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«NON SPRECARE» IMPEGNO COMUNE CLAUDIO GESSI * Un cuore solidale il messaggio. Si celebra oggi la 64ª Giornata del Ringraziamento «Benedire i frutti la terra e nutrire il pianeta» il tema scelto dai vescovi i celebra oggi la 64ª Giornata Nazio- nale del Ringraziamento, promossa dalla Commissione Episcopale Pa- storale Sociale e Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato della Cei. Il tema di quest’anno, Benedire i frutti della terra e nu- trire il pianeta, si collega idealmente a due altre iniziative. La prima è la 9ª Giornata per la Custodia del Creato, celebrata lo scorso 1° settembre sul tema Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri pae- si e delle nostre città, che ha posto l’atten- zione a tre conseguenze drammatiche per il futuro del nostro pianeta: l’inquina- mento sempre più pervasivo, gli eventi me- teorologici estremi e la mancanza di una vera cultura preventiva. Pertanto i nostri ve- scovi hanno rilanciato alcuni impegni non più rinviabili: la priorità dell’impegno cul- turale, la denuncia davanti ai disastri eco- logici, la rete di speranza che coinvolga forme diverse di collaborazione con la so- cietà civile e le istituzioni. L’altra iniziativa fortemente collegata alla Giornata di oggi è la prossima apertura di Expo Milano 2015, dedicato al tema Nu- trire il pianeta. Energia per la vita. L’Expo, anche di fronte ai dati recenti sull’ali- mentazione mondiale e sugli effetti tragi- ci dell’inquinamento globale, rappresen- ta una sfida di particolare rilevanza per l’intero pianeta. Per concentrare in una frase l’intero documento dei vescovi sul- la Giornata del Ringraziamento potremo usare lo slogan: “Stop allo spreco!”. Nel ringraziare il Padre per i frutti della terra, affermano i vescovi, ci rendiamo consa- pevoli di coloro che patiscono la fame. A- dottare comportamenti quotidiani basa- ti sulla sobrietà e la salubrità nel consu- mo del cibo, questo l’invito a tutte le per- sone di buona volontà. Fare il salto di qua- lità da semplici consumatori a cittadini attivi e responsabili è l’obiettivo princi- pale di un forte impegno educativo a cui l’intera comunità ecclesiale è chiamata. Nel messaggio si ricorda come, «alla sot- to nutrizione di molti, si affianca un dan- noso eccesso di consumo di cibo da par- te di altri. E’ uno scandalo che contraddi- ce drammaticamente quella destinazione universale della terra». Il magistero di Papa Francesco continua- mente denuncia «la cultura dello scarto, cultura che tende a diventare mentalità co- mune che contagia tutti, rendendoci in- sensibili anche agli sprechi e agli scarti a- limentari, che sono ancora più deprecabi- li quando, in ogni parte del mondo, pur- troppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione... una tragica con- dizione nella quale vivono milioni di af- famati e malnutriti, tra i quali moltissimi bambini». L’attuale sistema agricolo contemporaneo non appare in grado di garantire la neces- saria sicurezza alimentare per l’intera u- manità. Occorre quindi promuovere un diverso modello di produzione agricola e nel contempo educarci a divenire consu- matori corresponsabili. * direttore Commissione regionale Cel Pastorale Sociale e Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato S DI CARLA CRISTINI u fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva, per trarre cibo dalla terra, vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto e pane che sostiene il suo cuore» (Sal 104, 14–15). Si celebra oggi la 64ª Giornata del Ringraziamento. «Benedire i frutti la terra e nutrire il pianeta», questo il messaggio dei vescovi italiani che vuole esprimere un vero e proprio fatto culturale, fonte di valori che dà forma alle relazioni tra le persone. Bisogna educare ed educarci a pensare l’agricoltura come spazio in cui la ricerca del lavoro si intrecci con la solidarietà, attenzione per i poveri, lotta contro gli sprechi ed un’attiva custodia della terra, pensando a rendere disponibile quanto viene prodotto in sovrappiù per tanti sfortunati che soffrono la fame. Questa educazione chiama direttamente in causa le singole persone e famiglie, non solo come consumatori ma come cittadini attivi e responsabili che devono adottare stili di vita in cui l’uso del cibo e dei T « prodotti alimentari sia attento e lungimirante. Questa giornata, che la Chiesa in Italia celebra la seconda domenica di novembre, è una festa che ha le sue origini nel 1951 per iniziativa della Coldiretti. Nel 1973, con la pubblicazione del documento pastorale La Chiesa e il mondo rurale italiano, i vescovi italiani hanno assunto questa giornata come occasione opportuna di riflessione ed evangelizzazione della Chiesa locale. Si legge nel documento: «Si curi la Giornata del Ringraziamento in modo da renderla significativa per l’intera Chiesa particolare, oltre che occasione propizia per l’evangelizzazione del mondo rurale». La Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace così si esprime nel messaggio emanato in occasione della giornata: «La Giornata del Ringraziamento 2014 precede di alcuni mesi l’apertura di Expo Milano 2015 dedicato a Nutrire il pianeta. Energia per la vita, un tema di particolare rilevanza per il nostro Paese e non solo. Esso invita a dedicare un’attenzione speciale al tema del cibo, quale dono di Dio per la vita della famiglia umana. Così, nel ringraziare il Padre per i frutti della terra, ci rendiamo consapevoli di coloro che patiscono la fame. Papa Francesco richiama spesso «la tragica condizione nella quale vivono ancora milioni di affamati e malnutriti, tra i quali moltissimi bambini» (Messaggio per la Giornata mondiale dell’Alimentazione, ottobre 2013). La fame è minaccia per molti dei poveri della terra, ma anche tremendo interrogativo per l’indifferenza delle nazioni più ricche. Infatti, alla sottonutrizione di alcuni, si affianca un dannoso eccesso di consumo di cibo da parte di altri. È uno scandalo che contraddice drammaticamente quella destinazione universale dei beni della terra richiamata dal Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes (cf. n. 69). È una questione di giustizia, che pone gravi interrogativi in merito al nostro rapporto con la terra e con il cibo. In questa Giornata del Ringraziamento guardiamo dunque all’agricoltura, che – attraverso i suoi frutti – è fonte della vita». La Caritas a sostegno dei poveri del Lazio dati parziali raccolti nel Lazio, permettono di avere un quadro su quan- ti si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas. Nel primo semestre 2014 le persone assistite sono state 1.981. Aumentano gli italiani, il 48,5% del to- tale. Risulta poi più alta l’incidenza delle donne (il 57,5%), spesso porta- voci di situazioni di disagio vissute nel nucleo familiare. La percentuale dei coniugati che si rivolgono alla Caritas è più bassa rispetto al resto d’I- talia (43,1% contro il 50,1%). Più marcate invece le situazioni di solitudine: separati/divorziati (19,1%), celibi/nubili (23,8%), vedovi (8,7%). La gran par- te delle persone dichiara comunque di essere genitore (ha figli il 73,1% del totale). La percentuale di chi è in cerca di occupazione è pari al 71,6% (a livello nazionale è il 62,7%). Prevalgono i bisogni legati a situazioni di po- vertà economica: più di un utente su due ammette infatti di vivere in uno stato di deprivazione (56,2%). Seguono poi i problemi occupazionali (51,0%) e abitativi (17,5%). Le richieste espresse si riferiscono soprattutto a beni e servizi materiali; seguono poi il bisogno di ascolto, la domanda di sussidi economici e di alloggio. Tra gli interventi realizzati, prevale l’erogazione di beni e servizi materiali, di cui ha beneficiato più di un utente su due (57,4%). C. C. I A Orvieto il pellegrinaggio degli universitari «I discepoli non avevano che un solo pane». Questo è il tema della XII edizione del Pellegrinaggio degli Universitari ed accoglienza delle matricole che si è tenuto ieri. La giornata, promossa dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, ha avuto come mèta Orvieto. Un’opportunità di riflessione sul ruolo dell’Eucarestia nello studio e nella vita sociale dei giovani pellegrini. (C.F.) La destinazione comune dei beni della terra E DITORIALE XII EDIZIONE ALBANO «CHIAMATI NELLA GIOIA» a pagina 3 ANAGNI UNA SCELTA DI CHIAREZZA a pagina 4 C. CASTELLANA LA VITA COME VIAGGIO a pagina 5 CIVITAVECCHIA IN USCITA PER NARRARE a pagina 6 FROSINONE GIOVANNI PAOLO II, FEDE E DEVOZIONE a pagina 7 GAETA TANTE LE NOVITÀ NEL NUOVO SITO WEB a pagina 8 LATINA IL DOCUMENTARIO SU DON BRAGAZZI a pagina 9 PALESTRINA IN DIALOGO FEDE ED ECONOMIA a pagina 10 PORTO-S. RUFINA PAOLO VI E PALIDORO a pagina 11 SORA CENTO SACERDOTI UN SOLO PASTORE a pagina 13 TIVOLI DAL 16 LA MENSA APERTA OGNI GIORNO a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI GIOVANI E ALCOL, ATTENTI ALLO SBALLO a pagina 12 LAZIO SETTE na delle gioie dell’autunno per chi vive dalle nostre parti in ri- va al mare, è fermarsi a fare due passi sulla spiaggia in questi tempi. Spiaggia ampia, liberissima. Clima ancora mite, addirittura caldino quando c’è il sole. Il mare spumoso e ricco di suoni, di on- de. La sabbia magari un po’ sporca, ma ricca di conchiglie, di sassi levigati, di legni scolpiti dall’acqua. In breve, uno spazio di profon- da intimità, di straordinaria contemplazione del creato. Sul mar- ciapiede ci sono quelli che corrono per fare jogging. Sulla rena ci sono quelli che camminano lentamente fermandosi di tanto in tan- to a vedere l’orizzonte. O gli amici che si confidano segreti e si scam- biano consigli. O ancora gli innamorati che si tengono abbracciati. In questo luogo dove puoi camminare solo con calma, con una cer- ta lentezza; qui, sulla spiaggia, non brulicante di carne esposta al sole, ma piena dei colori caldi dell’autunno e dello sciabordare del- l’acqua del mare; ecco, proprio qui, sembra di poter instaurare con il mondo un rapporto di profonda comunione e ti sembra di poter scrutare la tua anima. Perfino si può avvertire l’amicizia di Dio, la forza di poter fare scelte forti, ma serene, impresa unicamente pos- sibile se sorretti dallo Spirito Santo. L’autunno, così, diventa un tem- po privilegiato per scoprire che ogni uomo ha bisogno di silenzio, di intimità che nutre, di stare cuore a cuore con sé stesso o con chi ama e gli è amico. E può scoprire che Dio non è solo presente nel terremoto, nel fuoco divorante o nella tempesta. Ma anche un que- sto vento di brezza leggera sul bordo del mare. In autunno. Francesco Guglietta U Per sentire l’amicizia di Dio Domenica, 9 novembre 2014 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 INCHIESTA/3 QUEI FIGLI TRA GLI ANGELI a pagina 2 IL FATTO

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«NON SPRECARE»IMPEGNO COMUNE

CLAUDIO GESSI *

Un cuore solidaleil messaggio.Si celebra oggi la 64ª Giornata del Ringraziamento«Benedire i frutti la terra e nutrire il pianeta» il tema scelto dai vescovi

i celebra oggi la 64ª Giornata Nazio-nale del Ringraziamento, promossadalla Commissione Episcopale Pa-

storale Sociale e Lavoro, Giustizia e Pace,Custodia del Creato della Cei. Il tema diquest’anno, Benedire i frutti della terra e nu-trire il pianeta, si collega idealmente a duealtre iniziative. La prima è la 9ª Giornataper la Custodia del Creato, celebrata loscorso 1° settembre sul tema Educare allacustodia del creato, per la salute dei nostri pae-si e delle nostre città, che ha posto l’atten-zione a tre conseguenze drammatiche peril futuro del nostro pianeta: l’inquina-mento sempre più pervasivo, gli eventi me-teorologici estremi e la mancanza di unavera cultura preventiva. Pertanto i nostri ve-scovi hanno rilanciato alcuni impegni nonpiù rinviabili: la priorità dell’impegno cul-turale, la denuncia davanti ai disastri eco-logici, la rete di speranza che coinvolgaforme diverse di collaborazione con la so-cietà civile e le istituzioni.L’altra iniziativa fortemente collegata allaGiornata di oggi è la prossima apertura diExpo Milano 2015, dedicato al tema Nu-trire il pianeta. Energia per la vita. L’Expo,anche di fronte ai dati recenti sull’ali-mentazione mondiale e sugli effetti tragi-ci dell’inquinamento globale, rappresen-ta una sfida di particolare rilevanza perl’intero pianeta. Per concentrare in unafrase l’intero documento dei vescovi sul-la Giornata del Ringraziamento potremousare lo slogan: “Stop allo spreco!”. Nelringraziare il Padre per i frutti della terra,affermano i vescovi, ci rendiamo consa-pevoli di coloro che patiscono la fame. A-dottare comportamenti quotidiani basa-ti sulla sobrietà e la salubrità nel consu-mo del cibo, questo l’invito a tutte le per-sone di buona volontà. Fare il salto di qua-lità da semplici consumatori a cittadiniattivi e responsabili è l’obiettivo princi-pale di un forte impegno educativo a cuil’intera comunità ecclesiale è chiamata.Nel messaggio si ricorda come, «alla sot-to nutrizione di molti, si affianca un dan-noso eccesso di consumo di cibo da par-te di altri. E’ uno scandalo che contraddi-ce drammaticamente quella destinazioneuniversale della terra».Il magistero di Papa Francesco continua-mente denuncia «la cultura dello scarto,cultura che tende a diventare mentalità co-mune che contagia tutti, rendendoci in-sensibili anche agli sprechi e agli scarti a-limentari, che sono ancora più deprecabi-li quando, in ogni parte del mondo, pur-troppo, molte persone e famiglie soffronofame e malnutrizione... una tragica con-dizione nella quale vivono milioni di af-famati e malnutriti, tra i quali moltissimibambini».L’attuale sistema agricolo contemporaneonon appare in grado di garantire la neces-saria sicurezza alimentare per l’intera u-manità. Occorre quindi promuovere undiverso modello di produzione agricola enel contempo educarci a divenire consu-matori corresponsabili.* direttore Commissione regionale Cel

Pastorale Sociale e Lavoro,Giustizia e Pace, Custodia del Creato

S

DI CARLA CRISTINI

u fai crescere l’erba per ilbestiame e le piante che

l’uomo coltiva, per trarre cibo dallaterra, vino che allieta il cuoredell’uomo, olio che fa brillare il suovolto e pane che sostiene il suo cuore»(Sal 104, 14–15). Si celebra oggi la 64ªGiornata del Ringraziamento.«Benedire i frutti la terra e nutrire ilpianeta», questo il messaggio deivescovi italiani che vuole esprimereun vero e proprio fatto culturale, fontedi valori che dà forma alle relazionitra le persone. Bisogna educare ededucarci a pensare l’agricoltura comespazio in cui la ricerca del lavoro siintrecci con la solidarietà, attenzioneper i poveri, lotta contro gli sprechi edun’attiva custodia della terra,pensando a rendere disponibilequanto viene prodotto in sovrappiùper tanti sfortunati che soffrono lafame. Questa educazione chiamadirettamente in causa le singolepersone e famiglie, non solo comeconsumatori ma come cittadini attivie responsabili che devono adottarestili di vita in cui l’uso del cibo e dei

T«prodotti alimentari sia attento elungimirante. Questa giornata, che la Chiesa in Italiacelebra la seconda domenica dinovembre, è una festa che ha le sueorigini nel 1951 per iniziativa dellaColdiretti. Nel 1973, con lapubblicazione del documentopastorale La Chiesa e il mondo ruraleitaliano, i vescovi italiani hannoassunto questa giornata comeoccasione opportuna di riflessione edevangelizzazione della Chiesa locale.Si legge nel documento: «Si curi laGiornata del Ringraziamento in mododa renderla significativa per l’interaChiesa particolare, oltre che occasionepropizia per l’evangelizzazione delmondo rurale». La CommissioneEpiscopale per i problemi sociali e illavoro, la giustizia e la pace così siesprime nel messaggio emanato inoccasione della giornata: «La Giornatadel Ringraziamento 2014 precede dialcuni mesi l’apertura di Expo Milano2015 dedicato a Nutrire il pianeta.Energia per la vita, un tema diparticolare rilevanza per il nostroPaese e non solo. Esso invita adedicare un’attenzione speciale al

tema del cibo, quale dono di Dio perla vita della famiglia umana. Così, nelringraziare il Padre per i frutti dellaterra, ci rendiamo consapevoli dicoloro che patiscono la fame. PapaFrancesco richiama spesso «la tragicacondizione nella quale vivono ancoramilioni di affamati e malnutriti, tra iquali moltissimi bambini» (Messaggioper la Giornata mondialedell’Alimentazione, ottobre 2013). Lafame è minaccia per molti dei poveridella terra, ma anche tremendointerrogativo per l’indifferenza dellenazioni più ricche. Infatti, allasottonutrizione di alcuni, si affiancaun dannoso eccesso di consumo dicibo da parte di altri. È uno scandaloche contraddice drammaticamentequella destinazione universale deibeni della terra richiamata dalConcilio Vaticano II nella Costituzionepastorale Gaudium et spes (cf. n. 69).È una questione di giustizia, chepone gravi interrogativi in merito alnostro rapporto con la terra e con ilcibo. In questa Giornata delRingraziamento guardiamo dunqueall’agricoltura, che – attraverso i suoifrutti – è fonte della vita».

La Caritas a sostegno dei poveri del Laziodati parziali raccolti nel Lazio, permettono di avere un quadro su quan-ti si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas. Nel primo semestre 2014 le

persone assistite sono state 1.981. Aumentano gli italiani, il 48,5% del to-tale. Risulta poi più alta l’incidenza delle donne (il 57,5%), spesso porta-voci di situazioni di disagio vissute nel nucleo familiare. La percentualedei coniugati che si rivolgono alla Caritas è più bassa rispetto al resto d’I-talia (43,1% contro il 50,1%). Più marcate invece le situazioni di solitudine:separati/divorziati (19,1%), celibi/nubili (23,8%), vedovi (8,7%). La gran par-te delle persone dichiara comunque di essere genitore (ha figli il 73,1% deltotale). La percentuale di chi è in cerca di occupazione è pari al 71,6% (alivello nazionale è il 62,7%). Prevalgono i bisogni legati a situazioni di po-vertà economica: più di un utente su due ammette infatti di vivere in unostato di deprivazione (56,2%). Seguono poi i problemi occupazionali (51,0%)e abitativi (17,5%). Le richieste espresse si riferiscono soprattutto a beni eservizi materiali; seguono poi il bisogno di ascolto, la domanda di sussidieconomici e di alloggio. Tra gli interventi realizzati, prevale l’erogazione dibeni e servizi materiali, di cui ha beneficiato più di un utente su due (57,4%).

C. C.

I

A Orvietoil pellegrinaggiodegli universitari«I discepoli nonavevano che un solopane». Questo è iltema della XIIedizione delPellegrinaggio degliUniversitari edaccoglienza dellematricole che si ètenuto ieri. Lagiornata, promossadall’Ufficio per laPastorale Universitariadel Vicariato di Roma,ha avuto come mètaOrvieto.Un’opportunità diriflessione sul ruolodell’Eucarestia nellostudio e nella vitasociale dei giovanipellegrini. (C.F.)

La destinazione comune dei beni della terra

E D I T O R I A L E

XII EDIZIONE

◆ ALBANO«CHIAMATINELLA GIOIA»

a pagina 3

◆ ANAGNIUNA SCELTADI CHIAREZZA

a pagina 4

◆ C. CASTELLANALA VITACOME VIAGGIO

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAIN USCITAPER NARRARE

a pagina 6

◆ FROSINONEGIOVANNI PAOLO II,FEDE E DEVOZIONE

a pagina 7

◆ GAETATANTE LE NOVITÀNEL NUOVO SITO WEB

a pagina 8

◆ LATINAIL DOCUMENTARIOSU DON BRAGAZZI

a pagina 9

◆ PALESTRINAIN DIALOGO FEDEED ECONOMIA

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINAPAOLO VIE PALIDORO

a pagina 11

◆ SORACENTO SACERDOTIUN SOLO PASTORE

a pagina 13

◆ TIVOLIDAL 16 LA MENSAAPERTA OGNI GIORNO

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIGIOVANI E ALCOL,ATTENTI ALLO SBALLO

a pagina 12

LAZIOSETTE

na delle gioie dell’autunno per chi vive dalle nostre parti in ri-va al mare, è fermarsi a fare due passi sulla spiaggia in questi

tempi. Spiaggia ampia, liberissima. Clima ancora mite, addiritturacaldino quando c’è il sole. Il mare spumoso e ricco di suoni, di on-de. La sabbia magari un po’ sporca, ma ricca di conchiglie, di sassilevigati, di legni scolpiti dall’acqua. In breve, uno spazio di profon-da intimità, di straordinaria contemplazione del creato. Sul mar-ciapiede ci sono quelli che corrono per fare jogging. Sulla rena cisono quelli che camminano lentamente fermandosi di tanto in tan-to a vedere l’orizzonte. O gli amici che si confidano segreti e si scam-biano consigli. O ancora gli innamorati che si tengono abbracciati.In questo luogo dove puoi camminare solo con calma, con una cer-ta lentezza; qui, sulla spiaggia, non brulicante di carne esposta alsole, ma piena dei colori caldi dell’autunno e dello sciabordare del-l’acqua del mare; ecco, proprio qui, sembra di poter instaurare conil mondo un rapporto di profonda comunione e ti sembra di poterscrutare la tua anima. Perfino si può avvertire l’amicizia di Dio, laforza di poter fare scelte forti, ma serene, impresa unicamente pos-sibile se sorretti dallo Spirito Santo. L’autunno, così, diventa un tem-po privilegiato per scoprire che ogni uomo ha bisogno di silenzio,di intimità che nutre, di stare cuore a cuore con sé stesso o con chiama e gli è amico. E può scoprire che Dio non è solo presente nelterremoto, nel fuoco divorante o nella tempesta. Ma anche un que-sto vento di brezza leggera sul bordo del mare. In autunno.

Francesco Guglietta

UPer sentire l’amicizia di Dio

Domenica, 9 novembre 2014

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

Email: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ INCHIESTA/3QUEI FIGLITRA GLI ANGELI

a pagina 2

IL FATTO

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La misericordia verso i defuntitrascorsa ormai una settimana dalla

solennità dei Defunti. Molti, come ogni anno,si sono recati a far visita sulle tombe dei cari. Lamorte di per sé porta sofferenza, vuoto masoprattutto timore. Attorno a essa, non vi èinfatti solamente il senso della scomparsa delproprio caro ma, spesso, tutto quanto la societànel tempo vi ha costruito attorno. Primo fra tuttiil rito della sepoltura: un momento così duro daaffrontare e soprattutto condividere con gli altri.Dietro alla sepoltura dei defunti si nasconde unsignificato molto più profondo da quello che cifanno credere. La sepoltura dei mortirappresenta, infatti, per la Chiesa un’opera diMisericordia. Ma qual è il nesso fra la sepoltura ela Misericordia?Per prima cosa la misericordia va usata per imorenti: vi sono coinvolti i presenti, i vicini, ilpersonale sanitario (medici, infermieri), lacomunità cristiana nel suo insieme. Tutti sonoimpegnati ad aiutare i fratelli e le sorelle amorire bene. È atto di misericordia infatti rasserenare imorenti, assicurando loro la vicinanza solidalealle persone che rimangono, soprattutto se sitratta del coniuge e dei figli in tenera età. Nel Vangelo leggiamo che Gesù ha pianto sullatomba dell’amico Lazzaro e lo ha risuscitato.Come cristiani siamo invitati, inoltre, a tenerconto delle modalità della sepoltura di Gesù:cosparso di unguenti, avvolto in una sindone edeposto in un sepolcro nuovo scavato nellaroccia, chiuso da una pietra; con la cura el’attenzione delle donne e di Giusepped’Arimatea.Oggi esistono leggi precise che regolano il

trasporto e la sepoltura deimorti è un servizio pubblico.Nessuno potrebbe farlo disua iniziativa. Come siesprime perciò oggi la pietàcristiana per i morti?Anzitutto accompagnando lesalme dei propri parenti,degli amici, dei conoscenti,dei compagni di lavoro, deivicini di casa, al funerale. Cisono due maniere dipartecipare a un funerale:per convenienza sociale e perpietà cristiana. Nel primo

caso è solo una presenza che, quando è educata,è rispettosa e silenziosa. Nel secondo essa vieneintesa come partecipazione attiva alla preghiera,alla liturgia, all’eucaristia. Solo così lapartecipazione al funerale diventa un’opera dimisericordia. Vi è, infine, anche un terzo modo che nascedalla fede: illuminare il funerale e la sepolturadella luce della risurrezione. Anche se oggi non èpiù possibile seppellire materialmente i morti, lapartecipazione al funerale, vissuta nellapreghiera, nella condivisione con i poveri, nellafede innovata dalla resurrezione, diventa unmodo diverso, ma luminoso e fecondo di viverenel tempo attuale la settima opera dimisericordia corporale.

Ac. Pro.

È

Gli adulti dell’Azione cattolica radunati a Spello, sulle tracce di Fratel Carretto «Tra il deserto e la città»DI MARIA ZIBINI

conclusione dell’esperienza diresponsabilità nella DelegazioneRegionale del Lazio, a vario titolo e

provenienti dalle diverse diocesi del Lazio,si sono ritrovati insieme per vivere unmomento di riflessione e di silenzio in unluogo molto caro all’Azione Cattolica: laCasa San Girolamo sita in Spello, dove sirespira la testimonianza di Fratel CarloCarretto e dove un gruppo di adulti havoluto sostare per due giorni, ritagliandosiun momento di deserto per vivere eassaporare la Parola di Dio. Guidatidall’Assistente Regionale, don AlfredoMicalusi, della Diocesi di Gaeta, hannoriflettuto sulla polarità che ha vissuto perprimo Gesù: deserto/città, e sostato sulVangelo di Marco che quest’annoaccompagnerà l’anno liturgico. Il Vangelodi Marco è il Vangelo del primo annunzio,

infatti Marco non avendo conosciuto Gesù,lo scrive ascoltando i ricordi e il raccontodi Pietro. Gesù ha vissuto la sua vita incontemporanea tra il deserto e la città,senza che abbia rinunciato a nessuna delledue. E noi? Siamo capaci di vivere la nostravita tra il deserto e la città? E la città e ildeserto? La vita di Gesù è la nostra vita trafiere e angeli. Fiere che ci sbranano e angeliche ci curano. Tante le domande suscitatedalla lettura del Vangelo di Marco,domande che i partecipanti porteranno nelcaos della vita quotidiana: “Chi sono ioper te?” “Adesso che lo sai mi vuoiseguire?” La Parola ha modo di agire nelprofondo del cuore e aiuta ad immergercinel silenzio della bellezza del luogo. La polarità vissuta da Gesù è stata anche alcentro della vita di Fratel Carlo Carretto,uomo immerso nel silenzio, nellapreghiera e nell’accoglienza. Spello quindiè stato veramente “quel polmone

spirituale” dove anche se per poco si èpotuto trovare ristoro e tempo per lameditazione. I partecipanti hanno avutomodo di pregare sulla sua tomba, unasemplice pietra bianca in una piccolaaiuola, contraddistinta da una croce e uncuore. Il tutto coronato dall’ accoglienzache hanno riservato Gigi e SerenellaBorgiani permettendo al gruppo di adultidi trascorrere i due giorni del corsosecondo lo stile di fratel Carlo Carretto insemplicità e fraternità. Al termine ipartecipani hanno espresso il lororingraziamento all’Ac che dà la possibilitàdi sostare in oasi di pace come Spello e alletante persone che si dedicano alla curaspirituale dei laici. Occorre come dicevaFratel Carlo “Ricercare Dio nel silenzio ericavarsi una nicchia di solitudine nellafrenesia quotidiana” ed è quello chehanno cercato di fare noi in questi duegiorni.

A

Quei figli tra gli angeli,per ritrovare la speranza

Il 24 dicembre invitati ad accendere una candela sul davanzale in ricordo dei nostri cari «per illuminare il mondo di speranza e di pace».

DI ACHILLE PROSTAMO

a nostra società vive un certodisagio verso la morte e verso imorti e cerca di allontanare la

questione, di relegarla lontano,nasconderla e dimenticarla.Seppellire i morti è espressione di pietàumana, ma anche testimonianza dellanostra fede nella vita piena ed eterna inDio. Oggi si corre il rischio di seppelliresenza esequie cristiane anche chi èbattezzato e, viceversa, di pretendere ifunerali cristiani per chi non èbattezzato. L’impegno per la cura delletombe e dei cimiteri, non deve ridursisolo il 1° e il 2 novembre. La praticadella visita al cimitero, soprattutto nelgiorno del Signore, è testimonianzadella nostra fede nella risurrezione.Non bisogna dimenticare che allamorte si lega infatti il senso di speranzae di vita eterna. Se lo ricordano ognigiorno migliaia di genitori che, avvoltinel loro dolore per la scomparsa deipropri figli in tenera età, si sono unitiin associazioni per cercare di dare unsenso a questa mancanza e viverecristianamente questo grande dolore. Ne è un esempio l’Associazionedenominata “Figli in Cielo” che offreun itinerario di fede e di speranza peraiutare a superare il dolore per laperdita prematura di un figlio eritrovarlo in Cielo, cioè nel mistero diDio. L’Associazione è sparsa in tuttaItalia e si pone come una “Scuola difede e di preghiera”, avvia le famigliealla Lectio divina perché siano aiutate afar risuonare la Parola nella propria vitapersonale.A oggi coinvolge oltre 10 mila famiglieed è attiva in circa cento diocesi inItalia, in Spagna e in diversi paesidell’America Latina e Centrale, negliStati Uniti, in Inghilterra ed in NuovaZelanda. Nel Lazio è presente a Latina,coordinata da due sacerdoti, donGiancarlo Masci e don Luigi Venditti .Di natura laica, “Figli in Cielo” nascenel 1991. A fondare ed animare ilgruppo è stato Andreana Bassanetti,psicologa e psicoterapeuta di Parma,che ha vissuto sulla propria pelle unatragedia lacerante di questo tipo: ilsuicidio della figlia ventenne, Camilla,

L

travolta da una infelicità interiore chenon poteva più sopportare. Di fronte aquesto dolore, Andreana dopo sei mesiin cui non riusciva ad alzarsi dal lettouscì ed incontrò una chiesa aperta,entrò con la sensazione che qualcunol’aspettasse da tempo e da quel giorno,attratta da una forza sconosciuta, perotto mesi, ritornò a inginocchiarsi inquei banchi. Grazie all’incontropersonale con il Signore, questagiovane madre ha avuto questaispirazione che l’ha portata poi a volercondividere con tanti altri genitorivisitati dal lutto il cammino di fede nelpiù profondo dolore esistenziale. Sempre più richiesta dai vescovi comeservizio pastorale per le famiglie nelle

loro diocesi, grazie alla sua grandeespansione, nel giugno 2000l’associazione ha preso ufficialmente ilnome di “Figli in Cielo” Scuola di Fedee di Preghiera. Riconosciuta al livelloecclesiastico, secondo il dirittocanonico, che persegue scopi dievangelizzazione e di carità, è stataidentificata come associazione privatadi fedeli e ne è stato approvato loStatuto (can 322 § 1 e 2). La vita dell’associazione è scandita daincontri di fede e di preghiera,settimanali, mensili, annuali. Ilprossimo 21 dicembre la sede di Latinacelebrerà una Messa nella Chiesa diSan Carlo Borromeo, la parrocchia cheospita ha nel suo territorio il cimitero

Attiva anche nella nostraregione l’associazione «Figliin cielo» che offre un itinerario

di fede e per aiutare i genitoria superare il dolore immensoper il più straziante dei lutti

Presentatoa Subiacoil ChroniconSublacensemiriziano

Ieri nell’abbazia diSanta Scolastica è statapresentata la recenteedizione del secentescoChronicon Sublacense(1628–1630) a firma del dotto monacoCherubino Mirzio da Treviri, a cura diLuchina Branciani. L’iniziativa editorialefa parte di un più articolato progetto dipubblicazione delle fonti scrittesublacensi. L’opera realizzata dopolunghi anni di ricerca, propone unaricostruzione della complessa tradizionemanoscritta della cronaca mirziana. Ilperiodo di riferimento del racconto vadall’altomedioevo, partendo dalleprime fondazioni cenobitiche in Vald’Aniene del giovane san Benedetto,agli anni Trenta del XVII secolo. Il testo,oltre a rappresentare un preziosostrumento per specialisti edappassionati, non rifugge l’obiettivo

divulgativo. Attraverso la traduzioneintegrale, corredata da un importanteapparato di note critiche e dall’impegnoprofuso da Studio editoriale IngegnoGrafico, anche il grande pubblico puòintrodursi, guidato da mani esperte,nella complessità del contenuto.All’evento erano presenti dom MauroMeacci, abate ordinario di Subiaco,monsignor Sergio Pagano, prefettodell’Archivio Segreto Vaticano, MarcoPalma dell’Università degli Studi diCassino e del Lazio meridionale; LetiziaErmini Pani, presidente della SocietàRomana di Storia Patria, Antonio Scentidi Ingegno Grafico.

Simone Ciampanella

la sepoltura

della città. Durante l’Avvento verràesposta la statua di una Madonnaincinta, ai cui piedi ogni mamma potràsistemare un lumino e a voce altaaffidare pronunciandone il nome ilproprio figlio all’Amore materno diMaria.L’associazione ha un proprio sito web –www.figlincielo.it – sul quale sonoriportati non solo i riferimenti per chivolesse entrare in contatto, ma anchesupporti online e le diverse iniziativepromosse dall’associazioni, comequella pensata per la prossima vigilia diNatale, con l’invito ad accendere il 24dicembre una candela sul davanzale inricordo dei propri cari «per illuminareil mondo di speranza e di pace».

DI CHRISTIAN MEDOS

on il pontificato di papa Francesco, cisiamo abituati a termini come“frontiere” o “periferie”. Il pontefice

non si riferisce soltanto a situazionigeografiche ma piuttosto a condizioniesistenziali. Lo stesso Sinodo straordinario,da poco concluso, restituendo alla Chiesauniversale la possibilità di approfondire orala riflessione in vista del Sinodo ordinariodel 2015, non ha potuto evitare di“attraversare” alcune di queste frontiereesistenziali legate ai temi dell’affettività: la

situazione dei separati, dei divorziati, deidivorziati risposati; la condizione di vitadelle persone omosessuali e della lororicerca di una felicità in coppia. Sta di fattoche la frontiera è e rimane uno spazio“limite” nel quale le strutture, le norme, leistituzioni e le consuetudini vengono messein discussione, perché si incrociano consituazioni ed esperienze diverse che in essenon si riconoscono e non riescono adessere interpretate. Ma proprio per questo la“frontiera” può diventare uno spazio diincontro e di dialogo, in vista di unacomunione basata su nuovi paradigmipossibili che abbiano come punto dipartenza la situazione di vita concreta dellepersone, per quanto “periferica” omarginale possa essere, senza rinunciarealla bellezza della verità che non va traditama re–interpretata. È con questo spirito chenella casa di spiritualità “Sacro Cuore” di

Galloro retta dai gesuiti nasce un nuovopercorso di formazione intitolato“Accompagnare spiritualmente nellefrontiere esistenziali”. Si tratta di un corso, diviso in tre tappe, conil quale si desidera aiutare sacerdoti,religiosi e operatori pastorali, adattraversare alcune di queste frontiere, nontanto per affrontare dal punto di vistapastorale alcune questioni spinose che leriguardano (a questo serve proprio ilSinodo), ma in vista di un servizio diaccompagnamento spirituale di moltifratelli e sorelle che vivono situazionidefinite “irregolari” dalla Chiesa. L’obiettivodi questo corso è di accompagnarespiritualmente i divorziati e risposati, gliomosessuali cristiani, gli immigrati erifugiati. L’accoglienza di queste persone è ilprimo passo, ma non è sufficiente. Tuttihanno il diritto di compiere un itinerario

spirituale che faccia loro sentire e gustare lapresenza di Dio nella loro vita; Tutti hannobisogno di attraversare nella fede le ferite, ifallimenti ma anche le gioie e le speranze,riaccese in modi inattesi nelle loroesistenze; soprattutto necessitano discoprire (o riscoprire) la vera immagine diDio, quella che ci consegna Gesù Cristo neiVangeli. Guardandoci attorno, ci rendiamoconto che come consacrati e laiciimpegnati, non ci siamo ancora “attrezzati”per compiere questo delicato e ormaiurgente servizio di accompagnamento. Ilcorso vuole essere uno stimolo adintraprendere con coraggio e creativitàquesta missione, all’interno di quel quadroecclesiale che papa Francesco ci ha postodinnanzi: la Chiesa come ospedale dacampo, luogo dove curare l’uomo con lesue ferite, e fargli sperimentare lamisericordia e la tenerezza di Dio.

C

Accanto agli uomini sulle frontiere esistenzialiA Galloro un corso per aiutaresacerdoti, religiosi e operatoridella pastorale a stare accantoa chi vive situazioni irregolari

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 9 novembre 2014

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Page 3: Per sentire l’amicizia di Dio - diocesiportosantarufina.it · 2014-11-10 · stili di vita in cui l’uso del cibo e dei «T prodotti alimentari sia attento e lungimirante. Questa

Il giubileo di Schoenstatt come fedeltà alla ChiesaDI MARINO LIDI

i è da poco concluso il giubileo per i cen-to anni del Movimento di Schoenstatt.Tra il 23 e il 26 ottobre un popolo di

8000 persone provenienti da tutto il mondoè venuto in pellegrinaggio a Roma per ri-confermare il profondo senso ecclesiale diquesto cammino di fede che considera es-senziale la relazione con le diocesi e le par-rocchie in cui propone il suo carisma di cen-tralità della famiglia attraverso la Madonna.A metà degli anni Sessanta il suo fondatore,padre Josef Kentenich, scelse Belmonte, unacollina nel quartiere romano di Casalotti, percostruirvi un santuario dedicato alla Ma-donna Tre Volte Ammirabile. «Singolare èche Belmonte sia la traduzione perfetta diSchoenstatt», dice suor Ivonne, che ha coor-dinato l’evento nella sede alla periferia del-la capitale e in occasione dell’evento ci haraccontato la storia di Kentenich e della sua

Sintuizione.Come nasce Belmonte?Padre Kentenich desiderava costruire un san-tuario Matri ecclesiae a Roma come segno diunione anche fisica con la sede di Pietro.Perché?Bisogna tornare indietro agli anni preceden-ti il Concilio. Padre Joseph era pallottino ecome San Vincenzo immaginava una chiesaapostolica, evangelizzatrice, una chiesa in u-scita come ci ricorda continuamente papaFrancesco. Ma i tempi non erano ancora ma-turi, così fu esiliato a Milwaukee e gli fu proi-bito di continuare a fare apostolato per ilmovimento.Come visse questo periodo?Come un servo obbediente accettò quantogli fu comandato, però con un’attesa pienadi speranza, perché convinto della bontà diquanto aveva intuito e della fiducia nella ma-dre Chiesa. Fu così che dopo quattordici an-ni negli Stati Uniti fu convocato a Roma da

Paolo VI. Davanti al papa del Concilio confermòla sua fedeltà alla Chiesa e dell’opera che avevainiziato.Perché le famiglie sono centrali nella propo-sta di Schoenstatt?Le famiglie rappresentano quel circolo di caritàche incarna la relazione d’amore della Trinità: ènella famiglia che nasce la prima scuola d’amo-re. Probabilmente Kentenich vide anche i segnidi un futuro faticoso per la famiglia, e l’attualitàè dimostrazione della correttezza di quel timo-re. Quindi mettere al centro le famiglie signifi-cava già allora aiutarle e prepararle ad essere sta-bili nuclei di fraternità in risposta alle difficoltàdel tempo.Le famiglie al centro, però lei è una suora?Molti anni fa entrai nel santuario di Londrina inBrasile per cercare la Madonna, capii che in realtàera lei a cercarmi e mi chiedeva di far parte del-la sua missione materna, così decisi di vivere lasua stessa maternità: il dono totale per gli altri.Grazie.

Festa della visione a La Storta

È in corso la IV Festa dellavisione: l’evento che ricordail profondo legame traSant’Ignazio di Loyola e laStorta, dove ebbe appunto lavisione di Gesù con la croce.Particolarmente importantel’edizione di quest’anno checade nel bicentenario dellaricostituzione dellaCompagnia di Gesù. Oggialle 10 è prevista laprocessione e il corteostorico con partenza dallacappella della Visione con labanda musicale diCastelnuovo di Porto. Alle11 in cattedrale monsignorReali presiederà la messasolenne.

Paolo VI e PalidoroFiumicino. Il «grazie» al Papa che compresele possibilità di sviluppo del «Bambino Gesù»DI SIMONE CIAMPANELLA

on per un particolareanniversario ma come segnodi affetto verso un Papa che

seppe comprendere «i segni deitempi», lo scorso 31 ottobre, nellasede di Palidoro del Bambino Gesù,è stata celebrata una messa diringraziamento per Paolo VI. Allacelebrazione presieduta dal vescovoGino Reali erano presenti don NinoMinetti, superiore della ProvinciaRomana San Giuseppe dell’OperaDon Guanella; MassimilianoRaponi, direttore sanitario delBambino Gesù; Alessio Calandrelli,responsabile delle sedi di Palidoro eSanta Marinella, SalvatoreVecchio, responsabiledelle risorse umane e donFelice Riva, cappellano diPalidoro. Numerosaanche la presenza delpersonale, dei volontari edei piccoli ricoverati edelle loro famiglie.«Era doveroso – dicemonsignor Reali nella suaomelia – che noi ciriunissimo a ringraziare ilSignore per la beatificazione diPaolo VI, il grande pontefice che haguidato la Chiesa negli annientusiasmanti e difficili delConcilio. E il nostro, cari fratelli eamici, deve essere un grazie ancorapiù grande e più forte, perchéproprio a questo Papa si deve la sededel nostro Ospedale qui, aPalidoro».Alla fine degli anni Settanta infattiMontini comprese che la vocazionesanitaria della struttura allora gestitadalla Pontificia opera di assistenza(Poa) non si esauriva con lasconfitta della poliomelite per laquale era nata. La sua vocazioneassistenziale e la passione delpersonale medico non andavanoperse, anzi valorizzate e indirizzatein altri ambiti: il Bambino Gesùrappresentava una soluzione idealeperché con Palidoro l’ospedale sisarebbe sviluppato enormemente.Fu così che il pontefice affidò nel

N1978 la cessata attivitàdella “madre dellaCaritas” al nosocomio.Nella prima fase dellatrasformazione ilconsigliod’amministrazioneindividuò come primoambito di ampliamentola cura dei bambini affettida deformità vertebrale,ambito sanitario chegradualmente ha resoPalidoro sinonimo digaranzia in questocampo. Negli annil’offerta dell’ospedale si èestesa comprendendo tra

i suoi padiglioni anchealtre specializzazioni conaltrettanti professionisti diprimo livello. È divenutocosì una delle eccellenzein campo pediatrico dellaregione Lazio e anchedell’Italia. Ma non soloper la capacità medica.L’autorevolezza delBambino Gesù è segnatainfatti da quel tratto diumanità e disponibilitàquotidiana nei confrontidi chi soffre che ne fa un vero eproprio esempio di incontro con ilpaziente nella sua interezza. Unatteggiamento questo che evidente aPalidoro dovrebbe caratterizzareogni struttura sanitaria, propriocome è raccontato nel vangelo diLuca letto durante la celebrazione:«Egli lo prese per mano, lo guarì e locongedò». «Prendere per mano il malato»,

commenta monsignor Reali, chesignifica accompagnarlocordialmente nel tempo dellasolitudine e della prova, «è il primopasso della guarigione che chiedepoi ogni dedizione ed ognicompetenza ma anche la piùgrande fiducia nell’aiuto divinoperché possa esserci il terzo passo,quello decisivo, quello desiderato

del ritorno a casa e della ripresadella vita».Questo è lo stile di Palidoro, etestimonia la natura propria di unasanità espressione della caritàcristiana: accoglienza e rispetto perchi non è semplicemente un utenteinteso come caso clinico, ma unapersona con la sua storia, le suesperanze e la sua dignità.

Il vescovo Reali nell’omelia:«Accompagnare il malatonella solitudine e nella provaè l’inizio della guarigione»con dedizione, competenzae fiducia nell’aiuto divino per la ripresa della vita

politiche sociali

DI MARIA ANTONIA CHINELLO

un tema di grande attualitàquello attorno a cui si articolail corso interdisciplinare 2014–

2015, che inizierà il prossimo 15 no-vembre presso la Pontificia Facoltàdi Scienze dell’Educazione «Auxi-lium».L’iniziativa Gender: confronto tra u-manesimi si pone in continuità conla prolusione che il professor Fran-cesco D’Agostino ha tenuto lo scor-so 22 ottobre durante l’inaugura-zione dell’anno accademico.Obiettivo del corso è di offrire crite-ri interpretativi sulla complessa que-stione gender per individuare per-corsi di crescita nella costruzionedell’identità maschile e femminile.Da qui l’invito a docenti e studentidella facoltà e di altre università, e-ducatori e formatori, operatori di pa-storale familiare e giovanile, e aquanti sono interessati alla temati-ca e si dedicano all’arte di educare.Il Corso è articolato in tre incontri,

che si tengono il sabato mattinapresso la facoltà dalle 9 alle 12.30.Il 15 novembre la professoressa Ma-ria Luisa Di Pietro (Università Cat-tolica del Sacro Cuore di Roma)terrà la relazione Gender–genere: sto-ria e attualità di una teoria. Il 22 no-vembre il professore Massimo Gan-dolfini (Università Cattolica del S.Cuore di Roma) presenterà il temaIdentità sessuale. Dai geni al cervello.Infine nell’ultimo incontro del 13dicembre la professoressa Pina DelCore, preside dell’ateneo, parlerà deI processi di costruzione dell’identitàsessuale in un contesto di “identità li-quida”.La tematica oggetto del percorsosarà ulteriormente approfondita ilprossimo 8 maggio in un conve-gno in occasione della 28ª Gior-nata della Facoltà «Auxilium», incui la professoressa Maria Luisa DiPietro offrirà una relazione dal ti-tolo I disturbi della differenza ses-suale: analisi di un caso.(Info: www.pfse–auxilium.org)

È

Sarà sul gender il corsoall’«Auxilium» di Roma

stato presentato a Cerveteri il progetto congiunto tra l’amministrazionecerite e quella di Ladispoli Spazio Famiglia, destinato alle famiglie del ter-

ritorio e al rapporto tra genitori e figli in momenti particolari della vita fami-liare. «Obiettivo del progetto – spiega Francesca Cennerilli, assessore alle Po-litiche alla Persona del comune di Cerveteri – è offrire sostegno psicologico epedagogico a tutte le famiglie residenti nel territorio, ed in particolar modo aquelle che stanno affrontando un momento di difficoltà, come una separa-zione, un divorzio o nel corso delle procedure di affidamento».Il progetto prevede tre ambiti di intervento. Nel primo, Incontri Spazio Neu-tro si aiuta il genitore non affidatario a poter esercitare il proprio diritto di vi-sita del figlio. Nel secondo sono invece inseriti percorsi finalizzati a promuo-vere e migliorare le relazioni tra i componenti il nucleo familiare. La terza pro-posta, Mediazione Familiare, cerca di offrire un sostegno per facilitare i rap-porti tra genitori e figli durante il momento della separazione.(Info: 327.46.48.326, [email protected]).

Fulvio Lucidi

ÈProgetto «Spazio Famiglia»

DI SERENA CAMPITIELLO

on l’incontro di lunedì 3 novembresi può dire conclusa la fase diformazione per i volontari che

durante la prima parte dell’anno 2014hanno seguito assiduamente il corsoall’ascolto organizzato dalla Caritasdiocesana. Infatti questo nono incontro,programmato volutamente dopo unlungo periodo dall’ultimo, è servito perfare il punto sulla messa in pratica diquanto “teorizzato” negli appuntamentiprecedenti.Erano presenti alcuni referenti dei varigruppi che hanno raccontato esperienzepositive e negative dei loro primi mesi diascolto. In alcuni casi il centro di ascolto,

come luogo fisico e strutturato, non èstato aperto, ma i volontari consapevolidel valore di un buon ascolto, hannoprovato a sperimentarsi anche neimomenti dedicati alla distribuzione deiviveri o cercando di cogliere occasioni perintessere relazioni d’aiuto informali.La maggiore difficoltà incontrata dai neo–volontari, in qualche modo fisiologicaquando si vuole aprire un centrod’ascolto, è la diffidenza delle persone afarsi ascoltare; spesso chi è in difficoltàcerca di prendere solo ciò di cui habisogno evitando questo passaggio, cherappresenta invece il modo adeguato perandare alla radice del singolo problema.In questa fase gioca un ruolo di primariaimportanza l’approccio del parroco che

spesso fa da filtro per le situazioni che ilcentro di ascolto potrebbe prendere incarico. Spesso è però il volontario adascoltare una risposta di sostegno daparte della persone bisognosa: «Viringrazio per avermi ascoltato, era un po’che non succedeva»; e vedendo quellascintilla di speranza rinascere negli occhidi quella persona convince che la stradaimboccata, quella dell’ascolto e giusta epromettente.Le iscrizioni per il nuovo corsosull’ascolto sono ancora aperte. Ilpercorso è destinato sia ai volontari chevogliano aprire un centro di ascolto sia ainuovi volontari di centri di ascolto giàavviati. (Info:www.diocesiportosantarufina.it)

C

Centri d’ascolto, al via il nuovo corsomonsignor Giovanni Ma-

ria Righetti – don Gianni –del clero diocesano, il nuovoparroco al quale è stata affi-data la parrocchia dei Santi Fi-lippo e Giacomo di Palidoro,sulla Via Aurelia. Il vescovoReali ha presieduto (presenteanche monsignor Diego Bona,già pastore della diocesi por-tuense) la messa d’ingresso didon Gianni il 31 ottobre in u-na chiesa piena di gente.«L’ingresso di un nuovo par-roco è la garanzia che il Si-gnore vuole scrivere attraver-so di lui una nuova pagina di

storia, che è sempre una sto-ria di vita quotidiana ed è an-che un avvenimento di rilie-vo» – ha sottolineato monsi-gnor Reali, presentando ai fe-deli don Gianni, mentre con-testualmente ha ringraziatodon Osvaldo per quanto fattosinora. Don Gianni, presentandosi al-l’assemblea, ha ringraziato ilvescovo della fiducia ed i con-fratelli della presenza, mo-strando la disponibilità per a-scoltare e accompagnare tuttii suoi nuovi parrocchiani.

Santo Severini

È

Monsignor Gianni Righettiai SS. Filippo e Giacomo

Una ragazza aiutata durante la riabilitazione

Il santuario di Schoenstatt a Belmonte, Roma

Date da ricordare10 novembre. Santa Ninfa.14 novembre. Preghiera per levocazioni con il vescovo, i sacerdoti e iconsacrti, Cappella della Visione, LaStorta, ore 20.30.15 novembre. Il vescovo celebra lamessa durante il capitolo delle SuoreCarmelitane Missionarie di S. Teresa delBambino Gesù, Focene, ore 18.17–21 novembre. Esercizi spirituali peril clero, Centro Mater Gratiae, Perugia.

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 9 novembre 2014

www.diocesiportosantarufina.it

formazione

agenda

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