PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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PARTE IIARTIGIANI CREATORI E POETI

NOME E NOMI DEI DVERGAR

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha- lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw- (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez-ga- lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar- Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg-jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg-a- Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg-a-71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg-a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw- le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn-a-72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō- lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhg u hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ-ā-ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhg u h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhg u h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ- in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

mdash 97 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 2: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha- lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw- (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez-ga- lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar- Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg-jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg-a- Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg-a-71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg-a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw- le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn-a-72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō- lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhg u hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ-ā-ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhg u h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhg u h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ- in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

mdash 97 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 3: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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6 I NANI CHE FOGGIANO LA POESIA ANTICO ISLANDESE DVERGR PROTOGERMANICO

DTHORNWERG-A- E PROTOINDOEUROPEO TUERḰ- lsquoTAGLIARE FOGGIARErsquo

Aisl dvergr (plurale dvergar) che si egrave soliti tradurre in italiano come lsquonanorsquo egrave il nome di una categoria di esseri fantastici della mitologia scandinava Il sostantivo dvergr egrave molto ben attestato nellrsquoEdda poetica ad esempio ben 6 volte nella sola Vǫluspaacute (per le attestazioni in 9-10 cfr infra cap 7)

Vsp 125-8

Naacuter oc Nyacuteraacuteethr ndash nuacute hefi ec dverga ndash Reginn oc Raacuteethsviethr ndash reacutett um talethaldquoNar e Nyraethr ordunque i nani ndash Reginn e Raethsviethr ndash come si doveva ho enumeratordquo

Vsp 141-4

Maacutel er dverga iacute Dvalins liethi lioacutena kindom til Lofars telialdquoEgrave tempo di enumerare fino a Lofarr i nani della schiera di Dvalinn ai figli degli uominirdquo

Vsp 485-8

stynia dvergar fyr steindurom veggbergs viacutesir ndash vitoeth eacuter enn eetha hvatldquoGemono i nani davanti alle porte di pietra esperti di pareti rocciose E voi riuscite a seguirerdquo

Aisl dvergr egrave attestato altresigrave anche nei carmi eddici Hav (143) Alv (+) Rthorn (16 ma con il significato lsquospillarsquo) Hrv (8 19) Hdl (7 per le attestazioni in Alv e Hdl cfr infra cap 7)

Hav 1431-3

Oacuteethinn meeth aacutesom enn fyr aacutelfom Daacuteinn Dvalinn dvergom fyrirldquoOdino con gli asi e Dain per gli elfi innanzi ai nani (sono chiamato) Dvalinnrdquo

NellrsquoEdda in prosa il sostantivo dvergr ricorre diverse volte sia in Gylf (da 8 in poi) che in Skaacuteld (da g57 in poi diversi passaggi significativi sono analizzati infra cap 7) Nel corpus poetico scaldico dvergr egrave attestato spesso in una collocazione [liquidobevanda ndash dei dvergar] che egrave una kenning per [poesia] (Meissner 1921 428) cfr eg Eskaacutel Vell 44 e HSt Rst 313

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha- lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw- (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez-ga- lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar- Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg-jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg-a- Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg-a-71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg-a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw- le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn-a-72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō- lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhg u hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ-ā-ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhg u h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhg u h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ- in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

mdash 97 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 4: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Riccardo Ginevra

HSt Rst 311-4

Ǫrrjoacuteethr allra daacuteetha jartegnir vann bjartar mdash dvergregn dyacuterethar megnum dimmt mdash iacute sinn it fimta ldquoThe arrow-reddener [warrior = Oacutelaacutefr] performed bright proofs of all [his] deeds for the fifth time we [I] strengthen the dark dwarf-rain [poetry] of gloryrdquo

Non sono conosciute antiche raffigurazioni di dvergar su pietre runiche o altri supporti analoghi ma Sassone il Grammatico nelle Gesta Danorum (325) si riferi-sce con il termine lat satyrus a un personaggio di nome Mimingus il quale sembre-rebbe riflettere un dvergr (cfr infra cap 7) ciograve potrebbe riflettere un aspetto ibrido umano-animale dei dvergar essendo i satiri della mitologia classica notoriamente creature dallrsquoaspetto ibrido umano-caprino

Lrsquoetimologia di aisl dvergr egrave tuttora oggetto di discussione Esso egrave da ricondurre a una formazione pgerm (o meglio germanico nordoccidentale dal momento che il termine non egrave attestato in gotico) dwerga- la quale va sicuramente ricostruita anche per aing dweorgh as gi-dwerg aat (gi-)twergc riflessi di germ occ dwerg al cui significato principale lsquoumano o umanoide di bassa staturarsquo si rifagrave la traduzione italiana corrente di aisl dvergr come lsquonanorsquo Tuttavia lrsquoimmagine dei dvergar come esseri di bassa statura poco supportata dai testi nordici egrave da ritenersi uno sviluppo successivo tipico del folktale (Motz 1973 111 Liberman 2016 304-305) I dvergar eddici sono al contrario personaggi mitologici messi sullo stesso piano di aeligsir lsquodegraveirsquo alfar lsquoelfirsquo e jǫtnar lsquogigantirsquo (anche questrsquoultimo in realtagrave egrave un termine che origina-riamente non implicava una statura specifica cfr Jackson 2014) eg nel passo di Hav 1431-3 citato supra o nei cataloghi dello Alv (passim)

Lrsquoipotesi che questa situazione sia da ricondurre allrsquounitagrave germanica egrave corrobo-rata dal fatto che aing dweorgh oltre a glossare lat nanus pigmeus e pumilius lsquonanorsquo (AntGl 6 781 CollGl 11 78 AEligGl 3023) indica nei manuali di medicina di etagrave cristiana un essere maligno che causa una malattia specifica (secondo Cameron 1993 152 da identificare con una febbre accompagnata da deliri e convulsioni) Ciograve ha uno stretto parallelo nellrsquoincantesimo Wieth faeligrstice lsquoContro un dolore pungente improvvisoviolentorsquo (23) in cui la possibile causa di un malanno egrave attribuita a un ēsa gescot ldquocolpo degli degraveirdquo o a un ylfa gescot ldquocolpo degli elfirdquo66 La demonizza-zione di esseri divini pagani egrave un fenomeno ben attestato presso i popoli di recente cristianizzazione lrsquoidentificazione di esseri divini come causa delle malattie non egrave tuttavia necessariamente indice di demonizzazione cfr eg la pestilenza causata da Apollo con le sue frecce nel primo libro dellrsquoIliade e il corrispondente vedico di Rudra che con le sue frecce causa morte e malattia in uomini e animali (cfr West 2007 148 con letteratura)67 Come degravei e jǫtnar anche i dvergar potevano essere ve-

66 Cfr anche ted Hexen-schuss (letteralmente lsquocolpo della stregarsquo) e Alb-schoss (lsquocolpo dellrsquoelforsquo) termini per lsquolombalgia mal di schienarsquo (Patrick V Stiles c p)

67 Per paralleli tra questo aspetto di Apollo ed il dio anatolico Iyarri che causa le pesti-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha- lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw- (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez-ga- lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar- Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg-jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg-a- Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg-a-71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg-a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw- le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn-a-72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō- lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhg u hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ-ā-ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhg u h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhg u h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ- in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

mdash 71 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

mdash 73 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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mdash 77 mdash

7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

mdash 78 mdash

Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

mdash 108 mdash

Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

mdash 109 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

mdash 112 mdash

Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

mdash 114 mdash

Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 5: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

rosimilmente sia forze benigne che maligne cfr eg il ruolo del dvergr Alviacutess come nemico di Thor in Alviacutessmaacutel o il racconto di Snorri in Heimskringla (12) secondo cui il re Sveigethir sarebbe morto dopo esser stato adescato con lrsquoinganno dentro una caverna da un dvergr68

Numerose proposte etimologiche sono state avanzate per aisl dvergr e pgerm dwerga- di cui saranno menzionate in questa sede soltanto alcune per una rassegna esaustiva cfr Liberman 2008 (sv dwarf) De Vries (1962 sv dvergr) suggerisce una connessione con pgerm thornwerha- lsquotrasversale incrociatorsquo (aisl thornwerr aing thornweorh ted quer) con oscillazione pgerm dw- thornw- (su cui cfr infra 61) la quale sebbene attraente sul piano formale egrave difficoltosa sul piano della semantica Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) sostiene una corrispondenza tra pgerm dwerg-a- trasposto come pie dhuergh-o- e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo da lui ricondotto a un verbo pgerm dwerg-a- lsquoidrsquo motivando questa derivazione con lrsquoidea cosmologica secondo cui quattro dvergar sorreggerebbero il cielo Liberman propone unrsquoetimologia da pgerm dwez-ga- lsquoessere soprannatura-lersquo un derivato di pgerm dwes- radice attestata eg da aing (ge)dwǣs lsquostupido folle impostorersquo e mat getwacircs lsquospettro fantasmarsquo a cui sarebbe da connettere a suo avviso anche gr θεός lsquodiorsquo Questa ipotesi presenta diverse difficoltagrave sia sul piano morfologico (la formazione con un suffisso pgerm -ga- applicato direttamente alla radice non egrave scontata) che etimologico (gr θεός e arm diklsquo lsquodegravei [plurale]rsquo sono correntemente ricondotti a pie dhh1s-o- cfr Beekes 2010 sv) e semantico (pre-suppone che i dwerga- protogermanici fossero principalmente esseri demoniaci e trascura completamente lrsquoaccezione lsquopersona di bassa staturarsquo) ed egrave pertanto da ri-tenersi poco plausibile69

In questo capitolo vedremo come sia piuttosto possibile ricondurre aisl dvergr e pgerm dwerga- a un derivato della radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attesta-ta inter alia dal nome dellrsquoartigiano divino ved Tvaacuteṣṭar- Nel capitolo successivo vedremo come questa interpretazione sia corroborata da numerose corrispondenze tra la caratterizzazione dei dvergar scandinavi e quella del dio vedico Tvaṣṭar nelle rispettive tradizioni mitologiche Ulteriori corrispondenze in ambito indoeuropeo di preciso nelle tradizioni classiche verranno poi trattate nel cap 8 mentre il cap 9 egrave dedicato allrsquoanalisi di nomi di singoli dvergar

lenze con i suoi dardi cfr Archi 197868 In questo passo Snorri sta tuttavia parafrasando dei versi scaldici (THORNjoacuteeth Yt 2) lrsquoaned-

doto potrebbe quindi derivare da unrsquointerpretazione errata di questi ultimi69 Da un punto di vista fonologico non egrave neanche sicuro che il rif lesso di pgerm dwez-

ga- sarebbe stato aisl dvergr cfr eg got azgo e aisl aska lsquocenerersquo

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg-jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg-a- Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg-a-71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg-a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw- le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn-a-72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō- lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhg u hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ-ā-ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhg u h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhg u h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ- in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

mdash 71 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

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Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

mdash 115 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 6: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Riccardo Ginevra

61 Aisl dvergr e norv dial tverg come riflessi di pgerm dthornwerg-a-

In accordo con lrsquoetimologia corrente il punto di partenza della nostra analisi egrave ricon-durre aisl dvergr e i riflessi di germ occ dwerg (aing dweorgh as gi-dwerg aat [gi-]twergc) a un sostantivo tematico pgerm dwerg-a- Il femminile aisl dyrgja che egrave stato ricondotto a un derivato con grado ridotto della radice durg-jō(n)- (eg Kroonen 2013 sv dwerga-) egrave piugrave probabilmente da analizzare come riflesso di dvirg-ja70 un semplice derivato mozionale di dvergr di etagrave relativamente recente

In quanto segue si prenderagrave in considerazione la possibilitagrave che pgerm dwerg-a- sia una variante secondaria di unrsquooriginaria formazione pgerm thornwerg-a- Una tale alternanza egrave effettivamente attestata in norvegese in cui accanto allrsquoatteso dverg ricorre una variante dialettale tverg (attestata a Innherred e Hallingdal secondo Grunnmanuskriptet) che riflette precisamente una formazione pgerm thornwerg-a-71 oltretutto anche aat (gi-)twergc puograve continuare regolarmente sia pgerm dwerg-a- che thornwerg-a- (cfr infra)

Questa variazione presenta diversi paralleli come egrave stato notato da tempo (cfr eg de Vries 1962 sv dvergr) diverse formazioni germaniche presentano infatti unrsquooscillazione a inizio di parola tra pgerm dw- e thornw- le cui cause non sono chiare ma la cui esistenza non egrave da mettere in discussione Paradebeispiel egrave il caso di aisl dvenadvinadviacutena lsquoscemare consumarsirsquo (verbo debole) e aing dwīnan lsquoidrsquo (verbo forte) riflessi di pgerm dw(ī)n-a- vs asved thvīna lsquoidrsquo e aing thornwīnan lsquoidrsquo riflessi di pgerm thornwīn-a-72 Per capirne lrsquoorigine da un lato si puograve notare come lrsquoalternanza tra pgerm d e thorn sia molto ben attestata allrsquointerno e in fine di parola dove essa egrave dovuta allrsquoeffetto della Legge di Verner su riflessi di pie t dallrsquoaltro va osservato che nelle lingue germaniche i gruppi consonantici costituiti da una dentale seguita da un riflesso di pgerm w sono spesso instabili in posizione iniziale (e non solo)73 si vedano eg i seguenti casi

70 Per aisl -y- lt -vi- in un contesto analogo (CvirCj- lt CwerCj-) cfr eg il verbo debo-le aisl kyrkia lsquostrangolarersquo dal piugrave antico (e parimenti attestato) kvirkja un denominativo di kverk lsquogolarsquolt pgerm kwerkō- lsquoidrsquo (cfr de Vries 1962 sv)

71 Grunnmanuskriptet (1935 https wwwdokprouiononynorskgmanusgmanusso-ek_fsidehtml ultimo accesso 14022020) egrave una delle fonti del Norsk Ordbok pubblicate onli-ne da Dokumentasjonsprosjektet (https wwwdokprouiono ultimo accesso 14022020) Sono grato ad Adam Hyllested per avermi fornito i dati sulla variante dialettale tverg e i rela-tivi riferimenti

72 Lrsquoetimologia corrente di questi verbi da pie dhg u hei - lsquoscomparire perire (per il calo-re)rsquo (cfr gr φθίνω lsquoscomparirersquo ved kṣiṇ-ā-ti lsquofar perirersquo LIV2 150-152) ha fatto pensare (cfr eg Kroonen 2013 svv) che questa oscillazione rif letta esiti diversi per uno stesso thorn clu-ster pie dhg u h- il cui condizionamente non sarebbe tuttavia chiaro (pie dhg u h- egrave continuato da φθ- in greco e da kṣ- in vedico senza oscillazioni di questo tipo)

73 Per lrsquoinstabilitagrave di questi gruppi consonantici in posizione interna cfr eg germ occ

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

mdash 75 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

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Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 7: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull se si esclude la possibilitagrave che si tratti di prestiti o formazioni onomatopei-che egrave possibile eg ricostruire unrsquooscillazione pgerm thornw- vs tw- alla base di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (pgerm thornweng-a-) vs aing twengan e ing twinge lsquopizzicarersquo (pgerm twang-ija-) entrambi riflessi di pie tuenk- lsquopre-merersquo (LIV2 655 OED sv) lo stesso egrave possibile per aat dwiril (ted Quirl lsquofrul-latorersquo) e aing thornwirel lsquostick for whipping milkrsquo (entrambi da pgerm thornw-) vs ing twirl lsquovolteggiorsquo (che sembra riflettere pgerm tw-) riflessi di pie tuer- lsquomescola-re agitarersquo (LIV2 655)

bull in antico alto tedesco dw- (pgerm thornw-) e tw- (dw-) si confondono giagrave alla fine del periodo tardoaltotedesco per poi confluire senza eccezioni in mat tw- cfr eg mat twingen riflesso di aat thwingandwingan lsquocostringere affliggerersquo (cfr Braune-Reiffenstein 2004 166 n 8)

bull il gruppo consonantico mat tw- ha a sua volta due diversi esiti in tedesco moderno zw- (eg ted zwaumlngen) e qw- (eg qwaumlngeln) che hanno avuto origine probabilmente come varianti diatopiche (cfr Paul 2007 166-167)

Fenomeni analoghi sono attestati in germanico anche per altri gruppi compo-sti da una consonante dentale seguita da una sonante cfr eg lrsquooscillazione aisl thornr- dr- in posizione iniziale attestata da aisl drima lsquobattagliarsquo vs thornrima lsquorumore battagliarsquo (cfr de Vries 1962 svv)74 Anche presso altre lingue indoeuropee i gruppi di consonante dentale seguita da un riflesso di pie u mostrano oscillazioni poco chiare cfr eg in latino i riflessi di du- in posizione iniziale (bellum vs duellum entrambi da duello- cfr Weiss 2009 161 e n 12)

Qualora essa non riflettesse un processo di natura fonologica lrsquoattestazione di pgerm dw- al posto dellrsquoatteso thornw- si puograve spiegare in due modi Essa potrebbe anzitutto essere da ricondurre a una sostituzione analogica dellrsquoinizio di parola75 la quale come vedremo infra avrebbe potuto (se non addirittura dovuto) aver luogo ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una formula frequente con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- (pie dh-) Meno probabilmente potrebbe trattarsi qui di una modificazione irregolare dellrsquoinizio di parola di ordine tabuistico del tipo di pgerm wurmi- lsquoserpente vermersquo e lat vermis riflessi di urmi- interpretabile come una forma nata tabuisticamente da pie kurmi- (Watkins 1995 416) Lrsquoipotesi piugrave plausibile egrave che abbia avuto luogo una combinazione dei primi due fattori sul-la base di unrsquoalternanza fonologica pre-esistente tra una variante in thornw- e una in

fe(w)war lsquoquattrorsquo (aing feower) vs pgerm fedwar (got fidwor) (cfr Stiles 1985-86 per unrsquoanalisi di questrsquoalternanza come rif lesso di processi regolari) aing seld lsquosalarsquo (selidwō-) vs pgerm salithornwō- (cfr Ringe 2014 236 ldquo[hellip] d is unexpected lexical analogy [hellip]rdquo)

74 Cfr anche lo sviluppo pgerm -thornl- aat -f l- in posizione interna attestato eg da aing thornerscold e aisl thornreskoldr vs aat driskufli (cfr Braune-Reiffenstein 2004 163 n 2)

75 Ringrazio Andrea Lorenzo Covini per avermi suggerito di prendere in considerazio-ne tale possibilitagrave

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

mdash 97 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 8: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Riccardo Ginevra

dw- la seconda potrebbe essere stata selezionata ai danni della prima in virtugrave delle sue proprietagrave metriche

62 Pgerm thornwerg-a- come riflesso di pie tuerḱ- lsquotagliare foggia-rersquo

Pgerm dwerg-a- puograve quindi rappresentare una variante di pgerm thornwerg-a- (di-rettamente attestato nei dialetti norvegesi) il quale egrave a sua volta il regolare riflesso di pie tuerḱ-oacute- un derivato del tipo tem-oacute- (Nussbaum 2017 cfr anche Malzahn 2013) ben attestato in germanico Pie tuerḱ-oacute- sarebbe quindi una formazione primaria da ricondurre alla radice pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo attestata inter alia da ved Tvaacuteṣṭar- lsquoartigiano (divino)rsquo aav ϑβōrəštar- lsquoartigiano intagliatore carpen-tierersquo gr att σάρξ ed eol e dor σύρξ lsquocarnersquo

Il tipo derivazionale tem-oacute- (proprio come il piugrave noto tipo tom-oacute-) poteva avere sia semantica agentiva che passiva (esempi da Nussbaum 2017 249-250)

(a) per il significato agentivo cfr gall hy lsquocoraggiosorsquo (e probabilmente anche lo hapax ved sahaacute- lsquovittoriosorsquo Weiss 2017 386) riflesso di seǵh-oacute- lsquoche con-quistarsquo (pie seǵh- lsquosopraffare conquistarersquo cfr gr ἔχω lsquopossederersquo e ved saacuteh-a-te lsquovincere sconfiggerersquo seǵh-oe-)

(b) per il significato passivo cfr lat fīd-us lsquofidatorsquo riflesso di bheidh-oacute- lsquoche egrave fidato in cui si confidarsquo (pie bheidh- lsquofidarsi di confidare inrsquo cfr gr πείθομαι lsquoid credere essere persuasorsquo bheacuteidh-oe-)

Il derivato pie tuerḱ-oacute- puograve quindi avere avuto sia (a) un significato agentivo lsquoquello che taglia foggiarsquo che (b) un significato passivo lsquoquello che egrave tagliato fog-giatorsquo entrambi trovano riscontro nei riflessi di pgerm dwerg-a-

(a) Un significato lsquoquello che taglia foggiarsquo ha paralleli esatti nella fraseologia che nei testi letterari nordici ricorre in relazione ai dvergar come vedremo nel cap 7 infatti questi personaggi sono continuamente (e quasi esclusivamente) menziona-ti nel loro ruolo di artigiani mitici (lsquoquelli che foggianorsquo) soprattutto come soggetto allrsquointerno di collocazioni del tipo [dvergr ndash foggiare ndash oggetto] I numerosi pa-ralleli con i testi vedici sullrsquoartigiano divino Tvaṣṭar permettono inoltre di ricostruire collocazioni indoeuropee del tipo [artigiano mitico (pie tuerḱ- aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash oggetto] Un significato lsquoquello che taglia pungersquo potrebbe infine anche soggiacere al significato lsquospillarsquo di aisl dvergr in Rthorn 16

(b) Un significato lsquoquello che egrave tagliatorsquo non trova al contrario riscontro nel-la mitologia dei dvergar nordici (neacute del vedico Tvaṣṭar) ma corrisponde da vici-no allrsquoaccezione lsquopersona di statura molto bassa nanorsquo attestata per vari riflessi di pgerm dwerg-a- (cfr eg aing dweorgh che glossa lat nanus) lo sviluppo seman-tico da lsquotagliato (via)rsquo a lsquocorto bassorsquo ha infatti diversi paralleli nelle lingue indoeu-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

mdash 75 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

mdash 78 mdash

Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

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Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

mdash 92 mdash

Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

mdash 93 mdash

8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 9: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ropee76 cfr eg lat curtus lsquocorto bassorsquo (pie [s]kr-toacute- lsquotagliatorsquo o kur-toacute- lsquoidrsquo) o ing short lsquocorto bassorsquo (pgerm skurta- lsquotagliato viarsquo)77

La caratterizzazione anatomica della figura mitica nordica del dvergr originariamente lsquoquello che taglia foggiarsquo (cioegrave lrsquolsquoartigianorsquo) come lsquopersona di sta-tura molto bassa nanorsquo egrave come osservato supra tarda e con tutta probabilitagrave da ricondurre a una confluenza tra questi due significati Un ruolo non indifferente avragrave giocato anche la tendenza a trasformare figure mitologiche pagane in spiritelli di piccole dimensioni cfr eg i nobili alfar lsquoelfirsquo nordici (cosigrave autorevoli da essere nominati nellrsquoEdda quasi esclusivamente in coppia con gli aeligsir lsquodegraveirsquo) vs i piccoli elfi del folklore inglese e tedesco (cfr eg William Shakespeare Sogno di una notte di mezzrsquoestate atto 2 scena 2 vv 4-5 Some war with rere-mice for their leathern wings To make my small elves coats cfr anche atto 2 scena 1 vv 30-31 in cui gli elfi sono detti nascondersi nelle ghiande) Che lo stesso derivato attesti sia seman-tica agentiva che passiva allrsquointerno di unrsquounica lingua indoeuropea non egrave sorpren-dente (Nussbaum 2017 242) cfr eg gr om σκοπός che significa sia lsquoguardianorsquo (lsquoquello che osservarsquo eg Il 23359) che lsquobersagliorsquo (lsquociograve che egrave osservatorsquo eg Od 226)

63 Paralleli in ambito germanico mat zwergen e aing ġethornūren

Sebbene sul piano sincronico aisl dvergr e gli altri termini germanici sembrino es-sere isolati egrave possibile individuare diversi paralleli nelle lingue germaniche antiche Come notato supra Kroonen (2013 svv dwerga- e dwergan-) propone infatti una corrispondenza tra pgerm dwerga- (da lui trasposto come pie dhuergh-o-) e il verbo mat zwergen lsquoschiacciare pizzicarersquo (che egli riconduce meccanicamente a pgerm dwerg-a- e pie dhuergh-oe-)

Reinfried von Braunschweig 9226mich grimmet unde zwirget daʒ jacircmer ldquola disperazione mi graffia e mi pizzicardquo

A questi paralleli si puograve aggiungere il verbo debole mat twergen lsquoidrsquo

Minnesinger 3189b

vor dem walde begund ich sie mit kluogen twikken twergen ldquodi fronte alla foresta cominciai a pizzicarli con piccoli ramirdquo

76 Cfr Buck 1949 883 ldquowords for lsquoshortrsquo (opposite of both lsquolongrsquo and lsquotallrsquo) are mostly from the notion of lsquocut offrsquo or lsquobroken offrsquordquo

77 Per lrsquoanalisi etimologica di queste formazioni cfr eg de Vaan 2008 sv curtus e Heidermanns 1993 sv skurta- cfr inoltre Ginevra 2019 per ulteriori paralleli allrsquointerno di unrsquoanalisi della famiglia romanza di it picc-olo e sp pequ-entildeo come rif lessi di pie peiḱ-oacute- lsquoche egrave tagliatorsquo

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

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Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

mdash 90 mdash

Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

mdash 115 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 10: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Riccardo Ginevra

Sia mat zwergen che twergen possono continuare regolarmente (via aat dtwer-gen) una radice pgerm thornwerg- variante di Verner (quindi in posizione pretonica) di pie tuerḱ- Il significato lsquoschiacciare pizzicarersquo di mat zwergen egrave infatti compa-tibile con la semantica della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo un parallelo esatto si ha nella famiglia di pgerm knība- lsquocoltellorsquo (ing knife) knīpan- lsquopizzicarersquo (ndl knijpen ted dial kneipen) e knippan- lsquotagliare strappare castrarersquo (mbt cnippen ndl knippen ted palatino knippen cfr Kroonen 2013 svv)

A questo dossier si puograve aggiungere il participio preterito aing ġethornūren lsquoforgiatorsquo impiegato in riferimento a una spada nel Beowulf

Beo 1285-1287thornonne heoru bunden hamere ġethornūren sweord swāte fāh swīn ofer helme ecgum dyhttiġ andweard scireethldquoQuando spada adorna da martello forgiata lama cruenta di taglio possente fende avverso cin-ghiale sullrsquoelmordquo

La lectio attestata dal manoscritto ltgethornurengt egrave correntemente interpretata come ġethornŭren una variante irregolare (la forma attestata nella prosa egrave ġethornworen) del participio preterito di aing degthornweran lsquomescolare rimestare centrifugare (per fare il burro)rsquo verbo imparentato con aat dweran lsquoidrsquo e riflesso di pgerm thornwer-a- (Se-ebold 1970 sv) unrsquoanalisi poco attraente sul piano della semantica che non trova paralleli nelle altre attestazioni di questi verbi o in alternativa emendata in ġethornrūen participio preterito di un verbo thornrūan lsquopressarersquo che non egrave attestato altrove (per una disamina delle ipotesi cfr eg Klaeber et al 2008 ad loc) Aing ltgethornurengt lsquoforgiatorsquo (attestato con questo significato anche nellrsquoIndovinello 91) puograve invece riflettere ġethornūren esito di (ga-)thorn(w)urh-Vna-78 il participio preterito di un verbo forte di terza classe pgerm (ga-)thornwerh-a- lsquofoggiarersquo Tenendo conto del fatto che lrsquooscillazione tra h e g in Inlaut egrave da addebitare al cosiddetto grammatischer Wechsel (ldquoalternanza grammaticalerdquo) dovuto alla Legge di Verner egrave possibile ricostruire il seguente paradigma (cfr tab 6) per pgerm thornwerh-a- lsquotagliare foggiarersquo

pgerm pieinfinito thornwerh-a- (tueacuterḱ-)preterito singolare thornwarh (tuoacuterḱ-)preterito plurale thorn(w)urg-un (turḱ-acute)participio preterito thorn(w)urg-Vna- (turḱ-acute)

Tab 6 Ricostruzione del paradigma di pgerm thornwerh-a-

In epoca post-protogermanica il grammatischer Wechsel saragrave quindi stato risolto per mezzo della generalizzazione di h in inglese (aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo riflette

78 Per la scomparsa di h con allungamento di compenso della vocale in antico inglese nel contesto -Vrh- cfr Ringe-Taylor 2014 305

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

mdash 108 mdash

Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

mdash 109 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

mdash 110 mdash

Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

mdash 112 mdash

Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

mdash 114 mdash

Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 11: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degthornurh-Vna- non lrsquoatteso degthornurg-Vna-) e di g in alto tedesco (mat zwergen lsquopizzicarersquo riflette thornwerg-a- invece del regolare thornwerh-a-) Un ulteriore grado ridotto della stessa radice potrebbe essere attestato da aing thornȳrel lsquofororsquo aat durhil lsquoidrsquo riflessi di un derivato pgerm thorn(w)urh-ila- semanticamente compatibili con il significato lsquotagliarersquo di pie tuerḱ-79

Egrave molto probabile che a livello sincronico pgerm dwerg-a- nel suo significato lsquoquello che taglia foggiarsquo venisse ancora associato al verbo thornwerh-a- lsquotagliare fog-giarersquo (pie tuerḱ-) unrsquoipotesi supportata dalla fraseologia eg sia aisl dvergr che aing ġethornuren lsquoforgiatorsquo si trovano impiegati in collocazione con [spada]

Skaacuteld 50Daacuteinsleif er dvergarnir gerethuldquo(la spada) Daacuteinsleif che fecero i dvergarrdquo (dwerg-a- lsquoquello che foggiarsquo)

Beo 1285 thornonne heoru bunden hamere ġethornūrenldquoquando spada adorna da martello foggiatardquo (thornwerh-a- lsquofoggiarersquo)

Il fatto che lrsquounica attestazione di aing ġethornūren lsquofoggiatorsquo sia da individuare in un testo epico come il Beowulf permette di ipotizzare che il termine sia impiegato pro-prio in quanto arcaizzante e poeticamente marcato e quindi adatto a descrivere lrsquoatto di lsquofoggiarersquo oggetti mitici quali le spade dei Hrinġ-Dene di re Hrōethgār In antico nordico egrave invece impiegato il verbo non marcato gera lsquofarersquo il cui soggetto egrave tuttavia un sostantivo agentivo derivato dalla stessa radice di aing ġethornūren ie aisl dvergr originariamente un appellativo dal significato lsquoquello che foggiarsquo successivamente specializzatosi come il nome stesso dellrsquointera categoria degli artigiani di oggetti mitici Alla luce di queste corrispondenze si puograve supporre che i derivati di pie tuerḱ- venissero percepiti come poeticamente marcati in etagrave protogermanica se non giagrave protoindoeuropea

64 Paralleli in ambito indoeuropeo ved Tvaacuteṣṭar- om σάρκες av rec ϑβərəsai-ti

Ciograve sembra trovare conferma nel parallelo con il nome dellrsquoartigiano cosmico della mitologia vedica Tvaacuteṣṭar- correntemente analizzato come un derivato con suffis-so agentivo -ter- di pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo (EWAia sv) con una corri-spondenza esatta in aav ϑβōrəštar- av rec ϑβarəštar- lsquointagliatore carpentierersquo Questrsquoultimo nellrsquoAvesta egrave un epiteto del dio supremo Ahura Mazdā ma secondo Leumann (1954) era originariamente il nome di una divinitagrave indoiranica indipen-dente e analoga allrsquoindiano Tvaṣṭar Essendo tutte queste forme secondo Lubotsky

79 Correntemente analizzati come rif lessi di pgerm thornurh-ila- derivato di pgerm thornurh lsquoattraversorsquo (ing through ted durch) cfr eg Ringe-Taylor 2014 224

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

mdash 79 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

mdash 91 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

mdash 97 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

Page 12: PARTE II. ARTIGIANI, CREATORI E POETI: NOME E NOMI DEI …

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Riccardo Ginevra

(1994) da ricondurre a piir tuŕć-tar- (ved Tvaacuteṣṭar- sarebbe lrsquoesito per dissimilazio-ne di tvŕṣṭar- cfr ved durhaacuteṇā- da durhrṇā- Narten 1982 140)80 si puograve supporre che il teonimo in questione sia stato generato per mezzo della baritonesi tipica dei nomi propri a partire da un sostantivo isterodinamico pie turḱ-teacuter--tr-acute lsquoquello che taglia foggiarsquo con semantica agentiva pressocheacute identica a quella del derivato pie tuerḱ-oacute- a cui egrave stato ricondotto aisl dvergr

Le caratterizzazioni degli dvergar e di Tvaṣṭar nei testi mitici rispettivamente nordici e indiani presentano numerosi paralleli fraseologici che verranno analizzati per esteso nel capitolo successivo in questa sezione possiamo tuttavia anticipare la collocazione condivisa dalle due tradizioni (b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]

Vsp 105-7

thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquoessi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

RV 101841abviacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoChe Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

Alla luce dellrsquoanalisi qui proposta i soggetti della collocazione [foggiare ndash es-sere umano] rispettivamente nel passaggio eddico e in quello vedico ovvero aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute-) e ved Tvaacuteṣṭar- (pie turḱ-teacuter-) riflettono uno stesso con-cetto [artigiano mitico] espresso da un derivato dalla stessa radice pie tuerḱ- e presentano quindi una corrispondenza non solo semantica ma anche etimologica

Il fatto che pie tuerḱ- sia attestato in indoario esclusivamente nel teonimo Tvaacuteṣṭar- sembra supportare lrsquoipotesi che derivati di questa radice fossero poeticamente marcati giagrave in etagrave indoeuropea un ulteriore indizio di questa connotazione egrave forse da individuare in quello che Risch (1961) ha per primo analizzato come lrsquo unico riflesso di questa radice in greco il plurale tantum om σάρκες lsquocarnirsquo (in etagrave po-stomerica attestato anche al singolare σάρξ) che continua un nome radicale pie turḱ- dal significato lsquotagliato formatorsquo (Schindler 1972 97 Jackson 2002 12)81 Risch (1961 93-94) osserva come σάρκες denoti in Omero unicamente le lsquocarni umanersquo (e solo successivamente anche quelle macellate degli animali) e Jackson (2002 ibid) compara questo dato con lrsquoappena citato RV 101841b in cui Tvaṣṭar egrave detto lsquotagliare foggiarersquo le lsquoformersquo degli esseri umani (tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu) Alla

80 Lrsquoanalisi di Lubotsky (1994) pare essere piugrave convincente della communis opinio (cfr EWAia sv tvaacuteṣṭar-) secondo cui ved Tvaacuteṣṭar- rif letterebbe (possibilmente per incrocio con la radice TAKṢ lsquofoggiarersquo) una formazione piir tu aacuterć-tar- e pie tu eacuterḱ-ter- (con grado me-dio della radice inatteso)

81 Risch (1961 95) pensa invece a un significato lsquocarne che dagrave forma al corpo umanorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

luce della corrispondenza notata supra tra il vedico Tvaṣṭar e i dvergar nordici i quali sono anchrsquoessi detti ldquofoggiare figure di uominirdquo in Vsp 105-7 (thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar) egrave possibile ipotizzare una connessione tra il significato originario specifico lsquocarni umanersquo di om σάρκες la sua etimologia da pie turḱ- lsquotagliato foggiatorsquo e il fatto che derivati di pie tuerḱ- siano impiegati in contesti marcati come lrsquoatto di lsquotagliare foggiarersquo oggetti mitici comprese le lsquocarni umanersquo in un contesto mitologico

Si egrave notato supra (61) come tra le possibili motivazioni dellrsquoattestazione di pgerm dwerga- (aisl dvergr) al posto di thornwerga- esito atteso di pie tuerḱ-oacute- potrebbe esserci una modificazione analogica dellrsquoinizio di parola da dw- a thornw- ai fini dellrsquoallitterazione allrsquointerno di una collocazione con un secondo elemento che iniziava con pgerm d- riflesso di pie dh- Ciograve trova supporto nel parallelo con i testi vedici in cui il teonimo Tvaacuteṣṭar- ricorre proprio come soggetto di DHĀ lsquoporre fare crearersquo riflesso di pie dheh1- lsquoidrsquo

RV 73420btvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrānldquoLet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo

AVŚ 14153abtvaacuteṣṭā vāso vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā kavīnāmldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo

Essendo Tvaṣṭar lrsquolsquoArtigianorsquo che foggia il cosmo non sorprende che egli sia det-to DHĀ lsquodisporrersquo oggetti Da questa stessa radice verbale egrave stato derivato anche il nome di unrsquoaltra divinitagrave indiana ved Dhā-taacuter- lsquoquello che disponersquo un altro nome formato con il suffisso agentivo -tar- la cui accentazione tradisce tuttavia unrsquoorigi-ne ben piugrave recente82 corroborata dal fatto che esso sia prevalentemente attestato nel decimo libro del RV (il piugrave tardo) Questo teonimo ricorre spesso in prossimitagrave di ved Tvaacuteṣṭar- cfr RV 7353a (Dhātaacuter-) e 6d (Tvaacuteṣṭar-) 10185d (D) e 6c (T) e in particolare il giagrave citato 101841

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātar place the embryo in yourdquo

Questa situazione prefigura quanto attestato successivamente nella letteratu-ra epica e puranica (cfr tab 7) in cui lrsquoaccostamento dei teonimi scr Tvaṣṭar- e

82 Mentre Tvaacuteṣṭar- egrave un arcaismo attestato anche in iranico le formazioni come Dhā-taacuter- (con accento sul suffisso) diventano produttive solo verso la fine del periodo rigvedico (Tichy 1995 287)

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Riccardo Ginevra

Dhātar- egrave chiaramente formulare

MBh 4814 tvaṣṭur dhātuḥMBh 5557 tvaṣṭā dhātrāMBh 611638 dhātus tvaṣṭuścaMBh 131531 dhātā tvaṣṭāAgniPur 192 tvaṣṭā dhātāGarPur 1640 dhātā tvaṣṭāMPur 47158 tvaṣṭre dhātreViPur 115130 dhātā ca tvaṣṭā

Tab 7 Formularitagrave della collocazione di scr Tvaṣṭar- e Dhātar-

Sulla base del confronto con le collocazioni indoarie di Tvaacuteṣṭar- lsquoquello che fog-giarsquo con DHĀ lsquodisporrersquo e Dhātaacuter- lsquoquello che disponersquo si puograve ipotizzare che la selezione della variante pgerm dwerga- a discapito dellrsquoesito atteso thornwerga- di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che foggiarsquo sia avvenuta allrsquointerno di unrsquoanaloga colloca-zione formulare con un derivato di pgerm dō- lsquofarersquo riflesso germanico di pie dheh1- lsquodisporre farersquo (LIV2 136-138) e quindi imparentato con la radice ved DHĀ lsquodisporrersquo da una collocazione come thornwergōzdwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo (avente come oggetto eg le lsquofigure umanersquo come nel giagrave citato Vsp 105-7) si sarebbe ottenuta una formula allitterante dwergōz dedun ldquogli artigiani fecerordquo sviluppatasi poi con rinnovamento lessicale (essendo pgerm dō- scomparso in nordico cfr Seebold 1970 sv) nella collocazione aisl [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash oggetto] che come vedremo infra (cap 7) egrave molto ben attestata nei testi mitologici nordici Essendo il verso lungo della poesia orale germanica governato dallrsquoallitterazione una sostituzione del genere sarebbe stata motivata da vere e proprie esigenze compositive Per sviluppi di questo tipo in altre lingue indo-europee cfr eg il nome dellrsquoeroe mgall Lludd modificato a partire da Nudd (pcelt noudont- lsquonuvolosorsquo Matasović 2009 sv snowdo-) ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Llefelys83 oppure per garantire lrsquoallitterazione allrsquointerno della formula di nome ed epiteto Lludd Llaw-ereint ldquoLludd dalla mano drsquoargentordquo la cui forma originaria Nudd Llaw-ereint egrave ricostruibile sulla base del confronto con il te-onimo airl Nuacuteadhu Airgett-lamh ldquoNuacuteadu dalla mano drsquoargentordquo (cfr Olmsted 1994 401 con letteratura)84 Una possibile obiezione a questa analisi sarebbe che in base a quanto attestato dalle lingue germaniche il verbo dō- doveva avere un significato lsquofarersquo (ing do) piuttosto che lsquocrearersquo (ing make) come rimarcato da Mees (2013

83 Cfr eg il titolo del racconto mabinogico Cyfranc Lludd a Llefelys lsquoStoria di Llud e Llefelysrsquo

84 Cfr anche il nome lat Remus probabilmente rif lesso di Iem-o- lsquoGemellorsquo (ved yamaacute-) con modificazione della consonante iniziale ai fini dellrsquoallitterazione con il nome del fratello Romulus (Puhvel 1975)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

334-335) si noti tuttavia che ancora nel 600 dC lrsquoiscrizione runica della capsu-la bronzea di Schretzheim ltalaguthorn leuba dedungt lsquoAlagu(n)thorn (e) Leuba fecero (la capsula)rsquo attesta il preterito plurale dedun nellrsquoaccezione lsquofoggiarersquo85

Lrsquounica altra lingua indoeuropea al di fuori di quelle germaniche in cui ricorre un verbo che riflette pie tuerḱ- egrave lrsquoavestico (LIV2 656) in cui sono attestati un pre-sente av rec ϑβərəsai-ti lsquotagliare foggiarersquo e una forma di aoristo aav ϑβarōždūm lsquotagliaste foggiastersquo

Y 2911-2 xšmaibiiā gəuš uruuā gərəždā kahmāi mā ϑβarōždūm kə mā tašatldquoLrsquoanima della vacca si lamenta con voi lsquoPer chi mi avete formato Chi mi ha foggiatorsquordquo

In questo passo una mucca mitica si rivolge al dio supremo Ahura Mazdā chie-dendo per chi essa sia stata lsquofoggiatarsquo anche qui pie tuerḱ- egrave impiegato nel suo senso marcato di lsquofoggiare miticamentersquo un essere vivente quindi in un contesto analogo a quello dei passi analizzati supra in cui le carni degli uomini sono fog-giate dai dvergar e da Tvaṣṭar Sebbene in avestico ϑβərəs- sia attestato con una certa frequenza in contesti abbastanza vari e non necessariamente ldquocosmogonicirdquo egrave interessante notare come questa radice verbale non sembri ricorrere in nessunrsquoaltra lingua iranica (Cheung 2007 sv ϑuars-) Si potrebbe quindi trattare di un arcaismo che egrave sopravvissuto unicamente nellrsquoavestico in quanto lingua liturgica dello zo-roastrismo in virtugrave del suo corpus prettamente cultuale redatto a scopi rituali e di conseguenza linguisticamente arcaizzante

65 La kenning [bevanda ndash dei dvergar] per [poesia] e due figure indoeuropee

Sul piano della fraseologia lrsquointerpretazione di dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- permette di individuare diversi paralleli per le kenningar nordiche per [poesia] come dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo Queste possono infatti riflettere una collocazione [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] che ha non soltanto paralleli nella mitologia vedica (cfr il cap 7) ma anche corrispondenze fraseologiche sia (a) in collocazioni che designano la [poesia] e la [voce] in gene-rale come qualcosa da [versare] e da [bere] che (b) in collocazioni indoeuropee in cui pie tetḱ- lsquointagliare foggiarersquo e peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo due radici che Peter Jackson (2002 8-13) ha mostrato essere sinonimiche rispetto a tuerḱ- hanno come oggetto [poesia] e [voce]

(a) Lrsquouso metaforico di [bevanda] per [poesia] egrave molto ben attestata nella lin-gua poetica scandinava (Meissner 1921 69) cfr eg HaukrV Iacutesldr 14-8 biethk at [hellip]

85 Cfr Krause 1966 299 Nedoma 2004 172 Findell 2012 161 pace Mees 2013 335 Per la quantitagrave della e in pgerm dedun cfr Stiles 2010

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Riccardo Ginevra

hlustar munnum [hellip] mjǫeth drekki ldquoprego che (i presenti) vogliano bere lrsquoidromele (degli degravei) (= la [poesia]) con le bocche dellrsquoorecchiordquo86 Questa figura poetica risa-le con tutta probabilitagrave a etagrave indoeuropea poicheacute corrisponde concettualmente alla collocazione [versare (ǵheu-) ndash le preghiere] studiata da Kurke (1989) in greco vedico e latino (a cui Watkins 1995 16 aggiunge un parallelo in antico irlandese) e alla concezione della [voce] come [liquido] studiata da Garciacutea Ramoacuten (2010) in sanscrito antico irlandese e ittito (per questrsquoultimo cfr anche Dardano 2018)

(b) Una collocazione [foggiare (tetḱ-) ndash le parole (ueku-)] metafora per [fare poesia cantare] soggiace inter alia al composto av vacas-tašti- lsquoinno strofarsquo (lsquofoggiatura di parolersquo) ai sintagmi ved vaacutecāṃsy [hellip] takṣam ldquoho foggiato parolerdquo (RV 6321d) e al sintagma gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di parolerdquo (Pi P 3113) una kenning per [poeti] (Schmitt 1967 296ss) che queste espressioni riflet-tano una comune ereditagrave indoeuropea egrave stato riconosciuto giagrave da James Darmesteter (1878) sebbene in termini leggermente diversi da quelli odierni87 Il concetto [fog-giare] nella metafora ereditata [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso anche da peiḱ- come dimostrato da Jackson (2002) sulla base dellrsquoanaloga corrisponden-za tra collocazioni rigvediche quali vācam pipiśur ldquohanno modulato (pie peiḱ-) la voce (ueku-)rdquo (71036) e sintagmi pindarici come ποικίλος ὗμνος ldquoinno elaborato (pie peiḱ-)rdquo (Pi O 687 N 542) Questrsquoassociazione potrebbe infine essere atte-stata anche nella tradizione latina Ovidio (Met 14320-434) eg ci riferisce come la moglie del dio Pīcus lsquocolui che foggiarsquo (pie peiḱ-oacute- analizzato nel cap 8) avesse nome Canens lsquocantantersquo (lat canō lsquocantarersquo)

La kenning aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo per [poesia] sembra quindi riflettere una combinazione di queste due figure poetiche ovvero (a) la metafora della [poesia] come [bevanda] e (b) la metafora [foggiare ndash le parole] per [fare poesia] Egrave possibile ipotizzare che questa confluenza abbia avuto luogo nel modo seguente

(1) Dato che lrsquoelemento [foggiare] nella metafora ereditata (b) [foggiare ndash le parole] poteva essere espresso sia da pie tetḱ- che da peiḱ- si puograve ipotizzare che esso venisse espresso anche dalla radice pie tuerḱ- la quale condivide significati e collocazioni con entrambe Si puograve quindi postulare una collocazione [foggiare (pie

86 Sullrsquo[orecchio] come [bocca] per la [poesia] liquida cfr Meissner 1921 130 cfr inoltre Egill Arkv 65-8 svaacutet Yggs full yacuteranda kom at hvers manns hlustamunnum ldquocosic-cheacute la coppa di Ygg [poesia] giunse schiumando alle bocche delle orecchie di ogni uomordquo Una figura poetica del genere potrebbe essere allrsquoorigine della differenza di significato tra itt ištaman(a)- lsquoorecchiorsquo e gr στόμα lsquoboccarsquo la cui parentela egrave stata proposta giagrave da Sturtevant (1928 123) sono grato a Paola Dardano per avermi fatto notare questo parallelo tra germani-co e anatolico

87 Piugrave precisamente Darmesteter (1878 28-29) includeva nel parallelo anche sintag-mi latini con il verbo texere lsquotessere fabbricarersquo che egli riteneva essere imparentato con av degtašti- ved TAKṢ- e gr τέκτων riconducendo tutti questi vocaboli ad una stessa radice ldquotaksrdquo unrsquoanalisi che non egrave piugrave comunemente accettata al giorno drsquooggi (cfr LIV2 619-620 638-639)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

tuerḱ-) ndash le parole](2) Cosigrave come la kenning pindarica per [poeta] gr ἐπέων τέκτονες ldquoartigiani di

parolerdquo egrave un sintagma nominale che riflette la collocazione [foggiare (pie tetḱ) ndash le parole] si puograve supporre che la collocazione [foggiare (pie tuerḱ-) ndash le pa-role] potesse essere espressa da un sintagma nominale in cui un nome agentivo pie tuerḱ-oacute- lsquofoggiatore artigianorsquo (aisl dvergr) reggeva un termine per [parole] o [poesia] ovvero una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole della poesia] Ciograve trova paralleli in molte kenningar norrene per [poeta] del tipo aisl hagsmiethr bragar ldquoabile fabbro della poesiardquo (Bragi Troll 17 Meissner 1921 363-364)

(3) Essendo [poesia] [parola] e in generale [voce] metaforicamente sostituibili con [liquido] o [bevanda] in virtugrave della figura indoeuropea e scandinava (a) di cui supra una collocazione [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash delle parole] era quindi equi-valente a [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda poetica] Anche questo pas-saggio trova un parallelo nella kenning per [poeta] aisl faeliggir Fjǫlnis veigar ldquofog-giatore della bevanda di Fjǫlnir (Odino [bevanda ndash di Odino] = [poesia])rdquo (KormǪ Lv 533) in cui faeliggir egrave peraltro da ricondurre alla radice pie peiḱ- lsquotagliare foggia-rersquo88

(4) Dalla kenning [artigiano (pie tuerḱ-oacute-) ndash della bevanda (poetica)] per [poeta] potragrave quindi essersi sviluppata la kenning [bevanda ndash dellrsquoartigiano (pie tuerḱ-oacute-)] per [poesia] di cui aisl dverga drekka ldquobevanda dei dvergarrdquo egrave un riflesso esatto

88 Aisl faeliggir sembra essere un derivato agentivo in -ir (pgerm -ija-) di un rif lesso di pgerm faig-ijō- lsquorendere coloratorsquo ( aing fāgian lsquoidrsquo) un verbo denominativo connesso allrsquoaggettivo faih-a- lsquomulticolorersquo Questo verbo e lrsquoaggettivo corrispondente sono da ricon-durre a pie peiḱ- (cfr Heidermanns 1993 183-184)

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7 ARTIGIANI MITICI INDOEUROPEI I DVERGAR NORDICI E IL DIO VEDICO TVAacuteṢṬAR-

Lrsquoanalisi di aisl dvergr come riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo egrave supportata dalla caratterizzazione di questi personaggi allrsquointerno dei testi eddici ma trova anche strette corrispondenze in quanto attestato in riferimento a figure mitolo-giche analoghe in ambito indoeuropeo In questo capitolo vedremo anzitutto come i dvergar nordici condividano diverse tra le loro piugrave importanti caratteristiche con il dio vedico di nome Tvaacuteṣṭar- teonimo che come si egrave visto riflette pie turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo un altro derivato della radice tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo

71 I dvergar eddici come lsquoartigianirsquo cosmici

I dvergar sono menzionati innumerevoli volte nella letteratura scandinava in par-ticolare allrsquointerno del corpus eddico per una rassegna aggiornata della letteratura scientifica sui dvergar cfr Liberman 2016 303-316 Gli elementi principali della loro caratterizzazione che interessano questa trattazione sono sintetizzabili nei se-guenti punti

(a) I dvergar sono quasi esclusivamente menzionati come soggetto di una collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera skepja smietha) ndash ogget-to]Questa collocazione egrave ad esempio attestata in Hdl in cui la dea Freyja sostiene che il suo cinghiale Hildisviacuteni sia stato creato dai dvergar il cinghiale di Freyja egrave comrsquoegrave noto da connettere al cinghiale Gullinbursti (de Vries 1956-57 II178) che appartiene al suo quasi-omonimo fratello Freyr a questi versi si puograve quindi accostare un passo del Grm in cui alcuni personaggi denominati come lsquofigli di Iacutevaldirsquo sono detti aver prodotto la nave Skiacuteethblaethnir proprio per il dio Freyr

Hdl 77-10

Hildisviacuteni er meacuter hagir goslashretho dvergar tveir Daacuteinn oc NabbildquoHildisviacutenir che per me fecero abili due dvergar Daacuteinn e Nabbirdquo

Grm 43Iacutevalda synir gengo iacute aacuterdaga Sciacuteethblaethni at scapa scipa bezt sciacuterom Frey nyacutetom Niarethar bur

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Riccardo Ginevra

ldquoI figli di Ivaldi al principio dei tempi si mossero a foggiare Skidhbladhnir nave ottima per Freyr splendente propizio figlio di Njordhrrdquo

Nel Grm i costruttori della nave di Freyr sono menzionati solo per mezzo del patronimico ma nella parafrasi che Snorri fa di questo passo gli stessi vengono chiamati dvergar cfr Gylf 43 Dvergar nokkvorir synir Iacutevalda gerethu Skiacuteethblaethni ok gaacutefu Frey skipit ldquoAlcuni dvergar figli di Iacutevaldi fecero Skiacuteethblaethnir e diedero la nave a Freyrrdquo Come il sopracitato cinghiale Hildisviacuteni di Freyja anche il cinghiale di Freyr egrave stato foggiato da due dvergar i fratelli Sindri e Brokkr come narrato in Skaacuteld 35 dove questi due fratelli dvergar cercano di [foggiare] doni piugrave belli di quelli giagrave foggiati dai dvergar figli di Iacutevaldi 89

Skaacuteld 35Eptir thornat foacuter Loki til thorneira dverga er heita Iacutevalda synir ok gerethu thorneir haddinn ok Skiacuteethblaethni ok geirinn er Oacuteethinn aacutetti er Gungnir heitir THORNaacute veethjaethi Loki hǫfethi siacutenu vieth thornann dverg er Brokkr heitir hvaacutert broacuteethir hans Sindri mundi gera jafngoacuteetha gripi thornrjaacute sem thornessir vaacuteru En er thorneir koacutemu til smiethju thornaacuteldquoDopo di ciograve Loki andograve dai dvergar che si chiamano figli di Iacutevaldi e loro foggiarono la chioma (per Sif) Skiacuteethblaethnir (per Freyr) e la lancia di Odino che si chiama Gungnir Allora Loki scommise la propria testa con quel dvergr che si chiama Brokkr che il fratello di quello Sindri non avrebbe prodotto tre doni altrettanto buoni come quelli E quando loro (Sindri e Brokkr) giunsero alla forgia allora [cominciarono a forgiare]rdquo

Per ulteriori passi della Snorra Edda che attestano questa stessa collocazione [dvergr ndash foggiare forgiare (gera) ndash oggetto] cfr eg Skaacuteld 50 thornviacuteat nuacute hefi ek dregit Daacuteinsleif er dvergarnir gerethu ldquopoicheacute io ho ormai tratto [la spada] Daacuteinsleif che fecero i nanirdquo (giagrave citato nel cap precedente) Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

I dvergar sono menzionati in contesti del genere in numerosi altri passaggi del-la letteratura norrena Allrsquoinizio del Sǫrla THORNattr sembra quasi essere attestata una glossa del termine dvergr come lsquoartigianorsquo

Sǫrla THORNattr 1Menn thorneir vaacuteru iacute Asiacutea er einn heacutet Aacutelfrigg annarr Dvalinn thornriethi Berlingr fjoacuterethi Greacuterr THORNeir aacutettu heima skammt fraacute hǫll konungs THORNeir vaacuteru menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd THORNess haacutettar menn sem thorneir vaacuteru kǫlluethu menn dverga THORNeir byggethu einn stein THORNeir blǫnduethust thornaacute meir vieth mannfoacutelk en nuacuteldquoCrsquoerano degli uomini in Asia di cui uno si chiamava Aacutelfrigg un altro Dvalinn un terzo Berlingr e un quarto Greacuterr Essi avevano dimora non lontano dalla sala del re Questi erano uomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tutto Uomini di questo genere come loro erano gli uomini li chiamavano dvergar Vivevano in una roccia Si mischiavano allora di piugrave con lrsquoumanitagrave rispetto a

89 Cfr Ginevra 2018 per unrsquoanalisi del mito e dei suoi possibili paralleli indoeuropei

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

orardquo

In questo passo si dice che il termine dvergar egrave usato per riferirsi a ldquouomini cosigrave abili che mettevano una mano perfetta in tuttordquo (menn svaacute hagir at thorneir lǫgethu aacute allt gerva hǫnd) una perifrasi per dire che essi erano capaci di foggiare qualsiasi cosa come si evince dal fatto che

bull i quattro personaggi in questione siano fabbri cfr lrsquoinizio di un paragrafo successivo dvergarnir vaacuteru at smiacuteetha ldquoi dvergar (Aacutelfrigg Dvalinn Berlingr e Greacuterr) stavano forgiandordquo

bull la stessa locuzione sia impiegata in riferimento a un personaggio di nome Smiethr lsquoFabbrorsquo in Boacutesa saga ok Herraueths 2 lagethi aacute allt gerva hǫnd ldquometteva una mano perfetta in tuttordquo90

(b) I dvergar Moacutetsognir e Durinn sono detti [foggiare ndash esseri umani]

Vsp 95-8-10hverr scyldi dverga droacutettir91 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom THORNar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho sem Durinn sagethildquo[Gli degravei discussero su] chi dei dvergar dovesse schiere creare dal sangue di Brimir e dalle mem-bra di Blaacuteinn Lagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondo essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terra come disse Durinnrdquo

Queste due strofe sono state oggetto di interpretazioni contrastanti Il genitivo plurale dverga lsquodei dvergarrsquo in Vsp 95 egrave stato inteso da Dronke come un comple-mento di droacutettir lsquoschierersquo Dronke segue inoltre lrsquoemendazione di Joacutensson (1926 ad loc) del tragravedito hverr lsquochirsquo con hvaacutert lsquoutrum whetherrsquo traducendo di conseguenza i vv 95-6 come ldquowhether they should create companies of dwarvesrdquo (con gli aeligsir lsquodegraveirsquo come soggetto) Questa emendazione e lrsquointerpretazione che ne consegue sembrano tuttavia non necessarie sulla base di tre osservazioni

bull In primo luogo hverr skyldi dverga ldquochi dovesse tra i nanirdquo in Vsp 95 riflette la stessa struttura sintattica con ordine dei costituenti [hverr ndash verbo modale ndash geniti-vo plurale retto da hverr] attestata eg in Hym 382-4 hverr kann um thornat goethmaacutelugra goslashrr at scilia ldquoe chi puograve questo fra chi conosce i miti piugrave compiutamente raccon-

90 Possibili paralleli per questo passaggio si possono individuare in greco (Daniel Koumlll-igan c p) dove il dio artigiano Efesto egrave invocato come καρτερό-χειρ lsquoo (dio) dalla forte manorsquo (Hymn Orph 663) e in vedico (Patrick V Stiles c p) dove Tvaṣṭar egrave chiamato su-pāṇiacute- lsquodal-le buone manirsquo (eg RV 73420b citato infra 72 [b]) queste corrispondenze potrebbero ri-f lettere unrsquoassociazione tradizionale tra la formula [mano ndash buonaforteperfetta] e i gli degravei lsquoartigianirsquo (pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo) nel mito indoeuropeo

91 Con Dronke (1997 ad loc) preferisco la variante ltdroacutettirgt attestata nello Hauksboacutek alla lezione ltdroacutettingt del Konungsboacutek (scelta da Neckel-Kuhn 1962 ad loc)

mdash 80 mdash

Riccardo Ginevra

tarerdquobull In secondo luogo le due strofe Vsp 9-10 hanno chiaramente una struttura

responsiva (cfr tab 8) (1) allrsquointerrogativa di Vsp 95 hverr [hellip] dverga ldquochi tra i dvergarrdquo cor-

risponde in Vsp 101-4 una risposta thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) allrsquointerrogativa di Vsp 91-2 hverr scyldi dverga droacutettir scepia ldquochi tra i dvergar dovesse creare schiererdquo corrisponde in Vsp 105-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi (Moacutetsognir e Durinn) molte umane figure fecero i dvergarrdquo essendo droacutettir lsquoschierersquo un sinonimo poetico di [uomini]92

(3) alla specificazione di Vsp 92-4 scepia oacuter Brimis bloacuteethi oc oacuter Blaacuteins leggiom ldquocreare dal sangue di Brimir e dalle membra di Blaacuteinn (ie le lsquoroccersquo)rdquo93 corrisponde in Vsp 106-7 goretho dvergar oacuter ioretho ldquofecero i nani dalla terrardquo

Vsp 9 Vsp 10

(1) [chi ndash dei dvergar] = Moacutetsognir e Durinn

1 hverr scyldi dverga ldquochi tra i dvergar dovesserdquo

1-4 thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn dverga allra enn Durinn annarr ldquolagrave era Moacutetsognir diventato il piugrave grande di tutti i dvergar e Durinn il secondordquo

(2) [foggiare ndash umani] 2 droacutettir scepialdquocreare schiere = uominirdquo

5-7 thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar ldquoessi molte umane figure fecero i dvergarrdquo

(3) [da terraroccia] 4 oacuter Blaacuteins leggiom ldquodalle membra di Blaacuteinn = roccerdquo

7 oacuter ioretho ldquodalla terrardquo

Tab 8 Struttura responsiva di Vsp 9 e 10

bull Infine la responsione tra Vsp 91 hverr [hellip] dverga ldquochi dei dvergarrdquo e 101-2

thornar var Moacutetsognir maeligztr um orethinn ldquolagrave Moacutetsognir era diventato il piugrave granderdquo ha un parallelo esatto nella responsione tra Vm 284 hverr aacutesa elztr ldquochi degli AEligsir il piugrave anticordquo e 293 thornaacute var Bergelmir borinn ldquoallora Bergelmir era natordquo

92 Cfr eg Hsv 851-2 Draumum siacutenum skulu eigi droacutettir truacutea ldquoMen should not believe their dreamsrdquo

93 Per le membra di Blaacuteinn come [montagne rocce] cfr Dronke 1997 122

mdash 81 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Vm 284-291-2

ldquohverr aacutesa elztr eetha Ymis niethia yrethi iacute aacuterdagardquo Vafethruacuteethnir qvaeth ldquoOslashroacutefi vetra aacuteethr vaeligri ioreth scǫpueth thornaacute var Bergelmir borinnrdquoldquo[disse Odino] laquoChi era il piugrave vecchio fra gli asi e della stirpe di Ymir allrsquoinizio dei tempiraquo dis-se Vafthornruethnir laquoIn un tempo lontano prima che fosse creata la terra venne Bergelmir alla luceraquordquo

Una stessa struttura compositiva tradizionale (cfr tab 9) soggiace con tutta pro-babilitagrave a entrambi i passi

Vsp Vm(a)hverr + X-a (genitivo plurale)

91 hverr [hellip] dvergaldquochi tra i dvergarrdquo

284 hverr aacutesaldquochi tra gli degraveirdquo

(b)thornarthornaacute var Y-ir (nome proprio) W-inn (participio preterito)

101-2 thornar var Moacutetsognir [hellip] um orethinnldquolagrave Moacutetsognir era diventatordquo

293 thornaacute var Bergelmir borinnldquoallora Bergelmir eranatordquo

(c)Z-ztr (superlativo) + X-a (genitivo plurale)

102-3 maeligztr [hellip] dverga allraldquoil piugrave grande dei dvergar tuttirdquo

284 [hellip] aacutesa elztrldquoil piugrave vecchio degli degraveirdquo

Tab 9 Elementi comuni a Vsp 9-10 e Vm 28-29

Alla luce di questi dati non sembra quindi necessario intepretare le strofe della Vsp citate supra alla maniera di Dronke e si puograve quindi affermare che esse attestino una collocazione [dvergr ndash foggiare ndash essere umano]

(c) I dvergar Brokkr e Sindri forgiano lrsquo[arma ndash del dio del tuono] Thor

Skaacuteld 35THORNaacute lagethi hann jaacutern iacute aflinn ok baeth hann blaacutesa ok sagethi at oacutenyacutett mundi veretha ef blaacutestrinn felli [hellip] Ok thornaacute kom thornar smiethrinn at sagethi at nuacute lagethi naeligr at alt mundi oacutenyacutetask er iacute aflinum var THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn [hellip] THORNat var doacutemr thorneira at hamarrinn var beztr af ǫllum gripum ok mest vǫrn iacute fyrir hriacutemthornursum ok dœmethu thorneir at dvergrinn aeligtti veethfeacuteitldquoPoi egli (Sindri) mise nella fucina del ferro e chiese (a Brokkr) di far vento e disse che sarebbe stato [tutto] rovinato se il soffiare fosse cessato [hellip] E allora venne il fabbro (Sindri) e disse che ci man-cava poco che tutto quello che crsquoera nella fucina fosse rovinato Poi tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (Brokkr) diede il martello a Thor [hellip] Il loro giudizio (ie degli degravei) fu che il martello era il migliore fra tutti gli oggetti preziosi e la maggior difesa contro i giganti della brina ed essi senten-ziarono che il dvergr aveva [vinto] la scommessardquo

Il martello del dio del tuono Thor non egrave semplicemente uno dei sei oggetti miti-ci che vengono foggiati nellrsquoambito dellrsquoagone artigianale tra Loki (o meglio tra i dvergar figli di Iacutevaldi che lavorano per Loki) e i dvergar Brokkr e Sindri il martello egrave il migliore tra tutti questi oggetti la ldquomaggior difesa contro i giganti di brinardquo e garantisce a Brokkr e a suo fratello la vittoria nellrsquoagone contro Loki

mdash 82 mdash

Riccardo Ginevra

(d) I dvergar Austri Vestri Norethri Suethri hanno la funzione di [sorregge-re ndash il cielo]

Gylf 8lsquoToacuteku thorneir ok haus hans ok gerethu thornar af himin ok settu hann upp yfir jǫrethina meeth fjoacuterum skautum ok undir hvert horn settu thorneir dverg THORNeir heita svaacute Austri Vestri Norethri SuethrildquoEssi presero il suo cranio e ne fecero il cielo e lo posero su sopra la terra con quattro canti e sotto ogni angolo posero un dvergr Essi si chiamano cosigrave Austri Vestri Norethri Suethrirdquo

Gli stessi nomi si incontrano in ordine diverso allrsquoinizio del catalogo dei dvergar della Vsp nella strofa successiva a quelle analizzata supra 112-3 Norethri oc Suethri Austri oc Vestri Trattandosi di un catalogo non si trova qui menzionata la funzione di sorreggere il cielo la quale non egrave per la veritagrave letteralmente enunciata nemmeno in Gylf 8 undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo Ci si puograve tuttavia arrivare in maniera combinatoria

bull aisl setja undir lsquoporre sottorsquo si dice normalmente di aisl stoacutell lsquoseggiorsquo cfr eg HeiethrH 5630 var siacuteethan stoacutell settr undir Gestumblinda ldquofu quindi posto un seggio sotto Gestumblindirdquo HaacutekFris 48211 var thornar stoll settr vndir konvnginn ldquofu lagrave posto un seggio sotto il rerdquo

bull aisl stoacutell lsquoseggiorsquo egrave a sua volta impiegato nel linguaggio poetico con il significato [sostegno] come un sinonimo poetico di stǫeth lsquopalorsquo cfr eg kenningar dalla struttura [sostegno ndash del falco] per [mano braccio] come hauka-stoacutell lsquoseg-gio dei falchirsquo e val-stǫeth lsquopalo deli falcohirsquo (Meissner 1921 141-142)

bull Aisl undir hvert horn settu thorneir dverg ldquosotto ogni angolo (del cielo) posero un dvergrrdquo egrave quindi semanticamente equivalente a una collocazione [dvergr ndash soste-nere ndash cielo]

Una collocazione [dvergr ndash sostenere (pgerm ber-) ndash cielo] si puograve peraltro ricostruire anche sulla base della kenning per [cielo] aisl byrethr dverganna ldquofardello dei nanirdquo in cui byrethr (pgerm bur-di[-jō]-)94 va per lrsquoappunto ricondotto alla radi-ce pgerm ber- lsquoportarersquo (pie bher-) 95

Skaacuteld 23Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dverganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

94 Sulla non univoca analisi formale di aisl byrethr cfr Schaffner 2001 374ss e 455 Ca-saretto 2004 296 e 497-498

95 Per la kenning [fardello ndash dei dvergar] per [cielo] cfr anche Hfr Erf Oacutel 26a3 (und niethbyrethi Norethra ldquosotto il fardello della stirpe di Norethrirsquo = [fardello ndash dei dvergar]) e Arn THORNorfdr 243 (brestr erfiethi Austra ldquosi spacca la fatica di Austrirdquo)

mdash 83 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(e) Il dvergr Alviacutess egrave detto [conoscere (aisl viacuteta) ndash tutto] nel ritornello dellrsquoAlviacutessmaacutel

Alv 91-3 (+ 12x)Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitirldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu nano conoscirdquo

Il nome stesso del dvergr Al-viacutess egrave un composto con un primo elemento aldeg lsquotut-to completamentersquo (per cui cfr supra cap 3) e un secondo elemento aggettivale viacutess lsquosaggiorsquo dal significato lsquocompletamente saggiorsquo (se composto descrittivo) o lsquosaggio su tuttorsquo (se determinativo) Aisl viacuteta e viacutess sono da connettere alla stessa radice pgerm weit- lsquosaperersquo (de Vries 1962 sv viacutess)

(f) Lrsquoidromele della poesia egrave foggiato da alcuni dvergar in due recipienti e ciograve spiega percheacute la [poesia] sia chiamata [bevanda ndash dei dvergar]

Skaacuteld g57ok thornaacute er hann kom at heimboethi til dverga nokkvorra Fjalars ok Galars thornaacute kǫlluethu thorneir hann meeth seacuter aacute einmaeligli ok draacutepu hann leacutetu renna bloacuteeth hans iacute tvau ker ok einn ketil ok heitir saacute Oacuteethreyrir en kerin heita Soacuten ok Boethn THORNeir blendu hunangi vieth bloacuteethit ok vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku eetha fylli eetha nakkvars konar lǫg Oacuteethreris eetha Boethnar eetha Soacutenar eetharsquoldquoe su invito (Kvasir) giunse da certi dvergar Fialarr e Galarr essi lo convocarono per un collo-quio privato e lo uccisero Fecero scorrere il suo sangue in due recipienti e in un calderone questo si chiamava Oacuteethroslashrir e i recipienti Soacuten e Boethn Al sangue essi mescolarono del miele e ne derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergar o loro sazietagrave o liquido di qualsiasi tipo di Oacuteethroslashrir di Boethn o di Soacuten o [seguono altre kenningar]rdquo

Da questo passo egrave chiaro come lrsquoidromele della poesia del mito rappresenti la [poesia] il che corrisponde al ben attestato impiego metonimico di [bevanda] per [poesia] trattato alla fine del capitolo precedente (cap 6)

(g) Alcuni dvergar vengono catturati e incatenati per la loro sapienzaIn virtugrave della loro sapienza e abilitagrave di artigiani in diversi passi della letteratura nor-dica i dvergar vengono catturati e incatenati da personaggi che vogliono ottenere og-getti mitici forgiati da loro i dvergar sono quindi pronti a concedere quanto richiesto pur di aver salva la vita A tal proposito si possono comparare i seguenti passaggi dalla Saga Heiethreks konungs ins vitra in antico islandese e dalle Gesta Danorum di Sassone il Grammatico in latino

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2saacute hann einn stein mikinn vieth soacutelsetr ok thornar hjaacute dverga tvaacute konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxi thorneir beiddu fjoumlrlausnar Konuacutengr maeliglti Hvat heiti thorneacuter Annar nefndist Dvalinn en annar Dulinn Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem

mdash 84 mdash

Riccardo Ginevra

bezt kunni thorniethldquoEgli (Svafrlami) vide una pietra alta nel tramonto e accanto a essa due nani Il re li incantograve fuori dalla pietra con il coltello Quelli implorarono riscatto Il re disse ldquoCome vi chiamaterdquo Uno si chiamava Dvalinn lrsquoaltro Dulinn Il re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Saxo Gesta Danorum 326Cumque forte pernox attonita curis mente languesceret obumbrantem tabernaculo suo Satyrum ha-sta petivit obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepit Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcit Nec segniter Satyrus salutis redemp-tionem quae ab ipso petebatur exhibuit Adeo cunctis re prior est vita cum nihil apud mortales spiritu carius exsistere soleatldquoOnce as he watched all night his spirit was drooping and dazed with anxiety when the Satyr cast a shadow on his tent Aiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escape Then in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and bracelets The Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was asked So surely do all prize life beyond wealth for nothing is ever cherished more among mortals than the breath of their own liferdquo

Il trattamento riservato ai dvergar Dvalinn e Dulinn nella saga nordica e quello riservato al satyrus Mimingus nelle Gesta Danorum riflettono chiaramente la stessa struttura narrativa (cfr tab 10)

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar do-vrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquo

Saxo Gesta Danorum 326Ultima deinde per summam verborum atrocitatem minatus ensem armillamque deposcitldquoThen in the most dreadful words he threatened him with the worst and demanded the sword and braceletsrdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere costretto con la forza a colla-borare

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Saxo Gesta Danorum 326Nec segniter Satyrus salutis redemptionem quae ab ipso petebatur exhibuitldquoThe Satyr was not slow to tender him the ransom of his life for which he was askedrdquo

mdash 85 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Saxo Gesta Danorum 326obrutumque ictu nec satis fugae potentem vinculis intercepitldquoAiming a spear at him he brought him down with the blow stopped him and bound him while he could not make his escaperdquo

Tab 10 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 e Gesta Danorum 326

Ricapitolando la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico permette di iden-tificare come loro caratteristica fondamentale la funzione di [artigiani mitici] che foggiano inter alia esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra asso-ciata alla poesia Ciograve supporta lrsquoetimologia di aisl dvergr e pgerm dthornwerga- come riflessi di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo Come vedremo nella prossima sezione quasi tutti gli elementi elencati presentano forti corrispondenze nei testi vedici che trattano del dio indiano Tvaṣṭar soltanto lrsquoultimo punto (g) non sembra avere corrispondenze nella tradizione sanscrita bensigrave in quella latina un parallelo che egrave discusso per esteso nel cap 8

72 Il dio vedico Tvaacuteṣṭar- lsquoArtigianorsquo cosmico

Il dio indiano Tvaṣṭar egrave nel mito vedico lrsquoartigiano cosmico per eccellenza96 La sua caratterizzazione nelle fonti vediche presenta molte corrispondenze con quella dei dvergar nelle fonti nordiche sintetizzabili nei punti presentati di seguito

(a) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare] diversi [oggetti] miticiIl dio egrave detto foggiare una coppa per il soacutema- (la bevanda rituale indiana) portare le coppe degli degravei affilare lrsquoascia di Brahmaṇaspati disporre vesti e adornare cinghie Egli produce forme e adorna di ogni forma tutte le creature compresi il cielo la ter-ra i cavalli e tutto il creato egrave stato generato da lui

RV 1206utaacute tyaacuteṃ camasaacuteṃ naacutevaṃ tvaacuteṣṭur devaacutesya niacuteṣkrtam aacutekarta catuacuteraḥ puacutenaḥldquoAnd this beaker of the god Tvaṣṭar new produced you made again into fourrdquo

RV 10539tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most

96 Sul dio Tvaṣṭar in generale cfr eg Oldenberg 1894 233-236 Macdonell 1897 116-118 Hopkins 1915 81 Hillebrandt 1927-29 372ss Oberlies 2012 149-150

mdash 86 mdash

Riccardo Ginevra

beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-)steedrdquo Brahmaṇaspati will hewrdquo

Il dio egrave menzionato in contesti analoghi in vari altri passi del RV97 noncheacute nelle fonti successive98

(b) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash essere umani]In una preghiera per la fertilitagrave che abbiamo giagrave citato nel capitolo precedente RV 101841 si chiede a diversi degravei di dare una mano nel concepimento a Tvaṣṭar in quanto dio preposto alla creazione di tutte le forme (RV 81028b) vagrave il compito di ldquointagliare le formerdquo del concepito

RV 101841viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ā sintildecatu prajāpatir dhātā gaacuterbhaṃ dadhātu teldquoLet Viṣṇu arrange the womb let Tvaṣṭar carve the forms Let Prajāpati pour out (the semen) let Dhātār place the embryo in yourdquo99

Nellrsquoinno del RV in cui la donna Yamī cerca di congiungersi al fratello Yama vie-ne menzionato questo stesso ruolo di Tvaṣṭar come lsquointagliatorersquo giagrave allrsquointerno del ventre materno lo stesso concetto si trova in una preghiera dellrsquoAtharvaveda per la

97 Cfr eg RV 11889 tvaacuteṣṭā rūpāṇi hiacute prabhuacuteḥ paśū n viacuteśvān samānajeacute teacuteṣāṃ na sphātiacutem ā yaja ldquoBecause preeminent Tvaṣṭar anointed all the beasts (with) their forms by sa-crifice win their fat for usrdquo 35519 devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥ pupoacuteṣa prajāḥ purudhā jajāna imā ca viacuteśvā bhuacutevanāni asya mahaacuted devā nām asuratvaacutem eacutekam ldquoGod Tvaṣṭar the im-peller providing all forms f lourishes he has begotten offspring in great quantity and all the-se creatures here are his ndash Great is the one and only lordshiprdquo 101109 yaacute imeacute dyā vāpr thivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvā n ldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer per-form sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

98 Cfr eg AVŚ 12333cd tvaacuteṣṭreva rūpaacuteṃ suacutekr taṃ svaacutedhityainā ehāḥ paacuteri pā tre dadrśrām ldquolike a form well made by Tvashtar with a knife so let the eager ones be seen round about in the vesselrdquo 14153ab tvaacuteṣṭā vā so vy agravedadhāc chubheacute kaacuteṃ brhaspaacuteteḥ praśiacuteṣā ka-vīnā m ldquoTvashtar disposed the garment for beauty by direction of Brihaspati of the poetsrdquo 60 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pā dān bhaacutegas tatakṣa catvā ry uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhy-atoacute nu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fashioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur aacutervā jāyata āśuacuter aacuteśvaḥ tvaacuteṣṭedaacuteṃ viacuteśvaṃ bʰuacutevanaṃ jajāna bahoacuteḥ kartā ram ihaacute yakṣi hotaḥ ldquoThe God-devoted man Tvashtar produces from Tvashtar springs to life your f leet-foot Courser Tvashtar gave being to this All about us Priest worship here the mighty works achieverrdquo

99 Cfr anche VS 1030 savitrā prasavitrā saacuterasvatyā vācā tvaacuteṣṭrā rūpaacuteiḥ pūṣṇā paśuacutebʰir iacutendreṇāsmeacute bŕhaspaacutetinā braacutehmaṇā vaacuteruṇenaacuteujasāgniacutenā teacutejasā soacutemena rājntildeā viacuteṣṇunā daśamyā devaacutetayā praacutesūtaḥ praacute sarpāmi ldquoI creep forth urged onward by Savitar the Impeller by Sarasvaticirc Speech by Tvashtar created forms by Pucircshan cattle by this Indra by Briha-spati Devotion by Varuna Power by Agni Brilliance by Soma the King by Vishnu the ten-th Deityrdquo

mdash 87 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

felicitagrave coniugale100

RV 10105abgaacuterbhe nuacute nau janitā daacutempatī kar devaacutes tvaacuteṣṭā savitā viśvaacuterūpaḥldquo[Yamī] (Even) in the womb the Begetter made us two a married couple god Tvaṣṭar the impeller who provides all formsrdquoAVŚ 6783tvaacuteṣṭā jāyām ajanayat tvaacuteṣṭāsyai tvāṃ paacutetim tvaacuteṣṭā sahaacutesram āyuṃṣi dīrghaacutem āyuḥ krṇotu vāmldquoTvashtar generated the wife Tvashtar [generated] thee as husband for her let Tvashtar make for you two a thousand life-times a long life-timerdquo

Nel RV e nella VS a Tvaṣṭar egrave assegnato il compito di foggiare uomini eroici (ved vīraacute-) cfr i passi giagrave citati RV 73420b tvaacuteṣṭā supāṇiacuter daacutedhātu vīrān ldquolet Tvaṣṭar of the good hands confer heroes (on us)rdquo VS 299 tvaacuteṣṭā vīraacuteṃ devaacutekāmaṃ jajāna tvaacuteṣṭur ldquoThe God-devoted man Tvashtar producesrdquo

(c) Tvaṣṭar egrave detto [foggiare ndash lrsquoarma del dio del tuono] IndraLa collocazione Tvaṣṭar- ndash TAKṢ lsquofoggiarersquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ricorre diver-se volte nel RV come notato giagrave da Macdonell (1897 117)

RV 1527cdtvaacuteṣṭā cit te yuacutejiyaṃ vāvrdhe śaacutevas tataacutekṣa vaacutejram abhiacutebhūtiojasamldquoTvaṣṭar also strengthened his own power to be employed by you he fashioned the mace of overwhelming mightrdquo

RV 1616abasmā iacuted u tvaacuteṣṭā takṣad vaacutejraṃ suaacutepastamaṃ svariacuteyaṃ raacuteṇāyaldquoJust for this one Tvaṣṭar fashioned the mace of best workmanship the reverberating one for battle [for joy]rdquo

Cfr anche RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (In-dra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo 5314ab aacutenavas te raacutetham aacuteśvāya takṣan tvaacuteṣṭā vaacutejram puruhūta dyumaacutentam ldquoThe Anu people fashioned a chariot for your horse Tvaṣṭar (fashioned) the brilliant mace o much invoked onerdquo

In due inni del RV egrave attestata una collocazione piugrave espressiva Tvaṣṭar- ndash VART lsquovoltare (sul tornio)rsquo ndash vaacutejra- lsquomazza (di Indra)rsquo ndash sahaacutesrabhrṣṭi- lsquodalle mille pun-tersquo cfr RV 1859ab tvaacuteṣṭā yaacuted vaacutejraṃ suacutekrtaṃ hiraṇyaacuteyaṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ suaacutepā aacutevartayat ldquoWhen Tvaṣṭar the good craftsman had turned the well-made gol-den mace with its thousand spikesrdquo 61710ab aacutedha tvaacuteṣṭā te mahaacute ugra vaacutejraṃ sahaacutesrabhrṣṭiṃ vavrtac chatāśrim ldquoThen Tvaṣṭar turned the mace with its thousand

100 Cfr anche RV 239 e 349 (= 729) in cui si chiede a Tvaṣṭar di propiziare progenie eroica

mdash 88 mdash

Riccardo Ginevra

spikes and hundred edges for you who are great o powerful onerdquo

(d+e) Tvaṣṭar egrave detto [conoscere (ved VED) ndash tutto] e [sostenere ndash il cielo e la terra] in due versi consecutivi (allrsquointerno di un paragone con Varuna)

RV 4423ahaacutem iacutendro vaacuteruṇas teacute mahitvā urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoI Varuṇa am Indra By my greatness these two realms wide and deep have strong support Like Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Tvaṣṭar egrave detto aggiustare insieme (ved saacutem airayaṃ) e sostenere (dhāraacuteyaṃ) le due metagrave del mondo (roacutedasī il cielo e la terra) Ciograve egrave una naturale conseguenza del fatto che in altri inni egli sia detto aver creato aggiustato insieme e adornato il cielo e la terra

RV 4563saacute iacutet suaacutepā bhuacutevaneṣu āsa yaacute imeacute dyāvāprthivī jajāna urvī gabhīreacute raacutejasī sumeacuteke avaṃśeacute dhīraḥ śaacuteciyā saacutem airatldquoHe certainly was the good artisan among the creatures who begot these two Heaven and Earth the two wide deep well-fixed realms did the wise one fit together in propless (space) with his skillrdquo

RV 101109yaacute imeacute dyāvāprthivī jaacutenitrī rūpaiacuter aacutepiṃśad bhuacutevanāni viacuteśvā taacutem adyaacute hotar iṣitoacute yaacutejīyān devaacuteṃ tvaacuteṣṭāram ihaacute yakṣi vidvānldquoHe who (adorned) Heaven and Earth these two begetters and who adorned all the creatures with their forms to him today to god Tvaṣṭar o Hotar superior sacrificer perform sacrifice here when prompted as the knowing onerdquo

(f) Il soacutema- la bevanda rituale indiana egrave servito da Tvaṣṭar in due coppe ed egrave chiamato la [bevanda ndash di Tvaṣṭar-]

RV 111722ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vāmldquoFor Dadhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Che Tvaṣṭar sia il custode del soacutema- si evince anche dal fatto che in un inno Indra sia detto bere il soacutema- da due coppe nella casa di Tvaṣṭar mentre in un altro inno In-dra egrave detto rubare il soacutema- a Tvaṣṭar e berlo nelle coppe (cfr Macdonell 1897 117)

RV 4183cdtvaacuteṣṭur grheacute apibat soacutemam iacutendraḥ śatadhaniacuteyaṃ camuacutevoḥ sutaacutesya

mdash 89 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

ldquoIn the house of Tvaṣṭar Indra drank soma a hundredrsquos worth of the pressed (drink) in the two cupsrdquo

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Le coppe con il soacutema- sono menzionate anche in una strofa in cui Tvaṣṭar prima porta i recipienti con il soacutema- per gli degravei e poi affila lrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSi-gnore della formularsquo questi versi sono immediatamente seguiti da una strofa in cui i poeti sono esortati a usare gli stessi strumenti per creare [poesia]101

RV 10539-10tvaacuteṣṭā māyā ved apaacutesām apaacutestamo biacutebhrat pātrā devapānāni śaacuteṃtamā śiacuteśīte nūnaacutem paraśuacuteṃ suāyasaacuteṃ yeacutena vrścād eacutetaśo braacutehmaṇas paacutetiḥ satoacute nūnaacuteṃ kavayaḥ saacuteṃ śiśīta vāśībhir yābhir amŕtāya taacutekṣatha vidvāṃsaḥ padā guacutehiyāni kartana yeacutena devāso amrtatvaacutem ānaśuacuteḥldquoTvaṣṭar knew (his own) magic powers as the best worker of workers bearing the cups the most beneficial drinking vessels of the gods Now he sharpens the hatchet of good metal with which the ldquo(chariot-) steedrdquo Brahmaṇaspati will hew Now poets sharpen up (the hatchets) that are (here) the axes with which you carve for the immortal As knowing ones create hidden tracks (like the track) by which the gods achieved immortalityrdquo

Non sarebbe strano se insieme allrsquoascia di Brahmaṇaspati il lsquoSignore della formu-la sacrarsquo anche il soacutema- fosse qui impiegato come una metafora per [poesia] come il soacutema- anche Brhaspati lsquoSignore della formula sacrarsquo egrave stato creato da Tvaṣṭar (RV 22317ab)

(h) Tvaṣṭar egrave contemporaneamente padre e nemico del [dio ndash del tuono] IndraIl padre di Indra egrave detto [foggiare] il suo vaacutejra- e per questo egrave stato identificato con Tvaṣṭar (cfr eg Macdonell 1897 116 Jamison Brereton 2014 I51)

RV 2176sāsmā aacuteram bāhuacutebhyāṃ yaacutem pitākrṇod viacuteśvasmād ā januacuteṣo veacutedasas paacuteri yeacutenā prthivyāṃ niacute kriacutev-iṃ śayaacutedhyai vaacutejreṇa hatvī aacutevrṇak tuviṣvaacuteṇiḥldquoThat was fit for him for his two arms ndash what his father made from every race and out of his know-ledge ndash that mace by which he with mighty roar smashed the worm and twisted it down to lie upon the earthrdquo

Ciograve sembra essere confermato dal fatto che in un inno il creatore e generatore di Indra sia chiamato svaacutepastama- lsquoil miglior artigianorsquo epiteto di Tvaṣṭar (cfr supra

101 Come notato da Jamison e Brereton (2014 ad loc)

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Riccardo Ginevra

RV 1859 e 4563)102 cfr RV 4174b-d iacutendrasya kartā suapastamo bhūt yaacute īṃ jajāna svariacuteyaṃ suvaacutejram aacutenapacyutaṃ saacutedaso naacute bhūma ldquoThe best craftsman was the creator of Indra who begot him booming and bearing the good mace not to be moved any more than the Earth from its seatrdquo

Il rapporto tra Indra e il suo presunto padre Tvaṣṭar sembrerebbe essere proble-matico dato che questrsquoultimo egrave detto tremare davanti a Indra (RV 18014) il quale egrave a sua volta detto sconfiggere Tvaṣṭar alla nascita nel passo di RV 3484 citato supra (tvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya ldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indrardquo) Il quadro del rapporto padre-figlio diventa ancora piugrave tetro se si tiene conto del fatto che Indra egrave detto aver reso la madre una vedova e aver distrutto il padre evidentemente da identificare con Tvaṣṭar

RV 41812kaacutes te mātaacuteraṃ vidhaacutevām acakrac chayuacuteṃ kaacutes tvām ajighāṃsac caacuterantam kaacutes te devoacute aacutedhi mārḍīkaacute āsīd yaacutet prākṣiṇāḥ pitaacuteram pādagŕhyaldquoWho made your mother a widow Who tried to smash you as you lay as you wandered What god was merciful toward you when you destroyed your father having grasped him by the footrdquo

Abbiamo visto quindi come gli elementi centrali della caratterizzazione di Tvaṣṭar siano gli stessi attestati per quella dei dvergar ovvero atti di creazione di oggetti co-smici come figure umane e armi divine Soltanto il punto (h) non ha corrispondenze nella tradizione nordica bensigrave in quella greca come vedremo nel cap 8 A questo punto si puograve quindi procedere a una comparazione diretta tra la tradizione nordica e quella indiana

73 Artigiani cosmici indoeuropei confronto e ricostruzione

I miti nordici relativi ai dvergar e quelli indiani sul dio Tvaṣṭar condividono nume-rose caratteristiche gli elementi principali attestati in entrambe le tradizioni sono sintetizzabili nei seguenti punti

(a) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash ogget-to]I dvergar eddici sono quasi sempre soggetto di questa collocazione nel mito cfr eg Gylf 34 THORNaacute sendi Alfǫethr thornann er Skiacuternir er nefndr [hellip] til dverga nokkurra ok leacutet gera fjǫtur ldquoAllora Allfoumlethr mandograve quello che si chiama Skiacuternir [hellip] da certi dvergar e fece fare quella catenardquo

Tvaṣṭar egrave quasi esclusivamente menzionato come foggiatore di oggetti nel mito vedico cfr AVŚ 14160 bhaacutegas tatakṣa catuacuteraḥ pādān bhaacutegas tatakṣa catvāry

102 Da notare come nello stesso inno sia menzionato anche il Cielo come padre di Indra (suvīras te janitā manyata dyauacuter)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

uacuteṣpalāni tvaacuteṣṭā pipeśa madhyatoacute lsquonu vaacuterdhrānt sā no astu sumaṅgalī ldquoBhaga fash-ioned the four feet Bhaga fashioned the four framepieces Tvashtar adorned the straps along in the middle let her be to us of excellent omenrdquo

(b) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash essere umano]Ai dvergar egrave assegnato il compito di creare esseri umani in Vsp 95-6 e 105-7 hverr scyldi dverga droacutettir scepia [hellip] thorneir manliacutecon mǫrg um goretho dvergar oacuter ioretho ldquochi dei dvergar dovesse schiere (= lsquouominirsquo) creare [hellip] essi umane figure molte fecero i dvergar dalla terrardquo

Tvaṣṭar egrave il dio che foggia gli embrioni umani cfr RV 101841ab viacuteṣṇur yoacuteniṃ kalpayatu tvaacuteṣṭā rūpāṇi piṃśatu ldquoche Viṣṇu arrangi il ventre che Tvaṣṭar intagli le forme (dellrsquoessere umano)rdquo

(c) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash foggiare ndash arma del dio del tuono]I dvergar Sindri e Brokkr sono gli autori del martello Mjǫllnir di Thor in Skaacuteld 35 THORNaacute toacutek hann oacuter aflinum lthamargt [hellip] THORNaacute gaf hann THORNoacuter hamarinn ldquoPoi (il dvergr Sindri) tolse dalla fucina un martello [hellip] Poi (il dvergr Brokkr) diede il martello a Thorrdquo

Tvaṣṭar foggia la mazza di Indra in RV 10483a maacutehyaṃ tvaacuteṣṭā vaacutejram atakṣad āyasaacutem ldquoFor me (Indra) Tvaṣṭar fashioned the metal macerdquo

(d) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash sostenere ndash cielo]Il cielo egrave sorretto dai quattro nani Vestri Austri Suethri e Norethri nel mito nordico cfr Skaacuteld 23 Hvernig skal kenna himin Svaacute at kalla hann [hellip] erfiethi eetha byrethi dver-ganna eetha hjaacutelm Vestra ok Austra Suethra Norethra ldquoCome si deve chiamare il cielo Chiamandolo fatica o fardello dei nani o elmo di Vestri Austri Suethri e Norethrirdquo

Tvaṣṭar sorregge le due metagrave del mondo (cielo e terra) nel mito vedico cfr RV 4423 tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ ca ldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

(e) [artigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-) ndash conoscere ndash tutto]Il dvergr Alviss conosce ogni cosa in Alv 91-3 (13x) Segethu meacuter thornat Alviacutess ndash ǫll of rǫc fira voromc dvergr at vitir ldquoDimmi questo Alviss ndash ogni storia degli esseri mi consta che tu dvergr conoscirdquo

Tvaṣṭar conosce ogni essere vivente cfr RV 4423a tvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān ldquolike Tvaṣṭar knowing all living beingsrdquo

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Riccardo Ginevra

(f) [bevanda ndash dellrsquoartigiano mitico (aisl dvergr ved Tvaacuteṣṭar-)]Lrsquolsquoidromelersquo (mjǫethr pie medhu-) della poesia egrave chiamato ldquobevanda dei dvergarrdquo (che lrsquohanno prodotto) cfr Skaacuteld g57 vareth thornar af mjǫethr saacute er hverr er af drekkr verethr skaacuteld eetha frœethamaethr [hellip] Af thornessu kǫllum veacuter skaacuteldskap Kvasis bloacuteeth eetha dverga drekku ldquone derivograve quellrsquoidromele che chi lo beve diviene poeta o erudito [hellip] Per questo noi chiamiamo la poesia sangue di Kvasir o bevanda dei dvergarrdquo

Il soma la bevanda rituale indiana egrave il maacutedhu- lsquomielersquo (pie medhu-) di Tvaṣṭar cfr RV 111722 ātharvaṇāya aśvinā dadhīce aacuteśviyaṃ śiacuteraḥ praacuteti airayatam saacute vām maacutedhu bull praacute vocad rtāyaacuten tvāṣṭraacuteṃ yaacuted dasrāv apikakṣiacuteyaṃ vām ldquoFor Da-dhyantildec the son of Atharvan you substituted the head of a horse Aśvins Speaking the truth he proclaimed to you Tvaṣṭarrsquos honey which was hidden from you o wondrous onesrdquo

Ricapitolando i paralleli tra la caratterizzazione dei dvergar nel mito nordico e quella di Tvaṣṭar in quello indiano sono numerosi e si basano su una caratteristica fondamentale di questi personaggi la loro funzione come [artigiani] mitici che fog-giano oggetti cosmici come gli esseri umani lrsquoarma del dio del tuono e la bevanda sacra associata alla poesia Ciograve permette di ipotizzare che essi continuino unrsquoorigi-naria figura mitica indoeuropea quella dellrsquo[artigiano] divino a cui erano associati i derivati della radice verbale che designava per eccellenza il [foggiare] mitico pie tuerḱ- lsquotagliare foggiarersquo riflessa in germanico da aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e in indoiranico da ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter- lsquoquello che taglia foggiarsquo)103

103 Uno sviluppo da una personalitagrave divina singola (come Tvaṣṭar) ad una classe plurale di esseri mitici (come i dvergar) presenterebbe vari paralleli nelle tradizioni indoeuropee cfr eg i romani Sēmōnes classe plurale di divinitagrave sviluppatasi a partire dal dio singolo Sēmō le cui corrispondenze in italico e celtico permettono di ricostruire unrsquooriginaria divinitagrave singola-re protoitaloceltica di nome Segomō lsquoFortersquo (Weiss 2017)

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8 ALCUNI PARALLELI NELLA MITOLOGIA CLASSICA IL DIO ROMANO PICO (PĪCUS) E IL

TITANO GRECO CRONO (ΚΡΌΝΌΣ)

Comrsquoegrave noto oltre che in nordico e indiano figure mitiche di artigiani divinisopran-naturali ricorrono in diverse tradizioni indoeuropee (cfr eg West 2007 154-157) Le fonti classiche attestano numerose figure di questo genere basti pensare alla for-giatura delle armi di Achille da parte di Efesto nellrsquoIliade al dono delle saette che i Ciclopi fanno a Zeus nella Teogonia o ai fabbri Dattili Idei delle fonti piugrave tarde Non egrave quindi strano che come vedremo nel presente capitolo paralleli importanti per quanto visto finora riguardo aisl dvergr e ved Tvaacuteṣṭar- siano attestati da due figure della letteratura classica il romano Pico (sect81) e il greco Crono (sect82) infatti da un lato le caratterizzazioni di questi personaggi presentano interessanti corrispondenze con i testi analizzati finora precisamente con gli elementi (g) e (h) rispettivamente del mito nordico e del mito indiano dallrsquoaltro i nomi di questi personaggi possono essere ricondotti rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice che condi-vide significati e collocazioni con pie tuerḱ- (Jackson 2002 8-13) e alla radice quasi sinonimica pie (s)ker- lsquotagliarersquo

81 Il nome del dio Pīcus come riflesso di pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo

Il dio Pico (lat Pīcus) egrave uno dei primi re mitici del Lazio figlio di Saturno padre di Fauno e nonno di Latino104 la cui trasformazione in picchio (lat pīcus) ad opera dellrsquoamante rifiutata Circe egrave il soggetto di un famoso brano delle Metamorfosi di Ovidio (14320-434) Sebbene in quanto rex degli Aborigines Pico sia anche ogget-to di designazioni eroiche come equum domitor (Verg Aen 7189) egli egrave descritto nelle fonti latine e greche piugrave come un trickster e un culture hero

Il nome lat Pīcus puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo un

104 Cfr Verg Aen 748-49 [] Fauno Picus pater isque parentem te Saturne refert tu sanguinis ultimus auctor Serv ad Aen 1076 Stercutii Picus Pici Faunus Fauni Latinus est filius

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Riccardo Ginevra

derivato agentivo del tipo tem-oacute- di pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo radice sinoni-mica rispetto a pie tuerḱ- A questo stesso derivato agentivo possono essere ricon-dotti anche

bull lat pīcus lsquopicchiorsquo che puograve riflettere pie peiḱ-oacute- lsquoquello che (in)taglia scavarsquo (alberi con il becco)105 una denominazione che si riferisce al comportamento piugrave tipico di questo uccello di cui ricorrono descrizioni sia in greco (eg Arist Hist an 593a3-14) che in latino (eg Plaut Asin 262)106

bull gr πεικός lsquoacuto pungente asprorsquo attestato esclusivamente dalla glossa es-ichiana πεικόν middot πικρόν πευκεδανόν (il sinonimo πικρός egrave drsquoaltronde anchrsquoesso un riflesso con diversa morfologia di PIE peiḱ- cfr eg Beekes 2010 sv)

In questo caso lat Pīcus corrisponderebbe quindi non solo dal punto di vista se-mantico ma anche morfologico ad aisl dvergr essendo questrsquoultimo un riflesso di pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo parimenti un tipo tem-oacute- derivato da una radice dal significato lsquotagliare foggiarersquo107

Unrsquointerpretazione di lat Pīcus come lsquoquello che foggiarsquo trova per lrsquoappunto sup-porto nella caratterizzazione di questo personaggio attestata in un passo di Plutarco

Plut Numa 153-5μυθολογοῦσι γάρ εἰς τὸν Ἀβεντῖνον λόφον οὔπω μέρος ὄντα τῆς πόλεως οὐδὲ συνοικούμενον ἀλλ᾽ ἔχοντα πηγάς τε δαψιλεῖς ἐν αὑτῷ καὶ νάπας σκιεράς φοιτᾶν δύο δαίμονάς Πῖκον καὶ Φαῦνον οὓς τὰ μὲν ἄλλα Σατύρων ἄν τις ἢ Πανῶν γένει προσεικάσειε δυνάμει δὲ φαρμάκων καὶ δεινότητι τῆς περὶ τὰ θεῖα γοητείας λέγονται ταὐτὰ τοῖς ὑφ᾽ Ἑλλήνων προσαγορευθεῖσιν Ἰδαίοις Δακτύλοις σοφιζόμενοι περιϊέναι τὴν ἸταλίανldquoRaccontano infatti che quando il colle Aventino non era ancora parte della cittagrave neacute era abitato ma aveva in seacute abbondanti sorgenti e valli ombrose vi vagavano due numi Pico e Fauno i quali in altri aspetti rassomigliavano i Satiri o i Pani ma sono detti con il potere delle pozioni e lrsquoastuzia della magia divina aver viaggiato per lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i greci chiamano Dattili Ideirdquo

105 Diversamente interpretato da WH (sv) che nota come due termini possibilmente im-parentati con questo vocabolo ved pikaacute- lsquoCuculus micropterusrsquo e antico prussiano picle lsquoTur-dus pilarisrsquo non possano rif lettere pie ḱ questi paralleli sono tuttavia probabilmente Sche-ingleichungen dato che entrambi questi uccelli non hanno molto in comune con il picchio Probabilmente imparentato egrave anche pgerm spihta- lsquopicchiorsquo (WH ibid de Vaan 2008 sv pī-cus)

Un termine sicuramente imparentato con pīcus egrave piuttosto umb peico (accusativo singo-lare) peiqu (ablativo singolare) lsquoidrsquo esito di protoitalico pĭk-o- (Meiser 1986 47) che puograve ri-f lettere pie piḱ-oacute- (un derivato del funzionalmente analogo tipo CC-oacute- cfr Nussbaum 2017 250ss) Lat pīca lsquoghiandaia gazzarsquo egrave probabilmente un derivato femminile di pīcus Diver-samente Meiser 1986 47-48 seguito da de Vaan 2008 sv pīcus (secondo cui lat pīca sareb-be un derivato femminile vrddhi di pĭk-o- con successiva diffusione analogica della ī lunga al maschile)

106 Cfr sul tema Mynott 2018 230 259-260 278 Sui picchi nel folklore di varie parti del mondo cfr Armstrong 1958 94-112

107 Cfr Ginevra 2019 per unrsquoanalisi dei termini della famiglia romanza di it piccolo come ulteriori rif lessi di pie peiḱ-oacute- sebbene in unrsquoaccezione passiva lsquoquello che egrave tagliatorsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

Pico e suo figlio Fauno ldquosono detti aver girato lrsquoItalia praticando le stesse arti di quelli che i Greci chiamano Dattili Ideirdquo dovevano evidentemente esistere delle narrazioni tradizionali secondo cui Pico era un artigiano che aveva tramandato agli Italici lrsquoarte propria dei Dattili Idei la quale era comrsquoegrave noto la metallurgia

Plin Nat 780ferrum Hesiodus in Creta eos qui vocati sunt Dactyli IdaeildquoEsiodo (ritiene) che a Creta quelli che si chiamano Dattili Idei (abbiano lavorato per la prima volta) il ferrordquo

Come ci si poteva attendere il fatto che il teonimo Pīcus fosse un omofono di lat pīcus lsquopicchiorsquo diede luogo a paraetimologie come quelle registrate da Servio

Serv ad Aen 7190Picum amavit Pomona pomorum dea et eius volentis est sortita coniugium postea Circe cum eum amaret et sperneretur irata eum in avem picum Martium convertit nam altera est pica hoc autem ideo fingitur quia augur fuit et domi habuit picum per quem futura noscebat

Il fatto che si tentasse di analizzare Pīcus per mezzo di episodi eziologici i quali hanno poco o niente a che fare con i ruoli e le funzioni che a questo dio sono specificamente assegnate108 va visto come un sintomo del fatto che il teonimo fosse ormai del tutto opaco etimologicamente giagrave per i romani Con questo non si vuole affermare che Pico non potesse essere associato al picchio tuttrsquoaltro punto di partenza per lrsquoassociazione di un dio con un animale erano solitamente degli elementi comuni nella caratterizzazione dei due (cfr eg la relazione tra il re degli degravei Zeus e il ldquore degli uccellirdquo lrsquoaquila) ed egrave quindi piugrave che normale che il dio Pīcus lsquoquello che taglia foggiarsquo finisse per essere associato allrsquouccello pīcus lsquoquello che taglia (la corteccia)rsquo

La narrazione di Plutarco citata supra continua quindi con un episodio della vita di Numa che egrave trattato anche da Ovidio nel terzo libro dei Fasti109 il re romano si rivolge alla ninfa Egeria per conoscere il rito di espiazione del fulmine questa sug-gerisce al re di costringere con la forza le divinitagrave indigene romane Fauno e Pico a rivelargli il segreto del rito

Ov Fasti 3289sscui dea lsquone nimium terrere piabile fulmen estrsquo ait lsquoet saevi flectitur ira Iovis sed poterunt ritum Picus Faunusque piandi tradere Romani numen utrumque soli nec sine vi tradent adhibe tu

108 Ovvero la storia dellrsquoamore non corrisposto di Circe peraltro una figura importata dal mondo greco e il dettaglio del tutto non marcato (basti pensare al mito di Romolo e Remo) sullrsquoimpiego di un uccello per la divinazione

109 Noncheacute secondo Arnobio dallrsquoannalista Valerio Antias (fr 6 Peter 8 Chassignet apud Arnob 51)

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Riccardo Ginevra

vincula captisrsquoldquoA lui (a Numa) la dea (Egeria) disse laquoNon avere eccessivo timore il fulmine si puograve espiare e lrsquoira del furioso Giove si puograve allontanare Ma Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazione Ma non lo tramanderanno senza costrizione legali con ceppi dopo averli catturatiraquordquo

Numa compie quanto suggeritogli dalla ninfa e ottiene quanto desiderato (alla fine egrave Giove stesso a rivelargli il rito) Ovidio segue qui naturalmente un topos della letteratura classica quello dellrsquoessere divino catturato dal mortale (cfr Pasco-Pran-ger 2002 298) che ha una sua prima e rinomata attestazione nellrsquoOdissea (4395ss) nella narrazione della cattura di Proteo ad opera di Menelao noncheacute successivamen-te presso Virgilio che fa catturare Proteo da Aristeo nelle Georgiche (4) e Sileno a dei pastori nelle Ecloghe (6) Il passo ovidiano ha tuttavia delle strette corrisponden-ze (cfr tab 11) anche con i testi scandinavi visti nel precedente capitolo (sect71 [g]) in cui i dvergar vengono catturati e trattenuti per la loro sapienza

(1)Un personaggio umano vuole ottenere qualcosa da un essere mitico

Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 (cfr Saxo Gesta Dano-rum 326)Konuacutengr maeliglti Af thornviacute at thornieth erueth allra dverga hagastir thornaacute skulu thornieth gera meacuter svereth sem bezt kunni thorniethldquoIl re disse ldquoDato che siete i piugrave abili di tutti i dvergar dovrete forgiarmi una spada la migliore che possiaterdquordquo

Ov Fasti 3289sssed poterunt ritum Picus Faunusque pianditradere Romani numen utrumque solildquoMa Pico e Fauno entrambi numi (indigeni) del suolo romano potranno tramandarti il rito dellrsquoespiazionerdquo

(2)Lrsquoessere mitico deve essere co-stretto con la forza a collaborare

Saga thorneir beiddu fjoumlrlausnarldquoQuelli implorarono riscattordquo

Ov Fasti 3293nec sine vi tradentldquoMa non lo tramanderanno senza costrizionerdquo

(3)Lrsquoessere mitico viene catturato e trattenuto

Saga konuacutengr viacutegethi thornaacute utan steins meeth maacutelasaxildquoIl re li incantograve fuori dalla pietra con il coltellordquo

Ov Fasti 3293adhibe tu vincula captisldquolegali con ceppi dopo averli catturatirdquo

Tab 11 Elementi comuni a Saga Heiethreks konungs ins vitra 2 Gesta Danorum 326 e Ov Fasti 3289ss

Comrsquoegrave noto talvolta egrave possibile addebitare corrispondenze tra Sassone il Gram-matico e autori romani alla cultura latina di Sassone il quale leggeva con tutta pro-babilitagrave sia Ovidio che Virgilio a supporto di unrsquoipotesi di questo genere si noti il

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

termine lat satyrus con cui Sassone si riferisce allrsquoessere fantastico di nome Mimin-gus Ciononostante in ambito scandinavo la cattura di un dvergr allo scopo di otte-nere un oggetto mitico non sembra essere un motivo importato dal mondo classico essendo attestato eg anche nella narrazione eddica della cattura del dvergr Andvari ad opera del dio Loki (Skaacuteld 39) Anche qualora queste corrispondenze tra i dver-gar nordici e il culture hero latino Pico non fossero indizio di una comune origine ma frutto di contatto tra mondo germanico settentrionale e mondo classico esse sarebbero comunque indice del fatto che gli artigiani mitici scandinavi venissero as-similati a questo personaggio mitico romano in ragione di quella che doveva essere percepita come una stretta somiglianza

82 Il nome del titano Κρόνος come riflesso di pie (s)ker- lsquotaglia-rersquo

Il padre di Pico a prestar fede a Virgilio era Saturno accostato dagli autori lati-ni via intepretatio romana al titano Crono padre di Zeus e sovrano celeste prima di lui Il nome Κρόνος egrave stato analizzato da Janda (2010 50-51) come il riflesso di kr-oacuteno- lsquoquello che tagliarsquo un derivato con grado ridotto della radice (s)ker- lsquotagliarersquo (gr κείρω lsquoidrsquo aisl skera lsquoidrsquo) e suffisso deverbativo pie -oacuteno- Janda cita come paralleli per questa formazione gr κλ-όνος lsquosubbugliorsquo ( κέλομαι lsquometto in movimentorsquo) θρ-όνος lsquoseggiorsquo (pie dher- lsquofissarersquo) e aav dəm-āna- lsquocasarsquo (pie dem(h2)- lsquocostruirersquo) Questa analisi di gr κλόνος e θρόνος e lrsquoesistenza stessa di un tipo derivazionale CC-ono- sono state tuttavia oggetto di critica (Beekes 2010 svv) Alla luce dellrsquoattestazione di mic to-no thornos e del fatto che la radice in questione sia piuttosto da ricostruire come dherh2- per il greco (mic ta-ra-nu thrānus gr θρῆνυς lsquopancarsquo dhrh2-nu-) gr θρόνος egrave stato analizzato da de Lamberterie (2004 241ss) come lrsquoesito per metatesi di pgr thoacuter-no- e pie dhoacuter(h2)-no- lsquosostegnorsquo (con scomparsa della laringale per lrsquoEffetto di Saussure) In questo caso si potrebbe supporre unrsquoanaloga metatesi per gr Κρόνος il quale sarebbe quindi il riflesso di pie (s)koacuter-no- forma che potrebbe in effetti essere riflessa dalle glosse esichiane κόρνοςmiddot κεντρομυρσίνη Σικελοί lsquopungitopo per i Siculirsquo e σκόρνοςmiddot κόρνος μυρσί-νη τὸ φυτόν lsquopungitopo mirto lrsquoarbustorsquo (in cui μυρσίνη lsquomirtorsquo sta verosimilmente per μυρσίνη ἀγρία lsquomirto selvaticorsquo un altro nome del pungitopo)

In entrambi i casi lrsquointerpretazione di Κρόνος come un riflesso di pie (s)ker- lsquotagliarersquo (kr-oacuteno- oppure koacuter-no-) dal significato lsquoquello che tagliarsquo trova supporto nellrsquoatto mitico di castrare il cielo attribuito a questo personaggio (cfr infra) e permette di analizzare questo teonimo sul piano della semantica come un quasi-equivalente di ved Tvaṣṭar- (lsquoquello che taglia foggiarsquo) noncheacute di aisl dvergr (pie tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo)110 Questa ipotesi trova supporto in

110 In realtagrave il significato lsquofoggiarersquo egrave attestato anche per derivati di questa radice anche

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Riccardo Ginevra

due interessanti paralleli tra la mitologia di Crono quella del dio vedico Tvaṣṭar e parzialmente quella dei dvergar nordici

(1) Nel mito esiodeo della creazione la Terra egrave coperta dal Cielo e in continua unione sessuale con questo fino a quando Crono non li separa evirando il padre Cielo con una falce su incitazione della madre Terra

Hes Th 159-62 174-81ἣ δ᾽ ἐντὸς στοναχίζετο Γαῖα πελώρη στεινομένηmiddot δολίην δὲ κακήν τ᾽ ἐφράσσατο τέχνην αἶψα δὲ ποιήσασα γένος πολιοῦ ἀδάμαντος τεῦξε μέγα δρέπανον καὶ ἐπέφραδε παισὶ φίλοισινmiddot [hellip] εἷσε δέ μιν κρύψασα λόχῳmiddot ἐνέθηκε δὲ χερσὶν ἅρπην καρχαρόδονταmiddot δόλον δ᾽ ὑπεθήκατο πάντα ἦλθε δὲ νύκτ᾽ ἐπάγων μέγας Όὐρανός ἀμφὶ δὲ Γαίῃ ἱμείρων φιλότητος ἐπέσχετο καί ῥ᾽ ἐτανύσθη πάντηmiddot ὃ δ᾽ ἐκ λοχεοῖο πάις ὠρέξατο χειρὶ σκαιῇ δεξιτερῇ δὲ πελώριον ἔλλαβεν ἅρπην μακρὴν καρχαρόδοντα φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωldquoLa Terra invece gemeva allrsquointerno nella sua smisurata grandezza pigiata ma un espediente srsquoin-ventograve astuto e cattivo In breve fatto un tipo di metallo il bianco acciaio ne fabbricograve una grande falce e rivolgendosi ai suoi figli [hellip] Nascostolo (la Terra) lo (Crono) predispose allrsquoinsidia gli pose tra le mani la falce dai denti aguzzi e gli suggerigrave tutto lrsquoinganno E venne il grande Urano portando la notte e la Terra avviluppava desideroso drsquoamore e srsquoespandeva per ogni dove allora il figlio dal luogo dellrsquoinsidia protese la mano sinistra con la destra prese la smisurata falce lun-ga dai denti aguzzi e i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

Questo mito esiodeo della castrazione del Cielo egrave la variante greca dellrsquouniversale mitologico che dagrave il titolo ad una monografia di Staudacher (1942) Die Trennung von Himmel und Erde ldquola separazione del Cielo e della Terrardquo in miti cosmogonici attestati presso varie tradizioni del mondo (anche indoeuropee cfr Weiss 2016) il cielo e la terra erano originariamente uniti cosigrave strettamente da impedire il funziona-mento dellrsquouniverso e dovettero essere separati prima che si potesse giungere alla forma del cosmo come lo conosciamo oggi La separazione puograve avvenire principal-mente in due modi come notato da West (1966 212) ldquosometimes the sky is simply raised by pushing [hellip] Sometimes there is a physical link which must be severed [hellip] In the Hesiodic myth [hellip] it is an act of castration that severs the bond betwe-en them once and for allrdquo West nota anche come la peculiare forma di separazione attuata da Crono (castrazione) abbia chiaramente avuto origine nellrsquoincrocio tra un mito greco indigeno della separazione del cielo e della terra e il ldquomito orientale della successione nel cielordquo attestato dal hurrico Canto di Kumarbi (prevenutoci unica-mente in traduzione ittita un testo che presenta numerosi paralleli con la Teogonia di Esiodo cfr West 1997 279ss) in cui si racconta inter alia di come il dio Kumarbi castrograve con un morso il dio Anu lsquoCielorsquo prendendone il posto come sovrano degli

se non sembra sicuramente ricostruibile giagrave per la protolingua cfr eg aisl skera in Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima tagliare e segare intagliare e foggiarerdquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

degravei111 Lrsquoatto di Crono di porre fine allrsquounione originaria tra Terra e Cielo castrando questrsquoultimo egrave quindi funzionalmente equivalente a quanto compiuto da Tvaṣṭar nel suo ruolo di figura mitica che fissa e sorregge il cielo e la terra con paralleli anche nella mitologia dei dvergar nordici (sectsect71 2 e 3 elemento [d])

(2) Crono diventa poi il sovrano dellrsquouniverso spodestando il padre Cielo dando inizia alla trafila del cosiddetto ldquomito orientale della successione nel cielordquo egli stesso saragrave infatti spodestato da suo figlio Zeus in una guerra che si puograve definire il tema principale della Teogonia esiodea

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Nel suo ruolo mitologico di padre e contemporaneamente nemico del dio associa-to al tuono e successivamente re degli degravei Zeus Crono egrave qui direttamente compara-bile con il vedico Tvaṣṭar contemporaneamente padre e nemico del dio del tuono e re degli degravei Indra come visto nel capitolo precedente (sect72 [h])112

La caratterizzazione di Crono nella Teogonia di Esiodo sembra quindi avere delle corrispondenze precise (cfr tab 12) con quella di Tvaṣṭar nel RV

(1)Tvaṣṭar e Crono sono entrambi detti separare il cielo e la terra

RV 4423cdtvaacuteṣṭeva viacuteśvā bhuacutevanāni vidvān saacutem airayaṃ roacutedasī dhāraacuteyaṃ caldquoLike Tvaṣṭar knowing all living beings I pressed together the two world-halves and upheld themrdquo

Hes Th 180-182φίλου δ᾽ ἀπὸ μήδεα πατρὸς ἐσσυμένως ἤμησε πάλιν δ᾽ ἔῤῥιψε φέρεσθαι ἐξοπίσωmiddotldquoe i genitali del padre suo subitamente recise e gettograve poi con un movimento allrsquoindietrordquo

111 Come mi fa notare uno dei revisori anonimi anche Kumarbi egrave definito lceilDINGIRMEŠrceil-aš ad-da-aš ldquopadre degli deirdquo (KUB 177 ii 13 cfr van Gessel 1998-2001 I259-260) pur non essendone il padre biologico (cf supra cap 2)

112 Questo elemento presenta unrsquointeressante corrispondenza anche nel mito hurrico in cui Kumarbi ingravidato da Anu dopo averne inghiottito i genitali genera il dio della tempe-sta Tešub che a sua volta lo spodesteragrave

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Riccardo Ginevra

(2)Tvaṣṭar e Crono sono contem-poraneamente padri e nemici degli [degravei del tuono] Indra e Zeus

RV 3484cdtvaacuteṣṭāram iacutendro januacuteṣābhibhūya āmuacuteṣyā soacutemam apibac camūṣuldquoHaving overwhelmed Tvaṣṭar at his birth Indra having stolen the soma drank it in the cupsrdquo

Hes Th 71-73ὃ δ᾽ οὐρανῷ ἐμβασιλεύει αὐτὸς ἔχων βροντὴν ἠδ᾽ αἰθαλόεντα κεραυνόν κάρτεϊ νικήσας πατέρα Κρόνονldquo[Zeus] che in cielo egrave sovrano egli che possiede il tuono e il fulmine bruciante dopo che vinse con la forza il padre suo Cronordquo

Tab 12 Corrispondenze tra Tvaṣṭar e Crono

Notare questi paralleli indoeuropei non significa ovviamente negare le corrispondenze con il mito orientale in vari passaggi della Teogonia di Esiodo egrave possibile riconoscere una forte contaminazione tra tradizioni mitiche indigene (e quindi possibilmente ereditagrave indoeuropee) ed altre di origine vicinorientale (cfr eg West 1966 212)

In questo capitolo si egrave visto quindi come sia possibile ricondurre sia lat Pīcus (pie peiḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) che gr Κρόνος (kr-oacuteno- oppure koacuter-no- lsquoquello che tagliarsquo) rispettivamente a pie peiḱ- lsquotagliare foggiarersquo e (s)ker- lsquotagliarersquo due radici piugrave o meno sinonimiche rispetto a pie tuerḱ- Queste formazioni onomastiche avevano quantomeno originariamente una semantica analoga a quella che abbiamo ricostruito per aisl dvergr (tuerḱ-oacute- lsquoquello che taglia foggiarsquo) e ved Tvaacuteṣṭar- (turḱ-teacuter--tr- lsquoquello che taglia foggiarsquo) da un punto di vista morfolog-ico aisl dvergr e lat Pīcus riflettono addirittura lo stesso tipo di formazione (es-sendo entrambi derivati del tipo tem-oacute-) Il parallelo linguistico tra queste figure egrave rafforzato dal fatto che sia le narrazioni latine sul dio Pico che la tradizione esiodea sul titano Crono presentino alcuni elementi che abbiamo individuato supra (cap 7) nella mitologia nordica relativa ai dvergar e in quella indiana relativa a Tvaṣṭar113

113 Ulteriori possibili corrispondenze nella mitologia greca sono quelle con i fratelli tita-ni Prometeo e Atlante rispettivamente il creatore degli esseri umani ed il titano che sorregge la volta celeste i quali potrebbero quindi rif lettere lo sdoppiamento di unrsquounica figura mitica originaria analoga a quelle trattate in questo capitolo Sono grato a Daniel Koumllligan per aver-mi fatto notare questo parallelo

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9 I NOMI DEI DVERGARIL CATALOGO DI VǪLUSPAacute 10-16

Nel presente capitolo ci concentreremo sui nomi di dvergar elencati nel poema ed-dico Vǫluspaacute in particolare allrsquointerno delle strofe 10-16 che introducono e svi-luppano il cosiddetto Dvergatal lsquocatalogo dei dvergarrsquo questi nomi una sessanti-na costituiscono da soli quasi metagrave di tutto il materiale onomastico attestato nella Vǫluspaacute allrsquointerno di cui tuttavia il catalogo potrebbe essere unrsquointerpolazione (cfr eg Dronke 1997 67) Numerosi lavori sono stati dedicati alle etimologie dei nomi di dvergar i piugrave conosciuti tra i quali sono gli studi di Gould (1929) e Motz (1973) si tratta di analisi che hanno avuto il grande valore di evidenziare alcuni tipi di formazione frequenti tra questi nomi tuttavia dato che la maggior parte di questi dvergar sono menzionati unicamente nel catalogo e che la mitologia che li riguarda egrave di solito a noi del tutto ignota si tratta per la massima parte di etimologie impossibili da dimostrare in quanto prive di qualsiasi riscontro nelle fonti

In questo lavoro al contrario si riterranno effettivamente analizzabili soltanto quelle formazioni onomastiche per cui lrsquoanalisi formale si puograve combinare con unrsquoin-terpretazione semantica eo unrsquoidentificazione del referente che trova riscontro nei dati della mitologia o della fraseologia che ricorrono nei testi in norreno o in lingue imparentate Ciograve esclude eg simplicia il cui referente egrave del tutto sconosciuto (eg THORNekkr o THORNroacuter) o composti di referente sconosciuto i cui elementi non sono facilmente identificabili o la cui sintassi interna egrave di difficile interpretazione (eg Gand-alfr o Hleacute-vangr)

Nella sezione che segue (sect91) si abbozzeragrave uno schema dei processi di forma-zione delle parole attestati tra i nomi di dvergar della Vǫluspaacute In quella successiva (sect92) tutte le formazioni saranno presentate in ordine alfabetico e trattate (quan-do possibile) sul piano dellrsquoanalisi formale e dellrsquointerpretazione semantica Infine nella sezione finale (sect93) saranno tratte una serie di considerazioni metodologiche sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar (e non)

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Riccardo Ginevra

91 Processi di derivazione e composizione nellrsquoonomastica dei dvergar

Si procederagrave anzitutto presentando i suffissi derivazionali attestati dalle diverse for-mazioni onomastiche (1) per passare poi alla tipologia dei composti (2) La clas-sificazione egrave motivata da esigenze pratiche di descrizione della lingua e non vuole entrare nel merito di questioni che sono a tal scopo non rilevanti e tuttora dibattute (eg se i composti a reggenza verbale siano originariamente da raggruppare insieme ai composti determinativi o ai possessivi)

(1) Derivazione suffissi derivazionali comuni e onomasticiUnrsquoanalisi formale dellrsquoonomastica dei dvergar dal punto di vista della derivazione permette di distinguere sia tipi flessivi molto comuni attestati anche nel lessico appellativo che formazioni con suffissi derivazionali piugrave rari che ricorrono princi-palmente o esclusivamente in ambito onomastico Di seguito una classificazione dei suffissi (sulla base del corrispondente protogermanico)

bull Pgerm -a- questa classe comprende sostantivi maschili tematici (con co-siddetta ldquoflessione forterdquo) che continuano i temi indoeuropei in -o- e sono tra le formazioni piugrave comuni allrsquointerno del lessico appellativo germanico

In questa categoria sono probabilmente da includere molti nomi di dvergar altrimenti ignoti che sembrerebbero a prima vista essere simplicia tematici eg Fraacuter e THORNroacuter noncheacute i secondi elementi di composti come Al-thornjoacutefr e Nyacute-raacuteethr

bull Pgerm -an- questa classe comprende sostantivi maschili uscenti in aisl -i (con cosiddetta ldquoflessione debolerdquo) che continuano i temi in -n- indoeuropei (talvolta anche sul piano etimologico cfr eg aisl ux-i lsquobuersquo pgerm uks-ēn riflesso di pie h2uks-eacuten- ved ukṣaacuten-) Molti temi germanici in -an- hanno avuto origine come ricaratterizzazioni di originari temi in pgerm -a- (pie -o-) il suffisso -an- era inoltre frequentemente impiegato nella formazione del secondo elemento di compo-sti a reggenza verbale e nel creare derivati denominali da sostantivi neutri

Per esempi del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr Aacutei da aacutei lsquoavorsquo (pgerm awa[n]-) che corrispon-de al sostantivo tematico lat avus lsquononnorsquo (h2eṷh2-o-)Per il secondo tipo cfr degbori nel nome Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquoPer il terzo tipo molto comune tra i nomi di dvergar (Gould 1929 957) cfr eg Sindr-i sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo Frost-i frost lsquogelorsquo Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

bull Pgerm -u- una classe di formazioni nominali di grande antichitagrave la cui estrema raritagrave tra i nomi di dvergar non sorprende trattandosi di un tipo di formazio-ne non piugrave produttivo giagrave in etagrave protogermanica (cfr Casaretto 2004 191)

Questa classe egrave attestata da unrsquounica formazione onomastica Litr lsquocolorersquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Pgerm -(i)ja(n)- questo suffisso in protogermanico formava principalmen-te derivati pertinentivi denominali un tipo poco rappresentato nellrsquoonomastica dei dvergar Il suffisso aisl -ir appare invece essere molto produttivo nella formazione di nomina agentis da verbi deboli (soprattutto nella poesia scaldica)114 un tipo raro nelle altre lingue germaniche e di chiara origine recente (lrsquoimpiego del suffisso aisl -ir dopo sillabe leggere -VC- non rispetta la Legge di Sievers e non puograve quindi risa-lire oltre il protonordico)

Per questo tipo di formazione tra i nomi di dvergar cfr eg degthornras-ir in Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo (cfr thornras-a lsquominacciarersquo)

bull Pgerm -Vna- e -Vra- questi suffissi di struttura -VCa- (la vocale connet-tiva subiva spesso modificazioni non attese fonologicamente)115 sono ben attestati sia nellrsquoonomastica che nel lessico appellativo

In germanico i suffissi del tipo pgerm -Vnaō- erano relativamente produttivi per la formazione di derivati sia deverbali che denominali (Meid 1967 103ss)116 tuttavia nellrsquoonomastica dei dvergar (e nordica in generale) egrave unicamente il suffisso -inn a godere di produttivitagrave117

114 Cfr Meissner 1921 283ss Meid 1967 70 Ebenbauer 1973 192ss Casaretto 2004 112

115 Fondamentale nellrsquoanalisi di questi derivati egrave il processo del Suffixtausch lsquoscambio del suffissorsquo La vocale connettiva dei derivati con suffissi -VCaō- era infatti originariamen-te coincidente con la vocale in cui usciva la base del derivato eg wōd-u- lsquoispirazionersquo gt wōdu-na- lsquoquello dellrsquoispirazionersquo Una volta che la connessione etimologica tra basi e deri-vati andograve persa i parlanti si trovarono di fronte una varietagrave di suffissi ldquoapofonicirdquo con diversa vocale connettiva (-a- -i- -u-) i quali essendo di forma quasi identica e di funzione analo-ga apparivano liberamente scambiabili tra di loro Ciograve ha dato origine a formazioni seconda-rie in cui il suffisso con vocale connettiva etimologica egrave stato sostituito da suffissi con voca-le connettiva non etimologica eg Wōd-una- (anorv Oacuteethonn) ⟶ Wōd-ana- (aing Wōden) Wōd-ina- (aing Wēden) Questo processo (per cui cfr Meid 1967 50ss Schaffner 1996 151) egrave molto diffuso in germanico settentrionale e occidentale ed egrave di grande importanza per lrsquoana-lisi di derivati con tali suffissi

116 A differenza della variante senza vocale connettiva -na- (pie -noacute-) la quale a cau-sa di processi di assimilazione era spesso non piugrave trasparente (got fulls lt plh1-noacute- lat plē-nus ved pūr-ṇaacute-) Le tre varianti ldquoapofonicherdquo del suffisso -ana- -ina- e -una- in cui la vocale connettiva era originariamente identica alla vocale finale del tema della base (Casaret-to 2004 321) andavano incontro a Suffixtausch giagrave in etagrave molto antica cfr eg i rif lessi del termine per lsquomattinorsquo got maurg-ins e aisl myrg-inn (pgerm murg-ina-) vs aisl morg-inn (morg-ann) aing morg-en e aat morg-an (pgerm murg-ana-)

117 In norreno i rif lessi regolari -an--(i)n- e -un- (pgerm -ana- -ina- -una-) sono sta-ti sostituiti in maniera sistematica da aisl -in- il quale rif lette in realtagrave il formante di aggetti-vi di materiale pgerm -īna- (guld-īna- lsquodoratorsquo guld-a- lsquoororsquo) Sebbene la sostituzione sia stata cosigrave pervasiva da aver influito persino sulla morfologia verbale (in cui aisl -inn egrave il rego-lare formante di participi preteriti mentre pgerm -īna- formava esclusivamente derivati de-nominali) si egrave trattato di un processo analogico e non di un mutamento fonetico (Syrett 1994 187-204) come dimostrato dal fatto che le varianti originarie del suffisso sono ancora identi-ficabili in vocaboli arcaici come thornjoacuteethann lsquorersquo (pgerm thorneud-ana- cfr got thorniud-ans) noncheacute

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Riccardo Ginevra

Con lrsquoeccezione del nome del personaggio della saga volsungica Reginn riflessi di pgerm -Vna- sono attestati da molti nomi di dvergar per lo piugrave ignoti e scarsamente analizzabili eg Dvalinn Fundinn e THORNorinn

In norreno e nelle altre lingue germaniche le formazioni che attestano esiti dei suffissi pgerm -a-ra- e -u-ra- non riflettono solitamente ereditagrave indoeuropee118 e sono analizzabili quantomeno sincronicamente come derivati denominali (eg pgerm stab-ara- lsquopalo in una palizzatarsquo stab-a--i- lsquopalorsquo) Quantomeno a giudi-care dal numero di nomi di dvergar che attestano questo tipo di formazione i riflessi nordici di struttura aisl -Vrr dovevano aver acquisito un alto grado di produttivitagrave (verosimilmente come formanti onomastici neutri sul piano del significato)

Suffissi che riflettono pgerm -Vra- ricorrono in numerosi nomi di dvergar altrimenti sco-nosciuti eg Aacutenarr Bǫmburr e Lofarr

bull Pgerm -(V)n-ija- si tratta di un suffisso complesso che ha avuto origine in derivati con suffisso -ija- di sostantivi in -(V)naō- lrsquoesito aisl -nir estratto dalle formazioni originarie egrave poi diventato produttivo nella lingua poetica e nellrsquoonoma-stica norrena per la formazione di inter alia composti possessivi e agentivi

Per formazioni del primo tipo tra i nomi di dvergar cfr degvitn-ir lsquolupo spada creaturarsquo riflesso di witn-ija- (da pgerm witn[a]- imparentato con itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestie lupirsquo) allrsquointer-no del nome di dvergr Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquoPer composti possessivi e agentivi cfr rispettivamente Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per figurersquo (aisl sǫg lsquosegarsquo) e Draup-nir lsquoquello che gocciolarsquo (pgerm draup-a- lsquogocciolarersquo)

Naturalmente per quanto riguarda i composti la presente classificazione riguarda unicamente il secondo elemento il primo elemento andava incontro a modificazioni di vario tipo acquisendo morfologia specifica della composizione119

nellrsquoonomastica e in termini della lingua poetica118 Unrsquoeccezione egrave costituita dal suffisso -ara- che formava derivati di semantica delo-

cativale a partire da avverbi di luogo e pronomi (ūt-ara- lsquoesternorsquo ūt lsquofuorirsquo Meid 1967 81) il quale egrave in ultima analisi da ricondurre a pie -eroacute- (con diverso grado apofonico o pgerm -ar- lt -er- in sillaba non radicale) tematizzazione del suffisso locativo pie -eacuter-(i) per cui cfr eg avverbi di luogo come aat obero av upara- lat superus rif lessi di pie (s)uper-oacute- ((s)up-eacuter-(i) got ufar ved upaacuteri lat super)

Di contro il suffisso semplice (senza vocale connettiva) pgerm -ra- (pie -roacute-) non era produttivo in protogermanico ed egrave attestato principalmente in formazioni ereditate (Meid 1967 78 Casaretto 2004 416)

119 Eg seg-isdeg e seg-ideg per seg-iz- nellrsquoonomastica cfr i nomi propri lat-germ (Fla-vius) Sigis-vultus vs aisl Sigdegurethr (segi-ward-u- lsquoguardiano della vittoriarsquo) fenomeni analo-ghi erano giagrave presenti in indoeuropeo cfr eg il primo elemento in -ideg allrsquointerno del sistema di Caland del tipo ved Rjiacute-śvan- lsquoche ha cani velocirsquo rj-raacute- lsquoveloce brillantersquo (su cui cfr eg Rau 2009 135)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

(2) Composizione tipi di composti onomasticiIl secondo importante aspetto della Wortbildung nellrsquoonomastica dei dvergar egrave la composizione I tipi di composti attestati sono classificabili allrsquointerno di quattro categorie

bull Composti determinativi (scr tatpuruṣa-)120 il cui primo elemento egrave in una relazione sintattica subordinativa implicita nei confronti del secondo elemento (a differenza che nei cosiddetti composti casuali in cui la relazione sintattica egrave espli-cita ovvero il primo elemento attesta una marca di caso) il quale egrave un sostantivo e corrisponde alla testa del composto (che egrave quindi endocentrico) eg aisl arm-baugr lsquoanello da bracciorsquo Composti determinativi di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 26 cfr Carr 1939 49-56)

A questo tipo potrebbe appartenere eg il nome di dvergr aisl Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo

bull Composti descrittivi (karmadhāraya)121 il cui primo elemento egrave un aggettivo in funzione di attributo del secondo elemento il quale egrave invece un sostantivo ed egrave la testa del composto (che egrave quindi endocentrico) cfr eg aisl forn-maethr lsquouomo anti-corsquo aat junc-herro lsquogiovane signorersquo (ted Junker) Il tipo egrave sicuramente ricostruibi-le per il protogermanico (Meid 1967 27 cfr Carr 1939 56ss)122

Tra i nomi di dvergar questo tipo potrebbe essere attestato eg dal (poco chiaro) composto Skaacute-fiethr qualora esso significasse lsquobuon finlandese lapponersquo

bull Composti a reggenza verbale (upapadasamāsa-)123 il cui secondo elemento egrave un derivato deverbale con significato agentivo i nomi di dvergar attestano due sottotipi di questa categoria di origine cronologicamente distinta

Il tipo con i suffissi maschilefemminile aisl -ia (pgerm -aōn-) e aisl -ija (-jaōn- cfr Val-kyrja) era la strategia piugrave produttiva per la formazione di composti a reggenza verbale in protogermanico (Meid 1967 26)124 Lrsquoorigine di questo tipo

120 Cfr AiGr II1241ss sullrsquoorigine delle denominazioni dei composti in sanscrito cfr Sadovski 2002

121 In realtagrave nella classificazione indiana i descrittivi sono solo un sottotipo dei compo-sti apposizionali-attributivi karmadhāraya-

122 Cfr eg got midjun-gards aing middan-geard aat mittin-gard lsquoterra medianarsquo123 I composti descrittivi e a reggenza verbale sono spesso considerati sottogruppi dei

determinativi ma sono qui trattati separatamente ai fini dellrsquoesposizione per Schindler (1997 537) peraltro i composti a reggenza verbale con secondo elemento verbale (come quelli qui analizzati) sono in realtagrave nati come possessivi (ldquolsquoschnelle Schritte habendrsquo gt lsquoschnell schrei-tendrsquordquo)

124 Cfr eg i rif lessi della designazione germanica dellrsquolsquoeredersquo come lsquoquello che prendeusufruisce dellrsquoereditagraversquo (arbijadeg) aat erpi-nom-o e aing yrfe-num-a (entrambi da degnum-an- agentivo di nem-a- lsquoprenderersquo) got arbi-num-ja e aisl erfi-nyti (rispettivamente num-jan-

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Riccardo Ginevra

sembra essere da individuare nella ricaratterizzazione per mezzo del suffisso -aōn- o -jaōn- di antichi composti radicali indoeuropei (cfr Schindler 1972 Benedetti 1988 Scarlata 1999125 Data la produttivitagrave in germanico lrsquoattestazione di questo tipo tra le formazioni onomastiche del catalogo dei dvergar egrave prevedibile

Nomi di dvergar che riflettono questo tipo di formazione includono eg Haug-spori lsquoquello che calcia le collinersquo e Horn-bori lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

I composti a reggenza verbale i cui secondi elementi attestano il suffisso -ir sono invece chiaramente piugrave recenti (Ebenbauer 1973 178) dato che come notato supra non subiscono gli esiti della Legge di Sievers neacute dello i-Umlaut (per cui al posto di eg aisl degthornras-ir ci si aspetterebbe daggerdegthornresr) Questo suffisso era produttivo per la formazione di agentivi deverbali allrsquointerno di kenningar (Meissner 1921 283ss) ed egrave molto ben attestato nella poesia eddica e scaldica (Ebenbauer 1973 192ss)126

Tra i nomi di dvergar questo tipo egrave attestato da aisl Doacutelg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo

bull Composti possessivi (bahuvrīhi)127 in cui a prescindere dalla relazione im-plicita tra primo elemento e secondo elemento la testa semantica non egrave uno dei due membri del composto (che egrave quindi esocentrico) del tipo di aisl gengil-beina lsquo(don-na) che ha le gambe tortersquo Molti composti di questo genere sono ricostruibili giagrave per il protogermanico (Meid 1967 33ss cfr Carr 1939 63ss) il secondo elemento egrave normalmente suffissato (Carr 1939 64) il che giustificherebbe la classificazione di queste formazioni tra i composti derivazionali (ted Ableitungskomposita)

Tra i suffissi attestati nellrsquoonomastica eddica pgerm -an- e -ja- erano sicura-mente impiegati per la formazione di bahuvrīhi in etagrave protogermanica (Meid 1967

e nut-jan- agentivi di nem-a- e neut-a- lsquousufruirersquo) che la forma nordica sia un arcaismo egrave assicurato dal fatto che il simplex aisl erfi significa lsquofuneralersquo e non piugrave lsquoereditagraversquo (su questa famiglia lessicale cfr Groslashnvik 1982)

125 Cfr eg pgerm degtug-an- lsquocomandantersquo (eg in aat heri-zogo gt ted Herzog) e lat dux entrambi rif lessi di pie degduk- (de Vaan 2008 sv dūcō)

126 Sebbene non sia attestato tra i nomi dei dvergar va sicuramente menzionato anche il tipo con derivato tematico agentivo come secondo elemento che occorre raramente nelle al-tre lingue germaniche (Casaretto 2004 49118) ma egrave relativamente frequente in nordico (Meid 1967 59) e deve essere stato produttivo in etagrave preistorica ciograve egrave evidente in primo luogo in ra-gione della sua corrispondenza con il tipo degtom-o- attestato nelle altre lingue indoeuropee cfr gr κουρο-τρόφ-ος lsquoche cresce i giovanirsquo e ved puṣṭim-bhar-aacute- lsquoche porta abbondanzarsquo in secondo luogo formazioni di questo tipo dallrsquoaspetto arcaico sono attestate in germanico orientale e occidentale e sono ricostruibili per il protogermanico cfr got daura-wards aing duru-weard aat turi-wart rif lesso di pgerm dur(a)-ward-a- lsquoquello che custodisce la portarsquo con secondo elemento dal verbo ward-ē- lsquocustodirersquo cfr aing wardian aat wartēn (Casaret-to 2004 67)

127 Cfr AiGr II1273ss

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

34)128

Per questo tipo di possessivi cfr il nome di dvergr aisl Eikin-skjald-i lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

Non ha invece paralleli in altre lingue germaniche il tipo con suffisso aisl -nir (-Vn-ija- cfr Ebenbauer 1973 211) attestato eg dal nome di un cavallo in Grm 304 aisl Faacutel-hoacutef-nir lsquoquello che ha lo zoccolo cavorsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo)

Per esempi di questo tipo nellrsquoonomastica dei dvergar cfr Moacutet-sǫg-nir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo

92 Dizionario etimologico dei nomi di dvergar nella VǫluspaacuteIn questa sezione sono elencate in ordine alfabetico e quando possibile analizzate e interpretate tutte le formazioni onomastiche attestate in riferimento alla categoria dei dvergar nel poema eddico Vǫluspaacute

bull Aacutei (Vsp 11 15) apparentemente identico allrsquoappellativo aisl aacutei lsquoavorsquo rifles-so di pgerm aw-a(n)- (cfr got awo lsquononnarsquo pgerm aw-ō[n]-) e pie h2eṷh2-o- (lat avus lsquononnorsquo) egrave trattato insieme a possibili paralleli norreni e indoeuropei su-pra (cap 2)

bull Alfr nome di un dvergr (Vsp 161) e secondo elemento nei nomi di dvergar Gand-alfr (Vsp 121) e Vind-alfr (Vsp 122) noncheacute nome di unrsquointera categoria di essere mitici gli alfar continuamente associati agli degravei (Gunnell 2012 121) e vene-rati dagli esseri umani (Gunnell 2012 passim) puograve riflettere pie h1albh-oacute- lsquobiancorsquo (lat albus Hsch ἀλφούςmiddot λευκούς) un derivato della radice h1albh- lsquoessere biancorsquo (itt alpa- lsquonuvolarsquo gr ἄλφι lsquoorzorsquo) Un significato originario lsquobiancorsquo per alfr puograve trovare supporto nellrsquoassociazione di questi esseri con gli degravei i lsquocelestirsquo (cfr ved devaacute- lat deus da pie deiuoacute- lsquocelestersquo) Aisl alfar potrebbe in alternativa riferirsi a spiriti associati ai corsi drsquoacqua dato che la radice h1albh- era chiaramente asso-ciata ai fiumi (cfr aisl elfr lsquofiumersquo e gli idronimi aat Elba gr Ἀλφειός lat Albula)

bull Al-thornjoacutefr (Vsp 114) lsquoladro di tuttorsquo () (apparentemente composto di aldeg lsquotut-torsquo e degthornjoacutefr lsquoladrorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Aacuten (Vsp 117) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoantroponimo Aacuten attestato anche come Aacutenn e Oacutenn per una possibile analisi cfr de Vries 1962 sv Aacuten)

bull Aacutenarr (Vsp 117) non analizzabile (possibilmente derivato o ricaratterizzato

128 Cfr eg rispettivamente got man-leik-a aisl man-liacutek-i aing man-līc-a aat ma-na-līhh-o lsquoritrattorsquo (man(a)-līk-an- lsquoche ha lrsquoapparenza di un uomorsquo) ed aisl ein-eyg-r aat ein-oug-i lsquoche ha un occhio solorsquo (aina-aug-ja-)

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Riccardo Ginevra

a partire da Aacuten cfr de Vries 1962 sv)bull Aur-vangr (Vsp 137) lsquoquello che ha un campo di fangorsquo () (apparentemente

composto di aurdeg lsquofangorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Austri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave

interpretabile come lsquoquello dellrsquoOrientersquo essendo un derivato in -i di aisl austr lsquoOrientersquo esito di pgerm austra- (aing eāster aat ōstara [plurale] lsquoPasquarsquo cfr pgerm austa- aing eāst mat ost lsquoOrientersquo) un riflesso della radice pie h2ues- lsquodiventare chiarorsquo (cfr ved ucchaacute-ti lsquoidrsquo av rec usaṇt- lsquoche diventa chiarorsquo) In un passaggio dellrsquoEdda di Snorri analizzato supra (cap 7) i nani Norethri Suethri Austri e Vestri sono detti sorreggere i quattro angoli del cielo egrave quindi scontato analizzare con Gould (1929 957) i nomi di tutti questi dvergar come derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali cfr infra anche Norethr-i lsquoquello del Settentrio-nersquo (norethr) Suethr-i lsquoquello del Meridionersquo (suethr) e Vestr-i lsquoquello dellrsquoOccidentersquo (vestr)

bull Baacutefurr (Vsp 115) notato nel Regius come ltBavavrrgt e nello Hauksboacutek come ltBaacutefurrgt egrave stato letto da Kerkhof (2015 83) come Bǫfur e analizzato come un termine imparentato con lat faber lsquofabbrorsquo che Kerkhof riconduce a pie guhobh-r Questrsquoanalisi sembra poco probabile in ragione del fatto che -urr in Baacutef-urr riflette un suffisso aisl -urr (pgerm -Vra-) attestato anche dai nomi vicini Biacutefurr e Bǫmb-urr mentre comrsquoegrave noto (cfr eg la disamina in de Vaan 2008 sv) lat faber non riflette un tema in -r- bensigrave un sostantivo tematico con suffisso -ro- Si puograve semmai ipotizzare che una forma pgerm bab-ra- il riflesso di pie guhobh-ro- (lat faber) sia stata rimodellata in bab-Vra- e quindi in bab-ura- (aisl Bǫfurr) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull Biacutefurr (Vsp 115) non analizzabile (possibilmente derivato dal verbo debole aisl bifa lsquotremarersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull degbori secondo elemento nel nome di dvergr Horn-bori (Vsp 135) riflette un derivato agentivo di bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo) dal significato lsquoquello che portarsquo Cfr Hornbori

bull Bǫmburr (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-glia di isl bambur lsquorecipiente grandersquo e bambi lsquopancia grandersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave un composto a reggenza verbale i cui elementi sono facilmente identificabili rispettivamente come aisl dolgr lsquonemicorsquo e THORNrasir una formazione attestata come simplex in DH 4 ma piugrave spesso come secondo ele-mento (eg Liacutef-thornrasir in Gylf 53) e correntemente ritenuta essere un derivato re-cente in -ir del verbo thornrasa lsquominacciarersquo (Ebenbauer 1973 211) il significato di Doacutelg-thornrasir egrave quindi lsquoquello che minaccia i nemicirsquo Aisl thornrasa (pgerm thornrasō- cfr aat drāsen lsquoruggirersquo e as thrāsian lsquominacciarersquo da thornrēsija- Orel 2003 sv)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

un verbo obsoleto usato unicamente nella lingua poetica129 egrave etimologicamente da connettere alla radice verbale ved TRAS lsquotremare temerersquo ed entrambe sono a loro volta da ricondurre alla radice pie tres- lsquotremare (dalla paura)rsquo (LIV2 650-651 che ricostruisce anche un causativo tros-eacuteieo- lsquofare tremare (dalla paura)rsquo sulla base di ved trāsaacuteya- lsquoidrsquo lat terreo lsquospaventare terrorizzarersquo cfr de Vries 1962 620 EWAia sv TRES) Ciograve permette di riconoscere in aisl Dolg-thornrasir lsquoquello che minaccia i nemicirsquo la stessa collocazione [(fare) tremare (pie tres-) ndash il nemico] individuata da Dumeacutezil (1961 256 n 2) in lingue italiche e indoiraniche attestata eg nel RV (6144cd yaacutesya traacutesanti śaacutevasaḥ saṃcaacutekṣi śaacutetravo bhiyā ldquowhose rivals tremble at the full sight of his vast power in fearrdquo) e nellrsquoAVŚ (5218c taacuteir amiacutetrās trasantu no lsquomī yeacute yaacutenty anīkaśaacuteḥ ldquoby those let our enemies be alarmed who go yonder in troopsrdquo) Il nome del piugrave glorioso re menzionato nel RV (+) ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo sembra quindi costituire un paral-lelo esatto per aisl Dolg-thornrasir sul piano della semantica e parziale (aisl degthornrasir vs ved Trasaacutedeg) per quanto riguarda lrsquoetimologia130

bull Draupnir (Vsp 151) egrave identico al nome dellrsquoanello di Odino che si moltipli-ca per otto volte ogni nove giorni (Gylf 49) analizzato da Luumlhr (2000 319) come derivato con suffisso agentivo -nir di un non attestato verbo aisl draupa riflesso di pgerm draupō(ja)- lsquogocciolarersquo (aing drēapian) della stessa famiglia di pgerm dreup-a- lsquoidrsquo (aisl drjuacutepa aing dreopan aat triofan) lett drupt drupu lsquocadere a pezzi andare in rovinarsquo e airl drucht lsquogocciarsquo (pie dhreub-) Il significato di aisl Draupnir sarebbe quindi lsquogocciolantersquo

bull Durinn (Vsp 104 108) nome di uno dei due dvergar coinvolti nella creazione di figure umane (cfr cap 7) sembrerebbe essere da connettere alla famiglia di aisl dyrr lsquoporte (plurale)rsquo (cfr de Vries 1962 sv) riflesso di pgerm dur- lsquoportarsquo (cfr Casaretto 2004 63) unrsquoanalisi che tuttavia non trova alcun riscontro nei testi

bull Dvalinn (Vsp 114 142) non analizzabile (possibilmente derivato di aisl dva-la lsquoritardarersquo della famiglia lessicale di got dwals lsquoscioccorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Eikin-skjaldi (Vsp 138 162) egrave un composto possessivo di sintassi interna attributiva131 Il primo elemento eikindeg riflette aisl eik-inn lsquofatto di querciarsquo (pgerm

129 Forse addirittura uno hapax dato che lrsquounica attestazione che sembra possibile indi-viduare in norreno egrave Ls 583 In islandese moderno il verbo sembra invece aver riacquisito vi-talitagrave

130 Come notato da Andrea Lorenzo Covini (c p) questrsquointerpretazione egrave supportata dalla circostanza per cui Trasaacute-dasyu- egrave da analizzare come arcaismo in vedico dove i compo-sti a reggenza verbale del tipo di gr φερέ-οικος lsquochiocciolarsquo (letteralmente lsquoporta-casarsquo) hanno normalmente il participio come primo elemento (del tipo di ved bharaacuted-vāja- lsquoche porta velo-citagraveforzarsquo per unrsquoanalisi alternativa cfr Pinault 2018) in indoiranico il tipo originario si con-serva bene solo in antico persiano eg Dhāraya-vau- lsquoche supporta il benersquo

131 Modello dellrsquoepiteto ing Oaken-shield (trad it Scudodiquercia) dato da J R R Tolkien ne Lo Hobbit (1937) al re dei nani Thorin il Re sotto la Montagna

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Riccardo Ginevra

aik-īna- cfr aing ǣācen afr ē(t)zen aat eihhīn Orel 2003 sv) derivato con suffisso di materiale -inn (-īna-) di eik lsquoquerciarsquo (aik- cfr aing āc as ēk aat eih) Il secondo elemento degskjald-i (skeld-an-) mostra il suffisso dei composti pos-sessivi -i (pgerm -an-) e riflette aisl skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeld-u- cfr got skildus aing scield as skeild aat scilt)132 Il significato di Eikin-skjaldi egrave quindi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo ma essendo il personaggio a noi ignoto non possiamo sapere se ciograve trovasse riscontro nella sua mitologia un possibile parallelo nellrsquoonomastica eddica si ha tuttavia in Eikin-tjasna lsquoquella che ha la molletta di querciarsquo (LP sv) nome della figlia di THORNraeligll lsquoServorsquo e THORNyacuter lsquoServarsquo in Rthorn (136) che sembrerebbe essere stato coniato con intento ironico proprio come parodia dellrsquoalti-sonante Eikin-skjaldi lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo

bull Fiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente riflesso di finhlj-an- deri-vato da pgerm finh-lō- lsquolimarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Finnr (Vsp 164) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl finnr lsquofinlandese lapponersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Fjalarr nome di un dvergr (Vsp 163 cfr Skaacuteld g57) e di un gallo che canta nellrsquooltretomba (Vsp 428) noncheacute di uno jǫtunn lsquogigantersquo (Hrbl 26) riflette un de-rivato in -Vra- di pgerm felh-a- lsquooccultamentorsquo (got ga-filh lsquosepolturarsquo) termine della stessa famiglia di aisl fela lsquooccultarersquo (pgerm felh-a- cfr got filhan aing fēolan aat felahan) Un significato lsquoquello dellrsquooccultamentorsquo trova riscontro nella mitologia del gallo Fjalarr il quale egrave detto cantare nel palazzo della dea dei morti Hel lsquooccultamentorsquo133 in Vsp 435-8 enn annarr gelr fyr ioreth neethan soacutetrauethr hani at sǫlom Heliar ldquoma un altro anche canta in basso sottoterra gallo rosso-fuliggine alle corti di Helrdquo134

bull Fraeliggr (Vsp 136) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraeliggr lsquofamosorsquo)

bull Fraacuter (Vsp 135) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo fraacuter lsquovelocersquo)

132 Aliter Salus-Beekman Taylor 1969 76-77 che analizza (non correttamente) Eikin-skjaldi come dativo singolare di unrsquoipotetica forma daggerEikin-skjǫldr lsquoquello che ha lo scudo di querciarsquo i composti con secondo elemento degskjǫldr sono sempre endocentrici cfr eg baug-skjǫldr lsquoscudo ad anellorsquo e her-skjǫldr lsquoscudo di guerrarsquo

133 Aisl Hel (eg Vsp 438) nome del mondo dei morti e della dea che lo presiede (Gylf 34) rif lette pgerm haljō- lsquomondo inferorsquo (got halja aing hell as hellia aat hella) un deri-vato della famiglia del vb hel-a- lsquonasconderersquo (Casaretto 2004 151 EWA sv hella) compa-rabile con airl cuile lsquocantinarsquo (ḱoli -o-) e altri rif lessi di pie ḱel- lsquonasconderersquo Il significa-to lsquomondo inferorsquo per pgerm haljō- il cui significato etimologico egrave lsquooccultamento coperturarsquo rif lette il ben noto uso metonimico di [occultamento] e [oscuritagrave] per [morte] (Durante 1976 118-119) cfr eg Il 4461 τὸν δὲ σκότος ὄσσε κάλυψεν ldquoe la tenebra gli coprigrave gli occhi (= morigrave)rdquo

134 Per altre proposte etimologiche cfr de Vries 1962 sv IacuteO sv Salus-Beekman Taylor 1969 77-78

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull Frosti (Vsp 163) non analizzabile (apparentemente derivato in -i di frost lsquogelorsquo)

bull Fundinn (Vsp 132) non analizzabile (apparentemente identico al participio preterito del verbo finna lsquotrovarersquo)

bull Gand-alfr (Vsp 121) lsquoelfo del danneggiamentorsquo () (apparentemente compo-sto di ganddeg lsquodanneggiamentorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Ginnarr nome di un dvergr (Vsp 154) e nome di Odino (OacuteN 18) noncheacute termine poetico per [falco] (HaH 15) egrave un derivato in aisl -Vrr (pgerm-Vra-) del sostantivo ginn lsquotradimento menzognarsquo o meno probabilmente del verbo ginna lsquoingannare incantarersquo entrambi di origine poco chiara (tentativi poco felici in de Vries 1962 sv ginn) Un significato lsquoquello dellrsquoinganno dellrsquoincantamentorsquo trova un certo riscontro nei testi nordici in cui Odino viene associato alla magia runica (eg Hav 138ss) e in cui ricorre eg una kenning per Odino galdrs faethir ldquopadre dellrsquoincantamentordquo (Bdr 33 cfr cap 2) il significato lsquoquello del tradimento della menzognarsquo puograve parimenti essere supportato da narrazioni mitiche in cui il dio inganna altri personaggi (eg Skaacuteld g58)

bull Gloacutei (Vsp 154) non analizzabile (apparentemente un derivato in -i del verbo aisl gloacutea lsquosplenderersquo cfr de Vries 1962 sv gloacutea)

bull Haacute(a)rr nome di un dvergr (Vsp 153) e nome di Odino (Vsp 215) egrave cor-rentemente analizzato come riflesso di haira- lsquogrigiorsquo oppure di un composto haiha-harja- lsquocombattente monocolorsquo (Haretharson 2004 553 con letteratura) con un primo elemento haiha- che non egrave altrimenti mai attestato in nordico (solo got haihs lsquomonocolorsquo) e un secondo elemento degharja- assai raro tra i teonimi135 In alternativa aisl Haacute(a)rr puograve essere lrsquoesito regolare di pgerm hanh-ara- un deri-vato in -Vra- di hanh-a- lsquoatto di penderersquo (got faur-hāh lsquotendarsquo aat bruoh-hāh lsquocinturarsquo cfr Casaretto 2004 76) una formazione del tipo τόμος da ricondurre al verbo forte pgerm hanh-a- e alla radice pie ḱenk- lsquopenderersquo (per cui cfr Schaff-ner 2001 202) cfr lat cunctor lsquoesitarersquo ved śaacuteṅka-te lsquotemerersquo Derivati di pgerm hanh-a- e pie ḱenk- lsquopenderersquo sono infatti attestati sia come simplex che come pri-mo elemento di alcuni epiteti di Odino cfr Hangi lsquolrsquoAppesorsquo (hangan-) Hanga-tyacuter e deggoeth lsquodio degli appesirsquo (hangadeg genitivo plurale di hangi hangan-) questi epite-ti trovano un riscontro esatto nel mito nordico in cui Odino egrave appeso a un albero per lungo tempo al fine di ottenere la saggezza runica cfr Hav 1381-6 veit ec at ec hecc vindgameiethi aacute naeligtr allar niacuteo geiri undaethr oc gefinn Oacuteethni siaacutelfr siaacutelfom meacuter ldquolo so che sono stato appeso al tronco scosso dal vento nove intere notti da una lancia

135 Lrsquounica eccezione sarebbe Viacuteetharr (eg Vsp 553) nome del dio che vendica lrsquouccisione di suo padre Odino da parte del lupo Fenrir (Gylf 51) correntemente ricondotto ad un compo-sto pnord Wīda-harja- lsquoquello che porta guerra per ampio raggiorsquo (la lunghezza di aisl -iacute- egrave assicurata metricamente Haretharson 2004 557) unrsquoanalisi che tuttavia non trova particolare supporto nella caratterizzazione del dio

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Riccardo Ginevra

ferito e sacrificato a Odino io a me stessordquo Cfr per un analogo sistema di corri-spondenze i nomi di Thor aisl Veacute-urr (pgerm winh-Vra-) e Ving-thornoacuterr (wing-ideg cfr wi(n)gi-thornonar nellrsquoiscrizione della Fibula di Nordendorf) e la fraseologia attestata in Gylf 49 toacutek hamarinn Mjǫllni ok braacute upp ok viacutegethi hafrstǫkurnar ldquo(Thor) prese il martello Mjoumlllnir lo agitograve e incantograve136 le pelli di caprardquo Un significato lsquoQuello dellrsquoatto di penderersquo per aisl Haacute(a)rr (pgerm hanh-ara-) egrave supportato quindi da paralleli nellrsquoonomastica relativa a Odino e nella fraseologia eddica relativa alla sua mitologia

bull Haacutenarr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl hannarr lsquoabile espertorsquo cfr Gould 1929 948)

bull Haug-spori (Vsp 154) egrave un composto a reggenza verbale il cui primo ele-mento egrave da identificare con il sostantivo haugr lsquocollina tumulo (funerario)rsquo men-tre il secondo elemento degspori egrave un agentivo in -i (pgerm -an-) del tipo pgerm degtug-an- lsquoquello che conducersquo un derivato del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo a sua volta imparentato e sinonimo del verbo forte aisl sporna (essendo entrambi riflessi della radice pgerm spur-) Questrsquoultimo verbo egrave attestato nellrsquoEd-da unicamente in due passi che come notato da Dronke (1997 42-43) riflettono una stessa collocazione [calpestare (aisl sporna) ndash la terra] Vsp 245-8 brotinn var borethveggr borgar aacutesa knaacutetto vanir viacutegspaacute vǫllo sporna ldquoInfranto fu il riparo di legno della cittagrave degli asi i vani poterono ndash grazie a un incanto di guerra ndash calpestare il campordquo Odd 81-4 Knaacutetti maeligr oc mǫgr moldveg sporna born thornau in bliacuteetho vieth bana Hǫgna ldquoPoterono una bimba e un bimbo la via di terra calpestare i due teneri figli dellrsquouccisore di Hǫgnirdquo I versi di Vsp 247-8 e Odd 81-2 sono chiaramente costru-iti secondo la stessa struttura metrico-sintattica [knaacutettui lsquopoteronorsquo ndash soggetto ani-mato (allitterante) la terra (allitterante) ndash sporna lsquocalpestarersquo] Nel passo di Odd egrave descritta la nascita dei due figli di Vilmundr e Borgnyacute in cui [calpestare ndash la terra] egrave quindi una perifrasi per [vivere] o [nascere] Dronke ritiene che la stessa metafora sia identificabile anche nel brano della Vsp Da un punto di vista indoeuropeistico [calpestare ndash la terra] egrave accostabile a [camminare ndash sulla terra] perifrasi per [vivere] attestata in greco nordico e lituano (West 2007 125)137 I termini norreni impiegati in questa collocazione mold(-vegr) lsquoterrarsquo e vǫllr lsquocamporsquo sono heiti per [terra] (cfr JH 2) proprio come haugr lsquocollina tumulorsquo egrave impiegato come heiti per [terra] eg in kenningar del tipo [terra ndash della chioma] per [testa]138 o del tipo

136 Aisl viacutegja (preterito viacutegethi) puograve essere lrsquoesito di pgerm winh-ja- -g- in viacutegja potreb-be infatti rif lettere un glide formatosi tra iacute e j ancora assente nelle attestazioni runiche del ver-bo (cfr eg lrsquoiscrizione sul manico di ascia di Nydam alu wihju)

137 La perifrasi [calpestare ndash la terra] per [vivere] puograve essere interpretata come lrsquoop-posto dellrsquoespressione [mordere ndash la terra] per [morire] attestata in greco ittita e sanscrito (Dardano 2013 138-144 West 2007 490)

138 Cfr eg skarar hauga ldquocolline tumuli della chiomardquo in Eyv Lv 56 cfr Meissner

mdash 113 mdash

Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

[popolo ndash della terra] per [troll]139 Inoltre come menzionato supra aisl sporna (pgerm spurn-a- lt pie sphr-n-H- cfr LIV2 585 e 5867) e aisl spora lsquocalciare calpestarersquo (pgerm spurō- possibilmente un derivato di spura- lsquocalcio calpestiorsquo lt pie sphrH-oacute- Orel 2003 sv spurōjanan) sono entrambi da ricondurre a una stessa radice pgerm spur- lsquocalciare calpestarersquo (pie sphrH-)140 Egrave quindi possibile analizzare il nome proprio Haug-spori lsquoquello che calpesta le colline i tumulirsquo come un riflesso della collocazione [calpestare (pgerm spur-) ndash la terra] Essendo questa come visto supra unrsquoespressione perifrastica per [vivere] Haugspori potrebbe essere da interpretare come una kenning per [(essere umano) vivente]

bull Hepti (Vsp 133) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl hepti lsquomanicorsquo)

bull Hleacute-vangr (Vsp 154) lsquoquello che ha un campo di rifugiorsquo () (apparentemen-te composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Horn-bori (Vsp 135 lectio attestata dal Codex Regius mentre nello Hau-ksboacutek ricorre Fornbogi) egrave un composto a reggenza verbale di aisl horndeg lsquocornorsquo e degbori un derivato agentivo di bora lsquoforarersquo o bera lsquoportarersquo (tipo pgerm degtug-an- lsquoche conduce Xrsquo cfr aing here-toga aat heri-zohgo lsquoche conduce lrsquoesercito co-mandantersquo Schaffner 2001 569ss) interpretato quindi come lsquoquello che fora cornirsquo da Gould e come lsquoquello che porta il corno trombettierersquo da Motz Tra le due la seconda analisi egrave quella che trova maggiore supporto nella fraseologia la quale evi-denzia perograve come il lsquocornorsquo in questione sia quello potorio cfr Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che (le valchirie) Hrist e Mist mi portino il cor-nordquo glossato alla fine della strofa (369) con thornaeligr bera einheriom ǫl ldquoqueste portano la birra agli sceltirdquo e in Gylf 36 con bera drykkju ldquo(le valchirie) portano da bererdquo cfr anche eg Egils saga Skalla-Griacutemssonar 55 toacutek vieth dyacutershorni er honum var borieth og drakk af ldquoprese il corno di cervo che gli fu portato e bevverdquo Sulla base dei dati della fraseologia egrave quindi possibile interpretare il nome Horn-bori come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo

bull Jari (Vsp 137) non analizzabile (possibilmente derivato maschile del fem-minile aisl jar-a lsquobattagliarsquo cfr de Vries 1962 sv)

1921 128 Il fatto che hauga in Eyv Lv 56 sia metricamente condizionato da eacuteldraugr lsquoalbero della tempestarsquo a inizio verso non cambia il dato che haugr potesse essere impiegato come sinonimo poetico per [terra]

139 Cfr hauga herr ldquopopolo esercito delle colline dei tumulirdquo in Sigv Austv 25-6 cfr Meissner 1921 258 Cfr anche molddeg in moldbuacutei lsquoabitante della terrarsquo kenning per [troll] in Gestumbl Heiethr 252

140 Negli ultimi Addenda und Corrigenda zu LIVsup2 pubblicati online (https wwwori-indufauni-jenadeiskvomediaindogermanistikKC3BCmmel_liv2_add-p-246pdf sv ldquospʰerH- rarr (t)sperH- (mit dem Fuszlig) stoszligen tretenrdquo ultimo accesso 27022020) Kuumlmmel accetta invece la ricostruzione tsperH- proposta da Lubotsky (2006) che a me sembra tutta-via piugrave problematica di quella tradizionale

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Riccardo Ginevra

bull Kiacuteli (Vsp 131) non analizzabile (possibilmente derivato da kiacutell lsquobaia strettarsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Litr (Vsp 124) nome di un dvergr bruciato sulla pira di Baldr (Gylf 49) egrave identico allrsquoappellativo litr lsquoaspetto colorersquo (wlit-u-)141 imparentato con got wlits lsquoviso vista formarsquo aing wlite lsquoviso aspettorsquo as wliti lsquoluce aspetto formarsquo ri-flessi di pgerm wlit-i- interpretabile come nomen actionis dellrsquoetimologicamente poco chiaro verbo wleit-a- lsquoguardarersquo (Casaretto 2004 178) Questrsquoultimo egrave sta-to a sua volta comparato in ambito indoeuropeo con lat vultus lsquoaspettorsquo airl degfil lsquocrsquoegraversquo (lsquoeccorsquo lsquoguardarsquo) file lsquopoetarsquo (lsquoveggentersquo) e mgall gwelet lsquovederersquo (de Vries 1962 sv liacuteta Seebold 1970 sv wleit-a- Matasović 2009 sv wel-o-) Non egrave chiaro se il significato lsquocolorersquo sia supportato dalla mitologia di Litr

bull Lofarr (Vsp 144 168) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl lof lsquolodersquo e lofa lsquolodarersquo cfr Gould 1929 950)

bull Loacuteni (Vsp 136) non analizzabile (possibilmente da connettere ad aisl loacuten lsquoparte del mare dove lrsquoacqua egrave calmarsquo e isl loacuten lsquoatto di fermarsirsquo cfr Gould 1929 951)

bull Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave un composto determinativo il cui primo elemento riflette aisl mjǫethr lsquoidromelersquo (pgerm med-u- cfr aing meodu medu aat metu) e il cui secondo elemento corrisponde a vitnir lsquolupo spada creaturarsquo (cfr infra) Il significato lsquolupo dellrsquoidromelersquo potrebbe riferirsi allrsquolsquoubriaconersquo(Gould 1929 951) qualora mjǫethdeg fosse qui impiegato con lrsquoaccezione etimologica lsquomielersquo (ricostruibile per pie meacutedhu- cfr ved maacutedhu- lit medugraves lsquoidrsquo) il composto Mjǫeth-vitnir lsquolupo del mielersquo avrebbe un possibile parallelo in aing Bēo-wulf che egrave stato interpretato come una kenning per [orso] lsquolupo delle apirsquo (Sweet 1884 202)

bull Moacutet-sǫgnir (Vsp 101 il passo egrave analizzato supra cap 7) nome di uno dei due dvergar (lrsquoaltro egrave Durinn cfr supra) che ldquofoggiarono figure umanerdquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave attestato nei codici in diverse varianti ltMoacutetsognirgt nel Codex Re-gius ltMoethsognirgt nello Hauksboacutek e nella Snorra Edda e ltMotsǫgnigt nelle thornulur del codice AM 748 I 4to Solitamente analizzato come Moacuteeth-sognir un composto di aisl moacuteethr lsquoira animorsquo e degsognir un derivato di suacutega lsquosucchiarersquo esso egrave stato inter-pretato come lsquoquello che succhia rabbiarsquo (Motz 1973 115) o lsquoquello che succhia la forza (dai corpi)rsquo (de Vries 1962 sv) tutte interpretazioni che non trovano tuttavia alcun supporto nellrsquounico e breve contesto in cui questo personaggio egrave menziona-to142 La lectio del Codex Regius e quella delle thornulur rispettivamente ltMoacutetsognirgt e ltMotsǫgnigt suggeriscono piuttosto una lettura Moacutetsǫgnir analizzabile come un composto di aisl moacutetdeg lsquosegno figurarsquo e di degsǫg-nir sincronicamente interpretabile

141 Rimodellamento interno al nordico (privo perograve di paralleli) secondo Seebold (1970 sv wleita-)

142 Cfr anche lrsquoimprobabile interpretazione di Gould (1929 951) lsquoquello che ruggisce con rabbiarsquo

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

come un derivato per mezzo del suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo Il suf-fisso -nir era impiegato inter alia nella composizione per la formazione di secondi elementi di composti possessivi come deghoacutefnir lsquoche ha gli zoccoli Xrsquo (hoacutefr lsquozoccolorsquo) secondo elemento del nome di un cavallo in Grm 30 Ebr 9 e HeH 2 (Ebenbauer 1973 211) Aisl degsǫg-nir sembrerebbe quindi significare lsquoquello che ha una sega Xrsquo Dato che aisl moacutet lsquosegno figurarsquo egrave impiegato in particolare per le forme uma-ne (cfr eg la relativamente frequente collocazione manns moacutet lsquoaspetto da [vero] uomorsquo) il nome Moacutet-sǫgnir puograve significare lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo riflettendo quindi una formazione e una sintassi interna analoga a eg aisl Sess-ruacutemnir lsquoquella che ha lo spazio (ruacutem) per (contenere) seggi (sess)rsquo heiti per [nave] in SkH 14 e nome di una sala appartenente a Freyja in Gylf 24143 Moacutet-sǫgnir lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo sarebbe in questo caso un nome molto adatto per il dvergr che in Vsp 10 ha il compito di ldquocreare figure umanerdquo (manliacutekun gera) e degsǫgnir sarebbe quindi impiegato quasi come un agentivo del verbo aisl saga lsquosegarersquo il quale egrave per lrsquoappunto attestato in contesti di intaglio di figure umane144

bull Naacuteli (Vsp 132) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di aisl naacutel lsquoagorsquo cfr Gould 1929 951)

bull Naacuter (Vsp 125) non analizzabile (apparentemente identico ad aisl naacuter lsquoca-daverersquo)

bull Niethi (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di nieth lsquoluna nuovarsquo cfr Gould 1929 952)

bull Norethri (Vsp 112) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave interpretabile come lsquoquello del Settentrionersquo essendo un derivato in -i di aisl norethr lsquoSettentrionersquo esito di pgerm nurthornra- (cfr pgerm nurthorna- aing noreth aat nord lsquoidrsquo) un riflesso di pie h1ner- lsquosottorsquo (cfr gr ἐνέρτερος lsquoinferiorersquo umb nertru lsquosinistrarsquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Noacuteri (Vsp 116) non analizzabile (possibilmente derivato in -i di noacuter lsquobaia strettarsquo)

bull Nyacutei (Vsp 111) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di nyacuter lsquonuovorsquo)

bull Nyacute-raacuteethr (Vsp 125) lsquonuovo consigliorsquo () (apparentemente composto di nyacutedeg lsquonuovorsquo e degraacuteethr lsquoconsigliorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Raacuteeth-sviethr (Vsp 127) lsquosaggio nei consiglirsquo () (apparentemente composto di

143 Aliter Meissner (1921 11) ed Ebenbauer (1973 210) che lo analizzano come un deri-vato dellrsquoaggettivo ruacutemr lsquospaziosorsquo (il che comunque non cambierebbe la sintassi interna del composto)

144 Cfr eg Barl 1663 thornann kallar thornuacute gueth er thornuacute saacutett skǫmmu aacuteethr hǫgginn ok sagaethan skorinn ok skapaethan ldquochiami dio quello che tu hai visto poco prima (essere) tagliato e segato intagliato e foggiatordquo Cfr anche Mar B 11512 sagaethi liacutekneski thornetta fraacute vegginum ldquotagliare via quella effigie (divina) dal murordquo

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Riccardo Ginevra

raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo ma la sintassi interna egrave oscura)bull Reginn (Vsp 127) nome di un dvergr che egrave tra i personaggi principali del-

la saga di Sigurethr (cfr eg il titolo del poema Rm) egrave apparentemente un derivato maschile del plurale tantum neutro aisl regin lsquodegravei numirsquo riflesso di pgerm ragina- lsquoconsiglio decisione numersquo (got ragin lsquoconsiglio decisionersquo as regan[o]deg in regan[o]-giskapu lsquodestino divinorsquo Casaretto 2004 323) tuttavia nessuno di questi significati trova particolare supporto nei testi

bull Sindri (Vsp 374) nome di un dvergr che insieme al fratello di nome Brokkr entra in competizione con il dio del fuoco Loki (Skaacuteld 35) riflette un derivato in -i del sostantivo neutro aisl sindr lsquoscintilla incandescente scoria da forgiarsquo (cfr aing sinder lsquoidrsquo ing cinder lsquocenerersquo as sinder lsquoscoriarsquo aat sintar lsquoidrsquo) dal significato lsquoquello delle scintille delle scorie incandescentirsquo Come proposto in Ginevra 2018 questa interpretazione presenta forti corrispondenze con la semantica che nella tra-dizione indiana veniva attribuita quantomento a livello di etimologia popolare al nome del veggente ved Aacuteṅgiras- lsquoquello dei carboni incandescentirsquo (ved aacuteṅgāra- lsquocarbone incandescentersquo) il parallelo egrave ulteriormente supportato dalla comune ori-gine dei nomi del fratello di Sindri nel mito nordico aisl Brokkr riflesso di pie bhr(h2)g-noacute- lsquocrepitante rombantersquo e di quello che in certi testi indiani compare come fratello di Aṅgiras ved Bhŕgu- e scr Bhrgu il riflesso (con generalizzazione del tema debole) di un sost anficinetico pie bhŕ(h2)g-oṷ-bhrg(h2)-ṷ-acute derivato in-ternamente da un aggettivo proterocinetico145 in -u- con un tema debole bhr(h2)g-eacuteṷ- ed un significato lsquocrepitante rombantersquo la corrispondenza formale e semantica tra queste formazioni onomastiche egrave confermata dagli evidenti paralleli tra le narrazioni mitiche associate a questi personaggi in norreno e in antico indiano

bull Skaacute-fiethr (Vsp 156) lsquobuon finlandese lapponersquo () (apparentemente composto di skaacutedeg lsquobuonorsquo e degfinnr degfiethr lsquofinlandese lapponersquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Skirfpir (Vsp 155) potrebbe riflettere una formazione in pnord -ija- da un non attestato verbo skerfba- lsquodecorarersquo ricostruibile alla base di norv skjerva lsquofare pannelli a spina di pescersquo con un significato lsquodecoratorersquo (Gould 1929 953 de Vries 1962 sv Motz 1973 115 IacuteO sv) pnord skerfba- puograve a sua volta essere un riflesso della famiglia di verbi skerfb-a-skerp-a-skrep-a- lsquograffiare tagliare viarsquo (Seebold 1970 svv Kroonen 2013 sv) cfr aing sceorfan mat schreffen lsquoidrsquo In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

bull degskjaldi secondo elemento nel nome di dvergr Eikinskjaldi (Vsp 138 162) riflette il sostantivo skjǫldr lsquoscudorsquo (pgerm skeldu-) con il suffisso -i di secondo elemento di un composto derivazionale possessivo dal significato lsquoquello che ha lo scudo Xrsquo cfr il composto Eikinskjaldi

145 Ovvero con accento sulla radice nei casi forti e sul suffisso nei casi deboli

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

bull degsǫgnir attestato come secondo elemento Moacutet-sǫgnir (Vsp 10) nome di uno dei due dvergar che lsquofoggiarono figure umanersquo (manliacutecon [hellip] goretho) egrave un derivato con suffisso onomastico aisl -nir di sǫg lsquosegarsquo dal significato lsquoquello che ha la sega Xrsquo Cfr Moacutetsǫgnir

bull degspori secondo elemento nel nome di dvergr Haugspori (Vsp 153) riflette un derivato agentivo (del tipo pgerm degtug-an- lsquoduxrsquo) del verbo debole aisl spora lsquocalciare calpestarersquo dal significato lsquoquello che calpestarsquo Cfr Haugspori

bull Suethri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello del Meridionersquo in quanto derivato in -i di aisl suethr lsquoMe-ridionersquo esito di pgerm sunthornra (as sūthar aat sundar) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull Sviacuteurr (Vsp 134) non analizzabile (possibilmente da connettere alla famiglia di aisl sv(iacute)na lsquoperirersquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Veigr (Vsp 121) non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro ma egrave possibilmente da connettere a degveig secondo elemento di Gullveig (Vsp 213) nome di una figura possibilmente da identificare con Freyja (Dronke 1997 41-42) il qua-le egrave identico a veig lsquoforza bevanda fortersquo riflesso di pgerm waig-ō- (cfr anche aing wāg wēg lsquomurorsquo lt pgerm waig-a- Orel 2003 sv) e pie uoik-eacuteh2- lsquoforzarsquo (Kroonen 2013 sv) derivato in -eacuteh2- di pie uoik-o- lsquoidrsquo (lit viẽkas lsquoforza fisica etagrave vitarsquo asl věkъ lsquoetagrave vitarsquo Derksen 2015 sv)

bull Vestri (Vsp 113) nome di un dvergr che sorregge un angolo del cielo egrave in-terpretabile come lsquoquello dellrsquoOccidentersquo in quanto derivato in -i di aisl vestr lsquoOc-cidentersquo esito di pgerm westra- (as aat westar lsquoidrsquo cfr pgerm westa- aing west lsquoidrsquo) probabilmente imparentato con pie ueacutestu- (ved vaacutestu- lsquopernottamentorsquo mgall gwest lsquoluogo per riposarersquo) Per il motivo onomastico cfr Austri

bull V(iacute)li nome di un dvergr (Vsp 133) e di un fratello di Odino (Ls 26 Gylf 6) egrave formalmente oscuro forse identico a vili lsquovolontarsquo pgerm wel-jan- (de Vries 1962 sv IacuteO sv)

bull Vind-alfr (Vsp 122) lsquoelfo del ventorsquo () (apparentemente composto di vinddeg lsquoventorsquo e degalfr lsquoelforsquo ma la sintassi interna egrave oscura)

bull Virfpir (Vsp 155 Gylf 14) egrave analizzabile come riflesso di una formazione in pnord -ija- da un verbo wirfbija- lsquogirare attorcigliarersquo (IacuteO sv) dal signifi-cato lsquoquello che gira attorcigliarsquo (lsquolrsquoAbilersquo per IacuteO sv) pnord wirfbija- sarebbe da da ricondurre a una radice uerp- lsquogirarersquo (OacuteI sv Virfill de Vries 1962 sv orf) attestata possibilmente in itt warp-zi lsquolavare lavarsirsquo lit verpti lsquofar girarersquo aruss vьrpsti lsquostrappare rubarersquo (Kloekhorst 2008 sv)146 In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri impiegati in questo lavoro

146 Lrsquoipotesi di Gould (1929 964) per cui si tratterebbe di un prestito da afr verver egrave poco probabile in virtugrave della resa lt f gt di afr v in antico nordico (IacuteO sv Virfir)

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Riccardo Ginevra

bull degvitnir attestato come secondo elemento di Mjǫeth-vitnir (Vsp 118) egrave iden-tico ad aisl vitnir termine poetico per lsquoluporsquo lsquospadarsquo e in generale lsquocreaturarsquo che Puhvel connette a itt ḫwitar-ḫwitn- lsquoanimali bestiersquo (cfr HED sv) riflesso di h2ueid-r-h2uid-n- (Kloekhorst 2008 sv) Aisl vitnir sarebbe in questo caso il ri-flesso di pgerm witn-ija- derivato in -ija- di una formazione witndeg- (tematizza-zione witna-) che continua il tema debole dellrsquoeteroclito147 Cfr Mjǫethvitnir

bull Vitr (Vsp 124) non analizzabile (apparentemente identico allrsquoaggettivo aisl vitr lsquosaggiorsquo cfr de Vries 1962 sv)

bull Yngvi nome di un dvergr (Vsp 161) e di un dio (Rm 144) figlio di Odino nel Prologo (11) dellrsquoEdda di Snorri usato anche come appellativo yngvi lsquoprincipersquo e da connettere alle epiclesi del dio Freyr Yngvi-Freyr e Ingunar-Freyr (LP svv) riflette ingwa-n- derivato di pgerm ingwa- per cui cfr got Enguz lsquonome della lettera ngrsquo e aing as Ing lsquonome della runa ngrsquo cfr inoltre il nome proprio lat-germ Inguiomerus (de Vries 1962 sv) Pgerm ingwa- puograve riflettere enḱu-oacute- una for-mazione vrddhi (con falso grado e della radice come in deiu-oacute- da dieacuteu-diu-) di nḱu- lsquomortersquo (airl eacutec lsquoidrsquo cfr il derivato toc eṅkwe lsquouomorsquo lt nḱu-oacute- lsquoche ha la mortersquo) con un significato originario lsquomortalersquo comparabile con ved maacuterta- lsquomor-tale umanorsquo formazione vrddhi di mrtoacute- per questa analisi cfr Bammesberger 1999 il quale tuttavia non spiega il passaggio del termine dal significato lsquouomo mortalersquo a lsquoprincipersquo in norreno o lrsquoimpiego come teonimo148

bull THORNekkr nome di un dvergr (Vsp 123) e nome di Odino (OacuteN 73) egrave apparente-mente identico allrsquoaggettivo thornekkr lsquopiacevole gradevolersquo (de Vries 1962 sv) unrsquoa-nalisi che tuttavia non trova particolare supporto nelle fonti

bull THORNorinn (Vsp 123) egrave un possibile riflesso con Suffixtausch (avvenuto evidentemente dopo lrsquoa-Umlaut) di pgerm thornur-ana- interpretabile come lrsquoesito di pie trh2-Vno- una variante metatetica di tnh2-Vro- lsquo(dio del) tuonorsquo (tra i cui riflessi egrave il nome del dio del tuono aisl THORNoacuterr esito di pgerm thornun-ara- lsquoidrsquo) a cui sono stati ricondotti anche il teonimo gallico Taranis lsquodio del tuonorsquo e il sostan-tivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo (cfr Watkins 1995 3431 Haretharson 2001 105)149 cfr anche airl torann riflesso di pcelt tor-ano- il quale sembra continuare una forma con metatesi da pie tonh2-Vro- (Matasović 2009 sv Zair 2012 248 Haretharson [2001 105] ricostruisce invece un grado o secondario) In ogni caso la formazione non egrave analizzabile secondo i criteri di questo lavoro

bull THORNraacuteinn (Vsp 122) non analizzabile (possibilmente da connettere alla fami-

147 Aliter de Vries 1962 sv vitnir OacuteI sv148 Altre proposte etimologiche presso de Vries 1962 sv e IacuteO sv Ringrazio Andrea

Lorenzo Covini per lrsquoutile discussione a riguardo149 Watkins (1995 3431) inserisce tra i rif lessi di questa variante metatetica anche itt

Tarḫunna- il quale egrave tuttavia da interpretare probabilmente come una formazione interna allrsquoanatolico (cfr HEG sv tarḫ-)

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

glia di thornraacute lsquodesiderio sfidarsquo cfr de Vries 1962 sv)bull degthornrasir nome di un dvergr (DH 4) e secondo elemento del nome di dvergr

Doacutelg-thornrasir (Vsp 152) egrave una formazione deverbale in -ir dal verbo thornras-a lsquominac-ciarersquo (pgerm thornras-ō- pie tres- lsquotremarersquo) dal significato lsquoquello che minacciarsquo Cfr Dolg-thornrasir

bull THORNroacuter nome di un dvergr (Vsp 124) e di Odino (OacuteN 84) noncheacute termine poe-tico per [spada] (SvH 35) e [cinghiale] (GH 17) e secondo elemento di un termine poetico per [cervo] (dura-thornroacuter in HjH 11) egrave stato interpretato come un derivato del verbo aisl thornroacuteast lsquoaumentare crescerersquo (cfr de Vries 1962 sv) unrsquoanalisi che non trova tuttavia particolare supporto nelle fonti nordiche

93 Considerazioni sullrsquoanalisi etimologica dei nomi di dvergar

Egrave possibile trarre alcune considerazioni metodologiche a partire dai risultati della se-zione precedente Lrsquoanalisi formale e lrsquointerpretazione semantica di un nome hanno un maggiore grado di fondatezza quando trovano riscontro nella mitologia relativa ai rispettivi personaggi attestata nei componimenti dellrsquoEdda poetica o nellrsquoEdda in prosa di Snorri Sturluson Analisi etimologiche ben supportate dalle fonti mitologi-che sono ad esempio

bull quella per la veritagrave banale dei nomi dei nani Austri lsquoquello dellrsquoOrientersquo Norethri lsquoquello del Settentrionersquo Suethri lsquoquello del Meridionersquo e Vestri lsquoquello dellrsquoOccidentersquo derivati in -i dei sostantivi neutri che indicano i punti cardinali

bull lrsquointerpretazione di Moacutet-sǫgnir come lsquoquello che ha la sega per (intagliare) figure (umane)rsquo in quanto composto possessivo in -nir di aisl moacutet lsquosegno figurarsquo e di sǫg lsquosegarsquo che trova riscontro nel ruolo di Moacutetsǫgnir come colui che foggia figure umane in Vsp 10

Quando la mitologia che concerne un dvergr ci egrave sconosciuta ma il nome corri-spondente egrave formalmente analizzabile come composto esso puograve essere interpretato con un certo grado di probabilitagrave sulla base di collocazioni fraseologiche attestate in norreno o in lingue imparentate

bull un esempio di interpretazione supportata dalla fraseologia interna al norreno egrave quella di Horn-bori composto a reggenza verbale interpretabile come lsquoquello che porta il corno (potorio)rsquo sulla base dellrsquoesatta corrispondenza con passaggi come Grm 361-2 Hrist oc Mist vil ec at meacuter horn beri ldquovoglio che Hrist e Mist mi portino il corno (potorio)rdquo

bull un caso in cui lrsquoanalisi etimologica trova invece supporto nello studio com-parato della fraseologia indoeuropea egrave invece quello di Dolg-thornrasir composto a reggenza verbale la cui interpretazione sincronica come lsquoquello che minaccia i ne-micirsquo egrave supportata dal parallelo semantico e parzialmente etimologico con una collocazione attestata in lingue italiche e indoiraniche eg nel nome del re ved Trasaacute-dasyu- lsquoquello che fa tremare i daacutesyu- (nemici)rsquo (in cui ved TRAS riflette la

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Riccardo Ginevra

stessa radice pie tres- che soggiace anche ad aisl thornrasa)Quando tuttavia la mitologia relativa ai singoli dvergar menzionati nel cata-

logo della Vsp egrave a noi del tutto ignota oppure i loro nomi anche se analizzabili come composti non sembrano riflettere collocazioni fraseologiche a noi note lrsquou-nica strada percorribile sembrerebbe essere lrsquoindividuazione di paralleli nel lessico norreno in particolari quando le formazioni onomastiche in questione presentano una somiglianza formale piugrave o meno marcata con vocaboli del lessico appellativo ad esempio

bull alcuni nomi di dvergar sono in apparenza identici a simplicia attestati in nor-reno eg Naacuter naacuter lsquocadaverersquo e Nyacuter nyacuter lsquonuovorsquo

bull altri sembrano essere derivati in -i di simplicia che ricorrono in nordico eg Nieth-i nieth lsquoluna nuovarsquo e Noacuter-i noacuter lsquobaia strettarsquo

Forti ambiguitagrave possono sorgere anche quando i nomi sono facilmente analizza-bili come formazioni composte

bull talvolta essi sono opachi dal punto di vista della sintassi interna eg Hleacute-vangr (composto di hleacutedeg lsquorifugiorsquo e degvangr lsquocamporsquo) e Raacuteeth-sviethr (composto di raacuteethdeg lsquoconsigliorsquo e degsviethr lsquosaggiorsquo)

bull talvolta anche se la sintassi interna egrave ipotizzabile il referente del composto non egrave chiaro eg Al-thornjofr lsquoladro di tuttorsquo e Mjǫeth-vitnir lsquolupo dellrsquoidromelersquo

Quando i nomi sono privi di corrispondenze immediate in norreno o germanico egrave talvolta possibile individuare somiglianze formali in formazioni attestate presso altre tradizioni indoeuropee come nel caso di

bull Baacutefurr qualora esso fosse da leggere Bǫfurr e da ricondurre in ultima analisi a pgerm bab-ra- e pie guhobh-ro- (lat faber)

bull THORNorinn che potrebbe riflettere pgerm thornur-ana- e quindi essere imparentato con il teonimo gallico Taranis e il sostantivo mgall acorn bret taran lsquotuonorsquo

In ogni caso trattandosi di nomi di personaggi a noi del tutto ignoti queste inter-pretazioni qualunque sia il loro livello di plausibilitagrave su un piano formale rimango-no sempre prive di riscontro

I nomi di dvergar attestati nella Vǫluspaacute permettono quindi di testare le pos-sibilitagrave e i limiti che lrsquoanalisi etimologica del materiale onomastico attestato nei testi mitologici scandinavi puograve avere le interpretazioni che trovano riscontro nella mitologia dei personaggi sono le piugrave credibili seguite da quelle che si basano quan-tomeno su collocazioni fraseologiche effettivamente attestate in nordico o in altre lingue indoeuropee al contrario le etimologie che non hanno alcun riscontro nei testi e nella fraseologia e che si fondano unicamente sulla somiglianza formale con vocaboli attestati in norreno o in altre lingue indoeuropee sono per lo piugrave impossibili sia da dimostrare che da confutare Si tratta in questrsquoultimo caso di un puro esercizio di etimologia fine a seacute stessa che non ci aiuta a comprendere meglio neacute i nomi in questione neacute tantomeno i personaggi a cui questi nomi si riferiscono A differenza di quanto egrave talvolta possibile nellrsquoanalisi di formazioni attestate in lingue piugrave tra-

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Odino Alfǫethr e il nome dei dvergar

sparenti sul piano della morfologia derivazionale nominale come il greco antico e il vedico le formazioni norrene sono spesso troppo opache da questo punto di vista per permettere unrsquointerpretazione fondata unicamente su aspetti formali150

150 Sulla trasparenza o opacitagrave della morfologia derivazionale e f lessiva che caratterizza le lingue in maniera diversa cfr i lavori di Walter Belardi sulla differenza tra lingue a segno modulare (eg greco antico e vedico) e lingue a segno fisso (eg norreno) eg Belardi 1990 158ss

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