HUGO RAHNER è stato uno dei patrologi e · HUGO RAHNER è stato uno dei patrologi e degli storici...

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  • HUGO RAHNER stato uno dei patrologi e degli storici della Chiesa pi fecondi del seco-lo. Nato a Pfullendorf-Baden nel 1900 ed en-trato nella Compagnia di Ges nel 1919, com-p gli studi filosofici e teologici a Valkenburg (Olanda) e a Innsbruck; nel 1931 si laure in storia a Bonn e successivamente ottenne la libera docenza in patrologia, storia della Chie-sa antica e storia dei dogmi. Dal 1937, tranne brevi intervalli, insegn queste materie a Inn-sbruck. Al momento della morte, sopravvenuta nell'autunno del 1968, la sua bibliografia conta-va circa 750 titoli, in gran parte dedicati ai padri della Chiesa e a sant'Ignazio di Loyola.

  • HUGO RAHNER

    SIMBOLI DELLA CHIESA

    L'ecclesiologia dei Padri

    SAN PAOLO

  • Titolo originale dell'opera: Symbole der Kirche. Die Ekkksiologie der Vter

    Otto Mller Verlag, Salzburg 1964

    Versione dal tedesco di Lucio Pusci e Alfonso Pompei

    Prima edizione 1971 Seconda edizione reprint 1994

    Imprimatur Sorae, die 3-X-1970 Blasius Musco, Ep.

    EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 1995 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Corso Regina Margherita, 2 - 10153 Torino

  • NOTA ALLA SECONDA EDIZIONE REPRINT

    Nel procedere a questa nuova edizione abbiamo ben vo-lentieri raccolto l'osservazione di un attento recensore della Civilt Cattolica, il quale notava: Il titolo originale del volume: Symbole der Kirche. Die Ekklesiologie der Vter, stato inopportunamente rovesciato dai traduttori dagli editori, dandogli una portata diversa. Del resto bisogna dire che gli uni e gli altri hanno compiuto con molta coscienza la parte loro, cos che il volume riuscir una let-tura gradevole e sommamente istruttiva per coloro che, vo-lendo salire un poco pi in alto nella conoscenza di certe verit della fede... (A. Ferma, 1972, II, p. 291).

    Ora il titolo italiano traduce fedelmente il tedesco. Nes-sun'altra variazione stata introdotta.

  • PREFAZIONE

    Da quando S. Paolo (Ef 5,32) ha annunziato la rive-lazione del mysterium magnum nei rapporti tra Cristo e la Chiesa, si pu sempre rilevare nel corso della storia dei dogmi l'intonazione cristiana e la profondit di pensiero d'un qualsiasi sistema teologico dal modo in cui le singole tesi si connettono fra loro e con l'intero corpo dottrinale della Chiesa. C' voluto molto tempo, dall' elaborazione teologica da parte dei Padri della Chiesa e dall'inizio del-l'alta Scolastica fino allo schema ' De Ecclesia ' del Con-cilio Vaticano II, perch la teologia sistematica, rendendosi progressivamente pi consapevole delle proprie funzioni, riconoscesse all' ecclesiologia il ruolo che le congeniale tra la cristologia e la dottrina della grazia h Oggi dobbiamo prendere in esame la dommatica ecclesiale dei Padri, per confrontare con essa il nostro pensiero e i nostri discorsi sulla Chiesa. La teologia simbolica della Chiesa, proposta dai Padri, acquista ai nostri giorni un significato completa-mente nuovo, giacch, seguendo gli orientamenti del Con-cilio, i nostri sguardi sono oggi rivolti, pieni di speranza, alla Chiesa Orientale. La Chiesa esprime il suo pensiero

    1 J. RANFT, Die Stellung der Lehre von der Kirche im dogmatischen System, Aschaffenburg 1927.

  • PREFAZIONE

    teologico con parole nuove. Essa si palesa come ' sacramento originario 2. I rapporti della Chiesa con Cristo e la sua Croce 3, Chiesa e Parusa 4, la riflessione sulla teologia del Simbolo5: tutto ci va interpretato alla luce della teologia simbolica dei Padri, la cui ricchezza stata finalmente riscoperta e apprezzata. J. Ranft ha cos caratterizzato questa ecclesiologia patristica : Il significato della dottrina sulla Chiesa in quanto sovrana unit della fede, attuata da una forza determinata, e in un certo senso stabile, parti-colarmente per quanto riguarda i rapporti fra la Chiesa e Cristo, illumina tutta la letteratura dei primi tempi. Per la teologia francese contemporanea, che segue il mede-simo indirizzo, basti ricordare i nomi di Henri de Lubac, Yves Congar e Jean Danilou.

    L'opera che presentiamo vuol essere un contributo alla riscoperta della dottrina patristica sulla Chiesa. Essa rac-coglie i frutti d'una ricerca di quasi trent'anni ed scritta secondo lo spirito del grande teologo della Chiesa Ireneo : Si deve amare profondamente tutto ci che appartiene alla Chiesa e bisogna comprendere bene la tradizione della verit 7 . I singoli capitoli constano di proposizioni oggi difficilmente comprensibili, che, raccolte e presentate, in-quadrate nel complesso della dottrina in base al tempo di

    2 O. SEMMELROTH, Die Kirche als Ursakrament, Francoforte 1953. 8 J. D A N I L O U - H . VORGRIMLER, Sentire Ecdesiam, Friburgo i.B.

    1963 (vers, ital., Ed. Paoline, R o m a 1964). 4 R. SCHNACKENBURG, Kirche und Parusie: Gott in Welt, Festgabe

    fr Karl Rahner, vol. I, Friburgo i.B. 1964, pp. 551-578 (vers. ital. in Orizzonti attuali della teologia, Ed. Paoline, Roma , I, 1966).

    5 . R A H N E R , Zur Theologie des Symbols : Schriften zur Theologie, vol. IV, Einsiedeln 1962, 3 ed., pp. 275-311 (vers. ital. in Saggi sui sacramenti e sulla escatologia, Ed. Paoline, R o m a , 2 ed., 1969).

    6 Op. cit., p. 29s. ' Adversus haereses 3,4,1.

  • PREFAZIONE 9

    composizione e al contenuto, formano una completa teologia simbolica della Chiesa. Sulle orme del mio Maestro Franz Joseph Dlger, si parler dei rapporti fra i simboli paleo-cristiani della Chiesa e l'antichit ellenistica, s da poter meglio comprendere la dommatica dei Padri nel suo signi-ficato genuinamente cristiano. Due vie conducono, com' noto, a questo traguardo. Si pu esporre in forma mono-grafica l'ecclesiologia dei singoli Padri, come stato fatto per Ippolito, Ireneo, Origene, Agostino, tanto per men-zionarne alcuni. Ma per la storia dei dogmi certamente pi indicata l'altra via, bench molto pi ardua : sviluppare, cio, la dottrina sulla Chiesa percorrendo tutta intera la teologia dei Padri, a cominciare da Paolo e dal martire Ignazio fino all'evoluta ecclesiologia p. es. di Beda alla teologia simbolica del secolo XII. In questo libro abbiamo

    voluto percorrere anche noi questa via. In tal modo pos

    siamo pi facilmente seguire l'evolversi della storia dei dogmi, il fiorire e lo spegnersi della comprensione del signi-ficato soteriologico della Chiesa. Non si deve tuttavia eludere con questo metodo l'incrociarsi qua e l di immagini e di parole, che, anzi, ci consente di toccare con mano, pur nel mondo dei simboli e delle immagini, la verit dommatica del ' grande mistero ' del rapporto fra Cristo e la Chiesa. Descrivendo questa teologia simbolica delle origini, por-tiamo un contributo anche a quella esegesi pneumatica che si cerca oggi di riscoprire, e quindi a quella interpretazione della Scrittura da parte dei Padri e del primo medioevo, che non aveva la pretesa di essere un'esegesi nel senso mo-derno della parola, ma solo una dommatica espressa attra-verso le immagini bibliche.

    Noi tenteremo di presentare quest'antica teologia cristiana sul rapporto tra la Chiesa e Cristo e la sua Croce in quattro

  • 10 PREFAZIONE

    immagini fondamentali: la Chiesa come grembo materno per la vita terrena di Cristo ; la Chiesa come Vergine posta sopra la Luna in rapporto sponsale col Sole, Cristo; la Chiesa, sorgente dell'acqua viva, che sgorga dalla ferita del costato di Cristo; e infine la Chiesa come Nave della salvezza, che in virt della Croce ha iniziato il suo viaggio verso l'estremo approdo.

    Laddove i Padri hanno sviluppato dietro il velo delle immagini la loro teologia, noi troviamo una tal ricchezza di simboli e di verit espresse attraverso i simboli, che po-trebbero forse rendere ancor pi vive le nostre odierne pro-posizioni dommatiche sull'apologetica e il diritto ecclesia-stico. Il complesso dei simboli della Chiesa, che la teologia del primo millennio ci ha conservato, potrebbe rinnovare completamente il nostro pensiero teologico intorno alla Chiesa, che per lungo tempo stato piuttosto sterile. Gi nel secondo secolo Ireneo aveva paventato un tal pericolo d'essiccazione della nostra teologia sulla Chiesa ed aveva scritto al riguardo delle parole che noi assumiamo in questa prefazione come motto dell'intero libro : Ov' lo Spirito di Dio, l anche la Chiesa ed ogni grazia. Ma chi non accoglie lo Spirito della verit, non riceve nemmeno l'acqua limpida che sca-turisce dall'amore di Cristo 8 . Il ' grande mistero ' esistente tra la Chiesa e Cristo , infondo, il mistero trinitario, che cela nel suo seno ogni altro mistero della divina rivelazione. Anche la relazione che intercorre fra il Padre eterno e la Chiesa, tra il Verbo crocifisso e la Chiesa, tra lo Spirito della glorificazione, che promana dalla Croce, e la Chiesa, possiamo esprimerla felicemente con le parole di Ireneo, in cui si pu ritrovare tutto ci che noi intendiamo racco-gliere in un complesso di simboli. Il testo di Ireneo e ancor

    Adv. haer. 3,24,1.

  • PREFAZIONE 11

    pi apprezzabile, perch risale al periodo in cui sia nella teologia sia nella predicazione il mistero della Chiesa era inteso con la stessa sensibilit dei primissimi tempi della Chiesa : Un solo Dio il Padre, che al di sopra di tutto, la ragione di tutto, e in tutto. Il Padre al di sopra di tutto, ed anche il capo di Cristo. La ragione di tutto il Verbo, e questi il capo della Chiesa. E in tutti noi lo Spirito, quell'acqua viva che il Signore concede a quanti sincera-mente credono in Lui e lo amano 9.

    HUGO RAHNER, SJ.

    * Adv. haer. 5,18,2.

  • LA NASCITA DI DIO

    LA DOTTRINA DEI PADRI DELLA CHIESA SULLA NASCITA DI CRISTO DAL CUORE DELLA CHIESA E DEI CREDENTI

  • INTRODUZIONE

    Lo studio col quale iniziamo l'esposizione dell'eccle-siologia dei Padri stato scritto da circa trent'anni (1935). da quando, cio, cominci l'edizione critica delle opere di Eckhart, nella cui mistica dottrina si attribuisce palesemente un ruolo importante alla na-scita di Dio nel cuore dell'uomo in grazia. Pubbli-chiamo ora questa ricerca, anzitutto perch la figura teologica della nascita di Dio non solo reca un valido contributo all'esatta conoscenza della dottrina patri-stica sulla grazia, ma soprattutto perch appare decisa-mente fondamentale per tutta l'ecclesiologia dei Padri della Chiesa. Cos noi veniamo a toccare una questione teologica che oggi si ripropone con tanta insistenza: in qual modo i ' molti ' - per usare le parole di Origene - costituiscono l'unico corpo della Chiesa? Quale rap-porto sussiste fra l'anima singola - Origene la chiama volentieri anima ecclesiastica - e la Chiesa? Ci riferiamo a quel fatto meraviglioso che Metodio ha definito come l'accedere alla Chiesa di ci che nel battesimo rinato . Noi potremo dimostrare che si tratta d'una vecchia tesi della Chiesa primitiva sulla grazia. Fin dai primordi della teologia patristica ci si orientati verso questa theologia coris. Possiamo riassumere cos la dot-

  • 16 INTRODUZIONE

    trina della santificazione dell'uomo ad opera della grazia che porta il cuore fino a Cristo: la speciale ina-bitazione di Cristo, compiuta attraverso la grazia, nel cuore dei credenti, che dal battesimo sono stati uniti nella Chiesa come in un sol corpo, una misteriosa riproduzione e continuazione della nascita eterna del Logos dal Padre e della nascita temporale dalla Vergine. Per la grazia battesimale Cristo vien generato nei nostri cuori dalla Chiesa e con lo sviluppo della vita nella grazia si compie sempre pi pienamente questa nascita di Dio.

    Questa dottrina in stretto rapporto con la conce-zione della Chiesa come Vergine-Madre e mediatrice di salvezza nella nuova creazione, che tramite la grazia battesimale assimila l'uomo a Cristo. La dottrina della nascita di Cristo dalla Chiesa e dal cuore dei credenti insegna, per, che il principio della meravigliosa unit in Cristo non precisamente il fatto che i singoli uomini in grazia siano membra del Corpo di Cristo, ma bens Cristo stesso, che unico e identico in tutti e che tutti raccoglie nell'unit del suo Corpo, che la Chiesa. Nella descrizione della Donna dell'Apoca-lisse, Metodio da Filippi scrive : La partoriente, che genera il Logos virile nel cuore dei credenti, la nostra Madre, la Chiesa 1. La teologia della nascita di Cristo dalla Chiesa culmina nella dichiarazione quasi dia-lettica, secondo la quale la Chiesa, appunto perch genera il Corpo mistico di Cristo, genera se stessa. In questo senso gi si esprimeva Ippolito Romano: Il Verbo generato dai Santi; generando incessante-mente Santi, il Verbo viene a sua volta generato

    1 Symp. 8, n (GCS Methodius, p. 93, 9s).

  • INTRODUZIONE 17

    dai Santi . E, sul finire della teologia patristica, Beda scrive l'espressione pi significativa circa l'ecclesioiogia dell'antichit cristiana, riunendo insieme, nel suo com-mento al dodicesimo capitolo dell'Apocalisse, gli ele-menti essenziali dell'evoluzione storica di questo con-cetto : Bench il serpente le sia avverso, la Chiesa genera eternamente Cristo; infatti la Chiesa genera quotidianamente se stessa in quanto Chiesa, che in Cristo assoggetta a s tutto il mondo 2.

    La descrizione dello sviluppo storico di questa theo-logia cordis dei Padri, che fa del cuore dei credenti e del grembo materno della Chiesa il teatro della nascita di Dio, esige ora alcune premesse.

    Erede dell'antica psicologia, la teologia dei Padri della Chiesa fa sua la convinzione che il cuore donatore di vita; e s'accorda perfettamente con le credenze popolari, che il linguaggio della S. Scrittura porta a nostra conoscenza. Il cuore il centro propulsore della vita dell'uomo. Perci esso vien formato nell'atto stesso della concezione, essendo la fonte del calore, della vita, e dell'intelligenza : Conceptum igitur - dice Lattanzio -Varr et Aristoteles sic fieri arbitrantur ... et primum quidem cor hominis efHngi quod in eo sit et vita om-nis et sapientia 3. Il cuore la ' sede della sapienza ',

    ' IPPOLITO, In Dan. 1,10, 8 (GCS Hippolyt I, i, p. 17, is). Cfr. A. HAMEL, Kirche bei Hippolyt von Rom, Gtersloh 1951, p. 56s. -Il testo di BEDA in Explanatio Apocalypsis, 2,12: PL 93, 166 D: Sem-per Ecclesia, dracone licet adversante, Christum parit. Nam et Ecclesia quotidie gignit Ecclesiam, mundum in Christo regentem .

    3 De opificio Dei 12, 6 (CSEL 27, p. 44, ioss). Cfr. op. cit. 10, 11 (p. 34, 17): Cor quod sapientiae domicilium videtur; 10, 26 (p. 38, 8): Pectus plenum rationis a caelo datae. Cfr. anche GREGORIO NISSENO (PG 44, 828 A; 159 A): .

  • 18 INTRODUZIONE

    (, come gi affermava Filone4 , e dopo di lui Origene : Cor in quo est mens et principale intellectus 5. Ambrogio, accettando fedelmente questa idea, considera il cuore ' recessus sapientiae ', l'oasi misteriosa in cui la sapienza si rifugia 6. La contrastata questione dell'antica psicologia sulla sede della sapienza - se sia il cervello il cuore - dibattuta vivacemente anche dai Padri della Chiesa, che s'adattano al modo d'esprimersi della S. Scrittura. Cos scrive Girolamo: Sensus in corde est, habitaculum cordis in pectore, quaeritur ubi sit animae principale: Plato in cerebro, Christus monstrat esse in corde 7.

    Grazie a questo fondamento psicologico, il cuore diventa in genere il simbolo dell'intimit, del miste-rioso segreto nascosto nell 'uomo, dell' 'uomo interiore', e prima di tutto della sua sapienza, dei suoi pi segreti pensieri e desideri, della vita interiore8 . Era tuttavia

    4 De spec. leg. , 214 (Cohn V, p. 52, 6.13.23. Cfr. anche V, p. 51, 22) : .

    5 Lommatzsch XII, . 165. 6 De paradiso 15, 74 (CSEL 32, , p. 333. 3 ' Epist. 64, (CSEL 54, p. 587 8ss). Cfr. GREGORIO NISSENO,

    De hominis opificio e. 12 (PG 44, 156 C D ) ; LATTANZIO, De opificio Dei e. 16 (CSEL 27, p. 5iss).

    8 Cfr. CLEMENTE AL., Strom. 5, I, 12 (GCS Clemens II, p . 334, 7s): . ORIGENES, Sel. in Psalm. (PG 12, 1216 A). Altri testi di Origene, in cui vien proposto lo stesso parallelismo tra e , cfr. in K. R A H N E R , Coeur de Jesus chez Origene ? in Revue d'Asctique et de Mystique 15 (1934) 171SS. - GIROLAMO, In Ieremiam (PL 24, 709 C) : Cor autem in Scripturis sanctis pro sensu et anima debemus acci-pere . Cfr. anche CASSIODORO, In Ps. 103, 15 (PL 70, 733 C) . Il cuore come sede degli intimi desideri: CIPRIANO, De lapsis e. 27 (CSEL 3, 1, p. 257, i6ss). Il cuore come simbolo dell 'uomo interiore: G R E -GORIO NISSENO (PG 46, 397 A) : - . Il cuore come simbolo delT-rj- : GREGORIO NISSENO (PG 44, 9 3 7 D ; P G 8 7 / 2 , 1649 D ) .

  • INTRODUZIONE 19

    naturale - proprio per le suaccennate antiche credenze sull'origine del cuore - che anche il sorgere dei , dei pensieri e dei desideri venisse descritto come una nascita dal cuore; un concetto, questo, il cui significato fondamentale non solo per i primi tentativi di spe-culazione psicologica sulla Trinit9 , ma anche per la dottrina sulla nascita del Logos dal cuore, che l 'og-getto di questo studio. Il cuore quel luogo segretissimo, ove si genera in noi la sapienza, nasce in noi per spiri-tuale generazione il , il conceptus, come plasticamente lo esprime la lingua latina 1 0 . La dottrina del verhum cordis, che gi in Agostino occupa un posto di rilievo u e che nella versione di Agostino giunta

    Cfr. M. SCHMAUS, Die psychologische Trinittslehre des hl. Au-gustinus, Mnster 1927, p. 22ss.

    10 FILONE, De fuga et inventione 52 (Cohn III, p. 121, 17): () -9- ... . - De congressu erud. grat. 4 (Cohn III, . 73, 5). - P L I N I O , nat. hist. 11, 138 (Mayhoff II, 328, ls): In corde nascitur superbia ... . - MACROBIO, Salumai. 1, 18: Con-ceptu mentis Consilia nascuntur . - GIUSTINO, Dial. e. Tryph. 61, 8 (Otto, p. 214, 3ss): . - D I O N I G I ALESS. (Feltoe, The letters and other remains of Dionysius of Alexandria, Cambridge 1904, p. 190): ... - . - GREGORIO . , Or. theo). 4 (PG 36. 129 A). - BASILIO, Homil. 16, 3 (PG 31, 477 BC) . - Ps. GREGORIO NISSENO, Orat. in Faciamus hominem (PG 44, 1333 D ) : . - CIRILLO ALESS., De Trinitate dial. 2 (PG 75, 772 AB); Thesaurus, assertio 4 (PG 75, 56 AB). - M A R I O VITTORINO, Comm. in ep. ad Eph. (PL 8, 1236 C ) : Quasi partu quodam mentis cogitatione prorumpit velie concep-t u m ; De generatione Verbi 26 (PL 8, 1033 ). - importante citare qui un testo di AMBROGIO, poich esso in stretto rapporto con l'idea, pi tardi sviluppata, della nascita di Dio : De Cain et Abel 1, io , 47 (CSEL 32, 1, p. 377, 4ss): Est quaedam virtus animae quae velut quodam vulvae gemtalis secreto cogitationum nostrarum suscipere semina conceptus fovere partusque solet edere .

    11 Cfr. M. SCHMAUS, op. cit., p. 33iss. - Se ne pu avere un esem-pio in Serm. 119, 7 (PL 38, 675) od anche in Semi. 120, 3 (PL 38, 677).

  • 20 INTRODUZIONE

    fino al periodo classico della Scolastica12, ha la sua fonte nella speculazione greca intorno al Logos, e que-sta a sua volta nell'antica dottrina di cui abbiamo par-lato, secondo la quale il cuore il luogo di nascita del Logos umano.

    Per questi motivi diviene gi comprensibile l'inter-pretazione assai antica della rivelata 13 inabitazione di Cristo nel cuore del credente, in senso fortemente realistico, come il ' venir generato ' dell'eterno Logos. Pi avanti vedremo che l'immagine tanto cara ai primi cristiani, il portare Cristo nel cuore u, ha condotto direttamente alla dottrina che stiamo esaminando. Ma a quest'ultima formulazione si giunse attraverso un

    12 Cfr. TOMMASO, S. Theol. I, q. 27, a. 1 e; q. 34, a. 1 e. Intorno a questa dottrina sul verbum cordis in Tommaso cfr. DENIFLE, Archiv f. Lit. u. Kirchengesch. d. Mittelalters 2 (1886) 574 nota 1.

    13 Cfr. Ef. 3,17: . - Gal. 2,20; Giov 14, 23; Didach 10,1 (Funk-Bihlm., p. 6, 12s): 0 . Lettera di Barnaba 16, 8 (Funk-Bihlm., p. 30, 23s): . . IGNAZIO, Ad Magri. 12 (Funk-Bihlm., p. 92, 2): . Atti di Apollonio (Anakcta Boll. 14 (1895) 291): . Odi di Salomone (Rendei Harris, Cambridge 1909, p. 129) : Ai Beati la gioia viene dal loro cuore, e la luce da colui che vive in essi .

    14 Questo pi significativo linguaggio si trova gi in IGNAZIO, Ad Ephes. 9, 2 (Funk-Bihlm. p. 85, 15): . Pi tardi s'interpret in questo senso anche il nome di Ignazio, , come dice il Martyrium Colbertinum (Funk , 1901, p. 278, 12: ... . Cfr. anche CLEMENTE ALESS., Strom. 7, 13, 82 (GCS Clemens 3, p. 58, 25s): . Cfr. anche CLEMENTE, EXC. ex Theod. 27, 6 (GCS III, . 6, isss): . Similmente Strom. 4, 12, 104 (GCS III, p. 484, 19). - Ci assai chiaro in IRENEO, come si dir pi oltre.

  • INTRODUZIONE 21

    particolare sviluppo d'idee, cui dobbiamo ora neces-sariamente accennare. Nell'incipiente speculazione sulla Trinit si consider il concetto della nascita dei dal cuore come uno psicologico vestigium Trinitatis, raffigurante l'origine eterna del Logos dal Padre. Si tratta d'un'idea primitiva, che fu poi seguita fino agli inizi della teologia speculativa: l'eterno Padre genera dal suo cuore il Logos. S'applicano a questa dottrina le parole del Salmo 44: . Ci si pu constatare gi in Giustino e Teofilo d'Antiochia15. Anche Tertulliano afferma che il Logos vien generato dal cuore del Padre : Quasi de vulva cordis ipsius, secundum quod et Pater ipse testatur : eructavit cor meum verbum bonum 16. In questo senso si esprimono anche Ippolito, Dionigi Alessandrino, e Metodio 17. Quanto poi si fosse divul-gata quest'idea, lo dimostra chiaramente la protesta di Origene contro i ' molti ' che, per la parentela con la dottrina gnostica dell'emanazione, sostenevano una tanto pericolosa interpretazione18. La tesi, per, in stretta connessione col testo classico addotto per la

    15 GIUSTINO, Dial. e. Tryph. 38, 6, 7 (Otto II, p. 130). - TEOFILO ANTIOCHENO, ad Auto!. 2, 10, 6 (Otto Vili, p. 78s) : ' -. Cfr. ibid. 2, 22, 8 (Otto VIII, p. 118): -9- .

    1 6 TERTULLIANO, Adv. Praxeam c. 7 (PL 2,161 C); e. 11 (PL 2,

    166 ). Cfr. anche CIPRIANO, Test. 2, 3 (CSEL 3, p. 64, 17). 17 IPPOLITO, in Cani. Cantic. 17, 1: Il Logos, che il Padre genera

    dal cuore (GCS Hippolyt I, 1, p. 358, 18); Antichr. 26 (GCS Hip-polyt I, 2, . 18, 21): . - DIONIGI ALESS. (in Atanasio, De sent. Dionysii 23: PG 25, 481 A), ed. Feltoe, p. 196s. - METODIO, De sanguisuga 1, 4 (GCS Methodius, p. 478, 8).

    18 In Ioann. I, 24; 1, 38 (GCS Origenes IV, p. 29, 22ss; p. 49, 20ss). Cfr. anche Select, in Psalm. (PG 14, 1427 C).

  • 22 INTRODUZIONE

    generazione del Verbo, si rifugiava nel Salmo 109,3 :

    . Nel medesimo tempo in cui i due testi erano ritenuti convergenti nella direzione delle suaccennate teorie, si parlava con molta facilit anche dell' utrus cordis19. Nella specula-zione antiariana sulla generazione del Logos, questa antica esegesi acquista un nuovo significato. Cos Am-brogio lo riassume : Ex utero generavit (Pater) ut filium, ex corde eructavit ut Verbum 20. Gregorio da Elvira: Filium ... de utero cordis Dei credimus esse natum 21. E nell'Altercano Simonis et Theophili si legge: Pater ex utero cordis sui genuit (Filium) 22. Ambrogio ha dato di questa nascita del Logos dal Padre una descrizione singolare, gi preparata da Ippo-lito - ci che avr, come vedremo, un profondo in-flusso sulla storia della mistica. E la dottrina del ' Verbo saltante ' 23, che ' balza ' dal cuore del Padre e di qui nel cuore della Vergine e nel cuore del credente:

    18 Cfr. ORIGENE, Comm. in Cant., prol. (Vili, p. 65, 24) : Venter animae . - LATTANZIO, De opificio hominis io, io (CSEL 27, p. 34, 17s) : Cor duos intrinsecus sinus habet . - AMBROGIO, De Noe 6, 14 (CSEL 32, 1, p. 423, lss): Duo uteri cordis.

    20 De virginibus 3, 1, 3 (Florilegium patr. 31, p. 65, 5s: PL 16, 221 A). - Gi ATANASIO rende cos il testo: Ep. de decr. Nicaen. 21 (PG 25, 453 C). Prima di lui ALESSANDRO D'ALESSANDRIA in un de-

    creto sinodale (PG 18, 576 A). E quest'uso rimase nella letteratura antiariana, insieme col parallelismo col Salmo 109,3, gii attuato da TEOFILO ALESS. - Cfr. GREGORIO NISSENO (PG 45, 1281 A).

    21 GREGORIO DA ELVIRA, De fide ortodoxa 2 (PL 20, 35 D). 22 Altercatio Simonis et Theophili (CSEL 45, p. 8, 14s). Cfr. ibid.,

    p. io, n. 2. - Ps. - TEOPILO D'ANTIOCHIA, Comment, in Evangel. 4, 2 (Otto Vili, p. 318).

    23 Cfr. IPPOLITO, in Cant. Cantic. (GCS Hippolyt 1, p. 347, I4ss). Cfr. N. BONWETSCH, Studien zu den Kommentaren Hippolyts zum Buch Daniel und Hohen Liede, Texte und Unters. N. F. I, 2, Lipsia 1897, p. 9s.

  • INTRODUZIONE 23

    Verbum de corde Patris saliens ... ergo et nunc salit et currit de corde Patris super sanctos suos 2 4 . Da Ambrogio quest'antichissima tesi della teologia ippo-litiana penetra, attraverso Gregorio Magno, nei com-menti medievali al Cantico dei Cantici 25. Dato che anche Agostino fa propria l'esegesi del Salmo 44,2 26, e che il concetto della nascita del Logos dal cuore paterno ha influenzato lo stesso linguaggio degli inni antiariani27, il primo medioevo 28 ha ereditato facil-mente anche questa mistica e tanto benefica idea - e noi sappiamo bene quale significato ha avuto ci per la formazione del pensiero e del linguaggio della mi-

    24 Expos, in Ps. 118, Serm. 6, 6 (CSEL 62, p. 112, iss). Cfr. anche De Isaac vel anima 4, 31 (CSEL 32, 1, p. 661, ioss).

    25 GREGORIO M., Homil. in Evangelia 29, io (PL 76, 1219 AB). Cfr. PATERIO (PL 79, 907 ) ; B E D A (PL 91, 1225 D ) ; ALCUINO (PL

    100, 646 D ) ; WALAFRIED (PL 113, 1 1 3 8 D ) ; AIMONE DI HALBER

    STADT (?) (PL 117, 304 D ) . O N O R I O D ' A U T U N (PL 172, 389 D;

    390 ). - Sui testi mistici del medioevo, che hanno subito l'influsso di questi Autori, cfr. R. SEEBERG, Zeitschrift fr kirchl. Wissensch. und kirchl. Leben 1888, p. 102s; N. BONWETSCH, op. cit., p. 10.

    28 Cfr. Enarr. in Ps. 44, 4 (PL 36, 4 9 6 ) . - P s . - AGOSTINO, Sermo ai Catechumenos (PL 40, 698 A).

    27 Un Inno di ILARIO intitolato : Tu Dei de corde Verbum (Blume, Analecta hymnica 51, p. 264). L'inno entrato anche nei libri liturgici irlandesi: cfr. The Irish Liber Hymnorum (ed. Bernard and Atkinson, Henry Bradshaw Society 13, London 1898) I, p. 36. -A ci si riferisce anche l'Inno Ab ore Verbum prolatum : cfr. B L U -ME, Analecta hymnica 51, p. 82; M. FROTIN, Le Liber Ordinum, Parigi 1904, p. 195. - Cfr. anche l'inno di PRUDENZIO: Corde natus ex parentis ante mundi originem (Blume, Analecta hymnica 50, p. 25).

    28 Cos ARNOBIO il Giovane (PL 53, 587 C) . FULGENZIO DA R U S P E : Verbum eructatum de corde Patris (PL 65, 727 C ) ; SCOTO ERIUGENA, Homil. in Prolog. Joannis (PL 122, 287 ) ; ALDHELM: Corde Patris genitum (PL 89, 239 C ) . Cfr. anche l'opposizione contro questa esegesi in PIETRO LOMBARDO, Comment, in Psalm. 44 (PL 191, 438 D ) .

  • .

    LA PREPARAZIONE DELLA DOTTRINA NELLA TEOLOGIA PI ANTICA

    Le tracce che conducono direttamente alla prima vera testimonianza sulla dottrina della nascita di Dio nel cuore dell'uomo provengono dalla teologia batte-simale della Chiesa primitiva. Nella rigenerazione bat-tesimale viene concesso il principio nuovo della vita deiforme; l'inabitazione di Cristo nel cuore sta in naturale rapporto con la ricostituzione della vita dei-forme nel battesimo. Il nuovo ' tipo ', per il quale le nostre anime vengono trasformate in ' anime di bimbi ', - come si legge nella Lettera di Barnaba - la somi-glianza col Verbo incarnato, che ha preso stanza nei nostri cuori1. La trasformazione si compie dunque secondo il modello della somiglianza con Cristo 2.

    1 Lettera di Barnaba 6, n, 15 (Funk-Bihlmeyer p. 17, gss): ... . ... & . , , .

    2 Per una raccolta di testi sull'argomento, cfr. A. HAKNACK, Die Terminologie der Wiedergeburt und verwandter Erlebnisse in der ltesten Kirche, Texte und Untersuchungen 42, 3, Lipsia 1918, p. 97SS. La raccolta certamente incompleta e l'interpretazione dei testi assai soggettiva, per non dire di pi.

  • 26 L'ECCLSIOLOGIA DEI PADRI

    Si pu considerare quest'opera da due punti di vista. Se si esamina pi attentamente l'immagine della nuova vita di grazia, la si viene a intendere come una ' copia del Logos , come gi Taziano l'interpretava 3 : la grazia del battesimo una raffigurazione del Logos, come il Logos a sua volta un'immagine del Padre. In tal modo la grazia diviene in noi , il divino in noi : noi veniamo rigenerati a immagine del Logos. Il battezzato - riportiamo un'affermazione di Clemente Alessandrino 4 - la terza copia ', ossia l'immagine del Logos, il quale l'immagine del Padre; noi siamo l'immagine del Logos che abita in noi.

    Molto presto, tuttavia, quasi affrettando i tempi, si son diretti gli sguardi al Logos inabitante, e si con-siderata la grazia battesimale come un modellarsi del Logos stesso (quasi primi indizi della distinzione tra grazia creata e increata). La somiglianza col Logos, operata dalla grazia, intesa come uh effetto del Logos inabitante in noi; per questo motivo, facendo appello alla dottrina dell'unit del Corpo mistico di Cristo, si pot definire la nuova vita semplicemente come un formarsi della vita di Cristo medesimo. Noi stessi -scrive Clemente Alessandrino 4 -, noi siamo divenuti per Iddio, grazie a Cristo, un inviolabile e sacro dono, poich in questo uomo portiamo l'immagine di Dio,

    3 TAZIANO, Or. ad Grate. 5, 6 (Otto VI, p. 26, 9ss): , , ' ... , , , . Cfr. anche ivi 7, (Otto VI, p. 30, 4s): Il Logos - . Il Divino in noi una ' parte di D i o ' , : ivi 7, 3 (p. 30, 7). Questa speculazione sulla ' parte di Dio in noi ' avr ancora una lunga storia.

    4 CLEMENTE ALESS., Strom. 7, 3, 16 (GCS 3, p. 12, 22ss).

  • LA PREPARAZIONE DELLA DOTTRINA NELLA TEOLOGIA PI ANTICA 27

    un'immagine che dimora in noi, ci familiare, condi-vide i nostri sentimenti e il nostro dolore 5. Origene si riferisce espressamente all'unit del Corpo di Cristo e della Chiesa, quando dice ' cristiformi ' i battezzati6.

    La parola e porta spontaneamente, soprattutto per il richiamo al testo di S. Paolo

    Gal 4,19 7, ad interpretare questo formarsi di Cristo

    in noi come uno sviluppo fino alla nascita, un farsi

    del Logos nei nostri cuori. Il , di Cristo signi

    fica anzitutto e soprattutto il suo divenire uomo, il

    farsi b a m b i n o 8 . Perci Clemente Alessandrino pu esclamare : L'uomo col quale il Logos coabita (il battezzato) ha la forma del Logos ( , ), diventa bello, perch simile a Dio. Si, diventa Dio, perch Dio vuol cos. mistero evidente : Dio nell 'uomo, e l 'uomo ' dio ' ! 9. La rappresenta

    zione del ' divenir bambino ' del Logos nel cuore del

    credente fu naturalmente propiziata da un concetto

    che abbiamo gi menzionato: il Logos un bimbo, in quanto vien generato dal cuore del Padre. Il Logos il ' pargoletto del Padre ' 10, a imitazione del quale

    5 Protr. 4, 59, 2 (GCS i, 46, isss). 6 Adv. Cels. 6, 79 (GCS Origenes 2, p. 150, 27SS; p. 151, 2):

    ' ... . Cfr. anche Comm. in Cani. 2 (GCS Origenes 8, Bhrens p. 167, 22s). - Homil. in Ezech. 6, 9 (Vili, p. 387, 22): Et Christos nos vult facere Deus . - Comment, injoh. 6, 6, 4 (IV, p. 115, i6s).-Frammento del Comm. in h. (PG 13, 217 A).

    7 .. Cfr. il , 2 Cor 3.18 e Rom 12,2.

    8 Cfr. GIUSTINO, Apol. , 5, 4 (Otto I, p. 20, ) : .

    Paia. 3, , 5 (GCS , p. 22ss). 10 Paia, , 5, 24 (GCS , . 104, 22): -

    Cfr. ivi (p. 104, 6ss) ... -

  • 28 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    noi nel battesimo diveniamo ' bambini ', riceviamo il ' modello del bambino '. Gi nell'antichit l'originaria designazione di Cristo come , modellata Sll' 'ebed del Vecchio Testamento, aveva il significato di ' figlio di Dio ', e sottraeva la parola ' servo ' a qual-siasi sospetto di subordinazianismo u. Di qui venne appunto l'idea, come abbiamo gi detto, dell'eterna nascita dal Padre, tanto che fin da Afraate il versetto del Salmo 109,3 veniva cos tradotto: Ex utero ab antiquo te puerum genui 12. E si univa al significato di il concetto dell'immutabile eternit del Figlio, cui compete un'eterna giovinezza e bellezza. Il Logos ' bambino ' perch principio e fine di tutte le cose 13. I battezzati, invece, sono bambini perch hanno rive-stito l'immortalit del Logos14 : essi partecipano ora dell'eterna giovinezza e bellezza del Logos. Cos dice Clemente Alessandrino : Noi possediamo la giovinezza che non invecchia, ... poich deve essere sempre nuovo chiunque partecipa del nuovo Logos. Ci che parte-cipa dell'eternit deve divenire simile all'Immortale,

    . ... ' .

    1 1 Cfr. . HARNACK, Die Bezeichnung Jesu als ' Knecht Gottes ' und ihre Geschichte in der alten Kirche: SB. der Berliner Ak. der Wiss. 192U, p . 212.

    1 2 AFRAATE, Demonstr. 17, 9 (Parisot I, p. 804). Cfr. I. O R T I Z DE URBINA, Die Gottheit Christi bei Afrahat (Orientalia Christiana 31, 1), R o m a 1933, p . 81s; Fr. LOOFS, Theophilus von Antiochien Adversus Marcionem und die anderen theologischen Quellen bei Irenus (Texte u. Unters. 46, 2), Lipsia 1930, p. 264, nota 2.

    13 CLEMENTE ALESS., Paid. 1, 6, 36 (GCS 1, p. n i , 14s): -, , Cfr. su questo argomento Religionsgesprch am Hof der Sassaniden (Texte u. Unters. 19, 3, Lipsia 1899, p. 13, 17s): ,

    1 4 CLEMENTE ALESS., Paid. , 6, 32 (Sthlin , p. 109, 16).

  • LA PREPARAZIONE DELLA DOTTRINA NELLA TEOLOGIA PI ANTICA 29

    s che per noi il riferimento all'et infantile significa la primavera della vita, in quanto la verit in noi eterna ... la sapienza fiorisce incessantemente, resta sem-pre identica, n subisce mutazione alcuna 15. Il Logos , quindi, il ' perfetto bambino ' 16, il ' Logos infan-tile ' 1 7 , che venuto nei nostri cuori per renderci partecipi, nel battesimo, della sua eterna giovinezza, in quanto noi riproduciamo il suo ' modo di vivere ', come Clemente dice espressamente : inafferrabile mistero! Egli ci ordina ... di riprodurre il modo di vivere di Cristo, di conservare Cristo degnamente e il pi a lungo possibile nel nostro intimo, di rinchiudere il Salvatore nel nostro cuore ( --.) 18. Per questo il Logos infantile divenuto anche bimbo umano, affinch attraverso il battesimo potesse abitare nei nostri cuori: attraverso il battesimo che la Vergine-Madre, la Chiesa, ci conferisce. dun-que esattamente in ordine a questi concetti sul Logos-bambino che Clemente indica la Chiesa come la ' por-tatrice del Logos ', essendo appunto la Chiesa l'unione di tutti quelli che divengono partecipi del Logos-bambino : C' pure una sola Vergine-Madre, ed per me motivo di gioia il poterla nominare : la Chiesa ... Essa riunisce i suoi figlioli per nutrirli con un latte santo, per mezzo del Logos in forma di bimbo. Perci essa

    15 Paia, , 5, 20 (GCS I, p. 102, 2ss). " Paia. 1, 5, 24 (GCS 1, p. 104, 14s). 1 7 Paia. 1, 6, 42 (GCS i, p. n j , 16). 1 8 Ivi, n. I2ss. - Anche nella teologia di IPPOLITO la grazia batte

    simale viene interpretata come un'immagine della bellezza del Logos giovanile: cfr. il suo scritto sulle benedizioni di Giacobbe (Texte u. Unters. 38, 1, p. 39, 7ss): , 8 .

  • 30 L 'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    non serba un latte materno: quale latte materno porta questo bel bambino, il Corpo di Cristo, che le som-mamente proprio, e con il Logos nutre i suoi figlioli 19 . Il medesimo pensiero suggerito dall'antica Sibilla cristiana in un passo assai ricco d'insegnamenti: Disse il Signore del mondo al suo figliolo: noi due vogliamo creare una natura mortale, nella quale imprimiamo la nostra immagine ... e memore di questo discorso il Logos discese nel creato, portando la sua fedele im-magine nella Vergine casta, che battezza con acqua 20. La Vergine la Chiesa, che porta il Logos-bambino.

    In questo quadro possiamo ora inserire anche la dottrina di Ireneo sul portare Verbum 21 - cos questa ritrova il senso reale che aveva nell'antichit cristiana e che la traduzione latina ha alquamo attenuato; e questa tipica dottrina di Ireneo si inquadra convenien-temente anche nella teologia pi antica, a cominciare dai di Ignazio. Anche per Ireneo ' portare il Logos ' significa serbarlo nell'intimo, nel cuore, dal

    momento che nel battesimo ci stata impressa l'im-

    19 Questa traduzione del testo alquanto corrotto segue la conget-tura assai probabile di O. FALLER (Gregorianum 6 (1925) p. 434). La traduzione di O. STHLIN (Bibl. d. Kirchenvter, Clemens von Alexan-drien I, Kempten 1934, p. 242) non esatta, secondo il contesto. Faller completa in esistente, che non avrebbe altrimenti alcun senso. Cos la Vergine Chiesa diventa la portatrice del Logos; e ci s'inserisce nel giro dei concetti che ora stiamo esaminando.

    20 Sibilla 8, 265-273 (GCS Geffcken p. 159): 265, , , . 270, ov - - . Cfr. F. J. DLGER, lchthys I, Mnster 1928, p. 98.

    21 Cfr. P. GCHTER, Unsere Einheit mit Christus nach dem hl. Irenus in ZkTh 58 (1934) 506s.

  • LA PREPARAZIONE DELLA DOTTRINA NELLA TEOLOGIA PI ANTICA 31

    magine dell' ' uomo celeste ' 22 ; ' uomo pu essere figlio di Dio ' solo nella comunione col Logos che si fa bambino : Filius Dei hominis filius factus ut per eum adoptionem percipiamus, portante nomine et ca-piente et complectente Filium Dei 23. La frequenza dell'espressione, e soprattutto la parola ' abbraccio ' del Figlio di Dio, indica gi chiaramente come dobbiamo intendere i molti altri testi sul portare Filium Dei. Questo portare vien detto espressamente anche di Maria 24. In netta antitesi con lo stesso Ireneo si considera come apice dell'Incarnazione il ' far posto in s al Logos ' da parte dell 'uomo: 2 5 .

    Difficilmente andiamo errati, se collochiamo in questo contesto, specialmente con la summenzionata speculazione di Clemente Alessandrino sulla Chiesa (ed

    22 Adv. haer 5, 11, 2 (Harvey II, p. 349): Quando autem iterum (portavimus) imaginera caelestis? Scilicet quando ait: abiuri estis credentes in nomine Domini et accipientes eius spiritimi .

    23 Adv. haer. 3, 16, 3 (Harvey II, p. 84). 21 Adv. haer. 5, 19, 1 (Harvey II, p. 376): Per angelicum sermo-

    nem evangelizata est ut portaret Deum obediens eius verbo . 25 Adv. haer. 3, 19, (Harvey II, p. 103). - Secondo noi s'inse

    risce qui a proposito anche un altro testo di IRENEO, finora riferito esclusivamente al ' farsi bambino ' nel seno della Santa Vergine (cfr. P. GCHTER, op. cit., p. 513), ma che sembra indicare in detto signi-ficato il ' farsi bambino con noi ', per crescere in noi e con noi nel cuore del credente. Il testo sta in Adv. haer. 4, 38, 2 (Harvey II, p. 295): , , ' , , . Dal si deduce chiaramente che questo ' farsi bambino ' avviene nel senso del nostro umano ' esser bambini ' ( ) , s che l'inabitazione in noi si compia nel modo significato da questa particolare condizione del bambino. Il testo dunque in perfetta consonanza con le affermazioni di C L E -MENTE ALESS. in Paedag. 1, 6.

  • 32 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    anche la teologia ugualmente precisa del discepolo di Ireneo, Ippolito), le tanto discusse2e affermazioni di Ireneo sulla nuova nascita dalla Vergine immacolata: Come pu l'uomo trasformarsi in Dio, se Dio non viene prima negli uomini? Ma come potr l'uomo abbandonare la generazione mortale, se non in virt della nuova generazione, che Dio ha attuato, in modo meraviglioso e incomprensibile, qual segno della sal-vezza, dalla Vergine per mezzo della fede? 27. Queste parole si comprendono se riferite alla Vergine Maria e alla generazione fisica di Cristo. Ma anche qui il modello ci porta immediatamente alla copia, alla Ver-gine-Madre, alla Chiesa. Infine, Ireneo riferisce alla Chiesa, al purissimo seno materno che partorisce gli uomini a Dio 28, le espressioni che direttamente ri-guardano Maria. In questo modo, esattamente con la tipologia di Ireneo e col parallelismo Adamo-Cristo, che tutto informa, anche il rapporto Eva-Maria-Chiesa visto nel suo insieme in ordine al fine dell'opera della salvezza, ossia in ordine alla nascita incessante-mente rinnovantesi dei figli di Dio riuniti in un sol corpo: quindi, in breve, alla nascita del Cristo mistico dal seno materno della Chiesa. Si noti che queste antiche speculazioni cristiane intorno alla nascita del Logos-bambino sono da ascriversi chiaramente ai contorci-menti dottrinali dello gnosticismo, e che possiamo forse scorgere proprio nella dottrina gnostica anche la parte di concetti ellenistici.

    211 Cfr. P. GALTIER, La vierge qui nous rgnre in Recherches de science religieuse 5 (1914) 136. - F. VERNET; Dictionnaire de thologie catholique VII, Parigi 1922, e. 2485SS.

    27 Adv. haer. 4, 33, 4 (Harvey II, p. 259). 28 Adv. haer. 4, 33, 11 (Harvey II, p. 266).

  • LA PREPARAZIONE DELLA DOTTRINA NELLA TEOLOGIA PI ANTICA 33

    caratteristico per la gnosi, specialmente per quella di Valentino e dei suoi discepoli, il fatto che essa riduca l'aspetto storico-umano della persona e dell'opera di Cristo ad una singolare spiritualit, che concerne solo l'esistenza primordiale del Logos e fa della redenzione un'unione pneumatica dell'anima col Logos 29. Il Logos che discende nelle anime l'eterno giovanile uomo celeste 30. Quella di Valentino una visione tipica del Logos: questi gli appare come un bimbo appena nato, che alla domanda ' chi sei ? ' risponde : ' io sono il Logos ' 3 1 . Secondo questa dottrina, quindi, l'Incar-nazione non si compie solo una volta, il Logos prende corpo continuamente nell'umanit: l il Logos s' fatto uomo, dove a qualche uomo s' aperta la gnosi di Dio, e s' avvertito il sentimento che l'anima con Dio una cosa sola 32. In questo quadro sono da inse-rirsi anche i molti racconti di altre visioni del bello e raggiante Logos-bambino, caratteristiche delle gnostiche storie degli Apostoli 33.

    29 Cos ERACLIO, discepolo di Valentino, in ORIGENE, In Ioannem comment. 2, 21, 137 (GCS Origenes 4, p. 77, 25): . Cfr. J . . STEFFES, Das Wesen des Gnostizismus und sein Verhltnis zum katho-lischen Dogma, Paderborn 1922, p. 157s.

    30 IPPOLITO, Elenchos 6, 35 (GCS Hippolyt 3, p. 164, 24 e p. 165. ) . Cfr. A. HiLGENFELD, Die Ketzergeschichte des Urchristentums, Lipsia 1884, p. 469s.

    3 1 IPPOLITO, Elenchos 6, 42 (GCS Hippolyt 3, p . 173, 22ss): , , - , . Per la stessa descrizione in Eraclio, cfr. HILGENFELD, op. cit., pp. 499, 501, 504.

    12 STEFFES, op. cit., p. 162. 3 3 Per la raccolta dei testi cfr. HARNACK, Die Bezeichnung Jesu

    als Knecht Gottes, p. 215SS.

  • 34 L'ECCLSIOLOGIA DEI PADRI

    Qui - e certamente anche in Clemente Alessandrino, per quanto concerne il suo linguaggio - si pu pensare a influssi ellenistici. La tarda speculazione greca sul sorridente fanciullo divino Dioniso 34, ma special-mente la raffigurazione di Aio, venerato proprio in Alessandria, come un fanciullo 35, e le idee della reli-giosit ermo-poseidonica sul Dio inabitante nel nostro intimo36: tutto ci pu aver contribuito allo sviluppo delle dottrine gnostiche sul Logos-bambino che nasce in noi. Ma queste hanno influito certamente poco sul formarsi delle concezioni propriamente cristiane; per-ci la dottrina della nascita di Dio nel cuore da con-siderarsi di origine genuinamente cristiana 37.

    34 Cfr. H. HEYDEMANN, Dionysos' Geburt und Kindheit (= Hal-lisches Winkelmannprogramm io) , Halle 1885, p. 38s; O. KERN, Orpheus. Eine religionsgeschichtliche Untersuchung, Berlino 1920, p. 5iss; H. GRESSMANN, Gtterkind und Menschensohn: Deutsche Literaturzei-tung 1926, e. 1977SS.

    35 Cfr. H. GRESSMANN, Tod und Auferstehung des Osiris (Der alte Orient 24, 1), Lipsia 1923, p. 23. - Contro, E. NORDEN, Oie Geburt des Kindes, Lipsia 1924, p. 28, nota 5. - Sulla festa del 25 Dicembre in Alessandria, in cui Elio era venerato come bambino (cfr. MACROBIO, Saturn. 1, 18, io : Parvulus videtur hiemali solstitio ... parvus et infans ) cfr. FR. BOLL in SB. der Heidelberger Ah. 1910, p. 40ss; E. NORDEN, op. cit., p. 26. - Sulla festa del natale di Dioniso il 6 Gennaio nell'isola di Andros, cfr. FR. C U M O N T , Le Natalis invidi. Extrait des Comptes rendus des sances de l'Acadmie des Inscr. et Belles Lettres, 1 9 1 1 , p . 292SS.

    36 Una raccolta degli antichi testi su queste concezioni religiose si trova in H. LEISEGANG, Der heilige Geist, Lipsia 1919, p. 104SS.

    37 Nell'esegesi storico-religiosa si soliti citare per Gal 4, 19 alcuni testi provenienti dalla mista religiosit ellenistica. Fra questi la nota sentenza di un PAPIRO, una preghiera ad ERMA : Vieni in me, Erma, come il b imbo nel seno materno. Tu sei io e io sono Tu ... poich io sono la tua copia; KENYON GREEK PAPYRI I, 116. Cfr. ivi I, 102: Entra nell'anima di questo bimbo, affinch essa si modelli sulla Tua immortale forma . Un altro testo, tratto da un papiro magico, su un uso magico del latte:

  • LA PREPARAZIONE DELLA DOTTRINA NELLA TEOLOGIA PI ANTICA 35

    Siamo cos giunti a quel punto dell'antica teologia cristiana, in cui per la prima volta appare una precisa testimonianza della dottrina della nascita di Dio: in IPPOLITO R O M A N O . La sicurezza e la frequenza con cui

    questo concetto qui si presenta mostra chiaramente che noi ci troviamo dinanzi a una dottrina assai ante-riore alla sua prima casuale testimonianza. Ci giusti-fica le suesposte interpretazioni degli antichi testi cri-stiani.

    - . . PREISENDANZ, Papyri graeci magici I, p . 4, 20s. Cfr. K. WYSS, Die Milch im Kultus der Griechen und Rmer (Religionsgesch. Vers. u. Vorarb. 15, 2), Bonn 1914, p. 56. Quale rapporto possa avere questo testo, come anche il precedente, con un ' mistero della rigenerazione ', non si sa. Tuttavia l'apparente somiglianza col genuino pensiero cristiano si pu stabilire in base a testi sicuri tratti dal CORPUS HERME-TICUM. Cfr. 13, 3 (Scott I, p. 240, 14SS): & ... 6 , ' . Ivi 13, 8 (Scott , . 244, I5s): , , - , . Ma questi testi partecipano della comune incertezza della datazione dell'intero Corpus. N o n a torto si potr supporre un influsso cristiano.

  • 2 .

    LA D O T T R I N A NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA

    IPPOLITO discepolo di IRENEO X. Ci per noi

    di grande interesse, perch la dottrina del discepolo ci consente cos di conoscere e completare quella del maestro. In Ireneo non ancor completamente chiaro se con piena ragione si possa affermare il transito dalla nascita del Logos dalla Vergine Maria alla nascita del Corpo mistico di Cristo dalla Vergine-Madre Chiesa. La soluzione ci data da Ippolito.

    Secondo la teologia di Ippolito, uno solo il ' Figlio di Dio ', il Logos incarnato, il quale riunisce tutti quelli che credono in lui nell'unico e perfetto ' uomo ', ossia nell'unico Corpo mistico del Logos, che ha assunto la nostra comune natura 2: , -

    . L'accesso alla misteriosa unit dell'unico

    1 Cfr. H. ACHELIS, Hippolytstudien (TU 16, 4), Lipsia 1897, p. 27. Sulla teologia della Chiesa in Ippolito, cfr. A. HAMEL, Kirche bei Hippolyt von Rom, Gtersloh 1951, pp. 56-59, 202-205. In tutta quest'opera vien presentato assai bene, al termine dei singoli capitoli, il rapporto tra Ippolito e Ireneo.

    2 De Antichr. 3 (GCS Hippolyt i, 2, p. 6, i6s).

  • 38 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    ' uomo avviene nel battesimo e si compie quando

    ' noi tutti ' diveniamo l'unico ' Israele ', cui dato di

    ' vedere Dio ' in quella visione di Dio che per natura

    compete solamente al Logos, poich questi l'unico

    -3-. - , '

    , --

    . E solo

    l'unigenito della Vergine d all'eterno Padre il ba-

    cio della perfetta unione con Dio ; con lui, invece,

    e in lui tutti coloro dei quali il Logos il primogenito 4.

    3 lui (p. 6, 17-19). - Il vero ' Israele ', quello che ' vede Dio ' (per questo significato, che risale a Filone, cfr. FR. WUTZ, Onomastica sacra (Texte u. Unters. 41, 1), Lipsia 1914, pp. 88. 526. 583) : Contr. Noet. 6 (PG io, 812 A). Ippolito colloca il fine della redenzione nella visione di Dio attraverso l'associazione al ' Figlio di Dio per natura '. Questo concetto appare per alquanto sbiadito nella sua dottrina della re-denzione sulla terra, in cui si ha una tendenza assai marcata a consi-derare l'atto redentore del Verbo incarnato esclusivamente in rapporto al principio della visione di Dio nella fede. Di qui anche il suo concetto della Chiesa: la Chiesa una 'comunit d'istruzione'. E ci ben s'accorda con la dottrina che veniamo esponendo. Infatti, se il Logos generato nell'atto conoscitivo del Padre ( , cfr. nota seg.), cos anche la rigenerazione in noi, che ne l'immagine, anzitutto un ' conoscere ' nella fede. Lo dimostra chiaramente il testo principale (cfr. nota 7): la Chiesa, ammaestrando tutti i popoli, genera nel suo cuore il Logos. - Per la dottrina del quale unico ' Israele ', cfr. anche la speculazione su Adamo-Cristo, derivata da Ireneo: Elenchos io, 33 (GCS Hippolyt 3, p. 291, I9ss): . Antchr. 26 (GCS , 2, . 19, is): ^ - ' '.

    4 Segnungen Jakobs 7 (Texte u. Unters. 38, ), Lipsia 1911, p. 18, 3ss: . Cfr. anche Texte u. Unters. 26, , Lipsia 1904, 9, iss. - Si noti fin d'ora, per la comprensione delle idee che veniamo esponendo, che la dot-

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 39

    Or come il perfetto uomo Ges Cristo secondo la sua fisica natura umana stato generato dalla Vergine e secondo la natura divina ( ) dal cuore del Padre in una generazione spirituale5, cos pure la rigenerazione dei credenti, che un'immagine della generazione del Logos: da Dio e dalla Vergine. Qui appare completamente chiaro il parallelismo Maria-Chiesa. Ippolito dice espressamente che il piccolo Gio-vanni ha sussultato nel seno materno per preannunziare la futura meravigliosa rigenerazione da ' Spirito e Vergine '. La Vergine che porta in seno il Logos per la Chiesa 6.

    trina dell'unico uomo Cristo ebbe un peso determinante per la mistica del periodo successivo, addirittura fino ad ECKEHART; infatti la dot-trina di IPPOLITO si trasmette da METODIO a GREGORIO DI NISSA e da questi a MASSIMO CONFESSORE, la cui mistica si introduce poi, tramite SCOTO ERIUGENA, in Occidente.

    5 Elenchos io, 331 (GCS III, p. 289, 3s): . -Antichr. 26 (GCS , 2, . 8 , 2 e . 19, ) : ... , , , - . - Contr. Noet. 16 (PG io, 825 ) : ; ivi 4 (PG io, 809 ) : . - Ivi 17 (PG io, 828 ): .

    6 Antichr. 44 (GCS , 2, . 28, 20ss): . L'interpretazione di questo testo, alquanto diffcile, nel senso della nascita bat-tesimale potrebbe essere avvalorata dall'espressione . Il parallelismo con la nascita del Logos da Maria cos immediata-mente espresso. Antichr. 45 (GCS I, 2, p. 28, 23s): . Anche qui, dunque, Maria ' portatrice del Logos ' modello della Vergine-Madre Chiesa che genera il Logos.

  • 40 L'ECCLSIOLOGIA DEI PADRI

    Grazie a questi concetti teologici fondamentali for-mulati da Ippolito, ora ben intelligibile il testo in cui per la prima volta si parla della nascita del Logos nel cuore. Riferendosi alla visione del XII capitolo del-l'Apocalisse, Ippolito dice : Bench in questo mondo sia perseguitata dagli infedeli, la Chiesa non ha mai cessato di generare dal suo cuore il Logos. Essa ha parto-rito, come si dice, un figlio maschio, cui spetta il do-minio su tutti i popoli, il virile e perfetto Cristo, il Figlio di Dio, Dio e Uomo ... e la Chiesa, generandolo continuamente., ammaestra tutti i popoli 7.

    Cristo, dunque, il Logos incarnato, colui che la Chiesa partorisce incessantemente, quello ' unico Cristo ' che in s porta tutti i popoli all'unit. Noi sappiamo che Ippolito ha scritto un'apologia dell'Apocalisse con-tro Caio e gli ' Alogi ' 8 . Questa esegesi della visione apocalittica del Logos ha dunque un significato parti-colare. Nessun dubbio che noi ci troviamo qui dinanzi a una dottrina gi molto diffusa.

    Ippolito pure il primo testimone per la dottrina secondo la quale il rapporto tra Cristo e la Chiesa si estende anche alle anime singole o, meglio, nella Chiesa si compie ci che essenzialmente ha luogo nella grazia dei ' molti ' 9 . Perci non c' da stupirsi se ci che

    7 Antichr. 61 (GCS I, 2, p. 41, i8ss; p. 42, ) : , , , , , , , ... .

    8 Cfr. . BARDENHEWER, Gesch. d. altk. Lit. II, 2, Friburgo 1914, p. 569.

    8 Cfr. in Cani. Cantic. (GCS Hippolyt I, i, p. 372, 29ss): la Chiesa sposa e sorella di Cristo; cos pure p. 353 e 369. - La Chiesa: ivi, pp.

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 41

    stato detto della Chiesa s'applica ora anche alla nascita del Logos nell'anima. Nel Commentario a Daniele, Ippolito dice 10 : La bocca del Padre ha fatto uscire da s un Verbo puro, ed un secondo Verbo n appare di nuovo generato dai Santi: generando continuamente i Santi, egli stesso vien generato a sua volta dai Santi . In ogni modo la relazione con la generazione battesi-male si deduce chiaramente dal testo: il Logos genera i Santi e in ci consiste la sua singolare nascita nel cuore del credente.

    Possiamo completare anche da un altro lato questa dottrina genuinamente ippolitiana, ma evidentemente attinta, nel suo complesso, dalla tradizione. I due capi-toli conclusivi della Lettera a Diognete, che probabil-mente non fanno parte della medesima Lettera e che prima venivano indicati come frammento d'uno scritto di Ippolito, contengono anche la nostra dottrina, e in

    356. 360. 369, ecc. - Cfr. anche nell'edizione completa del Commen-tario al Cantico dei Cantici (Texte u. Unters. 23, 2, Lipsia 1903), - 33, 29s

    10 In Daniel. 1, io, 8 (GCS I, 1, p. 17, i6ss). Per il concetto del-l'inabitazione del Logos nel cuore del credente, cfr. in IPPOLITO ancora il Comm. in Cant. Cantic. 15, 1 (Texte u. Unters. 23, 2, p. 63s), ove Maddalena, baciando i piedi di Ges (Giov. 20,17), dice: Io non Ti lascio finch non T'ho introdotto nel mio cuore, non volendo staccarmi dall'amore di Cristo. Infatti, preparandogli di fatto una dimora nelle viscere (nell'intimo), essa s'assicur l'amore di Cristo . -In Cant. Cantic. 19 (GCS I, 1, p. 363, 35): Fissare Cristo nell'uomo interiore . - Cos Ippolito perviene anche ad un altro concetto, che pi tardi, come vedremo, ha conseguito un particolare significato in connessione con Mat 12,50 ( & ... ... ): chi in virt della grazia conduce una vita secondo Dio, diventa Madre di Cristo. Cfr. In Cant. Cantic. 19 (GCS I, 1, p. 372, 16): chi porta su di s la croce di Cristo, diventa ' Madre di Cristo '.

    11 II testo del Commentario non stato trasmesso con esattezza. Presumibilmente si deve leggere : Una seconda (altra) volta .

  • 42 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    uno stile cos tipicamente ippolitiano, che si voluta vedere anche in questo una prova della provenienza di questi brani da Ippolito 12. Nell'undicesimo capitolo si legge che i credenti hanno appreso dal Logos i misteri del Padre e che appunto per questo il Logos venuto quaggi 13 : Per questo (il Padre) mand il Logos : affinch fosse conosciuto dal mondo. Questi colui che esisteva dall'inizio, apparve come nuovo, e si trov ch'era il Vecchio, e che nasce sempre nuovo nei cuori dei Santi. Egli l'Eterno, del quale detto (Sai 2,7) che ' oggi egli il Figlio '. Per lui viene arricchita la Chiesa e aumentata la grazia che si sviluppa nei Santi .

    12 Cos CHR. BUNSEN, Hippolytus und seine Zeit, . I, Lipsia 1852, p . 199s. Cfr. anche N . BONWETSCH, Der Autor der Schlusskapitel des Briefes an Diognet (Nachrichten der kgl. Gesellschaft der Wissensch. zu Gttingen, phil. - tust. Klasse, 1902), p. 631. - N o n ha avuto suc-cesso il tentativo dell'Archimandrita CARPATHIUS (in ZhTh 50 (1926) 336) di colmare lo spazio mancante tra il cap. io e il cap. 11 con un testo d'un manoscritto arabico pubblicato da A. M A I (Spicilegium Romanum 3, p. 704s), e provare cos l'autenticit del capitolo conclu-sivo. Il brano suddetto non che un frammento derivante da IRENEO, noto gi da molto tempo, che inoltre nel Mai deturpato da un gros-solano errore di traduzione. Cfr. H. JORDAN, Armenische Irenus-fragmente (Texte u. Unters. 36, 3, Lipsia 1913), pp. 69.73. - Cfr. anche P. ANDRIESSEN, L'Epilogue de l'Epitre Diognhte in Recherches de Thologie ancienne et mdivale 14 (1947) 121-156. - Per lo stato attuale della questione, cfr. l'edizione critica della Lettera a Diognete: H. J. MARROU, Sources chrtiennes 33, Parigi 1951, pp. 219-227. Marrou ritiene che entrambi i capitoli conclusivi appartengono al medesimo autore dei precedenti, che tuttavia in stretto rapporto con Ippolito almeno con la sua epoca .

    Lettera a Diognete t i , 2 (Funk-Bihlmeyer p. 148, 25SS): , ,/ ... ' - , 6 , , - ' .

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 43

    Il testo importante soprattutto per l'adeguata co-noscenza dello svolgimento storico della dottrina, per-ch qui appunto per la prima volta non soltanto presentata esplicitamente la nascita del Logos quale principio della nuova vita nel battesimo, ma vien considerata espressamente come nascita del Logos anche la permanenza morale della grazia battesimale, lo ' sviluppo della grazia '. Di qui segue ancor chiara-mente che la nascita ' sempre nuova '. E ci non solo in quanto dal battesimo vengono generati sempre nuovi Santi, ma anche perch il Logos, per l'aumento della grazia, prende nelle singole anime una forma sempre nuova.

    Questo concetto ci porta a ORIGENE, dal quale ebbe quella formulazione classica che doveva poi so-pravvivere per diversi secoli. Nella sua dottrina della grazia Origene ha dato grande rilievo specialmente alle aspirazioni morali e ascetiche, all'ascesa interiore. Proprio per questo motivo importante rilevare che in Origene il progresso morale come ogni incremento della vita di grazia si fa sempre risalire al fondamento reale, ossia alla grazia battesimale 14. Ed giusto no-tarlo qui, trattandosi appunto della sua dottrina sulla nascita del Logos nel cuore dei credenti. Con evidente compiacimento, infatti, questa tesi viene applicata alla vita morale in senso stretto. L'essenziale , anche per Origene, la nuova nascita nel battesimo. Nella trasfor-mazione dell'anima nell'immagine del Logos inabi-tante sta il primo principio della nuova vita divina.

    14 Per la descrizione dettagliata di questi concetti e delle loro motivazioni (da ricercarsi soprattutto in una posizione antignostica di Origene), cfr. il nostro articolo Taufe und geistliches Leben bei Ori-genes in Zeitschrift fr Aszese und Mystik (1932) 205ss.

  • 44 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    Nel battesimo comincia quindi l'inabitazione del neo-nato Logos nell'anima 15. Qui per la prima volta emerge nella storia della vita interiore quella mistica domanda, che d'ora in avanti non verr pi cancellata : Che giova a me se Cristo nato dalla Vergine Santa, ma non nel mio intimo?: ri - , ; 1 6

    Quid enim tibi prodest, si Christus quondam venit in carne, nisi ad tuam quoque animam venerit? Oremus ut illius cotidie nobis adventus fiat et possimus dicere: vivo autem iam non ego, vivit vero in me Christus 17. In una commovente preghiera Origene ha una volta esclamato in una Omelia : Omnipotens dominator Deus, praesta, ne umquam accidat nobis,

    15 II suaccennato concetto di Ippolito (ci che prima si verifica nella Chiesa, Sposa e Madre di Cristo, si verifica ugualmente nell'ani-ma) gi interamente elaborato in Origine: esso alla base della sua spiegazione del Cantico dei Cantici. ' Chiesa ' , secondo lui, coetus omnium sanctorum, quasi omnium una persona, congregata ex multis animabus . Cfr. Comment, in Cant. (GCS Vili, p. 90, 5s e p. 153, 15). Perci l'anima, a somiglianza della Chiesa, ' Sposa di Cristo ' e genera a lui figli spirituali. L'idea della maternit spiri-tuale della Chiesa, che s'esprime specialmente nel battesimo, pu essere qui solo accennata in quanto si riferisce alla nascita delle singole membra del Corpo mistico di Cristo, bench, come abbiano gi detto, essa sia in stretta relazione con la dottrina della nascita di Cristo. Cfr. Comment, in Cant., Prl. (GCS Vili, p. 74, 145s): la Chiesa Sposa di Cristo ut concipiat ex eo castam filiorum generationem, utpote concepii ex semine quidem Verbi Dei, editi vero genitique vel ab immaculata Ecclesia vel ab anima solo Verbi Dei amore fla-grante .

    16 In Ieremiam homil. 9, 1 (GCS Origenes III, p. 64, 7s). Cfr. MEISTER ECKEHART (Pfeiffer, p. 3, 6ss): Ez sprichet sanctus Augu-stinus, daz disiu geburt iemer geschehe. So si aber in mir nieht geschihet, waz hilfet mich daz ? Aber daz si in mir geschehe, d lit ez allez ah . -Altri testi su questo argomento in E. UNDERHILL, Mystik, Monaco 1928, p. 161.

    17 In Lucam homil. 22, 1 (GCS Origenes IX, p. 144, ioss).

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 45

    ut Jesus Christus, posteaquam surrexit a mortuis, rur-sus moriatur in nobis... quid mihi prode est, si in me et in meo corde non vivit et si in me opera vitae non perficit? 18.

    Il concetto fondamentale di questa dottrina ascetica della grazia dunque la discesa del Logos nel corpo della Vergine e la continuata ripetizione della nascita nel suo Corpo mistico 19. Nel battesimo le anime ven-gono rimodellate in ' immagine dell'immagine di Dio ' 20. L'anima assume le belle sembianze dell'eterno Logos 21. Fin dal battesimo essa reca in s ' immagine

    18 In Uh. Iudic. homil. 2, 2 (GCS Origenes VII, p. 473, iss). 19 In Lucam homil. 12 (GCS IX, p. 84, 5ss) : Audite pastores

    ecclesiarum, pastores Dei, quod semper angelus eius de coelo descendat et annutiet vobis quoniam natus est vobis hodie Salvator qui est Chri-stus Dominus . - Cfr. anche Homil. in Cant. 2, 4 (GCS VIII, p. 48, I5ss), dove si dice che la discesa di Ges si ripete continuamente.

    20 In Lucam homil. 8 (GCS IX, p. 56, 8ss) : Si considerem Do-minum Salvatorem imaginem esse invisibilis Dei et videam animam meam factam ad imaginem conditoris ut imago esset imaginis... unusquisque nostrum ad imaginem Christi formans animam suam... quando igitur grandem fecero imaginem imaginis, id est animam meam ... tunc imago Dei grandis efficitur et ipse Dominus, cuius imago est, in nostra anima magnificatur . Cfr. De Oratione 22, 3 (GCS II, p. 348, 24ss): / , . Ivi (. 349, 8s): .

    21 Come nella dottrina della ' immagine dell'immagine ', cos in quella del ' bel Logos ', ORIGENE riferisce solo quel che aveva gi insegnato CLEMENTE ALESSANDRINO. La bella forma del Logos, im-pressa nell'anima, vien fatta risalire espressamente al battesimo, in cui ha inizio l'inabitazione del Logos. Cos ORIGENE fa parlare l'anima : Habeo tamen pulchritudinem meam mecum ; namque et in me est illud primum quod ad imaginem Dei in me factum est; et nunc accedens ad Verbum Dei recep speciem meam ..., ' formosa ' sum, suscepi enim in me Filium Dei, recep Verbum carnem factum, accedi ad eum, qui est imago Dei... et facta sum formosa . Comment, in Cant. 2 (GCS Vili, p. 114, Qss). Che la bellezza del Logos promani dal battesimo detto ancora espressamente a p. 155, 11. Cfr. anche

  • 46 L'ECCLSIOLOGIA D E I PADRI

    dell' uomo celeste ', e per questa mirabile trasformazione diviene il tempio dell'inabitante Trinit divina 22. Dac-ch riposa nel pi profondo e segreto ricettacolo del cuore 23, l'eterno Re passeggia nell'ampio spazio del cuore, per rivelare all'anima i misteri del suo adventus 24.

    p. 141, 31 : ' . Logos ed eterna bellezza: Comment, in Cant. (GCS Vili, p. 90, 18; p. 175, 9; p. 176, 13 . . .) . Anche Origene dimostra che su questa idea ha influito la speculazione ellenistica, come abbiamo gi veduto in Clemente. Il Logos bello in quanto la Sapienza di Dio, e ' i sapienti sono belli ', come dicono anche i sapiente* saeculi (cfr. Comment, in Cant., GCS Vili, p. 233, 2ss).

    " Comment, in Cant., Prol. (GCS Vili , p. 67, 6): Qu i portt imaginera caelestis secundum interiorem hominem . - Per la con-seguente inabitazione della Trinit, cfr. ivi (p. 69, 28ss) e Comment, in Cant. 2 (p. 165, 9ss).

    " Comment, in Cant. 2 (GCS Vili, p. 165, 2s): Habet ergo rex iste, qui est Sermo Dei, in ea anima quae iam ad perfectum venerit, recubitum suum . Egli riposa in coloro qui tantam Verbo Dei cordis sui latitudinem praebent ut etiam in iis deambulare dicatur {ivi, p. 164, 27SS). - Diamo qui intenzionalmente testi tratti dal C O M -MENTARIO AL CANTICO DEI CANTICI , giacch in Origene si perfeziona, per influsso dell'antica psicologia, quel modo d'esprimersi che ha inciso poi profondamente nel linguaggio della mistica posteriore. Qui, nella psicologia ellenistica dell' , del principale cordis, del ' segreto fondamento del cuore ', i posteri hanno trovato gli esempi del tipico linguaggio mistico. Favorite dalla versione latina di R U F I N O , queste idee sono penetrate agevolmente nella mistica latina. Nella ' parte pi intima dell'anima ' (cfr. ORIGENE, ivi, p. 139, 8: cordis secreta; . 108, 25.30: Christi arcanus et reconditus sensus ), la Chiesa, l'anima, abbraccia il Logos in essa inabitante: Principale cordis, in quo Ecclesia Christum vel anima Verbum Dei desiderii sui vinculis alligatum tenet et adstrictum (ivi, p. 170, 14s).

    2t In Lucam homil. 21 (GCS IX, p. 141, ioss): Intrinsecus via praeparanda est D o m i n o et in corde nostro rectae et aequales semitae componendae, haec est via per quam ingressus est Sermo Dei qui in humani cordis capacitate consistit. M a g n u m est cor hominis et spatiosum et capax, si tamen m u n d u m fuerit... . Ivi, (p. 142, 6ss) : Praepara viam Domino ... ut absque offensa ulla deambulet in te Verbum Dei et donet tibi mysteriorum suorum adventusque noti-

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 47

    La teologia dell'inabitazione di Cristo nel cuore conduce nella medesima direzione che abbiamo potuto rilevare in Ippolito. per tipicamente origeniano che questa grazia quiescente sia intesa qual principio immanente della vita che sempre urge: l'inabitante Logos vuol crescere, deve di giorno in giorno divenire pi grande 25. Ci porta immediatamente a concepire il progresso morale come una riproduzione dello svi-luppo del Logos-bambino nel seno della Vergine: il suo adventus nell'anima un mistico concepimento e una nascita santa. Nel battesimo il Logos accolto nel cuore del credente: il concepimento e la nascita si ripetono sempre incessantemente nel cuore, nel desi-derio intenso degli effetti della grazia fino al vertice

    tiam . - Cfr. anche Homi!, in Cani. 2, 3 (GCS Vili, p. 45, 27ss) : Quis ita beatus est ut habeat hospitem in principali cordis, in medio uberum, in pectore suo, Sermonem Dei ? . - In Lucam homil. 20 (GCS IX, p. 132, uss): Si quis vestrum Dei Patris est, habet in medio sui Iesum. lui 15 (GCS IX, p. 103, 25SS): Tu quoque si vis tenere Iesum et amplexari manibus... ducem habeas Spiritum ve-niasque ad templum Dei (ad Ecclesiam) . - Comment, in Cant. 1 (GCS Vili, p. 102, 8s): Trahit enim unaquaeque anima et absumit ad se Verbum Dei pro capacitatis et fidei suae mensura .

    25 In Lucam homil. 20 (GCS IX, p. 135, 21s): In nobis est ut ad mensuram perveniamus aetatis corporis Christi . Con piacere Origene applica a ci le parole di Lue 2,52 ( Iesus proficiebat ). Cfr. Comment, in Cant., Prol. (GCS VIII, p. 85, 14): Propter nos et in nobis ipse dicitur proficere . Cos pure ivi, p. i n , 18 e p. 164, os. Cfr. W. VLKER, Das VoUkommenheitsideal des Origenes, Tubinga I93i> P- 99s, dove per i documenti che testimoniano per la nascita mistica del Logos nel cuore del credente sono molto radi. L'anima, in conseguenza dell'inabitazione del Logos, deve crescere ogni giorno, poich il Logos medesimo che vuol crescere. Comment, in Cant. 3 (GCS Vili, p. 193, ioss): Animae ... quae cotidie innovantur ad imaginem eius qui creavit eas; quia enim per innovationem sui ima-ginera in se rparant Filii Dei. Ivi 4 (GCS Vili, p. 233, 22s): Nec diceret (Verbum) eam speciosam nisi videret imaginem eius reno-vari de die in diem .

  • 48 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    della visione di Dio 26, in cui vedremo il Padre come ' figlio , modellato nel Figlio. Richiamandosi a un passo dell'Esodo, Origene dice : Mulier praegnans di-citur anima quae nuper concepir Verbum Dei. De tali autem conceptione legimus et in alio loco scriptum (Is 26, 18): a timore tuo, Domine, in utero concepi-mus et peperimus... formatas infans potest videri Sermo Dei in corde eius animae, quae gratiam baptismi consecuta est vel quae evidentius et clarius verbum fidei concepit 27.

    Anche in Origene, come in Ippolito, si esibisce la nascita del Logos nel cuore come ricezione della grazia nel battesimo, onde accedere alla visione di Dio : un accoglimento del verbum fidei. Come una volta fu Maria ad accogliere il Logos con la ' parola della fede ', cos ora anche la Chiesa, e per suo tramite l'anima, deve divenire, a somiglianza di Maria, ' portatrice del Logos', deve partorire nel suo cuore il Logos: ci che una volta si comp in Maria per opera dello Spirito Santo, deve ripetersi misticamente nel Corpo di Cristo 28. Cos la Chiesa, come anche l'anima, in

    26 Cfr. In loannem comment. I, 16 (GCS Origenes IV, p. 20, 15SS): (= in cielo) & &, - , . Un identico concetto, che riecheggia del resto quello di IPPOLITO, cfr. in Comment, in Cant. 3 (GCS Vili, p. 215, iss): Solus namque Christus est qui vidit vel agnoscit Patrem . Ma in Christo revelante possono vederlo anche i puri, i battezzati.

    27 In Exod. homil. io, 3 (GCS Origenes VI, p. 248, oss; p. 205, 2iss).

    28 Homil. in Cant. 2, 6 (GCS Vili, p. 51, 5ss): Nativitas Christi ab umbra sumpsit exordium. Non solum autem in Maria ab umbra eius nativitas coepit, sed et in te, si dignus fueris, nascitur Sermo Dei. -

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 49

    questa spirituale generazione diviene Madre di Cristo :

    Dio ' apre il seno materno ' della Chiesa e dell'anima

    ad una misteriosa nuova generazione 2 9 .

    Si ha la chiara impressione che Origene non ha

    bisogno di tante giustificazioni per questa dottrina,

    alla quale i suoi uditori erano evidentemente avvezzi.

    Essa basata sul doppio senso di : la parola della

    fede giunge nei cuori degli ascoltatori (qui palese

    l'influsso della menzionata psicologia antica), nei quali

    si trasforma nel : con la parola Cristo entra nel

    cuore per lasciarsi in esso modellare. tipico in questa

    dottrina il ricorso ai due testi di Is 26,18 e Gal 4,19,

    che d'ora in avanti compariranno sempre insieme nella

    storia di questa idea3 0 . Tali concetti sono raccolti

    insieme da Origene in uno dei passi pi belli delle

    sue prediche, dov'egli parla del compito del sacerdote

    di ' seminare la parola di Dio ' nei fedeli3 1 : Qui

    L'idea del concepimento ' mediante l'audizione della fede ' impor-tante per la comprensione dell'evoluzione dottrinale sulla quale stiamo indagando. In Agostino proprio il fondamento della dottrina della nascita di Dio. Che Maria abbia concepito nell'ascolto (concezione attraverso l'orecchio), una tesi cara soprattutto alla teologia siriaca, quindi evidentemente molto antica e da spiegarsi, secondo noi, solo in rapporto all'equivalenza fra ' dire ' e ' generare '. Cfr. F. J. DOLGEE, Ichthys, v. I, Mnster 1928, p. 94s.

    29 Selecta in Genesim (Lommatzsch Vili, p. 79; PG 12, 124 C): , , .

    30 Cfr. in Gen. hom, 12, 3 (GCS Origenes VI, p. 109, 8ss); In Num. homi!, 20, 2 (GCS VII, p. 188, 9ss); Comment, in Gant. 3 (GCS VIII, p. 213, 3ss); In Exod. homil. 10, 3 (GCS VI, p. 248, 9ss). Pi tardi soprattutto in Metodio e Ambrogio e per loro tramite nella mistica medievale - un esempio classico per il perdurare storico-spirituale d'un'esegesi della Scuola alessandrina, assolutamente inconciliabile col senso letterale di Is 26,18.

    31 In Lev. homil. 12, 7 (GCS VI, p. 466, 17SS).

  • 50 L'ECCLSIOLOGIA DEI PADRI

    autem sunt qui seminant? Qui verbum Dei in Ecclesia profrant... ipsis committant secreta mysteria, ipsis verbum Dei et arcana fidei proloquantur, ut in ipsis Christus formetur per fidem. Aut nescis quia ex isto semine verbi Dei, quod seminatur, Christus nascitur in corde auditorum? Hoc enim et Apostolus dicit: donec formetur Christus in vobis. Concipit ergo ani-ma hoc verbi semine et conceptum format in se Ver-bum, donec parit spiritum timoris Dei. Sic enim per prophetam dicunt animae sanctorum: a timore tuo, Domine, concepimus in utero et parturivimus et pe-perimus; spiritum salutis tuae fecimus super terram. Iste est sanctarum animarum partus, iste conceptus, ista sunt sancta coniugia, quae conveniunt et apta sunt magno pontifici Christo Jesu Domino nostro cui gloria et Imperium in saecula saeculorum .

    altamente significativo che il pastore d'anime Origene richiami sempre l'attenzione su questo fatto: che anche la meravigliosa nascita del Logos nel cuore non offrirebbe al credente nessun vantaggio, se non si ripetesse continuamente nel progresso morale. Origene prepara cos chiaramente quel passaggio dalla genera-zione del Logos nel battesimo e nella fede alla gene-razione di Cristo nelle buone opere, che ha un s pro-fondo significato per la mistica posteriore. Se il Logos-bambino - cos pensa Origene - non cresce, ne con-segue un aborto32. Il semen divinum nell'anima deve

    32 Comment, in Matth., Ser. 43 (GCS Origenes X, p. 86s): Quo-niam sunt et aliquae animae concipientes generationes, manifestavit propheta dicens (Is 26,18): sicut enim in praegnantibus formatur et fguratur semen, sic et in anima, quae suscipit Verbum, paulatim formatur et fguratur conceptio Verbi in ea. Et hoc puto dicere Paulum ad Galatas (4,IS>)> quod simile est tamquam si dicat: donec formetur

  • LA DOTTRINA NELL* ANTICA TEOLOGIA GRECA 51

    essere protetto da una vita senza peccato, Cristo deve crescere sempre pi nel cuore 33.

    La nascita di Dio, che ogni giorno assume una for-ma nuova, si manifesta soprattutto nella preghiera: qui s'avvera la profezia di Isaia sul concepimento per opera dello Spirito Santo 34. Ma anche le altre opere

    et manifestetur Verbum in vobis. In epistola ad Timotheum dicit item salvadam mulierem per filiorum generationem ... quae est autem haec mulier nisi anima quae Verbum concipit Dei et veritatis et parit opera bona similia Christo ? . Segue una pi lunga spiegazione di come l'anima pu nuovamente perdere il Logos per un aborto. -Cfr. anche In Ex. homil. io , 4 (GCS VI, p. 250, 23SS); Selecta in Psalmos (PG 12, 1357 C).

    33 La pi recente e tanto feconda idea del seinen divinum in nobis ugualmente ben fondata in Origene. Cfr. In Ex. homil. 8, 6 (GCS VI, p. 231, 5ss): il seme divino rimane in noi cum Verbum Dei servantes in nobis non peccamus . Ci viene poi riferito alle opere cristiformi nel nostro cuore: In Gen. homil. 1, 4 (GCS VI, p. 6, 15). -Per la crescita di Cristo nell'intimo del cuore, cfr. in lerem, homil. 14, io (GCS III, p. 114, i6ss); in Lev. homil. 12, 2 (GCS VI, p. 456s). -Cfr. soprattutto il passo, importante per la dottrina di ECKEHART, di Selecta in Psalmos, homil. 4 sul Salmo 36 (PG 12, 1357 B), dove Or i -gene riunisce insieme i due concetti del semen divinum e della genera-zione del cuore : T u m deinde ingressus sermo Dei in animas vestras et haerens in corde vestro formaret mentes vestras secundum speciem Verbi ipsius ... et per hoc ipse Christus formaretur in vobis, tunc vere efficeremini semen iusti .

    34 De oratone 13, 3 (GCS Origenes II, p. 327, 8s): () . Mediante la preghiera e la fecondazione dello Spirito Santo l'anima diventa ' madre ', non rimane infeconda: ivi, p. 328, 13s: --- . - Questo ' portare lo Spirito ' da parte dell'anima ha lo stesso significato di ' portare Cristo '. Cfr. F. J. DLGER, Christqforos als Ehrentitel in Antike und Christentum 4 (x933) 76 - Gi in ERMA, Mand. 11, 6 (Funk I, p. 508, 26) Cristo detto . Cfr. anche IRENEO, Adv. haer. 4, 20, 6 (Harvey II, p. 217) : Videbitur Deus ab hominibus qui portant Spi-r i tum eius et semper adventum eius sustinent . significativo il racconto di EUSEBIO: il padre del piccolo Origene baciava spesso il petto del figlio dormiente, nel quale vedeva un santuario del divino Spirito: Cfr. Hist. eccl. 6, 2, 11 (Schwartz, p. 522, ioss):

  • 5 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    buone sono trasformate in opere dell'inabitante Lo-

    gos 3 5 . Perci si ripete in esse ogni giorno la nascita

    eterna del Logos dal Padre, in quanto per le opere

    buone che derivano dalla grazia battesimale la nostra

    ' filiazione ' si rinnova continuamente. Questo il

    senso delle parole che Origine ha scritto nella con-

    clusione della sua nona Omelia sul libro di Geremia,

    e che hanno avuto una eco straordinaria nella mistica

    tedesca 3 6 . Egli dice che il battezzato peccando ritorna

    al suo ' primo padre ', il diavolo, perch, come dice

    Giovanni, chi pecca sempre figlio del diavolo. E

    prosegue37 : Beato colui che sempre generato da

    , . Anche Origene preferisce vedere nel profeta un ' generante ' in virt dello Spinto Santo: cfr. In Ezech. homil. 4, 5 (GCS Origenes VI, p. 366, I7ss); Select, in Ezech. 14, 20 (Lommatzsch XIV, p. 216). Non si deve in nessun modo supporre in questa teoria di Origene sulla pre-ghiera, che pure, come vedremo, ebbe grande influenza, un influsso dell'incipiente neoplatonismo, bench PLOTINO abbia una volta ado-perato una locuzione simile, dicendo che l'anima a contatto con l'altra vita diventa gravida se vien fecondata da Dio : Ennead. VI, 9, 9 par. 63.

    35 De oratione 22, 3 (GCS II, p. 348, i8s): ( ) '. La trasformazione avviene nel cuore, poich il cuore la fonte e il principio di tutte le opere buone, in perfetta consonanza con l'antica psicologia: ivi (p. 348, 15): .

    38 un'espressione di Origene (cfr. appresso, p. 135), prediletta da ECKEHART. Solo ora noi possiamo valutare questa dottrina di Ori-gene nel quadro di tutta la sua teologia sulla nascita di Dio. Origene non intende qui in nessun modo negare la nascita avvenuta una volta nel battesimo, ma solo ribadire che questa nascita deve attuarsi sempre di nuovo in una vita morale. Ed assai significativo pure il passaggio dalla nascita eterna del Figlio alla nascita del giusto.

    37 In lerem, homil. 9, 4 (GCS III, p. 70, uss): , , '

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 53

    Dio. Non una volta sola, dico, il giusto vien generato da Dio, ma viene generato in ogni opera buona, poich in siffatta opera Dio genera il giusto ... Or se il Reden-tore viene generato continuamente, e pu perci escla-mare : ' Egli mi genera prima di tutti i monti ' 38

    (non: ' m i ha generato prima di tutti m o n t i ' , ma: ' mi genera prima di tutti i monti ' ) , se dunque in ogni tempo il Redentore generato dal Padre, Dio genera in lui anche te, purch tu conservi sempre lo spirito della figliolanza, in ogni opera buona, in ogni buon pensiero; e in virt di questa generazione tu sei un ' sempre generato ' figlio di Dio in Cristo Ges .

    Nell'esame critico della dottrina di Origene, che tanto influsso ha avuto sulla storia di queste idee, si deve ricordare che essa, non ostante il moralismo, costruita sulla base dell'antica dottrina cristiana della grazia e della conversione (che si compie realmente nel battesimo) dell'anima nella forma del Logos e della conseguente associazione al Corpo mistico di Cristo. Il rilievo di notevole importanza anche per la comprensione della dottrina di METODIO DA FILIPPI, alla quale ora ci rivolgiamo, che ancor pi di Origene ha conservato il realismo della grazia, che fu caratte-ristico di Ireneo e di Ippolito e perci della tradizione dell'Asia minore. Ma la preghiera battesimale del-

    , $ . . . (n. 2iss): oSv - ( , - ^ ) , , ' , ' , .

    3 8 Prov. 8,25.

  • 54 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    YEuchologium di SERAPIONE DI THMUIS pu probabil-

    mente dimostrare che anche in Egitto la conversione dell' anuria nella forma del Logos era un concetto fon-damentale della dottrina della grazia3 9 : - .

    Proprio perch Metodio l'erede del realismo mi-stico di Ireneo 40 (ed anche di Ippolito), la sua teoria, cos chiaramente formulata, sulla generazione di Dio perpetuantesi e rinnovantesi ogni giorno nella vita morale, manifesta il profondo influsso di Origene. Infatti, nello sviluppo di questo concetto teologico per-mane, dopo Origene, l'idea che l'avvenuta generazione del Logos attraverso la grazia battesimale va inscindi-bilmente congiunta con la quotidiana rigenerazione, col formarsi del Logos nel cuore sino all'elevazione mistica, dove pi tardi Eckehart vedr attuarsi la gene-razione di Dio in modo perfetto.

    L'aspetto morale della dottrina della nascita di Dio ha assunto anche in Metodio una forma classica. Come il ' ben vivere ' veramente un perpetuarsi della gene-razione eterna del Logos dal Padre e di quella temporale dalla Santa Vergine, cos ogni peccato un frustrare questa santa nascita. Il concetto mistico del ' che giova a me ', che gi Origene aveva contrapposto ad ogni libertinismo gnostico-volgare della grazia, ritorna espressamente in Metodio 41. una ' mezza ipocrisia ',

    38 SERAPIONE, Euchologium 19 (Funk, Patres Apost. II, p. 182). Cfr. F. J. DLGER, Ichthys I, 2, p. 98s.

    40 Cfr. . BomvETSCH, Die Theologie des Methodius, Berlino 1903, p. 140SS.

    41 Che Metodio si sia occupato della dottrina degli gnostici appare da Sytnpos. 8, 10 (GCS, p. 93, 5ss).

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 55

    egli dice, credere fedelmente nella nascita del Logos dalla Santa Vergine e nello stesso tempo impedire col peccato la medesima nascita nel cuore 4 2 : Non esatto proclamare l'incarnazione del Figlio di Dio nella Santa Vergine, se non si confessa che egli viene anche nella Chiesa come nel suo Corpo. Ciascuno di noi deve ammettere non solo la sua parusia nel corpo santo generato dalla Vergine Immacolata, ma anche un'identica parusia nello spirito di ognuno di noi . Bisogna dunque, aggiunge, plasmare la propria vita secondo questa fede, con le buone opere, poich la nostra carne a motivo dell'inabitazione di Dio non pi ' carne ', ma dimora di Dio, innestata con Cristo sull'albero della vita.

    Tutto considerato, quindi, la virt sempre un modellarsi di Cristo nel cuore di colui che fa parte della Chiesa. Chiesa e anima formano essenzialmente un tutt 'uno in virt dell'inabitazione di Cristo. Questo formarsi del Logos ha per il senso specifico di -&. Appunto in Metodio appare chiaramente che

    il testo di Paolo Gal 4,19 va acquistando per questa

    dottrina della grazia un significato sempre pi pre-gnante : In verit - dice Metodio altrove 43 - assai difficile trovare qualcuno che sia modellato sul Figlio di Dio con pazienza, coraggio, amore, e con tutte le altre virt ... con lo Spirito che in cielo e si nutre di santi pensieri. Il dei testi principali greci traspare sufficientemente nitido anche in questo

    testo, che ci stato trasmesso soltanto in lingua slava. Nel suo processo formativo l'anima ritorna a quella bellezza che il bel Logos le aveva donato nella crea-

    42 De sanguisuga 8, 2.3 (GCS, p. 486, 19SS). De lepra i8, 4 (GCS, p. 474, 5-11).

  • 56 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    zione dell'uomo e che ora le restituisce nella redenzione. Qui pure ritroviamo i concetti tipicamente origeniani della bellezza della Sapienza eterna del Logos gio-vanile 44 : Se ognuno di noi di giorno in giorno si rinnova ... diventa vergine e perviene, tramite la Sa-pienza, alla sua bellezza originaria; adorno, come d'auree catene, di amore, fede, pazienza, purezza, dopo essere stato purificato s'unisce a Cristo. Perci ' le vergini ti amano ', e lui, come si legge nel Cantico dei Cantici, ama le vergini, le anime giovani e, nello Spirito, pure .

    Metodio parla gi in perfetta consonanza con le espressioni del Symposion, di cui subito ci occuperemo. Le ' anime giovani ' sono precisamente quelle divenute giovani nella partecipazione al giovane Logos, al Logos-bambino, che vien generato nel cuore. Infatti questo intimo processo di trasformazione non che una ripro-duzione dell'origine eterna del Logos dal cuore del Padre. Ancora nel medesimo senso dell'antica psico-logia, della quale abbiamo parlato all'inizio, ogni co-noscenza religiosa, come ogni bont, una generazione dei dal cuore e attraverso quest'intima generazione vien plasmato nel cuore il Logos-Cristo. Cos scrive espressamente Metodio nell'introduzione alla sua opera De sanguisuga 45 : Fiducioso nel Signore che ha il potere di generare in me il Verbo, io mi reco al lavoro, ed oso dire: ' dal mio cuore sgorgata una buona parola '. Bench il profeta abbia detto questo del Padre

    " Ivi, 15, 6-7 (GCS, p. 470, 16-21). 45 De sanguisuga 1, 4-6 (GCS, p. 478, 6ss). Anche il passo di Is

    26,18, gi conosciuto da Origene, qui citato con chiara allusione a Gal 4,19.

  • LA DOTTRINA NELL'ANTICA TEOLOGIA GRECA 57

    e del Figlio, tuttavia lo Spirito Santo produce anche in quanti sono degni e puri una parola buona e pensieri divini. Perci, anima ... trasformati in Cristo, che in te, affinch anche tu possa esclamare: ' dal mio cuore sgorgata una buona parola '.

    Abbiamo visto che anche secondo Metodio la Chie-sa anzitutto la madre del Logos : Cristo viene ' nella Chiesa come nel suo Corpo '. Questo avviene effetti-vamente in quanto la ' parusia di Cristo nello spirito di ciascuno di noi ' si ripete di continuo. Ci che ha condotto Metodio alla spiegazione pi profonda della nascita di Dio nel cuore del credente la questione del rapporto fra la Chiesa e l'anima singola.

    L'ottavo sermone del Symposion spiega la visione apocalittica della donna che partorisce il figlio ma-schio 46. Nel medesimo senso di Ippolito, la Chiesa qui presentata come la Madre dei rigenerati dal batte-simo, la Genitrice dei Pneumatici, assimilati a Cristo nella trasformazione del battesimo e cos riuniti in una mistica unit : La Chiesa accoglie di continuo quelli che si salvano nel Logos, fa di essi l'immagine e la forma di Cristo 47. Metodio affronta volutamente

    4 6 Apoc 12,2-5: . . . uiv -. Symposion 8, 4ss (GCS, p. 85, 23SS). La speculazione sulla Chiesa ' Vergine ', la genitrice che sta sulla luna, porta a problemi ecclesiologici della Chiesa primitiva, che verranno presentati in una successiva questione sulla Chiesa qual Vergine sulla luna. Tali questioni sono assai importanti anche per lo sviluppo dottrinale della teoria della nascita di Dio.

    47 Symposion 8, 6 (GCS, p. 88, ioss): ( ) , -' ... ' .

  • 58 L'ECCLESIOLOGIA DEI PADRI

    l'obiezione secondo la quale la visione dell'Apocalisse si riferisce alla nascita del Ges storico dalla Vergine santa 48. La partoriente piuttosto la Chiesa, la Madre del Cristo mistico; e il figlio maschio che essa genera 1 unico Corpo mistico di Cristo : Io sono del parere che si do