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PEDRO CANO ROMA MEMORIA PRESENTE

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P E D R O C A N O

R O M A MEMORIA PRESENTE

Ar b o r s A p i e n t i Ae

e d i t o r e

a cura di Loredana Rea

07/04/18 • 31/05/18

PEDRO CANO

ROMA MEMORIA PRESENTE

Contemporary Art Gallery

i n g a l l e r i a ______________________________________________

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In copertina: Leptis Magna (Libia), 2007, Acquerello su carta artigianale, 50 x 70 cm.

Fotografie: © Giorgio Benni, Jesús Cano e Galleria Honos ArtFotografia della biografia: © Antonio Molina

© Honos ArtContemporary Art GalleryVia dei Delfini 35 • 00186 Roma+39 06 31058440 [email protected]

Coordinamento editoriale e traduzioni: Cristina García Curreli

Impaginazione e grafica: Denise Sarrecchia

© 2018 - Arbor Sapientiae Editore S.r.l.Via Bernardo Barbiellini Amidei, 80 00168 Roma (Italia) - tel. 06 [email protected]@arborsapientiae.comISBN: 978-88-94820-58-4

Sponsor tecnico: Casale del Giglio

Con il patrocinio della Fondazione Pedro Cano

I N D I C E

IL TEMPO SOSPESO NELLE TRACCE DI ROMA 5LOREDANA REA

L’EREDITÀ DI ROMA 9PEDRO CANO

ROMA MEMORIA PRESENTE 13

OPERE

NOTE BIOGRAFICHE 41

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IL TEMPO SOSPESONELLE TRACCE DI ROMALoredana Rea

Traccia di un passato che non fu mai presente – ma assenza che ancora disturbaEmmanuel Levinas

Tutto appare sospeso come se il battito del tempo si fosse arrestato, per permettere alla pittura di srotolare lentamente il suo respiro, adagiandosi silenziosa sulla porosità della carta. Tra le trame docili della superficie affio-rano, come echi luminosi delle inarrestabili intermittenze della memoria, le impalcature impalpabili di antiche architetture.

Sono le tracce suggestive delle vestigia di Roma, che Pedro Cano ha raccolto nei suoi cahiers de voyages, attraversando i luoghi di una storia che sa di grandezza e splendori. I suoi fogli, come le pagine sparse di un diario intimo, raccontano del peregrinare nella bellezza, solida come la materia degli obelischi, degli archi e delle colonne ed evanescente come sostanza nebulosa, corrosa dall’inarrestabile avanzare di una contemporaneità, che tutto è pronta a fagocitare.

Inseguendo lo splendore di un passato, che torna a vivere nei segni icastici assestati con sapienza, l’artista restituisce il baluginio del sole su una pietra, il rumore di passi sconosciuti sui selciati, la cristallina pienezza della geometria di un muro, il brusio lontano di una quotidianità ormai solo immaginata, il rincorrersi delle nubi dietro le rovine, sopravvissute a un’altra vita.

L’emozione si occulta con un brivido fugace e il pennello, che lieve si posa, a re-gistrare lento e rapido il ritmo disuguale della percezione, disvela, oltre il limite del visibile, il fluido comporsi di una sinfonia cromatica, che ammalia gli occhi e riempie il cuore, nel tentativo di esorcizzare l’effimera consistenza del consueto scompaginarsi dell’esistenza.

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Lo spazio dipinto si anima, ricolmo dell’atmosfera densa e insieme rarefatta, mentre lo sguardo rincorre senza riuscire a possederle completamente le linee evocative di familiari monumenti, per tessere l’elogio del transitorio e dell’eterno. Seguendo il filo tenace di una narrazione che sottrae al tempo la sua labilità, all’improvviso il silenzio è infranto da un crescendo per contrappunti cromatici. Le pennellate si distendono e si susseguono, a suggerire immediatamente la ricerca di connessioni con la storia di quella pittura, che sempre ha cercato il dialogo paritetico tra la forma e il vuoto.

La Roma, che Pedro Cano cerca e ritrova lungo le rotte del Mediterraneo, attraverso la processualità dell’acquerello, rincorrendo tra le pieghe di una rituale restituzione della realtà il tempo perduto, conserva l’assoluta maestosità del frammento e la cadu-cità del passato, che la memoria fatica a trattenere. Eppure è possibile cogliere nella contiguità con il farsi dell’immagine la necessità di lasciarsi pervadere da una trepida-zione, che non conosce ancoraggi certi ma si abbandona all’incanto irresistibile legato al sogno dell’antico, che impregna il pensiero e informa le azioni.

Il viaggio nei luoghi della romanità, evocata nell’eleganza della vertigine visiona-ria, rappresenta la possibilità di inoltrarsi nei territori dello spirito, lasciandosi alle spalle le certezze e le inquietudini di una quotidianità, accartocciata su se stessa, per navigare nelle acque della pittura alla ricerca di sempre nuovi approdi, lontani e spesso sconosciuti.

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L’EREDITÀ DI ROMAPedro Cano

Per conoscere Roma non è necessario recarsi nella Città Eterna. L’impero romano estese i suoi confini e con essi la sua cultura, dall’Oriente fino alla Penisola Iberica e dalla Gran Bretagna fino al Nordafrica, spingendosi oltre la costa, all’interno dei suoi deserti.

Durante molti anni, ho trascorso parte della mia vita viaggiando, spesso per trovare un determinato luogo da dipingere. Mi ha sempre affascinato Roma, non solo per l’estensione dei suoi confini, ma per la grande qualità e quantità di opere d’arte che testimoniano il suo potere e la sua cultura. Gli incontri più emozionanti sono avvenuti in quei luoghi di cui ignoravo l’esistenza. Così i tantissimi templi, edifici e teatri che ho visto a Cirene, ad est della Libia, in una zona che va verso Alessandria d’Egitto. Altrettanto fu una sorpresa per gli abitanti della regione Murcia, più di due decadi fa, la notizia della scoperta di uno dei teatri più belli delle province dell’Impero Romano, a pochi passi sotto il modesto quartiere di pescatori di Cartagena.

Per questi grandi acquerelli sull’ “Eredità di Roma”, mi sono servito dei quaderni di viaggio, che sempre hanno accompagnato i miei spostamenti. Un’immagine talmen-te popolare come quella del Pantheon convive con un’altra sconosciuta, perfino per molti romani: il dimenticato Tempio di Minerva Medica, nel pieno centro della città. L’eredità dell’impero si trova anche al di fuori delle mura della Capitale: nel Palazzo di Diocleziano a Spalato (Croazia), nel Complesso di San Simeone ad Aleppo (Siria), nel dialogo tra architettura e vegetazione delle rovine di Volubilis in Marocco e nell’Arco di Adriano a Palmira (Siria). Ricordo quest’ultimo incredibile luogo: passavo ore davanti al Decumano cercando, con un quaderno e una scatola di acquarelli, di catturare le ultime luci del pomeriggio in una fusione di tonalità tra il deserto e il tramonto.

In questa mostra ho voluto presentare queste grandi opere su carta insieme a una serie di piccoli acquerelli su Villa Adriana dove trascorsi un periodo negli anni ’90, pre-

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parando la scenografia e i costumi per le rappresentazioni di “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar, sotto la direzione di Maurizio Scaparro; un luogo dove continuo a tornare a disegnare, attratto dai suoi monumentali spazi e dall’atmosfera silenziosa che li contiene.

ROMA MEMORIA PRESENTEOpere

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Tempio di Minerva Medica • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm.

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Pantheon (Roma) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm. San Simeone (Aleppo, Siria) • 2017 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm.

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San Simeone (Aleppo, Siria) • 2017 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm.

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Arco di Adriano (Palmira, Siria) • 2017 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm.

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Volubilis (Marocco) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm.

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Palazzo di Diocleziano (Spalato, Croazia) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 100 x 100 cm. Leptis Magna (Libia) • 2007 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Leptis Magna (Libia) • 2007 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Volubilis (Marocco) • 2007 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm. Cirene (Libia) • 2008 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Cirene (Libia) • 2008 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Cirene (Libia) • 2008 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Sabratha (Libia) • 2007 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Cirene (Libia) • 2008 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

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Leptis Magna (Libia) • 2007 • Acquerello su carta artigianale • 50 x 70 cm.

28Villa Adriana I (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

29Villa Adriana I (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm. Villa Adriana II (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

30Villa Adriana III (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm. Villa Adriana IV (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

31Villa Adriana IV (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

32Villa Adriana V (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

33Villa Adriana VI (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

34Villa Adriana VII (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

35Villa Adriana VIII (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

36Villa Adriana IX (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

37Villa Adriana X (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

38Villa Adriana XI (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm. Villa Adriana XII (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

39Villa Adriana XII (Tivoli) • 2016 • Acquerello su carta artigianale • 34 x 24,5 cm.

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Pedro Cano nasce nel 1944 a Blanca, un paesino in provincia di Murcia nel sud della Spagna. Inizia a dipingere molto presto e all’età di dieci anni rea-lizza i suoi primi quadri come autodidatta. Fin da piccolo si impegna nella rappresentazione di grandi paesaggi.

Nel 1964 si trasferisce a Madrid e frequenta la Scuola di Belle Arti di San Fernando, sotto la guida di Antonio López, Juan Barjola e Rafael Martínez Díaz. Durante questi anni manifesta un profondo interesse per i sobborghi delle città e le cronache quotidiane, che trasferisce nelle sue tele in chiave poetica, quale narratore instancabile. Visitando spesso il Prado scopre le pitture nere di Goya e i meravigliosi bianchi di Zurbarán, assieme alle opere dei grandi maestri italiani come Mantegna e Antonello da Messina.

Nel 1968 viaggia per la prima volta in Italia, visita Venezia e successivamente Firenze e Roma. Nel 1969 vince il Prix de Rome presso l’Accademia di Spagna in Roma, dove risiede per tre anni.

In questi anni viaggia spesso per l’Europa e trova un costante punto di riferimento in Grecia, dove torna frequentemente. Nel 1972 inaugura la sua prima esposizione per-sonale nella città di Murcia e, nello stesso anno, trasferisce la sua residenza da Roma ad Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano.

Nel 1974 espone per la prima volta a Roma, nella galleria Giulia.

Viaggiatore per vocazione, attraversa nel 1976 l’America Latina. Al suo ritorno in Italia, la sua straordinaria esperienza di viaggio gli permette di creare un ciclo pittorico intitolato “Diario di viaggio” che viene esposto nelle città di Roma, Milano, Bari, Villach, Bolzano e Salisburgo.

NOTE BIOGRAFICHE

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Nel 1988 e 1989 lavora per il teatro, progettando le scenografie di Galileo Galilei di Brecht per il Teatro di Roma, sotto la direzione di Maurizio Scaparro, per il quale dise-gna anche i costumi per Le Memorie di Adriano, della Yourcenar.

Tra il 1980 e 1981 realizza una serie di opere che hanno come unico tema “L’abbraccio”.

Dal 1984 trascorre cinque anni a New York, vivendo nell’East Village e esponendo i suoi lavori a Dallas, Toronto, New York e Los Angeles.

Durante gli anni novanta espone presso spazi pubblici e privati di Bolzano, Roma, Bari, Bologna, Napoli, Rovereto, Verona, Murcia, Madrid, Sevilla, Buenos Aires e Santa Monica.

Nel 2000 presenta la nuova serie “Ad Portas”, presso il Museo delle Mura di Roma. Nello stesso anno mostra una serie di grandi tele nell’esposizione “Dubita un filo d’oro”, a Palazzo dei Normanni di Palermo. Proprio lì ritorna ad esporre nel 2005, questa volta nel Loggiato di San Bartolomeo, con il ciclo di acquerelli che illustra il romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino, dopo le tappe di Murcia e Roma.

Del 2008 è “Identità in transito”, un’esposizione presso le Terme di Diocleziano a Roma, a Palazzo Vecchio a Firenze, presso San Esteban nella città di Murcia e presso il Museo del Carmen di Valencia.

Nel 2010 si inaugura a Blanca, sua città natale, la Fondazione Pedro Cano, che rac-coglie in un percorso museale circa duemila opere originali.

Nel 2012 viene presentata nel Museo del Teatro Romano di Cartagena, e successiva-mente nel Museo dei Fori Imperiali di Roma, l’esposizione “IX Mediterranei”.

Nel 2013 è esposto a Treviso, nello Spazio Bomben, sede della Fondazione Be-netton. Nel settembre si inaugura l’esposizione “Matera” a Palazzo Lanfranchi nella medesima città.

Nel 2014 la serie “IX Mediterranei” viene presentata al Museo della Cattedrale di Ragusa. Successivamente la serie viaggia in Grecia, al Museo Archeologico di Tessalo-

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nica. Ad aprile dello stesso anno, è esposta al Palazzo del Almudí di Murcia la mostra “Pompeya”.

Nel 2015 viene nuovamente esposta “IX Mediterranei” presso il Museo Archeologico di Napoli. Viene presentata per la prima volta al pubblico la mostra IXOYΣ (PESCI) nel-le Case Concistoriali di Mazarrón; più avanti verranno presentate anche a Cartagena e Águilas (Murcia).

Nel 2016 espone nella galleria PRAC (Piero Renna Arte Contemporanea) di Napoli il ciclo di acquerelli “Memoria de las ciudades”. Nello stesso anno la Comunità Auto-noma di Murcia gli concede la Medaglia d’Oro della Regione. Ad agosto, il trailer del documentario “Pedro Cano, Cuadernos de viaje” ottiene il primo premio presso lo United International Film Festival di New York.

Oggi Pedro Cano è cittadino onorario della sua città natale, Blanca, assieme a quella di Anguillara Sabazia, Fabriano e Ragusa, oltre ad essere uno tra i più autorevoli Ac-cademici della Real Academia de Bellas Artes di Murcia e membro della Accademia di Belle Arti e Letteratura dei Virtuosi al Pantheon.

Tra i numerosi premi e riconoscimenti si ricorda la Encomienda de Número de Isabel la Católica e la laurea Honoris Causa in lettere e storia dell’arte presso l’Università Al-fonso X el Sabio di Murcia.

Tra le sue opere, presenti in collezioni private e Musei di tutto il mondo, va ricordata la grande tela inserita nel percorso espositivo dei Musei Vaticani e l’autoritratto pre-sente nel corridoio Vasariano della Galleria degli Uffizi di Firenze.

Il regista Giulio Berruti gli ha dedicato il film - documentario “Pedro Cano. La mia voce”, che ha vinto la Rassegna Documentaria sull’Arte del Festival di Palazzo Venezia nel 2004.

Oggi vive e lavora tra Roma, Anguillara e Blanca.

Ar b o r s A p i e n t i AE

e d i t o r e

ro m A

www.arborsapient iae.com

Finito di stampare

nel mese di Marzo 2018

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