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La Congiura dei Pazzi Firenze 1478

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La Congiura dei Pazzi

Firenze 1478

Il Contesto storico FIRENZE

NAPOLI

I Personaggi: NOME

I MEDICI: → Lorenzo “il Magnifico”

→ Giuliano

LORENZO

RUOLO :BANCHIERI

Figli di: → Piero il Gottoso

Lucrezia Tornabuoni

GIULIANO

NOME Sisto IV

Girolamo Riario

Federico da Montefeltro *

Duca di Milano

Francesco Pazzi

Jacopo Pazzi

Francesco Salviati

Montesecco

Bernardo Bandini

Bracciolini Jacopo

Antonio Maffei

Stefano da Bagnone

Raffaello Riario

Gruppo Salviati-Bracciolini

Agnolo Poliziano

Antonio Ridolfi

RUOLO Papa

Nipote del Papa

Mercenario

Famiglia dei Pazzi Nemica dei Medici

Arcivescovo

Sicario professionale (incaricato di spacciare Lorenzo)

Sicario e banchiere italiano

Poeta

Sacerdote

Sacerdote

Cardinale (di Sisto IV)

L’attacco a Palazzo Vecchio

Poeta

Pittore

Chi era Federico da Montefeltro?

Battista e Federico da Montefeltro ritratti da Piero della Francesca

Federico da Montefeltro era

un condottiero italiano, capitano di ventura e famosissimo signore rinascimentale. Conte di Montefeltro, di Urbino e di Castel Durante, ebbe signoria di molti altri luoghi, arrivando ad assurgere al grado di duca di Urbino, dal 1474 alla morte.

Nel 1437 sposò in prime nozze Gentile Brancaleoni,figlia del signore di Mercatello e Sant'Angelo in Vado, Bartolomeo Brancaleoni; in seconde nozze, Battista Sforza, figlia di Alessandro Sforza signore di Pesaro.

Impiegò gli enormi guadagni derivati dalle condotte militari per mantenere una splendida corte, ma soprattutto per edificare il Palazzo ducale di Urbino e quello di Gubbio, per rafforzare le difese militari dello stato con la costruzione e la ristrutturazione di rocche e castelli, per allestire una delle più celebri biblioteche dell'epoca.

Contesto storico: MONTEFELTRO

NOME Petrucci

Bracciolini Jacopo

Re Ferrante d’Aragona

Niccolò Piccinino

Principe Federico

Re di Francia

Sultano d’Egitto

Botticelli

RUOLO Magistrato

Poeta

Re di Napoli

Condottiero italiano

Amico del Re Ferrante e di Lorenzo

Personaggi storici che hanno stima nei confronti di Lorenzo

1 – L’antefatto Sisto IV, dopo un anno di tranquillità sul trono pontificio, deve affrontare l’affare di

Volterra: i volterrani vogliono il rinnovo della concessione di certe miniere dell’allume, indispensabile all’industria dei panni-lana.

Scoppiano così rivolte, fermate da Federico da Montefeltro, in una spedizione punitiva: saccheggiando, massacrando e impiccando.

Dopo Volterra, Sisto IV vuole procurare a suo nipote Gerolamo Riario la signoria di Imola. Il duca di Milano chiede 40.000 fiorini, ma Lorenzo teme di vedersi sottrarre il suo feudo, così prega il suo collega Francesco Pazzi, di non anticipare i soldi al papa. Ma Francesco rivela tutto al papa, che toglie ai Medici l’amministrazione pontifica, per poi affidarla ai Pazzi. Nomina poi Francesco Salvati, arcivescovo di Pisa.

Nel 1478 si presentano così due coalizioni:

→ Da una parte: Il pontefice, Gerolamo, il Regno di Napoli e la Repubblica di Siena;

← Dall’altra: I Medici con Venezia e Milano.

L’arcivescovo e Francesco progettano un colpo a Firenze, al quale il Papa acconsente. Ingaggiando così un certo Montesecco, assassino di professione.

2 - Il complotto

Il piano d’azione, per togliere di mezzo i due Medici e impadronirsi del governo di Firenze, si organizza a Poggio di Montughi, nella dimora di Jacopo Pazzi, e ne vede coinvolti molti personaggi, come: Montesecco, Francesco Pazzi, Bernardo Bandini, Salviati, il Bracciolini, un gruppo di fiancheggiatori, Antonio Maffei, Stefano da Bagnone. Come si può notare, alcuni di questi personaggi (sopra citati), sono sia uomini politici e sia uomini di fede, come: preti, arcivescovi e cardinali.

Tutti costoro organizzano il complotto in un occasione favorevole: il passaggio ad un nuovo cardinale di Firenze; in onore di cui i due Medici sono invitati nelle dimore dei Pazzi.

Per sfortuna dei congiurati e dei Pazzi, Giuliano non si presenta a questo incontro; motivo per il quale essi decideranno di spostare il loro piano d’azione nella Domenica del 26 Aprile, in occasione della Messa Solenne in S. Maria del Fiore a Firenze, durante il momento dell’Elevazione e il suono delle campane (segnale utile al gruppo Salviati-Bracciolini per dare il via all’attacco di Palazzo Vecchio).

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E fu così che giunse quel giorno tanto aspettato da chi desiderava togliere di mezzo i due fratelli; ovvero il giorno in cui Lorenzo si avvia al Duomo da solo, senza suo fratello Giuliano → poiché quest’ultimo era rimasto a casa essendosi ferito ad un ginocchio. Ma i congiurati, stanchi di aspettare l’arrivo di un altro momento migliore in cui poter uccidere entrambi i fratelli, costrinsero bruscamente Giuliano a raggiungere con loro il Duomo.

3 - L’attacco

Pazzi e il Bandini uccidono Giuliano de’Medici e tentano di uccidere anche Lorenzo ma, quest’ultimo riesce a difendersi e rimanere ferito solo al collo. Agnolo sbarra le porte. Antonio Ridolfi aiuta Lorenzo con la ferita. I Priori danno l’allarme e gli arcieri fanno uscire tutti dalla chiesa.

Il popolo vuole vendetta e grida “Palle! Palle!” Salviati, suo fratello, Bracciolini e Francesco Pazzi vengono giustiziati. Botticelli fu chiamato per immortalare le condonne.

4 - A Napoli

Sisto IV diffida i soldati e proibisce ai fedeli di commerciare con i fiorentini. Egli disse esplicitamente che la guerra era contro i Medici. Il governo fiorentino, dovrà poi rispondere davanti una corte ecclesiastica per l’uccisione dell’arcivescovo Salviati.

Lorenzo, il giorno dell’eccidio, salvò un altro dignitario della chiesa: il cardinale Raffaello Riario. Alle accuse papali, il signore di Firenze replica che la sua colpa consiste nel non essersi lasciato assassinare. Poi, lascia gli affari di stato nelle mani del gonfaloniere Soderini, che parte per Pisa e comunica alla signoria l’intenzione di tentare le vie diplomatiche recandosi a Napoli a trattare con il Re Ferrante di Aragona.

Quest’ultimo, per sbarazzarsi del condottiero Niccolò Piccinino, l’ha attirato a Napoli con promesse e poi l’ha fatto assassinare a sangue freddo. Lorenzo, carico di apprensioni e speranze, parte con la sua nave, che fa vela dal Porticciolo di Vada in Maremma.

5 - Il Trionfo di Lorenzo

Quando Lorenzo si reca a Napoli, presso la corte del Re Ferrante, egli riesce a convincere quest’ultimo ad impedire al papa di dargli la caccia, pronunciando discorsi diplomatici, nei quali gli farà presente tutti quei punti deboli della coalizione fra la Chiesa e Napoli; affinché il Re si renda conto che sono molti di più gli elementi a favore del rapporto con Firenze, piuttosto che quelli con la Chiesa.

Infatti, il Re si rende conto che gli conviene allearsi con Lorenzo e difenderlo dai nemici (prima suoi alleati), perché nelle stesse parole pronunciate da quest’ultimo, si percepisce il suo fascino di parlatore, diplomatico, ragionatore e soprattutto uomo CORAGGIOSO e SAGGIO.

Motivo per il quale diventerà un personaggio da stimare per alcuni personaggi importanti della storia, come:

Il Re di Francia lo chiama “Caro cugino”.

Il Sultano d’Egitto gli manda in dono una giraffa e un leone addomesticato.

“Lorenzo riceve omaggi dagli ambasciatori, dipinto nel quartiere di Leone X a Palazzo Vecchio: si osservino il leone e la giraffa donati dal Sultano d' Egitto”

Il magnifico Botticelli, affida il ricordo del trionfo a una tela: “Pallade e il Centauro”; in cui la Dea della sapienza e della pace simboleggia la saggezza di Lorenzo, vittorioso sulla bestialità e la violenza di cui il centauro è emblema.