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l’evento. La matematica narra il mondo l potere dei numeri. Tra interpretazione e rappresentazione della realtà» è il titolo del seminario dedicato alla formazione continua dei giornalisti che si svolgerà sabato prossimo presso la sala convegni accanto alla Cappella della stazione Termini a Roma, dalle 9.30 alle 13.30. L’incontro promosso dall’Ufficio regionale per le comunicazioni sociali e da Lazio Sette, inserto settimanale di I « Avvenire fa parte di un programma che vede impegnate le diocesi del progetto Lazio Sette nell’ambito dell’animazione culturale del territorio. I primi due appuntamenti si sono svolti lo scorso anno. Uno è stato dedicato alla questione delle Fake news, l’altro a quello della tratta. L’incontro di quest’anno, come avvenuto per gli altri precedenti, ha come riferimento il tema che papa Francesco sceglie per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, in questo caso riguarda “Dalla community alla comunità”. Il contenuto del messaggio del Papa ha offerto lo spunto per approfondire, in un primo momento, il filone relativo all’argomento della comprensione dei dati e di conseguenza il potere che possono avere i numeri nella rappresentazione della realtà. Mentre, in un secondo momento si rifletterà sulle ricadute etiche e sulla valenza culturale dell’uso responsabile dei numeri al fine di veicolare una corretta e qualificata informazione rispetto ai dati osservati. Interverranno: Marcello Semeraro, vescovo della diocesi di Albano e segretario del consiglio dei cardinali; Luigi Vari, arcivescovo della diocesi di Gaeta e vescovo incaricato per le comunicazioni sociali del Lazio; Davide Ludovisi, autore del volume “Il potere dei dati” (edizioni Effequ); Antonio Maria Mira, capo della redazione romana di Avvenire; Massimiliano Colombi, sociologo. Costantino Coros Sabato prossimo alla sala convegni della stazione Termini un seminario sul «Potere dei numeri» Un’iniziativa finalizzata all’animazione culturale I gesti che danno speranza Il Banco Alimentare festeggia trent’anni di vita. Nel Lazio, il lavoro collegato al recupero e distribuzione coinvolge oltre 350 realtà e più di 70mila poveri DI MIRKO GENTILI* ra il 1989, anno in cui nasceva il Banco Alimentare. Un periodo da ricordare per i tanti avveni- menti speciali accaduti: dalla nascita del World Wide Web, alla caduta del Muro di Berlino, fino alla visita in Va- ticano del presidente dell’U.R.S.S. Mi- chail Gorbaciov a Papa Giovanni Pao- lo II. Ma, oltre a questi e tanti altri fat- ti che hanno cambiato la storia in quel- l’anno, ce n’è uno che ha trasformato la vita e il destino di tante persone. Si tratta appunto della costituzione del- la Fondazione Banco Alimentare, av- venuta anche grazie all’incontro di monsignor Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione e Dani- lo Fossati, presidente di “STAR”, a- zienda alimentare brianzola leader nella produzione di sughi e insapori- tori di brodo. Dalla loro idea ha avu- to impulso Banco Alimentare in Ita- lia, sul modello della catalana Funda- ció Banc dels Aliments di Barcellona, coniugando il precetto riportato nel Vangelo di Matteo «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» ad una scelta etica volta alla riduzione degli sprechi alimentari, sempre più pre- E sente nella società italiana di fine an- ni Ottanta del secolo scorso. Da allo- ra, Banco Alimentare ha sviluppato un network territoriale, la “Rete del Ban- co Alimentare” che include ad oggi 21 organizzazioni regionali la cui azione contro povertà e spreco di cibo è coor- dinata a livello centrale dalla Fonda- zione Banco Alimentare. Il Banco del Lazio, parte integrante della “Rete”, nasce nel 2000, partendo da una ba- se di 145 enti caritativi convenziona- ti e 23mila indigenti assistiti. Dopo quasi venti anni, l’attività di recupero e distribuzione delle eccedenze ali- mentari a favore dei più poveri della regione interessa oltre 350 strutture caritative convenzionate e più di 70mi- la poveri in tutto il territorio. Il recu- pero delle eccedenze alimentari si pog- gia attualmente su diversi canali di ap- provvigionamento, ossia: mercato or- tofrutticolo; Grande distribuzione e ri- storazione organizzata; industria a- gro–alimentare; i programmi di aiuto agli indigenti europei (FEAD) e na- zionali (FN) gestiti da Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura); col- lette di alimenti organizzate da azien- de e la Giornata Nazionale della Col- letta Alimentare ogni ultimo sabato di novembre. È durante questa “Giorna- ta” che sia nel Lazio che nel resto d’I- talia migliaia di volontari in pettorine gialle supportano il Banco in una gran- de operazione di solidarietà, in cui i clienti di tanti supermercati aderenti fanno la spesa per chi è povero: nel territorio laziale 615 supermercati han- no partecipato alla 22° edizione lo scorso 24 novembre. Sono state rac- colte 3,8 tonnellate di alimenti, poi distribuite alle strutture caritative part- ner nel Lazio. Complessivamente, nel 2018, nella regione sono state recupe- rate e distribuite circa 4mila tonnella- te di cibo in eccedenza. Un risultato raggiunto con il supporto di tanti vo- lontari che ogni giorno ritirano gli a- limenti da mense, supermercati e altri punti di raccolta per poi renderli frui- bili a chi assiste le persone in difficoltà, sempre più in aumento. Per festeggia- re questo traguardo sono stati orga- nizzati nel Lazio alcuni eventi (pre- sentati nel box accanto, ndr) nei quali si celebreranno donne, uomini ed im- prese che sono dietro ad un’opera vol- ta a far diventare gli scarti alimentari beni da donare a chi spesso è consi- derato uno scarto della società. * Banco Alimentare del Lazio Tante le iniziative in favore dei volontari ono due gli appuntamenti organizzati nel Lazio per festeggiare i trent’anni del Banco Alimentare. Si comincia, giovedì 9 mag- gio, dalle 9.30 alle 12.30, con il “The reunion– Building a better world together” presso lo spazio KFC del centro commerciale “Happio” in via Appia Nuova, 448 a Roma. L’evento è dedicato alle aziende so- stenitrici del Banco Alimentare del Lazio e l’ingresso è gratuito. Si alterneranno i rappresentanti di alcune imprese i quali racconte- ranno cosa significa per esse supportare il Banco. Saranno: KFC I- taly, Cesare Fiorucci SpA, DELL, IKEA Roma, COOP. Il giorno dopo, dal- le 16.00 alle 19.00, presso la sede operativa del Banco Alimentare del Lazio in via Pontina km 46.600 ad Aprilia si svolgerà l’iniziativa “Compagni di Banco – da 30 anni in viaggio”. E’ un evento dedica- to ai sostenitori privati del Banco Alimentare del Lazio. In programma una mostra fotografica del trentennale della Fondazione Banco A- limentare ed una visita guidata al magazzino di Aprilia. L’ingresso è gratuito. Per confermare la presenza ad uno o a tutti e due gli e- venti scrivere a [email protected]. Si prosegue poi con l’iniziativa “La fame non va in vacanza”, in programma per sa- bato 1 e domenica 2 giugno. Si tratta di un evento dedicato alla rac- colta fondi. Contestualmente saranno distribuite confezioni di mar- mellata in sei località del Lazio, rispettivamente il primo e due giu- gno a Cassino in via Sant’Antonio, 50; a Cerveteri in piazza Aldo Mo- ro e piazza del Mercato; a Ladispoli in via Odescalchi, 181. Mentre, solo il 2 giugno a Roma in piazza Sant’Emerenziana e piazza Sem- pione, ad Aprilia in piazza Roma ed a Rieti in piazza Vittorio Ema- nuele II, n. 1. Più informazioni su bancoalimentare.it/lazio. (M.Gen.) S gli appuntamenti L EDITORIALE LA CARITÀ HA SENSO QUANDO SVOLGE UNOPERA EDUCATIVA ANGELO RAPONI* orrei far partire la riflessione sull’educazione al servizio, proprio dallo Statuto di Caritas Italiana, approvato dalla CEI nel lontano 1986 e poi parzialmente modificato nel 1990. Un testo datato ormai più di trent’anni, ma ancora profondamente attuale, ispirato dal Magistero dei pontefici (in primis Paolo VI) che vollero la nascita della Caritas e dai pensieri dei Padri fondatori della stessa (Nervo e Pasini su tutti). Se infatti Paolo VI, già nel 1972, aveva detto a Caritas Italiana «Al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica». Il primo compito che lo Statuto (art. 3a) assegna a Caritas Italiana e alle Caritas diocesane è proprio quello di «promuovere nelle Chiese particolari l’animazione del senso della carità». Animare al senso della carità non significa, quindi, “soltanto” creare opere e servizi, promuovere il volontariato, mettere in atto delle occasioni di formazione per gli operatori e i volontari. Questa è, invece, attenzione e azione da far entrare in ogni proposta, esperienza, cammino, opera, come stile, per realizzare progettualità a servizio dei poveri, delle parrocchie e dei territori. È quindi, in senso stretto, educazione: non può essere ridotta soltanto a lezioni in aula, a lavori in gruppo, a strumenti e sussidi pastorali. È pedagogia dei fatti che si sviluppa come processo ordinario dentro una molteplicità di azioni e attività tra loro collegate mediante alcuni fondamentali passaggi: la conoscenza della realtà, attuata attraverso un metodo fondato su ascolto, osservazione e discernimento; l’accompagnamento e la condivisione delle esperienze; la proposta di esperienze dirette e concrete (percorsi educativi) in grado di portare singoli, gruppi e comunità a vedere, toccare, valutare e quindi a decidere e scegliere come vivere e testimoniare il Vangelo. È un’educazione, perciò, che incontra la persona sempre dentro le relazioni fondamentali della sua esistenza. L’opera educativa è efficace nella misura in cui si rivolge alla persona concreta, nell’insieme del suo vissuto, situazioni e rapporti. L’educazione al servizio non può prescindere da alcune attenzioni importanti, tipiche dello stile di Gesù Maestro: suscitare e riconoscere un desiderio, non offrendo risposte immediate, ma ponendo provocazioni che incoraggiano a interrogarsi (la motivazione); proporre con coraggio forti esperienze da condividere, non nozioni astratte (la concretezza); mettersi in gioco pienamente, al di là di pratiche occasionali e gratificazioni istantanee, con pazienza, gradualità, reciprocità (il giusto coinvolgimento); perseverare nelle scelte, nutrendo costantemente la decisione (la formazione permanente); accettare di essere amato, vincendo l’umana resistenza a riconoscere di dovere qualcosa a qualcuno (l’umiltà); infine, vivere la relazione nella gratuità. Buon servizio a tutti! * incaricato Caritas Lazio V Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 28 aprile 2019 generazione giovani essenza della vita del cristiano sta nelle tre tap- pe, tra loro concatenate, che abbiamo da poco ricordato in occasione della Pasqua: servizio, sacrifi- cio e resurrezione di Gesù. Un anno fa, a Panama, pa- pa Francesco chiese ai giovani di mettere in pratica una rivoluzione del servizio, uscendo da sé stessi e met- tendosi al servizio degli altri, perché «la nostra vita trova significato solo nel servizio a Dio e al prossimo». Ma, quanto ed in che misura siamo disposti a met- terci il grembiule attorno alla vita e iniziare a lavare i piedi al prossimo? In un mondo incentrato sull’in- dividualismo, dovremmo essere pronti a sdoganare questo modo di vivere; in una società in cui riuscia- mo a compiere molte azioni dai nostri divani attra- verso un click, dovremmo liberarci dalle comodità, ri- prendere il grembiule e ricominciare a vivere lo stile del servizio, perché «quando scegliamo la comodità – confondendo felicità con consumare – perdiamo la libertà. Non siamo liberi di lasciare un’impronta». Al- lora, seguendo le parole del Papa, c’è bisogno che ci facciamo protagonisti del cambiamento, continuan- do a superare l’apatia, offrendo una risposta chiara e netta alle inquietudini presenti nel mondo. Mettia- moci al lavoro per costruire una società migliore. Giorgio di Perna, incaricato giovani Ac Lazio L Lontano dal «divano» per incontrare l’altro Il «Bambino Gesù»: i racconti di chi vive l’ospedale ogni giorno a pagina 2 Supplemento di ALBANO UNA NUOVA VITA IN CRISTO a pagina 3 ANAGNI SULL’ESEMPIO DI SAN SISTO a pagina 4 CIVITA C. CONFRATERNITE IN CAMMINO A SUTRI a pagina 5 CIVITAVECCHIA SETTIMANA SANTA: FEDE E TRADIZIONI a pagina 6 FROSINONE IL BISOGNO DI PACE E DI UMANITÀ a pagina 7 GAETA ORDIGNO BELLICO: DISAGI A FORMIA a pagina 8 LATINA TUTTI IN CAMPO PER LA PARISH CUP a pagina 9 PALESTRINA PER RIPENSARE IL TEMA DEL LAVORO a pagina 10 PORTO S.RUFINA L’INVITO AD ABITARE IL MISTERO DI DIO a pagina 11 SORA LA RIAPERTURA DEL SANTUARIO a pagina 13 TIVOLI UN’INFIORATA STORICA a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI LAVANDA DEI PIEDI ALL’HOSPICE a pagina 12 Una fase di carico degli alimenti da parte dei volontari

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l’evento.La matematica narra il mondo

l potere dei numeri. Trainterpretazione erappresentazione della

realtà» è il titolo del seminariodedicato alla formazione continuadei giornalisti che si svolgeràsabato prossimo presso la salaconvegni accanto alla Cappelladella stazione Termini a Roma,dalle 9.30 alle 13.30. L’incontropromosso dall’Ufficio regionaleper le comunicazioni sociali e daLazio Sette, inserto settimanale di

Avvenire fa parte di unprogramma che vede impegnate lediocesi del progetto Lazio Settenell’ambito dell’animazioneculturale del territorio. I primi dueappuntamenti si sono svolti loscorso anno. Uno è stato dedicatoalla questione delle Fake news,l’altro a quello della tratta.L’incontro di quest’anno, comeavvenuto per gli altri precedenti,ha come riferimento il tema chepapa Francesco sceglie per laGiornata mondiale delleComunicazioni sociali, in questocaso riguarda “Dalla communityalla comunità”. Il contenuto delmessaggio del Papa ha offerto lospunto per approfondire, in unprimo momento, il filone relativoall’argomento della comprensionedei dati e di conseguenza il potere

che possono avere i numeri nellarappresentazione della realtà.Mentre, in un secondo momentosi rifletterà sulle ricadute etiche esulla valenza culturale dell’usoresponsabile dei numeri al fine diveicolare una corretta e qualificatainformazione rispetto ai datiosservati. Interverranno: MarcelloSemeraro, vescovo della diocesi diAlbano e segretario del consigliodei cardinali; Luigi Vari,arcivescovo della diocesi di Gaetae vescovo incaricato per lecomunicazioni sociali del Lazio;Davide Ludovisi, autore delvolume “Il potere dei dati”(edizioni Effequ); Antonio MariaMira, capo della redazioneromana di Avvenire; MassimilianoColombi, sociologo.

Costantino Coros

Sabato prossimo alla salaconvegni della stazioneTermini un seminario sul «Potere dei numeri»Un’iniziativa finalizzataall’animazione culturale

I gesti che danno speranzaIl Banco Alimentare festeggia trent’anni di vita. Nel Lazio, il lavoro collegato al recupero e distribuzione coinvolge oltre 350 realtà e più di 70mila poveri

DI MIRKO GENTILI*

ra il 1989, anno in cui nasceva ilBanco Alimentare. Un periododa ricordare per i tanti avveni-

menti speciali accaduti: dalla nascitadel World Wide Web, alla caduta delMuro di Berlino, fino alla visita in Va-ticano del presidente dell’U.R.S.S. Mi-chail Gorbaciov a Papa Giovanni Pao-lo II. Ma, oltre a questi e tanti altri fat-ti che hanno cambiato la storia in quel-l’anno, ce n’è uno che ha trasformatola vita e il destino di tante persone. Sitratta appunto della costituzione del-la Fondazione Banco Alimentare, av-venuta anche grazie all’incontro dimonsignor Luigi Giussani, fondatoredi Comunione e Liberazione e Dani-lo Fossati, presidente di “STAR”, a-zienda alimentare brianzola leadernella produzione di sughi e insapori-tori di brodo. Dalla loro idea ha avu-to impulso Banco Alimentare in Ita-lia, sul modello della catalana Funda-ció Banc dels Aliments di Barcellona,coniugando il precetto riportato nelVangelo di Matteo «Ho avuto fame emi avete dato da mangiare» ad unascelta etica volta alla riduzione deglisprechi alimentari, sempre più pre-

Esente nella società italiana di fine an-ni Ottanta del secolo scorso. Da allo-ra, Banco Alimentare ha sviluppato unnetwork territoriale, la “Rete del Ban-co Alimentare” che include ad oggi 21organizzazioni regionali la cui azionecontro povertà e spreco di cibo è coor-dinata a livello centrale dalla Fonda-zione Banco Alimentare. Il Banco delLazio, parte integrante della “Rete”,nasce nel 2000, partendo da una ba-se di 145 enti caritativi convenziona-ti e 23mila indigenti assistiti. Dopoquasi venti anni, l’attività di recuperoe distribuzione delle eccedenze ali-mentari a favore dei più poveri dellaregione interessa oltre 350 strutturecaritative convenzionate e più di 70mi-la poveri in tutto il territorio. Il recu-pero delle eccedenze alimentari si pog-gia attualmente su diversi canali di ap-provvigionamento, ossia: mercato or-tofrutticolo; Grande distribuzione e ri-storazione organizzata; industria a-gro–alimentare; i programmi di aiutoagli indigenti europei (FEAD) e na-zionali (FN) gestiti da Agea (Agenziaper le Erogazioni in Agricoltura); col-lette di alimenti organizzate da azien-de e la Giornata Nazionale della Col-letta Alimentare ogni ultimo sabato di

novembre. È durante questa “Giorna-ta” che sia nel Lazio che nel resto d’I-talia migliaia di volontari in pettorinegialle supportano il Banco in una gran-de operazione di solidarietà, in cui iclienti di tanti supermercati aderentifanno la spesa per chi è povero: nelterritorio laziale 615 supermercati han-no partecipato alla 22° edizione loscorso 24 novembre. Sono state rac-colte 3,8 tonnellate di alimenti, poidistribuite alle strutture caritative part-ner nel Lazio. Complessivamente, nel2018, nella regione sono state recupe-rate e distribuite circa 4mila tonnella-te di cibo in eccedenza. Un risultatoraggiunto con il supporto di tanti vo-lontari che ogni giorno ritirano gli a-limenti da mense, supermercati e altripunti di raccolta per poi renderli frui-bili a chi assiste le persone in difficoltà,sempre più in aumento. Per festeggia-re questo traguardo sono stati orga-nizzati nel Lazio alcuni eventi (pre-sentati nel box accanto, ndr) nei quali sicelebreranno donne, uomini ed im-prese che sono dietro ad un’opera vol-ta a far diventare gli scarti alimentaribeni da donare a chi spesso è consi-derato uno scarto della società.

* Banco Alimentare del Lazio

Tante le iniziative in favore dei volontariono due gli appuntamenti organizzati nel Lazio per festeggiarei trent’anni del Banco Alimentare. Si comincia, giovedì 9 mag-

gio, dalle 9.30 alle 12.30, con il “The reunion– Building a better worldtogether” presso lo spazio KFC del centro commerciale “Happio” invia Appia Nuova, 448 a Roma. L’evento è dedicato alle aziende so-stenitrici del Banco Alimentare del Lazio e l’ingresso è gratuito. Sialterneranno i rappresentanti di alcune imprese i quali racconte-ranno cosa significa per esse supportare il Banco. Saranno: KFC I-taly, Cesare Fiorucci SpA, DELL, IKEA Roma, COOP. Il giorno dopo, dal-le 16.00 alle 19.00, presso la sede operativa del Banco Alimentaredel Lazio in via Pontina km 46.600 ad Aprilia si svolgerà l’iniziativa“Compagni di Banco – da 30 anni in viaggio”. E’ un evento dedica-to ai sostenitori privati del Banco Alimentare del Lazio. In programmauna mostra fotografica del trentennale della Fondazione Banco A-limentare ed una visita guidata al magazzino di Aprilia. L’ingressoè gratuito. Per confermare la presenza ad uno o a tutti e due gli e-venti scrivere a [email protected]. Si prosegue poicon l’iniziativa “La fame non va in vacanza”, in programma per sa-bato 1 e domenica 2 giugno. Si tratta di un evento dedicato alla rac-colta fondi. Contestualmente saranno distribuite confezioni di mar-mellata in sei località del Lazio, rispettivamente il primo e due giu-gno a Cassino in via Sant’Antonio, 50; a Cerveteri in piazza Aldo Mo-ro e piazza del Mercato; a Ladispoli in via Odescalchi, 181. Mentre,solo il 2 giugno a Roma in piazza Sant’Emerenziana e piazza Sem-pione, ad Aprilia in piazza Roma ed a Rieti in piazza Vittorio Ema-nuele II, n. 1. Più informazioni su bancoalimentare.it/lazio. (M.Gen.)

S

gli appuntamenti

L ’ E D I T O R I A L E

LA CARITÀ HA SENSOQUANDO SVOLGE

UN’OPERA EDUCATIVA

ANGELO RAPONI*

orrei far partire la riflessionesull’educazione al servizio, propriodallo Statuto di Caritas Italiana,

approvato dalla CEI nel lontano 1986 e poiparzialmente modificato nel 1990. Un testodatato ormai più di trent’anni, ma ancoraprofondamente attuale, ispirato dalMagistero dei pontefici (in primis Paolo VI)che vollero la nascita della Caritas e daipensieri dei Padri fondatori della stessa(Nervo e Pasini su tutti). Se infatti PaoloVI, già nel 1972, aveva detto a CaritasItaliana «Al di sopra dell’aspetto puramentemateriale della vostra attività, deveemergere la sua prevalente funzionepedagogica». Il primo compito che loStatuto (art. 3a) assegna a Caritas Italianae alle Caritas diocesane è proprio quello di«promuovere nelle Chiese particolaril’animazione del senso della carità».Animare al senso della carità non significa,quindi, “soltanto” creare opere e servizi,promuovere il volontariato, mettere in attodelle occasioni di formazione per glioperatori e i volontari. Questa è, invece,attenzione e azione da far entrare in ogniproposta, esperienza, cammino, opera, comestile, per realizzare progettualità a serviziodei poveri, delle parrocchie e dei territori. Èquindi, in senso stretto, educazione: nonpuò essere ridotta soltanto a lezioni in aula,a lavori in gruppo, a strumenti e sussidipastorali. È pedagogia dei fatti che sisviluppa come processo ordinario dentro unamolteplicità di azioni e attività tra lorocollegate mediante alcuni fondamentalipassaggi: la conoscenza della realtà, attuataattraverso un metodo fondato su ascolto,osservazione e discernimento;l’accompagnamento e la condivisione delleesperienze; la proposta di esperienze direttee concrete (percorsi educativi) in grado diportare singoli, gruppi e comunità a vedere,toccare, valutare e quindi a decidere escegliere come vivere e testimoniare ilVangelo. È un’educazione, perciò, cheincontra la persona sempre dentro lerelazioni fondamentali della sua esistenza.L’opera educativa è efficace nella misura incui si rivolge alla persona concreta,nell’insieme del suo vissuto, situazioni erapporti. L’educazione al servizio non puòprescindere da alcune attenzioni importanti,tipiche dello stile di Gesù Maestro: suscitaree riconoscere un desiderio, non offrendorisposte immediate, ma ponendoprovocazioni che incoraggiano a interrogarsi(la motivazione); proporre con coraggioforti esperienze da condividere, non nozioniastratte (la concretezza); mettersi in giocopienamente, al di là di pratiche occasionalie gratificazioni istantanee, con pazienza,gradualità, reciprocità (il giustocoinvolgimento); perseverare nelle scelte,nutrendo costantemente la decisione (laformazione permanente); accettare di essereamato, vincendo l’umana resistenza ariconoscere di dovere qualcosa a qualcuno(l’umiltà); infine, vivere la relazione nellagratuità. Buon servizio a tutti!

* incaricato Caritas Lazio

V

Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanepiazza Carbonari, 3 - 20125 Milanotel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 28 aprile 2019 generazione giovani

essenza della vita del cristiano sta nelle tre tap-pe, tra loro concatenate, che abbiamo da poco

ricordato in occasione della Pasqua: servizio, sacrifi-cio e resurrezione di Gesù. Un anno fa, a Panama, pa-pa Francesco chiese ai giovani di mettere in praticauna rivoluzione del servizio, uscendo da sé stessi e met-tendosi al servizio degli altri, perché «la nostra vitatrova significato solo nel servizio a Dio e al prossimo».Ma, quanto ed in che misura siamo disposti a met-terci il grembiule attorno alla vita e iniziare a lavarei piedi al prossimo? In un mondo incentrato sull’in-dividualismo, dovremmo essere pronti a sdoganarequesto modo di vivere; in una società in cui riuscia-mo a compiere molte azioni dai nostri divani attra-verso un click, dovremmo liberarci dalle comodità, ri-prendere il grembiule e ricominciare a vivere lo stiledel servizio, perché «quando scegliamo la comodità– confondendo felicità con consumare – perdiamo lalibertà. Non siamo liberi di lasciare un’impronta». Al-lora, seguendo le parole del Papa, c’è bisogno che cifacciamo protagonisti del cambiamento, continuan-do a superare l’apatia, offrendo una risposta chiara enetta alle inquietudini presenti nel mondo. Mettia-moci al lavoro per costruire una società migliore.

Giorgio di Perna, incaricato giovani Ac Lazio

’L

Lontano dal «divano»per incontrare l’altro

Il «Bambino Gesù»:i racconti di chi vive l’ospedale ogni giornoa pagina 2

Supplemento di

◆ ALBANOUNA NUOVA VITAIN CRISTO

a pagina 3

◆ ANAGNISULL’ESEMPIODI SAN SISTO

a pagina 4

◆ CIVITA C.CONFRATERNITEIN CAMMINO A SUTRI

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIASETTIMANA SANTA:FEDE E TRADIZIONI

a pagina 6

◆ FROSINONEIL BISOGNO DI PACEE DI UMANITÀ

a pagina 7

◆ GAETAORDIGNO BELLICO:DISAGI A FORMIA

a pagina 8

◆ LATINATUTTI IN CAMPOPER LA PARISH CUP

a pagina 9

◆ PALESTRINAPER RIPENSAREIL TEMA DEL LAVORO

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAL’INVITO AD ABITAREIL MISTERO DI DIO

a pagina 11

◆ SORALA RIAPERTURADEL SANTUARIO

a pagina 13

◆ TIVOLIUN’INFIORATASTORICA

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETILAVANDA DEI PIEDIALL’HOSPICE

a pagina 12

Una fase di carico degli alimenti da parte dei volontari

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Oggi la seconda e ultima puntata dedicataall’ospedale pediatrico Bambino Gesù,emerge l’immagine di una grande «famiglia» con elevata competenza e profonda umanità

«Abbiate un bel sogno e seguitelo»

na giornata di formazionemissionaria dedicata a padreEzechiele Ramin detto

“Lele”. Il giovane comboniano“martire della carità” assassinatonel 1985 in Brasile a causa del suoimpegno in favore dei piccoliagricoltori e degli indios Surui,nativi della Rondonia, nella lorolotta contro i latifondisti locali.Nella casa generalizia deiMissionari comboniani di via Lilio80 a Roma oggi, a partire dalle 10,saranno presenti con video etestimonianze dirette il fratello

Antonio Ramin e padre ArnaldoBaritussio, postulatore della suacausa di beatificazione. «Abbiate un sogno. Abbiate un belsogno. Seguite soltanto un sogno.Una vita che segue un sogno sirinnova di giorno in giorno. Sia ilvostro un sogno che miri a rendereliete non soltanto tutte le persone,ma anche i loro discendenti. Èbello sognare di rendere felice tuttal’umanità. Non è impossibile».Queste parole – che padreEzechiele scrisse nel 1981 alla classedi una scuola di Troia, in provinciadi Foggia – sono divenute un faroper molti giovani. Ed è proprio aloro (ai ragazzi dai 18 ai 35 anni)che il percorso Gim – Giovaniimpegno missionario – organizzatodai Comboniani si rivolge. L’appuntamento odierno prevedel’approfondimento del significato

della parola “vocazione”, comescelta di Risurrezione e di vita, ediverse possibilità di servizioattraverso i campi estivi organizzatidalla Famiglia comboniana, che sisvolgeranno in Italia e all’estero apartire dal prossimo luglio. Tra itemi affrontati durante la giornatacon laboratori e momenti dicondivisione: la paura di fare scelteper la vita, l’incapacità diinnamorarsi e il bisogno di unsogno. Non mancherannoriferimenti al mese missionariostraordinario e al Sinodopanamazzonico, in programma aRoma nell’ottobre 2019, dove ilservo di Dio è stato scelto comeuno dei “Testimoni della Missione”.I partecipanti dovrebbero portareBibbia, quaderno e pranzo al saccoda condividere. Info: 3384460056.

Anna Moccia

U

Tra le stazioni della «via Lucis»

amminare con l’hashtag#DiStazioneInStazione perincontrare i poveri che

vivono nelle grandi città. È la nuovainiziativa lanciata da GiandonatoSalvia, giovane 29enne pugliesefondatore della startup tecnologica“A.P.P. Acutis”, che lunedì 29 aprilealle 20 farà tappa nella stazione diRoma Termini (via Giolitti) per lasettima stazione della “Via Lucis”,tour itinerante in quattordicistazioni ferroviarie italiane, cosìcome quattordici sono le stazionidella via Crucis, per un momento

di preghiera seguito da una cenainsieme ai senza dimora. Durante l’incontro si ricorderàChiara Corbella Petrillo, ragazzaromana di cui è in corso la causa dibeatificazione, morta a 28 annidopo aver rimandato le cure di uncarcinoma alla lingua pur di portarea termine la gravidanza del suobambino. Mentre l’intero progettoè dedicato al Servo di Dio CarloAcutis, giovane di Milano che nelsuo breve, ma straordinariocammino ha saputo utilizzare lagrande passione per le nuovetecnologie per diffondere il Vangeloe per il servizio ai più bisognosi. Trai progetti della startup c’è “Tucum”,un’applicazione che permette didistribuire le donazioni a favoredelle persone più bisognose,affinché possano ritirare prodotti diprima necessità direttamente dai

negozi convenzionati. Il nome“Tucum” deriva da un anello dilegno, un tempo indossato daglischiavi in Brasile, oggi divenutosimbolo dell’impegno della Chiesaper la lotta alla povertà in difesadegli ultimi. Lo stesso anello da cuiGiandonato Salvia non si separamai e che lo accompagnerà nel tour“Di Stazione in Stazione”, perincontrare i poveri e tutti i fedeliche vorranno partecipare. Una dellefrasi che Carlo Acutis amavaripetere è: «Tutti nascono comedegli originali, ma molti muoionocome fotocopie». L’originalità diquesta bella idea progettuale, unitaalla gioia di donarsi per amore diDio e del prossimo, evidente anchenei giovani testimoni, sembraessere la chiave del successo e laricetta per la felicità.

Anna Moccia

C

La villa storica dedicataalla riabilitazione motoria

Nelle sedi di Palidoroe Santa Marinellamedici come Campanae Castelli assieme a tuttoil personale e ai sacerdotidon Rizzo e don Rivasono accanto ai piccoli e ai loro genitori, perchéritrovino la speranza

Quando curareè una missione

DI SIMONE CIAMPANELLA

mpariamo a vivere attraversoi nostri pazienti, i bambini».Ad Andrea Campana

l’ospedale Bambino Gesù insegnaquesto ogni giorno. Lui èresponsabile della pediatriamultispecialistica nella sede diPalidoro. A contatto con malattiecomplesse e casi rari, Campana

I«riconosce la fortuna di esseremedico in una struttura dall’elevataqualità scientifica e dalla capacità dimettere al centro la persona contutta la sua dignità. «Qui si crea uncircolo virtuoso nella collaborazionetra i migliori specialisti, con unadotazione tecnologicaall’avanguardia. Siamo stimolati acrescere di continuo, a imparare etrasmettere il sapere per aiutare ilpiù possibile i piccoli e le lorofamiglie che si affidano a noi pertrovare risposte a situazioni difficili». Stare accanto a padri e madri, con iloro piccoli, significa in fondo«prendere in carico tutta la famiglia»dice Enrico Castelli, responsabiledella neuroriabilitazione nella sededi Santa Marinella. «C’è tutta unafamiglia che soffre, gli altri figlipossono non capire perché igenitori siano lontani per stareaccanto al fratellino e alla sorellinaricoverati. Vanno tutti sostenuti».È un impegno che si vive minutoper minuto per riempire l’incertezzacon desiderio e aspettative. «Unamissione possibile perché tutto il

personale qualunque sia il ruoloapporta la sua umanità e condividela sua preparazione. Questa è lanostra etica. Come ripete la nostrapresidente (Mariella Enoc, ndr)alcuni bambini non possono essereguariti, ma tutti sono curabili,questo spirito evangelico segna lenostre attività quotidiane».L’ospedale del Papa, quello cheaveva aperto le braccia al piccoloAlfie, morto esattamente un annofa, ha proprio questo dicaratteristico: il senso cristianodell’accoglienza. Lo sa bene donSalvatore Rizzo, che a SantaMarinella è cappellano: «Le personedevono sentire che qualcuno lepensa, che sta lì con loro, che nonsono sole. Entro nelle loro storie inpunta di piedi, cercando di essereun amico, a volte ci riesco altre no,per portare Dio, trasmettere serenitàe forza». Per don Salvatorel’ospedale è parte integrante dellasua comunità. Ha invitato tutti igenitori in parrocchia per il pranzodi Pasqua.È questa la vita del cappellano,

portare tra le corsie una parola difraternità: «Anche gli operatorisanitari e tutto il personale hannobisogno di assistenza spirituale.Sono sottoposti a stress quotidianipesanti e devono fronteggiare sceltedelicate», spiega don Felice Riva,cappellano a Palidoro. È conl’ascolto e il rispetto che siincontrano le persone per offrireloro «una comunità come tutte, conla Messa e le attività pastorali diqualunque parrocchia, insommacercare di far sentire l’ospedale unacasa». È questa la sfida, ed è spessovinta. Marino e Ionela tornati a casadopo nove mesi col loro piccoloFrancesco, hanno raccontato ladifficoltà di staccarsi dallaquotidianità che si era creata alBambino Gesù per l’affetto e lacoesione. Capita infatti dicondividere un anno intero con altrigenitori nei dubbi e nei silenzi, manel mutuo sostegno e nella presenzaamichevole del personale, dicono igenitori di Alessandro, per arrivare aPasqua «svegliarci e alzarci nellanostra piccola resurrezione».

el 1917 la Regina Elenaconcede all’ospedale Bambino

Gesù la gestione della Villa Iolandadi Savoia. La struttura si trovava aSanta Marinella, comune a 70 km anord di Roma. La nuova sedepermise di migliorare alcuneprestazioni sanitarie. Villa Iolanda,nata dieci anni prima si proponevala finalità di ospitare e curare ibambini poveri colpiti datubercolosi ossea, poteva accoglierefino a 100 piccoli pazienti. Latransazione si completò nel 1919,quando la regina cedette lastruttura a titolo definitivo a donnaMaria Salviati, figlia dellafondatrice del Bambino Gesù, conla clausola che fosse conservata neltempo la finalità dell’ospitalitàdedicata ai bambini poveri. Neglianni successivi la sede di SantaMarinella ha svolto una doppiafunzione. Da una parte, continuavaa curare i malati di tubercolosi,molti provenienti da Roma, edall’altra offriva prestazioninell’ambulatorio medico apertoper le urgenze del territorio.Nacque così quel rapporto con lacomunità locale diventato poi unlegame profondo. Nel 1924, la sededi Santa Marinella, come tuttol’ospedale Bambino Gesù, vienedonata al Papa – allora Pio XI –dalla famiglia Salviati. Due annidopo, nel 1926, la creazione di unanuova sala operatoria, una salagessi e un gabinetto di radiologiaresero la struttura più efficiente eadeguata alle esigenze dei pazienti.Nel 1943 durante l’occupazionenazifascista fu imposto lo

sfollamento del centro. Tutti ibambini (con alcuni strumenti ealcune suppellettili, preziose intempo di guerra) furono trasportaticon mezzi di fortuna presso la sededi Sant’Onofrio al Gianicolo. Lariuscita di quel trasferimentoforzato fu soprattutto merito delleSuore figlie della Carità, checoordinavano la gestione ordinariadella sede. La chiusura dellastruttura terminò nel giugno 1944.Nel dopoguerra con la diffusionedegli antibiotici e la riduzione dellatubercolosi il centro iniziò atrasformarsi rispondendo allenuove urgenze individuate dallapediatria del tempo. Negli anniSettanta fu avviata la sezione dineuropsichiatria e dineurofisiologia. Nel 2000 è statoinaugurato MarLab, il laboratorio dirobotica e di analisi del movimentodel Bambino Gesù, dotato dei piùavanzati sistemi di riabilitazionerobotica per il recupero funzionaledei deficit motori dei bambini. Nel2007 la struttura è stata rinnovataper rispondere meglio al ricoverodi bambini e ragazzi conproblematiche riabilitativeparticolari e con un’area dineurofisiologia altamentespecializzata. Nel 2017 il vescovo diPorto–Santa Rufina, Gino Reali (nelcui territorio ha sede la struttura),ha celebrato nell’ospedale la Messadel Giovedì Santo. Un gesto divicinanza ai bambini e alle famiglieche soffrono e un segno digratitudine per l’impegno di tuttopersonale nel donare speranza eserenità. (S.Cia.)

N

a sede di Santa Marinella delBambino Gesù ospita 20 posti let-

to di alta specialità riabilitativa per iltrattamento delle gravi disabilità inetà evolutiva. A questi si aggiungo al-tri 2 posti riservati al day hospital ria-bilitativo neuromotorio. Nell’ospe-dale sono presenti i laboratori di ro-botica e analisi del movimento e ilcentro per i pazienti con ipovisione.

La struttura offre un’attività ambula-toriale specialistica di pediatria, o-dontoiatria, oftalmologia, cardiolo-gia, patologia clinica, otorinolarin-goiatria, anestesiologia e rianima-zione, chirurgia, ortopedia, neuro-psichiatria infantile e neurologia. Èpresente un servizio di diagnosticaper immagini e un centro prelievi.Nel 2018 si sono contati 285 ricoveri

ordinari di riabilitazione, quasi 2.500accessi di day hospital di riabilitazio-ne e oltre 21mila prestazioni ambu-latoriali. Nello stesso anno il 45% deipazienti ricoverati proveniva da fuo-ri regione, il 2% dall’estero, il 43% daRoma e dalla sua città metropolita-na (di cui il 4% da Santa Marinella eda Civitavecchia), il 10% dalle altrezone del Lazio. (S.Cia.)

LNel 2018 oltre 280 ricoveri neurospecialistici

L’ingresso della sede di SantaMarinelladell’ospedaleBambino Gesù

i dati

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 28 aprile 2019

Si celebra la giornatadi formazione missionariadedicata a padre Ramin,detto Lele, giovane«martire della carità»

Domani a Roma Terminici sarà la settima tappadell’iniziativa che incontrai poveri per condividerela cena e qualche preghiera

La mano di un bambino su quella della madre

La logistica al tempo della rivoluzione digitaleon la rivoluzione digitale, beni eservizi si spostano molto di piùrispetto a pochi anni fa. Per diventare

competitivi in qualsiasi settore l’aspettologistico è strategico. Richiede operatoricapaci di considerare variabili, spessodistanti tra loro, ma tutte essenziali.“Bigroup” ha intuito il bisogno e stainvestendo da anni per attestarsi comeleader in questo settore. Ci sta riuscendograzie alla capacità di saper differenziare especializzare le sue risorse umane estrutturali. «Cogliamo le opportunitàesistenti in ambito di Industria 4.0, ricercaindustriale, sviluppo sperimentale einnovazione, al fine di realizzare nuoviprodotti, processi e servizi tramitetecnologie avanzate» spiegal’amministratore delegato Marco Cicini.Conviene comprare o affittare un mezzo?Qual è il veicolo adatto? Come gestirne al

meglio il ciclo di vita? E la sostenibilitàambientale? Cosa può fare un’azienda perlanciarsi nella quarta rivoluzioneindustriale? Sono solo alcune delledomande a cui Bigroup risponde con i suoitre brand: Bbs, You Van e Performiamo. ”Bbs”, guidato da Silvia Micheletti, èorientato alla gestione delle flotte di veicolicommerciali attraverso piattaformegestionali di proprietà, utilizzate per losviluppo e l’analisi della contabilitàindustriale. Si occupa di pianificare leconsegne a partire dal corretto carico delmezzo alla più conveniente distribuzionedei corrieri. Permette poi di monitorare eanalizzare i viaggi per ottimizzare tempi ecosti. Offre anche il controllo sullo statodei mezzi sotto tutti i profili perottimizzare la manutenzione e garantire lasicurezza. Infine, può supportare ilbusiness aziendale nella contabilità e nel

flusso dei processi amministrativi.Con “You Van”, coordinato da GabrieleTrimigliozzi, il cliente riesce a individuarela migliore soluzione per la propria flottacommerciale. Assiste il committente neiservizi di pre e post vendita dei veicoli. Laconsulenza inizia dall’ascolto delleesigenze del cliente e dall’analisi dellepossibilità offerte dal mercato. Segue lavalutazione delle proposte più idonee perle necessità individuate con una proiezionedei tempi di attivazione. Il sevizio continuacon il monitoraggio delle scelte fatte, perun riscontro dei risultati rispetto a quantoprogrammato. Il 18 maggio You Vaninaugurerà ad Anagni la sua prossimaapertura nell’evento «Marini & You Van».”Performiamo”, sotto la responsabilità diCinzia Papa, è invece il partner ideale persostenere la qualificazione e gestirel’innovazione. Si avvale di specifiche

competenze di settore per avviare leaziende verso la crescita e laspecializzazione della propria offerta.Mette a disposizione l’esperienza maturatadal team di Bigroup per insegnare comefare industria digitale a imprenditori,managers e dipendenti delle imprese nelsettore della logistica e dei trasporti; e liaffianca nella progettazionedell’innovazione digitale.Un’offerta ampia e adeguata a ognitipologia di cliente quella proposta daMarco Cicini con i tre brand managers e ilresto della squadra, formato da AmbraCruciani, Federica Moriconi, AlessandroRealacci. «Con il nostro modello dibusiness snello e concreto ricerchiamol’eccellenza per la crescita e lo sviluppoeconomico e industriale», conclude Cicini.Per approfondire: www.bigroup.pro

(31. segue)

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Bigroup con i suoi brand You Van,Performiamo e Bbs aiuta le aziendea progettare l’innovazione e a gestiretutti gli aspetti del settore mobilità

Oltre l’ostacolo. Storie di startupdi Simone Ciampanella

Durante una presentazione di Bigroup

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Page 3: I gesti che danno speranza - diocesiportosantarufina.it · 2019. 4. 29. · verso un click, dovremmo liberarci dalle comodità, ri-prendere il grembiule e ricominciare a vivere lo

La secolare tradizione dell’Ottavario a Osteria Nuova a comunità di Osteria Nuova concludeoggi la suggestiva festa dell’Ottavario, u-na tradizione secolare che affonda le ra-

dici nel Medioevo. È nata in occasione di unevento religioso: la dedicazione della chie-sa di Sant’Andrea a Galeria antica, presie-duta il 2 maggio 1204 da Pietro di Gallocia,vescovo di Porto e Santa Rufina dal 1190 al1211. Era la prima domenica di Pasqua e perdisposizione del presule la comunità a-vrebbe ricordato da allora l’anniversario nel-la domenica dell’ottava di Pasqua, da cuipoi il nome di “festa dell’Ottavario”.Nel Quattrocento, l’Ottavario si sposta nelnuovo borgo di Santa Maria di Galeria, cre-sciuto attorno alla nuova chiesa dove erastata collocata un’immagine della Madon-na proveniente dall’oriente, a cui i fedeli a-vevano attribuito la miracolosa guarigionedi un bambino.Nell’Ottocento gli abitanti abbandonaro-no del tutto Galeria antica, a causa della

malaria, piaga che ha colpito per secoli granparte del territorio diocesano. Ma, grazie al-la festa dell’Ottavario la comunità ha po-tuto conservare l’origine della sua storia edella sua fede. Per secoli, l’Ottavario con-sisteva in un grande pellegrinaggio da Ce-sano e da Anguillara, oltre che dalle cam-pagne circostanti il borgo di Santa Maria,al santuario della Vergine.Con l’espansione della periferia romana nelNovecento, il centro urbano si è spostatodal borgo a Osteria Nuova, a ridosso dellavia Braccianense. Qui, negli anni Settanta èstata costruita la nuova chiesa dedicata aSant’Andrea apostolo e nei primi anni Ot-tanta la festa dell’Ottavario ha seguito nel-la nuova “casa” i discendenti dei fedeli chel’avevano iniziata. Quasi a confermare la ric-chezza della tradizione, patrimonio a di-sposizione dei nuovi per continuare un per-corso iniziato secoli prima da altri. Quindianche tesoro da custodire e affidare a quel-

li che verranno domani. Molti ad esempioricordano ancora la mitica partita con i “pre-ti rossi”, gli alunni del Collegio germanico.Oggi l’Ottavario, come ogni altra tradizio-ne religiosa popolare, riesce ancora a coin-volgere le generazioni più giovani e quellepiù avanti negli anni. La festa diventa un’oc-casione di mantenere viva la “piazza del pae-se” dove le persone sanno ancora incon-trarsi, sanno stare assieme nella fede e an-che nel divertimento. Sanno riconoscersi co-me depositari di una storia antica, ma sem-pre viva, in cui la comunità sperimenta lasua natura di corpo compatto capace di ac-cogliere le istanze della nuova società. For-ti di una storia secolare che ha saputo rein-ventarsi avendo a cuore la propria origine,i fedeli di una comunità possono contri-buire a trasformare la tentazione dell’indi-vidualismo e lo scoraggiamento nella so-cietà contemporanea in offerta di amiciziae solidarietà. (S.Cia.)

LIl programma di oggi

Tanti gli eventi per lagiornata conclusiva dellafesta dell’Ottavario. Alle9.30 arriva la banda diAnguillara Sabazia e alle10.30 ci sarà il tradizionaleincontro con la comunitàdi Cesano e laprocessione. La Messa saràcelebrata nella parrocchiadi Osteria Nuova alle 11.Dalle 16 giochi popolari,stand gastronomici edesibizione della ErraniCircus. Alle 19 la riffadella Carriola con lapartecipazione dei clowndell’ospedale BambinoGesù. In serata musica egiochi d’artificio.Uno scorcio di Galeria antica

Trovare Dio nella vitacelebrazioni.Per la Pasqua, il vescovo Realinella Cattedrale e nella parrocchia di CesanoDI SIMONE CIAMPANELLA

a risurrezione di Gesù ciriempie di gioia perchénel suo mistero ci

troviamo anche noi e il Signorevuole che noi lo seguiamo nellaresurrezione». Con queste paroleil vescovo Reali ha avviato la suaomelia durante la messa dellanotte di Pasqua nella cattedraledei Sacri Cuori di Gesù e Maria,concelebrata assieme al parrocodon Giuseppe Colaci e a donMelvin Valle. Una liturgia intensa,partecipata da tante persone, daipiù giovani ai più avanti neglianni. Molto può essere detto in questa«notte beata», l’unica –canta l’Exultet – ad aver«meritato di conoscere iltempo e l’ora in cuiCristo è risorto dagliinferi». Il presule haapprofondito il senso diquesto abitare con gioiail mistero di Dio, dove ilVenerdì Santo e laPasqua rivelano l’unicoamore di Dio, quelloche chiede diriconoscere in ogni giorno laCroce e la Risurrezione delSignore. Gesù lo ha insegnatoattraverso l’offerta di sé stesso:morire e vivere per gli altri. Chiededi credere e testimoniare fino infondo questa strada della Salvezzaaperta da Lui. La domenica di Pasqua una tragicatestimonianza ha mostrato quantopossa costare essere davverocristiani. Nella parrocchia diCesano dove il vescovo Reali avevascelto di celebrare la Messa delladomenica, la felicità dell’incontrocon la comunità e suoi sacerdoti,don Vincenzo Mamertino e a donGiuseppe Curtò, ha dovuto farespazio al dolore per la notiziadegli attentati nelle chiesecristiane e in altri luoghi nello SriLanka. Una notizia che ha colpitonel profondo tanti fedeli. Aldolore per fratelli cristiani uccisi

L«nel giorno di Pasqua si èaggiunto quello per unaChiesa, l’arcidiocesi diColombo, con cuiquella di Porto–SantaRufina ha stretto neglianni una conoscenza euna frequentazionereciproca. Con relazionidiventate rapporti divera fraternità, a partiredalla cordiale amiciziatra i due pastori: ilvescovo Reali e ilcardinale AlbertMalcolm RanjithPatabendige Don, chequando è a Roma siintrattiene spesso nella

diocesi. Ogni anno nelpellegrinaggio in Italia isacerdoti singalesi fannotappa presso luoghidella diocesi, alcunihanno collaboratoanche con le comunitàlocali. Poi c’è anche ladinamica comunitàsrilankese, fra le piùattive e presenti nelleiniziative per lapastorale dei migranticattolici.Alla sensibilità occidentale spessosfugge la precarietà in cui ognigiorno vivono tante Chiese nelresto del mondo. Mentrerimaniamo tranquilli nella nostrasocietà, anestetizzati davanti aimmagini di distruzione, donne euomini distanti devonoabbracciare la croce e mantenereviva la speranza nel Risorto.

Esprimendo la sua vicinanza equella della diocesi al cardinaleRanjith e agli amici srilankesi, ilvescovo Reali ha invitato aprendere consapevolezza di questatestimonianza: «Dobbiamo esseresinceri con noi stessi. La fede inCristo, morto e risorto, oggi civiene mostrata da questi nostrifratelli, e da quelli che vivono nei

cosiddetti paesi del Terzomondo».Nelle mani e nei piedi del Risortorestano i segni del Crocifisso. IlDio fatto uomo che muore e cherisorge non risolve l’attesa delcredente, gli domanda invece dipreservarla accettando il misterodel suo amore con fede esperanza.

Il presule ha invitato tutti a riconoscere la Passione e la Risurrezione di Gesù Poi la preghiera per gliamici dello Sri Lanka:«Sono questi nostri fratelli a testimoniarci la fede oggi»

DI FULVIO LUCIDI

er i 15 anni dell’iscrizione del-la necropoli etrusca della Ban-ditaccia tra i siti protetti dall’U-

nesco, il comune di Cerveteri in col-laborazione con la Sovrintendenzaorganizza un ciclo di conferenze aSala Ruspoli e nell’aula consiliare delGranarone. Il primo appuntamento è per giovedìprossimo alle 17.30 in Sala Ruspolicon la conferenza “Il sito Unesco diCerveteri: tra passato e futuro”. L’iniziativa andrà avanti per tutto ilmese di maggio e continuerà in au-tunno, a settembre e ottobre con ca-denza settimanale.Gli interventi offriranno prospettivesui vari aspetti della cultura etrusca,illustrando gli ultimi risultati dellaricerca archeologica dell’antica “Cae-re”. Dall’età del ferro all’impero ro-mano, fino ai nostri giorni. Lo sguar-do spazierà anche sulle altre necro-poli di Cerveteri, quelle di San Pao-lo e di Monte Abatone.

A integrare la panoramica sulla ci-viltà etrusca i contributi verterannoanche su Pyrgi, l’attuale Santa Seve-ra, senza la quale l’arte etrusca nonavrebbe avuto quella grande diffu-sione che l’ha fatta conoscere nelmondo antico.Accanto al valore archeologico del si-to cervetrano sarà approfondito ilsuo aspetto museale, ovvero il pas-saggio tra lo scavo inteso in sensostretto e l’azione di salvaguardia e va-lorizzazione che rendono oggi laBanditaccia una suggestiva immagi-ne dell’antichità. Un nuova comprensione del bene dafar conoscere, e non solo da studia-re, che ha portato alla realizzazionedigitale del Sarcofago degli Sposi. Lariflessione si estenderà infatti all’in-contro tra saperi umanistici e nuovetecnologie, anche per quanto riguar-da l’approccio innovativo nelle atti-vità istituzionali quali la tutela e lavalorizzazione del bene.Per maggiori informazioni c’è il sito:www.comune.cerveteri.rm.it.

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Per conoscere la «Banditaccia»da 15 anni sito dell’Unesco

al 4 al 30 maggio si terrà il corso di formazione dell’Avo (Associazione vo-lontari ospedalieri) di Ladispoli per diventare volontari ospedalieri. L’ini-

ziativa è gratuita, ma è necessaria l’iscrizione per ragioni organizzative. Le le-zioni si terranno a Ladispoli in via Anzio 18, ogni giovedì e sabato, dalle 16 al-le 18. L’associazione presta servizio in un territorio molto vasto e dispersivo.Grazie ai volontari riesce a portare avanti singoli progetti per rispondere allaesigenze delle diverse comunità, tra cui, oltre a Ladispoli, vi sono Bracciano,Trevignano e Aranova. L’Avo di Ladispoli è un’associazione non solo interes-sata a garantire il benessere degli assistiti, ma si pone anche come occasionedi formazione per i volontari che possono contribuire in prima persona al so-stegno dei membri più fragili della società. Al momento “Avo” ricerca volon-tari disponibili a dedicare almeno due ore settimanali a persone con disagiopsichico e fisico, a domicilio o nelle strutture socio–sanitarie dove sono ospi-tati. Per informazioni e iscrizioni sono attivi sia la mail: [email protected] i numeri di cellulare 328.1535782 e 339.2161433.

Gianni Candido

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Il volontariato in ospedale

DI MARINO LIDI

omani ricorre il secondoanniversario della morte delvescovo Diego Bona. Era stato alla

guida della diocesi di Porto–Santa Rufinadal 1985 al 1992. Poi pastore di Saluzzo,ne è diventato emerito alla fine del suoservizio per raggiunti limiti età. DonDiego – così la maggior parte dei fedeli lochiamava – aveva deciso di fare ritorno indiocesi negli ultimi anni della sua vita.Risiedeva nel Centro Nazareth delMovimento Fac. Il presule era nato nelle Langhe di Cuneoa Castiglione Tinella l’11 dicembre 1926,da una famiglia contadina. Nel 1950aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale

dopo aver frequentato il seminario delladiocesi di Alba. Ha iniziato subito il suoministero nella parrocchia, servizio che loha accompagnato sempre anche dopoessere arrivato a Roma, dove era statoinviato assieme al fratello sacerdote donAlfredo. Nella Capitale è stato prima aSan Michele Arcangelo in Pietralata dovefaceva il viceparroco, intanto seguiva laGioventù Studentesca come assistente einsegnava religione nella scuole.Successivamente parroco a Stella Maris adOstia e a San Francesco Saverio allaGarbatella, dove nel 1984 ha ricevuto lanomina a vescovo di Porto–Santa Rufina.Nel corso della sua vita ha ricoperto variincarichi, tra cui Pax Christi italiana,raccogliendo l’importante eredità lasciata

da don Tonino Bello. Don Diego ha sempre fatto riferimentoalla sua devozione mariana comesorgente ed ispirazione del ministeroprima presbiterale e poi episcopale. Èstato lui, il 7 dicembre 1986 a istituire ilSantuario mariano di Nostra Signora diCeri, dando il riconoscimento dellaChiesa alla grande devozione popolareper l’icona della Madonna con bambinovenerata nella chiesa del borgo.Nel suo testamento spirituale il vescovoBona ha lasciato il ricordo del suo amoreper la Chiesa: «questa Chiesapellegrinante, di tutti, popolo di Dio, chevive nelle parrocchie, nei gruppi e neimovimenti, nelle diocesi soprattutto,facendone il solo interesse della mia vita».

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Vivo il ricordo del vescovo Diego Bonaoro Lampo» è una sortadi coro “a tempo”, nato

da un’idea di Emiliano Ciardul-li in collaborazione con il “Tea-tro Traiano Scuola d’Arte”. L’i-niziativa ha ricevuto il patroci-nio del Comune di Fiumicino. È“a tempo” perché nasce con unobiettivo, che in questa primaoccasione si concretizza nell’e-sibizione durante la Notte diBianca di Fiumicino il prossimo22 giugno. Al Coro Lampo po-tranno partecipare tutti i mag-giorenni, purché residenti al-l’interno del Comune di Fiumi-cino. Ci si iscrive in maniera

molto rapida compilando e in-viando una scheda on–line tra-mite il modulo presente nel si-to www.corolampo.it. Per l’i-scrizione dovrà essere versata,a termine della prima giornatadi prove, una quota di 10 euroche comprende il tesseramen-to all’associazione ArteMatica,la copertura assicurativa e il kitdel corista. Sono in programmacinque prove. La prima è per il24 maggio. Ciascuna di esse du-rerà circa tre ore e si svolgeran-no nella struttura del TeatroTraiano Scuola d’Arte, in via delSerbatoio, 24 a Fiumicino.

Il vescovo Bona a Ceri

«Coro lampo» a FiumicinoQuando la musica aggrega

Il vescovo Reali con alcuni bambini dopo la Messa in cattedrale

conferenze a Cerveteri

corso di formazione

11 MAGGIOBenedizione e posa della prima pietradel nuovo complesso parrocchiale diSanta Maria di Loreto a Roma,dedicato ai Santi Mario, Marta,Audìface e Abaco. Ritrovo in via Trino,alle 16.30.

19 MAGGIOAssemblea di fine anno degliinsegnanti di religione cattolica pressoil Centro pastorale diocesano, alle 9.

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 28 aprile 2019

Una veduta della necropoli etrusca

L’agenda

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