sotto assiale), ma nella cervico-brachialgia è generalmente la iperestensione del collo che causa dolore per stiramento della radice compressa. Un’altra manovra di stiramento radicolare è la manovra di Roger-Bikelas-De Séze. Si tratta di un movimento di abduzione e retroposizione della spalla dal lato della brachialgia seguito da estensione del gomito e flessione controlaterale del collo. Mantenendo per alcuni secondi queste posizioni è possibile in caso di cervico-brachialgia apperezzare la comparsa di parestesie con distribuzione radicolare nel territorio di pertinenza della radice compressa o meglio una definizione topografica più precisa dei sintomi. Il dermatomero di C1 praticamente non esiste. La componente sensitiva di C1 è assai modesta, può mancare del tutto mentre l’innervazione motoria è distribuita a muscoli non valutabili clinicamente. Nessun riflesso è riferito a C1 pertanto risulta spesso difficile riconoscere clinicamente una radicolopatia di C1. La radicolopatia di C2 causa dolore localizzato alla nuca ed alla parte posteriore del capo. La cervico-cefalea è il sintomo tipico della radicolopatia di C2 che non altera nessun riflesso e non è causa di deficit muscolari obiettivabili poiché la radice motoria interssa i muscoli sottoiodiei e il muscolo lungo del capo. La radicolopatia di C3 si esprime con dolore alla base del collo e nella regione sovraclaveare. Il deficit motorio interessa i muscoli sottoiodiei e lungo del collo non valutabili clinicamente. Nessun riflesso è riferito a C3. L’irradiazione del dolore in una radicolopatia di C4 è definito “a spallina”, il deficit sensitivo si distribuisce nella regione superiore della spalla. Nello stadio II e III delle radicolopatie il deficit motorio interessa i muscoli extrarotatori delle spalle. Nelle radicolopatie di C5 l’irradiazione del dolore si estende nella regione deltoidea fino alla piega del gomito, lungo il bordo esterno del braccio. Sono presenti spesso due punti dolorosi uno in regione deltoidea ed uno in regione scapolare. Il deficit sensitivo si estende a banda dalla metà distale del braccio alla metà prossimale dell’avambraccio sul lato esterno. Nello stadio II –III delle radicolopatie il deficit motorio interessa il deltoide, il capo lungo del bicipite, il lungo supinatore. Risulta indebolito il riflesso radio-flessore. Nelle radicolopatie di C6 il dolore è riferito sul lato esterno dell’arto superiore dalla spalla al polso. Sono prenti i due punti dolorosi scapolare e pettorale. Il deficit sensitivo interessa il lato esterno dell’avambraccio e del pollice. Nello stadio II-III della radicolopatia si apprezza ipovalidità del capo breve del bicipite e degli estensori radiali del carpo. È presente spesso ipovalidità del riflesso radio-flessore al polso. Nelle radicolopatie di C7 il dolore irradiato interessa la faccia posteriore dell’arto superiore dalla spalla al polso. Sono presenti due punti dolorosi uno pettorale basso e l’altro scapolare. Il deficit sensitivo è apprezzabile nella faccia posteriore dell’avambraccio e nella mano sull’indice e sul medio. Il deficit motorio interessail tricipite, l’estensore comune delle dita ed il flessore del carpo. Si apprezza ipovalidità del riflesso tricipitale. Nella sindrome radicolare di C8 il dolore è irradiato lungo il lato interno del braccio e dell’avambraccio con la coesistenza dei due punti dolorosi pettorale e scapolare. Il deficit sensitivo interessa l’anulare ed il mignolo, talvolta il bordo ulnare del terzo distale dell’avambraccio. Negli stadi II e III della radicolopatia di C8 si apprezza ipovalidità degli estensori del pollice, proprio dell’indice e flessori dell’anulare e mignolo. Deficit degli interossei dorsali e degli intensici dela mano che si apprezzano con il “segno della banconota”. Talora si assiste ad ipovalidità del riflesso cubito-pronatore. Nella sindrome radicolare di T1 il dolore è riferito all’ascella, al lato interno del braccio fino al terzo prossimale dell’avambraccio. Si apprezza un punto doloreos scapolare ed una

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ipoestesia nel lato ulnare dell’avambraccio. Nelle radicolopatie stadio II-III il deficit motorio può interessare il flessore lungo del pollice ed i muscoli Thenari. Le radicolopatie lombari e sacrali si esprimono con lombalgia e dolore irradiato all’arto inferiore o al perineo. La sintomatologia varia dalla lombocruralgia per dolori, nelle sindromi radicolari da L1 a L4, alla lombosciatalgia nelle sindromi radicolari da L5 a S2 la compressione delle radici sacrali inferiori (S3-S5) causa una sintomatologia perineale con sintomi e segni a carico dell’apparato uro-genitale e del segmento ano-rettale. Nelle radicolopatie spinali la lombalgia aumenta nella flessione del tronco per stiramento radicolare e si accentua con la palazione dei processi spinosi (segno del campanello). L’intensità del dolore varia al variare dell’eziologia: particolarmente grave nelle forme a rapido sviluppo (ernia del disco, neoplasie,traumi) più lieve nelle forme a lenta evoluzione (stenosi, instabilità). Nel primo caso può associare insufficienza vertebrale assoluta con impossibilità di mantenere la stazione eretta, scoliosi o cifosi antalgica, grave rigidità di difesa Il dolore lombare è spesso associato a parestesie con distribuzione dermatomerica e sia il dolore che il disturbo parestesico possono essere aggravati dall’aumento improvviso della pressione liquorale causato da starnuti, colpi di tosse, manovra di valsalva durante la defecazione o nel compiere uno sforzo. Si accentua nella posizione eretta, può aggravarsi durante la deambulzione e regredire dopo la sua interruzione (claudicatio neurogena). È aggravato dalla compressione diretta delle due vene giugulari interne (segno di Strumpell-Naffzigher). Il dolore lombare può essere aggravato da manovre da stiramento radicolare (Stright Leg Raising Test). La manovra di Lasègue è eseguita per evocare un dolore sciatalgico e si esegue a paziente disteso supino: la flessione dell’anca a ginocchio esteso evoca il dolore sciatalgico. La manovra di Wassermann è positiva nelle lombo-cruralgie e si esegue a paziente disteso prono: la flessione del ginocchio ad anca estesa evoca dolore. Talvolta si osserva un dolore sciatico durante l’esecuzione della manovra di Lasègue nell’arto controlaterale (positività del segno di Fajersztajn) o della cruralgia con la manovra di Wassermann controlaterale. Tutte le manovre da stiramento radicolare possono essere utilizzate in radicolopatie stadio I o II per causare la comparsa di disturbi della sensibilità a distribuzione dermatomerica o deficit motori radicolari, mantenendo per alcuni secondi una posizione di stiramento radicolare moderata, con risposta dolorosa minima. Questi deficit radicolari provocati sono probabilmente causati da una accentuazione dei fenomeni di ischemia radicolare da compressione – trazione. Nella Sindrome radicolare di L1 l’irradiazione del dolore interessa la regione sottostante il legamento inguinale, nella stessa zona si evidenzia il deficit sensitivo. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare ipovalidità dei flessori dell’anca (ileo-psoas e sartorio). Nella Sindrome radicolare di L2 l’irradiazione del dolore interessa la faccia anteriore della coscia, dal legamento inguinale all’unione fra terzo medio e terzo inferiore. Il deficit sensitivo interessa una larga banda anteriore nella coscia che si estende appena al di sotto del legamento inguinale fino al di sopra della rotula. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare ipovalidità dei flessori dell’anca (ileo-psoas e sartorio). Nella Sindrome radicolare di L3 l’irradiazione del dolore interessa la faccia anteriore della coscia e del ginocchio, dal legamento inguinale alla tuberosità tibiale anteriore. Il deficit sensitivo interessa la superficie cutanea antero-mediale del ginocchio. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare ipovalidità degli adduttori e del quadricipite, I riflessi adduttorio e rotuleo possono essere ipovalidi. Nella Sindrome radicolare di L4 l’irradiazione del dolore interessa la faccia antero-mediale della coscia, del ginocchio e della gamba, dal legamento inguinale alla regione malleolare,

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spesso è presente un punto doloroso trocanterico. Il deficit sensitivo interessa la superficie antero-mediale della gamba e della caviglia fino alla medio tarsica. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare un deficit o l’assenza del riflesso rotuleo e ipovalidità del quadricipite e del tibiale anteriore. In caso di deficit severo si osserva un’andatura con steppage del piede. Nella Sindrome radicolare di L5 l’irradiazione del dolore interessa la faccia posteriore della coscia e laterale della gamba, dal gluteo al malleolo esterno lungo il decorso del nervo sciatico nella coscia e dello sciatico-polpliteo esterno nella gamba, spesso è presente un punto doloroso trocanterico. Il deficit sensitivo interessa la superficie antero-esterna al terzo distale della gamba e la parte antero-mediale della caviglia, del dorso del piede fino alle prime tre dita. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare un deficit dell’estensore lungo dell’alluce, comune delle dita del piede, peronei. Quando si associa un deficit del medio gluteo o del tibiale anteriore si può osservare un’andatura con fenomeno di Trendelenburg o steppage del piede. Nella Sindrome radicolare di S1 l’irradiazione del dolore interessa la faccia posteriore della coscia, del ginocchio e della gamba, dalla natica al tendine d’achille, spesso è presente un punto doloroso trocanterico. Il deficit sensitivo interessa la superficie posteriore della gamba e del tallone, la metà esterna della pianta del piede e le ultime due dita. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare un deficit o l’assenza del riflesso achilleo e ipovalidità dei flessori del ginocchio, del tricipite surale e talvolta del grande gluteo e degli extrarotatori dell’anca. Nella Sindrome radicolare di S2 l’irradiazione del dolore interessa la faccia posteriore della coscia, dalla natica all’angolo inferiore del polplite, spesso è presente un punto doloroso trocanterico. Il deficit sensitivo interessa la superficie posteriore della coscia fino al polplite ed al polpaccio. Nello stadio II – III della radicolopatia si può osservare un deficit del riflesso achilleo e medio plantare e talvolta ipovalidità del grande gluteo, dei flessori del ginocchio, del tricipite surale, dei flessori delle dita del piede. La sindrome radicolare da S3 a S5 si manifesta in genere come sindrome pluriradicolare bilaterale per la stretta vicinanza delle radici sacrali inferiori, talora associata ad altre radicolopatie della cauda equina. Il dolore è localizzato alla regione perineale e genitale definita sella. Il deficit sensitivo è localizzato nella zona di distribuzione dei nervi sacrali inferiori e coccigei nel territorio del perineo e della sella. I deficit muscolari sono distribuiti ai flessori delle dita ed estrinseci del piede. I disturbi motori più importanti sono quelli urogenitali e anorettali con icsuria paradossa e successiva incontinenza vescicale e stipsi con incontinenza alle feci solide. Si definisce sindrome della cauda equina la condizione in cui si associa un deficit sacrale inferiore, con disturbi vescicali, ano-rettali, sassuali, ed un deficit motorio e/o sensitivo in uno o entrambi gli arti inferiori per compressione pluriradicolare. L’iter diagnostico delle radicolopatie spinali è concluso nel momento in cui è possibile identificare con una o più metodiche radiologiche la lesione che sostiene la sintomatologia. A questo scopo disponiamo di diverse tecniche sia di radiologia convenzionale (radiografie standard, e oramai indisuso a scopo diagnostico le tecniche di mielografia, discografia), sia computerizzate (tomografia assiale computerizzata, risonanza magnatica senza o con mezzi di contrasto). Infine i tests neurofisiologici (elettromiografia, potensiali somato sensitivi evocati). Considerando l’alta frequenza di ernie discali asintomatiche e la possibile regressione di ernie sintomatiche, è̀ opportuno attendere almeno 4-6 settimane dall’insorgenza dei sintomi (dolore lombare, radicolopatia e limitazione funzionale) in assenza di semafori rossi, prima di effettuare gli esami di diagnostica per immagini. TC o RM sono invece da effettuare con

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urgenza in caso di sospetta malattia sistemica, neoplastica o infettiva, e di sospetta sindrome della cauda equina. Con l’introduzione di tecniche diagnostiche più sofisticate la radiologia convenzionale ha assunto un ruolo diverso nella diagnosi strumentale dell’ernia del disco, non è raccomandata come esame di routine nel sospetto di una ernia discale lombare in assenza di segni o sintomi di grave patologia spinale (recente trauma con sospetto di frattura o anamnesi positiva per patologia oncologica), non risulta inoltre indicata nella valutazione di pazienti con lombalgia cronica in assenza di semafori rossi. Tuttavia in caso di lombalgia ingravescente o lombosciatalgia con sciatica limitata alla regione posteriore delle cosce fino al cavo popliteo, i radiogrammi possono servire a diagnosticare una frattura vertebrale o nella diagnosi differenziale della spondiloartrite anchilopoietica. La TAC e la RM sono oggi gli esami di scelta per la diagnosi strumentale della patologia discale cervicale e lombare e sono pressochè sovrapponibili in termini di sensibilità, specificità ed accuratezza. Servono a confermare il sospetto clinico che scaturisce dopo un attento esame obiettivo. Non andrebbero eseguiti in caso di lombalgia semplice nel corso del primo mese di dolore lombare in assenza di semafori rossi. La Tac mostra una particolare accuratezza nell’evidenziare una patologia ossea e sottopone i pazienti a radiazioni ionizzanti. La RM non espone il paziente a radiazioni ionizzanti e fornisce un’immagine più completa di tutte le strutture anatomiche della colonna vertebrale. Con l’introduzione delle più recenti tecniche di diagnostica per immagine in RM, l’impiego di mezzi di contrasto endovenosi viene utilizzato solo in pazienti già sottoposti ad intervento chirurgico (come nei casi in cui si sospetti una recidiva di ernia del disco) nei quali lo studio senza mezzo di contrasto sia stato non conclusivo. Complessivamente i tests neurofisiologici risultano dotati di bassa specificita per la diagnosi delle radicolopatie da ernia del disco. Possono essere utili nella diagnosi differenziale delle stenosi vertebrali e delle polineuropatie periferiche non meccaniche In caso di una radicolopatia stadio I è giustificato una trattamento farmacologico orientato a ridurre l’infiammazione della radice nervosa, diminuire le parestesie ed il dolore radicolare e ripristinare la biologia nervosa. In caso di una radicolopatia stadio II, dove il danno radicolare è caratterizzato da un accentuazione dei fenomeni infiammatori fino all’edema radicolare, almeno nelle prime 4 settimane è giustificato una trattamento farmacologica orientato a ridurre l’infiammazione della radice nervosa, diminuire l’edema, sedare le parestesie ed il dolore radicolare e potenziare gli effetti farmacologici dei neurotrofici. In caso di fallimento della terapia conservativa e persistenza del dolore e del deficit radicolare per oltre 4-6 settimane, se vi è corrispondenza tra i segni clinici e neuroradiologici è indicato un’intervento chirurgico. La microdiscectomia è considerata il “gold standard” nel trattamento della radicolopatia da ernia del disco. Prevede un approccio poco invasico, interlaminare o una laminotomia minima e con l’ausilio del microscopio operatorio consente una buona visualizzazione del canale vertebrale e dell’ernia con ottimi risultati post-operatori. In caso di radicolopatia stadio III quando per la comparsa di fenomeni degenerativi radicolari il dolore scompare, non è più indicato un trattamento chirurgico e con farmaci anti-infiammatori. In questo stadio il trattamento deve mirare al recupero di fibre nervose residue con neurotrofici e terapia fisica riabilitativa nei casi particolarmente invalidanti (steppage e zoppia conclamati).

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Neuropatie compressive: sintomatologia e percorsi diagnostico terapeutici

Le neuropatie compressive sono patologie del Sistema Nervoso Periferico (SNP), che colpiscono milioni di individui. Sono anche conosciute come Neuropatie da Intrappolamento (NI), dalla definizione anglosassone di “entrapment neuropathies”. Nonostante l’elevata prevalenza e il carattere talora fortemente invalidante, le NI e i loro meccanismi patogenetici sono ancora poco conosciuti. Le neuropatie compressive sono dovute al danno causato dalla pressione prolungata su un singolo nervo o, più raramente, su svariati tronchi nervosi. Ciò può verificarsi in un qualsiasi punto del decorso del nervo, ma esistono siti anatomici nei quali i nervi sono maggiormente suscettibili al danno da compressione nel tratto corrispondente all’attraversamento di canali osteo-legamentosi, che rappresentano veri e propri budelli entro i quali si può verificare intrappolamento con conseguente sofferenza del nervo stesso. La compressione può essere acuta, intermittente o cronica. Tipico esempio di neuropatia con danni da compressione intermittente dei nervi periferici è la Neuropatia Ereditaria con aumentata suscettibilità dei nervi al danno da compressione, nota anche come HNPP, acronimo della definizione anglosassone “Hereditary Neuropathy with increased liability to Pressure Palsies”. Le NI più tipiche restano comunque quelle che conseguono ad un danno cronico del nervo in un canale osteoligamentoso (tabella 1). Poichè ciascun nervo periferico ha una propria ed esclusiva distribuzione anatomica che raggiunge dopo avere seguito un preciso percorso, ciascuna singola forma fa storia a sé sia per quanto riguarda le caratteristiche cliniche che le opzioni terapeutiche. I meccanismi di danno sono certamente multifattoriali, con assoluta preminenza dei seguenti fattori:

a) deformazione diretta della guaina mielinica, con demielinizzazione segmentale b) ischemia del nervo per compressione dei vasa nervorum con conseguente

degenerazione walleriana delle fibre nervose Altri possibili fattori patogenetici sono:

c) la distruzione della barriera emato-nervosa d) il blocco del trasporto assonale e l’iperplasia connettivale

Esistono neuropatie periferiche generalizzate in cui i nervi sono maggiormente suscettibili al danno da compressione. Oltre alla già citata HNPP, i pazienti diabetici hanno una maggiore probabilità di sviluppare una mononeuropatia da compressione. Altre condizioni che espongono alle neuropatie da intrappolamento sono la sindrome di Guillain-Barrè, soprattutto in caso di immobilità prolungata, e le forme tossico-carenziali come la neuropatia alcolica o le neuropatie da carenza vitaminica. I sintomi principali delle NI sono costituiti da dolore, deficit sensitivi (soprattutto superficiali), e ipostenia, variamente combinati. I pazienti possono riferire ipoestesia, ma soprattutto lamentano parestesie tipo “carne morta”, “anestesia dentistica”, “puntura di spillo” o “fasciatura”, localizzate abitualmente al territorio di distribuzione cutanea del nervo danneggiato. Il dolore, quando presente, può essere descritto come “bruciore” o come dolore “profondo” e presenta una distribuzione meno precisa rispetto alle parestesie. Questo aspetto si spiega per le caratteristiche fisiopatologiche del dolore neuropatico che viene amplificato, in termini di intensità e localizzazione, da meccanismi quali la sensibilizzazione centrale e periferica. I sintomi motori sono molto variabili e possono essere del tutto assenti oppure manifestarsi con ipostenia, ipotrofia e fascicolazioni nei muscoli innervati dal nervo danneggiato.

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L’obiettivo principale dell’esame neurologico, in caso di sospetta neuropatia da compressione, è stabilire se i sintomi sensitivi e motori corrispondono all’interessamento di un singolo nervo, di una o più radici o di un plesso o parte di esso. Non è sempre facile rispondere a questo quesito sulla sola base dei dati clinici, per cui lo studio neurofisiologico (elettromiografia ed elettroneurografia) è quasi sempre necessario. Sul piano terapeutico si posso adottare approcci medici o chirurgici a seconda dei casi. Tipico esempio di questo è la sindrome da compressione del nervo mediano nel tunnel carpale, che è anche la forma più frequente di NI. Procedure non chirurgiche: 1) split; 2) modifica delle attività (lavoro, hobby); 3) farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); 4) Steroidi sistemici; 5) steroidi locali; 6) diuretici sistemici; 7) vitamine B6 o B12; 8) farmaci antidolore neuropatico (pregabalin, duloxetina, gabapentin, carbamazepina, L-acetylcarnitina); 9) trattamenti fisici (ultrasuoni, laser, chiropratica, yoga). Procedure chirurgiche: 1) a cielo aperto (Standard, Con procedure addizionali (neurolisi interna o epineurotomia, diverse tecniche di sezione); 2) endoscopica. Recenti revisioni Cochrane concludono che il trattamento chirurgico è migliore di quello non-chirurgico per ridurre i sintomi della STC nei casi gravi mentre sono necessari ulteriori studi per chiarire quali sono le scelte da adottare in casi medi o medio-lievi. Infine, fra le procedure chirurgiche non c’è alcuna evidenza che le tecniche alternative proposte in sostituzione della chirurgia a cielo aperto offrano maggiore effetto a breve e lungo termine. Tabella 1

Nervo Sito (Sindrome) Mediano

Parte distale dell’omero Gomito (sindrome dei pronatori) Gomito (syndrome del nervo interosseo anteriore, sindrome di Kiloh Nevin) Polso (sindrome del tunnel carpale)

Ulnare Gomito (sindrome del tunnel cubitale, paralisi ulnare di Tardy) Polso (sindrome del canale di Guyons)

Radiale Ascella (paralisi del sabato sera, degli amanti, da sonno) Parte terminale dell’omero Gomito (sindrome del nervo interosseo posteriore)

Soprascapolare Spalla

Plantare e interdigitale Piede (metatarsalgia di Morton)

Tibiale posteriore Caviglia (sindrome del tunnel tarsale)

Peroneao comune Ginocchio

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Cutaneo femorale laterale Spina iliaca antero-superiore (meralgia parestesica)

Femorale Regione inguinale

Otturatorio Canale otturatorio

Sciatico Forame sciatico (inclusa la sindrome del piriforme) Ginocchio

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Letto e approvato.

Il Legale Rappresentante dell'Organizzatore.

Dott. Ing. Massimo Cazzaniga