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Parte prima Ruolo e funzioni del sistema finanziario Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2009-2010 Prof. Roberto Malavasi

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Parte prima

Ruolo e funzioni del

sistema finanziario

Corso di Tecnica Bancaria. Anno 2009-2010Prof. Roberto Malavasi

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In questa parte …. Elementi di base: il sistema finanziario e le sue funzioni

Le caratteristiche delle attività finanziarie

La funzione creditizia e il saldo finanziario

L’articolazione del sistema finanziario

Gli intermediari: la banca e gli intermediari non bancari

L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca

Aspetti tecnici del meccanismo dei pagamenti

Il processo moltiplicativo

La vigilanza sul sistema finanziario

I controlli sulle banche

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Elementi di base: il Elementi di base: il

sistema finanziario e sistema finanziario e

le sue funzionile sue funzioni

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Elementi di base: il sistema finanziario e le sue funzioni

Sistema FinanziarioUn sistema finanziario è costituito dal complesso integrato di strumenti, istituzioni e mercati finanziari, esistenti in un dato luogo in un dato momento. Esso costituisce un’infrastruttura cruciale per il funzionamento delle moderne economie in quanto svolge tre importanti funzioni.

Funzioni

realizza il trasferimento di risorse dal risparmio agli investimenti (funzione creditizia o di allocazione delle risorse); assicura l’efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione monetaria); trasmette al sistema economico gli impulsi della politica monetaria ed economica.

Tali funzioni possono essere peraltro ricondotte tutte alla prima, cioè all’attività di concessione di credito che, in varie forme tecniche e attraverso diversi strumenti, è indirizzata a soddisfare i bisogni di finanziamento degli individui e delle istituzioni che compongono il sistema economico.

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Il sistema finanziario e le istituzioni che lo compongono hanno quindi la

funzione fondamentale di trasferire potere d’acquistotrasferire potere d’acquisto agli operatori che lo

richiedono per le loro operazioni correnti e di investimento.

Poiché le passività di alcuni intermediari (in particolare delle banche) sono

accettate come mezzi di pagamentomezzi di pagamento, il sistema finanziario contribuisce a

determinare il volume complessivo dei mezzi monetari a disposizione

dell’economia, dunque del potere d’acquisto che può essere trasferito.

La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè strettamente La funzione creditizia e quella monetaria sono cioè strettamente

correlatecorrelate. Ne deriva che il trasferimento di risorse non avviene in modo, per

così dire, neutrale e passivo, ma rappresenta uno dei momenti cruciali del

funzionamento di un moderno sistema economico.

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Anche se il risparmio è una grandezza reale, in una

economia monetaria un atto di risparmio si concretizza

necessariamente in una determinata quantità di unità

monetarie, per la semplice ragione che i redditi vengono

percepiti in forma monetaria.

La moneta e tutte le altre attività finanziarie create dal

sistema finanziario hanno appunto la funzione di

collegamento tra il risparmio e gli investimenti: sono

infatti espressione di operazioni di prestito mediante le

quali viene ceduto potere d’acquisto.

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Schema del sistema finanziario

Banca d’Italia Consob Antitrust Isvap Covip

Intermediari

Banche e Altri

Investitori istituzionali

Fondi comuni e fondi pensione

Assicurazioni

Mercati

Monetario

Finanziario

(obbligazioni, azioni, derivati)

Famiglie

Depositi

Quote

Polizze

Obbligazioni e azioni

Imprese

Settore pubblico

Prestiti

Obbligazio

ni e azio

ni

Titoli

Le frecce indicano i principali strumenti che vengono utilizzati per effettuare il trasferimento di fondi. In termini economici tali strumenti sono definiti attività finanziarie. Rappresentano un rapporto di debito/credito fra le parti (o di partecipazione nel caso delle azioni) e sono il frutto di un contratto che disciplina gli impegni e i diritti reciproci

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Le caratteristiche Le caratteristiche

delle attività delle attività

finanziariefinanziarie

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All’interno del sistema finanziario lo scambio di fondi è

basato su strumenti come i depositi, le obbligazioni, i titoli

pubblici e così via. Tali strumenti sono chiamati “attività

finanziarie”

Attività finanziaria

Un bene che esprime un rapporto

contrattuale nel quale entrambe le

prestazioni sono denominate in

moneta e scadono in tempi diversi.

Una attività finanziaria prevede

quindi un trasferimento di potere di

acquisto contro una o più

prestazioni future di segno opposto

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La natura del contratto sottostante

Il tempo

Elementi fondamentali delle attività finanziarie

In una attività finanziaria le prestazioni delle due parti in causa sono rette da un contratto che può appartenere a tipologie diverse, che hanno implicazioni economiche diverse. Occorre innanzitutto distinguere, almeno, tra attività finanziarie che esprimono un rapporto di credito (obbligazioni, depositi) e attività finanziarie che esprimo un rapporto di partecipazione (azioni)

Ciò che contraddistingue un rapporto di credito (e dunque l’attività finanziaria che lo incorpora) da altri rapporti di scambio è la distanza temporale che separa le due prestazioni. Questa caratteristica rinvia alla distanza temporale che separa il momento della produzione di beni e servizi da quello della loro vendita. In ogni caso in cui il processo produttivo richiede un intervallo tra l’inizio della attività produttiva e la sua conclusione, si realizzano le condizioni affinché possano svilupparsi forme di credito non episodiche

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Il rischio

L’informazione

Elementi fondamentali delle attività finanziarie

Il fatto che il tempo sia l’elemento fondamentale del rapporto di credito comporta che in esso è insita una componente di rischio. Per quanto il creditore possa essere oculato nel valutare le condizioni prospettiche del debitore, esiste sempre una probabilità non nulla che alla scadenza il debito non venga onorato o che, comunque, durante la vita del prestito si verifichino fenomeni che non possono essere perfettamente previsti e che modificano la situazione economica del creditore e del debitore

La valutazione delle varie tipologie di rischio nel corso della vita dell’attività finanziaria dipende dalle informazioni disponibili alle parti in causa. L’informazione è allo stesso tempo input e output dell’attività degli intermediari e dei mercati finanziari. E’ input in quanto i processi decisionali degli operatori si basano su informazioni (concedere o non concedere un credito; acquistare o non acquistare un titolo). E’ anche output perché il prezzo di ciascuna attività finanziaria incorpora informazioni, in quanto è il frutto del processo decisionale stesso.

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L’interesse

Elementi fondamentali delle attività finanziarie

E’ la remunerazione per chi cede potere di acquisto, e quindi “fa credito”, e

richiede un compenso sia per la rinuncia al potere di acquisto, sia per il rischio

sopportato. Il tasso di interesse è innanzitutto il prezzo per lo scambio fra beni

presenti e beni futuri. Poiché solo la moneta si scambia fra presente e futuro,

possiamo definire il tasso di interesse come il premio percentuale pagato sulla

moneta ad una certa data in termini di moneta disponibile in un momento

successivo

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La funzione creditizia La funzione creditizia

e il saldo finanziarioe il saldo finanziario

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La funzione creditizia

La diffusione della moneta consente di identificare 2 circuiti2 circuiti distinti ma

sovrapposti, uno alimentato dai flussi reali dei fattori di produzione e

dei beni e uno alimentato dai flussi finanziari. Il secondo costituisce la

controparte monetaria del primo.

Precisazione: gli eventi economici che generano una obbligazione nei confronti di un terzo possono essere rilevati nel momento in cui tale obbligazione sorge – principio di competenzaprincipio di competenza – oppure nel momento in cui viene effettivamente realizzato il pagamento – principio di cassaprincipio di cassa.

Di seguito si parlerà genericamente di reddito, mentre si dovrebbe

parlare più correttamente di flussi finanziari in entrata.

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Gli operatori di un sistema economico generano:

Entrate correntiEntrate correnti (Y) destinate, in primo luogo, a coprire flussi finanziari in uscita (C).

S non viene, tuttavia, determinato in modo residuale (alcuni operatori

fissano S e quindi adeguano C in funzione di Y).

S viene destinato ad alimentare il processo di investimento ( I ) (che serve

a sua volta a ripristinare la capacità produttiva – amm/to - o ad incrementarla

– investimento vero e proprio)

Generalmente, ma non necessariamente, Y > C da cui Y - C = S (risparmio)

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Evoluzione nel tempo dello stato patrimoniale di un operatore

Attivo Passivo

AF

AR

Δ AF

Δ AR = I

PF

CN

Δ PF

Δ CN = RN = S

Δ AR + Δ AF = S + Δ PFY - C

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Dal confronto tra S e I nasce il saldo finanziariosaldo finanziario

Il saldo finanziario

A livello di sistema economico sistema economico complessivocomplessivo S = I (al netto dei trasferimenti da e verso l’estero, rilevati dal saldo delle partite correnti).

A livello di singolo operatoresingolo operatore è

difficile che sia S = I, più

frequentemente:

• S>I surplus o avanzo finanziario • S<I deficit o disavanzo finanziario

Questo significa che tutte le risorse finanziarie che vengono impiegate devono essere accumulate originariamente da qualcuno (residente o non) e che tutte le risorse finanziarie accumulate devono trovare una forma di impiego (dentro e fuori i confini nazionali).

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Il riequilibrio (cioè l’impiego del Surplus, ovvero il finanziamento del

Deficit) viene ottenuto agendo sullo stock di strumenti finanziari.

L’esigenza degli operatori di riequilibrare la propria posizione si traduce

nella necessità di operare un trasferimento:

Chi detiene un Surplus si presenta come offerente di risorse finanziarie, cioè domanda strumenti finanziari (AF)

Chi si trova in Deficit domanda risorse finanziarie, cioè offre strumenti finanziari (PF)

Il trasferimento che consente di soddisfare queste opposte esigenze si concretizza nella creazione di uno strumento finanziariostrumento finanziario (PF)

AttenzioneTutte le grandezze esaminate sono grandezze FLUSSO (nuovo reddito, consumo, investimento, risparmio, avviati da un operatore durante un esercizio). Questi flussi vanno ad accrescere (diminuire) lo stock di investimenti reali e finanziari (e di debito).

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Il processo si svolge come segue:

SP0

AR PF

AF PN

Impieghi

C Y

(di norma + S)(anche – S

se C > Y

Fonti

Posizione patrimoniale iniziale ( tPosizione patrimoniale iniziale ( t00 ) )

PN0 = AF0 +AR0 – PF0

Saldo finanziarioSaldo finanziario

S – I = Δ AF – Δ PF

Posizione finanziaria finalePosizione finanziaria finale

AF1 – PF1 = AF0 + Δ AF – PF0 – Δ PF

Posizione patrimoniale finale ( tPosizione patrimoniale finale ( t11 ) )

AR1 + AF1 – PF1 = PN1 = PN0 + S

Δ+ AR Δ+ AFΔ- PF

Δ- ARΔ- AFΔ+ PF

C Y

S

Δ+ PF

I = Δ+ AR

Δ+ AFΔ- PF

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Esempio 1

I = 100 S = 80

ΔPF = 20

ΔAF = 0

SF = - 20

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Esempio 2

I = 100 S = 80

ΔPF = 50ΔAF = 30

I + ΔAF = S + Δ PF

100 + 30 = 80 + 50

SF = S- I = 80 – 100 = -20

SF = ΔAF- Δ PF = 30- 50 = -20

(30)

(20)

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Ogni settore ha una posizione che si colloca tra due estremi:

La funzione creditizia: alcune osservazioni

S = I e quindi SF=0S = 0 e quindi SF = I oppure I = 0 e quindi SF = S

Equilibrio finanziario

Divergenza finanziaria

Dissociazione tra risparmio e investimento

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Non completamenteNon completamente! Perché resterebbero:

1) le necessità monetarie (connesse al sistema dei pagamenti)

2) le necessità derivanti dalla copertura dei rischi

3) le necessità delle singole unità all’interno di ciascun settore

4) le necessità derivanti dalla variazione delle PF per finanziare la variazione delle AF, indipendentemente dallo squilibrio tra S e I

5) le necessità connesse alla ricomposizione dei portafogli di AF (gestione degli stock esistenti)

DomandaIn una economia con una struttura SF = 0SF = 0,

verrebbe meno il fabbisogno di trasferimento ?

Ne consegue che i medesimi saldi finanziari possono dare origine a diverse combinazioni

di variazioni delle AF e delle PF (del settore); non esiste cioè una relazione stretta tra non esiste cioè una relazione stretta tra

saldi finanziari e fabbisogno di intermediazionesaldi finanziari e fabbisogno di intermediazione.

AF1PF1

MonMon

AF2 PF2

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Esempio 3

I Famiglie Imprese

AR 50

AFI 400

AR 480PN 450 PN 80

PFF 400

AF = 400

PF = 400

S - I = - 400

SF = - 400

IIBa

S - I = 400

450 - 50

SF = 400

AFI 400 PFF 400

SF = 400

AF = 400+400 = 800

PF = 400+400 = 800

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Esempio 3

III Famiglie

AR 50

AFB 450

PN 450

Ba

S - I = 450 – 50 = 400

Δ AF - Δ PF = SF

450 – 50 = 400

AF 450 PFF 450

AF = 450+450 = 900

PF = 450+450 = 900

PFB 50

(+50) (+50)

Circuito finanziario puroCircuito finanziario puro

I 400

F 50

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Esempio 3IV

Famiglie

AFb 400AR 50

PN 450

Ba

AFI 400 PFF 400

AR 50

AFb 440 PN 450+40

+40 MONFamiglie Ba

AFI 400PFF 400+40 MON

+40

AR 50

AFb 440 PN 450+40

Ba

AFI 400 PFF 400

Famiglie

BOT 40

+40 40 MON a

Tesoro

Famiglie

AFb 400AR 50

PN 450

Ba

AFI 400 PFF 400

-40 MON -40 AFBOT 4040 MON a Tesoro

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Il soggetto A possiede attività finanziarie (BOT) per 100. Il suo risparmio è pari a 20 e viene investito in AR per 8. Il saldo finanziario è quindi pari a 12 e viene interamente destinato all’acquisto di depositi bancari (AF).

I 12 rappresentano esclusivamente un fabbisogno addizionale di trasferimento (offerta aggiuntiva di fondi suscettibili di trasferimento)

A potrebbe avere riallocato nello stesso periodo la propria ricchezza finanziaria (AF) da BOT (-100) a Depositi (+100).

Il sistema bancario si troverebbe a fine anno ad intermediare 112 pur a fronte di un saldo finanziario di 12.

IV

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I SF non catturano i processi di riallocazione della ricchezza

finanziaria esistente (consentono solo di valutare in che modo si

distribuiscono i flussi finanziari tra gli operatori).

Gli aggiustamenti di portafoglio (variazioni degli STOCK)

influenzano i fabbisogni di trasferimento, ma non i SF

i SF indicano quali ripercussioni esercitano sulle variabili finanziarie

le scelte in tema di variabili reali (scelte che non sono, ovviamente,

indipendenti da considerazioni attinenti la dimensione finanziaria di

tali operazioni)

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Esiste dunque una stretta interrelazione tra variabili reali e finanziarie

La mobilizzazione ed il trasferimento dei saldi permettono la realizzazione

di investimenti che altrimenti non potrebbero avere luogo

Gli aggiustamenti di portafoglio sono stimolati dalla disponibilità di AF (PF)

in grado di soddisfare le preferenze degli operatori (il “miglioramento” delle

tecnologie di negoziazione e degli strumenti di informazione contribuisce a

facilitare gli aggiustamenti di portafoglio).

A parità di dimensione aggregata dei fenomeni di natura reale (Y,S,I) il

volume degli strumenti finanziari in essere è più ampio se più accentuata è la

tendenza alla divisione del lavoro (ossia alla dissociazione tra funzione di

accumulazione e funzione di impiego del risparmio le quali si concentrano in

unità appartenenti a settori diversi dell’economia).

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I fattori determinanti della dimensione dell’attività finanziaria (volumi di AF in circolazione) sono allora:

Dimensione dei SF settorialiDimensione dei SF settoriali (volumi di risorse da trasferire)

Intermediazione semplice e multipla nei circuiti indirettiIntermediazione semplice e multipla nei circuiti indiretti (oltre allo sviluppo delle attività connesse con la gestione dei rischi)

Ricomposizione di portafoglioRicomposizione di portafoglio (ampiezza degli scambi relativi agli strumenti

finanziari in circolazione)

Peso relativo dei circuiti diretti e indirettiPeso relativo dei circuiti diretti e indiretti

Rilevanza dei circuiti finanziari “puri”Rilevanza dei circuiti finanziari “puri” (ΔAF = ΔPF cioè emissione di PF per investimento in AF)

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L’articolazione del L’articolazione del sistema finanziariosistema finanziario

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Fabbisogno di fondi Copertura del fabbisogno

I + Δ AFS

Δ PF

Circuiti direttidiretti

(mercati)(mercati)

Circuiti indirettiindiretti

(intermediari)(intermediari)

SempliciSemplici MultipliMultipli

Gli operatori che si trovano con SF attivi possono (secondo le loro preferenze) optare per un trasferimento diretto oppure appoggiarsi ad un intermediario.

L’articolazione del sistema finanziario

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Il sistema finanziario, cioè la rete di operatori finanziari, si colloca fra prenditori e prestatori finali di fondi. Una prima differenza si pone fra il collegamento direttocollegamento diretto, via mercato, e quello indirettoindiretto, via intermediari.

Il primo tipo di collegamento individua un circuito di intermediazione diretto nel

quale le passività finanziarie create dalle unità in disavanzo finanziario trovano una contropartita diretta nelle attività

ammesse allo stato patrimoniale delle unità in avanzo finanziario.

(Come in tutti i mercati, sono necessari agenti che facilitino e consentano l’incontro fra domanda e offerta)

Nel circuito finanziario indiretto il trasferimento di risorse avviene per il

tramite di banche e in genere di operatori definiti intermediari finanziari.

Per questi operatori la funzione di intermediazione, effettuata con

l’interposizione del proprio bilancio, trova una diretta espressione contabile nella composizione del conto economico e

dello stato patrimoniale

La diversa articolazione del sistema finanziario rispecchia diverse modalità tecniche di trasferimento delle risorse dalle unità in surplus alle unità in deficit e diverse

modalità di distribuzione dei rischi sui vari soggetti economici.

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Il sistema finanziario realizza un pooling delle risorse finanziarie per

rendere possibile il trasferimento di potere di acquisto dalle unità in

surplus alle unità in deficit.

Ciò vale per il sistema finanziario nel suo complesso, che può

essere visto come un immenso serbatoio, nel quale le unità in

surplus immettono risorse a cui attingono le unità in deficit

Ciò vale anche a livello di singola istituzione e di singolo strumento.

Banche e fondi comuni realizzano un pooling evidente: grazie alla

divisibilità del deposito e della quota del fondo comune, un

investitore è in grado di accedere ad un portafoglio diversificato

(crediti a imprese e titoli nel primo caso; titoli nel secondo)

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La trasformazione delle scadenze e dei rischi

Se il pubblico percepisce che le attività nei confronti delle banche

hanno un grado di rischio inferiore a quello delle attività verso le

imprese si ha anche una trasformazione dei rischitrasformazione dei rischi (le banche

sopportano allora una parte del “rischio reale”, cioè di quello

collegato all’andamento dei profitti lordi delle diverse attività

economiche)

Gli intermediari finanziari attuano poi una trasformazione delle trasformazione delle

scadenzescadenze (conciliando la preferenza alla liquidità delle unità in

surplus con le esigenze delle imprese – in deficit- di avere fondi

adatti a finanziare investimenti che generano profitti lordi nel medio

periodo).

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La struttura finanziaria delle banche comporta necessariamente una

differenza di scadenze (mismatching) nel senso che le attività, per

rispondere alle esigenze di trasformazione, devono avere scadenze

superiori alle passività

Tale divario è particolarmente forte nel caso delle banche che, per

assolvere alla funzione monetaria, hanno una parte consistente del

proprio passivo nella forma di conti a vista

Sempre con riferimento al sistema degli intermediari e ai loro

rapporti con le unità in deficit, è opportuno approfondire fin d’ora un

aspetto relativo alla durata dei crediti

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Abbiamo visto che con il credito le decisioni di spesa di un singolo

operatore possono risultare indipendenti dalla disponibilità di fonti

interne

La stessa definizione di saldo finanziario mette in evidenza che il

finanziamento della spesa per investimenti, cioè la spesa che per

definizione ha effetti sulle produzioni future ed è quindi “di

competenza” di più periodi può non essere coperta da profitti lordi

generati nel periodo

Vi è un’altra categoria di operazioni finanziarie da considerare:

finora abbiamo infatti preso in esame il nesso fra crediti e

investimenti e abbiamo trascurato il finanziamento della spesa

corrente

Questo credito viene riassorbito con la vendita delle merci e dunque

è nullo per definizione e per il sistema nel suo complesso al termine

di un intero ciclo produttivo

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Poiché peraltro i processi produttivi si intrecciano tra loro, esiste

sempre uno stock di attività correnti che deve essere finanziato: così

come nel bilancio delle imprese c’è sempre una quantità di scorte e

crediti verso clienti legata al livello corrente della produzione, così vi è

una quantità corrispondente di debiti verso il sistema finanziario

E’ allora naturale chiedersi se vi è una differenza e, in caso

affermativo, di quale natura, fra il credito destinato a colmare un deficit

temporaneo (ad esempio quando l’impresa si indebita all’inizio di un

ciclo produttivo per comprare le merci che dovrà trasformare e

vendere) e, dall’altro, il credito destinato a comprare nuove macchine

e aumentare la capacità produttiva e dunque i ricavi futuri

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E’ evidente che la spesa per investimenti è compiuta per accrescere

la qualità e/o il livello delle produzioni future: in questo senso, essa

è la manifestazione per eccellenza dell’attività imprenditoriale e del

rischio che questa comporta, quella cioè in cui l’imprenditore deve

dimostrare la sua capacità di cogliere e realizzare i processi

innovativi tipici della sua attività.

Questa differenza si riflette anche sulle modalità del processo di

creazione del credito. Se per il momento ipotizziamo che i depositi

bancari a vista (moneta bancaria) siano l’unica attività finanziaria

esistente, possiamo dire che tutta la moneta che le banche

consegnano alle imprese è moneta di nuova creazione.

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Ma quella creata in relazione alle esigenze “correnti” è destinata ad

essere distrutta mediante un procedimento decumulativo, nel

momento in cui il prestito viene rimborsato.

In un sistema stazionario, in cui S = I = 0, tutta la moneta bancaria

creata inizialmente viene distrutta al termine del ciclo. Solo in un

sistema in crescita, in cui ex post S = I > 0 avremo alla fine del

processo di produzione un incremento netto della quantità di

moneta, sulla base del credito creato per finanziare l’investimento

In altre parole, la moneta che viene messa a disposizione degli

imprenditori per effettuare gli investimenti non serve a sostituire

moneta legale nel finanziamento delle transazioni corrispondenti ad

un dato livello di reddito, ma serve ad aumentare quel livello,

rendendo possibili nuove transazioni. Serve cioè a “comandare”

nuove produzioni.

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E’ in quest’ottica che emerge chiaramente il ruolo di allocazione delle

risorse che viene svolto dal sistema finanziario. Attraverso le operazioni di

finanziamento esso aumenta la capacità produttiva di un operatore e

dell’economia nel suo complesso, dunque alimenta e sostiene il processo di

crescita.

La responsabilità del sistema finanziario è proprio quella di sapere

indirizzare le risorse verso gli impieghi più efficienti, cioè quelli a più alta

produttività marginale

Il riferimento alla creazione netta di potere di acquisto che avviene al

momento della creazione del credito porta anche ad identificare le

condizioni che consentono il puntuale rimborso a scadenza.

Saranno infatti le risorse aggiuntive consentite dall’operazione di prestito a

fornire il potere di acquisto necessario per pagare alle scadenze pattuite gli

interessi e il capitale (o, nel caso di una emissione azionaria, per pagare i

dividendi implicitamente promessi)

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I profitti lordi futuri sono quindi la variabile cruciale della capacità di

rimborso del debitore, poiché corrispondono alle risorse create

dall’impresa al netto dei costi correnti e quindi ( anche qui basta

ricordare la definizione di saldo finanziario) sono la fonte a cui

attingere per diminuire le passività precedentemente contratte

Ciascuna operazione di finanziamento trova cioè la sua

giustificazione (e il momento di accertamento della sua validità)

nella capacità di generare un flusso aggiuntivo di risorse tali da

consentire di pagare l’interesse, di ripagare il capitale e lasciare un

margine di profitto per l’operatore che sopporta il rischio d’impresa.

Ciò è valido anche per un macrosettore nel suo complesso:

l’indebitamento accumulato può essere diminuito in valore assoluto

(senza tener conto per il momento della variazione di potere di

acquisto della moneta) solo da saldi finanziari positivi nel futuro.

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Il settore pubblico ad esempio può ridurre il volume del suo debito

solo ponendosi nella condizione di avere saldi finanziari positivi; un

paese nel suo complesso può ridurre il suo debito estero solo

trovandosi con un saldo delle partite correnti positivo

In sintesi, i profitti lordi futuri sono la variabile da cui dipende la

capacità di rimborso del debitore. Tutte le operazioni poste in

essere dal sistema finanziario, tutta la piramide dei crediti costruita

dalle banche e dagli altri operatori trova la sua convalida definitiva

nei profitti futuri.

Il che significa che la ragion d’essere del sistema finanziario è

quella di consentire un processo di accumulazione capace di

aumentare il flusso futuro di produzione e di reddito

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Circuiti diretti e circuiti indirettiI fattori che determinano la scelta sono:

Grado di visibilità reciproca

Compatibilità fra le diverse esigenze

Simmetria (asimmetria) informativa sull’esito futuro dell’impiego delle risorse

Grado di fiducia dei fornitori di fondi rispetto ai prenditori

Mercati organizzati

Livello informativo

Mezzi di comunicazione

Tecnologie di trasferimento

Liquidità strumenti (titoli)

Accordi di cambio

Assetti competitivi

Regole istituzioni e controlli

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L’evoluzione del sistema finanziario porta come logica conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari esistenti

Le banche presentano la caratteristica peculiare di essere gli unici operatori abilitati all’esercizio congiunto del credito e della raccolta di fondi direttamente presso il pubblico.

L’articolazione del sistema finanziario

In Italia la vigilanza è esercitata:

dalla Banca d’ItaliaBanca d’Italia per quanto riguarda le banche e in generale i controlli di stabilità su tutti gli intermediari

dalla CONSOBCONSOB per quanto riguarda il mercato mobiliare e in genere i controlli di correttezza e trasparenza.

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Gli intermediari: la

banca e gli altri

intermediari non

bancari

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L’attività bancaria: definizione La nuova legge bancaria (Testo Unico Bancario, ovvero

T.U.B., ovvero Dlgs 385/93) ha sancito che:

“La raccolta di risparmio fra il pubblico e

l’esercizio del credito costituiscono l’attività

bancaria. Essa ha carattere di impresa” (art.

10, c. 1).

L’attività bancaria può essere svolta solo dalle banche!!!!

Le banche sono iscritte in un Albo previsto dall’articolo 13 del T.U.B. tenuto dalla Banca d’Italia

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Le disposizioni di legge contenute nel T.U.B. sono coerenti con la definizione economica di banca formulata dall’economia aziendale

= azienda di produzione che svolge sistematicamente e

istituzionalmente a proprio rischio un’attività di intermediazione intermediazione

finanziariafinanziaria, cioè una attività di conferimento di risorse finanziarie a

titolo di credito, utilizzando prevalentemente risorse ottenute da terzi a

titolo di debito e, in parte, risorse a titolo di capitale proprio …………

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….. Le risorse ottenute a titolo di debito possono anche caratterizzarsi per una scadenza a vistascadenza a vista, assumendo in questo caso una forma tecnica idonea a fungere da mezzo di pagamentomezzo di pagamento in sostituzione della moneta legale

Le banche sono caratterizzate dalla contemporaneacontemporanea presenza

dell’insieme di elementi sopra citati

In mancanza di anche un solo di tali elementi l’azienda esaminata non

può essere classificata come “Banca” e, quindi, farà parte di una diversa e

articolata categoria di soggetti che vengono definiti, in generale,

“Intermediari finanziari”

Attenzione

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Oltre alla attività bancaria (raccolta di risparmio tra il pubblico e esercizio del credito), le banche esercitano ogni

altra attività finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.

Attenzione

Sono tuttavia “salve le riserve di legge”. Ciò significa che vi sono alcune

attività, quali ad esempio la gestione collettiva del risparmio e l’attività

assicurativa, che non possono essere svolte dalle banche in via diretta,

perché riservate ad altri soggetti.

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Gli altri intermediari finanziari

Nei sistemi finanziari le banche rappresentano sicuramente

l’intermediario più importante sotto il profilo delle funzioni

economiche svolte e delle dimensioni delle operazioni di raccolta e

di impiego

Tuttavia l’evoluzione dei sistemi finanziari ha portato come

conseguenza ad un ampliamento delle tipologie di intermediari

esistenti

Vediamo dunque quali sono gli altri

principali intermediari presenti sul mercato

e che tipo di funzioni essi svolgono

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Società finanziarie

Si tratta di una categoria di operatori di vario tipo che svolgono la funzione creditizia (= concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma) o di assunzione di partecipazione in imprese ma che non presentano un’autonoma capacità di provvista presso operatori finali.

Attenzione: proprio perché non svolgono congiuntamente

l’esercizio del credito e la raccolta di risparmio presso il pubblico (ma

solo l’esercizio del credito), queste società non possono essere

classificate come “Banche”

Le società finanziarie sono iscritte in appositi elenchi previsti dall’articolo 106 e 107 del T.U.B.

Tra le principali tipologie di società finanziarie ritroviamo:

Società di leasing Società di factoringSocietà di credito

al consumoFinanziarie

di partecipazione

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Tra le società finanziarie sono inoltre ricomprese alcune

tipologie di operatori attivi nel settore dei Servizi di

pagamento. Ad esempio:

Società emittenti carte di credito e di debito

Società di gestione in concessione del servizio di

riscossione tributi

Società finanziarie

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SIM (società di intermediazione mobiliare)

Società introdotte con la legge n. 1/91 e oggi disciplinate dal Testo Unico della Finanza. Sono iscritte in un Albo tenuto dalla Consob

Si tratta di società per azioni che operano prevalentemente nel settore mobiliare

potendo svolgere, come le banche, tutti i servizi di investimento previsti dal Testo Unico

della Finanza

Originariamente le Sim potevano sfruttare “l’esclusiva” delle contrattazioni in Borsa: in

pratica, chi voleva comprare o vendere titoli in Borsa doveva effettuare la compravendita

attraverso una SIM. Tale vantaggio operativo è però decaduto in quanto anche le banche

sono state abilitate, a partire dal 1996, ad operare direttamente in Borsa.

Il ruolo delle Sim si è di conseguenza ridimensionato. Molte di esse, peraltro, hanno

deciso di trasformarsi in banche.

Le Sim possono avvalersi, nella commercializzazione dei propri servizi, di Promotori

Finanziari (persone fisiche abilitate all’offerta fuori sede di servizi di investimento e di

strumenti finanziari che operano in qualità di agenti e con vincolo di monomandato);

tuttavia le reti di Promotori Finanziari più numerose fanno oggi capo a intermediari bancari

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SGR (Società di gestione del risparmio)

Introdotte dal Testo Unico della Finanza, sono società per azioni iscritte in un Albo tenuto dalla Banca d’Italia

Le SGR operano prevalentemente nel campo della gestione collettiva del risparmio,

insieme alle SICAV (vedi oltre)

Le SGR gestiscono, in via esclusiva, i fondi comuni di investimento: ciò significa,

quindi, che una banca non può gestire un fondo comune di investimento!! La banca

colloca presso gli investitori i fondi comuni gestiti da SGR!!

Tuttavia la maggior parte delle SGR appartengono a gruppi bancari, anche se di

recente le Autorità di Vigilanza (leggasi Banca d’Italia) caldeggiano una maggiore

autonomia di queste società dalle banche

Oltre a gestire i fondi comuni di investimento le SGR possono istituire e gestire fondi

pensione, svolgere l’attività di gestione individuale di portafogli nonché attività

connesse e strumentali

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Alcune definizione in tema di gestione collettiva

Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio): i fondi comuni

di investimento e le Sicav

Fondo comune di investimento: patrimonio autonomo, suddiviso in

quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti, gestito in monte

Gestione collettiva del risparmio: il servizio che si realizza

attraverso:

1) la promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni

d'investimento e l'amministrazione dei rapporti con i partecipanti;

2) la gestione del patrimonio di Oicr, di propria o altrui istituzione,

mediante l'investimento avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti,

o altri beni mobili o immobili

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SICAV (società di investimento a capitale

variabile)

Società previste dal Testo Unico della Finanza e iscritte in un Albo tenuto dalla Banca d’Italia

Anche le Sicav, come le SGR, svolgono la gestione collettiva del risparmio

Tuttavia, mentre le SGR effettuano la gestione collettiva attraverso l’istituzione e la

gestione di fondi comuni di investimento, le Sicav sono esse stesse un OICR (ossia uno

strumento di investimento collettivo)

La Sicav viene infatti definita nel TUF come “società per azioni a capitale variabile con

sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo l'investimento

collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta al pubblico di proprie azioni”

In termini semplici la Sicav è una società che raccoglie denaro solo tramite l’emissione

di proprie azioni che vengono collocate presso i risparmiatori, e il cui unico scopo è

quello di investire le risorse raccolte in strumenti finanziari (azioni e obbligazioni

prevalentemente)

La Sicav è una società aperta (a capitale variabile), in quanto ogni giorno i risparmiatori

possono sottoscrivere nuove azioni della Sicav, ovvero chiederne il rimborso, secondo le

modalità stabilite dallo statuto della società stessa

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Imprese di assicurazione

Disciplinate dal Codice delle Assicurazioni (Dlgs 209/2005), sono società per azioni o società cooperative che svolgono, in via esclusiva, l’attività assicurativa. Sono iscritte in un Albo tenuto dall’Isvap

L’attività assicurativa è distinta nei cosiddetti Rami Vita e Rami danni

I Rami vita comprendono tutte quelle forme di contratti (polizze) in cui,

dietro pagamento di un premio, viene assicurata dalla compagnia di

assicurazione una prestazione (erogazione di un capitale o di una rendita)

che è dipendente dalla permanenza in vita (ovvero dalla morte)

dell’assicurato

I Rami danni riguardano invece tutte quelle forme di polizze legate ad

eventi accidentali (furto, incendio, responsabilità civile ecc..)

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Investitori istituzionali

Con il termine Investitori Istituzionali non si fa riferimento ad un’unica e

specifica categoria di soggetti

Tra gli Investitori Istituzionali, infatti, vengono ricompresi tutti quegli operatori

caratterizzati dal fatto di investire un patrimonio per conto di più unità in surplus

finanziario (risparmiatori).

Possiamo dunque considerare Investitori Istituzionali i fondi comuni di

investimento (nelle loro diverse tipologie), i fondi pensione, le Sicav, le compagnie

di assicurazione

Se si somma l’attività degli investitori istituzionali con le gestioni su base individuale poste in essere dalle banche (ma anche da SGR) ottiene l’insieme

che viene definito Risparmio Gestito (Asset Management)

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Attività Tipologia istituzionale

Esercizio del credito

Credito a breve e medio lungo termine Banche: soggetti iscritti all’Albo di cui all’art. 13 del Testo Unico Bancario

Leasing finanziario: locazione finanziaria Società di leasing finanziario (società finanziarie che esercitano in via esclusiva una o più delle attività previste dal T.U. all’art. 1, c.2, lett. f) punti da 2 a 12, ovvero altre attività finanziarie di cui al punto 15 del medesimo articolo

Banche

Factoring: cessione dei crediti di impresa Società di factoring (società finanziarie)

Banche

Credito al consumo Società di credito al consumo (società finanziarie)

Banche

Tavola riassuntiva

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Attività Tipologia istituzionale

Finanziamento mobiliare

Assunzione di partecipazioni nel capitale di imprese

Finanziarie di partecipazione (società finanziarie)

Società di merchant banking e di venture capital (società finanziarie)

Banche

Sottoscrizione e collocamento titolo Società di intermediazione mobiliare

Banche

Negoziazione Negoziazione titoli per conto proprio e per conto terzi

Società di intermediazione mobiliare

Banche

Gestione del risparmio

Gestione individuale del risparmio

Gestione collettiva del risparmio

Società di intermediazione mobiliare

Società di gestione del risparmio

Banche

Società di gestione del risparmio e Sicav

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Attività Tipologia istituzionale

Assicurazione Assicurazione vita e previdenza Società di assicurazione

Istituti di previdenza

Fondi pensione

Assicurazione danni Società di assicurazione

Servizi di pagamento

Offerta di strumenti di pagamento Banche autorizzate a svolgere funzione monetaria

Società emittenti carte di credito (società finanziarie)

Incasso e pagamento Società di incasso e pagamento (società finanziarie): società di gestione in concessione del servizio di riscossione tributi

Banche

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L’esistenza degli L’esistenza degli

intermediari e la intermediari e la

specificità della bancaspecificità della banca

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L’esistenza degli intermediari e la specificità della banca

Gli sviluppi più recenti della teoria dell’intermediazione motivano l’esistenza

degli intermediari finanziari sulla base di una imperfezione informativaimperfezione informativa che

caratterizza i mercati e i contratti finanziari e che scaturisce dalla diversa

disponibilità di informazione esistente tra debitore e creditore.

Domanda: perché esistono gli intermediari finanziari?

Gli studi in tema di asimmetrie informative individuano nell’intermediario l’operatore in grado di offrire una soluzione ideale al trasferimento di risorse finanziarie dalle unità in surplus a quelle in deficit, e ciò:

in virtù delle economie che è in grado di realizzare nella produzione di informazioni relative ad un ampio e diversificato numero di imprese

ma anche per la natura del rapporto che pone in essere e che consente di aver accesso a informazioni riservate sia nella fase di valutazione (screening) sia di controllo (monitoring) della qualità del debitore.

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La banca è l’intermediario finanziario per eccellenza e in ogni

sistema è il perno dell’intermediazione complessiva.

Le sue caratteristiche fondamentali sono costituite da un lato dal

fatto che una parte rilevante delle sue passività ha natura monetaria

ed è normalmente accettata come mezzo di pagamento e, dall’altro,

che l’attivo del suo bilancio è costituito in gran parte da prestiti non

liquidi e generalmente non mobilizzabili, basati su “informazione

riservata” (in contrapposizione a quella pubblica che caratterizza i

mercati)

Nonostante le profonde innovazioni che si sono susseguite nel

tempo, si può dire che queste due caratteristiche colgono ancora la

“unicità” della banca rispetto agli altri intermediari finanziari

La definizione giuridica di banca non fa riferimento esplicito alla

funzione monetaria, ed è basata invece sul contemporaneo

esercizio dell’attività di raccolta e di impiego

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È svolta da quegli intermediari che hanno la caratteristica

particolare di avere PASSIVITA’ a vista che vengono

universalmente accettate come mezzo di PAGAMENTO

La funzione monetaria

Sistema bancario

PASSIVITÀ della BC

PASSIVITÀ delle altre banche (depositi accettati sulla base di

un rapporto fiduciario)

Esame da due punti di vista

TecnicoTecnico

Il sistema bancario fornisce mezzi di pagamento accettati dal pubblico e compie tutte le operazioni necessarie per il regolamento degli scambi

Monetario e macroeconomicoMonetario e macroeconomico

Il sistema bancario contribuisce a determinare la quantità di mezzi dei mezzi di pagamento complessivi a disposizione del pubblico

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Aspetti tecnici del Aspetti tecnici del meccanismo dei meccanismo dei

pagamentipagamenti

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Aspetti tecnici del meccanismo dei pagamenti

Il principale aspetto innovativo della moneta bancaria è costituito dalla dissociazione in essa implicita tra mezzo di scambio e strumento di pagamento

In altri termini: il pagamento a valere sulla moneta bancaria avviene generalmente in tempi e luoghi diversi da quelli in cui si compie lo scambio di beni

PagamentoAtto mediante il quale un operatore si libera di una obbligazione relativa all’acquisto di un bene o all’utilizzo di un servizio (atto finale)

Problemi di equilibrio microeconomico e di pubblico interesse che la gestione dei pagamenti comporta

Gli strumenti che compongono il sistema dei pagamenti debbono presentare alcuni requisiti fondamentali

Sicurezza Rapidità Accessibilità

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I servizi di pagamento

Le banche, unitamente ad altre istituzioni (banca centrale, sistema

postale, altri intermediari), offrono servizi di pagamento che

agevolano l’ordinato ed efficiente svolgimento degli scambi di natura

monetaria (cioè scambi tra beni e moneta o moneta contro moneta),

che sono alla base della rete di pagamenti del sistema economico e

finanziario.

I bisogni che la clientela delle banche esprime in relazione alla

gestione dei propri flussi di incasso e pagamento (sinteticamente

riassumibili nella ricerca dell’efficienza del servizio e della sua

economicità, in termini di spese) possono essere classificati

secondo tre principali profili.

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La disponibilità e l’accesso

agli strumenti di pagamento

E’ questa un’esigenza che origina dalla necessità di evitare che lo scambio di beni e servizi richieda la contestuale consegna materiale della moneta legale, ma possa essere regolato attraverso l’utilizzo di strumenti sostitutivi della moneta, che ne consentano la circolazione in tempi e luoghi diversi da quelli dello scambio.

Le banche mettono a disposizione del pubblico un genere monetario che è assistito dalla garanzia di convertibilità in moneta legale.

L’utilizzo della moneta bancaria ai fini della regolazione del pagamento presuppone l’esistenza di strumenti e procedure che consentano il trasferimento della titolarità della moneta stessa.

Le banche producono documenti che sostituiscono temporaneamente la moneta come corrispettivo dello scambio e che costituiscono strumenti di pagamento quali l’assegno, la ricevuta bancaria, la carta di credito e di debito.

Il loro carattere sostitutivo implica l’esistenza di un’implicita concessione di credito da parte della persona che accetta lo strumento a favore della controparte, per il periodo di tempo necessario al perfezionamento dell’operazione.

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La sicurezza degli strumenti

di pagamento

Sotteso all’utilizzo degli strumenti di pagamento come sostituti della moneta legale vi è un importante aspetto riguardante la loro sicurezza.

Tale caratteristica è definibile soprattutto in termini di solidità dei rapporti fiduciari che si vengono a definire per effetto dell’utilizzo di strumenti sostitutivi della moneta.

Il rapporto fiduciario sottostante la circolazione della moneta bancaria riguarda in primo luogo la solvibilità della banca rispetto al depositante …..

Esempio

La possibilità di accreditare l’importo di un assegno sul conto della banca del beneficiario del pagamento presuppone che quest’ultimo abbia preliminarmente accordato fiducia alla capacità della sua banca di convertire in ogni momento il deposito in moneta legale.

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Il secondo presupposto fiduciario riguarda la relazione fra le due

controparti che utilizzano la moneta bancaria e gli strumenti ad essa

connessi come mezzo di pagamento.

Esempio

Il rapporto fiduciario è in questo caso collegato alla “validità” che il beneficiario del pagamento attribuisce al diritto di credito vantato nei confronti della banca da colui che effettua il pagamento. L’accettazione di un assegno bancario, ad esempio, presuppone un atto di fiducia del beneficiario nei confronti del pagante e della sua capacità di copertura in termini di fondi disponibili sul conto corrente della propria banca.

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Esempio

La banca trattaria di un assegno bancario risulterà

debitrice nei confronti della banca del beneficiario (banca

negoziatrice) trasformando, per la somma indicata sullo

strumento, il debito verso il suo cliente in un debito

interbancario. La fiducia in questo caso riguarda la

capacità della banca creditrice di regolare con versamento

di base monetaria il debito contratto.

Un terzo livello di relazioni fiduciarie interessa le banche coinvolte nel

regolamento dei pagamenti. Infatti, l’utilizzo di strumenti di pagamento comporta la

formazione di posizioni debitorie/creditorie tra le banche

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L’efficienza del regolamento

dei pagamenti

Oltre alla natura fiduciaria, il sistema dei pagamenti presenta un profilo tecnico-

operativo che riguarda le procedure con cui avviene lo scambio dei documenti,

delle informazioni contabili e della base monetaria tra le banche interessate al

regolamento dei pagamenti.Al fine di assicurare la circolazione di mezzi di pagamento, le banche debbono

infatti garantire l’esecuzione delle seguenti fasi operative:

Lo scambio di documenti (assegni, effetti cambiari, ricevute

bancarie, ecc.) e delle informazioni contabili-

amministrative relative alle operazioni di incasso e

pagamento effettuate per conto dei clienti

la compensazione delle

posizioni debitorie e

creditorie reciproche che

si vengono a determinare

nel tempo tra banche

trattarie e banche

negoziatrici

la liquidazione in base monetaria delle

posizioni creditorie e debitorie nette

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Ogni operazione di pagamento consiste in un complesso di

registrazioni, cioè in uno scambio di informazioni fra i soggetti

interessati (allo scambio).

Sono tre i problemi principali collegati al funzionamento del sistema

dei pagamenti

La trasmissione delle informazioni e dei fondi all’interno del sistema bancario

I tempi impliciti nel sistema dei pagamenti

La remunerazione del sistema dei pagamenti

Il problema essenziale del meccanismo di pagamenti amministrato dal sistema finanziario è quello di ridurre al minimo la circolazione materiale della moneta legale, di cui comunque quella bancaria è il sostituto.

Questo evidentemente per motivi di sicurezza, di costo e soprattutto di convenienza per la banca, che non corre il rischio di dover intaccare le proprie riserve di moneta legale.

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Al limite, la situazione ideale per il sistema bancario sarebbe quella di

trasformarsi in un unico grande centro di registrazione contabile in cui

segnare i vari pagamenti. A quel punto gli stessi non darebbero origini

a spostamenti delle riserve di contanti né per i soggetti interessati, né

per la banca. Quest’ultima vedrebbe così perfettamente stabilizzati i

propri depositi e vedrebbe annullarsi una delle ragioni fondamentali

delle uscite di cassa.

Stanza di Stanza di compensazionecompensazione

Consente di minimizzare il deflusso di moneta legale conseguente allo svolgimento della funzione monetaria. Questo istituto è pertanto espressione di aspetti assai significativi dell’attività bancaria, come l’accettabilità della moneta bancaria rispetto a quella legale, nonché l’importanza dei rapporti di corrispondenza che uniscono con legami di sistematicità tutti gli operatori bancari.

Luogo e modo del regolamento, cioè di

accertamento delle posizioni di debito e credito nei confronti di tutti gli altri

partecipanti al sistema dei pagamenti e di liquidazione

delle somme relative

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Ordini di pagamento

Banche

Compensazione (clearing) Mercato interbancario

Regolamento (settlement)

Credito banca centrale

Tasso a breve

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Il processo Il processo moltiplicativomoltiplicativo

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In un regime di fractional reserve banking le banche concorrono a determinare il volume di moneta a disposizione dell’economia

Ciò significa che esse sono in grado di influire sulle decisioni di spesa dei vari soggetti e quindi di incidere sui prezzi e, attraverso questi, sulle grandezze reali

Il problema che dobbiamo esaminare è come si determina la quantità complessiva di moneta legale e di moneta bancaria e se, e in che modo, il problema debba essere controllato

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La prima questione da affrontare è come ha origine la moneta. Si è

già detto che tutta la moneta oggi esistente è emessa dal sistema

bancario, cioè dalle banche centrali e dalle banche. Essa è inoltre la

contropartita di operazioni di credito.

La moneta emessa dalla banca centrale viene messa a disposizione

del pubblico per effetto di prestiti concessi dalla banca centrale

stessa ad alcuni operatori (generalmente il settore estero, il Tesoro

e le banche).

La moneta legale non è perciò creata dal nulla in virtù di

un’autonoma prerogativa delle banche centrali, ma rappresenta la

contropartita di operazioni di credito compiute dalla banca centrale

nei confronti di altri operatori

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Un ragionamento simile può essere fatto per la creazione della

moneta bancaria, la cui contropartita è costituita da operazioni attive

effettuate dalle banche mediante prestiti di varia struttura tecnica o

mediante acquisto di titoli

Da questo punto di vista prestiti e depositi sono due facce della

stessa medaglia, o meglio due lati di uno stesso bilancio: appunto

quello della banca.

Il vincolo di bilancio agisce qui nella solita maniera ferrea:

all’aumento (diminuzione) della moneta legale corrisponde un

aumento (diminuzione) dei prestiti concessi dalla banca centrale;

all’aumento (diminuzione) dei depositi corrisponde un aumento

(diminuzione) dei prestiti bancari.

La quantità complessiva di moneta (moneta legale e moneta

bancaria) a disposizione del pubblico varia quindi in parallelo alla

quantità complessiva dei prestiti concessi tanto dalla banca centrale

quanto dalle banche

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Il moltiplicatore dei depositi e della moneta

• La descrizione del processo del moltiplicatore parte dalla definizione di alcune identità fondamentali: in primo luogo, quella che riguarda la moneta a disposizione del pubblico (M), che è data dalla moneta legale (o circolante: CIRC) e dai depositi bancari

M = CIRC + DEP

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• La seconda grandezza fondamentale è la moneta legale emessa dalla banca centrale, che si distribuisce fra pubblico e banche e che, per i motivi che saranno spiegati, viene definita base monetaria.

• La base monetaria del pubblico coincide con il circolante, mentre quella delle banche può essere utilizzata come riserva libera (LIQ) oppure come riserva obbligatoria (ROB). Avremo cioè

BM = BMp + BMb = CIRC + LIQ + ROB

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• Da questa definizione possiamo derivare tre rapporti cruciali:

a) CIRC/DEP (c): indicatore di composizione del portafoglio del pubblico, cioè del modo in cui il pubblico distribuisce la propria ricchezza tra moneta legale e moneta bancaria

b) BMb/DEP: indicatore di copertura del bilancio delle banche, che indica in che percentuale i depositi bancari sono fronteggiati da riserve di moneta legale

Tale rapporto a sua volta si può distinguere in:

b1) ROB/DEP (ro) cioè il coefficiente di riserva obbligatoria

b2) RIS/DEP (rl) cioè il coefficiente di riserva libera

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• I rapporti ro e rl sono fra loro complementari. L’esigenza per la

banca di mantenere una riserva legale dipende in primo luogo dalla

stessa dimensione di CIRC/DEP: quanto maggiore è la preferenza

al contante del pubblico, tanto più intenso sarà il prelevamento di

contante dai depositi

• Dall’altro lato, BMb/DEP deve anche coprire dal rischio che

CIRC/DEP vari nel tempo, sottoponendo la banca a prelievi

imprevisti

• Sono proprio i tre rapporti indicati a scandire il ritmo della creazione

di moneta e a porre nello stesso tempo un limite alla capacità della

banca di mettere in circolazione propri debiti a fronte di operazioni di

credito, a porre cioè un limite alla possibilità di creazione della

moneta bancaria, secondo il noto schema del moltiplicatore

descritto in ogni testo base di economia

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• Il moltiplicatore dei depositi bancari, cosi come altri

moltiplicatori in economia, viene ricavato con una serie

di manipolazioni di identità contabili, ed è perciò esso

stesso un’identità, che deve essere vera per definizione.

BM / DEP = c + ro + rl

DEP = BM ____1______

c + ro + rl

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• La frazione è per definizione superiore all’unità, e ci dice che i

depositi sono legati da un rapporto di proporzionalità inversa

con la preferenza alla liquidità del pubblico e con il

coefficiente di riserva delle banche, scomposto nella parte

libera e in quella obbligatoria.

• Potremmo allora dire che, date le ipotesi fatte, il valore del

moltiplicatore individua il valore massimo potenziale dei

depositi che può essere raggiunto per date quantità di base

monetaria in circolazione

• Se supponiamo che la base monetaria sia perfettamente

controllabile dalle autorità, queste potranno fissare dei tetti,

cioè dei limiti superiori, alla crescita della capacità di spesa

del pubblico. Il volume effettivo dei depositi e del credito sarà

poi fissato dal comportamento delle banche e del pubblico

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• E’ il comportamento degli agenti economici che hanno

rapporti con la banca (e della banca stessa) a scandire i tempi

del moltiplicatore e a determinare il valore finale

• Al centro del problema vi sono le scelte dei depositanti in

ordine alla composizione del proprio attivo, quelle delle

imprese in ordine al proprio indebitamento, e quelle delle

banche in ordine alle proprie riserve che mettono in moto il

processo

• Il meccanismo del moltiplicatore non è una sorta di processo

di trasformazione a coefficienti fissi che consente alla banca

centrale di determinare la quantità di moneta a disposizione

del pubblico una volta controllata la base monetaria in

circolazione.

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• Né il sistema bancario è il passivo meccanismo di

trasmissione di questo processo.

• Al contrario, sono i comportamenti delle unità

economiche a determinare la dimensione del

moltiplicatore e i tempi in cui esso agisce: per il sistema

bancario l’unica componente fissa (ed esogena) è

l’aliquota di riserva obbligatoria.

• Le altre variabili sono endogene e in particolare sono

legate alle scelte di convenienza delle banche, dei

depositanti e delle imprese

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Se aumenta la preferenza del pubblico per la Se aumenta la preferenza del pubblico per la moneta scritturale (rispetto a quella legale) l’attività moneta scritturale (rispetto a quella legale) l’attività delle Aziende di credito connessa alla funzione delle Aziende di credito connessa alla funzione monetaria si espande, anche in assenza di un monetaria si espande, anche in assenza di un incremento dei saldi finanziari attivi da incremento dei saldi finanziari attivi da intermediareintermediare

La capacità di attrarre clientela (e BM) è connessa alla capacità di offrire un sostituto di BM che ne elimini gli svantaggi, cioè una moneta che abbia:

Minori costi di trasmissione (sistema) Un rendimento

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La caratteristica fondamentale della banca consiste nel fatto che le sue passività (i depositi in conto corrente) sono accettate come mezzo di pagamentomezzo di pagamento.

Tale accettazione non deriva da una norma di legge, come nel caso della moneta emessa dalle banche centrali, ma da un rapporto fiduciario che si stabilisce fra i partecipanti allo scambio e fra questi e le banche.

Le banche cioè possono continuare a svolgere la loro funzione monetaria e creditizia nella misura in cui il pubblico continua ad avere fiducia nella moneta bancaria. Tale grado di fiducia non riguarda solo il singolo emittente, ma il sistema bancario nel suo complesso

La natura monetaria dei depositi e la gestione del sistema dei pagamenti rappresentano dunque le caratteristiche peculiari della banca di deposito

II ruolo della banca di deposito nell’ambito del sistema finanziario viene tuttavia ridotto con

il ridimensionamento del peso dei depositi e della moneta nel portafoglio di attività

complessivamente detenute dagli operatori in surplus. Il problema della liquidità e, quindi,

del mismatching possibile, è strutturalmente legato alla dinamica della raccolta.

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Rilevanza della funzione Monetaria dei Depositi sulla determinazione degli equilibri di gestione

In prima approssimazione: i Depositi a vista impongono vincoli di

liquidità stringenti

una efficiente gestione della Funzione Monetaria dei Depositi migliora le condizioni di liquidità e quindi il potenziale di redditività della Banca

Miglioramento efficienza tecnico – economica dei Depositi di sostituire la moneta

legale

+ propensione a detenere D (+ credito con assegni)

– richiesta di conversione D in moneta

– bisogno riserve monetarie - vincoli di liquidità

+ equilibrio economico

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Il processo moltiplicativo

• I c/c non si formano solo perché i clienti delle AC ritengono di delegare la

custodia delle banconote al sistema bancario (se così fosse essi

sorgerebbero per effetto della conversione di BM in moneta bancaria: solo

trasformazione di specie monetaria).

• In realtà la moneta bancaria si forma in quanto il c/c tende a divenire il

mezzo di pagamento più importante per la nostra economia.

• È la CIRCOLAZIONE di questi conti che determina la formazione e la

crescita della moneta bancaria (e in particolare è la circolazione di quelli

accesi a fronte dei prestiti utilizzati dalla clientela).

• L’utilizzo avviene tramite ordini di pagamento a favore di terzi che il cliente

invia al sistema bancario che si trasforma così in DEBITORE del

beneficiario dell’ordine: se questi è titolare di un c/c il sistema gli accredita

l’importo (che rappresenta la quota di moneta bancaria passata di mano)

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La vigilanza sul La vigilanza sul sistema finanziariosistema finanziario

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La vigilanza sulle istituzioni creditizie

L’importanza delle funzioni svolte dal sistema finanziario richiede:

StabilitàStabilità del valore della moneta, stabilità delle istituzioni e del sistema nel suo

complesso

Tutela del risparmiatoreTutela del risparmiatore in quanto tipico contraente debole dei contratti

finanziari, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza delle

informazioni e la correttezza del comportamento degli intermediari

EfficienzaEfficienza allocativa e operativa degli intermediari

ConcorrenzaConcorrenza dei mercati in cui operano gli intermediari

Il mercato non è autonomamente in grado di realizzare questi obiettivi. Di

qui la necessità di “regolamentazione”“regolamentazione”

Per il settore creditizio

Per il mercato mobiliare

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Sul primo versante (vigilanza sul settore creditizio - Banca d’Italia), la regolamentazione si è preoccupata soprattutto di assicurare la stabilità e l’efficienza.

Sul secondo versante, (vigilanza sul mercato mobiliare - Consob ) la regolamentazione è stata rivolta a garantire da un lato la completezza e la correttezza dell’informazione fornita dagli emittenti dei titoli e, dall’altro, la correttezza del comportamento degli intermediari nei loro rapporti con i clienti.

I controlli di stabilitàcontrolli di stabilità mirano ad assicurare l’equilibrio patrimoniale

di lungo periodo di ciascun intermediario e dunque dell’intero

sistema

I controlli di trasparenza e controlli di trasparenza e correttezzacorrettezza hanno l’obiettivo di

garantire gli utenti dei servizi finanziari nel momento in cui entrano in contatto

con gli intermediari finanziari.

Il rischio di stabilità è differente in base alle varie funzioni svolte dagli intermediari. È ovviamente massimo per la funzione monetaria ed è quasi nullo per gli intermediari che non assumono posizioni in proprio, come i brokers e quelli che gestiscono in forma collettiva o individuale il patrimonio della clientela. Il dissesto di un singolo istituto può minare la fiducia del pubblico nei confronti dell’intero sistema

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Gli obiettivi della vigilanza

Gli obiettivi della vigilanza sul sistema bancario e finanziario sono la stabilitàstabilità e l’efficienzaefficienza dei singoli intermediari e del mercato nel suo complesso.

Le motivazioni per cui la stabilità e l’efficienza degli intermediari finanziari, ed in particolare delle banche, sono oggetto di un’ azione di

regolamentazione e di controllo derivano dalla crucialità delle due funzioni che gli intermediari svolgono nell’ambito del sistema

economico: la funzione monetaria e quella creditizia.

L’obiettivo della stabilità dei singoli intermediari è a tutela della clientela: la stabilità è necessaria per mantenere la fiducia di chiunque utilizza la moneta bancaria e, in generale, dei risparmiatori. Tale obiettivo viene perseguito a livello dei singoli operatori, verificandone e garantendone le condizioni di liquidità e di solvibilità, nonché limitandone l’assunzione dei rischi.

Il perseguimento dell’obiettivo dell’efficienza, nelle sue diverse fattispecie è strettamente collegato al grado di concorrenza all’interno dell’industria finanziaria. Il concetto di efficienza presenta più fattispecie

Efficienza tecnico-operativa

Efficienza allocativa

Efficienza informativa

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Gli strumenti della vigilanza

La funzione di vigilanza si esplica principalmente attraverso tre tre direttrici

Vigilanza regolamentare

Vigilanza informativa

Vigilanza ispettiva

Interviene a regolamentare aspetti della struttura e dell’attività degli

intermediari, per limitarne l’assunzione dei rischi. In quest’area, la

classificazione degli strumenti di controllo può essere ricondotta:

controlli all’entrataall’entrata, strutturalistrutturali, prudenzialprudenzialii e di trasparenza e trasparenza e

correttezza.correttezza.

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Controlli strutturali

Controlli prudenziali

Controlli di trasparenza e

correttezza

Questi strumenti vengono utilizzati per definire o modificare la morfologia del mercato interessato, in termini di caratteristiche principali delle imprese operanti. I controlli di tipo strutturale possono essere così classificati:

a) Condizioni per l’accesso all’attività

b) Vincoli all’operatività

c) Condizioni per determinate operazioni

I controlli di questo tipo hanno l’obiettivo di limitare il grado di rischio assunto dai singoli intermediari e quindi di salvaguardarne la solvibilità e la liquidità. Il fulcro di questo tipo di strumenti è oggi costituto proprio dalle normative in materia di adeguatezza del capitale.

Questo tipo di controlli è anche noto come fair play regulation e comprende norme volte a garantire la correttezza e la trasparenza in due aree principali: i rapporti bancari e l’attività di investimento.

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Il TUB e l’attuale assetto dei controlli in Italia

Un ruolo importante nello sviluppo della normativa

bancaria in Italia è stato svolto dal processo di

integrazione finanziaria europea.

Infatti il recepimento della II direttiva in materia creditizia

(15 dicembre 1989 n. 89/646/CEE), avvenuto con il

decreto legge n. 481 del 1992, ha rappresentato un

punto di svolta rispetto alla legislazione precedente; essa

costituisce l’ossatura portante del successivo TU del

1993, la nuova legge bancaria italiana

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La legislazione comunitaria è diretta a realizzare un’armonizzazione

minima delle normative dei singoli paesi, allo scopo ultimo di unificare i

diversi mercati dei servizi finanziari, in un solo mercato, attraverso il

mutuo riconoscimento delle normative nazionali.

Il mercato unico, oltre alla libertà di circolazione dei capitali, deve

consentire una piena libertà d’insediamento e di prestazione dei

servizi, assicurando al tempo stesso condizioni di effettiva concorrenza

tra gli intermediari.

La possibilità di operare in tutti i paesi comunitari è riconosciuta sulla

base del criterio dell’autorizzazione unica, per cui un soggetto, abilitato

nel proprio paese di origine, acquisisce il diritto ad estendere l’attività

sull’intero territorio della Comunità

Con il recepimento della II Direttiva è stato introdotto nel nostro

ordinamento il modello di banca universale, abilitata ad offrire tutti i

servizi mutuamente riconosciuti

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Gli effetti sul sistema bancario italiano del recepimento

della II direttiva sono stati di estremo rilievo: in primo

luogo, con l’introduzione del modello di banca

universale, è venuta a cadere la distinzione introdotta

con la precedente legge bancaria del 1936 tra aziende

di credito, operanti sul breve termine, e istituti di

credito speciale (ICS), abilitati ad operare a

medio/lungo termine (Da rilevare che l’emissione di

obbligazioni degli enti creditizi non è vincolata al rispetto

dei limiti quantitativi fissati dal codice civile per le società

per azioni)

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La seconda grande innovazione dovuta alla nuova

normativa è la possibilità concessa alle banche di effettuare

direttamente operazioni prima loro precluse: per esempio,

leasing e factoring, che esse svolgevano attraverso società

controllate, all’interno dei gruppi bancari

Vi sono due aree della attività finanziaria in cui le banche

non possono intervenire: l’attività assicurativa, riservata alle

assicurazioni, e l’attività di gestione collettiva del risparmio

riservata alle SGR e alle Sicav. Per svolgere tali attività la

struttura del gruppo è quindi indispensabile

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Elenco attività che beneficiano del mutuo riconoscimento

1) raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione2) operazioni di prestito (compreso in particolare il credito al consumo, il credito con garanzia

ipotecaria, il factoring, le cessioni di credito pro soluto e pro solvendo, il credito commerciale incluso il «orfaiting)

3) leasing finanziario;4) servizi di pagamento;5) emissione e gestione di mezzi di pagamento6) rilascio di garanzie e di impegni di firma7) operazioni per proprio conto o per conto della clientela in: strumenti di mercato monetario; cambi;

contratti su tassi di cambio e tassi d'interesse; valori mobiliari;8) partecipazione alle emissioni di titoli e prestazioni di servizi connessi;9) consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, di strategia industriale e di questioni

connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese10) servizi di intermediazione finanziaria del tipo «money broking»11) gestione o consulenza nella gestione di patrimoni12) custodia e amministrazione di valori mobiliari13) servizi di informazione commerciale14) locazione di cassette di sicurezza15) altre attività che, in virtù delle misure di adattamento assunte dalle autorità comunitarie, sono

aggiunte all'elenco allegato alla seconda direttiva in materia creditizia del Consiglio delle Comunità europee

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Una terza innovazione della nuova normativa è

costituita dalla possibilità, ora concessa alle

banche, di assumere partecipazioni nel capitale

delle imprese non finanziarie, comunque entro ben

precisi limiti, per evitare il costituirsi di posizioni a

rischio.

Viene quindi in parte eliminata la rigida

separatezza tra banca e imprese che era stata

introdotta sempre con la legge del 1936

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Le condizioni dell’autorizzazione all’esercizio della attività bancaria

La banca esiste e opera in forza di un’autorizzazione formale delle autorità competenti

L’autorizzazione viene concessa dalla Banca d’Italia quando ricorrono le seguenti condizioni:

La forma di società per azioni o di società cooperativa per azioni a responsabilità limitata

Il versamento del capitale minimo richiesto

La presentazione del programma concernente l’attività iniziale, con l’atto costitutivo e lo statuto

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I requisiti di onorabilità stabiliti per i soci

La struttura proprietaria (composizione e ripartizione dei diritti proprietari) rispetti particolari vincoli in tema di

partecipazione al capitale delle banche

I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo abbiano i requisiti richiesti di

onorabilità e professionalità

Le condizioni esposte vengono verificate dalla

Banca d’Italia, che nega l’autorizzazione quanto esse

non garantiscono la sana e prudente gestione.

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L’evidente corollario del principio di

autorizzazione è l’esistenza di un

apposito Albo in cui la Banca d’Italia

iscrive le banche autorizzate e le

succursali delle banche comunitarie

stabilite nel territorio nazionale

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La partecipazione al capitale delle banche: vincoli normativi e regime autorizzativo

Il problema dei rischi derivanti dalla possibilità che

l’esercizio dell’attività bancaria venga controllato da

soggetti portatori di interessi estranei, diversi e

confliggenti con quelli istituzionali della banca, è sempre

stato oggetto di attenzione da parte delle autorità di

controllo, preposte in via primaria alla tutela della

stabilità della banca

La normativa tende quindi a salvaguardare l’autonomia

di quest’ultima rispetto a interessi divergenti da quelli

istituzionali

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In proposito il TU persegue l’obiettivo di autonomia e

separatezza sottoponendo ad autorizzazione preventiva (e

successiva, nella forma della revoca dell’autorizzazione)

l’acquisizione diretta o indiretta di partecipazioni superiori al 5%

del capitale della banca o che – indipendentemente da tale limite

– comportino il controllo della banca stessa

Inoltre la norma vieta l’acquisizione diretta o indiretta di

partecipazioni superiori al 15% o comunque di controllo ai

soggetti che svolgono in misura rilevante attività di impresa in

settori non bancari e non finanziari

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Altri profili rilevanti di regolamentazione dell’attività bancaria

Il TU attribuisce alla Banca d’Italia funzioni di vigilanza,

finalizzati prevalentemente a tutelare la sana e prudente

gestione della banca, la stabilità complessiva, l’efficienza

e la competitività del sistema finanziario, cioè lo stesso

principio che sta alla base dei poteri autorizzativi

demandati allo steso organo di controllo

Allo scopo di definire i confini dell’attività bancaria è

necessario richiamare gli oggetti fondamentali della

vigilanza regolamentare, che persegue appunto lo scopo

di regolare alcuni profili dell’attività della banca con criteri

definiti “prudenziali”

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Con il TU si è inoltre realizzato il definitivo passaggio da

una azione di vigilanza discrezionale, basata su controlli

strutturali (Banca d’Italia Regista), ad una vigilanza

prudenziale, che poggia sulla presenza di requisiti oggettivi

(Banca d’Italia Arbitro).

Tale svolta è sancita dalle finalità stesse della funzione di

vigilanza, che sono individuate nella sana e prudente

gestione dei soggetti controllati, nella stabilità complessiva,

nell’efficienza e nella competitività del sistema finanziario,

nonché nell’osservanza delle disposizioni in materia

creditizia

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Intermediari Finalità

Stabilità Trasparenza Concorrenza

Banche Banca d’ItaliaCICRMEF

Banca d’ItaliaCICRMEF

Consob(Antitrust per pubblicità

ingannevole)

Banca d’Italia (parere Antitrust)

Società di intermediazione

mobiliare

Banca d’ItaliaMEF

Consob(idem Antitrust)

Antitrust

Assicurazioni IsvapCipe

Isvap Consob

Cipe(idem Antitrust)

Antitrust (parere Isvap)Cipe

Organismi di investimento collettivo

Banca d’ItaliaMEF

Consob (idem Antitrust)

Antitrust

Fondi pensione CovipMinistero Lavoro

MEF

Covip MEF

(idem Antitrust)

Antitrust

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La Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del CICR emana disposizioni di carattere generale avente per oggetto:

L’adeguatezza patrimoniale

Il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni

Le partecipazioni detenibili

L’organizzazione amministrativa e contabile e i controlli interni

Questi aspetti dell’attività bancaria sono oggetto di analitiche e

dettagliate “istruzioni di vigilanza” emesse dalla Banca d’Italia

I primi tre profili di regolamentazione concorrono a definire i confini

quantitativi e qualitativi dell’attività bancaria per quanto concerne la

dimensione e la composizione della struttura dell’attivo e del passivo

della banca

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Le disposizioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale impongono alle

banche il mantenimento di un coefficiente patrimoniale minimo

obbligatorio, detto coefficiente di solvibilità.

Questo ha la funzione di tutelare la solvibilità della banca e fa

riferimento alla composizione dell’attivo patrimoniale mediante

ponderazione delle sue diverse componenti in funzione della classe di

rischio di appartenenza

Il coefficiente di solvibilità – inteso come rapporto minimo fra

patrimonio di vigilanza e attivo patrimoniale ponderato per il rischio –

deve assumere valori non inferiori all’8%

Esso si riferisce sia alla singola banca sia all’insieme del gruppo

bancario cui essa appartiene e in cui eventualmente funge da

capogruppo

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Considerata l’impostazione logica del coefficiente, ne deriva che la

composizione dell’attivo per classi di rischio è condizionata dalla

dimensione del patrimonio esistente e dalla possibilità di accrescerlo

per autofinanziamento o per apporto esterno

Si tenga presente che, in questa materia, il Comitato di Basilea ha

elaborato una normativa più avanzata e articolata, orientata

innovativamente a consentire agli intermediari di adottare modelli

interni per governare i rischi e per determinare i requisiti patrimoniali

correlati

Secondo tale prospettiva, l’attività di vigilanza sarà soprattutto

focalizzata a validare l’affidabilità e la robustezza dei menzionati

modelli interni

Questa nuova regolamentazione sarà definitivamente efficace a partire

dal gennaio 2008

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Sempre nella logica prudenziale e con il fine di tutelare la stabilità della

banca, le disposizioni regolanti il contenimento del rischio disciplinano i

requisiti patrimoniali connessi all’assunzione di rischi specifici, secondo

diverse configurazioni. Queste ultime sono essenzialmente tre:

La concentrazione dei rischi per i grandi fidi: le disposizioni relative –

finalizzate a mantenere un’adeguata diversificazione del rischio di

credito per classi di importo degli affidamenti – regolano le dimensioni

massime individuali e aggregate dei grandi fidi assumendo come

parametro di riferimento il patrimonio

La trasformazione delle scadenze e l’esposizione al rischio di

interesse. Come spiegato, l’intermediazione creditizia comporta una

strutturale (ed entro certi limiti fisiologica) divaricazione fra le scadenze

delle attività e quelle delle passività, nel senso che le prime sono più

lunghe delle seconde.

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Ciò è implicito nelle funzioni di intermediazione creditizia, che devono

saldare le diverse schede di preferenza dei datori e dei prenditori di

risorse finanziarie.

La trasformazione delle scadenze attuata dalle banche comporta quindi

sia rischi finanziari e di liquidità connessi con la maggiore lentezza della

rotazione dell’attivo rispetto al passivo, sia rischi economici riferibili alla

possibilità che la combinazione fra le strutture per scadenze dell’attivo e

del passivo e le variazioni dei tassi di mercato producano diminuzioni del

margine di interesse.

Anche la disciplina di questi profili di rischio fa riferimento al patrimonio

della banca

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i rischi di mercato. Questo concetto identifica la possibilità che le attività

finanziarie possedute dalla banca e oggetto di apprezzamento da parte

del mercato (si tratta quindi, principalmente, di valori mobiliari, ivi compresi

gli strumenti derivati, e di posizioni in cambi) subiscano una variazione di

valore per fatti di mercato. Pure in tale fattispecie la disciplina del rischio

fa riferimento al patrimonio della banca.

Per quanto riguarda infine le partecipazioni detenibili, le disposizioni

emanate dalla Banca d’Italia attuano in via preliminare la suddivisione fra

due insiemi:

a) Partecipazioni in banche, in società finanziarie e strumentali e in

imprese di assicurazione

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L’assunzione e la gestione di tali partecipazioni – soprattutto quando esse

comportino posizione di controllo per il titolare/proprietario – sono

disciplinate dalle norme e istruzioni riguardanti il gruppo bancario e la

capogruppo

b) Partecipazioni in altri soggetti indicati come “imprese non finanziarie”

In proposito le disposizioni vigenti distinguono:

un limite complessivo, che definisce il valore massimo totale delle

partecipazioni detenibili in rapporto al patrimonio. Tale limite si riferisce

alle imprese quotate nei mercati regolamentati, mentre viene ridotto per le

imprese non quotate

un limite di concentrazione, che definisce il rapporto massimo fra

singola partecipazione detenuta e il patrimonio della banca

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un limite di separatezza, che definisce il rapporto massimo fra singola

partecipazione detenuta e il patrimonio dell’impresa partecipata

In proposito si segnala la particolare attenzione posta dalla Banca d’Italia

a limitare il coinvolgimento della banca nel rischio dell’impresa

partecipata, a conferma del principio che l’assunzione di partecipazioni ha

finalità di finanziamento e non di controllo gestionale. Inoltre le istruzioni

della Banca d’Italia differenziano i tre limiti menzionati, aumentandoli in

relazione alla circostanza che la banca abbia un patrimonio di rilevanza

superiore a 1 miliardo di euro (banca abilitata) oppure attui

esclusivamente raccolta a medio e lungo termine (banca specializzata)

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In conclusione le disposizioni riguardanti il contenimento e il

frazionamento del rischio nelle sue diverse configurazioni assumono

grande rilevanza ai fini della gestione bancaria per due aspetti

fondamentali, poiché da un lato pongono precisi confini all’attività bancaria

(e quindi alle scelte e al processo decisionale di chi gestisce l’impresa) e

dall’altro attribuiscono peso e criticità alla variabile economica del

patrimonio, che diviene sostanzialmente – anche dal punto di vista

regolamentare, oltre che economico – il perno principale e fondamentale

della gestione

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La nozione di gruppo bancario

Il gruppo bancario è composto alternativamente:

dalla banca italiana capogruppo e dalle società bancarie,

finanziarie e strumentali da questa controllate

dalla società finanziaria capogruppo e dalle società

bancarie, finanziarie e strumentali da questa controllate,

quando nell’ambito del gruppo abbia rilevanza la

componente bancaria, secondo quanto stabilito dalla

Banca d’Italia, in conformità alle deliberazioni del CICR

Questa definizione viene ulteriormente specificata dagli

articoli 59 e 61 del TU

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Inoltre l’articolo 61 del TU definisce “l’azienda capogruppo” in funzione

di due caratteri necessari: l’appartenenza alla nazionalità italiana e

l’autonomia da qualsiasi altra persona giuridica controllante

In materia di gruppo bancario (o creditizio), le istruzioni di vigilanza della

Banca d’Italia precisano che nel gruppo viene a realizzarsi un disegno

imprenditoriale unitario a direzione strategica accentrata e che la

capogruppo, avendo ruolo di referente della Banca d’Italia ai fini della

vigilanza consolidata, esercita attività di direzione e coordinamento, ed

esercita pure un controllo gestionale, nell’interesse della stabilità del

gruppo.

Al gruppo bancario viene fatto obbligo di pubblicità: esso è iscritto in un

apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia

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Le modalità di vigilanza regolamentare di cui si è parlato con riferimento

alla banca si applicano anche al gruppo bancario.

In proposito la legge impiega significativamente il termine di vigilanza su

base consolidata.

In definitiva, nell’ordinamento vigente le attività di intermediazione

finanziaria – cioè l’attività bancaria e le altre attività finanziarie, secondo la

terminologia ufficiale – possono essere esercitate secondo due modelli

istituzionali diversi:

il modello della “banca universale”, che consiste nel tipo di banca che

esercita congiuntamente e direttamente l’attività bancaria propria e le altre

attività finanziarie ammesse, con una diversificazione che può essere

definita universale

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il modello del “gruppo bancario”, che invece consiste nell’esercizio di

attività bancarie e finanziarie da parte di un unico soggetto economico

mediante aziende giuridicamente separate, ma direttamente coordinate

secondo un disegno imprenditoriale unitario a direzione strategica

accentrata

Il livello di diversificazione raggiungibile dal gruppo è tuttavia maggiore di

quello della banca universale poiché il perimetro del gruppo può essere

esteso a comprendere il controllo di società esercenti attività protette da

precise riserve di legge: in particolare le società di gestione del risparmio,

le società di investimento a capitale variabile, le società di assicurazione e

i fondi pensione (come si è già detto queste attività non possono essere

esercitate direttamente dalla banca)

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La vigilanza sui conglomerati finanziari

La Direttiva europea 2002/87 ha definito

norme in materia di vigilanza

supplementare su banche, assicurazioni e

imprese di investimento appartenenti a un

conglomerato finanziario.

La normativa è stata recepita nelle

legislazioni nazionali e lo stesso è

avvenuto in Italia

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I conglomerati finanziari

Secondo la Direttiva, si tratta di entità organizzative complesse che prendono la forma di gruppo o sottogruppo di imprese e che presentino alcune caratteristiche principali:

a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata (intermediario finanziario) o almeno una delle imprese figlie del gruppo sia impresa regolamentata; nel primo caso l’impresa regolamentata sia un’impresa madre di un’altra impresa del settore finanziario

qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa regolamentata, le attività del gruppo si svolgano principalmente nel settore finanziario

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Almeno una delle imprese del gruppo operi nel

settore assicurativo e almeno una operi nel settore

bancario e nel settore dei servizi di investimento

Le attività consolidate o aggregate delle imprese

del gruppo che operano nel settore assicurativo e

nel settore bancario o dei servizi di investimento

siano entrambe significative