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<pre> Pag. 1931 AUDIZIONE DEI MAGISTRATI DELLE DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA DI NAPOLI E SALERNO PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE INDICE pag. Audizione dei magistrati delle direzioni distrettuali antimafia di Napoli e Salerno: Violante Luciano, Presidente .............. 1933, 1936, 1937 1938, 1939, 1940, 1941, 1943, 1944, 1945 1946, 1947, 1948, 1949, 1951, 1953, 1954 1955, 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961 1962, 1963, 1964, 1965, 1966, 1969, 1971 1973, 1974, 1975, 1976, 1977, 1978, 1980 1981, 1982, 1983, 1984, 1985 Addesso Ermanno, Procuratore distrettuale antimafia della Repubblica di Salerno ................................. 1933 1936, 1944, 1961, 1973, 1985 Biscardi Luigi ................ 1952, 1960, 1962, 1965, 1966 Bonadies Ennio, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Salerno ............... 1962, 1973 Boso Erminio Enzo ............................... 1958, 1960 1970, 1971, 1972 Cappuzzo Umberto ................................ 1962, 1963 Dalterio Armando, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1936, 1937, 1938 1939, 1940, 1941, 1973, 1974, 1975, 1976 Cabras Paolo .................................... 1940, 1943 1946, 1948, 1965, 1966, 1968 1972, 1975, 1978, 1982, 1983 De Simone Maria Vittoria, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli ...... 1956, 1957 1958, 1959, 1960, 1983 Ferrauto Romano ....................................... 1970 Fumo Maurizio, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1951, 1952, 1953 1954, 1955, 1956, 1976, 1977, 1978 Gay Luigi, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli ...................... 1945 1946, 1947, 1978 Pag. 1932 Greco Alfredo, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Salerno ............... 1941, 1973 Imposimato Ferdinando ................................. 1948 Mancuso Paolo, Sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli .......... 1941, 1943, 1944 1945, 1955, 1960, 1968, 1978, 1979, 1980 1981, 1982, 1983, 1984, 1985 Mastella Mario Clemente ................... 1944, 1946, 1947 1948, 1953, 1957, 1962 Matteoli Altero ....................................... 1946 Narducci Giuseppe, Sostituto procuratore della direzione

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<pre> Pag. 1931 AUDIZIONE DEI MAGISTRATI DELLE DIREZIONI DISTRETTUALI ANTIMAFIA DI NAPOLI E SALERNO PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE INDICE pag.Audizione dei magistrati delle direzioni distrettualiantimafia di Napoli e Salerno:Violante Luciano, Presidente .............. 1933, 1936, 1937 1938, 1939, 1940, 1941, 1943, 1944, 1945 1946, 1947, 1948, 1949, 1951, 1953, 1954 1955, 1956, 1957, 1958, 1959, 1960, 1961 1962, 1963, 1964, 1965, 1966, 1969, 1971 1973, 1974, 1975, 1976, 1977, 1978, 1980 1981, 1982, 1983, 1984, 1985Addesso Ermanno, Procuratore distrettuale antimafia dellaRepubblica di Salerno ................................. 1933 1936, 1944, 1961, 1973, 1985Biscardi Luigi ................ 1952, 1960, 1962, 1965, 1966Bonadies Ennio, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno ............... 1962, 1973Boso Erminio Enzo ............................... 1958, 1960 1970, 1971, 1972Cappuzzo Umberto ................................ 1962, 1963Dalterio Armando, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli .......... 1936, 1937, 1938 1939, 1940, 1941, 1973, 1974, 1975, 1976Cabras Paolo .................................... 1940, 1943 1946, 1948, 1965, 1966, 1968 1972, 1975, 1978, 1982, 1983De Simone Maria Vittoria, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli ...... 1956, 1957 1958, 1959, 1960, 1983Ferrauto Romano ....................................... 1970Fumo Maurizio, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli .......... 1951, 1952, 1953 1954, 1955, 1956, 1976, 1977, 1978Gay Luigi, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli ...................... 1945 1946, 1947, 1978 Pag. 1932Greco Alfredo, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno ............... 1941, 1973Imposimato Ferdinando ................................. 1948Mancuso Paolo, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli .......... 1941, 1943, 1944 1945, 1955, 1960, 1968, 1978, 1979, 1980 1981, 1982, 1983, 1984, 1985Mastella Mario Clemente ................... 1944, 1946, 1947 1948, 1953, 1957, 1962Matteoli Altero ....................................... 1946Narducci Giuseppe, Sostituto procuratore della direzione

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distrettuale antimafia di Napoli .......... 1947, 1948, 1949Ranieri Umberto ....................................... 1972Robol Alberto ......................................... 1959Taradash Marco ............................ 1964, 1965, 1971Tripodi Girolamo ................................ 1968, 1969Zuccarelli Fausto, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli .......... 1950, 1951, 1968 Pag. 1933La seduta comincia alle 17,05.(La Commissione approva il processo verbale dellaseduta precedente).Audizione dei magistrati delle direzioni distrettualiantimafia di Napoli e Salerno. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione deimagistrati delle direzioni distrettuali antimafia di Napoli eSalerno. Lo scopo dell'incontro di oggi è quello di ricevere unquadro dello stato della camorra nelle due aree e dell'azionedi contrasto a tale fenomeno. Tale quadro è necessario inrelazione ad una approfondita visita che la Commissionecompirà in Campania nell'ultima settimana di maggio allo scopodi presentare al Parlamento una relazione sulla struttura esulle connessioni della camorra. Diamo particolare rilievo a questo incontro non soloperché un'analisi approfondita della camorra forsestoricamente non è mai stata compiuta, ma anche perchéprobabilmente le ultime evoluzioni di questo fenomeno sonotali da attirare la nostra attenzione e da far superare alcunischemi del passato, che sembrano essersi rivelati nonsufficientemente adeguati a comprendere il fenomeno. Dopo l'esposizione dei magistrati della procura dellaRepubblica di Salerno - è presente il procuratore - e dellaprocura della Repubblica di Napoli, potranno essere avanzateda parte dei membri della Commissione richieste diintegrazione e domande. Chiunque potrà prendere la parola,perché alla Commissione serve il quadro più chiaro possibile. La seduta è pubblica, ma desidero far presente che,qualora sorgessero problemi di riservatezza, potremo procederein seduta segreta e quindi delle dichiarazioni rese non saràdata trasmissione all'esterno. ERMANNO ADDESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Il mio compito si limiteràalla lettura di una relazione che è stata approvata dal gruppodella direzione distrettuale antimafia di Salerno. La criminalità nel distretto di Salerno è statacaratterizzata, nel corso degli anni, da aggregazioni varie.Agli inizi degli anni ottanta operavano nel territorio dellaprovincia di Salerno varie organizzazione camorristiche, lapiù importante delle quali (Nuova camorra organizzata) facentecapo al ben noto Raffaele Cutolo, le cui aggregazioni e bandeoperavano in Salerno, ma soprattutto nei più importanti comuniposti sia nell'alto sia nel basso salernitano, quali Nocera

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Inferiore, Pagani, Cava dei Tirreni e Mercato San Severino, anord, e Battipaglia, Eboli e Capaccio, a sud. Altreorganizzazioni erano pure inserite sul territorio, qualiquelle collegate alla Nuova famiglia e ad altri clannapoletani. A seguito di azioni giudiziarie esperite negli anni1982-1985 nei confronti del clan Cutolo, e con il parzialedisfacimento di tale clan, le organizzazioni collegate allaNuova famiglia si consolidavano, accogliendo nelle loro fileelementi già appartenenti alla Nuova camorra organizzata delCutolo. Negli anni successivi, anche in conseguenza di lotte tra&quot;famiglie&quot; rivali, si assisteva al predominio del clan deiMaiale nelle zone di Eboli e della Valle Pag. 1934del Sele, del clan Pecoraro nella zona diBattipaglia-Bellizzi, del clan De Feo nella zona di SanCipriano Picentino, del clan Pepe Mario, Olivieri Giuseppe,Citarella Gennaro, Sale Antonio nelle zone di NoceraInferiore, Nocera Superiore e Pagani, del clan di NoceraTommaso nella zona di Angri, del clan Loreto-Matrone nellazona di Scafati e del clan di Galasso Pasquale nella zona diSarno. Quanto fin qui esposto, che raffigura geograficamente ipiù disparati insediamenti criminali, vale ad evidenziare lacomplessività del fenomeno camorristico in una provincia ed inun distretto già da tempo caratterizzati da elevata intensitàdi criminalità organizzata. La procura di Salerno si è trovata, negli anni ottanta, adover fronteggiare il fenomeno nelle sue varie articolazioni,come accennato, nella ristrettezza di mezzi e uomini (si pensial ridotto organico di questo ufficio), ma con risultati dapoter definire apprezzabili. Più di recente la DDA, con accresciuta professionalità, macon mezzi ancora insufficienti e con non sempre efficacecollaborazione, ha operato ed opera, con tenacia emeticolosità, per assicurare una sempre più incisiva azione dicontrasto, caratterizzata da decisa ricerca di conoscenzadella serie di crimini efferati rimasti finora impuniti, acagione del muro di omertà sempre opposto alle indagini e delsilenzio a lungo serbato da coloro che dei delitti avevanopiena conoscenza per esserne stati gli autori materiali o imandanti, ed in ogni caso protagonisti delle più scelleratevicende. L'incisiva azione di questa procura nei confronti dei variraggruppamenti delinquenziali ha condotto all'emissione divarie ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tral'altro, dei clan Pepe, Olivieri e Citarella, di appartenential clan di Nocera Tommaso, di Maiale Giovanni, di De FeoPasquale e Carmine, di Pecoraro e di appartenenti al clanLoreto-Matrone, nonché del clan Galasso. A queste ordinanzesono seguite sentenze, alcune anche definitive, per il clan

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Pepe, per il clan De Feo, per il clan Loreto. Ho portatoalcune delle ordinanze e posso consegnarle alla Commissione. Le anzidette azioni hanno determinato non solo effettifavorevoli sul territorio, ma hanno altresì indotto allacollaborazione un personaggio di spicco del crimineorganizzato, quale Pepe Mario, e addirittura un esponenteapicale della camorra, quale Pasquale Galasso. Tali &quot;eminenti&quot;personaggi hanno cominciato a collaborare ed il loro bagagliodi conoscenze su fatti delittuosi si sta rivelando prezioso,di notevole importanza e tale da rendere laboriose le indaginidi polizia giudiziaria volte a ricercare i necessari elementidi riscontro alle dichiarazioni dei predetti. Il Pepe, ascoltato per alcuni mesi da un magistrato dellaDDA di Salerno, ha fornito ricchezza di elementi e di dati. IlGalasso sta fornendo la sua collaborazione non solo alla DDAdi Salerno, ma anche a quella di Napoli, consentendo di venirea capo di numerosi efferati delitti e di consentire anche ilritrovamento, come recentissimamente avvenuto nel corso didisposti scavi, dei resti mortali di persone scomparse neidecorsi anni; sono stati rinvenuti i resti di quattro persone,tre uomini ed una donna. Il Galasso ha consentito così diindividuare anche il &quot;cimitero della camorra&quot;. Le stesse dichiarazioni hanno consentito di allargare ilpanorama delle indagini, offrendo all'attenzione degliinquirenti un nuovo spunto per maggiori approfondimenti,diretti ad accertare la sussistenza, come non senza fondamentosi sospetta, di infiltrazioni di organizzazioni criminaliall'interno delle istituzioni, con possibili connessioni conesponenti del mondo della politica, degli enti pubbliciterritoriali e degli apparati della burocrazia. La DDA di Salerno sta intensificando le attività diindagine dirette alla individuazione di specificheresponsabilità di pubblici ufficiali in concorso con esponentidi organizzazioni criminali, sulla scorta delle indicazionifornite dai collaboratori di giustizia. Sono all'attenzionedella DDA (se ne occupa il procuratore Pag. 1935aggiunto) i casi di Nocera Inferiore e Pagani, nonché diScafati, i cui consigli comunali sono stati sciolti perpresunta connivenza con la camorra. Le relazioni prefettizie evidenziano varie illegittimitànella gestione della &quot;cosa pubblica&quot; e possibili interferenzedi elementi di rilievo della camorra. Alcuni servizi, adesempio quello della nettezza urbana, risultano affidati aparenti del noto Pasquale Galasso, del defunto CitarellaGennaro ed altri, mentre si sospetta che la famiglia Olivierisi sia intromessa nell'affare costruzioni abusive, in ordinealle quali procede la procura circondariale di Salerno. Ildoveroso riserbo non mi consente, allo stato, di dire di più. Da quanto esposto e dalla documentazione a corredo dellapresente relazione possono trarsi le risposte agliinterrogativi posti da codesta Commissione parlamentare

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d'inchiesta sul fenomeno della mafia. Nonostante l'azione svolta ed i pur notevoli risultaticonseguiti, nonché tutto quanto si sta operando, la DDA diSalerno non ritiene di poter indulgere a facile ottimismo,anzi è dell'avviso che debba essere intensificata l'azione dicontrasto a tutti i livelli. Necessita, innanzitutto, che le forze di polizia localisiano dotate di maggiore professionalità, poiché le tecnichedi indagine di un tempo non sono più idonee a contrastare unfenomeno, quale quello della moderna camorra, che dispone distrutture e mezzi tecnici, nonché di intelligenze capaci dipredisporre i più accurati e sofisticati strumenti, idonei adingannare coloro che ancora non sono al passo coi tempi. Necessita, poi, come già segnalato con una precedenterelazione diretta alla Direzione nazionale antimafia, undiffuso e generale rafforzamento degli organici della Guardiadi finanza al fine di agevolare la speditezza delle indaginipatrimoniali anche miranti ad evidenziare il fenomeno delreinvestimento dei capitali illeciti, soprattutto nell'ambitodelle attività turistiche molto fiorenti in questa zona, conparticolare riguardo alla costiera amalfitana ed alla costieracilentana. Più volte sono state effettuate indagini in ordine asegnalate illecite attività di sbarco di armi e droga in varielocalità costiere praticamente sottratte all'attività dicontrollo e di prevenzione delle forze di polizia. La notevoleestensione del territorio e del litorale della provincia diSalerno, con quasi 200 chilometri di costa da Positano aSapri, impone una maggiore, più razionale presenza dellapolizia di Stato, adeguata alle mutate esigenze dei tempi (lageografia degli uffici di polizia è datata in epoca remota). La contiguità con la provincia di Napoli, da un lato, econ le coste calabresi, dall'altro, impone l'istituzione dinuovi commissariati di polizia, onde verificare e controllareil fenomeno di osmosi delle varie organizzazioni criminaliche, a nord dal napoletano e a sud dalla Calabria, si muovonoin questa provincia e da questa provincia. E' appena il caso di rilevare che le organizzazionicamorristiche e mafiose non conoscono, contrariamente alleistituzioni dello Stato (giudiziarie e di polizia),limitazioni alle proprie competenze territoriali e si giovano,pertanto, proprio delle limitazioni statuali muovendosi nellezone di confine laddove - come sembra logico ritenere - gliorgani di polizia sono portati ad allentare l'intensità dellaloro attività di controllo nella convinzione che tale attivitàvenga espletata dall'organo di polizia con competenzaconfinante. Si viene a creare una situazione tale per cuiciascun organo di polizia ritiene che un soggetto di rilievocamorristico venga controllato dall'altro organo di poliziaconfinante e viceversa, con conseguente calo nell'attività diprevenzione. Giova ricordare, su tutti, il caso di Galasso Pasquale

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che, originario con la sua famiglia, unitamente agli affiliatidel suo gruppo, di Poggiomarino (Napoli), risiede ed opera nelcomune confinante di Scafati (Salerno) a poche centinaia dimetri dal confine con la provincia napoletana, Pag. 1936 svolgendo con il suo gruppo la propria attività illecitanella fascia di confine tra la provincia di Napoli e quella diSalerno e nelle zone limitrofe. Si suggerisce, pertanto, l'istituzione di un commissariatodi polizia con sede in Scafati (Salerno) e con competenzaanche sul comune di Angri, paese anch'esso confinante con laprovincia di Napoli e precisamente con il comune diSant'Antonio Abate (Napoli), anch'esso ad alta densitàcamorristica. E' opportuno, inoltre, un rafforzamento in termininumerici del personale del commissariato di polizia di Statodi Sarno (Salerno), comune confinante con Striano (Napoli) econ gli altri paesi vesuviani nonché l'estensione dellacompetenza territoriale di detto commissariato anche ai comunidi San Valentino Torio (Salerno) e di San Marzano sul Sarno(Salerno) anch'essi confinanti con la provincia di Napoli e,segnatamente, con i comuni di Poggiomarino, Boscoreale eBoscotrecase. Si creerebbe, in tal modo, un serio ed efficace filtro dicontrollo di prevenzione di polizia in una zona di confine conla provincia napoletana qual è l'agro Nocerino-Sarnese,notoriamente ad alto tasso di criminalità di matricecamorristica. Allo stesso modo, si rende necessario rafforzare gliorganici del commissariato di polizia di Stato di Battipagliaed estendere la competenza di detto ufficio di polizia anchesul comune di Eboli (Salerno) per la evidente presenza,processualmente anche dimostrata, di pericolose ed agguerriteorganizzazioni camorristiche nella Piana del Sele. Infatti in questi giorni si sta celebrando il processo diuna di queste organizzazioni che richiederà un notevoleimpegno da parte del tribunale di Salerno. Si tratta delgruppo dei Maiale. Da ultimo si ritiene necessaria l'istituzione di un altrocommissariato di polizia a sud di Eboli, in quanto percentinaia di chilometri e fino al confine della provincia diSalerno, è del tutto inesistente la presenza della polizia diStato. Si individua nel comune di Sapri la sede più idonea per lacreazione di detto commissariato che, eventualmente dotatoanche di mezzi nautici e coordinato con la squadra mobile diSalerno, potrebbe espletare quell'attività di controllo lungola fascia marina e costiera, la cui necessità è stata giàrappresentata. PRESIDENTE. Signor procuratore, lei ha fatto cennoall'assenza della polizia di Stato, ma i carabinieri sonopresenti?

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ERMANNO ADDESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. I carabinieri ci sono, ma nonpossono far fronte alla stessa maniera. Si determinerebbe, in tal modo, complessivamente, una piùpenetrante, efficace e razionale presenza sul territorio delletre forze di polizia, adeguata alle mutate esigenzegiudiziarie e di ordine pubblico di questi ultimi anni. Infine, mi sembra doveroso segnalare che - ai finidell'azione di contrasto - necessita conferire maggioreefficacia all'ufficio del GIP, oberato da migliaia di processiaffidati alla gestione di appena sei magistrati, i qualicompiono ogni sforzo, con personale sacrificio, perscongiurare, almeno per ora, il paventato collasso. Ho chiestoal presidente del tribunale di integrare l'organicodell'ufficio del GIP e mi auguro che ciò avvenga. Sono queste le nostre osservazioni, piuttosto scarne, maritengo che la Commissione debba tenerne conto, debba cioètener conto delle nostre aspirazioni, che sono dirette ad unamigliore prevenzione, aspirazioni che sono dirette anche ameglio confrontarci con un fenomeno che si fa sempre più gravee pesante. Ci auguriamo che la Commissione d'inchiesta possa svolgereun certo intervento nelle sedi opportune perché l'azione deigiudici e delle forze di polizia possa finalmente valere aqualcosa. ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Anzitutto porgole scuse del procuratore per non essere potuto venire Pag. 1937qui a causa di impegni cogenti che gli hanno appunto impeditodi essere presente. Noi sostituti della direzione distrettuale antimafia diNapoli abbiamo concordato una serie di interventi volti afornire brevi quadri relativi allo stato delle indagini e aquelle che sono le esigenze che intendiamo prospettare allaCommissione parlamentare antimafia. Fare qui la storia della camorra in Campania non avrebbesenso e non sarebbe di alcuna utilità, essendo la storiastessa affidata ormai alle cronache e alla pubblicistica inmateria. Sarà sufficiente fornire brevi cenni evidenziandocome nel momento attuale ci troviamo in una cosiddetta terzafase della criminalità organizzata in Campania. Ad una prima fase in cui la criminalità organizzatadiventa camorra passando all'adozione di pratiche efferate edanche pubbliche di affermazione degli intenti delittuosi diorganizzazioni che fino ad un certo momento avevano cercato diagire in maniera defilata (è la fase che vede l'espandersidella Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo), èseguita, attraverso la formazione del cartello della Nuovafamiglia che si è contrapposta alla prima, una seconda faseche nasce... PRESIDENTE. Mi scusi, ma lei dà per scontato che noi

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sappiamo molte cose, il che non è. Il cartello da chi eracomposto? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Il salto diqualità, la trasformazione della criminalità organizzatanapoletana da semplice criminalità organizzata in camorra siha con Raffaele Cutolo, che ha raccolto le ansie di tantidiseredati della criminalità campana ed effettuato unaintensissima attività di recupero di adesioni in sedecarceraria, unitamente all'attività che nel contempo lasorella dello stesso, Rosetta Cutolo, recentemente tratta inarresto a seguito di una lunga latitanza, effettuavaall'esterno delle mura carcerarie, un'attività che ha finitocon il trasfondersi in una vera e propria organizzazioneestorsiva ai danni delle organizzazioni che, parcellariamente,agivano essenzialmente nell'ambito del traffico di sigarette(tabacco lavorato estero) e di droga, sfociando così in unalotta efferatissima con una frequenza omicidiaria quotidiana.Sorgeva così la necessità, da parte di queste altreorganizzazioni, di federarsi nel patto della Nuova famiglia,che vedeva unite le famiglie dei Bardellino, dei Nuvoletta,dei Vollaro di Portici, dei Giuliano di Forcella e zonevicine, dei Mariano, dei Zaza e dei Mazzarella, che fino aquel momento, pur essendo dedite stabilmente... PRESIDENTE. Siamo nella prima metà degli anni ottanta? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Siamo tra lafine degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta.Questa lotta efferata si condensa in questo momento, fino aigrossi interventi del 1982-1983-1984 da parte della procura diNapoli e di altre procure, con i cosiddetti blitz controla Nuova camorra organizzata, prima, e contro la Nuovafamiglia, immediatamente dopo. Si può dire che questo è il momento in cui la criminalitàorganizzata, così frazionata sul territorio, in assenza disostanziali accordi volti alla spartizione delle attivitàdelittuose e dei proventi da esse derivanti, inizia adorganizzarsi tramite stabili accordi. Come stavo dicendo prima, questa è quella che potremmodefinire la prima fase: una fase genetica della criminalitàorganizzata, che nel momento stesso della sua genesi vienealla luce attraverso questa enorme efferatezza omicidiaria. La seconda fase segue alla sconfitta di Raffaele Cutolo,attraverso, in un primo momento, l'intervento giudiziario e,in un secondo momento, l'enorme forza di fuoco praticata daigruppi facenti capo alla cosiddetta Nuova famiglia, chefiniscono per eliminare gli esponenti dell'organizzazione Pag. 1938 ed anche quelli che, successivamente condannati all'esitodella conclusione della reclusione scontata in carcere,venivano eliminati nel giro di pochi giorni, all'atto dellascarcerazione dalle case di reclusione di rispettiva

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detenzione. Tale fase diede luogo ad una seconda guerra intestina,perché nell'ambito della Nuova famiglia, le due famiglie diBardellino e di Nuvoletta, dopo aver sconfitto l'avversarioche aveva rappresentato la causa e la ragione di quellafederazione, si ponevano immediatamente in lotta tra di loro. La lotta cessava a seguito del sostanziale arresto diLorenzo Nuvoletta e della scomparsa, in circostanze ancora nonchiarite a livello giudiziario, dello stesso AntonioBardellino. Scomparsa e arresto, e quindi indebolimentodell'uno e dell'altro, che dava luogo ad una fase di notevoleframmentazione e ad una ripresa della lotta. PRESIDENTE. In quali anni ci troviamo? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Siamo nellaseconda metà degli anni ottanta. E' stata una grossa guerra di camorra, non caratterizzata,come la precedente, dalla contrapposizione di due poli bendeterminati, ma da una serie di atti delittuosi,sostanzialmente omicidiari, riferibili ad una incontrollataguerra tra bande confinanti che, prive di un capo e di unastrategia di unificazione, si contendevano il territorio conla ferocia inaugurata da Raffaele Cutolo e che è rimasta unamatrice impressa nella criminalità organizzata; una matriceche rende spesso difficili le indagini perché la ricerca diuna causale spesso si scontra con l'inesistenza di un motivoche apparentemente possa giustificare l'episodio, e comunquecon l'impossibilità di ritrovare nel tempo precedente talecausale: è sufficiente che nel giro di pochi giorniantecedenti al delitto stesso vi sia stato un minimo contrastood ombra tra parti o personaggi delle organizzazioni criminaliper giungere facilmente al delitto. La terza fase è quella che stiamo vivendo da circa un paiodi anni. Essa vede alcune famiglie tentare di federarsiintorno al più grosso clan camorristico, quello di CarmineAlfieri. Vi è il tentativo di costituire un cartello. Cosìviene definito, probabilmente mutuando la terminologia usatadai giornali con riferimento a quelli che sono i cartellisudamericani, che non a caso sono i maggiori fornitori dicocaina per la criminalità campana, che fa capo a CarmineAlfieri, che vede il tentativo di federare intorno ad esso, alfine di assumere il predominio delle attività campane, lefamiglie di Contini Eduardo, dei vari Patrizio Bosti,Mallardo, Morra, Licciardi di Secondigliano. Di tale cartello si sono trovate tracce in variericostruzioni confidenziali ed indiziarie di delitti che hannocaratterizzato gli ultimi tempi: non ultimo l'omicidio delCuomo, che - lo ricordo - è colui che negli anni ottanta persele gambe nell'attentato dinamitardo in cui perì MicheleCasillo. Un fatto, questo, che rientra attualmente nelleindagini della procura di Napoli. Contemporaneamente al tentativo di costituire questo polo

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di aggregazione, sembra che si stiano riprendendo queirapporti con la mafia, che si erano temporaneamenteinterrotti... PRESIDENTE. Per mafia intende Palermo? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sì, la mafiapalermitana. Tali rapporti si erano temporaneamente interrottia seguito del degradare delle figure di Bardellino e diNuvoletta. Bardellino e Nuvoletta erano stati coloro che tramite iloro stretti contatti con le famiglie palermitane avevanoconsentito di stabilire un flusso... PRESIDENTE. Bardellino e Nuvoletta erano uomini d'onore? Pag. 1939 ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Così vengono definiti. PRESIDENTE. Nuvoletta è arrestato? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sì, Nuvoletta èarrestato. Tali contatti, che essi mantenevano, consentivanosoprattutto il riferimento a Palermo come ad una fonte diapprovvigionamento dell'eroina. Ridottisi tali rapporti, lacamorra napoletana si è maggiormente interessata alla cocaina,direttamente acquistata in Bolivia ed in altre regionisudamericane. Non a caso è stato recentemente arrestato in SudAmerica Umberto Ammaturo. Sembra che questi rapporti, che si erano andati via viadegradando a causa di tale contingenza, siano statirecentemente ripresi in sede carceraria, attraverso unincontro che ha riguardato componenti dell'organizzazionemafiosa di Cosa nostra e componenti di spicco diorganizzazioni camorristiche napoletane. Un incontro cheavrebbe fatto seguito soprattutto all'intensificarsi delcontrasto alle azioni criminali sia in sede legislativa,perché è molto importante ciò che è stato fatto con il decretoScotti-Martelli e con la restrizione dei regolamentipenitenziari, sia in sede di contrasto effettivo, di azionigiudiziaria e investigativa. Un accordo che, secondo quantoviene riferito in sede processuale, sarebbe destinato allaeliminazione con effetto intimidatorio di magistratinapoletani. PRESIDENTE. L'onorevole Taradash desidera sapere qualesia questo carcere. ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Il carcere diSpoleto. Su tale fatto sono in corso delle indagini; vi sonocolleghi che se ne stanno interessando direttamente e chepotranno intervenire sul punto, se sarà necessario forniredegli approfondimenti. Non a caso c'è questo riferimento alla necessità di

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un'azione intimidatoria nei confronti della magistratura edelle forze dell'ordine, perché mai come nell'ultimo annol'azione investigativa è stata pressante e produttiva. Si puòdire che quasi nessuna organizzazione camorristica sia statasottoposta, negli ultimi due anni, ad un controllo cosìpressante e a misure cautelari tanto numerose, a riscontriprobatori tanto positivi. Tutto ciò è stato possibile anchegrazie - lo ripeto - alla modifica normativa che ha consentitoil recupero probatorio, sia pure con il filtro delcontraddittorio, delle dichiarazioni rese al pubblicoministero e alla polizia giudiziaria, e anche - soprattutto -tramite l'introduzione dell'articolo 12-quinquies dellalegge n. 356 del 1992, che finalmente ha consentito unaefficace azione di contrasto non solo dell'illecito accumulodi patrimoni a seguito dell'attività camorristica, ma anche -ed è molto interessante questo - attraverso l'attivitàusuraria, che in passato, a livello sia di pena sia distrumenti atti a contrastare il fenomeno, non aveva avuto unasufficiente attenzione. Poiché, grazie ai nuovi strumenti esoprattutto alla nuova pena prevista per l'usura, gliinvestigatori di polizia giudiziaria sono più motivati, èpossibile un salto di qualità. Assistiamo, in particolareattraverso le indagini che sto personalmente svolgendo nellapenisola sorrentina, ad un fenomeno di aggressionedell'imprenditoria che si verifica sotto un duplice punto divista: da un punto di vista estorsivo-collusivo e da un puntodi vista di infiltrazione nell'attività imprenditoriale. Dicoestorsivo-collusivo in quanto assistiamo ad un fenomenoestorsivo che tende a realizzarsi attraverso l'acquisizionedella complicità dell'imprenditore al quale, anziché chiedereimmediatamente il pagamento di una tangente in denaro, sichiede la complicità in una operazione di falsa fatturazione odi fittizie prestazioni a favore dell'imprenditore stesso,operazione ovviamente tendente a frodare il fisco ed aprodurre un utile ingiusto ed illecito all'impresa, il cuiprofitto viene Pag. 1940diviso tra l'imprenditore e l'estorsore camorrista. Eccoperché parlo di accordo estorsivo-collusivo che ovviamentecrea una complicità nell'illecito che rende difficile larottura dell'omertà da parte dell'imprenditore estorto. Parloanche di fenomeno infiltrativo in quanto si va incontro afenomeni, da parte dello stesso estorsore, di raccolta, diunificazione e di rinnovazione del credito nei confrontidell'imprenditore, per cui il camorrista che estorce l'impresanon appena si accorge di averla posta in una sorta disofferenza economica sufficientemente valutabile e rilevante,procede alla raccolta del credito nei confronti dell'impresaestorta da parte dei creditori parcellari, lo unifica e lorinnova ad interessi usurari per costringere l'impresa alladefinitiva rovina economica e quindi penetrare in associazionepredominante con l'impresa stessa.

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PRESIDENTE. Una volta che questo imprenditore criminaleè entrato nell'impresa ex onesta (diciamo così), cosa succede? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Fruisce diquesto particolare avviamento che deriva dalla sua capacità diintimidazione e dalla sua collusione ... PRESIDENTE. Quindi, l'impresa sta sempre sul mercato? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Fa un salto diqualità enorme in quanto monopolizza il mercato ed ovviamentein pochissimo tempo... PAOLO CABRAS. Non c'è anche un tentativo di estrometterel'imprenditore originario e di subentrargli? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sì, infatti, viè una iniziale posizione di predominanza che poi finisce pergiungere all'estromissione, che però viene sempre evitatanella sua più plateale evidenza, in modo da non costringerel'imprenditore a perdere ogni interesse al prosieguodell'impresa, costringendolo sempre ad un patto associativo,sia pure in una posizione di minor rilievo economiconell'impresa stessa, che egli non ha interesse a rovinare conuna collaborazione con i pubblici poteri, proprio in quantocomunque conserva un'utile derivante dalla stessa. Ulteriori approfondimenti ritengo siano eccessivinell'ambito di un intervento che vuole semplicemente essereintroduttivo. Altri colleghi saranno più articolati di me suivari punti di vista. Vorrei soltanto evidenziare, propriofacendo riferimento alle capacità di intervento specificorientranti nella competenza della Commissione antimafia, cheda un lato abbiamo assistito negli ultimi due anni ad unaenorme accentuazione della professionalità delle forzedell'ordine, sia pure in una non mitigata, rispetto alpassato, tendenza alla concorrenza, (che purtroppo rimarrà, mache dobbiamo cercare di ridurre quanto più possibile), nelcontrasto della macrocriminalità; dall'altro lato, nelcontrasto della microcriminalità e nell'esperienzainvestigativa quotidiana un salto di qualità analogo non èstato fatto, purtroppo, per carenza di mezzi, devo ritenere.Ad esempio, i commissariati di polizia e le stazioni deicarabinieri sono ancora privi di unità di polizia scientifica,il che rende impossibile, nell'immediatezza di un interventoin relazione ad un attentato estorsivo o ad un omicidio,l'immediato recupero delle impronte digitali. Per esempio,registriamo numerosi recuperi di armi effettuati nellatumultuosità delle indagini, che non consentono il riferimentoal centro di polizia scientifica della questura di Napoli, mache avvengono in provincia, che si verificano con il sequestroa mani nude delle armi stesse, quando sarebbe invece opportunol'immediato rilievo delle impronte dattiloscopiche. Soventescopriamo covi di armi che vengono nascoste nelle pertinenzedi un determinato fondo e che potrebbero con

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Pag. 1941sentire di risalire al proprietario del fondo o ad altripersonaggi tramite le impronte digitali. Ma tutto ciò, in unintervento tumultuosamente effettuato e senza l'ausilio dellapolizia scientifica, non può accadere. Altrettanto vale per il rilievo delle tracce di polvere dasparo, soprattutto per l'analisi dei tamponi che contengono letracce della polvere da sparo, in quanto tutto ciò puòavvenire solo nella questura di Napoli, non lo possono quindifare i commissariati, privi dell'elettromicroscopio. Icarabinieri devono addirittura rivolgersi a Roma. Questo a miogiudizio è inaccettabile in quanto sarebbe sufficiente unsemplice stanziamento per l'acquisto di un elettromicroscopioa Napoli per consentire queste indagini a vista. Credo che tutti conoscano la situazione logistica diNapoli. PRESIDENTE. Intende della procura distrettuale diNapoli? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Mi riferiscoalla procura distrettuale che poi è la stessa procura diNapoli. Con il cambiamento della normativa in sostanza cisiamo trovati ad avere una macchina da corsa senza benzina.Siamo privi di computer, ciò è risaputo: molti di noihanno affrontato spese di svariati milioni per dotarsene. Lohanno fatto con spirito di sacrificio, per senso di giustizia,tuttavia è necessario che le istituzioni si facciano carico ditale necessità adeguando le nostre esigenze logistiche allosforzo che quotidianamente profondiamo. ALFREDO GRECO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno. Dopo aver ascoltato ilcollega D'Alterio, vorrei far notare l'assoluta identicità diNapoli e Salerno per quanto riguarda sia la storiagenericamente e sinteticamente raccontata della camorra sia lastoria degli interventi dell'autorità giudiziaria e dellapolizia giudiziaria. Per quanto concerne l'attualità e i momenti di pericoloevidenziati dal collega, già abbiamo espresso il grido didolore della procura distrettuale di Salerno in ordine allesue carenze. Vorrei solo aggiungere che nei rapporti conl'imprenditoria, cui ha fatto riferimento il collega appenaintervenuto, questa è storia comune nel salernitano ed èstoria che a nostro avviso si sta sempre più aggravando inquesti ultimi tempi. Quale è stato uno dei sistemi della camorra peravvicinarsi all'imprenditoria, per fagocitare le imprese e perpotervi, in un modo o nell'altro, entrare disponendone o conil fallimento, che poi sarebbe stato in qualche modoproduttivo, oppure inserendosi con il capitale sporco e conl'immanenza camorristica in altri mercati diventati più o menolegali? Il sistema adoperato fino a qualche anno fa era quellodi mettere in difficoltà l'impresa, magari con qualche bomba o

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con qualche altro intervento di tipo violento,all'imprenditore. Oggi non c'è più bisogno di mettere indifficoltà le imprese in quanto esse nelle nostre zone versanogià in una situazione di grave difficoltà per i fatti che voiconoscete meglio di noi. Quando le imprese versano in enormidifficoltà, accettano questo tipo di capitale, che può veniredal delitto, di guisa che si comincia a verificare, a palpareil gravissimo pericolo di iniezioni di capitale sporco e,peggio ancora, di ingressi di personaggi, che imprenditori nonsono, nelle imprese in difficoltà. Rischiamo quindi ditrovarci, da qui a non molto, con delle imprese checominceranno forse a lavorare, ad imporsi sul mercato, ma chedelle imprese originarie hanno perduto completamente letracce, in quanto sono diventate vere e proprie impresecamorristiche. Questo è un pericolo che credo debba esseretenuto presente e forse questa Commissione è la sede piùadatta per segnalare questo tipo di discrasia e questo tipo dievento che si sta cominciando a verificare. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Pag. 1942Napoli. Vorrei sinteticamente ripercorrere la storia delleorganizzazioni camorristiche tratteggiata già dal collegaD'Alterio, in particolare delineando quelli che sono stati icollegamenti che le organizzazioni napoletane hannocostantemente tenuto con quelle siciliane. Su questo puntoabbiamo i racconti di due pentiti di Cosa nostra, esattamenteBuscetta e Mutolo ed attualmente stiamo ottenendo anche latestimonianza di Pasquale Galasso. Nel 1975 Cosa nostra si affaccia sulle spiagge delcasertano, in particolare facendo capo alla famiglia diLorenzo Nuvoletta, ed inizia a coordinare l'attività delcontrabbando di sigarette fino ad allora gestita da personaggiche agivano in isolamento. Dopo una serie di omicidi dipersonaggi che non vogliono piegarsi a questo coordinamento,alla fine si forma un forte ed esteso nucleo di personeinserite (congiunte, come dice Mutolo) all'internodell'organizzazione mafiosa Cosa nostra, che hanno soprattuttoin Zara, Bardellino e Nuvoletta i principali referenticollegati alla commissione palermitana. Nel 1978 si assiste ad una ripercussione nel napoletano diquelle che sono le prime contrapposizioni di alleanze, benchéassai clandestine, all'interno di Cosa nostra. Mentre Zaza eBardellino rimangono legati a Badalamenti e Bagarella,Nuvoletta invece assume in Riina il suo referente all'internodell'organizzazione palermitana, mentre Michele Greco finge dimediare l'intera situazione palermitana, tenendo però perRiina e facendo costantemente il suo gioco. L'arrivo di Cutolo in realtà scompagina questa situazionepoiché alla fine degli anni settanta assume sicuramente ilsopravvento, determinando addirittura una capacità estorsivasulle stesse organizzazioni: egli imponeva una cifra tra le

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dieci e le venti mila lire a cassa di sigarette per ognisbarco che avveniva sulle coste napoletane. Contro ilprepotere di Cutolo, Cosa nostra tenta di reagire edappoggiandosi ad alcune organizzazioni di Nuova famiglia,invia nel napoletano alcuni suoi uomini i quali però vengonocostantemente isolati, abbandonati, addirittura alla fineuccisi, nonostante fossero appoggiati a persone che Cosanostra riteneva di assoluta fiducia. A questo punto Cosanostra comprende che la situazione napoletana è ingovernabilee abbandona il territorio campano, mantenendo diretti legaminon con le organizzazioni, ma personalmente con LorenzoNuvoletta e con personaggi ad esso legati sulla penisolasorrentina, cioè Gionta a Torre Annunziata e D'Alessandro aCastellammare. Al contrario Carmine Alfieri, che dallo scontro con Cutoloesce sicuramente vittorioso, tanto da avere la capacità discontrarsi e prevalere sullo stesso Nuvoletta, costretto aduna sorta di assedio nei comuni di Marano, Villaricca eQuarto, manifesta la ferma volontà di respingere qualsiasitentativo di infiltrazione di personaggi di Cosa nostra. Tuttavia, le organizzazioni di Alfieri, come quelle diNuvoletta, partono da alcuni punti in comune con quelle cheerano state le prime iniziative palermitane nel campo deirapporti con le imprese e soprattutto con le istituzioni. Giàsi è detto qual è il tipo di rapporto che l'organizzazionecamorristica assume con l'imprenditoria campana; quello chevoglio aggiungere, rispondendo al senatore Cabras, è che nonvi è necessariamente, alla fine del percorso di conflitto fracamorra e impresa, l'espulsione dell'imprenditore dalla suaimpresa, ma vi è molto spesso l'inclusione dell'imprenditorenell'organizzazione, o quanto meno il suo defilamento in unaposizione di rappresentanza che consente alla ditta dipresentarsi sul mercato come immutata, anche se in realtà gliorgani deliberativi e di governo dell'impresa - trattandosi disocietà per azioni, la stessa titolarità delle azioni - sonocambiati e sono nelle mani dell'organizzazione. Abbiamo addirittura trovato, al momento dell'arresto sulconfine italo-svizzero di un grosso imprenditore camorristanapoletano come Luigi Romano, condannato in primo grado, undocumento scritto in cui si riassumeva quanto era Pag. 1943avvenuto per l'acquisto da parte di Romano dell'impresaMessere. Questa era un'impresa napoletana di costruzioni moltoprestigiosa che a seguito di forti perdite subite perattentati ricevuti in Sicilia - e anche su tale collegamentovi sono alcune indagini in corso - l'imprenditore è costrettoa cedere; ne assume la presidenza con l'obbligo, in cambio diuna retribuzione di 100 milioni all'anno, di - cito a memoria- esplicare tutta la propria capacità di relazioni pubblichenel campo imprenditoriale ed istituzionale per far acquistaree mantenere all'impresa il massimo di mercato. Questo hasignificato la possibilità...

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PRESIDENTE. Si trattava di una nota scritta? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Era una nota scrittasequestrata nelle tasche di Luigi Romano... PRESIDENTE. Era una sorta di contratto? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, era un atto dicessione delle quote e di riserva in capo al cedenteimprenditore... PRESIDENTE. Era stato stipulato dinanzi ad un notaio percaso? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. No, era una scritturaprivata. PAOLO CABRAS. Si ricorda a quando risale? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Al 1988; comunque, siamoriusciti a trovarlo ultimamente in maniera assolutamentefortuita, perché è sempre più difficile che si facciano attiscritti di questo genere e soprattutto che siano poiconservati così imprudentemente, addirittura da chi si aspettala cattura. Un altro dato particolare dell'organizzazione camorristicanapoletana di quel periodo è l'aggressione, oltre cheall'impresa, ai comuni. Dal 1987 in poi inizia uno stillicidiodi omicidi nei confronti di sindaci, assessori, o altripersonaggi inseriti a livello istituzionale nelle realtàlocali; si tratta di omicidi che avvengono o per regolamentidi conti interni alle organizzazioni, in cui evidentementeciascuna delle vittime è inserita, ovvero per il rifiuto diqualcuna delle vittime di assoggettarsi alle imposizioni. Larealtà è che in quel periodo gli organi locali si trasformanoin gestori di spesa piuttosto che di servizi; nello stessotempo sappiamo che vi è stata un po' una fuga delleprofessioni dalle amministrazioni locali, per cui esse nonhanno la capacità professionale per gestire la spesa... PRESIDENTE. Da cosa dipende questa mutata capacità dispesa? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sicuramente mi riferiscoai grossi arrivi di denaro che sono derivati dallaricostruzione post-sisma e a grosse iniziativeconsentite dal finanziamento di opere locali, ancheall'esterno di questi flussi di spesa: penso a Italia '90 maanche a tante attività di gestione ordinaria che hanno trovatoun'espansione enorme negli ultimi anni. La capacità di spesa, come dicevo, è stata maleamministrata poiché non vi erano le professionalità adeguate atale livello di amministrazione, ed ha comportato unosbandamento, una fuga nell'illegalità e nell'aggiustamentocontinuo, nel migliore dei casi, dell'amministrazionepubblica; si è creato quindi un terreno facilissimo per

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l'aggressione da parte delle organizzazioni criminali. Abbiamo visto che tanti comuni sono stati sciolti negliultimi anni per collegamenti con organizzazioni criminali, masia prima sia dopo è proseguita un'attività di estremaleggibilità e trasparenza Pag. 1944nei consigli comunali, cioè la moltiplicazione delle liste,per la quale in molti comuni abbiamo assistito alla formazionedi liste autonome che si andavano in realtà ad affiancare adorganizzazioni criminali che non erano in consonanza rispettoalla lista principale; esse andavano quindi a rispecchiare nelconsiglio comunale gli scontri o le alleanze fra leorganizzazioni criminali di cui ciascuna delle liste erareferente e vi erano alla fine alleanze per la gestione digrossi interessi comuni. Una delle principali fonti di grossa spesa che mi viene inquesto momento in mente, per rispondere al presidenteViolante, è stato il cosiddetto decreto Falcucci perl'edilizia scolastica: ciascun comune ha avuto decine dimiliardi da investire, fra l'altro con tempi di spesarapidissimi, nello spazio di due o tre mesi. Quel decreto,infatti, per costringere le amministrazioni a non trasformarela sovvenzione in interessi passivi aveva previsto tempibrevissimi per la compilazione dei progetti e l'approvazionedelle concessioni, il che ha dato ulteriore spazio per ilcontrollo delle concessioni stesse. In questo quadro complessivo, l'organizzazione di CarmineAlfieri ha marcato una presenza di alta razionalità, nel sensoche, mutuando dall'organizzazione cutoliana... PRESIDENTE. L'Alfieri è il protagonista di questoingresso nei comuni, oppure no? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Nella provincia diNapoli, sicuramente sì, insieme a Nuvoletta. PRESIDENTE. E a Salerno questo fenomeno non si verifica? ERMANNO ADDESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Si verifica, ma non è Alfieri. PRESIDENTE. Chi è? ERMANNO ADDESSO, Procuratore della Repubblica diSalerno. Sono più i clan che ho indicato prima:Loreto, Galasso... PRESIDENTE. Ho capito. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Vi è invece una regiaunica per quanto riguarda la provincia di Napoli, soprattuttonella fascia dei comuni vesuviani, che comprende un po' lazona centrale dell'entroterra del napoletano, con attualiproiezioni molto forti nell'Irpinia e nel Sannio, nelleprovince di Avellino e Benevento, che sono sostanzialmenteincontaminate ma che stanno vedendo grosse infiltrazioni egrossi spostamenti di personaggi, al limite delle indagini... PRESIDENTE. Ci avviciniamo alla zona dell'onorevole

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Mastella. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Il Sannio è abbastanza fuori,spero! PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Dobbiamo distinguere fraconoscenza dei fenomeni ed esistenza dei fenomeni, purtroppo. MARIO CLEMENTE MASTELLA. La conoscenza vale per tutti. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Certo; mi riferisco allaconoscenza nostra, per carità! Stavo dicendo che il regista diquesta intera operazione è stato sicuramente Carmine Alfieri,il quale, secondo le ipotesi accusatorie d'indagine che sono avostra disposizione e la richiesta di autorizzazione aprocedere che avete ricevuto, avrebbe ottenuto la protezionedi alti esponenti politici per un rapporto privilegiato con leistituzioni locali, rapporto che gli ha consentito di dirigeresostanzialmente l'approvvigionamento e i flussi di spesa chederivavano Pag. 1945dal terremoto. In particolare, l'ipotesi che ci viene fattada questo collaborante, che per numerosissimi aspetti abbiamogià ritenuto affidabile - nelle ipotesi specifiche di reatimolto gravi -, è quella di una strategia che prevede un primopassaggio, con l'identificazione di un'impresa nazionale daparte di un personaggio politico che può assicurare ilfinanziamento, e un momento successivo, con il coinvolgimentodel camorrista (cioè di colui che controlla il territorio nelquale deve avvenire l'investimento) sia nell'individuazionedelle ditte che opereranno in associazione d'impresa con laditta nazionale individuata sia nella gestione del subappalto.Secondo il dichiarante, all'individuazione dell'impresa... PRESIDENTE. Il dichiarante è Galasso? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, in questo caso sì.Secondo il dichiarante, all'individuazione dell'impresa daparte del politico nazionale corrisponde una dazione ditangente anticipata rispetto alla fase dell'esecuzione e dellastessa conclusione del contratto dei lavori. La gestione del subappalto è totalmente nelle mani delcamorrista, il quale usa la possibilità che gli vienericonosciuta di scegliere le ditte del subappalto per ampliarela propria capacità di controllo nel settore imprenditoriale,in quanto inserisce non soltanto ditte da lui direttamentecontrollate ma anche ditte con le quali ha comunque unrapporto, o che conosce essere in situazioni economiche talida consentirgli quella manovra, quella marcia di inserimento edi successivo controllo che ha descritto il collega D'Alterio. Alla fine dell'operazione avviene poi una complessivariconduzione del subappalto, e spesso anche delle ditte chehanno operato in associazione d'impresa, sotto il controllodel camorrista e un ritorno in voti di tutta l'operazione peril politico che l'aveva innescata. Questo è, diciamo, lo

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scenario che ci è stato tratteggiato e sul quale ovviamentestiamo lavorando: è un'ipotesi accusatoria e le indagini sonoparticolarmente complesse. LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Vorrei per un attimosoltanto agganciarmi a quanto ha detto il collega Mancuso, perdare un minimo di concretezza al quadro che la Commissioneparlamentare antimafia deve avere della camorra. Mi sembra cheparlando di Alfieri certamente non facciamo riferimento atutta la camorra, perché nella realtà napoletana esistonogruppi criminali che operano nella città di Napoli - vi sonocolleghi che potranno approfondire questo aspetto -, che sonocosa diversa dalla camorra che opera nella provincia. Eparliamo di alcuni clan... PRESIDENTE. Alfieri operava nella città o nellaprovincia? LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Nella provincia: nellazona di Nola fino ad arrivare ai limiti del controllo da partedei clan D'Alessandro e Imparato. PRESIDENTE. D'Alessandro e Imparato sono a Napoli? LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. A Castellamare di Stabia. Voglio dire che il clan camorristico - al riguardopotremmo fare una serie di distinzioni, ma sarebbe necessarioentrare nel merito di ognuno di essi - si può imporre per duecomponenti, che possono coesistere, ma anche non coesistere:la forza militare e la forza imprenditoriale. Le due cose,dicevo, possono coesistere. Il clan Alfieri, inparticolare, ha determinato un'indagine che riteniamo moltogrossa ed importante, perché laddove il clancamorristico è in possesso anche di una forza imprenditorialetroviamo collusioni - che naturalmente sono oggetto d'indagine- fra camorra e rappresentanti dello Pag. 1946Stato, o amministratori in generale. Laddove invece prevalela forza militare, come nel caso di alcuni clan, peresempio Licciardi e Mallardo, o i clan metropolitani(ovviamente da quanto risulta allo stato delle indagini, manon possiamo ancora affermarlo con certezza), non abbiamoelementi tali per dire che esiste una forma di collusione fracamorra e apparati o rappresentanti dell'amministrazione. ALTERO MATTEOLI. Vuole essere più chiaro? LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. In sostanza, seesaminiamo quali sono i consigli comunali sciolti (Marano,Quarto, Casandrino, Poggiomarino), tutti appartenenti allaprovincia, vediamo che le nostre indagini o hanno accertatocondizionamenti sull'amministrazione comunale (ad esempio, perfare in modo che una gara d'appalto fosse vinta da undeterminato clan camorristico) oppure, sempre in materia diappalti, hanno messo in evidenza - chiaramente sarà necessario

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un approfondimento di indagine, in particolare per quantoriguarda il clan Alfieri - una forma di interferenza o dicollegamento tra camorra e amministratori, e rappresentantidello Stato. Nei clan metropolitani, tranne qualche caso, la situazioneè diversa. Il caso Masciari, ad esempio, è un episodio che siinserisce nell'ambito di un clan metropolitano, di cui forsenon è stato possibile scoprire tutti gli aspetti, ma che hariguardato il voto, ma non certamente l'appalto. Al momentonon disponiamo di questo dato. PAOLO CABRAS. Nel caso Masciari, c'è anche una vicendadi impresa, di appalti comunali, di imprese di trasporto? LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. No, no. E' vero che visono stati degli attentati in danno di imprese per la raccoltadi rifiuti solidi urbani, ma non si è potuto ... PRESIDENTE. Il senatore Cabras intende riferirsi adun'altra questione: sembrerebbe da alcune dichiarazioni chesono pervenute alla Camera, fatte da Masciari, che ... LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Non le conosco, midispiace. PRESIDENTE. La dichiarazione riguarda una linea ditrasporti. MARIO CLEMENTE MASTELLA. E' collegata con i mondiali? LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, è una delle tante ... Quando si parla di camorra si ripetono alcuni nomi checonosciamo, come quelli di Nuvoletta e Zaza; credo che debbaperò essere approfondita quale sia oggi la realtà del clanNuvoletta, che dal 1983 fino ad oggi ha subito tutta una seriedi indagini, di condanne e di sequestri per cui - lo diceperaltro lo stesso dichiarante - il clan Nuvoletta è ristrettoormai nell'ambito del comune di Marano. Prevalgono altri clan, che forse sarà opportuno studiare edei quali peraltro conosciamo ben poco, perché di Alfieristiamo cominciando a conoscere oggi una realtà spaventosa ecosì di altri clan (ho già pronunciato dei nomi che forse avoi non dicono nulla), quali i Licciardi e i Mallardo, chefanno capo a personaggi che, badate bene, sono scomparsi da unmomento all'altro. Chi si è reso latitante, chi si è resosoltanto irreperibile: Licciardi non era colpito da alcunprovvedimento, ma aveva capito che, restando nell'ombra eoperando nell'ombra (peraltro a lui si addebitano decine edecine di omicidi)... Ecco la forza militare di questi clan:imporre con la violenza e con il sangue il loro predominio. Pag. 1947 Quindi a Napoli coesistono - forse anche in Sicilia, nonla conosco bene - queste due realtà: clan forti militarmente eclan forti militarmente ma anche imprenditorialmente. Gli uni,allo stato, non hanno rapporti con apparati amministrativi. PRESIDENTE. Il primo?

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LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Il primo, sì. Queste cosevolevo riferire. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Una richiesta di chiarimento.Vorrei sapere se vi è un nesso specifico all'interno dellevarie relazioni, se c'è una relazione che riguarda un rapportoche mi pare sia stato evidenziato un po' dal dottor Gay e unpo' precedentemente al suo intervento: vorrei sapere quandonasce o come si vincola questo rapporto sul piano politico,essendo stato fatto riferimento a dati di naturaamministrativa. Siccome il dato che emerge maggiormente, aparte l'imprenditorialità o meno, è il vincolo di naturapolitica vorrei sapere: questo rapporto nasce soltanto colterremoto, o nasce in altro modo, si sviluppa precedentemente?Dove nasce questo rapporto? PRESIDENTE. Grazie, questo ci aiuta molto. Qualcuno deinostri ospiti vuole rispondere? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Intendo far riferimentoalla domanda dell'onorevole Mastella, pur non pretendendo difornire una risposta esauriente, nel senso che oggisostanzialmente la direzione distrettuale antimafia di Napoli,nell'ambito delle indagini sulle associazioni camorristiche,ha avviato anche indagini dirette ad accertare un ventaglio dirapporti collusivi con pezzi delle istituzioni o più ingenerale infiltrazioni delle organizzazioni camorristicheall'interno di amministrazioni locali o addirittura diistituzioni dello Stato. Vi sono diverse indagini, non tutte nate negli ultimimesi, sviluppatesi anche nei mesi passati, rivolte ad unospezzone significativo (vi faccio riferimento solo perché ilprocedimento di cui parlo è quello che nasce dalledichiarazioni del collaborante Nunzio Perrella, già in granparte pubbliche, essendo contenute in ordinanze di custodiacautelare ed essendo il materiale stato depositato altribunale del riesame). Si tratta di un procedimento che nelmese passato ha portato all'emissione di 115 ordinanze dicustodia cautelare e che, per un aspetto importante, hariguardato i problemi del rapporto tra organizzazionicamorristiche, alcuni esponenti politici e cetoimprenditoriale, con una particolarità, che io ritengoimportante, attesa anche oggi una competenza vasta delladirezione distrettuale antimafia, che riguarda il problema delrapporto fra le organizzazioni camorristiche napoletane equelle della provincia di Caserta ed il rapporto che, dalleprime indagini che la direzione distrettuale antimafia stafacendo, sembra essere un rapporto di collusione forte traorganizzazioni camorristiche casertane e alcuni settori delmondo politico e alcuni pezzi delle istituzioni. Questo perchénella nostra indagine è stata accertata l'esistenza di unrapporto stretto fra alcune organizzazioni della città diNapoli e quella oggi vincente nel territorio casertano,

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Schiavone-Bidognetti (i cosiddetti casalesi). Posso dare solo delle indicazioni in linea di massima edassai velocemente: sulla base delle dichiarazioni fatte dalcollaborante e di alcune ipotesi che attualmente sono in fasedi accertamento investigativo, credo che si possa retrodatareall'inizio degli anni ottanta un rapporto costante nellaricerca da parte di esponenti politici del consenso elettoraleattraverso organizzazioni camorristiche. Secondo ledichiarazioni del nostro collaborante, nell'esperienzaspecifica questo data almeno a partire dal 1983, anno in cuicoincidono elezioni politiche generali ed elezioniamministrative della città di Napoli. Pag. 1948 PAOLO CABRAS. Dottore, ricorda quando un fratello diBardellino fu eletto sindaco di un comune ... GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. ErnestoBardellino, sì, infatti. PAOLO CABRAS. Si era negli anni ottanta? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Durante glianni ottanta. PRESIDENTE. Sono queste elezioni, quindi. GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Queste no, sitratta delle politiche ... PRESIDENTE. Ma c'erano politiche ed amministrativeinsieme? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Solo a Napoli,perché in quell'anno a Napoli si svolsero le elezionicomunali. Il collaborante dice che, ad esempio, c'è stata inoccasione di ogni elezione politica, costantemente lapossibilità di eleggere con i voti della camorra deputatinazionali, consiglieri regionali, provinciali, comunali,circoscrizionali. Questo, attraverso un duplice metodo: da unlato quello della ricerca di un consenso elettorale attraversola camorra fondato sulla sua capacità intimidatrice e sullasua capacità di aggregare consensi; dall'altro, come sembraaccertato in questa indagine, attraverso una direttacompravendita dei voti da parte di alcune organizzazionicamorristiche, cioè con denaro versato in prima persona dacamorristi per comprare voti. In più (il senatore Cabras ricordava un caso particolare ese ne potrebbero citare diversi altri, non solo per laprovincia casertana, ma anche per quella napoletana) vi sonostati casi di candidature offerte direttamente a personepregiudicate o addirittura notoriamente camorriste. Dice ilPerrella, nel nostro caso, che fu offerta a lui unacandidatura, ma che poi, forse per ragioni di notorietà dellapersona, ci si ripensò.

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MARIO CLEMENTE MASTELLA. Questo a livello comunale oalle politiche? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Questo alivello comunale. PAOLO CABRAS. L'elezione diretta dei camorristi neiconsigli comunali è alla base della legge sullo scioglimentodelle amministrazioni. GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Infatti, ormaiè abbastanza estesa. Lo dico, è un fatto pubblico. FERDINANDO IMPOSIMATO. Da chi viene offerta lacandidatura? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. A Perrella? FERDINANDO IMPOSIMATO. Sì. MARIO CLEMENTE MASTELLA. Voleva sapere se veniva dallaDC questa offerta! GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Come esponentedel partito liberale. Abbiamo altresì accertato - è un fatto che ha provocato uncerto clamore nell'ambito di questo procedimento - inrelazione ad un consigliere comunale, che è rimasto in caricafino al giorno dell'arresto, un rapporto collusivo che a mioavviso travalica lo stretto ambito del periodo che coincidecon la campagna elettorale o quello immediatamente seguente Pag. 1949 (quindi si tratta non soltanto di scambio voto-favore inrelazione alla campagna elettorale). Ad esempio, a Napoli sisono avuti fenomeni di questo tipo in cui non solo venivadistribuito materiale elettorale da parte di persone ritenuteappartenenti ad organizzazioni camorristiche, ma in cui questifacevano firmare agli elettori che riuscivano ad avvicinare,perché evidentemente più vicini al loro ambito familiare o diclan, una sorta di impegnativa di voto, che venivasottoscritta. L'elettore, cioè, si impegnava a votare infavore di quel determinato candidato. La cosa poi potevaaccompagnarsi magari a metodi per riuscire ad individuareconcretamente il voto dato nella cabina. Si è avuto anche un episodio particolarissimo in occasionedelle elezioni amministrative regionali del 1985, per le qualiè stato commissionato (ma poi non è andato in porto) unomicidio di un candidato concorrente all'interno dello stessopartito. Affare non andato in porto ... PRESIDENTE. Mi scusi, qual è il partito? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Quelloliberale. I camorristi pretesero una somma che il candidatonon fu in grado di sborsare in quella particolare occasione. Ifatti relativi a questa indagine hanno portato anche ad apriresquarci su settori economici non tradizionali, non usuali

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rispetto alla gamma dei settori economici che conosciamo. Comedirezione distrettuale antimafia, per esempio, abbiamoevidenziato l'esistenza di un accordo criminale che abbiamoqualificato come associazione di tipo mafioso a cui hannoconcorso a dar vita due clan camorristici, imprenditoricampani e di altre regioni d'Italia ed esponenti politici nelsettore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti da varieregioni d'Italia presso le discariche ubicate nel napoletano enel casertano. La questione rimanda ad altre più generali; in questo casol'accordo era finalizzato ed almeno in parte è stato raggiuntol'obiettivo di arrivare ad una gestione e ad un controlloquasi totale dell'attività economica che ruota attorno a talesettore, alla creazione di una sorta di monopolio di questeattività economiche. In conclusione mi sembra che l'indagine abbia evidenziatoun &quot;peso politico&quot; delle organizzazioni camorristiche delcasertano consolidato nel corso degli anni. I fatti sembranoessere confortati da alcune vicende, anche abbastanza note,che si verificarono in provincia di Caserta in occasione delleultime elezioni politiche del 1992, allorché furono avviateindagini che riguardarono la capacità di attivare e assicurareun massiccio spostamento di voti in favore di un determinatopartito politico da parte di persone del clanBidognetti-Schiavone. PRESIDENTE. Qual è il &quot;determinato partito politico&quot;? GIUSEPPE NARDUCCI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Il partitoliberale. In quell'occasione si indagò in direzione diriunioni, che erano state promosse ai fini della ricerca delconsenso, cui avevano partecipato in prima persona esponentidi quel clan. Vi furono operazioni (tra l'altro pubbliche,perché mi sembra che l'onorevole Bassolino all'epoca presentòanche una denuncia) di interruzione del libero svolgimento dialcuni comizi elettorali da parte di altri partiti eaddirittura un opera di presidio dei seggi elettorali neigiorni in cui si votava. Questi fatti, alla luce di quelli accertati nel corsodell'indagine, sembrano significativi della capacità collusivaanche di queste organizzazioni della provincia di Caserta. PRESIDENTE. Lei ha fatto prima riferimento ad unapossibilità o capacità di controllo del voto. Avete acquisitoal riguardo tecniche o modalità di controllo? Vorrei cioècapire come avviene il controllo, se solo mediante la minacciao, Pag. 1950per esempio, anche attraverso la designazione dei presidentio degli scrutatori e se vi sia la prova di questo. FAUSTO ZUCCARELLI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Per integrarequanto detto sinora dai colleghi Mancuso e Narducci, ritengodoverose due osservazioni principali. Innanzitutto indagini

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recenti e dichiarazioni, rese in particolare da alcunicollaboratori, ci stanno fornendo l'occasione di una riletturacritica di quanto avvenuto nell'ambiente camorristico tra laseconda metà degli anni settanta e la fine degli anni ottanta,con particolare riferimento al tentativo o all'attuazionepratica di infiltrazioni nel mondo imprenditoriale e dicollegamenti tra ambienti criminali organizzati e ambientipolitici. La circostanza che in questi ultimi anni si sia accertatauna vicinanza stretta tra ambienti criminali e ambientipolitico-imprenditoriali risale nel tempo alla seconda metàdegli anni settanta, quando questi tentativi furono attuati epraticati da Raffaele Cutolo che rappresenta sicuramente unpunto essenziale ai fini della conoscenza del fenomenocriminale nella Campania stessa. Risulta - ed è al vagliodella magistratura - che Raffaele Cutolo avesse sin dalla finedegli anni settanta intessuto rapporti con referenti politicial fine sia di ottenere appalti sia di ottenere protezione persé stesso e per i propri affiliati, dando in cambio voti edappoggi in campagne elettorali. In particolare è risultato chedeterminati gruppi politici venivano appoggiati con campagneelettorali fatte all'interno e all'esterno delle carceriattraverso precise direttive che arrivavano dallo stessoCutolo o dai suoi più vicini collaboratori. A questo fine èsicuramente emblematica la vicenda del sequestrodell'onorevole Cirillo sulle cui verità ancora oggi si cercadi indagare e sulle quali probabilmente vi è ancora molto dacomprendere. Questo percorso è stato ripreso successivamenteda altre organizzazioni criminali, le quali si sono avvalsedella collaborazione o della vicinanza di ambienti politiciprovenienti da vari settori dell'arco parlamentare. Da ultimo, per riprendere quanto detto dal collegaNarducci e sulla base di puri riscontri effettuati dallastessa autorità giudiziaria senza che alcun collaboratore digiustizia abbia riferito alcunché, si è accertato che indeterminate zone - in particolare nella zona di Castellammaredi Stabia, il cui capo indiscusso dal punto di vista criminaleè oggi ancor di più Michele D'Alessandro, e nell'area di Casaldi Principe, dove impera il clan Schiavone collegato a quellodi Bidognetti - determinati gruppi politici avevano ottenuto,in occasione delle elezioni politiche del 1992, consistentirisultati, decuplicando addirittura i voti ricevuti inprecedenti consultazioni. Questo è stato accertato anche sullabase di alcune denunce, non spontanee ma richiestedall'autorità giudiziaria, di alcuni parlamentari o exparlamentari, alcuni dei quali hanno reso possibileevidenziare alcuni punti importanti ai fini dell'indagine,altri invece ben poco hanno detto al di là delle loro semplicie personali convinzioni. Non abbiamo elementi per affermare che le organizzazionicriminali condizionino il voto, così come diceva il presidenteViolante, determinando l'elezione dei presidenti o degli

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scrutatori dei seggi elettorali. Certo è che l'indagine, loriferisco perché l'ho condotta personalmente, relativa alladistribuzione dei voti in determinate aree riguardanti ilmedesimo partito o al limite lo stesso candidato, forniscechiavi di lettura abbastanza evidenti; talché in determinatezone (notoriamente sottoposte al controllo di un gruppocriminale) se un partito che in una consultazione elettoraleha avuto il 3 per cento in quella successiva arriva al 28 percento, è facile arguire che questi gruppi criminali abbianoesercitato particolare pressione. Va infine osservato, come riferiva il collega Narduccipoc'anzi, che la vicinanza tra ambienti organizzati dellacriminalità ed ambienti politici è talmente stretta, o secondoi punti di vista lontana, Pag. 1951che non è facile comprendere, con particolare riferimento alfenomeno camorristico, se sia la camorra che si avvicini allapolitica o se sia la politica che si avvicini alla camorra.Certo è, e questo è un dato di carattere obiettivo, che siaiutano, non dico si condizionano... PRESIDENTE. Si incontrano. FAUSTO ZUCCARELLI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli....siincontrano sicuramente. Come dicevo, le chiavi di lettura che adesso stiamoripercorrendo, anzi scoprendo, anche riguardo al passato, cidanno la possibilità di comprendere meglio l'evoluzione delleconnessioni tra la criminalità e la politica negli anniottanta. Senza dubbio in Campania un grosso serbatoio, se nonaddirittura il principale, di queste connessioni, sono stati ifondi del post terremoto, ma anche i mondiali di calcio del1990 o, come ricordava il collega Mancuso, il cosiddettodecreto Falcucci. PRESIDENTE. In sostanza, la spesa straordinaria. FAUSTO ZUCCARELLI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sì, le spesestraordinarie. La possibilità delle organizzazioni criminalidi produrre ricchezza è avvalorata dalla circostanza chenell'ambito della criminalità organizzata è ben facile trovarepersone che risultino ufficialmente, o almeno così dichiarano,aver riscosso cospicue somme per gioco vario, totocalcio olotterie nazionali. E' quindi possibile che grossi o anchemedi criminali risultino regolarmente detenere beni mobili oimmobili perché acquistati, a loro dire, con la vincita distraordinarie cifre a lotterie o ad altri giochi pubblici.Abbiamo la certezza che queste persone riciclano il denaroacquistando dai reali vincitori delle lotterie i biglietti ein questo modo reimpiegano il denaro. Il reimpiego del denaro in alcuni settori, per alcuni clano alcuni gruppi... PRESIDENTE. Lo riacquistano pagando il premio? FAUSTO ZUCCARELLI, Sostituto procuratore della

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direzione distrettuale antimafia di Napoli. Pagano anche dipiù del premio: una persona che vince 100 milioni deveimpiegare anche un anno per ottenere dall'intendenza difinanza la riscossione della somma, mentre il camorrista cheacquista anche a 110 milioni il biglietto paga nell'arco diquindici o venti giorni. In questo modo vi è un profitto perentrambi i soggetti: l'uno riceve una maggior somma di denaroe in tempi molto più ristretti, l'altro ha la possibilità digiustificare di fronte a controlli dell'autorità giudiziariail possesso di tale somma. Questo si verifica ormai con unasistematicità incredibile e dà anche la possibilità a questisoggetti di giustificare, almeno inizialmente, il loroingresso in attività imprenditoriali. I soggetti criminali,interrogati su come siano stati in grado di mettere suboutiques o di rilevare piccole e medie aziendenell'arco di pochissimo tempo, hanno giustificato l'acquisitaliquidità con le cosiddette vincite al gioco del lotto. E'accaduto che alcune volte costoro abbiano anche acquistatobiglietti di lotterie nazionali, per una cifra di mezzomiliardo o addirittura di un miliardo. Questo è uno dei meccanismi attraverso i quali lacriminalità si inserisce nel tessuto economico ed in quelloproduttivo. Ciò non sempre porta alla totale estromissione:recenti indagini condotte nell'area di Castellamare di Stabiae relative al clan D'Alessandro hanno dimostrato come alcunisoggetti appartenenti a tale clan avessero avuto lapossibilità di inserirsi, direttamente od indirettamente, inalcune aziende, conservandone il nome di origine mamodificandone sostanzialmente i capitali e, quindi, ledirezioni commerciali. PRESIDENTE. Ci ha fornito un quadro di grande interesse,dottor Zuccarelli. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Pag. 1952Napoli. L'intervento che mi accingo a svolgere, che neimiei programmi dovrebbe essere breve, non pretende di essereorganico ma sarà piuttosto frammentario, così come del resto èa mio avviso frammentaria la natura della camorra, nonostantei continui tentativi di unificazione o, quanto meno, difederazione. Vi sono infatti alleanze che si creano e sirovesciano continuamente. Credo potrebbe risultare utile - io,per lo meno, ho scelto questo tipo di approccio - passarerapidamente in esame il fenomeno camorra con riferimento a trequartieri di Napoli (parlerò quindi di camorra urbana), pertrarre qualche spunto e per svolgere alcune considerazioni.Ripeto: cercherò di essere rapido e sintetico. Il quartiere al quale vorrei fare riferimento prima deglialtri è Forcella. Del resto, il motivo mi sembra ovvio ove siconsideri che ogni giorno noi abbiamo sotto gli occhi talequartiere. In pratica, Forcella si trova a 15 metri (qualcunomi ha indicato in un appunto che si tratta per la precisione

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di 15 metri e mezzo) di distanza dal portone del tribunale diNapoli e quindi sappiamo perfettamente quello che vi accade.Come giustamente è stato detto in precedenza, una cosa èsapere che alcune cose accadono, altro è avere le prove.Abbiamo anche l'impressione che spesso lo stesso tribunale siapresidiato da persone di Forcella. Se qualcuno si scandalizzadi questo, noi non ci scandalizziamo più, perché non ci si puòscandalizzare tutti i giorni per 24 ore al giorno: lasituazione è questa! La condizione logistica del tribunale diNapoli va quindi considerata anche sotto questo aspetto. E' noto - credo lo sia anche per i non napoletani - che aForcella domina la famiglia camorrista dei Giuliano. IGiuliano, a differenza delle altre famiglie camorriste, inquesto momento (per una serie di motivi, probabilmente permera fatalità) sono stati alquanto risparmiati daprovvedimenti cautelari e restrittivi. Con questo intendo direche nell'attuale fase il clan Giuliano non annovera moltidetenuti. Quello che attualmente può essere considerato ilcapo, Ciro Giuliano, è latitante ed è stato colpito, se nonricordo male, da un paio di ordinanze di custodia cautelare,una delle quali riguarda sicuramente gravi fatti di droga (neho la certezza perché conosco direttamente la vicenda). Unaltro personaggio di spicco del clan, Luigi Giuliano nato nel1949 (specifico la data di nascita perché purtroppo nellafamiglia Giuliano molte persone, mi riferisco in particolare aquelli che sono cugini tra di loro, hanno gli stessi nomi), èin declino ed è al soggiorno obbligato in Molise... LUIGI BISCARDI. E' a Palata. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della Direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, a Palata. Nonostante la situazione potrebbe far pensare ad un clandecapitato, quello dei Giuliano è vivo e vegeto ed opera quasisotto gli occhi di tutti, anche se ha dovuto subire unridimensionamento della propria zona di influenza ed ha persouna parte del proprio territorio. Tuttavia, in quello che èrimasto il territorio dei Giuliano, sostanzialmente lacosiddetta casbah di Forcella, il clan fa un po' quelloche vuole. I giornali hanno riportato un episodio accaduto nontanto tempo fa. I Giuliano si stavano fortificando, nel sensoletterale della parola, cioè stavano creando bunker,rafforzando le proprie abitazioni, installando vetriantiproiettile, sistemando luci per avere un'illuminazione agiorno di pezzi di strada di Forcella, impiantando telecameree così via. Ciò è ovvio perché essi si aspettavano, di lì apoco, la reazione degli avversari. Sto parlando di un episodioche risale al 1991 e si suppone che a quell'epoca gliavversari fossero gli appartenenti al clan Licciardi. Un ulteriore episodio dimostra il tipo di controlloesercitato sul territorio da queste associazioni (mi riferiscosempre ai Giuliano). Si è detto, l'ha detto - come direbbequalcuno - una collaborante, una collaboratrice di giustizia,che alcuni

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Pag. 1953ospedali napoletani sono sotto il diretto controllo dei clancamorristici. E' facile intuirne la ragione. Nell'ospedale,infatti, possono essere ricoverate persone ferite a seguito diconflitti a fuoco: è quindi importante che la persona finiscanell'ospedale giusto perché, se finisce nell'ospedale dipertinenza di altre organizzazioni camorristiche, correparecchi rischi. CLEMENTE MASTELLA. So per esperienza che la camorrachiede il pedaggio per il trasporto di persone che muoiono aNapoli, al Cardarelli o in altre strutture. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, ma si tratta di unfenomeno diverso. Io mi stavo riferendo al controllo direttoin funzione di autogaranzia. Per esempio, nella zona dicompetenza dei Giuliano è situato l'ospedale Ascalesi. Qualcheanno fa in questo ospedale fu ricoverato e morì - non ricordose vi giunse già cadavere - un appartenente alla famigliaGiuliano. Ebbene, i Giuliano se lo sono andati a riprendere,nessuno gli ha opposto resistenza, e se lo sono portati a casaper tributargli i dovuti onori, non sappiamo se civili omilitari... Un altro importantissimo ospedale napoletano, ilPellegrini vecchio nella zona di Pignasecca, si dice sia sottoil controllo di un altro clan importantissimo, quello deiMariano. Passo ora rapidamente a parlare della situazione deicosiddetti Quartieri spagnoli, zona centralissima anchequesta. Chi conosce un po' Napoli sa infatti che talequartiere si trova a ridosso di via Toledo e di via Roma;tutti sanno che fino a qualche tempo fa nei Quartieri spagnolierano padroni (senza peraltro incontrare ostacoli) i Mariano.Da un certo momento in poi si è verificata una scissione, si ècreato il cosiddetto gruppo degli scissionisti e vi è statauna violentissima guerra punteggiata da numerosissimi morti.Peraltro, sembra che ad un certo punto la frattura si siaricomposta. A proposito dei Mariano, ho già detto del controlloesercitato sull'ospedale Pellegrini. Un collaboratore digiustizia ci ha detto che il controllo non si limita a questoma si estenderebbe addirittura ad alcuni alberghi. Sitratterebbe di alberghi nei quali certe persone possonorecarsi senza essere registrate; vi sono inoltre alberghi che,per il solo fatto di essere soggetti al controllo di un certoclan, possono o debbono ospitare determinate manifestazioni,anche politiche ed elettorali, di soggetti che evidentementesono vicini a quel clan o da esso si aspettano voti. Sempre in maniera molto frammentaria e continuando aparlare dei Mariano, vorrei affrontare un altro argomento checonsidero molto importante, quello della funzione o, meglio,della funzionalità del carcere. PRESIDENTE. Mi scusi, lei ha anticipato che avrebbe

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parlato di tre quartieri di Napoli. Fino a questo momento hafatto riferimento a Forcella ed ai Quartieri spagnoli. Qual èil terzo quartiere del quale intende parlarci? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Parlerò in seguito dellacosiddetta area flegrea, ribadendo che nel mio intervento nonvi è un grande ordine espositivo. Si parla di strumenti di contrasto della criminalità.Sotto questo profilo, mi pare evidente che si debba affrontareancora una volta (oppure una volta per tutte, ma purtroppoancora una volta) il discorso del carcere. Per quanto riguardala situazione in Campania e specificamente a Napoli, proporròdue esempi, il primo sicuramente positivo, il secondo -purtroppo - certamente negativo. L'esempio positivo è legatoalla figura di Mariano. Circa un anno e mezzo, due anni fa, èstato possibile, nel carcere di Poggioreale, intercettare peralcuni mesi (ovviamente con regolare autorizzazione del GIP) icolloqui che Ciro Mariano ed altri appartenenti al suo clanhanno avuto con i loro familiari. L'intercettazione è statamolto importante: abbiamo sentito camorristi Pag. 1954 parlare in prima persona dei loro affari e ciò è stato moltosignificativo. A tale riguardo, ho fatto questa riflessione,anche se abbastanza ovvia: quanto più alto è il grado nellascala sociale camorristica, tanto più la persona parla disoldi, di affari e tanto meno parla di delitti. Ciro Marianoparlava prevalentemente dell'aspetto finanziario dell'attivitàillecita svolta dal suo clan: si riferiva a crediti,investimenti, società da costituire e così via. Il fatto cheper alcuni mesi si sia potuta svolgere quest'attività diintercettazione è senza dubbio positivo perché dimostra che inquel caso la struttura carceraria era sana o, perlomeno, eranostate ben selezionate le persone che operavano all'interno delcarcere. La notizia non è trapelata e questi colloqui sonostati ben intercettati; del resto, si tratta di colloqui trapersone che, appare evidente, non sanno e non immaginano diessere intercettate, tanto che, quando se ne sono rese conto,hanno reagito piuttosto male, in maniera anche scomposta (vilascio immaginare!). Quanto all'episodio negativo, lo citerò introducendo inqualche maniera il discorso sulla zona flegrea. Si tratta diun episodio che, pur negativo, mi ha indotto comunque aconsiderare che non tutto il male viene per nuocere. Unapersona che successivamente è diventata collaboratore,Buonocore Antonio, ha rischiato di essere strangolato nelcarcere di Poggioreale. Dicevo che non tutto il male viene pernuocere perché, una volta che Buonocore si è reso conto checoloro i quali lo stavano strangolando erano i suoi stessicompagni (o quasi), ha deciso di pentirsi e di iniziare la suaopera di collaborazione. Ovviamente, è molto grave che possaaccadere un episodio del genere. E' altrettanto grave che visiano alcuni agenti di polizia penitenziaria i quali, nello

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stesso processo del Buonocore, siano imputati (siamo ormainella fase dell'udienza preliminare) per aver introdotto incarcere sostanze stupefacenti e per aver falsificato alcuniregistri, laddove tale falsificazione era funzionale allospostamento di un detenuto da una cella all'altra e lospostamento, a sua volta, era funzionale alla preparazionedell'omicidio del Buonocore. Si tratta indubbiamente di unaspetto allarmante. Purtroppo, non è l'unico... PRESIDENTE. A che epoca risale l'episodio? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Al febbraio 1992. PRESIDENTE. Quindi, si tratta di un fatto recente. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì. Le intercettazionidei colloqui dei Mariano in carcere dovrebbero risalire adun'epoca appena precedente: pertanto, vi è una sostanzialecontemporaneità. In Campania ed a Napoli in particolare, a me sembra che lasituazione carceraria sia piuttosto malmessa. Vi è una grandetensione: quello che sta succedendo o, per meglio dire, quelloche è successo (e che forse, purtroppo, continua ad accadere)nell'altro grande carcere napoletano, quello di Secondigliano,è a mio avviso abbastanza significativo. Si parla - e forsecon qualche fondamento - di gravi violenze ai detenutiperpetrate da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Sitratta di tutt'altro che di una manifestazione di forza daparte dello Stato: è invece sicuramente un'ammissione didebolezza oltre a rappresentare il segno dell'introduzioneall'interno del carcere di metodi di sopraffazione cheovviamente non hanno nulla di legale. E non voglio nemmenoaffrontare il discorso del trattamento risocializzante o dialtre cose di questo genere! Per quanto riguarda la zona flegrea, potremmo farriferimento a Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Bagnoli edall'immediato litorale domizio. Tale area è caratterizzata (o,per lo meno, era caratterizzata, trattandosi di dati cherisalgono a qualche mese fa) dalla presenza di numerosi Pag. 1955 clan, dei quali non darò una specifica elencazionenominativa perché servirebbe a poco. Vorrei piuttosto farrilevare che vi è un meccanismo che sembra ripetersi quasicostantemente, che porta a volte (ho detto prima che non tuttoil male viene per nuocere) al cosiddetto pentimento dideterminate persone. Il meccanismo è il seguente: esiste unclan che ad un certo punto si spacca, cioè da un clan se necreano due (ho parlato in precedenza dei Mariano che hannosubito una scissione). Ciò accade anche nella zona flegrea. Viera un unico clan composto dai Puccinelli e dai fratelliPerrella (di uno dei quali, Nunzio, ha parlato prima ilcollega Narducci) che a un certo punto si è spaccato, per cuialcuni sono andati in una certa direzione ed altri in unadiversa. Nel momento in cui il clan si deve ricomporre, viene

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chiesta, da un lato, la testa di uno (e questa testa vieneregolarmente consegnata perché la persona viene uccisa) e,dall'altro, la testa dell'altro. Nel caso di specie, l'altroera il Buonocore, il quale è riuscito a sottrarsi all'atto diviolenza ed ha iniziato a collaborare. Nell'ambito dell'indagine sui clan della zona flegrea, inparticolare quelli dei Puccinelli e dei Perrella, è emersa unainteressante ramificazione dei contatti di questeorganizzazioni criminali napoletane con altre organizzazionioperanti in altre città d'Italia, precisamente conorganizzazioni operanti qui a Roma, per altro composte daelementi napoletani trapiantati a Roma, i fratelli Senese. Poiè emerso un contatto operativo tra quest'organizzazione dellazona flegrea ed un'altra attiva a Milano, sempre animata daelementi napoletani trapiantati lì e a loro volta forse incontatto con altri della 'ndrangheta. Il tutto era finalizzatoal traffico di sostanze stupefacenti. Conclusa questa parte esposta con estrema sintesi e senzaalcune pretesa di organicità, vorrei far riferimento a dueproblemi che giudico importanti, il primo dei quali riguardal'articolo 12-quinquies della legge n. 356 del 1992. Cisiamo più volte posti il problema se per i beni sequestrati,secondo il dettato di tale norma, sia possibile nominare unamministratore. Ciò non è detto esplicitamente e forse illegislatore non ha preso sufficientemente in considerazione ilfatto che possono cadere sotto sequestro non soltanto cose ol'appartamento del camorrista ma anche aziende. A me e alcollega Zuccarelli è capitato un caso... PRESIDENTE. Le disposizioni che valgono per le misure diprevenzione non sono estensibili? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Non siamo tutti d'accordosu questo; per la verità abbiamo discusso ma non siamoarrivati ad una conclusione. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Non è neppure pacifico sedebba applicare tali disposizioni il GIP o il PM. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Forse un interventochiarificatore da parte del legislatore sarebbe utile. Come dicevo, il collega Zuccarelli ed io ci siamo trovatidi fronte a un caso abbastanza strano, forse ridicolo: sonostati sequestrati ad alcuni camorristi dei cavalli da corsa... PRESIDENTE. Li portavate in tribunale? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Quasi, perché questicavalli dovevano pur essere mantenuti, comportavano dellespese. L'altro problema riguarda il recente decreto che haspostato la competenza del tribunale di sorveglianza per laconcessione dei benefici nel luogo dove risiede il giudice

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dell'esecuzione. Secondo me tale norma crea qualche problemaperché non mi pare opportuno che per determinati soggetti,cioè quelli condannati per Pag. 1956fatti di criminalità organizzata, sia chiamato a pronunciarsiil giudice del tribunale di sorveglianza del luogo dove ifatti sono stati commessi e dove probabilmente la personainteressata potrebbe conservare appoggi, agganci,ramificazioni. PRESIDENTE. Sa qual è la ratio di tale norma?L'abbiamo chiesta noi come Commissione antimafia. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Me lo chiedo. PRESIDENTE. Perché abbiamo constatato che molticondannati per reati di mafia solevano scegliere via viacarceri fino ad arrivare ai due o tre &quot;giusti&quot;, quelli dovec'è un'attenuata sensibilità a questo tipo di problemi. Inquel carcere presentavano la domanda che poi veniva accolta.Questo è stato il problema da risolvere. A volte accade ancheche il detenuto, come voi sapete, si faccia denunciare comeautore di un reato in un certo luogo proprio per andare lì epresentare la domanda non appena arriva. Quindi c'era unproblema di scelta del giudice da parte del detenuto. MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Mi rendo conto, peròvorrei anche che ci si rendesse conto che chiedere altribunale di sorveglianza di Napoli di prendere una decisionesfavorevole ad un grosso boss camorrista, che in tale città haoperato, mantiene legami ed è ancora potente, ovviamente èqualcosa che può metterlo, diciamo, in imbarazzo. Chiedo unariflessione su questo punto. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Vorreiriprendere il problema relativo all'infiltrazione dellacriminalità organizzata nelle amministrazioni locali ed inparticolare in alcuni comuni che so essere stati già oggettodi indagine da parte di questa Commissione (mi riferisco allaprovincia di Caserta). Poiché sono risultati evidenticondizionamenti della criminalità organizzata in alcuneamministrazioni comunali nella provincia di Caserta,naturalmente tali fatti sono venuti all'esame della direzionedistrettuale di Napoli, essendo connessi con la criminalitàorganizzata (ecco il motivo per cui ce ne occupiamo). I collegi ispettivi nominati dal prefetto della provinciadi Caserta hanno evidenziato una serie di fatti estremamenteinquietanti. PRESIDENTE. Parla delle ispezioni per gli accessi odegli amministratori straordinari? MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Parlo delcollegio degli ispettori nominati dal prefetto ai sensi dellalegge n. 203 del 1991. Come dicevo, l'ispezione ha evidenziato

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una situazione veramente inquietante per numerosi comuni dellaprovincia di Caserta. In sostanza all'esito dell'accertamentoè emerso un sistema di illegalità diffusa nella gestione dellacosa pubblica e, soprattutto, in quella degli appaltipubblici. Ciò che è più grave, però, è che non si tratta in questocaso, almeno fino all'esito delle indagini sino ad ora svolte(le indagini sono ancora in corso e non posso fornirespiegazioni più dettagliate), di attività di intimidazione ocondizionamento esterne ai gruppi criminali organizzati cheoperano sul territorio, sulle pubbliche amministrazioni; bensìsi tratta di collusioni con pubblici amministratori che hannodeterminato un sistema di gestione di monopolio degli appaltipubblici finalizzato al perseguimento dei fini che sono edell'associazione criminale e dei pubblici amministratori cheli favoriscono. In sostanza, come avviene l'infiltrazione? Un metodo passaattraverso la nomina diretta o la candidatura diretta dipersone già appartenenti all'organizzazione Pag. 1957 criminale. L'indagine alla quale mi riferisco, invece, haevidenziato un altro tipo d'infiltrazione, cioè la scelta daparte del gruppo criminale che opera sul territorio di precisireferenti all'interno dell'amministrazione. Tali referenti(uno, due o tre, non so, dipende dai vari comuni) garantisconoall'associazione criminale di perseguire i propri finiconnessi naturalmente alla gestione degli appalti (miriferisco in particolare a quelli della nettezza urbanasoggetti a maggiore aggressione da parte della criminalitàorganizzata). Quella che ho descritto è la situazione apparsa nelcasertano all'esito dell'indagine eseguita dal collegio degliispettori; ci siamo cioè trovati di fronte adun'amministrazione pubblica che operava al suo interno abeneficio di società ed imprese notoriamente facenti capo aigruppi criminali. Sembra che tale sistema sia stato realizzatocon maggiore facilità in alcuni comuni per la ragione che inessi vi era una forza politica predominante, che aveva lamaggioranza assoluta e che quindi già gestiva il potere inmaniera autonoma. Oltre a ciò, un'opposizione inesistente ocomunque inadeguata ad osteggiare determinate tendenze ecomportamenti ha consentito in maniera facile la realizzazioneed il perseguimento di questi fini, i quali non sonoesattamente coincidenti ma che comunque sono personali. Come avviene la gestione sugli appalti? Dovrei dilungarminei dettagli e spiegare come si riesca a controllare la garaattraverso l'accordo preventivo o le intimidazioni deiconcorrenti; vari sono i modi per controllare gli appaltipubblici. Ma quello che mi interessa rilevare in questa sede èche la particolarità di tale indagine ha il suo oggettonell'individuazione di società ed imprese già inquisiste. Mispiego: tali società non erano sconosciute, la pubblica

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amministrazione non può avere come scusante quella di nonavere la conoscenza della provenienza dei titolari effettividelle società perché esistevano provvedimenti di caratteregiudiziario a carico dei titolari effettivi delle stesse. MARIO CLEMENTE MASTELLA. ... è un problema dellacertificazione antimafia. PRESIDENTE. La dottoressa De Simone fa riferimento aititolari effettivi. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sto parlandodei titolari effettivi ma vorrei sottolineare quanto siverificava in rapporto al certificato antimafia. Poiché talisocietà avevano come amministratori terze persone noninquisite e non sottoposte a procedimento di prevenzione,disponevano naturalmente di una certificazione antimafia&quot;pulita&quot;; dunque, l'amministrazione poteva tranquillamentecontrarre con esse senza alcuna limitazione. Il problema stanel fatto che le società oggi, quelle gestite e controllatedalla criminalità organizzata, non hanno mai comeamministra-tori ... PRESIDENTE. Si sono ormai adeguate. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. E' chiaro chel'amministratore è sempre una terza persona ed è chiaro chenon troviamo neanche nelle partecipazioni societarie il nomedell'inquisito, che non compare mai. Pensare di poter ottenere un controllo attraverso unacertificazione antimafia che tenga conto solo della persona èassolutamente inadeguato al sistema che oggi viene normalmenteutilizzato dall'imprenditoria camorristica. Devo dire però che la legge n. 203 del 1991 ha introdottouna modifica significativa alla carenza normativa della leggen. 575, consentendo alla pubblica amministrazione di contrarrecon la persona o la società sottoposta a misura diprevenzione; Pag. 1958 in tale circostanza però è necessario dare comunicazione algiudice che sta procedendo o, nel caso di prevenzione, aquello delegato per la procedura. Questo già potrebbe essere un sistema per tamponare lasituazione assurda che si viene a creare nei confronti dellapubblica amministrazione, che si ritiene a posto solo perchéla società esibisce una certificazione antimafia. Ciò perònella sostanza non avviene perché, ripeto, solo la pendenza diun procedimento di prevenzione è causa di sospensione e dunquedi impedimento da parte della pubblica amministrazione astipulare contratti, non la pendenza di un procedimentopenale. In questo caso si dovrebbe istituire un sistema didiffusione della notizia attraverso la questura o il CED, inmodo che le prefetture siano poste a conoscenza dell'esistenzadi provvedimenti di sequestro a carico di alcune società. Dicosocietà perché tuttora al mio ufficio pervengono continuamente

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richieste da parte della prefettura per sapere se esista acarico di una società la pendenza di un procedimento diprevenzione, se vi sia stata una proposta di sequestro e seaddirittura sia stato già disposto un sequestro da parte deltribunale perché la certificazione antimafia per quellesocietà risulta assolutamente nulla. Evidentemente non vi è coordinamento tra prefetture equesture e all'interno allo stesso tribunale il quale noncomunica alla questura, che a sua volta inserisce nel centroelaborazione i dati e li trasmette a tutte le prefetture, lanotizia importante che una società (non solo il suoamministratore) è sottoposta a procedimento di prevenzione,cioè a sequestro. Un coordinamento in tal senso potrebbebloccare l'attività pubblica di quella società. La situazione relativa ai comuni del casertano che hoprima descritto oltre ad evidenziare l'inadeguatezza dellanormativa antimafia proprio con riferimento allacertificazione antimafia, ha rivelato l'inadeguatezzadell'amministrazione giudiziaria, così come è disposta daltribunale della prevenzione per le società sottoposte asequestro. Per essere più chiara dirò che le societàbeneficiarie degli appalti pubblici, nei comuni di cui hodetto, erano sottoposte a procedimento di prevenzione e,dunque, avevano amministratori giudiziari nominati daltribunale. Tutto questo non ha comunque impedito alle societàdi operare con gli stessi metodi con cui operavano prima. Leindagini in corso hanno dimostrato che l'amministrazionegiudiziaria non serve ad altro se non ad un controllo formaledella gestione della società. In sostanza, queste impresehanno continuato ad agire così come agivano prima; hannocontinuato a controllare e monopolizzare gli appalti pubblicidella zona e ad intrattenere rapporti con le amministrazionidel luogo. Il mio obiettivo era dunque quello di sottolineare questidue aspetti che sono emersi all'esito di quell'indagine e cherappresentano il frutto dell'esperienza dell'amministrazionegiudiziaria e del controllo della società in quanto tali e nonsoltanto a livello di persone. Desidero poi fare un breve cenno alla questione delsoggiorno obbligato, visto che di recente sono sorte numerosepolemiche in riferimento al caso di Anna Mazza che è statatrasferita al soggiorno obbligato a Codogné... ERMINIO ENZO BOSO. In provincia di Treviso. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Ho seguitopersonalmente la vicenda e, come procura di Napoli, hoespresso parere negativo per la revoca del provvedimento deltribunale. Vorrei motivare ed anche... ERMINIO ENZO BOSO. Sono io il colpevole... PRESIDENTE. Desidero informare la dottoressa che ilsenatore Boso si sta battendo con particolare impegno... MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore della

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direzione distrettuale Pag. 1959 antimafia di Napoli. Me l'ha già detto. (Interruzionedel senatore Boso). PRESIDENTE. Da qualche parte devono andare(Interruzione del senatore Boso). Senatore Boso, lei hagià espresso il suo pensiero con grande incisività. Come vede,dottoressa, è un tema che fa discutere. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Per bencomprendere il problema e la polemica che si è oggi creata peril caso di Anna Mazza è necessario risalire al 1991 e cioè almomento in cui il Parlamento ed il Governo, o comunque laclasse politica, hanno voluto restringere sempre di più lapossibilità di trasferire in comuni diversi da quelli diresidenza le persone che noi consideriamo pericolose, cioèquelle indiziate di appartenenza ad associazionicamorristiche. Si è iniziato per gradi: prima sono stati stilati elenchidi comuni, poi si è abolito l'obbligo di soggiorno in comunidiversi, lasciando fermo il divieto di soggiorno, poi si èarrivati all'obbligo di soggiorno nel comune di residenzasalvo casi eccezionali; da ultimo, si è giunti alla nuovanormativa - cioè alla legge n. 356 - che ha disposto l'obbligodi soggiorno per tutti nel comune di residenza;contemporaneamente, però, ha introdotto una norma di&quot;salvezza&quot; riguardante il caso eccezionale per il quale iltribunale può disporre il trasferimento in comune diversodella persona particolarmente pericolosa; ha inoltreattribuito al questore il compito di individuare la localitàidonea. Di fronte al problema del soggiorno obbligato, a mioavviso, occorre prendere una decisione chiara. Non possiamo,infatti, continuare ad andare avanti nel tentativo diriportare i camorristi a casa loro. O meglio: possiamo farloma bisogna dire chiaramente con una legge che non possiamotrasferirli fuori. E' certo comunque, che non si puòcontinuare a sostenere che è possibile trasferirli fuori e poisollecitare sommosse popolari per non trattenerli nei luoghiin cui sono stati trasferiti, aggiungendo poi che esportiamola camorra o la criminalità organizzata all'estero. Può darsianche che questo sia vero... PRESIDENTE. Questo è un caso all'interno. Poi c'è ancheil caso all'estero... ALBERTO ROBOL. Il senatore Boso l'ha intimidita. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. &quot;All'estero&quot;nel senso di &quot;al di fuori di certe zone&quot;. E' già l'estero! Soprattutto lo scorso anno, noi siamo stati oggetto dinumerosissime polemiche e pressioni da parte dei sindaci, deiprefetti e del Ministero che in sostanza volevano a tutti icosti che ci tenessimo i nostri camorristi. Noi possiamo anche

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farlo, ma non possiamo certo dire che così attuiamo laprevenzione. In altri termini, se vogliamo veramente applicarela legge, dobbiamo anche valutare la pericolosità dellapersona e - se la legge ci consente di farlo - per una AnnaMazza dobbiamo disporre il trasferimento altrove. PRESIDENTE. Dottoressa De Simone, mi scusi se lainterrompo, ma se i parlamentari ritengono che una norma siasbagliata, hanno lo strumento per modificarla. Non è perciò unproblema che riguarda voi ma i parlamentari. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. E' vero che nonè un problema che riguarda noi, ma loro cercano di farepressioni su provvedimenti giudiziari. PRESIDENTE. Quello che voglio dire è che una giustadifesa... MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale Pag. 1960 antimafia di Napoli. Chiedo scusa, ma c'è una norma che èstata inserita ad hoc e cioè quella della revoca permotivi di ordine pubblico. Tale norma è stata semprestrumentalizzata nel senso che si creano sommosse popolari emanifestazioni ed a farlo sono le stesse autorità politiche elocali... ERMINIO ENZO BOSO. Certo! MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Mi conferma cheè così. E poi ci chiedono di intervenire per risolvere unproblema di ordine pubblico che loro stessi hanno determinato.Così non c'è coerenza. PRESIDENTE. La situazione ci è assolutamente chiara.Voglio dire, però, che la responsabilità a questo punto èunicamente nelle mani del Parlamento che, se ritiene che unanorma sia sbagliata, ha da proporre una legge che lamodifichi. Voi applicate la legge e probabilmente fate bene.Non c'è altro da aggiungere. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Dovrà comunqueassumersi la responsabilità di tenere Luigi Giuliano aForcella. PRESIDENTE. Di questo discuteremo in Parlamento quandoqualcuno presenterà una proposta di legge adeguata. E lo dicoanche per difendere l'autonomia della vostra decisione, perchéaltrimenti non ce la fate più. LUIGI BISCARDI. A Codogné no e a Palata sì! PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Desidero introdurre unargomento che non riguarda la ricostruzione del quadro dellacriminalità e che di fatto rappresenta una richiesta. La situazione della procura della Repubblica di Napoli -ed ovviamente anche della direzione distrettuale antimafia chene è parte organica - credo si collochi ben oltre i limiti

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della decenza. L'abbiamo segnalato in ogni sede ed ultimamenteanche alla Commissione parlamentare antimafia con una letteraassai articolata, se non erro del gennaio di quest'anno. La situazione si è ulteriormente aggravata a seguito didue fenomeni concomitanti: da un lato, l'apertura di numeroseindagini che riguardano personaggi politici di primissimopiano, che ovviamente richiedono tempi assai celeri ed ilmassimo di attenzione e per i quali il Consiglio superioredella magistratura ha tracciato, con propria circolare, dei&quot;corridoi&quot; di precedenza; dall'altro, lo stato di dissestofinalmente dichiarato dal comune di Napoli, che però eralatente da anni. Tutto questo ha comportato per la procuradella Repubblica di Napoli, che già versava in condizionidisastrose, una situazione assolutamente esplosiva. Lamancanza di magistrati, di personale ausiliario, di computer,di macchine blindate - preciso che la situazione dellasicurezza è assolutamente agghiacciante - di strutturelogistiche hanno portato la procura oltre i limiti delcollasso. Abbiamo ottenuto un incontro con il ministro di grazia egiustizia per il 12 di questo mese e contiamo di farglipresente che in queste condizioni la situazione èassolutamente ingovernabile. Ritengo che sia necessariochiedere alla Commissione di sollecitare, di esercitare - secosì si può dire - sul ministro una pressione ai fini dellasoluzione di problemi che è davvero difficile affrontare. Tral'altro, desidero far presente che la meccanica della legge dispesa comporta che tutte le spese necessarie per gli ufficigiudiziari siano affrontate dal comune con una voce cheprevede dei rimborsi - anche se non di questo formalmente sitratta, il recupero della spesa è comunque pari al 99 percento - da parte del Ministero di grazia e giustizia. Oggi ilcomune di Napoli non può affrontare neppure momentaneamentequesta spesa. E' quindi necessario che in qualche maniera il Pag. 1961Ministero si faccia carico direttamente ed in prima personadella soluzione di questi problemi che, peraltro, già glicompetono ma che non possono essere affrontati sulla base delcriterio un po' farraginoso della legge di spesa. Ritengo, pertanto, che il previsto incontro del 12 possarappresentare un momento proficuo in cui la Commissioneantimafia - se lo ritiene - potrà spendere un suo interventoper la soluzione di tali problemi. PRESIDENTE. Desidero dire al dottor Mancuso che non soloabbiamo tempestivamente fatto presente al ministro dellagiustizia questa situazione, ma che - e mi rivolgo anche aicolleghi - dopo essermi consultato con il vicepresidenteCabras, ho scritto al Presidente Ciampi segnalandogli qualierano le questioni di maggiore rilevanza che avrebbero potutoessere introdotte nel programma di Governo sul terreno dellalotta alla mafia, sulla base di quanto è emerso dai lavoridella Commissione. Tra questi, ho specificamente indicato la

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situazione degli uffici giudiziari di Napoli che ci era statagià segnalata. Prima di dare la parola ai colleghi che intendono porredelle domande, desidero chiedere - poiché i magistrati diNapoli hanno fornito un quadro chiaro non solo della strutturama anche delle connessioni della camorra - se esistono datianaloghi per la provincia di Salerno. Il dottor Greco ci hafornito un quadro, sia pure sintetico, della struttura: vorreisapere se esiste un problema di connessioni anche neldistretto di Salerno. ERMANNO ADESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Le connessioni sono solamenteadombrate. Non c'è ancora la possibilità - ed è per questo cheho parlato prima di &quot;approfondimenti&quot; - di definirle. Inoltre,determinati clan che operavano nel salernitano sono stati almomento imbrigliati nella parte predominante. Esistonotuttavia ancora dei tronconi. Oltre ai clan imbrigliati deiMaiale, dei De Feo, dei Nocera, dei Loreto Matrone e deiGalasso, ce ne sono altri non ben definiti e la nostraazione... PRESIDENTE. Mi scusi, ma ci sono comuni disciolti permafia? ERMANNO ADESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Sì, l'ho detto prima: trecomuni. PRESIDENTE. Quindi, un rapporto ci deve essere. ERMANNO ADESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Vi sono ragioni di sospetto. PRESIDENTE. La procura cosa sta facendo? ERMANNO ADESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Sta indagando. PRESIDENTE. Su questi comuni? ERMANNO ADESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Sì, sulla base anche dellerelazioni del prefetto. Ho detto prima che il procuratoreaggiunto si sta occupando specificamente di questi argomenticon riferimento sia a Nocera ed a Pagani sia a Scafati, sulquale le indagini sono affidate anche ad un'altra collega cheopera congiuntamente. A tutt'oggi sono state già avanzatedelle richieste al GIP. PRESIDENTE. Nel rapporto con l'imprenditoria ilmeccanismo è lo stesso di quello che è stato spiegato perNapoli? ERMANNO ADESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Sì, certamente ma non inmaniera evidente. Per il passato abbiamo avuto questirapporti, in particolare con riferimento al Citarella Gennaro,defunto da tempo, vittima di un conflitto fra clan rivali. Pag. 1962 ENNIO BONADIES, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno. Rispondendo anch'io alladomanda del presidente Violante, desidero evidenziare che vi

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sono stati anche casi specifici - sia per il passato sia peril presente - di connessioni tra la criminalità organizzata epersonaggi politici dei comuni del salernitarno. Inparticolare, mi riferisco ad un grosso procedimento,riguardante il post-sisma e soprattutto i prefabbricatileggeri e pesanti forniti nei comuni terremotati, che videcoinvolti ed arrestati i sindaci di Mercato San Severino e diNocera Inferiore, oltre che per estorsione, per i reati di cuiall'articolo 416-bis unitamente ad esponenti di rilievodell'allora NCO, capeggiati nel salernitano dal noto SalvatoreDi Majo, braccio destro di Raffaele Cutolo. L'indagine portòanche all'arresto di Filippo Prost e dei collaboratori piùstretti del ministro dell'epoca, nonché di imprenditori... PRESIDENTE. Ministro di che cosa? LUIGI BISCARDI. Chi era il ministro dell'epoca? MARIO CLEMENTE MASTELLA. Zamberletti. ENNIO BONADIES, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno. Se non ricordo male, erail deceduto ministro Fortuna. Poi Zamberletti. Nell'ambito di tale procedimento giudiziario si giunse,come dicevo, all'arresto di questi soggetti nonché di numerosicamorristi e imprenditori che avevano fornito i prefabbricati. Per quel che riguarda il presente, nel procedimento che laprocura di Salerno ha avviato proprio nei confronti del clanGalasso e che ha portato all'arresto del Galasso e di buonaparte dei suoi affiliati, risultano direttamente coinvolti - earrestati - un ex sindaco di Nocera Inferiore nonché expresidente della USL 51, oltre ad un assessore del comune diSarno, a due direttori e ad un vicedirettore di banche.Dall'ordinanza di custodia cautelare che è stata allegata allarelazione presentata dal procuratore della Repubblica sievincono i vari reati che sono contestati ai soggetti inquestione, nonché il modo di fagocitazione delle imprese, cuihanno fatto riferimento i colleghi di Napoli, che vienecontestato proprio a Pasquale Galasso. PRESIDENTE. Ai parlamentari che intendono porrequestioni ricordo che avremo un secondo incontro con questimagistrati per approfondire, anche alla luce di quanto avremoacquisito aliunde, i temi affrontati nella sedutaodierna. Invito pertanto a limitarsi a domande specifiche. UMBERTO CAPPUZZO. E' un vero peccato, signor presidente,che di fronte a relazioni così esaurienti ed interessanti sidebba comprimere... PRESIDENTE. Non comprima. UMBERTO CAPPUZZO. Mai come questa volta, infatti,abbiamo avuto un panorama interessantissimo... PRESIDENTE. Forse il più interessante. UMBERTO CAPPUZZO. Certamente il più interessante finoadesso avuto. Devo anzi esprimere il mio vivo apprezzamentoper quello che abbiamo sentito. Quindi, anche se ora milimiterò ad alcuni aspetti che mi toccano direttamente, meritadi tornare sulle considerazioni svolte questa sera.

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Devo dire che il quadro fornito è allarmante. Mi chiedodove sia lo Stato e che cosa facciano le forze dell'ordinequando si dice che a quindici metri dal tribunale di Napoli, aForcella, c'è il dominio della camorra. Vengo ora al delicato problema della presenza delle forzedell'ordine, sollevato dai rappresentanti della procura diSalerno (anche se la prossima volta vorrei tornaresull'argomento). Pag. 1963 PRESIDENTE. Non le sarà impedito. UMBERTO CAPPUZZO. Ci sono carenze, omissioni,connivenze, disattenzioni? E' soltanto un problema diorganici, di modalità operative o c'è qualcos'altro? Non èinfatti ammissibile che lo Stato rinunci in maniera cosìplateale al controllo del territorio in una città come Napoli;e il riferimento va esteso anche all'entroterra e alle altrelocalità viciniori. Qui è stato posto l'accento sull'illegittimità nellagestione della cosa pubblica. Mi chiedo: cosa è stato fatto inpassato? Questa illegittimità nella gestione è stataevidenziata da qualcuno? Coloro che istituzionalmente eranopreposti a fare segnalazioni, le hanno fatte? PRESIDENTE. Qualcuno ha avuto procedimenti disciplinariper questo. UMBERTO CAPPUZZO. Sarebbe comunque interessanteanalizzare questo aspetto perché non si può arrivare al 1993avendo accumulato per decenni tutte queste carenze edomissioni. Questa illegittimità che è diventata adesso cosìevidente, quali attenzioni ha avuto in passato? Credo chevarrebbe la pena di approfondire tale aspetto. Ma torno al problema delle forze dell'ordine. Di esse sichiede una maggiore professionalità, si chiede quindi di averenon una manovalanza generica ma degli investigatori, secapisco bene. E' questo il grande problema che si unisce aquanto è stato rappresentato per i mezzi di investigazione,cioè il fatto che, ad esempio, i carabinieri devono rivolgersia Roma per quanto riguarda indagini particolari, mentre lapolizia di Stato riesce a far capo a Napoli. Qualche cosa di più bisognerebbe capire perché da qualcheanno a questa parte stiamo andando ad un potenziamentocontinuo delle forze di polizia in termini soltanto numerici,quantitativi... PRESIDENTE. E' vero. UMBERTO CAPPUZZO. Allora è giunto il momento di fare ilgrande salto di qualità, smettendola di continuare in questoinseguimento che è tanto più grave in quanto poi viene adeterminare anche quei conflitti di competenza territorialeche sono stati evidenziati. Un'Arma dei carabinieri che pone asuo requisito fondamentale la capillarità della presenza,avendo un presidio in ogni comune, che cosa sta a fare?Soltanto a rappresentare l'emblema dello Stato? Ed ha taliproblemi di connessione con gli elementi contermini alla

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stazione da porre addirittura il vincolo del confine? Questo èallarmante. Intendo tornare su questo argomento perché meritadi essere visto nelle sue reali dimensioni, anche perverificare se i provvedimenti adottati in passato sianocoerenti con l'impostazione che abbiamo dato o se si debbaaddirittura cambiare la filosofia stessa della presenza delleforze dell'ordine. C'è poi l'ipotesi del rafforzamento della Guardia difinanza per l'indagine sugli arricchimenti: questa è una voceche è stata recepita più volte. Tale problema dovrà essererivisto anche alla luce di quel coordinamento di cui tanto siparla ma che in realtà sul piano del controllo del territorioe della repressione ancora, a quanto sembra, non si determina. Vorrei poi richiamare l'attenzione sullo scioglimento deiconsigli comunali per chiedere, in particolare, se i comunicolpiti dai provvedimenti del Ministero dell'interno sonoemblematici nell'area di interesse. Sarebbe interessante fareun riferimento a queste aree a rischio per vedere se quellierano i comuni da sciogliere oppure se qualche altro è statorisparmiato e perché. Un altro aspetto molto importante è quello dellecollusioni con pezzi delle istituzioni. La domanda che vorreiporre - che in parte è già emersa per quanto riguarda lecarceri, dove si verificano comportamenti allarmanti - è se lecollusioni si verificano per effetto di intimidazioni o perinteressi oppure per il fatto che i rappresentanti delle forzedell'ordine permangono nelle stesse zone per lungo tempo eperché per il reclutamento Pag. 1964in taluni casi si attinge a personale che è della stessazona, con tutte le conseguenze che ne derivano. Questi chiarimenti sarebbero interessanti per avereun'idea delle proposte da avanzare. Comunque, lo ripeto, lerelazioni sono state di grande interesse e varrebbe la pena diprendere punto per punto quello che è stato qui rappresentatoper poterlo approfondire. Un altro elemento che mi ha colpito è quello dellamicrocriminalità, a proposito della quale non è stato compiutoil salto di qualità. Questa è una cosa che a me staparticolarmente a cuore. Perché non è stato compiuto questosalto di qualità? Perché è stato sottovalutato il fenomeno?Forse perché ci si è concentrati sul grande fenomeno, nei cuiconfronti peraltro se non ci fossero state le rivelazioni deipentiti forse non avremmo ottenuto i successi che si sonoregistrati? Forse non è stata capita l'importanza dellamicrocriminalità? Anche su questi aspetti qualcheconsiderazione andrebbe quindi svolta. Vi è infine l'istituto del soggiorno obbligato che, comelei ha giustamente osservato, signor presidente, tocca a noirivedere. Ciò si rende particolarmente necessario perché,anche a giudicare dalle proteste in Sicilia, tale istituto nonsoltanto non produce risultati concreti, ma addirittura porta

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a deridere le forze dell'ordine quando mi capita di vedere,come mi è capitato, che, essendo limitato il soggiorno allanotte, il soggiornante dalle otto del mattino alle venti dellasera comodamente poteva raggiungere qualsiasi località equindi svolgere la sua attività criminale prendendo anchel'aereo e andando nella stessa giornata da Palermo a Milano oviceversa. Mi sono limitato a queste domande, ma vorrei riprenderegli argomenti affrontati in una successiva tornata. MARCO TARADASH. Vorrei intanto chiedere agli uffici dipredisporre il resoconto stenografico dell'audizione odiernain tempo per il prossimo forum su economia e criminalitàperché il quadro che è emerso stasera è veramentepreoccupante. PRESIDENTE. Approfitto di questo riferimento perprecisare che il 14 e il 15 prossimi si svolgerà un forum sueconomia e criminalità, per il quale alcuni aspetti che quisono stati descritti sono di particolare interesse. In taleoccasione, in cui tutte le procure distrettuali sono stateinvitate (quindi riceverete l'invito), ci interesserebbe unintervento di una delle procure distrettuali specificamente suquesti meccanismi che in particolare lei, dottor Dalterio, haindicato con riferimento al meccanismo, che avete spiegato, diingresso nell'impresa. MARCO TARADASH. La prima domanda che vorrei porreriguarda i legami tra Cosa nostra e la camorra, di cui oggi siè parlato. Questi legami su quali traffici si sono organizzatie su quali continuano? Su traffici illegali o anche sull'usoillegale di beni legali, nel senso delle risorse pubbliche,degli appalti e così via? Riguardano solo il traffico didroga, il contrabbando delle sigarette, l'usura? Vorrei sapere, in secondo luogo, come si forma il profittocamorrista. Abbiamo sentito parlare di un'enorme disponibilitàdi denaro. Vorrei che ci aiutaste a capire anche lepercentuali di questa accumulazione di denaro: quanto derivadal traffico di droga, quanto dall'uso di risorse pubbliche,quanto dalla deviazione e via dicendo. La terza domanda attiene al rapporto fra la politica, lapubblica amministrazione e la camorra. Ci sono state elencatele fonti di denaro, alle quali forse andrebbe aggiunta lalegge sugli interventi straordinari sul Mezzogiorno, che non èstata citata. Quello che vorrei capire è chi si è arricchitocon questo intreccio. Si è arricchito, in sostanza,soprattutto il mondo della camorra o quello dei partiti? Qualè il livello dell'affare per la narcocamorra e quale per,diciamo, la &quot;partitocamorra&quot;? E' poi possibile fare Pag. 1965una scissione tra la narcocamorra e la &quot;partitocamorra&quot; (nonso come definirla: aiutatemi voi a trovare un terminecalzante), oppure questo intreccio nasce nel momento in cui ilcapitale accumulato, magari attraverso il traffico di droga,serve per entrare in un giro d'affari di altro livello?

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Rivolgo queste domande dal mio punto di vista dilegislatore e di cittadino, che certamente vuole rafforzare loStato ma che, a forza di rafforzarlo, ne sente il peso. Forsesarebbe meglio dire che vorrei piuttosto indebolire gliavversari dello Stato... PRESIDENTE. E' stato già fatto. MARCO TARADASH. Lo so, ma oggi gli avversari dello Statosi indeboliscono perché salta il sistema partitocratico.Questa nuova situazione credo aiuti tanto le indagini diMilano quanto quelle di Napoli o di Palermo ad indebolire gliavversari camorristi o mafiosi dello Stato. PAOLO CABRAS. I partiti saranno sostituiti sempre piùdalla camorra! Questo è lo sbocco. MARCO TARADASH. Collega Cabras, non so se è sempre unosvantaggio! Sentiamo dire che le telefonate dei camorristisono di un livello sicuramente maggiore di certe telefonatedei capi di partito. PAOLO CABRAS. Già è in atto il fenomeno! MARCO TARADASH. Vorrei che invece questa sostituzioneosmotica non avvenisse e che si eliminasse sia lapartitocrazia, cioè non i partiti ma la struttura disaccheggio della politica posta in essere da un certo sistemadei partiti, sia... PAOLO CABRAS. Nel tuo ragionamento non era chiara ladistinzione. MARCO TARADASH. Non era chiara perché c'è chi non vuolcapire, evidentemente. PRESIDENTE. Una volta si diceva: non accettiprovocazioni, onorevole Taradash. MARCO TARADASH. Non sono provocazioni. Cabrasrappresenta una storia democristiana, io rappresento unastoria diversa. Dicevo che si indeboliscono gli avversari dello Statoabolendo la partitocrazia; poi si indeboliscono abolendo ilsistema proibizionistico sulla droga, legalizzando, e quindisottoponendo a controllo finalmente da parte dello Statoproduzione, commercio e consumo delle droghe, che orarappresentano una fonte incredibile di guadagno. Però, quelloche vorrei sapere anche da voi, dalla vostra esperienza, èfino a che livello funzionano questi due volani diindebolimento degli avversari dello Stato, le camorre e lemafie; se aboliamo la partitocrazia, andiamo alla secondaRepubblica dove non ci sono più ladri di regime e così via, ilsistema della camorra e della mafia che si fonda sui trafficidi droga, eccetera, resta a livello tale da rappresentare unaminaccia tuttora per la vita pubblica e democratica oppure no?E viceversa, se si indebolisce sul fronte dei traffici didroga, riusciamo a ridurre l'influenza sulla vita pubblica? Queste sono le domande molto semplici che pongo. LUIGI BISCARDI. La mappa così dettagliata che ci hannodato i giudici della direzione distrettuale antimafia diSalerno e di Napoli conferma la validità della posizione di

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chi ha richiesto, con procedura prioritaria, la conoscenzadella situazione della camorra in Campania e conferma che ildato fondamentale riguardante l'attività del crimineorganizzato è il controllo generalizzato del territorio. Detto questo, vorrei porre alcune domande; altre, cheavevo segnato, sono Pag. 1966state già fatte dai colleghi. In primo luogo, desidero porreuna domanda che riguarda un po' la storia del costume:l'affiliazione alla camorra avviene come un residuo delpassato, quello che magari abbiamo conosciuto da alcuni testidel passato, oppure vi è un'aggregazione criminale spontanea,di fatto, che riguarda appunto la genesi della camorra (e noncredo sia poi soltanto una storia di costume perché puòriguardare eventualmente un intervento di natura preventiva)? Vengo alla seconda domanda. Il pubblico ministero Fumo hagià detto che la diffusione della camorra è di tipoframmentario sul territorio. Vorrei sapere se le famigliecamorristiche padrone dei singoli territori sono portate afederarsi e quindi ad avere rapporti fra loro (in quale modo esulla base di quali procedure ed obiettivi), o se invece vi èuna selezione a seguito di progressive eliminazioni. La terza domanda era già contenuta in quanto detto dalcollega Taradash: cioè, se tra le fonti di ricchezza dellacamorra, a fianco dell'attività imprenditoriale, salga oprevalga a poco a poco quella derivante dal traffico di droga. Un'altra domanda riguarda la presenza delle forzedell'ordine sul territorio. Su questo punto c'è da dire cheuna delle collusioni (certe cose si conoscono anche per unaserie di episodi) fra politici e territorio avviene anche peril rientro di uomini delle forze dell'ordine nei paesi diorigine; un rientro non filtrato, né graduato secondograduatorie specifiche, ma in base - diciamolo pure - araccomandazioni, il che determina sul territorio una presenzastabile, troppo fissa dei rappresentanti delle forzedell'ordine e quindi, in fondo, un indebolimento in sé e persé della loro presenza sul territorio. L'ultimo punto riguarda i rapporti con la politica. Ilpresidente mi ha preceduto osservando che, mentre nell'areanapoletana questa presenza di rapporti ha avuto un punto altonegli ultimi casi di Napoli, ed in quelli che poi anche per ilcasertano ha esposto il dottor Narducci, si presenta invece adun livello medio-basso nella provincia di Salerno; qui, per laverità, non ho ben capito perché ci sia questadifferenziazione o se invece l'organizzazione camorristica eanche le procedure, gli interessi, eccetera, sono gli stessi. Desidero spendere infine una parola sul soggiornoobbligato. Certo, della questione si devono occupare ilegislatori, però vi è un fatto di ingiustizia nella sceltadel paese dove è trasferito il soggiornante, che avviene inmodo casuale e non motivato: il sorteggio assicurerebbe almenoil principio di casualità; invece si sceglie un comune dove la

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popolazione è più tollerante e magari non c'è Boso cheorganizza una manifestazione. La popolazione, che non èabituata a vedere il potere, vede per esempio Luigi Giulianoche ha tre grosse automobili ed assiste ad un trafficonotevole di persone (come ho saputo proprio in questi giorni;mi dispiace di non aver portato con me il giornale della miaprovincia). Questo è il problema del soggiorno obbligato: lacasualità segna molto spesso una punizione proprio deiterritori più tranquilli, disponibili e poi magari anche aminore distanza. Su questo non vi è bisogno di un intervento legislativo;una procedura regolamentare che preveda appunto la scelta persorteggio può rendere accetti in alcuni casi i soggiorniobbligati; questo non vale invece per una scelta che non haalcunché di razionale e può veramente configurarsi come unapunizione. PRESIDENTE. A questo punto, i sindaci andranno muniti diamuleto per evitare... LUIGI BISCARDI. Certo. PRESIDENTE. C'è un dato di obiettività, per lo meno. PAOLO CABRAS. Anch'io esprimo apprezzamento e ringrazioi magistrati delle procure distrettuali per l'ampiainformazione che ci hanno dato, in particolare per quantoriguarda gli aspetti dell'economia Pag. 1967 criminale, il modello di imprenditoria camorristicapreferito ed il rapporto mafia-politica. Risalendo nel tempo, vorrei chiedere un rapidissimoaggiornamento su alcuni delitti che sono rimasti impuniti. Miriferisco in particolare alla strage di Torre Annunziata, perla quale ci fu una condanna in primo grado per Alfieri,Cesarano ed altri; poi, in appello, se non ricordo male, vi èstata un'assoluzione con formula piena. Vorrei sapere sedobbiamo mettere anche questa strage nel novero dei delittiimpuniti. Mi mancano inoltre informazioni aggiornate sul delitto,che credo risalga a dieci anni fa, a Pagani del sindacoMarcello Torre, rimasto per molto tempo uno dei misteri deidelitti di camorra, in questo caso nel salernitano. E' stato qui sollevato il caso degli imprenditori Romano eAgizza. Ho chiesto la data: 1988. Chiederei anche se vi sonomisure di prevenzione di carattere patrimoniale nei confrontidi questi imprenditori, perché - non è una novità, lo abbiamodetto ed anche scritto nella relazione della Commissione - treanni fa, andando a Caserta, ho saputo che non soltanto nellerealtà per le quali ai sindaci e agli amministratori avevamocontestato il fatto, ma anche nella procura di Santa MariaCapua Vetere l'appalto delle pulizie era stato vintodall'Agizza-Romano. Vorrei capire come si sia potutaverificare una disfunzionalità così grave, che addirittura faemergere una certa impunità della mafia anche nei palazzi digiustizia.

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Pasquale Galasso, se le mie informazioni non sonosbagliate, era detenuto per estorsione aggravata;successivamente ha avuto la concessione degli arrestidomiciliari per motivi di salute. Tali motivazioni addottecome in questo caso per un giovane aitante come PasqualeGalasso - lo dico con tutto il rispetto - provocano sempre inme una qualche inquietudine e stimolano un certo scetticismo,ma sin dagli anni ottanta l'attività di Galasso, dellafamiglia Galasso (perché era anche quella del padre e deifratelli) era nota come di stampo camorristico. Vorrei saperecome mai il Galasso era detenuto per reati diversi da quelliex 416-bis. Vorrei avere anche qualche dettaglio - fatte salveovviamente le esigenze processuali - su alcuni interrogativiche mi sono sorti leggendo la documentazione che le procuredistrettuali hanno inviato recentemente in allegato allerichieste di autorizzazione a procedere contro alcuniparlamentari: mi riferisco alla vicenda dei contatti traalcuni esponenti politici e la camorra per il caso Cirillo. Se, ripeto, non vi sono obiezioni a dare un chiarimento -la mia richiesta è tesa a conoscere lo scenario, non chiedoalcuna notizia su nomi, fatti, episodi o responsabilità -vorrei sapere come potete spiegare, da una parte, il rifiutodi Alfieri, se c'è stato questo rifiuto, ad intervenire e,dall'altra, il riferimento a Cutolo, che sicuramente rispettoall'Alfieri - che era un astro nascente, esponente di unacamorra molto più pervasiva nelle istituzioni e nella vitalocale e più influente - era invece un uomo che stava giàconsumando il suo crepuscolo nel carcere. Vorrei sapere anche come mai - comprendo che è unostralcio quello che ho letto in allegato alla richiesta diautorizzazione a procedere - non si fa riferimento al ruolodei servizi. Nella passata legislatura, nella Commissionestragi, di cui ho fatto parte per un certo periodo,interrogammo a lungo personaggi tristemente noti dei servizicosiddetti deviati, come il colonnello Musumeci e ricordo checi fu non soltanto un ruolo dei servizi ma anche un ruolo dialti funzionari del Ministero di grazia e giustizia che reseropossibile l'accesso a chi non aveva alcun titolo ad entrarenel carcere per avere colloqui con Cutolo o chi si voglia. Vorrei anche sapere come spiegate concettualmente - nonvoglio, ripeto, anche qui né nomi, né dati, né fatti - questapossibilità di scambio: essa mi è nota, perché ho studiato ilfenomeno del terrorismo ed ho partecipato alla Commissioned'inchiesta sul delitto Moro, ma vorrei sapere, ripeto, comespiegate questa Pag. 1968 improvvisa facilità di approccio e di comunicazione fra leBrigate rosse e la camorra. So benissimo che Senzani in qualche modo, rispetto allacultura del terrorismo, rappresentava una anomalia,soprattutto nell'ultimo periodo, nel tentativo di impiantare

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il fenomeno delle Brigate rosse nel sud. Probabilmente haignorato quelli che erano i canoni molto rigidi nei rapportitra queste ed un mondo come quello della camorra. Vorreisapere se sia possibile avere in proposito maggiori lumi. Desidererei anche qualche notizia in più su Poggiomarino,la cui amministrazione è stata finalmente e giustamentesciolta. Siccome in questa città vi era la presenza dominantedei Galasso, perché, se non erro, era costruito lì il lorocastello-bunker, vorrei sapere se siano state adottate misuredi prevenzione a carattere patrimoniale, ovvero se siano stateassunte tardivamente. Ricordo che nella passata legislatura miè capitato più volte, recandomi nel salernitano o nelnapoletano, di chiedere ai magistrati ed ai rappresentantidelle forze dell'ordine perché mai ci fosse una certaindifferenza rispetto all'esistenza di vere e propriefortezze, con feritoie per rispondere con il fuoco adeventuali aggressioni (non delle forze dell'ordine ma di clanrivali) e se non ci fosse stato qualche ritardo nell'azione dicontrasto. La vicenda di Poggiomarino, che oggi è sotto iriflettori, è antica. Il discorso comprende anche la posizionedi personaggi come il Boccia, che ha avuto rilievo politico eche aveva un istituto scolastico dove probabilmente andavanonon solo i figli di Galasso ma anche altri per ottenere ildiploma e dove c'erano rapporti con tutte le amministrazionistatali e locali. A me sembra che si sia verificato qualcheritardo nell'assumere provvedimenti o nell'aprire indagini inquel territorio. Un'ultima domanda riguarda la vicenda D'Alessandro, ilquale a Spoleto, nel 1992, ha detto a Pasquale Galasso che lasua posizione processuale sarebbe stata risolta favorevolmentegrazie ad interventi politici autorevoli. Successivamente, 1^marzo 1993, D'Alessandro è soggetto ad un provvedimento discarcerazione: in contrasto con la Corte di cassazione e conla corte d'assise di Napoli gli viene applicato l'indulto,quando invece le decisioni precedenti erano state perl'inapplicabilità del medesimo. Vorrei anche un chiarimento sui ritardi che si sonoverificati nelle indagini relative alla latitanza diD'Alessandro ed Imparato, quest'ultimo morto in un conflitto afuoco. Ricordo che, quando sono stato a Castellammare diStabia, mi hanno spiegato che non solo sulla montagna che sivedeva da tutte le finestre... FAUSTO ZUCCARELLI, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale di Napoli. Si chiama Monte Coppola. PAOLO CABRAS. ... vivevano D'Alessandro e Imparato, maanche che la consorte di D'Alessandro era insegnante nellelocali scuole medie. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale di Napoli. La moglie di Imparato. PAOLO CABRAS. Ah, di Imparato. Comunque, c'era unanormale vita quotidiana di questi personaggi e delle lorofamiglie. Per carità, sono favorevole al massimo delle

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garanzie per le famiglie, ma ritengo che probabilmente illivello di vigilanza delle forze dell'ordine e diinvestigazione è stato quanto meno scarso. Questo forse spiegaperché di D'Alessandro dobbiamo lamentare ancora una volta lalatitanza. GIROLAMO TRIPODI. Desidero anch'io esprimereapprezzamento per le esposizioni dei magistrati delledirezioni distrettuali antimafia, che ci hanno offerto lapossibilità di conoscere meglio le ramificazioni delleorganizzazioni criminali camorristiche in larga parte dellaCampania e in particolar modo nelle zone di Napoli, Salerno eCaserta. Devo estendere tale apprezzamento anche al lavoro Pag. 1969che stanno compiendo nell'attività di contrasto alla malavitaorganizzata; i risultati delle indagini che si stannosvolgendo dimostrano un grande impegno, al quale deve andaretutto il sostegno della Commissione antimafia. Dal quadro che ci è stato prospettato, relativo allapresenza ed alle ramificazioni dell'organizzazione criminalein Campania ed in alcune città in particolare, viene fuori unelemento che mi sembra molto interessante. Sembra ormaisuperato il giudizio per cui la camorra era considerataun'organizzazione criminale meno pericolosa e meno efficientedi Cosa nostra o della 'ndrangheta. Oggi possiamo dire, anchese non abbiamo elementi per stabilire che l'organizzazione èstrettamente saldata sul territorio e che non esiste soltantoun problema di interscambio e di partecipazione alle attivitàcriminali, che esiste una certa affinità nelle modalità dirapporti con la società. Vediamo la presenza ed il controllo di questaorganizzazione nel settore finanziario, così come negliappalti e subappalti, nel settore delle attività private, inquello edilizio e delle speculazioni e delle abitazioniabusive. PRESIDENTE. Anche nel monopolio di alcuni materiali,quali il calcestruzzo. GIROLAMO TRIPODI. Sì, anche nelle forniture delmateriale da costruzione. Vorrei sapere se ci siano situazionidi monopolio nella gestione di questi settori, ad esempio inquello della fornitura di calcestruzzo o della movimentazionedi terra. Anche per quanto riguarda l'intervento sulle pubblicheamministrazioni - parlo dei comuni ma anche della regione - almomento della predisposizione dei piani regolatori e dellascelta delle zone da edificare, vorrei sapere se abbiateindividuato quel certo tipo di rapporti, che esiste in altricasi. Circa la penetrazione nell'economia, sappiamo che inCampania ci sono coltivazioni che hanno un'altacommerciabilità. Sappiamo che in questo settore si verificanoconnessioni con la 'ndrangheta; mi riferisco in particolarealla coltivazione dei pomodori. E' noto quanto accade

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nell'utilizzazione del personale: conosciamo il caso diPriverno di qualche anno fa. Il problema non riguarda soloquesto prodotto, ma tutte le attività relative a produzioniortofrutticole pregiate. Vorrei sapere se in merito sia statofatto qualcosa e se abbiate scoperto un uso distorto deifinanziamenti AIMA, considerando che il settore è controllatodalle organizzazioni mafiose. Oggi i magistrati hanno lanciato un allarme circal'eventualità di un collasso. E' giusto che la Commissione sipreoccupi di questi fenomeni e vorremmo sapere se vi sianoprovvedimenti che possano aiutare il vostro lavoro, ad esempiofornendo un supporto di strumenti e uomini. Non so se vi sianoesigenze di personale; anche di questo dobbiamo occuparci. Infine, vorrei porre due domande. In primo luogo vorreisapere se nel corso dell'attività svolta, che negli ultimitempi ha dato risultati positivi, abbiate rilevato comitatid'affari composti da politici, mafiosi ed imprenditori, i tresoggetti che si incontrano nella gestione della cosa pubblica.Abbiamo avuto alcune notizie dai giornali e sarebbe utile pernoi avere una maggiore conoscenza del fenomeno. In secondoluogo, vorrei avere notizie sulle rivelazioni delcollaboratore Galasso, non di poco conto, direi clamorose, neiriguardi di un ex ministro dell'interno, l'onorevole Gava, diun ex ministro del bilancio e su altri parlamentari (sempreche queste notizie non siano coperte da segreto istruttorio)visto che sono state richieste le autorizzazioni a procedere. Per quanto riguarda Salerno, nel corso della precedentelegislatura la Commissione ha svolto attività di indagine edabbiamo scoperto che tutti i sindaci sostenevano che lacamorra non esisteva in quella zona. Abbiamo contestato questedichiarazioni in un documento ed abbiamo chiesto l'interventodel ministro dell'interno. Vorrei sapere se da allora siacambiato qualcosa o se la contestazione sia rimastainascoltata. Pag. 1970 Infine, vorrei sapere se abbiate scoperto collusioni tramafia e settori o soggetti appartenenti alle forzedell'ordine. Anche questo è un fatto molto importante. ROMANO FERRAUTO. Prima di porre due questionispecifiche, vorrei fare una breve premessa. Il rischio che incombe sempre per la Commissione antimafiama anche per strutture come quelle che voi qui rappresentate èdi osservare un fenomeno le cui vicende sono già del passato,mentre il fenomeno attuale è ben diverso. In altri termini,molte volte noi possiamo osservare una stella che magari è giàmorta e ne è nata un'altra. Ho fatto tale premessa per introdurre una specificadomanda. In questi ultimi giorni assistiamo al ritorno di bossdella camorra che si trovavano in Perù, in Bolivia, in AmericaLatina. Improvvisamente, in queste ultime settimane si assisteal loro ritorno. Poiché non sono a conoscenza di cambiamentidi regime, di governi, di strutture di potere di quei paesi,

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mi chiedo se tutto ciò accada perché vi è una maggioreattenzione dell'Italia, e quindi delle strutture che sioccupano di tali problemi, oppure se i soggetti sopraricordati non rappresentino ormai che dei &quot;gusci&quot; già morti,quando invece vi sono già altri soggetti. Mi chiedo, quindi, se in una strategia complessiva sipreferisca fare in modo che tali soggetti vengano catturatiperché vi sono già altri soggetti. Vorrei, in altre parole,sapere se siano entrambe valide le affermazioni di unamaggiore attenzione e, contemporaneamente, di unamodificazione dei soggetti oppure se una abbia la prevalenzasull'altra. A me sembra che questo sia un terreno di indagineimportante, anche perché per quanto riguarda Cosa nostra credoche ci dovremmo interrogare - come del resto stiamo giàfacendo - se il testimone non sia già passato di mano, e se acerti soggetti siano subentrati altri - come io ritengo chesia - in quanto i primi non hanno più un certo controllo e uncerto potere. In relazione a ciò, alcuni pentiti ci hanno detto che lacamorra di per sé - come fenomeno - non esiste più, in quantosarebbe così in contatto con Cosa nostra e con la mafia che difatto tutti i fenomeni camorristici risultano governati dallamafia e da Cosa nostra. Mi è parso che nessuno qui abbia fattoriferimento a questa forte ed ingombrante presenza di Cosanostra e della mafia. Mentre si dice che ciò sia vero per la'ndrangheta, per una serie di considerazioni che non faccio, eche sia più facile che vi sia la presenza mafiosa in Puglia,per la camorra taluni dicono che essa è di così scarsomomento, tant'è che ad essa risultano affiliati anche vigiliurbani - la loro è una battuta! - per cui può essereconsiderata un qualcosa di distaccato da Cosa nostra e dallamafia. Credo che questo sia un argomento che meriti una certaattenzione. ERMINIO ENZO BOSO. Vorrei sapere se la situazione diquesto malessere sia stata scoperta dai magistrati soltantonel 1993, e se essa sia stata segnalata da parte di questacategoria di lavoratori dello Stato ad altri uffici, ad altreCommissioni, eventualmente anche alle altre Commissioniantimafia. Vorrei altresì sapere quale risultato sia statoottenuto da chi era responsabile di questa Commissione peragevolare l'operato di questi dipendenti dello Stato. Mi sembra di ritornare ai tempi in cui prestavo servizionell'Arma: noi viaggiavamo con il MAB e loro con le armi piùsofisticate. La delinquenza organizzata è sempre più preparatadelle forze dello Stato! O è forse lo Stato ad essere sempreinteressato a mantenere questo sistema di servizio? La &quot;carne&quot;non costa tanto, se non deriva, magari, dalla stessa madre.Vediamo infatti che questa gente paga, e paga con il sangue! Sono stati sprecati tanti soldi per opere pubblicheinutili; se essi fossero stati dati al magistrato,probabilmente Tangentopoli sarebbe stata scoperta prima.

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Pag. 1971 Vorrei chiarire alcuni punti a mio avviso interessanti. Daalcuni passaggi sembra che l'impresa COGEMA, che sta operandosu un progetto dell'Italstrade lungo l'autostrada Alemania,nella zona di Vittorio Veneto, verso Belluno, abbia forzato lepiccole imprese della zona del bellunese a farsi attribuiregli appalti dell'intera operazione riguardante l'autostradaAlemania. La Commissione antimafia è stata interessata da unainterrogazione parlamentare diretta a sapere se sia statainoltrata alla procura di Salerno la richiesta di chiarire isoggetti coinvolti. Dico questo perché i camion dell'impresache ho appena menzionato transitavano sulle strade delbellunese e di Vittorio Veneto senza targa. Alcuni autistisono stati trovati sprovvisti di assicurazione e di bollo econ una rivoltella sul cruscotto del camion. Mi chiedo se siano stati fatti accertamenti su questimovimenti, che hanno visto l'acquisto di grosse imprese e dialberghi nelle zone di Cortina, del Bondone e del bellunese.Si tratta di soggetti mafiosi, di imprese che acquistano beniimmobili portando valigie piene di denaro contante. Inoltre,se un immobile costa, per esempio, tre, loro lo pagano sette!Sono stati fatti questi accertamenti? MARCO TARADASH. Risparmiano anche sul bollo esull'assicurazione... PRESIDENTE. Ma non sulla pistola! ERMINIO ENZO BOSO. Si tratta di fatti che sono statisegnalati in un'interrogazione parlamentare. Non faccio sogni,non scrivo cazzate! Non sono un garantista, come movimentopolitico... MARCO TARADASH. Sono loro che dicono cazzate! ERMINIO ENZO BOSO. Mi sembra di aver inviato, l'annoscorso, al presidente Violante il testo di una interrogazioneriguardante la situazione a Belluno. PRESIDENTE. Mi pare di sì. Comunque potremo accertarlo. ERMINIO ENZO BOSO. Mi chiedo poi se dagli accertamentidei magistrati sia risultata chiarita la figura di Gelli nelriciclaggio di denaro sporco e di droga. Mi chiedo altresì sealla luce degli ultimi fatti si possa eventualmente avere lapossibilità di compiere nuovi accertamenti su Gelli, che,messo in libertà da alcuni togati, dovrebbe essere morto dasei anni, e invece gira comodamente ed impunemente sottoscorta, dagli alberghi delle Dolomiti alle spiagge delleisole; inoltre potrà andare facilmente anche all'estero,sicuro e garantito perché protetto da poliziotti! Se sidebbono accertare i suoi movimenti, allora i controlli venganoalmeno fatti da lontano, senza cioè mettere in pericolo deipoliziotti! Per quanto riguarda la signora Mazza, mi rivolgo alladottoressa De Simone. Questa signora è stata avvicinataall'asse del Brenta, dove la mafia e la camorra sono già fortie dove l'anno scorso (e precisamente a Vicenza) è stato

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arrestato un latitante che girava impunemente tra nord e sudsenza mai essere fermato. E' quindi inutile dire di volermandare la signora Mazza in un posto in cui non vi èl'inquinamento mafioso. La mafia è presente! Per tali motivinon riesco a capire come il questore di Napoli si possapermettere di inviare la Mazza a Codogné di Treviso quando a50 chilometri c'è già l'altra mafia e quando l'autostradapassa ad 8 chilometri da quel comune. La garanzia che lasignora Mazza sarebbe rimasta isolata risulta vanificata dalfatto che essa ha tutto a portata di mano. Vorrei infine sapere dalla dottoressa De Simone se siavero quanto è emerso da una telefonata ricevuta da persone diCastellammare di Stabia, e cioè se i bastonatori di Gavaabbiano garantito l'elezione di Flaminio Piccoli, parlamentareproveniente dalla regione Trentino-Alto Adige. Vorrei cioèsapere se sia stata segnalata la presenza di bastonatori almomento delle elezioni. Una signora di Castellammare di Stabiami ha telefonato Pag. 1972a Trento, alla sede della Lega Nord, dicendomi: &quot;E' inutileche voi della Lega facciate i furbi, perché a questo FlaminioPiccoli, partito da Trento ed eletto a Castellammare diStabia, i bastonatori di Gava hanno garantito l'elezione alSenato&quot;. PAOLO CABRAS. Era una soddisfazione per la Lega Nordavere Piccoli eletto al sud! ERMINIO ENZO BOSO. A me interessa che una persona ricevail voto perché la gente è convinta e non perché sia statabastonata e ridotta alla fame! UMBERTO RANIERI. Nel ringraziare i magistrati delledirezioni distrettuali antimafia di Napoli e Salerno, vorreiesporre alcune brevi considerazioni. Ritengo che questi incontri avranno una particolareefficacia se, sulla base dell'esperienza delle direzionidistrettuali antimafia di Napoli e di Salerno, potrannoricevere un arricchimento la ricerca e il lavoro legislativodel Parlamento volti ad affinare gli strumenti utili allalotta contro i fenomeni criminali in punti nevralgici comeNapoli e la Campania, e se anche i problemi relativi alsuperamento di inadeguatezze della normativa - come è statoqui detto - saranno affrontati dal Parlamento. Nel ricostruire i fenomeni criminali nel napoletano e inCampania, la riflessione si concentra sulle modificheintervenute, sul salto di qualità - come viene definito - chesi è prodotto nei caratteri e nei traffici della criminalità,nel corso degli anni ottanta. Molti riconducono ai mutamentiintervenuti anche la sconfitta della camorra che siorganizzava intorno al ruolo e alla figura di Cutolo. Imutamenti sono quelli qui ricordati: un'espansionedell'attività criminale in nuovi settori e soprattutto unautilizzazione di capitali provenienti da traffici illeciti inattività economiche, nell'edilizia e, in particolare, in

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attività commerciali e finanziarie (accompagnate daldiffondersi inaudito di fenomeni di usura). Vorrei sapere quale è la vostra valutazione circa le fontifondamentali della forza finanziaria di una tale criminalità.Certo gli appalti, con l'accaparrarsi di parte delle ingentirisorse pubbliche destinate nel corso di questo decennio aquei territori, grazie a connivenze e contiguità con fenomenicriminali di settori della politica e delle istituzioni.Tuttavia mi chiedo se la grande fonte dei profitti non siacostituita, anche in quella parte d'Italia, dal traffico delladroga. Probabilmente intorno a questo traffico la criminalitàricava il grosso dei propri introiti. In ogni caso il problemache avverto è il seguente: quali innovazioni legislative,quali nuovi strumenti investigativi e repressivi si impongonoper spezzare (sulla base dell'esperienza da voi compiuta inquella realtà) il circuito che porta profitti derivanti daattività illecite, in particolare dal traffico della droga, lariconversione in attività economiche finanziarie? In praticadi quali strumenti legislativi nuovi si avverte la necessitàper intervenire su questa che mi sembra la connessione piùgrave? Un'altra questione che intendo trattare (probabilmentequesta considerazione va al di là dell'oggetto della nostradiscussione, tuttavia mi sembra importante) riguarda ildegrado ambientale. Ritengo che i nostri ospiti concordino nelritenere che il degrado in cui versano Napoli e l'areanapoletana favorisca la maturazione e la diffusione delleorganizzazioni criminali ed in particolare il reclutamento deigiovani. Sono dell'avviso che il grande problema delParlamento sia quello di arrestare il tracollo civiledell'area napoletana che favorisce la diffusione dei fenomenicriminali. Un tracollo civile che è la risultante di piùfattori: il disastro delle classi dirigenti, travolte dagliscandali e dalla corruzione, ma anche il disastro urbanisticoe la profondità della crisi delle &quot;esperienze educative&quot;. Michiedo se su alcuni punti non sia possibile intervenire. Peresempio, nell'inferno metropolitano di Napoli è accaduto unasorta di miracolo (almeno a me è parso tale) legato allaricostruzione. Pag. 1973I guai della ricostruzione sono ben noti, ma vi è un puntoche vorrei sottolineare. Soprattutto nelle periferie, le piùinvestite dai fenomeni criminali e dalle pratiche malavitose,sono state costruite, con investimenti di decine, centinaia dimiliardi, infrastrutture pubbliche quali scuole, centrisportivi, biblioteche. Può darsi che la mia sia un'ingenuità aparlar di ciò, con tanti guai che vi sono, però è pur vero chetali strutture non sono utilizzate da anni, anzi sono statedel tutto devastate, abbandonate, distrutte. Come è possibileche ciò sia accaduto nel silenzio di tutti? Vi è qualchepossibilità di intervento? L'ultima questione che intendo trattare riguarda la

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necessità (e questo è compito del Parlamento e del nuovoGoverno) di isolare alcuni punti sui quali è necessario unintervento del Governo per quanto riguarda lo stato dellestrutture giudiziarie a Napoli. Sono state ricordare lecondizioni in cui versa il palazzo di giustizia (si tratta diuna storia infinita), ed il dottor Mancuso ci ha parlato dellecondizioni di svolgimento dell'attività giudiziaria a Napoli.Domando se sia possibile isolare alcuni punti in modo che ilGoverno possa adottare misure straordinarie per intervenire emigliorare la situazione nel volgere di alcuni mesi. Infine,personalmente mi sono sempre chiesto (anche se soperfettamente quanto elevato sia il prezzo che pagano le forzedell'ordine; in questi giorni due poliziotti sono rimastiuccisi) come mai nell'area napoletana (sono stati ricordatitre quartieri di Napoli, ma altri se ne potrebbero ricordare)vi sia una insufficiente presenza delle forze dell'ordine.Ricordo che in alcuni quartieri di Napoli sono avvenutiscontri a colpi di bombe a mano tra i diversi clan; miriferisco ad esempio al quartiere di Secondigliano. Forse unapresenza più assidua e continua delle forze dell'ordinepotrebbe migliorare il clima. PRESIDENTE. Alcuni parlamentari si sono allontanati,rinunciando così alla risposta. In questo momento sonopresenti gli onorevoli Cappuzzo, Tripodi, Taradash, Ranieri,Ferrauto e Biscardi. Se potete sinteticamente rispondere allequestioni poste, visto che comunque ci rivedremo a Napoli ed aSalerno... ENNIO BONADIES, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno. Ritengo che perrispondere ad alcune delle domande poste dai commissari sianecessario procedere in seduta segreta. PRESIDENTE. D'accordo. ERMANNO ADDESSO, Procuratore distrettuale antimafiadella Repubblica di Salerno. Per la direzione distrettualeantimafia di Salerno risponderanno i colleghi Greco eBonadies. Vorrei dire al senatore Boso che non mi risultaalunché sulla società Cogema. PRESIDENTE. Questo lo immaginavamo, nel senso che... ALFREDO GRECO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Salerno. Signor presidente,chiedo di procedere in seduta segreta e la mia richiesta hasolo uno scopo cautelare. PRESIDENTE. Procediamo in seduta segreta. Dispongo ladisattivazione del circuito audiovisivo interno. (La Commissione procede in seduta segreta). PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori in sedutapubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivointerno. ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Desiderobrevemente accennare a vari argomenti. Successivamente icolleghi Mancuso e Fumo approfondiranno altri specifici punti.

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Per quanto riguarda la questione evidenziata dal senatoreCappuzzo, direi che egli ha messo il dito nella piaga facendo Pag. 1974riferimento all'importanza del contrasto dellamicrocriminalità. Mai come negli ultimi tempi, infatti, suspecifici punti si è evidenziato un collegamento fondamentalecome influsso economico dalla micro alla macrocriminalità. Non faccio riferimento soltanto al fenomeno delcontrabbando, attualmente in riduzione rispetto al passato, masoprattutto al problema dei marchi contraffatti, dellevideocassette contraffatte, delle musicassette contraffatte.Purtroppo, Napoli è ridotta ad una vera e propriacompravendita di illegalità. Ad ogni angolo di strada abbiamocontrabbando di sigarette, vendita di prodotti con marchicontraffatti, vendita in grandissima quantità, anche inesercizi commerciali di grande rilievo esterno e quindi dilusso, di videocassette e musicassette registrate. Si trattadi un fenomeno unico nel campo nazionale. Ho potutoverificarlo con amici e colleghi di varie regioni d'Italia. E' importante mettere in luce in questo momento la gravitàdi questo fenomeno, perché si è evidenziato come il fenomenodelle videocassette e delle musicassette registrate facciacapo ad un clan di Secondigliano, il clan Lorusso che, construtture del valore di varie centinaia di milioni, operastabilmente nella contraffazione di questi prodotti. Questo èuno di quei clan di cui si diceva circa la costituzione diquel cartello che si propone di dominare la metropoli e lezone vicine. Perché questo non è avvenuto? Probabilmente negli ultimitempi c'è una maggiore attenzione verso la macrocriminalità.Ma vi è stata anche una prospettiva di lasciar fare,consciamente o inconsciamente, in alcuni casi consciamente, invirtù delle conseguenze economiche che un intervento massivoin tali campi comporterebbe. Io direi che questa ottica,inaccettabile in passato, è inaccettabile anche adesso; ma sequalcuno sposa questa ottica, non ci si deve meravigliare se,anche con riferimento alle indagini di Milano, qualcuno sistraccia le vesti per le conseguenze economiche che questaindagine comporta. Per quanto attiene, poi, ai riferimenti fattidall'onorevole Taradash circa la divisione delle percentualidi accumulazione illecita tra politica e camorra, direi chenon si può effettuare una specifica quantificazione. Questo,non perché di volta in volta non si abbiano dati specifici, maperché spesso sui due piatti della bilancia vi sono valoridiversi, perché il politico corrotto dalla collusione conl'imprenditore e con la camorra si prospetta un illecitoarricchimento non soltanto in termini direttamente monetari,ma anche in termini di voto, mentre la camorra si prospetta unarricchimento in termini estremamente diretti sia in denarosia in termini di partecipazione diretta all'appalto, inquanto l'imprenditore che viene favorito è quantomeno un

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fiancheggiatore della camorra. PRESIDENTE. Anche in prestigio e in peso nellacollettività. ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. E' stato fattoriferimento al problema della latitanza di D'Alessandro e diImparato. Posso testimoniare insieme al collega Zuccarelli,con il quale mi sono interessato di queste indagini, che neiconfronti del clan D'Alessandro e del clan Imparato vi è, nonda breve tempo, un notevolissimo interesse da parte delleforze dell'ordine, polizia e carabinieri, con un'azione dicontrasto che è stata veramente pregnante e che negli ultimitempi ha consentito di pervenire al tentativo di arresto, poisfociato nel conflitto a fuoco con l'Imparato, attraverso unapenetrante attività di intelligence, che ha consentito,tramite riprese filmate, intercettazioni telefoniche a tappetoe mirate nei confronti dei fiancheggiatori metropolitanidell'Imparato, di pervenire all'individuazione dei covi, difilmare i personaggi (anche professionisti veri e propri) chedi volta in volta lo favorivano e di arrivare all'arresto. Per quanto riguarda l'irreperibilità di D'Alessandro, cheha fatto seguito alla scarcerazione: D'Alessandro, una volta Pag. 1975scarcerato, è stato seguito dalle forze dell'ordine,carabinieri e polizia, soprattutto per cercare di evitarne lairreperibilità e in secondo luogo per vedere chi del clan siportasse al carcere per recuperarlo e quindi fornirgliun'attività di scorta fino all'abitazione. Sono state disposteintercettazioni telefoniche e installate microspie primaancora che D'Alessandro arrivasse nella sua abitazione;purtroppo nel giro di due giorni, chissà come, sono statescoperte (i telefoni sono stati staccati e le microspie sonostate eliminate). Ciò dimostra le collusioni di altissimolivello di cui godono tali personaggi, collusioni peraltropienamente equivalenti all'enorme peso economico-criminale diquesti personaggi. PRESIDENTE. Le intercettazioni erano nell'abitazione? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sì,nell'abitazione. Direi che quello della scoperta delle intercettazioni è unfenomeno che purtroppo si ripete non di rado nei processi... PAOLO CABRAS. Sul provvedimento di concessione degliarresti domiciliari è in corso un'indagine? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Di questoparlerà il collega Mancuso. In riferimento ad altri processi, faccio l'esempio di unricovero di latitanti del clan Gionta di Torre Annunziata nelquale sono state trovate utenze di società concessionariedella SIP che operano nel campo della telefonia, piùprecisamente l'utenza di un ufficio che è in grado,

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nell'ambito di queste società concessionarie, tramite ilrilievo delle frequenze telefoniche, di verificare se undeterminato apparato sia sottoposto o meno ad intercettazione.Purtroppo anche questo è un fenomeno che si verifica. Si è poi parlato dei comitati d'affari. Certo il fenomenonon può essere generalizzato, ma quando si riesce, attraversole intercettazioni telefoniche o i collaboratori, a romperel'omertà (mi riferisco al processo alla USL 35 in corso a SanGiorgio a Cremano, trattato dal collega Roberti qui presente),si evidenzia l'esistenza di questi comitati d'affari. In unprocesso che sto trattando, sempre con riferimento a SanGiorgio a Cremano, si è .evidenziata la figuradell'imprenditore locale, il quale &quot;ammanigliato&quot; con politicie camorristi locali, ma privo di qualsiasi specificaprofessionalità imprenditoriale, con riferimento ad appalti dinotevole entità e capacità professionale, si rivolge allagrossa impresa metropolitana, si associa con la stessa al 50per cento senza fornire alcun contributo concreto, recuperandoanzi dall'impresa stessa i capitali, i mezzi e il personale estranamente vince l'appalto. Quando poi il funzionariodell'amministrazione fa resistenza all'esecuzione dell'appaltoperché intravede illeciti amministrativi, questi subisce dueattentati incendiari che da un collaboratore della giustiziavengono riferiti all'organizzazione che è alle spalle diquesta fattispecie (si tratta di dichiarazioni riscontrate cuiha fatto seguito anche l'emissione di misure cautelari neiconfronti degli esecutori dell'attentato). E' stato poi chiesto se vi sia la possibilità diindividuare strumenti investigativi nuovi per spezzare ilcircuito. E' ovvio che sarebbe sufficiente che quelliesistenti funzionassero per ottenere un miglioramento, maqualcosa ancora si può fare. Rileviamo ancora una scarsissimacollaborazione da parte delle banche nel rispondere allenostre richieste di acquisizione di documentazione bancaria,che sono molto più importanti dei sequestri perché talirichieste possono essere effettuata in maniera generica egeneralizzata. PRESIDENTE. Si riferisce a tutte le banche o a qualcunain particolare? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. A tutte lebanche, perché Pag. 1976nessuna risponde con l'immediatezza e l'urgenza necessarie.Con il passare del tempo cominciano ad arrivare risposte, mavi sono banche che a distanza di mesi non rispondono. In unmio processo è accaduto un caso assolutamente eclatante: seibanche non hanno risposto alle nostre richieste, mastranamente si è verificato che il personaggio interessatodalle indagini bancarie - si tratta, ripeto, della richiestadi acquisizione di documenti bancari che non presuppone alcunainformazione di garanzia - si è presentato ed ha

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spontaneamente ammesso una truffa ai danni dello Stato, di cuigli assegni in compartecipazione con l'associazionecamorristica costituivano prova, per il valore di 5 miliardi.Ciò sta a significare che il direttore di banca non ci haconsegnato gli assegni ma ha avvisato l'imprenditore inquestione il quale, senza informazione di garanzia e senzaalcuna notizia del fatto che fosse indagato, ha confessato unafalsa fatturazione di 5 miliardi. PRESIDENTE. Si tratta di banche nazionali o banchelocali? ARMANDO DALTERIO, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Banche locali. Sarebbe quindi necessario uno strumento che consentisse disanzionare penalmente questi comportamenti. Ho incriminato isei direttori di banca per favoreggiamento, anche se non socon quali prospettive di successo in sede giudiziaria (in sedeinvestigativa il fenomeno non poteva passare sotto silenzio). MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Vorrei aggiungere alcuneconsiderazioni a proposito della microcriminalità.Innanzitutto occorre far riferimento anche a un datoculturale: credo che in terre di economia disastrata, nonparlo solo di Napoli ma dell'intero Mezzogiorno, vi sia unfenomeno di tolleranza verso l'economia illegale. Questofenomeno è evidente e riguarda addirittura gli stessiappartenenti alle forze dell'ordine, come tutti sappiamo.Dobbiamo allora anche chiederci dove passi il confine traun'attività puramente e semplicemente illegale e una attivitàche definirei microcriminale. Il contrabbando di tabacco èovviamente un'attività microcriminale, però viene trattatacome se fosse una semplice attività illegale; l'abusivismoedilizio è un'attività microcriminale, a volte anchemacrocriminale, ma viene anch'essa trattata come se fossesemplicemente un'attività illegale. A mio avviso occorreconsiderare che questa economia illegale comunque risponde aun bisogno della gente (sappiamo tutti quali ne siano leragioni); riesce allora veramente difficile far cambiaredirezione a comportamenti di tolleranza che secondo me trovanofondamento in questo atteggiamento diffuso anche nelle stesseforze dell'ordine. Vi è un ultimo aspetto che vorrei sottolineare. Se siamopartiti dal presupposto che in un determinato territorio,controllato da una associazione criminosa, tutte le attivitàin qualche maniera sono controllate, è ovvio che anchel'attività microcriminale o semplicemente illegale ècontrollata. Pertanto non si possono adottare due pesi e duemisure nei confronti della microcriminalità perché questa nonè mai un'attività che si svolge separata dal controllo di chisu quel territorio esercita il suo predominio macrocriminale. L'onorevole Biscardi ha chiesto se la camorra sia o menoun fenomeno ancora frammentario ed ha fatto riferimento alconcetto di federazione. Più che di federazione fino ad oggi

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parlerei di alleanze tra i vari clan che si rovesciano e simodificano con grande rapidità, dando ovviamente luogo aconflitti anche imprevedibili e molto sanguinosi e rendendoquanto mai difficili le indagini. E' vero tuttavia, come hannogià accennato i colleghi, che è in atto un fenomeno diaggregazione intorno ad un unico polo predominante, ma misembra che questo sia un fenomeno abbastanza recente. Pag. 1977Credo pertanto che permanga il carattere dellaframmentarietà. Ritengo in questo modo di aver risposto in parte anche aduna domanda, posta tra il retorico e il provocatorio,dall'onorevole Ferrauto che ha affermato che la camorra non èpoi un fenomeno così grave come la mafia, visto che persino ivigili urbani si associano alla camorra. Non so come debbaessere valutata la gravità di un fenomeno del genere, peròquando un fenomeno provoca in un anno centinaia di morti,secondo me è gravissimo. Se anche vigili urbani, come di fattosuccede, sono associati alla camorra, vuol dire che questaorganizzazione ha una capacità di penetrazione e diramificazione anche nelle istituzioni che sono più a contattocon la gente che credo dovrebbe farci rizzare le antenne. Sono state poi poste alcune domande chiaramente retoriche;in particolare è stato chiesto se i ritardi nelle indaginisono dovuti a carenza di mezzi - la risposta è ovvia - e sesia vero che la camorra stia acquistando imprese nel nord. Mirisulta direttamente che ciò sia verissimo in Piemonte e inEmilia. A proposito delle infiltrazioni nelle istituzioni, più diun collaboratore di giustizia ha fatto riferimento afunzionari delle strutture giudiziarie (tribunali, procure)che passano notizie, informazioni, fotocopiano atti e cosìvia. Per quanto mi risulta direttamente, purtroppo, non è maistato possibile identificare queste persone perché icollaboratori non hanno saputo o voluto dare indicazionisufficienti per arrivare alla loro identificazione. Il senatore Ranieri ha parlato di strutture (credo siriferisse a quelle edilizie) abbandonate nelle periferie, chesi vanno sempre più degradando. Consentitemi a questo punto difare una battuta: abbiamo un esempio veramente scandaloso aNapoli, quello del nuovo palazzo di giustizia che non so daquanti anni sta lì, da molti credo... PRESIDENTE. Quello autoincendiatosi? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, però si è incendiatauna torre, poi ce ne sono altre due e c'è un corpo orizzontaleche è ancora lì. Non ho mai visto l'edificio all'interno macredo si stia deteriorando per incuria. Qualcosa bisognerebbepur fare ma prima ancora vorremmo capire quale sia il soggettoche deve agire in tale direzione. Vorrei infine approfittare di questa audizione persegnalare che a Napoli da due mesi non si celebrano

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dibattimenti e questo è un fatto gravissimo. PRESIDENTE. Perché accade? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Perché vi è l'astensionedegli avvocati i quali protestano, secondo me a ragione,perché non è assicurata la stenotipia che, come tuttisappiamo, è prevista dal codice e per la quale sembra (maanche in questo caso la carenza di informazioni precise non ciconsente di avere un'opinione altrettanto precisa) che ilMinistero abbia stanziato una cifra insufficiente e che iresponsabili in sede locale abbiano ritenuto fosse riferita adun anno mentre altri ritengono sia per un trimestre. Vi è,insomma, una situazione di incertezza la cui conseguenza è laparalisi. Pare che alla fine sia stato firmato un contratto,contenente però clausole talmente restrittive da rendere inpratica ancora non attuabile l'uso della stenotipia. Si èdetto che essa dovrebbe essere usata soltanto nei casi dicomprovata eccezionalità su richiesta del difensore (non si saperché non anche del pubblico ministero e non anche suiniziativa del giudice) con preavviso di un mese alla dittache deve garantire il servizio. Inoltre - lo sottolineo - nonè stata neppure prevista una norma transitoria, il chesignifica che da oggi, data di firma del contratto, fino atrenta giorni non si può celebrare alcun processo perché laditta non avrebbe il mese di preavviso. Pag. 1978 PRESIDENTE. Poiché una delegazione della Commissione sirecherà a Torino ed Aosta per verificare alcuni insediamentidi carattere mafioso e lei, dottor Fumo, ha parlato diinvestimenti in Piemonte, le è possibile fornire qualcheelemento in più sull'area? MAURIZIO FUMO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. No, mi dispiace. LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Vorrei fare un brevissimoflash rispondendo alla domanda posta dal senatore Ranierirelativa al riciclaggio, di cui si è molto parlato. Chiedo chela prossima audizione che si terrà a Napoli affronti inmaniera molto seria questo problema perché in materia dinormativa antiriciclaggio, di cui tutti ci riempiamo la bocca,credo non abbia dato risultati concreti. Mi riferisco inparticolare all'articolo 648-ter del codice penale. Dopoun iniziale successo abbiamo discusso, in senso buono, delricorso all'articolo 12-quinquies della legge n. 356 del1992, perché portava ai risultati, cui si riferiva il collegaFumo, dei sequestri di cavalli da corsa gestiti da un ufficiodi pubblico ministero che è impensabile possa gestirli, perchésappiamo in quale condizioni lavoriamo. PRESIDENTE. Poiché in altre aree (per esempio Palermo)invece vi è un intenso uso dell'articolo 12-quinquies,come si regolano lì? LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzione

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distrettuale antimafia di Napoli. Forse in altre sedi o inaltre città si sequestrano solo appartamenti, noi invecesequestriamo parecchie società, quindi preferiamo - e suquesto siamo in grande sintonia - ricorrere alle misure diprevenzione. Potremmo però in una prossima occasione discutereanche sulla necessità di riconsiderare il sequestro previstodall'articolo 416-bis, che poi è stato tolto; tutto èpassato in sede di prevenzione, per poi ritornare conl'articolo 12-quinquies che non ho capito a chi poidoveva far piacere, e i cui risultati... PRESIDENTE. Invertendo l'onere della prova, doveva farpiacere a voi... PAOLO CABRAS. Con tutto il rispetto, nella magistraturavi è una sorta di resistenza culturale, di cui abbiamodiscusso altre volte... LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Ci facciamo carico diqueste resistenze, ci facciamo cioè carico di provare anche insede processuale... PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Era una prova diresistenza con la Corte costituzionale. LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Al contrario. PRESIDENTE. Ma la questione non è già stata affrontata erespinta? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Non nella formaprincipale... LUIGI GAY, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. E' stato affrontato poiil discorso del degrado ambientale. Ebbene, nel 1989 fu fattaun'indagine su tutta la zona di Licola: chiedo al senatoreRanieri di andare a verificare cosa accada in quella zona,dove si è scoperto una situazione di illegalità paurosa.Parliamo di una delle zone delle quali sappiamo meno. Sitratta di terreni dell'associazione ex combattenti,stranamente finiti in mano a determinate persone che se nesono impadronite: centinaia di migliaia di metri quadrati diterreno adibiti a campeggi, a spiagge abusive ed a ristoranti,anch'essi costruiti abusivamente. Pag. 1979 Noi ci facciamo carico di queste situazioni: mi paretuttavia che a livello regionale si sia fatto ben poco perrimediare ad una situazione incredibile. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Cercherò di risponderealle domande che non sono state trattate dai colleghi e miscuso, anche in considerazione dell'ora tarda, se sarò ancorpiù frammentario di quanto sia stato nel mio primo intervento.Il senatore Boso non è presente in questo momento; credotuttavia che parlare di &quot;amarezza dei magistrati che esplode

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soltanto ora&quot; sia stata evidentemente una provocazione. Credoche al riguardo il nostro pensiero sia già stato chiarito dalcollega Greco. Noi riteniamo che non solo la magistratura maanche alcune forze di polizia abbiano subìto pesantissimicondizionamenti. Quanto a stabilire se tali condizionamentisiano stati volontari o preordinati, ciò rientra in unavalutazione che è soprattutto di ordine politico inriferimento alla quale, almeno fino a questo momento ed inconsiderazione dello stato delle indagini, non abbiamoelementi e capacità, sul piano giudiziario, per esprimerci.Sta di fatto che da anni sono state elevate sollecitazioni eproteste, sono state scritte lettere e documenti (negli anniscorsi abbiamo ricevuto presso la procura di Napoli la visitadella Commissione antimafia ed abbiamo condotto insieme studied approfondimenti sulle possibili soluzioni) ma nessuna -dico nessuna - delle possibili soluzioni individuate è stataportata avanti. Oltre che provare vergogna (come diceva ilcollega Greco), siamo anche un po' stanchi di stracciarci levesti. Per quanto riguarda il tema delle fonti della forzafinanziaria, posto dai senatori Ranieri e Biscardi edall'onorevole Taradash, credo che la fonte siasostanzialmente una: il controllo di qualsiasi attività,lecita od illecita, che si svolge sul territorio. Le attivitàpossono essere di tipo commerciale (apertura di nuovi centricommerciali e di negozi) o possono consistere nellarealizzazione, abusiva o lecita, di immobili, in concessioni,gioco del lotto, usura. Le attività, insomma, sono le piùvarie. Sta di fatto che esse scontano necessariamentel'intervento pulsante dell'organizzazione che controlla ilterritorio: è in questo modo che avviene il controllo delterritorio e si realizza il profitto. Uno studio condotto da Pino Arlacchi sostiene che il 50per cento dei proventi conseguiti dalle organizzazionicamorristiche deriva da attività lecite: credo che questo siapossibile. Uno studio del CESPE quantificava in 5 milamiliardi annui il reddito di Carmine Alfieri e della suaorganizzazione: non so se tale quantificazione sia esattaanche perché da questo punto di vista siamo un po' miopi,riusciamo a guardare vicino ma ci è più difficile guardarelontano (del resto, si tratta probabilmente di un compito chespetta ad altri). Tuttavia, facendo alcuni conti sulla base diqueste grandi approssimazioni, è facile intuire quale sia ladimensione del fenomeno, da dove provenga e chi paghi questodenaro. Quando si dice che l'organizzazione camorristica è insostanza sotto il controllo di Cosa nostra, credo si facciauna affermazione sbagliata sia dal punto di vista dellaricostruzione logica del fenomeno (che è caratterizzato daun'assoluta autonomia ed originalità di interventonell'individuazione di alcune forme di grossa pressione neiconfronti dei momenti istituzionali e, in particolare, di

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alcuni partiti politici) sia in considerazione dei fatti. Voiavete ascoltato Mutolo. Quest'ultimo, dopo aver a lungoparlato del collegamento tra Cosa nostra e la camorra deglianni ottanta, quando si è trattato di affrontare il tema dellacamorra attuale si è fermato, ha chiesto tempo ed ha affermatoche l'organizzazione campana (in questo momento, inparticolare, quella di Alfieri e di Licciardi) ha la forza ela potenza economica e di fuoco che Cosa nostra aveva neiprimi anni ottanta e trae i suoi maggiori arricchimenti(quelli che Cosa nostra traeva dal traffico dell'eroina) dagliappalti Pag. 1980 e dalle infiltrazioni nel potere politico locale. Credo chetale risposta ci fornisca la chiave di lettura per comprenderecosa sia la camorra. Ho voluto citare solo quest'esempioperché voi avete ascoltato Mutolo e perché ritengo che, anchedata l'ora, il riferimento a questa persona possa consentirmidi esprimere il concetto in modo più sintetico. Sta di fattoche questa è la chiave di lettura in base alla quale oggi deveessere affrontato il problema della camorra. Quanto alle forze dell'ordine e all'attività di contrasto,si tratta di un tema che richiederebbe un discorso a parte,molto approfondito. E' importante la specializzazione delleforze dell'ordine con riguardo sia al contrasto da opporrealle forme che la criminalità organizzata sta attualmenteassumendo sia al fenomeno del controllo vasto e quantitativodel territorio che comporta una moltiplicazione dei soggettiche dovrebbero intervenire. Credo che vadano individuati -come hanno già detto i senatori Biscardi e Ranieri - strumentinuovi di indagine. Da questo punto di vista (si tratta di un&quot;pallino&quot; che ho da molti anni), credo che vi sia una serie diforze altamente qualificate all'interno delle strutturestatali che oggi è sacrificata e che invece potrebbe essere divalidissimo aiuto per le indagini. Penso a professionalità cheoperano all'interno dei ministeri per il Mezzogiorno,dell'agricoltura, del bilancio, dell'industria e, ovviamente,soprattutto del Ministero del tesoro, senza parlare dellaBanca d'Italia per la quale dovrebbero essere formulatevalutazioni a parte. E' stato fatto riferimento al dibattitosulla legge antiriciclaggio: in quell'occasione vi è stata unaforte opposizione da parte della Banca d'Italia allacentralizzazione ed alla acquisibilità dei dati, opposizioneche ha portato a svuotare la capacità di indagine suimovimenti finanziari e sulla loro leggibilità come dato disintesi. PRESIDENTE. Mi scusi, se la interrompo: in realtà, erail tesoro che si opponeva, non la Banca d'Italia. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. A noi risultava che vifosse sostanzialmente un intervento degli istituti più fortidi cui si è fatto interprete la Banca d'Italia. Se ilpresidente mi dice che non è così...

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PRESIDENTE. Lo dico in base ai lavori parlamentari.Penso, per esempio, a quello strano centro nazionale pressol'ufficio italiano cambi: mentre il ministro Scotti insistevaperché ci fosse, il ministro Carli si opponeva. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Probabilmente,identificavo l'opinione del ministro Carli con quella dellaBanca d'Italia. PRESIDENTE. Ma Ciampi era d'accordo. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Ciò che volevo dire è chequesti strumenti nuovi vanno attivati. Noi, per esempio,abbiamo scarsissima disponibilità di consulenti in attività diindagine, che pure queste strutture potrebbero offrirci e chenon troviamo invece disponibili sul territorio. Infatti,collaborare con noi significa per un professionista espungersidal mercato ed emarginarsi automaticamente dalla propriaattività professionale. Collaborando con noi, ilprofessionista diventa inaffidabile e perde la propriaclientela in modo verticale: diventa sostanzialmente uncollaborante, un soggetto che passa dall'altra parte dellabarricata... PRESIDENTE. Senza peraltro ricevere alcunacontropartita! PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, con scarsissimecontropartite, salvo a considerare le minacce, le blindature,le famiglie che vivono in condizioni disastrate. Pag. 1981 Quanto alle domande poste dal senatore Cabras, vorrei farpresente che le misure di prevenzione che hanno colpitoGalasso possono essere riferite a due procedimenti. Una primavolta il sequestro riguardò tutte le attività di Galassoconosciute nel napoletano. Al termine del procedimento diprevenzione (credo che fosse il 1987), il tribunale dispose larestituzione dei beni ma sottopose Galasso alle misurepersonali. Successivamente, la corte d'appello confermò taledato e credo che anche su questo vi siano indagini in corso daparte della procura distrettuale di Salerno. La Corte dicassazione ha poi annullato la sentenza, per cui attualmente,a due anni di distanza da quella fase... Il senatore Cabrasricorderà che vi è stato un approfondimento sui tempi dellacorte d'appello in ordine alle misure di prevenzione ed anchesu questo punto vi è un'indagine della procura distrettuale diSalerno. E' intervenuta inoltre un'ulteriore misura diprevenzione che ha riproposto il sequestro dei beni a caricodel Galasso con riferimento a tutto quello che non avevacostituito oggetto del primo sequestro, misura attualmente infase di discussione. Ovviamente, si porrà il problemadell'attualità della pericolosità del Galasso rispetto aquesta situazione: poiché la patrimoniale è legata allapersonale, ove cadesse la pericolosità non potremmo arrivare

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alla confisca dei beni. Per quanto riguarda il caso Cirillo, vorrei premettere cheil gruppo di colleghi che si sta occupando della relativaindagine non ha assolutamente inteso &quot;riaprire il caso&quot;, comepure qualcuno ha voluto affermare. Noi stiamo affrontando undiverso scenario, cioè quello di un'organizzazionecamorristica (l'organizzazione di Carmine Alfieri, non quelladi Raffaele Cutolo) che, attraverso l'omicidio di VincenzoCasillo, recupera l'alleanza di settori delle imprese e dellapolitica che precedentemente erano legati a Raffaele Cutolo.Ricordo che l'omicidio Casillo è avvenuto nel 1982(Commenti del senatore Cabras). Mi scusi, ma noidobbiamo ricordare un processo importante che Raffaele Cutoloe la sua organizzazione, insieme a Pazienza, hanno subìto adAvellino. Mi dispiace che non sia presente il senatore Boso:il processo riguardava la Volani di Rovereto e, piùspecificamente, cointeressenza dell'organizzazione cutolianacon imprese impegnate nella ricostruzione per la fornitura diprefabbricati leggeri. Pertanto, non dobbiamo sottovalutarel'importanza di Raffaele Cutolo la cui organizzazione, nel1981, era al suo più alto livello di potere, tanto che aquell'epoca Carmine Alfieri non era in grado di effettuare unasola estorsione nel nolano! Con lo scontro frontale con tuttele organizzazioni anticutoliane, Cutolo comincia a perderecolpi. Questo scontro trova il suo momento più alto - possiamodire il suo momento conclusivo - nel 1982, con l'omicidioCasillo. Da quel momento in poi - mi riferisco al periododicembre 1982-gennaio 1983 - Cutolo perde sostanzialmente ilproprio potere. PRESIDENTE. A quando risale il sequestro Cirillo? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. E' durato dall'aprile algiugno del 1981. Con l'omicidio Casillo, Carmine Alfieriacquista la leadership dell'organizzazione camorristicacampana e l'alleanza di quei pezzi dell'imprenditoria e delpotere locale, istituzionale e politico, dapprima legati aCutolo. In tale scenario un ruolo a parte è svolto daNuvoletta, il quale opera una forma di mediazione (o, aseconda dei punti di vista, di ipocrisia) perché ha unreferente in Cosa nostra ed un altro nei medesimi gruppiimprenditoriali e politici collegati a Cutolo, tanto che perquesta ragione non si scontra con Cutolo nonostante Cosanostra gli chieda di farlo. Questo è lo scenario di massima che ho tracciato, per direche il caso Cirillo lo stiamo solo sfiorando in questo senso. Quanto alla questione dei servizi, si tratta di unargomento che potrebbe essere affrontato in modo particolaredal collega Alemi, che sicuramente avrebbe molte cose da direal riguardo. Pag. 1982 Per quanto riguarda Poggiomarino e lo sviluppodell'istituto Settembrini, oggetto di nostre indagini molto

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attente (è stato proposto di sottoporre Boccia a misure diprevenzione)... PRESIDENTE. Chi è Boccia? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Si tratta di BocciaRaffaele Rosario, il proprietario del Settembrini. PRESIDENTE. E' una scuola privata? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. E' una scuola privatacolossale con ramificazioni in tutta Italia che si è diffusaenormemente in concomitanza con alcuni sequestri di personache avvenivano in Calabria e con grossi investimenti che ivifaceva, secondo l'ipotesi formulata in sede di proposta diapplicazione di misure di prevenzione, proprio PasqualeGalasso. PAOLO CABRAS. La misura di prevenzione non fu concessa? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. No, non fu concessa; èstata rigettata. Su questa non c'è l'indagine della procura diSalerno ... PRESIDENTE. Abbiamo fornito materia! PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Circa il problema diD'Alessandro a Spoleto, lo abbiamo posto in questi termininella richiesta di autorizzazione a procedere perché gli attirelativi a quella decisione sono giunti alla nostra attenzionesoltanto pochi giorni prima della richiesta di autorizzazione.Naturalmente stiamo indagando; nel caso in cui sorgesserosituazioni oscure di collusione, trasmetteremo gli atti allaprocura di Salerno. Mi premeva sottolineare un problema riguardante le misuredi prevenzione. Sappiamo da sempre che l'aver sottoposto amisura di prevenzione una ditta non significa assolutamenteaverne bloccato la capacità camorristica. Nel 1988, conl'arresto di Romano e Agizza (ero io giudice istruttore eallora vigeva l'articolo 24 della legge Rognoni-La Torre checonsentiva al giudice istruttore in costanza di processopenale di procedere al sequestro dei beni), sottoposi asequestro tutte le attività ricostruite immobiliari, mobiliaried imprenditoriali del gruppo, fra le quali anche ditte dipulizia oltre quelle del calcestruzzo. Il problema che si pose e che non trovava una soluzionenella normativa era il seguente: bisognava bloccare la ditta ofarla funzionare? Se bloccarla significava perderecompletamente l'occupazione e contrapporre l'apparatorepressivo dello Stato ad un interesse altrettanto forte,quale quello della conservazione del posto di lavoro di circa2.500 dipendenti, dall'altra parte c'era la necessità dicercare di salvaguardare il mercato dalle infiltrazionicamorristiche tipiche di queste aziende. Come imponeva lalegge, fu trovata la soluzione della sostituzione delrappresentante imprenditoriale ma in sostanza da parte

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dell'azienda non è stato mai espulso il proprio apparatodirettivo perché non era possibile: i dirigenti, spessofamiliari, conviventi o comunque persone di fiduciadell'imprenditore, non potevano essere licenziati. Questosignificava che sul mercato la ditta continuava ad agiresostanzialmente con le stesse dinamiche: per esempio, Romano,che voleva entrare con le sue forniture nella costruzionedella terza corsia dell'autostrada Roma-Napoli, ci riuscì dopouna serie di attentati dinamitardi vicino Teano. A questo punto occorre operare una scelta: o chiudiamoqueste Iditte ovvero dobbiamo riconoscere che non siamo ingrado di bloccarne la valenza camorristica e le dinamichecamorristiche all'interno Pag. 1983 del mercato. E' questa una scelta che a mio parere devecompiere il legislatore. PAOLO CABRAS. Concorrono anche ad appalti pubblici? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Certo, ma possono farlo,perché gli amministratori sono commercialisti o avvocatinominati dal tribunale. Perché non potrebbero concorrervi? Senon lo permettiamo, di fatto dobbiamo chiudere le ditte, ma intal caso dobbiamo dirlo chiaramente. E' una scelta difficile,in cui il magistrato non dovrebbe essere lasciato solo perchésono coinvolte responsabilità che il magistrato non puòassumere individualmente. PAOLO CABRAS. Quando le aziende escono dal mercato,Agizza e Romano, che non sono dei benefattori, le cedono. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Certo, addirittura leditte chiudono! PAOLO CABRAS. Non è possibile pensare che una ditta comeAgizza concorra agli appalti al tribunale di Santa Maria CapuaVetere. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Allora bisogna chiuderla! PAOLO CABRAS. Poi ci stracciamo le vesti se c'è ilsubappalto! PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sono d'accordo con lei mal'unico modo per bloccarla è farla chiudere! Allora diciamoche la ditta sequestrata smette di funzionare; però lo devedire il legislatore perché quando mi impone di sostituirel'imprenditore con un amministratore straordinario nominatodal tribunale o, prima, dal giudice istruttore, sembra cheaffermi una cosa diversa. Penso che la scelta debba esserediversa. Se il legislatore mi impone di chiudere una ditta, iolo faccio. PAOLO CABRAS. Quando è stato nominato l'amministratore? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sono stati nominatidiversi amministratori; i primi due furono nominati da me nel

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1988. MARIA VITTORIA DE SIMONE, Sostituto procuratore delladirezione distrettuale antimafia di Napoli. Sono tuttoragli stessi, anche se oggi le società sono confiscate, c'è ilgiudizio d'appello ed essi continuano ad operare comeamministratori. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Si tratta di uncommercialista e un avvocato, persone che noi riteniamo diassoluta... l'avvocato Sandulli ed il dottor Pascucci. Circa la domanda del senatore Cappuzzo sui comuniemblematici, credo che quelli più emblematici, dal punto divista della rappresentatività più forte del controllo di unterritorio, non siano stati colpiti... PRESIDENTE. Quali sono? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Parlo di Castellammare diStabia, Torre Annunziata, Nola, Pompei, Boscoreale,Boscotrecase, San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, sonotutti comuni in cui ogni attività è controllatadall'organizzazione camorristica. PRESIDENTE. Mi sembra che vi sia una differenzasostanziale tra Cosa nostra e la camorra, nel senso che laprima, per quanto siamo riusciti a capire fino ad ora, non hauna presenza così capillare all'interno delle amministrazionilocali; certamente Pag. 1984 le condiziona ma non a questo livello. Invece, sembra che lacamorra abbia un livello di presenza notevole, anche mediantele liste civiche, come qualcuno di voi ha spiegato. Secondovoi, perché quest'aspetto è connaturato alla struttura dellacamorra? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. La risposta è moltodifficile e la troverà nella richiesta di autorizzazione aprocedere. In particolare in quella richiesta sottendiamol'ipotesi di un'identificazione della rete clientelare delgrande politico e quindi della rappresentanza istituzionale,che fa capo a determinate correnti politiche all'interno dichi ha la rappresentanza o di correnti aventi il controllototale o della stragrande maggioranza di quei comuni, con leorganizzazioni mafiose. PRESIDENTE. Come si spiega l'assenza di omicidiparticolarmente &quot;vistosi&quot; da parte della camorra a differenzadi quanto è avvenuto per Cosa nostra? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. L'attivazione dellapolitica degli omicidi da parte di Cosa nostra (non è il miocampo ma mi sono fatto delle convinzioni) è frutto di unascelta di una componente di Cosa nostra che su questo versanterompe con le altre. Questa scelta non è stata mai fatta dalleorganizzazioni vincenti della camorra campana (di ciò le siamo

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grati!) ma forse è anche il segno di una mancatacontraddizione interna al potere di comandodell'organizzazione camorristica e degli snodi tra questa epotere locale. PRESIDENTE. Possono sviluppare la loro capacità diinfluenza, probabilmente, in maniera... PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. In maniera più forte, piùriconosciuta e più indiscussa perché forti e indiscussi sonole collusioni e i poteri di comando esercitati. PRESIDENTE. Forse anche perché sono composte da tantigruppi, ciascuno dei quali ha nel proprio territorio unacapacità di presenza e di potenza particolarmente radicata, adifferenza di quanto accade con una struttura di tipopiramidale, che lascia scoperti ... PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Dobbiamo dire però che inCampania esiste una situazione di potere piramidale, che ha inCarmine Alfieri per la provincia, in Licciardi per lametropoli e in Bidognetti e Schiavone per Caserta i massimivertici. PRESIDENTE. Non vi sono intese tra questi vertici? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sicuramente vi sono emolto forti; vi sono incontri periodici, spartizioni dialleanze; addirittura avvengono incontri e alleanze sulterreno degli affari anche fra gruppi in contrasto fra loro,come tra Nuvoletta e Alfieri. PRESIDENTE. Non c'è un'organizzazione stabile diincontri (una commissione, per capirci)? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Per quanto riguarda lesingole zone sì. Esiste un nucleo di comando all'interno delgruppo Alfieri e così via, poi i vertici si incontrano traloro. Per concludere, vorrei osservare che le illegittimitàamministrative di cui parlava il senatore Cappuzzo sono quelleche hanno consentito, data la loro enorme diffusione, lapenetrazione dell'organizzazione criminosa nelleamministrazioni pubbliche. Dov'è lo Stato? Credo che lo Statoci sia e sia anche forte ma è uno Stato profondamente illegalenelle sue Pag. 1985manifestazioni più significative. Se deve essere questo unoStato che deve prendere più forza, direi che possiamo ancherisparmiarcelo. PRESIDENTE. Cosa intende dire quando parla di uno Statoche ha manifestazioni illegali? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Penso alle articolazionisul territorio, alle USL, agli istituti di credito. Peresempio, la politica degli istituti di credito è stata di

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formidabile sostegno nei confronti dell'impresa camorristicaperché questa è un'impresa non a rischio dove i finanziamentisono soltanto ... PRESIDENTE. Intende riferirsi al potere pubblico inmaniera complessiva? PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Sì, sicuramente. Ritengoche la politica del credito in Campania sia uno degli elementifondamentali per capire da dove le organizzazionicamorristiche, che si inseriscono nell'impresa, traggano laloro forza e soprattutto la loro &quot;opacità&quot; rispetto alleindagini. PRESIDENTE. Potete inviarci copia dei documenti pubblicila cui lettura risulti utile alla Commissione? ERMANNO ADDESSO, Procuratore della Repubblica diSalerno. Tali documenti sono già allegati alla relazioneche ho consegnato. PAOLO MANCUSO, Sostituto procuratore della direzionedistrettuale antimafia di Napoli. Nel prossimo incontropotremo disporre di un prospetto riguardante gli argomenti cheinteressano la Commissione? PRESIDENTE. Potremo concordarlo in sede di ufficio dipresidenza. A nome della Commissione vi ringrazio ancora: credo chequesto sia stato l'incontro più utile tra quelli avuti finoracon le direzioni distrettuali antimafia. Per quanto riguarda il secondo punto all'ordine delgiorno, relativo all'elezione di un vicepresidente,considerata l'assenza del numero legale, è rinviato ad altraseduta.La seduta termina alle 21,50.</pre></td></tr></table><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"><tr><td>

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