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    1Matthus, Anno IV - n. 1/2015

    MatthusSemestrale dellIstituto Teologico Salernitano

    Anno IV - numero 1/2015

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    2 Matthus, Anno IV - n. 1/2015

    MATTHAEUSSemestrale dellIstituto Teologico Salernitano

    Anno IV - n.1/2015Aut. Trib. di Salerno n. 28 del 13/12/2011

    Sede: Piazza Plebiscito,12 SalernoTel 089 202040 Fax 089 202040 (int. 409)www.diocesisalerno.it

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    Index

    F.G. B In Ges Cristo il Nuovo Umanesimo dai cin-

    que ambiti alle cinque azioni?

    V. C Le collette del Messale Romano in professione

    religiosa Dalla lex orandi alla lex credendi per la lex vivendi

    C. C Ladozione: questa sconosciuta!

    M.R. C La libert luogo di relazione, la relazione

    luogo di libert

    M. C Il lungo e drammatico passaggio dal paganesimo al

    cristianesimo: lesempio di Gaza

    G. D S Le difficolt di recepire gli istituti di dirittodi famiglia islamico negli ordinamenti europei: normativa

    internazionale, normativa comunitaria e ordinamento italiano

    P. M Joseph Ratzinger/Benedetto XVI sullIslam

    D. M La pace che nasce dalla fede in Nicol Cusano

    E. P L analysis fidei nella teologia di Karl Rahner

    N. S Il principio di causalit

    M. R Il teologo Joseph Ratzinger/Benedetto XVI sul rappor-to fede-ragione in una prospettiva pastorale.

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    Franco Giulio Brambilla

    In Ges Cristo il Nuovo Umanesimodai cinque ambiti alle cinque azioni?

    Franco Giulio Brambilla*

    Dove va la pastorale della Chiesa italiana?

    La pubblicazione degli Orientamenti della Conferenza EpiscopaleItaliana dal titolo Educare alla vita buona del Vangelo ha introdotto il temadelleducazione come filo rosso dellagire pastorale delle Chiese in Italiaper questo decennio. In particolare, nel n. 54 del capitolo V, dedicato alleIndicazioni per la progettazione pastorale, ha ricuperato i percorsi di vitabuona mediante i cinque ambiti di Verona. Negli anni precedenti era emersala domanda sulla funzione dei cinque ambiti, richiamata da alcune Chiese edagli interventi di molti Vescovi. La domanda era la seguente: nel pensare lamissione della Chiesa bisogna operare un passaggio dai tria munera ai cinque

    ambiti?La domanda sul passaggio dai tria munera ai cinque ambiti va

    per precisata, per non cadere nella moda di cambiare gli schemi senzamodificare il nostro approccio alla realt. Richiamer brevemente il significatodellintroduzione dei cinque ambiti. Il senso del passaggio dai tria muneraai cinque ambiti non comporta di abbandonare lo schema ecclesiologico deltriplex munus in favore dellattenzione antropologica, declinata nei cinqueambiti di Verona, ma di articolare correttamente le due istanze.

    1. Il senso dello schema dei tria munera Lo schema dei tria muneraha una storia lunga1. Il modello dei tre

    * Vescovo di Novara

    1 Ho delineato brevemente questa storia nel saggio: La pastorale della Chiesa in Italia. Dai tria munera aicinque ambiti?,Rivista del Clero Italiano 92(2011) 389-407. Qui ne raccolgo solo le conclusioni sintetiche.Allego la bibliografia interessata al tema: Y. C,Jalons pour une thologie du laicat, Cerf, Paris 1953;I. L P, Lonction du Christ, NRT 80(1958) 225-250; J. L, Il triplice ufficio del vescovo,in G. B, La Chiesa del Vaticano II, Vallecchi Editore, Firenze 1965, 851-871; L. H, Die Lehrevon den drei mtern Jesu Christi in der dogmatischen Konstitution des II. Vatikanischen Konzils berdie Kirche, in Wahrheit und Verkndigung. Michael Schmaus zum 70. Geburtstag, Schning. Mnchen-

    Paderborn-Wien 1967, vol. 2, 1785-1806; J. F, Origines dune trilogie ecclsiologique lpoquerationaliste de la thologie, RSPhT 53(1969) 185-211; L. S, Das Dreiache Amt Christi und der

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    In Ges Cristo il Nuovo Umanesimo dai cinque ambiti alle cinque azioni?

    uffici della Chiesa (annuncio, celebrazione, carit) va valutato sotto dueaspetti. Sul piano critico esso ha favorito 1) il superamento della prospettivadei poteri e di una visione gerarcologica della Chiesa, che articolava lagire

    della Chiesa in potere di ordineegiurisdizione; 2) il ricupero della dimensionedi evangelizzazione, che supera lenfasi sulla dottrina, posta in tensione con ladimensione sacramentale e comunionale (fraterna e caritativa) della Chiesa.Sul piano positivo, il modello dei tria muneraha permesso di: 1) esprimerela ricchezza (unit, pluralit e complementarit) della missione della Chiesa;2) comprendere il rimando della missione della Chiesa (e in essa dei cristianicon i loro carismi e ministeri) alla missione di Cristo; 3) attuare la missionedella Chiesa (e dei cristiani) portando Cristo agli uomini e gli uomini a Cristo,attraverso una vera apertura della Chiesa al mondo e una reale assunzione delmondo nellagire della Chiesa. Bisogna riconoscere i pericoli dello schema manifestatisi talvolta nelperiodo postconciliare: a) la tendenza alla compartimentazione dei munerae alla parcellizzazione delle azioni pastorali che ne derivavano; b) lulterioresuddivisione allinterno dei tria munerae la moltiplicazione degli strumenti(e uffici) dedicati ad essi. La trilogia di annuncio, celebrazione, comunione, hafaticato a mostrare la complementarit di Parola, Liturgia e Carit, per costruirelidentit della vita cristiana di fronte alla sfida della storia e del mondo.

    Allora, non basta sostituire semplicemente allo schema ecclesiologico(Parola, Sacramento, Carit) lattenzione antropologica (i cinque ambiti). Loschema dei tria muneradice lunit e pluralit della missione della Chiesa che sioffre come dono dallalto irriducibile a ogni umanesimo; il rilievo antropologicodellazione pastorale della Chiesa destinato allunit della persona e allafigura della vita buona. La funzione degli ambiti antropologici non sostituiscela funzione ecclesiologica dei tria munera, ma tende a correggerne il limite:che trapela quando la missione della Chiesa si sottrae al suo destinatario,pensandosi in modo autoreferenziale e pensando il destinatario semplicementecome termine della sua azione.

    2. L attenzione antropologica dei cinque ambiti La funzione dei cinque ambiti di sostenere lattenzione pastoraleallidentit della persona, nelle relazioni che costruiscono la sua storia(esemplificata nella vita affettiva, lavoro e festa, fragilit personale e sociale,

    Kirche, Lang, Frankfurt am Main 1982; A. F, Munera Christi et munera Ecclesiae. Historia deuna teora, Ed. Universidad de Navarra, Pamplona 1982; Y. C, Sur la trilogie Prophte-Roi-Prtre,in RSPhT67(1983) 97-115; P.G. D, Te Priest, Prophet and King rilogy: Elements o its Meaningin LG and oday, in glise et Tologie18(1988) 179-206; L. U, mter Christi, in LTK3, Herder,Freiburg Basel Wien 1993-2001, I, 561-563; Quaderni teologici del Seminario di Brescia, La unzione

    regale di Cristo e dei cristiani,Morcelliana, Brescia 1997, in particolare lart. di A. M, Alle originidella dottrina del triplice munusdi Cristo. Giovanni Calvino, 135-172.

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    trasmissione educativa e comunicativa, cittadinanza). Non basta parlare diaffetti, lavoro e festa, fragilit, tradizione e cittadinanza: facile disperdersinella loro descrizione, senza che si mostri la loro relazione alla vita buona del

    Vangelo. Cos sintroduce un limite ancor pi grave: la riduzione antropologicadel cristianesimo. Lattenzione antropologica pu essere illustrata attraverso trepiste di ricerca2:

    a) Costruire lidentit della persona

    Lattenzione antropologica si focalizza su una concezione integraledella persona, operando un discernimento critico della modernit e delpostmoderno. La modernitpone al centro ilpunto di vista della coscienza: essarimane un guadagno indimenticabile. Tuttavia, bisogna fare un discernimentoproprio sullaspetto che il sigillo della modernit: la coscienza non pu pensarsisenza relazioni, in modo autarchico, soggettivistico e individualistico, comepresenza im-mediata a s stessa a prescindere da ogni relazione. Limmagineautotrasparente della coscienza va sottoposta a critica proprio per salvarneil guadagno essenziale: lidentit della persona si costruisce in una tramadi relazioni mediate (col corpo, il mondo, gli altri, il noi sociale). Inoltre,seguendo le suggestioni delpostmoderno, la questione dellunit della personanon pu essere pensata solo proponendo strategie di armonia psico-corporeadella vita frammentata, ma lunit dellesperienza personale si realizza come ilcammino esaltante, ma faticoso della relazione ad altri. Unidentit non pu

    costruire solo strategie di benessere, individuale e sociale, ma deve proporrepercorsi di vita buona, aperti alla scelta (etica) e vocazionale (religiosa) dellavita.

    A Verona avevo proposto la formula: occorre imparare lalfabeto dellavita umana per dire in esso la parola cristiana. I cinque ambiti rappresentanouna rete per costruire la coscienza dellidentit personale dentro le relazioniaffettive, nel tempo del lavoro e della festa, attraverso le esperienze di fragilit,sostenendo i processi di trasmissione della vita e della fede, nel vasto campodella cittadinanza. Che cosa significa tale attenzione antropologica? Non

    richiede forse una vera competenza antropologica nei linguaggi, nellerelazioni, nelle azioni pastorali?

    2 Su questaspetto dellattenzione antropologica, che rappresenta la preoccupazione fondamentaledellarticolazione di cinque ambiti di Verona, e che qui sintetizzo nei suoi tratti essenziali, si veda il mio:In Ges trova luce il mistero delluomo. Costruire lidentit della persona come vocazione, in P. T (cur.),

    Educare, impegno di tutti, Ave, Roma 2010, 63-83. In esso sviluppo le tre piste di seguito sunteggiate,collocandole nella temperie attuale dei problemi educativi.

    Franco Giulio Brambilla

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    b) Ritrovare il paradigma generativo delleducazione

    La prospettiva educativa la scelta storica di questo decennio percostruire lidentit e lunit della coscienza. Occorre ritrovare il paradigma

    originario delleducazione: esso iscritto nella vita stessa delluomo e dimorada sempre nella carne delluomo. levento della generazione, il senso e ilmodo con cui la vita viene trasmessa e ricevuta. Purtroppo, ha sconsigliatola ripresa di questo paradigma la sua versione autoritaria, che ha avuto il suomomento acuto nellOttocento e che ha generato una reazione antiautoritaria,maternalista e puerocentrica nel Novecento.

    Il modello antiautoritario novecentesco delleducazione (si sentespesso dire, anche da genitori cristiani: quando sar grande decider luistesso) corrisponde alla crisi di autorit nella tradizione civile, morale e

    religiosa della societ moderna. Manca il riferimento autorevole nel discorsoeducativo, mentre la formazione della coscienza ormai questione privata. Ilrapporto educativo, tuttavia, rimanda alla generazione, al rapporto genitori-figli, anche se la forma paternalista di questo modello ancor oggi sconsiglia amolti di riprenderlo. possibile indicare una concezione non paternalistadelparadigma generativo: i genitori trasmettono la vita con tutto il suo corredoin dotazione (si pensi solo alla lingua, con cui essi trasmettono il senso delmondo), e devono lasciare lo spazio e il tempo perch la vita trasmessa siaricevuta come un dono e non solo come una cosa di natura. Questo spazio

    e tempo sono latmosfera della crescita della libert. Diventar grandi non nientaltro che il cammino con cui riconoscere il debito grato alla vita che ci stata trasmessa.

    Generare allora significa dare alla luce, ma non si pu farlo senon dando una luce per vivere. Non un gioco a due, genitori-figli, maunavventura a tre: il padre e la madre sono dispensatori della vita per conto diun Terzo. Essi trasmettono il dono e il senso del mistero dellesistenza, perchsia promessa e appello; e perch ciascuno scelga non i genitori, ma ascolti lachiamata della vita che essi trasmettono3.

    Identit, generazione e cammino costituiscono, dunque, un unicoprocesso drammatico, con cui la vita generata e donata (lidentit psichica esociale ricevuta) apre il cammino (attraverso un drma, un agire disteso neltempo) per diventare una vita voluta (lidentit personale e vocazionale scelta).Occorre una pedagogia (famiglia, scuola, comunit, associazioni, movimenti,ecc.) che trasmetta forme di vita buona liberando il soggetto e ponendolodentro una relazione ricca e plurale, in cui si donano valori, comportamenti,

    3 Per una pi ampia illustrazione del paradigma generativo, cf. il mio: Generazione dellumano, trasmissione

    della ede: un passaggio a rischio, in V. P (cur.), Ho ricevuto, ho trasmesso. La crisi dellalleanza trale generazioni, Vita e Pensiero, Milano 2014, 109-122; e pi in genere i saggi contenuti in questo volume.

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    saperi, decisioni e si abilita la persona a riceverli, ad assumerli personalmente,a farne esperienza stabile e stabilizzante, a condividerli responsabilmente conaltri.

    c) Promuovere una pastorale integrata

    Tutto ci impone un ripensamento della pastorale: le azioni, i progetti,le iniziative e i soggetti pastorali della Chiesa devono funzionare in modointegrato non solo tra di loro, ma anche con le forze educative presenti sulterritorio. Pastorale integrata e/o pastorale dinsieme indicano lurgenzadel momento. Non tanto perch insieme bello, ma perch lazione comune econvergente consente di costruire cammini identitari forti e aperti. Per questafondamentale motivazione antropologica occorre la convergenza sugli

    elementi essenziali dellagire pastorale. Bisogna che tutti gli interessati sianocapaci di ascoltare, immaginare, pensare e agire insieme: la parola deve aprirsial sacramento, la liturgia deve alimentarsi allevangelizzazione, annuncio ecelebrazione devono edificare la comunione e la carit, la vita cristiana nonpu non aprirsi al mondo. C unimmanenza reciproca dei tria munera, chene fanno un sistema a vasi comunicanti, perch nelluno deve circolare la linfavitale dellaltro.

    Uninterpretazione diffusa dellevangelizzazione nei termini diformazione spirituale, catechetica, liturgica e anche caritativa attraversata dauna sorta di sindrome fondamentalista. La parola, levangelo, la spiritualite la stessa carit sono vissute a monte della loro capacit di interpretare leforme pratiche della vita con le loro mediazioni culturali. Noi trasmettiamosempre il vangelo (e i valori) dentro forme pratiche di vita, ma consegnandoquesti dovremmo continuamente non annunciare noi stessi o i nostri modi divivere, ma il vangelo di Ges. Esso non sincontra allo stato puro, ma dentroun volto e una storia, a condizione che questi volti e queste storie di vitadicano Lui e non essi stessi. La sfida educativa ha bisogno di maestriche sianotestimoni! La Chiesa deve custodire il cammino di una buona educazione,come momento necessario dellevangelizzazione, deve sapere che, senzaquesta, levangelizzazione resta consegnata allillusione delle grandi parole, maallinsignificanza per lesistenza pratica.

    3. Generare : il nuovo umanesimo in cinque azioni Mi ha colpito che la Traccia di riflessione per il Convegno di Firenzetermini con alcuni verbi, che indicano le cinque operazioni verso lumanitnuova (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare). I cinque ambitisembrano richiedere di tradursi in cinque operazioni per lumanesimonuovo che nasce in Ges Cristo. Potremmo riprendere questi cinque verbi,

    in continuit con i cinque ambiti di Verona, cos da rendere dinamici gli ambiti

    Franco Giulio Brambilla

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    con gesti operativi che mettano in sintonia la luce del Vangelo con lesperienzaumana. Ciascuno potr leggere con frutto il percorso indicato nella traccia:cinque operazioni che consentono il dischiudersi dellumanit nuova dentro

    la complessit della nostra epoca. Da parte mia, come contributo personale, provo a sviluppareunintuizione che mi sembra promettente e complementare a quella indicatadalla traccia. Se il compito educativo personale e sociale quello di una nuovagenerazione dellumano in Cristo, allora proprio il verbo generare che pusuggerirci la prospettiva sintetica delle cinque operazioni per la genealogiadelluomo nuovo. Ho trovato un piccolo, ma prezioso testo che ci indica unapista, articolata in cinque verbi per la costruzione di un umanesimo nuovo4.La sua tesi centrale la seguente: per essere generativi, per far nascere unnuovo umanesimo, occorre coltivare alcune operazioni, espresse in cinqueverbi: desiderare, concepire, mettere al mondo, prendersi cura, lasciar andare.

    Provo a svolgere in prospettiva pastorale il sogno di una Chiesacapace di generare la novit dellumano, disegnando il volto di Cristo nelcuore degli uomini. Una Chiesa che genera una Chiesa capace di camminareinsieme, compiendo queste cinque azioni, che diventano anche cinqueoperazioni pastorali: desiderare: forse questo il punto su cui dobbiamo lasciarci toccare dipi il cuore. Desiderare guardare la stella polare della nostra testimonianzacristiana ed ecclesiale, capace di tessere i fili doro del desiderio di una Chiesadei legami di fraternit e prossimit. Bisogna risvegliare il desiderio, nondeprimersi nel consumo della gratificazione istantanea, ma coltivare sogni ingrande. Un sogno, se non condiviso, sintristisce e dura lo spazio di un mattino,ma non regge alla prova del tempo. Un sogno richiede coraggio, calore, fiducia,generosit. Laprima operazionepastorale deve risvegliare il desiderio: si trattaquasi di retrocedere per fare un balzo in avanti. In una societ dei consumi necessario accompagnare le persone, i giovani soprattutto, a passare dallesseresoggetti di bisogno a diventare capaci di relazioni. Non basta aver bisogni dasaturare, ma occorre coltivare desideri, che sanno fin dallinizio che ci che si

    realizzer sar sempre un frammento della ricchezza del sogno. Torniamo adesiderare, a spronare, a stimolare, camminando insieme!

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    concepire: la seconda azione, come ogni umano concepimento, puessere frutto soltanto di un atto damore! Non si pu concepire da soli, inprovetta, o prestando il grembo in affitto. Generare la Chiesa di domani un

    4 M. M C. G, Generativi di tutto il mondo unitevi! Maniesto per la societ dei liberi ,Feltrinelli, Milano 2014: il testo scritto in prospettiva sociale. Lho assunto come canovaccio di unpercorso pastorale per una chiesa generativa.

    5 Cf. lintervento al Convegno di Pastorale Giovanile a Genova: ra il porto e lorizzonte: lavventura!, RegnoDocumenti59(2014) 156-161.

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    atto di passione, di amore tenero e forte, di incontro che esige attesa, pazienza,parola, silenzio. Si pu concepire solo dentro buone relazioni, dentro undisegno comune, col desiderio di costruire una storia insieme. Concepire

    un momento creativo, sfidare il tempo che passa e corrode. Amare comedice Gabriel Marcel dire a un altro: tu non morirai. Concepire la vita unrischio, ma lunico per cui vale la pena, perch genera unesistenza nuova. A uncerto punto come nel cammino di una coppia necessario non rimanereeterni adolescenti, bisogna mettere al mondo la vita, realizzare luniversale nelparticolare, il tutto nel frammento, far brillare la forza della luce perch vincasulle tenebre. Se non vogliamo rimanere sterili, se alla fine della nostra vitanon si dovr raccontare solo quante strutture abbiamo costruito, ma quantavita abbiamo sprigionato e liberato, allora giunto il momento di concepire.Laria di primavera della Chiesa attuale favorevole a far crescere vita nuova:possiamo noi perdere il soffio dello Spirito che aleggia sul nostro tempo? Siconcepisce nel cuore e nel grembo, si dona la vita almeno in due: chi fa da solonon fa per tre, ma resta isolato con s. Per generare bisogna lasciar scendere dinuovo lo Spirito, parlare ciascuno la propria lingua capendo quella dellaltro.Nessuno perde la sua identit, ma genera nuove storie di vita, apre orizzonti disperanza. Laseconda operazionepastorale il momento intimo, il gesto pudicodellamore che concentra la potenza di un sogno nel gesto particolare, chearrischia di mettere al mondo la vita, che diventa creativo nel realizzare, trale molte possibilit, quella che sar il proprio contributo alla chiesa e al mondo.

    mettere al mondo: il miracolo della vita che nasce, la gioia di unaChiesa che si lascia toccare dal soffio di Dio. Non abbiamo pi occhi pervedere il miracolo della nascita. Auguro a ciascuno di voi di far memoriadi quel giorno in cui la vita ci ha sorriso, quando lessere credenti ci ha datogioia profonda per aver trasmesso energia attorno a noi: per un giovane checi ha detto tu mi hai capito e mi sei stato vicino!; per una famiglia alla qualeabbiamo donato la pace, asciugato le lacrime, riempito la sua casa della parolache rincuora e della carezza che consola; per un povero a cui abbiamo dato unpane e poi gli abbiamo insegnato a guadagnarselo con la dignit del propriolavoro. Mettere al mondo collocare la vita nel mondo, in-segnare a stare-nel-mondo e a stare-al-mondo. La terza operazionepastorale tutta contenutanel verbo in-segnare: si tratta di segnare-in, di iscrivere-dentro la vita delmondo la gioia del Vangelo. Per questo la Chiesa naturalmente missionaria,perch inviata nel mondo, non pu stare rinchiusa in se stessa. una Chiesain uscita, perch immette nella carne di ciascuno la forma della vita bellae affascinante, sciolta e libera, gioiosa e generosa. Se non si pu concepireda soli, anche per insegnare a stare-al-mondo, io ho bisogno di te, ciascunoha bisogno degli altri! Insegnare a stare-nel-mondo, oggi, come nella Chiesa

    Franco Giulio Brambilla

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    degli Apostoli, richiede larmonia di molti, la passione di tutti, la sapienza deglianziani, la solidit degli adulti, la fresca energia dei giovani.

    prendersi cura: la cura la missione alla prova del tempo! La quarta

    azione fa la differenza. La cura rende un uomo e una donna, una coppia euna famiglia, un professionista e un volontario, un prete e un vescovo, diversigli uni dagli altri. Se cura deriva dal latino quia cor urat (perch scalda ilcuore), allora il prendersi cura il momento della fedelt. Un tempo iniziavoil corso fidanzati con questo motto: la fedelt il nome maturo della libert.La fedelt la generosit distesa nel tempo, perch non teme la prova, tienein mano le emozioni, coltiva la retta intenzione e la libert del cuore. Lapassione distesa del tempo ha la forma della cura materna e del cuore paterno.Essa entrare nella prova del tempo, dellessere posti di fronte al limite (ti

    ha umiliato e messo alla prova), persino far lesperienza amara che i beniche sembravano disponibili, manipolabili, non sono pi a portata di mano,ma bisogna nutrirsi di un nuovo cibo, il cui nome una domanda (Man-hu:che cos?). La terza operazionepastorale comporta il prendersi cura: non solo investire risorse, energie, mezzi, programmi (cure), ma coltivare unapassione (care), che insieme un patire e un soffrire e, poi, un appassionarsie uno spendersi. Dovremmo sperimentare com bello stare con la gente,aprirsi a loro, essere indifesi, lasciarsi premere da ogni parte, sentirsi conlorofratelli, per loro padri e madri. Prendersi cura la forma eminente della

    carit pastorale, il cuore del pastore, la gioia di una comunit che bevealla sorgente fresca e zampillante, la grazia di una parrocchia che sprigionaattorno a s fascino e bellezza. Prendersi cura ci che vorremmo sentir diredi noi lultimo giorno, perch nel silenzio e nella divina leggerezza dello Spirito stato il segreto di ogni giorno della nostra vita cristiana.

    Lasciar andare: infine lultima azione quella di lasciar andare.Generare vuol dire lasciar partire, scoccare, con larco della nostra carit,la freccia che entra nel futuro! Generare vuol dire costruire un anello dellatradizione. La traditionon consiste solo nelle cose trasmesse, ma soprattutto

    nellatto del trasmettere. Anzi, del lasciare ereditare. Noi abbiamo insistitomolto sulla comunicazione e sulla trasmissione della fede, ma giunto ilmomento di far spazio anche alla possibilit di riceverla ed ereditarla. LaChiesa non mia, non nostra, ma del Signore! diceva Benedetto XVI il27 febbraio 2013 suggellando il suo ministero con un gesto inaudito: facendoereditare la Chiesa, perch del Signore. Chi pastore cos, chi lascia andare, chifa ereditare, genera vita cristiana e fecondit umana attorno a s. lesperienzadei grandi santi della carit: non hanno avuto il delirio di onnipotenza diguarire e salvare tutti, non si sono messi al centro, ma sono stati in mezzo come

    chi serviva. Servivano la carit di Dio e lamore del prossimo. E sapete qual

    In Ges Cristo il Nuovo Umanesimo dai cinque ambiti alle cinque azioni?

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    stato il risultato? Ne hanno guariti e salvati di pi, perch hanno affascinatoaltri allo stesso sogno e alla comune impresa. Si sono voltati e hanno visto chemolti li seguivano, perch li avevano lasciati andare, li avevano educati non

    a seguire loro, ma il Signore. Noi ricordiamo ancora la Chiesa generativadi Antonio, Pacomio, Benedetto, Scolastica, Colombano, Francesco, Chiara,Giovanni della croce, Teresa la grande e la piccola, Elisabetta della Trinit, donBosco, don Orione, don Calabria e Teresa di Calcutta, per non citare che lecime altissime dei santi universali. Questa la nostra sfida! Lha espressa inmodo lapidario Goethe: Ci che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoipossederlo davvero!6. Lultima operazionepastorale la pi difficile: lavorarecon lorizzonte di chi viene dopo di noi. Ecco la conclusione: se i cinque ambiti di Verona ci hanno apertoagli spazi dellattenzione antropologica, le cinque azioni di Firenze (quelledella traccia e/o quelle che vi ho illustrato poco sopra) ci lanciano nellecinque operazioni dellagire generativo. Lumanesimo di Cristo nuovosolo se generativo: generare un atto complesso, unitarionella sua intuizione,variegatonella sua attuazione. Esso mette la nostra libert, personale, ecclesialee sociale alla prova del tempo. Vorrei raccoglierlo con le parole del grandeteologo Johann Adam Mhler: Non vorremmo morire n asfissiati perestremo centralismo, n assiderati per estremo individualismo. N uno pupensare di essere tutti, n ciascuno pu credere di essere il tutto, ma solo ladiversit e lunit di tutti una totalit. Questo leidos(lideale concreto) dellaChiesa cattolica!.

    + Franco Giulio Brambilla

    6 Cf. ra il porto e lorizzonte: lavventura!, il paragrafo dedicato a Il donatario della cura: la capacit di

    ereditare,160-161.

    Franco Giulio Brambilla

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    Le collette del Messale Romano in professione religiosaDalla lex orandi alla lex credendi per la lex vivendi

    Vincenzo Calabrese*

    Collecta(In die primae professionis religiosae)Concede, quaesumus Domine,his fratribus nostris,

    quibus Christum pressius sectandipropositum inspirasti,incepti itineris felicem exitum,ut perfectum devotionis munustibi mereantur offerre.Per Dominum1

    (In die professionis perpetuae)

    A

    Deus, qui in his famulis tuis baptismatis gratiamtanta voluisti frondere virtute,ut Filii tui vestigia pressius sequi contenderent,concede, ut ipsi,evangelicam perfectionem iugiter sectantes,Ecclesiae sanctitatem adaugeanteiusque apostolicum confirment vigorem.

    Per Dominum2

    B

    * Direttore dellIstituto Superiore di Scienze Religiose San Matteo di Salerno; docente di Teologia liturgicae Teologia sacramentaria presso lIstituto Teologico Salernitano.

    1 (Nel giorno della prima proessione religiosa) O Dio che hai ispirato a questi(e) nostri(e) fratelli (sorelle)Il proposito di seguire pi da vicino il Cristo tuo figlio, concedi loro un felice compimento del camminooggi iniziato, perch la loro vita si trasformi in un dono perfetto a lode della tua gloria. Per il nostro.

    2 (Nel giorno della proessione perpetua) O Dio, che hai fatto maturare in questi(e) tuoi(e) figli (figlie) ilgerme della grazia battesimale, con il proposito di seguire pi da vicino Cristo Signore, fa che seguendo

    costantemente la perfezione evangelica accrescano la santit della Chiesa e siano testimoni della suavitalit apostolica. Per il nostro.

    Le collette del Messale Romano in proessione religiosa

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    Vincenzo Calabrese

    Domine , sancte Pater,servorum tuorum N.et N.

    propositum confirma benignus,et fac ut baptismatis gratia,quam novis cupiunt nexibus roborati,plenum in eis sumant effectum,quo tuae maiestati debitum cultum retribuant,et Christo regnum apostolico dilatent ardore.Per Domunum.3

    (In die renovationis votorum)

    Deus, rerum ordinator hominunque rector,respice super hos filios tuos,qui oblationem sui cupiunt confirmare,et praesta, ut, in dies,Ecclesiae mysterio arctius coniungentur,et humanae familiae bono devoveantur impensius.Per Dominum.4

    (In XXV vel L anniversario proessionis religiosae)

    Domine, Deus fidelis,da nobis, quaesumus, gratias tibi referrepro tua erga fratrem nostrum N. benignitate,qui acceptum a te donumhodie renovare contendit.Robora in eo spiritum perfectae caritatisut gloriae tuae et operi salutisin dies valeat ferventius inservire.

    Per Dominum 5 I quattro formulari della professione dei religiosi sono stati pubblicati

    3 Signore, Padre santo, conferma il proposito di questi(e) tuoi(e) figli (figlie) e fa che la grazia del Battesimoper questo nuovo vincolo di professione cresca e porti in loro pienezza di frutti in una vita consacrata allatua lode e alledificazione del tuo regno. Per il nostro..

    4( Nel giorno della rinnovazione dei voti) O Dio, che disponi e guidi le sorti delluomo, guarda questi (e)tuoi(e) figli (figlie), che rinnovano lofferta della loro vita, e fa che uniti(e) sempre pi intimamente almistero della Chiesa, si dedichino con generosit al bene dei fratelli. Per il nostro.

    5 Signore Dio fedele, che hai dato al nostro fratello N. (alla nostra sorella N.) la gioia di rinnovare, dopoventicinque (cinquanta) anni, la sua consacrazione al tuo servizio, accogli il nostro umile ringraziamento

    e conferma in lui (lei) il santo proposito di dedicarsi sempre pi alla lode del tuo nome e alla salvezza deifratelli. Per il nostro.

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    anche come appendice al nuovo Rito della professione religiosa6. A tutti equattro comune uno stesso prefazio e nelle preghiere eucaristiche inseritala menzione dellofferta dei professi perpetui; al termine, una benedizione.

    Si tratta di testi nuovi, largamente ispirati alla dottrina elaborata dalConcilio Vaticano II7, i quali per, in qualche caso, sono anche debitori delMessale di Pio V8. La colletta in die primae proessionis religiosae ha come fonte PC2 (EV711): Cum vita religiosa ante omnia ad hoc ordinetur ut sodales Christumsequantur et Deo uniantur9; anche PC 5(EV 722): Religiosi ergo Ipsumtamquam unum necessarium sequantur (Cf. Lc 10,42; Mt 19,21)10; anche LG44 (EV 404): divini cultus perfectione retrahere possent11. La colletta A in die proessionis perpetuaeha come riferimenti conciliariLG 44 (EV 404): Per baptimatis quidem mortuus est peccato, et Deo sacratus; utautem gratiae baptimatis uberiorem fructum percipere queat12; anche PC 1(EV 703): viri et mulieres Christum maiore cum libertate sequi pressiusque

    6 Ordo proessionis religiosae (R R ex Decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii VaticaniII instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum)(=OPR) Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanis1970, 114-125. Nel Messale di Pio V erano due le Messe votiveper la professione religiosa, una in dieproessionis religiosorum , laltra in die proessionis religiosarum. Riporto le due collette: (in die proessionisreligiosorum) Omnipotens sempiterne Deus, qui famulos tuos, a mundi periculis ereptos, ad pleniussectanda Fillii tui vestigia vocare dignatus est: praesta, quaesumus; ut propositam sibi evangelicam

    perfectionem consequantur. Per eundem Dominum. (in die proessionis religiosarum) Deus, qui famulas tuas, a saeculi vanitate conversas, ad supernaevocationis bravium accendis: gratiam tuam eis effunde; ut professionis suae memores, quae te inspirantepromittunt, te auxiliante perficiant. Per Dominum nostrum. (M R ex decreto SS. Conciliiridentini restitutum summorum Pontificum cura recognitum , Editio typica, Typis Polyglottis Vaticanisanno 1962 promulgatum, 78.79.

    7 Ci si riferisce soprattutto al capitolo VI De religiosis della Lumen Gentium (=LG) in Enchiridion Vaticanum(=EV) 1 , 402-47, e alla Perectae Caritatis (=PC) in EV 1, 702-770.

    8 Ad esempio lidea centrale della colletta del primo formulario che definisce la vita religiosa come propositodi seguire pi da vicino il Cristo (Christum pressius sectandi propositum), coincide sostanzialmente con ilconcetto espresso nella colletta della Messa votiva dei religiosi del Messale precedente ad plenius sectandaFilii tui vestigia.

    Ma risulta molto pi chiaro il rapporto che esiste tra la super oblatadel secondo formulario e lantica

    secretadella suddetta messa votiva. Ecco i due testi a confronto: MR 1962 MR 1970 Famulorum tuorum, Domine, Servorum tuorum (Famularum tuarum) sacrificium benignus accipias; Domine, munera et vota benignus assume, et tibi paupertatem, castitatem et et evangelica profitentes consilia tua oboedientiam voventes, tua caritate caritate confirma. confirmas9 Essendo la vita religiosa innanzitutto ordinata a far s che i suoi membri seguano Cristo e si uniscano a

    Dio con la professione dei consigli evangelici.10 (I Religiosi) seguano Cristo come lunica cosa necessaria11 (Liberi dagli impedimenti) che potrebbero ritardarlo nel fervore della carit e nella perfezione del culto

    divino.

    12 Col battesimo morto al peccato e consacrato a Dio, ma per potere raccogliere un frutto pi copiosodella grazia battesimale..

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    imitari intenderunt13e LG 44 (EV 406):idem status pressius imitatur atque inEcclesia perpetuo repraesentat14; anche PC 2 (EV 707): Cum vitae religiosaeultima norma sit Christum sequela in Evangelio proposita15; anche PC 1 (EV

    704): a Deo vocantur eademque fideliter profitentur, Domine se peculiariterdevovent, Christum sequentes16. La colletta B in die proessionis perpetuae riferisce eminentemente aPC 5 (EV 719): quae in baptismatis consecratione intime radicatur eamqueplenius exprimit17; anche LG 44 (EV 405): laborandi ad Regnum Christi inanimis radicandum et roborandum, illudque ad omnes plagas dilatandum18e PC 5 (EV 723):cum amore apostolico, quo operi Redemptionis adsociariRegnumque Dei dilatare nitantur, coniugant oportet19; anche LG 44 (EV 404):a caritatis fervore et divini cultus perfectione retrahere possent, et divinoossequio intimius consecratur20. La colletta in die renovationis votorum riferisce a LG 44 (EV 405):Evangelica consiliaEcclesiae eiusque mysterio speciali modo coniugant 21;come pure LG 46 (EV 412): ut aedificatio terrenae civitatis semper in Dominofundetur ad Ipsumque dirigatur22. Infine la Colletta in XXV vel L anniversario proessionis religiosaefa riferimento proprio allinizio del Decreto sul rinnovamento della vitaconciliare: Perfectae caritatis per consilia evangelica prosecutionem... PC 1(EV 702)23.

    Inquadrata la vita religiosa nella cornice della storia della salvezza sicontempla in essa lazione del Dio-Trinit, autore e animatore di tutta loperasalvifica. Cos il Padre presentato come lorigine prima della vita religiosa.Contemplato nella sua realt unica di Dio e Signore, egli il creatore del mondoe padre di tutti gli uomini, fonte, principio di ogni vocazione, principio e fontedi ogni santit, autore e custode del proposito santo. Questo Dio immenso e Signore non solo d origine alluniverso al

    13 (Fin dai primi tempi della Chiesa) vi furono uomini e donne intesero seguire Cristo pi da vicino econdussero una vita consacrata a Dio

    14 Parimenti lo stato religioso pi fedelmente imita e continuamente rappresenta nella Chiesa..15 Essendo norma fondamentale della vita religiosa il seguire Cristo come viene insegnato nel Vangelo.16 Tutti coloro che sono chiamati da Dio, alla pratica dei consigli evangelici e ne fanno fedelmente

    professione, si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo.17 costituisce una consacrazione del tutto speciale che ha le sue profonde radici nella consacrazione

    battesimale e ne unespressione pi piena.18 a radicare e consolidare negli animi il regno di Cristo e a dilatarlo in ogni parte della terra.19 Lardore apostolico, con cui si sforzino di collaborare allopera della redenzione e dilatare il regno di

    Dio.20 intende liberarsi dagli impedimenti, che potrebbero ritardarlo nel fervore della carit e nella

    perfezione del culto divino e viene consacrato pi intimamente al servizio di Dio.21 I consigli evangelici uniscono in modo speciale i loro seguaci alla chiesa e al suo mistero.

    22 affinch la costruzione della citt terrena sia sempre fondata nel Signore e a lui diretta.23 Il raggiungimento della carit perfetta per mezzo dei consigli evangelici.

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    cui centro mette luomo, ma per ciascuna realt creata ha un progetto, cheper luomo diventa chiamata e quindi segno di fiducia, collaborazione ecorresponsabilit. Solo dentro questo progetto-vocazione che la liturgia

    chiama disegno provvidenziale, nella fedelt e nella docilit di ciascuno sirealizza pienamente nella santit. Una delle vie il santo proposito, cio unavita consacrata tutta a lui sommamente amato. La contemplazione del Dio e Signore che chiama e dona la sua santitsosta con unattenzione particolare sulla sua azione provvida che, nel corsodella storia, suscita e conserva la vita religiosa e la rende perfetta nel giorno diCristo Signore24. Egli chiama, suscita e ispira questa particolare sequela di Cristo, ilquale a sua volta il massimo esemplare del religioso, soprattutto nella sua vitadi povert, obbedienza e castit25.

    Numerosi sono i testi eucologici che esprimono questa esemplaritdi Cristo quale suprema norma per il religioso perch la vita religiosa una

    perecta Christi sequela26. Infine, compito dello Spirito Santo far crescere esviluppare il proposito di perfezione del religioso. Lo Spirito viene invocato suiprofessi quale fuoco,quale Spirito di santit, quale grazia in vari momenti delrito27e in modo eminente nella epiclesi della solenne benedictio seu consecratio

    24 T. C,Accoglimi Signore. Consacrazione delle vergini. Proessione religiosa, Cinisello Balsamo(MI) 1991, 157.

    25 E chiaramente espresso questo concetto nella super oblata della Messa in die renovationis votorum :Populi tui, qaesumus, Domine, munera propitius intuere, qui hi fratres nostri castitatis, paupertatis,oboedientiae renavata augent oblatione, et temporalia dona in sacramentum aeternitatis converte, etofferentium mentes ad Filii tui conforma imaginem. Per Christum .

    Accogli, Signore, i doni del tuo popolo insieme al rinnovato impegno di questi (e) nostri (e) fratelli(sorelle) al servizio di Cristo casto, povero, obbediente; trasforma la nostra offerta in sacramento di vitaeterna e rinnova tutti noi a immagine del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

    26 Il prefazio della Messa perpetua fa parte dellarricchimento eucologico del Messale Romano. Essocelebra il mistero di Cristo nel triplice aspetto della castit, dellobbedienza e della povert di cui egliha offerto lesempio supremo per limitazione di tutti e su cui ha dato linsegnamento della sua paroladonando laiuto e la grazia a coloro che sono chiamati con amore di predilezione allosservanza deiconsigli evangelici. Il prefazio lode, benedizione e azione di grazie a Dio padre nella contemplazionedella castit, dellobbedienza e della povert in Cristo e nel suo Evangelo:

    VD Qui, de radice Virginis flos illibatus egressus, mundos corde dixit beatos suasque conversationedocuit castitatis fastigium. Qui tuis semper beneplacitis optavit haerere, et, usque ad mortem pro nobisfactus oboediens, hostiam se tibi voluit perfectae suavitatis offerre. Qui omnia propter te relinquentes interris ad servitium tuae maiestatis dicavit impensius et caelorum confirmavit inventos esse thesaurum.Et ideo. E veramente.. Egli, uomo nuovo, fiore purissimo nato dalla vergine Maria, proclam beatii puri di cuore, e con la sua vita rivel il pregio sublime della castit; liberamente ader in tutto al tuovolere e facendosi obbediente fino alla morte si offr per noi sacrificio perfetto a te gradito. Egli consacral servizio della tua gloria. Quelli che per tuo amore abbandonano ogni cosa Promettendo loro un tesoroinestimabile nei cieli. Per questo. Per un commento a questo prefazio come per le altre formule diprofessione molto utile G. F, Catechesi liturgica sulla vita religiosa, Milano 1980; 137ss.

    27 In vari luoghi del rito menzionato lo Spirito santo nellOrdo : al n. 27 alle interrogazioni durante laprofessione temporanea: Filli dilectissimi, quos aqua et Spiritus Deo sacravit, vultis novo professionis

    religiosae titulo arctius ipsi coniugi?; alle interrogazioni durante la professione perpetua , n. 57: Vultis,sancti Spiritus subveniente munere, in populi Dei servitium totam vitam generose impendere?;

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    proessi 28

    A questo punto del lavoro dobbiamo purtroppo lamentare chelaggiornamento teologico-liturgico sul nostro tema29, in senso stretto, ci

    appare piuttosto limitato perch poco si riflettuto sulla natura della vitaconsacrata e poco si scritto sul suo specifico apporto nella vita della Chiesa;le pubblicazioni sono state incentrate sulla spiritualit, sui cammini formativi,sulle implicazioni di taglio psicologico30. Dobbiamo richiamare i fondamenti ontologici della vita consacratanel suo rapporto con i sacramenti delliniziazione cristiana. Per quanto riguarda il battesimo, la vita religiosa cerca di portarealle loro ultime conseguenze le esigenze battesimali. Il OPR al n. 57 esprimechiaramente questa idea nella prima delle domande che il celebranterivolge ai candidati : Filii (Fratres) dilectissimi, iam per baptisum peccatomortui ac Domino sacrati, vultis perpetuae professionis titulo intimius Deoconsecrari?31. Ma anche le due orazioni collette della Messa per il giorno della

    alla orazione conclusiva delle litanie dei santi al n.63: Annue, quaesumus, Domine, precibus populisupplicantis et caelesti gratia famulorum tuorum corda dispone, ut sacranda tibi pectora Sancti Spiritusignis ab omni culparum labe purificet et caritatis ardore vehementer accendat. Per Christum .

    28 Le epiclesi della solenne preghiera di benedizione sono diverse per i religiosi e per le religiose: Per ireligiosi, la prima formula di benedizione, al n 67 prega:Respice ergo, Domine, super hos famulos tuos, quos superna providentia vocavisti, et emitte in eosSpiritum sanctitatis, ut quod, te donante, laeti promiserunt, te adiuvante, fideles adimpleant.Divin Magistri exempla Studiose intueantur, imitentur assidue. Guarda, O Padre, questi tuoi eletti;

    infondi in loro lo Spirito di santit, perch possano adempiere col tuo aiuto ci che per tuo dono hannopromesso con gioia. Contemplino sempre il divino Maestro E al suo esempio conformino la loro vita.Lepiclesi della seconda formula recita cos, al n. 143: Supplices ergo rogamus: de caelis emitte Paraclitumsuper hos famulos tuos qui Christi verbis fide adhaeserunt constanti. Ti preghiamo umilmente, oPadre: manda il tuo Spirito su questi figli, che hanno aderito con fede alla parola di Cristo.

    Lepiclesi della seconda formula recita cos, al n. 143: Supplices ergo rogamus: de caelis emitte Paraclitum super hos famulos tuos qui Christi verbis fide

    adhaeserunt constanti. Ti preghiamo umilmente, o Padre: manda il tuo Spirito su questi figli, chehanno aderito con fede alla parola di Cristo.

    Lepiclesi della seconda formula, al n. 159: Emitte, ergo, Domine, sancti Spiritus donum Super hasfamulas tuas, quae propter te omnia reliquerunt. Fulgeat in eis, pater, vultus Christi tui ut omnes, easadspicientes, ipsum Ecclesiae tuae adesse cognoscant.

    Manda, o Signore, il dono dello Spirito Santo su queste tue figlie, che per te hanno lasciato ogni cosa.

    Risplenda in esse, o Padre , il volto del tuo Cristo, perch rendano visibile la sua presenza nella chiesa. Una vera pneumatologia della vita religiosa ancora non stata fatta, un tentativo in G. F, Lo

    Spirito Santo nella liturgia della proessione religiosa e della consacrazione delle vergini, in I, Catechesiliturgica, 119-136.

    29 Datate sono anche le pubblicazioni scientifiche sulla teologia della vita consacrata al Concilio VaticanoII: cf. A. B, I religiosi nella dottrina del Vaticano II, Roma 1966; J. B, Vita consacrata: dottrinaconciliare e sviluppi ulteriori, in R. L (cur.) , Vaticano II. Bilancio e prospettive venticinque annidopo, Assisi 1987, II, 1119-1139.

    30 S. N, La vita consacrata nei documenti del Vaticano II, in Egeria V(2014)25-25. La stessa esortazionepost sinodale Vita consecratasi colloca su questo orizzonte e vuole rispondere a questioni afferenti allavita, pi che alla determinazione teologica dellidentit dei consacrati alla luce di quanto avvenutonel post-concilio: cf. J. R A, LEsortazione apostolica postsinodale Vita consecrata. Per una

    lettura contestualizzata, Roma 2001.31 Figli (Fratelli) carissimi, per il Battesimo siete gi morti al peccato e siete gi consacrati a Dio:

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    professione perpetua contengono la stessa idea. Troviamo inoltre tra le letturebibliche del rito uno dei passi battesimali pi caratteristici del NT: Rm 6,3-1132. La tradizione concorde nel considerare la professione monastica e

    religiosa come una rinnovazione della professione cristiana e degli impegnibattesimali, come uno sviluppo organico-progressivo e come testimonianza diquanto interiormente e fondamentalmente si realizza nel Battesimo33. Evidentemente lessenziale che grazie a questa alleanza leletto diventipropriet totale ed esclusiva di Dio che egli ama sopra ogni cosa. Lappartenenzasi fonda su base speciale e nuova per il servizio e lonore di Dio. Il sacerdozio deifedeli raggiunge qui il punto culminante del suo servizio cultuale: si permetteal Battesimo di esercitare di pi la sua efficacia essenziale. E anche il pensiero di Paolo VI che affermava : La professione dei votievangelici si aggiunge alla consacrazione propria dei battezzati e la completain quanto consacrazione particolare con la quale il fedele si dona e si dedicapienamente a Dio, mettendo la sua vita al servizio di lui solo34; quasi a direche in seno alla Chiesa si sviluppato uno stato di vita fondato sui credentiper cui lo stato religioso non altro, in ultima istanza, che una forma di vitainquadrata, nella quale la vita cristiana totalmente vissuta35. Ripensare la vita religiosa a partire dal sacerdozio comune e dallideadellesistenza cristiana giocata nel mondo e nella Chiesa, oltre le categorie delsacro/profano, provoca un profondo ripensamento sul piano del linguaggio edellidentit dei religiosi. La vita religiosa da quanto appare si radica sullinserzione del misteropasquale e insieme si sviluppa come configurazione sempre pi stretta alCristo, modello di vita (PC 35); sequela di Ges, delle scelte da lui fatte nelcorso della sua vita terrena LG 44; tanto che la vita consacrata rappresenta

    volete ora consacrarvi a lui pi intimamente con il nuovo e speciale titolo della professione perpetua?.32 OPR 97.33 Cf. M. A, I riti della proessione religiosa e della consacrazione delle vergini. Struttura e contenuto

    teologico, in Rivista liturgica, 3(1973)333ss.; concetti in parte ripresi in I, Proessione religiosa, in D.-A. M. T-C. C (curr), Liturgia, Cinisello Balsamo (MI) 2001, 1556-1559; cf. pure

    I,I Sacramenti e la vita consacrata, in Rivista Liturgica 3(2006) 419-424.34 P VI, Alloc. Magno Gaudio, in Doc .Cath. 61(1964) 690; Giovanni Paolo II nellEsortazione

    apostolica post-sinodale Vita consecrata si soffermato pi a lungo su questa tematica precisando alcunidei suoi aspetti: dopo aver affermato che la la professione religiosa viene considerata come un singolare efecondo approfondimento della consacrazione battesimale, dice che essa un ulteriore consacrazioneche riveste una sua peculiarit rispetto alla prima, della quale non una conseguenza necessaria.La professione dei consigli evangelici suppone un particolare dono di Dio non concesso a tutti, unospecifico dono dello Spirito Santo, affinch la persona consacrata possa rispondere alla sua vocazione ealla sua missione (VC 30).

    35 E questa lidea teologica che soggiace allintero capitolo VI della Lumen Gentium: per un commentoa questo capitolo cf. M. P, La Chiesa e il suo mistero nel Concilio Vaticano II. Storia, testo ecommento alla Lumen Gentium, Milano 1969, 109ss.; Il religioso si impegna a voler realizzare lad Deum

    che caratterizza il cammino delluomo nel Battesimo: J.-M.R. T, Davanti a Dio e per il mondo. Ilprogetto dei religiosi, Alba 1975, 322.

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    nella Chiesa la forma di vita del Figlio di Dio (LG 44).Nel nuovo rito poi evidente lintimo rapporto che sussiste tra

    leucaristia e la vita religiosa, soprattutto per il fatto che la professione religiosa

    inserita nella celebrazione della Messa, ma anche per la presenza di ritiminori, come la deposizione della formula della professione sullaltare (OPR65: Deinde professus laudabiliter ad altare confert atque in illi schedulamprofessionis deponit; tum, si commode fieri potest, professionis instrumentasignat super ipso altari. Quo facto, redit ad locum sibi adsignatum)36. Teologicamente pregnante altres lintroduzione di una specialeformula di intercessione per i neo professi nella stessa prece eucaristica,chiamata appunto embolismo37. Il fondamento di questi rapporti sta proprio nelloblazione santa delSignore Ges, sacramentalmente presente nelleucaristia, dalla quale loblazionedel religioso riceve tutto il suo valore. Questa dottrina anche indicata pi omeno esplicitamente in alcune letture del Vangelo di Giovanni (12,24-26; 15,1-8;15,9-17), proposte dal OPR 133.134.135.13638. Solo il carattere definitivo della consacrazione religiosa costituiscelofferta pi elevata che si designa con il termine biblico dellolocausto, sacrificioin cui la vittima assunta interamente da Dio. In questi testi presente lidea teologica che ha attraversato tutto il

    36 La consacrazione religiosa si opera nella sua pi alta modalit quando si compiutamente iniziati allavita cristiana con la partecipazione al banchetto eucaristico di cui laltare il segno anche delloblazionedel religioso: Cf. A.M. T, La vita di consacrazione nelle sue origini sacramentarie, in A. F(cur), Per una presenza viva dei religiosi nella chiesa e nel mondo , Torino- Leumann 1970, 313.

    37 OPR 73: In Prece eucharistica I, dicitur Hanc igitur proprium: Hanc igitur oblationem servitutis nostrae,sed et famulorum tuorum, quam tibi in die eorum professionis offerimus, quaesumus, Domine, placatesaccipe et propitiatus santifica; ut qui, te largiente, hodie vitam suam tibi dicarunt, in Filii tui gloiosoadventu aeternae Paschae gaudio mereantur admitti. Accetta con benevolenza, o Signore, lofferta cheti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: te loffriamo anche per i questi nostri fratelli nelgiorno della loro professione perpetua; come oggi, per tuo dono, hanno consacrato a te la lor vita, cosnella gloriosa venuta del tuo Figlio siano accolti nella gioia della Pasqua eterna.

    In intercessionibus Precis eucharisticae II, post verba universo clero additur: Recordare quoque, Domine,istorum fratrum, qui hodie se tibi dicarunt perpetuo servitio, et concede ut ad te semper corda mentesque

    erigant Nomenque tuum glorificent. Ricordati anche dei nostri fratelli che oggi si sono consacrati persempre al tuo servizio, e fa che volgano a te la loro mete e il loro cuore e rendano gloria al tuo nome.In intercessionibus Precis eucharistiae III, post verba populo acquisitionis tuae additur: Confortarequoque in sancto proposito digneris Hos famulos tuos, qui hodie sacris religionis vinculis perpetuotibi se devinxerunt, et fac ut in Ecclesia tua novam et aeternam vitam manifestent Christi redemptionecomparatam. Conferma nel santo proposito i nostri fratelli, che oggi con la professione dei voti religiosi

    si sono consacrati per sempre al tuo servizio e fa che nella tua Chiesa manifestino la vita nuova ed eterna frutto della redenzione di Cristo. Intercessonibus Precis eicharisticae IV, mentio professorum inseri

    potest hoc modo: sed et totius cleri, et istorum fratrum, qui professione perpetua hodie tibi arctius consecrantur, et offerentium, et circumstantium dei nostri fratelli che oggi si sono consacrati a te con la

    professione perpetua, dei presenti e del tuo popolo e di tutti gli uomini che ti cercano con cuore sincero.

    38 Cf. P.C.V, Vita consacrata e vita eucaristica tra memoriale, sacrificio e convito,in Rivistaliturgica 3(2006) 345-360.

    Vincenzo Calabrese

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    medioevo a partire da San Tommaso che la prende a sua volta da GregorioMagno: Lolocausto della Nuova Legge si esprime nel fatto che il sacrificatoresimmola egli stesso al Signore con tutto ci che ha39.

    La professione dei consigli evangelici, nella radicalit del dono di sa Dio sommamente amato, realizza unalleanza di tipo nuziale tra Dio e ilconsacrato. Nel OPR il tema dellalleanza presente sia in se stesso in quanto sidice che il religioso aderisce al Padre in un eterno patto damore, sia nelleesigenze del patto. La vita religiosa parte dalliniziativa di Dio: lui che offrealluomo la vocazione a questa alleanza, la sostiene quando promessa e laporta a compimento, perch lui, il Padre, che attrae a seguire Cristo in uneterno patto damore. Le esigenze di questo patto nuziale hanno il lor fondamentonellamore. Dio Padre in Cristo per lo Spirito Santo chiama per amore, e ilreligioso si decide nellaccoglienza al dono perch Dio, da lui , sommamenteamato (LG 44)40.Si comprende ancor di pi perch lalleanza che nasce conla professione religiosa venga suggellata nel sangue della nuova ed eternaalleanza. La vita religiosa, inserita nella storia della salvezza, fa quindi partedella vita della Chiesa che caratterizza lattuale stadio della storia sacra. Permolto tempo la vita religiosa stata considerata pi come un fatto privato checome una realt veramente ecclesiale. In questa prospettiva, la vita religiosaveniva ridotta pi o meno a un sistema ascetico, abbracciato da alcuni cristianiper assicurarsi la salvezza. Dalleucologia e dallintera struttura dellOrdo sievince che non vi pi questa mentalit: la presenza e lintervento della Chiesanella professione del religioso richiamata continuamente.

    Lidea centrale, in questo rapporto vita religiosa-chiesa, quella chei religiosi appartengono alla vita e alla santit della Chiesa. Ci perch senzala loro testimonianza la Chiesa non potrebbe presentare agli uomini in modocompleto le possibilit e le esigenze che sono racchiuse nei doni di Dio. Lacolletta per la professione perpetua, si esprime, tra laltro con queste parole:

    Ecclesiae sanctitatem adaugeant riusque apostolicum confirment vigorem.Perci la vita religiosa impone a colui che labbraccia un continuo progressonel fervore della carit e nella perfezione del culto divino (LG 44).

    Potremmo dire che la vita religiosa una delle forme di vita carismaticanella Chiesa, in vista del Regno. Essa manifesta come i religiosi siano i primi adessere segno dellassoluto del Regno, atteso e desiderato. In maniera peculiare

    39 P, La Chiesa e il suo mistero, 121; anche la prevalente idea teologia del commento al capitolo VIdella Lumen gentium di U. R, I religiosi, in La Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Torino-Leumann

    1970, 847ss.40 C,Accoglimi Signore, 169-170.

    Le collette del Messale Romano in proessione religiosa

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    la natura della vita religiosa viene riportata alla dimensione escatologica che di tutta la Chiesa e che perci segna, seppur in modo differenziato, lidentit diognuno dei battezzati41.

    Se per molti secoli si insistito nei testi di spiritualit e di teologiadella vita consacrata, sul fine primario della santificazione personale e suquello secondario delle attivit specifiche, ora la ragione ultima di naturaecclesiale e trascende interpretazioni individualistiche e spiritualeggianti. Nessun religioso pu restare indifferente di fronte al bene dellaChiesa, anche se, in modi diversi, deve promuovere il Regno di Dio, stabilirlo,rafforzarlo ed estenderlo in modo missionario in nuovi territori. La specificitdella vita consacrata non va quindi cercata nella linea della consacrazioneindividuale o semplicemente della sequela di ogni religioso a Cristo, ma vacolta nellorizzonte che le proprio: la radicazione della vita consacrata nellavita della Chiesa, popolo di Dio a servizio del Regno 42. Nella solenne benedizione del religioso professo troviamo un autenticoprogramma di vita spirituale che deve portare il religioso al traguardo dellasantit:Sit in eis, Domine, intemerata castitas,laeta paupertas, oboedientia generosa.Tibi humilitate complaceant, submisso corde deserviant,caritate ferventer adhaereant43. I religiosi ricordano in particolare che tale santit su fonda su relazionidamore, per Dio e per tutti, nella perfetta carit. Finalmente la vita religiosa vista come impegno morale che imponea colui che labbraccia un continuo progresso nel fervore della santit e nellaperfezione del culto divino (LG 44). Al momento della consegna della regola,nel corso del rito della prima professione, il OPR 33 propone la formulaseguente: Accipite nostrae familiae Regulam, ut eam fideliter servandoperfectam caritatem attingatis.

    Nel rito della professione perpetua il celebrante rivolge ai candidatiquesta eloquente domanda:Vultis, Evangelium studiose sectantes ac

    vestrae familiae Regulam custodientes, ac perfectam caritatem erga Deumat proximum constanter firmiterque contendere?44. Qui si trova infatti unautentico programma di perfezione che deve condurre i religiosi alla meta

    41 N, La vita consacrata, 31. Questa anche la tesi prevalente di E. B, Non siamo migliori, Bose2002.

    42 il senso del contributo di A. D, Liturgia e vita consacrata, in Dizionario teologico della vitaconsacrata, Milano 1994, 903ss.

    43 OPR 67. Risplenda in loro una perfetta castit, unobbedienza generosa, una povert vissuta con letiziaevangelica. Ti piacciano per lumilt, o Padre, ti servano docilmente, aderiscano a te con tutto il cuore.

    Siano pazienti nelle prove, saldi nella fede, lieti nella speranza, operosi nellamore.44 OPR 57.

    Vincenzo Calabrese

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    della santit: Oremus, fratres dilectissimi, Deum Patrem omnipotentem, utsuper hos famulos quos ad perfectam Christi sequelam vocavit, benedictionissuae gratiam clementer effundat eosque in sancto proposito benigna pietate

    confirmet45

    .Dallinsieme delleucologia, ma soprattutto attraverso la solennebenedizione dei professi che si comprende come la vita religiosa sia inseritanel quadro salvifico delluomo, attuato da Dio lungo la storia della salvezza46.Questi testi presentano come solito in sintesi le tappe principali della storiadella salvezza incentrata in Cristo e attraverso di Lui il carisma della sequelaChristi, secondo lo specifico della vita religiosa. La prima di queste orazioni di benedizione inizia proclamando Dio fonte eorigine di ogni santit che, nonostante il peccato di Adamo, risplende e si riflettegi dai tempi dellAT nellinnocenza di Abele e nei santi personaggi suscitati daDio in mezzo al suo popolo. Tra queste figure emerge la Vergine Maria, dallaquale nato Cristo Ges, esemplare supremo di santit. A sua volta, Cristocon il Mistero pasquale redime il mondo e santifica la Chiesa, arricchendolacontinuamente con i doni dello Spirito. Sotto lazione del Paraclito, molti fedelisono attirati ad una pi generosa imitazione del Cristo: abbandonano tutto, siuniscono a lui con il vincolo della carit per il servizio di Dio e dei fratelli. Laseconda parte di questa solenne benedizione formula una serie di petizioni incui vengono espresse le virt che debbono risplendere nella via del consacrato. La vita religiosa, quindi, fa parte della storia della salvezza47. Da quanto detto possiamo affermare che la vita religiosa presenta un triplicevalore di segno:

    a. Il primo aspetto quello escatologico. Il riferimento al regno futuro,eminentemente presente nella vita religiosa e monastica, abbastanzachiaro.

    b.Il secondo aspetto pu essere designato come cristologico. La vita religiosa una prefigurazione incessante ed una imitazione pi diretta del modoin cui il Figlio di Dio venuto a compiere la sua missione sulla terra, inparticolare la sua consacrazione verginale in vita del Regno, nella povert

    totale e volontaria, nella obbedienza assoluta al padre, in una parola nellacarit. Se tutti i cristiani sono tenuti a seguire Ges, i religiosi lo esercitanoin una dimensione pi diretta, pi visibile ed ininterrotta.

    c.Alla fine ritroviamo laspetto pneumatico: la forza dello spirito Santo cheglorifica Cristo. Il rilievo riconosciuto alla dinamica pneumatologica unaltra delle novit rilevanti della dottrina conciliare: la vita consacrata sisviluppa sotto lazione dello Spirito (LG 44.45.47:;PC 1) e dei suoi doni: la

    45 OPR 60.

    46 OPR 72.47 Commento a queste solenni benedizioni dei professi in F, Catechesi liturgica, 33ss.

    Le collette del Messale Romano in proessione religiosa

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    verginit (LG 42); i consigli evangelici (LG 43); le regole dei fondatori (LG45). Affermiamo allora che, a quanto appare dai testi, lo statuto dei religiosi

    non appartiene alla struttura gerarchica della Chiesa e sulla questionedellidentit dei religiosi, appare chiaramente dal non isolarlo dal resto delpopolo di Dio e sul radicamento escatologico che un orientamento di tuttii christifideles.Ma sulla preminenza della vita consacrata: una via pi stretto(LG 13c; 44c) e pi radicale (PC 1); una vita con Dio pi intima (AG 18),pi piena (PC 5), senza riserve (LG 42.46; PC 14), nella quale seguire Cristopi facilmente pi da vicino, in modo pi libero (PC 1.12), esclusivo (LG42) e totale (LG 44; PC 5). Una annotazione riguardo a ci dovuto dal fatto che la vita religiosasi colloca sul piano, debole ma necessario, del segno. Il modo stesso divivere i consigli evangelici si comprende proprio nellattestare con tutto sestessi il definitivo del Regno.

    Lindizione di un anno interamente dedicato alla vita consacrata daparte di papa Francesco, che ha avuto inizio nel 30 novembre 2014 e siconcluder con la celebrazione del 2 febbraio 2016, rende ancora piurgente il compito di tornare alle fonti conciliari48. Nonostante la difficile situazione che la vita religiosa sta attraversando:Vogliamo assumere questa crisi non come lanticamera della morte, macome un kairos, unoccasione favorevole per la crescita in profondit e,quindi, di speranza, motivata dalla certezza che la vita consacrata non potrmai sparire dalla Chiesa, poich stata voluta dallo stesso Ges come parteirremovibile della sua Chiesa (Benedetto XVI), essendone coessenziale49.

    48 Facendomi eco del sentire di molti di voi e della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata ele Societ di vita apostolica, in occasione del 50 anniversario della Costituzione dogmatica Lumengentium sulla Chiesa, che nel cap. VI tratta dei religiosi, come pure del Decreto Perectae caritatis sulrinnovamento della vita religiosa, ho deciso di indite un Anno della Vita Consacrata () Ringraziamoin modo particolare per questi ultimi 50 anni seguiti al Concilio Vaticano II, che ha rappresentato unaventata di Spirito Santo nella Chiesa. Grazie a esso la vita consacrata ha attuato un fecondo cammino dirinnovamento che, con le sue luci e le sue ombre, stato un tempo di grazia, segnato dalla presenza delloSpirito: F,A tutti i consacrati. Lettera apostolica in occasione dellAnno della Vita consacrata,

    Citt del Vaticano 2014, 1.3.49 Intervista al Card. J. Braz de Aviz, in estimoni 3(2014)2.

    Vincenzo Calabrese

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    Ladozione: questa sconosciuta!

    Chiara Ciliento*

    Secondo i dati del Rapporto12013 della Commissione per le adozioniinternazionali, circa il 95,3% delle domande di adozione sono presentate da

    coppie con problemi di sterilit2. Attraverso lanalisi di diversi studi scelti daunampia letteratura presente sullargomento adozione, larticolo illustra comealcune dinamiche psicologiche legate alla sterilit e in generale allimpossibilitdi procreare, possano interagire nella realizzazione di un progetto adottivo.Bisogna tener presente che la sterilit solo una delle tante dimensioni che api livelli interagiscono in questo ambito specifico.Ladozione come fenomeno complesso

    Lesistenza di una vasta letteratura sul tema delladozione ci facomprendere come il fenomeno adozione sia particolarmente complesso,eterogeneo e multidimensionale. Tra i ricercatori oramai ampiamente diffusalopinione che nelladozione si assiste allinterazione di molteplici variabilipsicologiche che possono essere racchiuse in due grandi gruppi: da una partevi il disagio di un bambino con la sua storia di abbandono e di privazione edallaltra vi la coppia portatrice dei propri desideri, timori e fantasie. Con gli anni, lattenzione si sempre di pi concentrata sullanalisidegli aspetti psicologici che fanno parte dellintero percorso adottivo,

    comprendendo sia lo studio della coppia e del bambino e sia anche lesamedellintera rete sociale che se ne interessa3.Attualmente si concordi nel riteneredi fondamentale importanza la messa in atto di un processo valutativo piattento e approfondito del bambino e della coppia, unitamente ad un lavoromultidisciplinare che sia presente gi dallinizio e cio dalla dichiarazione di

    * Docente incaricata in Psicologia presso I.S.S.R. San Matteo, Salerno.1 Visionabile al sito: http://www.commissioneadozioni.it/ sezione Rapporto statistico.2 Per sterilit qui viene inteso qualsiasi problema di carattere fisico che impedisce il concepimento (infertilit

    uomo o donna, menopausa precoce, difficolt a portare a termine una gravidanza ecc.).3 Cf. L.C. G - N. G - B. V, Il are clinico nelladozione, Franco Angeli, Milano 2012, 49.

    Ladozione: questa sconosciuta!

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    disponibilit alladozione4, per evitare quello che comunemente viene definitofallimento adottivo, ovvero lallontanamento del minore dal nucleo adottivoo, pi in generale, per prevenire qualsiasi situazione di crisi che possa ledere

    la serenit della nuova famiglia. Premesso che, per un il bambino che arrivain adozione, facile ipotizzare che egli abbia fatto esperienze di abbandonoe/o di cure spesso incostanti e insufficienti (in alcuni casi, purtroppo, anchedi maltrattamenti ed abuso), ladozione - concordano la maggior parte deglistudiosi - dovrebbe assumere una valenza riparativa e trasformativa5, nelsenso che, attraverso le semplici e quotidiane esperienze di cura, si possapervenire a un graduale cambiamento dei modelli disfunzionali interni di unbambino che ha subito molteplici traumi. Lo scopo delladozione quello ditrovare una famiglia per un bambino e non un bambino per una famiglia. Non

    una famiglia perfetta, ma una famiglia sufficientementeadeguata a risponderecorrettamente ai bisogni specifici6di un bambino dichiarato adottabile. Lalegge7 prevede che la coppia che intende adottare debba intraprendere unpercorso pre-adottivo.Brevemente, per percorso pre-adottivo si intende linteroiterche inizia con lacquisizione da parte della coppia delle prime informazioni,continua con il corso di formazione-informazione8e si conclude con lindaginepsico-sociale. Questultima consiste in una valutazione sociale (che spettaallassistente sociale) e in una valutazione psicologica (compito dello psicologo).

    La valutazione sociale comprender la storia della coppia, di entrambi i coniugie delle rispettive famiglie, labitazione e la gestione dellaspetto economico, lerelazioni e le reti sociali. Mentre la valutazione psicologica includer lanalisidella personalit di ogni coniuge, delle motivazioni alladozione, la valutazionedella coppia, del bambino immaginario e/o immaginato e il progetto adottivo.Alla fine dellindagine verr redatta una relazione che verr inviata al Tribunaledei Minorenni a cui spetta il compito di procedere con labbinamento nel casodi unadozione nazionale o con lemissione di un decreto di idoneit o di nonidoneit della coppia nel caso di adozione internazionale.

    Dalla sterilit alla scelta adottiva Come afferma Ardenti, in un suo articolo9, la sterilit stata considerata,

    4 Cf. ivi52.5 Cf. F. V (cur.), Curare ladozione, Raffaello Cortina, Milano 2010, 35-38.6 Per una rassegna sui bisogni specifici cf. G. F V A. S, Adozione e cambiamento,

    Bollati Boringhieri,Torino 2004, 41-50.7 Leggi N.184/83; N.149/01; N.476/98.8 I temi trattati nel corso sono, orientativamente: gli aspetti giuridici e legislativi delladozione; il bambino e

    i suoi bisogni; la genitorialit adottiva; ladozione internazionale; lincontro con il bambino; testimonianze

    di coppie che hanno gi adottato.9 Cf. R. A, Sindrome da Sterilit: il complesso dineriorit e la relativa compensazione, inRivista diPsicologia Individuale, 69:51-61(2011).

    Chiara Ciliento

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    Ladozione: questa sconosciuta!

    generalmente, come un possibile fattore di disagio esistenziale e di forte stresspsicologico sia per lindividuo sterile sia per la coppia. Complessivamente, lacondizione di sterilit produce, a livello individuale, un profondo senso di

    frustrazione con conseguente abbassamento dellautostima e possibili reazionidepressive. A livello di coppia si possono riscontrare conflitti e difficolt di variaentit che possono minarne sensibilmente la stabilit10. Queste manifestazionidi disagio psicologico sono rilevabili nella maggior parte dei casi e fanno partedi quella che Ardenti definisce Sindrome da sterilit11.

    Nello specifico lautrice precisa che12: non esiste una correlazioneunivoca tra la sterilit e una specifica sintomatologia psichica, ma riscontrabile una costellazione di disagi nella sfera emotivo-affettivo-relazionale dello stile di vita che si organizza nella coppia sterile e che

    definibile Sindrome da sterilit. Allinterno di questa sindrome si possonorilevare13: unamplificazione del valore dato al desiderio di procreare tantoda diventare lobiettivo pi importante della vita, ma irraggiungibile; sensi dicolpa e/o colpevolizzazioni; idealizzazione del figlio che diventa un privilegio,focalizzandosi solo ed esclusivamente sugli aspetti positivi dellessere genitori,senza mai prendere in considerazione le eventuali e normali criticit legate allagenitorialit; invidia verso le coppie con figli e conseguente allontanamentodalle relazioni interpersonali. Lintensit e levoluzione della Sindrome da

    sterilit dipendono da tre principali fattori quali la maturit psicologicaraggiunta dal singolo e dalla coppia e lambiente socio-culturale in cui vive(ad esempio le pressioni sociali a cui si va incontro). Ardenti afferma che14: [...] quanto pi il desiderio di un figlio assume un ruolo dominante nella vitadella coppia tanto pi sinsinua la minaccia di spingersi fino ad una condizionepsicologicamente opprimente. I possibili modi per superare il problema dellasterilit sono diversi: alcune coppie decidono di accettare tale condizione, altredecidono di tentare le tecniche di fecondazione assistita ed altre ancora didichiararsi disponibili alladozione nazionale e/o internazionale.

    Un lavoro di ricerca molto interessante sulle dinamiche psicologicheche entrano in gioco nelle coppie sterili che si rendono disponibili alladozione, quello svolto da Fava Vizziello, Antonioli e Volpe nel 199415 presente inAdozione e cambiamento (2004). Questo studio nasce dalla necessit di

    10 Cf. ivi 51.11 Ivi 53.12 Ivi53.13 Cf. ivi53-56.14 Ivi56.

    15 Per approfondire la metodologia e conoscere i dati completi cf. F V S, Adozionee cambiamento, 50-61.

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    conoscere come si strutturano i processi rappresentativi nelle coppie sterili chefanno domanda di adozione, rispetto alla sterilit e al bambino che adotteranno,analizzando, inoltre, il funzionamento e le modalit di coppia e la relazione

    che i coniugi instaurano con gli operatori sociali del percorso adozionale.La ricerca ha riguardato lo studio psicologico di trenta coppie sterili oinfertili che avevano fatto domanda di adozione nellarco di 3-4 mesi. Daquesta ricerca sono stati individuati tre sottogruppi con specifichecaratteristiche. Le coppie denominate gruppo A (composto da 11 coppie)caratterizzate dalla mancata elaborazione del lutto legato alla sterilit che non spesso chiarita dal punto di vista diagnostico. Sono coppie, queste del gruppoA, che presentano stereotipia di ruoli, rigidit, pensiero di coppia pocodifferenziato da quello personale e difficolt di autonomia rispetto alle famiglie

    di origine. Con gli operatori tendono ad instaurare una relazione abbastanzarigida tendente o allopposizione o alladesione passiva. In questo gruppo larappresentazione del bambino ha una connotazione positiva al limite del reale.Nel descrivere la loro immagine del futuro bambino che arriver, infatti, sonostati registrati una prevalenza di aggettivi quali: pi intelligente, affettuoso,pacifico e fiducioso in confronto a quelli usati dalle coppie degli altri duegruppi. Le autrici si spingono nellaffermare che secondo loro nessun bambinoreale potr trovare spazio adeguato in questo tipo di coppie che loro definiscono

    pseudo - genitoriali16

    : poich corrono il rischio di non potersi separare dalfiglio-fantasma per accogliere il bambino reale adottivo e permettergli didiventare il loro figlio. A questo proposito sono interessanti le parole diAnnichiarico, citato dalle stesse autrici, che in una ricerca su coppie steriliafferma17: Queste persone hanno raggiunto una forma di equilibrio di coppiaregolata dal figlio fantasma, il quale svolge una funzione omeostatica solofinch rimane a livello fantasmatico, e forse nel momento in cui diventa realecomincia a svolgere unazione di disturbo (...) tutte queste coppie hanno moltianni di matrimonio alla spalle e hanno vissuto molti anni della loro vita

    insieme nellattesa di un figlio che hanno continuato a desiderare anche quandohanno saputo che era impossibile averlo (...) il loro figlio il loro figlioimpossibile.. Nelle coppie del gruppo B (composto da 7 coppie) la sterilitnon stata indagata fino in fondo e il lutto procreativo stato elaborato solo inparte, ma se durante la valutazione di coppia riescono ad elaborare gli aspettilegati alla gravidanza, paternit e maternit, pu avvenire il concepimento sia

    16 Ivi56.

    17 Ivi56. Affermazione tratta da: A. A, Ritratto di un protagonista assente: il bambino, tesi dilaurea, Universit di Padova 1986.

    Chiara Ciliento

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    dopo lo studio sia dopo ladozione18. Il loro legame varia da uno di tipocomplementare ad uno pi arcaico che pu favorire modalit di tipo simbiotico.Generalmente durante i colloqui con gli operatori i coniugi si presentano

    molto ansiosi. Questo tipo di coppia porta limmagine di un bambinoparzialmente idealizzato. Nelle coppie del gruppo C (composto da 12 coppie)la sterilit generalmente diagnosticata in modo chiaro e c una sufficienteelaborazione. Prevale un legame di reciprocit con una buona integrazione deiruoli. Con gli operatori sono ben disposti ed esprimere i propri limiti e i proprivissuti depressivi. La rappresentazione del bambino, in questo gruppo, tendead essere vicina ad un bambino reale che ha subito lesperienza di abbandonoe di deprivazione, utilizzando aggettivi quali: malato, distaccato, difficile,ecc. Le autrici sottolineano come ladozione di un bambino comporti sempre

    la necessit di creare uno spazio mentale sia individuale che di coppia chepossa garantire la giusta accoglienza e possa riparare gradualmente le feritedellabbandono. Le coppie che non sono riuscite ad elaborare il lutto per lamancanza di un bambino generato da loro, possono mettere in atto strategiedifensive come una marcata idealizzazione del bambino che arriver. Ci potrimpedire loro di contenere mentalmente il bambino, afferma Lombardi19,cio non saranno in grado di attribuire al minore bisogni, paure e desiderireali, con la conseguente incapacit di intervenire in maniera sufficientemente

    adeguata alle sue necessit. In accordo con queste considerazioni risulta essereanche la psicoanalista Ivana De Bono la quale, in un suo articolo20, affermachela maggior parte delle coppie sterili arriva alladozione dopo aver intrapreso unlungo e sofferente percorso (spesso costellato da numerosi insuccessi difecondazione assistita), nel quale sia consciamente che inconsciamente si fantasticato su un figlio, che dice De Bono21: [...] non essendo mai nato eproprio perch assente, ha finito per assorbire su di s tutte le idealizzazioni ele aspettative della coppia e delle rispettive famiglie di origine. Questo bambinomai nato ha quindi preso un suo posto ed occorre che la coppia elabori il lutto

    della sua perdita, che anche vissuta come perdita di parti costitutive del S,affinch possa creare lo spazio mentale necessario ad accogliere un bambinoreale, abbandonato e non privo di storia, che ha bisogno del suo accudimento.

    18 Non raro, infatti, che durante il processo adozionale, coppie che hanno fatto esperienza di numerosiinsuccessi di fecondazione assistita, inizino una gravidanza o subito dopo aver presentato la domanda diadozione o durante le fasi delle indagini psico-sociali o al momento dellabbinamento (Cf. J. G - F.V, Fallimenti adottivi. Prevenzione e riparazione, Armando Editore, Roma 2001).

    19 Cf. R. L, La amiglia adottiva al banco di prova delladolescenza, specchio che amplifica econonde, in Percorsi problematici delladozione Internazionale, Studi e ricerche,collana della Commissioneper le Adozioni Internazionali, Istituto degli Innocenti di Firenze, 2003, 81-82.

    20 I. D B, Dal trauma allesperienza adottiva, in rasormazioni, 1(2006) 39-55.21 Ivi46.

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    Il rischio di una non efficace elaborazione della ferita procreativa e di unmancato lavoro di presa di coscienza del dolore ad esso legata, potr tradursi,in questo caso, in un meccanismo di proiezione dellimmagine fantasticata del

    bambino idealizzato sul bambino reale, al momento delladozione. Talebambino reale, afferma De Bono22: Se non corrisponde alle aspettative, potressergli imputato di non essere quel bambino e la sua diversit, che pu pureesprimersi somaticamente, sottolineer ancora una volta lo scacco generativo.Potranno allora entrare in gioco meccanismi difensivi quali lidealizzazionedel bambino o la negazione di qualsiasi problematicit per risarcire la delusionee riparare lincapacit biologica. Per superare il limite biologico (limpossibilitdi procreare) bisogna accedere ad una dimensione mentale. Per questomotivo, necessario che il bambino nasca nella mente, piuttosto che nella

    pancia. In una famiglia adottiva il legame tra genitore e figlio, perci, risenteprevalentemente degli aspetti psicologici pi che di quelli biologici23. Tra gliaspetti psicologici pi importanti che possono influenzare la formazione diquesto legame, oltre alle caratteristiche individuali di personalit e di coppia,vi il superamento o meno del conflitto tra il desiderio di generativit e laferita procreativa. Tale conflitto spesso viene superato attraverso una dinamicacompensatoria, afferma Galante24, che vede il bisogno di avere un bambinotradursi nel desiderio di adottare. Nel progetto adottivo ci interagisce

    inevitabilmente con quelli che sono i bisogni e i desideri di un bambino checerca di superare in qualche modo la sua ferita per essere stato abbandonato25.Galante26 e i suoi collaboratori hanno identificato almeno cinque modalitdinamico-relazionali che emergono dallinterazione tra desiderio digenerativit e ferita dellinfertilit da una parte (la coppia) e desiderio di avereuna famiglia e ferita dellabbandono dallaltra (il bambino). Nella primamodalit, le due ferite (ferita dellinfertilit e ferita dellabbandono) vengonoelaborate e i vissuti depressivi che ne derivano sono superati attraverso lerisorse emotive - affettive associate al desiderio (desiderio di generativit e

    desiderio di avere una famiglia). Nella seconda modalit si assiste, invece, daambo le parti, al prevalere del solo desiderio. Allopposto, la terza modalit sifonda sul prevalere della doppia ferita. In queste due ultime situazioni risultadifficile accedere a dei livelli pi profondi di relazione e quindi la coppia puvedere il bambino come mero mezzo per alleviare il dolore della ferita e il

    22 Ivi46.23 Cf. G, Il are clinico nelladozione, 129-132.24 Cf. ivi 126.25 Cf. ivi126-127.

    26 Ivi127-130.

    Chiara Ciliento

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    bambino pu percepire i genitori solo come unalternativa allabbandono. Sistabilisce cos, un legame non autentico, di tipo prevalentemente compensatorioche si fonda sul mancato riconoscimento reciproco. La quarta modalit vede il

    desiderio di generativit occultare completamente il vissuto abbandonico delbambino che non viene, quindi, elaborato e superato. Lultima modalitpresenta una struttura capovolta rispetto alla quarta. In questo caso ilbambino a disconoscere le sue origini non permettendo ai genitori di maturareuna reale consapevolezza di essere genitori adottivi.Da quanto detto finorarisulta evidente che, affinch si formino legami psicologicamente validi, necessario che da ambo le parti vengano elaborate le proprie ferite. Una, quelladella coppia, deve essere elaborata prima dellinizio del progetto adottivo,mentre laltra, quella del minore pu essere superata, gradualmente, proprio

    grazie a una famiglia sufficientemente adeguata e preparata a prendersi cura dilui. Se ci non avviene, difficilmente potr svilupparsi un reale sentimento difiliazione che possa fondarsi su un legame stabile e sicuro. Progetti adottivi chesi strutturano in questo modo, dove cio il legame genitore-figlio non si basasul riconoscimento e la reciprocit, sono maggiormente a rischio di fallimento.Interessante a questo proposito ricordare lanalisi condotta da Lombardi27suiracconti degli adolescenti restituiti intervistati per una ricerca. Nelle storiedei ragazzi allontanati dalla famiglia adottiva sono emersi vissuti quali la

    percezione di essere stati adottati come seconda scelta, di essere stati gli unicirimasti (gli avanzi), di essere stati una scelta di ripiego. Manca completamenteil ricordo di quel magico incontro che spesso caratterizza limmaginariocondiviso della famiglia, in cui i genitori immediatamente capiscono che proprio lui o lei il bambino che aspettavano da tempo28. Nei racconti degliadolescenti respinti presente unincapacit, afferma Lombardi, dirispecchiarsi reciprocamente e quindi limpossibilit di iniziare una nuovastoria condivisa che parte dal momento dellincontro. La Lombardi attribuiscela causa di questo mancato riconoscimento allassenza di uno spazio mentale

    che possa accogliere laltro (riferendosi in modo specifico alla coppia,escludendo da tale considerazione il bambino). Ritorna quindi il problemadella necessit di creare uno spazio mentale. Tale spazio pu nascere soloattraverso lelaborazione dei propri vissuti, delle proprie fantasie, dei propritimori e alla messa in discussione delle proprie aspettative che possono a volteessere frutto di unidealizzazione eccessiva. Ci eviter che la coppia rimangabloccata nelle proprie convinzioni e che non sia sufficientemente elastica per

    27 Cf. L, La amiglia adottiva al banco di prova delladolescenza, specchio che amplifica e cononde.28 Cf. ivi 78-79.

    Ladozione: questa sconosciuta!

  • 7/23/2019 Palmieri, Analysis fidei in Rahner

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    32 Matthus, Anno IV - n. 1/2015

    affrontare questa nuova avventura. La plasticit mentale, secondo moltistudiosi, risulta essere una delle caratteristiche fondamentali per il successo delprogetto adottivo. Mettersi nella condizione di accogliere attivamente le

    sofferenze del bambino pu avvenire solo dopo che la coppia ha avuto mododi accedere a un livello di consapevolezza tale da consentire loro di avereunidea pi realistica su cosa significa adottare.Ci sar reso possibile propriograzie agli interventi degli operatori allinterno delliter adozionale.

    Il percorso adozionale e il superamento delle ferite Antonioli, Fava Vizziello e Volpe 29affermano che nella loro decennaleesperienza nel campo delladozione, hanno generalmente osservato che lamaggior parte delle coppie sterili che giungono alla valutazione psicosociale

    pre-adozione non hanno mai affrontato prima di allora le problematiche psico-affettive legate alla ferita procreativa. Tali coppie attivano, comunemente, fortidifese allinterno di una consulenza psicologica perch temono lo spaziodi riflessione che potrebbe portarli a venire a contatto con sentimentidolorosi, hanno altres difficolt a calarsi in una dimensione di ascolto versola propria ferita generativa e preferiscono spostare lattenzione unicamente sulproblema organico. Una ricerca svolta dalla Commissione per le AdozioniInternazionali sui fallimenti adottivi del 200330ha evidenziato come una delle

    motivazioni dellemergere di s