PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

11
Anno V Numero 1145 Lunedì 26 Giugno 2017 S. Elisa AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti”; 2. Eventi Mese di Luglio 3. FAF in farmaDAY 4. Sussidio e consulenza legale gratuita Notizie in Rilievo Scienza e Salute 5. Perché le donne hanno solo due seni, mentre altri animali di più? 6. Fibrillazione atriale, l’attività fisica è controindicata? Prevenzione e Salute 7. Prolasso genitale, rinforza il pavimento pelvico per evitarlo 8. Condizionatore: sai usarlo in modo corretto? 9. “Gambe gonfie, le scarpe senza tacco danno sollievo”, vero o falso? Meteo Napoli Lunedì 26 Giugno Sereno Minima: 23° C Massima: 30 °C Umidità: Mattina = 73% Pomeriggio = 56% PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI ANIMALI DI PIÙ? Le donne hanno due seni perché in genere nutrono solo un figlio alla volta. Nelle altre specie di mammiferi, invece, forma e numero di mammelle variano secondo il numero e le esigenze dei piccoli. In rari casi, alcune donne possiedono un terzo seno. In pratica si tratta di una mammella extra sotto il seno sinistro. Un tempo era indice di grande bellezza. Il terzo seno è presente nello 0,4% delle donne inglesi e nel 5 delle giapponesi . Quale la ragione di questa "intrusione "? Forse perché in un passato lontano i nostri progenitori avevano più mammelle. QUESTIONI DI MISURE: Il seno delle donne ha dimensioni molto variabili. Esistono canoni classici cui si riferiscono i chirurghi plastici. Nel seno ideale le mammelle devono avere pari dimensioni, pari altezza e stesso tipo di attaccatura. Compreso tra la seconda e la settima costola, dovrebbe avere una forma a goccia e un volume compreso tra i 150 e 350 cc. MAGGIORATE NATURALI: Le mammelle più grosse sono quelle della balenottera azzurra. Sono due (come gli uomini, normalmente partoriscono un figlio alla volta), nascoste sotto uno strato di grasso, misurano 2,4 metri per 50 cm e possono produrre fino a 72 litri di latte al giorno che vengono "sparati" dal capezzolo direttamente nella bocca del piccolo. Le più numerose sono quelle del tenrec, un insettivoro del Madagascar che assomiglia a un riccio. Ne ha 12 paia. Le più piccole sono quelle del toporagno: misurano 2 mm. Le più strane, infine, sono quelle dell'ornitorinco: sono ghiandole senza mammella. Il latte esce dai pori e scende lungo peli che i piccoli leccano. (Salute, Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. 'E det d' 'a man nunn so' tutt'egual (Le dita della mano non sono tutte uguali) e

Transcript of PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

Page 1: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

Anno V – Numero 1145 Lunedì 26 Giugno 2017 – S. Elisa

AVVISO Ordine

1. ORDINE: Progetto “Un

Farmaco per tutti”;

2. Eventi Mese di Luglio

3. FAF in farmaDAY

4. Sussidio e consulenza

legale gratuita

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 5. Perché le donne hanno

solo due seni, mentre altri

animali di più?

6. Fibrillazione atriale,

l’attività fisica è

controindicata?

Prevenzione e Salute 7. Prolasso genitale,

rinforza il pavimento

pelvico per evitarlo

8. Condizionatore: sai

usarlo in modo corretto?

9. “Gambe gonfie, le scarpe

senza tacco danno

sollievo”, vero o falso?

Meteo Napoli

Lunedì 26 Giugno

Sereno

Minima: 23° C Massima: 30 °C Umidità: Mattina = 73%

Pomeriggio = 56%

PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI ANIMALI DI PIÙ?

Le donne hanno due seni perché in genere nutrono solo un figlio alla volta.

Nelle altre specie di mammiferi, invece, forma e numero di mammelle variano secondo il numero e le esigenze dei piccoli. In rari casi, alcune donne possiedono un terzo seno. In pratica si tratta di una mammella extra sotto il seno sinistro. Un tempo era indice di grande bellezza. Il terzo seno è presente nello 0,4% delle donne inglesi e nel 5 delle giapponesi. Quale la ragione di questa "intrusione"? Forse perché in un passato lontano i nostri progenitori avevano più mammelle.

QUESTIONI DI MISURE: Il seno delle donne ha dimensioni molto variabili.

Esistono canoni classici cui si riferiscono i chirurghi plastici. Nel seno ideale le mammelle devono avere pari dimensioni, pari altezza e stesso tipo di attaccatura. Compreso tra la seconda e la settima costola, dovrebbe avere una forma a goccia e un volume compreso tra i 150 e 350 cc.

MAGGIORATE NATURALI: Le mammelle più grosse sono quelle della

balenottera azzurra. Sono due (come gli uomini, normalmente partoriscono un figlio alla volta), nascoste sotto uno strato di grasso, misurano 2,4 metri per 50 cm e possono produrre fino a 72 litri di latte al giorno che vengono "sparati" dal capezzolo direttamente nella bocca del piccolo. Le più numerose sono quelle del tenrec, un insettivoro del Madagascar che assomiglia a un riccio. Ne ha 12 paia. Le più piccole sono quelle del toporagno: misurano 2 mm. Le più strane, infine, sono quelle dell'ornitorinco: sono ghiandole senza mammella. Il latte esce dai pori e scende lungo peli che i piccoli leccano. (Salute, Focus)

SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it

E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli

iBook Farmaday

Proverbio di oggi….…….. 'E det d' 'a man nunn so' tutt'egual

(Le dita della mano non sono tutte uguali) e

Chi troppo s’inchina, mostra il sedere

Page 2: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

SCIENZA E SALUTE

FIBRILLAZIONE ATRIALE, L’ATTIVITÀ FISICA È CONTROINDICATA?

Se il cuore batte in maniera irregolare, l’esercizio fisico è sempre da evitare?

La FIBRILLAZIONE ATRIALE è la forma più frequente di aritmia cardiaca. I pazienti che ne soffrono possono muoversi, rimanere fisicamente attivi o devono arrendersi alla sedentarietà? Ne parliamo con il dottor Maurizio Gasparini, Responsabile dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione di Humanitas. In caso di fibrillazione gli atri del cuore non riescono a contrarsi in maniera adeguata e gli impulsi elettrici che lo fanno battere non arrivano in maniera corretta, inoltre arrivano ai ventricoli con una frequenza più alta ed è per questo che il cuore batte a velocità maggiore. La fibrillazione atriale è tra i principali fattori di rischio di trombosi, e quindi di ictus, ma anche di scompenso cardiaco dal momento che il cuore pompa il sangue con minore efficienza. I sintomi principali sono:

sensazione di stanchezza palpitazioni giramenti di testa alterazione del respiro

L’attività fisica è controindicata? «Generalmente non si può dire che l’esercizio fisico sia controindicato per i pazienti affetti da fibrillazione atriale. Inevitabilmente bisogna distinguere caso per caso», aggiunge lo specialista. «Se a soffrirne in maniera cronica è una persona anziana che però non presenta ulteriori disturbi di natura cardiaca, allora l’attività fisica moderata non rappresenta un fattore di rischio per la sua salute. Se invece consideriamo un paziente più giovane che pratica sport ad alta intensità, come la corsa su lunghe distanze o il ciclismo, allora l’attività fisica può esasperare la fibrillazione atriale. Per questi pazienti, sebbene non ci sia proibizione, l’indicazione è di praticare attività fisica a intensità minore, per due volte a settimana».

«Più che un peggioramento dei sintomi, si potrebbe esasperare la situazione anatomica del paziente. L’atrio sinistro, o entrambi gli atri, sono già ingranditi e con l’esercizio fisico intenso il volume potrebbe ulteriormente aumentare facendo incrementare il rischio di embolia». Un altro rischio che potrebbe derivare dall’esercizio fisico è legato ai traumi da caduta: «Una condizione alquanto diffusa tra chi soffre di fibrillazione atriale è la mancata coagulazione del sangue. Molti pazienti assumono infatti dei farmaci anticoagulanti che rendono più fluido il sangue ed è per questo che, in caso di caduta, possono formarsi degli ematomi di vasta entità. Ecco perché sarebbe meglio evitare discipline intense in cui il rischio di caduta è alto, ad esempio il ciclismo», conclude il dottor Gasparini. (Salute, Humanitas)

Cosa potrebbe comportare fare attività fisica a ritmi sostenuti?

Page 3: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

PREVENZIONE E SALUTE

PROLASSO GENITALE, RINFORZA IL PAVIMENTO PELVICO PER EVITARLO

Per prevenire il prolasso genitale è utile rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico, ovvero quei muscoli che chiudono verso il basso la cavità addominale partendo all’interno dei fianchi, in corrispondenza dell’osso pubico e della base della colonna vertebrale. Una recente ricerca pubblicata su Lancet ha confermato l’efficacia dell’esercizio fisico mirato contro il prolasso genitale. Il prolasso degli organi pelvici è una ernia dell’apparato genitale caratterizzato dalla discesa dei tessuti di vagina o utero. È una condizione patologica associata a gravidanze e parti multipli o difficoltosi ma anche all’invecchiamento. I sintomi, tra cui l’incontinenza urinaria, riguardano, secondo alcune stime, anche fino al 30% delle donne dopo i 40 anni.

Meno sintomi di prolasso con l’attività fisica Diversi ricercatori hanno condotto uno studio su 412 donne di Regno Unito e Nuova Zelanda per valutare l’efficacia dell’esercizio fisico sullo sviluppo dei sintomi del prolasso genitale. Le donne, che manifestavano già dei primi segnali di prolasso, sono state divise in due gruppi: al primo è stato chiesto di partecipare a cinque lezioni individuali in cui avrebbero appreso le

tecniche di esercizi per il pavimento pelvico, oltre a lezioni di pilates da fare anche a casa. Queste donne hanno ricevuto anche dei consigli personalizzati sullo stile di vita.

Alle restanti donne sono stati impartiti invece solo questi consigli. Nell’arco di 2 anni – le donne del I° gruppo hanno riferito una minore incidenza di prolasso genitale:

solo il 6% di loro ha dovuto ricorrere a qualche forma di trattamento (dalla chirurgia all’utilizzo dell’ovulo vaginale)

rispetto a una percentuale maggiore nel secondo gruppo, pari al 14,4%. Fino alla comparsa dei primi segnali di prolasso genitale è possibile dunque intervenire con la fisioterapia: «Le donne coinvolte nella ricerca in oggetto – presentavano un prolasso di grado lieve-medio. In caso di maggiore severità del prolasso gli esercizi non sarebbero utili alla donna, mentre l’attività fisica è utilissima proprio in chiave preventiva, prima della comparsa dei sintomi iniziali».

Quando e come è possibile prevenire il PROLASSO GENITALE? «Una donna che ha partorito può cominciare a fare degli esercizi per rinforzare il pavimento pelvico nelle prime settimane dopo il parto, compatibilmente con le sue condizioni di salute. Se una donna non ha avuto gravidanze può comunque cominciare ad allenare la muscolatura pelvica prima della menopausa. L’ideale sarebbe svolgere esercizi mirati, ma anche yoga e pilates possono aiutare. Meglio se la donna si fa guidare per 3-4 sedute da figure fisioterapisti od ostetrici, prima di praticare gli esercizi a domicilio».

La prevenzione del prolasso è un elemento di cui si tiene conto per la scelta del tipo di parto, se naturale o cesareo? «Certamente una donna che, per es., abbia partorito due volte con taglio cesareo ha meno probabilità di sviluppare prolasso rispetto a chi l’abbia fatto naturalmente. In ogni caso la comunità scientifica è contraria alla scelta di ricorrere al cesareo per evitare il prolasso, sia perché si tratta comunque di un intervento chirurgico sia perché il prolasso è una condizione che potrebbe presentarsi a distanza di 30 anni dal parto. Infine perché il parto non è il solo fattore di rischio di prolasso genitale: sono rilevanti, ad es., la stessa gravidanza, il peso del bambino alla nascita e la durata del travaglio, ma anche altri elementi come l’assuefazione al fumo di sigaretta, la stipsi e una tosse cronica». (Salute, Humanitas)

Page 4: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

PREVENZIONE E SALUTE

CONDIZIONATORE: sai usarlo in modo corretto?

Qualche consiglio per stare al fresco senza rischi per la salute… e senza ricevere una bolletta elettrica bollente

Non tutti lo amano, ma di certo il condizionatore d’aria è il migliore amico del benessere nelle giornate afose d’estate. Rinfresca, deumidifica, ci aiuta a riportare la casa a una temperatura gradevole e a riposare bene di notte, anche quando le città si infuocano nelle giornate afose dell’estate. In ogni caso è necessario adoperarlo in modo corretto per evitare malanni anche fastidiosi e per non avere brutte sorprese al momento di aprire la bolletta dell’elettricità. Ecco qualche suggerimento.

LA POSIZIONE – Scegliere preferibilmente un apparecchio di classe A: sono un po’ più costosi, ma garantiscono una migliore efficienza e risparmio energetico.

Il condizionatore va installato in alto, in modo da ottenere una distribuzione omogenea del flusso d’aria: verificare che l’aria circoli liberamente davanti alle prese dell’aria in entrata e in uscita (senza tende, piante o altri ostacoli), altrimenti il condizionatore non serve a nulla.

MANUTENZIONE INNANZI TUTTO – Prima ancora di cominciare ad accenderlo (e quindi

bisognerebbe giocare di anticipo sui primi caldi), è necessario verificare che l’apparecchio sia efficiente e i filtri perfettamente puliti: una volta l’anno è opportuno far verificare da un tecnico il livello del gas refrigerante e la pulizia della serpentina. La pulizia dei filtri è invece da controllare ed eventualmente ripetere ogni due mesi quando l’aria condizionata resta accesa per molte ore. Si tratta di solito di un’operazione semplice che si può fare da sé: nella maggior parte dei casi i filtri si sfilano e si lavano con acqua e sapone di marsiglia, si fanno poi asciugare al sole e si rimontano. Le istruzioni di manutenzione si trovano nel libretto che accompagna l’apparecchio.

OCCHIO ALLA TEMPERATURA – Sembra superfluo ricordarlo, ma di fatto non è così:

se all’esterno ci sono più di 30 gradi, non serve impostare il condizionatore a 18 per avere fresco. In questo modo si consuma solo più elettricità. Per godere una sensazione di frescura, basta ottenere in casa 4-5 gradi in meno che all’esterno: una differenza maggiore espone il fisico a uno sbalzo di temperatura eccessivo e nocivo per la salute. Meglio accendere l’apparecchio una mezz’ora prima di soggiornare nella stanza, magari utilizzando il timer, e attendere senza troppa impazienza che la temperatura diminuisca.

ATTENZIONE A PORTE E FINESTRE – Quando il condizionatore è in funzione, mantenere ben chiuse

le porte e le finestre per limitare lo scambio con l’aria calda dell’esterno. Sfruttiamo invece le ore più fresche della sera e del primo mattino per arieggiare bene i locali perché il ricambio d’aria è comunque indispensabile. Nelle ore più calde della giornata o nei momenti in cui le finestre sono esposte al sole diretto, tenere le persiane socchiuse o le tapparelle abbassate, per limitare l’esposizione agli ardenti raggi solari. Ricordiamoci di spegnere il condizionatore quando usciamo da una stanza o addirittura di casa.

LA FUNZIONE DRY – Quando abbiamo raggiunto una temperatura gradevole, utilizziamo la funzione

dry, ovvero il comando di deumidificazione. Contribuisce a mantenere l’aria fresca e asciutta e consuma molto energia elettrica. A titolo indicativo, il grado di umidità relativa ideale è compreso tra il 40 e il 60%.

Page 5: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

Tenere il condizionatore a palla per tutta la notte (e dormire magari rannicchiati sotto il copriletto) è uno spreco di corrente elettrica e ci espone al rischio di infreddature e dolori osteo-muscolari.

Nella maggior parte dei casi di notte la temperatura esterna si abbassa: basta arieggiare le stanze e sfruttare la frescura esterna per una camera da letto dalla

temperatura gradevole. Se il calore è ancora intenso, raffrescare la stanza un’ora prima di coricarsi e poi regolare il condizionatore sui 25-26 gradi per mantenere la temperatura, o passare alla funzione dry.

I RISCHI DEL FRESCO ARTIFICIALE – I pericoli maggiori vengono dagli sbalzi termici, ad esempio

quando si entra tutti sudati in una stanza o nell’auto fredda, e dalla insufficiente pulizia degli apparecchi. Nei filtri si possono annidare polvere, acari, microrganismi e muffe nocive, responsabili di allergie e di infezioni. La più temibile è la LEGIONELLA, dovuta a un batterio, la Legionella pneumophila:

nei casi lievi il microrganismo è responsabile di mal di testa, febbre e malessere generale che si risolve in pochi giorni.

In qualche caso, però, può accompagnarsi a tosse, sintomi gastroenterici, neurologici e cardiaci, anche mortali: in Italia si registra qualche centinaia di casi di legionella all’anno.

MEGLIO IL VENTILATORE? – Chi preferisce le pale o i ventilatori portatili ha comunque un certo sollievo all’afa e costi sicuramente inferiori. L’unica accortezza da seguire nell’utilizzo è tenere il ventilatore vicino a sé, ma non dirigere direttamente il getto d’aria addosso alla persona. Se proprio non si può evitarlo, tenere la velocità al minimo e ricordarsi di bere molto: il getto d’aria favorisce l’evaporazione del sudore e ci si può disidratare senza accorgersene. (Salute, TGcom24) SCIENZA E SALUTE

“GAMBE GONFIE, LE SCARPE SENZA TACCO DANNO SOLLIEVO”, VERO O FALSO?

Secondo alcuni le scarpe senza tacco danno sollievo in caso di gambe gonfie. Vero o falso?

L’abbiamo chiesto alla Dott.ssa Maria Grazia Bordoni, chirurgo vascolare dell’ospedale Humanitas. Indossare scarpe senza tacco tipo ballerine così come scarpe con il

tacco troppo alto soprattutto in estate e quando fa caldo favorisce anziché dare sollievo se caso di gambe gonfie. Non solo le scarpe, anche l’abbigliamento troppo attillato, indossato per tutta una giornata, andrebbe evitato per ridurre e prevenire le gambe gonfie. I piedi sostengono infatti tutto il peso della persona e hanno il compito di gestire il circolo di ritorno venoso del sangue e della circolazione linfatica dal basso verso il cuore. Indossare le scarpe sbagliate provoca un ostacolo alla circolazione linfatica e l’effetto si vede sulle gambe e caviglie che tendono a gonfiarsi. Scarpe strette, scarpe col tacco molto alto o completamente prive di tacco come le ballerine andrebbero pertanto sostituite con scarpe che favoriscano un corretto appoggio plantare, fondamentale per il buon funzionamento della circolazione. Le scarpe ideali dovrebbero avere 3-5 cm di tacco con una base d’appoggio sufficientemente

ampia. Se le gambe gonfie si fanno sentire anche durante la notte, può aiutare a dare sollievo dormire con le gambe appena rialzate rispetto al piano del letto. Senza modifiche complicate dell’arredamento, sono sufficienti due libri posti sotto i piedi del letto dello spessore di 7-8 cm oppure un cuscino sotto il materasso in prossimità dei piedi.” (Salute, Humanitas)

Ma la Notte NO

FALSO

Page 6: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione

Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2017. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2017 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti i requisiti per la partecipazione; l’importo del fondo di solidarietà; le modalità di partecipazione.

L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)

ORDINE: Il CARDINALE di Napoli, S.E. Crescenzio SEPE per la prima volta incontra, presso la Sede dell’Ordine,

i Farmacisti Napoletani

Lunedì 3 Luglio, ore 20.30, Sede Ordine- Arcivescovo Metropolita di Napoli

Nel corso della serata si parlerà anche del Progetto “Un Farmaco per Tutti” che ha come obiettivo quello di contrastare la Povertà Sanitaria. Ad oggi hanno aderito 128 Farmacie.

Si invitano i Colleghi a partecipare a questo importante evento.

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

Page 7: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

ORDINE: SERATA DEDICATA AL CAMBIAMENTO DELLA PROFESSIONE

Lunedì 10 Luglio, ore 20.30 – Renaissance Naples Hotel Mediterraneo – L’Ordine in collaborazione con la Business School ha organizzato l’importante evento che ha come focus “Il Cambiamento della Professione”. Si invitano i Colleghi a partecipare a questo evento. Nel corso della serata sarà offerto un buffet nel Roof Garden

Terrazza Angiò, all’undicesimo piano.

Interverrà il Presidente di

Federfarma Napoli, Michele DI IORIO

Page 8: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

ORDINE: CAMPAGNA INFORMATIVA DI PREVENZIONE AL MELANOMA

L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto “La Prevenzione sul Melanoma”.

Il Mese di LUGLIO è dedicato alla Prevenzione del MELANOMA Un gruppo di Dermatologi è a disposizione dei Cittadini per un CONSULTO GRATUITO

presso la Sede dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli secondo il Calendario riportato nella locandina

Page 9: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 9 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

Page 10: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 10 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

ORDINE: LOCANDINA CAMPAGNA INFORMATIVA PREVENZIONE AL MELANOMA

L’Ordine in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione melanoma ONLUS e Federfarma Napoli ha predisposto una locandina informativa che riporta le raccomandazioni ed i consigli per la prevenzione del Melanoma

Le Locandine e i Volantini saranno

distribuiti dal mese di Luglio

a tutte le farmacie di NAPOLI e

PROVINCIA.

Page 11: PERCHÉ LE DONNE HANNO SOLO DUE SENI, MENTRE ALTRI …

PAGINA 11 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1145

Modulo 6/D:

SINTOMI IN FARMACIA: Ruolo del Farmacista

TOSSE (IV) Importanza e Significato delle Domande e delle Risposte (II)

3. ANAMNESI E VALUTAZIONE. Tosse da sindrome da gocciolamento nasale: i sintomi di un’infezione delle vie aeree superiori e dei seni paranasali suggeriscono la sindrome da gocciolamento nasale posteriore, ma il gocciolamento retronasale causa spesso la tosse senza altri sintomi. Tosse da reflusso gastro-esofageo: la pirosi, la raucedine e la tosse cronica notturna o al mattino presto, specialmente se non sono presenti altri sintomi, suggeriscono il reflusso gastro-esofageo. Tosse da asma: la tosse dopo l’esposizione a polveri o ad allergeni. Tosse da fumatori: la tosse cronica con produzione di escreato purulento nei fumatori suggerisce una bronchite cronica. In questi pazienti una modificazione della tosse può, comunque, essere una manifestazione precoce di un carcinoma polmonare. Uno su tre fumatori, a lungo termine sviluppa una tosse cronica. Se la tosse è ricorrente e persistente il Farmacista può offrire dei consigli di educazione alla salute e informare circa i benefici ricavati dallo smettere di fumare, suggerendo una terapia sostitutiva della Nicotina o quant’altro. Bisogna sottolineare che quando si smette di fumare inizialmente la tosse potrebbe peggiorare poichè l'azione di pulizia delle ciglia è ristabilita durante i primi giorni. Tosse da broncolitiasi: una tosse produttiva con escreato sabbioso può indicare broncolitiasi. Tosse da reflusso carcinoma bronchiolaveolare: abbondanti quantità di espettorato fanno pensare a un carcinoma bronchioalveolare. Esame obiettivo: l’esame obiettivo deve essere focalizzato sui segni di sinusite, rinite e gocciolamento retronasale. L’auscultazione polmonare durante la tosse può aiutare a identificare i rumori polmonari suggestivi di asma (sibili) o di bronchiectasie (ronchi). Esami Strumentali: la maggior parte dei pazienti con tosse acuta o cronica non caratterizzata da una chiara eziologia all’anamnesi o all’esame obiettivo, può essere trattata per una sindrome da gocciolamento retronasale, una malattia da reflusso gastroesofageo o per asma, sulla base del giudizio clinico. Una risposta adeguata a tali interventi terapeutici preclude la necessità di ulteriori esami. Può essere eseguita una radiografia del torace, ma risulta di scarsa utilità. I pazienti con tosse cronica e risposta inadeguata alla terapia possono essere sottoposti a esami più approfonditi per l’asma o per il reflusso gastro-esofageo. In quelli in cui si sospetta una neoplasia polmonare o altri tumori bronchiali, deve essere eseguita una broncoscopia.

4. Terapie in corso: bisogna conoscere quali medicinali sono attualmente assunti dal cittadino-paziente. Questo

include quelli prescritti dal medico o gli OTC comprati in Farmacia. Questo è importante per ricordare le possibilità di interazioni che si possono verificare con i medicinali utilizzati per la tosse. Sarebbe utile sapere quindi quali medicinali per la tosse sono stati già assunti. Se senza successo allora è opportuno consultare il medico. Inibitori dell’enzima convertente l'angiotensina (ACE). La tosse cronica può manifestarsi in pazienti, particolarmente nelle donne che assumono ACE inibitori come enalapril, captopril, lisinopril e ramipril. Il problema ora è ben riconosciuto ed i pazienti possono sviluppare la tosse nei primi giorni del trattamento o dopo un periodo di poche settimane o anche dopo mesi. Tipicamente la tosse è irritante, secca e persistente. Qualunque ACE inibitore può scatenare la tosse e sembra sia poco vantaggioso cambiare da uno ad un altro farmaco. La tosse potrebbe risolversi o potrebbe persistere; in alcuni pazienti la tosse è così fastidiosa ed angosciante che la terapia degli ACE inibitori potrebbe essere interrotta.

Il link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider

https://fad.ocmcomunicazioni.com