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1 Le ombre degli uomini e delle donne nel Voice Dialogue: il Patriarca e la Matriarca di Sara Cattò Patriarca e Matriarca sono i termini che il Voice Dialogue utilizza per indicare i due sé che raccolgono tutte le ombre della virilità e della femminilità, costruite dalla nostra cultura nei millenni. Il Patriarca e la Matriarca interiori sono due sé estremamente potenti che regolano molti dei nostri comportamenti soprattutto in relazione all’altro sesso, perché sono fortemente connotati dall’identità di genere e dai valori collettivi. 1 Il Patriarca esalta i valori maschilisti, derivanti da un disprezzo delle qualità del Femminile e da una esaltazione di tratti parziali e squilibrati del Maschile. All’opposto, la Matriarca esalta i valori femministi, derivanti da un disprezzo delle qualità del Maschile e da una esaltazione di tratti parziali e squilibrati del Femminile. Questi sono due sé che hanno un’azione subdola e molto potente nella psiche di uomini e donne; è necessario confrontarsi consapevolmente con essi per neutralizzarne gli effetti dannosi, che impediscono un vero incontro tra uomini e donne, il reciproco apprezzamento e quell’equanimità di cui ho detto a proposito della polarità. Patriarca e Matriarca sono due programmazioni del cervello limbico (si veda il capitolo otto) particolarmente difficili da riconoscere come dannose, poiché beneficiano del sostegno della visione collettiva: siccome siamo tutti d’accordo e in fondo la pensiamo tutti nello stesso modo, allora dev’essere vero. Vediamo quali sono le loro rispettive credenze 2 . Il Patriarca: le donne sono inferiori agli uomini le donne devono stare a casa (a fare la calzetta) l’aspetto in una donna è fondamentale: deve essere sempre attraente, non deve invecchiare la donna è un essere inferiore, è la prima peccatrice e responsabile della caduta dell’uomo e dell’espulsione al Giardino dell’Eden la donna è la causa di tutti i mali la donna è responsabile delle relazioni. Se un rapporto finisce è colpa sua, che non è riuscita a “tenere insieme la famiglia” le donne non riescono ad avere un vero successo mia madre non si tocca le donne sono instabili, inaffidabili, lunatiche. Non puoi pensare di poterle capire; puoi solo tenerle buone peccato che sia nata donna, perché con le capacità che ha, se fosse stata un uomo… nelle questioni importanti (un’operazione chirurgica, una decisione finanziaria, un consiglio immobiliare) è meglio affidarsi a un uomo le donne non sanno ragionare lucidamente le donne sono il sesso debole le donne sono tutte puttane (fuorché mia madre e mia sorella) le donne non valgono niente, ma noi non ne possiamo fare a meno è meglio avere un uomo contro che una donna la donna non è in grado di cavarsela da sola

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Le ombre degli uomini e delle donne nel Voice Dialogue: il Patriarca e la Matriarca

di Sara Cattò

Patriarca e Matriarca sono i termini che il Voice Dialogue utilizza per indicare i due sé che raccolgono tutte le ombre della virilità e della femminilità, costruite dalla nostra cultura nei millenni.

Il Patriarca e la Matriarca interiori sono due sé estremamente potenti che regolano molti dei nostri comportamenti soprattutto in relazione all’altro sesso, perché sono fortemente connotati dall’identità di genere e dai valori collettivi.1

Il Patriarca esalta i valori maschilisti, derivanti da un disprezzo delle qualità del Femminile e da una esaltazione di tratti parziali e squilibrati del Maschile. All’opposto, la Matriarca esalta i valori femministi, derivanti da un disprezzo delle qualità del Maschile e da una esaltazione di tratti parziali e squilibrati del Femminile. Questi sono due sé che hanno un’azione subdola e molto potente nella psiche di uomini e donne; è necessario confrontarsi consapevolmente con essi per neutralizzarne gli effetti dannosi, che impediscono un vero incontro tra uomini e donne, il reciproco apprezzamento e quell’equanimità di cui ho detto a proposito della polarità. Patriarca e Matriarca sono due programmazioni del cervello limbico (si veda il capitolo otto) particolarmente difficili da riconoscere come dannose, poiché beneficiano del sostegno della visione collettiva: siccome siamo tutti d’accordo e in

fondo la pensiamo tutti nello stesso modo, allora dev’essere vero. Vediamo quali sono le loro rispettive credenze2. Il Patriarca:

− le donne sono inferiori agli uomini − le donne devono stare a casa (a fare la calzetta) − l’aspetto in una donna è fondamentale: deve essere sempre attraente, non deve invecchiare − la donna è un essere inferiore, è la prima peccatrice e responsabile della caduta dell’uomo e

dell’espulsione al Giardino dell’Eden − la donna è la causa di tutti i mali − la donna è responsabile delle relazioni. Se un rapporto finisce è colpa sua, che non è riuscita a

“tenere insieme la famiglia” − le donne non riescono ad avere un vero successo − mia madre non si tocca − le donne sono instabili, inaffidabili, lunatiche. Non puoi pensare di poterle capire; puoi solo tenerle

buone − peccato che sia nata donna, perché con le capacità che ha, se fosse stata un uomo… − nelle questioni importanti (un’operazione chirurgica, una decisione finanziaria, un consiglio

immobiliare) è meglio affidarsi a un uomo − le donne non sanno ragionare lucidamente − le donne sono il sesso debole − le donne sono tutte puttane (fuorché mia madre e mia sorella) − le donne non valgono niente, ma noi non ne possiamo fare a meno − è meglio avere un uomo contro che una donna − la donna non è in grado di cavarsela da sola

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− se sei donna, e vuoi essere accettata devi diventare uomo − per un uomo fare i ‘lavori da donna’ (lavare i piatti, cambiare il pannolino ai figli, …) è umiliante.

Un vero uomo non li fa − un vero uomo non deve chiedere mai − le donne che leggono sono pericolose

Il Patriarca gioca un ruolo fondamentale anche rispetto alla sessualità della donna, per lui misteriosa e imprevedibile, a cominciare dal sangue mestruale, che il Patriarca trova inquietante e spesso non vuole averci a che fare. Vuole la donna seduttiva, attraente e disponibile per il piacere dell’uomo, ma quando la donna è così, allora è una poco di buono. La sensualità della donna è accettata solo quando e fintanto che è al servizio della stabilità del vincolo matrimoniale e familiare, e anche qui solo fino a un certo punto. Una donna sposata deve avere un certo contegno, deve smetterla di conciarsi in certi modi, deve essere seria. Con la moglie certe cose non si fanno, “con la bocca che bacia i miei figli…”. Si fanno con ‘quelle altre’. Il Patriarca è responsabile di quella profonda dicotomia, così radicata nella cultura occidentale, che divide le donne in madonne e puttane, senza possibilità alcuna di conciliazione delle due nella stessa

persona. La moglie prima è stata “spenta” nel suo erotismo e nella sua sensualità, poi è colpevole di non essere più attraente come prima e fornisce il pretesto perché l’uomo vada cercare altrove. È facilmente riconoscibile in tutto questo la radice della caccia alle streghe. Il Patriarca cristallizza la donna nel ruolo di moglie e di madre. Al di fuori di questo la donna è un oggetto che deve garantire alcune prestazioni: vestirsi in modo attraente e seduttivo (e possibilmente poco); essere sessualmente disponibile, restare eternamente adolescente (i segni di vecchiaia vanno cancellati ad ogni costo, se no si rischia la sostituzione). Questo atteggiamento arriva fino ad addossare alla donna stessa la colpa per le aggressioni e la violenza sessuale: una che va in giro conciata così [cioè come la vuole il Patriarca…] se l’è cercata.

Il Patriarca è massicciamente presente anche nelle donne e l’errore compiuto da alcune femministe ne è una evidente e tragica conseguenza. È una grande e paradossale illusione di emancipazione.

Alcune hanno scelto di incorporare in toto i valori maschili per ottenere il successo in un mondo di uomini e, in alcune di esse, il Patriarca Interiore prende una forma interessante: queste donne si sentono bene con se stesse ma considerano con disprezzo le donne che sono rimaste legate a ruoli tradizionalmente femminili.3

Tra le Dee, si può riconoscere in Atena (“la figlia del padre”) e in Era (la moglie a ogni costo) una grossa componente patriarcale. Anche in Demetra essa è presente, nel rapporto col figlio maschio che viene divinizzato. Tra gli Dei, il prototipo per eccellenza di questa visione è Zeus. Le richieste che il Patriarca fa a uomini e donne sono improntate su valori tipici del Maschile: linearità e rinnego della ciclicità (le donne devono essere sempre ugualmente produttive anche ‘in quei giorni’ o durante la gravidanza); produttività come valore massimo, razionalità in ogni cosa. Franca Errani Civita mette in luce come il Patriarca colpisca pesantemente anche gli uomini, che in apparenza esalta e difende. Il suo disprezzo per le qualità della donna fa sì che esse vengano represse negli uomini. Soprattutto la capacità di ascolto delle proprie emozioni, la capacità di sentire per via intuitiva e sovra-razionale, la possibilità di concedersi momenti “extra” di ozio creativo4.

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L’uomo si trova condannato a una corsa continua, correre per correre, anche se non sa dove sta andando. Col risultato che ad un certo punto (in genere nella mezza età) si ritrova così lontano da se stesso, dai propri desideri, dal proprio significato di vita da entrare in crisi. Il disagio può essere affrontato in modi molto diversi: si comincia a mettersi in ascolto di sé, si cercano strumenti nuovi di autoconoscenza, oppure si cerca di mettere tacere il disagio buttandosi ancor di più nel lavoro, o andando alla ricerca di qualcosa di “estremo” (sport, sesso), o facendosi un’amante. Anche alcune donne si riconosceranno in questo schema, perché il Patriarca oggi pretende questo anche da loro. Il Patriarca oscilla

da un generico atteggiamento di diffidenza a un sentimento di concreto timore davanti alle energie femminili, imprevedibili e potenzialmente straripanti, che hanno bisogno di essere tenute sotto controllo. … vuole la donna femminile ma svaluta e disprezza gli aspetti femminili e ricettivi degli uomini [ovvero il suo livello emotivo, nel quale l’uomo è femminile]. Oggigiorno sempre più spesso le donne chiedono ai loro uomini di essere in contatto con il oro femminile interiore e con al loro emotività fino a incoraggiarli a seguire corsi di tutti i tipi … ma quando finalmente l’uomo lo fa, il Patriarca Interiore della sua compagna lo giudica e lo disprezza!5

A conferma che le donne sono lunatiche, prima vogliono una cosa poi non la vogliono più. Tanto come fai sbagli...

Il patriarca addossa alla donna la responsabilità delle sorti della relazione di coppia; se si finisce per divorziare, il Patriarca non le perdonerà mai più di non essere riuscita a tenere in piedi il rapporto, tanto da impedirle, per punizione, di riallacciare un altro rapporto stabile per il resto della sua vita. Come nota giustamente Elena Dragotto6, la donna che deve lottare per veder riconosciuto il proprio valore, lotta in realtà con il suo Patriarca interiore, che le sussurra “tu come donna vali meno”. Una donna che sia sicura del proprio valore e del proprio potere non sente il bisogno di lottare per dimostrarlo. Mentre il Patriarca ha espresso la cultura occidentale dominante negli ultimi

millenni, la Matriarca esprime convinzioni che non sono state riconosciute come valide finora a livello collettivo:

per lungo tempo questo sé [la Matriarca] non ha rappresentato un grosso problema per gli uomini, così come invece è stato il Patriarca per le donne. Da un po’ di tempo, però, molti uomini subiscono il contraccolpo degli attacchi delle loro Matriarche interiori (e delle Matriarche delle donne attorno a loro).7

Franca Errani individua alcuni fattori che hanno portato allo sviluppo della Matriarca: la rivoluzione industriale che ha interrotto la trasmissione dei mestieri di padre in figlio; le due guerre mondiali che hanno privato le famiglie di moltissimi padri; il movimento femminista che ha sottratto all’uomo svariati monopoli di identità; il progressivo aumento di donne nel corpo docente della scuola primaria e secondaria; l’aumento di separazioni e l’abituale assegnazione dei figli alla madre. Claudio Risè mette molto bene in luce le conseguenze di questa “assenza di maschio” e di padre.8 La Matriarca dice:

− l’uomo va guidato, non guida − l’uomo è sempre un po’ da meno della donna − gli uomini sono tutti bambini, infantili − l’uomo non è capace di dare sicurezza. … − per quanto cerchi di impegnarsi e di capire, in fondo, è sempre un

uomo − solo tra noi donne ci si può veramente capire − gli uomini sono dei codardi, hanno paura delle donne − se non ci fosse una grande donna dietro, nessun uomo varrebbe

niente − gli uomini sono interessati solo ad una cosa − se fosse per gli uomini, il pianeta sarebbe distrutto da un pezzo

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− noi donne siamo le più forti e siamo capaci di portare gli uomini dove vogliamo noi − gli uomini sono solo dei fantocci nelle nostre mani. Senza di noi non possono stare − gli uomini servono solo per fare figli − stare con un uomo è come stare da sola (anzi peggio) − una donna, oltre ai suoi figli, ne ha sempre uno in più: il loro padre − solo le donne salveranno il mondo − (al figlio maschio): sei proprio come tuo padre − gli uomini sono dei buoni a nulla − una donna non deve mai darsi completamente a un uomo

Gli Stone la descrivono così: Un solo sguardo dei suoi occhi gelidi e disapprovanti e anche l’uomo più forte, più sicuro di sé crollerà, ridotto a pezzettini.9

Poiché la Matriarca raccoglie delle convinzioni basate sulle qualità di un Femminile distorto (come il Patriarca basa sulle qualità distorte del Maschile), gli uomini si trovano ora intrappolati in un Femminile divorante e castrante, che ha tolto loro identità e soprattutto senso del proprio valore. In particolare, mentre il Patriarca opera sminuendo le donne, la Matriarca opera disprezzando gli uomini, due modi diversi di togliere valore all’altro. Come dice Elena Dragotto:

Sono due pezzi da novanta, potenti e perfettamente capaci di reggere lo scontro, come due titani. La Matriarca incenerisce l’uomo con lo sguardo, uno sguardo di disprezzo. Qui nasce la violenza: quando la Matriarca guarda con disprezzo il Patriarca. Il disprezzo copre, in realtà, la vulnerabilità.

Quest’azione di castrazione della Matriarca ha un ruolo fondamentale anche nei sempre più diffusi problemi sessuali degli uomini, che sono prima di tutto – guarda caso – difficoltà di erezione. La Matriarca induce un senso di sorellanza tra donne che esclude gli uomini, una posizione aprioristicamente “a favore delle donne e contro gli uomini”. Tra le Dee è Artemide quella che più esprime questo aspetto. Esercizio Rileggi le credenze del Patriarca e senti quali risuonano in te: con quali sei d’accordo, quali senti estranee? Riconosci, pur ritenendo qualche affermazione estranea a te, di averla fatta anche tu in qualche occasione? Ci sono altre “sentenze” che ti vengono in mente? Riconosci di essere stato giudicato sulla base di qualcuna di queste credenze? Da chi? E da te stesso? 1 Errani Civita (2005), p.96. Il capitolo quattro è interamente dedicato allo studio di questi due sé. 2 Traggo queste credenze, oltre che dalla mia esperienza clinica, anche da Stone (2002), p103-120; Errani Civita (2005), p.75-97; e dalla relazione di Elena Dragotto, Il pregiudizio che impedisce l’incontro: valori patriarcali e matriarcali, al I° Convegno Progetto Gilania dal titolo Uomini e donne: la ricchezza della diversità, Bologna, 21 e 22 aprile 2007. 3 Stone (2002), p.113-4. Il testo di Sidra Stone, The Shadow King, non ancora disponibile in italiano, è interamente dedicato al Patriarca Interiore. 4 Si veda su questo il godibilissimo L’ozio come stile di vita di Tom Hodgkinson (Rizzoli, 2005). 5 Errani Civita (2005), p.76-7 6 Contributi tratti dalla relazione di Elena Dragotto, Il pregiudizio che impedisce l’incontro: valori patriarcali e matriarcali, al I° Convegno Progetto Gilania dal titolo Uomini e donne: la ricchezza della diversità, Bologna, 21 e 22 aprile 2007. 7 Errani civita (2005), p.85 8 Si vedano in particolare Risé (2003), (1998). E anche Sam Keen, Nel ventre dell’eroe, Frassinelli, 1993. 9 Stone – Stone (1999,2009), p.95