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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XVIII n° 37 - novembre 12 - XXXII T.O. In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330 Paradisi fiscali: il conto lo pagano i più poveri Di Cinzia Arena I paradisi fiscali sono solo la punta dell iceberg di un problema più grosso: quello di un fisco che invece di tu- telare i più deboli, fi- nisce per aumentare le diseguaglianze. «Levasione e lelu- sione fiscale delle corporaon sorag- gono ai Paesi più po- veri 100 miliardi di dollari lanno, sufficien per mandare a scuola 124 milioni di ragazzi e salvare la vita di 6 milioni di bambini». A fare i con dellimpao sociale del nuovo scan- dalo internazionale sui paradisi fiscali ribaezzato Paradise Papers e che ha suscitato un terremoto polico in Inghilterra per il coinvolgimento di una società della regina Elisabea, è lOxfam. Lasso- ciazione soolinea come «alle severe parole di condanna» da parte dei governi hanno fao se- guito ad oggi «solo riforme mide, indebolite dallenorme pressione di mulnazionali e papero- ni». Secondo Susana Ruiz, policy advisor di Oxfam sui dossier di fiscalità internazionale, bisogna creare una blacklist a livello globale, con misure sanzio- natorie. Ad oggi nella lista nera dellOcse figura un solo Paese, Trinidad- Tobago e anche il processo di blacklisng in corso nellUe rischia di essere un buco nellacqua. Sul banco degli imputa so- no fini, tra gli altri, Apple e Facebook, il co-fondatore di Microsoſt Paul Allen, i can- tan Madonna e Bono, il mi- nistro del Commercio di Do- nald Trump, Wilburs Ross, il tesoriere del presi- dente canadese, Jusn Trudeau. Tu colpevoli di aver investo nei paradisi fiscali per pagare meno tasse e fare soldi facili. Le ulme rivelazioni contenute nelle nuove carte dei Panama Papers, oltre 13,4 milioni di docu- men riserva oenu dal quodiano tede- sco Suddeutsche Zeitung che a sua volta li ha condivisi con lInternaonal Consorum of In- vesgave Journalists e i suoi partner tra cui il Guardian, la Bbc, il New York Times e in Ita- lia lEspresso e la trasmissione Report, alzano il velo su un fenomeno noto ma che assume dimensioni sempre più ampie. I file provengono da due studi in- ternazionali che forniscono e ges- scono società offshore: Appleby , fondato nelle Bermuda e Asiaci Trust, quarer generale a Singapo- re e altre see sedi. Ma il nome che ha fao più scandalo, è quello della regina Elisabea II. Limmobiliare The Duchy of Lancaster - società privata della corona - avrebbe investo see mi- lioni e mezzo di dollari in un fondo delle isole Cayman. Il denaro sarebbe stato investo - dopo il passaggio offshore - anche in catene commer- ciali come Threshers e BrightHouse cricate da tempo per il presunto sfruamento di lavoratori, famiglie povere e persone vulnerabili. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha invitato la re- gina a chiedere scusa. «Tu coloro che ulizzano COS'È PANAMA PAPERS Oltre 11 milioni di documenti segreti analizzati per un anno da 300 giornalisti di 76 paesi diversi, tra cui L'Espresso in Italia. Ecco tutti i numeri dei Panama Papers, la più grande fuga di notizie nella storia della finanza, persino più vasta di quelle di Wi- kileaks nel 2010 e daEdward Snowden nel 2013. 11,5 milioni (2,6 terabyte) - i documenti segreti analizzati dai giornalisti per oltre un anno. 307 - i giornalisti di tutto il mondo che si sono occupati dell'inchiesta riuniti nell'In- ternational Consortium of Investigative Journalists. 76 - i Paesi dai quali provengono i reporter. 140 - tra politici, personaggi famosi, imprenditori e sportivi o persone a loro vicine citate nei documenti segreti.

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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XVIII n° 37 - novembre 12 - XXXII T.O.

In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330

Paradisi fiscali: il conto lo pagano i più poveri

Di Cinzia Arena

I paradisi fiscali sono solo la punta dell’iceberg di un problema più grosso: quello di un fisco che invece di tu-telare i più deboli, fi-nisce per aumentare le diseguaglianze. «L’evasione e l’elu-sione fiscale delle corporation sottrag-gono ai Paesi più po-veri 100 miliardi di dollari l’anno, sufficienti per mandare a scuola 124 milioni di ragazzi e salvare la vita di 6 milioni di bambini».

A fare i conti dell’impatto sociale del nuovo scan-dalo internazionale sui paradisi fiscali ribattezzato Paradise Papers e che ha suscitato un terremoto politico in Inghilterra per il coinvolgimento di una società della regina Elisabetta, è l’Oxfam. L’asso-ciazione sottolinea come «alle severe parole di condanna» da parte dei governi hanno fatto se-guito ad oggi «solo riforme timide, indebolite dall’enorme pressione di multinazionali e papero-ni».

Secondo Susana Ruiz, policy advisor di Oxfam sui dossier di fiscalità internazionale, bisogna creare una blacklist a livello globale, con misure sanzio-natorie. Ad oggi nella lista nera dell’Ocse figura un solo Paese, Trinidad-Tobago e anche il processo di blacklisting in corso nell’Ue rischia di essere un buco nell’acqua.

Sul banco degli imputati so-no finiti, tra gli altri, Apple e Facebook, il co-fondatore di Microsoft Paul Allen, i can-tanti Madonna e Bono, il mi-nistro del Commercio di Do-

nald Trump, Wilburs Ross, il tesoriere del presi-dente canadese, Justin Trudeau. Tutti colpevoli di aver investito nei paradisi fiscali per pagare meno tasse e fare soldi facili.

Le ultime rivelazioni contenute nelle nuove carte dei Panama Papers, oltre 13,4 milioni di docu-menti riservati ottenuti dal quotidiano tede-sco Suddeutsche Zeitung che a sua volta li ha condivisi con l’International Consortium of In-vestigative Journalists e i suoi partner tra cui il Guardian, la Bbc, il New York Times e in Ita-lia l’Espresso e la trasmissione Report, alzano il velo su un fenomeno noto ma che assume

dimensioni sempre più ampie.

I file provengono da due studi in-ternazionali che forniscono e gesti-scono società offshore: Appleby, fondato nelle Bermuda e Asiaciti Trust, quartier generale a Singapo-

re e altre sette sedi.

Ma il nome che ha fatto più scandalo, è quello della regina Elisabetta II. L’immobiliare The Duchy of Lancaster - società privata della corona - avrebbe investito sette mi-lioni e mezzo di dollari in un fondo delle isole Cayman. Il denaro sarebbe stato investito - dopo il passaggio offshore - anche in catene commer-ciali come Threshers e BrightHouse criticate da tempo per il presunto sfruttamento di lavoratori, famiglie povere e persone vulnerabili.

Il leader laburista Jeremy Corbyn ha invitato la re-gina a chiedere scusa. «Tutti coloro che utilizzano

COS'È PANAMA PAPERS

Oltre 11 milioni di documenti segreti analizzati per un anno da 300 giornalisti di 76 paesi diversi, tra cui L'Espresso in Italia. Ecco tutti i numeri dei Panama Papers, la più grande fuga di notizie nella storia della finanza, persino più vasta di quelle di Wi-kileaks nel 2010 e daEdward Snowden nel 2013. 11,5 milioni (2,6 terabyte) - i documenti segreti analizzati dai giornalisti per oltre

un anno. 307 - i giornalisti di tutto il mondo che si sono occupati dell'inchiesta riuniti nell'In-

ternational Consortium of Investigative Journalists. 76 - i Paesi dai quali provengono i reporter. 140 - tra politici, personaggi famosi, imprenditori e sportivi o persone a loro vicine

citate nei documenti segreti.

per i loro interessi i paradisi fiscali devono ricono-scere il danno che provocano alla società dato che il mancato pagamento delle tasse sui loro pa-trimoni miliardari penalizza, fra l’altro, ospedali e scuole».

L’Arsenale dell’Armonia: oggi diventa realtà l’idea di Madre Tere-sa

Di Umberto Fo-lena

Sarà il presi-dente della Repubblica, Sergio Mattarella, a inaugurare oggi pomeriggio alle 15.30, all’Eremo del Pecetto ( Torino), il quarto Arsenale del Sermig. Dopo l’Arsenale della Pace a Torino, l’Arsenale della Speranza a San Paolo in Brasile e l’Arsenale dell’Incontro a Badaba in Giordania, l’Arsenale dell’Armonia accoglierà bambini con gravi ma-lattie e ragazzi disabili. Il nuovo Arsenale fondato da Ernesto Olivero è dedicato a Madre Teresa di Calcutta. L’Arsenale nasce dalla ristrutturazione del vec-chio Eremo dei Camaldolesi, regalato da una con-tessa ai padri Somaschi i quali a loro volta, tredici anni fa, lo donarono al Sermig. In tutto, una struttura di tremila metri quadrati con 35 mila di terreni. Il restauro comincia nel 2011 e vede la collaborazione di migliaia di giovani volontari di ogni regione italiana. A lavori ultimati, ospita anche una piccola frater-nità del Sermig che, insieme a molti volontari, la fa vivere. Gli ospiti saranno per la gran parte mi-nori stranieri provenienti da aree (Europa dell’Est, Asia centrale e Sud America) dove non esistono strutture ospedaliere in grado di curare la loro malattia. I bambini sono seguiti da associa-zioni internazionali operanti nell’ambito della tu-tela dei diritti dei bambini malati. Il Sermig offre ospitalità al bambino e alla sua famiglia per tutto il tempo necessario alle cure.

Tutto comincia tanto tempo fa, con una lettera. Madre Teresa di Calcutta scrive a Olivero: «Caro

Ernesto...». Ernesto Olivero, sappiamo che erava-te amici. Ma che cosa le scrisse di tanto impor-tante? Ricordo a memoria: Ernesto, dobbiamo prendere la Madonna con noi e insieme a lei andare alla ri-cerca di bambini e ragazzi per condurli a casa.

Una casa, ossia un luogo sicuro? Sicuro e accogliente, dove potessero vivere in ar-monia. È così che nasce il quarto Arsenale, 'dell’Armonia'. Un dono a madre Teresa.

Siete specialisti in doni. I vostri volontari donano tempo, energie e competenze. E ogni vo- stra struttura è un dono. Anche questa? Un dono frutto di un dono a sua volta frutto di un altro dono... una catena. Una contessa lasciò in eredità edifici e terreni ai padri Somaschi perché realizzassero qualcosa di bello e utile per i ragaz-zi. A loro volta i Somaschi ci chiesero se poteva-mo pensarci noi.

Un’opera importante. Quanto vi è costata? Circa sei milioni di euro. Andava tutto rimesso a posto e adesso è un’autentica meraviglia. Il dena-ro, come sempre, è arrivato dalla gente comune, da tante persone che si fidano di noi, proprio co-me abbiamo sempre fatto fin dai tempi dell’Arse-nale numero uno. Ci ha pensato la Provvidenza.

Oggi farete vedere la vostra meraviglia a Matta-rella. Che cosa pensa che vi dirà? Non lo so. Siamo felici che lui sia qui a inaugurar-la, e basta. Ignoro che cosa ci dirà, però so che cosa gli toccherà fare: gli faremo fare il giardinie-re e piantare un cedro del Libano.

Perché proprio un cedro del Libano? Ci è stato regalato da frère Nour di Télé Lumière. Per tanti versi, il Libano è un modello di conviven-za tra fedi diverse e frère Nour è un grande uomo di pace, che conduce un’esistenza poverissima. Un vero testimone. Così gli chiesi se poteva rega-larci un cedro, simbolo del suo paese e di quel modello di convivenza pacifica. In questo modo, gli dissi, sarà più facile continuare a ricordarci del Libano e di lui. E il cedro sarà un auspicio di pace anche per noi italiani, uno sprone a fare altrettan-to qui in patria. Ma non è l’unico regalo impor-tante che abbiamo ricevuto.

Un altro dono? Una statua di madre Teresa, ma non una statua qualsiasi. Ho incontrato 77 volte Giovanni Paolo II. A lui il presidente della Macedonia aveva rega-lato una statua di madre Teresa e il Papa, a sua volta, sapendo del mio affetto per lei, la regalò a me. «Per questa statua inventeremo qualcosa di speciale», gli dissi. Oggi è quel giorno speciale.

Mattarella incontrerà i piccoli ospiti? Una cosa è sicura. I bambini e i ragazzi ci saranno, l’Arsenale è loro, ma non li vedrete in prima fila. Da sempre abbiamo compiuto la scelta di non strumentalizzare il dolore delle persone e di ri-spettare la loro sofferenza. Insomma, tanto più perché minori, non li esponiamo. Il bene va fatto bene, e con delicatezza.

L’Arsenale ha laboratori attrezzati (panetteria, pasticceria, gelateria, miele, conserve...), un bo-sco e un frutteto. Per i giovani ospiti un’occasione non solo per curarsi... Costituiremo una cooperativa e avranno l’occa-sione di apprendere un mestiere, oltre a mante-nersi. Vogliamo che l’Arsenale dell’Armonia sia un luogo accogliente e socializzante, dove sia possibile realizzare una vera integrazione e ognu-no contribuisca con il proprio lavoro e la propria responsabilità a un progetto.

CONFERENZA IN VATICANO SUL DISAR-MO NUCLEARE

Masaka Wada, tra gli ultimi soprav-vissuti di Nagasa-ki, racconta l’orro-re dell’atomica

Masaka Wada aveva solo 22 mesi quando la sua vita cambiò per sempre. Era un tranquillo e afoso mattino del 6 agosto 1945. Gli Stati Uniti decisero di sganciare due attacchi nucleari su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, per porre fine alla seconda guerra mondiale.

Lei e la sua famiglia furono fortunati: le montagne e la distanza dal centro li protessero dal fungo ato-mico, tutti si salvarono ma ebbero conseguenze pesanti sulla salute negli anni a venire.

Oggi Masaka Wada, 74 anni, minuta, sorridente e gentile, è sottosegretario generale di Nikon Hidan-kyo, l’associazione che riunisce oltre 160 “hibakusha”, gli ultimi sopravvissuti alla bomba atomica. L’età media è di 80 anni, il più anziano è ultranovantenne, lei è la più giovane.

Di religione cristiana, la sua missione è ricordare al mondo l’orrore delle armi nucleari. È tra le te-stimoni presenti alla conferenza “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un di-sarmo integrale” promossa in Vaticano dal Dica-stero per il servizio dello sviluppo umano integrale (10-11 novembre).

Ricevendo oggi in udienza gli oltre 360 partecipan-ti, tra cui 11 premi Nobel per la pace che gli hanno consegnato un appello, Papa Francesco ha ricor-dato nel suo discorso la testimonianza degli “hibakusha”, perché siano “voce profetica e moni-to per le nuove generazioni”. Masaka Wada ha consegnato una campagna di raccolta firme degli “hibakusha” per chiedere l’abolizione delle armi nucleari.

Il racconto di Wada sul Sito della parrocchia

Giorno Ore Intenzioni S. Messe defunti

Sabato 11 18.30

Domenica

12

09.00 def. via Antoniutti;

10.30 Festa ringraziamento – S. Messa a S. Anna ore 10.30

Cendron Andrea, Anastasia, Angelo, Caterina; Renosto Guido;

Martedì 14 9.00

Mercoledì 15 18.30

Giovedì 16 18.30 Messa sospesa

Venerdì 17 9.00 Messa sospesa

Sabato 18 18.30 Lodi ore 8.30 in canonica

Bucciol Giuseppe e Carniato Eufemia; Bosello Maria Teresa e Marzari Lino;

Domenica

19

8.00 S. Anna Cendron Pietro;

9.00

11.00 Pinos Irma e Zanibellato Emilio;

Sul sito della parrocchia: parrocchiamonigo.com

Foto e video su: attività di Mirella Za-non ad Astrakan

- Un rinnovato e

ampliato archivio fotografico,

con foto a partire dagli anni ‘60

- Articoli tratti dal giornale “Avvenire”

- Racconto di una sopravvissuta dell’atomica, invitata in Vatica-no al summit sul disarmo ato-mico

AVVISI

Giovedì e venerdì sarò a Roma, invitato ad un convegno teologico all’Università del Laterano

Domenica 19 novembre gruppo coppie

Domenica 19 novembre presentazione del li-bro “Andare per sacri sentieri” dedicato a Monigo. Vedi locandina nella pagina prece-dente.

Sabato 25 novembre inizia il catechismo per i bambini della 1° elementare (passare voce)

È esposta sull’altare della Madonna la

cassetta delle intercessioni dove depositare intenzioni di preghiera da legge-

re durante le Messe

Frutto di un Sostegno Sociale

Vendita mele per raccolta fondi

a favore delle due Comunità alloggio per persone con disabilità:

Comunità Insieme a Noi a Santa Bona Casa del Sole a Monigo.