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Anno VI - Numero 2 NOVEMBRE 2013 PERIODICO DELLA PARROCCHIA B.V.M. DEL ROSARIO - MELISSANO Lumen fidei, la luce della fede: questo è il nome della Lettera Enciclica che rimarrà nella storia perché la prima scritta da due pontefici viventi, iniziata da Benedetto XVI e conclusa da Papa Francesco, come quest’anno della Fede, indetto e iniziato da un Ponte- fice e concluso dall’altro. Ma questa è la bellezza della fede: essa non ci appartiene, ci viene solo consegnata con l’impegno di consegnarla ad altri a nostra volta. E come nessuno di noi può tenere per sé stesso la luce del sole, allo stesso modo non potrà mai tenere per sé tutta la fede, a ragione allora il nostro Papa ci ricorda che la fede come Luce che illumina il nostro cammino è posta alle nostre spalle, ed essa è Memoria, in- segnamento, Tradizione, ma come Luce che orienta i nostri passi è posta dinanzi a noi, ed essa è traguardo, è comunione di vita che va al di la della morte, è incontro con Colui che abbiamo cercato, è premio per le nostre fatiche. Non è un caso che nel gior- no del battesimo viene data una candela accesa, segno vi- sibile della comunione tra la Chiesa e la famiglia, perché solo in Dio noi possiamo co- struire la comunione. Se oggi qualcuno si lamenta per l’assenza di fede, deve inter- rogarsi anche sul modo in cui egli vive e favorisce la comu- nione: non potrà mai esserci fede senza comunione. Comu- nione è poi perdono, pazienza, umiltà, bontà. In quest’anno della fede, il Signore ci ha reso partecipi di un momento sto- rico importante: un Papa che ha la forza e l’umiltà di met- tersi da parte, per lasciar spa- zio ad un fratello che con mo- do di fare quasi familiare, conduce questa grande nave Lumen fidei che è la chiesa. Nel Vangelo Gesù pone la domanda: quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà anco- ra fede sulla terra? Possiamo rispondere si se da parte nostra ci impegneremo a custodirla e a trasmetterla con maggiore impegno, a proporla senza pre- supporla, se lavoreremo con umiltà per la comunione, se sapremo con delicatezza e sa- pienza metterci da parte per don Antonio Perrone All’interno...... - Festa di Halloween? No... festa di tutti i Santi. - Ero... mi avete... - In viaggio... per Roma. - Esperienza umana e spirituale. - Una politica di servizio per il bene comune. - La terra del latte e del miele. - l’A.C.R. a servizio dei ragazzi. - Festa del CIAO 2013. - Il settore Giovani di A.C. riprende il suo cammino. - Nessuno escluso. - Diamo vita alle emozioni. - Alla scuola di San Francensco. far crescere in mezzo a noi la presenza di Dio, spesso nasco- sta dalle nostre idee. È impor- tante conoscere il giorno del nostro Battesimo, è molto di più capire che cosa significa essere battezzati, essere di Cri- sto, essere illuminati. Il nuovo anno liturgico che si apre da- vanti a noi ci aiuti a prender consapevolezza della nostra identità. Convegno Catechistico Manuela Fasano Il 28 e 29 ottobre si è tenuto a Nardò il convegno diocesano per catechisti ed educatori ACR. Una tappa fondamentale per chi, come me, svolge un servizio di formazione e di cre- scita per i ragazzi della nostra Comunità. Sì, perché di servi- zio si tratta e non di volonta- riato, come ci ha opportuna- mente chiarito l’assistente nazionale dell’Azione Cattoli- ca Ragazzi, don Dino Pirri. Un servizio che va svolto con una gioia che dovrebbe trapelare dai nostri occhi prima che dalle parole. E’ importan- tissimo riuscire a dimostrare ai ragazzi che noi per loro ci siamo sempre e non solo un’ora a settimana, in modo da non farli sentire mai soli; far capire loro che ci stanno a cuore i loro desideri, i loro sogni, e che ciò che vogliamo di più è che esprimano a pieno le loro ricchezze interiori, met- tendole a disposizione degli altri, in una società ormai vuota poiché piena solo di cose inutili e superficiali. A volte siamo noi i primi a scoraggiarci, a pensare che sia troppo difficile … cadendo nella paura e nella pigrizia. Sarà proprio nell’umiltà del riscoprirci peccatori, che Dio farà germogliare in noi la spe- ranza e la gioia di una fede che crescerà solo grazie all’abbandono fiducioso al Suo grande amore. Nel corso di questo conve- gno ho avuto modo di com- prendere che la nostra è una vocazione e che nonostante le nostre debolezze e le nostre fragilità, Dio ha avuto fiducia in noi scegliendoci come suoi collaboratori, ci ha chiamati per nome in mezzo a tanti altri: ha chiamato proprio me. E se Lui ha “scommesso” sulla mia povertà, se ha deciso di credere in me, io non posso far altro che fidarmi di Lui

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Anno VI - Numero 2 NOVEMBRE 2013PERIODICO DELLA PARROCCHIA B.V.M. DEL ROSARIO - MELISSANO

Lumen fidei, la luce dellafede: questo è il nome dellaLettera Enciclica che rimarrànella storia perché la primascritta da due pontefici viventi,iniziata da Benedetto XVI econclusa da Papa Francesco,come quest’anno della Fede,indetto e iniziato da un Ponte-fice e concluso dall’altro. Maquesta è la bellezza della fede:essa non ci appartiene, ci vienes o l o c o n s e g n a t a c o nl’impegno di consegnarla adaltri a nostra volta. E comenessuno di noi può tenere persé stesso la luce del sole, allostesso modo non potrà maitenere per sé tutta la fede, aragione allora il nostro Papaci ricorda che la fede comeLuce che illumina il nostrocammino è posta alle nostrespalle, ed essa è Memoria, in-segnamento, Tradizione, macome Luce che orienta i nostripassi è posta dinanzi a noi, edessa è traguardo, è comunionedi vita che va al di la dellamorte, è incontro con Coluiche abbiamo cercato, è premioper le nostre fatiche.

Non è un caso che nel gior-no del battesimo viene datauna candela accesa, segno vi-sibile della comunione tra laChiesa e la famiglia, perchésolo in Dio noi possiamo co-struire la comunione. Se oggiqualcuno si lamenta perl’assenza di fede, deve inter-rogarsi anche sul modo in cuiegli vive e favorisce la comu-nione: non potrà mai essercifede senza comunione. Comu-nione è poi perdono, pazienza,umiltà, bontà. In quest’annodella fede, il Signore ci ha resopartecipi di un momento sto-rico importante: un Papa cheha la forza e l’umiltà di met-tersi da parte, per lasciar spa-zio ad un fratello che con mo-do di fare quasi familiare,conduce questa grande nave

Lumen fideiche è la chiesa.

Nel Vangelo Gesù pone ladomanda: quando il Figliodell’uomo verrà, troverà anco-ra fede sulla terra? Possiamorispondere si se da parte nostraci impegneremo a custodirlae a trasmetterla con maggioreimpegno, a proporla senza pre-supporla, se lavoreremo conumiltà per la comunione, sesapremo con delicatezza e sa-pienza metterci da parte per

don Antonio Perrone

All’interno......- Festa di Halloween?

No... festa di tutti iSanti.

- Ero... mi avete...- In viaggio... per Roma.- Esperienza umana e

spirituale.- Una politica di servizio

per il bene comune.- La terra del latte e del

miele.- l’A.C.R. a servizio dei

ragazzi.- Festa del CIAO 2013.- Il settore Giovani di

A.C. riprende il suocammino.

- Nessuno escluso.- Diamo vita alle

emozioni.- Alla scuola di San

Francensco.

far crescere in mezzo a noi lapresenza di Dio, spesso nasco-sta dalle nostre idee. È impor-tante conoscere il giorno delnostro Battesimo, è molto dipiù capire che cosa significaessere battezzati, essere di Cri-sto, essere illuminati. Il nuovoanno liturgico che si apre da-vanti a noi ci aiuti a prenderconsapevolezza della nostraidentità.

Convegno CatechisticoManuela Fasano

Il 28 e 29 ottobre si è tenutoa Nardò il convegno diocesanoper catechisti ed educatoriACR.

Una tappa fondamentaleper chi, come me, svolge unservizio di formazione e di cre-scita per i ragazzi della nostraComunità. Sì, perché di servi-zio si tratta e non di volonta-riato, come ci ha opportuna-mente chiarito l’assistentenazionale dell’Azione Cattoli-ca Ragazzi, don Dino Pirri.

Un servizio che va svoltocon una gioia che dovrebbetrapelare dai nostri occhi primache dalle parole. E’ importan-tissimo riuscire a dimostrareai ragazzi che noi per loro cisiamo sempre e non soloun’ora a settimana, in mododa non farli sentire mai soli;far capire loro che ci stanno acuore i loro desideri, i lorosogni, e che ciò che vogliamodi più è che esprimano a pienole loro ricchezze interiori, met-tendole a disposizione degli

altri, in una società ormai vuotapoiché piena solo di cose inutilie superficiali.

A volte siamo noi i primia scoraggiarci, a pensare chesia troppo difficile … cadendonella paura e nella pigrizia.Sarà proprio nell’umiltà delriscoprirci peccatori, che Diofarà germogliare in noi la spe-ranza e la gioia di una fede chec r e s c e r à s o l o g r a z i eall’abbandono fiducioso al Suogrande amore.

Nel corso di questo conve-gno ho avuto modo di com-prendere che la nostra è unavocazione e che nonostante lenostre debolezze e le nostrefragilità, Dio ha avuto fiduciain noi scegliendoci come suoicollaboratori, ci ha chiamatiper nome in mezzo a tanti altri:ha chiamato proprio me.

E se Lui ha “scommesso”sulla mia povertà, se ha decisodi credere in me, io non possofar altro che fidarmi di Lui

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Festa di Halloween?No... Festa di Tutti i Santi

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Cari amici, vedo invoi le "sentinelle delmattino" inquest'alba del terzomillennio, dicendo«sì» a Cristo, voidite «sì» ad ognivostro più nobileideale. Io pregoperché Egli regninei vostri cuori enell'umanità delnuovo secolo emillennio. Nonabbiate paura diaffidarvi a Lui. Eglivi guiderà, vi daràla forza di seguirloogni giorno e in ognisituazione.(Giovanni Paolo II).

VITA

PAR

ROCC

HIAL

E

Per noi cristiani il 31 ottobre èla notte dei Santi.

Purtroppo, però, sta prendendosempre più piede Halloween, unafesta pagana che avvicina al mondodell’occulto facendo distoglierel’attenzione dalla Festa di tutti iSanti.

Quest’anno, la Commissioneper la Pastorale giovanile della par-rocchia e i Cavalieri della Lucehanno pensato di dare un’alternativaai giovani che si ritrovano a festeg-giare Halloween per risvegliare ilvero senso cristiano di questa festa.

Bisogna prima di tutto capirechi sono i Santi. Papa Francesco,riguardo a quest’argomento, è statomolto chiaro nell’Angelus del 1°novembre: “… Oggi, in questa fe-sta, i Santi ci danno un messaggio.Ci dicono: fidatevi del Signore,perché il Signore non delude mai;è un buon amico sempre al nostrofianco. Con la loro testimonianzai Santi ci incoraggiano a non averepaura di andare controcorrente e diessere incompresi e derisi quandoparliamo di Lui e del Vangelo. Cimostrano con la loro vita che chirimane fedele a Dio e alla sua Pa-rola sperimenta su questa terra ilconforto del suo amore e il centuplonell’eternità”

I gruppi parrocchiali : AzioneCattolica, Gi.Fra, Oratorio con iCavalieri della Luce si sono impe-gnati a collaborare per la realizza-zione di una veglia di preghiera conAdorazione Eucaristica il 30 otto-bre. E’ stato un momento moltoprofondo di riflessione, di adora-zione e di relazione con Gesù. Peril 31 ottobre, invece, è stata studiata,nei minimi particolari, una festache ha dato spazio a chiunque vo-lesse ballare, divertirsi e stare incompagnia. Durante la festa non èmancato, naturalmente, un momen-to di riflessione in cui abbiamovisto un video che presentava alcuniSanti con le loro frasi più significa-tive, tra queste un celebre pensierodi don Quintino, il quale, nonostan-te non sia stato riconosciuto santo,è per noi importante: “il mio mas-simo e unico desiderio e che tuttigli uomini conoscano Dio e Glidiano gloria, salvando la loro animacosì da raggiungere il fine per cuisono stati creati”.

Entrambe le serate sono andatemolto bene. Certo, non tutti hannodato importanza all’iniziativa, machi ha scelto di partecipare ha vis-suto un’esperienza bella ed inten-sa… sicuramente da rifare!

ANNO 6 - NUMERO 2 - Novembre 2013

Marta Caputo

Ero ... mi avete ...M. S. Giannelli

Chi sono i poveri? E’ unadomanda retorica per molti, mapochi sanno che la povertà nonsi esprime solo con il solito ste-reotipo. Perciò tanti pregiudizi econtraddizioni verso l’operatodella Caritas. Spesso si sentedire che si dà a chi non ha biso-gno; che non sono quelli i veripoveri; che chi ha veramente bi-sogno non chiede e tante altresolite espressioni.

Intanto dobbiamo chiarireche tanti di quelli che, per lorofortuna, percepiscono una pen-sione, pur minima, aiutano figlie nipoti e quel poco che possonoavere dalla Caritas serve per ilproprio sostentamento; così altriche lavorano, ma non gli vieneretribuito temporaneamente nul-la; per non parlare delle famigliegiovani e con figli che non tro-vano lavoro e così via per svariatialtri casi. E’ certo comunque chechiunque, fosse pure un cavalierequalsiasi, nel momento in cuibussa alla porta della sede Caritasviene preso in carico, senza chenessuno vada a sindacare la loroposizione economica, semmaipoi saranno gli operatori del cen-tro di ascolto che cercheranno diindividuare e magari anche risol-vere i vari problemi.

Chi sono dunque i poveri?Sicuramente quelli che già cono-sciamo, ma anche quelli che nonriescono a discernere il bene dalmale; sono tutte le persone che,con tanta dignità, vivono la lorosolitudine, ma anche chi viveun grande disagio sociale, perchéconsiderato diverso. Ed ancorae non ultime tante persone cheper scarsa conoscenza o incapa-cità a recarsi nei luoghi deputatinon riescono neppure ad usufru-ire dei pochi benefici che il no-stro welfare offre. La povertà,quindi, ha tante sfaccettature etutte al limite della sopravvivenzamateriale e sociale.

A tutti questi poveri noi cirivolgiamo e per tutti loro vichiediamo di partecipare, ciascu-no secondo le proprie possibilità,alla colletta alimentare che siterrà a Melissano nei negozi digeneri alimentari il giorno 7 di-cembre 2013. Così pure al mer-catino della Carità che periodi-camente vi offrirà legumibiologici e salutari. Inoltre viinvitiamo a visitare il mercatinodei manufatti (l’8 dicembre pros-simo) che le nostre operatricicon pazienza e amore hanno re-alizzato.

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Io non mi possobattezzare piùvolte, ma possoconfessarmi erinnovare così lagrazia delBattesimo. Ècome se io facessiun secondoBattesimo. IlSignore Gesù ètanto buono e maisi stanca diperdonarci. (PapaFrancesco,Udienza Generaledel 13 novembre2013).

3ANNO 6 - NUMERO 2 - Novembre 2013

In viaggio... per RomaLucia Caputo

Circa 50 parrocchiani insie-me con don Antonio e don Gian-ni a partire dal 09/11/2013 al13/11/2013 hanno partecipato alpellegrinaggio per Roma, inizia-to con l’ascolto dell’Angelus didomenica 10 Novembre e culmi-nato con l’attesa Udienza Gene-rale del 13 Novembre 2013 inPiazza San Pietro. Un camminoin cui lo spirito della preghierae della condivisione si è unitoad una serie di momenti median-te i quali il percorso ha veramen-te arricchito tanto; il “fascino ela bellezza dell’arte” hanno tra-smesso messaggi forti, ricchi,profondi e soprattutto maestosiper la monumentalità: è bastatoentrare nelle basiliche papali edammirarne la bellezza per ren-dersene conto. Nello Stato delVaticano, grazie all’attivismo eall’interesse particolare dei nostridon, abbiamo ammirato, il gior-no prima dell’udienza, i giardinivaticani, nel cui silenzio avvienela meditazione dei nostri ponte-fici e ora del Santo Padre papaFrancesco, ma in cui accadonoanche semplici incontri, non uf-ficiali con i maestri giardinieri,che con cura custodiscono questebellezze naturali rendendoli veri

tesori e testimoni, anche nellapiù piccola parte, di storia, discambio, di creazione artistica,di doni, di tutte quelle interrela-zioni che solo il Sommo Ponte-fice può godere. La visita ai Mu-sei è culminata con la visionesilenziosa e meditativa dellaCappella Sistina per il messaggiouniversale che essa propone, seb-bene sia tutt’ora oggetto di inda-gine e riflessione nel suo preci-puo significato. Momenti dicristianità primitiva e ancestralesono stati i cunicoli sotterraneidelle Catacombe di Priscilla, do-ve nell’allora mondo paganodell’impero romano si diffonde-va la Parola del Cristo Salvatoree i cui simboli paleocristiani era-no riconoscibili da molte di noigrazie al Corso di formazionetenuto in parrocchia. L’udienzapapale ha chiuso il nostro pelle-grinaggio e il bagno di folla,nonché di pioggia che ci ha ac-compagnato in quei giorni, nonci ha demoralizzato e siamo riu-sciti infatti a partecipareall’incontro nei primi settori dellapiazza. L’Angelus di papa Fran-cesco ammoniva che Dio è ilDio dei vivi, della rinascita, leit-motiv che è riecheggiato nel di-

scorso dell’udienza quando com-mentando l’articolo del Credoin cui affermiamo: «Professo unsolo battesimo per il perdono deipeccati» e chiedendoci se ognu-no di noi ricordasse la data delbattesimo come la data propriadi compleanno,papa Francesco ha asserito cheil battesimo è il punto di partenzadi un cammino bellissimo, di uncammino verso Dio, che duratutta la vita, un cammino di con-versione e che è continuamentesostenuto dal Sacramento dellaPenitenza, momento in cui ilcristiano festeggia il proprio bat-tesimo e diventa luce!

VITA

PAR

ROCC

HIAL

E

Esperienzaumana e

spiritualeElisa A.

Roma, 13/11/2013 – Udien-za dal Papa

Esperienza unica ed inspie-gabi le a parole perchél’emozione suscitata è tanto pro-fonda, da non riuscire a venirefuori dal cuore. La visione, qua-si incombente su di me, di quel-la figura sorridente di gioia nelvedere noi così numerosi e feli-ci, mi ha lasciato senza parola.

Ho realizzato dopo che eraLui, il Papa a sorridermi. Subitomi si sono riempiti gli occhi dilacrime. Ero felice!

Ci sono riuscita, dicevo ame stessa, di vedere questo me-raviglioso padre-nonno da vici-no. Si, l’esperienza umana mispinge a considerarlo un grande,affettuoso, meraviglioso nonno.

L’esperienza spirituale siferma dentro l’anima e non vuo-le essere spiegata perché troppointima.

Vedo in lui Gesù che sorri-de, consiglia e rassicura; unapersona che tiene per mano eguida; che dice cose semplici ecomprensibili e che dà la medi-c i n a p e r l a v i t a : l a“misericordia”.

Sicuramente il buon Padreha visto la necessità di mandaretra noi un nonno come PapaFrancesco.

Grazie Signore! Grazie PapaFrancesco!

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4 ANNO 6 - NUMERO 2 - Novembre 2013

GRAN

DANG

OLO

Una “Politica di servizio”per il “Bene comune”

L’uomo è da sempre alla ri-cerca della sua dimensione esi-stenziale. Individuo catapultatoa caso nei vortici assurdi d’unarealtà ignota e incomprensibile,oppure esistente partecipe d’uncosmo ordinato e razionalmentegovernato? Individuo collocatoaccanto ad altri individui, tra loroestranei e addirittura in lotta con-tinua tra loro per il predominioo per la sola sopravvivenza, op-pure persona protesa per sua na-tura verso altre persone, tutte inuguale tensione alla reciprocaintegrazione? Vale a dire, gliuomini sono singolarità intrinse-camente indipendenti e diverseoppure individualità autonomesì, ma anche aperte agli altri, colcui ausilio ciascuno realizzerà lapropria realtà e il proprio progettoesistenziale? Insomma, cos’è ve-ramente l’essere umano in sè eper sè? In che rapporto stannogli uomini e il mondo, il singoloe gli altri, l’individuo e la società?

L’uomo ha sentito sempre ilbisogno di trovare risoluzioniadeguate e soddisfacenti a questoproblema; e, al fine di soddisfar-lo, ha fatto ricorso a procedimentilogici, s’è servito della ragionee delle sue argomentazioni, hai n v o c a t o i l s o s t e g n odell’esperienza e l’autorevolezzadella tradizione. E, tuttavia, hatrovato raramente risposte vera-mente appaganti. La sete cono-scitiva dell’uomo, infatti, nons’estingue con i risultati del solointelletto, ma esige il coinvolgi-mento e il sostegno della totalitàdella natura umana. Spesso, in-vece, l’uomo si limita a ragiona-re, s’aggrappa all’evidenza dellasola logica astratta, ricorre a con-getture personali, formulate se-condo parametri soggettivi. Maogni realtà va scrutata e accettatacosì com’essa si mostra oggetti-vamente. Ora, anche le dimensio-ni vere della sociabil i tàdell’uomo non pare possano at-tingersi con la sola razionalità,ma necessitano della totalità dellanatura umana e, quindi, senzafacili e comodi ricorsi a eventualirealtà sovrumane e soprannatura-li.

Ecco, a questopunto, l’urgenzadi affiancare alpolitico diprofessione unanuovagenerazione dipolitici “di veroe solo servizio”,che possanoconvivere, nellareciproca stima,con i primi. Sitratterebbe dipersone dediteordinariamentead un mestiereo a unaprofessione,che scelgono didare la propriadisponibilità perun loro impegnonella politicaattiva.

* Versione integrale sul sito: www.parrocchiamelissano.org

Prof. Cosimo Scarcella

L’uomo, allora, ponendosi daquesta prospettiva e avvalendosidell’ausilio d’ogni risorsa a suadisposizione, s’intuirà come im-merso in una realtà dialettica, dicui dovrà cogliere e accogliereanche innegabili contrasti e op-posizioni. Si sentirà, infatti, par-tecipe d’un universo multiformee armonico, ma nello stesso tem-po pervaso da strane inspiegabilicontraddizioni e da assurde in-congruenze. All’uomo, però,manca talora l’ardire di guardarein faccia questa realtà con la di-staccata freddezza, necessaria percoglierne e accoglierne le veritàch’essa svela e che, quindi,l’uomo non può farsi a modosuo, ma deve solo accettare nellacruda oggettività, compresi, quin-di, anche i tratti incomprensibilie gli aspetti persino misteriosi.Proprio come si comporta l’uomosaggio al cospetto del sole splen-dente nel cielo: egli non argo-menta nè congettura nè dimostrala presenza del sole, si limita soloa sollevare gli occhi, guardare,narrare quello che gli si presentadavanti. Dovrebbe essere questoil comportamento da tenere ancheriguardo la realtà del mondo edell’umanità: conoscere vera-mente il mondo significa acco-glierlo nella sua integralità costi-tuita da finalità proprie, palesi ocelate.

A fondamento d’ogni sceltateoretica e d’ogni opzione eticasi deve preporre, quindi, innan-zitutto una concezione antropo-logica e socio-politica globale eintegrale, entro cui trovi e abbiasenso il problema delle respon-sabilità, che ricadono sui singoli,sui popoli e sull’umanità intera.Di conseguenza, gli uomini deb-bono optare non solo e non tantoper alcuni valori anziché per altri,ma debbono prima e soprattuttoricercare e accogliere con respon-sabilità una concezione chiara econdivisibile di uomo e di mon-do, su cui fondare e giustificareil senso delle scelte storicamenteconcrete: si tratta, quindi, d’unascelta preliminare e globale.

Ogni scelta storica, infatti,interessa indubbiamente il desti-no del singolo, ma nello stessotempo coinvolge anche le sortidell’evoluzione del mondo e laqualità della vita della società dicui è parte e, in prospettiva co-smopolita, dell’intera umanità.(…) In questi periodi è più chemai necessario rinverdire, se nonaddirittura rifondare, una conce-zione dell’uomo il più integralepossibile, evitando chiusure con-cettuali preconcette e aprendosia comportamenti ispirati alla veradignità dell’uomo.

Infatti, concezioni parziali,anche se legittime, sarebbero in-

Piazza unità d’Italia - Trieste - Palazzo del Governo.

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struire nuove stagioni di rifiori-tura etica e sociale nella vita siatra i cittadini e sia tra e nelleistituzioni. E’ un progetto certa-mente faticoso, ma è forse l’unicoper ridare senso alla partecipa-zione del “cittadino” all’impegnopubblico per il bene comune. E’una proposta che richiede spiritodi fiducia e di speranza: si trattadi gestire il presente, ma senzarimanere oppressi dalla logicadell’imminente; è questo che sirichiede a una società efficace-mente partecipativa nelle vicendereali della vita comune. E soprat-tutto nei nostri giorni, quando lacrisi dell'etica pubblica è sottogli occhi di tutti.

GRAN

DANG

OLO

Il popolo di Isra-ele attraversa ilGiordano sottola guida di Gio-suè: la scena, icui personaggisono curiosa-mente ritratti dispalla, mentresi apprestano avarcare il fiumeper raggiungereuna città da cuisi innalzano gu-glie, è tratta daun codice mi-niato del XV se-colo, di scuolaf i a m m i n g a ,conservato alMusèe Condèdi Chantilly, inFrancia.

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sufficienti e, quindi, necessaria-mente non del tutto esatte edesaustive. Non pare, perciò, pos-sano ritenersi accettabili le teoriedell’individualismo e del collet-tivismo, che considerano l’uomorispettivamente o individuo au-tosufficiente ed egocentrico (qua-si atomo insignificante d’un mon-do caoticamente strutturato)oppure parte significativa solonel necessitante nesso col tutto(quasi tessera d’un immenso mi-sterioso mosaico cosmico). Nonsembra fuor di luogo, pertanto,il suggerimento di ripensare leproposte antropologiche e socio-politiche avanzate da dottrine”integrali “ antiche e contempo-ranee e di diversa matrice cultu-rale, quali il pensiero umanisticodi Erasmo da Rotterdam e dellatitudinarismo in generale,l’induismo di Mahatma Gandhiaperto al buddismo e al cristiane-simo, il personalismo cattolicosoprattutto di Emmanuel Mou-nier e di Jacques Maritain, il prin-cipio di responsabilità degli ebreiHuns Jonas e Emmanuel Lévi-nas, ovviamente senza disatten-dere le esigenze espresse anchedalle contemporanee teorie dellafilosofia sia continentale che ana-litica. L’obiettivo finale cui aspi-rare è di ritrovare quelle motiva-zioni etiche prima che giuridiche,capaci di offrire vitalità nuovaalla convivenza pacifica e co-struttiva tra gli uomini, in unarafforzata visione del dovere ci-vile e morale dell’impegno anchepolitico, che incombe su ogniuomo e, in primo luogo, su chiun-que scelga di dedicare – a tempoe comunque finchè ne sia richie-sto - le sue energie al governodella cosa pubblica.

Ecco, a questo punto,l’urgenza di affiancare al politicodi professione una nuova genera-zione di politici “di vero e soloservizio”, che possano convivere,nella reciproca stima, con i primi.Si tratterebbe di persone dediteordinariamente ad un mestiere oa una professione, che scelgonodi dare la propria disponibilitàper un loro impegno nella politicaattiva e, qualora ne sia il caso, diassumere impegni, in cui porrea disposizione di tutti le propriecompetenze ed esperienze, masempre con il formale e pubblicoimpegno ad una partecipazione“solo a tempo” nelle istituzioni.

Sembra ormai inevitabile cheuna politica, che si propongad’essere espressione di valorifondati sull’innegabile primatodella persona umana, debba ri-prendere con urgenza indicazioni

di elevato spessore umano e so-ciale, tali che innalzino il livellodel confronto politico, spostan-dolo dalla mortificante combina-zione di interessi materiali allapiù vasta visione di obiettivi diportata generale, capaci di orien-tare la condivisione e la parteci-pazione anche di tutti i cittadini.Per questo è richiesta la presenzadi personalità d’indiscussa espe-rienza, in grado di individuaregli interessi reali sottesi alle varieproposte politiche, dedicandosicon saggezza e prudenza allaricerca di soluzioni sempre ag-giornate dei problemi specifici,ma nello stesso tempo tenendosempre presente che bisogna co-

La terra del latte e del miele

Dall’alto del monte Nebo, oltre la valle del Giordano, Mosè avevascorto una distesa di campi coltivati, di frutteti, di boschi lussureggiantie pascoli che costellavano il paesaggio. Molto tempo prima laricchezza di quel territorio, Canaan, aveva già colpito un principeegiziano, che così lo aveva descritto: “E’ un gran bel paese. Il vinoabbonda più dell’acqua; c’è una gran quantità di miele, olio e frutti,orzo e farro.(…) Ogni giorno mi preparavano il pane; mi portavanovino, carne, pollame e selvaggina in abbondanza”. Dopo la sovranitàdell’Egitto, i popoli cananei vivevano divisi in una quantità distaterelli, e prosperavano adorando il Sole, la Luna, gli astri e unaquantità di altri dèi, ai quali offrivano anche sacrificiumani.Nefandezze che suscitarono la collera del Signore che assegnò il loro paese (la terra promessa) agli ebrei, il popolo eletto. Noi siamo nati e viviamo ogni giorno in quella terra promessama, come i popoli cananei, la stiamo distruggendo: le grandimultinazionali, al pari dei faraoni d’un tempo, muovono interesocietà come dei burattini; le illusioni di guadagni facili, le convinzionidi onnipotenza ci allontanano sempre più dalla strada che il Signoreci ha indicato e prosperiamo adorando déi falsi e bugiardi: il denaro,il gioco d’azzardo, l’alcool, la droga, il fumo, il “vivere al passocon i tempi” ad ogni costo. La terra promessa viene saccheggiata e i suoi “frutti succulenti”mal ripartiti: il miele a pochi individui senza scrupoli e il fiele allamoltitudine. Dobbiamo reagire, voltare pagina. Dobbiamo aprire le nostrimenti e i nostri cuori all’amore, alla carità cristiana verso il prossimoe verso la natura che cisorregge. Bisognacomprendere che lac a r i t à ècontemporaneamentea m o r e e l e g g ed e l l ’ e s s e r e . L acommozione cheprov iamo pe r i lbisogno di colui chesoffre ci aiuta a capireche la nostra naturau m a n a è f a t t adall’amore e carità diQualcuno… Perciòdobbiamo conformarcia Lui che gratuitamenteha donato all’uomo lasovranità della terra,dove scorre “ latte emiele”.

Cosimo Scarcella

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L’A.C.R. a servizio dei ragazziSi dà il via anche quest’anno

al percorso di iniziazione cri-stiana offerto dall’A.C per isuoi piccoli soci. L’ACR si facarico dell’educazione alla fededei nostri ragazzi, è un espe-rienza formativa rivolta diretta-mente a loro e adattata alla loroetà.

Essa parte dalla realtà chevivono, dalle loro emozioni,dalle aspettative, dai desideripiù profondi, dalle loro delusio-ni. Un itinerario che a partiredalla loro esperienza di vita,aiuta i ragazzi ad interrogarsi,ad esprimersi e soprattutto ascoprire le proprie potenzialità,mettendo a disposizione di tutti,i propri doni.

La centralità della personadunque, come scelta associativaper poter guardare e amare iragazzi per ciò che realmente

oggi sono. Il tutto, è sviluppatonon in forma solitaria, maall’interno di una rete di rela-zioni vissute prima nel gruppodi appartenenza e poi nella pro-pria Comunità cristiana.

In particolare, il cammino2013/14, approfondisce la cate-goria della compagnia e unadomanda di vita espressa daibambin i / r agazz i che è“Giochiamo insieme?”, doveil gioco non deve essere vistocome un semplice momento didivertimento, ma come la con-divisione di qualcosa di più pro-fondo e più bello che aggiungevalore alla relazione con loro.

Entrare in questo mondofantastico dunque, per esplorar-lo, per scoprire il loro modo difare, per conoscerli meglio. Ri-cordando che ogni volta che unadulto declina il loro invito a

giocare, perde sicuramentel’occasione di vivere con lorointense e indimenticabili espe-rienze di gioia e amore.

L’ambientazione scelta perrealizzare l’iniziativa annualeè il “Parco giochi” inteso comeluogo aperto, stabile, gratuito,diverso dal “Luna Park”, chei nostri figli hanno la possibilitàdi frequentare ogni giorno as-sieme ad amici o genitori, luo-go ideale dove potersi incon-trare.

“NON C’E’ GIOCO SEN-ZA TE” è lo slogan diquest’anno, esprime la bellezzadel mettersi in gioco con l’altroe con il Signore, vuole aiutarei ragazzi a comprendere, comela Comunità cristiana diventaspazio bello e accogliente perla crescita di tutti i bambi-ni/ragazzi, nessuno escluso.

Festa del CIAO 2013Davide Nassisi e Francesco Lanza - Chiara De Giorgi e Desirè Cortese (6° corso ACR)

Sabato 9 novembre, noi ra-gazzi dell’ACR abbiamo festeg-giato l’inizio del nuovo camminodell’Azione Cattolica e accoltoi bambini del primo anno con laFesta del Ciao. I vari gruppidell’ACR si sono ritrovati invarie zone del paese per poi re-carsi nell’ampio spazio di GesùRedentore.

Alle ore 15.00 la fascia 6/8si è riunita presso la città deibambini; la fascia 9/11 alle scuo-le medie e la fascia 12/14 allaChiesetta di S. Donato. Qui, laresponsabile ACR, Paola Ghianicon un breve discorso ha presen-tato ed accolto i piccoli di primaelementare che hanno deciso diintraprendere la strada dell’ACR,dando inizio alla festa facendoun percorso ad ostacoli e rice-vendo una coccarda.

In loro onore, un primo grup-po di quarto corso ha presentatoun ballo, poi un secondo gruppodi quarto corso, ha presentatol’inno, “NON C’E’ GIOCOSENZA TE”, che è il tema diquest’anno.

In seguito, tutti quanti, cisiamo divertiti con i giochi che

hanno preparato per noi i piùgrandi dell’Azione Cattolica, igiochi svolti erano di abilità e diintelligenza, tra i quali spiccavaun cruciverba con parole riguar-danti i temi del Vangelo che siaffronteranno quest’anno, inoltresono stati realizzati tanti cartel-loni.

Durante l’inno sono volatipalloncini ad elio e a forma dimongolfiera.

Ci siamo divertiti poi con deigiochi che hanno preparato pernoi i più grandi dell’Azione Cat-tolica.

Alle ore 18.00 siamo andatiin Chiesa per la Santa Messa, unmomento importante è stato

quello dell’omelia in cui donAntonio ci ha suggerito di pren-dere come impegno quello diandare a messa perché “NONC’E’ DOMENICA SENZAGESU’”.

All’offertorio abbiamo por-tato una scatola contenente i bi-gliettini con i nostri impegni davivere durante quest’anno asso-ciativo.

E’ stato un pomeriggiosplendido tra canti, balli e giochiall’insegna del buon umore. Oranon ci resta che augurare ai bam-bini del primo corso di trascor-rere gli otto anni di camminoACR nella nostra grande fami-glia con serenità e tanta gioia.

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«Vivere senzafede, senza unpatrimonio dadifendere,senzasostenere unalotta per laVerità non èvivere mavivacchiare...» (Pier GiorgioFrassati).

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Durante quest’anno accompa-gneremo giovani e giovanissimilungo un percorso di riscopertadella bellezza del vivere la fedeinsieme , testimoni gli uni aglialtri, in AC e nella Chiesa ma nonsolo: anche sull’importanza diaprire le porte dei propri gruppidelle parrocchie , per uscirne! Sia-mo consapevoli che uno stile sem-plice, limpido, improntato sullacarità, vale più di mille parole,perché ci aiuta ad andare davveroincontro all’altro, a incrociarne gliocchi, a intercettarne i dubbi e lesperanze, le fatiche e le gioie. Gui-dati dall’icona biblica “ Quelli chetroverete, chiamateli” (Mt.22,1-14), punteremo l’attenzione sulladimensione missionaria di aperturaal mondo, attraverso un camminoche saprà farci incontrare, cono-scere, impegnarci per dare il nostrocontributo a rendere il territorio incui viviamo più attento alle situa-zioni di povertà , alle difficoltà ealle problematiche giovanili diffu-se in questo tempo di crisi.

Nello specifico i Giovanissi-mi(15-18 anni), in continuità conil cammino dello scorso anno, sa-ranno chiamati a diventare“nessuno escluso”, veri testimonidella fede, una fede che diventeràcondivisa e testimoniata in cuigiocare tutto se stessi.

I Giovani (19-30 anni), invece, “ci metteranno la faccia”, perapprofondire la propria fede, con-cretizzando sempre di più la Parolanella propria vita quotidiana . Solopartendo da una fede radicata eferiale i giovani potranno andareai crocicchi delle strade per esseretestimoni, con la speranza di unostile evangelico che si concretizza

nel dono totale di sé.Accompagniamo dunque i

giovani e i giovanissimi a farsitestimoni coraggiosi e attenti, coni propri atteggiamenti e le propriescelte, di un’esperienza di fedetalmente importante da non poteressere più nascosta. La luce delVangelo, i colori della fede, sa-pranno conquistare e arricchire,movimentare e coinvolgere chi liincontrerà, nessuno escluso! Checosa potremmo desiderare di piùper i giovani che ci sono affidati?E allora, buon cammino, nellaconsapevolezza che la posta ingioco è alta, ma ne vale davverola pena!

Il Settore Giovani di A.C.riprende il suo cammino

Periodico della ParrocchiaB.V.M. del Rosario

MELISSANOIscritto nel Registro della Stampa

del Tribunale di Lecceil 26 maggio 2009 al n. 1021

Anno VI - N. 2 - Novembre 2013

REDAZIONE

Progetto grafico eimpaginazione

[email protected]

[email protected]

Sac. Antonio PerroneSac. Gianni Filoni

Elisa AquilaLucia CaputoLuigi Caputo

Francesca ColettaMaria Stella Giannelli

Luigi MancoAnna Rita Perdicchia

Carla PisanelloMassimo Rimo

Fernando Scozzi

Direttore ResponsabileAttilio Palma

Nessuno escluso

28 Ottobre: ricomincia il cam-mino di fede di noi giovanissimi.

In realtà il nostro gruppo è allaprima esperienza in questo settore,e non sappiamo dire come saràquesto nuovo anno.

Per la serata del 28 ottobre inostri amici giovanissimi più gran-di, ci hanno organizzato il cosìdetto “Passaggio”, è stata una veraemozione rivedere tutte le foto dinoi stessi da piccoli, la mente èandata a ritroso nel tempo in queimomenti illustrati con bellissimiricordi.

Nel salone di Gesù Redentoreci aspettavano bellissime sorprese,tutti i componenti del settore gio-vani ci hanno accolto a bracciaaperte invitandoci a sedere intorno

Ilaria Ciampa, Giorgia Rieti, Francesca Musio

ad una grande tavolata su cuic’erano scritti i nostri nomi renden-doci partecipi alla vita dell'ACG.

Ad un certo punto da un cartel-lone su cui c'era disegnata una torta(simbolo  di festa) sono apparsi inostri educatori: Tiziana e Giovan-ni. Ci siamo presentati e confrontatiriferendo le nostre aspettative eaprendo ufficialmente un nuovoanno di ACG.

Da questo nuovo cammino ciaspettiamo un anno ricco di sor-prese, emozioni e nuove esperienzeda vivere tutti insieme. Siamo felicidi avere degli educatori così intra-prendenti e allegri, che rendonopiacevole e rilassante ogni incontrodi ACG.

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Diamo vita alle emozioni!!!Un nuovo anno con gli araldini... perché:

“Rispondere all’Amore si può”

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Mai un uomopuò scoprire lasua dignità,meglio che allospecchio dellacroce, il qualemostra te a testesso, come tudebbaabbassare il tuoorgoglio,mortificare lalascivia dellatua carne,pregare il Padreper coloro cheti perseguitanoe affidare allesue mani il tuospirito.(Sant’Antonioda Padova).

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‘Diamo vita alle emozioni’ èquesto il tema del percorso degliaraldini di quest’anno. Si trattadi un cammino che, in linea an-che con le proposte educativedella CEI, vuole accompagnarei fanciulli in un percorso di ma-

Martina Causo

turazione emotiva, sostenuti edanimati dalla testimonianza vivadi Francesco d’Assisi. Nel corsodello scorso anno, gli araldinisono stati educati e guidati ariconoscere le proprie emozioni,a viverle in maniera funzionale

e adeguata alla loro crescita. Inquest’anno invece i ragazzi sonoaccompagnati a viverle in rela-zione al mondo che li circonda:la famiglia, la scuola, gli amici,la fraternità. L’incontro che hadato il via al cammino si è svoltosabato 16 novembre presso i lo-cali di Gesù Redentore, è statauna grande festa in cui i ‘’piccolifrancescani’’ sono stati accoltidall’intero gruppo della Gi.Fra.e attraverso giochi e varie attivitàhanno fatto esperienza di condi-visione e confronto. Gli incontrisi tengono ogni sabato alle ore17:00 nei locali di Gesu’ Reden-tore; cogliamo l’occasione perinvitare bambini e ragazzi chevogliono intraprendere questocammino.Vi aspettiamo…per-ché: Rispondere all’Amore sipuò.

Alla scuola di San FrancescoElezione del nuovo Consiglio del Terz’Ordine di Melissano

Anna Rita Perdicchia

Lo scorso 16 Ottobre, in unclima di preghiera e di festa, siè celebrato il Capitolo Elettivonella nostra Fraternita . Il Capi-tolo è stato presieduto da GianniLuca Polo, delegato dalla Mini-stra Regionale, alla presenzadell’Assistente regionale fr. Ro-berto Francavilla Ofm. Il Capi-tolo è stato preparato nel mesedi settembre con una serie diincontri sul tema dell’autoritàevangelica, che è servizio a tut-ti: ai fratelli e alle sorelle, allacomunità parrocchiale, alla so-cietà e al mondo intero.

Il nuovo Consiglio localeche guiderà la Fraternità è cosìcomposto: Ministro Anna RitaPerdicchia, Vice Ministra Do-natella Gianfreda e Consiglie-ri Stefania Surano, Pietrina Fa-sano, Maria Antonietta Causoe Gabriella Leo.

Un consiglio di Fraternitàal femminile, con alcuni com-ponenti completamente nuovi,

che porteranno la freschezza ela gioia della novità, e qualchecomponente ‘vecchio’ che por-terà, invece, l’esperienza e lamaturità.

L’esperienza della vita fra-terna porta ogni fratello e sorellaa promuovere relazioni che ma-nifestano l’essere chiesa, chenasce dall’Eucarestia e trovanell’Eucarestia la propria sor-gente e il proprio modello; sitratta della condizione prelimi-nare per poter adempiere allamissione evangelizzatrice diogni cristiano, soprattutto delFrancescano secolare, che findall’ingresso in Fraternità iniziaun cammino di formazione che

deve svilupparsi per tutta la vitae non si tratta di fornire semplicinozioni quanto piuttosto di aiu-tare la persona a prendere co-scienza della propria vocazio-ne…perché essere francescanoè una vocazione…è una chia-mata a seguire Gesù in manieraradicale proprio come il seraficoPadre Francesco, assumendoed educandosi a nuovi stili divita…

Tutta la Fraternità si stringeintorno al nuovo Consiglio, econ l’aiuto del serafico padreS. Francesco, augura buon la-voro e buon cammino a tutti isuoi componenti.