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PER INTERCESSIONE DI MARIA AUSILIATRICE LA PICCOLA PATTINATRICE SonounaFigliadiM .Ausiliatrice,edesideroringraziarela Madonnapertregraziechemihaconcesso .Stavoassi- stendolemieallievechepattinavanoallegramente,quando unadiessefeceunbruttocapitombolo .Battémalamente sullaschiena,eintantochecercavodirialzarlasentiiche perdevailrespiroelavididiventarecadaverica .Chièedu- catoresacheangosciasiprovainquestidifficilissimimo- menti .Eroterrorizzatadalpensierodivedermelafiniretrale braccia,einvocai MariaAusiliatrice converaangoscia .Dopo alcuniminuticheamesembraronoun'eternità,laragazzina aprìgliocchi,eriuscìamormorare :«Nonèniente,suora» . Apocoapocoilpallorescomparve .Orastabene,etuttoè soltantounbruttoricordo .SonoriconoscentissimaallaMa- donna . Ancheunbimboassaivivace,chegiocavasottoimiei occhi,finìsottounoggettopesantechepotevafarglidelmale serio,manonsubìconseguenze .Ungiovanepoveroema- landatoinsalute,poi,raccomandatoallaMadonna,èriuscito adottenereungrossofavoredi,cuiavevamoltobisogno . DituttoringraziolaMadonna . (Letterafirmata) ILPAPA'DITREBAMBINI Peruninvolontarioerroredamecommesso,unapersona malintenzionatavolevafarmidelmaleserio .Sonopapàdi trebambini,epassaiattimidiveracosternazione,pensando almalechepotevaderivareallamiafamiglia,alnostrobuon nome .Unsacerdote,a cui miconfidai,miconsigliòdipre- gare DonBosco. Confedepromisichemisareirecatoa Torinoinpellegrinaggioconimieibambini .L'individuoma- lintenzionatohatentato,purtroppo,difarcidelmale .Non c'èperòriuscito .SiamovenutiaTorino,eabbiamopregato DonBoscoancheperlui .Orailserenoètornatoperlanostra famiglia .GrazieaDonBosco . (Letterafirmata) RICONOSCENTI «ManifestoprofondariconoscenzaaM . Ausiliatricee a DonBosco perlaprotezioneeparticolareassistenzasperi- mentatainmomentimoltodifficili» . Rina Cappa (Torino) . «MoltevoltesonoricorsoaM . AusiliatriceeaDon Bosco, esempresonostatoaiutato .Recentementepapà stavaveramentemaleederavamoassaipreoccupatiperlui . Confiduciapregammo,esiamostatiancoraunavoltaesau- diti .Riconoscenteringrazio» . Carme/oStagno(Trapani) . «Inunmomentoassaidelicatopermiafiglia,hoinvocato conestremafiduciaM . Ausiliatrice . Inbrevetempotutto sièrisoltobene .Riconoscenteringrazioeinvioun'offerta» . Adele A/bergoni( Treviglio) . «Duranteunatravagliatamaternitàdimiafiglia,abbiamo invocatoconfede MariaAusiliatriceeS .Domenico Savio . ÈnatafelicementeiapiccolaElena,sanaevispa . Ringraziamoriconoscentieinviamoun'offerta .Ciaffidiamo allaprotezionedellaMadonna,echiediamolasuainterces- sioneperaltreduenecessitàchecistannomoltoacuore» . Lucia Saladini(Montichiari- Brescia) . «Inunmomentodiprofondaangosciaperlasalutediuna personacara,invocaicongrandefiduciaM . Ausiliatrice, efuiesaudita .Inviounapiccolaoffertainsegnodigratitu- dine .ChelaVergineSantacontinuiaproteggermi» . Vittoria 24Promotton (Donnaz - Aosta) . DI SANGIOVANNI BOSCO «Sonounapersonaanziana .Tornandoinbiciclettadalla campagnacaddiemiruppiilfemore .Ricoverataall'ospedale, percomplicazionisopravvenutemiaggravai,finoaentrarein coma .Neimomentidiluciditànoncessaidiraccomandarmi a DonBosco, tenendoaccantoamelàsuaimmagine .Ora sonoinviadiguarigione .Sperodipotercontinuareavivere senzaesseredipesoallafamiglia,eperquestopregoancora DonBosco» . Attilio Lupinaro ( SpezzanoAlbanese - Cosenza) . «DesiderorenderepubblicalamiariconoscenzaaM . Au- siliatrice perletantegraziericevuteperlasuamaternain- tercessione» . EsterPrunotto(Motta- Asti) . «Abbiamovissutoored'ansiaperladifficilenascitadiun bimbo .Cisiamoraccomandati a M . Ausiliatricee a S .Do- menicoSavio, edoramanifestiamolanostrariconoscenza» . NinettaLeocata(Bronte - Catania) . «Preoccupataperlasalutedimiofratello,mirivolsifidu- ciosaa MariaAusiliatricee a DonBosco . AIcontrollo medico,vennecostatatounnetto,miglioramento .Ringrazio einvioun'offertaperleOperediDonBosco» . AdaPicollo (Casale Monferrato) . «Sonostatocoinvoltoin un graveincidentestradale.Una signoradalmarciapiedegridavaspaventata"Aiuto!" .Inquel momentoinvocai,edottenni,l'unicoaiutochemipoteva soccorrere:quellodiM . Ausiliatrice edi . DonBosco, e, perlorointercessione,quellodelSignore .Sonorimastoinco- lume .Invioun'umileoffertaeringrazio» . PiaGregori(Verona) . CIHANNOPURESEGNALATOGRAZIE AbattiCaterina- AnnibalettoBianca - AntoniniFulvia - AntoniniSantina -AronaConcetta-BaloccoMargherita- BarbiniAngela - BarcellonaTe- resa - BertolinoMaria -BertucciAntonella- BoglioloMaria - Bónelli Dina -BordeseAngela BorlaCarla - BorzeseDeliaBotteroAnfossi Luigina - BovoGualtiero - CambiGiordano -CammataMaria- Capuzzo Pierina- CaraccioloFranca - CasatiOttavio - Cavagli»Maria - Cavagliano Domenico - CavezzaleLuiginaR . - CazzolaMaria - CelesteConcetta Grigoli - CerGiuseppe - ChiapparelliEmilia - CincelliCarloeMaria - CinquemaniD.Salv . - ClariAntonia -ContiSac .Francesco- Coppola Adalgisa -CorbedduFrancesco- CostalungaClara CrapioGiuseppe - CraveroTeresa -CultreraVita- DainoGiovanni - DeIulianisRossi Lina - DeMauroMariaGeltrude - DeStefanisAlettoMaria - DiBari Edè - DossiViciniElisa - DulioGiuseppina -FacchiniRosa- FerroGianna - FigaroliRosa - FilaMarisaCalvino - FontanaMaddalena - FrancoCa- terina - GaetaniAda - GarbarinoMaria - GaribaldiDomenico - Gaspa- riniMarcella -GelosaIrma- GiannoneProf.Giuseppe .-GiliMaria - GioiaAntonino - GolzioSorelle - GrandeMaria -GrazianiIncarnatiRo- sina - GrismondiLina - GuarnieriCalogero - ZaraRaffaella - IncuttiMaria JacuzzoGaetana - LadettiMariaCarlino - LapiFosca - LeoneAnna LeonelliAntonella - LigammariFrancesco - LoPrestiGiuseppa - Lo PrestiMassimiliano - LoSavioLindaDurante - LucchiEmma - Magnani Mariaved .Serra - ManduzioIrene - ManentiGiacomo -- MarrocuMaria - MartinazzoliFederica - MartiniConiugi - MattinaRosaria - Maugeri Anna- MazzaPeppino - MazzaStella - MazzolaStefanoAlberti - Mel- chiorreAdele - MessinaGiuseppe - MigliavaccaAngiolina - MiglioliFa- miglia - Miot'oVittorio - ModaleTeresa - ModeneseTeresa - Monticone Rita - MuracaRosina - NaiOleari - NapoliSuorPierina - NarziUdilla - NotaroMaria - OrtuMario - PaglianoMaria -PallanoInes- Pasquali Elena PegoraroNello - PelleTeresa - PeschiulliSergio - PetrozAdelaide - PezzoliMarisa - PiancaMariaeAngelina - PileriaCrespino - Pisanti Lia - PrandiVincenzo - PreaRina - PriaroneAda -RaffaGiuseppina- RagoneRaffaella- RaviPintoNunzia - RighettiLavina - RizzoVita - RobellinoAlberto - RobiglioLuígi -RossiCarmen- RossoEmilia -Sa- glimbeniConcetta-SalbergoCaterina- SammarcoFranca - Sandoni Celsa - SantinellaDina - SavarroPaola,inCova - SchermiaCarmela - ScintuGiuseppe- ScopellitiGiuseppina - ScottiFelice - Scremin.Carmela -SegagniRina- SegatoOrsolina - SentinoCoppoRosmina -SgroiRosa SpadaroDario - StagnoliGervasio - StuppiaFilippo - ThiebatPietro TonarelliC .Emma - TrioloMariaGioconda - TropeaMariaGrazia VacchelliSalonne- ValentinoFerdinando - VanzettiMaria - Vaudano Lucia -. 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PERINTERCESSIONE

DI MARIAAUSILIATRICE

LA PICCOLA PATTINATRICESono una Figlia di M . Ausiliatrice, e desidero ringraziare la

Madonna per tre grazie che mi ha concesso . Stavo assi-stendo le mie allieve che pattinavano allegramente, quandouna di esse fece un brutto capitombolo . Batté malamentesulla schiena, e intanto che cercavo di rialzarla sentii cheperdeva il respiro e la vidi diventare cadaverica . Chi è edu-catore sa che angoscia si prova in questi difficilissimi mo-menti. Ero terrorizzata dal pensiero di vedermela finire tra lebraccia, e invocai Maria Ausiliatrice con vera angoscia . Dopoalcuni minuti che a me sembrarono un'eternità, la ragazzinaaprì gli occhi, e riuscì a mormorare : «Non è niente, suora» .A poco a poco il pallore scomparve. Ora sta bene, e tutto èsoltanto un brutto ricordo . Sono riconoscentissima alla Ma-donna .

Anche un bimbo assai vivace, che giocava sotto i mieiocchi, finì sotto un oggetto pesante che poteva fargli del maleserio, ma non subì conseguenze. Un giovane povero e ma-landato in salute, poi, raccomandato alla Madonna, è riuscitoad ottenere un grosso favore di, cui aveva molto bisogno .

Di tutto ringrazio la Madonna .(Lettera firmata)

IL PAPA' DI TRE BAMBINIPer un involontario errore da me commesso, una persona

malintenzionata voleva farmi del male serio . Sono papà ditre bambini, e passai attimi di vera costernazione, pensandoal male che poteva derivare alla mia famiglia, al nostro buonnome. Un sacerdote, a cui mi confidai, mi consigliò di pre-gare Don Bosco. Con fede promisi che mi sarei recato aTorino in pellegrinaggio con i miei bambini . L'individuo ma-lintenzionato ha tentato, purtroppo, di farci del male. Nonc'è però riuscito . Siamo venuti a Torino, e abbiamo pregatoDon Bosco anche per lui . Ora il sereno è tornato per la nostrafamiglia. Grazie a Don Bosco .

(Lettera firmata)

RICONOSCENTI« Manifesto profonda riconoscenza a M . Ausiliatrice e a

Don Bosco per la protezione e particolare assistenza speri-mentata in momenti molto difficili» . Rina Cappa (Torino) .

« Molte volte sono ricorso a M . Ausiliatrice e a DonBosco, e sempre sono stato aiutato . Recentemente papàstava veramente male ed eravamo assai preoccupati per lui .Con fiducia pregammo, e siamo stati ancora una volta esau-diti . Riconoscente ringrazio» . Carme/o Stagno (Trapani) .

« In un momento assai delicato per mia figlia, ho invocatocon estrema fiducia M . Ausiliatrice . In breve tempo tuttosi è risolto bene . Riconoscente ringrazio e invio un'offerta» .Adele A/bergoni ( Treviglio) .

« Durante una travagliata maternità di mia figlia, abbiamoinvocato con fede Maria Ausiliatrice e S . DomenicoSavio . È nata felicemente ia piccola Elena, sana e vispa .Ringraziamo riconoscenti e inviamo un'offerta . Ci affidiamoalla protezione della Madonna, e chiediamo la sua interces-sione per altre due necessità che ci stanno molto a cuore» .Lucia Saladini (Montichiari - Brescia) .

« In un momento di profonda angoscia per la salute di unapersona cara, invocai con grande fiducia M . Ausiliatrice,e fui esaudita . Invio una piccola offerta in segno di gratitu-dine. Che la Vergine Santa continui a proteggermi» . Vittoria

24 Promotton (Donnaz - Aosta) .

DISAN GIOVANNI

BOSCO

«Sono una persona anziana . Tornando in bicicletta dallacampagna caddi e mi ruppi il femore . Ricoverata all'ospedale,per complicazioni sopravvenute mi aggravai, fino a entrare incoma. Nei momenti di lucidità non cessai di raccomandarmia Don Bosco, tenendo accanto a me là sua immagine . Orasono in via di guarigione . Spero di poter continuare a viveresenza essere di peso alla famiglia, e per questo prego ancoraDon Bosco» . Attilio Lupinaro (Spezzano Albanese - Cosenza) .

« Desidero rendere pubblica la mia riconoscenza a M . Au-siliatrice per le tante grazie ricevute per la sua materna in-tercessione». Ester Prunotto (Motta - Asti) .

«Abbiamo vissuto ore d'ansia per la difficile nascita di unbimbo. Ci siamo raccomandati a M . Ausiliatrice e a S . Do-menico Savio, ed ora manifestiamo la nostra riconoscenza» .Ninetta Leocata (Bronte - Catania) .

« Preoccupata per la salute di mio fratello, mi rivolsi fidu-ciosa a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco . AI controllomedico, venne costatato un netto, miglioramento . Ringrazioe invio un'offerta per le Opere di Don Bosco» . Ada Picollo(Casale Monferrato) .

« Sono stato coinvolto in un grave incidente stradale. Unasignora dal marciapiede gridava spaventata "Aiuto!" . In quelmomento invocai, ed ottenni, l'unico aiuto che mi potevasoccorrere: quello di M . Ausiliatrice e di . Don Bosco, e,per loro intercessione, quello del Signore. Sono rimasto inco-lume. Invio un'umile offerta e ringrazio» . Pia Gregori (Verona) .

CI HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE

Abatti Caterina - Annibaletto Bianca - Antonini Fulvia - Antonini Santina- Arona Concetta - Balocco Margherita - Barbini Angela - Barcellona Te-resa - Bertolino Maria - Bertucci Antonella - Bogliolo Maria - BónelliDina - Bordese Angela Borla Carla - Borzese Delia Bottero AnfossiLuigina - Bovo Gualtiero - Cambi Giordano - Cammata Maria - CapuzzoPierina - Caracciolo Franca - Casati Ottavio - Cavagli» Maria - CavaglianoDomenico - Cavezzale Luigina R . - Cazzola Maria - Celeste ConcettaGrigoli - Cer Giuseppe - Chiapparelli Emilia - Cincelli Carlo e Maria -Cinquemani D. Salv . - Clari Antonia - Conti Sac . Francesco - CoppolaAdalgisa - Corbeddu Francesco - Costalunga Clara

Crapio Giuseppe- Cravero Teresa - Cultrera Vita - Daino Giovanni - De Iulianis RossiLina - De Mauro Maria Geltrude - De Stefanis Aletto Maria - Di BariEdè - Dossi Vicini Elisa - Dulio Giuseppina - Facchini Rosa - Ferro Gianna- Figaroli Rosa - Fila Marisa Calvino - Fontana Maddalena - Franco Ca-terina - Gaetani Ada - Garbarino Maria - Garibaldi Domenico - Gaspa-rini Marcella - Gelosa Irma - Giannone Prof. Giuseppe .- Gili Maria -Gioia Antonino - Golzio Sorelle - Grande Maria - Graziani Incarnati Ro-sina - Grismondi Lina - Guarnieri Calogero - Zara Raffaella - Incutti MariaJacuzzo Gaetana - Ladetti Maria Carlino - Lapi Fosca - Leone AnnaLeonelli Antonella - Ligammari Francesco - Lo Presti Giuseppa - Lo

Presti Massimiliano - Lo Savio Linda Durante - Lucchi Emma - MagnaniMaria ved . Serra - Manduzio Irene - Manenti Giacomo -- Marrocu Maria- Martinazzoli Federica - Martini Coniugi - Mattina Rosaria - MaugeriAnna - Mazza Peppino - Mazza Stella - Mazzola Stefano Alberti - Mel-chiorre Adele - Messina Giuseppe - Migliavacca Angiolina - Miglioli Fa-miglia - Miot'o Vittorio - Modale Teresa - Modenese Teresa - MonticoneRita - Muraca Rosina - Nai Oleari - Napoli Suor Pierina - Narzi Udilla- Notaro Maria - Ortu Mario - Pagliano Maria - Pallano Ines - PasqualiElena Pegoraro Nello - Pelle Teresa - Peschiulli Sergio - Petroz Adelaide- Pezzoli Marisa - Pianca Maria e Angelina - Pileria Crespino - PisantiLia - Prandi Vincenzo - Prea Rina - Priarone Ada - Raffa Giuseppina -Ragone Raffaella - Ravi Pinto Nunzia - Righetti Lavina - Rizzo Vita -Robellino Alberto - Robiglio Luígi - Rossi Carmen - Rosso Emilia - Sa-glimbeni Concetta - Salbergo Caterina - Sammarco Franca - SandoniCelsa - Santinella Dina - Savarro Paola, in Cova - Schermia Carmela -Scintu Giuseppe - Scopelliti Giuseppina - Scotti Felice - Scremin. Carmela- Segagni Rina - Segato Orsolina - Sentino Coppo Rosmina - Sgroi Rosa

Spadaro Dario - Stagnoli Gervasio - Stuppia Filippo - Thiebat PietroTonarelli C . Emma - Triolo Maria Gioconda - Tropea Maria GraziaVacchelli Salonne - Valentino Ferdinando - Vanzetti Maria - Vaudano

Lucia -. Velardi Maria - Vinglio Rosina - Zandonella Caterina - ZaninelliGiuseppina - Zanzottera Francesca

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E D:SAN DOMENICO

SAVIO

LA GIOIA NEL CUORE DELLA MAMMAHo passato ore di ansia indescrivibile quando il mio pic-

colo Diego, dopo un breve anelito di vita, sembrò volessetornare subito tra gli angeli . Appena nato, non aveva destatola nostra preoccupazione, ma poco dopo fu colto da una tre-menda crisi provocata da difficoltà respiratoria . Insieme alpapà e ai nonni fui presa dalla disperazione . I medici, chqseguivano la lotta del piccolo Diego per sopravvivere, nonlasciavano adito a speranze . Ci dicevano che solo un miracololo poteva far sopravvivere . La nonna mise un "abitino" diDomenico Savio sul piccolo corpo sofferente. . . e incredibil-mente il neonato riacquistò subito energia . Lottò e riuscì arafforzare il tenue filo della sua vita . Il miglioramento era vi-sibile e continuo .

Ora Diego cresce tranquillo tra le mie braccia, e mi guardacon quei suoi occhioni sgranati e bellissimi . Chiedo a Dome-nico Savio di farmelo crescere puro come un fiore, e buonotanto da farci tutti più buoni .Torino

LAURETTA e GIANNINO BENI

MICHELE, SETTE ANNIIl 1° maggio, il nostro piccolo Michele di 7 anni veniva

coinvolto in un pauroso incidente stradale . Lo portammo al-l'ospedale di Canale, e poi d'urgenza a Torino senza che ri-prendesse conoscenza . Quando ogni speranza umana stavaspegnendosi, con ferma fede lo affidammo alla Vergine Au-siliatrice, a Don Bosco e a S. Domenico Savio, ponendoglianche al braccio una reliquia. Adagio, ma con continua pro-gressione, è andato migliorando, tanto che in pochi giornivenne dichiarato fuori pericolo da illustri sanitari della scienzamedica .

Ora è perfettamente guarito, ed alla Vergine Ausiliatrice edai suoi santi Protettori, siamo infinitamente riconoscenti .

I genitori, come da promessa fatta, rendono pubblica lagrazia, donano un'offerta e invocano ancora protezione sulpiccolo Michele e sulla famiglia .S. Stefano Roero (Cuneo)

GIUSEPPE e GINA RI VERA

LA PREGHIERA DI UNA NONNAA pochi giorni dalla nascita, mio nipotino accusò dei di-

sturbi che si aggravarono di giorno in giorno . Aveva un mesesoltanto quando fu dichiarato gravissimo . Ricoverato d'ur-genza, fu trovato affetto da una disperata broncopolmoniteinfettiva. Invocai disperatamente S. Domenico Savio . E luici esaudì . Il piccolo ora sta bene . Spero che S . Domenicolo tenga sotto la sua protezione e lo faccia crescere nell'amoredi Dio e di Maria SS .Ornavasso (Novara)

ALBINI SALA NOBILI

RICONOSCENTI AL PICCOLO SANTOAlma De Cia (Sovramonte - BL) ringrazia per la felice na-

scita di una nipotina e per la salute della mamma .Carmela e Domenico Savino (Torino) esprimono ricono-

scenza per la nascita del piccolo Ignazio Domenico, no-nostante difficoltà e complicazioni che avevano fatto temereper la sua vita .Jolanda Fontana (S . Maria - Verona) : « Mia nipote rin-

grazia con me S. Domenico Savio innanzitutto per una de-26 licata operazione chirurgica che ha avuto un esito più felice

j di quanto si aspettasse, e poi per la felice nascita di un bimbo,che sembrava compromessa dalla suddetta operazione chirur-gica ».

/ coniugi Civalleri (Cardé - Cuneo) riconoscenti a Dome-nico Savio per la felice nascita del piccolo Silvio Domenico,inviano offerta e invocano protezione su tutta la famiglia .

Angio/ina Bompard Costanzia (Torino) ringrazia il piccoloSanto per aver ottenuto da Dio la gioia di una . figlia a duesuoi carissimi amici .

Giuseppina Valli (Grezzago - Milano) : « Una mia carissimaconoscente, Veronica, scoraggiata per aver avuto interrottaper ben tre volte la maternità, e più ancora per la morte di unaneonata, venne consigliata da me a portare l'abitino di Do-menico Savio. È nato Ivano, che ha recato tanta gioia alla fa-miglia . Siamo riconoscentissimi al piccolo Santo delle culle,che ha guardato con bontà questo paesello semplice, povero,ma ricco di fede» .

Rosa Merlo Robustelli (Uggiate Trevano - Como) : perun'errata diagnosi, la sua quarta bambina Mariagrazia corseserio rischio di morire . Una serie di circostanze che è difficilechiamare "fortuite" hanno portato alla salvezza della piccolacon un ricovero urgente e un'operazione chirurgica per peri-tonite che durò due ore ma salvò la piccola . Insieme al maritoe ai sei figli, la mamma ringrazia di cuore Domenico Savio,I santino protettore della sua piccola .

Signora Curnetti (Borgare - Bergamo) : « II mio piccolo Da-vide di tredici mesi fu ricoverato all'ospedale in gravi condi-zioni . Volli mettergli al collo l'abitino di Domenico Savio . Inpochi giorni il mio bambino guarì, grazie alle cure dei medici,certo, ma io credo anche per intercessione di S. Domenico,che ringrazio di cuore» .

Famiglia Vignolo (Villafranca P .) : ringrazia S. DomenicoSavio per la protezione accordata alla nipotina Maria Teresadi soli 17 mesi, ricoverata in fin di vita e ora rimessa in salute .

Stefania Giarola (Desana - Vercelli) ringrazia S. DomenicoSavio per la guarigione da convulsioni cerebrali .

Amalia Sirianni in Morabito (Reggio Calabria) : «All'ottavomese di gravidanza mi dissero che portavo in grembo duegemellini . Eravamo in trepidazione poiché i medici dicevanoche il numero degli anticorpi cresceva di giorno in giorno, equesto (sono Rh negativo) poteva nuocere alla salute deinascituri . Ho fatto una novena a S. Domenico Savio . Orasono mamma felice di una femminuccia e di un maschiettoche ho chiamato Domenico. Spero che il piccolo Santo pro-tegga sempre i miei picgoli».

Teresa Castellano ring azia Domenico Savio per la felicenascita del nipotino Ed ardo, giunto a rallegrare la famigliadopo giornate di ansia

di trepidazione .

Lucia Castellano (Torino) : « Mio nipotino, di anni 11, siammalò di parotite acuta con complicazioni di meningite . Di-sperata, mi rivolsi a S. Domenico Savio, pregandolo di ot-tenere dal buon Dio la guarigione senza complicazioni per ilbambino. La guarigione è venuta . Lo ringrazio tanto» .

Èmilia Francescon (Nichelino - Torino) : ringrazia S. Do-menico Savio per aver potuto dare felicemente alla luce ilsuo bambino, dopo giorni di grave sofferenza . Ringrazia pureper aver aiutato la sua famiglia in un momento molto difficile .

A ngioletta Sicco-Rambaudi (Torino) ringrazia San Do-

imenico Savio per la protezione accordata alla figliolettaCristina durante una delicata operazione .

Lena ed Enrico Molteni (Figino Serenza, Como) ringra-ziano San Domenico Savio . La loro bambina di 3 anni,caduta dalle scale, era stata ricoverata per meningite . Gliesami, però, risultarono molto meno drammatici, e in quindicigiorni la piccola poté guarire .

Maria Battaglia (San Cataldo, Caltanissetta) ringraziaSan Domenico Savio per la pronta guarigione del padre,che era in fin di vita .

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Il 25 novembre di ognianno, in tutte le casesalesiane del mondo, sicelebra una S. Messaper i genitori dei Sa-lesiani che il Signoreha chiamato a sé .E stato scelto questogiorno perché il 25 no-vembre 1856 moriva aTorino una donna po-vera, consumata dallafatica : la mamma diDon Bosco.

I l 25 novembre 1856 moriva a To-rino un'umile donna, analfabeta,

povera, consunta dalle fatiche . Sonopassati 118 anni . Quante glorie ef-fimere svanite, quanti uomini creduti

28 grandi sono stati sepolti nell'oblio .

emma diD.BascoQuella donna vive ancora nell'affettodi innumerevoli ragazzi, sacerdoti,lavoratori, studenti, giovani operai .È mamma Margherita, la mamma diDon Bosco .

La Chiesa non l'ha ancora messasugli altari . Forse non lo farà mai .Mamma Margherita ha già l'immensagioia di aver messo al mondo, alle-vato, educato, consigliato, servito unSanto. Di essere chiamata « santaMargherita » non credo le importimolto ; le piace certo di più esserechiamata « Mamma », per sempre .

Non si può, in poche righe, trac-ciare il profilo di una figura tantogrande . Di un eroe, di un dittatore,di uno statista, si può : di un santomai. La santità è l'eroismo spiccioloche dura 365 giorni all'anno ; non èfatta di impressionanti episodi isolati .L'eroismo di mamma Margherita ètutto a base di stracci da rammendare,di fieno e grano da tagliare, di bucatoe di pentole, eppure un gran santoè cresciuto all'ombra di quelle umili

faccende dalle quali scaturiva la for-tezza dell'esempio, gli insegnamentipratici, il buon senso, la fiducia nellaProvvidenza .

In una casa dove è già entratoil dolore

Giovane e bella, spiritosa e gentile,Margherita è chiesta in sposa damolti. La sua presenza in una casaè preziosa come il sole . Sa fare tutto,è energica, robusta, caritatevole . Marifiuta sempre . Vuole restare in casaad assistere i genitori vecchi ? Vuolfarsi monaca?

Ma un giorno, ecco, dice il suo sìinaspettato a un giovane vedovo conun bambino . Entra in una casa doveè già entrato il dolore, e dove il suoprimo compito sarà quello di con-solare .

L'orfano stretto al suo cuore, cheamerà come i due figli suoi che le na-sceranno, le darà molte amarezze e

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dispiaceri . Sarà una pesante croce daportare, e tuttavia saprà educarlo confermezza e carità, fino a farne un ga-lantuomo .

Senza essere diplomata in peda-gogia, Margherita saprà dar dei puntia innumerevoli maestri ed educatori .Attinge dal Vangelo la sua sapienza,dalla pratica del catechismo, dai co-mandamenti . Vive e fa vivere i suoifigli nel soprannaturale . Le stelle chebrillano nella notte, gli uccellini nelnido, i fiori, l'abbondanza delle messie dei frutti dànno lo spunto alle suelezioni .- Vedete quante cose belle ci re-

gala il Signore ? . . . Dobbiamo ringra-ziarlo, sempre, per tutti i suoi doni .

Tempi di fame veraMentre oggi si insegna soprattutto

a « chiedere », a pretendere, a riven-dicare dei diritti, mamma Marghe-rita insegnava a ringraziare e a com-piere dei doveri .

Erano altri tempi, è vero. Tempiassai più duri dei nostri ; tempi di ca-restia, di fame vera, di pestilenze, re-sidui di guerre napoleoniche ; tempiin cui bisognava fare a piedi dieci chi-lometri per andare a scuola, e in cuii bambini di otto anni già dovevanolavorare duramente per guadagnarsiil pane .

Da pochi anni di matrimonio Mar-gherita restò vedova ; tre orfani sullespalle, la vecchia nonna, e tutti i la-vori dei campi da mandare avanti . Ilpiccolo Giovanni aveva solo due anni .

La povertà non fu, per quella don-na, un'umiliazione, una disperazione .Nella luce della povertà vide le cosechiare. Giovanni è alle soglie del sa-cerdozio, raggiunto dopo fatiche estenti inenarrabili. Che gli dice lamamma?- Non pensare a me. Io da te non

voglio niente, non aspetto niente . . .Sono nata povera, sono vissuta po-vera, voglio morire povera . Anzi, tidico questo, che se tu, per tua sven-tura, diventassi ricco, non metteròmai i piedi in casa tua, ricordatelo .

Giovanni fece tesoro di queste pa-role. Fu un « povero, poverissimoprete » e un prete dei poveri . Mar-gherita potrà mettere i piedi in casasua, nel più malfamato rione di To-rino, in mezzo alla baraonda di «bi-richini ». Vi mise piede, e non neuscì più. Abbandonò la sua dolce cam-pagna, l'altro figlio e la nuora e i nipo-tini che tanto l'amavano, tra i qualiavrebbe potuto trascorrere una vec-chiaia felice . È il sacrificio più grande,più doloroso. Ma Dio la chiama adessere la mamma degli orfani .

Ciò che resta di più caroAbbandona la povertà pulita e di-

gnitosa, per entrare a fianco di suofiglio nel regno della miseria. Nellacasa non c'è neppure l'indispensabile :non letti, non coperte, non fuoco, duesedie spagliate, un lumicino ad olio . . .Margherita sorride, pensa a rincuo-rare il figlio :- A casa avevo tanti pensieri per

amministrare e comandare. Qui saròmolto più tranquilla perché non honulla da maneggiare e nessuno da co-mandare .

Poi i « birichini » la prendono d'as-salto. Hanno subito capito di avertrovato una mamma. La chiamanocosì, d'istinto .- Mamma, non ho più il fazzo-

letto !- Mamma, me la date una mela?- Mamma, è pronta la minestra?- Mamma, ho strappato i panta-

loni . . .Bisogna trovare il necessario per

vestirli, sfamarli, curarli . Margheritacuce, rammenda, rattoppa, cucinaenormi pentole di minestra e di po-lenta. Poi sacrificherà ciò che le restadi più caro : il suo corredo di sposa,i pochi «ori». . . Avrà dato tutto, mapiù di tutto il suo cuore .

Educatrice senza diploma, conoscee pesa i caratteri dei suoi cento ecento figli, e tutti li ama, li indirizzaal bene, li trasforma. Don Bosco nonpoteva avere una più abile collabora-trice al suo sistema educativo basatotutto su tre parole : ragione, religione,amorevolezza . La grande Opera Sa-lesiana che ha invaso i continenti èstata cullata sulle ginocchia di mam-ma Margherita.

5o orfani tutti in una voltaCon semplicità incantevole quella

paesana riceve la visita di Cardinali eMinistri, di nobili dame, e rende levisite salendo disinvolta le scale mar-moree dei palazzi, col suo sciallettasulle spalle e la cestina infilata albraccio. È un dovere anche questo,poiché si tratta di benefattori del-l'Oratorio . E se il figlio maggiore lemanda dalla campagna qualche pri-mizia o un capo di selvaggina, essache vive di pane e di minestra offriràil dono ai benefattori in segno di ri-conoscenza .

Poi viene il colera, e tutta la bian-cheria della casa e perfino i lini sacridella cappella andranno a coprire imalati e i moribondi . Quando la casaè spoglia di tutto, arrivano cinquantaorfani tutti in una volta, e Marghe-rita apre loro le braccia e il cuore, e

ricomincia, ricomincia a tagliare len-zuola e camicie, a rammendare, finoa tarda notte .

Così per anni e anni, nel frastuonoperenne di centinaia di voci che can-tano, gridano, lei che amava tanto ilsilenzio e la pace della campagna . Èquesta forse una delle sofferenze mag-giori. È poi quei monelli scatenati chele saltano attorno non hanno riguardoper nessuna cosa, strappano, calpe-stano l'orto, rompono . . .

E capita quello che tutti sappiamonella vita di questa donna, ma chenon stanca raccontarci ancora . A untratto Margherita non ne può più . Ègiunta all'estremo delle forze . È vec-chia, vuol tornare alla sua casetta permorire in pace, fra i nipoti che sisono fatti grandi e che l'aspettano .Vuol rivedere le verdi colline, lepiante, il suo piccolo paese . La no-stalgia le punge il cuore . Fa in frettail fagottino delle sue povere cose e vada Giovanni . Gli dice tutto, gli enu-mera tutti i suoi guai, le monelleriedei ragazzi, gli dice che è stanca, sco-raggiata e che vuole andarsene . EGiovanni la guarda la guarda, colcuore grosso e gli occhi pieni di com-passione, ma non parla . A che servi-rebbero le parole ? Le addita, sullaparete, il' Crocifisso .

« Quello che si chiede agli altribisogna cominciare a farlo noi »

Mamma Margherita china la testa,torna in cucina, rimette in un angoloil fagottino . Non partirà più ; la tem-pesta è passata, la tentazione è vinta .Ma come ce la rende cara quest'oradi debolezza umana, in cui non è cheuna povera vecchietta stanca

Al termine della lunga giornata ter-rena, l'ultima raccomandazione è an-cora sulla povertà .- Sta' attento, perché molti, in-

vece della gloria di Dio, cercano lapropria utilità . . . Vicino a te ci sonoquelli che amano la povertà neglialtri, ma quello che si chiede aglialtri bisogna cominciare a farlo noi .

Non vuole che Giovanni la vedasoffrire, pensa agli altri fino all'ul-timo momento .- Va', Giovanni . . ., tu soffri troppo

nel vedermi così . Va' via . . ., prega perme . . . addio .

Sono passati 118 anni . Ne, passe-ranno tanti altri. Glorie che ora sem-brano solidissime tramonteranno, idoliper cui oggi si delira saranno sepoltinel silenzio . E mamma Margheritacontinuerà a vivere nell'affetto di in-numerevoli orfani raccolti dai figli diDon Bosco, nei cinque continenti .

M. P . - T. B . 29

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PER I NOSTRI MORTI

Mi

PREGHIAMO

SALESIANI DEFUNTI

Sac . Nicola Stanzíani t a Napoli-Vomeroa 69 anni .Fedelissimo alla Regola, mise a disposizionedella Congregazione il suo ottimismo e lenumerose spiccate attitudini di cui era dotato .Esemplare e zelante, si servì dell'ascendentedi cui godeva per convincere e legare al Si-gnore quanti entravano nella sfera facile dellasua amicizia o ricorrevano al suo ministerosacerdotale . La sua salute sempre incertanon poté mai fermarlo nel lavoro . Gli ultimimesi di strazianti dolori rivelarono il compitoche si era nascostamente imposto : appariregiulivo e accettare lo strazio offrendosi inolocausto per le vocazioni .Coad. Alessandro Ramòn Sequeira t aAlta Gracia (Argentina) a 76 anni .Solo dopo i quarant'anni poté entrare in Con-gregazione, perché dovette assistere la mammafino alla morte . Nel frattempo occupò postidi rilievo nell'amministrazione pubblica comeProcuratore Nazionale e, per molti anni, diri-gente di Azione Cattolica a fianco del Card . Cag-giano . Di capacità non comuni ricoprì, comesalesiano, mansioni di grande responsabilitànell'amministrazione delle case e dell'ispet-toria . Malgrado il suo temperamento forte,dritto e intransigente, seppe comprendere,dimenticare e perdonare .Sac. Ella Otero t a Santander (Spagna) a88 anni .Era una personalità forte e originale : d'intel-ligenza non comune e con speciale disposi-zione per le lingue . Ordinato ed esigente inclasse, disciplinato come religioso, gli piacevavivere, ma vivere per lavorare, per impararesempre cose nuove, per celebrare presto almattino la S. Messa, per confessare. Eraamato da tutti per la sua bontà, per la sua cul-tura e per il suo consiglio prudente e paterno .Sac. Michele Rodriguez Fernàndez t aAlgeciras (Spagna) a 64 anni .Il caro D . Michele ha sopportato con edifi-cante rassegnazione cristiana le sofferenze concui è stato provato . Chiedeva con insistenzaal Signore una morte rapida per non esseredi peso ai confratelli . Quando poteva usavadelicatezze squisite con tutti . La sua vita sipuò riassumere in queste parole dette ai suoifunerali : fu sempre sacerdote, sempre sale-siano, sempre umano e attento con tutti .Sac. Gaetano Thomas D'Amato t a Los An-geles a 54 anni .Indebolito per molti anni dalla malattia, portòuna pesante croce di dolore per non poterlavorare come gli sarebbe tanto piaciuto . Lasua sofferenza sapeva nasconderla dietro uninalterabile sorriso . I ragazzi lo ricorderannosempre quale prete amico, educatore e zelan-tissimo promotore delle missioni estere perle quali raccoglieva aiuti . La sua visione dellabontà era semplice, senza complessi . Il suomotto abituale davanti alle mancanze di riguardoera : non perdere la pace!Sac. Ladislao Klimezyx t a Oswiecim (Po-lonia) a 8o anni .Andò missionario in India dopo aver fatto ilCatechista e il Prefetto nelle Case di Przemysl,Krakòw e Ròzanystok . Dieci anni dopo, nel1939, tornò in Polonia per raccogliere sussidiper la costruzione della chiesa a Jalarpet, in

India . Lo aspettavano invece le tristezze dellaguerra, dopo la quale poté tornare «dai suoi»come egli diceva . Ma nel t959 ritornò inPatria dove fu Direttore a Czerwinsk, e poiconfessore con grande zelo per le anime, finoalla morte .

COOPERATORI DEFUNTI

Fiorella Vincenzo t a Taranto a 76 anni .Cooperatore salesiano fin da giovane, lavorònelle varie parrocchie con lo spirito di San Gio-vanni Bosco .Amò i poveri per i quali fu sempre pronto adare il suo lavoro e mettere a servizio la suaattenzione fino a quando la malattia non loinchiodò sopra un letto di sofferenze . Anchemalato mostrò la sua capacità di capire l'azionedel Signore : mai un lamento, mai un gestod'impazienza, ma sempre un sorriso di luceper chi andava a fargli visita .Adolfo Cavallaro t Muggiò (Milano) a 71 anni .Dopo un'intera vita passata nel lavoro e nellacura della famiglia, la sua anima fu purificatada lunga e dolorosa malattia .Il figlio Pietro, salesiano, ebbe il conforto diessergli vicino e di prepararlo all'incontro conGesù .Giuseppina Luca t a Maletto (Catania) a75 anni .Sposa e mamma genuinamente cristiana, dei trefigli, seppe darne a Don Bosco due : uno sacer-dote e un'altra tra le Cooperatrici salesiane .Tanti anni di sofferenze, per lunga inesora-bile malattia, la resero veramente fine nellospirito . La sua giornata terrena era diventataun continuo colloquio col Signore nella pre-ghiera. Si spense con la medesima serenitàdei Santi .Dott . Antonio Barbera t a Messina a 77 anni .Era cresciuto alla scuola dei Figli di D . Bosco,i quali avevano saputo plasmare la sua giovi-nezza all'amore per lo studio, la virtù e labontà .Dimostrò sempre grande e affettuoso attacca-mento a D. Bosco e alla sua opera, da esem-plare ex-allievo e convinto Cooperatore .Esercitò la sua nobile missione di medico concompetenza, squisita sensibilità e delicatezza,avvertendo in questo di essere un vero coope-ratore di Dio .Maria Fozzatí Greghí t a Agliè Canavese .Virtuosa e pia, ha lasciato un vuoto immensonel cuore dei familiari ed in quanti hannopotuto conoscere le Sue virtù .Paganellí Isolina ved . Magnani t a Cesena(Forlì) a 64 anni .Dedicò la sua vita alla famiglia e a opere dibene e fu cara a tutti coloro che l'avvicinaronoper la sua bontà, generosità e sensibilità spi-rituale .Fu vera cooperatrice e amò D . Bosco dal giornoin cui il fratello D . Remo si fece salesiano :da allora tutti i salesiani furono come figli perlei .Scarrione Francesco t a Mirabello Mon-ferrato (Alessandria) a 81 anni .Era profondamente cristiano ed assai devotodi Maria Ausiliatrice e di Don Bosco . Visse elavorò per la sua famiglia e seppe accettarecon serenità le prove della vita . Nel corso della

malattia soffrì silenziosamente e serenamentesi spense, lasciando nell'animo di tutti la cer-tezza che dal Cielo continua ad esserci vicino .Cesare Servídio t a Fagnano Castello (Co-senza) .Padre esemplare, Cooperatore attivo, visse elavorò instancabilmente per la sua famiglia• per l'incremento dei Cooperatori salesiani .Continua ad essere vicino ai suoi cari con ilsuo abituale, fiducioso sorriso .Luigi Mulino t a Casale a 73 anni .Ex-allievo salesiano, ricordava sempre che,mentre tornava dall'ospedale di Torino conun ginocchio ammalato, ribelle ad ogni cura,Don Rinaldi gli pose la mano sulla partemalata e lo guarì all'istante . La sua mortefu serena come era stata la sua vita .Rosaria Gensabella t a Novara .Madre di 9 figli, si dedicò per molti anni alavorare nel Laboratorio delle Cooperatrici diNovara per il Santuario di M . Ausiliatrice ele Missioni salesiane .Prosperína Chenoz ved . Frassy t a 9z anni .Mamma di due sacerdoti, uno salesiano inIndia, l'altro parroco di Hone (Aosta), richia-mava nella bontà e nella laboriosità la figuradi Mamma Margherita . Per quasi t t anniraffinò il suo animo nell'immobilità totale,esempio di accettazione dei voleri di Dio .Fu di edificazione per tanti che la conobbero,ed indimenticabile incarnazione di eroica pa-zienza .Renato Tentorí t a Vicenza .Chiamato da Dio a passare attraverso dolori• pene, seppe offrire la sua sofferenza per ilbene di tutti . Unito a Gesù sofferente nelGetsemani, scrisse su un ultimo foglio: «Vo-glio salvare gli altri, compiacendo al Padremio che ha voluto provare il mio amore» .Abbondanza Mele e Santa Chiriatti t aCorigliano (Lecce) .Appartenenti al gruppo delle Cooperatrici diCorigliano, furono lampade viventi di carità•

di amore all'Eucarestia .Giuseppina Grisotti-Cerino t a Torino .Questa cooperatrice può essere a giusto me-rito considerata una delle confondatrici del-l'Opera salesiana di Borgo S . Paolo in Torino,per la quale lavorò ininterrottamente finoalla morte .I sacerdoti che ricordavano i tempi « eroici »dell'opera, l'annoveravano tra la « Mamme » deiprimi Salesiani di quel difficile Oratorio .Sempre presente con il suo multiforme apo-stolato, seppe veramente farsi tutta a tutti,per il trionfo di Cristo e la diffusione del suoRegno .Il buon Dio la premiò con la chiamata di duesue figlie, suor Caterina e suor Nunzia, trale Figlie di Maria Ausiliatrice .Fu umilmente e generosamente a totale ser-vizio della Chiesa, della famiglia e del « suo »Cenacolo, un gruppo di preghiere da lei fon-dato e molto fiorente . Molti ricorrevano a leiper consiglio e preghiera, e sempre trovavanouna parola buona e incoraggiante .Riportiamo alcune delle sue molte aspirazioniche ne rivelano la continua unione con Dio :a Mamma Celeste, ti consacro tutta me stessa :il mio presente, il futuro, la mia morte . Ac-cetta la mia offerta come prova del mio amore .Conforta, sostieni e consola il Santo Padre .Apri le tue braccia e stringimi al tuo Cuore- .

Per quanti ci hanno chiesto informazioni, annunciamo che LA DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede in ROMA, riconosciuta giuridica-mente con D .P. del 2-9-1971 n . 959 e L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente personalità giuridica per Decreto13-1-1924 n . 22, possono legalmente ricevere Legati ed Eredità. Formule legalmente valide sono :

se trattasi d'un legato : « . . . lascio alla Direzione Generale Opere Don Bosco con sede in Roma (oppure all'istituto Salesiano per le missioni con sedein Torino) a titolo di legato la somma di lire(oppure) l'immobile sito in» ;

se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'uno o l'altro dei due Enti su indicati :

e . . . annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco con sede in Roma(oppure l'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino) lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .

30 (luogo e data)

(firma per disteso)

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crociata

J110

iìùSíUELENCO DI BORSE MISSIONARIE PERVENUTE ALLA DIREZIONEDEL BOLLETTINO SALESIANO

Borsa : A S . Domenico Savio, acura di Luigi e Angiolina Anselmo,Albenga (Savona), L . 50.000 .Borsa : A S. Giovanni Bosco, acura di Luigi e Angiolina Anselmo,Albenga (Savona), L . 50 .000 .Borsa : A Maria SS. Ausiliatrice,a cura di Luigi e Angiolina Anselmo,Albenga (Savona), L . 50 .000 .Borsa : Beato Don Rua proteggetesempre la nostra famiglia, a cura diRosetta De Martini, Chiavari (Ge-nova), L . 50 .000Borsa : S . Giovanni Bosco e BeatoDon Michele Rua, a cura di MariaCavalli Erna, Genova, L. 50 .000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice,S. Giovanni Bosco e Santa MariaMazzarello in ringraziamento pergrazia ottenuta ed in memoria diLuigi F., a cura di Suor DormaUberti, Trino (Vercelli), L . 5o .ooo.Borsa : Maria SS. Ausiliatrice eS. Giovanni Bosco, a cura diAntonia Viganò, Monza (Milano),L. 50 .000.Borsa : Maria SS. Ausiliatrice, acura di Rosa Malli, Lovere (Ber-gamo), L . 50.000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice,S. Giovanni Bosco e Beato DonRua in memoria dei miei fratellidefunti, a cura di Giustina Tezzele,Fai della Paganella (Trento), L. 50 .000 .Borsa : In ringraziamento e sup-plica di continua protezione, acura di Renato e Alma Mera, Novara,L . 50.000 .Borsa : A Maria SS . Ausiliatriceed a S . Giovanni Bosco, a cura diEdoardo Alifredi, Torino, L. 5o .0oo .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice,S. Giovanni Bosco e Santi Sale-siani pregate per noi, a cura dellesorelle Varale, Vioglio (Vercelli),L . 50 .000 .Borsa : Maria SS. Ausiliatrice,S. Giovanni Bosco e S . DomenicoSavio per ringraziamento ed inter-cessione, a cura di Giuseppina Strin-ghini, Vighizzolo (Como), L . 50 .000 .Borsa : S . Cuore di Gesù, MariaSS. Ausiliatrice e S. GiovanniBosco, a cura di N.N., Genova,L . 50 .000 .Borsa : In suffragio di mio fratelloe per i miei nipotini, a curadi Maria Floris, Gavoi (Nuoro),L. 50 .000.Borsa : Maria SS. Addolorata,S . Giovanni Bosco e Don FilippoRinaldi, a cura di N .N., Lu Mon-ferrato (Alessandria), L . 50 .000 .Borsa : Maria SS. Ausiliatrice pergrazia ottenuta e per ottenere altregrazie, a cura di Maria Rossi, Aci-reale (Catania), L . 50 .000 .Borsa : S. Giovanni Bosco e BeatoD. Michele Rua per ottenere prote-zione e grazie particolari, a cura diMaria Cavalli Erna, Genova, L . 5 o . 000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice,S . Giovanni Bosco e S. DomenicoSavio per la mia famiglia, a cura diMaria Marcolini, Centro (Verona),L. 50.000 .

Borsa: Maria SS . Ausiliatrice eS. Giovanni Bosco in suffragio deimiei defunti, a cura di N .N ., Fittàdi Soave (Verona), L . 50.000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice,S. Giovanni Bosco e S . DomenicoSavio esauditeci, a cura di Giovannie Agnese Milanese, Minerbe (Verona),L . 50 .000 .Borsa : S . Cuore di Gesù e MariaSS. Ausiliatrice salvateci ed inmemoria dei genitori, fratello e sorella,a cura di Rosario Vallone e AntoninaGuzzetta, Valledolmo (Palermo),L. 50 .000 .Borsa : A suffragio della moglieRosetta, a cura del Rag . GaspareTamburello, Poggioreale di Sicilia(Trapani), L . 50 .000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice eS . Giovanni Bosco, a cura di Gio-vanni Battista Sartori, Breganze (Vi-cenza), L . 50.000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice,S . Giovanni Bosco, Santi Salesianie Papa Giovanni XXIII, a cura diLucia Pruneri, Grosio (Sondrio),L . 50 .000.Borsa: Maria SS. Ausiliatrice eS. Giovanni Bosco per grazia otte-nuta, a cura di Ernesto Abba, Li-vraga (Milano), L . 50 .000.Borsa: Maria SS . Ausiliatrice eS. Giovanni Bosco per grazia otte-nuta, a cura della famiglia CameriniPorzi, Faenza (Ravenna), L. 50.000 .Borsa : A Cristo Re e Maria SS . Au-siliatrice in suffragio di mio maritoper i miei figli e le loro famiglie, a

cura di Antonietta Cavalca, Segrate(Milano), L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice in suf-fragio di Angela e Paolo Zavattaro, acura di Zavattaro Maria, Torino,L. x00 .000.Borsa : Maria SS. Ausiliatrice,S. Giovanni Bosco e Don FilippoRinaldi per ricordare i miei cari ge-nitori defunti, a cura di S. M ., Forno,L. 100 .000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice eS. Giovanni Bosco in suffragio diZini Gaetano e Rodigari Carmela e perintercedere protezione sulla propria fa-miglia, a cura di Zini Pietro, Livigno(Sondrio), L . 100 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, a curadel Sac . Salvatore Zappulla, Ortona(Chieti), L . 100 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, in suf-fragio dei Benefattori delle Opere DonBosco, a cura di N. N., Roma,L. 70.000 .

Borsa : S. Giovanni Bosco, in suf-fragio dei Benefattori delle OpereDon Bosco, a cura di N. N., Roma,L . 70 .000.Borsa : In suffragio di Crisarà Fran-cesca, a cura di Cubeta Giuseppe, Mes-sina, L. 6o .ooo .Borsa:In suffragio dei defunti dellaFamiglia, a cura di N. N., Aosta,L . 6o .ooo.Borsa: Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco in ringraziamento pergrazia ricevuta e per altra da riceveree per costante protezione, a cura diGrasso Salvatore, Collesano (Pa-lermo), L . 55.000.Borsa: In onore di Maria Ausilia-trice e di S . Giovanni Bosco, a curadi N . N ., Chiari (Brescia), L . 50 .000 .Borsa: A Maria Ausiliatrice ed aricordo e suffragio della sorella MariaCarmelina, a cura di ColombanoRenzo, Vignale Monf. (Alessandria),L . 50.000 .Borsa : In onore del Beato D . Mi-chele Rua in ringraziamento, a curadi Bombarideri Marcella, Casnigo(Bergamo), L. 50 .000 .Borsa : In onore di Gesù, di MariaAusiliatrice, di S . Giovanni Boscoe di tutti i Santi Salesiani, per invo-care le grazie spirituali e materiali de-siderate, a cura di Orlandi BartoliniMaria, Savigno (Bergamo), L . 50 .000 .Borsa : In onore del Beato D . M.Rua, perché sempre ci aiuti nelle nostre

necessità, a cura di Nogara Enrica eSandra, Bellano (Como), L. 50 .000.Borsa : - A Maria Ausiliatrice eS . Giovanni Bosco invocando unagrazia tanto desiderata, a cura di In-vernizzi Adele, Trucazzano (Milano),L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-vanni Bosco, a cura di N . N ., Alba(Cuneo), L. 50 .000.Borsa : Maria SS . Ausiliatrice eBeato Don Rua, per grazia ricevuta,a cura di Rossi Chiarovano Teresa,Castellamonte (Torino), L . 50.000 .Borsa : Dacci oggi il nostro panequotidiano, a cura di N . N . Sede-gliano (Udine), L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Do-menico Savio in suffragio dei nostrimorti e a protezione della piccola Lo-rena, a cura di T . L ., Nizza Monf .(Asti), L . 50 .000.

Borsa : In onore di Maria SS . Au-siliatrice e di S . Giovanni Bosco,a cura di Caratti Dr. Lorenzo, Pios-sasco (Torino), L . 50.000 .Borsa : In onore del Beato DonM. Rua, a cura di Caratti Dr . Lo-renzo, Piossasco (Torino), L . 50 .000 .Borsa : In onore del Sacro Cuoreper grazia ricevuta e in suffragio diBarale Giorgio, a cura di N. N ., Fos-sano (Cuneo), L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, S . Gio-vanni Bosco e S. Domenico Savioproteggete mia figlia, a cura di M . R .,Alessandria, L. 50 .000.Borsa: A ricordo di Don AurelioPiccagli, a cura di un Exallievo, perla salute della propria moglie,L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S. Gio-vanni Bosco, a cura di Gualini Clarae Francesco, Torino, L . 50.000 .Borsa: In memoria della sorellaClelia Basso, a cura di C . B .,L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e DonBosco, a cura di Grasso Rosa, Ivrea(Torino), L. 50 .000 .Borsa : Maria SS . Ausiliatrice eS. Giovanni Bosco, a cura di GrassoRosa, Ivrea (Torino), L. 50 .000.Borsa : AI Sacratissimo Cuore diGesù e di Maria, a cura di BerteroEmanuele, L . 5o.000 .Borsa : Viglino Luigina Giamello(Cortemilia - Cuneo) in suffragio e

memoria, a cura del nipote EraldoZarri (Australia), L. 50 .000.Borsa : Coniugi Viglino LuiginaGiamello (Cortemia - Cuneo) in suf-fragio e memoria, a cura di EraldoZarri (Australia), L . 50 .000 .Borsa : Mons . Versiglia e Don Ca-ravario, Don Giorgio Seriè e DonPietro Farina, a cura di N . N . Coo-peratrice ed exallieva delle F .M.A .,Tirano (Sondrio), L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . Gio-vanni Bosco per ringraziare ed im-plorare grazia, a cura di N . N ., Do-gana San Marino, L . 50.000 .Borsa : In suffragio dei defuntidella Famiglia, a cura di Sollai Cri-stoforo, Iglesias (Cagliari), L . 50 .000.Borsa : Maria SS. Ausiliatrice eS . Giovanni Bosco, a cura di Seri-bani Carlo, Piacenza, L . 50 .000.Borsa : Don Filippo Rinaldi in rin-graziamento e chiedendo grazie, a curadi N. N., Varese, L . 50 .000 .Borsa : Gesù Bambino e Santi Sa-lesiani, pregate per noi, a cura diMarchesi Antonietta, Casteggio (Pa-via), L . 50.000 .Borsa : Nostra Signora di Lourdesa ricordo e suffragio dei miei cari e deidefunti di numerose famiglie offerenti,a cura di Ferrero Teresa, Moretta(Cuneo), L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e SanGiovanni Bosco in suffragio di BassiGiacomo, a cura di Pillino Linda ved .Bassi, Lestizza (Udine), L. 50.000 .

(coOTINUA)

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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANAFormato cm 19,8 x 14 - Pagg. 1317 - L . 3 .800

Edizione economica integrale, accuratamente rivista pergli opportuni emendamenti e approvata dall'EpiscopatoItaliano, da considerarsi tipica per l'uso liturgico .II testo è completato da sufficienti note e cartine e daun indice per spunti di riflessione .

A cura della

UNIONE EDITORI CATTOLICI (VECI)con la partecipazione dei seguenti Editori :

AVE - Città Nuova - Coletti - D'Auria - Daverio - Editrice Vaticana- Edizioni Dehoniane di Napoli - Edizioni Dehoniane di Bologna -Edizioni O .R . - Edizioni Paoline - Elle Di Ci - Gregoriana - Gribaudi -La Scuola - L .I .C .E . - Marietti - Massimo - Morcelliana - Queriniana- Società Editrice Internazionale (S .E .I .) .

BOLLETTINO SALESIANOQuindicinale di informazione e di cultura religiosa

S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-meriti e amici delle Opere di Don Bosco

Direzione e amministrazione : via Maria Au-siliatrice, 32 - 10100 Torino - Tel. 48.29.24

Direttore responsabile : Teresio Bosco

Autorizz . del Trib . di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949C . C . Postale n. 2-1355 intestato a : Direzione GeneraleOpere Don Bosco - TorinoC.C.P. 1-5115 intest. a Dir. Gen. Opere D. Bosco - RomaPer cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente

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ORGANO DELLA FAMIGLIA SALESIANA

8011ITTINO SALISIANO ANNO XCV111 • N. 21 • 10 NOVEMBRE 1974Spedii. in abbon . post . - Gruppo 2° (70) - 1 a quindicina

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BOLLETTINO SALESIANOAnno XCVI!I - N . 21Novembre 1974

Direttore responsabileDON TERESIO BOSCO

ImpaginazioneLuigi Zonta - Ufficio Tecnico SEI

Direzione e AmministrazioneVia Maria Ausiliatrice, 3210100 TorinoC.C.P. 1-5115 intestato a :Dir. Gen. Opere D . Bosco - Roma

Officine Grafiche SEI

SOMMARIO

22. Amici del caminetto « Don Bo-sco» a Verona

22. Il Rally dei Centri Giovanili

Rubriche

7. Educhiamo come Don Bosco :« Perché non amate la loro mu-sica?»

24-26. Grazie per intercessione diM. Ausiliatrice e dei nostri Santi

30. Salesiani e Cooperatori defunti31 . Crociata Missionaria

Speciale

In questo numero tutto a coloriè inserito il Calendario 1975,completamente dedicato all'AnnoSanto. Per appendere il calen-dario, togliere i punti metallici ebucare nel punto indicato .

In copertinali manifesto ufficiale dell'Anno Santo1975, realizzato per incarico del Comi-tato Centrale di Roma dal pittoreG. Hajnal.

La vita quotidiana è ungrosso problema perogni uomo. Non è pos-sibile continuare a vi-vere senza sapere« perché si vive» .Senza un motivo ca-pace di dare significatoe speranza alla fatica,

al dolore, al grigiore diogni giorno, si perdela forza di vivere, di«tirare avanti ». L'AnnoSanto ci aiuterà a ri-scoprire la risposta diCristo a questo grossoproblema.

2 .

Editoriale

Un anno per ritrovare il sensodella vita

4 .

Articoli

Impressioni latino-americane9 . Una lettera da Brooklyn

11 . Dalle baracche di Tondo13 . Etiopia : 2 salesiani15 . « Non tu, ma uno dei tuoi »18 . Luciana degli Algerini28 . La mamma di Don Bosco

20 .

Notiziedella FamigliaLa «micro» dei

SalesianaBearzini

20 . Diventa sacerdote uno scampato

20 .alla stragePresenta la Sindone agli' Ame-

20 .ricaniUn Salesiano presidente del-

20 .l'Equipe europea di Catechesi446 giovani novizi

22 . 15 anni di lavoro silenzioso22 . II primo Evangeliario giapponese22. Nostro fratello nero

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P aolo VI così ha sintetizzato ilsignificato dell'Anno Santo : « Bi-

sogna rifare l'uomo dal di dentro :l'uomo che pensa, e pensando ha

smarrito la certezza della Verità ;l'uomo che lavora, e lavorando ha

avvertito di non possedere più ab-bastanza il proprio personale col-loquio ;

l'uomo che gode e si diverte, e tantofruisce dei mezzi eccitanti da sentir-sene presto annoiato e deluso » .

La vita quotidiana è un grosso pro-blema per ogni uomo. Non è possi-bile continuare a vivere senza sapere« perché si vive ». Senza un motivocapace di dare significato e speranzaalla fatica, al dolore, al grigiore diogni giorno, si perde la forza di vi-vere, di «tirare avanti » .

L'uomo ha smarritoil senso della vita

Motivi per vivere, tuttavia, ce nesono tanti . La stessa disperazione, larabbia con cui si grida « sporca vita »,può diventare un motivo «per cam-pare a. L'impegno affannoso di chisi ubriaca di lavoro, di chi ammuc-chia denaro, è un altro motivo, èuna risposta confusa al « perché vivo » .Un'altra risposta pratica è la pauradi pensarci a fondo, rincorrendo emo-zioni sempre più forti . La fede è ilmotivo, la risposta di Cristo e di chicrede in Cristo .

Scrive un giovane « impegnato nelsociale e nel politico » : « Fino apoco tempo fa ero uno di quelliche pensano che l'unica forma diimpegno sia il gettarsi a capofittonello studio e nel lavoro dei varigruppi più o meno politicizzati, di-menticando completamente se stessi .Poi la frana. Mi sono accorto chel'impegno al Zoo per Zoo copriva unvuoto enorme . Scendendo più inprofondo, ho scoperto di non sapereneppure perché portavo avanti unacerta azione, soltanto perché intuivoche era giusta, che è giusto che glisfrattati occupino gli alloggi vuoti .Ma un qualcosa che collegasse ognicosa, quello non c'era . Dio lo avevagià lasciato da parte molto tempoprima . .. Adesso mi ritrovo qui, conla paura di lottare per niente, nelmodo più sbagliato, e involontaria-mente contro l'uomo stesso . Vorreisoltanto trovare qualcosa, una fi-ducia, una speranza che mi permettadi dire non soltanto "quello che cer-chiamo di fare è giusto", ma anche"ce la faremo." Non è affatto facilelottare per liberare l'uomo, quandonoi stessi non sappiamo trovare lagioia, la convinzione di essere uo-

mini, quando non riusciamo a tro-vare, nonostante le porcherie diquesto mondo schifoso, la felicità diessere vivi » .E un militante comunista scrive :

« È umano, io credo, attraversaremomenti di difficoltà, avvertire unbrivido per la limitatezza e la brevitàdella vita, e chiedersi il senso ditutto ciò » .

Senza la fede, la vita è un assurdoindecifrabile, e le risposte al « perchési vive » non possono che essereconfuse e insoddisfacenti .

Cristo risortoè il senso della vita

La risposta di Dio all'angoscia del-l'uomo, al suo impegno affannoso,alla sua paura, alla sua indifferenza,è Cristo risorto .La vita umana ha un senso, non è

condannata al fallimento, perché Cri-sto è risorto . L'interrogativo di sem-pre sul «perché » della vita, ha inCristo risorto la più radicale dellerisposte . Cristo risorto è la realizza-zione perfetta dell'uomo, è la vera,meravigliosa proposta di Dio al-l'uomo .

Scrive S . Paolo nella sua primaLettera ai Corinti : « Fratelli, tornoa ricordarvi ancora una volta il Van-gelo che io ho annunciato, che voiavete accolto, nel quale ora siete saldi,e per mezzo del quale siete salvi seavrete la perseveranza di conservarlocome io ve l'ho affidato. In primoluogo vi ho trasmesso quello cheanch'io ho ricevuto : che Gesù Cristoè morto per i nostri peccati - comeattesta la Scrittura - fu sepolto erisuscitò il terzo giorno, secondoquanto dice la Scrittura. Fu visto daCefa, poi dai Dodici, poi ancora inuna sola volta da più di cinquecentofratelli la maggior parte dei qualivive, mentre alcuni sono morti . Inseguito fu visto da Giacomo, poi datutti gli Apostoli insieme, e in ultimolo vidi anch'io . . . Come maiai alcunidi voi dicono che non si deve cre-dere che i morti risorgono ? Se Cristonon è risorto, allora la nostra predi-cazione non ha senso, e non ha sensola vostra fede. In tal caso noi sa-remmo solo dei falsi testimoni diDio . . . Se Cristo non è risorto, ri-peto, la vostra fede è una fede morta,e voi non siete stati liberati dai vostripeccati . .. Se la nostra speranza inCristo non va al di là delle frontieredella vita, noi siamo i più infelicidi tutti gli uomini. In realtà, Cristoè risorto dai morti : il primo fra quantisi addormentarono ».

L'Anno Santo ci chiamaa vivere come « candidatialla risurrezione »

La gioiosa certezza che Cristo èrisorto, e che noi risorgeremo conlui, deve tradursi in uno «stilenuovo » di vita. Dobbiamo vivere noncome gente destinata a morire, macome gente destinata a risorgere e avivere come Cristo . Dobbiamo cer-care «le cose del cielo*, ossia i« valori del Regno di Dio », che iniziaqui e raggiunge la pienezza in Cielo .Questi «valori del Regno » ci sonoaccennati da Cristo stesso nel di-scorso delle Beatitudini : la povertànello spirito, la mitezza, la fame esete di giustizia, la misericordia, lapurezza di cuore, l'azione per lapace, la stessa sofferenza vissuta nellafede . Dobbiamo rinnovare, nel-l'amore, tutti i nostri rapporti conDio e con il prossimo : convertircisul serio a Dio, riconciliarci con ilprossimo . Sono atteggiamenti chenascono solo dalla morte di noistessi, cioè dal sacrificio : un «mo-rire» e un sacrificarsi continuo, per-ché l'amore, quaggiù, non è un pos-sesso pacifico ma una conquistacontinua .

È ancora S . Paolo che ci esorta :« Siamo risorti con Cristo . Cerchia-mo perciò le cose del cielo . . . Faccia-mo morire in noi ogni egoismo :impurità, cattivo desiderio, quellaidolatria che è lo sfrenato desideriodi possedere. Deponiamo ogni col-lera, ogni sdegno e cattiveria, ognimaldicenza e discorso cattivo . Nonmentiamo più gli uni agli altri » .L'Anno Santo che stiamo per vi-

vere in pieno durante il 1975 nonci chiama a bruciare un pizzico ditrionfalismo ecclesiastico, ma a vi-vere questa nostra realtà di «candi-dati alla risurrezione» .

Certo, dall'incarnazione di Cristoin poi ogni anno è « santo », ognimese, ogni giorno . Ma è anche beneche qualche tempo diventi «forte »,per un impegno collettivo, per unamarcia più vibrata di tutto il popolodi Dio . Per questo, dopo molte per-plessità, Paolo VI ci ha chiamati acelebrare quest'anno santo . Uomininuovi, convertiti a Dio e riconciliaticon i fratelli, ci sentiremo di più«il popolo con un futuro e una spe-ranza». In questo «anno forte »avremo rifatto un po' di più « l'uomo,noi stessi, dal di dentro » : e ci sco-priremo con un po' più di gioia« figli di Dio in camminò nel tempo,verso la Casa del Padre » .

TERESIO BOSCO 3

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Il Successore di DonBosco ha fatto un lungoviaggio nell'AmericaLatina . In una letteraaffettuosa e pensosaindirizzata ai Salesiani,ne ha fatto una espo-sizione, che è ancheuna «radiografia»della Congregazione inquel Continente chevide i primi missionariinviati da Don Bosco.Ne « rubiamo » alcunibrani che ci sembranoparticolarmente inte-ressanti .

Sono stato nell'Argentina Patago-nica. Don Bosco è diventato,

nella vita di quelle popolazioni, ungrande, benefico e simpatico amico,presente dovunque .

La Patagonia salesiana ha il suocentro propulsore e diffusore a For-tin Mercedes. Questo non è nep-pure un villaggio, o se vogliamo ècome un minuscolo villaggio sale-siano. Si può dire che è la CasaMadre di quella zona . Tanti Sale-siani vi hanno ricevuto la prima for-mazione, e guardano a Fortin Mer-cedes e a tutto quel piccolo mondocome alla casa paterna .

Oggi il bel santuario di Maria Au-siliatrice che per tanti aspetti ripro-duce e fa ricordare quello di Val-docco, con la devozione a MariaAusiliatrice diffonde quella al vene-rabile Zeffirino Namuncurà, i cuiresti mortali sono conservati appuntoa Fortin Mercedes . Il santuario efrequentatissimo da pellegrinaggi pro-venienti da varie parti dell'Argentina,ed è impressionante vedere il fervoree in pari tempo l'amore che tantagente, appartenente a una gammaquanto mai varia di ceti sociali,culturali e di età, dimostra per que-sto « fiore della Pampa» . E con ra-gione Zeffirino, come il popolo lochiama, è come il frutto emblema-tico di tutta l'azione apostolica deinostri fratelli tra la gente dellagrande Pampa .

Ventenni chiedonodi diventare Salesiani

Una costatazione che ho potutofare in varie Ispettorie .

4 Non intendo abbandonarmi a un

impressioniLATINO AMERICANEfacile ottimismo, ma mi pare di potersinceramente affermare che in Ame-rica Latina ho trovato non solo unagenerale preoccupazione per le voca-zioni, ma che in molte Ispettorie cisi è dedicati a un lavoro serio, meto-dico, a cui si sentono realmente in-teressate e corresponsabilizzate lecomunità .

Frutti di un siffatto lavoro si co-minciano a raccogliere .

« Siamo in ripresa in fatto di vo-cazioni », ho sentito dirmi più diuna volta con accenti di speranza edi soddisfazione . E questo è motivodi rinnovato impegno, mentre si cor-reggono errori ed esperienze del re-cente e meno recente passato risul-tate negative .Un elemento concreto si ha nel-

l'aumentato numero dì novizi, e piùancora di postulanti, con caratteristi-che assai significative per l'età (chesi aggira sui vent'anni), per i buonistudi (molti sono preuniversitari) :cosa degna di particolare nota, sonogiovani provenienti in gran parte daopere nostre, compresi i gruppi gio-vanili spiritualmente molto impegnati .

Dio voglia che questi «segni diripresa » si accentuino e si allarghino,non solo in America Latina ma inaltre Ispettorie che sinora non han-no avuto la gioia di costatare questi« segni » . È certo però che la strategiadelle vocazioni passa obbligatoria-

mente attraverso le comunità e la lorovita religiosa e pastorale, e non puòignorare la lezione chiara e ammoni-trice che viene dai risultati assoluta-mente negativi di certe cosiddette« esperienze » di questi ultimi anni .

In Brasile, gruppidi giovani fanno«esperienza missionaria»

In vari Paesi ho avuto la gioia diincontrarmi con gruppi di giovaniche, pur con gradazione e accentua-zione diverse, mi hanno offerto unapositiva immagine comune . Ho tro-vato giovani, seriamente impegnatianzitutto in una esperienza di intensapreghiera e di approfondimento delVangelo e della parola di Dio, chedimostrano in pari tempo un vivodesiderio di conoscere e approfon-dire Don Bosco non solo nella suasempre impressionante attività apo-stolica ma più ancora' nel suo me-todo educativo e nel suo peculiarespirito ; giovani che svolgono unaazione apostolica molto costruttivanell'ampio arco della nostra missione .

Alcuni gruppi, come ad esempioin Brasile, fanno già «esperienza mis-sionaria » assai utile per tanti aspetti,impiegando il tempo delle ferie, ealcuni anche maggior tempo, ad aiu-tare nelle nostre missioni nelle rnan-

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Don Ricceri in visita alla « Ciudadela delos Nifios» di Bogotà . È un complesso di32 case suddivise in 4 quartieri. È desti-nata ai ragazzi della strada, e basa la suaopera di ricupero sul principio dell'auto-governo .

sioni più diverse, come catechisti,tecnici, maestri, assistenti sociali ecc .Questa confortante e vivace ripresadi tanti gruppi giovanili nelle no-stre opere o al loro fianco mi hafatto toccare con mano due realtàche mi sembra opportuno far presenti .

5o giovani di Santiago del Cile

La prima è questa : tanti giovaniaspettano solo di essere impiegati inuna vita seriamente cristiana, e quindifeconda di generosità e dedizioneagli altri ; non solo, ma debitamenteilluminati e guidati, essi vengono ascoprire tutta la ricchezza e l'attualitàdello spirito e del metodo educativodi Don Bosco, di cui direi che fini-scono con l'innamorarsi . Ricordo aquesto proposito il lungo e interes-sante dialogo da me avuto con oltrecinquanta giovani del movimentogiovanile salesiano, dai sedici ai venti-ventidue anni, a Santiago del Cile .Sono rimasto fortemente colpito alsentire come conoscevano Don Boscoe come si mostravano avidi di sapereancora di più sulla sua figura emissione .

Dietro ci vuole sempreun « vero » salesiano

L'altra realtà, che voi avete certa-mente intuito, è questa . Dietro e ac-canto a questi gruppi c'è sempre ilSalesiano, animatore carico di fede,di carità e di entusiasmo . È tuttoqui : la fioritura di questi gruppi,come di ogni altra attività pastoralenel campo della nostra missione, èlegata e subordinata alla persona, allostile di lavoro del Salesiano .

Il confratello, preparato cultural-mente e prima ancora spiritualmente,che sappia rendersi conto delle esi-genze dei giovani di oggi, e senta laresponsabilità di portare tra loro ilmessaggio di Cristo con lo spiritoe la sensibilità apostolica salesiana,ha un campo immenso nel quale puòutilmente lavorare . .

È ovvio che non tutto fila lisciole difficoltà non mancano e non pos-sono mancare . Ma quali opere e at-tività sono facili ed esenti, oggi spe-cialmente, da difficoltà? La fede ela carità, come già per Don Boscocosì per noi, saranno le potenti ener-gie che faranno superare ogni osta-colo. Senza di esse c'è l'immobilismo,

lo sterile lamento, la frustrazione, lacritica distruttiva, tutte forze negativele quali, invece di farci progredire erinnovare, riescono solo a far per-dere tempo e terreno spingendoci in-dietro .

Regolarmente presentinelle «favelas »

Nei vari paesi visitati ho poi tro-vato numerose e interessanti inizia-tive a favore dei ragazzi poveri : al-cune recenti, altre operanti da tempo,tutte bene in linea con gli orienta-menti del nostro Capitolo Generalespeciale .

Nelle grandi metropoli afflitte dalfenomeno delle cosiddette « favelas »si può dire che i Salesiani sono rego-larmente presenti : sono inseriti nelcuore di quei disordinati e miseriagglomerati di baracche e tuguri, diabitazioni molto approssimative ; sonopartecipi anch'essi dell'estrema po-vertà di quell'umile gente, tesi a pro-digarsi per migliorare la condizioneumana e sociale, professionale e spi-rituale, di tanti ragazzi che vedonoin quei «padri » gli amici sinceri ee disinteressati in cerca solo del lorobene ; Salesiani che lavorano consenso autenticamente apostolico econ gioiosa dedizione dentro questatriste e dolente esposizione di miserieumane. A Rio de Janeiro, a Caracas,Port-au-Prince, Guatemala, Guaya-quil, Belem, e in tanti altri posti .

Ma in America Latina anche fuoridelle « favelas » i Salesiani fanno inmoltissime città e centri opera divera redenzione umana, sociale ecristiana: a Bogotà, Medellin, Mana-gua, Belo Horizonte, Panama, Quito,La Paz . . .Ho avuto modo di visitare parec-

chie di queste opere, popolarissime,dove tanti poveri ragazzi, con unaazione di paziente e costante caritàsono strappati all'ozio, al vizio, allosfruttamento perpetrato a loro dannoin mille forme, per essere trasformatiin onesti e cristiani apprendisti, la-voratori, operai, avviati dagli stessiSalesiani e aiutati a inserirsi neiposti di lavoro .

La piccola città dei monelli

Di tali opere, viste ovviamentecon grande simpatia da autorità, po-polazione, enti, ne ho incontrato,come dicevo, parecchie ; ma di tantealtre ho dovuto accontentarmi disentir parlare . Un'opera però - ve-ramente si tratta di un complessodi opere, collegate secondo particolaricriteri pedagogici - desidero citare,

per così dire, all'ordine del giorno :la « Ciudadela de los ninos » di Bo-gotà in Colombia . (Dirò tra parentesiche quest'opera di recupero moralee sociale di ragazzi è solo una dellemolte, di cui quell'Ispettoria va giu-stamente orgogliosa) .

In quella « Città dei ragazzi » hopotuto vedere all'azione anzitutto inostri confratelli : un'azione pensatametodologicamente e pedagogica-mente, in perfetta sintonia con lalinea educativa salesiana . È un'azioneardita e delicatissima, intesa al recu-pero di centinaia di « gamines » (mo-nelli), figli di nessuno, quindi senzafamiglia, senza casa, senza istruzione :ragazzi che vivono letteralmente nellastrada e della strada, dediti al furto,vittime della droga, della prostitu-zione, insomma povere creature nelsenso più vero e triste della parola,bruciati dalle più incredibili espe-rienze .

I Salesiani nelle ore della nottevanno sulle strade dove si svolge lasquallida vita di quei poveretti : liinvitano, con le attenzioni caritatevoliproprie dello stile di Don Bosco, avenire con loro in una casa che ètutta impostata per il recupero delragazzo della strada . Non si trattainfatti del tradizionale internato : ilragazzo vi trova cibo, pulizia, medico(tante volte sono afflitti da seriemalattie infettive), e specialmentetanta cordialità e serenità da partedei Salesiani e dei loro collaboratori(ci sono anche suore, che svolgonoun'opera preziosa). Il ragazzo è li-bero di rimanere o meno . Di fattoperò ho potuto vedere con grandecommozione vari fra gli arrivati de-gli ultimi giorni supplicarmi perchéottenessi loro l'accettazione definitivanella casa . . . del sole .

Questi ragazzi, man mano che sirealizza il loro recupero, passanogradualmente ad altri istituti, sem-pre governati con gli stessi criteri ;sinché divenuti giovani sui diciotto-vent'anni, qualificati professional-mente, umanamente e cristianamente,sono in grado di essere dignitosa-mente inseriti nella società da cuierano stati emarginati e per la qualeerano elementi di disordine e disovversione .

Ma prima di arrivare a questameta, quanto lavoro, quanta pa-zienza, e specialmente - sono pa-role dei confratelli - quanta caritàcristiana e salesiana, quanta assi-stenza sacrificata e in pari tempoamabile, per conquistare il cuoreloro, vulnerato e spesso infetto .

DON LUIGI RICCERIRettor Maggiore

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parchenonamatela loromusica .Don Eugenio Reffo, che fu il con-fondatore dei Giuseppini insieme aSan Leonardo Murialdo, raccontava diavere accompagnato una volta Don Mu-rialdo a visitare Don Bosco, di cui eragrande amico e benefattore . Durante laconversazione tra i due Santi lui, Eu-genio, che era un giovane studente semi-narista, se ne stava appartato in un angolodella camera. Aspettava che Don Mu-rialdo finisse di interloquire con Don Bo-sco; poi lo avrebbe riaccompagnato acasa. Intanto dal cortile sottostante giun-geva il chiasso rumoroso dei ragazzi chegiocavano animatamente, mescolato aglisquilli sonori degli ottoni e delle trombedi una banda musicale che faceva leprove per una prossima esecuzione musi-cale. /l rullo della grancassa poi erainsopportabile . Eugenio che non avevamai ascoltato un simile mescolio di suoniragionò fra di sé: « Se io fossi Don Bosco,non permetterei tanto baccano in unOratorio, sia pure nelle ore di ricrea-zione. . . Non in commotione Dominus(il signore non si fa sentire nel bac-cano) » : Questo era il suo pensiero se-greto mentre dal cortile continuavano asalire quei suoni; ma il suo volto nonrivelava nemmeno con un muscolo ilfastidio che gli dava quel fracasso .Don Bosco che si trovava nell'angoloopposto della camera e che gli voltavale spalle, improvvisamente troncò il col-loquio con Don Murialdo e venne difi-lato dinanzi al giovanotto : « Sì, sì- disse con uîn sorriso - credimi:Don Bosco ha ragione» . E intanto imi-tava col gesto delle mani il cozzo deipiatti e il rullo della grancassa . Poi ag-giunse: « Cin-cin, bum-bum: i ragazzi,il Signore li vuole così . Gioco, allegria,frastuono. . . cin-cin, bum-bum . . . ogni cosaa suo tempo » .

• Don Bosco non esagerava quandososteneva che la musica è conge-niale al ragazzo . La musica esprimepensieri e sentimenti che il ragazzo nonriuscirebbe a formulare, gli solleva e glichiarifica i suoi stati d'animo .

• I giovani rivelano un'intima affi-nità con il jazz . Jazz e gioventù sialleano e si difendono, cioè vanno d'ac-cordo e filano di pari passo . L'incom-prensione che divide giovani e vecchidi fronte al jazz è dovuta in gran parteal fatto che gli adulti non sanno che cosasia il jazz .

• I giovani sanno distinguere moltobene, nelle loro riunioni, tra unaforma scadente e deteriore di jazze il vero jazz che, come tale, va presosul serio e rappresenta un autenticovalore musicale . Non gli riesce difficileentusiasmarsi contemporaneamente per iljazz e per Vivaldi o Paganini : sanno co-gliere i rapporti e le affinità delle duemusiche in una, sola intima esperienzaspirituale . Un ragazzo si espresse così :« Perché mai la gioventù non dovrebbeamare il jazz? Per lo più gli adulti ascol-tano musica classica, solo perché ci hanfatto l'abitudine e perché non conosconoaltro». Occorre che i genitori e gli edu-catori abbiano l'umiltà di lasciarsi ini-ziare a questo genere di musica dai loro

stessi ragazzi oppure frequentando corsi .Una volta superati i pregiudizi iniziali,anch'essi non faticheranno ad ascoltare,accanto a Vivaldi e a Paganini, dellabuona musica jazz.

C'è una qualità che tra le artiè propria soltanto della musica : lamusica provoca un cordiale e gra-devole affiatamento, cioè fa e co-stituisce comunità . Le altre arti sonosolitarie : il mio dipinto, la mia poesia,il mio romanzo. Ma nella musica orche-strale o da banda noi condividiamo esperimentiamo un invisibile e caldo le-game di amore con gli altri .Suonare insieme, appartenere a un'or-chestrina, come il giocare insieme, è peril giovane la maniera più semplice e piùfacile di affiatarsi e di godere .

• Educate fin da piccolo il ragazzoalla musica . Quand'è ancora fanciullo,fate che canti le canzoncine insieme conla mamma, che volti i fogli per chi suonail piano . Lasciate aperto l'uscio della suacamera perché la musica che sale dalpianterreno gli riempia l'anima di unastupenda magia. Addormentarsi con lamusica, destarsi con la musica, son tuttesensazioni ed esperienze indimenticabili .« I canti dei ragazzi - diceva Don Bo-sco - vanno ascoltati non con le orecchie,ma col cuore» . CARLO DE AMBROGIO 7

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Haiti è forse il paesepiù povero dell'Ameri-ca Latina, e "Brooklyn"(rione di Port-au-Prin-ce, la capitale) è forsela zona più "terzo mon-do" di Haitì .A Brooklyn il salesianopadre Lorenzo Bohnenha realizzato e mandaavanti un'opera socialegigantesca : un com-plesso scolastico per5000 ragazzi, ai qualideve anche dar da man-giare perché siano ingrado di imparare. Ec-co la lettera che un al-lievo di padre Bohnenha scritto al BollettinoSalesiano .

M i chiamo Ives . Sono il primodella mia classe, di 70 scolari .

Direte voi : "Guarda che ragazzopresuntuoso!" . Ma la cosa più graveè che io ho già 16 anni e mi trovoancora nelle scuole elementari, anziho ancora una classe da fare per fi-nirle. Poi, vorrei diventare elettri-cista. Ma fino all'età di io anni nonho potuto andare a scuola. Voletesapere come è andata la cosa? Iovivevo vicino alla scuola-refettoriodel padre Bohnen. Come quasi tutti

unalettera

da Brooklyn

i ragazzi di qui, ero troppo poveroper potermi pagare la scuola . Me nerestavo a casa, ad aiutare mia madre .

Diverse volte al giorno mi recavoad attingere acqua nel refettorio delpadre. C'è lì una conduttura d'acquacon una dozzina di getti . Io mettevoil secchio sotto una delle fontanelle,e aspettavo che si riempisse . Questoposto è sempre pieno di ragazzi, chevengono a bere e a rinfrescarsi . Mail getto d'acqua è molto piccolo eogni volta c'è da aspettare tantotempo : impiegavo un buon quartod'ora per riempire il secchio. Dopoaver bevuto ed essermi rinfrescato,mi mettevo il secchio sulla testa etornavo a casa . (Ora sono un ragazzoalto, ma a dieci anni il secchio eramolto pesante . . .).

Il padre passava sovente in quelposto. Un giorno mi domandò :

"Che fai qui?" . Gli risposi :"Attingo acqua per la mamma" ."Dove abiti?" ."Qui vicino" ."A quale scuola vai?" ."A nessuna" .Allora il padre mi disse :"Vedo molti ragazzi Che vengono

a bere e a rinfrescarsi, e immaginoche tutti vogliano molto bene allaloro mamma . Però solo tu dimostriche le vuoi bene . Se vuoi, da domani •puoi venire alla scuola e al refet-torio". Era il io aprile 1968 .

Ragazzi di padre Bohnen nella scuola di«arti e mestieri».

Io voglio davvero bene a miamadre. È povera e lavora molto .Mio padre è in prigione dal 21 di-cembre 1969 . Credo che non abbiafatto niente di male. Il Padre Boheninterviene spesso perché lo liberino,ma finora non è riuscito . Mia mammaha avuto nove figli ; ma sei sono morti .Mi rimangono solo una sorellina eun fratellino . L'anno scorso la nostracasa è andata bruciata. Duecentocase bruciarono : erano di legno epaglia. Noi perdemmo tutto : il letto,due materassi, la tavola, la gallina,il gatto, la mia chitarra, i miei libridi scuola, i nostri vestiti . . . Fu tre-mendo .

Durante le vacanze, la scuola e ilrefettorio restano quasi deserti. Tuttiquanti aspettiamo che torni padreBohnen, che va a predicare negliStati Uniti (Ives allude al fatto ched'estate si reca al Nord America perraccogliere denaro e viveri dalla ge-nerosità dei cattolici : finché rimanefuori, il refettorio non funziona -N.d.R .) . Mentre egli resta lontano,è come se per noi fosse inverno .Ce ne stiamo a guardare gli aerei .E pensiamo : molto presto, uno diessi ci riporterà indietro il Padre» .

IVES 9

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Da Tondo (Manila-Fi-lippine) è arrivata que-sta lettera. Presentacon parole semplici,frettolose, la parroc-chia salesiana, « la piùdesolata che ci sia ».

na parrocchia di sessantamilaanime. La più desolata che ci sia,

economicamente parlando . Circa tre-mila bambini all'oratorio domenicale .Altrettanti nell'annessa scuola pub-blica, e via dicendo .Da soli, voi lo capite bene, non

ce la potremmo fare mai .Un bel gruppo di ragazzi e ra-

gazze, molti di loro iscritti all'Uni-versità, e quel che più conta, propriodella nostra parrocchia, ci aiutano .

Che cosa fanno?I catechismi domenicali. Con se-

rietà, con preparazione, non allabuona. Hanno le loro lezioni ciclosti-late, in tagalog (nelle scuole la linguad'insegnamento è ancora l'inglese . . .) .

Se le studiano . Al sabato sera siraccolgono e dopo la lettura dellaSacra Scrittura ed un po' di medita-zione commentata, loro stessi dimo-strano - sotto la guida del sacer-dote incaricato - come presentarela lezione in programma .All'indomani, domenica, ciascuno

di loro è incaricato di una classe . Inpiù ha un assistente per la disciplinae le presenze, e sostituzione in casod'assenza .

Ma non tutti vengono al centro .C'è ancora il ricordo delle sanguinoselotte delle ganghe quando qualcunoattraversava il loro «territorio» . Ogginon capita più, ma il ricordo rimane .

C'è la paura di alcuni genitori chei figli - dicendo di venire al DonBosco - vadano poi a nuotare almare vicino, dove c'è sempre pericolo .

C'è chi non si può allontanare dacasa perché deve vigilare la casastessa o i fratellini .

Tutti costoro trovano difficile ve-nire al catechismo .

Ecco allora le « forze speciali » : letruppe d'assalto . Sono catechisti chesi recano nelle zone meno accessibilidella nostra parrocchia . Radunanocolà bambini e bambine, li intratten-gono con giochi e poi fanno loro unaoretta di catechismo .

Perché il catechista non solo in-segna la religione, ma deve organiz-zare giochi per i più piccoli, torneidi pallacanestro o di calcio per i piùgrandi .

Ditemi voi se non è sacrificio .Devono studiare seriamente per-

ché non possono permettersi il lussodi farsi bocciare agli esami .

Alcuni di loro alla mattina delladomenica hanno avuto il serviziopremilitare obbligatorio, marciandodelle ore sotto il sole cocente - ilsole dei tropici, miei cari .

All'indomani per tempo dovrannorecarsi a scuola col corpo ancora do-lente e stanco per il loro lavoro dicatechisti .

E sono ragazzi di qui . Vivono inbaracche di latta come gli altri, nonhanno luce, non hanno mobili . Fan-no i loro compiti nella nostra biblio-teca, usando dei libri che noi met-tiamo a loro disposizione .

Hanno il ritiro mensile, le confes-sioni, la Messa per loro . Durante laMessa ci si commuove quando essiimprovvisano la preghiera dei fedeli .Si sente in loro l'ansia di elevarsi edi elevare . D'immettersi nel lavorosociale non solo per tirar su il corpo,ma soprattutto per costruire sullospirito .

Ogni anno fanno un corso di eser-cizi spirituali .

Quale ricompensa per tutto que-sto lavoro?

Per quelli che vanno all'Univer-sità - sono una quarantina - pa-ghiamo noi la retta scolastica : inlire italiane più di 50.000 lire perognuno .Dove li prendiamo i soldi? Beh,

c'è la Divina Provvidenza, che, inmolti casi, porta il vostro nome .

Pensiamo che non siano soldi spre-cati. È una gran bella cosa nutrirei piccoli - come già facciamo -,preparare i giovani al lavoro neinostri laboratori, ma senza base mo-rale attraverso l'insegnamento dellareligione, il nostro lavoro sarebbe ingran parte sprecato .

E poi perché non pensare che que-sti giovani che prendono così sul se-rio il loro impegno catechistico nonsaranno domani i leaders del loropopolo ?

P. ERCOLE SOLARGLI S.D .B . 11

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~:TIOPIAUno dei due salesiani di ori-gine etiopica oggi in Congre-gazione, mons . SebhatlaabWorkù, non ha mai fatto mi-steri con nessuno : «Mi sonofatto salesiano per portare iSalesiani in Etiopia » . Lo haripetuto durante una sua visitaa Roma, presentando il pro-getto di una prima opera so-ciale .

Mons . Workù vorrebbe comin-ciare con una scuola tecnica pro-

fessionale, per i ragazzi della sua dio-cesi, Adigrat nel Tigrai (Etiopia) .Un'opera utilissima, in quelle terreaffamate di tecnici .Alto e robusto come una colonna

portante, sempre sorridente, mons .Workù è stato conquistato dal pro-getto apostolico di Don Bosco . « Quan-do ero molto giovane - racconta -lessi la vita di Don Bosco scritta dalSalotti. Rimasi impressionatissimo diciò che Don Bosco faceva per i gio-vani e per i poveri . Di qui la mia spe-ciale attrattiva verso di lui » . Un'at-trattiva che lo portò un giorno a farsisalesiano .

Oggi ha 55 anni. Nato nel 191q aMonexeito (Adigrat) nell'Eritrea, ac-colse la voce del Signore che lo chia-mava ; fu mandato a compiere glistudi in Italia, prima a Casamari coni monaci Cistercensi, poi a Roma nelCollegio Etiopico. Nel 1947, quandotornò sacerdote in Etiopia, aveva duelauree (in filosofia e teologia), e persedici anni insegnò nel seminariodella sua diocesi. Nel 1964 fu richia-mato a Roma come vicerettore delPontificio Collegio Etiopico ; ebbe al-lora modo di conoscere i Salesianinon più sui libri ma di persona, e de-cise di essere uno di loro .Fu aspirante un anno a Cowley

(Oxford) e approfittò per impararel'inglese ; fu novizio a El Houssoun(Libano) nell'Ispettoria del MedioOriente che lavora nei paesi di ritoorientale .

Insegnò poi filosofia nello studen-tato salesiano, e si recò poi a Be-tlemme, sempre come insegnante,

deciso a imparare anche l'ebraico .Ma un giorno si vide recapitare unalettera con tanto di bolli, che conte-neva la sua nomina a Vescovo di Adi-grat, la diocesi in cui era nato .

Corse allora a Roma dal RettorMaggiore (il Capitolo Generale Spe-ciale era ancora in corso) ; fece nellesue mani la professione perpetua peressere salesiano per sempre, e ripartìper l'Etiopia . Un mese dopo, il 19 set-tembre 1971, il metropolita di AddisAbeba lo consacrava Vescovo .

La sua diocesi gli fece moltissimafesta, era l'uomo giusto al posto giu-sto. Aveva una vasta esperienza, pro-veniente dai suoi viaggi di studio indiversi paesi di Africa, Europa eAsia ; aveva conoscenze di molte lin-gue (italiano, inglese, francese, arabo,oltre le lingue patrie) ; aveva la pas-sione tutta salesiana per la gioventùe i poveri .La sua diocesi, suffraganea di

quella di Addis Abeba, è vasta67.000 kmq, e conta 2.300.000 abi-tanti, di cui solo ottomila sono cat-tolici (in maggioranza gli abitanti del-l'Etiopia sono cristiani copti monofi-siti, o musulmani) . Ha sotto di sé14 parrocchie con 40 sacerdoti, il se-minario maggiore e minore .

Adigrat si trova a 2500 metri d'al-titudine sull'altipiano etiopico . Unadura carestia ha colpito recentementela popolazione, e organizzazioni divario genere hanno contribuito ad al-leviarne le conseguenze . Adesso la

pioggia è venuta, ma molto bestiameè morto e molti contadini non hannograno da seminare.

C'è dunque tanto da fare in questaterra della leggendaria regina diSaba. Il Cristianesimo vi era statoportato già nel IV secolo da San Fru-menzio; quelle cristianità crescevanonell'ambito della Chiesa orientale, poipiegarono al monofisismo . L'Etiopiaconta oggi solo 200.000 cattolici.Ora mons. Workù vorrebbe intro-

durvi i Salesiani. Comincerebbe unapiccola scuola per preparare i futurifalegnami, meccanici, elettricisti, dicui c'è assoluto bisogno .

E dopo la scuola, qualche oratorio .Dice : « L'oratorio è ciò che, del si-stema salesiano, ci impressiona di più .Cioè lo spirito di famiglia che vi re-gna, l'interessamento per i giovani,questa spiritualità di Don Bosco cheè capace di rispondere anche ai bi-sogni dei nostri tempi e dei nostripaesi » .

« A nostro parere - dice ancoramons. Workù - la Congregazioneche meglio può rispondere alle aspi-razioni dei nostri giovani in Etiopia,è quella Salesiana » . E per trapian-tarla in Etiopia, egli si è fatto sale-siano .Una simile fiducia nel progetto

apostolico di Don Bosco, in altritempi forse poteva suscitare legittimocompiacimento. Oggi, a pensarci bene,forse suscita soprattutto inquietudine .• 13

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Curiosa preistoria dellavocazione di don LuigiCocco, missionario trai Guaicas del Vene-zuela.

9 uando ero piccolo, il nonno miraccontava sempre di suo papà,era chiamato «Barba Giacu del

Balùn » (zio Giacomo del Pallone), edera amico di Don Bosco . Era rimastopresto vedovo, e faceva il feramiù(straccivendolo) .

Quando a Torino scoppiò la polve-riera 26) aprile 1852 : questo miobisnonno era stato tra i primi adaccorrere, e trovò che Don Boscoera già lì sul posto accorso ap-pena avvenuto lo scoppio. Biso-gnava buttare acqua sui barili nonesplosi, per evitare nuove sciagure ; eBarba Giacu, non avendo recipienti,prese dalla testa di Don Bosco il suocappello da prete e lo portò a un certoSacchi (l'eroe di quella giornata, chericeverà poi la medaglia d'oro e unavia di Torino intitolata al suo nome)perché lo riempisse d'acqua e la get-tasse sui barili . Si vede da questo cheil bisnonno aveva molta confidenzacon Don Bosco .

Nel 1855 il nome di mio nonno- «Cocco Luigi, di Giacomo », pro-prio come me - figura in una listadi 22o bambini e bambine che ven-nero cresimati a Valdocco dal vescovodi Susa mons . Oddone, il 1o luglio .La lista porta in fondo la firma di

Don Bosco. Ma mio nonno non eraancora all'Oratorio ; vi fu accettato(gratis) da Don Bosco più tardi (il13 agosto 1859), come artigiano ap-prendista calzolaio . E imparò quelmestiere .

Più di una volta mi confermò l'epi-sodio che viene raccontato anche nelfilm « Don Bosco » : il santo, passandoin mezzo agli apprendisti calzolai, evedendone qualcuno maldestro, lo fa-ceva alzare, si sedeva al suo posto, egli batteva la suola secondo l'arte.Poi se ne andava borbottando in tonofamiliare : « T'ses un bun a gnente! »(Sei un buon a niente!) .

Don Bosco in certe circostanze as-segnava un « fioretto » spirituale aisuoi ragazzi : un pensiero adatto a cia-scuno di loro, con cui li esortava afare meglio. Anche mio nonno rice-vette i fioretti di Don Bosco . Egli scri-veva personalmente questi fioretti inun quadernetto : per ogni riga unnome, e il consiglio adatto . I ragazzipassavano poi uno per uno da DonBosco, che staccava la strisciolina dicarta, e la consegnava all'interessato ;ma i nomi dei ragazzi restavano nelquaderno. Ho potuto vedere il nomeCocco nel quadernetto dei « Fiorettidati dalla Madonna* risalente al1o gennaio 1862 (l'anno, presso gliarchivi, non è del tutto sicuro) . Erano« fioretti* che impegnavano molto se-riamente i ragazzi a « cambiare vita »,e non stupisce se qualcuno di loronon aveva il coraggio di andare a ri-tirare il suo. Mio nonno doveva es-sere tra i buoni, perché la strisciolinaaccanto al suo nome non c'è più .

Mio nonno voleva farsi salesiano,ma Don Bosco non lo accettò ; glidisse : «Non tu, ma uno dei tuoi» .A 1q anni, nel 1864, lasciò l'Oratorio .Avrebbe voluto andare con Garibaldi,ma neppure Garibaldi lo volle : eratroppo piccolo! Mi raccontò che siera messo nelle scarpe dei sottopiedi,spessi quasi un centimetro, per figu-rare più alto, ma neppure questo gliera bastato .

Poi si era sposato, e aveva avutotre figli, il maggiore dei quali (Gia-como) è mio padre .

Dei tre figli del nonno, solo miopadre ebbe un figlio maschio, chesono poi io (mia mamma morì pocodopo la mia nascita, durante la primaguerra mondiale, a causa dell'influ-enza « spagnola ») . Degli altri due fra-telli, uno ebbe tre bambine, e l'altronon ebbe figli . Quindi io solo potevorealizzare le parole di Don Bosco .Da ragazzo non pensavo a diven-

tare sacerdote, e neppure sapevo diquello che aveva detto Don Bosco .A 18 anni (ricordo bene : era il giornodopo l'Immacolata del 1927) dissi incasa che volevo andare nelle missionicome Salesiano. Eravamo a tavola .Mio padre e gli altri miei parenti, cheerano seduti, si alzarono uno dopol'altro e uscirono costernati. Rimastisoli il nonno é~ io, egli mi disse : « Losapevo. Don Bosco me l'aveva detto :"Non tu, ma uno dei tuoi" . Non erosicuro chi potesse essere, ma adessocapisco che sei tu » .

(Testimonianza raccolta da Enzo Bianco) 15

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« Ci arriveremo - di-ceva con insistenza -perché i bambini, traloro, si accettano e permezzo loro finalmentei genitori si capiranno »

Il suo nome è Luciana, ma tutte lachiamano familiarmente Lulù. An-

che i ragazzi che le si affollano at-torno quando arriva in classe o nelgruppo di lavoro .Luciana è un'exallieva delle FMA

di Brian~on. Insegna in una scuolaagricola da quasi quindici anni .

Per poter essere più disponibile e .pronta alla sua missione educativa,anni or sono prese alloggio in un mo-desto quartiere della città, vicino allascuola in cui insegna . Si direbberocase popolari senza i conforts che tuttisognano .Luciana : - Davvero ho faticato

molto ad ambientarmi . Non volevoaffatto restare in quella abitazione, so-prattutto perché, specialmente la sera,mi opprimeva la paura. È un villaggiodove sono accampate alla bell'e me-glio parecchie famiglie algerine . E c'èdi tutto : anche bambini ineducati,vissuti con ogni « libertà* e quindiinsofferenti di ogni disciplina .

Credevo proprio di non riuscire ad18 accettare quel tipo di coinquilini. Ma

C1711à DEGLI ALGERINInella preghiera, al Padre nostro, si fa-ceva sempre più pungente la consta-tazione del mio razzismo domestico .Ed era vero. Decisi di restare lì, inquell'appartamento e di non disertaredi fronte all'occasione che la Provvi-denza mi offriva .

Mi ci volle un po' . Avvicinai anzi-tutto i bambini. Conobbi Ali, di treanni, Malika di cinque, Jamila diotto. I più piccoli di una famiglia nu-merosa .Abitualmente si nutrivano di un

tozzo di pane imbevuto d'olio e di unpugnetto d'olive oppure di un pez-zetto di formaggio. Null'altro .Diventammo amici . All'ora del

pranzo i bimbi spuntavano e si sede-vano a tavola con me . I due ragazzimaggiori (dodici e undici anni) nonosavano chiedere nulla .

Aspettavano piuttosto che offrissiloro la possibilità di prestare qualcheservizio per ricevere in compensoqualche cosa .

Io, intanto, avvertivo che solo unamore paziente avrebbe potuto farlicrescere veramente e farli nuovi.

Avvicinai anche il padre . Un po-ver'uomo che s'era trovato sperdutonella metropoli in cui lavorava . Comela moglie, non sapeva una parola difrancese . Gli occorreva un aiuto perla compilazione di documenti, per lavaccinazione dei bambini, per una vi-sita medica di Héléna - la moglie -

e per imparare l'indispensabile cosìda non essere disprezzato dai com-pagni di lavoro .

Non so come, ma la ripugnanzache avevo per quella gente lentamenteandava scomparendo . Li aiutai fin chemi fu possibile .

Un giorno però fui costretta a ri-volgermi a un medico della zona per-ché mandasse un'assistente sociale .Era necessario vedessero in quali con-dizioni si era ridotta quella famigliaper la mancanza di nutrimento . Ven-ne. Poi il medico mi disse :

« L'assistente sociale è lei, signo-rina! Questa gente non si fida che dilei . È un caso in cui solo lei, qui,può fare del bene . Noi l'aiuteremoma lei, la prego, continui a fare quelche fa! » .

Rimasi stupita. Veramente. Non miero accorta di essere entrata così nellaloro povera vita .

Anche i bambini francesi degli altricaseggiati si accostarono ai piccoli al-gerini superando facilmente qualun-que ombra di razzismo .

« Ci arriveremo - diceva con insi-stenza Lulù - perché i bambini, traloro, si accettano e per mezzo loro fi-nalmente i genitori si capiranno » .

Luciana ora è il cuore del villaggio .Francesi e Algerini, bambini e adultiformano una piccola calda fraternità .Una fraternità calda di Dio .

YVETTE GALON

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NELMONDOLA «MICRO» DEI BEARZINI

Bearzini sono i ragazzi dell'operaSalesiana Bearzi di Udine (Italia), e«micro» sta per microrealizzazione infavore dei Terzo Mondo, quella cheun gruppo di Bearzini appunto ha rea-lizzato per fornire strumenti di lavoroa una missione in Bolivia .

Sono i Bearzini del piccolo paese diLaipacco che hanno preso l'iniziativa :«Ci lanciammo con tale entusiasmo dasbalordire tutto il paese - raccontano -.Con trattore e carro siamo passati intutte le case, ripulendole del ferro,stracci e cartaccia inutilizzata .

« La cifra realizzata (300.000 lire) èstata più del previsto, perché tutti inpaese ci hanno accolto con vera sim-patia . Ora l'introito è stato inviato perl'acquisto degli strumenti» .

E i Bearzini di Laipacco teorizzanola loro esperienza: « La gente di piùumile condizione ha dato di più e conpiù cuore» .

DIVENTA SACERDOTEUNO SCAMPATO ALLA STRAGEWalter Filippi, il 20 ottobre 1944,

a nove anni, era nella scuola elementaredi Goria, Varese (Italia) . C'era la guerra,le superfortezze volanti alleate bombar-darono lo scalo ferroviario di GrecoMilanese: un apparecchio centrò pererrore la scuola gremita di bambini .Dalle macerie furono estratti i corpiesanimi di 200 bambini, e 4 superstiti :uno di essi era Walter .

Più tardi Walter frequentò l'IstitutoSalesiano di Sesto San Giovanni, e vimaturò la decisione di consacrarsi alSignore, nelle file di Don Bosco . Il23 giugno scorso è stato ordinato aPavia .

PRESENTA LA SINDONEAGLI AMERICANI

Il 21 aprile, la Columbia BroadcastingCompany, sul più grande canale tele-visivo degli Stati Uniti, presentò unprogramma sulla Santa Sindone cheebbe ripercussioni straordinarie in tuttal'America .

Promotore del programma fu il Sa-lesiano don Pietro M . Rinaldi, proni-pote del Servo di Dio don Filippo Ri-naldi, noto negli Stati Uniti per la suaopera di propaganda a favore della

grande Reliquia Torinese . Don Rinaldiconvinse i dirigenti della maggiorecompagnia televisiva americana a pre-sentare alcune scene dei programmagià presentato in Italia nel novembredel 1973 . Tutto l'affascinante misterodella Sindone fu quindi discusso dadon Rinaldi e da due altri esperti insindonologia .

Pochi programmi religiosi hanno otte-nuto il seguito avuto da questa pre-sentazione sulla Sindone. Il volume didon Rinaldi It Is The Lord, ottenne inmeno di due settimane una vendita dioltre un milione di copie . La compagniasta già trattando per mettere in ondaun secondo programma sulla Sindone.

Questo salesiano continua così latradizione di non pochi figli di DonBosco che fin dal 1898 si occuparonocon passione della insigne reliquia to-rinese.

SALESIANOUN SALESIANO PRESIDENTEDELL'EQUIPE EUROPEADI CATECHESI

Il Salesiano don Emilio Alberich,professore presso l'Istituto di Catecheticadell'Università Pontificia Salesiana inRoma, è stato eletto Presidente del-l'« Équipe Européenne de Catéchèse »(EEC). La sua elezione è avvenuta du-rante la sezione tenuta dall'Associazionea Zurigo .

L'EEC costituisce un gruppo infor-male di catecheti europei, fondato nel1951 da mons. Elchinger (attuale Ve-scovo di Strasburgo) e dal noto cate-cheta di Monaco K . Tillman ; vi aderi-scono i direttori dei centri catechisticinazionali, degli Istituti di catechetica,e esperti vari (altri tre salesiani oltre adon Alberich vi fanno parte : R. Gianna-telli direttore dell'istituto di Catecheticadell'UPS di Roma ; W. Dermota profes-sore a Lubiana ; R . Murawski a Varsavia) .

L'EEC si propone il collegamentofra i centri europei di catechesi ; è«luogo di verifica e approfondimento»

(continua a pag . zz)

446 Giovani novizi . Si stanno preparando quest'anno a entrare nelle file diDon Bosco . Le foto mostrano il gruppo dei novizi del Venezuela, con il loro«maestro» don Giuseppe Bordogni, durante una ricreazione (casa di San An-tonio de los Altos, Caracas) .

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per le idee e i progetti elaborati nel-l'ambito del movimento catechisticocontemporaneo .

La sua prossima sessione, che cele-brerà il venticinquesimo di fondazionedell'EEC si terrà a Roma e avrà cometema : « Esperienza di catechesi, espe-rienza di Chiesa». (ANS)

15 ANNI DI LAVORO SILENZIOSONell'ottobre scorso, il « Laboratorio

Mamma Margherita» dell'Opera Sale-siana 'S . Giovanni Evangelista' in Torinoha compiuto 15 anni. «Si iniziò con20 cooperatrici in un locale di via Cam-pana messo a disposizione da due co-niugi entusiasti di Don Bosco - scriveil delegato locale . - Erano due stanzettecon una macchina da cucire, che iniziòsubito il suo lavoro confezionando bian-cheria e arredi vari per le Missioni . Poici trapiantammo (anche noi come i famosicavoli!) prima in un localino misero dellaCasa salesiana, poi in un locale ampiodel nuovo Oratorio di San Luigi . Il nu-mero delle cooperatrici aumentò, e illavoro per le Missioni pure . Ora ognigiovedì nei locali convengono 35 coo-peratrici, che hanno a disposizione 3 mac-chine da cucire, 8 tavoli da lavoro, e lasolita buona volontà . I Missionari chericevono i nostri indumenti per bambini• gli arredi per le Chiese, sono testimonicommossi di questa inesauribile buonavolontà. Ora è cominciata un'attivitànuova e impegnativa : alla Casa salesianaè venuto meno il servizio delle Suore,• le nostre 'Mamme Margherite' pensanoloro al guardaroba dei Salesiani : cuciono,rammendano, e tra una calza e una ca-micia infilano una decina del Rosario .Si sentono ogni giorno più mamme deiSalesiani».

IL PRIMO. EVANGELIARIOGIAPPONESESono giunti alla direzione del Bollet-

tino Sa/esiano i tre grossi volumi delprimo, completo Evangeliario in linguagiapponese, approvato per l'uso litur-gico dall'Episcopato della nazione . Latraauzione è stata portata a termine dadue confratelli salesiani: don Barbaro• don Del Col . La splendida stampa èstata curata nella « Editrice Don Bosco»di Tokyo .I tre volumi contengono rispettiva-

mente: i Vangeli Domenicali e Festivi ;quelli feriali ; quelli propri e comuni deiSanti . In ogni doppia pagina vengonopresentati da sinistra : il brano evangelicoin lingua latina, la sua traduzione in ca-ratteri giapponesi, la sua traduzione giap-ponese in caratteri europei . Un'opera imonumentale che ha destato l'ammira-

22 zione e la lode del papa Paolo VI .

Nostro fratello nero . Vive nelloSwaziland, in fondo all'Africa nera,e nella casa salesiana di Manziniimpara qualcuna delle tante cose chei bianchi hanno da insegnare . Chissàse poi i bianchi impareranno da luiche lui è nostro fratello? (fotoM . Whelton) .

I tre volumi giunti a Torino sono staticonsegnati alla Basilica di Maria Ausi-liatrice, perché tutti i sacerdoti giapponesiche vi sosteranno possano dire laS. Messa nella loro lingua patria . IlGiappone è così la prima nazione estera«liturgicamente presente» nella Basilicadi Maria Ausiliatrice . Si spera che altrenazioni ne seguano l'esempio, per faci-litare la preghiera liturgica dei sacerdotiche qui convengono sempre più nume-rosi da ogni parte del mondo .

AMICI DEL CAMINETTO«DON BOSCO», A VERONAÈ un gruppo di giovani e di ragazze

sui vent'anni, nato spontaneamente dopodue viaggi effettuati nel 1972 a Taizè•

nel 1973 a Ginevra .Essi stessi al ritorno hanno chiesto

incontri periodici, intitolati «INCONTRIDI AMICIZIA» . Il perché del titolo èfacile immaginarlo . Occorre che i buonisi conoscano in ambienti di bontà, peril domani personale e della società, fon-data su questa gioventù .Sono state organizzate conversazioni

• dibattiti (non conferenze!), serate ri-creative, con il loro apporto personale .S'è voluto sostanziare questi incontri,da loro voluti .Ecco allora nascere un programma

quindicinale di incontri con tematichesuggerite dalla loro esperienza .

S'iniziò con un pellegrinaggio alla

Madonna della Corona, a piedi da Peri .Un'ottantina di presenze . S. Messa po-meridiana al Santuario, chitarre e cantigiovanili . Edificazione dei presenti e delRettore, che ne parlò entusiasticamentenella Rivista del Santuario .

Poi ecco sgranarsi ad uno ad uno gliincontri del sabato, aperti con la S . Messafestiva delle 18,30.

Il 27 ottobre ci riuniamo nella SalaCaminetto e qui si concordano, dopola S. Messa, gli argomenti per tuttol'anno, fino al 15 giugno .

La pubblicità non manca attraverso igiornali, il settimanale locale «VeronaFedele», le vetrine nei sottopassaggi inPiazza Bra e nell'atrio della stazioneferroviaria di Porta Nuova . In città se neparla e molti si interessano, per cui au-mentano le presenze fino ad un centi-naio, attcrno al nucleo centrale .

I temi sono presentati da persone com-petentissime.

Ecco i temi fissati e affrontati : l'aborto ;gli zingari; l'emancipazione della donna ;i giovani e la Chiesa ; la droga ; il refe-rendum; il libero amore ; i giovani e lapolitica ; la Fede; la famiglia domani ; igiovani e la comunità parrocchiale ; laparapsicologia ; i figli e i genitori .

IL RALLYDEI CENTRI GIOVANILI

Organizzato dai chierici salesiani stu-denti del liceo di Sonada (India), siè svolto il 31 marzo scorso con pienosuccesso nella casa salesiana il «Rallydei Centri Giovanili», manifestazione acui hanno preso parte 1500 ragazzi deivillaggi vicini .

Da alcuni anni i sessanta chiericisalesiani di Sonada hanno dato vitain venti villaggi ad altrettanti centrigiovanili, e con l'iniziativa del Rallycreano l'occasione di un incontro, perquesti giovani, indimenticabile . Nel marzoscorso erano presenti alla manifesta-zione il vescovo della diocesi, un rap-presentante dell'autorità civile e i tec-nici della radio « All India » ; un trenospeciale ha fatto servizio per i trasportidei ragazzi tra Kurseong e Sonada .

La giornata si è aperta con l'alzabandiera e l'inaugurazione della mostrasul tema «Gioventù d'oggi» ; è prose-guita con competizioni sportive duratel'intera mattinata ; al pomeriggio i ra-gazzi si sono esibiti nello spettacolo«Variety Show» durato due lunghe ore,e registrato per intero dai tecnici dellaradio (i vari numeri sono poi statitrasmessi in due puntate nel « pro-gramma per i ragazzi ») .

Le autorità presenti hanno espressol'apprezzamento per il lavoro di matu-razione sociale e religiosa svolto daichierici tra la gioventù, con uno stileschiettamente salesiano .

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