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pagina 6 Dicembre 2018 La lettura di Antonio Saletta C apita di rado, ai santan- giolini, di imbattersi a distanza di pochi giorni in due appuntamenti di rilevante interesse artistico- culturale. Intrigante e singolare l’in- contro con l’autore di sabato 24 novembre alla sala Gi- rona, promosso dal gruppo pittori santangiolini, dal ti- tolo “A cosa serve la satira? Conversazione sulla funzio- ne della satira come forma di opinione”. L’argomento era affidato al versatile ar- tista e illustratore Gianpie- Storia della satira e canto gregoriano, la cultura è di casa alla sala Girona Francesco Bono de Nobili Caterina Cornaro dal Regno di Cipro, alla Signoria di Asolo +HYPV +L )HZ[PHUP ,KP[VYL L\YV …l’ultima regina di Cipro fu una veneziana… Q uesto libro è poco dif- fuso, ma è molto inte- ressante per l’argomento biografico trattato, per l’im- postazione e per l’iconogra- fia contenuta. Il testo narra di una no- bilissima veneziana: Cate- rina Cornaro. Lei, donna simbolo del Rinascimento, a vent’anni (o prima dei vent’anni) “deve” sposa- re Giacomo II re di Cipro e di Armenia. Il matrimo- nio avviene per procura ed è, nel concreto, un “patto commerciale” vantaggioso sia per i Veneziani che pos- sono così estendere la loro influenza sull’isola, sia per Giacomo II che vede in- combere sulla sua Cipro le pretese dei Genovesi e dei Turchi. Poco tempo dopo il matrimonio, il marito im- provvisamente muore... La regina, quattro mesi dopo (circa), partorisce un figlio maschio che le viene tolto e affidato alla suocera (Maria di Patrasso). Dicono che il suo bambino, ancor piccolo, sia morto per febbre mala- rica… La regina sopporta il dolore e lo strazio, in si- lenzio, con estrema dignità, nel più completo isolamen- to affettivo. Alle spalle di Caterina vengono ordite molte trame commissionate da alcune potenze commer- ciali, congiure finalizzate a spodestarla e ad ucciderla. Viene combinato (quasi a sua insaputa) anche il ma- trimonio (meglio definirlo contratto) tra Carla, una del- le figlie illegittime del de- funto marito, con Alfonso, uno dei figli illegittimi del re di Napoli. Il “matrimo- nio” mirava a indebolire il potere della regina, ma lei” sa accettare” senza perde- re autorevolezza agli occhi dei suoi isolani. Lei, donna intelligente, colta, corag- giosa e preparata, molto benvoluta dai Ciprioti, re- gna degnamente sull’isola con equilibrio, saggezza e lungimiranza per ben sedi- ci anni consecutivi, (lun- ghissimo lasso di tempo in campo storico) opponendosi alle mire sia degli Spagnoli e forse anche dei Veneziani. La Serenissima, frequen- temente le chiede, invano, di avocarsi la Corona del Regno di Cipro. Caterina, scoperta l’ultima congiura, deve cedere e ritorna a Ve- nezia. Lì è accolta con gli onori dovuti a una regina. In città, il Doge Barbarigo la investe di poteri poco in- feriori ai suoi e la nomina ”Regina-Signora di Asolo” (senza facoltà decisionali!) e lì nel suo castello (oggi esistente e in parte visitabi- le) lei… si ritira quasi in un esilio-prigione circondata da letterati e da artisti. Cate- rina Cornaro, ultima regina di Cipro, nel 1510 muore ed è seppellita a Venezia. La Serenissima dovette costruire un ponte di bar- che, provvisorio, da Rialto alla Chiesa di Santa Sofia per permettere alla nume- rosissima folla intervenuta di partecipare alla cerimo- nia funebre della Regina di Cipro - Signora di Asolo. In seguito alla morte della re- gina, l’isola di Cipro, sarà governata prima dai Vene- ziani, poi dagli Ottomani, infine l’isola passerà al Re- gno Unito e finalmente di- chiarerà l’indipendenza cui seguirà la proclamazione della Repubblica. Attual- mente l’isola è abitata da Greci e Turchi che insistono sullo stesso territorio. Essi parlano due lingue diverse, usano due diverse monete e professano due differenti religioni. Caterina Avogadri ro Brunelli che, introdotto da Angelo Vigo, docente di didattica dell’arte all’Acca- demia Santa Giulia di Bre- scia, con quest’ultimo ha poi conversato sulla scorta di famose vignette satiriche, commentate con gustosi e curiosi aneddoti davanti al numeroso pubblico presente. Brunelli ha animato l’in- contro a partire dalla defi- nizione di satira e dalla sua funzione di denuncia. La sua padronanza dell’argomen- to rivelava ovviamente un curriculum di tutto rispet- to compilato a partire dalla pubblicazione nel 1990 delle prime vignette su “Il corriere Apuano”, settimanale della sua terra d’origine. Per la cronaca: selezioni delle sue vignette sono poi state rac- colte in ben quattro volumi. La serata dedicata a Brunelli è poi continuata con la pro- iezione di una trentina di sue tavole satiriche, contraddi- stinte da uno humor elegante e mai sopra le righe. Martedì 27 novembre, sempre alla sala Girona, s’è invece tenuto un incontro dedicato alla musica sa- cra, in particolare al canto gregoriano. Una lezione proposta dall’Unitre (Uni- versità delle tre età) che ha letteralmente affascinato i numerosi presenti, colpiti dalla appassionata relazione di Giovanni Bianchi, diret- tore della Schola Gregoriana Laudensis. “Ero cras, il dono del Figlio nel Canto Gregoriano” era il titolo dell’incontro, proposto nell’ambito del tema del Do- no, scelto per l’anno accade- mico 2018/2019. Giovanni Bianchi, attraver- so le immagini, ha illustrato questo antico mondo musi- cale che oggi fortunatamente si sta riscoprendo, con brani g c l c g c a e L t d R s d n o che si riferiscono al tempo di Avvento, in preparazione alla venuta di Gesù. I canti presentati per l’occasione, patrimonio non solo religio- so ma anche culturale, sono preghiere di grande intensità tratte dal “Libro della conso- lazione di Isaia”. Curioso e interessante anche un canto di Sant’Ambrogio sulla cate- chesi e il contrasto all’eresia. Particolare l’accenno del relatore a quelle sette antifo- ne che iniziano con “O”, una lettera che evoca la preghie- ra stupita che sale dal cuore dei fedeli per le meraviglie del Signore (O Sapientia… O Adonai… e così via). Se a ciascuna di queste antifo- ne si toglie la “O” iniziale, le prime lettere di ogni ver- setto vanno a comporre l’a- cronimo “sarcore”. Parola che di per sé non significa nulla, ma il suo palindromo (la parola rovesciata dalla fine all’inizio) compone la frase “Ero cras”, “domani ci sarò”, cioè l’annuncio della venuta del Cristo. Due vignette di Gianpiero Brunelli. A sinistra quella apparsa su “Il Ponte” n. 3 dell’anno 1996, a destra una vignetta di stretta attualità. Le sette antichissime anti- fone maggiori dette anche antifone “O”, che si can- tano in gregoriano per la novena del Santo Natale. O Sapientia (17 dicembre) O Adonai (18 dicembre) O Radix Iesse (19 dicembre) O Clavis David (20 dicembre) O Oriens (21 dicembre) O Rex gentium (22 dicembre) O Emmanuel (23 dicembre) L’origine del Presepe I l termine presepe o più correttamente presepio deriva dal latino WYHLZLWP\T o praesaepe, (composto da prae = innanzi e saepes $ YLJPU[V L ZPNUPトJH S\VNV JOL OH KH]HU[P \U YLJPU[V JOP\ZV V \UH Z[HSSH V \UH THUNPH[VPH V \UH NYLWWPH Il presepe è la rappresentazione della nascita di Gesù ULSSH UV[[L KP 5H[HSL JVU トN\YL LK LSLTLU[P TVIPSP JVSSVJH[P Z\ \UV ZMVUKV JOL OH HS JLU[YV SH NYV[[H KP )L[SLTTL Secondo la tradizione, nel 1223 San Francesco, in WYVZZPTP[n KLS 5H[HSL WLUZ~ KP YPZ]LNSPHYL SH MLKL KLSSH WVWVSHaPVUL SVJHSL HSSLZ[LUKV \UH ]P]H YHWWYLZLU[HaPV- UL KLSSH 5H[P]P[n 3サPU[LU[V KP :HU -YHUJLZJV LYH X\LSSV di rinnovare il sentimento del Natale nello spirito delle WLYZVUL WVJV JVPU]VS[L , SV MLJL HUJOL H ILULトJPV KP [\[[P X\LP JYPZ[PHUP JOL LZZLUKV HUHSMHIL[P UVU WV[L]H- UV SLNNLYL PS 5\V]V ;LZ[HTLU[V L PU WHY[PJVSHYL P IYHUP YLSH[P]P H X\LSSサL]LU[V JVZy PTWVY[HU[L 7LY MHY JP~ :HU -YHUJLZJV ZP YLJ~ KHS Z\V HTPJV .PV- ]HUUP =LSSP[H \U \VTV KHSSサHUPTH WPH JOL LYH WYVWYPL- [HYPV KP \UH ZLYPL KP JHTWP HWWLUH HSSサLZ[LYUV KLS WHLZL .YLJJPV PU WYV]PUJPH KP 9PL[P L NSP ZWPLN~ PS Z\V WYV- NL[[V 3サHTPJV HJJVUZLU[y WYLZ[HUKV HUJOL \U I\L L \U HZPUV L JVPU]VSNLUKV WHZ[VYP L JVU[HKPUP KLS WVZ[V 8\PUKP ]PJPUV HS IVZJV :HU -YHUJLZJV JVZ[Y\y \UH JH- WHUUH ZPZ[LT~ ULS TLaaV \UH THUNPH[VPH Z\SSH WHNSPH WVZPaPVU~ \U )HTIPU .LZ KP JLYH JVU ]PJPUV SH 4H- KVUUH L :HU .P\ZLWWL L PU[YVK\ZZL HSSサPU[LYUV PS I\L L SサHZPULSSV <UH S\UNH WYVJLZZPVUL KP WLYZVUL NP\UZL PU X\LS WVZ[V L SH TLZZH KP TLaaHUV[[L M\ JLSLIYH[H WYVWYPV Sy HUaPJOt PU JOPLZH JVU NLU[L JOL HJJVYYL]H KH [\[[L SL WHY[P L ZサPUNPUVJJOPH]H JVU JVTTVaPVUL KH]HU[P HSSH JHWHUUH KV]L \UH [LU\L S\JL PSS\TPUH]H SH トN\YH ZWSLUKLU[L KLS Bambin Gesù! 0U ZLN\P[V Sサ\ZHUaH KLS WYLZLWL ZP KPMM\ZL PU [\[[L SL YLNPVUP Kサ0[HSPH JVZy JVTL X\LSSH KP HSSLZ[PYSV PU JHZH JVU Z[H[\PUL KP NLZZV [LYYHJV[[H V SLNUV PU[HNSPH[V WLY la gioia di grandi e piccini! Pillole di curiosità a cura di Maria Teresa Pozzi 78978978789789787 78978978789789787

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pagina 6 Dicembre 2018

La lettura

di Antonio Saletta

Capita di rado, ai santan-giolini, di imbattersi

a distanza di pochi giorni in due appuntamenti di rilevante interesse artistico-culturale.

Intrigante e singolare l’in-contro con l’autore di sabato 24 novembre alla sala Gi-rona, promosso dal gruppo pittori santangiolini, dal ti-tolo “A cosa serve la satira? Conversazione sulla funzio-ne della satira come forma di opinione”. L’argomento era affidato al versatile ar-tista e illustratore Gianpie-

Storia della satira e canto gregoriano,la cultura è di casa alla sala Girona

Francesco Bono de Nobili

Caterina Cornarodal Regno di Cipro,

alla Signoria di Asolo

…l’ultima regina di Cipro fu una veneziana…

Questo libro è poco dif-fuso, ma è molto inte-

ressante per l’argomento biografico trattato, per l’im-postazione e per l’iconogra-fia contenuta.

Il testo narra di una no-bilissima veneziana: Cate-rina Cornaro. Lei, donna simbolo del Rinascimento, a vent’anni (o prima dei vent’anni) “deve” sposa-re Giacomo II re di Cipro e di Armenia. Il matrimo-nio avviene per procura ed è, nel concreto, un “patto commerciale” vantaggioso sia per i Veneziani che pos-sono così estendere la loro influenza sull’isola, sia per Giacomo II che vede in-combere sulla sua Cipro le pretese dei Genovesi e dei Turchi. Poco tempo dopo il matrimonio, il marito im-provvisamente muore... La regina, quattro mesi dopo (circa), partorisce un figlio maschio che le viene tolto e

affidato alla suocera (Maria di Patrasso). Dicono che il suo bambino, ancor piccolo, sia morto per febbre mala-rica… La regina sopporta il dolore e lo strazio, in si-lenzio, con estrema dignità, nel più completo isolamen-to affettivo. Alle spalle di Caterina vengono ordite molte trame commissionate da alcune potenze commer-ciali, congiure finalizzate a spodestarla e ad ucciderla. Viene combinato (quasi a sua insaputa) anche il ma-trimonio (meglio definirlo contratto) tra Carla, una del-le figlie illegittime del de-funto marito, con Alfonso, uno dei figli illegittimi del re di Napoli. Il “matrimo-nio” mirava a indebolire il potere della regina, ma lei” sa accettare” senza perde-re autorevolezza agli occhi dei suoi isolani. Lei, donna intelligente, colta, corag-giosa e preparata, molto

benvoluta dai Ciprioti, re-gna degnamente sull’isola con equilibrio, saggezza e lungimiranza per ben sedi-ci anni consecutivi, (lun-ghissimo lasso di tempo in campo storico) opponendosi alle mire sia degli Spagnoli e forse anche dei Veneziani. La Serenissima, frequen-temente le chiede, invano, di avocarsi la Corona del Regno di Cipro. Caterina, scoperta l’ultima congiura, deve cedere e ritorna a Ve-nezia. Lì è accolta con gli onori dovuti a una regina. In città, il Doge Barbarigo la investe di poteri poco in-feriori ai suoi e la nomina ”Regina-Signora di Asolo” (senza facoltà decisionali!) e lì nel suo castello (oggi esistente e in parte visitabi-le) lei… si ritira quasi in un esilio-prigione circondata da letterati e da artisti. Cate-rina Cornaro, ultima regina

di Cipro, nel 1510 muore ed è seppellita a Venezia.

La Serenissima dovette costruire un ponte di bar-che, provvisorio, da Rialto alla Chiesa di Santa Sofia per permettere alla nume-rosissima folla intervenuta di partecipare alla cerimo-nia funebre della Regina di Cipro - Signora di Asolo. In seguito alla morte della re-gina, l’isola di Cipro, sarà governata prima dai Vene-ziani, poi dagli Ottomani, infine l’isola passerà al Re-gno Unito e finalmente di-chiarerà l’indipendenza cui seguirà la proclamazione della Repubblica. Attual-mente l’isola è abitata da Greci e Turchi che insistono sullo stesso territorio. Essi parlano due lingue diverse, usano due diverse monete e professano due differenti religioni.

Caterina Avogadri

ro Brunelli che, introdotto da Angelo Vigo, docente di didattica dell’arte all’Acca-demia Santa Giulia di Bre-scia, con quest’ultimo ha poi conversato sulla scorta di famose vignette satiriche, commentate con gustosi e curiosi aneddoti davanti al numeroso pubblico presente.

Brunelli ha animato l’in-contro a partire dalla defi-nizione di satira e dalla sua funzione di denuncia. La sua padronanza dell’argomen-to rivelava ovviamente un curriculum di tutto rispet-to compilato a partire dalla pubblicazione nel 1990 delle prime vignette su “Il corriere Apuano”, settimanale della sua terra d’origine. Per la cronaca: selezioni delle sue vignette sono poi state rac-colte in ben quattro volumi. La serata dedicata a Brunelli è poi continuata con la pro-iezione di una trentina di sue

tavole satiriche, contraddi-stinte da uno humor elegante e mai sopra le righe.

Martedì 27 novembre, sempre alla sala Girona, s’è invece tenuto un incontro dedicato alla musica sa-cra, in particolare al canto gregoriano. Una lezione proposta dall’Unitre (Uni-versità delle tre età) che ha letteralmente affascinato i numerosi presenti, colpiti dalla appassionata relazione di Giovanni Bianchi, diret-tore della Schola Gregoriana Laudensis.

“Ero cras, il dono del Figlio nel Canto Gregoriano” era il titolo dell’incontro, proposto nell’ambito del tema del Do-no, scelto per l’anno accade-mico 2018/2019.

Giovanni Bianchi, attraver-so le immagini, ha illustrato questo antico mondo musi-cale che oggi fortunatamente si sta riscoprendo, con brani

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che si riferiscono al tempo di Avvento, in preparazione alla venuta di Gesù. I canti presentati per l’occasione, patrimonio non solo religio-so ma anche culturale, sono preghiere di grande intensità tratte dal “Libro della conso-lazione di Isaia”. Curioso e interessante anche un canto di Sant’Ambrogio sulla cate-chesi e il contrasto all’eresia.

Particolare l’accenno del relatore a quelle sette antifo-ne che iniziano con “O”, una lettera che evoca la preghie-ra stupita che sale dal cuore dei fedeli per le meraviglie del Signore (O Sapientia… O Adonai… e così via). Se a ciascuna di queste antifo-ne si toglie la “O” iniziale, le prime lettere di ogni ver-setto vanno a comporre l’a-cronimo “sarcore”. Parola che di per sé non significa nulla, ma il suo palindromo (la parola rovesciata dalla fine all’inizio) compone la frase “Ero cras”, “domani ci sarò”, cioè l’annuncio della venuta del Cristo.

Due vignette di Gianpiero Brunelli.A sinistra quella apparsa su “Il Ponte” n. 3 dell’anno 1996, a destra una vignetta di stretta attualità.

Le sette antichissime anti-fone maggiori dette anche antifone “O”, che si can-tano in gregoriano per la novena del Santo Natale.

O Sapientia (17 dicembre)O Adonai (18 dicembre)O Radix Iesse (19 dicembre)O Clavis David (20 dicembre)O Oriens (21 dicembre)O Rex gentium (22 dicembre)O Emmanuel (23 dicembre)

L’origine del Presepe

Il termine presepe o più correttamente presepio deriva dal latino o praesaepe, (composto da prae

= innanzi e saepes

Il presepe è la rappresentazione della nascita di Gesù

Secondo la tradizione, nel 1223 San Francesco, in

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di rinnovare il sentimento del Natale nello spirito delle

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Bambin Gesù!

la gioia di grandi e piccini!

Pillole di curiositàa cura di Maria Teresa Pozzi

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