La Croce, unica speranza - diocesiportosantarufina.it · cammino verso Gerusalemme per compiere la...

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DI GIOVANNI SALSANO renta anni fa è nata da Giovanni Paolo II l’intuizione che ha creato un nuovo modo di intendere la pastorale giova- nile e illuminato nel corso degli anni il cam- mino di fede di milioni di ragazzi e ragazze sparsi nel mondo, ma uniti nel segno di Ge- sù Cristo. Un nuovo modo fatto di incontri di preghiera, festa e condivisione con i gio- vani e per i giovani, con la Chiesa e nella Chiesa, nel mondo e con il mondo. Iniziato nel 1984 e vivo ancora oggi, in questa Do- menica delle Palme, in cui si celebra la XXIX Giornata mondiale della gioventù sul tema scelto da papa Francesco Beati i poveri in spi- rito, perché di essi è il regno dei cieli. Era il 15 aprile 1984 – Domenica delle Pal- me nell’Anno Santo della Redenzione – quan- do papa Wojtyla incontrò in piazza San Pie- tro giovani provenienti da tutto il mondo, ai quali affidò, una settimana più tardi a con- clusione dell’Anno Santo, una grande croce di legno alta 3,8 metri, affinché la portasse- ro in tutto il mondo, in ogni luogo e in ogni tempo come segno dell’amore di Gesù per l’u- manità. L’anno successivo, sempre nella Domenica delle Palme, il papa polacco incontrò nuovamente i giovani in occa- sione dell’Anno internazionale della gio- ventù e a dicembre annunciò l’istituzio- ne della Giornata mondiale della gio- ventù, celebrata per la prima volta, a livello diocesano, il 23 marzo 1986 (Domenica delle Palme) sul tema Sempre pronti a ri- spondere a chiunque vi domandi ragione del- la speranza che è in voi. Nel 1987 fu la volta del primo incontro internazionale, a Buenos Aires, l’11 e 12 aprile, sul tema Noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Il cam- mino era ormai iniziato. Anno dopo an- no – intervallando incontri locali, dioce- sani, ai grandi raduni mondiali – la Gmg ha richiamato sempre più partecipanti ed è tuttora vissuta e celebrata in maniera in- tensa e festosa, nella gioia piena dell’an- nuncio del Vangelo. E per spiegare che co- sa siano le Giornate mondiali della gio- ventù è illuminante rileggere un passo del- la lettera che lo stesso Giovanni Paolo II ha scritto 18 anni fa al cardinale Eduardo Francisco Pironio in occasione del semi- nario di studio sulle Gmg promosso a C- zestochowa: «Dal primo raduno in piazza San Pietro nel 1986 – scrive papa Wojtyla – si è avviata una tradizione che vede alternar- si, di anno in anno, un appuntamento mon- diale ed uno diocesano, quasi a sottolineare l’indispensabile dinamismo dell’impegno a- postolico dei giovani, nella duplice dimensio- ne locale ed universale. Le Giornate, infatti, ac- cogliendo un’iniziativa partita dai giovani stes- si, sono nate dal deside- rio di offrire loro signi- ficativi “momenti di so- sta” nel costante pelle- grinaggio della fede, che si alimenta anche me- diante l’incontro con i coetanei di altri paesi e il confronto fra le ri- spettive esperienze». I giovani diventano così pellegrini per le strade del mondo, con l’inten- to di riportare al centro della fede e della vita lo- ro e dei loro coetanei la persona di Gesù, perché ne diventi costante pun- to di riferimento e per- ché sia anche la vera lu- ce di ogni iniziativa e di ogni impegno educati- vo verso le nuove gene- razioni: per questo, le T SEGUIRE CRISTO LA VERA FESTA ROBERTO MARTUFI Nella Domenica delle Palme la Chiesa celebra la XXIX Giornata mondiale della gioventù Un cammino di luce per milioni di giovani, in missione per essere costruttori di speranza na delle cose che colpisce della domenica delle palme è il grade movimento che si crea nello svolgersi degli eventi. Gesù dà istruzioni precise ai suoi discepoli che vanno e trovano quanto il maestro ha detto loro; lui stesso si mette in cammino verso Gerusalemme per compiere la sua ora; la gente che lo segue, lo osanna e fa festa intorno a lui. Un gran “trambusto” per colui che da lì a poco avrebbero visto morire su quella croce richiesta per loro stesso volere. Ma cosa spinge tutto questo agitarsi? In fondo, a detta dei vangeli, non era la prima volta che Gesù si recava a Gerusalemme. Già altre volte e con non poco rumore lui era entrato nella città santa e aveva dato prova di chi fosse; aveva guarito il cieco, cacciato i mercanti e fatto altri segni atti a consolidare i suoi discorsi per rivelare il suo essere figlio di Dio dicendo in maniera forte di essere la via, la verità e la vita. Tutto questo ha portato, da una parte, la gente a riconoscerlo, o almeno a intuire, che fosse un grande uomo venuto da Dio e, dall’altra parte, i capi del popolo ad iniziare a organizzare la sua morte. Esaltandolo, anche se non volendo, il popolo ha compiuto un gesto profetico; ha annunciato, con l’osanna, l’inizio dell’ora della sua gloria che si sarebbe compiuta sulla croce. Parole profetiche che hanno creato vita, gioia e festa intorno a colui che sarebbe diventato fonte di salvezza nel modo che nessun più impensabile. Un movimento che, di fronte alla verità dei fatti, prende due direzioni: restare chiusi nei propri desideri umani o aprirsi alla logica della croce. In fondo a chi non piace restare in un ambiente dove si fa festa e non si deve pensare a troppe cose se non a divertirsi e, quando arriva l’imprevisto che distrugge l’armonia, subito ci si incupisce e si volta le spalle a tutto; ma l’ingresso solenne, come preludio della passione, fa volgere lo sguardo ad un altro tipo di festa: quella che viene dallo scegliere di seguire il Signore comprendendo la croce e accettandola in pienezza. In questa linea allora deve essere vissuta la memoria dell’ingresso a Gerusalemme. Facendo eco alle parole della liturgia: «Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore, e avviamoci in pace» dobbiamo imparare a camminare verso colui che da lì a poco andrà a celebrare la Pasqua con i suoi facendola diventare offerta di sé; andrà a subire l’umiliazione del processo e della croce ma che darà voce alla vita nella luce della Pasqua. Un gran movimento quindi! Un movimento che non si deve fermare all’osanna di un momento ma deve continuare fino a dentro la tomba vuota e passare per la croce. Ecco allora che nella folla profetica di allora dobbiamo rispecchiarci e diventare voce continua e costante di quel Dio che ha preso la morte su di sé per donarci la vita. Proprio alla luce della profezia di questo giorno Giovanni Paolo II ha legato la Giornata Mondiale della Gioventù, segno profetico e gioioso del credere in Dio da parte dei giovani profezia del domani per il mondo. U Giornate appaiono come un continuo e in- sistente invito a fondare la propria vita e la propria fede sulla roccia che è Gesù Cristo. «Nei giovani – prosegue Giovanni Paolo II – la Chiesa vede se stessa e la sua missione fra gli uomini; con loro accoglie le sfide del fu- turo, consapevole che l’intera umanità ha bi- sogno di una rinnovata giovinezza dello spi- rito. Questo pellegrinaggio del popolo gio- vane costruisce ponti di fraternità e di spe- ranza tra i continenti, i popoli e le culture. È un cammino sempre in atto. Come la vita. Come la giovinezza. Col passare degli anni, le Giornate Mondiali della Gioventù hanno confermato di non essere riti convenziona- li, ma eventi provvidenziali, occasioni per i giovani di professare e proclamare con cre- scente gioia la fede in Cristo. Ritrovandosi, essi possono interrogarsi insieme sulle aspi- razioni più intime, sperimentare la comu- nione con la Chiesa, impegnarsi nell’urgen- te compito della nuova evangelizzazione». E la nuova evangelizzazione, nella gioia del- l’annuncio del Vangelo, è anche uno dei te- mi più cari a papa Francesco. Un altro è la povertà. E non è un caso, allora, che il primo tema scelto da Francesco per la Giornata mondiale della gioventù, che la Chiesa cele- bra oggi, sia Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli: prima di tre riflessioni sulle beatitudini che il pontefice condividerà con i giovani in vista del prossimo raduno mondiale di Cracovia nel 2016. «In un tem- po in cui tante persone soffrono a causa del- la crisi economica – scrive Francesco nel suo messaggio per la Gmg – accostare povertà e felicità può sembrare fuori luogo. In che senso possiamo concepire la povertà come una benedizione? Prima di tutto cer- cate di essere liberi nei confronti delle cose. Il Signore ci chiama a uno stile di vita evan- gelico segnato dalla sobrietà, a non cedere al- la cultura del consumo. Si tratta di cercare l’es- senzialità, di imparare a spogliarci di tante cose superflue e inutili che ci soffocano. La beatitudine dei poveri in spirito orienta il no- stro rapporto con Dio, con i beni materiali e con i poveri. Davanti all’esempio e alle pa- role di Gesù, avvertiamo quanto abbiamo bisogno di conversione, di far sì che sulla lo- gica dell’avere di più prevalga quella dell’es- sere di più». Francesco tra i disabili apa Francesco si recherà Giovedì San- to al Centro Santa Maria della Provvi- denza della Fondazione Don Gnocchi, a Roma, per la Messa «in coena DominiN du- rante la quale laverà i piedi a dodici ospi- ti disabili. Un anno fa, nella stessa occa- sione, il Pontefice si era recato nel carcere minorile di Casal del Marmo (poco lonta- no dal Centro Santa Maria della Provvi- denza, nello stesso quartiere Casalotti, nel- la periferia nord-ovest della capitale) per lavare i piedi a dodici giovani detenuti. Al- la celebrazione della Messa in Coena Do- mini, che avrà inizio alle 17.30, partecipe- ranno gli ospiti con i loro familiari e il per- sonale del Don Gnocchi, logopedisti, psi- cologi, fisioterapisti, medici e infermieri. Il Centro Don Gnocchi è all’avanguardia nel- la riabilitazione motoria e nella ricerca sul- le terapie riabilitative. P Giovedì Santo L’arrivo della «Croce dei giovani» all’ultima Gmg di Rio De Janeiro ALBANO EDUCATORI E CAMPIONI a pagina 3 ANAGNI-ALATRI UNA «LAUDA» SENZA TEMPO a pagina 4 C. CASTELLANA DOVE L’AMORE SI FA SERVIZIO a pagina 5 CIVITAVECCHIA COSTRUIRE FRATERNITÀ a pagina 6 FROSINONE MAI INDIFFERENTI DAVANTI DOLORE a pagina 7 GAETA LA PASSIONE DI GESÙ a pagina 8 LATINA CROCIATA INCONTRA LE CONFRATERNITE a pagina 9 PALESTRINA «LA PASQUA DAL VIVO» a pagina 10 PORTO-S. RUFINA LA CHIESA DEL QUARTIERE a pagina 11 SORA UN «CENTRO» PER I GIOVANI a pagina 13 TIVOLI GRANDE SUCCESSO DEL «FESTIVAL» a pagina 14 LAZIO SETTE omenica scorso c’è stato un incontro in parrocchia. Abbiamo parlato di morte e di risurrezione. Meglio, della morte e del- la risurrezione di Gesù. Qualcuno c’è rimasto un po’ male per il fat- to che l’annuncio del Vangelo è annuncio di una morte. “La fede è gioia!” si diceva “La croce, invece, è qualcosa di lugubre, di triste”. Vangelo, questo, difficile per noi cristiani di questo tempo così se- gnato dall’edonismo da sembrarci un’eresia questa verità. La con- seguenza è quella che spesso viviamo nei nostri ambienti di Chie- sa: togliamo la Croce. Rendiamo Gesù simpatico, accettabile. Ma, sarà mai possibile avere un cristianesimo con la Croce tra parente- si? Se è vero, come diceva don Tonino Bello, che la Croce è una “col- locazione provvisoria”, è altrettanto vero che è ineliminabile dalla vita e dall’annuncio della salvezza. La questione, allora, è: può coe- sistere la gioia con la morte in croce del Signore? O bisogna sce- gliere tra le due? L’annuncio evangelico della domenica delle Pal- me ci risponde: la gioia cristiana è tutta nella Croce, nella morte del Figlio di Dio per noi. Perfino nella Risurrezione Gesù è il croci- fisso. È il Crocifisso risorto. Se non fosse così la nostra sarebbe una salvezza finta, posticcia: solo chi è sfortunato abbraccia la sua cro- ce e va avanti. E invece… tutti Gesù attende sulla Croce per con- durci alla vita e alla gioia vera. Per giungere alla vita non c’è altra via che la morte. Non c’è altro modo di assaporare la gioia, che la- sciarsi immergere nella Croce del Signore. E così la fede della Chie- sa ci fa cantare: “Ave, o Croce. Tu sei l’unica speranza”. Francesco Guglietta D NELLE DIOCESI RIETI LA MINACCIA DELLE LUDOPATIE a pagina 12 La Croce, unica speranza Domenica, 13 aprile 2014 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 LINEE GUIDA ABUSI, MAI PIÙ a pagina 2 INCHIESTA Pellegrini e testimoni

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DI GIOVANNI SALSANO

renta anni fa è nata da Giovanni PaoloII l’intuizione che ha creato un nuovomodo di intendere la pastorale giova-

nile e illuminato nel corso degli anni il cam-mino di fede di milioni di ragazzi e ragazzesparsi nel mondo, ma uniti nel segno di Ge-sù Cristo. Un nuovo modo fatto di incontridi preghiera, festa e condivisione con i gio-vani e per i giovani, con la Chiesa e nellaChiesa, nel mondo e con il mondo. Iniziatonel 1984 e vivo ancora oggi, in questa Do-menica delle Palme, in cui si celebra la XXIXGiornata mondiale della gioventù sul temascelto da papa Francesco Beati i poveri in spi-rito, perché di essi è il regno dei cieli.Era il 15 aprile 1984 – Domenica delle Pal-me nell’Anno Santo della Redenzione – quan-do papa Wojtyla incontrò in piazza San Pie-tro giovani provenienti da tutto il mondo, aiquali affidò, una settimana più tardi a con-clusione dell’Anno Santo, una grande crocedi legno alta 3,8 metri, affinché la portasse-ro in tutto il mondo, in ogni luogo e in ognitempo come segno dell’amore di Gesù per l’u-manità. L’anno successivo, sempre nellaDomenica delle Palme, il papa polaccoincontrò nuovamente i giovani in occa-sione dell’Anno internazionale della gio-ventù e a dicembre annunciò l’istituzio-ne della Giornata mondiale della gio-ventù, celebrata per la prima volta, a livellodiocesano, il 23 marzo 1986 (Domenicadelle Palme) sul tema Sempre pronti a ri-spondere a chiunque vi domandi ragione del-la speranza che è in voi.Nel 1987 fu la volta del primo incontrointernazionale, a Buenos Aires, l’11 e 12aprile, sul tema Noi abbiamo conosciuto ecreduto all’amore che Dio ha per noi. Il cam-mino era ormai iniziato. Anno dopo an-no – intervallando incontri locali, dioce-sani, ai grandi raduni mondiali – la Gmgha richiamato sempre più partecipanti edè tuttora vissuta e celebrata in maniera in-tensa e festosa, nella gioia piena dell’an-nuncio del Vangelo. E per spiegare che co-sa siano le Giornate mondiali della gio-ventù è illuminante rileggere un passo del-la lettera che lo stesso Giovanni Paolo IIha scritto 18 anni fa al cardinale EduardoFrancisco Pironio in occasione del semi-nario di studio sulle Gmg promosso a C-zestochowa: «Dal primo raduno in piazzaSan Pietro nel 1986 – scrive papa Wojtyla –si è avviata una tradizione che vede alternar-si, di anno in anno, un appuntamento mon-diale ed uno diocesano, quasi a sottolinearel’indispensabile dinamismo dell’impegno a-postolico dei giovani,nella duplice dimensio-ne locale ed universale.Le Giornate, infatti, ac-cogliendo un’iniziativapartita dai giovani stes-si, sono nate dal deside-rio di offrire loro signi-ficativi “momenti di so-sta” nel costante pelle-grinaggio della fede, chesi alimenta anche me-diante l’incontro con icoetanei di altri paesi eil confronto fra le ri-spettive esperienze». Igiovani diventano cosìpellegrini per le stradedel mondo, con l’inten-to di riportare al centrodella fede e della vita lo-ro e dei loro coetanei lapersona di Gesù, perchéne diventi costante pun-to di riferimento e per-ché sia anche la vera lu-ce di ogni iniziativa e diogni impegno educati-vo verso le nuove gene-razioni: per questo, le

TSEGUIRE CRISTO

LA VERA FESTA

ROBERTO MARTUFI

Nella Domenica delle Palme la Chiesa celebra la XXIX Giornata mondiale della gioventùUn cammino di luce per milioni di giovani, in missione per essere costruttori di speranza

na delle cose che colpisce delladomenica delle palme è il grademovimento che si crea nello

svolgersi degli eventi. Gesù dàistruzioni precise ai suoi discepoli chevanno e trovano quanto il maestro hadetto loro; lui stesso si mette incammino verso Gerusalemme percompiere la sua ora; la gente che losegue, lo osanna e fa festa intorno a lui.Un gran “trambusto” per colui che dalì a poco avrebbero visto morire suquella croce richiesta per loro stessovolere. Ma cosa spinge tutto questoagitarsi? In fondo, a detta dei vangeli,non era la prima volta che Gesù sirecava a Gerusalemme. Già altre volte econ non poco rumore lui era entratonella città santa e aveva dato prova dichi fosse; aveva guarito il cieco,cacciato i mercanti e fatto altri segniatti a consolidare i suoi discorsi perrivelare il suo essere figlio di Diodicendo in maniera forte di essere lavia, la verità e la vita. Tutto questo haportato, da una parte, la gente ariconoscerlo, o almeno a intuire, chefosse un grande uomo venuto da Dioe, dall’altra parte, i capi del popolo adiniziare a organizzare la sua morte.Esaltandolo, anche se non volendo, ilpopolo ha compiuto un gestoprofetico; ha annunciato, con l’osanna,l’inizio dell’ora della sua gloria che sisarebbe compiuta sulla croce. Paroleprofetiche che hanno creato vita, gioiae festa intorno a colui che sarebbediventato fonte di salvezza nel modoche nessun più impensabile. Unmovimento che, di fronte alla verità deifatti, prende due direzioni: restarechiusi nei propri desideri umani oaprirsi alla logica della croce. In fondoa chi non piace restare in un ambientedove si fa festa e non si deve pensare atroppe cose se non a divertirsi e,quando arriva l’imprevisto chedistrugge l’armonia, subito ci siincupisce e si volta le spalle a tutto; mal’ingresso solenne, come preludio dellapassione, fa volgere lo sguardo ad unaltro tipo di festa: quella che vienedallo scegliere di seguire il Signorecomprendendo la croce e accettandolain pienezza. In questa linea allora deveessere vissuta la memoria dell’ingressoa Gerusalemme. Facendo eco alleparole della liturgia: «Imitiamo, fratellicarissimi, le folle di Gerusalemme, cheacclamavano Gesù, Re e Signore, eavviamoci in pace» dobbiamoimparare a camminare verso colui cheda lì a poco andrà a celebrare la Pasquacon i suoi facendola diventare offertadi sé; andrà a subire l’umiliazione delprocesso e della croce ma che darà vocealla vita nella luce della Pasqua. Ungran movimento quindi! Unmovimento che non si deve fermareall’osanna di un momento ma devecontinuare fino a dentro la tombavuota e passare per la croce. Ecco allorache nella folla profetica di alloradobbiamo rispecchiarci e diventarevoce continua e costante di quel Dioche ha preso la morte su di sé perdonarci la vita. Proprio alla luce dellaprofezia di questo giorno GiovanniPaolo II ha legato la GiornataMondiale della Gioventù, segnoprofetico e gioioso del credere in Dioda parte dei giovani profezia deldomani per il mondo.

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Giornate appaiono come un continuo e in-sistente invito a fondare la propria vita e lapropria fede sulla roccia che è Gesù Cristo.«Nei giovani – prosegue Giovanni Paolo II –la Chiesa vede se stessa e la sua missione fragli uomini; con loro accoglie le sfide del fu-

turo, consapevole che l’intera umanità ha bi-sogno di una rinnovata giovinezza dello spi-rito. Questo pellegrinaggio del popolo gio-vane costruisce ponti di fraternità e di spe-ranza tra i continenti, i popoli e le culture. Èun cammino sempre in atto. Come la vita.Come la giovinezza. Col passare degli anni,le Giornate Mondiali della Gioventù hannoconfermato di non essere riti convenziona-li, ma eventi provvidenziali, occasioni per igiovani di professare e proclamare con cre-scente gioia la fede in Cristo. Ritrovandosi,essi possono interrogarsi insieme sulle aspi-razioni più intime, sperimentare la comu-nione con la Chiesa, impegnarsi nell’urgen-te compito della nuova evangelizzazione».E la nuova evangelizzazione, nella gioia del-l’annuncio del Vangelo, è anche uno dei te-mi più cari a papa Francesco. Un altro è lapovertà. E non è un caso, allora, che il primotema scelto da Francesco per la Giornatamondiale della gioventù, che la Chiesa cele-bra oggi, sia Beati i poveri in spirito, perché di

essi è il regno dei cieli: prima di tre riflessionisulle beatitudini che il pontefice condivideràcon i giovani in vista del prossimo radunomondiale di Cracovia nel 2016. «In un tem-po in cui tante persone soffrono a causa del-la crisi economica – scrive Francesco nel suomessaggio per la Gmg – accostare povertà efelicità può sembrare fuori luogo.In che senso possiamo concepire la povertàcome una benedizione? Prima di tutto cer-cate di essere liberi nei confronti delle cose.Il Signore ci chiama a uno stile di vita evan-gelico segnato dalla sobrietà, a non cedere al-la cultura del consumo. Si tratta di cercare l’es-senzialità, di imparare a spogliarci di tantecose superflue e inutili che ci soffocano. Labeatitudine dei poveri in spirito orienta il no-stro rapporto con Dio, con i beni materiali econ i poveri. Davanti all’esempio e alle pa-role di Gesù, avvertiamo quanto abbiamobisogno di conversione, di far sì che sulla lo-gica dell’avere di più prevalga quella dell’es-sere di più».

Francesco tra i disabiliapa Francesco si recherà Giovedì San-to al Centro Santa Maria della Provvi-

denza della Fondazione Don Gnocchi, aRoma, per la Messa «in coena DominiN du-rante la quale laverà i piedi a dodici ospi-ti disabili. Un anno fa, nella stessa occa-sione, il Pontefice si era recato nel carcereminorile di Casal del Marmo (poco lonta-no dal Centro Santa Maria della Provvi-denza, nello stesso quartiere Casalotti, nel-la periferia nord-ovest della capitale) perlavare i piedi a dodici giovani detenuti. Al-la celebrazione della Messa in Coena Do-mini, che avrà inizio alle 17.30, partecipe-ranno gli ospiti con i loro familiari e il per-sonale del Don Gnocchi, logopedisti, psi-cologi, fisioterapisti, medici e infermieri. IlCentro Don Gnocchi è all’avanguardia nel-la riabilitazione motoria e nella ricerca sul-le terapie riabilitative.

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Giovedì Santo

L’arrivo della «Croce dei giovani» all’ultima Gmg di Rio De Janeiro

◆ ALBANOEDUCATORIE CAMPIONI

a pagina 3

◆ ANAGNI-ALATRIUNA «LAUDA»SENZA TEMPO

a pagina 4

◆ C. CASTELLANADOVE L’AMORESI FA SERVIZIO

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◆ CIVITAVECCHIACOSTRUIREFRATERNITÀ

a pagina 6

◆ FROSINONEMAI INDIFFERENTIDAVANTI DOLORE

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◆ GAETALA PASSIONEDI GESÙ

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◆ LATINACROCIATA INCONTRALE CONFRATERNITE

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◆ PALESTRINA«LA PASQUADAL VIVO»

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINALA CHIESADEL QUARTIERE

a pagina 11

◆ SORAUN «CENTRO»PER I GIOVANI

a pagina 13

◆ TIVOLIGRANDE SUCCESSODEL «FESTIVAL»

a pagina 14

LAZIOSETTE

omenica scorso c’è stato un incontro in parrocchia. Abbiamoparlato di morte e di risurrezione. Meglio, della morte e del-

la risurrezione di Gesù. Qualcuno c’è rimasto un po’ male per il fat-to che l’annuncio del Vangelo è annuncio di una morte. “La fede ègioia!” si diceva “La croce, invece, è qualcosa di lugubre, di triste”.Vangelo, questo, difficile per noi cristiani di questo tempo così se-gnato dall’edonismo da sembrarci un’eresia questa verità. La con-seguenza è quella che spesso viviamo nei nostri ambienti di Chie-sa: togliamo la Croce. Rendiamo Gesù simpatico, accettabile. Ma,sarà mai possibile avere un cristianesimo con la Croce tra parente-si? Se è vero, come diceva don Tonino Bello, che la Croce è una “col-locazione provvisoria”, è altrettanto vero che è ineliminabile dallavita e dall’annuncio della salvezza. La questione, allora, è: può coe-sistere la gioia con la morte in croce del Signore? O bisogna sce-gliere tra le due? L’annuncio evangelico della domenica delle Pal-me ci risponde: la gioia cristiana è tutta nella Croce, nella mortedel Figlio di Dio per noi. Perfino nella Risurrezione Gesù è il croci-fisso. È il Crocifisso risorto. Se non fosse così la nostra sarebbe unasalvezza finta, posticcia: solo chi è sfortunato abbraccia la sua cro-ce e va avanti. E invece… tutti Gesù attende sulla Croce per con-durci alla vita e alla gioia vera. Per giungere alla vita non c’è altravia che la morte. Non c’è altro modo di assaporare la gioia, che la-sciarsi immergere nella Croce del Signore. E così la fede della Chie-sa ci fa cantare: “Ave, o Croce. Tu sei l’unica speranza”.

Francesco Guglietta

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NELLE DIOCESI

◆ RIETILA MINACCIADELLE LUDOPATIE

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La Croce, unica speranza

Domenica, 13 aprile 2014

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

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INCHIESTA

Pellegrini e testimoni

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«In spiritodi giustizia»stare vicinialle vittime

Le Linee guida della Cei per gli abusi sui minori chiamano all’impegno tutta la comunità per prevenire e contrastare il «grave fenomeno»

Leone XIII

L’udienzaprivataper celebrareil camminopluricentenariodel collegioche Leone XIIIvolle al serviziodelle diocesidi tutto il Lazio

Il «Leoniano» di Roma in visita a Francescouperiori e alunni del pontificioCollegio Leoniano sarannoricevuti domani in udienza

particolare da Papa Francesco.Occasione per questo straordinarioincontro è il centenario dell’arrivo alLeoniano dei seminaristi delle diocesisuburbicarie, diciassette anni dopo lafondazione. Era stato Papa LeoneXIII, con la lettera Etsi paternam del 22agosto 1897, a fondare il CollegioLeoniano di Anagni come “istitutosuperiore” a servizio delle diocesi diAnagni, Segni, Ferentino, Alatri, diAquino, Sora e Pontecorvo, diTerracina, Piperno e Sezze, cheformavano «la provincia ecclesiasticadi Campania, detta anche provinciaromana». In seguito si aggiunsero lediocesi di Cassino, Subiaco e Tivoli. Il28 ottobre 1897 fu solennementeinaugurato. Il Papa, con il motuproprio Ad praeclaras laudes del 22

S agosto 1897 aveva affidato ladirezione dell’istituto ai padri gesuitie concedeva la facoltà di conferirvi igradi accademici, laurea compresa, infilosofia e teologia. Dal 1897 al 1984il Leoniano fu retto dai gesuiti e moltiprofessori, che poi diventarono notialla Gregoriana e in altre famoseuniversità, iniziarono l’insegnamentoad Anagni. Nel 1913 anche i cardinalivescovi suburbicari scelsero ilCollegio Leoniano come loroseminario maggiore interdiocesano.Nel 1928 il Leoniano fu ampliato conl’innalzamento a lato sud–estdell’edificio di una nuova ala. Il 15novembre 1933 per le diocesi delLazio nord venne aperto il Seminarioregionale “Pio XI” presso il santuariodella Quercia di Viterbo. Dall’ottobre1953 l’arcidiocesi di Gaeta iniziò adinviare al Leoniano i propriseminaristi che si aggiunsero a quelli

delle diocesi suburbicarie e del Laziosud. L’ultimo rettore gesuita fu dal1979 al 1984 padre Cesare Iori, maalcuni padri rimasero ancora adAnagni. Dal 21 giugno 1984 ladirezione del Leoniano, perdisposizione della ConferenzaEpiscopale Laziale, venne trasferita alclero diocesano. Primo rettore nongesuita, ex alunno della diocesisuburbicaria di Porto–S. Rufina oltreche docente, è stato dal 1984 al 1993mons. Lino Fumagalli. Dal 1993 al1999 è stato rettore mons. FrancescoLambiasi, ex alunno della diocesi diLatina–Terracina–Sezze–Priverno edocente. “Con decreto del 21 giugno1995, la Congregazione perl’Educazione Cattolica ha erettol’Istituto Teologico Leoniano,aggregato al Teresianum, aprendonele porte anche ai religiosi e ai laici, iquali possono ottenervi il grado

accademico” del Baccalaureato inTeologia, e dopo un biennio, laLicenza in Teologia, con laspecializzazione in “Ecclesiologiapastorale”. Dal 1999 al 2005 è statorettore del Seminario mons. GiacomoIncitti, anch’egli ex alunno delladiocesi di Frosinone–Veroli–Ferentino e docente di DirittoCanonico. Dal 27 ottobre 2003 èiniziato il Propedeutico, il cui primoresponsabile è stato mons. LeonardoD’Ascenzo, ex alunno della diocesi diVelletri–Segni e docente, oltre cheprimo padre spirituale del clerodiocesano, dopo la scomparsa di p.Mario Rosin, l’ultimo gesuita rimastoal Leoniano e deceduto il 29 aprile1991. Nel 2005 è nominato rettoredon Gianni Checchinato, ex alunnodella diocesi di Latina–Terracina–Sezze–Priverno e docente.

(M.d.S.)

DI GIORGIO D’AQUINO

avanti al «triste e grave fenomeno de-gli abusi sessuali nei confronti di mi-nori da parte di chierici», tutta la co-

munità ecclesiale è chiamata a «un rinnova-to impegno» per affrontare la questione «conspirito di giustizia».E’ da questa premessa che le Linee guida va-rate dalla Conferenza episcopale per contra-stare le vicende di abuso, e già da qui si ca-pisce che, al di là delle molte e pretestuosepolemiche qua e là sollevate circa la presun-ta inadeguatezza del testo rispetto alla pre-mura sollecitata da Benedetto XVI e, oggi, daFrancesco, il documento dei vescovi italianiva, al contrario, ben al fondo della questio-ne, proprio a partire dall’affermazione checasi simili sono un problema per l’intera co-munità, e dettando i cardini intorno a cui o-

Dgni diocesi deve impostare la propria azione.Cardini che, sinteticamente, si possono rias-sumere in alcuni criteri ben precisi: innanzi-tutto la protezione dei minori, la premuraverso le vittime degli abusi, che «sempre» de-vono essere ascoltati dal vescovo, la forma-zione dei futuri sacerdoti e procedute im-mediate e veloci di fronte alle denunce, conl’«obbligo morale» per l’Ordinario diocesa-no – obbligo che, tanto più mancando unaspecifica norma in proposito nel Codice ita-liano, è ben più cogente di qualsiasi imposi-zione di legge – di collaborare con l’autoritàcivile nel perseguire il chierico che si fossemacchiato di una simile, orrenda colpa.Così, «il vescovo che riceva la denuncia di unabuso deve essere sempre disponibile ad a-scoltare la vittima e i suoi familiari, assicu-rando ogni cura nel trattare il caso secondogiustizia e impegnandosi a offrire sostegno

spirituale e psicologico, nel rispetto della li-bertà della vittima di intraprendere le inizia-tive giudiziarie che riterrà più opportune».Sul fronte della prevenzione, insieme alla vi-gilanza costante sulle realtà territoriali, «unaspeciale cura deve essere posta nel discerni-mento vocazionale dei candidati al ministe-ro ordinato e delle persone consacrate, nel-l’iter di preparazione al diaconato e al pre-sbiterato». Piena osservanza deve essere as-sicurata alle previsioni contenute nel “De-creto generale circa l’ammissione in semi-nario di candidati provenienti da altri se-minari o famiglie religiose” della Cei (27marzo 1999), riservando una rigorosa at-tenzione allo scambio d’informazioni inmerito a quei candidati al sacerdozio o allavita religiosa che si trasferiscono da un se-minario all’altro, tra diocesi diverse o tra I-stituti religiosi e diocesi».

Le direttive previste dalle Linee guidamettono al primo posto l’impegno allaprotezione dei minori e alla prevenzionea partire dalla formazione dei sacerdoti

In Regione carceri ancora sovraffollateDI REMIGIO RUSSO

e quattordici carceri del Lazio conti-nuano ad essere affollate di detenu-ti, ben oltre la capacità ricettiva del-

le stesse strutture. Una situazione tale no-nostante il decreto “Svuota carceri” pre-sentato a fine 2013 dall’allora ministrodella Giustizia Annamaria Cancellieri. Inumeri parlano chiaro, almeno per il Ga-rante dei detenuti del Lazio, Angiolo Mar-roni, il quale basandosi sui dati del Di-partimento dell’Amministrazione Peni-tenziaria ha spiegato che «negli ultimidue mesi, infatti, i detenuti della Regio-

Lne sono diminuiti di sole 87 unità, atte-standosi a quota 6.769 presenze». Infat-ti, da febbraio ad aprile i detenuti sonopassati da 6.856 a 6.769, rispetto al pri-mo dicembre 2013 le presenze sono di-minuite di 331 unità. Il Lazio continua co-sì ad essere la terza regione italiana pernumero di detenuti dopo Lombardia(8.698 reclusi) e Campania (7.781). «C’èun calo delle presenze – ha continuato ilGarante – tuttavia la diminuzione è in-sufficiente a riportare il sovraffollamen-to entro limiti accettabili e a garantirestandard minimi di qualità di vita negliistituti di pena». Una speranza è riposta

nelle norme approvate di recente in viadefinitiva dalla Camera con cui sarannoridotti il numero dei reati penali e previ-ste forme di pena diverse dal carcere (de-tenzione domiciliare, lavori di pubblicautilità, affidamento al servizio sociale).«Misure importanti molte delle quali,però, sono oggetto di delega al Governoe dunque, per essere operative debbonopassare dall’adozione di decreti legislati-vi da parte dell’esecutivo. Ora tutto è nel-le mani del presidente del Consiglio Mat-teo Renzi per far sì che tutte le speranzenon finiscano in una ennesima delusio-ne», ha concluso il Garante.

Sul fronte del giudizioe Linee guida illustrano i profili canonistici di fronte anotizie di condotte illecite da parte di presbiteri. Esse

prevedono lo svolgimento di una «indagine previa» e lemodalità di procedura in caso di riscontrata veridicità deifatti con la conclusione delle eventuali misure canonicheda applicarsi nei confronti di un chierico riconosciutocolpevole, «fra cui la più grave è la dimissione dallo statoclericale». Agli Ordinari «è affidato il primo grado delprocesso penale, da compiere secondo le indicazionidella Congregazione per la Dottrina della Fede, la qualecostituisce il Tribunale di seconda istanza. È necessariopertanto che in ogni diocesi sia costituito il Tribunalediocesano», composto, per questi casi, «da un collegio ditre giudici, dal promotore di giustizia e dal notaio».

L

Alla scoperta della storia del Novecento con Vittorio Foa

DI SIMONA GIONTA

llora forse (dico forse) riesco acontribuire a che ciascuno troviuna risposta». Così scriveva

Vittorio Foa nel suo libro “QuestoNovecento”. In fondo, con la sua grandedote di divulgatore storico, aveva previstoche le sue parole e le sue attività sarebberodiventate un monito per il futuro. Ci sonouomini che non si dimenticano, entranonella storia perché hanno fatto la storia, così

è accaduto e accade per Vittorio Foa,senatore, sindacalista, padre costituente,divulgatore storico, antifascista: «Adesso siscandalizzano se vedono volare pugni. Maanche allora succedevano queste cose: peròil pomeriggio, tutti insieme, facevamo laCostituzione». Ha guardato con occhiocritico il secolo breve, lo ha scrutato, vissutoe raccontato magistralmente nelle sue opere,ai giovani e agli studenti. Una missione chenon poteva terminare con la sua scomparsacinque anni fa. Il Comune di Formia, cittàche Foa amava e in cui ha trascorso granparte della sua vita, in collaborazione conl’Ipab SS. Annunziata e la Fondazione AlzaiaOnlus, ha bandito la I Edizione del Premiointernazionale in memoria di unopersonaggi più emblematici del secoloscorso. Attraverso la sua figura si intendefavorire la valorizzazione dello studio dellastoria del Novecento; stimolare la ricerca edincentivare gli studi sulla recente storia

politica italiana ed internazionale;promuovere nelle nuove generazioni ilpiacere della lettura, in particolare di storiedi vita di protagonisti del Novecento eincoraggiare la riflessione critica e storica.Tre le sezioni e cinque i premi: “QuestoNovecento” per le tesi di laurea magistrale odottorato di ricerca e le composizioni(poesia, racconti, saggi teatrali …), “Ritornoall’individuo” per i cortometraggi e ireportage fotografici, il “Premio specialedella giuria Vittorio Foa” attribuito ognianno a persone e associazioni che abbianocontribuito a tenere viva la memoria del‘900 e a lottare per il rispetto, il dialogo e laconvivenza. Per il vincitore di tutte le sezioniè previsto un voucher di 3000 euro tranneper il premio speciale della giuria cheammonta a 5000 euro. Come vuole lareligione ebraica oggi sulla tomba diVittorio Foa nel cimitero di Formia sivedono solo pietre, e non fiori: i mattoni diqualcosa che ancora si può costruire, unanuova consapevolezza del ‘900 e di quelloche ha rappresentato. Non fatti, non date,ma persone.

Quella casa a Castelforte

«Negli ultimi anni ha avutoper me molta importanza lacasa di campagna diCastelforte, di fronte al golfodi Gaeta, luogo per mecarico di amicizie, di affetti.Non so se questo mio statod’animo mi porti a vedere ilmondo più bello di quelloche esso è. Può darsi. Io soche il mondo non è bello, soanche che io sto perdendo lemie forze. Ma un vecchionon deve scambiare la suadebolezza con la debolezzadel mondo: se egli non è piùcapace di sperare altri nesono capaci. Credo che lanostalgia, che è unsentimento naturale dellavecchiaia, non deve volgersisolo al passato».

Vittorio Foa

Pubblicato il bando del premiointernazionale in memoriadell’intellettuale e politicoche del «secolo breve»fu grande cronista e critico

Antonio De Lutioè deceduto lunedì

na lunga malattia, e unalunga lotta, nella lucida

consapevolezza che sarebbestata difficile. Lo è stato, e allafine ha dovuto arrendersi.Antonio De Lutio è decedutocosì, all’alba di lunedì scorso, a75 anni. Fondatore einstancabile motore della“Adel”, aveva seguito conpassione e dedizione la nascitadel primo «Lazio 7»,accompagnandone con grandegenerosità per tanti anni ilpercorso, guadagnandosi lastima e la riconoscenza di tutticoloro con i quali ha collaboratoper tanti anni. Alla moglieGiuseppina e ai figli Vincenzo eOttavio l’abbraccio di tutta la“famiglia” di «Lazio7».

La Redazione

U

lutto

il diritto l’emergenza

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 13 aprile 2014

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Page 3: La Croce, unica speranza - diocesiportosantarufina.it · cammino verso Gerusalemme per compiere la sua ora; la gente che lo segue, lo osanna e fa festa intorno a lui. ... prima di

Ladispoli

I giovani in cammino a Santiago de CompostelaDI SERENA CAMPITIELLO

ra le proposte estive che la diocesi rivol-ge ai giovani, quest’anno c’è il Cammi-no di Santiago. Dopo gli esercizi spiri-

tuali a La Verna nel mese di marzo, si sta for-mando un nuovo gruppo di pellegrini perraggiungere Compostela. Le origini del cam-mino risalgono al Medioevo quando alcunipellegrini cristiani attraversano la Francia e laSpagna, per giungere al santuario di Santiagodi Compostela, presso cui nel IX secolo fu ri-trovata la tomba dell’apostolo Giacomo chedopo la resurrezione di Cristo per molti an-ni girò la penisola iberica per compiere l’o-pera di evangelizzazione. Tornato in Palesti-na fu fatto decapitare dal re Erode Agrippa. Isuoi discepoli ne raccolsero il corpo e lo tra-sportarono segretamente con una nave neiluoghi della predicazione. Sbarcati nei pressidi Finisterre si addentrarono in Galicia e glidiedero sepoltura. Nei secoli successivi si per-

Tse traccia del sepolcro. Nell’anno 813 l’ere-mita Pelayo vide, per molti giorni successivi,una pioggia di stelle cadere sopra un colle. U-na notte gli apparve in sogno San Giacomoche gli svelò che il luogo delle luci indicavala sua tomba. L’abate rimosse la terra che neisecoli si era depositata e scoprì il sepolcro. Nediede notizia al vescovo locale Teodomiro checonfermò la veridicità dell’accaduto. La noti-zia giunse presto al papa ed ai principali so-vrani cattolici dell’epoca. Di qui iniziò il cul-to di Santiago (il nome è la contrazione di SanGiacomo). Fu costruita una piccola chiesa sulluogo del sepolcro; ben presto sorse intornouna città che fu denominata Santiago de Com-postela (da campus stellae). San Giacomo di-venne il simbolo ed il protettore dei cristianispagnoli contro la dominazione dei Mori. Su-bito dopo la scoperta del sepolcro iniziaronoi pellegrinaggi. I pellegrini confluivano quida ogni parte d’Europa: la via lattea indicavala direzione da seguire. Il flusso in alcune e-

poche divenne imponente, tutt’ora il camminoè meta ogni anno per molti pellegrini di ogni etàe provenienza. Sebbene le motivazioni che spin-gono i partecipanti possono essere le più dispa-rate, questa iniziativa della Pastorale Giovanile sipresenta come un viaggio non solo fisico ma so-prattutto spirituale per offrire un’esperienza dicrescita interiore aiutando chi è in cerca e si po-ne domande e chi vuole rinnovare la sua fede at-traverso il contatto con un luogo santo. La par-tenza in aereo da Roma Fiumicino è per il 16 lu-glio, il cammino prevede nove tappe di vari chi-lometri con la visita finale al Santuario di San-tiago e il rientro a Roma il 29 luglio. Tredici gior-nate intense, scandite da momenti di medita-zione, riflessione e preghiera sia personale che digruppo. Tredici giornate che sicuramente rimar-ranno scolpite nell’anima di chi le vivrà. Per infor-mazioni rivolgersi a don Federico Marzola(3282749883, [email protected]), di-rettore Ufficio della Pastorale giovanile, il costoè di 700 euro da versare entro metà maggio.

Assemblea dei giovani

i invitano i parroci o iresponsabili deigruppi giovanili a

inviare entro il 23 aprilele schede di iscrizioneall’Assemblea diocesanadei giovani in programmasul tema Volete costruire laChiesa?, che si terrà il 3 e 4maggio al Centropastorale diocesano in Viadella Storta, 783. Siricorda che il modulo puòessere scaricatodirettamente dal sitodiocesano, compilatoonline e inviatoall’[email protected].

S

Chiesa del quartiereCasalotti. Iniziato l’intervento di sistemazionedel complesso parrocchiale a «Terra Santa»DI GIANLUIGI SADDI *

l 7 aprile sono iniziati i lavori diristrutturazione del complesso diSanta Maria di Nazaret a

Casalotti, storica parrocchia diquesto popoloso quartiere allaperiferia nord di Roma. Negli anniSessanta la Custodia di Terra Santa,il ramo dell’Ordine Francescano chemantiene la presenzaevangelizzatrice sui luoghi santi diIsraele e Palestina, scelse proprioCasalotti per la costruzione di ungrande “Collegio Serafico”,destinato ad accogliere i religiosi chestudiavano nelle università romane.La gente di Casalotti ha avutosempre uno strettolegame con i frati di TerraSanta. Basti ricordare labella figura di padreGiovanni Battistelli, che,divenuto Custode di TerraSanta, accolse GiovanniPaolo II a Gerusalemmenell’Anno Santo. Fu ungran dispiacere per tutti lanotizia che l’Ordine avevaormai deciso di lasciare laguida della parrocchia elo storico collegio, volendo venderela proprietà. La diocesi sentì ildovere di continuare a garantire lapresenza della parrocchia, e nonsolo per le esigenze di culto, maanche per mantenere quei grandispazi di socialità, che hanno semprerappresentano un’offerta concreta diincontro per la gente di questa zonacosì densamente urbanizzata. Nel2006, la diocesi, in via provvisoria,ottenne in comodato d’uso gratuitol’intero complesso (tranne una partegià in precedenza alienata perospitare una scuola) per potercontinuare la vita pastorale dellaparrocchia che, nel frattempo, ilvescovo Gino Reali aveva affidato aiFrancescani dell’Immacolata. Nonavendo le risorse necessarie peracquistare l’intero complesso, dopouna lunga e delicata trattativa,l’anno scorso la diocesi, con grandeimpegno economico, ha potutoacquisire parte del complesso, circa

Ila metà compresi gli spaziesterni, indispensabileperché la parrocchiapotesse serenamentecontinuare la sua operapastorale. Degli oltre 3milioni di euro versatidalla diocesi, circa dueterzi sono stai concessidalla ConferenzaEpiscopale Italiana, grazieai fondi dell’8xmille, cioègrazie alla scelta che icittadini italiani, credentie non, fanno ogni anno afavore della ChiesaCattolica. Ora si è resonecessario il profondo

intervento diriorganizzazione degliambienti, che in unprimo momento sipensava di procrastinarenel tempo. È daconsiderare che ilcomplesso di Terra Santaera nato come sede diuna grande comunitàreligiosa esuccessivamente adattatoin qualche modo anche aservizio della parrocchia,ricavando addirittura lachiesa più grande dall’aula magnadell’Istituto e destinando alle attivitàpastorali gli spazi sottostanti, luoghidi difficile accesso. Nella parteacquisita dalla diocesi sarannoubicati la nuova aula liturgica e ilocali a servizio della catechesi,sufficienti per la popolazione dellacomunità parrocchiale e peraltro piùfacilmente accessibili, considerate le

trasformazioni in corso dellaviabilità locale. L’intervento avviatonon riguarderà l’intero complessone potrà considerarsi definitivoperché le risorse necessarie nonsono oggi disponibili. Tanto più èda apprezzare l’impegno delladiocesi per il finanziamento di 500mila euro, appena sufficienti aquesto primo lotto di lavori per

recuperare alla comunità cristiana eal quartiere un edificio che non èazzardato chiamare storico perCasalotti. Ora, sia pure in parte,l’edificio di Terra Santa vieneconsegnato alla gente del quartiereche certamente saprà custodirlomostrando concretamente l’amoreche sente per questo luogo.

* Ufficio economato

L’impegno della diocesiper garantire alla genteuno storico luogo di cultoe un ambiente di socialitàper una periferia in crescitaGli edifici e gli spazi esterniacquisiti grazie all’8xmille

DI SAVERIO CUCINA

seguito dell’alluvione del 31 gen-naio che ha colpito il territorio diFiumicino, il sindaco del comu-

ne tirrenico Esterino Montino ha fir-mato un’ordinanza che obbliga i pro-prietari degli immobili (frontisti) po-sti lungo le strade, alla manutenzionee alla pulizia di fossi, caditoie per le ac-que piovane, cigli, alvei e sponde deicorsi d’acqua, per prevenire gli allaga-menti dovuti a ostruzioni e incuria.“Ho riscontrato – ha dichiarato il pri-mo cittadino – la necessità di evitare,come accaduto di recente a Isola Sacra,che gli allagamenti contribuiscano adanneggiare i manti stradali, arrecan-do disagio alla cittadinanza e com-promettendo sia le regolari attivitàcommerciali, sia la sicurezza della via-bilità”. Nello specifico, si legge nel prov-vedimento, s’impone di provvedere aiseguenti interventi: in primo luogo lospurgo dei fossi e delle caditoie, con ri-mozione di qualsiasi tipo di ostruzio-ne, anche temporanea, che possa de-

viare od ostacolare il corretto deflussodelle acque meteoriche. Nel caso poi cene fosse bisogno, sarà necessaria inol-tre la realizzazione di ulteriori fossi perconsentire il regolare deflusso delle ac-que anche se provenienti da terreni dialtra proprietà. Il passo successivo saràquello di provvedere al profilamento,ridimensionamento e alla pulizia delfondo e delle sponde dei canali di sco-lo o corsi d’acqua in genere, adiacentialle pubbliche vie, per conservare la se-zione e le pendenze normali di pro-getto, per poi passare alla realizzazio-ne di idonee griglie di smaltimento al-l’interno delle proprietà, evitando il ri-versamento incontrollato delle acquemeteoriche sulle strade adibite al pub-blico transito. Infine, si passerà al re-stauro delle ripe e dei muri di sostegnodei fondi laterali alle vie pubbliche, dimodo da impedire franamenti e con-seguenti ingombri dei fossi e canali discolo. Un passo in avanti significativo,dunque, per salvaguardare il territorioe limitare i disagi patiti con i recenti al-lagamenti.

A

Cittadini responsabilizzatiper la cura del territorio

iparte puntuale l’appuntamento con la Sagra del Carciofo romanesco(11-13 aprile) alla quale anche quest’anno aderiscono i pittori dell’U-

nione Cattolica Artisti Italiani di Ladispoli. Fino a domenica sera gli artistiladispolani metteranno in mostra i propri dipinti e realizzeranno en pleinair dei souvenir per i turisti a piazza della Vittoria. Oltre all’aspetto pret-tamente culinario, da sempre il comune di Ladispoli e la Pro Loco dedica-no ampio spazio ai momenti culturali. Tra le iniziative promosse que-st’anno: la mostra fotografica sulla storia della Sagra del carciofo roma-nesco, a cura della Biblioteca comunale; la X edizione del premio Ladispoli,la mia città, in collaborazione con le scuole secondarie di primo grado delterritorio; la presentazione del libro Parliamone di Claudio Nardocci e lamostra di pittura e artigianato Viale Italia come Via Margutta. Momenti cloudi questa domenica sono il concorso delle sculture di carciofi realizzatedai produttori locali, la serata dedicata agli anni ‘60 e lo spettacolo piro-tecnico.

Anna Moccia

R

La sagra, carciofi e cultura

DI ALESSANDRA MAGGESI

iù di 400 persone, la maggior partedei quali ragazzi e adolescenti,hanno letteralmente invaso il Centro

pastorale diocesano il 5 e 6 aprile. LaZona Agesci La Fenice ha organizzatonella base scout La Valletta da pocoistituita dal Gruppo Scout Agesci Roma 2,grazie al terreno concesso in comodatodalla diocesi suburbicaria di Porto-SantaRufina, una due giorni in cui gli scout sisono radunati per confrontarsi con lafigura del loro santo patrono San Giorgio.Dalla sua storia di cavaliere che si spendeper chi ha bisogno, questi giovani hannoimparato a mettersi in gioco con onore ea migliorarsi cercando di capire quali

sono i “draghi” da sconfiggere per esserefelici e per diventare buoni cristiani ebuoni cittadini. Immersi nel verde di unmeraviglioso parco strappato alla cittàabbiamo vissuto questi due giornipuntando sulla fratellanza, sullacollaborazione e la sana competizione,sulla creatività e il saper fare. È statoentusiasmante vedere gli scoutaffaccendati, muoversi tra la distesa ditende sotto un cielo inaspettatamenteadornato dall’arcobaleno; allestire glistand per mettere in mostra le lorocapacità annoverabili tra le più varie, dallamanualità all’espressività, dallo sport allacucina; giocare per aggiudicarsi la vittoriain gara con i propri fratelli; vivere insiemela messa celebrata all’ombra di un gruppo

di querce; gioire nell’incontro con gli altri.È stata molto bella l’accoglienza che ilgruppo scout Roma 2, che gestisce il postoci ha fatto, mettendoci a disposizionetutto quello di cui potevamo aver bisognoed anche competenze specifiche tra cuil’assistenza sanitaria dei volontari dellaCroce Rossa Italiana del Comitato LocaleMunicipio XV. Convinti che ogniesperienza sia unica perché resa tale dallepersone che la vivono, ci auguriamo chequesto posto possa accogliere esperienzealtrettanto belle e diventare un luogo incui si respiri la gioia di vivere insieme aifratelli. Per informazioni sulla base scoutvisitare la pagina facebookLaVallettaRoma2 o scrivere [email protected].

P

Il centro pastorale invaso dagli scoutl Mercoledì Santo (16 aprile)la messa crismale, con tutti i

sacerdoti della diocesi e la be-nedizione degli oli, sarà cele-brata alle ore 17 in cattedrale.Il Giovedì Santo (17 aprile) lamessa nella Cena del Signorecon il Rito della Lavanda deiPiedi sarà celebrata al Santua-rio Santa Maria della Visitazio-ne presso la Casa per gli anzia-ni delle Ancelle della Visitazio-ne a Santa Marinella alle ore 16.Il Venerdì Santo (18 aprile), laPassione del Signore con l’ado-razione della Croce sarà cele-brata alle ore 18.30 in catte-

drale. La colletta sarà per laTerrra Santa.Il Sabato Santo (19 aprile), laSolenne veglia pasquale ini-zierà alle ore 21.30 in cattedra-le.Domenica (20 aprile), la messasolenne per la Pasqua di Risur-rezione del Signore sarà cele-brata alle ore 11.30 in catte-drale.Disponibilità per le confes-sioni in cattedrale: lunedì emartedì dalle ore 18 alle 19.30,giovedì e venerdì dalle ore 17 al-le 18.30, sabato dalle ore 9 al-le 12 e dalle 17 alle 18.30.

I

Il campo scout

Celebrazioni del vescovonella Settimana Santa

L’ingresso della futura aula liturgica

Il santuario di Santiago de Compostela

ComunicazioniOli benedetti. Dopo la Messacrismale i sacerdoti potrannoritirare gli oli benedetti nella salaallestita al piano terra della curiavescovile.Chiusura per Pasqua. Gli ufficidella Curia vescovile resterannochiusi al pubblico da giovedì 17aprile a martedì 22 aprile;riapriranno mercoledì 23 aprile.

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 13 aprile 2014

www.diocesiportosantarufina.it

Fiumicino

in breve

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