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    FAUSTO MEARELLI ANNA GIOGLIDottore in Farmacia Dottoressa in Biologia

    Diplomato in Erboristeria

    Le piante medicinaliper affrontare le pi

    comuni

    malattie invernali

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    Il nostro corpo e lambiente:due temperature diverse

    La resistenza al freddo una caratteristica che si evoluta in modoeterogeneo nelle varie specie animali e vegetali.Mammiferi ed uccelli mantengono una temperatura corporeasuperiore a quella del loro ambiente naturale, e, per questo motivo,sono indicati come animali a sangue caldo (o omeotermi), perdistinguerli dai rimanenti membri del regno animale, che presentanouna temperatura leggermente inferiore a quella ambiente, e vengonodetti a sangue freddo (o pecilotermi).

    Il carattere pi importante degli omeotermi non tanto il valoreassoluto della loro temperatura corporea, ma piuttosto la capacit dimantenerla costante in condizioni ambientali variabili.Lomeotermia una caratteristica delle specie pi evolute, ed ha unenorme valore per la sopravvivenza, poich permette, sempre, unefficiente svolgimento di tutte le reazioni chimiche, checontraddistinguono il normale metabolismo.Il raffreddamento provoca una progressiva diminuzione delmetabolismo basale, dei movimenti, della capacit di reagire aglistimoli; ed il mantenimento di un ambiente interno stabile, indefinitiva di una temperatura del sangue circolante costante, diimportanza fondamentale per la vita di un organismo e per laconservazione del suo stato di salute.

    La temperatura normale del corpo umano oscilla tra i 36 ed i 37C, eviene mantenuta invariata tramite tutta una serie di meccanismichimico-fisici di produzione ed eliminazione di calore, che nel loroinsieme vengono denominati termoregolazione.

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    Alcuni recettori (i corpuscoli di Ruffini e Krause), cio delle particolariterminazioni nervose, situate negli strati pi profondi della pelle, esensibili agli stimoli termici, ci permettono di distinguere il caldo ed il

    freddo.

    Gli scambi di calore tra il nostro corpo e lambiente avvengonoessenzialmente per:

    irraggiamento

    emissione verso lesterno di unacerta quantit di energia, sottoforma di calore, in relazione allatemperatura corporea.

    conduzione Il contatto con aria pi freddasottrae calore al corpo.

    convezione correnti di aria o acqua vicine allasuperficie del corpo, neincrementano gli scambi di calore.

    Quando fa molto caldo, inoltre, le arterie e le vene periferiche tendonoa dilatarsi, permettendo ad una maggior quantit di sangue dipassare dalle regioni pi interne in superficie: il sangue cos si

    raffredda e disperde calore dal nostro corpo.Questo fenomeno fisiologico pu essere associato anche asudorazione: il sudore evaporando sulla superficie della pelle, laraffredda.Se fa freddo, lorganismo tende al contrario a trattenere calore, inparticolar modo in vicinanza degli organi vitali, quali polmoni, cuore,cervello e fegato, e, per fare questo, restringe i vasi sanguigni perifericie inizia a tremare, producendo calore tramite il lavoro muscolare

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    associato al tremore.Calore viene prodotto anche bruciando le riserve energeticheaccumulate nel tessuto adiposo.

    Istintivamente poi, adeguiamo il nostro comportamento ai capriccidella stagione: indossiamo abiti pi pesanti se fa freddo, mentrealleggeriamo il nostro abbigliamento se la temperatura esterna sale.

    Il freddo e le malattie invernali

    Nella stagione invernale, nel nostro emisfero, la notte pi lunga delgiorno, e i raggi solari colpiscono la Terra obliquamente, riscaldandoladi meno, per questo la temperatura pi bassa e fa freddo.Labbassamento della temperatura, laumento dellumidit, laridotta quantit di luce e il soggiornare in luoghi chiusi, possonoprovocare alcuni disturbi, definiti tipici del periodo invernale, a caricodellapparato respiratorio, come riniti, faringiti, tonsilliti, laringiti,tracheiti, sinusiti, afonie ecc., oltre che essere una concausa o ilfattore scatenante di numerosi altri malesseri, per esempio insonnia,

    depressione, cefalee, debolezza, reumatismi e problemicardiovascolari.

    La parte del nostro corpo che risente maggiormente degli effettinegativi delle basse temperature lapparato respiratorio, a partiredal naso e dalla bocca fino alle ultime diramazioni bronchiali.Questo accade principalmente perch siamo costretti a respirarearia fredda.Laria fredda e secca pu provocare microlesioni delle mucose delle

    prime vie aeree, aprendo la strada a batteri e virus.Una vasocostrizione protratta provoca ipossia e depressione delmetabolismo dei tessuti superficiali (cute e mucose), che a lungoandare subiscono dei processi a carattere regressivo, divenendo pifacilmente attaccabili dai microrganismi.Il freddo contrae i vasi sanguigni periferici, provoca una diminuzionedella quantit di sangue che raggiunge le zone corporee piesterne e abbassa in queste il numero di globulibianchi (deputati adifenderci dallattacco dei germi patogeni) e la loro attivitfagocitaria.

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    Le stesse cellule mucose ciliate, che tappezzano le vie respiratorie,rappresentandone la principale difesa, sono meno attive e produconoun muco pi viscoso, trattenendo, invece di espellere eventuali agenti

    esterni indesiderati.

    Della maggior vulnerabilit dellorganismo approfittano, comeabbiamo detto, i microrganismi presenti nellaria e anche quelli chevivono stabilmente nel nostro corpo, scatenando le tipiche malattieinfiammatorie da raffreddamento.E stato evidenziato che la resistenza alle ricadute da raffreddoreaumenta nel corso dellinverno, probabilmente perch, a poco a poco,riacquistiamo labitudine al freddo, mentre alcune affezioni come

    bronchiti e malattie esantematiche, raggiungono la loro massimadiffusione proprio alla fine dellinverno, quando i microrganismi, pervia dei successivi passaggi attraverso diversi malati, hannoaccresciuto la loro virulenza.Una delle cause principali per cui linverno la stagione deiraffreddori e delle epidemie influenzali, , infatti, la costrizione arestare a lungo in luoghi chiusi ed affollati, cosa che aumentaenormemente la probabilit di venire a contatto con individui infettied essere contagiati.

    Se i virus sono i primi responsabili della maggior parte dei nostridisturbi invernali, i batteri vengono subito dopo.Streptococchi, Emofili, Klebsielle ecc. sopraggiungono dopo i virus, esi insediano nella mucosa infiammata, divenendo causa dellecomplicazioni o superinfezioni batteriche, quali otiti, sinusiti,bronchiti e, perfino, polmoniti.

    Linspirazione di aria fredda non di solito sufficiente a giustificarelinsorgenza di uninfiammazione delle vie respiratorie, se non

    accompagnata da un raffreddamento generale del corpo: nellamaggior parte dei casi, di fatto, un malato ricorda di aver sentitofreddo prima di ammalarsi.Il raffreddamento del corpo generalmente provocato da bruschisbalzi di temperatura, come quelli che si hanno nel passaggio daambienti molto riscaldati ad un ambiente esterno piuttosto freddo.Il nostro organismo sopporta male variazioni di temperatura bruschee superiori a 6-7C.Ci che particolarmente dannoso infatti labbassamento rapido

    della temperatura ambiente, non tanto la permanenza ad una

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    temperatura bassa costante, alla quale lorganismo si pu adattare,mettendo in azione i meccanismi termoregolatori.In particolare, i bambini e gli anziani sono pi sensibili agli sbalzi

    termici, poich i loro meccanismi di termoregolazione non sono deltutto efficienti, e possono essere caratterizzati da una risposta tardivao inadeguata.E stato osservato anche che, curiosamente, rinofaringiti, bronchiti edaltre affezioni delle vie respiratorie possono insorgere in seguito alraffreddamento di parti lontane del corpo, come le estremit inferiori,anche se il meccanismo con cui, in simili casi, si verifica la cadutadello stato immune non ancora chiaro.

    Il disagio dovuto al freddo cresce allaumentare dellumidit dellaria:sopportiamo infatti peggio una temperatura bassa, se accompagnataanche da un elevato tasso di umidit dellaria.Se poi c vento, vengono percepiti dei valori di temperatura dellariamolto bassi, anche quando quella effettiva non poi cosinsopportabile.

    Linverno la stagione in cui funzionano gli impianti diriscaldamento, spesso regolati su temperature eccessive, e, quasi

    sempre, fonte di aria secca.Anche leccessiva deumidificazione dellaria altera la funzionalitdella mucosa delle vie aeree, favorendo la penetrazione di virus, oltreche la disidratazione della pelle, gi secca e tendente alladesquamazione a causa del freddo.

    Quando fa freddo consigliabile, non bere alcolici, poich lalcool fadilatare i vasi superficiali dellepidermide, con conseguente rapidadispersione di calore corporeo; al contrario il caff fa restringere i vasi

    sanguigni e salire la pressione, reazioni utili per combattere il freddo.

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    Lapparato respiratorio:una struttura indispensabile per la vita

    Lapparato respiratorio costituito da un insieme di componenti chepermettono lintroduzione nellorganismo di ossigeno, elemento di cuihanno bisogno tutte le cellule per vivere, e leliminazione di anidridecarbonica, uno dei residui dellattivit cellulare.Il suo compito quello di mantenere le concentrazioni di questi gas adun livello adeguato alle attivit delle cellule che compongono il corpoumano.Laria atmosferica entra nel nostro organismo attraverso una serie di

    condotti, le vie respiratorie, e raggiunge i polmoni, organicaratterizzati da una vasta e sottile rete di vasi sanguigni.Lo scambio di gas tra aria e sangue chiamato diffusione alveolo-capillare, e consiste quindi nel passaggio di O2 dallaria contenutanegli alveoli polmonari al sangue capillare, e di CO2 in sensocontrario.Dopo lo scambio, laria viene espulsa dai polmoni, sempre attraversole vie respiratorie, mentre il sangue ossigenato torna al cuore peressere ridistribuito a tutti gli organi.

    La respirazione regolata dal sistema nervoso centrale, e, in baseallattivit dellorganismo, vengono controllati gli afflussi di aria esangue nei polmoni.

    Le vie respiratorie, per il fatto di essere a contatto diretto conlesterno, rappresentano per anche una via di accesso per gli agentipatogeni ed irritanti presenti nellaria che respiriamo.Spesso le nostre difese vengono sbaragliate, e lapparato respiratorio colpito da malattie cos frequenti e comuni, come le infezioni al naso e

    alle vie respiratorie superiori, che tutti prima o poi ne soffronodurante la vita.Linterruzione dellattivit respiratoria incompatibile con la vita; masenza arrivare a questi estremi, possiamo dire che alcune malattiedellapparato respiratorio, se trascurate e prolungate, determinanouna alterazione dellambiente interno dellorganismo, e possonocambiare la qualit della nostra vita.

    La porzione maggiore dellapparato respiratorio (Fig.1) rappresentata

    dalle vie respiratorie o aeree, distinte in superiori ed inferiori,

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    attraverso cui laria provenientedallesterno circola ed arriva finoai polmoni.

    Le vie respiratorie superiorisono composte dalle cavitnasali, dai seni paranasali (spazisituati allinterno delle ossa chedelimitano lecavit nasali)e dallafaringe, e sono separate da quelleinferiori: trachea e bronchi,dalla laringe.

    Internamente le vie respiratoriesono rivestite da una mucosacomposta da due strati, di cuiquello pi esterno un epitelio,che si modifica strutturalmenteman mano che si procede attraverso i diversi segmenti dellapparatorespiratorio.Nella maggior parte delle vie aeree lepitelio composto da un solostrato di cellule, di cui alcune producono il muco, una secrezione

    glicoproteica, che fuoriesce e si stratifica, formando un velo sottile,sulla mucosa, e altre sono munite di ciglia, che col loro movimentospostano il muco verso lingresso delle vie respiratorie, favorendoleliminazione di corpi estranei (polvere, batteri ecc.).

    I meccanismi di difesa dellapparato

    respiratorioLaria che respiriamo tutti i giorni pu essere un importante veicolo ditrasporto per microrganismi, particelle e gas, potenzialmente nocivi,allinterno delle vie respiratorie e dei polmoni, i cui tessuti possono inqualche modo venir danneggiati.Il danno, inoltre, pu non rimanere localizzato allapparatorespiratorio, ma interessare tutto lorganismo, tramite la circolazionedel sangue, data la contiguit che si crea a livello polmonare, negli

    scambi gassosi, tra ambiente alveolare e torrente circolatorio.

    Fig. 1 - Vie respiratorie

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    Lungo le vie respiratorie esistono dei meccanismi di difesaaspecifici, nei confronti degli agenti nocivi che possono penetrare,che si sommano a quelli specifici, del sistema immunitario,

    presenti in tutto lorganismo.

    !Meccanismi di difesa aspecifici:1- Azione aerodinamica dellaria inspirataLaria inspirata viene depurata subito, allingresso nel naso, dal filtrocostituito dalle vibrisse, peli che impediscono il passaggio deicorpuscoli pi grossi.

    Passa poi attraverso una struttura tortuosa, i cornetti nasali, chedeterminano la formazione di correnti turbolente, favorendo ildeposito di altre particelle sulla parete delle cavit nasali.Le particelle catturate sono espulse poi attraverso il sistema muco-ciliare, oppure con lo starnuto o soffiando il naso.

    2- Sistema muco-ciliareLa parete delle vie respiratorie, dalle cavit nasali sino ai bronchioliterminali, tappezzata da un epitelio pseudostratificato ciliato.Il sistema muco-ciliare costituito dalle ciglia, poste sul marginelibero delle cellule epiteliali, e dalla secrezione mucosa delle cellulecaliciformi e delle ghiandole mucipare, che riveste tutte le vierespiratorie.

    Il muco viene prodotto costantemente, ma non si accumula, perchviene continuamente inghiottito in piccola quantit.

    La sua secrezione aumenta quando si verifica qualche alterazionedelle vie respiratorie.Esso ha una doppia attivit protettiva: meccanica eantimicrobica.E infatti una secrezione vischiosa, su cui si attaccano tutti icorpuscoli con cui viene a contatto, e che, con le particelle e i germiche vi hanno aderito, viene spinta, dal movimento ondulatoriocoordinato delle ciglia, fuori dalle vie respiratorie, fino alla faringe, perpoi passare con la deglutizione nellesofago.

    Contiene inoltre diversi fattori antibatterici, batteriostatici e antivirali,

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    come il lisozima, la lactoferrina e linterferone.Lazione antimicrobica completata da alcune cellule immunitarie chesi trovano solitamente nella mucosa, quali macrofagi (che fagocitano i

    germi) e mastociti (che scatenano una risposta infiammatoria aseguito di qualsiasi stimolo irritante).

    3- Risposte riflesseIl movimento delle ciglia espelle dalle vie aeree particelle piccole edepositatesi sul muco in quantit non eccessiva, non per efficacenelleliminazione di quelle pi grosse o di quantit elevate di esse.Entrano allora in scena una serie di risposte riflesse, che ne

    permettono lespulsione con grande forza e velocit.

    Quando le cavit nasali sono invase da un gran numero di particelle,oppure da sostanze irritanti o corpi estranei, si ha la stimolazionedelle fibre sensitive della mucosa nasale.Il messaggio viene portato quindi al sistema nervoso centrale dalnervo trigemino, con conseguente stimolazione delle cellule nervoseche controllano la funzione di alcuni muscoli respiratori.Si verificano allora una serie di contrazioni rapide, che provocano una

    inspirazione profonda, seguita da una apertura completa della glottidee da una espirazione violenta.Con lo starnuto si produce una brusca ed improvvisa corrente darianelle cavit nasali, in grado di espellere sostanze irritanti o corpiestranei.Quando invece lo stimolo irritativo interessa la laringe, la trachea o ibronchi, gli impulsi nervosi che si scatenano a livello delle cellulesensitive della mucosa respiratoria sono trasportati dal nervo vago almidollo allungato, che controlla tutta una serie di movimenti

    muscolari.Si genera, in questo caso, una inspirazione profonda, seguitadallavvicinamento delle corde vocali e dalla chiusura della glottide.Poi, si contraggono con forza i muscoli respiratori, quelli intercostali equelli addominali; quindi si rilasciano le corde vocali, si apre laglottide, e laria compressa dentro ai polmoni viene espulsa con forza,spostando lagente irritante verso lesterno: si ha cio il riflesso dellatosse.

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    Laria talvolta proiettata verso lesterno ad una velocit che puarrivare a 120-160 km orari.La tosse uno dei sintomi che si riscontrano pi comunemente nelle

    affezioni infiammatorie delle vie aeree, ed anche un micidiale veicolodi diffusione delle malattie infettive dellapparato respiratorio.

    !Meccanismi di difesa specificiQuesti meccanismi entrano in funzione quando lapparato respiratorioviene invaso da microrganismi.Nel muco sono presenti anticorpi, sostanze proteiche elaborate daalcune cellule inmmunitarie, in grado di combinarsi in modo specifico

    con componenti dei microrganismi, con conseguente bloccodellattivit di questi ultimi.Gli anticorpi sono qui principalmente immunoglobuline A (IgA).Anche nella lamina di tessuto connettivo situato sotto lepitelio sitrovano anticorpi, accompagnati da numerose cellule immunitarie.Nella faringe questa barriera di difesa particolarmente sviluppata, ele cellule immunitarie formano accumuli intimamente unitiallepitelio, follicoli linfoidi e tonsille, che nel loro insiemecostituiscono lanello di Waldeyer.

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    Un importante protagonista dellinverno:il sistema immunitario

    Il termine immunit deriva dal latino, e significa protezione.Il sistema immunitario quindi un apparato protettivo, che difendeluomo dalla nascita in poi.Il suo compito principale quello di proteggere il nostro corpo daagenti infettivi, come virus, batteri e parassiti, capaci di superarebarriere cutanee e mucose. Esso in grado inoltre di identificare laeventuale presenza di cellule, appartenenti allorganismo, ma deviatedalla norma (cellule tumorali), e di eliminarle.

    Per svolgere il suo lavoro il sistema immunitario deve innanzi tuttoriuscire a distinguere le cellule che fanno normalmente parte delnostro corpo da quelle estranee, che vengono genericamente definiteantigeni.Ciascuna delle migliaia di miliardi di cellule del nostro organismo dotata di una propria carta di identit: una particolarecombinazione di molecole proteiche, situate sulla superficie della suamembrana cellulare.

    Il sistema immunitario in grado di ricordare laspetto di ogni cellula,mentre attacca tutte quelle che non possiedono quei particolaricaratteri distintivi.

    Inoltre, quando il sistema immunitario incontra un agente estraneo(batterio, virus), in grado di memorizzarne le caratteristiche, e diprepararsi alla difesa nel caso tale contatto si ripresenti in futuro.Questultima caratteristica viene sfruttata a nostro favore quando civacciniamo: viene infatti introdotto nel nostro corpo un agente

    infettivo attenuato, che non cio in grado di provocare la malattia,ma sufficiente a stimolare e a preparare il sistema immunitario nelcaso si verifichi un successivo vero attacco.

    Le cellule, che circolano nel sangue e nella linfa, coinvolte neimeccanismi di difesa immunitaria, sono i globuli bianchi, il cuinumero in un individuo ammonta a circa 7000 per ogni mm3 disangue.I globuli bianchi, come i globuli rossi, derivano da ununica categoria

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    di cellule staminali pluripotenti, la cui sede principale il midolloosseo. Un danno a queste cellule, per esempio in seguito achemioterapia, radiazioni o malattie, pu rendere

    contemporaneamente inefficienti i sistemi immunitario edematopoietico.

    Granulociti Neutrofili 45-70%Basofili < 1%Eosinofili 1-3%

    Monociti3-7%

    Allinterno dei tessuti i

    monociti si trasformano inMacrofagi.

    Linfociti25-30%

    Linfociti T (induttori,citotossici, soppressori)

    Linfociti BCellule Natural Killer

    Fig.2 - Classificazione dei leucociti (globuli bianchi) e percentuale nel

    sangue circolante.

    I globuli bianchi dotati di attivit fagocitaria rappresentano laprima linea di difesa dellorganismo contro gli agenti estranei.Essi svolgono le loro funzioni nel tessuto connettivo, nel qualemigrano grazie alle propriet ameboidi (spingono delle porzioni delcitoplasma cellulare verso lesterno, come dei falsi piedi), dopo averattraversato la parete dei vasi sanguigni.

    Il sangue circolante rappresenta infatti il loro mezzo di trasporto dagliorgani dove sono prodotti al tessuto connettivo, dove svolgono la lorofunzione e muoiono.Ve ne sono di vari tipi, con caratteristiche strutturali diverse edifferenti compiti difensivi (Fig.2).

    I granulociti neutrofili rappresentano il 45-70% di tutti i globulibianchi circolanti, e sono piccole cellule costantemente allerta, dotatedi grande mobilit, che, dallinterno dei vasi sanguigni, possono

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    passare nella compagine tessutale.Quando raggiungono lobiettivo, per esempio un batterio, loinglobano, imprigionandolo dentro di s.

    Il loro citoplasma pieno di granuli contenenti enzimi idrolitici acidi esostanze antibatteriche (perossidasi, lisozima, fagocitina, leuchinaecc.), che essi riversano sul microrganismo, digerendolo, o meglioscomponendolo nei suoi elementi costitutivi.Questi granulociti per degenerano e muoiono presto, sia per azionedei batteri, sia perch la loro durata di vita limitata (1-2 giorni), evanno a formare quella sostanza giallastra nota a tutti come pus.Sono le cellule che partecipano pi attivamente alle reazioniinfiammatorie acute causate da uninfezione.

    Le altre due classi di granulociti: eosinofili e basofili sono presentiin quantit molto pi bassa, intorno all1-3%.Anche gli eosinofili fagocitano batteri, ma soprattutto distruggonoalcuni prodotti che si formano a seguito delle reazioni allergiche, oltread esercitare unazione citotossica diretta nelle infezioni da parassiti.Dei basofili ne esistono invece una forma circolante ed una che risiedenei tessuti; questultima interviene nei meccanismi effettori dellereazioni allergiche.

    I macrofagi intervengono tardivamente, dopo che la fase acuta deiprocessi infiammatori si risolta, fagocitando e distruggendo, con iloro enzimi litici, residui cellulari e batteri.Queste cellule sono distribuite in diversi organi e tessuti, quali ilfegato, il polmone, il midollo osseo, i linfonodi, la pelle, il sistemanervoso ed il tessuto connettivo.Nei polmoni, i macrofagi, fungono da cellule spazzine, cheinghiottono particelle di tutti i tipi: polvere, carbone, amianto, silice

    ecc., per evitare che danneggino il tessuto polmonare.

    I monociti che circolano nel sangue rappresentano una riserva difagociti, della quale lorganismo pu rapidamente disporre nel corso diinfezioni o se viene a contatto con sostanze estranee di varia natura.Fino a che essi rimangono nei vasi sanguigni contengono unaquantit esigua di enzimi e sono privi di attivit fagocitaria. Nel corsodei processi infiammatori abbandonano i vasi sanguigni ed accorrononel sito di infezione, trasformandosi rapidamente in macrofagi tipici e

    acquistando propriet fagocitarie e batteriolitiche.

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    Attraverso il processo della fagocitosi, quindi, i globuli bianchieliminano i microrganismi invasori ed ogni possibile scoria dai tessuti.

    Alla categoria dei globuli bianchi appartengono per anche i linfociti,privi di attivit fagocitaria, che difendono lorganismo in mododiverso: rappresentano infatti le cellule effettrici delle risposteimmunitarie specifiche.Se ne distinguono due tipi: le cellule B e le cellule T.La maggior parte dei linfociti che circolano nel sangue sono del tipo T,solo il 5-15% appartiene al tipo B.Negli anni 70 stata scoperta anche unaltra classe di linfociti, checostituisce il 20-25% dei linfociti circolanti nel sangue, e che svolge

    unattivit assassina naturale, i Natural Killer (NK),particolarmente specifici verso cellule infettate da virus e celluletumorali. Queste cellule uccidono senza alcun aiuto da parte di altricomponenti del sistema immunitario, anche se sembra che funzioninoin modo pi efficiente quando sono stimolate da una sostanza:linterferon, prodotta dai linfociti T attivati.Nellambito dei linfociti T si distinguono poi tre tipi: induttori(helper), soppressori (suppressor) e citotossici (killer).

    Le cellule B originano nel midollo osseo e, sempre l, raggiungono laloro maturit, cio la loro competenza immunitaria specifica (lacapacit di reagire in modo specifico) verso un determinato antigene,mentre le cellule T dal midollo osseo si spostano per maturare neltimo (organo linfoepiteliale situato nella parte superiore del torace,dietro allo sterno).I linfociti sviluppano le loro innumerevoli specificit durante il periodofetale, per cui, se il nostro sistema immunitario si sviluppato inmodo normale, in grado fin dalla nascita di riconoscere e

    neutralizzare le sostanze estranee.

    I linfociti B e i linfociti T sono i protagonisti di due tipi diversi dirisposta immunitaria: quella umorale mediata da anticorpi e quellamediata da cellule.

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    !I linfociti B e limmunit umorale mediata daanticorpi

    Lingresso di un elemento estraneo nel nostro organismo stimola inmodo specifico la produzione di sostanze di natura proteica, chiamateanticorpi, con una struttura complementare a quella dellantigene.

    Lanticorpo che si crea ha una forma praticamente unica,perfettamente conforme alle caratteristiche distintive dellinvasore,cio lanticorpo si adatta allantigene come una chiave alla serratura.Questa esatta corrispondenza strutturale fa si che antigene edanticorpo si leghino tra loro, formando un complesso antigene-

    anticorpo.I protagonisti di questo tipo di risposta immunitaria sono i linfociti B.

    La cellula B matura presenta sulla sua superficie esterna circa mezzomilione di recettori che possono legarsi ad un antigene che si trovasulla superficie dei microrganismi.Ogni linfocita si pu legare a un tipo soltanto di antigene e da quideriva la sua specificit.Poich ci sono in circolo circa mille miliardi di linfociti, e tutti sono

    specifici per differenti antigeni, ci possiamo rendere conto del perchle cellule B, nel loro insieme, possano reagire contro tutte le sostanzeestranee che un organismo incontra nel corso della sua vita.

    Le cellule B sono sparse in tutto il corpo, in circolo nel sangue e,soprattutto, localizzate nelle ghiandole linfatiche.Quando un particolare antigene dellintruso (virus, batteri, funghi oparassiti) colpisce il recettore giusto sulla superficie di una cellula B, idue si attaccano, e la cellula inizia subito a moltiplicarsi

    ripetutamente: da una cellula due cellule, da due quattro, e cos viafino a formare un clone di cellule tutte uguali alla prima.Alcune di queste cellule si trasformano poi in plasmacellule, dalmetabolismo molto attivo, il cui compito quello di produrre, il pirapidamente possibile, anticorpi diretti verso lantigene che avevaoriginato il segnale iniziale.Ogni plasmacellula libera circa 2000 anticorpi al minuto, e, dato cheil clone delle plasmacellule si accresce continuamente, dopo poco

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    tempo dal contatto con lelemento estraneo, il sangue viene invaso damiliardi di anticorpi.

    Gli anticorpi, trasportati dal sangue nelle sedi di infezione,neutralizzano le sostanze tossiche prodotte dai batteri (tossine),oppure rivestono questi ultimi e poi richiamano i fagociti pereliminarli.Pi legami antigene-anticorpo sulla superficie di un virus,determinano da parte di questo la perdita della capacit di penetrarenelle cellule dellospite e quindi di causare la malattia.

    La clonazione delle plasmacellule e la produzione di anticorpi

    continua finch i batteri e i virus ed i loro antigeni non sono eliminatidai tessuti.

    Lattivit degli anticorpi supportata dal complemento, un insiemedi fattori proteici presente nel plasma, che si lega al complessoantigene-anticorpo.Una volta che gli anticorpi hanno identificato un batterio, e si sonoattaccati ai suoi antigeni, i fattori del complemento, attivati, si leganoalla sua superficie, lo perforano e lo fanno scoppiare, lasciando ai

    fagociti il compito di terminare il lavoro.Alcuni componenti del complemento provocano anche la dilatazionedei vasi sanguigni in modo da permettere ai granulociti ed ai monocitidi accorrere in massa nel punto di infezione.

    Non tutte le cellule B che vengono prodotte in seguito allastimolazione da parte dellantigene si trasformano in plasmacellule;alcune, chiamate cellule della memoria, non producono anticorpicircolanti, ma costituiscono una riserva di elementi sensibili a quello

    specifico antigene, dotati di memoria immunologica, poichconservano il recettore anticorpale sulla superficie cellulare.E proprio questa funzione mnemonica a proteggerci contro le malattiedi cui abbiamo gi sofferto in passato o nei confronti delle quali siamostati vaccinati, determinando, a seguito di una nuova stimolazione,una produzione molto rapida di livelli efficaci di anticorpi, percombattere un antigene a cui siamo stati gi esposti.I vaccini, come quello antipolio, sfruttano questa caratteristica perindurre una memoria definitiva.

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    Ed per questo motivo che, in condizioni normali, possiamo contrarrealcune malattie, come la parotite, il morbillo, la varicella e lamononucleosi soltanto una volta nella vita.

    Un'unica esposizione, anche minima, ad un agente infettivo sufficiente a mettere in guardia lintero sistema immunitario verso diesso per tutto il resto della vita di un individuo.

    Per, anche se questa memoria estremamente precisa, la maggiorparte di noi si ammala di raffreddore o di influenza ogni anno.Questo avviene perch alcuni virus modificano lievemente la lorostruttura nel tempo (mutazione antigenica), e quel piccolocambiamento gi sufficiente a consentire che una variante del virus

    dellanno precedente eluda le nostre difese immunitarie.

    La produzione di anticorpi da parte dei linfociti B richiede spessolintervento di altri due tipi cellulari: le cellule T helper ed i macrofagi.E stato osservato che se lantigene, prima di venire in contatto con ilinfociti, viene fagocitato dai macrofagi, e poi passato tramite ponticitoplasmatici ai linfociti, la risposta immunitaria pi vivace.Probabilmente i macrofagi scindono lantigene nei suoi costituentimacromolecolari o lo modificano in modo da presentare migliori

    propriet antigeniche, lo trasformano cio in un superantigene.Le cellule T helper invece producono delle sostanze (linfochine) chestimolano alcuni dei linfociti B, che esprimono sulla propriamembrana molecole recettoriali capaci di riconoscere lantigene, atrasformarsi in plasmacellule, in grado di secernere anticorpi specifici.

    Gli anticorpi

    Gli anticorpi sono una speciale categoria di proteine, dotate dicapacit reattiva specifica verso gli antigeni. Si trovano liberi nelsangue, nella linfa, negli spazi extravascolari e nelle secrezioni o fissisulla membrana di alcuni tipi cellulari.Tutte le proteine che si comportano come anticorpi sono indicate conil termine: immunoglobuline (Ig).

    Gli esseri umani ne producono 5 tipi diversi, sempre seguendo unordine rigoroso (Fig.3).

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    Le IgM sono gli anticorpi filogeneticamente pi antichi e anche quelliche compaiono per primi durante la risposta immunitaria.Generalmente per svolgere la loro attivit si riuniscono in gruppi di

    cinque, formando una massa troppo grande per passare nei tessuti, erimanendo pertanto confinati in circolo.La loro capacit di contribuire alla lotta contro i microrganismi limitata, tanto che un essere umano non riuscirebbe a sopravvivereproducendo solo questa forma primitiva di anticorpo.

    Le seconde a comparire sono IgD, il cui ruolo non ancora oggi deltutto chiaro. Sono secrete infatti in piccola quantit (rappresentanomeno dell1% degli anticorpi prodotti), e si pensa favoriscano la

    reazione dei linfociti B ai linfociti T, che coordinano lattivit secretoriadella plasmacellula, gli indicano cio quando passare a produrre iltipo successivo di anticorpi.

    Il terzo tipo di anticorpo prodotto sono le IgE, le immunoglibulinepresenti alla pi bassa concentrazione nel siero normale.Quando compaiono in gran quantit sono responsabili della comparsadi patologie allergiche, come per esempio lasma bronchiale o ladermatite atopica.

    Le IgE si legano a particolari cellule e le stimolano a produrre agentidi tipo istaminico, che aumentano la circolazione sanguigna nellazona interessata dallattacco microbico e dilatano il pi possibile i poridei vasi sanguigni, permettendo ad un numero elevato di celluledifensive di passare dal circolo ai tessuti. Per questo motivo le IgEsono denominate guardiani della porta immunologica.La funzione principale delle IgE quella di agire nelle risposteimmunitarie contro parassiti come gli elminti.

    Dopo la produzione di IgE le plasmacellule passano a quella delle IgG,i principali anticorpi prodotti dagli esseri umani.Di IgG se ne conoscono 4 tipi diversi.Le IgG1 proteggono i tessuti dalla maggior parte dei batteri, esclusiquelli che presentano una capsula di rivestimento di natura glucidica,come il Meningococco che causa la meningite, il Gonococcoresponsabile della gonorrea e lo Pneumococco che provoca un elevatonumero di problemi ai polmoni e alle vie respiratorie superiori.Spetta infatti alle IgG2 il compito di attaccare e distruggere

    specificamente questi tipi di batteri.

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    Le IgG3 neutralizzano invece alcuni virus, che si spostano con granderapidit nel torrente sanguigno, prima che riescano a penetrare nellecellule e porsi quindi al riparo dalla azione degli anticorpi, che

    rimangono fuori.Le IgG4 somigliano invece nella loro attivit alle IgE, e stimolano laliberazione di istamina e altre sostanze vasodinamiche, che fannodilatare i vasi sanguigni.

    Lultima classe di immunoglobuline ad essere prodotta sono le IgA,che svolgono la loro attivit sulle mucose, cio le membrane cherivestono le cavit del nostro corpo, come il naso, la bocca, lintestino,la vescica ecc.. Le IgA si ritrovano infatti nella saliva, nelle lacrime,

    nel muco che riveste le vie respiratorie e in molte altre secrezioni.

    Gli anticorpi IgM ed IgG sono quelli in grado di attivare il sistema delcomplemento, che, associato alla presenza di fagociti, distrugge ibatteri.Le IgA invece si legano allantigene e lo immobilizzano, in attesa che ilcomplesso venga eliminato dalla mucina, una secrezione viscosa cheriveste le mucose.

    Dalla diciottesima settimana di gestazione, le IgG che circolano nelsangue materno possono attraversare la placenta ed entrare nelsangue fetale.Il sistema immunitario della madre pieno di anticorpi contro quegliorganismi, potenzialmente pericolosi, che il bambino avr la maggiorprobabilit di dover affrontare nellambiente dove vivr dopo lanascita.I bambini nascono quindi con dei livelli di IgG da adulto, donatiglidalla madre, che lo proteggeranno per circa tre mesi; una soluzione

    ottimale, dato che lui stesso inizier a produrre le proprie IgG dalsecondo mese di vita.I neonati, inoltre, non sono in grado di produrre IgA, per difendersidai microrganismi che si insediano nelle loro mucose, in particolarenellintestino.Questa carenza sopperita dal latte materno, che ne molto ricco neiprimi sei mesi dopo il parto.

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    IgM(10%)

    E lanticorpo caratteristico della

    fase iniziale della rispostaimmunitaria.Viene secreto durante la faseacuta delle infezioni, formandograppoli a forma di stella. Circolanel sangue dove uccide i batteri.Attiva il complemento.

    IgD(meno dell1%)

    E lanticorpo pi diffuso sullasuperficie delle cellule B, epotrebbe essere implicato nellaregolazione della sequenza dellaloro attivit secretoria, modulataanche dai linfociti T.

    IgE(meno dell1%)

    E lanticorpo responsabile dellacomparsa delle allergie.Stimola la liberazione da parte dicellule particolari di istamina ealtre sostanze vasomotorie.Agisce principalmente nellereazioni immunitarie contro iparassiti.

    IgG(70-75%)

    E lanticorpo dominante nella

    risposta immunitaria. Distruggevirus e batteri. Attiva ilcomplemento. Immunizza per unperiodo lungo. Attraversa labarriera placentare.

    IgA(10-15%)

    Svolge la sua attivit sullemucose. Si concentra nei liquidiorganici (saliva, lacrime, muconasale, secrezioni bronchiali egastrointestinali ecc.) a difesadelle vie di accesso allorganismo.Costituisce il primo baluardocontro gli agenti patogeni e gliallergeni presenti nei cibi. E diimportanza fondamentale controi virus. Ne particolarmentericco il latte materno.

    Fig. 3 - Tipi di immunoglobuline (anticorpi) prodotti dal corpo umano:concentrazione ematica e caratteristiche.

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    !I linfociti T e limmunit mediata da celluleLa risposta immunitaria cellulo-mediata viene svolta dai linfociti T,

    che maturano ed acquisiscono la propria competenza immunitaria neltimo. Quando un linfocito T abbandona il timo sulla sua membranapossiede una miriade di recettori identici, conformati in modo tale cheinteragiscono perfettamente solo con lantigene specifico (per esempiouna determinata parte del virus del morbillo).La regola : per ogni linfocito T un solo tipo di antigene.

    I linfociti T non riconoscono direttamente lantigene, per legarsi adesso hanno bisogno che altre cellule del sistema immunitario glielo

    presentino previamente scomposto.Le cellule presentanti lantigene sono dei leucociti che si trovanosoprattutto nella pelle, nelle mucose e negli organi linfoidi, cheportano, tramite il flusso linfatico, lantigene che hanno catturato etrasformato, ai linfociti T localizzati nei linfonodi pi vicini.Esse producono, anche, nel luogo di incontro, una sostanza,linterleuchina-1 (IL-1), che stimola lattivit dei linfociti, specificicontro lantigene, che sono in zona.I linfociti T che si legano allantigene, si attivano, proliferano e

    svolgono le proprie funzioni difensive. Alcuni di loro, alla fine, sitrasformano in cellule della memoria, che ricircolano in tuttolorganismo in attesa di individuare nuovamente lantigene e attuareuna seconda risposta immunitaria pi rapida ed efficace della prima.

    Si distinguono diversi tipi di linfociti T, in particolare tre: helper,citotossici e soppressori.

    Gli helper rappresentano circa il 60% dei linfociti circolanti ed il loro

    ruolo di importanza fondamentale. E noto che nellAIDS si ha unaforte riduzione proprio di questa popolazione di linfociti T.I linfociti T-helper, in un certo senso, dirigono le operazioni di difesa,comunicando con le cellule B, i fagociti e i linfociti soppressori ecitotossici, mediante segnali chimici di tipo ormonale, che sidiffondono in tutto il corpo.Secernono infatti una sostanza, linterleuchina-2 (IL-2) capace distimolare la proliferazione di quei linfociti che in zona sono venuti acontatto con l'antigene.

    Inoltre, mediante la produzione di un fattore di attivazione dei

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    macrofagi, incitano la funzione fagocitaria di queste cellule, cheagiscono contro ogni patogeno presente in loco; mentre, tramite altrelinfochine, i fattori di crescita e di differenziazione dei linfociti B,

    stimolano il linfocita B che ha legato lantigene a trasformarsi inplasmacellula, dando cos il via alla risposta immunitaria umorale equindi alla produzione di anticorpi.

    I linfociti T soppressori svolgono invece una funzione diinterruttore di spegnimento della reazione immunitaria, soprattuttonei confronti dei T-helper.Questa attivit stata identificata come uno dei circuiti fondamentaliattraverso cui il sistema si autoregola, cio varia lintensit e lefficacia

    della risposta immunitaria; la ricerca di difetti in questo circuitoregolatore al centro degli studi sulle malattie autoimmuni, le allergiee le malattie infiammatorie croniche.

    I linfociti T citotossici hanno la caratteristica di uccideredirettamente le cellule infettate da patogeni, in particolare da virus,anche se appartengono allorganismo.Anche le cellule tumorali sono tra i loro obiettivi.Le cellule infettate costituiscono il bersaglio per lattivit citotossica

    dei linfociti T, che agiscono in due diversi modi.Liberano alcune molecole proteiche, le perforine, che producono deibuchi nella membrana delle cellule bersaglio, provocando unentratamassiccia di liquidi allinterno della cellula, che si gonfia fino adistruggersi; oppure attivano enzimi nucleari nella cellula bersaglio,che frammentano il DNA e provocano la morte della cellula, che nonriesce pi a svolgere le sue normali funzioni metaboliche.In questo secondo caso le cellule morte sono fagocitate dai macrofagi.

    Disponiamo quindi di un sistema di linfociti T composto da celluleregolatrici, cellule che lanciano segnali di allarme e cellule distruttrici;per mantenerci in vita, tutte queste cellule devono funzionareperfettamente e in armonia giorno per giorno.La pluralit di attivit dei linfociti T offre migliori garanzie di controllodelle violente reazioni innescate dal sistema immunitario: una rete dicellule integrate infatti meno pericolosa, nel caso che una partedellapparato immunologico sia danneggiata.

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    Malattie provocate dal sistema immunitario

    Il sistema immunitario, con i suoi miliardi di cellule, il complemento,

    gli anticorpi e i numerosi meccanismi che agiscono in modocoordinato, attivo in tutte le parti dellorganismo, costantemente allaricerca di microrganismi, sostanze velenose, particelle estranee ocellule malate.Malgrado tutte le precauzioni, esso, per, talvolta, commette deglierrori e si rivolta verso le cellule dellorganismo stesso cui appartiene.Allergie, come leczema, la febbre da fieno e lasma, sono unaconseguenza di questi errori.Unaltra conseguenza, spesso molto grave, costituita dalle malattie

    autoimmuni (Fig.4), che possono colpire organi interi o parti di essi.Il sistema immunitario attacca le cellule dellorganismo quandoqualcosa sulla loro superficie cambiato. In molti casi laresponsabilit di ci stata attribuita ai virus, ad alcuni medicinali(penicillina, antiipertensivi, anticonvulsivanti) e alle radiazioni,incluse quelle solari.

    Per esempio, nel diabete giovanile insulinodipendente, gli anticorpisono diretti contro le isole del pancreas che producono insulina, e

    questo processo pu avere avuto inizio da uninfezione virale.Altri esempi sono lartrite reumatoide, in cui viene distrutta lacartilagine delle articolazioni e danneggiata la superficie delle ossa, ela glomerulonefrite, dove a essere danneggiati sono i glomeruli delrene, che hanno il compito di filtrare il sangue.Attualmente non esiste alcun trattamento capace di guarire lemalattie autoimmuni, non disponiamo infatti di terapie capaci dibloccare la produzione anomala di autoanticorpi.

    La terapia farmacologica ricorre alla somministrazione di farmaciantinfiammatori, come i corticosteroidi, o di inibitori della funzioneimmunitaria, come i farmaci immunosoppressori.Ci comporta per numerosi effetti collaterali, per cui la loroassunzione giusticata solo quando le alterazioni causate mettono arischio la vita del paziente.In questi ultimi anni, la messa a punto di farmaci immunosoppressoridotati di minori effetti collaterali, ha reso il loro impiego pi frequentenel trattamento delle malattie autoimmuni.

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    Malattia Tessuti e organi colpiti

    Diabete mellito di tipo I o giovanile Pancreas

    Morbo di Addison Ghiandole surrenali

    Morbo di Graves-Basedow Tiroide

    Tiroidite di Hashimoto Tiroide

    Gastrite atrofica Mucosa gastrica

    Epatite cronica attiva Fegato

    Colite ulcerosa Fegato

    Anemie emolitiche Intestino crasso

    Porpora trombocitopenica Piastrine

    Miastenia grave Placche neuromuscolari

    Sclerosi multipla Tessuto nervoso

    Glomerulonefriti autoimmuni Reni

    Pemfigo Pelle

    Vitiligine Pelle

    Artrite reumatoide Articolazioni

    Dermatomiosite Pelle e muscoli

    Lupus eritematoso sistemico Tessuto connettivo di numerosi organi

    Fig.4 Le principali malattie che si ritiene siano causate da meccanismiautoimmuni.

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    Stress, emozioni e sistema immunitario

    Lo stress una condizione determinata da agenti stressanti esterni o

    interni allorganismo. Rappresenta una risposta di adattamento delnostro corpo, e, proprio per questo, un fenomeno inevitabile.Si pensa comunque che gli organismi biologici richiedano un certostress per mantenere il loro livello di benessere, poich esso licostringe ad adattarsi continuamente allambiente.Quando per i livelli raggiunti non sono pi affrontabili, si produconoalterazioni patologiche.Lo stress pu essere determinato da una gamma estremamente ampiadi stimoli, che vengono denominati stressors (agenti stressanti).

    Sono stressors, per esempio, lesposizione al caldo o al freddo o agradi estremi di umidit, gli sforzi muscolari, gli stimoli emozionaliecc., e tutti producono essenzialmente la medesima risposta biologica(Fig.5).

    STIMOLI FISICI STIMOLI BIOLOGICI

    STIMOLI PSICOSOCIALI

    ORGANISMO

    STRESS

    Fig.5 - Lo stress come risposta dellorganismo ad ogni sollecitazione operatasu di esso.

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    I sistemi nervoso, endocrino ed immunitario rappresentano ilnostro mezzo di comunicazione col mondo esterno.Nel determinare la suscettibilit alla malattia di un individuo, e

    quindi la sua ipo o ipereattivit, questi tre sistemi agiscono,sinergicamente, a livello di tutti gli organi e tessuti.

    La funzionalit e la reattivit di questi tre sistemi sono, a loro volta,controllate da una serie di fattori reciprocamente interagenti tra diloro: la struttura geneticocostituzionale, limprinting psicobiologico,lambiente fisico e i determinanti emozionali e psicosociali.

    Le differenze nel tipo di malattie sviluppate, per cause stressanti,

    dipendono dalla particolare vulnerabilit dei singoli organi, a suavolta dipendente da fattori fisico-biologici o genetico-costituzionali.Il sistema nervoso autonomo innerva i tessuti che formano oconservano le cellule del sistema immunitario che si ritrovano incircolo. Inoltre, i tessuti del sistema immunitario sono sensibili a tuttigli ormoni prodotti dallipofisi sotto il controllo del cervello.

    Le secrezioni di CRH (fattore rilasciante lACTH, rilasciatodallipotalamo), ACTH (ormone adrenocorticotropo delladenoipofisi) e

    cortisolo (ormone prodotto dalla corticale del surrene) presentano unritmo circadiano, e sono tutte pi elevate al mattino e pi basse atarda sera.La concentrazione di cortisolo nel plasma varia tra un livello di circa20 microgrammi/100 ml ed uno di circa 5 microgrammi/100 ml. Cidipende da una variazione ciclica sulle 24 ore dei segnali ipotalamiciche promuovono la secrezione di cortisolo.Quando una persona modifica il suo quotidiano ciclo di sonno/veglia,anche il ciclo secretorio del cortisolo si modifica in corrispondenza.

    E stata dimostrata una relazione stretta tra andamento dellivello di cortisolo e quantit di cellule immunitarie circolanti nelsangue.In un soggetto sano, quando minimo il livello di cortisolo massimoil numero dei leucociti.

    Lo stress un fenomeno che turba il ritmo del cortisolo, la cuidesincronizzazione pu avere conseguenze negative su altri ritmi che

    lui stesso guida, come quello delle cellule immunitarie.

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    Le dimostrazioni pi convincenti dei legami esistenti tra cervello esistema immunitario risalgono a circa venti anni fa, e sono legate adelle sperimentazioni di immunosoppressione condizionata.

    Somministrando, per esempio, a dei topi, un farmacoimmunosoppressivo assieme con una bevanda dolcificata consaccarina, che essi potevano associare mentalmente al farmaco, siosserv che, in un secondo tempo, era possibile ottenere lo stessoeffetto di immunosoppressione, dando da bere allanimale solo labevanda dolcificata, senza che fosse necessario il farmaco.Se il gusto di una bevanda pu alterare la funzione immunitaria, non strano che anche uno stimolo forte come lo stress possa farlo.Ulteriori studi sono stati effettuati anche sulluomo, scegliendo come

    soggetti ad esempio astronauti, studenti, sportivi e cadettidellaccademia militare, tutti individui soggetti per motivi diversi aforti stati di stress.I risultati hanno evidenziato una maggior facilit a contrarremalattie infettive, associata a stati di temporaneaimmunodepressione, da parte di individui in perfetta salute masottoposti a stress.

    Lo stress compromette una grande variet di funzioni immunitarie: la

    formazione ed la liberazione di nuovi linfociti, la sensibilit dei linfocitiallallarme infettivo, la sintesi di anticorpi in risposta ad un agenteinfettivo e la comunicazione tra linfociti, tramite il rilascio degliappositi messaggeri (interleuchine, interferone).

    La spiegazione scientifica di ci semplice.La reazione acuta di stress produce una forte attivazione della via checollega il cervello, tramite le fibre del sistema simpatico, alla midollaredel surrene (Fig.6).

    La midollare in pochi secondi produce adrenalina, noradrenalina edopamina, sostanze che determinano non solo aumento dellapressione arteriosa e della frequenza e gittata cardiaca, dilatazionedelle pupille e miglioramento dellattenzione, ma anche un effettoimmunosoppressivo diretto e un aumento della produzione di CRH daparte dellipotalamo.

    Il CRH stimola la produzione di ACTH da parte dellipofisi anteriore,

    che a sua volta stimola la corteccia del surrene a produrre cortisolo.

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    Leffetto finale dellattivazione dellasse ipotalamo-ipofisi-ghiandole surrenali una immunosoppressione derivante daglieffetti del cortisolo sulle cellule immunitarie.

    Ricerche recenti hanno inoltre dimostrato che Il CRH stesso ha uneffetto diretto sullimmunit: il suo bersaglio preferito sono le celluleNK (Natural Killer), che vengono inibite.Sembra, in aggiunta, che i glucocorticoidi siano in grado di stimolarelattivit dei linfociti T soppressori, cio di quei linfociti che hanno ilcompito di spegnere la reazione immunitaria, con effettiimmunosoppressivi.

    La reazione di stress in grado di attivare anche direttamente il CRH,e lui stesso in grado di stimolare lattivazione del sistema simpatico.Quindi catecolamine e CRH si sostengono a vicenda per metterelorganismo in condizioni di affrontare quello che viene percepito comeun evento minaccioso, mentre il sistema immunitario invecedepresso, e si realizza una maggior vulnerabilit a malattie infettive,spesso banali e transitorie, altre volte pi serie e compromettenti.

    E disponibile una vasta letteratura, relativa a sperimentazioni sugli

    animali, piuttosto convincente per ci che riguarda gli effetti dellostress su alcuni tipi di cancro.

    Per esempio stato osservato che il tasso di crescita con cui certitumori si sviluppano nei topi pu mutare al variare del tipo di gabbiain cui gli animali sono rinchiusi: pi lambiente stressante erumoroso, pi velocemente si sviluppano i tumori.In questo caso la risposta immunologica pi o meno efficace dipendedal livello di cellule NK (specializzate nella prevenzione dei tumori)

    presenti, il cui numero considerevolmente diminuito dallo stress.

    Stress significa quindi soppressione della risposta immunitaria; e altilivelli di cortisolo determinano una maggior predisposizione alleinfezioni.Daltra parte per, bassi livelli di cortisolo o, meglio, scarsa capacitdi risposta (assenza di un pronunciato ritmo circadiano del cortisolo)vuol dire esporsi a malattie infiammatorie autoimmuni, poich mancala quantit di ormone necessario a smorzare la reazione immunitaria.

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    ADRENALINA

    Lo STRESS aumenta NORADRENALINA

    DOPAMINA

    che stimolano

    IPOTALAMO che aumenta

    CRH ACTH

    inibizione diretta

    Natural Killer GLUCOCORTICOIDI

    IMMUNOSOPPRESSIONE

    MAGGIOR SUSCETTIBILITA ALLE MALATTIEINFETTIVE

    Fig.6 - Attivazione dellasse ipotalamo-ipofisi-surrene da parte dello stress.

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    Alimentazione e sistema immunitario

    La causa principale dellimmunodeficienza la mancanza di

    proteine.Linsufficienza proteica provoca effetti tipici sul sistema immunitario,di cui compromette soprattutto limmunit mediata da cellule.Il timo e i tessuti linfatici sono pi sensibili alle carenze nutritiverispetto agli altri organi, ed iniziano ad atrofizzarsi gi nei primi stadidella denutrizione.Ne consegue una contrazione del numero e della produzione dellecellule T, mentre, pur rimanendo normale il numero delle cellule B, sipu verificare una diminuzione nella produzione di anticorpi.

    La secrezione di IgA subisce spesso una riduzione drastica sullesuperfici mucose, aprendo un varco nella prima linea di difesa controi patogeni.Contemporaneamente, i fagociti mostrano una capacit notevolmenteridotta di distruggere batteri e funghi, e diminuisce il contenuto dilisozima nella saliva e nelle lacrime.Gli individui con carenze proteiche, presentano quindi grosse breccenelle difese naturali, e batteri, funghi e virus possono penetrare pifacilmente.

    Quanto descritto comporta per gli individui interessati una maggiorfacilit ad essere colpiti da malattie infettive, che tendono amanifestarsi in forma pi grave e a guarire pi lentamente.

    I batteri o i parassiti, pur vivendo nellorganismo ospite, sonoabbastanza indipendenti da questo, per cui una carenza nutrizionale,che diminuisce le difese, favorisce linfezione.I virus, invece, si integrano nel metabolismo cellulare, che sfruttanoper la loro replicazione, e svolgono la loro azione patogena attraverso

    lalterazione dei meccanismi riproduttivi e la morte delle celluledellospite.Nelle infezioni da virus (ed anche nei tumori) una cattiva nutrizionedanneggia la moltiplicazione e lo sviluppo del virus (e delle celluletumorali).

    Limmunodepressione da malnutrizione pu essere curata,nelladulto, semplicemente arricchendo la dieta; i danni possonoinvece essere permanenti nei bambini, se non ricevono

    unalimentazione adeguata durante il periodo critico della crescita.

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    Alcune considerazioni importanti su alimentazionee immunit:

    Equilibrio alimentare: gli stati di malnutrizione sono dannosiquanto quelli di ipernutrizione. E quindi necessario un costanteequilibrio alimentare, correlato alle effettive necessit organiche.

    Copertura dei fabbisogni nutrizionali: alimentazioni unilaterali ocostituite da pochi alimenti provocano carenze o eccessi specifici dinutrienti, dannosi sia per limmunit naturale che per quellaacquisita.

    Cronicit degli squilibri alimentari: gli stadi iniziali della vitasono molto importanti nel determinare la resistenza alle malattieinfettive nelladulto. Carenze nutrizionali avvenute durante losviluppo fetale influenzano irreversibilmente quella che sar larisposta immunitaria per tutto il resto della vita.

    Importanza della qualit degli alimenti: la particolareimportanza che rivestono principi vitaminici, singoli aminoacidi eacidi grassi ecc. sullo sviluppo e sul mantenimento dellimmunitnaturale o acquisita, pone in primo piano il problema della qualitdegli alimenti, e in particolare delle proteine, che vengonoconsumati.Per vitamine ed oligoelementi possibile ipotizzare delleintegrazioni alimentari, per ci che concerne le proteine, invece,bisogna affidarsi ad alimenti contenenti proteine ad alto valorebiologico, preminentemente di origine animale.Pur non essendo un alimento indispensabile, escludendo il periododella crescita, la carne un alimento protettivo, in grado di colmarecarenze ed errori nutrizionali.E consigliabile perci che almeno 1/3 delle proteine alimentarisiano di origine animale, ed in buona parte derivate dalla carne.

    Importanza delle tecnologie alimentari: per mantenere le loropropriet nutrizionali, gli alimenti semplici o composti devonoessere conservati e preparati con sistemi tecnologici adeguati.

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    Vitamine e sistema immunitario

    Il sistema immunitario, per funzionare al meglio, ha bisogno di un

    bilanciato apporto di nutrienti. Ci sono numerose prove che colleganola carenza di vitamine alla genesi di infezioni.Nei paesi sviluppati le grandi carenze sono rare, ma le piccolecarenze sono abbastanza frequenti.Il motivo principale di questo apporto vitaminico deficitario, seppurlimitato, labitudine a preferire cibi raffinati a quelli ricchi di fibra egrossolani.Le vitamine sono presenti, infatti, soprattutto nella buccia dellafrutta; inoltre, parte della fibra che raggiunge lintestino d origine a

    fermentazioni batteriche, che producono una grande quantit divitamine del gruppo B.

    Vitamina A (retinolo)

    La vitamina A una sostanza indispensabile per il mantenimento delcorretto funzionamento del sistema immunitario.Innanzitutto aiuta a preservare lintegrit della pelle e delle

    membrane mucose, concorrendo a mantenere efficienti le primebarriere che proteggono lorganismo dallaggressione degli agentiinfettivi.

    Uno dei primi segni di carenza divitamina A rappresentatoinfatti dal deterioramento delrivestimento dei trattirespiratorio, digestivo eurogenitale.

    Inoltre essenziale per laproduzione di lisozima,

    sostanza ad azione antibatterica, presente nelle lacrime, nella saliva enel sudore.La vitamina A stimola e intensifica molti processi immunitari, comelinduzione di attivit antitumorali, il rafforzamento dellefunzioni dei globuli bianchi e laumento della risposta anticorpale.

    Fig.7 - Vitamina A

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    Tali effetti, a seguito di una integrazione alimentare di questonutriente, non sembrano essere dovuti solo ad una compensazione dieventuali carenze, ma ad una vera e propria azione stimolante, poich

    per la maggior parte sono accentuati da quantit in eccesso di questavitamina.Ricerche recenti hanno dimostrato che la vitamina A agisce in modospecifico su alcune funzioni immunitarie, stimolando sia limmunitmediata da cellule che quella umorale.E stato osservato che individui con carenze di vitamina A sono pisoggetti a malattie di tipo infettivo e presentano un pi elevato tassodi mortalit.

    Il retinolo manifesta una significativa attivit antitumorale e previenelimmunosoppressione indotta da glucocorticoidi, da ustioni gravi e dainterventi chirurgici, probabilmente grazie alla sua capacit diimpedire linvoluzione timica, indotta dallo stress, e di favorire lacrescita del timo.Studi condotti su animali hanno evidenziato che il deficit di questavitamina provoca atrofia del timo e dei tessuti linfoidi, diminuzionedel rapporto fra il numero delle cellule T e B e attenuazione della lororisposta proliferativa. Si fa pi debole non solo la risposta delle cellule

    della milza, ma viene ritardata anche quella dermica e risultanodiminuite la funzione dei monociti e la risposta infiammatoria.

    Dopo unoperazione, probabilmente a causa dello stress o comeconseguenza dellanestesia, si ha spesso un calo per alcune settimanedella funzione immunitaria: diminuiscono limmunit mediata dacellule e la funzione dei macrofagi e dei neutrofili.Uno studio americano dimostra che se si somministrano a deipazienti, una settimana prima dellintervento chirurgico,

    quotidianamente, dosi elevate di vitamina A, essi non presenterannonei giorni successivi alloperazione il crollo delle difese immunitarie,anzi si avr una intensificazione dellattivit delle cellule T.

    In unaltra serie di esperimenti si invece evidenziato che la

    somministrazione giornaliera di 180 mg di carotene (provitamina A)pu favorire la moltiplicazione dei linfociti T-helper.Nelluomo lintegrazione di questa sostanza nella dieta in grado dirinforzare lazione degli interferoni nella difesa dalle infezioni

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    virali, di stimolare la citotossicit dei macrofagi e la produzionedel fattore di necrosi tumorale e di aumentare il numero elattivit delle cellule T e di quelle Natural Killer.

    Studi su animali, pubblicatisul Journal of the NationalCancer Institute, dimostranoche supplementi di -caroteneaumentano lattivit delsistema immunitario controdiversi tumori, facendoneregredire alcuni maligni ecurandone altri.

    Sembra infatti che il -carotene stimoli i macrofagi a liberare unasostanza particolare, denominata: fattore di necrosi tumorale (TNF).

    E stato accertato che il carotene pu proteggere il nostro organismonei confronti del tumore della laringe, dellesofago, dello stomaco, delcolon-retto, della vescica e della prostata.

    Le fonti principali di vitamina A sono alcuni alimenti di origineanimale: lolio di fegato di merluzzo, il fegato di vitello, maiale edagnello, il tuorlo duovo, il latte intero, il formaggio, il burro ecc.

    Il carotene si trova invece in vegetali quali: carote, spinaci, broccoli,albicocche, fragole, pesche, ciliegie ecc.Per il mantenimento generico della salute, raccomandato un livellodi assunzione di vitamina A giornaliero per la popolazione italiana(L.A.R.N.) di 700 mcg per gli uomini e 600 per le donne, ed un apportomassimo integrativo di -carotene non superiore a 15 mg al giorno.

    Vitamina D

    La vitamina D sembra invece dotata di una attivitimmunodepressiva volta a regolare i processi immunitari.Uno studio condotto presso la Scripps Clinic di La Jolla, California,ha evidenziato che la vitamina D, nelluomo, inibisce la produzionedi interleuchina-2 da parte dei linfociti, sostanza capace di stimolaresia la risposta cellulare che umorale. E probabile che il compito diquesta vitamina sia quello di evitare leccessiva proliferazione dei

    globuli bianchi.

    Fig.8 - -carotene

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    Quanto detto porta a sconsigliarelassunzione di vitamina D da parte diquegli individui che hanno le difese

    immunitarie piuttosto deboli.Che la vitamina D svolga una funzioneimmunodepressiva non strano, dato cheessa ha la stessa struttura chimica deglisteroidi, ed noto che ormoni come icorticosteroidi ed il progesteronedeprimono le difese naturali.

    Vitamina E

    La vitamina E conosciuta soprattutto per le sue proprietantiossidanti, meno nota la sua capacit di stimolare positivamenteil sistema immunitario.Oltre a essere benefica per il timo e a promuovere la messa in circolodei globuli bianchi in caso di pericolo, deputata alla protezione delsistema immunitario dai possibili danni provocati da stress ossidativo

    e da malattie croniche virali, come lAIDS e lepatite virale cronica.Alcune ricerche hanno dimostrato che aggiungendo vitamina E alladieta, si verifica, negli animali, un deciso aumento nella produzione dianticorpi, in risposta allesposizione ad agenti patogeni.Leffetto si intensifica ulteriormente se alla vitamina viene associato ilselenio.

    Le forme naturali divitamina E sono

    contrassegnate dalprefisso d-, come nel d--tocoferolo, mentre leforme sintetiche hanno ilprefisso dl, come nel dl-

    -tocoferolo.Nellorganismo umano viene riconosciuta solo la forma d; la forma l,pur avendo unattivit antiossidante, pu inibire lingresso di quella dnelle membrane cellulari.

    Fig.9 - Vitamina D

    Fig.10 - Vitamina E

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    La vitamina E naturale (forma d), perci, apporta maggiori beneficirispetto a quella sintetica (dl).

    La deficienza di vitamina E comporta una ipotrofia degli organilinfatici, minore proliferazione delle cellule T e B, attenuazione dellafunzione dei globuli bianchi, e quindi calo della resistenza dellospitealle infezioni.Dati raccolti mostrano che una concentrazione elevata di vitamina E,oltre ad esaltare la risposta anticorpale, migliora lattivitbattericida dei globuli bianchi e la fagocitosi.Laggiunta di vitamina E alla dieta, intensifica, nei topi, lattivit deilinfociti T-helper.

    La vitamina E in grado di ridurre limmunodepressione dacorticosteroidi.Essa un potente antiossidante, capace di prevenire la formazionedi radicali liberi e proteggere le membrane dalla perossidazione.E anche un anticancerogeno, in grado di attenuare la gravit e lafrequenza di numerosi tumori prodotti da sostanze cancerogene:contribuisce, ad esempio, a bloccare la formazione di nitrosammine, apartire dai nitrati presenti in alcuni alimenti.Nei macrofagi, durante il processo di eliminazione dei batteri, si

    producono radicali liberi; la vitamina E, in dosi elevate,combinata con il selenio, protegge queste cellule dagli effettidannosi delle sostanze liberate.

    Le pi importanti fonti di vitamina E sono vegetali: olio di germe digrano, oli non raffinati di mais, girasole, arachidi, olio di oliva, fagioli,fave, spinaci ecc. Si trova comunque anche in prodotti di origineanimale: fegato e muscolo di bue, tuorlo duovo, carni grasse, lattefresco e burro.

    Lassunzione giornaliera raccomandata (RDA) di 10 mg.

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    Vitamina B1 (tiamina)

    La vitamina B1 ha una efficacia

    immnunitaria minore se paragonata aquella di altre vitamine del gruppo B.In caso di carenza quindi leffettonegativo limitato. Lentit degliorgani linfatici subisce una modestadiminuzione, come anche la rispostadelle cellule B e T e delleimmunoglobuline.

    Alimenti ricchi di tiamina sono: il lievito di birra, i legumi secchi (soia,piselli, fagioli e lenticchie), le patate, le castagne, le nocciole, le uovaecc.Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) negli adulti: 0,9 mg (femmine) 1,2 mg (maschi).

    Vitamina B2 (riboflavina)

    La vitamina B2, assieme alle altrevitamine del gruppo B, contribuiscea mantenere efficienti le barrieremucose, che costituiscono unaprima difesa contro le infezioni.La riboflavina promuove inoltrelimmunit e partecipa allaproduzione di anticorpi.In caso di una sua carenza si ha un

    indebolimento della rispostaanticorpale, ipotrofia degli organilinfatici, diminuzione delle cellule B e T nel sangue, minori capacit dirisposta delle cellule della milza e di inibizione della crescita deitumori.La vitamina B2 svolge una funzione importante nella respirazionedelle cellule, poich consente allorganismo di attivare il metabolismoe quindi di utilizzare zuccheri e proteine.

    Fig.11 - Vitamina B1

    Fig.12 - Vitamina B2

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    E abbondante nel lievito di birra, nel riso integrale, nel fegato e nellefrattaglie, nel tuorlo duovo, nelle verdure a foglia verde, nei funghiporcini ecc..

    Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) negli adulti: 1,3 mg (femmine) 1,8 mg (maschi).

    Vitamina B5 (acido pantotenico)

    La vitamina B5 reperibile inquasi tutti gli alimenti, per cui unasua totale mancanza, che

    condurrebbe addirittura allamorte, non possibile.Essa esalta limmunitpromuovendo la formazione dianticorpi in risposta allattacco dibatteri e virus e determinandone la liberazione da parte delleplasmacellule.La deficienza di acido pantotenico viene associata con lipotrofia degliorgani linfatici, con il calo del livello di immunoglobuline nel siero e la

    diminuzione della risposta primaria e secondaria delle stesse, e conuna minore inibizione della crescita tumorale.

    E particolarmente abbondante nel lievito di birra, nei legumi, nellefrattaglie, nei cereali integrali, nelle uova e nei funghi.La dose giornaliera raccomandata (RDA) di 6 mg.

    Vitamina B6 (piridossina)

    La vitamina B6 la vitamina del gruppo B pi importante per ilsistema immunitario, poich indispensabile nel metabolismo degliacidi nucleici e delle proteine, ed coinvolta nella regolazionedellattivit di decine di enzimi.La carenza di vitamina B6 provoca un forte abbassamento delle difeseimmunitarie sia negli animali da esperimento, sia in individui arischio, quali alcolisti, anziani e malati di tumore.

    Fig.13 - Vitamina B5

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    Diminuisce infatti il numero di cellule B e T nel sangue e cala laproduzione di anticorpi, che risultano anche essere di qualitpeggiore. Lipoplasia del timo e la ridotta attivit dellormone timico

    compromettono limmunit mediata da cellule.Si attenua inoltre la risposta proliferativadei globuli bianchi e delle cellule dellamilza, calano i valori delle IgA nel siero,si affievolisce la risposta infiammatoria,la capacit di rigetto dei trapianti e diinibizione della crescita tumorale.Nei pazienti affetti da AIDS, nonostanteuna normale assunzione alimentare della

    vitamina, i livelli di piridossina sonobassi: questo suggerisce la presenza diun disturbo dell'assorbimento ouninterferenza tra i farmaci usati nellaterapia dellAIDS e la vitamina B6.

    Sono ricchi di vitamina B6: carne, cereali integrali, lievito di birra,soia, avocado, banana, cipolle, spinaci ecc..Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana

    (L.A.R.N.) negli adulti: 1,3 mg (femmine) 1,7 mg (maschi).

    Acido folico

    Lacido folico, che deve il suo nome al fatto di essere presente inabbondanza nelle foglie verdi scure dei vegetali, in particolare deglispinaci, interviene in numerose vie metaboliche, nella sintesidelle proteine e degli acidi nucleici.

    In caso di carenza di acidofolico diminuiscono: lentitdegli organi linfatici, ilrapporto tra le cellule T e B, larisposta proliferativa dellecellule T e B, quella cellularedella milza, quella primaria esecondaria delleimmunoglobuline, la

    fagocitosi dei globuli bianchi, il numero di cellule T degli organi

    Fig.15 - Acido folico

    Fig.14

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    linfatici, la risposta infiammatoria, la resistenza alle infezioni elinibizione dello sviluppo tumorale.

    Oltre che nelle verdure a foglia verde, si trova nel lievito di birra, nelleostriche, negli asparagi, nei cavoletti di Bruxelles, nel fegato e nellefrattaglie, nei piselli ecc.Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) , negli adulti, di 200 mg.

    Vitamina C

    Gli effetti benefici della vitaminaC sulle funzioni immunitariesembrano dovuti soprattutto allasua capacit di intensificare lafagocitosi, stimolando lamotilit dei macrofagi e deineutrofili.Somministrando meno di 1 g algiorno di questa vitamina stato

    possibile constatareunattenuazione dei sintomi delle malattie delle vie aeree superiori.Nel suo ruolo di antiossidante e di spazzino dei radicali liberi, lavitamina C previene inoltre la formazione di cancerogeninellorganismo.

    Per esempio reagisce con i nitriti prima che questi possanocombinarsi con le ammine contenute nel cibo e formarenitrosammine, altamente cancerogene.

    Oltre a stimolare la funzione e l'attivit dei globuli bianchi, questavitamina influisce sulle difese immunitarie aumentando i livelli diinterferone, la risposta degli anticorpi, la secrezione degli ormonitimici e favorendo il mantenimento dellintegrit della matriceinterstiziale.Le infezioni riducono rapidamente la concentrazione, di normaelevata, di vitamina C nei globuli bianchi, soprattutto nei linfociti; e sela vitamina consumata non viene regolarmente sostituita, si pu

    venire a determinare un suo deficit relativo.

    Fig.16 - Vitamina C

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    La vitamina C contrasta lazione immunodepressiva deicorticosteroidi, e collabora alla funzione antiinfiammatoria deglisteroidi.

    Durante i periodi di stress psicologico e fisiologico, leliminazione divitamina C, con le urine, avviene a una velocit significativamentemaggiore, e questo fa aumentare il fabbisogno dellorganismo.Per mantenere il sistema immunitario efficiente nei periodi diparticolare stress, consigliabile assumere dei supplementi di questavitamina, che costituiscono lunico modo per raggiungere leconcentrazioni necessarie per affrontare molti stati patologici.La vitamina C inibisce la secrezione di cortisolo conseguente allastimolazione delle ghiandole surrenali, abbassandone la

    concentrazione nel sangue. La sua efficacia nelle malattie viralipotrebbe in parte dipendere da questo.

    Anche le persone malate di tumore dovrebbero integrare la loro dietacon vitamina C, e consumare cibi che la contengono in gran quantit,soprattutto i succhi vegetali, che sono ricchi anche di carotene.

    Le migliori fonti naturali di questa vitamina sono la verdura e la fruttafresca, in particolare quella acida (lacidit un fattore di stabilit per

    la vitamina), come ribes, agrumi, lamponi e kiwi.Il tenore di vitamina C nelle verdure e nella frutta varia molto inrelazione al metodo di conservazione.

    Nei prodotti surgelati presente in quantit maggiore che in quellisterilizzati con il calore o freschi, ma conservati a lungo in magazzino.Lassunzione giornaliera raccomandata, per la popolazione italiana(L.A.R.N.), , negli adulti, di 60 mg.

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    Vitamine Effetti di una carenza

    VITAMINA AAtrofia del timo e dei tessuti linfoidi,diminuzione del rapporto tra le cellule T e B eattenuazione della loro risposta proliferativa,minore attivit dei linfociti e indebolimentodella risposta anticorpale, incremento dellasuscettibilit ad alcuni tumori.

    TIAMINA (Vit. B1) Modesta riduzione degli organi linfastici e dellarisposta delle cellule B e T.

    RIBOFLAVINA (Vit. B2) Ipotrofia degli organi linfatici, diminuzione delnumero delle cellule B e T, indebolimento dellarisposta anticorpale.

    ACIDO PANTOTENICO (Vit. B5) Ipotrofia degli organi linfatici, indebolimentodella risposta anticorpale, minor inibizione dellacrescita tumorale.

    PIRIDOSSINA (Vit. B6) Forte depressione del sistema immunitario,diminuzione delle cellule B e T nel sangue, calodella produzione di anticorpi e peggioramentodella loro qualit, ipoplasia del timo e ridottaattivit dellormone timico (compromissionedellimmunit mediata da cellule; inibizione dellaproliferazione dei globuli bianchi).

    BIOTINA (Vit. B8 o H) Indebolimento della risposta anticorpale e di

    quella cellulo-mediata.

    ACIDO FOLICO Riduzione degli organi linfatici, diminuzione delrapporto tra le cellule T e quelle B, minorerisposta proliferativa delle cellule B e T,indebolimento della funzione fagocitaria deineutrofili, riduzione della risposta anticorpaleprimaria e secondaria, indebolimento dellafunzione dei linfociti T citotossici.

    VITAMINA B12 Minore attivit dei linfociti, indebolimento dellafunzione dei neutrofili.

    VITAMINA C Indebolimento della reazione immunitaria edinfiammatoria, riduzione dellattivit dei linfocitiT citotossici e dellattivit fagocitaria deineutrofili e dei macrofagi.

    VITAMINA E Ipotrofia degli organi linfatici, minorproliferazione delle cellule B e T, minore attivitdei linfociti, indebolimento della rispostaanticorpale, attenuazione dellattivit battericidae fagocitaria dei globuli bianchi.

    Fig.17 - Effetti della carenza di vitamine sul sistema immunitario.

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    Minerali ed immunit

    Le ricerche sugli effetti immunitari dei singoli minerali rappresentano

    un campo di indagine nuovo, ed i dati reperibili si basano per lo pisu studi condotti sugli animali.E noto, per esempio, che, nei ratti, la riduzione del 25% della frazioneminerale della dieta, due settimane prima dellinduzione di unainfezione per via orale da Salmonella enteritidis, fa aumentare lamortalit dal 9 al 34%, senza che si evidenzino anomalie particolari.Anche nelluomo, se il tasso di ferro e zinco basso, si manifestanopi facilmente infezioni delle vie aeree, probabilmente a causa di unariduzione della risposta immunitaria cellulo-mediata.

    Rame

    E stata individuata, negli animali da esperimento, una correlazionetra carenza di rame e minore resistenza alle infezioni da Salmonella,ed stato ipotizzato che, anche nelluomo, si possa verificare la stessacosa.Il rame ha anche una attivit anticancerogena: si ha una minore

    incidenza di tumori al fegato negli animali a cui viene somministrato.La deficienza di rame provoca una diminuzione di attivit dellenzimasuperossidodismutasi, che neutralizza i radicali anione superossido,e, per essere attivo, ha bisogno della presenza di rame e zinco.Sembra che la carenza di questo minerale abbia effetti sul sistemaimmunitario, soprattutto perch influenza i processi dimaturazione delle cellule immunitarie, in particolare neutrofili elinfociti T.Nei cibi il rame si trova nel fegato di vitello, nelle ostriche, nelle cozze,

    nel cacao, nelle noci , nella soia ecc.Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) , negli adulti, di 1,2 mg.

    Ferro

    Il ferro tra i minerali lelemento che pi spesso si rivela carente,specialmente nelle donne e nei bambini, anche in assenza di qualsiasi

    tipo di denutrizione. Esso indispensabile per la produzione della

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    emoglobina, che trasporta ossigeno a tutte le celluledellorganismo. Linsufficienza di questo minerale pu danneggiare lecellule del sistema immunitario, il cui fabbisogno di ossigeno

    piuttosto alto.Il fenomeno, a seconda della gravit, pu portare allatrofia dei tessutilinfoidi e alla contrazione del numero delle cellule T e B contenute nelsangue.Altri effetti immunodepressivi possono essere: diminuzione dellareattivit allantigene, riduzione della risposta infiammatoria e minorcapacit dei fagociti di eliminare i batteri.Generalmente la carenza di ferro influisce poco sulla produzione diimmunoglobuline, mentre riduce lattivit dei linfociti T, abbassando

    le difese immunitarie cellulari del nostro organismo.

    I granulociti neutrofili producono, inoltre, proteine contenenti ferro,come lattoferrina e citocromo B, che uccidono i batteri.

    Gli alimenti pi ricchi di ferro sono: le carni rosse, in particolar modoil fegato, i legumi secchi, le uova, i carciofi, il cavolo ecc..Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) , negli adulti, di 10 mg (maschi) 18 mg (femmine) .

    Magnesio

    Gli studiosi hanno rilevato una correlazione tra insufficienza dimagnesio e incremento dellincidenza di tumori sia negli animali dalaboratorio che nelluomo.Tutti gli esperti sono concordi nellaffermare che le diete povere dimagnesio aumentano le probabilit di cancro allesofago nelluomo,

    mentre tale insufficienza associata a varie forme neoplastiche neiratti.Il deficit di magnesio provoca alterazioni nel sistema immunitario, chesi manifestano in particolar modo con laumento dei globuli bianchi,con forte incremento dei neutrofili e degli eosinofili.

    Il magnesio abbonda nella carne, nei frutti di mare, nella verdura afoglie verdi, nel cacao, nella soia, nelle mandorle, nelle arachidi, neifagioli, nelle noci, nelle lenticchie ecc.

    La dose giornaliera raccomandata per lassunzione di magnesio (RDA)ammonta a 300 mg.

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    Selenio

    Le prime ricerche sugli effetti immunologici del selenio sono state

    condotte in Russia e nellEuropa dellest.Gli studiosi russi sostengono che il selenio promuove limmunitumorale in modo simile alla vitamina E, e che lassociazione tra ledue sostanze ha effetto sinergico.Il selenio potenzia anche la capacit dei fagociti di eliminare ibatteri.E stato dimostrato che somministrando selenio ad animali esposti avari agenti cancerogeni, lincidenza dei tumori diminuisce fortemente.Il selenio per le sue propriet antiossidanti protegge le membrane

    cellulari dalla perossidazione lipidica e inibisce il rilascio diradicali liberi.Inoltre, analogamente alla vitamina E, impedisce la distruzione deimacrofagi ad opera dei radicali liberi, da loro stessi formati peruccidere i batteri, e promuove il mantenimento intralinfocitario diun adeguato livello di glutatione ridotto, che protegge lemembrane cellulari.Il selenio, per il suo ruolo attivo sulla glutatione perossidasi, influenzalo sviluppo di tutte le componenti del sistema immunitario, inclusa la

    formazione e la differenziazione dei globuli bianchi.

    Si ritiene che il selenio bilanci gli effetti immunodepressivi deicorticosteroidi, e ne intensifichi le propriet antiinfiammatorie.

    La capacit degli integratori di selenio di rafforzare la funzioneimmunitaria va ben al di l della semplice normalizzazione dei livelliin individui che ne sono carenti.In uno studio sono stati somministrati 200 mcg di integratori al

    giorno a persone con concentrazioni normali di selenio nel sangue.Questa somministrazione provocava un aumento del 118% dellacapacit dei linfociti di distruggere le cellule tumorali e dell82,3%dellattivit dei linfociti Natural Killer.Gli effetti sembravano legati alla facolt del selenio di favorirelespressione del fattore immunopotenziante interleuchina-2, che asua volta stimola la proliferazione dei globuli bianchi e la lorodifferenziazione in forme capaci di distruggere le cellule tumorali e imicrorganismi.

    Il regime integrato non dava luogo a variazioni significative dei livelli

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    di selenio nel sangue dei partecipanti.I risultati indicano che gli effetti immunopotenzianti del selenio,nelluomo, richiedono dosi supplementari di selenio nella dieta.

    Questo elemento anche un prezioso antidoto nellavvelenamento dametalli pesanti, di cui facilita leliminazione.I metalli pesanti con il loro effetto tossico deprimono la funzioneimmunitaria.Nellassumere selenio occorre per cautela: se la carenza di questoelemento pu nuocere alla funzione immunitaria, leccesso non privo di rischi.In alte dosi fortemente tossico e provoca la perdita dei capelli, la

    caduta delle unghie, vertigini, stanchezza e dermopatie.Il selenio organico sotto forma di lievito in genere pi sicuro dautilizzare; vi sono comunque studi recenti che dimostrano che possibile prendere selenio in dosi congrue e per un periodo lungo,senza che si evidenzino effetti tossici.

    La quantit di selenio contenuta nel terreno, e di conseguenza neiprodotti coltivati, piuttosto variabile, ne sono in ogni caso ricchi: lemore, il germe di grano, il lievito di birra, i funghi, laglio, gli asparagi,

    i legumi e le noci del Brasile.Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) , negli adulti, di 55 mcg.

    Zinco

    Lo zinco, promuovendo limmunit mediata da cellule, praticamente legato ad ogni aspetto della funzione immunitaria ed

    uno stimolante prezioso per le difese naturali.La deficienza di zinco pu produrre involuzione del timo,abbassamento dei livelli di ormone timico e contrazione del numerodelle cellule T mature.Vengono perci compromesse molte funzioni immunitarie mediate dacellule, tra cui la capacit di rigetto dei trapianti, lattivit battericidadelle cellule B e T e quella delle cellule citotossiche. Pu inoltreverificarsi un abbassamento del rapporto fra cellule T-helper e T-suppressor.

    Se lo zinco carente, anche scottature e ferite guariscono pilentamente, con maggior probabilit di contrarre infezioni.

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    Limmunit umorale, pur dipendente dallinfluenza delle cellule T-helper, meno influenzata dallo zinco.

    La dieta nei paesi industrializzati non fornisce una quantitsufficiente di questo minerale; questo elemento spesso carente inindividui che consumano una dieta povera di proteine.Fortunatamente tutti gli effetti determinati da un deficit di zinco sonoreversibili a seguito di una sua adeguata somministrazione.

    La carenza di zinco rappresenta un reale pericolo soprattutto neibambini e nelle donne in gravidanza, in cui il fabbisogno, essendo inpresenza di fenomeni di rapida crescita, superiore alla norma.

    Lintegrazione di zinco, inoltre, migliora drasticamente lacompromissione della funzione immunitaria tipicadellinvecchiamento.In uno studio stato valutato leffetto di integrazioni a basse dosi (20mg/d) sullo stato nutrizionale e sul livello dellormone timico, insoggetti anziani ospedalizzati.Il risultato pi clamoroso stato che i supplementi di zinco hannoprodotto un significativo riequilibrio della timulina sierica (un ormone

    prodotto dal timo). Con linvecchiamento solitamente, il livello ditimulina e quello di altri ormoni immunopotenzianti del timo scende,e si verifica un indebolimento della funzione immunitaria.Ripristinando i livelli di timulina, gli integratori di zinco ristabilisconola funzione immunitaria.A basse dosi inoltre non si presentano gli svantaggi caratteristici delledosi elevate: non si ha un aumento del rapporto tra colesterolo LDL eHDL.Lo zinco, come la vitamina C, possiede anche una attivit antivirale

    diretta, soprattutto nei confronti dei diversi virus responsabili delraffreddore.Uno studio clinico in doppio cieco ha dimostrato che compressecontenenti zinco riducono significativamente la durata media delraffreddore. Gli autori dello studio ritengono che la concentrazionelocale di zinco sia stata sufficiente ad inibire la replicazione del virusdel raffreddore, anche se gli effetti immunopotenzianti dello zincohanno giocato sicuramente un ruolo importante.

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    Luso di integratori di zinco durante il raffreddore valido, ma, poichdosi elevate possono inibire la funzione immunitaria, meglio nonsuperare dosi quotidiane di 150 mg per un periodo di una settimana.

    Le principali fonti alimentari di zinco sono: i cereali integrali, la carne,i crostacei, i funghi, il lievito di birra, il fegato, il germe di grano, learinghe ecc..Lassunzione giornaliera raccomandata per la popolazione italiana(L.A.R.N.) nei bambini 4-7 mg, 10 mg nei maschi adulti e 7 nellefemmine, nelle nutrici sale a 12 mg.

    ZINCO

    Forte indebolimento del sistema immunitario: involuzione deltimo e abbassamento dei livelli di ormone timico, riduzione delnumero di linfociti T e della loro maturazione, compromissionedellattivit delle cellule T-citotossiche, abbassamento delrapporto tra linfociti T-helper e T-suppressor.Ne derivano: patologie della pelle, infezioni ricorrenti,immunodeficienza, ritardo della crescita e dello sviluppo degliorgani sessuali, ridotta attivit sessuale, disturbi mentali.

    MAGNESIO

    Gravi alterazioni del sistema immunitario: aumento dei globulibianchi, con forte incremento dei neutrofili e degli eosinofili,malformazioni nella struttura e nella distribuzione delle cellulemastoidi.Numerose patologie traggono beneficio dal trattamento conmagnesio: cardiache, epatiche, depressive, mestruali ecc..

    RAME Rallentamento della maturazione di diverse cellule immunitarie,tra cui neutrofili e linfociti T.

    SELENIO

    Rallentamento nello sviluppo e nella differenziazione dei globuli

    bianchi, diminuzione della capacit dei linfociti di eliminare ibatteri, maggior esposizione delle cellule immunitarie allazionedistruttiva dei radicali liberi.

    FERRO

    Diminuzione dellossigeno disponibile per il metabolismo dellecellule immunitarie, atrofia dei tessuti linfoidi, diminuzione delnumero delle cellule T e B, minor reattivit agli antigeni,