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giovani. Quali garanzie per rilanciare l’occupazione? ono tantissime le aziende soddisfatte del- la «trovata» Garanzia Giovani: under 29 freschi e motivati, capaci e preparati as- sunti per sei mesi full time senza cacciare un euro. E dopo? Dopo nessun contratto, al mas- simo lo stesso trattamento riservato agli a- derenti al progetto comunitario, 500 euro scarsi al mese, perché «non ce lo possiamo permettere». Così il programma destinato a inserire i giovani nel mondo del lavoro, a fa- re gavetta e formazione è diventato l’ennesi- mo spot. Mentre la maggior parte dei tiroci- nanti ancora aspetta di essere retribuito, da marzo le aziende che vorranno avviare una collaborazione dovranno pagare i due terzi del compenso. Inizia così la nuova fase del progetto comunitario che comprende anche i finanziamenti per l’auto impiego. Entro il primo del prossimo mese, infatti, sarà possi- bile presentare alla Regione domande per l’avvio di nuove imprese con un finanzia- mento agevolato senza interessi fino a 50mi- la euro per un totale di 3milioni di fondi a disposizione. È indubbio che le risorse messe in campo per il progetto pro occupazione giovanile sono rilevanti eppure non efficaci. Secondo il rap- porto della Uil-Servizio politiche territoriali del lavoro sull’attuazione di Garanzia Gio- vani, in base ai dati del Ministero, dei 944mi- la iscritti al programma solo 595mila sono stati presi in carico ovvero i centri per l’im- piego stanno lavorando alla loro pratica (nel Lazio di 74mila iscritti solo 49mila). Solo 269mila hanno ricevuto un’offerta, per lo più di tirocinio. Nella stessa settimana a Latina la Regione inaugura «Porta Futuro Rete Uni- versità», un punto di assistenza e supporto ai giovani per l’orientamento e l’ingresso nel mondo del lavoro. Un altro strumento di me- diazione? Un altro sportello? Funzioni che teoricamente possono essere esercitate dagli uffici per l’impiego spesso carenti nei servi- zi e nel ruolo esercitato. Simona Gionta S Scadono i bandi a Regione Lazio, ricono- scendo la finalità educati- va delle strutture oratoriali, ha indetto anche per l’anno in corso quattro bandi. Il primo è una domanda di contributo per attività di oratorio o simi- lari, il secondo è un contribu- to per interventi strutturali fi- nalizzati al potenziamento del- l’offerta di servizi per l’infanzia. Entrambi hanno come sca- denza il mese di febbraio. Il terzo bando riguarda le strut- ture che necessitano di inter- venti urgenti e il quarto è per la formazione degli operatori specializzati. Entrambi non hanno scadenza. La moduli- stica e la regolamentazione so- no disponibili sul sito della Re- gione Lazio: www.regione.la- zio.it. Alessandro Paone L oratori E DITORIALE I MPARARE LA MISERICORDIA DAI POVERI VINCENZO PAGLIA l problema che attanaglia la vita di tanti in questo tempo è la mancanza di misericordia. Lo diceva già Madre Teresa: «La peggiore malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma il non sentirsi amati e desiderati, il sentirsi abbandonati». La sfida più ardua che i credenti hanno di fronte è la lotta contro questa mancanza di amore nel mondo. Si è globalizzato il mercato, il commercio, la violenza, ma non l’amore, la solidarietà e ancor meno la misericordia. E le drammatiche conseguenze di tutto questo sono sotto i nostri occhi: dalla crescita selvaggia della competitività all’espansione dei conflitti, dalla crescita dell’indifferenza a quella della violenza. Di qui la decisione di papa Francesco di indire il Giubileo della Misericordia. La Quaresima ne è in certo modo il cuore e senza la misericordia la Chiesa perde la sua stessa ragione d’essere. La conoscenza di Dio, quindi la fede, è condizionata dall’amore per i fratelli. Se non ci si ama gli uni gli altri non si conosce più Dio, perché «Dio è amore». Il fine dell’amore che Dio riversa nei cuori dei credenti è l’attenzione verso il prossimo. È da un cuore fecondato che inizia il rinnovamento della vita e della stessa società. Un sapiente ebreo diceva: «Vuoi cambiare il mondo, inizia a cambiare il tuo cuore!». Solo da un cuore nuovo può iniziare una vita nuova. L’amore non viene dal carattere o dalle proprie qualità psicologiche ma dall’alto e va accolto nel proprio cuore perché ne sia fermentato. La tradizione spirituale della Chiesa chiama questa trasformazione «conversione», ossia un cammino interiore, un itinerario spirituale che richiede l’ascolto quotidiano della Parola di Dio, l’esercizio paziente di cambiamento dei pensieri e dei comportamenti, una generosa disponibilità all’amore per i più deboli, una più pronta distanza dal peccato e dagli istinti egocentrici, una partecipazione più calda e attenta alla vita della comunità cristiana, e così oltre. La Quaresima è un tempo opportuno per cambiare il cuore. La Bibbia ci dice che la via dell’amore inizia dalla compassione per i poveri: è la via che Gesù indica ai suoi discepoli. Se uno ama i poveri saprà amare anche i vicini, quelli di casa, quelli della propria città, del proprio paese. L’amore per i poveri è la prova del nove della gratuità dell’amore. Tale amore è parte integrante della comunicazione della fede. Non è, come talora si pensa, una semplice conseguenza morale della fede. E neppure un’aggiunta. L’amore per i poveri definisce la Chiesa al punto da dire che una chiesa senza poveri non sa parlare efficacemente di Dio. La stessa evangelizzazione è molto più efficace se mostra l’amore per i poveri. Di qui l’esortazione in questo tempo di Quaresima a vivere le «opere di misericordia» e a coinvolgere anche gli altri a metterle in pratica. E si possono coinvolgere anche coloro che non sono credenti. La via della carità e della misericordia è una via che porta a Dio, infallibilmente. Nei Vangeli appare chiaramente una sorta di patto inscindibile tra Gesù e i poveri, e per conseguenza tra i poveri e i cristiani. Da sempre i poveri sono i primi amici di Dio e i primi di Gesù. Senza di loro non si comprende né Gesù né il Padre. Per questo la misericordia verso i poveri è ciò che nella Chiesa parla meglio di Dio. È un parlare pieno di sapore, pieno di fatti, pieno di pietà, della misericordia, che è Dio stesso. I Riunione degli stati generali dei poli produttivi del Lazio: «Uscire dalla crisi» Iniziato il tour #LazioEuropa partito da Latina il #LazioEuropa, il tour che porterà l’amministrazione regionale a visitare i territori la- ziali. A ogni tappa verranno spiegate ai cittadini le mo- dalità di spesa dei fondi europei. I progetti che saranno illustrati fanno riferimento alla programmazione 2007- 2013. Negli incontri verranno riassunte le aree di intervento e i relativi numeri. Per l’occasione, sarà presentata anche la nuova programmazione, già intrapresa e che durerà fino al 2020. Per la provincia di Latina sono stati investiti 144 milioni di euro, a finanziare oltre 3.500 progetti. (Mi.Giu.) È l’evento ALBANO PER RISCOPRIRSI ADULTI CONSAPEVOLI a pagina 3 ANAGNI VALLEPIETRA E LA SANTISSIMA a pagina 4 C. CASTELLANA «FARE MEGLIO E INSIEME» a pagina 5 CIVITAVECCHIA PER INCONTRARE CRISTO RISORTO a pagina 6 FROSINONE «SALIRE INSIEME SOPRA IL MONTE» a pagina 7 GAETA IL PELLEGRINAGGIO DELLA MISERICORDIA a pagina 8 LATINA LA FEDE DELLE ORIGINI a pagina 9 PALESTRINA «L’IDENTITÀ DI DIO» a pagina 10 PORTO-S. RUFINA NUOVO IMPULSO PER L’AC a pagina 11 SORA LA RIVOLUZIONE DIGITALE a pagina 13 TIVOLI UN CAMMINO DI UNITÀ a pagina 14 LAZIO SETTE isericordia io voglio e non sacrifici». Così dice il profeta Osea. E Gesù lo riprende in due occasioni. Il senso immediato è il superamento del culto basato sui sacrifici cruenti e il riferimento in- vece all’amore di Dio per il suo popolo come fonte del vero culto. Ma a me piace ricordare questa frase quando devo spiegare il senso del digiuno cristiano (ma non solo). Abbiamo, in effetti, un’idea del digiuno che è fortemente moralistica. Digiunare significa mortificarsi. Signifi- ca privarsi di qualcosa che ci piace. O, versione moderna, togliere qual- cosa da se per darla agli altri. Perciò non comprendiamo più il senso che danno al digiuno quei popoli più legati alla tradizione. Non si di- giuna per sacrificarsi. Sarebbe quasi antievangelico! Non si digiuna perché dobbiamo essere solidali. Sarebbe un po’ ipocrita! Si digiuna per tornare alle radici della nostra umanità più autentica. A quando stavamo nel paradiso e Adamo ed Eva mangiavano solo cibi semplici, non animali. Poi con Noè ci fu il permesso di mangiare la carne. Così digiunare è tornare allo stato paradisiaco di purezza. Diremmo noi, og- gi, che è «disintossicarsi». Gli antichi dicevano «purificarsi». Ma il bel- lo è la ragione per cui lo si fa. Lo si fa, infatti, in vista di grandi feste: la Pasqua, il Natale. Quei grandi momenti in cui Dio ci offre la sua mi- sericordia, il suo eterno amore. E noi non possiamo accoglierlo con la testa e il cuore pieno. Dobbiamo purificarci, tornare giusti, svuotarci. Dobbiamo tornare uomini nella nostra purezza. Pronti ad accogliere tutto Dio. Tutta la sua misericordia. È vivere d’amore. Misericordia, dunque, non sacrificio. Francesco Guglietta M « NELLE DIOCESI RIETI CARITÀ, NON FILANTROPIA a pagina 12 Ritorno alla nostra purezza Domenica, 28 febbraio 2016 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 CULTURA LETTORI CERCANSI a pagina 2 IL FATTO DI GINO ZACCARI ilancio e recupero della mac- china industriale del Lazio pe- santemente mutilata da lunghi anni di crisi: lo scopo degli stati ge- nerali dell’industria che si sono ap- pena conclusi è sostanzialmente questo. Il piano che la Regione e gli industriali vogliono mettere in cam- po è in sintonia con la pianificazio- ne nazionale ed europea, ma non può basarsi sui presupposti sui qua- li era fondata la crescita nei decenni passati. Il nuovo modello industriale dovrà essere basato su reti d’impresa, un forte legame tra i centri di ricerca e le imprese, territorio, internazionaliz- zazione delle produzioni, valorizza- zione della creatività e sostenibilità ambientale. All’incontro erano pre- senti 3mila partecipanti che hanno discusso e presentato proposte ri- guardanti 12 aree tematiche che sa- ranno altrettanti canali per lo svi- luppo dell’industria laziale nei pros- simi anni. Le domande pervenute in Regione, anche grazie a questa tre giorni di incontri, sono state ben 170; di fronte a una tale risposta la Re- gione ha innalzato il tetto dei finan- ziamenti che metterà a disposizione per la reindustrializzazione, che ini- zialmente era fissato a 70 milioni: o- ra, dopo un ulteriore sforzo è deciso di portarlo fino a 150 milioni. Il presidente della Regione Zinga- retti, in occasione dell’apertura dei lavori agli Stati generali ha detto: «Quello di oggi è l’appuntamento più rilevante sulla crescita e lo svi- luppo che Roma e la Regione ab- biano avuto negli ultimi anni, un se- gnale di incoraggiamento sulla cre- scita e lo sviluppo è giunto il tempo dello sviluppo e del lavoro: lo pos- siamo dire per due motivi: abbiamo lavorato per promuovere il gigante- sco risanamento della Regione, do- ve si vedeva nell’istituzione un o- stacolo e non un’opportunità. Stia- mo ricostruendo le condizioni del- lo sviluppo: per la prima volta il bi- lancio è in pareggio e abbiamo av- R viato una rivoluzione della macchi- na burocratica, attuando buone pras- si con l’Europa». Anche l’assessore all’Agricoltura Car- lo Hausmann, intervenendo al Tavo- lo «Agrifood», ha sottolineato l’im- portanza della collaborazione tra tut- ti i soggetti interessati: «Dobbiamo saper collegare tra loro i progetti di investimento riguardanti la produ- zione agricola, l’industria alimenta- re e la produzione dei servizi per as- sicurarci dei risultati davvero efficaci per lo sviluppo locale e il riposizio- namento competitivo delle imprese». L’industria verso le reti d’impresa

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giovani. Quali garanzie per rilanciare l’occupazione?ono tantissime le aziende soddisfatte del-la «trovata» Garanzia Giovani: under 29freschi e motivati, capaci e preparati as-

sunti per sei mesi full time senza cacciare uneuro. E dopo? Dopo nessun contratto, al mas-simo lo stesso trattamento riservato agli a-derenti al progetto comunitario, 500 euroscarsi al mese, perché «non ce lo possiamopermettere». Così il programma destinato ainserire i giovani nel mondo del lavoro, a fa-re gavetta e formazione è diventato l’ennesi-mo spot. Mentre la maggior parte dei tiroci-nanti ancora aspetta di essere retribuito, damarzo le aziende che vorranno avviare unacollaborazione dovranno pagare i due terzi

del compenso. Inizia così la nuova fase delprogetto comunitario che comprende anchei finanziamenti per l’auto impiego. Entro ilprimo del prossimo mese, infatti, sarà possi-bile presentare alla Regione domande perl’avvio di nuove imprese con un finanzia-mento agevolato senza interessi fino a 50mi-la euro per un totale di 3milioni di fondi adisposizione. È indubbio che le risorse messe in campo peril progetto pro occupazione giovanile sonorilevanti eppure non efficaci. Secondo il rap-porto della Uil-Servizio politiche territorialidel lavoro sull’attuazione di Garanzia Gio-vani, in base ai dati del Ministero, dei 944mi-

la iscritti al programma solo 595mila sonostati presi in carico ovvero i centri per l’im-piego stanno lavorando alla loro pratica (nelLazio di 74mila iscritti solo 49mila). Solo269mila hanno ricevuto un’offerta, per lo piùdi tirocinio. Nella stessa settimana a Latinala Regione inaugura «Porta Futuro Rete Uni-versità», un punto di assistenza e supporto aigiovani per l’orientamento e l’ingresso nelmondo del lavoro. Un altro strumento di me-diazione? Un altro sportello? Funzioni cheteoricamente possono essere esercitate dagliuffici per l’impiego spesso carenti nei servi-zi e nel ruolo esercitato.

Simona Gionta

S

Scadono i bandi a Regione Lazio, ricono-scendo la finalità educati-

va delle strutture oratoriali, haindetto anche per l’anno incorso quattro bandi. Il primoè una domanda di contributoper attività di oratorio o simi-lari, il secondo è un contribu-to per interventi strutturali fi-nalizzati al potenziamento del-l’offerta di servizi per l’infanzia. Entrambi hanno come sca-denza il mese di febbraio. Ilterzo bando riguarda le strut-ture che necessitano di inter-venti urgenti e il quarto è perla formazione degli operatorispecializzati. Entrambi nonhanno scadenza. La moduli-stica e la regolamentazione so-no disponibili sul sito della Re-gione Lazio: www.regione.la-zio.it.

Alessandro Paone

L

oratori

E D I T O R I A L E

IMPARARELA MISERICORDIA

DAI POVERI

VINCENZO PAGLIA

l problema che attanaglia la vitadi tanti in questo tempo è lamancanza di misericordia. Lo

diceva già Madre Teresa: «Lapeggiore malattia dell’Occidenteoggi non è la tubercolosi o la lebbra,ma il non sentirsi amati e desiderati,il sentirsi abbandonati». La sfida piùardua che i credenti hanno di fronteè la lotta contro questa mancanza diamore nel mondo. Si è globalizzatoil mercato, il commercio, laviolenza, ma non l’amore, lasolidarietà e ancor meno lamisericordia. E le drammaticheconseguenze di tutto questo sonosotto i nostri occhi: dalla crescitaselvaggia della competitivitàall’espansione dei conflitti, dallacrescita dell’indifferenza a quelladella violenza. Di qui la decisione dipapa Francesco di indire il Giubileodella Misericordia. La Quaresima neè in certo modo il cuore e senza lamisericordia la Chiesa perde la suastessa ragione d’essere. Laconoscenza di Dio, quindi la fede, ècondizionata dall’amore per ifratelli. Se non ci si ama gli uni glialtri non si conosce più Dio, perché«Dio è amore». Il fine dell’amoreche Dio riversa nei cuori dei credentiè l’attenzione verso il prossimo. È daun cuore fecondato che inizia ilrinnovamento della vita e dellastessa società. Un sapiente ebreodiceva: «Vuoi cambiare il mondo,inizia a cambiare il tuo cuore!».Solo da un cuore nuovo può iniziareuna vita nuova. L’amore non vienedal carattere o dalle proprie qualitàpsicologiche ma dall’alto e va accoltonel proprio cuore perché ne siafermentato. La tradizione spiritualedella Chiesa chiama questatrasformazione «conversione», ossiaun cammino interiore, un itinerariospirituale che richiede l’ascoltoquotidiano della Parola di Dio,l’esercizio paziente di cambiamentodei pensieri e dei comportamenti,una generosa disponibilità all’amoreper i più deboli, una più prontadistanza dal peccato e dagli istintiegocentrici, una partecipazione piùcalda e attenta alla vita dellacomunità cristiana, e così oltre. LaQuaresima è un tempo opportunoper cambiare il cuore. La Bibbia cidice che la via dell’amore iniziadalla compassione per i poveri: è lavia che Gesù indica ai suoi discepoli.Se uno ama i poveri saprà amareanche i vicini, quelli di casa, quellidella propria città, del proprio paese.L’amore per i poveri è la prova delnove della gratuità dell’amore. Taleamore è parte integrante dellacomunicazione della fede. Non è,come talora si pensa, una sempliceconseguenza morale della fede. Eneppure un’aggiunta. L’amore per ipoveri definisce la Chiesa al puntoda dire che una chiesa senza poverinon sa parlare efficacemente di Dio.La stessa evangelizzazione è moltopiù efficace se mostra l’amore per ipoveri. Di qui l’esortazione in questotempo di Quaresima a vivere le«opere di misericordia» e acoinvolgere anche gli altri a metterlein pratica. E si possono coinvolgereanche coloro che non sono credenti.La via della carità e dellamisericordia è una via che porta aDio, infallibilmente. Nei Vangeliappare chiaramente una sorta dipatto inscindibile tra Gesù e i poveri,e per conseguenza tra i poveri e icristiani. Da sempre i poveri sono iprimi amici di Dio e i primi diGesù. Senza di loro non sicomprende né Gesù né il Padre. Perquesto la misericordia verso i poveriè ciò che nella Chiesa parla megliodi Dio. È un parlare pieno di sapore,pieno di fatti, pieno di pietà, dellamisericordia, che è Dio stesso.

I

Riunione degli stati generali dei poli produttivi del Lazio: «Uscire dalla crisi»

Iniziato il tour #LazioEuropa

partito da Latina il #LazioEuropa, il tour che porteràl’amministrazione regionale a visitare i territori la-

ziali. A ogni tappa verranno spiegate ai cittadini le mo-dalità di spesa dei fondi europei. I progetti che sarannoillustrati fanno riferimento alla programmazione 2007-2013. Negli incontri verranno riassunte le aree di intervento e irelativi numeri. Per l’occasione, sarà presentata anche lanuova programmazione, già intrapresa e che durerà finoal 2020. Per la provincia di Latina sono stati investiti 144milioni di euro, a finanziare oltre 3.500 progetti. (Mi.Giu.)

È

l’evento

◆ ALBANOPER RISCOPRIRSIADULTI CONSAPEVOLI

a pagina 3

◆ ANAGNIVALLEPIETRAE LA SANTISSIMA

a pagina 4

◆ C. CASTELLANA«FARE MEGLIOE INSIEME»

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIAPER INCONTRARECRISTO RISORTO

a pagina 6

◆ FROSINONE«SALIRE INSIEMESOPRA IL MONTE»

a pagina 7

◆ GAETAIL PELLEGRINAGGIODELLA MISERICORDIA

a pagina 8

◆ LATINALA FEDEDELLE ORIGINI

a pagina 9

◆ PALESTRINA«L’IDENTITÀDI DIO»

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINANUOVO IMPULSOPER L’AC

a pagina 11

◆ SORALA RIVOLUZIONEDIGITALE

a pagina 13

◆ TIVOLIUN CAMMINODI UNITÀ

a pagina 14

LAZIOSETTE

isericordia io voglio e non sacrifici». Così dice il profeta Osea.E Gesù lo riprende in due occasioni. Il senso immediato è il

superamento del culto basato sui sacrifici cruenti e il riferimento in-vece all’amore di Dio per il suo popolo come fonte del vero culto. Maa me piace ricordare questa frase quando devo spiegare il senso deldigiuno cristiano (ma non solo). Abbiamo, in effetti, un’idea del digiunoche è fortemente moralistica. Digiunare significa mortificarsi. Signifi-ca privarsi di qualcosa che ci piace. O, versione moderna, togliere qual-cosa da se per darla agli altri. Perciò non comprendiamo più il sensoche danno al digiuno quei popoli più legati alla tradizione. Non si di-giuna per sacrificarsi. Sarebbe quasi antievangelico! Non si digiunaperché dobbiamo essere solidali. Sarebbe un po’ ipocrita! Si digiunaper tornare alle radici della nostra umanità più autentica. A quandostavamo nel paradiso e Adamo ed Eva mangiavano solo cibi semplici,non animali. Poi con Noè ci fu il permesso di mangiare la carne. Cosìdigiunare è tornare allo stato paradisiaco di purezza. Diremmo noi, og-gi, che è «disintossicarsi». Gli antichi dicevano «purificarsi». Ma il bel-lo è la ragione per cui lo si fa. Lo si fa, infatti, in vista di grandi feste:la Pasqua, il Natale. Quei grandi momenti in cui Dio ci offre la sua mi-sericordia, il suo eterno amore. E noi non possiamo accoglierlo con latesta e il cuore pieno. Dobbiamo purificarci, tornare giusti, svuotarci.Dobbiamo tornare uomini nella nostra purezza. Pronti ad accoglieretutto Dio. Tutta la sua misericordia. È vivere d’amore. Misericordia,dunque, non sacrificio.

Francesco Guglietta

NELLE DIOCESI

◆ RIETICARITÀ,NON FILANTROPIA

a pagina 12

Ritorno alla nostra purezza

Domenica, 28 febbraio 2016

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

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DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ CULTURALETTORICERCANSI

a pagina 2

IL FATTO

DI GINO ZACCARI

ilancio e recupero della mac-china industriale del Lazio pe-santemente mutilata da lunghi

anni di crisi: lo scopo degli stati ge-nerali dell’industria che si sono ap-pena conclusi è sostanzialmentequesto. Il piano che la Regione e gliindustriali vogliono mettere in cam-po è in sintonia con la pianificazio-ne nazionale ed europea, ma nonpuò basarsi sui presupposti sui qua-li era fondata la crescita nei decennipassati. Il nuovo modello industriale dovràessere basato su reti d’impresa, unforte legame tra i centri di ricerca e leimprese, territorio, internazionaliz-zazione delle produzioni, valorizza-zione della creatività e sostenibilitàambientale. All’incontro erano pre-senti 3mila partecipanti che hannodiscusso e presentato proposte ri-guardanti 12 aree tematiche che sa-ranno altrettanti canali per lo svi-luppo dell’industria laziale nei pros-simi anni. Le domande pervenute inRegione, anche grazie a questa tregiorni di incontri, sono state ben 170;di fronte a una tale risposta la Re-gione ha innalzato il tetto dei finan-ziamenti che metterà a disposizioneper la reindustrializzazione, che ini-zialmente era fissato a 70 milioni: o-ra, dopo un ulteriore sforzo è decisodi portarlo fino a 150 milioni. Il presidente della Regione Zinga-retti, in occasione dell’apertura deilavori agli Stati generali ha detto:«Quello di oggi è l’appuntamentopiù rilevante sulla crescita e lo svi-luppo che Roma e la Regione ab-biano avuto negli ultimi anni, un se-gnale di incoraggiamento sulla cre-scita e lo sviluppo è giunto il tempodello sviluppo e del lavoro: lo pos-siamo dire per due motivi: abbiamolavorato per promuovere il gigante-sco risanamento della Regione, do-ve si vedeva nell’istituzione un o-stacolo e non un’opportunità. Stia-mo ricostruendo le condizioni del-lo sviluppo: per la prima volta il bi-lancio è in pareggio e abbiamo av-

Rviato una rivoluzione della macchi-na burocratica, attuando buone pras-si con l’Europa».Anche l’assessore all’Agricoltura Car-lo Hausmann, intervenendo al Tavo-lo «Agrifood», ha sottolineato l’im-portanza della collaborazione tra tut-ti i soggetti interessati: «Dobbiamosaper collegare tra loro i progetti diinvestimento riguardanti la produ-zione agricola, l’industria alimenta-re e la produzione dei servizi per as-sicurarci dei risultati davvero efficaciper lo sviluppo locale e il riposizio-namento competitivo delle imprese».

L’industria versole reti d’impresa

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

Se leggereun romanzodiventa sfida

Castelforte. Idee per la salute e il benessere tra olio e terme

mostra.Accompagnati da Mastro 7dentro la bellezza del Creato

Nasce il più grande concorso di letturamai lanciato in Italia: all’iniziativaaderiscono anche 21 librerie del LazioLa sfida dell’«Italian Book Challenge»: leggere 50 libri in un anno.

DI CHIARA FERRARELLI

allo spirito d’iniziativa dellaLibreria Volante di Lecco, unevento di cui sentiremo parlare

molto quest’anno: l’Italian BookChallenge, la prima sfida di lettoriindipendenti. Un anno di tempo percompletare l’obiettivo: leggere cinquantalibri, ognuno corrispondente a una dellecategorie preposte dal regolamento delgioco (un libro vincitore di un premionazionale; un classico che avresti dovutoleggere alle superiori; un libro dal qualeè stato tratto un film; un libro che puoifinire in un giorno; un libro che abbiaalmeno cento anni più di te; e viadicendo con altre quarantacinquecategorie). Come ogni sfida che si rispetti, ci sarà unpodio con tre vincitori nazionali: ilprimo classificato sarà nominato“Iperlettore nazionale” e a lui saràriservato un posto come membro dellaGiuria del Premio Sinbad 2017 (ilPremio Internazionale degli editoriindipendenti), inoltre avrà in omaggio30 titoli in edizione fuori commercio.Per il secondo classificato, la nomina di“Superlettore nazionale” e un bottino di15 titoli in edizione fuori commercio. Alterzo classificato, la nomina di“Megalettore nazionale” e dieci libri inedizione fuori commercio. Un premio dicinque titoli in edizione fuoricommercio anche per i lettori che siqualificheranno ai posti dal 4° al 26°. Sel’idea vi stuzzica e vi state chiedendo“Come poter partecipare?” è prestodetto: recatevi in una delle librerie

Dindipendenti aderenti all’iniziativa e visarà consegnata una cartolina colregolamento, le 50 categorie dacompletare (ma la lista completa èconsultabile anche alla pagina Facebookufficiale dell’evento “Italian BookChallenge – Il Campionato dei LettoriIndipendenti”), ed una scheda concinquanta caselle, ognuna delle qualidovrà contenere recensioni tra lecento e le trecento battute, riguardantii libri letti. La scheda con le recensioni farà fededell’avvenuta lettura del libro, inoltre sesi raggiungerà il podio nazionale, e ci siqualificherà come Iperlettore nazionalesi potranno vedere esposte nelle librerieaderenti all’evento, le proprie ventimigliori recensioni, che saranno ancheofferte alle rispettive case editrici. A

conclusione del gioco si potrannoleggere anche dieci delle migliorirecensioni del Superlettore nazionale,esposte nelle librerie indipendentiaderenti all’Ibc. Per ogni libro acquistato, il libraiosegnerà la data d’acquisto e recherà untimbro, mentre il lettore completerà lascheda apportando data di conclusionedella lettura. Entro la mezzanotte del 17giugno, le proprie recensioni e i timbridovranno esser riconsegnati al libraio(ma niente paura: il Book Challengecontinuerà a farci compagnia fino adicembre – e ci sembra di sentire unsospiro di sollievo per chi già temeva didover completare le cinquanta letture trafebbraio e giugno). Il 18 Giugno restaperò una delle date da segnare inagenda: ricorre l’evento ormai annuale di

Letti di Notte, e in quest’occasione ognilibraio aderente all’IBC in baseall’originalità delle recensioni raccolte, eal numero di timbri collezionati,nominerà il lettore più meritevole, chericeverà in premio un omaggio scelto dallibraio. Le schede saranno poiriconsegnate ai lettori per proseguire nelgioco fino a Dicembre. Il 18 Giugno però oltre ad esser assegnatii primi premi, sarà una notte illuminatadall’amore per la lettura: da oggi tutti ipartecipanti potranno seguire le paginesocial dell’evento e completare con unproprio commento la frase «Andare inlibreria è...» sotto a delle immagini cheverranno pubblicate settimanalmente; letre definizioni ritenute più belle dailibrai aderenti, diventeranno lanternescritte e accese durante «Letti di Notte».Il gioco, come scrivevamo, ciaccompagnerà per tutta l’estate eproseguirà fino a dicembre, quandoentro la mezzanotte del giorno 3, ilettori dovranno nuovamente consegnarerecensioni e timbri. Questa volta saranno valutate: durata dilettura, qualità delle recensioni ecompletamento delle categorie e sarannonominati i lettori che conquisteranno ilpodio di questa prima edizione di BookChallenge. Per i lettori accaniti, ma anche per chiavesse solo pochi minuti liberi per potersfogliare un libro eppure è ancoraaffezionato al profumo della cartastampata, è giunta finalmente l’ora diprendere parte ad un evento checoinvolgerà l’intero Paese per un annointero.

«Iperlettori» cercansina sfida di lettura, 183 librerie indi-pendenti di tutta Italia, 50 categorie

tra cui scegliere, 183 megalettori locali, 1iperlettore nazionale. Questi i numeri del-la sfida che avrà inizio questa settimana,un’iniziativa voluta dalle librerie indipen-denti e che ci si auspica possa finalmenteinvertire la rotta del calo di lettura.Secondo l’Istat nel 2015, dopo anni di ca-lo, il numero dei lettori si è stabilizzato. Da-to confortante, ma non abbastanza per fartirare un sospiro di sollievo alle librerie in-dipendenti (tra le più colpite dalla crisi).

Da qui l’idea: se il lettore non va in libre-ria, è la libreria che va a cercarlo. In que-sto caso sui social network, con l’iniziati-va Italian Book Challenge lanciata in retee con l’invito ai partecipanti di condivide-re l’esperienza su Fb ed Instagram, conl’hashtag #IBC16. Nel Lazio sono 21 le librerie aderenti. FuorRoma, i sono la Libreria Moderna (RI); Li-breria Il Gorilla e L’Alligatore ad Orte (VT);Libreria Lotto 49 a Frascati (RM); LibreriaContromano di Velletri (RM); Libreria Ca-taldi ad Alatri (FR); Libreria Arcadia (zonaAXA – Casalpalocco). (Ch. Fer.)

U

DI VINCENZO TESTA

alute e Benessere»è sempre più unbinomio vincente

capace di offrire alla vitastimoli nuovi. L’idea èantica come le montagne evede esistenza comearmonia e pace con ilcreato. L’evento in

programma a Castelfortedomenica 28 febbraio èdedicato ad evidenziare ibenefici psicofisici dell’olioextravergine di olivo e delleacque termale di SuioTerme. L’appuntamento èalle ore 9,00 a SS Cosma eDamiano da dove gli ospitisaranno guidati in unapasseggiata con colazionetra gli ulivi della Tenuta DiPonio e potranno goderedi una presentazionestorico – culturale delterritorio e di tutti ibenefici psicofisicidell’olio. Subito dopo è inprogramma a Castelfortel’incontro storico culturaleche gode del patrocinio

delle due amministrazionicomunali, dellaConfcommerciorappresentata dalpresidente GiovanniAcampora, della Capol perla quale interverrà ilPresidente Luigi Centauri.Interverranno, tra gli altri,Bernardino Quattrociocchi,presidente dell’areadidattica della Facoltà diEconomia dell’Università“La Sapienza” di Roma;Rosalia Marino, dirigentescolastico dell’IstitutoComprensivo di SS Cosmae Damiano; Giovanni DeRosa dirigente scolasticodell’Isis di Casoria; LuciaTesta dottoressa in Scienzedell’Alimentazione e dellaNutrizione Umana;Myriam Spaziani Testa,naturopata presso “SuioNatural Spa”. Si tratta,

quindi, di un incontro chevuole coniugare “Salute eBenessere” mettendo inrelazione le risorse delterritorio, il suo ambientenaturale e i prodotti dieccellenza che lo rendonounico nel suo genere. Diqui anche le iniziative chemettono in dialogol’alimentazione, lanutrizione e l’olioextravergine che da questeparti è un vero fioreall’occhiello con lerinomate acque termali diSuio. Un modo nuovo dicomunicare le bontà e laricchezza che la naturanelle sua semplicità ècapace di donare all’uomoe che merita di essereriscoperta perché la qualitàdella vita sia sempre più unvalore condiviso e segni ilvissuto quotidiano.

Cresce l’attenzioneper i benefici fisici epsicologici di unasana alimentazioneche mette al centro i prodotti naturali

urante l’adolescenza SettimoTamanini, in arte Mastro 7, leg-

geva l’Iliade sognando un giorno dipoter cesellare lo scudo scintillantedi Achille. Allora non immaginavaquanto invece la scultura avesse po-tuto avvicinarlo ad altri eroi, a tes-sere le lodi di quell’Amore che “mo-ve il sole e l’altre stelle”. Grandi al-beri in rame soffiato, che l’artista harealizzato in onore all’enciclica ver-de di Papa Francesco, sono espostia Roma fino al 3 aprile nella Basili-ca di Sant’Ignazio di Loyola. Una mo-stra promossa dalla Rettoria diSant’Ignazio e curata da padre Fe-derico Pelicon.“Laudato Si’ – Alle Radici della Vita”è il titolo dell’esposizione con cuiMastro7 mira a sensibilizzare gli a-nimi, ad ascoltare la voce della Ter-

ra ed esserne custodi riscoprendo,dice, «una nuova e sana relazionecon il Creato. Perché come l’amoresi realizza soltanto se c’è il coraggiodi abbandonarsi all’altro, così an-che la creazione ha bisogno di essereamata, non per interesse ma per lasua identità di dono». Gli alberi della Bibbia sono la fonteda cui l’artista trae ispirazione perle sue possenti sculture. A partiredal melo, la pianta della conoscen-za, fino all’olivo del Getsemani, sin-tesi dell’indissolubile legame fra Ma-dre e Figlio. Mastro 7 si definisce unuomo concreto, come le sue scultu-re, che non permettono margini dierrore. Eppure si commuove nel rac-contare come una volta una bimbadown sia stata attratta da una del-le sue opere e, dopo averla toccata

a lungo a occhi chiusi, avesse escla-mato: «Sono tornata». «La natura ci insegna che il tempodell’attesa non è un tempo persoma biologicamente necessario – di-chiara Padre Federico –. Non biso-gna aver fretta, piuttosto impararead ascoltare la voce di Dio, che si ri-vela attraverso i doni del Creato. Co-me quando da bambino sentivo ilsuono degli alberi, strumenti a fia-to del vento e rivelatori della gran-dezza del Padre».

Anna Moccia

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La Boldrini sarà a RietiIl primo aprile la presidente della Cameradei Deputati Laura Boldrini sarà in visitaufficiale a Rieti. Lo hanno comunicato ilsindaco e il presidente del consiglio comu-nale del capoluogo sabino, Simone Petran-geli e Gian Piero Marroni. Il programma della giornata reatina dellapresidente di Montecitorio prevede, dopol’accoglienza a Palazzo di città, un incontroal Teatro Vespasiano con gli studenti dellescuole sulla Costituzione. Nel pomeriggio,

la visita al cippo commemorativo dei Mar-tiri delle Fosse Reatine al quartiere Quat-trostrade. Quindi, all’Auditorium Varrone,l’onorevole Boldrini presenterà il suo libro“Lo sguardo lontano” edito da Einaudi. «Un momento importante per la nostracittà che non vedeva da anni la terza cari-ca dello Stato in visita ufficiale. Questa op-portunità rappresenta un segnale di atten-zione nei confronti della nostra città e del-l’Amministrazione che la guida», hannocommentato primo cittadino e capo delconsiglio comunale.

uesta domenica alle ore 17, presso laSala degli Abati della Curia Vescovilea Cassino, in occasione dellapresentazione del volume di

Riccardo Petricca Pastorale digitale 2.0 saràillustrata e firmata l’intesa tra la Diocesi diSora–Cassino–Aquino–Pontecorvo e laPontificia Università Antonianum. L’accordoraggiunto dal Vescovo della Diocesi,Gerardo Antonazzo, e dal Rettore Magnificodella Pontificia Università Antonianum,professoressa Mary Melone, prevede unacollaborazione ampia e ramificata in diversisettori, dalla tutela e valorizzazione dei beniculturali ecclesiastici – archeologici, artisticie storici – all’insegnamento sociale; unaparticolare attenzione sarà inoltre riservataalle nuove sfide della rivoluzioneinformatica globale e alla Pastorale digitale,ambito in cui la Diocesi, grazie all’impegnodel già citato Riccardo Petricca e di unnumeroso gruppo di giovani volontari, è

impegnata da alcuni anni. Al fine di dare attuazioneall’intesa la Diocesi e la Pontificia UniversitàAntonianum si impegnano a cooperare nell’area dellaricerca scientifica, nell’organizzazione di eventiaccademici e nell’elaborazione di programmi culturali.

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Sora e Antonianun,un’intesa «digitale»

i numeri dell’ibc

Sessant’anni fa moriva don Carlo Gnocchi,le celebrazioni per il «padre dei mutilatini» DI MIRKO GIUSTINI

essant’anni fa nasceva al cielo don CarloGnocchi. Presbitero, educatore e scrittore, di lui

rimane l’omonima fondazione, che si occupa dierogare servizi per disabili, anziani, minori e malatiterminali. Mentre a Milano e provincia fervono ipreparativi per la ricorrenza, anche a Roma sipreparano eventi in memoria del beato. Ieri c’èstata l’emissione di un francobollo commemorativo.Non è la prima volta che Poste italiane omaggia il“padre dei mutilatini”. Già nel 2002 aveva emessoun francobollo per ricordare i cento anni della suanascita. La Fondazione conta all’incirca 5.500operatori, distribuiti in 28 centri e 30 ambulatori,siti in 9 regioni, per un totale di quasi 3700 postiletto. Nel Lazio ne sono presenti due, entrambidiretti da Simonetta Mosca. Il Centro “Santa Mariadella Pace” fu inaugurato nel 1950, alla presenza didon Gnocchi e dell’allora Presidente del ConsiglioAlcide De Gasperi. Sito a Roma, in via MarescialloCaviglia, oggi la struttura è specializzata nel campodella riabilitazione neuromotoria. Dispone di due

strutture sanitarie: una Casa di Cura perriabilitazioni in fase “post acuta” e un Centro per lariabilitazione estensiva e di mantenimento. Questoè articolato in diverse tipologie assistenziali, tra cuiquella residenziale, semiresidenziale eambulatoriale. Importante anche il reparto dineuropsicomotricità dell’età evolutiva. L’altro è ilCentro “Santa Maria della Provvidenza”. Nato come“Istituto Madre Nasi”, il polo medico è statoacquisito dalla Fondazione Don Gnocchi nel 2003.Da tredici anni il Centro svolge attività di cura eassistenza a favore dei più svantaggiati. Il Centroconta 150 posti letto, a cui ne vanno aggiunti altri40 per la degenza diurna, le attività di riabilitazioneambulatoriale e 20 posti di riabilitazionedomiciliare. Attraverso una raccolta fondi con smssolidale, attiva fino al 6 marzo, si potrà aiutare laFondazione a finanziare il Computer AssistedRehabilitation. Il Care Lab è stato realizzato perriabilitare i bambini con problemi neuromotoriattraverso il gioco, utilizzando moderne tecnologiee la realtà virtuale. Testimonial della campagna èl’allenatore della nazionale, Antonio Conte.

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2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 28 febbraio 2016

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esprime comesenso dicorresponsabilitànelle diocesi enelle parrocchie. D’altrondenell’antica storia dell’Ac, che neglianni si è intrecciata con gli eventipiù importanti della Chiesa, sonopresenti momenti significativi chehanno contribuito alla costruzionedell’identità stessa dell’Italia.Le tre parrocchie hanno colto lapossibilità offerta dall’Ac e si sonofidati di una tradizione autorevole

su cui hanno deciso discommettere, cominciandoproprio dall’Azione cattolica deiragazzi (Acr).A Parco Leonardo, gli educatoridella parrocchia guidata da donJavier Perez, sono partitidall’iniziazione cristiana. Al testodel Catechismohanno affiancato le

laici.Nuovo impulso all’associazione in diocesiL’avvio in tre parrocchie a Ladispoli e Fiumicino

L’Ac risponde presente

DI SIMONE CIAMPANELLA

i incoraggio ad esserestrumenti di pace e dimisericordia tra i vostri

coetanei!». È il messaggio chepapa Francesco ha donatoall’Azione cattolica dei ragazzi(Acr) a fine gennaio in piazza SanPietro a conclusione dellaCarovana della Pace. Un momentoemozionante per i ragazzi delleparrocchie di San Benedetto Abatedi Fiumicino e del San GiovanniBattista di Ladispoli. È la prima“uscita pubblica” per l’Azionecattolica di Porto–Santa Rufina,che sta ritrovando nuovo impulso,soprattuto in queste dueparrocchie e in quelladell’Assunzione della BeataVergine Maria a Fregene, dove stamuovendo i primi passi.Il vescovo Reali ha fortementevoluto che l’Azione cattolicaricominciasse a crescere in diocesi,così alcuni volontari insiemeall’assistente, don GiovanniSoccorsi, hanno iniziato asensibilizzare le parrocchie,ottenendo buoni risultati.La sicurezza e l’affidabilitàdell’Azione cattolica risiedeproprio nella sua natura educativache ha un rilevante trattoecclesiale. Ogni membro vipartecipa per vivere conconsapevolezza l’esperienza difede, impegnandosi a far crescere illaicato in stretta collaborazionecon i vescovi delle Chiese locali.Ciò rappresenta un preziososervizio al territorio, che si

guide preparate dall’Azionecattolica per approfondire alcuniaspetti della vita cristiana. Nelmese di gennaio appunto, periodoche l’Acr vive come mese dellaPace, il cammino proposto neigruppi parrocchiali ha spinto ipiccoli di San Benedetto aconfrontarsi su alcuni temi diattualità, come l’esodo deimigranti, che li coinvolgedirettamente visto che riguardaanche molti loro coetanei.A Ladispoli gli educatori, insiemeal parroco padre Alberto Filippi,hanno invece puntato sull’oratorioe sul post–cresima. «Da tempo –dicono – cercavamo un percorsoche ci consentisse di seguire uncammino più efficace perl’oratorio e, soprattutto, per iragazzi del post cresima. E cosìparlando con degli amici, siamorimasti ben colpiti dalla propostadell’Azione cattolica e, dopo unariflessione e condivisione con ilnostro parroco abbiamo pensatoche potesse essere un tentativo dirisposta ai bisogni della pastoralegiovanile della nostra parrocchia».Così dopo un periodo diformazione hanno propostodifferenti iniziative, tra cui duemomenti di preghiera, che hannocolpito i ragazzi: una riflessionesull’acqua viva del Battesimo e unameditazione sul tema della pace»A Fregene gli operatoridell’oratorio Pier Giorgio Frassati,che lo scorso anno ha festeggiato isuoi dieci anni, hanno sentitol’esigenza di rilanciare le attivitàcon un nuovo progetto.Ragionando con il parroco donAntonio Piro hanno scelto diprovare l’iniziativa del’Ac. Nellapreparazione all’avvio dell’Acrhanno detto che «oltre allaformazione tecnica e pratica,molto utile è stata la formazione

spirituale», con lapossibilità di viverecomunione diocesanacon le altre dueparrocchie che hannoaderito al progetto.«Questo ci ha permessodi fare spesso degliincontriinterparrocchiali chesono stati accolti conmolto entusiasmo daparte dei ragazzi chehanno potutosperimentare di nonessere i soli a “venire in

oratorio”».Non resta che provare. Molte zonedel territorio diocesano sonogiovani, accogliendo nuovefamiglie in quartieri sempre piùampi. Il metodo dell’Azionecattolica può essere un validoaiuto nelle comunità parrocchiali.Perché impegna e coinvolgedirettamente i suoi membrimettendo a disposizione unpatrimonio di conoscenza e dibuone pratiche efficaci econdivise.(www.azionecattolica.it)

Dal 1867 al servizio della Chiesae origini dell’Azione cattolica risalgono al 1867 quandoMario Fani e Giovanni Acquaderni si incontrarono per da-

re vita alla Società della gioventù cattolica, costituita da PioIX nel 1868 e adottando come programma il motto “Pre-ghiera, azione, sacrificio”. Quattro i cardini che contraddi-stinguono da allora l’operato dell’Azione cattolica: l’obbe-dienza al papa; una proposta educativa fondata sulla con-sapevolezza culturale della religione; l’impegno ad incarna-re nella propria vita i principi del Cristianesimo e l’attenzione concreta al-la carità verso i più fragili e i più poveri. Nel 1918, per iniziativa di Armi-da Barelli, nasce la Gioventù Femminile di Azione cattolica. Con il Conci-lio Vaticano II, Vittorio Bachelet conduce l’associazione a compiere la“scelta religiosa”, cioè ad affermare la priorità dell’annuncio della Paro-la. Nel 1969 viene emanato un nuovo statuto secondo il quale l’Associa-zione viene organizzata in due settori, giovani e adulti, più l’unica strut-tura dell’Azione cattolica dei ragazzi (Acr). Paola Bignardi, supportata dal-la Conferenza episcopale italiana, ha guidato l’Azione Cattolica in un for-te processo di rinnovamento che si è concluso e realizzato il 13 e 14 mar-zo 2004 con l’approvazione del regolamento nazionale, che sancisce l’im-pegno dell’Azione cattolica a rispondere con slancio alla propria chiama-ta alla missionarietà.

Angelo Pellegrino

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Consigli affari economiciSabato prossimo l’incontro

ono già molte le iscrizioni per il primo incontro rivolto aiConsigli parrocchiali per gli affari economici. L’evento diformazione, fortemente voluto dal vescovo Reali, si terrà

sabato 5 al Centro Pastorale diocesano (Via della Storta, 78300123 – Roma). La proposta è strutturata come un corso intensivodi aggiornamento tenuto da alcuni membri del Consiglio degliaffari economici diocesano. Si inizierà alle 9.30 con l’interventodell’economo diocesano, monsignor Amleto Alfonsi, che tratteràde “I beni della Chiesa”. L’avvocato Alessandro Picozzi illustreràinvece “La struttura amministrativa della Parrocchia: proprietà, attiamministrativi, responsabilità civile e penale”. Seguirà poi ildottor Egildo Spada che parlerà di “Inventario dei beniparrocchiali: mobili, immobili e culturali”. Il dottor MassimoFiorenza presenterà la questione de “L’Ente Ecclesiastico ed ilregime fiscale: la tassazione, imposte dirette ed indirette.Penultimo a parlare don Emanuele Giannone, che terrà unarelazione su “Il rapporto con la Curia Diocesana ed il bilancioparrocchiale”. Concluderà la giornata il dottor Fulvio Feliziani con“Il conto corrente e gli investimenti”. (Il programma e la schedad’iscrizione sono disponibili sul sito diocesano).

Gianluigi Saddi

SL’affetto circonda il vescovo Reali

DI ROBERTO LEONI *

essuno potevaimmaginare, inquest’Anno Santo, di

dover esercitare l’opera dimisericordia, visitare gliinfermi, proprio neiconfronti del vescovo: coluiche, pastore e padre, è lapersona che da quasiquattordici anni continua agarantire quel legame vivo

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di comunionecon il successoredi Pietro e tuttala Chiesa equello,altrettanto vivo,con l’interatradizione

apostolica. Monsignor Realistesso, mentre progettava ilpercorso giubilareattraverso il territorio delladiocesi sui vari luoghi dellasofferenza,dell’insegnamento edell’accoglienza, anche luinon poteva certo prevederel’improvvisa chiamata aportare la croce, fonte divita e di speranza, nellapropria carne. Ma così è

avvenuto. Visitare gliinfermi. È un obbligo,certo, ma chiaramente nonsarebbe neppureimmaginabile per tutti,fedeli, sacerdoti e comunitàreligiose, farepersonalmente visita alnostro pastore che si trovain ospedale. Ed ecco cheaffetto, vicinanza epreghiera hannocominciato ad arrivargli,tramite il canale della curia,spontaneamente, attraversodecine e decine di lettere,telefonate e messaggi email.Parole semplici, appenapoche righe, ma chepartono dal cuore. Bambinie scuole, parrocchie e

comunità religiose,famiglie. Un affetto che fabene. Tutti infatti abbiamovissuto un momento didolore e sappiamo peresperienza quanto confortopuò arrecare anche unsemplice pensiero, unatelefonata. È allora davverobello e toccante vedere chec’è un intero popoloimpegnato a pregare e asostenere il proprio pastorenel momento del dolore edella forzata inattività. Ilvescovo, seppur obbligato aletto, è sereno e continuaad essere molto presente indiocesi, come d’altronde hasempre fatto; l’infermitànon gli impedisce di seguire

i vari avvenimenti dando leopportune indicazioni.Monsignor Reali,profondamente colpitodalla coralità delletestimonianze rivoltegli, daparte sua ringrazia e cibenedice di cuore, tutti eciascuno, in attesa di potertornare presto tra noi.

* Cancelliere vescovile

DI FULVIO LUCIDI

uesto è il luogo del rifugio, che è il Signore». Con questeparole lo scorso 18 febbraio il vescovo Reali ha introdottola comunità parrocchiale dell’Olgiata al rito didedicazione dell’altare della cappella feriale. Sorrisi e

soddisfazione tra la gente che ha partecipato alla Messa, concelebratadal parroco don Pietro Rabitti, dal vice parroco, don DomenicoReverberi, e dal cancelliere don Roberto Leoni. «La dedicazione –continua il vescovo – è la comunione del popolo di Dio con ilSignore e si misura nella condotta quotidiana dei discepoli». Unionedi preghiera e vita che in questa recente chiesa alla periferia di Romaappare già come un tratto caratteristico. Il parroco ne è convinto e cene parla dopo la funzione. «La sacralità e l’abbondanza dei simboliliturgici di questa celebrazione – dice il sacerdote – ci ha riportato allamemoria del nostro inizio: la dedicazione della nostra chiesa deiSanti Pietro e Paolo nel vicino settembre 2014». Un anno e mezzo ditanti percorsi che si intrecciano, maturando ogni giorno un sempremaggiore senso di appartenenza alla comunità. «La parrocchia ècresciuta nella liturgia, nei momenti di fraternità, di preghiera, dicatechesi, di svago e di servizio». In questi mesi «c’è chi viene avedere, chi inizia ad affezionarsi, chi intravede un punto diriferimento, chi si è messo a servizio in modi diversi». Per tutti unapossibilità di incontro, per alcuni l’entusiasmo della scoperta oriscoperta della gioia della fede. «Siamo una comunità giovane(sorride) che prova, che aspira, che ha il desiderio di mettersi davantial Signore per vedere come si vive, per capire come farsi prossima, perimparare a volersi bene».D’altronde l’arredo della cappella sembra voler raccogliere proprioquesto desiderio. La scelta è caduta su un altare a forma rettangolarein pietra, poggiato direttamente sul pavimento del presbiterio, cheriprende le linee geometriche dell’altare maggiore. Anche l’ambone hagli stessi simboli artistici e gli stessi materiali dell’altare, per megliomettere in risalto i due poli celebrativi, in modo che l’ambone siarmonizzi architettonicamente e spazialmente con l’altare. Lasemplicità dell’intervento vuole infatti proporre gli elementi centralidella celebrazione: la liturgia della parola e quella eucaristica.«Il rito che abbiamo celebrato – conclude con soddisfazione il prete –rappresenta bene la cura che vogliamo avere verso quel centro da cuitutto parte e a cui tutto vogliamo far convergere che è la celebrazioneeucaristica, perché è il corpo di Cristo che ci fa essere Chiesa ecomunità, ci fa scoprire amati e desiderosi di donarci ai fratelli».

Rabitti: «Un luogo di incontroe di accoglienza per tutti»

dedicazione della cappella feriale all’Olgiata Una lunga esperienza formativacon un rilevante tratto ecclesialeche ha offerto nuove opportunitàper educatori, bambini e ragazzi

Un impegno esemplarea tradizione dell’Azione cattolica è semprestata caratterizzata da un impegno formati-

vo riconosciuto dai vescovi come “esemplare”.Il suo metodo è flessibile, per adattarsi al con-testo ecclesiale e socio–culturale, ma radicatonel progetto catechistico della Chiesa.Punto fondamentale è l’esperienza concreta che,vissuta nella fede, è il luogo della presenza diDio. Importante poi è imparare dai testimoni disantità e passione apostolica che in passato han-no vissuto con fedeltà il Vangelo. Il cammino for-mativo accogliendo le attese di ciascuno ponein dialogo le generazioni, cercando integrazio-ni con famiglia, diocesi, parrocchie, scuola, o-ratorio, lavoro e con le altre associazioni.

Stefano Pedone

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Tante preghiere e messaggidi vicinanza per il pastoreAnche se infermo continuail suo ministero con serenità

Il riccio del pastorale

Il vecovo Reali unge l’altare con il crisma L’incontro a San Pietro

l’annuncio della Parola e la missione

Carovana della pace

5 MARZOIncontro dei Consigli degli affarieconomici parrocchiali(Centro pastorale diocesano, ore 9.30)

6 MARZOFormazione VolEst(Centro pastorale diocesano ore 10–16)

AVVISOIl pellegrinaggio della diocesi a SanPietro è rimandato a data dadestinarsi

agenda 11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 28 febbraio 2016

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