n. 3 - Giugno-Luglio 2017 La Martinella nella loro solitudine, tu non hai mai tenuto loro compagnia....

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PARROCCHIA di FARRA di FELTRE Telefono 0439 302502 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL La Martinella U n uomo aveva sempre il cielo, dell’anima, coperto di nubi nere. Era incapace, di credere alla bontà. So- prattutto, non credeva alla bontà, e all’amore, di Dio. Un giorno mentre passeggiava sul- le colline che attorniavano il suo vil- laggio, sempre tormentato dai suoi dubbi, incontrò un pastore. Il pastore era un brav’uomo, dagli occhi limpidi. Si accorse, che lo scono- sciuto aveva un’aria, particolarmen- te triste, e gli chiese: “Che cosa ti turba tanto, amico?”. “Mi sento, immensamente, solo!”. “Anch’io sono solo, eppure non sono triste”. “Forse, perché Dio ti fa compa- gnia...”. “Hai indovinato!”. “Io, invece, non ho la compagnia di Dio! Non riesco a credere che mi ama. Com’è possibile, che ami gli uo- mini, uno per uno? Com’è possibile che ami me?” “Vedi, laggiù quel villaggio?”, gli disse il pastore. “Vedi, le finestre, di ogni casa?”. “Vedo, tutto questo!”. “Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra, della cit- tà, anche la più piccola, e la più na- scosta, ogni giorno, viene baciata dal sole, nell’arco della giornata. Forse, tu disperi, perché tieni chiusa la tua finestra!”. ... CON LA VITA Questo tipo di storie è sempre ac- cattivante, e tutti ne colgono la ve- rità. Ma non basta. Il sole che può rallegrare il cuore delle persone che soffrono, non è quello che illumina le case, ma il sole che ridà vita a chi è triste o abbandonato. Questo sole è dentro ciascuno di noi: si chiama amicizia, comprensione, pazienza e fiducia. Avvicinando una persona triste o disperata, solo se in noi c’è un po’ di sole, possiamo riscaldare ed illuminare. Attingendo a que- sto sole dell’amicizia, l’altro può riprendere fiducia e speranza. Si deve quindi non illuderlo con falsa amicizia, o pregiudizio o nascosta sfiducia. Dice Jean Vanier: Il nostro uni- verso è ferito, diviso, sofferente. È un universo di profonda dispera- zione e di grande povertà, pieno di segni di morte, di divisione, di odio. E molte persone soffrono l’abban- dono più totale. Ma tutti questi segni di morte, assunti anche nella sua crocifissione da Gesù, sono tra- sfigurati e pervasi dalla sua risurre- zione. È dunque una certezza: l’in- verno dell’umanità si trasformerà a poco a poco in una fioritura di amore. Passeremo dall’inverno del- la sofferenza al regno di Dio e a una nuova nascita”. (Non temere - Jean Vanier – pag. 86) Ravvivare dunque in noi il sole ogni mattina con la preghiera, ogni settimana con l’Eucarestia, ed ogni momento con l’umiltà e lo spirito di servizio, è la maniera migliore per far fiorire l’amore attorno a noi. n n. 3 - Giugno-Luglio 2017 UNA STORIA DA COMPLETARE TEMPO DI ISCRIZIONI PER MEDJUGORJE ENTRO IL 15 GIUGNO VEDI A PAG. 9

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PARROCCHIA di FARRA di FELTRE ● Telefono 0439 302502Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL

La Martinella

Un uomo aveva sempre il cielo, dell’anima, coperto di nubi nere.

Era incapace, di credere alla bontà. So-

prattutto, non credeva alla bontà, e all’amore, di Dio.

Un giorno mentre passeggiava sul-le colline che attorniavano il suo vil-laggio, sempre tormentato dai suoi dubbi, incontrò un pastore.

Il pastore era un brav’uomo, dagli occhi limpidi. Si accorse, che lo scono-sciuto aveva un’aria, particolarmen-te triste, e gli chiese:

“Che cosa ti turba tanto, amico?”.“Mi sento, immensamente, solo!”.“Anch’io sono solo, eppure non

sono triste”.“Forse, perché Dio ti fa compa-

gnia...”.“Hai indovinato!”.“Io, invece, non ho la compagnia

di Dio! Non riesco a credere che mi ama. Com’è possibile, che ami gli uo-mini, uno per uno? Com’è possibile che ami me?”

“Vedi, laggiù quel villaggio?”, gli disse il pastore.

“Vedi, le finestre, di ogni casa?”.“Vedo, tutto questo!”.“Allora non devi disperare. Il sole è

uno solo, ma ogni finestra, della cit-tà, anche la più piccola, e la più na-scosta, ogni giorno, viene baciata dal sole, nell’arco della giornata. Forse, tu disperi, perché tieni chiusa la tua finestra!”.

... con la vita

Questo tipo di storie è sempre ac-cattivante, e tutti ne colgono la ve-rità. Ma non basta. Il sole che può rallegrare il cuore delle persone che soffrono, non è quello che illumina le case, ma il sole che ridà vita a chi è triste o abbandonato. Questo sole è dentro ciascuno di noi: si chiama amicizia, comprensione, pazienza e fiducia. Avvicinando una persona triste o disperata, solo se in noi c’è un po’ di sole, possiamo riscaldare ed illuminare. Attingendo a que-sto sole dell’amicizia, l’altro può riprendere fiducia e speranza. Si deve quindi non illuderlo con falsa amicizia, o pregiudizio o nascosta sfiducia.

Dice Jean Vanier: Il nostro uni-

verso è ferito, diviso, sofferente. È un universo di profonda dispera-zione e di grande povertà, pieno di segni di morte, di divisione, di odio. E molte persone soffrono l’abban-dono più totale. Ma tutti questi segni di morte, assunti anche nella sua crocifissione da Gesù, sono tra-sfigurati e pervasi dalla sua risurre-zione. È dunque una certezza: l’in-verno dell’umanità si trasformerà a poco a poco in una fioritura di amore. Passeremo dall’inverno del-la sofferenza al regno di Dio e a una nuova nascita”. (Non temere - Jean Vanier – pag. 86)

Ravvivare dunque in noi il sole ogni mattina con la preghiera, ogni settimana con l’Eucarestia, ed ogni momento con l’umiltà e lo spirito di servizio, è la maniera migliore per far fiorire l’amore attorno a noi.

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n. 3 - Giugno-Luglio 2017

Una SToRIa Da COMPletare

Tempo di iscrizioni per MeDjugOrje

enTro il 15 giugnovedi a pag. 9

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2 – La Martinella – n. 3 – 2017

Mi trovavo all’Universi-tà Nazionale della Co-lombia a Bogotà (nel maggio 1995). Con

mio nipote, dentista come me, noi preparavamo una lezione. Quel ve-nerdì pomeriggio dovevamo pren-dere dei libri alla Facoltà. Pioveva molto, e mio nipote ed io ci ripa-ravamo sotto un piccolo ombrello. Ci siamo diretti verso degli alberi per sfuggire agli scrosci d’acqua. In quell’attimo siamo stati colpiti da un fulmine. Mio nipote è morto sul colpo.

Per quanto mi riguarda, il mio corpo fu bruciato in modo orribi-le. Questo corpo che voi ora avete davanti, risanato, lo è per la grazia della misericordia divina. Il fulmi-ne mi aveva carbonizzato, io non avevo più i seni e praticamente tut-ta la mia carne e una parte delle mie costole erano scomparse.

Fui curata a lungo ma contro ogni previsione medica, guarii to-talmente. Sì, totalmente, nel corpo e anche nello spirito. Allora co-minciai a vedere come era la mia vita e perché non ero mai contenta.

Quando aprivo gli occhi al matti-no, io non avevo mai un grazie per il giorno nuovo che il Signore mi dava da vivere, non Lo ringraziavo mai per la mia salute, per la vita dei miei figli, per tutto ciò che mi aveva donato. Era l’ingratitudine più to-tale. Non avevo compassione per i bisognosi.

Collocavo il Signore così in bas-so che avevo più confidenza con i responsi di Mercurio e di Venere. Ero accecata dall’astrologia. Vaga-bondavo verso tutte le dottrine del mondo, credevo che sarei morta per rinascere nella reincarnazione! E ho dimenticato la misericordia. Io avevo dimenticato che ero stata riscattata dal Sangue di Dio.

Affermavo di amare Dio, con le mie parole, ma in realtà era satana che io amavo.

Così, un giorno, una donna era entrata nel mio studio dentistico

per offrirmi i suoi servizi di magia, ed io le avevo detto: – Non ci credo, ma lasciate questo portafortuna qui nel caso che funzioni. Avevo messo tutto in un angolo: un ferro da ca-vallo ed un cactus, tenuti per allon-tanare le energie cattive.

la PrOva Dei 10 COManDaMenti

A partire dai dieci comandamen-ti mi vergognavo di tutto questo! Fu un esame della mia vita. Vidi quel che era stato il mio comporta-mento nei confronti del mio pros-simo. Vidi come io pretendessi di amare Dio mentre avevo l’abitu-dine di criticare tutti, di puntare il dito su ognuno, io la santissima Gloria! Mi fu mostrato anche come ero invidiosa ed ingrata! Non ave-vo mai provato riconoscenza verso i miei genitori che mi avevano dato il loro amore e avevano fatto tanti sacrifici per educarmi e mandarmi all’Università. Dopo l’ottenimento del diploma, essi divennero anche inferiori a me; avevo persino vergo-gna di mia madre a causa della sua povertà, della sua semplicità e della sua umiltà.

Come moglie, mi fu mostrato che mi lamentavo sempre, dalla mattina alla sera. Se mio marito mi diceva: Buongiorno, io replicavo: Macché buongiorno, se fuori piove.

Mi lagnavo di continuo anche dei miei figli: vidi che non avevo mai amato né avuto compassione per i miei fratelli e sorelle della terra.

E il Signore mi disse: Tu non hai mai avuto considerazione per i ma-lati nella loro solitudine, tu non hai mai tenuto loro compagnia. Tu non hai mai avuto compassione dei figli orfani, di tutti questi bambini infe-lici. Avevo un cuore di pietra dentro un guscio di noce. Su questa prova dei dieci comandamenti, non ave-vo una mezza risposta corretta. Ero completamente sconvolta. E mi dicevo: Almeno non mi potrà rim-proverare di avere ucciso qualcuno!

[...]

la PrOva Del QuartO COManDaMentO

Per quanto riguarda il quarto Comandamento: Onorerai tuo pa-dre e tua madre, come vi ho detto, il Signore mi fece vedere la mia ingra-titudine verso i miei genitori. Io mi lamentavo perché essi non poteva-no offrirmi tutte quelle cose di cui disponevano i miei compagni.

Sono stata ingrata verso di loro per tutto quello che hanno fatto per me e ero arrivata al punto di dire che non conoscevo mia madre per-ché lei non era al mio livello. Il Si-gnore mi mostrò come avrei dovuto osservare questo Comandamento.

In effetti io avevo pagato le fat-ture delle medicine e del medico quando i miei genitori si erano am-malati, ma siccome analizzavo tutto in funzione del denaro, ne approfit-tai per manipolarli ed ero arrivata a schiacciarli.

Mi faceva pena mio padre quan-do lo vedevo piangere tristemente, perché anche se fu un buon padre che m’aveva insegnato a lavorare duramente, egli aveva dimentica-to un dettaglio importante: che io avevo un’anima e che per il suo cattivo esempio la mia vita aveva cominciato a vacillare. Lui fumava, beveva, correva dietro alle donne a tal punto che un giorno suggerii a mamma di abbandonare suo mari-to: Non dovresti più continuare a stare con un uomo come lui. Abbi un po’ di dignità, fagli vedere che anche tu vali qualcosa.

E mamma rispondeva: No mia cara, io soffro ma mi sacrifico perché ho sette figli e perché alla fine della giornata, tuo papà dimostra di essere

Una folgoRanTe teStiMOnianZaLa signora Gloria Polo, dentista a Bogotà (Colombia), era a Lisbona e Fatima, l’ultima settimana di febbraio 2007. Della sua testimonianza ne riportiamo qui un estratto.

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La Martinella – n. 3 – 2017 – 3

un buon padre; non potrei mai an-darmene e separarvi da vostro padre; inoltre se me ne andassi, chi preghe-rebbe per la sua salvezza? Sono la sola che lo possa fare perché tutte queste pene e ferite che mi infligge, io le unisco alle sofferenze di Cristo sulla Croce. Ogni giorno io dico al Signore: il mio dolore è niente in confronto a quello della tua Croce. Così, ti prego, salva mio marito e i miei figli. Da parte mia, non riusci-vo a comprenderla e divenni ribelle, cominciai a prendere la difesa delle donne, ad incoraggiare l’aborto, la convivenza ed il divorzio.

la PrOva Del QuintO COManDaMentO

Giunti al quinto Comandamen-to, il Signore mi fece vedere l’assas-sinio orribile che avevo fatto com-mettendo il più orribile dei crimini: l’aborto.

Avevo anche finanziato diversi

aborti perché io ritenevo che una donna aveva il diritto di scegliere di rimanere incinta o no. Mi fu dato da leggere il Libro della Vita e rima-si profondamente mortificata, per-ché una ragazzina di 14 anni aveva abortito su mio consiglio.

Avevo ugualmente propinato di-versi cattivi consigli a delle ragazzi-ne, tre delle quali erano mie nipoti, parlando loro della seduzione, della moda, consigliando loro di trarre profitto del loro corpo, e dicendo loro di usare la contraccezione. Era una specie di corruzione dei mino-ri che aggravava l’orribile peccato dell’aborto. Ogni volta che viene versato il sangue di un bambino, è un olocausto a satana, che ferisce e fa tremare il Signore. Io vidi nel Libro della Vita come la nostra ani-ma si formava, nel momento che il seme perviene nell’ovulo. Una bella scintilla scocca, una luce che si irra-dia dal sole di Dio Padre. Appena il ventre della mamma viene insemi-

nato si illumina della luce dell’anima.

Durante l’aborto, l’a-nima geme e grida per il dolore e se ne ode il grido fino in Cielo, per-ché il Cielo stesso ne è

scosso. Questo grido risuona ugual-mente nell’Inferno, ma è un grido di gioia... Quanti bambini uccisi ogni giorno!

È una vittoria per l’Inferno. Io, da parte mia, mi sono macchiata di questo sangue e la mia anima di-venne totalmente ottenebrata. In seguito a questi aborti, avevo per-duto la coscienza del peccato. Per me, tutto era OK.

E che dire di tutti quei bambini a cui io avevo rifiutato la vita a cau-sa della spirale [anticoncezionale] che utilizzavo. Non c’era da mera-vigliarsi che fossi sempre così aspra, frustrata e depressa. E così spro-fondavo ancora di più nell’abisso. Come potevo affermare che io non avevo mai ammazzato?!.

E tutte le persone che io ho di-sprezzato, odiato, che non ho ama-to! Non si uccide solamente con un colpo di pistola. Si può anche ucci-dere odiando, commettendo degli atti di cattiveria, invidiando e pro-vando gelosie.

la PrOva Del SeStO COManDaMentO

Per quel che riguarda il sesto Co-mandamento, mio marito fu l’uni-co uomo della mia vita. Ma mi fu dato di vedere che ogni volta che mettevo in mostra il mio petto e che portavo i miei pantaloni più che aderenti, io incitavo gli uomini all’impurità e li inducevo al pecca-to.

Inoltre io consigliavo alle donne tradite di essere infedeli al loro ma-rito, predicavo contro il perdono e incoraggiavo il divorzio. Mi rende-vo conto allora che i peccati della carne sono terribili e condannabili anche se il mondo attuale trova ac-cettabile che ci si comporti come degli animali.

Era particolarmente doloroso ve-dere come i peccati d’adulterio di mio padre avessero ferito i suoi figli.

I miei tre fratelli divennero delle copie conformi al loro padre, don-naioli e bevitori, incoscienti del tor-to che facevano ai loro figli. Ecco perché mio padre piangeva con tan-ta disperazione, constatando che il cattivo esempio che aveva dato s’era ripercosso su tutti i suoi figli. n

[...]

Nota: la testimonianza si è diffu-sa nel confronto con tutti i 10 Co-mandamenti.

Vettoretto Dino e Poletti Ines residenti in viale Pedavena hanno celebrato felicemente le loro nozze d’oro il 14 maggio attorniati dai famigliari e dalla comunità.

I maghIMolte persone vanno a Messa e, allo stesso tempo, dai maghi. Il

Maligno gli fa credere che non c’è niente di male in questo e che tutti andremo lo stesso in Cielo. Il demonio conduce tutto questo con una strategia ben preparata. Dovete sapere che quando le persone vanno dai maghi, non importa per qual motivo, il demo-nio mette il suo marchio su di loro. Quando andiamo in questi luoghi - cartomante, spiritismo, astrologia - il demonio mette il suo marchio su noi.

Quando, per la prima volta sono andata in uno di questi luo-ghi, con una amica, anch’io sono stata marchiata dalla bestia. A partire da quel giorno, ho cominciato a sentirmi male, ero per-turbata, avevo incubi notturni, paura, timori, angustia e, per-fino un profondo desiderio di suicidarmi! Piangevo, mi sentivo infelice e non sono più riuscita ad avere pace. Pregavo, ma senti-vo il Signore lontano da me, mai più ho sentito quella prossimità con Dio, come quando ero bambina. Mi costava molto pregare, era sempre più difficile! Chiaro! Avevo aperto le porte alla be-stia, il Maligno era entrato nella mia vita.

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4 – La Martinella – n. 3 – 2017

DA RICORDARE IN GIUGNO

aPOStOlatO Della PregHieraPer i responsabili delle na-

zioni, perché si impegnino con decisione per porre fine al com-mercio delle armi, che causa tan-te vittime innocenti.

venerDì 2 Primo venerdì del mese. Comunione a domici-

lio. Adorazione al Santissimo alle ore 17.30.

SaBatO 3 Veglia di Penteco-ste

DOMeniCa 4 PentecosteDOMeniCa 11 Santissima

TrinitàMarteDì 13 Sant’Antonio

di PadovagiOveDì 15 CORPUS DO-

MINI CITTADINO – Santa Messa in concattedrale alle ore 20

Da luneDì 19 al 1° lu-

gliO Grest di Farra venerDì 23 Sacratissimo

Cuore di GesùgiOveDì 29 Santi Apostoli

Pietro e Paolo

Una claSSe dI caTechISmo SCrive a DOn vittOriO

Rev.do don Vittorio,siamo i ragazzi del catechismo

della seconda media, si ricorda di noi vero?

Abbiamo iniziato il catechismo in prima elementare con Lei che era il nostro Parroco, spesso veni-va a trovarci e ci piaceva ascoltarla: ci parlava di Gesù, ci raccontava momenti della sua vita e ci accom-pagnava lungo il nostro percorso di catechesi.

Aspettavamo con trepidazione il suo apprezzamento per il lavoro svolto nel quadernone che doveva essere ordinato e completo anche nei disegni, poi alla fine dell’anno catechistico vi apponeva un bellis-simo timbro della parrocchia con la Sua firma ed il Suo giudizio sin-tetico (sempre di incoraggiamen-to per tutti…). Che emozione per noi!!!

Lei però ha impresso un timbro anche nel cuore di tante persone che l’hanno incontrata come Sa-cerdote e come Parroco, si tratta di un timbro speciale con la lette-ra G di Gesù e di questo tutti noi La ringraziamo.

Le auguriamo una Santa Pasqua serena.

I ragazzi di seconda media e le catechiste

Feltre, 7 aprile 2017

6 lugliO Il 6 luglio 1953, mons. Silvio

Santagiuliana scriveva una sua poesia per un sacerdote novello che sarebbe, poi, stato suo suc-cessore come parroco a Farra: chi era?

Ausiliatrice, Vergine,ecco un tuo figliolonella tua chiesa in giubilo canta la Messa.

diario liturgico di giugnoNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

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La Martinella – n. 3 – 2017 – 5

E stuolo di cari amici e popolo segue al Santo Altar.Al plauso, al caro augurio di tanta buona gente,si unisce quel d’un vecchio che t’ebbe ognor presentenele vicende varie della sua tarda età.Ti ebbi scolaro docile, facesti da Tobiolo,nel caro dramma biblico facesti parte “assolo”.Eri fanciullo e musico già in quella età.Ora, con voce trepida, tu canti ancor “l’assolo.”Ti assiste al sacrificio d’angeli in bianco stuolo;canti al Signore gloria e pace in terra ancor.O caro amico, volano i miei anni a sera;ma te saluto, giovane, qual fior di primavera:che tu dia frutti mobili di vita e carità.

Là, di San Giorgio martire,la pia chiesetta in alto,sembra baluardo vigilecontro l’ostile assalto:sul tuo vessillo candidopace sta scritto e amor.Annunzio di vittoriaè di Vittorio il tuo nome;di Torre è forza ed annunzioil nobil tuo cognome.E il sacerdozio è grazia, vita e vittoria ancor.

Il tuo più vecchio maestro dal letto della sua difettosa vecchiaia.

Sorriva, 6 luglio 1953

DA RICORDARE IN LUGLIO

aPOStOlatO Della PregHieraPer i nostri fratelli che si sono

allontanati dalla fede, perché, at-traverso la nostra preghiera e te-stimonianza evangelica, possano riscoprire la vicinanza del Signore misericordioso e la bellezza della vita cristiana.

DOMeniCa 2 ore 10. Santa Messa conclusiva del GREST dei grandi e inizio del MINIGREST della Scuola d’Infanzia.

venerDì 7 Primo venerdì del mese. Comunione a domicilio. Adorazione al Santissimo alle ore

17.30.MarteDì 11 San Benedetto

patrono d’EuropaDOMeniCa 16 Madonna del

CarmineSaBatO 22 Santa Maria Mad-

dalena MarteDì 25 San Giacomo

ApostoloMerCOleDì 26 Santi Gio-

acchino e Anna - festa dei nonni di Gesù e nostri

Quadretto con l’immagine della Madonna di Farra di Feltre creato in occasione della consacrazione della parrocchia. Può essere richiesto in parrocchia (5 euro).

diario liturgico di luglioNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

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la FeSta Delle PalMe

Venerdì 7 Aprile don Virginio è venuto nella nostra scuola per la Benedizione dei rami di ulivo. Noi avevamo preparato un lavoretto con le nostre insegnanti: una palma con un ramoscello di ulivo ciascuno. D. Virginio ci ha spiegato che un giorno Gesù arrivò a Gerusalemme e tutti i bambini e la povera gente sono usciti con rami di ulivo e di palme per andare incontro a Gesù e gli facevano festa, gridando Evviva al Re che stava arrivando. La buona gente ed i bambini amavano Gesù, e avevano capito che era il vero Re.

Così abbiamo fatto anche noi con le nostre palme. È stato bello, e insieme abbiamo fatto una picco-la processione con una preghiera mentre Don Virginio benediva tut-ti noi e i nostri rami di ulivo.

FeSta Della FaMiglia e COnCluSiOne Della SCuOla Di MuSiCa

Sabato nel cortile della nostra scuola e sotto la pioggia abbiamo concluso il Progetto Musica fatta con la maestra Lara Garlet. È stato bellissimo, tutti abbiamo cantato e ballato.

A chiusura della serata insieme con i nostri genitori abbiamo man-giato nel salone della scuola e ci sia-mo proprio divertiti. Ringraziamo tutti quelli che hanno dato la loro disponibilità e il loro tempo per noi.

SPOrt

Noi gruppo degli Orsetti abbiamo fatto 3 incontri di Judo gentilmente of-ferti dal Judo Club Feltre. I bambini si sono molto diverti-ti e anche un po’ impegnati come potete ve-dere nelle foto!!!

Gli incontri sono stati fat-ti nella loro sede (Palestra Comunale) in Via Dolci.

PrOSSiMi aPPuntaMenti

Le festa dello spiedo una domenica di giugno

Il MiniGrest nel mese di Luglio

iniZiO Del nuOvO annO SCOlaStiCO

La Regione Veneto ha diffuso il calendario del nuovo anno scolastico. Tut-te le scuole statali inizieran-no mercoledì 13 settembre. Ma per quanto riguarda la nostra Scuola D. Bosco (pubblica paritaria) il calen-dario sarà il seguente: giove-dì 7 settembre inizieranno i nuovi iscritti e lunedì 11 settembre inizieranno an-che tutti gli altri.

newS dalla ScUola Dell’inFanZia

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La Martinella – n. 3 – 2017 – 7

il greSt deI PIccolI

Si intitola: “ESPERA…” cioè la gioia di sognare insieme!

Per tutto il mese di luglio la vita della parrocchia sarà vivacizzata anche dalla sempre entusiasmante presenza del minigrest, riservato in modo particolare ai bambini della scuola dell’infanzia.

Quest’anno i nostri animatori stanno “preparando le valigie” per accompagnare i ragazzi in Messico, nell’antico villaggio di Espera, dove gli abitanti dormono tutto il giorno e non hanno più alcun sogno o de-siderio.

Assieme a loro ci saranno i due protagonisti della storia, Luca e Nadia, che nel cammino scopriran-no la bellezza dell’amicizia, della pazienza, della curiosità, della spe-ranza, del desiderare e soprattutto del DESIDERARE INSIEME. Dal canto loro gli animatori hanno scelto come parole-guida quelle di Papa Giovanni XXIII: “Non con-sultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealiz-zato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.”

Monica Largo

feSTe dI COMPleannOQualche osservazione tratta da un articolo di giornale.

Mi telefona una si-gnora accalorata, ap-passionata e ... delusa.

Di un complean-no. Come mamma, come educatrice e come invitata, non riesce ad accettare quello che ha visto e sperimentato in pri-ma persona.

Quali sono i fatti?Il bambino festeg-

giato è ancora pic-colo, ed ha invitato molti altri bimbi a casa sua. Coi bambi-ni ci sono le mamme

accompagnatrici e altri parenti. In tutto ben oltre 40 persone!

Cibi in abbondanza, dolci, musica e regali, regali, regali.

Al centro di tutto stavano i re-gali. Compleanno per i regali?».

“Per me era evidente che tutta la messa in scena era preparata dai genitori, dagli adulti... del tutto esagerato. Ho avuto l’impressio-ne perfino che i genitori avessero dei problemi... tra di loro, quin-di con quel bambino, loro figlio. Vogliono comperarlo? vogliono ingraziarselo? Vogliono far bel-la figura ai suoi occhi? Vogliono farlo emergere?».

Là tutto lo svolgimento aveva una logica prestabilita, anche il servizio catering. Una festa per niente costruita in modo sponta-neo dai bambini. L’ho visto nel loro modo di relazionarsi, senza entusiasmo, senza partecipazio-ne diretta. Tutti “dovevano far qualcosa di prestabilito”. Infatti, il bimbo mi chiese se avevo por-tato il regalo. E il bimbo faceva la domanda a tutti. Una specie di biglietto da acquistare e pagare per entrare, una specie di con-tratto d’entrata, prefissato.

valutaZiOneUna festa di compleanno è

sempre e deve rimanere, una cosa intima.

La dimensione della festa do-vrebbe quindi essere familiare e

riservata, a persone in cui ci sia relazione parentale o amicale stretta. Lo scambio di reciproci-tà, quando gli invitati o auto in-vitati per amicizia celebrano un compleanno, non prevede regali. Solo si possono portare cose di piccolissimo conto, e simboliche, come quelle mangerecce. Se il re-galo attira l’attenzione più del festeggiato, si fa la festa ai regali non a chi compie gli anni.

Il bambino misura l’evento del nuovo suo anno raggiunto non nell’atteggiamento di gra-titudine e di dono da mettere a disposizione, ma nella posizione di prendere regali e di farsene un diritto.

Ora il messaggio dei regali è ambiguo. Quanto più bello, grande e costoso è il regalo, tanto più è apprezzato chi glielo fa. Ma poi il bambino stesso si sentirà in obbligo di ricambiarlo. Un pro-cesso senza fine.

Al centro non figura più la relazione di affetto bensì gli og-getti materiali e sensoriali che co-prono tutto.

Il rischio è formare un bam-bino narcisista e egocentrico.

Un compleanno non è un evento che cambia o ristruttura una vita. Festeggiare il comple-anno quasi come un matrimonio suona assurdo. Si fa un matri-monio a ogni compleanno? Per i bambini per di più?

Invece, più il compleanno è povero di riti e regali, più impo-ne il coinvolgimento personale emotivo e relazionale del bambi-no nel momento dello scambio degli auguri e delle felicitazioni.

Va perciò chiamato in cau-sa il festeggiato, perché sia lui a donare qualcosa, non a ricevere qualcosa. La frase un po’ grezza e perfino provocatoria: «Compi gli anni? Allora paga!», è molto più saggia della festa vista e rac-contata.

Va evitato, come nel racconto della signora, che i bambini siano passivi invece che protagonisti. Infatti l’esito non è stato di gioia ma di tristezza e noia.

Il compleanno è occasione di relazione e di appartenenza, al-trimenti serve solo all’apparenza, o peggio all’invidia.

Don Gigetto De Bortoli

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8 – La Martinella – n. 3 – 2017

la FaMiglia ToRna a SOrriDere

Nella lettera di convocazione in vista dell’incontro mondiale di Du-blino 2018, il Papa invita a guarda-re alle coppie cristiane come “gioia del mondo”. La tradizionale “Set-timana” dell’Ufficio Famiglia Cei studierà per un biennio le “strade per costruire felicità nell’alleanza uomo - donna”. Sono i primi effetti dell’enciclica Amoris laetitia. Pro-blemi e fragilità esistono e vanno affrontati, ma le coppie cristiane devono avere nel cuore il sorriso del Vangelo. Basta con il difensivismo, con le analisi pessimistiche e con i profeti di sventura.

HannO CeleBratO Il SacRamenTo del MatriMOniO

DEBORTOLI MICHELE (via Cas-sie) e DALL’ASEN CLARA, si sono uniti in matrimonio il 13 maggio a Villa di Villa.

Si PreParanO al MatriMOniO

GAIO RICCARDO e D’AGOSTI-NI DANIELA; MONASTIER HEN-Ry e SOPPELSA SILvIA; SLONGO MORENO e MINISCHETTI MO-NICA; TORMEN FABIO e SARTOR TANIA; yANN yESTIN e DE MIO SILvIA, già riportati nella scorsa Martinella e aggiungiamo i nomi di CvECICH RICCARDO e DE GI-RARDI STEFANIA, di via Genzia-nella, che si uniranno in matrimo-nio a San Vittore il giorno 9 settem-bre; e di SLONGO LUCA domicilia-to in via Monte Pavione e PADOAN ALESSANDRA di Verona.

FeliCitaZiOniDomenica 7 maggio, nella Sala

degli Stemmi del Comune di Feltre, il prof. Giovanni Mario Dal Molin, presentato dal dott. Michele De Boni, ha ricevuto il riconoscimento del Premio Santi Martiri Vittore e Corona. n

la CanZOne Dei nOnniNonna, sull’altalena,

tu non ci sali più e quando volo in alto Mi gridi “scendi giù!” Ma se ti siedo accanto, tu racconti, sai vorrei che la tua storia non finisse mai. Prendiamoci per mano possiamo andar lontano se voi siete con me. Quanta strada avete fatto, quanto è lunga questa via? Facciamo insieme ancora un tratto, voglio starvi in compagnia! Nonno, nonna: questo è un patto è la nostra melodia, facciamo insieme ancora un altro tratto, ve lo prometto: sarà grande magia!

Nonno, se giochi a palla, non corri come me e il medico ti ha detto: né dolci, né caffè Ma se giochiamo a scacchi, più forti non ce n’è: sei bravo, ed io lo sento, vali come un re. Prendiamoci per mano possiamo andar lontano se voi siete con me. Quanta strada avete fatto, quanto è lunga questa via? Facciamo insieme ancora un tratto, voglio starvi in compagnia! Nonno, nonna: questo è un patto è la nostra melodia, facciamo insieme ancora un altro tratto, ve lo prometto: sarà grande magia!

alCune iMPreSSiOni Sull’annO Di CateCHiSMO

I ragazzi di 2a mediaCatechista: Ins. Chiara Marcer Darugna

Ai ragazzi si è chiesto di rispon-dere liberamente sulle impressioni ricevute in questo periodo di inse-gnamento. Hanno risposto Federi-co, Filippo, Emma, Gabriele, Ales-sandro, Giulia, Francesca, Erika, Margherita, Gaia, Enrico, Alessan-dro e Chandani.

Le risposte:A me il catechismo è piaciuto

molto perché, ad eccezione della scuola, è un posto dove posso in-contrare gli amici, mi è stato molto utile per diventare un po’ più serio e a non annoiarmi più come prima alla Santa Messa.

Quest’anno ho imparato a cono-scere meglio Dio e i suoi insegna-menti. Dalla mia maestra ho impa-rato anche molte cose che non avrei mai pensato.

Il catechismo fa diventare più tranquilli in molte situazioni.

Ho imparato che non si può sem-pre scherzare.

La storia di Gesù mi ha insegnato tante cose.

Ho imparato a riflettere sempre sulle cose successe.

Mi è molto servito quando mi è mancato il nonno e nella preghiera ho capito che posso risolvere molte cose. n

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La Martinella – n. 3 – 2017 – 9

l’eventOla COnSaCraZiOne della PaRRocchIa a Maria

Il giorno 25 marzo, festa dell’An-nunciazione della Beata Vergine Maria, la nostra parrocchia ha rin-novato la propria consacrazione a Maria Santissima, cosa che i no-stri parrocchiani avevano fatto nel 1954 in occasione dell’Anno Ma-riano, a 9 anni dalla fine della se-conda guerra mondiale.

Questo importante appunta-mento è stato preparato da incon-tri di preghiera con insegnamenti molto importanti, tenuti da sa-cerdoti di grande esperienza e vita cristiana. La partecipazione ci ha sorpreso fin dall’inizio: una media di 80-100 persone, mai di meno. E ben oltre cento, alcune aggiuntesi da altri paesi, hanno voluto consa-crarsi personalmente a Maria. Non si tratta solo di affidamento, ma di consacrazione.

L’evento è culminato con la San-ta Messa dove sono stati rinnovati gli impegni battesimali e si è rinno-vata la consacrazione della parroc-chia, suggellandola con una lapide ricordo benedetta dal Vescovo eme-rito, Mons. Giuseppe Andrich che si è associato a noi e ci ha lasciato una bellissima e sentita omelia.

Tutte le componenti della par-rocchia erano presenti almeno in alcuni dei loro membri. E il coro ha fatto vibrare di fede e di gioia tutta l’assemblea.

La gioia si è poi sciolta in un’aga-pe fraterna sul sagra-to della Chiesa. Nes-suno ha avvertito il peso di una preghiera che era stata ben più lunga del solito, a prova che dove c’è il Signore si sperimen-ta gioia, pace, conso-lazione e conforto.

Nota: in parroc-chia si conservano delle immagini con la preghiera della consacrazione e delle immagini da appen-dere, che possono es-sere richieste sempre.

n

PellegrinaggiO a MeDjugOrie doPo la meTÀ dI agoSTo

Ogni pellegrinaggio è una chia-mata verso la fonte della gioia. Si va, attraverso Maria, verso Gesù.

Secondo le direttive pastorali il pellegrinaggio a Medjugorie è per-messo. Ma in attesa della conclusio-ne dei fatti, e quindi della decisione finale della commissione incaricata, non devono essere promossi pub-

blicamente, cioè non ancora uffi-cialmente, dalle parrocchie. Se dei fedeli si organizzano per farlo, si raccomanda sempre che siano ac-compagnati dall’assistenza spiritua-le di sacerdoti.

Al seguito della consacrazione a Maria, Sr. Nives si è proposta come guida accompagnatrice di un pelle-grinaggio intenso e pastoralmente ricco di proposte spirituali, che si svolgerà dal 24 al 29 agosto. Il costo è molto contenuto: 300 Euro (dei quali 150 vanno versati come capar-

ra, non restitu-ibile) entro il 15 giugno.

Noi sacer-doti, d. Sergio e d. Virginio, contiamo di accompagnare questo pellegri-naggio.

La scheda di iscrizione con il programma può essere riti-rata in parroc-chia. n

Il vescovo posa con una parte dei 120 consacrati a Maria Immacolata.

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Pellegrini alla madonna dI RoSa e dI geSù mISeRIcoRdIoSo

Lunedì 1 maggio, puntualmen-te all’orario stabilito, ben due pul-lman sono partiti dalla nostra par-rocchia per dirigersi in pellegrinag-gio al Santuario della Madonna di Rosa e di Gesù Misericordioso in Friuli, a San Vito al Tagliamento.

Appena scesi dai pullman, uno dei frati del Santuario ci ha accol-to e fatto conoscere la storia del Santuario. Una storia che ci por-ta nel lontano 1655 e che è legata alle vicende del fiume Tagliamento e ad una famiglia del luogo, quella di Giacomo Giacomuzzi da Rosa e in modo particolare alla figlia di quest’ultimo, Mariute, affetta da malcaduto o epilessia, alla quale ap-parve Maria, in preghiera davanti ad un’immagine presente nella pro-pria casa. Maria la esortò a far tra-sportare l’immagine in una chiesa posta su una strada trafficata poiché in quella casa si bestemmiava. Cosa che avvenne e, da quel giorno, la ra-gazza fu guarita dall’epilessia.

Dopo la recita del santo Rosario, la Santa Messa e la Coroncina del-la Divina Misericordia, c’è stato il tempo per il pranzo libero, al sacco o in ristorante, e una breve sosta a Udine.

Durante questo pellegrinaggio si è percepito un clima molto bello e sereno di raccoglimento e di amici-zia tra tutti.

Giornate come queste, dove si fa comunità tra parrocchiani (anche

di parrocchie diverse), tracciano un cammino che ci porta ed essere uni-ti tra noi e ci permettono di stare assieme come una vera “famiglia”.

il BuOn CuOre deI PaRRocchIanI

La comunità ringrazia le tante persone che vengono incontro alle necessità della chiesa, delle opere parrocchiali e della Scuola dell’In-fanzia, oltre che dei poveri. Ci scu-siamo se vi fosse qualche dimen-ticanza. Dio, in ogni caso, registra perfettamente tutto.

Favero Emilia; la moglie in me-moria di Orazio Cecchet; Zando-meneghi Mario; i cugini Bombassa-ro in memoria di Maria De Marco; la moglie in memoria di De Bacco Corrado; la figlia Marina in suffra-gio di De Bacco Corrado; i figli in memoria della mamma Gianpaola Casal; la moglie e la figlia in memo-ria di Buzzat Angelo; i genitori e i nonni in occasione del battesimo di Chiara Martin; la famiglia Tandura in occasione del battesimo della fi-glia Anna; la moglie in memoria di Cobello Attilio; un amico; NN.

“Si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando, ma il silenzio è preghiera solo se si ama, la sofferenza è preghiera solo se si ama, il lavoro è preghiera solo se si ama”

(Padre Andrea Gasparino)

VenITe al granDe greSt!!!

Dal 19 giugno al 1 luglio si svol-gerà il grande grest, dove 25 anima-tori e tanti ragazzi e ragazze, iscrit-ti, vivranno un tempo di amicizia, di gioco e di collaborazione unici, come una grande e utile vacanza formativa.

Le iscrizioni sono aperte fino ad esaurimento dei posti (80). La sche-da di iscrizione può essere richiesta in parrocchia. Il Grest comprende-

cRonaca e aPPuntaMenti

LAUREA

F UR L A N ET-TO MICHELE, figlio di Giovanni e Lucia Bellumat, si è brillantemente laureato il 28 aprile all’Università degli Studi di Udine nel corso di laurea in Educazione Pro-fessionale. Titolo della tesi: ‘Progetto di inter-vento per il riconoscimento e la regolazione delle emozioni nel ragazzo con disabilità intellet-tiva’. Relatore il prof. Pasco-letti Carlo.

Da sempre Michele si è di-stinto per la sua sensibilità e la tranquillità che lo contraddi-stingue.

Auguriamo a lui che questo primo traguardo sia l’inizio di un futuro brillante ricco di soddisfazioni personali e co-munitarie nell’esercizio della sua professione, o meglio, del-la sua missione.

Oltre ai genitori e alla so-rella Erica, si congratulano con lui tutto il suo gruppo di amici di Farra e Boscariz e la comunità parrocchiale.

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rà due uscite, una in montagna, sul Cansiglio; una seconda alla Conca verde. Tutte le istruzioni si trovano sul pieghevole per l’iscrizione. Vi sarà l’immancabile gioco notturno e tante altre sorprese che gli anima-tori prepareranno con cura.

Se BruSa la veCiaSta diventando una tradizione.

A metà quaresima, i giovani (e non solo) della nostra parrocchia si im-pegnano a realizzare questo bel mo-mento di aggregazione che coinvol-ge grandi e piccoli.

Così, anche quest’anno i ragazzi dell’oratorio, con la collaborazione del Gruppo Giovani e di qualche adulto, hanno preparato il rogo del-la ‘vecia’ nel campo sportivo par-rocchiale, preceduta da una scenet-ta e dall’immancabile testamento.

Durante il falò, animato dalla pre-senza di numerosi bambini del quar-tiere con le loro famiglie, sono stati estratti i numeri vincenti della lotte-ria, il cui ricavato ha permesso l’ac-quisto di due porte da calcio per le attività giovanili. Un plauso a tutti.

I.F.

hanno RIceVUTo Il SaCraMentO del BatteSiMO

Domenica 30 aprile, nella santa Messa delle ore 10:

MARTIN CHIARA (via Fusina), figlia di Dennis e Sara Pria, nata a Feltre il 16 settembre 2016.

TANDURA ANNA (via Genzia-nella), figlia di Piero e Michela Bridda, nata a Feltre il 25 maggio 2016.

CreSiMe e PRIme COMuniOni

Sabato 22 e domenica 23 aprile (domenica in Albis o della Divina Misericordia), da oltre mezzo se-colo la nostra parrocchia è in festa per la celebrazione della Cresima e della Prima Comunione.

Sedici ragazzi della classe terza media e tre adulti hanno ricevuto, da mons. Luigi Del Favero, vicario generale della Diocesi, il sigillo del-lo Spirito Santo che ha confermato il sacramento del Battesimo e che ha effuso su di loro i doni dello Spi-rito Santo.

Il giorno seguente, alle ore 10, ben ventitré bambini della classe quarta elementare hanno ricevuto per la prima volta Gesù nel sacra-mento dell’Eucarestia.

Due cerimonie molto ben pre-parate dalle catechiste (alle quali va un grande grazie…), e dai ragaz-zi stessi con le loro famiglie, che ci hanno permesso di pregare bene e di rivivere la memoria della grazia ricevuta anche da noi con questi sa-cramenti. I.F.

il giOrnO Della PriMa COMuniOne

I bambini scrivono:

… ho pensa-to che stavo per fare una cosa molto impor-tante, mi han-no colpito mol-to le parole del sacerdote: “Il corpo e il san-gue di Cristo”.

Vorrei impegnarmi a ricevere Gesù spesso. Quel giorno ho ringrazia-to Gesù perché sono un bambino molto fortunato.

(Francesco Paulin)

… ero emozionata e felice, ma an-che un po’ in ansia. Le parole più belle che ricordo sono quelle di mia nonna: “Oggi incontrerai Gesù”. Quel giorno ho pensato che devo impegnarmi a diventare sempre più buona e devo andare più spesso a Messa. Voglio ringraziare Gesù per-ché mi sta sempre vicino.

(Ginevra Pellencin)

… al pensiero che avrei veramente incontrato Gesù ero molto eccitata e mi sono sentita felice tutto il gior-no, durante la Messa mi sono anche commossa. Mi sono rimaste im-presse le parole della preghiera che ho letto: “Non separarti mai dalla mano di Gesù”, io la ho recitata an-che la sera prima di andare a dormi-re. Ho ringraziato Gesù che mi ha dato una famiglia e tante persone che mi vogliono bene.

(Casagrande Margherita)

… ero molto felice, ho pregato per la mamma, il papà e i nonni. Ho pensato che vorrei impegnarmi a pregare tutte le sere e adesso che ho ricevuto Gesù devo anche impe-gnarmi ad essere più buono.

(Michele Moz)

… Grazie Gesù perché mi vuoi molto bene.

(Vittoria Andreoli)

… ho ringraziato Gesù perché con la Comunione mi ha fatto avvicina-re di più a lui, adesso che ho ricevu-to Gesù nella particola per la prima volta vorrei non deluderlo mai.

(Naike Geronazzo)

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nOi con vOila MenSa SOliDale È PaRTITa

Nonostante l’infausto e deformante titolo con il quale un giornale l’ha annunciato, la mensa

amica e famigliare, voluta con te-nacia da Noi con Voi è partita nel mese di aprile. Gli oltre trenta vo-lontari si sono resi disponibili per aprire a turno, le porte ogni sera, dalle 18.30 alle 19.30 per un pasto amichevole, al quale contribuisco-no la Serenissima, la Vipa e altri donatori. Possono usufruirne tutti, della città e dei dintorni. In partico-lare uomini e donne in provvisoria difficoltà di solitudine o altro.

Vista la positività della proposta ancora poco conosciuta dai più, NCV desidera far conoscere l’ini-ziativa a tutta la popolazione. Sa-ranno affissi dei piccoli manifesti e distribuiti dei volantini esplicativi.

La mensa è situata al piano ter-ra del Carenzoni. Si accede dal portone suonando il campanello nell’orario stabilito: tra le 18.30 e le 19.30. La cena è gratuita. I parro-ci o le associazioni di volontariato possono presentare la prima volta, le persone che la richiedono. Vi sono delle schede molto semplici a disposizione delle parrocchie e del-le associazioni da consegnare a loro. Il n. di riferimento è 338 6608016, oppure 328 4279137.

La popolazione può aiutare in vi-veri, chiedendo al n. 3465855600 se vi sia qualche necessità. Si può aiutare anche con offerte in denaro, perché il posto mensa è stato affit-tato e vi sono le spese di esercizio da pagare ogni mese. Le offerte posso-no essere fatte con bonifico a Noi Con Voi oppure personalmente. L’IBAN di NOI CON VOI per i

bonifici è riportato su questa pagi-na della Martinella. Le offerte fatte a Noi con Voi sono deducibili.

La popolazione può anche segna-lare eventuali persone che gradireb-bero dei pasti serali a domicilio.

Si ringraziano sia la direzione del Carenzoni per la sua sensibilità e il dott. Angelo Dalla Costa, dell’A-zienda Feltrina Servizi alla Persona, per il suo appoggio i suoi consigli e la sua totale disponibilità a collabo-rare al bene di tutti i cittadini. n

allOggi Per PadRI SeParati e dIVoRZIaTI

L’Azienda Feltrina per i servizi alla persona ha annunciato di aver destinato ad alloggi per padri separa-ti e divorziati in difficoltà economi-che la palazzina che ospitava i suoi uffici, ora trasferiti all’ex-Pretura. Ovviamente, l’edificio dovrà essere adattato allo scopo, ma è un modo apprezzabile per venire incontro a nuove e crescenti povertà. n

Una SeTTImana COn gregOire

Devo dire che in 55 anni di vita, quella che ho vissuto con Gregoire e con Benoit de Roche, psichiatra canadese, è stata la settimana più intensa. Siamo stati fianco a fianco per 6 giorni ed ho assistito a ben 10 incontri con popolazione e studen-ti sul tema delle condizioni dei ma-lati di mente in Africa.

Non mi sono mai annoiato. Gre-goire non racconta una storia, la vive, la testimonia e ne rende par-tecipi coloro che l’ascoltano. Ha un equilibrio interiore molto forte, una fede solida ed una grande fidu-cia in Dio e nella provvidenza che gli ha permesso di “curare”, nei cen-tri fondati in Africa, oltre 60.000 malati in una ventina di anni. È una bella storia a lieto fine, dove l’uomo riesce a trattare gli altri come fratel-li, a prendersi cura degli ammalati come se il male fosse proprio, rica-desse su se stesso. Gli studenti sono stati in silenzio per oltre un’ora e mezza ad ascoltarlo, senza fiatare, ma seguendo con cura il racconto in francese, tradotto frase per fra-se da don Virginio. È un privilegio conoscere persone come Gregoire e Benoit, psichiatra che dedica un mese ogni anno a Gregoire, per se-guirlo ed aiutarlo nella cura delle persone ospitate nei vari centri di assistenza. L’obiettivo di Gregoire è quello di liberare i malati dalle ca-tene che li bloccano ad un albero o ad una pietra. La sua testimonianza

UomInI che fanno bella la StOria

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La Martinella – n. 3 – 2017 – 13

bambInI a luCe Blu...

Il mondo della tecnologia pro-duce e vende sempre di più e sempre più capillarmente. Gli esperti responsabili si doman-

dano perciò se ci sono effetti colla-terali poiché gli oggetti elettronici emettono radiofrequenze ed elet-tromagnetismi. Tutti d’accordo che può nascere qualche problema collaterale.

Domanda cruciale: smartpho-ne e tablet fanno bene o male ai bimbi? Il dubbio resta agli autori di uno studio inglese. I ricercatori della Birkbeck, University of Lon-don hanno infatti osservato che per ogni ora passata al touch i pic-coli perdono 15 minuti di sonno. Dall’altra parte, l’utilizzo di stru-menti digitali sembra accelerare lo sviluppo delle abilità motorie.

Il lavoro ha coinvolto 715 geni-tori di bambini minori di 3 anni. È emerso che il 75% dei bimbi usava un touchscreen ogni giorno, con percentuali che andavano dal 51% dei piccoli da 6 a 11 mesi al 92% di quelli dai 25 ai 36 mesi. È risulta-to che i bambini utilizzatori di ap-parecchi digitali dormivano meno di notte e più di giorno, e hanno calcolato che per ogni ora trascor-sa al telefonino o al tablet il riposo notturno si ac-corciava di 15 mi-nuti.

Secondo Tim Smith, uno degli studiosi, «è trop-po presto per fare proclami». Ma i nuovi dati vanno tenuti in conside-razione, per ora, «senza perderci il sonno».

Anche secon-do gli specialisti sentiti dalla Bbc, sugli effetti dei dispositivi digita-li in età pediatrica c’è ancora molto da capire. E in at-

tesa di saperne di più, la ricercatrice Anna Joyce, esperta di sviluppo co-gnitivo della Coventry University, suggerisce di affidarsi al buon senso: «Alla luce di questi risultati, vale la pena per i genitori limitare il tempo passato dai figli al touchscreen e ai media, e l’esposizione alla luce blu nelle ore prima di andare a letto».

Da educatori responsabili ci si chiede perché mettere nelle mani di bambini così piccoli, tablet e altri oggetti simili, dato che influi-scono sul sonno e il loro cervello è sensibilissimo? Forse, questi oggetti servono a far sì che i bimbi non re-clamino la presenza e vicinanza dei genitori, e quindi si distraggano per conto loro, dato che gli adulti han-no altro da fare.

Vi sono genitori che quando non ne possono più gli danno il cellula-re, perché così si distraggano. n

“Noi apparteniamo a Cristo soltanto nella misura in cui apparteniamo agli altri”

(Padre Andrea Gasparino)

è importante per noi europei per liberarci dalle nostre catene, egoi-smo, indifferenza, intolleranza. Di fronte ai problemi che lui descrive i nostri appaiono ridicoli. Sembria-mo persone che pur avendo tutto sono capricciose come dei bambini. La partita di calcio, lo smartphone, il bello e cattivo tempo non sono certo paragonabili a 5, 10, 15 anni passati legati ad un albero, man-giando, dormendo, vivendo in con-dizioni che non imponiamo nean-che agli animali.

Spero d’incontrare di nuovo, e presto i miei amici Gregoire e Be-noit, per condividere ancora un po’ del mio tempo con loro, per pran-zare insieme e continuare come loro in quel cammino meraviglioso che è la vita.

Conoscere testimoni come Gre-goire è un privilegio.

Ing. Luciano Bortolamiol

UomInI che fanno bella la StOria

La parrocchia ringrazia sentitamente la ditta Zatta che ha offerto la lapide con la scritta commemorativa dell’evento del 25 marzo e la ditta Gorza Marmi che ha preparato e offerto la nuova base di marmo sulla quale è posata ora la statua di Maria.

Bilancio nOi COn vOi al 31 dicembre 2016

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14 – La Martinella – n. 3 – 2017

SToRIa dI un MiSterOle aPPariZiOni Di FatiMa DOPO 100 anni

Il 13 maggio 2017 è stato cele-brato il centenario delle apparizio-ni della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo, avvenute alla Cova di Iria, una grande radura a forma di anfiteatro, delimitata verso nord da una piccola altura, ai tre pastorelli LUCIA Dos Santos, 10 anni, e ai suoi due cuginetti FRANCESCO e GIACINTA Marto, 9 e 7 anni: durante le apparizioni la Madonna ha chiesto penitenza e conversione, la recita giornaliera del santo Rosa-rio, per i peccatori e per la fine della guerra, e di recarsi in quel luogo per altre sei volte, il giorno 13 dei mesi successivi, confidando ai pastorelli i tre famosi segreti.

Nell’ultima apparizione, il 13 ottobre 1917, alla presenza di mi-gliaia di persone credenti e non, arrivate da tutto il Portogallo, si è verificato il miracolo del sole.

le riCHieSte Della MaDOnna

Lucia, Francesco e Giacinta vedo-no sopra un elce una Bellissima Si-gnora, vestita di bianco, col rosario tra le mani giunte, sul petto, lumi-nosa, con il volto velato di tristezza ma che subito dice ai bambi: “Non abbiate paura, non voglio farvi del male”.

Lucia prende il coraggio e chie-de: “Di che paese siete?”

“Il mio paese è il Cielo”. E Lucia: “Io, andrò in cielo?”

“Si! “ “E Giacinta?” “Si, anche lei ?””E Francesco?” “Anche lui, ma dovrà recitare il suo Rosario”.

Lucia chiede ancora quando sa-rebbe finita la guerra.

L’Apparizione risponde che non può dirlo ancora, prima di aver co-municato ciò che desidera: “Volete offrirvi al Signore, pronti a far sa-crifici ed accettare tutte le pene che Egli “vorrà mandarvi, in riparazio-ne dei peccati....per la conversione dei peccatori, in ammenda di tutte le bestemmie e dei peccati fatti al Cuore di Maria?”

“Sì - Avrete molto da soffrire ma la grazia di Dio vi sosterrà. Recitate

il Rosario tutti i giorni per la pace del mondo”.

Nella terza apparizione, la Ma-donna assicura che la guerra sta per finire ma che, se gli uomini non si convertiranno ne verrà un’altra peggiore. Sul piano religioso an-nuncia che la Russia si convertirà, ma che molte persecuzioni aspet-tano la Chiesa e il Santo Padre. Ci sarà una ondata di errori che tente-rà di entrare anche nella Chiesa.

i Segreti Di FatiMaLa veggente Lucia parla di un se-

greto, diviso in tre parti.La visione dell’lnferno. Dice la

veggente Lucia: “La Madonna ci mostrò un grande mare di fuo-co, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel mare i de-moni e le anime come se fossero braci, trasparenti e nere o bron-zee, con forma umana che flut-tuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille dei grandi incendi, senza peso, né equilibrio. Questa visione durò un momento. Saremmo morti di spavento se la Madre del Cie-lo non ci avesse sostenuto.

La seconda parte del segreto. “Avete visto l’inferno dove ca-dono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle Dio vuole stabilire nel mondo la devozione e la Consacra-zione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, du-rante il pontificato di Pio XI ne co-mincerà un’altra, ancora peggiore.

Quando vedrete una notte lumi-nosa di luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno di Dio. Per

impedire questa guerra verrò a chie-dere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comu-nione riparatrice. I buoni saranno perseguitati e martirizzati; il Santo Padre avrà molto da soffrire. Final-mente il mio Cuore Immacolato trionferà.

Nella terza parte del segreto ap-parì un angelo con la spada in mano che ripeteva: “Penitenza, peniten-za, penitenza!”

la CHieSaIl rapporto dei Pontefici con Fati-

ma è sempre stato significativo.Papa Pacelli fu consacrato vesco-

vo nella Cappella Simona proprio

nel giorno della prima apparizione della Madonna, il 13 maggio 1917. Eletto Papa, volle che il testo del terzo segreto di Fatima fosse cu-stodito in Vaticano. Nel 1950, alla vigilia della proclamazione del dog-ma dell’Assunta, raccontò di aver assistito al miracolo del sole nei Giardini Vaticani. Giovanni XXIII lesse per primo il terzo segreto di Fatima e decise di non divulgarlo. Paolo VI° volle recarsi a Fatima nel cinquantesimo delle Apparizioni.

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La Martinella – n. 3 – 2017 – 15

Un colloquio con Suor Lucia, veg-gente di Fatima lo ebbe l’allora pa-triarca di Venezia, Albino Luciani, meno di un anno prima di essere eletto Papa col nome di Giovanni Paolo I.

I Sacerdoti collaboratori e i pa-renti di Papa Luciani sono concor-di nell’affermare che il nostro Papa rimase molto turbato dal colloquio con Suor Lucia.

Papa Woytila subì l’attentato il 13 maggio 1981 e attribuirà sempre alla Madonna la deviazione del pro-iettile che gli salverà la vita.

Benedetto XVI, Papa emerito, af-ferma ancora oggi che il messaggio di Fatima è totalmente attuale. Il 13 maggio scorso con la canonizzazio-ne di Giacinta e Francesco Marto, Papa Bergoglio ha celebrato il cen-tenario delle apparizioni di Fatima.

attualità Di FatiMaVittorio Messori, nella prefazio-

ne al libro “Inchiesta su Fatima” sottolinea che l’Anno Giubilare della Misericordia non deve averci fatto perdere alcune realtà che van-no disperdendosi nella Fede cristia-na: “il peccato è una cosa da niente, invenzione dei preti”. Si dice che “L’inferno non c’è, o se c’è è vuoto

perché Dio vuole salvi tutti”.

R i c o r d i a m o che la vita pre-sente non è tut-to: è solo prepa-razione alla vita futura.

La Preghiera e la Penitenza sono valori incommen-surabili. “Guar-dare il cielo, è la direzione focale su cui orientarsi in ogni momento della vita; il Pa-radiso è la Patria

che va meritata con le buone opere e l’Inferno è una possibilità per chi non prega e per chi non crede”.

Don Vittorio

le oRIgInI delle SS. MeSSe gregOriane

Si tratta della celebrazio-ne ininterrotta di trenta SS. Messe a suffragio di un’a-nima del Purgatorio. Pren-dono il nome dal grande S. Gregorio, papa Gregorio Magno (540 – 604)

La pia pratica è nata così.Un monaco del Convento

di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del superiore, tre scudi d’oro da un suo beneficato: man-canza gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci, per la quale era incorso nella pena di scomu-nica.

Essendo il monaco dece-duto poco tempo dopo, S. Gregorio, per dare una le-zione esemplare a tutta la Comunità monastica, non solo continuò a lasciarlo nella scomunica, ma lo fece seppellire fuori del Cimite-ro comune, gettando nella sua fossa i tre scudi d’oro. Qualche tempo dopo, pre-so da compassione, il Santo chiamò l’economo del mo-nastero e gli disse: “Il nostro confratello è tormentato dalle pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di trenta SS. Messe, senza interromperla”.

Il monaco ubbidì; ma, per le troppe occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò allora il numero delle SS. Messe ce-lebrate in suo suffragio e si trovò che erano precisamen-te trenta. D’allora invalse l’uso di far celebrare trenta SS. Messe per i defunti, det-te appunto Messe Grego-riane (dal nome del Papa S. Gregorio): uso che è tuttora in vigore nei monasteri be-nedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10). Si può qui rispon-

cURIoSITÀ StOriCa

Fatima si trova su uno dei contrafforti della Sierra de Aire a 160 Km da Lisbona.

La storia ricorda l’inva-sione araba che occupò il sud della penisola iberica, in una mattina di giugno del 1158: “…il mezzogior-no portoghese è ancora sottoposto all’occupazione araba quando av-viene uno scontro militare sangui-noso che si conclude con la vittoria dei portoghesi (cristiani). Gli arabi hanno la peggio: il gruppo dei pri-gionieri viene condotto davanti al Re Alfonso I Henriques. Fra di loro vi è una giovane che spicca per la sua bellezza, si chiama Fatima. Fa-tima fa colpo sul Re, ma anche sul condottiero Hermimgues che la chiede in sposa come ricompensa del coraggio dimostrato in batta-glia. Il re acconsente”.

Fatima non si ribella, anzi accet-ta di unire la sua vita al cavaliere, ne ammira l’impegno di fedeltà al cristianesimo a cui si converte. Il nome di battesimo della princi-pessa Fatima sarà Oureana e come dono di nozze il re le farà omaggio della cittadina di Ardegas che, in onore della sposa, verrà chiamata Oureana, oggi Ourèm.

Oureana però muore giovanis-sima e così don Gonzalo Hermin-gues, rimasto solo, abbraccia la vita cistercense in un’abbazia situata a 30 km da Oureana.

Il monastero non esiste più dal XVI secolo, ma la cappella è ancora lì ed è la chiesa parrocchiale del vil-laggio che è stato chiamato Fatima a ricordo della giovane. Ma chi po-teva interessarsi a Fatima, ignorata persino dai geografi? Ebbene cento anni fa nel 1917, nel pieno della prima guerra mondiale, iniziano gli eventi miracolosi di Fatima con le apparizioni della Vergine Maria a Lucia, che aveva 10 anni, ed ai cugi-ni Francesco e Giacinta.

Inizia un secolo decisivo per l’Occidente cristiano. Per questo la Madonna non cessa di intervenire e di attitrare la gente al suo Figlio, per salvarla, mentre gli uomini di mon-do sembrano non rendersi conto di aver imboccato la strada della pro-pria fine.

M.G.

Benedetto Xvi riassume il terzo segreto di Fatima

in una parola:peniTenza

Page 16: n. 3 - Giugno-Luglio 2017 La Martinella nella loro solitudine, tu non hai mai tenuto loro compagnia. Tu non ... E tutte le persone che io ho di-sprezzato, odiato, che non ho ama-to!

16 – La Martinella – n. 3 – 2017

dere ad una critica facile a sentirsi: «Vedi, si dice, basta avere del denaro e te la cavi anche nell’altra vita. Certa gente fa di qua ciò che vuole e poi, con la celebrazione di Messe, si compra anche il Paradi-so». Sentite cosa rispon-de un’Anima del Purgato-rio: «Delle preghiere del-

la terra, in Purgatorio si riceve solo quel tanto che Dio vuole che ciascun’a-nima riceva secondo le disposizioni meritate. È un nuovo dolore aggiun-to agli altri per queste povere Anime: il vedere cioè che le preghiere che si fanno per la loro libera-zione, vengono applicate

a chi ne è più degno. “Il sollievo di ciascun’anima dalle pene è proporziona-to al suo merito”. n

“Accettare se stessi non significa accettare il peccato; significa soltanto accettare i propri limiti ed essere contenti”

(P. Andrea Gasparino)

GRISOT Maria (Mirina), nata a Feltre il 2 settembre 1924, re-sidente in via Sanguinazzi e ve-dova Soppelsa Guglielmo, è de-ceduta il 19 marzo 2017. Lascia nel dolore il figlio Mauro, la so-rella Romana e il fratello Vitto-re. I funerali sono stati celebrati martedì 21 marzo nella chiesa parrocchiale del Boscariz.

MASON Mauro, nato a Udine l’11 settembre 1957, residente in viale Pedavena 24/A e sposa-to civilmente con Cecchin Lara È deceduto improvvisamente il 23 marzo 2017 dopo un malore avvenuto mentre accompagnava il figlio all’allenamento di rugby. Le esequie sono state celebrate il 27 marzo nella Cattedrale di Feltre seguite dalla tumulazione nel cimitero di Zermen.

DE BACCO Corrado, nato a Pedavena il 27 luglio 1932, resi-dente in viale Pedavena 37/A e

coniugato con Zabot Giorgina, è deceduto nel pomeriggio del 5 aprile. Geometra molto stimato e di grande fede, non mancava mai, finché le forze lo hanno permesso, alla Santa Messa festi-va. Membro del consiglio affari economici della parrocchia per tanti anni e presidente della San Vincenzo parrocchiale, non ha mai fatto mancare il proprio ap-porto alle necessità della parroc-chia e dei bisognosi. Le esequie si sono svolte nella nostra chiesa parrocchiale il giorno 8 aprile. Lo ricordiamo con riconoscenza non solo per i servizi prestati, ma anche per il suo esempio di fede, di vita familiare e di impegno sociale.

BETTIN Giovanni, di anni 92, vedovo di Nanfara Fides, ori-ginario di Arsiè e residente per tanti anni in via Mario Luciani è deceduto il 7 aprile 2017 all’o-spedale di Feltre. Una vita lavo-rativa come insegnante e preside che ha partecipato attivamente all’educazione dei giovani, ne-gli ultimi anni trascorsi nella casa Padre Kolbe, non mancava di scrivere sul bollettino della struttura il diario degli avveni-menti, invitava a fare al meglio quello che si poteva, guardando in alto verso il Signore per even-tuali mancanze. Le esequie si sono svolte sabato 8 aprile nella nostra chiesa, seguite dalla tu-mulazione nel cimitero di Arsiè.

CASAL Gianpaola, nata a Sospirolo il 18 luglio 1949, co-niugata con Boz Franco, resi-dente in via Dante Alighieri, è deceduta dopo breve malattia l’8 aprile 2017. Maestra elemen-tare per tanti anni, fino al pen-sionamento, alle elementari del Boscariz, è ricordata dai suoi ex alunni come maestra paziente e dai modi di fare molto gentili. Il funerale è stato celebrato il 10 aprile a Farra, nella chiesa da lei frequentata, con una grande partecipazione di popolo.

BUZZAT Angelo, residente in viale Flora, nato a Pedavena il 12 ottobre 1947 e sposato con Dal-la Gasperina Anna, ci ha lasciati dopo grave malattia il 23 aprile. Per lunghi anni in servizio come autista di pullman, sapeva tenere bei rapporti con la popolazione, in particolare con i giovani e con i ragazzi. Appassionato di sport e allenatore di calcio, si fece co-noscere come persona sempre pronta e generosa verso tutti. I funerali si sono svolti il 26 aprile nella nostra chiesa parrocchiale attorniato da un grande numero di persone convenute nonostan-te la pioggia, segno di grande sti-ma ed ammirazione universali.

DE PAOLI Gianni, residente in viale Pedavena, sposato con Turrin Alda. Nato a Feltre il 1° settembre 1940, ci ha lasciati il 3 maggio 2017. Persona cono-sciuta per la sua attività di bar-biere nel centro di Feltre dove ha esercitato la professione fino alla pensione. Lascia nel dolore la moglie, il figlio con la nuora e le nipoti oltre a tutti i familiari e ai numerosi amici. Il funerale è sta-to celebrato a Farra il 5 maggio e la tumulazione nel cimitero di Mugnai.

NICOLETTO Teresa, vedova di Taita Orlando, abitante in via Aurora. Nata a Fonzaso il 29 no-vembre 1922, è deceduta la sera del 9 maggio e fu sepolta a Feltre il 12 maggio 2017. La sofferenza dell’infanzia e dell’adolescenza per la perdita del papà e poi del-la mamma, forgiò la sua persona al senso del dovere e dei bisogni altrui. Si dedicò alla famiglia tra-smettendo con l’esempio la fede, il rispetto, l’educazione ed il comportamento. Fu ricambiata amorevolmente dai figli Gianpa-olo e Donatella che la accudiro-no fino all’ultimo istante in casa con un amore totale ed unico. Rendiamo grazie a Dio.

unA PREGHIERA DI SuFFRAGIO

Direttore di redazione: Don Virginio De Martin, Parroco

Resp. ai sensi di legge Don Lorenzo Dell’AndreaIscrizione Tribunale di Belluno n. 14/2001

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