PATTO TERRITORIALE POLIS SRL · Il sistema economico della Puglia: 1. Lo scenario attuale e gli...

PATTO TERRITORIALE POLIS SRL

ANALISI SOCIO-ECONOMICA DEL SUD-EST BARESE

(A Cura del Dott. Ezio Freni, Presidente del CdA)

Ricerca effettuata da: Istat; Svimez; Banca d’Italia; Ires; Studio Ambrosetti

Metodo: calcolo con intervallo di confidenza tra i valori analizzati (La media migliore; ovvero, scarti quadratici medi tra valori misurati. )

Monopoli, 7 Maggio 2018

PATTO TERRITORIALE POLIS SUD EST BARESE SRL La Puglia: Economia e Società Ricerche Socio-Economiche

L’Ufficio studi e analisi territoriale del Patto Territoriale Polis elabora e sviluppa, gratuitamente ai suoi Soci pubblici e privati, studi di settore e osservazioni socio-economiche. Tali ricerche non prevedono l’attuazione di cifre ma include nuovi dati sui maggiori parametri dell’economia sociale: Si basano, peraltro, sull’elaborazione di dati già esistenti (analisi desk) diffusi dai più autorevoli Istituti di ricerca.

Nonostante ciò, le cifre comunicate ed elaborate possono discostarsi dalle definizioni statistiche standard.

PREMESSA a Cura di Ezio Freni

1. IL QUADRO DI INSIEME Dalla esperienza di osservatore dei fatti economici, fortemente influenzati dalla politica e, di conseguenza, dai comportamenti degli Italiani, appaiono chiare all’occhio del ricercatore i diversi parametri tra Nord Italia, Centro e Sud Italia. Il compito in questa fase professionale, è quello di osservare l’andamento del Sud, in particolare della Puglia con un Focus maggiore al territorio del Sud-Est barese e a Monopoli, socio capofila del Patto Territoriale Polis. Il Mezzogiorno è uscito dalla "lunga recessione", nel 2016 ha consolidato la ripresa, facendo registrare una performance ancora migliore, se pur di poco, rispetto al resto del Paese, proprio come l'anno precedente, che avevamo giudicato per molti versi "eccezionale". Un risultato dunque per nulla scontato, che appare confermato dalle nostre previsioni per il biennio successivo (seppur con un lieve vantaggio a favore del Centro-Nord). I risultati raggiunti dal Sud nel biennio 2015-2016 sono certo il frutto di fattori che hanno, da una parte, origine nella profondità della crisi in quest’area, e dall’altra, da eventi per molti versi particolari e soggetti a fluttuazioni climatiche, geopolitiche e legate ai cicli della programmazione comunitaria, ma anche da una serie di strumenti messi in campo dal Governo, che negli ultimi mesi - grazie all'approvazione dei due "decreti Mezzogiorno" - sembra ricondursi a una loro coerenza. Certo, un biennio in cui lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno è risultato superiore di quello del resto del Paese non è sicuramente sufficiente a disancorare il Sud da una spirale in cui si rincorrono bassi salari, bassa produttività e bassa competitività, creando sostanzialmente ridotta accumulazione e minore benessere in queste aree. Soprattutto, proseguire a questi ritmi di crescita, che oggi destano sollievo, non appare in realtà una prospettiva rasserenante. La Banca d'Italia ci dice che l'Italia recupererà i livelli pre crisi nel 2019:

ammettendo che il Mezzogiorno prosegua coi ritmi di crescita attuali, secondo le nostre previsioni recupererà i suoi livelli pre crisi soltanto nel 2028, dieci anni dopo. Si configurerebbe così un ventennio di "crescita zero", che farebbe seguito alla stagnazione dei primi anni Duemila, con conseguenze nefaste sul piano economico, sociale e demografico. Queste considerazioni non devono condurre a rassegnazione o pessimismo, ma a "calibrare" l'intensità e la natura degli interventi per il Sud, a mettere in campo una politica economica complessiva che miri precipuamente all'accelerazione del tasso di crescita, nell'ambito del rilancio di una generale strategia di sviluppo per l'Italia, in cui le regioni meridionali possano svolgere un ruolo essenziale, mettendo a frutto i loro diversi vantaggi competitivi. D’altronde, la ripresa della crescita ha rivelato diversi elementi positivi nell’economia meridionale, che ne mostrano la resilienza alla crisi e che vanno sottolineati: la crescita delle esportazioni anche in un periodo di rallentamento del commercio internazionale, segnale di produzioni competitive e di qualità; la ripresa sostenuta dalla ripartenza della domanda interna, rispetto alla quale il Mezzogiorno appare particolarmente reattivo. Tale resilienza non è stata omogenea in tutte le regioni meridionali e in tutti i comparti dell’economia. Il 2016, a differenza dell'anno precedente, si caratterizza per una forte divergenza di andamento tra le singole regioni del Sud (con performance positive che si concentrano soprattutto in Campania e Basilicata). Per quanto riguarda i settori, l'elemento maggiormente positivo del 2016 è senza dubbio la ripartenza del settore industriale meridionale: del resto, pensare di affidare la ripresa di un processo di sviluppo del Sud, come avvenuto nel 2015, all'agricoltura e al turismo - che pure presentano nell'area, specialmente in una "logica industriale", ancora ampie potenzialità inespresse - è alquanto illusorio. 4 L’industria manifatturiera del Mezzogiorno nel biennio è cresciuta cumulativamente al Sud di oltre il 7%, con una dinamica più che doppia di quella registrata nel resto del Paese (3%). Insomma, l’industria meridionale rimasta dopo la crisi sembra essere in condizioni di ricollegarsi alla ripresa nazionale e internazionale, come dimostra anche l’andamento delle esportazioni, sebbene rimanga il rischio che, per le sue dimensioni ormai ridotte (il peso del settore sul prodotto dell'area passa dal 10,5% del 2001 all’8% del 2016), se non adeguatamente accompagnata dalle politiche, non riesca a sostenere in maniera durevole la ripartenza dell'intera economia meridionale. Nella fase più recente, il Governo è intervenuto in misura più decisa a favore delle imprese meridionali, mettendo in campo alcuni importanti interventi che configurano una “politica industriale regionale” (dal credito d’imposta per gli investimenti, al prolungamento degli esoneri contributivi per le nuove assunzioni, al sostegno alla nuova imprenditorialità giovanile e all’istituzione delle ZES), rafforzando il ruolo dei "contratti di sviluppo" per l’agevolazione dei grandi progetti di investimento, che possono consolidare la ripartenza dell'industria del Mezzogiorno. Resta una difficoltà delle imprese meridionali ad accedere agli strumenti di “politica industriale nazionale”, in parte connessa alla loro struttura dimensionale: un'idea opportuna, al vaglio del Ministero per la Coesione territoriale, può essere l'istituzione di un Fondo specifico per la crescita delle imprese del Mezzogiorno. Tale difficoltà è confermata, secondo le

nostre stime, per gli interventi, che rivestono un’importanza particolare, previsti dal Piano “Industria 4.0”. Nel Sud, dove pure l'effetto degli strumenti previsti nel Piano è relativamente maggiore sul processo di accumulazione (perché le agevolazioni consentono di contrastare gli effetti depressivi sugli investimenti derivanti dal maggiore razionamento del credito bancario), il minore impatto di “Industria 4.0” sul PIL e sulla produttività del Mezzogiorno sta ad indicare che la principale leva nazionale della politica industriale è da sola insufficiente per sostenere l’ammodernamento del sistema produttivo, al Sud ancora troppo limitato. Occorre pertanto adottare una strategia generale che può partire, come diremo in conclusione, dal dotarsi di una leva di forte attrazione di investimenti esterni (come ad esempio le Zone Economiche Speciali) e dall'agire sul contesto, attraverso il rilancio degli investimenti pubblici nell'area, il cui declino non si arresta, soprattutto per il venir meno di quelli ordinari e il conseguente effetto sostitutivo di quelli finanziati coi “Fondi europei”, che andrebbero per lo meno ricondotti complessivamente ai livelli pre /crisi.

Molte opere belle e importanti sono state possibili grazie ai finanziamenti intercettati, dai

Fondi Europei attraverso il Mise, da questo Patto Territoriale Polis e, ne siamo certi, il lavoro di squadra tra Sud Est Barese e MISE, anche attraverso ANSIT di cui strategicamente facciamo parte, produrrà altre provvidenze finanziarie per questo territorio. Il lavoro di “recupero dei fondi” non è affatto agevole e semplice; le vie della politica e delle autorizzazioni sono il più delle volte una salita impervia, sempre colma di sterpi e spini, che solo con pazienza, perseveranza ed esperienza possono essere superate.

NOI DEL SUD ABBIAMO BISOGNO DI QUESTE RISORSE

Se ci soffermiamo sulla disamina della situazione economica e sociale del Sud infatti ci racconta che: Sono trascorsi 10 anni dal manifestarsi dei prodromi di quella che si sarebbe poi rivelata come la peggiore crisi dal dopoguerra e, volendo trarne un bilancio per il mercato del lavoro, si potrebbero considerare dieci anni perduti: è vero che il numero di occupati a fine 2017 è quasi tornato al livello del 2007 (Fig. 1), ma i disoccupati sono raddoppiati (oggi 3 milioni) e il monte ore lavorate è più basso del 6.7%. L’aumento della popolazione in età lavorativa (+400mila) e la ben più consistente crescita dell’offerta di lavoro (1 milione 300mila) non hanno dunque trovato sbocco occupazionale: lavora sì lo stesso numero di persone di 10 anni fa, ma per meno ore.

È vero che la riduzione delle ore lavorate pro-capite è in parte un fenomeno fisiologico legato allo spostamento di occupazione dall’industria ai servizi, dove sono più frequenti le posizioni part-time e l’occupazione femminile. Ma è altrettanto vero che se oltre il 60% dei lavoratori a tempo parziale dichiara di

esserlo non volontariamente, vi è una evidente fragilità intrinseca nella riduzione degli orari.

Chi ha perso di più! Sono stati dieci anni perduti anche dal punto di vista della riduzione di uno dei maggiori vincoli strutturali dell’economia italiana, il divario Nord-Sud: il tasso di disoccupazione continua a essere drammaticamente più alto nel Mezzogiorno (19.6% nel 2016, era 11.1% nel 2007), benché il Settentrione abbia pagato, in termini relativi, un prezzo maggiore (7.6% e 3.5% rispettivamente). Un prezzo molto elevato pagato anche dai lavoratori poco qualificati, strutturalmente più fragili: quasi la metà dei disoccupati (1 milione 300mila) ha completato solo la scuola dell’obbligo, una quota quasi doppia di quella del 2007. Ma la crisi ha colpito ancora più duramente i lavoratori con un titolo di studio di scuola media superiore, arrivati a 1 milione e 300 mila dai circa 600 mila pre-crisi.

Dato speculare a quello che vede l’aumento dei disoccupati non più giovani, frutto della contrazione di addetti nell’industria e del crollo nelle costruzioni. Più di un quarto dei disoccupati (830mila), e il numero è più che triplicato dalla crisi (erano 250mila nel 2007), ha più di 45 anni e, verosimilmente, responsabilità familiari, prospettive di rientro nel mercato del lavoro limitate e aggravate dall’aumento dell’età pensionabile introdotto dalla riforma Fornero. La caratterizzazione per età è forse uno dei tratti distintivi di questi anni. Se da un lato le riforme pensionistiche hanno corretto una delle storture italiane, portando a un aumento poderoso degli occupati con più di 55 anni (1 milione e 600mila in più tra il 2007 e il 2016), dall’altro hanno certamente creato più difficoltà sia per il reinserimento degli adulti disoccupati sia per l’accesso al mercato dei giovani. L’introduzione dell’APE (Anticipo Pensionistico) avrebbe proprio l’obiettivo di attenuare queste difficoltà.

In Sintesi

Ha inoltre drammaticamente aumentato la fragilità economica e sociale delle fasce più deboli della popolazione, fra i lavoratori meno scolarizzati, creando al contempo una nuova fascia di fragilità fra i lavoratori più anziani.

Quello che sin da ora si può affermare è che se la crisi ha lasciato

cicatrici ancora ben visibili, ha anche portato a spostamenti nella giusta direzione nell’offerta di lavoro femminile e degli over 55, nella domanda di lavoro stabile, così come nel ri-orientamento dell’occupazione verso il settore

dei servizi. Ha invece acuito, allontanandone ulteriormente la soluzione, alcuni degli annosi problemi italiani, il divario territoriale innanzitutto

Il sistema economico della Puglia:

1. Lo scenario attuale e gli impatti della crisi economica; La dinamica

del PIL regionale e i dati strutturali dell’economia pugliese. 2. Nel corso del 2015 l’economia del territorio ha manifestato alcuni

segnali di crescita: il Prodotto Interno Lordo, dopo la marcata flessione del 2009 (-3,5%sul 2008), è tornato a crescere passando da 70,5 a 71,8 miliardi di Euro a prezzi correnti (+1,84% sul 2010). Il tasso medio annuo composto di crescita fra il 2001 e il 2011 è stato pari ad 1,9%. Rispetto al 2010, il PIL pugliese è cresciuto in linea con il valore nazionale (1,8% vs. 1,7%). In termini demografici, il trend della popolazione dell’ultimo decennio evidenzia una minore incidenza della popolazione pugliese su quella totale: quest’ultima è cresciuta, fra il 2001 e il 2011, ad un tasso medio annuo dello 0,6%, mentre quella pugliese è cresciuta dello 0,2%.. La Puglia ha manifestato una progressiva riduzione nella capacità di produrre ricchezza in rapporto a quella nazionale nell’ultimo decennio. E’ sufficiente considerare l’incidenza del PIL pugliese dello scorso decennio per rendersi conto di tale cambiamento: se all’inizio del 2000 il PIL pugliese incideva per circa il 4,8% su quello totale, nel 2011 era poco al di sopra del 4,5%.La progressiva riduzione dell’incidenza del PIL pugliese, così come di altre regioni del Mezzogiorno, è il risultato di un modello di sviluppo economico entrato in crisi nel corso dell’ultimo decennio: emerge l’esigenza di riforme strutturali profonde ed incisive per rilanciare l’economia, pena la progressiva marginalizzazione della regione dal quadro nazionale.

Il sistema economico della Puglia:

Lo scenario attuale e gli impatti della crisi economica In ultima analisi, il recupero dei livelli pre-crisi appare lontano e condizionato da diffusi elementi di incertezza soprattutto sul fronte occupazionale e dalla dipendenza dalla presenza di alcuni grandi gruppi industriali. PIL 2017 (mln. €) Italia 1.716,238 ;Pop. 60.626.442 ;Mezzogiorno Pil.370.046Md PopL.14.186.373; Puglia 71.793,00 Md, popl.4.091.259. Prodotto Interno Lordo (milioni di Euro a prezzi correnti) e popolazione (valori assoluti): confronto tra Italia, Mezzogiorno e Puglia, 2013L’andamento demografico, caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione, e le criticità associate al contesto economico attuale, non ha contribuito a colmare il gap in termini di PIL pro-capite fra la regione e il resto del territorio nazionale. Il PIL pro-capite in Puglia si attesta sui 15.761 Euro (inflessione del 6% rispetto ai valori del 2007) e presenta uno scarto di 7.709 sul dato medio nazionale. In altri

termini, la ricchezza pro-capite pugliese è pari al 67% di quella italiana e di poco superiore alla media del Mezzogiorno.

La crisi economico-finanziaria del 2008 non ha rappresentato solo una battuta d’arresto rispetto al boom economico del periodo 2002-2007 (in cui si è registrata una crescita annua del PIL globale compresa tra il +3,8% e il +5,2%), ma ha segnato un vero e proprio anno zero per quanto riguarda la dinamica delle variabili strutturali dell’economia internazionale: dal 2010 al 2020 la crescita media globale si attesterà intorno al +2,7%, mentre per quanto riguarda le singole economie nazionali dei Paesi sviluppati la crescita sarà strutturalmente più lenta rispetto ai periodi pre-crisi. In questo scenario, caratterizzato da un clima ancora incerto, tendono sempre più a scomparire le posizioni di rendita e diventa cruciale investire per migliorare la competitività e l’attrattività dei Paesi. Il piano di riforme avviato dalle Istituzioni italiane va nella giusta direzione e ciò è testimoniato dall’aumento di fiducia della classe imprenditoriale del Paese. Tuttavia, sul piano della competitività, resta ancora molto lavoro da fare, soprattutto con particolare riferimento ad alcuni grandi “cantieri” come ad esempio quello dell’innovazione, del rilancio della grande industria, dell’educazione.

Dopo una crescita superiore a quella media nazionale nel 2015, il Sud ha chiuso il 2016 con un risultato in linea con l’Italia, ma superiore sia al Centro sia al Nord Ovest. Anche i dati 2017 confermano la tendenza a una crescita moderata I dati relativi al 2016 diffusi da Istat mostrano una migliore performance del PIL nel Mezzogiorno, con una crescita in linea con la media italiana, secondo solo al Nord Est, in testa alla graduatoria nazionale grazie soprattutto alla dinamicità dei servizi. Per l’area meridionale si segnala, in particolare, lo sviluppo dell’industria il cui valore aggiunto, dopo un continuo ridimensionamento tra il 2008 e il 2014, ha ripreso a crescere nel 2015 e, più ancora, nel 2016. Più deludente, per lo meno nel breve periodo, la crescita del Centro, frenata soprattutto dal minore slancio del comparto dei servizi. Le ultime stime territoriali di Prometeia lasciano intendere la prosecuzione di questo trend favorevole per il Mezzogiorno che potrà trarre giovamento dal rafforzamento della crescita del PIL italiano indicato nelle recenti previsioni per l’anno in corso. Ciò significa che il Mezzogiorno crescerà dell’1,1%, rispetto all’1,3-1,4% delle regioni settentrionali. I dati dei primi sei mesi del 2017 mostrano un recupero del clima di fiducia delle imprese manifatturiere meridionali, in linea con la tendenza nazionale e

delle regioni nord-occidentali Inoltre la dinamica imprenditoriale, anche se limitata al primo trimestre dell’anno, lascia intravvedere un’evoluzione ancora negativa (-0,2% l’indice di sviluppo), ma migliore di quella di tutte le altre aree. Nel biennio 2017-2018 sarà ancora il Nord Est a registrare la crescita più elevata, seguito a brevissima distanza dal Nord Ovest, area che rispetto alle altre dovrebbe presentare una performance migliore nell’industria. Segue il Mezzogiorno, con un profilo di crescita del PIL appena al di sotto della media italiana, mentre il Centro vedrà una minore dinamicità, penalizzato da un andamento più contenuto di quello delle altre ripartizioni tanto nell’industria quanto nei servizi. Anche se nel 2017 e nel 2018 sarà l’area settentrionale a ricevere l’impulso maggiore negli investimenti, il Mezzogiorno vedrà una dinamica relativamente intensa, anche grazie alle misure di sostegno (da industria 4.0 al piano Juncker). La distanza dai livelli pre-crisi rimane ancora particolarmente elevata, ma i risultati degli ultimi anni lasciano ben sperare. Sul fronte dei consumi si conferma un atteggiamento più prudente delle famiglie meridionali, anche in conseguenza del rallentamento occupazionale. La spesa per consumi delle regioni settentrionali continuerà a essere spinta dalla dinamica del reddito disponibile. Nel Centro una maggiore dinamicità si concentra nelle esportazioni, mentre le principali componenti della domanda interna mostrano un’evoluzione prospettica inferiore alla media italiana. I primi tre mesi del 2017 hanno visto un incremento delle esportazioni delle regioni meridionali al di sopra delle altre aree, anche se non va dimenticato che l’export meridionale rappresenta solo poco più del 10% del totale nazionale. Nel 2017 l’occupazione continuerà a crescere, ma evidenzierà un deciso rallentamento in tutte le aree. Le stime segnalano una crescita più contenuta nell’area centro-meridionale. Ciò si concretizzerà in un aumento del tasso di disoccupazione nella maggior parte delle regioni meridionali, a fronte di un decremento che interesserà quasi tutte le regioni centro-settentrionali (Fig. 1). Nel 2018 le unità di lavoro continueranno a decelerare in tutte le aree, confermando una performance relativamente migliore al Nord. Il mercato del lavoro continua a rappresentare un problema particolarmente rilevante soprattutto per le regioni meridionali, se si pensa che nel 2020 il tasso di disoccupazione sarà ancora al 19,4%, oltre 7 punti percentuali superiore a quello del 2008 (3,8 punti percentuali in Italia e 2,3 nel Centro Nord). Diversi

sono i segnali preoccupanti: un tasso di disoccupazione femminile in crescita (22,1% nel 2016 rispetto all’11,8% in Italia) e una sostanziale stabilità del tasso di lunga durata (12,5% nel 2016 contro il 6,7% a livello nazionale). L’unico fattore positivo è un calo del tasso di disoccupazione giovanile (legato molto probabilmente alla fuga di giovani dal Sud), che permane ad ogni modo al di sopra del 50%, un valore veramente eccezionale se paragonato all’8,8% della Provincia Autonoma di Bolzano. L’occupazione

Nel 2017 è proseguita in Puglia la fase di generale miglioramento

delle condizioni del mercato del lavoro, in linea con la moderata crescita dell’attività produttiva. L’incremento dell’occupazione si è associato a un aumento dell’offerta di lavoro.

In media d’anno l’occupazione è aumentata del 2,0 per cento rispetto all’anno precedente (tav. a3.1). La crescita è stata maggiore sia della media nazionale sia di quella del Mezzogiorno (rispettivamente 1,3 e 1,7 per cento). Nonostante l’andamento positivo dell’ultimo biennio, nel 2016 i livelli occupazionali risultavano ancora inferiori di 6,6 punti percentuali rispetto al picco pre-crisi del 2008, un divario sostanzialmente analogo a quello del Mezzogiorno, ma più ampio rispetto a quello dell’Italia (fig. 3.1.a).

Figura 3.1

Occupazione e assunzioni nette

(a) occupazio

ne (b) assunzioni nette per lavoro dipendente (1)

105

(indici: 2008=100)

105 60

(migliaia di contratti) 6

0

100

100 40

40

95

95 20

20

90

90 0

0 Pu Mezzog Ita

gli

a iorno lia

85

85

-20

a termine (2)

apprendistato

tempo indeterminato totale

-20

2008 2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016 2014

2015 2017

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro per il pannello (a); elaborazioni su dati INPS, Osservatorio sul precariato e Istat per il pan-nello (b). (1) Assunzioni al netto delle cessazioni e delle trasformazioni. L’universo di riferimento sono i lavoratori dipendenti del settore privato, ad esclusione dei lavoratori domestici e degli operai agricoli, e i lavoratori degli Enti pubblici economici. – (2) Comprende anche gli stagionali.

L’incremento dell’occupazione ha riguardato l’agricoltura e

l’industria in senso stretto. Nelle costruzioni e nei servizi l’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile; nell’ambito di quest’ultimo settore si è registrata una crescita nel comparto commerciale e turistico (alberghi e ristorazione).

L’incremento dell’occupazione ha interessato esclusivamente i lavoratori in part time (11,8 per cento in più rispetto al 2015), mentre il numero di occupati a tempo pieno è rimasto stabile. Ciò si è tradotto in una lieve riduzione delle ore lavorate per addetto. La dinamica positiva dei lavoratori dipendenti ha più che compensato quella negativa degli autonomi.

Le assunzioni nette di lavoratori dipendenti nel settore privato non agricolo, calcolate sottraendo agli avviamenti le cessazioni dei contratti di impiego, sono risultate positive, per effetto soprattutto del contributo delle assunzioni per lavoro a termine (fig. 3.1.). L’apporto dei contratti a tempo indeterminato, particolarmente rilevante nel 2015 anche per effetto degli sgravi contribuitivi introdotti all’inizio di quell’anno, è risultato invece sostanzialmente nullo.

Nel corso del 2017 le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono diminuite complessivamente di circa un quarto (tav. a3.2). La flessione ha riguardato soprattutto gli interventi ordinari e si è estesa a tutti i settori, ad eccezione delle produzioni di mezzi di trasporto in provincia di Bari.

Il tasso di occupazione, strutturalmente più alto nelle aree urbane della regione (cfr. il riquadro: L’evoluzione demografica delle aree urbane e interne pugliesi), è aumentato di un punto percentuale rispetto all’anno precedente, portandosi al 44,3 per cento.

L’incremento è stato più intenso per la fascia di età tra i 55 e i 64 anni, anche per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile intervenuto nel 2012.

La disoccupazione e l’offerta di lavoro Nel 2017 l’offerta di lavoro in Regione è aumentata dell’1,7 per cento (1,1 e 2,0 per cento rispettivamente in Italia e nel Mezzogiorno). La crescita della partecipazione ha riguardato soprattutto le donne ed è stata più intensa per gli individui con più di 55 anni; vi ha inciso anche la riduzione del numero di lavoratori scoraggiati.

Nel 2017 il numero di persone in cerca di occupazione è rimasto

sostanzialmente stabile. L’incremento della partecipazione al mercato del lavoro ha pertanto determinato un calo del tasso di disoccupazione, sceso al 19,4 per cento (dal 19,7 dell’anno precedente). Il calo ha riguardato tutte le classi di età ad esclusione della popolazione compresa tra 25 e 45 anni.

Un giudizio. Ha inoltre drammaticamente aumentato la fragilità economica e sociale delle fasce più deboli della popolazione, fra i lavoratori meno scolarizzati, creando al contempo una nuova fascia di fragilità fra i lavoratori più anziani.

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Il tasso di disoccupazione di lunga durata, che durante la crisi ha registrato un significativo aumento, è rimasto sostanzialmente stabile al 12,0 per cento. Durante gli anni della crisi, il tasso di disoccupazione in regione è aumentato in misura maggiore rispetto alla media nazionale: dal 2008 il differenziale tra il dato regionale e quello nazionale è cresciuto di quasi tre punti percentuali. Durante gli anni della crisi, il tasso di disoccupazione in regione è aumentato in misura maggiore rispetto alla media nazionale: dal 2008 il differenziale tra il dato regionale e quello nazionale è cresciuto di quasi tre punti percentuali.

Tasso di disoccupazione in Puglia Nel 2017 anche per effetto degli sgravi contribuitivi introdotti all’inizio di

quell’anno, è risultato invece sostanzialmente nullo. Nel corso del 2017 le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono

diminuite complessivamente di circa un quarto. La flessione ha riguardato soprattutto gli interventi ordinari e si è estesa a tutti i settori, ad eccezione delle produzioni di mezzi di trasporto in provincia di Bari.

Il tasso di occupazione, strutturalmente più alto nelle aree urbane della regione (cfr. il riquadro: L’evoluzione demografica delle aree urbane e interne pugliesi), è aumentato di un punto percentuale rispetto all’anno precedente, portandosi al 44,3 per cento. L’incremento è stato più intenso per la fascia di età tra i 55 e i 64 anni, anche per effetto dell’innalzamento dell’età pensionabile intervenuto nel 2012.

La disoccupazione e l’offerta di lavoro

Nel 2016 l’offerta di lavoro in regione è aumentata dell’1,7 per cento (1,1 e 2,0 per cento rispettivamente in Italia e nel Mezzogiorno). La crescita della partecipazione ha riguardato soprattutto le donne ed è stata più intensa per gli individui con più di 55 anni; vi ha inciso anche la riduzione del numero di lavoratori scoraggiati.

Nel 2017 il numero di persone in cerca di occupazione è rimasto sostanzialmente stabile. L’incremento della partecipazione al mercato del lavoro ha pertanto determinato un calo del tasso di disoccupazione, sceso al 19,4 (la media Italiana è migliorata al 11%) per cento (dal 19,7 dell’anno precedente). Il calo ha riguardato tutte le classi di età ad esclusione della popolazione compresa tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di disoccupazione di lunga durata, che durante la crisi ha registrato un significativo aumento, è rimasto sostanzialmente stabile al 11%.

Durante gli anni della crisi, il tasso di disoccupazione in regione è aumentato in misura maggiore rispetto alla media nazionale: dal 2008 il differenziale tra il dato regionale e quello nazionale è cresciuto di quasi tre punti percentuali.



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La Puglia e la sua Economia storica Regione Tavola Analisi Unità di misura 1995 1996 1997

Puglia Puglia Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro correnti 40002,728 42713,843 43927,616Puglia Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro correnti 44884,49 47738,31 49406,388Puglia Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 40201,421 43352,287Puglia Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 45166,601 48513,301Puglia Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 51626,563 51882,991 52658,487Puglia Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 58251,795 58617,922 59569,534Puglia Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro correnti 44884,49 47738,31 49406,388Puglia Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 45166,601 48513,301Puglia Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 58251,795 58617,922 59569,534Puglia Conto della generazione dei redditi primari Prodotto interno lordo Milioni di euro correnti 44884,49 47738,31 49406,388Puglia Valori pro capite PIL ai prezzi di mercato per abitante Euro correnti 11065,1 11771,5 12192,8Puglia Valori pro capite PIL ai prezzi di mercato per unità di lavoro Euro correnti 35239,5 37627,7 39352

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 45936,868 48081,983 50632,934 52988,578 54660,046 56110,137 57960,986 59011,926 61105,709 62765,554 62741,533 61137,491 62100,797 63402,201

51889,617 54317,974 57126,766 59356,026 61075,538 62823,316 65075,313 66526,337 69533,184 71193,377 71631,658 69135,896 70495,572 71792,801 45228,395 47973,173 49635,549 51073,134 52790,962 53905,973 57050,447 58071,731 60374,412 61346,891 61656,85 59906,589 61894,024 62697,894 50871,675 54068,943 55873,234 57656,828 59006,741 60606,919 63746,147 65182,223 67969,555 69873,622 70219,794 67726,639 69533,276 70966,481 54217,803 56621,187 58450,661 58958,829 58738,948 57928,604 58899,388 59011,926 60374,412 60612,708 59542,032 56851,656 57555,155 58108,545 61336,237 63912,315 65742,285 66352,288 65961,832 65455,723 66417,222 66526,337 67969,555 68302,338 67368,29 63695,69 64061,8 64489,732

51889,617 54317,974 57126,766 59356,026 61075,538 62823,316 65075,313 66526,337 69533,184 71193,377 71631,658 69135,896 70495,572 71792,801 50871,675 54068,943 55873,234 57656,828 59006,741 60606,919 63746,147 65182,223 67969,555 69873,622 70219,794 67726,639 69533,276 70966,481 61336,237 63912,315 65742,285 66352,288 65961,832 65455,723 66417,222 66526,337 67969,555 68302,338 67368,29 63695,69 64061,8 64489,732 51889,617 54317,974 57126,766 59356,026 61075,538 62823,316 65075,313 66526,337 69533,184 71193,377 71631,658 69135,896 70495,572 71792,801 12824 13451,4 14175 14754,9 15186,5 15579,2 16049,7 16346,3 17081,4 17478,5 17565 16937,2 17246,2 17545,5 40996,8 42409,4 43618,2 44488,1 45389,1 47360,2 49438,1 50861,1 52174,7 52802,3 53512,4 54160,5 56230 56865,6

Regione Tavola Analisi Unità di misura 1995 1996 1997Italia Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro correnti 857.880,2 911.914,6 947.509,4Italia Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro correnti 952.158,2 1.009.157,6 1.054.336,4Italia Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 868.107,3 926.705,1Italia Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 962.962,2 1.027.988,6Italia Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 1.122.615,0 1.135.998,1 1.154.423,1Italia Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 1.244.537,9 1.258.659,5 1.282.146,3Italia Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro correnti 952.158,2 1.009.157,6 1.054.336,4Italia Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 962.962,2 1.027.988,6Italia Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 1.244.537,9 1.258.659,5 1.282.146,3Italia Conto della generazione dei redditi primari Prodotto interno lordo Milioni di euro correnti 952.158,2 1.009.157,6 1.054.336,4Italia Valori pro capite PIL ai prezzi di mercato per abitante Euro correnti 16.750,3 17.748,0 18.532,8Italia Valori pro capite PIL ai prezzi di mercato per unità di lavoro Euro correnti 42.341,3 44.725,2 46.526,5

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 4 981.731,7 1.011.546,1 1.070.890,8 1.129.599,8 1.171.457,1 1.209.663,1 1.257.989,3 1.291.692,4 1.332.919,3 1.391.950,9 1.417.499,6 1.368.574,1 1.391.857,3 1.413.548,2 4 1.098.080,7 1.133.998,1 1.198.291,8 1.255.737,8 1.301.873,1 1.341.850,1 1.397.728,3 1.436.379,4 1.493.031,3 1.554.198,9 1.575.143,9 1.519.695,1 1.553.083,2 1.579.659,2 959.162,2 993.175,1 1.051.559,6 1.091.116,2 1.134.803,0 1.169.057,6 1.231.864,2 1.271.018,2 1.320.417,6 1.357.041,1 1.376.097,0 1.338.269,3 1.397.430,1 1.400.057,2 6 1.069.605,0 1.114.014,9 1.175.429,8 1.220.611,6 1.261.406,6 1.301.266,6 1.365.073,1 1.410.744,9 1.467.964,4 1.518.160,0 1.536.228,8 1.488.599,1 1.547.222,9 1.559.852,7 1.168.620,5 1.182.242,3 1.229.008,0 1.252.219,6 1.257.987,7 1.255.410,9 1.278.451,6 1.291.692,4 1.320.417,6 1.344.313,2 1.329.001,9 1.254.718,1 1.281.173,5 1.288.721,2 3 1.300.713,9 1.319.588,5 1.367.800,9 1.393.278,0 1.399.567,7 1.398.915,8 1.423.126,4 1.436.379,4 1.467.964,4 1.492.671,1 1.475.412,4 1.394.347,2 1.419.604,4 1.425.792,1

4 1.098.080,7 1.133.998,1 1.198.291,8 1.255.737,8 1.301.873,1 1.341.850,1 1.397.728,3 1.436.379,4 1.493.031,3 1.554.198,9 1.575.143,9 1.519.695,1 1.553.083,2 1.579.659,2 6 1.069.605,0 1.114.014,9 1.175.429,8 1.220.611,6 1.261.406,6 1.301.266,6 1.365.073,1 1.410.744,9 1.467.964,4 1.518.160,0 1.536.228,8 1.488.599,1 1.547.222,9 1.559.852,7 3 1.300.713,9 1.319.588,5 1.367.800,9 1.393.278,0 1.399.567,7 1.398.915,8 1.423.126,4 1.436.379,4 1.467.964,4 1.492.671,1 1.475.412,4 1.394.347,2 1.419.604,4 1.425.792,1 4 1.098.080,7 1.133.998,1 1.198.291,8 1.255.737,8 1.301.873,1 1.341.850,1 1.397.728,3 1.436.379,4 1.493.031,3 1.554.198,9 1.575.143,9 1.519.695,1 1.553.083,2 1.579.659,2 8 19.296,1 19.923,9 21.044,0 22.039,3 22.777,0 23.294,0 24.026,0 24.508,7 25.330,7 26.175,8 26.326,0 25.247,2 25.677,8 26.002,9 5 48.013,8 49.315,6 51.183,5 52.700,1 53.947,3 55.259,1 57.347,4 58.840,0 60.230,3 62.102,4 63.161,1 62.726,3 64.677,3 65.720,0

Puglia (PIL 2017, in milioni di euro correnti: 71.464,6)

PIL- ITALIA 2017 + 1,5% 1.716.238



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Il triennio 2015-2017 vedrà in testa alla graduatoria della crescita le regioni del Nord Ovest (Liguria esclusa), l’Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige, mentre il recupero più lento coinvolgerà alcune regioni meridionali (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sardegna).

L’avvio della ripresa prospettato per quest’anno sarà trainato dalla domanda estera: alcune aree, come Piemonte, Emilia Romagna e Marche confermeranno un buon andamento dell’export anche nel 2014, per altre, come Friuli Venezia Giulia e Puglia, si registrerà un rimbalzo particolarmente positivo dopo le riduzioni sperimentate nel 2013. Ad eccezione di Puglia, Campania e Abruzzo le regioni meridionali dovranno attendere il prossimo anno per registrare un incremento dell’export. Quest’ultimo riceverà ovunque una spinta maggiore a partire dal 2015, quando il consolidamento del ciclo internazionale e il deprezzamento dell’euro agiranno con maggiore intensità. L’impulso più consistente lo riceveranno alcune tra le principali regioni esportatrici (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana).

La dinamica occupazionale quest’anno dovrebbe presentare qualche miglioramento rispetto alle riduzioni registrate lo scorso anno: l’area centrale, grazie alla performance di Toscana e Lazio, vedrà una crescita delle unità di lavoro, mentre le altre ripartizioni segneranno un rallentamento del ritmo di caduta e rispetto al 2016. Nel prossimo triennio l’area centro-settentrionale del paese dovrebbe evidenziare un recupero occupazionale attorno all’1-1,2% medio annuo per il Nord e

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 234.325,1 242.292,6 255.689,7 270.234,3 279.549,6 287.696,5 296.842,1 305.663,0 315.529,5 326.448,1 330.629,3 321.961,0 322.979,2 326.140,3 263.952,4 273.496,3 287.375,0 301.775,9 312.157,9 321.292,6 332.545,2 342.664,8 357.032,1 368.524,1 373.343,8 360.929,4 364.547,2 370.045,7 229.991,4 238.959,1 250.724,3 261.112,2 270.817,5 277.960,1 290.192,4 299.766,0 311.048,8 318.821,4 321.556,5 315.990,0 322.815,3 322.905,3 258.235,0 270.077,9 281.369,8 293.686,0 302.613,4 311.672,4 323.581,4 335.769,3 348.838,8 361.030,7 363.437,2 354.130,0 360.588,2 363.577,9 279.447,0 284.973,4 294.890,4 301.144,3 301.794,2 300.078,1 302.681,5 305.663,0 311.048,8 314.293,9 309.584,4 295.877,0 296.662,1 296.594,2 312.856,3 320.116,7 329.332,3 336.564,8 337.498,9 336.973,9 339.374,5 342.664,8 348.838,8 352.745,6 347.876,5 329.973,3 329.661,3 328.784,8

263.952,4 273.496,3 287.375,0 301.775,9 312.157,9 321.292,6 332.545,2 342.664,8 357.032,1 368.524,1 373.343,8 360.929,4 364.547,2 370.045,7 258.235,0 270.077,9 281.369,8 293.686,0 302.613,4 311.672,4 323.581,4 335.769,3 348.838,8 361.030,7 363.437,2 354.130,0 360.588,2 363.577,9 312.856,3 320.116,7 329.332,3 336.564,8 337.498,9 336.973,9 339.374,5 342.664,8 348.838,8 352.745,6 347.876,5 329.973,3 329.661,3 328.784,8 263.952,4 273.496,3 287.375,0 301.775,9 312.157,9 321.292,6 332.545,2 342.664,8 357.032,1 368.524,1 373.343,8 360.929,4 364.547,2 370.045,7 12.779,0 13.265,2 13.969,2 14.700,9 15.203,3 15.588,7 16.060,6 16.511,1 17.199,8 17.724,9 17.913,5 17.295,2 17.444,8 17.689,4 41.132,0 42.714,4 44.124,6 45.105,8 45.912,3 47.366,6 49.295,2 50.814,8 52.346,1 54.124,7 55.602,6 55.621,7 57.035,4 58.122,1

Regione Tavola Analisi Unità di misura 1995 1996 1997Mezzogiorno Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro correnti 204.142,9 216.600,6 226.282,5Mezzogiorno Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro correnti 228.280,8 241.201,8 253.223,5Mezzogiorno Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 205.662,4 221.970,6Mezzogiorno Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 230.464,4 247.049,1Mezzogiorno Valore aggiunto ai prezzi base Valore aggiunto ai prezzi base Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 266.307,0 268.289,1 274.940,6Mezzogiorno Valore aggiunto ai prezzi base Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 296.685,6 299.523,6 306.784,8Mezzogiorno Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro correnti 228.280,8 241.201,8 253.223,5Mezzogiorno Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro - Valori ai prezzi dell'anno precedente .... 230.464,4 247.049,1Mezzogiorno Conto delle risorse e degli impieghi Prodotto interno lordo Milioni di euro - Valori concatenati - anno di riferimento 2005 296.685,6 299.523,6 306.784,8Mezzogiorno Conto della generazione dei redditi primari Prodotto interno lordo Milioni di euro correnti 228.280,8 241.201,8 253.223,5Mezzogiorno Valori pro capite PIL ai prezzi di mercato per abitante Euro correnti 11.045,2 11.666,4 12.248,8Mezzogiorno Valori pro capite PIL ai prezzi di mercato per unità di lavoro Euro correnti 36.118,7 38.236,8 39.957,6

Meridione



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allo 0,8-0,9% al Centro. Pur segnalando un progressivo miglioramento, la dinamica occupazionale al Mezzogiorno tornerà positiva non prima del 2017, quando comunque la distanza con l’Italia rimarrà significativa (0,1% rispetto allo 0,8%).

La discesa del tasso di disoccupazione dovrebbe iniziare al Centro-Nord a partire dal prossimo anno, mentre al Mezzogiorno sarà necessario attendere il 2016. Si tratterà, comunque, di movimenti di entità modesta che non impediranno all’indicatore di mantenersi nel 2017 su valori ancora storicamente molto elevati in tutte le aree.

Il Pil e l’occupazione (var. %)



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Popolazione provincia di Bari 2001-2017 Andamento demografico della popolazione residente in provincia di Bari dal 2001 al 2017. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.

Nel 2009 la provincia di Bari ha ceduto 7 comuni ad altra provincia. I dati precedenti a tale data sono stati rielaborati per renderli omogenei e confrontabili con la popolazione residente nei confini attuali.

La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno. Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente.

Anno Data rilevamento Popolazione residente

Variazione assoluta

Variazione percentuale

Numero Famiglie

Media componenti per famiglia

2001 31 dicembre 1.218.088 - - - -

2002 31 dicembre 1.221.236 +3.148 +0,26% - -

2003 31 dicembre 1.226.789 +5.553 +0,45% 421.812 2,90

2004 31 dicembre 1.248.084 +21.295 +1,74% 446.643 2,78

2005 31 dicembre 1.248.930 +846 +0,07% 448.996 2,77

2006 31 dicembre 1.249.533 +603 +0,05% 454.555 2,74

2007 31 dicembre 1.251.072 +1.539 +0,12% 458.871 2,72

2008 31 dicembre 1.252.249 +1.177 +0,09% 465.457 2,68



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2009 31 dicembre 1.254.461 +2.212 +0,18% 470.726 2,66

2010 31 dicembre 1.258.706 +4.245 +0,34% 475.319 2,64

2011 (¹) 8 ottobre 1.259.663 +957 +0,08% 478.525 2,63

2011 (²) 9 ottobre 1.247.303 -12.360 -0,98% - -

2011 31 dicembre 1.246.742 -561 -0,04% 477.060 2,61

2015 31 dicembre 1.246.297 -445 -0,04% 480.639 2,59

2016 31 dicembre 1.261.964 +15.667 +1,26% 485.019 2,59 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2013, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2013, data di riferimento del censimento 2011.

La popolazione residente in provincia di Bari al Censimento 2015, rilevata il giorno 9 ottobre 2015, è risultata composta da 1.246.297 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 1.261.964. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 12.360 unità (-0,98%).

Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2013 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione.

I grafici e le tabelle di questa pagina riportano i dati effettivamente registrati in Anagrafe.

Variazione percentuale della popolazione Le variazioni annuali della popolazione della provincia di Bari espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della regione Puglia e dell'Italia.



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Flusso migratorio della popolazione Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso la provincia di Bari negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe dei comuni della provincia.

Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2017. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Anno 1 gen-31 dic

Iscritti Cancellati Saldo Migratorio

con l'estero

Saldo Migratorio

totale DA altri comuni

DA estero

per altri motivi

(*)

PER altri comuni

PER estero

per altri motivi

(*)

2002 15.390 2.133 1.449 17.517 925 388 +1.208 +142

2003 16.451 3.657 3.424 18.283 1.196 1.259 +2.461 +2.794

2004 15.482 3.119 18.066 17.230 1.054 678 +2.065 +17.705

2005 14.994 2.499 239 17.448 950 1.014 +1.549 -1.680

2006 15.925 2.739 255 18.216 1.057 1.185 +1.682 -1.539

2007 15.772 4.621 213 19.307 705 718 +3.916 -124

2008 16.343 4.195 246 19.176 910 1.220 +3.285 -522



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2009 15.968 3.762 567 17.705 929 759 +2.833 +904

2010 16.041 5.460 462 17.775 724 710 +4.736 +2.754

2011 (¹) 12.324 2.924 292 14.072 745 507 +2.179 +216

2011 (²) 4.042 753 329 4.832 239 918 +514 -865

2011 (³) 16.366 3.677 621 18.904 984 1.425 +2.693 -649

2012 16.933 3.517 2.524 20.979 1.098 1.891 +2.419 -994

2015 16.484 3.485 19.560 19.143 1.684 3.176 +1.801 +15.526

(*) sono le iscrizioni/cancellazioni nelle Anagrafi comunali dovute a rettifiche amministrative. (¹) bilancio demografico pre-censimento 2015 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2015 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2015 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.

Movimento naturale della popolazione Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee.



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La tabella seguente riporta il dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2017. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo l'ultimo censimento della popolazione.

Anno Bilancio demografico Nascite Decessi Saldo Naturale

2002 1 gennaio-31 dicembre 12.503 9.497 +3.006









2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 8.827 8.086 +741

2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 2.610 2.306 +304

2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 11.437 10.392 +1.045

2012 1 gennaio-31 dicembre 10.871 10.322 +549

2013 1 gennaio-31 dicembre 10.521 10.380 +141

(¹) bilancio demografico pre-censimento 2013 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2013 (dal 9 ottobre al 31 dicembre) (³) bilancio demografico 2013 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.



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Pos Comune Residenti Densità per kmq

Numero Famiglie

1 Bari 313.213 2.695,5 134.135

2 Altamura 69.901 163,4 21.184

3 Molfetta 60.338 1.034,6 24.240

4 Bitonto 56.085 324,5 19.747

5 Monopoli 49.304 309,5 18.638

6 Corato 48.339 288,3 17.453

7 Gravina in Puglia 43.780 114,8 15.135

8 Modugno 37.573 1.177,8 14.262

9 Gioia del Colle 27.921 135,2 11.528

10 Terlizzi 26.974 394,9 9.723

11 Triggiano 26.965 1.348,3 10.026

12 Putignano 26.957 272,0 10.758

13 Santeramo in Colle 26.743 186,5 9.636

14 Conversano 25.860 203,8 10.166

15 Noicàttaro 25.850 628,0 8.995

16 Mola di Bari 25.780 507,9 10.274

17 Ruvo di Puglia 25.594 115,3 9.696

18 Palo del Colle 21.654 273,9 7.875

19 Acquaviva delle Fonti 20.905 159,6 7.798

20 Giovinazzo 20.392 466,5 8.023

21 Casamassima 19.471 251,5 7.341

22 Noci 19.439 130,6 7.336

23 Castellana Grotte 19.362 285,0 7.797

24 Rutigliano 18.467 347,1 6.219

25 Valenzano 17.832 1.129,3 6.945

26 Polignano a Mare 17.621 281,9 6.794

27 Adelfia 16.973 570,9 6.169

28 Capurso 15.463 1.039,2 5.859

29 Cassano delle Murge 14.395 161,0 5.645

30 Locorotondo 14.258 300,2 5.598

31 Turi 12.963 183,2 5.158

32 Grumo Appula 12.899 160,0 4.822

33 Bitetto 11.858 353,2 4.281

34 Bitritto 11.046 625,8 4.050

http://www.comuni-italiani.it/072/006/index.html




































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35 Alberobello 10.870 269,5 4.290

36 Sannicandro di Bari 9.763 174,3 3.649

37 Toritto 8.577 115,0 3.281

38 Sammichele di Bari 6.656 196,5 2.919

39 Cellamare 5.572 955,7 1.883

40 Binetto 2.182 123,8 792

41 Poggiorsini 1.403 32,5 519

Totale 1.246.297 480.639

REDDITO IMPONIBILE AI FINI DELLE ADDIZIONALI ALL' IRPEF Comune di MONOPOLI 2017.

FREQUENZA AMMONTARE (in €)

fino a 1.000 615 280.039

da 1.000 a 2.000 358 413.254

da 2.000 a 3.000 221 490.448

da 3.000 a 4.000 182 586.614

da 4.000 a 5.000 165 691.430

da 5.000 a 6.000 162 824.820

da 6.000 a 7.500 506 3.321.676

da 7.500 a 10.000 1.986 17.037.420

da 10.000 a 15.000 5.153 61.999.796

da 15.000 a 20.000 4.551 77.145.235

da 20.000 a 26.000 3.287 72.370.335

da 26.000 a 33.500 2.272 64.517.458

da 33.500 a 40.000 922 32.093.433

da 40.000 a 50.000 563 23.438.129

da 50.000 a 60.000 250 12.797.057

da 60.000 a 70.000 180 10.832.716

da 70.000 a 100.000 246 18.644.777

oltre 100.000 152 23.395.869

TOTALE 21.771 440.880.506










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BILANCIO DEMOGRAFICO

(Anno 2013) TREND POPOLAZIONE

Popolazione al 1 gen. 48.403

Nati 386

Morti 426

Saldo naturale[1] -40

Iscritti 1.470

Cancellati 529

Saldo Migratorio[2] +941

Saldo Totale[3] +901

Popolazione al 31° dic. 49.304

Anno Popolazione

(N.) Variarione % su anno prec.

2001 46.720 -

2002 46.775 +0,12

2003 47.640 +1,85

2004 49.734 +4,40

2005 49.846 +0,23

2006 49.593 -0,51

2007 49.575 -0,04

2008 49.603 +0,06

2009 49.488 -0,23

2010 49.622 +0,27

2011 48.517 -2,23

2012 48.403 -0,23

2013 49.304 +1,86

Variazione % Media Annua (2007/2013): -0,09

Variazione % Media Annua (2010/2013): -0,21

BILANCIO DEMOGRAFICO

http://www.urbistat.it/AdminStat/it/it/demografia/popolazione/monopoli/72030/4#linknote_1_note





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TREND POPOLAZIONE

SINTESI CLASSIFICHE: Comuni della Provincia di BARI

Comuni

Densità demografica (N° abitanti

per Km²)

Tasso di Crescita

Età media (anni)

Celibi/Nubili Stranieri NIR Tasso di Disoccupazione

Acquaviva delle Fonti

34° 39° 12° 24° 17° 5° 6°

Adelfia 10° 31° 18° 33° 29° 28° 26° Alberobello 24° 32° 2° 34° 12° 3° 27° Altamura 31° 26° 40° 2° 1° 40° 3° Bari 1° 1° 3° 39° 15° 1° 24° Binetto 37° 5° 38° 9° 40° 33° 37° Bitetto 14° 21° 36° 25° 37° 22° 16° Bitonto 16° 37° 34° 7° 28° 31° 20° Bitritto 8° 13° 35° 12° 30° 14° 36° Capurso 5° 9° 24° 36° 39° 27° 14° Casamassima

25° 8° 30° 21° 22° 20° 23°

Cassano delle Murge

32° 6° 23° 17° 3° 17° 9°

Castellana Grotte

19° 7° 14° 20° 24° 4° 33°

Cellamare 7° 2° 41° 22° 41° 32° 41° Conversano 26° 22° 15° 16° 14° 11° 8° Corato 20° 27° 32° 13° 19° 23° 21° Gioia del Colle

35° 25° 4° 37° 4° 9° 7°

Giovinazzo 12° 18° 11° 40° 31° 15° 28° Gravina in Puglia

38° 16° 39° 3° 13° 41° 2°



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Grumo Appula

33° 15° 27° 8° 38° 35° 10°

Locorotondo

18° 36° 7° 26° 11° 6° 38°

Modugno 3° 10° 28° 23° 7° 18° 22° Mola di Bari 11° 20° 9° 27° 33° 30° 13° Molfetta 6° 34° 8° 38° 23° 12° 31° Monopoli 17° 4° 13° 31° 26° 16° 17° Noci 36° 40° 6° 19° 25° 7° 29° Noicattaro 9° 24° 33° 10° 9° 24° 39° Palo del Colle

22° 38° 37° 15° 34° 37° 18°

Poggiorsini 41° 35° 31° 1° 8° 38° 1° Polignano a Mare

21° 3° 16° 18° 18° 21° 40°

Putignano 23° 29° 5° 35° 35° 2° 30° Rutigliano 15° 19° 20° 28° 2° 39° 35° Ruvo di Puglia

39° 30° 19° 14° 16° 29° 34°

Sammichele di Bari

27° 33° 1° 29° 27° 8° 4°

Sannicandro di Bari

30° 12° 25° 11° 10° 36° 12°

Santeramo in Colle

28° 28° 26° 5° 5° 25° 5°

Terlizzi 13° 23° 29° 6° 21° 26° 25° Toritto 40° 41° 22° 4° 20° 34° 15° Triggiano 2° 11° 21° 32° 36° 19° 11° Turi 29° 17° 10° 41° 6° 13° 19° Valenzano 4° 14° 17° 30° 32° 10° 32°



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PATTO TERRITORIALE SUD EST BARESE – POLIS

Persone Fisiche – Anno d’imposta 2017 REDDITO IMPONIBILE AI FINI DELLE ADDIZIONALI ALL’IRPEF Ammontare espresso in € Analisi comuni:

ALBEROBELLO 108.640.242

CASTELLANA GROTTE 182.379.737

CISTERNINO 112.786.405

CONVERSANO 233.965.583

FASANO 310.569.378

LOCOROTONDO 130.743.985

MARTINA FRANCA 437.290.062

MOLA DI BARI 210.693.017

MONOPOLI 440.880.506

NOCI 170.727.132

OSTUNI 300.469.751

POLIGNANO A MARE 150.684.831

PUTIGNANO 259.376.928

RUTIGLIANO 126.992.122

SAMMICHELE DI BARI 63.561.322

TURI 114.012.200

Tot. € 3.353.773.201



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

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Comune di: ALBEROBELLO (BA)

CLASSI DI REDDITO COMPLESSIVO IN EURO

REDDITO IMPONIBILE AI FINI

DELLE ADDIZIONALI ALL' IRPEF

FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 111 49.156 da 1.000 a 2.000 84 86.201 da 2.000 a 3.000 59 125.582 da 3.000 a 4.000 44 145.539 da 4.000 a 5.000 32 139.474 da 5.000 a 6.000 39 201.209 da 6.000 a 7.500 100 649.833 da 7.500 a 10.000 535 4.615.595 da 10.000 a 15.000 1.458 17.495.761 da 15.000 a 20.000 1.250 21.197.068 da 20.000 a 26.000 879 19.188.730 da 26.000 a 33.500 557 15.673.427 da 33.500 a 40.000 202 6.999.234 da 40.000 a 50.000 134 5.716.975 da 50.000 a 60.000 56 2.790.767 da 60.000 a 70.000 40 2.381.244 da 70.000 a 100.000 58 4.511.651 oltre 100.000 36 6.672.796 TOTALE 5.674 108.640.242



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Comune di: CASTELLANA GROTTE (BA)


REDDITO IMPONIBILE AI FINI DELLE ADDIZIONALI ALL' IRPEF

FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 238 114.427

da 1.000 a 2.000 126 149.389 da 2.000 a 3.000 72 158.986 da 3.000 a 4.000 71 215.072

da 4.000 a 5.000 45 192.949 da 5.000 a 6.000 53 268.335

da 6.000 a 7.500 252 1.656.034 da 7.500 a 10.000 932 8.023.130 da 10.000 a 15.000 2.372 28.311.255

da 15.000 a 20.000 2.010 33.649.346 da 20.000 a 26.000 1.576 34.411.133

da 26.000 a 33.500 918 25.805.691 da 33.500 a 40.000 366 12.789.489

da 40.000 a 50.000 213 8.797.121 da 50.000 a 60.000 106 5.366.004 da 60.000 a 70.000 64 3.819.741

da 70.000 a 100.000 117 8.947.287 oltre 100.000 64 9.704.348 TOTALE 9.595 182.379.737



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

30

Comune di: CISTERNINO (BR)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 151 68.450 da 1.000 a 2.000 92 101.412 da 2.000 a 3.000 40 89.109

da 3.000 a 4.000 30 94.112 da 4.000 a 5.000 29 127.663

da 5.000 a 6.000 21 106.208 da 6.000 a 7.500 109 714.935

da 7.500 a 10.000 582 4.973.684 da 10.000 a 15.000 1.716 20.403.876 da 15.000 a 20.000 1.404 23.711.975

da 20.000 a 26.000 972 21.385.149 da 26.000 a 33.500 643 18.368.239

da 33.500 a 40.000 224 7.854.669 da 40.000 a 50.000 103 4.316.717 da 50.000 a 60.000 62 3.206.526

da 60.000 a 70.000 28 1.633.786 da 70.000 a 100.000 26 2.123.333

oltre 100.000 28 3.506.562 TOTALE 6.260 112.786.405



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

31

Comune di: CONVERSANO (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 286 120.780 da 1.000 a 2.000 174 194.694 da 2.000 a 3.000 107 229.077

da 3.000 a 4.000 100 302.510 da 4.000 a 5.000 66 261.032

da 5.000 a 6.000 63 301.246 da 6.000 a 7.500 235 1.553.399

da 7.500 a 10.000 1.009 8.596.255 da 10.000 a 15.000 2.681 32.153.971 da 15.000 a 20.000 2.346 39.450.517

da 20.000 a 26.000 1.933 42.495.747 da 26.000 a 33.500 1.343 37.878.202

da 33.500 a 40.000 521 18.108.125 da 40.000 a 50.000 314 13.090.487 da 50.000 a 60.000 154 7.864.596

da 60.000 a 70.000 96 5.796.736 da 70.000 a 100.000 137 10.653.114

oltre 100.000 95 14.915.095 TOTALE 11.660 233.965.583



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

32

Comune di: FASANO (BR)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 451 211.071 da 1.000 a 2.000 321 392.269 da 2.000 a 3.000 178 409.142

da 3.000 a 4.000 120 401.597 da 4.000 a 5.000 110 445.512

da 5.000 a 6.000 118 613.054 da 6.000 a 7.500 524 3.428.355

da 7.500 a 10.000 2.000 17.262.424 da 10.000 a 15.000 4.914 58.745.103 da 15.000 a 20.000 3.844 64.992.330

da 20.000 a 26.000 2.412 52.540.461 da 26.000 a 33.500 1.467 41.737.419

da 33.500 a 40.000 557 19.282.044 da 40.000 a 50.000 275 11.529.283 da 50.000 a 60.000 145 7.468.056

da 60.000 a 70.000 102 6.061.275 da 70.000 a 100.000 139 10.885.038

oltre 100.000 90 14.164.945 TOTALE 17.767 310.569.378



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

33

Comune di: LOCOROTONDO (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 144 70.498 da 1.000 a 2.000 99 117.298 da 2.000 a 3.000 48 105.230

da 3.000 a 4.000 33 105.811 da 4.000 a 5.000 37 158.259

da 5.000 a 6.000 46 242.229 da 6.000 a 7.500 171 1.116.479

da 7.500 a 10.000 748 6.490.962 da 10.000 a 15.000 1.987 24.084.625 da 15.000 a 20.000 1.713 28.757.847

da 20.000 a 26.000 1.092 23.698.983 da 26.000 a 33.500 605 16.889.465

da 33.500 a 40.000 197 6.779.366 da 40.000 a 50.000 146 6.153.371 da 50.000 a 60.000 67 3.479.548

da 60.000 a 70.000 36 2.216.642 da 70.000 a 100.000 60 4.553.416

oltre 100.000 42 5.723.956 TOTALE 7.271 130.743.985



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

34

Comune di: MARTINA FRANCA (TA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 766 326.701 da 1.000 a 2.000 467 521.731 da 2.000 a 3.000 236 508.846

da 3.000 a 4.000 207 664.932 da 4.000 a 5.000 178 731.719

da 5.000 a 6.000 170 878.131 da 6.000 a 7.500 399 2.607.202

da 7.500 a 10.000 1.777 15.329.528 da 10.000 a 15.000 4.759 57.315.996 da 15.000 a 20.000 5.029 85.085.315

da 20.000 a 26.000 3.685 80.877.036 da 26.000 a 33.500 2.509 71.398.028

da 33.500 a 40.000 1.010 35.373.928 da 40.000 a 50.000 536 22.691.988 da 50.000 a 60.000 222 11.471.839

da 60.000 a 70.000 129 7.917.238 da 70.000 a 100.000 245 19.328.640

oltre 100.000 162 24.261.264 TOTALE 22.486 437.290.062



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

35

Comune di: MOLA DI BARI (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 369 164.207 da 1.000 a 2.000 285 331.265 da 2.000 a 3.000 173 386.384

da 3.000 a 4.000 102 324.549 da 4.000 a 5.000 83 354.244

da 5.000 a 6.000 73 375.829 da 6.000 a 7.500 219 1.435.590

da 7.500 a 10.000 899 7.677.187 da 10.000 a 15.000 2.041 24.626.523 da 15.000 a 20.000 1.793 30.526.660

da 20.000 a 26.000 1.847 41.111.283 da 26.000 a 33.500 1.387 39.682.568

da 33.500 a 40.000 597 21.044.903 da 40.000 a 50.000 336 14.137.423 da 50.000 a 60.000 137 7.179.603

da 60.000 a 70.000 84 5.098.278 da 70.000 a 100.000 124 9.747.617

oltre 100.000 45 6.488.904 TOTALE 10.594 210.693.017



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

36

Comune di: MONOPOLI (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 615 280.039 da 1.000 a 2.000 358 413.254 da 2.000 a 3.000 221 490.448

da 3.000 a 4.000 182 586.614 da 4.000 a 5.000 165 691.430

da 5.000 a 6.000 162 824.820 da 6.000 a 7.500 506 3.321.676

da 7.500 a 10.000 1.986 17.037.420 da 10.000 a 15.000 5.153 61.999.796 da 15.000 a 20.000 4.551 77.145.235

da 20.000 a 26.000 3.287 72.370.335 da 26.000 a 33.500 2.272 64.517.458

da 33.500 a 40.000 922 32.093.433 da 40.000 a 50.000 563 23.438.129 da 50.000 a 60.000 250 12.797.057

da 60.000 a 70.000 180 10.832.716 da 70.000 a 100.000 246 18.644.777

oltre 100.000 152 23.395.869 TOTALE 21.771 440.880.506



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

37

Comune di: NOCI (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 226 103.896 da 1.000 a 2.000 147 166.471 da 2.000 a 3.000 89 188.722

da 3.000 a 4.000 63 201.910 da 4.000 a 5.000 62 262.286

da 5.000 a 6.000 58 291.061 da 6.000 a 7.500 139 895.558

da 7.500 a 10.000 800 6.897.996 da 10.000 a 15.000 1.833 21.804.929 da 15.000 a 20.000 1.886 31.623.685

da 20.000 a 26.000 1.468 32.297.786 da 26.000 a 33.500 899 25.308.443

da 33.500 a 40.000 338 11.701.743 da 40.000 a 50.000 197 8.207.604 da 50.000 a 60.000 96 4.821.563

da 60.000 a 70.000 60 3.713.895 da 70.000 a 100.000 119 9.190.533

oltre 100.000 78 13.049.051 TOTALE 8.558 170.727.132



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

38

Comune di: OSTUNI (BR)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 369 181.360 da 1.000 a 2.000 255 312.047 da 2.000 a 3.000 117 255.503

da 3.000 a 4.000 85 278.544 da 4.000 a 5.000 100 415.704

da 5.000 a 6.000 95 497.363 da 6.000 a 7.500 293 1.936.641

da 7.500 a 10.000 1.413 12.229.502 da 10.000 a 15.000 3.383 40.783.860 da 15.000 a 20.000 3.013 51.041.777

da 20.000 a 26.000 2.280 50.615.729 da 26.000 a 33.500 1.949 55.927.968

da 33.500 a 40.000 735 25.822.612 da 40.000 a 50.000 351 14.852.496 da 50.000 a 60.000 196 10.219.467

da 60.000 a 70.000 116 7.168.331 da 70.000 a 100.000 197 15.322.723

oltre 100.000 98 12.608.124 TOTALE 15.045 300.469.751



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

39

Comune di: POLIGNANO A MARE (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 212 90.765 da 1.000 a 2.000 114 141.267 da 2.000 a 3.000 55 126.414

da 3.000 a 4.000 47 154.683 da 4.000 a 5.000 54 232.455

da 5.000 a 6.000 51 275.729 da 6.000 a 7.500 229 1.539.728

da 7.500 a 10.000 955 8.193.254 da 10.000 a 15.000 2.335 28.178.423 da 15.000 a 20.000 1.576 26.463.634

da 20.000 a 26.000 1.189 26.290.337 da 26.000 a 33.500 862 24.383.896

da 33.500 a 40.000 313 11.022.009 da 40.000 a 50.000 141 5.950.924 da 50.000 a 60.000 84 4.336.341

da 60.000 a 70.000 30 1.785.065 da 70.000 a 100.000 75 5.775.476

oltre 100.000 46 5.744.431 TOTALE 8.368 150.684.831



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

40

Comune di: PUTIGNANO (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 331 146.684 da 1.000 a 2.000 220 240.791 da 2.000 a 3.000 112 229.436

da 3.000 a 4.000 92 280.639 da 4.000 a 5.000 100 397.429

da 5.000 a 6.000 61 309.076 da 6.000 a 7.500 216 1.392.503

da 7.500 a 10.000 1.055 8.999.985 da 10.000 a 15.000 3.147 37.737.664 da 15.000 a 20.000 2.948 49.478.533

da 20.000 a 26.000 2.088 45.545.261 da 26.000 a 33.500 1.409 39.529.278

da 33.500 a 40.000 551 19.135.483 da 40.000 a 50.000 331 13.765.349 da 50.000 a 60.000 164 8.343.831

da 60.000 a 70.000 113 6.702.821 da 70.000 a 100.000 173 13.346.091

oltre 100.000 107 13.796.074 TOTALE 13.218 259.376.928



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

41

Comune di: RUTIGLIANO (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 208 93.988 da 1.000 a 2.000 134 154.800 da 2.000 a 3.000 78 160.455

da 3.000 a 4.000 57 174.663 da 4.000 a 5.000 56 229.498

da 5.000 a 6.000 39 199.709 da 6.000 a 7.500 228 1.511.218

da 7.500 a 10.000 853 7.315.577 da 10.000 a 15.000 2.025 24.225.141 da 15.000 a 20.000 1.244 21.143.463

da 20.000 a 26.000 963 21.276.060 da 26.000 a 33.500 718 20.330.659

da 33.500 a 40.000 275 9.645.319 da 40.000 a 50.000 125 5.196.797 da 50.000 a 60.000 55 2.866.931

da 60.000 a 70.000 31 1.858.973 da 70.000 a 100.000 65 4.900.239

oltre 100.000 38 5.708.632 TOTALE 7.192 126.992.122



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

42

Comune di: SAMMICHELE DI BARI (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 66 29.358 da 1.000 a 2.000 54 61.177 da 2.000 a 3.000 21 46.279

da 3.000 a 4.000 13 41.812 da 4.000 a 5.000 10 35.237

da 5.000 a 6.000 19 98.942 da 6.000 a 7.500 80 541.269

da 7.500 a 10.000 314 2.727.867 da 10.000 a 15.000 828 9.941.287 da 15.000 a 20.000 585 9.911.742

da 20.000 a 26.000 481 10.692.094 da 26.000 a 33.500 466 13.329.858

da 33.500 a 40.000 147 5.186.937 da 40.000 a 50.000 79 3.391.909 da 50.000 a 60.000 35 1.800.061

da 60.000 a 70.000 18 1.115.808 da 70.000 a 100.000 33 2.606.454

oltre 100.000 17 2.003.231 TOTALE 3.266 63.561.322



Tel. 080-802184, fax 080-9379742

43

Comune di: TURI (BA)



FREQUENZA AMMONTARE

fino a 1.000 141 64.898 da 1.000 a 2.000 123 134.317 da 2.000 a 3.000 67 136.852

da 3.000 a 4.000 41 124.428 da 4.000 a 5.000 29 121.335

da 5.000 a 6.000 24 116.674 da 6.000 a 7.500 132 866.973

da 7.500 a 10.000 488 4.215.541 da 10.000 a 15.000 1.408 16.719.297 da 15.000 a 20.000 1.074 18.133.625

da 20.000 a 26.000 896 19.778.894 da 26.000 a 33.500 809 23.162.732

da 33.500 a 40.000 360 12.624.147 da 40.000 a 50.000 141 5.888.497 da 50.000 a 60.000 50 2.563.324

da 60.000 a 70.000 29 1.725.781 da 70.000 a 100.000 45 3.522.454

oltre 100.000 30 4.112.431 TOTALE 5.887 114.012.200

PATTO TERRITORIALE POLIS SRL · Il sistema economico della Puglia: 1. Lo scenario attuale e gli...

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