Pancreas II parte

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ELEMENTI DI EZIOPATOGENESI DELLE MALATTIE UMANE Corso di Laurea Magistrale in Farmacia

Transcript of Pancreas II parte

Page 1: Pancreas II parte

ELEMENTI DI

EZIOPATOGENESI

DELLE

MALATTIE UMANE

Corso di Laurea Magistrale

in Farmacia

Page 2: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

In assenza dei sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia e calo ponderale), ladiagnosi di diabete deve essere posta con il riscontro, confermato in almeno duediverse occasioni di:

• glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl con dosaggio su prelievo eseguito al mattino, alle ore 8 circa, dopo almeno 8 ore di digiuno

oppure

• glicemia ≥ 200 mg/dl - 2 ore dopo carico orale di glucosio (eseguito

con 75 g)

oppure

• HbA1c ≥ 6,5% (solo con dosaggio standardizzato)

Criteri diagnostici

Page 3: Pancreas II parte

Normale Ridotta

tolleranza

Diabete

Glicemia

basale < 110 mg/dl 110-125 mg/dl ≥ 126 mg/dl

Glicemia a 30,

60, 90 min < 200 mg/dl 140 -199 mg/dl ≥ 200 mg/dl

Glicemia a

120 min

< 140 mg/dl 140 -199 mg/dl ≥ 200 mg/dl

DiagnosiDIABETE MELLITO

Risultati dell’ OGTT

Page 4: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Criteri diagnostici

Sono valori di attenzione in quanto identificano soggetti a rischio di diabete e di

malattia cardiovascolare, per i quali, comunque, dovrebbe essere evitato l’uso

del termine pre-diabete*:

• glicemia a digiuno 100-125 mg/dl condizione nota come alterata glicemia a digiuno o IFG

• glicemia 2 ore dopo carico orale di glucosio 140-199 mg/dl condizione nota come ridotta tolleranza ai carboidrati o IGT

• HbA1c 6,00-6,49% solo con dosaggio allineato con il metodo DCCT/UKPDS

* un’elevata percentuale di soggetti con IFG e/o IGT e/o con HbA1c non ottimale (valore fra 6,00 e 6,49%) non sviluppa il diabete. Le condizioni di IFG e IGT non rappresentano situazioni di malattia, ma solo condizioni di maggiore rischio di diabete e di aterosclerosi e malattie cardiovascolari

Page 5: Pancreas II parte

Normale (mg/dl) Diagnosi di IFG,

Alterata Glicemia a

Digiuno (mg/dl)

Diagnosi di IGT,

Alterata Tolleranza

Glucidica (mg/dl)

Diagnosi di Diabete Mellito

(mg/dl)

Glicemia a Digiuno

(dopo almeno 8 ore)

<110

Glicemia a Digiuno

(dopo almeno 8 ore)

110-125

OGTT

75 g glucosio x os

Glicemia a 2-ore

140-200

Glicemia a Digiuno

(dopo almeno 8 ore)

≥ 126

oppure

OGTT

75 g glucosio x os

Glicemia a 2-ore

> 200

oppure

Glicemia casuale

≥ 200 + tipici sintomi: poliuria, polidipsia, perdita di

peso, polifagia, visione

sfuocata, vaginite

DIABETE MELLITO: LINEE GUIDA OMS, ADA e PNLG

STATO NON DIAGNOSTICO MA

A RISCHIO DI DIABETE

DiagnosiDIABETE MELLITO

Page 6: Pancreas II parte

L'alterata glicemia a digiuno o IFG è una condizione in cui i livelli

di glucosio nel sangue, rilevati a digiuno da almeno otto ore,

superano per eccesso il limite di normalità, pur rimanendo al di

sotto dei valori che sanciscono lo stato diabetico. Per questo

motivo, quando si rileva un'alterata glicemia a digiuno, si parla

spesso di pre-diabete.

L'alterata glicemia a digiuno si accompagna ad insulino-

resistenza e ad un aumento del rischio cardiovascolare; può

inoltre evolvere in diabete mellito di tipo II conclamato, con un

rischio del 50% che tale progressione si manifesti nel decennio

successivo alla diagnosi.

DiagnosiDIABETE MELLITO

Impaired Fasting Glycemia

Page 7: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Criteri diagnostici

fisiologico

alterata glicemia

a digiuno (IFG)

diabete

110 mg/dL 125 mg/dL

Valori di concentrazione del glucosio del plasma a

digiuno e diagnosi di diabete

Panteghini - 2011 modificata

Page 8: Pancreas II parte

Si diagnostica alterata tolleranza al glucosio o IGT attraverso il

cosiddetto carico orale di glucosio, in cui si registra nel tempo

la risposta glicemica del paziente dopo somministrazione di

glucosio; se dopo 2h i livelli di glucosio nel sangue sono

superiori a determinati valori soglia (>140 mg/dL ma inferiori a

200 mg/dL), si parla di IGT.

Tale condizione presenta un maggior rischio di evoluzione in

diabete conclamato rispetto all'IFG ed è per questo che dopo il

riscontro di un'alterata glicemia a digiuno molto spesso il

medico indirizza il paziente verso un test da carico orale di

glucosio.

DiagnosiDIABETE MELLITO

Impaired Glucose Tolerance

Page 9: Pancreas II parte

L'alterata tolleranza al glucosio è tipicamente associata alla sindrome

metabolica, caratterizzata dalla presenza di insulino-resistenza, iper-

insulinemia compensatoria, iper-trigliceridemia, livelli ridotti

di colesterolemia HDL e ipertensione arteriosa.

Il filo conduttore, nonché principale agente causale, di queste

patologie è il sovrappeso, specialmente quando l'eccesso adiposo è

concentrato a livello viscerale.

La principale strategia di intervento per riportare nella norma i livelli

glicemici postprandiali è quindi basata sull'avvicinamento o il

mantenimento del peso forma.

DiagnosiDIABETE MELLITO

Impaired Glucose Tolerance

Page 10: Pancreas II parte

PATOLOGIA CLINICA – C. Scapellato

DiagnosiDIABETE MELLITO

Criteri diagnostici

fisiologico

alterata tolleranza

glucidica (IGT)

diabete

140 mg/dL 200 mg/dL

Valori di concentrazione del glucosio del plasma

2 ore dopo un carico orale di glucosio (OGTT) (75 g)

e diagnosi di diabete

Panteghini - 2011 modificata

Page 11: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

“NORMALITA’”:

Glicemia a digiuno < 110 mg/dl

Glicemia dopo OGTT < 140 mg dl

DIABETE:

Glicemia a digiuno > 126 mg/dl

Glicemia causale >200 mg/dl + segni e sintomi

Glicemia dopo OGTT > 200 mg/dl

IFG ( alterata glicemia a digiuno):

Glicemia a digiuno >110 e < 126 mg/dl

IGT (alterata tolleranza glucidica):

Glicemia dopo OGTT >140 e < 200 mg/dl

Criteri diagnostici

Page 12: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Per formulare la diagnosi di diabete non sono

necessarie le misurazioni di 2° livello:

• glicemia post-prandiale o profilo glicemico

• insulinemia basale o durante OGTT

• C-peptide

• autoanticorpi

Criteri diagnostici

Page 13: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Diabete Gestazionale Diagnosi con curva da carico glucidico 75 gr

Glicemia Plasmatica

mg/dl mmol/l

Digiuno ≥92 ≥5.1

Dopo 1 ora ≥180 ≥10.0

Dopo 2 ore ≥153 ≥8.5

Sono definite affette da Diabete Gestazionale le donne con 1 o più valori di glicemia plasmatica superiori alle soglie riportate in tabella

Page 14: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

MISURA

•Valori basali: 8 -24 mU/L.

•Particolarmente indicata per diagnosticare un

insulinoma in caso di ipoglicemia pronunciata.

•Può essere misurato con maggior comodità il peptide

C, in quanto caratterizzato da un metabolismo più

lento di quello dell’insulina.

•Possibilità di misura del peptide C in corso di terapia

insulinica, dal momento che questo deriva solo

dall’insulina endogena.

Page 15: Pancreas II parte

Emoglobina glicata (HbA1c)

Prodotto di una reazione non enzimatica fra il glucosio e

l’HbA1, lenta e irreversibile.

Gli eritrociti umani sono facilmente permeabili al

glucosio, il quale si combina con l’emoglobina. Da

questa reazione non enzimatica fra il gruppo α-

amminico della valina N-terminale della catena β dell’Hb

e il glucosio si forma una base di Schiff.

DiagnosiDIABETE MELLITO

Page 16: Pancreas II parte

La reazione è determinata dalla concentrazione dei

reagenti, il grado di glicosilazione è proporzionale alla

concentrazione media del glucosio nel sangue durante il

periodo di sopravvivenza dell’Hb nel globulo rosso in

circolazione.

L’utilità delle misurazioni dell’HbA1c percentuale per la

diagnosi di diabete è stata dimostrata nello studio

sperimentale DCCT (Diabetes Control and Complications

Trial), dal quale deriva una correlazione diretta tra il valore

di HbA1c e la prognosi del paziente rispetto alle

complicanze a lungo termine.

DiagnosiDIABETE MELLITO

Emoglobina glicata (HbA1c)

Page 17: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Glicazione

reazione non enzimatica fra un carboidrato e un gruppo aminico

di proteine (gruppo amino-terminale)

L’Hb A1c costituisce circa l’80% delle emoglobine glicate (Hb A1)

Page 18: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Page 19: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

La glicazione dell’emoglobina è irreversibile

La velocità di formazione della Hb glicata è

proporzionale alla concentrazione ematica del

glucosio

La concentrazione della Hb glicata rappresenta una

integrazione dei valori della glicemia nelle ultime 6-

8 settimane

POSSIBILI PROBLEMI

- pazienti con anemie emolitiche

- effetto delle varianti di Hb (Hb F, Hb S, Hb C)

Page 20: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

RACCOMANDAZIONI

HbA1c deve essere misurata:

- almeno due volte all’anno in tutti i pazienti

- ogni tre mesi nei pazienti la cui terapia è stata

modificata o che presentano un diabete non

controllato

Page 21: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

fisiologico

borderline

diabete

42 mmol/mol

(6,0%)

47 mmol/mol

(6,5%)

Valori di concentrazione dell’emoglobina glicata

e diagnosi di diabete

39 mmol/mol

(5,7%)

Am Diab Ass 2010

Page 22: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Correlazione tra livelli di HbA1c e glicemia plasmatica

media basati sullo studio ADAG

HbA1c (%) Glicemia plasmatica media

6 126 mg/dl

7 154 mg/dl

8 183 mg/dl

9 212 mg/dl

10 240 mg/dl

11 269 mg/dl

12 298 mg/dl

Page 23: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

Uso della Hb glicata per la diagnosi di diabete mellito:

vantaggi e limitazioni

VANTAGGI LIMITAZIONI

• Non è necessario il digiuno del

soggetto

• Si correla allo sviluppo delle

complicanze

• Variabilità biologica intra-

individuale minore della glicemia

• Instabilità preanalitica molto

minore rispetto alla glicemia

• Riflette il controllo glicemico degli

ultimi 2-3 mesi e non subisce

interferenze dalle variazioni rapide

della glicemia

• La determinazione può essere

influenzata da variabili

preanalitiche non note (es.

emoglobinopatie)

• Il costo della determinazione è più

alto di quello della glicemia

• La misura potrebbe essere non

disponibile come quella della

glicemia (es. paesi in via di

sviluppo)

Page 24: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

indica le chetoamine prodotte dalla interazione del

glucosio con i gruppi e-aminico dei residui di lisina

dell’albumina

l’emivita dell’albumina è circa 20 giorni

la concentrazione dell’albumina glicata riflette il

controllo glicemico delle 2-3 settimane precedenti

RACCOMANDAZIONI

"Sono necessari ulteriori studi per determinare se le

proteine glicate, quali le fruttosamine, siano

clinicamente utili per il monitoraggio di routine dello

stato glicemico del paziente“.

Page 25: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

ruolo in combinazione con l’Hb A1

utile nei pazienti con varianti emoglobiniche

(Hb S o Hb C associate con ridotta emivita degli

eritrociti)

non utilizzabile in pazienti con importanti

perdite proteiche: sindrome nefrosica, gravi

epatopatie, dopo flogosi acute.

Il test non dovrebbe essere eseguito se la

concentrazione di albumina è < 30 g/L

Page 26: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

1) Insulina e Peptide C sono secreti in quantità equimolari,

ma nonostante ciò, in virtù della maggiore emivita, la

concentrazione plasmatica di Peptide C è superiore.

2) Le concentrazioni ematiche del Peptide C riflettono la

sintesi endogena di insulina. A livelli ematici di Peptide C

bassi, quindi, corrisponde sintesi di insulina scarsa.

3) Nei diabetici quindi livelli di Peptide C sono bassi?

In realtà spesso è vero l'opposto

Nel diabete di tipo II l'insulina è normalmente aumentata

e con essa i livelli di Peptide C.

Perché in tali situazioni più che mancare l'insulina in sé,

viene meno la sensibilità delle cellule alla sua azione; si

parla, non a caso, di insulino-resistenza

Page 27: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

GLICEMIA PEPTIDE C POSSIBILE CAUSA

alta alto

Diabete di tipo II, Diabete gestazionale, Pre-

diabete, Insulino resistenza (spesso conseguente

a sindrome da ovaio policistico, S. di Cushing,

Obesità

bassa altoInsulinoma, eccessivo utilizzo di ipoglicemizzanti

orali, come sulfaniluree e meglitinidi.

alta bassoDiabete mellito di tipo I, diabete di tipo II in fase

avanzata

bassa bassoMalattie epatiche, infezioni severe, morbo di

Addison, iniezione di una dose eccessiva di

insulina.

Page 28: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

PEPTIDE C basale

Indicazione:

Consente di valutare capacità del pancreas di secernere insulina

ma, per la sua lunga emivita, non permette studi sulla cinetica

dell’insulina

Diabete mellito di tipo 1 e 2 nelle diverse fasi

Procedura:

Digiuno di 12 ore

Dosaggio di C-peptide

Interpretazione:

Valori basali normali 0,9-4 ng/dl;

valori basali <0,9 ng/dl indicano inadeguata riserva insulinica.

Page 29: Pancreas II parte

DiagnosiDIABETE MELLITO

PEPTIDE C dopo stimolo

Indicazione:

Consente di valutare la riserva insulinica nel diabete

mellito di tipo 1 e 2 nelle diverse fasi

Può essere effettuato dopo pasto standard dopo un

digiuno di 12 ore oppure dopo test al glucagone.

Nel primo caso il dosaggio del C-peptide si effettua

basale e dopo 1 ora dal pasto.

Page 30: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

• DMT1 è una malattia autoimmune organo specifica

caratterizzata dalla distruzione delle cellule beta

pancreatiche mediata dai linfociti T.

• Esordisce tra l’infanzia e la pubertà, ma nessuna

età è risparmiata.

• L’esordio clinico è spesso brusco, con forte

dimagrimento, poliuria, iperglicemia elevata

accompagnata da chetosi.

Page 31: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

• Il termine “Islet autoantibody” è un termine generico che

identifica qualunque elemento di un gruppo di autoanticorpi

diretto contro le isole di Langherans o, in alcuni casi, diretti

specificatamente contro autoantigeni delle cellule β che

secernono insulina.

• Gli Autoanticorpi anti-insula sono comunemente presenti

all’esordio della malattia e persistono per periodi vari dopo

l’esordio.

• Gli Autoanticorpi precedono l’esordio del DMT1 di mesi o anni.

• Esistono evidenze che, nei soggetti positivi per gli autoanticorpi,

alcuni antigeni delle isole siano riconosciuti come estranei e

portino ad una risposta immunitaria di tipo umorale.

Gli Autoanticorpi

le basi autoimmuni

Page 32: Pancreas II parte

La prova definitiva della natura autoimmune del

Diabete mellito di tipo1 -DMT1- è stata fornita

dalla dimostrazione dell’esistenza, nel siero dei

pazienti affetti, di autoanticorpi anti-insula

pancreatica [“islet cell antibodies” (ICA)],

evidenziati tramite immunofluorescenza indiretta

su sezioni criostatiche di pancreas umano.

Bottazzo GF, Florin-Christensen A, Doniach D. Islet cell antibodies in diabetes mellitus with

autoimmune polyendocrine deficiencies. Lancet 1974;2(7892):1279.

Il diabete tipo 1 le basi autoimmuni

Page 33: Pancreas II parte

Gli autoanticorpi circolanti confermano la diagnosi

• Circa il 3-5% dei

pazienti clinicamente

DMT1 sono negativi al

dosaggio degli

autoanticorpi.

• Il dosaggio degli

autoanticorpi nei

parenti di primo grado

di soggetti con DMT1

combinato con la

valutazione della

secrezione insulinica è

un valido valore

predittivo di insorgenza

di DMT1.

Il diabete tipo 1 le basi autoimmuni

Page 34: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

Gli Autoanticorpi nel DMT1

Insulin, insulin processing and insulin storage

IAA

Proinsulin autoantibodies

ZnT8A

Protein tyrosine phosphates

IA-2A

IA-2β autoantibodies

Enzymes

Carbonic anhydrase II

Chymotrypsinogen-related 30-kDa pancreatic autoantibody

GADA

51-kDA aromatic L-amino-acid decarboxylase autoantibodies

Miscellaneous

Aminoacyl-tRNA synthetase autoantibodies

Glycolipid autoantibodies Islet cell surface autoantibodies

ICA

Islet cell-specific 38-kDa autoantibodies

Winter EW et al. Clin Chem 57: 168, 2011.

le basi autoimmuni

Page 35: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

I 4 principali Autoanticorpi di interesse in campo clinico

e di ricerca, rivolti verso varie strutture dell’insula

pancreatica, sono:

ICA: anticorpi diretti contro il citoplasma delle cellule

dell’insula

GADA: anticorpi diretti contro la glutammato

decarbossilasi

IA-2A: anticorpi diretti contro la tirosina-fosfatasi

IAA: anticorpi diretti contro l’insulina nativa

Gli Autoanticorpi

le basi autoimmuni

Page 36: Pancreas II parte

Gli autoanticorpi circolanti confermano la diagnosi

• Islet Cell Antibodies (ICA)

• Glutamic Acid Decarboxylase Antib. (GADA)

• Insulinoma-associated protein 2 Antib. (IA-2)

• Insulin autoantibodies (IAA)

• ZnT8 autoantibodies (ZnT8A)

Il diabete tipo 1

Gli Autoanticorpi

le basi autoimmuni

Page 37: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

Diretti verso antigeni bersaglio dell’insula estremamente eterogenei

In bambini ed adolescenti con DMT1, la sensibilità diagnostica degli ICA al

momento dell’esordio clinico della malattia è pari al 70-90%.

Nel caso di esordio in età adulta, gli ICA hanno una sensibilità inferiore

La specificità diagnostica degli ICA per DMT1 è circa pari a 97-98%

I risultati dimostrano che la positività può precedere di molti anni l’esordio

clinico e che il valore predittivo degli stessi, per sviluppo di diabete entro 5

anni, è del 53%.

Tale valore è fortemente influenzato da numerose variabili:

è maggiore in presenza di alti titoli anticorpali ed in soggetti positivi per

altri autoanticorpi anti-insulari

è basso in soggetti positivi solo per ICA a basso titolo

Dopo l’esordio clinico del DMT1, gli ICA sono transitori e scompaiono entro

pochi anni (la scomparsa potrebbe essere legata alla scomparsa di uno o

più autoantigeni, per la distruzione delle cellule β

La persistenza degli ICA sembra predire un aumentato tasso di perdita della

produzione endogena di insulina

ICA

le basi autoimmuni

Page 38: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

GADAI GADA - gli anticorpi contro GAD65- sono riscontrabili nel 70-75% dei

pazienti con DMT1 di recente insorgenza e nel 1-2% di soggetti sani di

controllo.

Sono evidenziabili già mesi e perfino anni prima della manifestazione della

patologia.

I GADA sono più persistenti degli ICA dopo l’insorgenza del DMT1.

A differenza di altri autoanticorpi anti-insula, la frequenza dei GADA in

pazienti con DMT1 di recente diagnosi, non è influenzata dall’età.

I GADA rappresentano il marcatore immunologico a più alta sensibilità

diagnostica in pazienti con esordio clinico della malattia diabetica in età

adulta.

Malgrado l’alta specificità diagnostica (99%), la frequenza di soggetti

GADA-positivi nella popolazione generale è 10 volte superiore alla

prevalenza della malattia.

Ne consegue che il valore predittivo dei GADA per lo sviluppo futuro di

DMT1 (7-8%) non è migliore di quello di altri autoanticorpi.

le basi autoimmuni

Page 39: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

IA-2AAttraverso lo screening di librerie di cDNA insulari con sieri di pazienti

DMT1, è stato identificato un nuovo autoantigene denominato “islet cell

antigen 512- ICA512”.

E’ stato dimostrato essere una sequenza parziale di un antigene di

maggiori dimensioni denominato IA-2.

Studi ulteriori hanno messo in evidenza una nuova proteina con elevato

grado di omologia con IA-2, che è stata denominata IA-2β.

Le sequenze aminoacidiche delle due proteine sono identiche per oltre

l’80%.

Studi di sequenza hanno dimostrato che appartengono alla famiglia delle

tirosina-fosfatasi, con modificazioni che ne annullano l’attività enzimatica

effettiva.

Autoanticorpi anti-IA-2A sono presenti nel 70-80% dei bambini con

DMT1 di recente insorgenza e sono meno frequenti in pazienti con

esordio in età adulta.

Rappresentano uno dei più importanti marcatori del diabete di tipo 1.

le basi autoimmuni

Page 40: Pancreas II parte

Il diabete tipo 1

ZnT8-A Zinc transporter 8 autoanticorpi

Il più recente autoantigene identificato: trasportatore dello zinco ZnT8

(Slc30A8) (2007)

Zinc trasporter 8 (ZnT8) è una proteina trans-membrana dei granuli

secretori delle cellule β pancreatiche

Appartiene ad una famiglia di proteine che regolano l’efflusso dei cationi:

attualmente sono stati identificati 10 membri.

ZnT8 concentra lo zinco nei granuli secretori dell’insulina

Gli anti-ZnT8 sono diretti principalmente verso il residuo carbossi-

terminale della proteina.

Anticorpi anti-ZnT8 (ZnT8A) sono stati rilevati nel 60-80% di pazienti

DMT1 di recente insorgenza ed in meno del 2% di soggetti di controllo.

Più precisamente, ZnT8A sono stati identificati nel 26% di soggetti

diabetici classificati come negativi per autoanticorpi anti-insula.

le basi autoimmuni

Page 41: Pancreas II parte

le basi autoimmuniIl diabete tipo 1

associazione degli anticorpi

Il 5,8% dei pazienti con DMT1 all’esordio, analizzati per GADA, IA-2A,

IAA, risultava negativo a tutti e 3 gli autoanticorpi.

Solo 1,8% dei pazienti si confermava negativo, quando il saggio per

ZnT8A era aggiunto al pannello.

72% di pazienti all’esordio risultavano positivi per 2 o più anticorpi, se

analizzati per GADA, IA-2A e IAA.

82% di pazienti all’esordio risultavano positivi per 2 o più anticorpi, se

testati anche per ZnT8A.

ZnT8A sono più frequenti all’esordio di DMT1 con l’aumentare dell’età

del paziente, mentre la prevalenza di IAA declina con l’aumentare

dell’età.

Necessità di testare i 4 markers di autoimmunità.

Page 42: Pancreas II parte

Pancreatiti

MALATTIA INFIAMMATORIA

DEL PANCREAS

A DECORSO

ACUTO CRONICO

Page 43: Pancreas II parte

La pancreatite è un

processo infiammatorio

acuto o cronico a carico del

pancreas.

Nelle forme più lievi

guarisce in pochi giorni

senza conseguenze; le

forme più gravi possono

lasciare esiti come diabete

o disturbi digestivi o nei

peggiori dei casi essere

fatali.

Pancreatiti

Page 44: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite acuta

Flogosi acuta del pancreas e dei tessuti

peripancreatici

caratterizzata morfologicamente da lesioni che

vanno dal semplice edema interstiziale alla

necrosi parenchimale

E’ un processo patologico caratterizzato dal fenomeno di

autodigestione del parenchima esocrino causato dai suoi stessi enzimi

digestivi.

Nel 70% dei casi può essere conseguenza di alcolismo o di calcoli

biliari e altre patologie dei dotti biliari.

Il restante 30% possono essere iperlipemia, ostruzione del dotto

pancreatico principale, ferite a carico del pancreas, traumi

postoperatori, avvelenamento.

Page 45: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite acuta

Page 46: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite acuta

Page 47: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite acuta

Page 48: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite acuta

TRAUMI

Danno diretto (rottura del Wirsung)

Stenosi cicatriziali duttali

CHIRURGIA: ADDOMINALE IN GENERE, BILIARE IN

PARTICOLARE

- Traumatismo diretto

- Fenomeni ischemici

Page 49: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite acuta

Patofisiologia: meccanismi patogenetici

Attivazione intrapancreatica della componente

enzimatica

AUTODIGESTIONE GHIANDOLARE

Page 50: Pancreas II parte

Le pancreatiti acute sono mortali nel 15% dei casi, ma

la percentuale mortalità è diversa per ogni tipo di

pancreatite acuta: nella forma edematosa i casi di

morte sono meno del 2%, mentre nei casi di pancreatite

necrotico-emorragica si ha una mortalità superiore al

30-40%.

Se il pancreas viene colpito interamente da necrosi, la

mortalità è superiore al 60% e i casi più gravi di

pancreatite acuta, se non curati, provocano la morte del

paziente entro 48 ore.

PANCREATITE Pancreatite acuta

Page 51: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite cronica

Processo infiammatorio cronico del

pancreas che coinvolge inizialmente il

sistema duttale pancreatico e

successivamente anche il settore acinoso

ed endocrino della ghiandola.

SECONDARIAa ripetuti episodi di pancreatite

acuta che esitano in lesioni

cicatriziali duttali

PRIMITIVA

Page 52: Pancreas II parte

Con pancreatite cronica si indicano tutte le affezioni

del pancreas a carattere cronico che possono

produrre un danno permanente o disfunzione

dell’organo.

Talvolta ci sono rapporti tra forme croniche e acute,

in altri casi tra i due fenomeni non vi è alcuna

relazione

La diagnosi deve essere tempestiva, e si ottiene

interpretando i sintomi e facendo ricorso a indagini

quali Raggi X, TAC e Risonanza Magnetica.

PANCREATITE Pancreatite cronica

Page 53: Pancreas II parte

PANCREATITE Pancreatite cronica

Autoimmunitaria (± alcol)

Ostruttiva (± alcol)

Distrofia cistica della parete duodenale (± alcol)

Fibrosi cistica (± alcol)

Mutazioni del gene del tripsinogeno (± alcol)-ereditaria

Alcolica pura

Tropicale (malnutrizione calorico-proteica)

FATTORI EZIOLOGICI PRIMITIVA

• abuso di bevande alcoliche

• fumo di sigaretta

• squilibri dietetici

FATTORI di RISCHIO

Page 54: Pancreas II parte

Maldigestione ± steatorrea, quando si ha una

riduzione di circa 80% della secrezione enzimatica

Deficit vit. Liposolubili, alterazioni ossee

Intolleranza glucidica, diabete non chetoacidosico

PANCREATITE Pancreatite cronica

Insufficienza pancreatica

Page 55: Pancreas II parte

Test diretti di funzione pancreatica

PANCREATITE Pancreatite cronica

Test secretina-ceruleina

Dosaggio chimotripsina fecale

Dosaggio elastasi fecaleo Glicemia basale

o OGTT (oral glucose tolerance test)

o Dosaggio C-peptide dopo stimolo

con glucagone

o ITT (insulin tolerance test)

Page 56: Pancreas II parte

PANCREAS Sindrome metabolica

L’insulinoresistenza o sindrome metabolica è una

patologia associata ad obesità ed alla diminuzione di

attività fisica; viene diagnosticata quando un individuo

presenta 3 o più dei seguenti sintomi:

• Obesità addominale ( M>102 cm F>88 cm )

• Valore dei trigliceridi ≥150 mg/dl

• Colesterolo HDL basso (M ≤40 mg/dl F ≤50 mg/dl)

• Pressione sanguigna elevata ( ≥140/90 mmHg )

• Glicemia a digiuno ≥110 mg/dl

Page 57: Pancreas II parte

Normalmente l’insulina permette al glucosio ematico

di penetrare nelle cellule dell’organismo per fornire

energia, tuttavia quando quantità normali di insulina

non riescono a trasportare il glucosio all’interno

delle cellule ha luogo la “resistenza all’insulina”, in

altre parole la cellula resiste all’azione dell’insulina e

il glucosio non riesce a penetrarvi.

Quando accade ciò il pancreas deve produrre più

insulina per mantenere normali i livelli di glicemia;

anche se le persone con questa patologia hanno

livelli glicemici elevati, i valori rientrano comunque

nella norma e non si parla di diabete.

PANCREAS Sindrome metabolica

Page 58: Pancreas II parte

PANCREAS Sindrome metabolica

Page 59: Pancreas II parte

PANCREAS NEOPLASIE

• Insulinoma

• Glucagonoma

Page 60: Pancreas II parte

L’insulinoma è una forma di tumore che colpisce le

cellule β delle isole di Langerhans del pancreas, e

fra tutte le forme di neoplasie di tale zona è la più

frequente.

Caratteristica clinica fondamentale è l’ipoglicemia a

digiuno, causata da una secrezione di insulina

eccessiva in relazione ai livelli di glucosio nel

sangue.

Colpisce prevalentemente i maschi in età adulta fra

i 30 e i 60 anni.

PANCREAS INSULINOMA

Page 61: Pancreas II parte

Per glucagonoma si intende una forma rara di neoplasia che

interessa le cellule α del pancreas, è voluminoso e

localizzato per lo più nel corpo e nella coda dell’organo, la

sua attività principale è quella di secernere il glucagone

provocando nell’individuo la nascita di iperglicemia.

La sua progressione è quasi sempre a carattere maligno e

tende ad infiltrarsi anche nei linfonodi e nel fegato

(provocando spesso metastasi epatiche), ma mentre di

solito le neoplasie maligne lasciano una sopravvivenza

molto bassa, questa forma permette di vivere anche oltre 18

anni dalla comparsa dei primi sintomi.

PANCREAS GLUCAGONOMA