PA/ C1 / PG /06 /2012 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione ... · dramma che la sposa Rita...

24
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C1 / PG /06 /2012

Transcript of PA/ C1 / PG /06 /2012 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione ... · dramma che la sposa Rita...

  • Pos

    te I

    talia

    ne S

    .p.A

    . –

    Spe

    dizi

    one

    in a

    bbon

    amen

    to p

    osta

    le –

    D.L

    . 3

    53

    /20

    03

    (co

    nv. in

    L. 2

    7/0

    2/2

    00

    4 n

    .46

    ) ar

    t. 1

    , co

    mm

    a 1

    Aut

    . G

    IPA/ C

    1 /

    PG

    /06 /2

    012

  • DALLE API ALLE ROSEBimestrale del Monastero di Santa Rita da Cascianr. 5 Settembre-Ottobre 2014

    Aut. Trib. Spoleto n. 9 del 26-06-1954. Iscritto al ROC con il n. 2460Edizione italiana: anno XCI. Edizione inglese: anno LIII. Edizione francese: anno LII. Edizione spagnola: anno XLII. Edizione tedesca: anno XLII. Edizione portoghese: anno I.

    In copertina: Facciamo la pace? Foto © annata78 - Fotolia.com.

    SOMMARIO

    3 Editoriale del direttorePrima tu?

    4 Facciamo la paceCome risolvere i conflitti familiari

    9 Pia Unione Primaria L’impegno di crescere

    10 AgostinianiLa pace di tutte le cose

    12 Cascia EventiAppuntamenti

    14 Fondazione Santa Rita Madre Fasce, mediatrice di pace

    16 Fare Chiesa La Madonna dei nodi

    18 Tracce di RitaL’arte di ascoltare

    20 Dialogo col MonasteroNoi tutti, discepoli-missionariChe cos’è l’indulgenza?

    Direttore responsabilePasquale GrossiComitato di RedazioneSr. M. Giacomina Stuani (direttore editoriale)Monica Guarriello (caporedattore)P. Mario De Santis, P. Giuseppe Caruso, Roger Bergonzoli Sede legaleMonastero Santa Rita, viale Santa Rita 13 - 06043 Cascia (PG)tel. + 39 0743 76221 - fax + 39 0743 76786Sede operativavia delle Fornaci 38 - 00165 Romatel. + 39 06 39674099 - fax + 39 06 39637399 www.santaritadacascia.org/dalleapiallerose [email protected] collaborazione conSr. M. Natalina Todeschini, Sr. Maria Rosa Bernardinis, Rita Gentili, P. RemoPiccolomini, Fra Paolo Zecca, Cristina Siccardi, Gruppo PUP di Olevano Romano FotoGiovanni Galardini, Lamberto Manni, Massimo Chiappini, Roger Bergonzoli, Mario Leonardi, Fotolia.com: © Voyagerix - © konradbak - © Ant Clausen Progetto Grafico e ImpaginazioneBruno Apostoli graphic designer - www.brunoapostoli.it

    Se desideri fare un’offerta al Monastero di Santa Rita a Cascia perrichiedere l’abbonamento, preghiere, Sante Messe, per le opere di caritàdel Monastero, per grazie ricevute e devozione, puoi farlo tramite:

    banca: IBAN IT68Y0542839240000000001781BIC/SWIFT: BLOPIT22

    posta: c/c postale nr. 5058 - intestato al Monastero Santa Rita da Casciaper effettuare un bonifico postale: IBAN IT85R0760103000000000005058

    carta di credito: www.santaritadacascia.org/donazioni

    PER LA SVIZZERAPosta: conto nr. 69-8517-0intestato a: Monastero Santa Rita Agostiniana06043 Cascia PG - ItaliaIBAN CH8309000000690085170

    PER LA GERMANIAPosta: conto nr. 14421706Intestato a: Superiora del Monastero Santa Rita06043 Cascia PG - ItaliaIBAN DE11600100700014421706

    [email protected]

    www.santaritadacascia.org

    Finito di stampare nel mese di agosto 2014 da Litograftodi srl per conto diTau Editrice srl, Via Umbria 148, 06059 Todi (PG).

    La rivista Dalle Api alle Roseè stampata su carta ecologicacertificata col marchio FSC

    NUOVO CONTO BANCARIO

    Carissimi amici, per chi desidera sostenerci con unadonazione, vi avvisiamo che da oggiè attivo un nuovo conto bancario. Ecco lespecifiche:

    IBAN:IT68Y0542839240000000001781

    BIC/SWIFT: BLOPIT22

    Vi preghiamo di non usare più le specifi-che bancarie del vecchio conto, poichésarà chiuso prossimamente.

    Grazie del vostro aiuto.

    Le Monache del Monastero Santa Rita da Cascia

  • EDITORIALE DEL DIRETTORE

    Perché sempre io devo cedere?Quando viviamo una situazione diconflitto, ce lo diciamo spesso.Perché lui o lei non capisce mai le

    mie ragioni? Perché devo sempre essere io acapire?

    Il conflitto si manifesta in ogni tipo direlazione umana: amicale, sentimentale,parentale, professionale... Anche nellanostra Comunità monastica.

    La nostra cara Rita, santadel dialogo, ne sa parecchiosull’argomento. Sin dapiccolissima respira l’ariadel conflitto, nonperché i genitorilitighino dallamattina alla sera, maperché si occupanodi conflitto “permestiere”. PapàAntonio e mammaAmata, infatti,hanno l’incaricoformale da partedel Comune di fareda “pacieri”, cioè sioccupano di metterepace tra le famiglie inlotta fra loro e, nelmedioevo, viassicuro che Casciaera molto turbolenta! Per non parlare deldramma che la sposa Rita affronta, quandole uccidono il marito. Nessuna sete divendetta la sfiora, anzi, prega affinché i figliplachino la loro. O quando, vedova e sola,dopo che anche i figli sono morti, laBadessa le impedisce di entrare inmonastero a causa (probabilmente) dellasua decisione di non rivelare i nomi degliassassini del suo compianto sposo. Eh, già.Rita ci ha insegnato molto, sul conflitto e sucome risolverlo: col perdono e il dialogo.Questi, i due pilastri ed entrambipresuppongono l’ascolto.

    L’esempio di Rita per raggiungere lapacificazione è applicabile a tutte lesituazioni ma, su questo numero di “DalleApi alle Rose”, ci piacerebbe riflettere convoi lettori sull’aspetto del conflitto che simanifesta tra moglie e marito. Questo

    perché, quando due persone si sposano,decidono consapevolmente evolontariamente di trascorrere, non un anno,non dieci, ma tutta la vita insieme. Nonsono parenti. Non devono lavorare insieme.Eppure, qualcosa di meravigliosamentegrande li porta l’uno verso l’altro. Così sidicono reciprocamente gli sposi nellaliturgia del matrimonio: “Io accolgo te, comemio sposo (o come mia sposa). Con la graziadi Cristo, prometto di esserti fedele sempre,

    nella gioia e nel dolore, nella salute enella malattia, e di amarti e onorartitutti i giorni della mia vita”. Ingenerale, ogni mattina, appena

    svegli, farebbe bene al cuoreandare a rileggere questapromessa. Accolgo te. Credo chequesta sia una delle cose più

    difficili da fare. Ecco perché sientra in conflitto cosìfacilmente, è la strada piùimmediata da percorrere. Ilpiù delle volte, ciconcentriamo su ciò che ciinfastidisce dell’altro, senzapercepire ciò che di noi può

    infastidire, insomma: noi continuiamo arestare “al centro”, a concepire tutto ciò checi circonda in funzione di noi. Per affrontarei momenti di disaccordo, bisognerebbeuscire “fuori da noi” ed entrare nel conflitto,“abbracciare” il conflitto, cioè: affrontarloinsieme all’altra persona allo scopo dirisolverlo. Senza cadere nella “trappolapsicologica” del “devo essere sempre io afare il primo passo?”, ma concentrarsisull’abbraccio. Abbracciare il conflitto, perri-abbracciare l’altro. Prima tu. No, primatu. E se mi decidessi ad ascoltare unaversione della stessa storia, diversa dellamia? E se abbassasi le difese? Contro chi? Èuna lotta? Chi vince? Basta piangere! Vuoifarmi sentire in colpa? Tu non capisciniente!

    E se all’improvviso, mentre litighiamo, ioti chiedessi di darmi un bacio?

    3

    DALLEAPI ALLEROSE

    Prima tu?

  • In una sua intervista, lei ha spiegato che se qualcuno ci fa del ma-le, noi quel male lo interiorizziamo e lo replichiamo. E anche ilconflitto di lieve entità diventa grave… Dentro le mura di casa èben raro che si litighi per cose di grave entità. È difficile anche

    solo fare esempi delle banalità per cui si litiga, perché appunto, es-sendo banalità, si dimenticano... Ciò che si ricorda non è (quasi) maiil motivo della lite, ma la modalità, cioè quello che nel litigio si scate-na e si mette fuori (odio, maledizioni, risentimenti, svalutazioni) po-nendoci l’uno contro l’altro. Spesso, anzi, i motivi sono pretestuosi,servono solo per giustificare la propria aggressività (percepita come dife-sa) e convalidare le proprie ragioni a danno dell’altro, da cui ci si sentetraditi, ingannati e aggrediti. E ci si sente ingannati e traditi più dallepersone che ci sono accanto e dalle quali ci aspettavamo comprensio-ne e solidarietà, che non dai lontani... Paradossalmente ci si odia (esi diventa anche violenti) di più tra persone che “si amano” e nontra persone con cui non si hanno legami stretti. Ci si odia quindi

    più per “piccoli” motivi, che non per “grandi” motivi: perchéil motivo di una lite, di un conflitto che porta l’inferno nelcuore, non è mai la “cosa” in sé per la quale si sta li-tigando, ma il “messaggio di benedizione o di ma-ledizione” che si riceve dall’altro per me signi-ficativo, dall’altro a cui ho dato il potere,cioè, di accedere alla mia interiorità e chequindi, avendo per così dire le “chiavidella mia casa interiore” può abitar-la come un marito devoto o comeuno scassinatore, come una mo-glie gentile o come una stregaperfida.

    Le numerose separazioni so-no il frutto di amori ingannevo-li, che avevano abbagliato, o

    DALLEAPI ALLEROSE

    È raro che si litighi per cose di grave entità. Ciò che si ricorda non è ilmotivo della lite, ma la modalità

    4

    Come risolvere i conflitti familiariMimmo Armiento, psicologo e psicoterapeuta, risponde alle domande di Rita Gentili

  • di un’errata gestione del conflitto? Quando incontro una coppia in crisi, partosempre, sinceramente, dal presupposto che, se vogliono, possono riprendere

    ad aprire il cuore l’un l’altro e ritrovarsi amici piuttosto che nemici o estra-nei. Li aiuto a smascherare i loro sabotaggi interiori, i loro giochi inconsciche li hanno divisi e, se vogliono, a ri-scegliersi, alleandosi contro i rispet-tivi “giochi” e “sabotaggi”. Ma questo è un lavoro che ogni coppia dovreb-be aver compiuto nel tempo delfidanzamento, quando la li-bertà di ciascuno di accogliere

    o meno l’altro fuori dai giochi edai sabotaggi, di abbracciarlo “nu-

    do senza vergogna”, era massimamen-te possibile e auspicabile. Il fuoco

    dell’amore nuziale può alimentarsisolo con la libertà e la gratuità e

    la condizione migliore perquesto è il tempo del fidanzamento, appunto. I matrimoni si disgrega-

    no per una molteplicità di motivi (tra cui: fattori culturali e sceltemorali individuali), ma credo che la solidità di una coppia vengameno spesso perché non erano solide le basi. E per basi non in-tendo l’attrazione reciproca, o l’innamoramento, o l’affetto, o lecomodità iniziali, o il bisogno di accontentarsi reciprocamente, olo spirito di avventura, o la voglia di trasgressione... Un amore èingannevole dall’inizio se non ha permesso a ciascuno di affron-tare i propri mostri interiori e di esorcizzarli, grazie all’amore gra-

    tuito dell’altro e all’alleanza con lui. Se non ha permesso, quindi, aciascuno di crescere, di uscire dai propri sabotaggi

    inconsci, di smettere di “giocare” con sestesso e con l’altro. Purtroppo il tempodel fidanzamento non sempre è statovissuto come un tempo per diventarecoppia e per questo motivo la coppiapoi non regge quando le comodità,l’innamoramento, il bisogno di com-piacere, l’avventura, la trasgressione,l’attrazione fisica vacillano o vengonomeno...

    In caso di conflitto, meglio discu-tere subito per chiarire, o lasciar “raf-freddare gli animi”? Meglio risolveresubito, ma non immediatamente! Bi-sogna evitare almeno due eccessi:

    FACCIAMO LA PACE

    Il fidanzamento nonsempre è vissuto

    come un tempo perdiventare coppia

    IN PAROLA a cura di P. Vittorino Grossi osa

    Mentre egli (Gesù) parlava ancora alla folla… qualcuno gli disse: “Ecco di fuori tuamadre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti”. Ed egli… disse: “Chi è mia madre echi sono i miei fratelli?”. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: “Eccomia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio cheè nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”. (Vangelo di Matteo 12, 46-50)

    La risposta di Gesù propone la “famiglia fondata sulla volontà del Padre”, che assicura la sal-vezza di quelli che la compongono dai loro egocentrismi.

    5

  • uno è quello di pensare che il tempo risolvatutto; l’altro è quello di pensare che il mo-mento migliore per chiarirsi sia quello incui gli animi sono accesi. Anzi, evitare dielaborare il conflitto non fa che rafforzare ipartner ancora di più nella convinzione chedi certe cose non se ne può parlare e chequindi l’altro non mi vuole veramente bene,che insieme non siamo veramente felici,che prima o poi i nodi verranno al pettine...Tutto ciò che non si condivide, finiràper dividere, come spieghia-mo nel nostro Corso Basic“Ingannevole come l’a-more” (www.inganne-volecomelamore.it).D’altra parte,spesso, il mo-mento in cuisi reagisceall’altro èquello in cuisi fa parlareil “proprio

    sabotatore” interiore contro l’altro. Meglioprendersi un time out (una pausa, ndr) edarsi un appuntamento a breve. La fiduciareciproca aumenterà, se davvero poi si ri-prenderà l’argomento e se ne parlerà daamici, anzi da sposi!

    Quali sono i segnali premonitori di unacrisi familiare? Sono segnali di estraneizza-zione dall’altro (da “familiare”, diventa il

    mio estraneo) e di diffiden-za della capacità di

    poter gestire insie-me una situazio-ne. Per i primi,ad esempio, èl’esigenza checomincia a so-

    pravvenire di la-vorare per avereun’indipendenza

    DALLEAPI ALLEROSE

    6

    È difficile accettare di essere felici

  • dall’altro o di separare i conti correnti o co-munque di essere autonomi nelle spese sen-za dover dar conto all’altro; il bisogno di tor-nare a far riferimento ai propri genitori; l’at-taccamento a un figlio come partner privile-giato; la ricerca sempre più narcisistica disuccessi lavorativi; il bisogno tardivo di con-fermarsi nella propria seduttività verso terzi;l’ingerenza di amici che diventano più intimidel partner; l’abitudine sempre meno conte-stata di rilassarsi facendo cose separatamen-te... Per i secondi: la rinuncia al dialogo oanche solo al conflitto. Non posso contaresu di lui/lei, quindi è come se non ci fossepiù: è la separazione del cuore, ben più co-mune della separazione legale.

    Dall’esempio di Santa Rita, impariamoche non c’è soluzione di conflitto se non c’èdialogo. Come si impara a dialogare? Pensia-mo a una scena in cui nel bel mezzo di un li-tigio lei cade e si fa male e tu, che fino a unattimo prima la stavi aggredendo verbalmen-te pieno di rabbia, ti ritrovi a soccorrerla spa-ventato che si sia fatta male... La rabbia, ilrisentimento sono stati d’animo in cui cadia-mo come se ci auto-ipnotizzassimo. Spesso,bisogna come “svegliarsi” dalla reazioneemotiva in cui ci si è immersi, per ricordarcichi siamo! A volte, basta un invito a pregareinsieme, o un sorriso che smonta “un musoindurito”. La cosa più difficile e più terapeu-

    tica è riuscire a parlare in alleanza con l’altrodei “pensieri cattivi” che le azioni dell’altrohanno suscitato in me. Parlare cioè del pro-prio “sabotatore”, per allontanarlo insieme!Ad esempio una cosa è dire: “hai visto cosahai fatto? non posso mai fidarmi di te! Lo sa-pevo io che degli uomini non bisogna fidar-si!”; un’altra è dire “quando ti sei comporta-to in quel modo mi è venuto in mente il miosolito brutto pensiero che non mi posso fida-re degli uomini. Aiutami a superarlo!”. Se undialogo comincia convalidando le ragioni del-l’altro (es. “capi-sco che mi vuoidire che...”; “ac-cetto questa partedel tuo discor-so...”; “ci pen-serò a quello chemi hai detto”) in-vece che giocan-do allo sterminio(“tu non capisciniente!”; “Sei ilsolito...”), se pri-ma di un confron-to su un tema caldo ci si ripete che ci si vuolbene, se mentre si discute ci si chiama“amore” è tutto più facile!

    È vero che l’amore è difficile, ma non nelsenso di faticoso! Occorre più fatica per te-nere il muso che per sorridere, più per soste-nere continue pretese di “avere ragione” chedi abbracciarsi e basta. L’amore è difficileperché è difficile accettare di essere felici. Ea questo mira il nostro sabotatore: a convin-cerci che la gioia non è per noi. Ma in due sipuò vincerlo meglio!

    FACCIAMO LA PACE

    7

    ISCRIVITI ALLANEWSLETTER

    Se desideri ricevere le preghiere diSanta Rita o saperne di più in

    tempo reale delle opere di carità delMonastero S. Rita, invia un’e-mail

    con il tuo nome e cognome [email protected]

    SINODO SULLA FAMIGLIALa famiglia sarà il tema centrale dellaIII Assemblea Generale Straordinariadel Sinodo dei Vescovi, indetta da Pa-pa Francesco dal 5 al 19 ottobre. Iporporati riuniti discuteranno, infatti, iltema “Le sfide pastorali sulla famiglianel contesto dell’evangelizzazione” e,con l’occasione, saranno raccolte testi-monianze e proposte utili ad annuncia-re e vivere credibilmente il Vangelonella dimensione familiare. Un passoimportante, verso l’Assemblea Genera-le Ordinaria prevista per il 2015, al fi-ne di cercare linee operative per la pa-storale della persona umana e della fa-miglia.

    Il dott. Mimmo Armiento.

  • L’impegno di crescere

    Testimonianza del Gruppo PUP di Olevano Romano (Roma)

    PIA UNIONE PRIMARIA

    a cura di Natalino Monopoli

    Il neo piccolo gruppo diOlevano Romano, checon il passare del temposta diventando sempre

    più nutrito, quest’anno ha ri-cevuto un grande dono: laCoccarda per l’affiliazione al-la PUP (in occasione dell’In-contro Generale della PUP te-nutosi a Cascia, il 5 e 6 aprilescorso, nella foto, ndr). Nonsi può immaginare la gioia, lacommozione e la tenerezzache si prova quando la MadreBadessa, con le dolcissimesuore, ci ha ricevuto e ci habenedetto e, ancor più quan-do, durante la messa per l’af-filiazione, è stata apposta lasuddetta coccarda sullo sten-dardo del gruppo.

    Nella nostra parrocchia, èstata ricavata una cappelladedicata a Santa Rita e, ilgiorno 22 maggio (Festa diSanta Rita, ndr), abbiamovissuto un’emozione stupen-da, in quanto c’è stata la be-nedizione e la collocazionedella statua; l’esposizione,vicino all’altare, del piccolostendardo, regalatoci da unartista locale molto devoto diSanta Rita, munito della

    coccarda; la celebrazione diuna messa solenne animatadalla splendida corale par-rocchiale; infine, il baciodella reliquia di Santa Rita.Il tutto, vissuto con tantapartecipazione e commozio-ne dal popolo olevanese che,

    da sempre, nutre un amoreparticolare per la nostragrande Santa. Come recitaun detto popolare, “tutti isalmi finiscono in gloria”.Così, per finire questa gior-nata densa di emozioni,gioie e affetto, ci siamo riu-

    niti in un’agape fraterna.Certi di aver fatto cosa gra-dita alla Santa, abbiamopreso l’impegno di cresceresempre più nel camminoche stiamo percorrendo sot-to la sua protezione. Grazie,Santa Rita.

    ISCRIVITI ALLA PUPChe tu sia una persona singola o membro di un gruppo, iscriviti alla PUP! Parteciperai così ainostri incontri conoscendo chi, come te, è devoto alla cara Santa Rita. Per informazioni, puoirivolgerti alla segretaria generale, Alessandra Paoloni: [email protected]

    9

    Il gruppo diOlevano haricevuto laCoccarda PUP

    DALLEAPI ALLEROSE

  • “La pace di tutte le cose è latranquillità dell’ordine”: que-sta è la famosa definizionedella pace che Agostino dà

    ne “La Città di Dio”. Agostino ha scrittomolto sulla pace; la sintesi di quanto hascritto lo troviamo nelle dieci definizionidella pace a partire dalle cose animate, finoalla pace della Città celeste che ha “il mas-simo ordine e la massima concordia nel go-dere di Dio e nel godere reciprocamente inDio; la pace di tutte le cose è la tranquillitàdell’ordine” (La C. di Dio XIX, 13, 1). Ago-stino, in queste dieci definizioni, ci diceche tre sono le parole chiave per intendere

    il significato della definizione della pace:Ordine, Concordia, Pace. Le tre parole van-no sempre considerate insieme. Non bastasolo l’ordine: vedi ad esempio nei sistemitotalitari, c’è ordine, ma non c’è concordia.Non basta la concordia: anche i ladri,

    quando preparano un colpo, sono tra loroconcordi; ma, certamente, non vi è nel lorocomportamento l’ordine. La pace ha assolu-tamente bisogno dell’ordine concorde. Ago-stino, con le definizioni della pace sopra ci-tate, vuole tracciare l’origine, lo svolgimen-to e la destinazione finale delle due città,quella celeste e quella terrena, che, in terravivono insieme fino al punto da non potersidistinguere. Solo alla fine, alla mietitura,avverrà la separazione: allora il grano saràseparato dalla paglia. La lotta tra questedue città si svolge a tutti i livelli: individua-le e sociale. La pace e la guerra riguardatutti gli esseri dell’universo. Di essi, Agosti-no descrive la storia: dagli esseri materialiai viventi, dai vegetali agli animali, daglianimali all’uomo, dal corpo allo spirito, dal-l’individuo alla società - famiglia, stato, so-cietà internazionale. Tutti gli esseri hannonella loro natura un ordine che deve essererispettato: per l’universo c’è una legge cheregola i mesi, l’anno, le stagioni; per gli or-ganismi viventi ci sono le tendenze naturaliche seguono la loro natura e, quando vannofuori dall’ordine, si alterano gli equilibri e siprovoca la disarmonia. Se l’organismo è sa-no, le tendenze sono ordinate e tutto vivenella pace. Così le membra, dice Agostino,

    10

    Tre sono le paroledella pace: Ordine,Concordia, Pace

    DALLEAPI ALLEROSE

    La pace di tutte le cose di P. Remo Piccolomini osa

  • AGOSTINIANI

    11

    SO

    RR

    IDO

    NO

    ALL

    A V

    ITA

    Invi

    a le

    foto

    dei

    tuoi

    pic

    coli

    a m

    onas

    tero

    @sa

    ntar

    itada

    casc

    ia.o

    rg c

    on il

    con

    sens

    o al

    la p

    ubbl

    icaz

    ione

    di e

    ntra

    mbi

    i ge

    nito

    ri.

    1

    3

    5

    7

    9

    11

    2

    4

    6

    8

    10

    12

    1. Eddie Rylan Riley, Memphis (Tennessee)- USA

    2. Elena Azzarri, Roma - Italia3. Enrico Maria Di Giustino, Fano a Corno

    (TE) - Italia4. Federico Pegoraro, Zanè (VI) - Italia5. Francesco Gioiosa, Comiso (RG) - Italia6. Letizia Cafasso, Milano - Italia7. Linda Campedelli, Vallese di Oppeano

    (VR) - Italia8. Luca Pinnisi, Coburg (Victoria) - Australia9. Margherita Di Giustino, Fano a Corno

    (TE) - Italia10. Stefano Serpetti, Taizzano di Narni (TR)

    - Italia11. Tommaso Piredda, Cagliari - Italia12. Tristan e Tara Andreula, Sunbury

    (Victoria) - Australia

    “sono felici della salute del corpo e la lorogioia è comune” (Espos. sul Salmo 130,6). Perché “la pace del corpo è l’ordinatatendenza delle parti”. Il corpo, cioè, sta inpace quando tutte le sue parti stannoognuna al suo posto. La pace è armonia,concordia, ordine nel cuore di ciascuno, al-l’interno della famiglia e nella società. È ilmonito di Papa Francesco, in occasionedella guerra nell’agitato Oriente, rivolto a

    tutti i Capi di Stato del mondo, perché siadoperino a creare, con ogni mezzo, lecondizioni di pace per tutti gli uomini. Etutti gli uomini sono chiamati a costruire lapace nel proprio ambito e realizzare l’unitàtra i popoli. Così il grido della pace del ve-scovo di Ippona si unisce a quello di PapaFrancesco, vescovo di Roma, per dire ditutto il mondo, e, voglia il cielo, che gli uo-mini ne odano il grido e ne seguano l’e-sempio.81).

    Tutti gli uomini sono chiamati a costruire la pace

  • 12

    APPUNTAMENTI a cura di Fra Paolo Zecca osa

    DALLEAPI ALLEROSE

    Cas

    cia,

    Bas

    ilica

    di S

    anta

    Rita.

  • 13

    CASCIA EVENTI

    Cascia (PG), dal 9 al 12 ottobre Festa della Beata Madre Fasce Anche quest’anno vi aspettiamo al Santua-rio di Santa Rita, per festeggiare insieme laSolennità della Beata Madre Maria TeresaFasce, che ricorre il 12 ottobre. Madre Fa-sce fu la donna, l’abbadessa, che cambiò ilvolto di Cascia e portò Santa Rita in tutto ilmondo (leggi l’articolo a lei dedicato a pag.14 di questo numero). La predicazione del Triduo che ci preparaalla festa, avrà luogo nella Basilica Inferio-re, dove è custodito il corpo della beata, dal9 all’11 ottobre. Questi, gli orari: alle17.00, reciteremo insieme il S. Rosario; al-le ore 18.00, parteciperemo alla S. Messa.Domenica 12 ottobre, alle ore 18.00, cisarà la Celebrazione Solenne presiedutadall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Mons.Renato Boccardo.

    Mondo, 19 ottobreGiornata Missionaria Mondiale“Periferie, cuore della missione” è lo sloganper la prossima Giornata Missionaria Mon-diale 2014, che si terrà domenica 19 otto-bre, un mese che è tradizionalmente noto

    come “otto-bre missiona-rio”. La paro-la “periferie”ricorre fre-quentementenel magisterodi Papa Fran-cesco, luiche “è venu-to dalla finedel mondo”,ci spinge araggiungerele “periferieesistenziali”:

    dimenticati, esclusi, stranieri, umanità in-somma ai “margini” della nostra vita (mapossiamo considerarci “noi” centro?).

    I CORSI DELLA CASA ESERCIZISPIRITUALI SANTA RITAVieni a Cascia, per partecipare aicorsi della Casa Esercizi SpiritualiSanta Rita. La quota dipartecipazione, comprensiva di vitto e alloggio, è di 40 € al giorno. Infoline: Direzione Casa EserciziSpirituali - tel. +39 0743 71229(numero attivo solo durante i corsi) oppure +39 0743 75091- fax: +39 0743 76476 - [email protected]

    CORSI PER I SACERDOTI E PER I DIACONIdal 13 al 18 ottobre.Guida:Mons. Giovanni Scanavino O.S.A.Dalla fede alla costruzione dellacittà e della chiesa (EnciclicheLumen Fidei e Evangelii Gaudium)

    CORSI PER I LAICIdal 10 al 12 ottobre. Guida: P. Ludovico Centra O.S.A.Responsabili Pia Unione Santa Rita

    dal 21 al 27 ottobre. Guida: P. Christoph Weberbauer O.S.A.(email: [email protected])Corso in lingua tedesca

    dal 27 al 31 ottobre. Guida: P. Francesco M. Giuliani O.S.A.Venite a vedere un uomo che miha detto tutto quello che ho fatto.Che sia lui il Cristo? (Gv 4,29).Temi dal Vangelo di Giovanni

  • Fondatrice dell’Alveare di Santa Rita eBadessa del Monastero Santa Rita dal1920 al 1947, Maria Teresa Fasce è anco-ra oggi nota a tutti come “la Madre”. Me-diatrice di pace e di serenità, in ogni mo-mento della sua vita ha dato prova dellasua fiducia incondizionata in Dio, soprat-tutto nei momenti di difficoltà. In occasio-ne della sua Solennità, che ricorre il 12 ot-tobre, Cristina Siccardi ci ricorda questagrande donna nelle sue parole.

    «Se il Signore vuol provare, lasua mano arriva dappertutto;ma il tempo, sotto le prove,è prezioso per meritare: vale

    più un “Dio sia benedetto” nelle cose av-verse, che centomila ringraziamenti nellecose prospere. Dio bisogna ringraziarloadesso: venga quel che vuol venire, nullaaccadrà che non sia da lui voluto o permes-so». Questo diceva Madre Teresa Fasce equesto mise in pratica in ogni dove. Posse-dendo un tal assioma, ella fu sempre, sia infamiglia, sia nel monastero di Cascia, unadonna di grande pace. La sua vocazione re-ligiosa fu ostacolata dai familiari e trascor-se molto tempo prima di vedere coronato ilsuo sogno; il suo ingresso nel Monastero diSanta Rita fu assai travagliato e quando vi

    prese dimora trovò una situazione triste ecorrotta… eppure, in tutti i casi, pur sof-frendo, non si demoralizzò e divenne me-diatrice di pace e di serenità, perché sem-pre agì per adempiere la volontà di Dio. Maisi ribellò e si fidò costantemente del Padre,nonostante tutte le apparenze poco rassicu-ranti. Dal male la «Madre» traeva il bene.Spesso affermava: «Le api raccolgono ilmiele anche dai fiori velenosi». I testimonidell’amore di Dio, i santi, sono tutti concor-di su questo concetto. Pensiamo a SanTommaso Moro che, poco prima di subire ilmartirio, consola sua figlia con queste paro-le: «Nulla accade che Dio non voglia [frasepronunciata più volte anche da Madre Fa-sce], e io sono sicuro che qualunque cosaavvenga, per quanto cattiva appaia, sarà inrealtà sempre per il meglio». Così Caterinada Siena dichiarava a coloro che si scanda-lizzavano e si ribellavano: «Tutto vienedall’amore, tutto è ordinato alla salvezzadell’uomo, Dio non fa niente se non a que-sto fine». Vivere con Teresa significava rad-

    DALLEAPI ALLEROSE

    La Beata Madre Maria Teresa Fasce (opera di Andri).

    Madre Fasce,mediatrice di pacedi Cristina Siccardi

    14

  • drizzare ogni stortura: sapeva attendere, sa-peva pazientare, sapeva sacrificarsi, ed ec-co che l’armonia regnava alla sua presenza,nonostante le avversità. Ella stava costante-mente alla presenza del Signore e sapevaleggere la volontà di Dio, cosicché discus-sioni, dissidi, contrarietà si appianavano su-bito… o poco alla volta… il tempo per leinon contava, perché la sua fiducia non erariposta negli uomini, ma in Dio, fonte diogni grazia. Oggi, in una società secolariz-zata come la nostra, l’esempio di Madre Te-resa Fasce, nelle famiglie come nelle comu-nità religiose, è balsamo benefico: non ri-bellarsi alla volontà di Dio significa avere legrazie necessarie per superare ostacoli e in-comprensioni.

    FONDAZIONE SANTA RITA

    15

    MADRE FASCE, DA SAPERENasce a Torriglia (Genova) il 27 dicembre 1881.Entra nel Monastero Santa Rita da Cascia, come postulante a 25 anni, il 6 giugno del1906. Diventa Madre Badessa dal 1920, fino alla morte, nel 1947, con voto unanime. Per oltre trent’anni anni porta con grande sacrificio un tumore al seno, considerato da leiil suo più grande tesoro, in quanto le dà modo di offrire ancor di più la sua vita a Dio nel-la sofferenza. La malattia riserva al corpo estenuanti sofferenze, ma il suo spirito restasempre pronto all’azione. Chiude gli occhi alla terra, per aprirli alla vita eterna, il 18 gen-naio 1947.Fondatrice dell’Alveare di Santa Rita, il progetto che accoglie bambine in difficoltà, MariaTeresa Fasce è la “Madre” affettuosa di tutti gli indifesi. Contribuisce in modo determinatealla diffusione del culto di Santa Rita nel mondo. Nonostante le difficoltà, riesce a realiz-zare opere di carità ritiana che esistono ancora oggi: oltre all’Alveare, ricordiamo anche laBasilica di Santa Rita e la nostra rivista Dalle Api alle Rose.Beatificata il 12 ottobre 1997 da San Giovanni Paolo II, il suo corpo riposa a Cascia,nell’abside di sinistra della Basilica inferiore.

    SOSTIENI CON NOI IL PROGETTO ALVEAREL’Alveare è una struttura che vive uni-camente grazie alle offerte di personeche rendono concreta la loro devozione,attraverso l’aiuto ai più deboli.

    Per sostenere le Apette e i Millefiori, basta una donazione, anche piccola, tramite:banca IBAN: IT27T0200821703000102136901BIC/SWIFT: UNCRITM1J35

    posta c/c nr. 1010759072 intestato a: Fondazione Santa Rita da Cascia onlus

    per effettuare un bonifico postaleIBAN: IT-59-S-07601-03200-001010759072 carta di creditosu www.santaritadacascia.org/donazioni

    specificando nella causale “Alveare”

    Anch’io aiuto le ApetteSe anche tu sostieni le Apettedell’Alveare di Santa Rita e vuoicondividere con i lettori di “Dalle Api alle Rose” la tuapersonale esperienza di carità,inviaci la tua testimonianza [email protected]!

    Madre Fasce tra le Apette dell'Alveare, progetto da lei fondato nel 1938.

  • Erano gli anni ’80, quando il giovane sacerdote JorgeMario Bergoglio, durante i suoi soliti soggiorni di stu-dio e culturali in Germania, scoprì un’immagine vene-rata come la “Vergine che scioglie i nodi”, in tedesco,

    “Knotenloeserin”. La sua venerazione non nasceva da un’ap-parizione vera e propria ma, da documenti risalenti al 1700,quando era già venerata nel cuore del popolo della Baviera. Èdocumentato anche che ne fu innamorata tutta la famigliaRatzinger e, una volta salito al soglio pontificio, Papa Bene-detto XVI ne diffuse il messaggio riportando alla luce la suavenerazione. Papa Bergoglio, pienamente in sintonia marianacon Benedetto XVI, ne ha riproposto la devozione e il culto,già a suo tempo divulgato con passione e entusiasmo in Ar-gentina. Divenuto, infatti, Vescovo nel 1996, dedicò a questaimmagine persino un grande Santuario. È singolare l’amoreche unisce i due Papi, uno emerito, l’altro regnante. Sembre-rebbe che i loro cuori cantino in sintonia e all’unisono l’amoree la lode verso la “Madonna dei nodi”, dando a Maria il com-pito di sciogliere quei nodi così tanto intricati, che attanaglia-no cuori e animi dei membri della Chiesa. Ripercorrendo lasua storia, l’immagine della Madonna dei nodi, viene attribui-ta al pittore settecentesco Johan Georg Melchior Schmidtnered è venerata nella Chiesa di St. Peter am Perlach ad Augu-sta, nel Sud della Baviera, e raffigura la Madonna che sciogliei nodi di un lungo nastro che gli è offerto da angeli che si tro-vano alla destra del quadro, mentre altri angeli a sinistra rac-colgono il tessuto ormai liscio. Il Sacerdote Bergoglio fu subi-to colpito da questa allegoria del ruolo di mediatrice di Mariae decise così di portarla a Buenos Aires, dove iniziò a distri-buirla a sacerdoti e fedeli. Fu così, che nel dicembre del1996, P. Rodolfo Arroyo, che era stato nominato pochi mesiprima parroco di San Josè del Talar, nella capitale argentina,decise di portarla alla venerazione anche nella sua chiesa.Subito dopo, un artista locale, Ana Betta de Berti, dipinseuna riproduzione del quadro originale tedesco e la donò allaparrocchia. Il futuro Papa Francesco, celebrando la messa aSan Josè del Talar l’8 dicembre del 2011, sottolineò che que-sta rappresentazione della Madonna illustra il fatto che “Dio,generoso nel distribuire la sua Grazia a tutti i suoi figli, vuoleche noi ci fidiamo di Lei, affidandole i nodi dei nostri peccati,per fare sì che Lei ci avvicini a suo Figlio Gesù”.

    DALLEAPI ALLEROSE

    La Madonna dei nodidi P. Mario De Santis osa, Rettore della Basilica Santa Rita

    16

  • 17

    FARE CHIESA

    LA PREGHIERAPer chiamare e invocare la Madonna dei No-di, è in atto un Novenario articolato da pre-ghiere e invocazioni che terminano con que-sta bella preghiera che qui riportiamo: Vergine Maria, Madre del Bell’Amore, Madreche non ha mai abbandonato un figliolo chegrida aiuto, madre le cui mani lavorano senzasosta per i suoi figlioli tanto amati, perché so-no spinte dall’amore divino e dall’infinita mi-sericordia che esce dal Tuo cuore, volgi versodi me il tuo sguardo pieno di compassione.Guarda il cumulo di “nodi” della mia vita. Tuconosci la mia disperazione e il mio dolore.Sai quanto mi paralizzano questi nodi, Maria,Madre incaricata da Dio di sciogliere i “nodi”della vita dei tuoi figlioli, ripongo il nastrodella mia vita nelle tue mani. Nelle tue maninon c’è un “nodo” che non sia sciolto. MadreOnnipotente, con la grazia e il tuo potere d’in-tercessione presso tuo Figlio Gesù, mio Salva-tore, ricevi oggi questo “nodo”: … (nominareil proprio “nodo”).

    Ma quali altri nodi Maria è impegnata a scio-gliere? Tutti i problemi che appesantiscono spes-so la nostra vita quotidiana e che non sappiamocome risolvere: sono i nodi dei litigi familiari, del-l’incomprensione tra genitori e figli, della man-canza di rispetto, della violenza; i nodi del risenti-mento fra sposi, la mancanza di pace e di gioianella famiglia; i nodi dell’angoscia; i nodi delladisperazione degli sposi che si separano, i nodidello scioglimento delle famiglie; il dolore provo-cato da un figlio che si droga, che è malato, cheha lasciato la casa o che si è allontanato da Dio; inodi dell’alcolismo; i nodi delle ferite causate aglialtri; i nodi del rancore che ci tormenta dolorosa-mente, i nodi del sentimento di colpa, dell’aborto,delle malattie incurabili, della depressione, delladisperazione, delle paure, della solitudine; i nodidell’incredulità, della superbia.

    Contemplando Maria e invocandola con questobel titolo, come non pensare che Lei non si facciacompagna di viaggio, ponendosi accanto a ciascu-no di noi, per sciogliere, cammin facendo, i nodidella nostra esistenza e, dal quel momento, ciesorta Papa Francesco, tutto può cambiare.

    Giu

    lio R

    igon

    i, M

    adon

    na c

    he s

    ciog

    lie i

    nod

    i(X

    XI s

    ec.)

    . Si

    ring

    razi

    a l'a

    utor

    e de

    ll'op

    era

    per

    la g

    entile

    con

    cess

    ione

    del

    la f

    oto.

  • L’incomprensione,la tensione e ilconflitto sono ele-menti inelimina-

    bili di ogni convivenza:quando più persone si trova-no a condividere il medesimospazio sembra, e forse è invi-

    tabile, che le aspettative, ibisogni e i limiti di uno siscontrino con quelli di un al-tro. Si tratta di un fatto uma-no e universale, e pertantonon ci deve scandalizzare.La vera sfida sta nel modo incui il conflitto viene affronta-

    to e vissuto. Lo si può evitaresempre e comunque, chie-dendo a una sola parte, quel-la più debole (che si vuol fa-re passare per quella “buo-na”) di sacrificare sempre ecomunque i propri sogni ebisogni fino al punto di tra-

    scurare se stessa, in una sor-ta di martirio che però haben poco di eroico; oppure sipuò decidere di intraprende-re una guerra a oltranza, sen-za possibilità di compromes-so e di pacificazione. Le duesoluzioni sono entrambe uni-

    laterali e pertanto difettose.Ma c’è un altro sentiero dapoter percorrere, un sentierostretto e non sempre facile,che però giunge inevitabil-mente a uno sbocco. Il me-taforico viottolo, quello cheRita stessa ha percorso, èquello della mediazione, cioèdi una pacificazione che siain grado di ascoltare e tenerein debita considerazione tut-

    te le parti in causa. Ecco ilpunto: il conflitto, aperto onascosto che sia, è semprel’ultimo atto di un camminofatto di parole non dette ofraintese; un cammino cheallontana le persone renden-dole estranee tra di loro e,qualche volta, anche a sestesse. Proprio per questo lacapacità di mediare, cioè diascoltare attentamente ilpensiero e i sentimenti diciascuno, di comprenderli eridirli con verità è la via di ri-soluzione dei conflitti. Ritaha conosciuto bene quest’ar-te, e ad essa si è applicatacon dedizione piena per por-tare riconciliazione e pacedovunque vi fosse divisione ediscordia.

    L’arte di ascoltaredi P. Giuseppe Caruso osa

    DALLEAPI ALLEROSE

    18

    La vera sfida sta nel modo incui il conflitto viene affrontato

    Il conflitto èfatto di parolenon dette ofraintese

    Il pr

    odig

    io d

    elle

    api

    : ra

    ffig

    uraz

    ione

    di San

    ta R

    ita

    nella

    cul

    la,

    con

    i ge

    nito

    -ri. Cor

    o an

    tico

    nel

    Mon

    aste

    ro S

    anta

    Rita,

    (X

    VII

    sec.

    ).

  • A te, Signore, umilmente racco-mandiamo questi nostri defunti,perché come nella loro vita mor-tale sono stati sempre amati daTe d’immenso amore, così ora, li-berati da ogni male, entrino, perTua grazia nel riposo eterno. Por-tali nel tuo Paradiso, dove non viè più lutto, né dolore, né lacrime,ma pace e gioia con il Tuo Figlioe con lo Spirito Santo, nei secolidei secoli. Amen.

    Angela Colicchio e Mariano Improta (Na-poli - Italia) Anna Luisa Marchetti (Bergamo - Italia)

    Annunziata Iovine (Torre del Greco NA - Italia)Carla Nebbia (Varese - Italia)Efisia Carbonetti (La Spezia - Italia)Emanuela Bartolucci (Montespertoli FI - Italia)Emma Attorresi (Fermo - Italia)Franca De Gasperis (Vergiate VA - Italia)Franco Diomede (Rutigliano BA - Italia)Gerardo e Michelina Passannante (Vietri di Po-tenza PZ - Italia)Giancarlo Beffani (Invorio NO - Italia)Gigliola Cappelli Sivo (Giugliano in CampaniaNA - Italia)Giuliana Costa (Genova - Italia)Irma Emiliotti (Civitanova Marche MC - Italia)Lorenza Zanchetta Trolese (Camposampiero PD -Italia)Luigi Zeppa (Serrapetrona MC - Italia)Maria Balbo Vivarelli (Legnago VR - Italia)Maria Biancu Ferreri (Buddusò OT - Italia) Maria Rizzuti (Catanzaro - Italia)Maria Pansa (Genova - Italia)Maria Antonietta Petruzzellis (Cascia PG - Italia) Matilde Maugeri (Roccalumera ME - Italia)Mattia Bisceglia (Mattinata FG - Italia)Nicolina Gaudio (Trebisacce CS - Italia)Rita Accaiuti (Roma - Italia)Rita Sadis Uslenghi (Novara - Italia)Rita Tacchella (Bettona PG - Italia)Rosa Lioce (Foggia - Italia)

    VIVO

    NO

    IN C

    RIS

    TO

    TRACCE DI RITA

    TESTIMONIANZA DI ELISABETTA FERRANTICARINI (PA) - ITALIA

    Nel settembre 2005 ho dormito adAssisi. La notte in sogno ho avuto lavisione di una suora che mi sorridevae con il suo sorriso mi tranquillizzavaper un problema per cui avevo prega-to per mia figlia che, all’età di 30 an-ni, rischiava di diventare cieca peruna malattia incurabile. Io non avevovisto mai una foto di questa suora.Quando ce ne siamo andati da Assisi,dato che avevamo la macchina conun gruppo di amici, siamo passati daCascia per visitare la chiesa dove c’èil corpo di Santa Rita. Prima di entra-re, a sinistra, in alto, c’era un manife-sto con l’immagine di Teresa Fasce ein questo manifesto c’era scritto cheera stata beatificata da Papa GiovanniPaolo II il 12 ottobre 1997. Se nonfossi stata a Cascia, non l’avrei maisaputo. È stata una scoperta bellissi-ma. Ritornata in Sicilia, ho preso ap-puntamento al centro per questa ma-lattia ed è stato confermato ciò cheTeresa Fasce mi aveva fatto capire,che gli occhi (di mia figlia, ndr) nonerano stati toccati e pertanto non c’e-ra pericolo per la vista. Oggi, 22 mag-gio 2013, ritornando dalla messa chesi fa in parrocchia in onore di SantaRita, ho detto a me stessa che questatestimonianza la dovevo alla BeataTeresa Fasce. Grazie per sempre.Ogni mattina recito la preghiera chec’è nella tua immaginetta. Ti voglio bene. G

    RAZ

    IA R

    ICEV

    UTA

    PER

    OPE

    RA

    DEL

    LA B

    EATA

    FAS

    CE

    19

  • In occasione dell’ottobre missionario e del-la Giornata Missionaria Mondiale 2014, do-menica 19 ottobre, riflettiamo insieme sulsignificato della missione. Un significatoche riguarda tutti, poiché ciascuno di noi èchiamato ad essere “discepolo-missiona-rio”, come ci ricorda Papa Francesco.

    Come ogni anno, il mese di ottobreci convoca e ci sensibilizza a riflet-tere sulla Missione. Ma non solo, cisfida e ci invia… “Non conta dove

    si è o si va. Il mandato missionario affidatoda Cristo agli Apostoli ci coinvolge vera-mente tutti... La Giornata Missionaria Mon-diale sia pertanto occasione propizia perprenderne più profonda coscienza non di-menticando che il primo e prioritario contri-buto che siamo chiamati ad offrire all’azio-ne missionaria della Chiesa, è la preghiera”(Benedetto XVI, Messaggio Giornata Missio-naria Mondiale 2007). E questa nostra pre-

    ghiera deve avere il sapore dell’universalità,deve portare al Padre i bisogni dei suoi fi-gli, i più poveri ed emarginati. Il nostrocompito sulla terra è essere collaboratoridel Signore per “far vivere il mondo”. L’u-manità di questo nostro tempo ha bisognodi uomini e donne “depositari di misericor-dia”, prolungamento della presenza di Cri-sto nell’oggi della storia, specchio della bel-lezza divina, che sappiano affrontare le sfi-de e portatrici della benevolenza e umanitàdel Salvatore; persone buone, veritiere, nonviolente nei pensieri, nella parola, nell’azio-ne, che testimonino a tutto fare, tutto inco-minciare, tutto operare nel nome di Dio. Lavita ha un senso solo se si ama. Nulla hasenso al di fuori dell’amore… ciò che contaè solo amare.

    Il missionario, la missionaria, dilata ilcuore per poter abbracciare tutto il mondo.Patrona universale delle missioni è una mo-naca contemplativa, Santa Teresa del Bam-

    Noi tutti, discepoli-missionari

    di Sr. M. Giacomina Stuani osa

    DALLEAPI ALLEROSE

    La missione delle monache agostiniane di Ishiara, Kenya,sostenuta dal Monastero Santa Rita di Cascia. Qui, centi-naia di bambini possono studiare nella scuola intitolataalla Beata Madre Fasce.

  • DIALOGO COL MONASTERO

    bino Gesù, che aveva compreso, e insegnaanche a noi, che essere missionari significaentrare nel cuore della Chiesa, con l’amore.Famosa la sua frase: “Nel cuore dellaChiesa, mia Madre, io sarò l’amore”. Con ilSignore, s’impara che la vita è fatta per es-sere condivisa come il Pane che viene di-stribuito perché tutti ne possano mangiare.S’impara che un’alba di gioia spunta anco-ra per noi quando tutto sembra finito.

    «In virtù del Battesimo ricevuto, ognimembro del Popolo di Dio è diventato di-scepolo missionario (cfr. Mt 28,19)… Ognicristiano è missionario nella misura in cuisi è incontrato con l’amore di Dio in CristoGesù; non diciamo più che siamo “discepo-li” e “missionari”, ma che siamo sempre“discepoli-missionari”. Se non siamo con-vinti, guardiamo ai primi discepoli, che im-mediatamente dopo aver conosciuto losguardo di Gesù, andavano a proclamarlopieni di gioia: “Abbiamo incontrato il Mes-sia” (Gv 1,41). La samaritana, non appenaterminato il suo dialogo con Gesù, divennemissionaria, e molti samaritani credetteroin Gesù “per la parola della donna” (Gv4,39). Anche San Paolo, a partire dal suoincontro con Gesù Cristo, “subito annun-ciava che Gesù è il figlio di Dio” (At 9,20).E noi che cosa aspettiamo?» (Papa France-sco, Evangelii Gaudium, n. 120).

    Ciascuno di noi si deve sentire interpel-lato, nessuno escluso…

    21

    Apriti alla Verità, porterai la Vita

    La tua vocazione è testimonianza della Verità,

    scoprila...

    Carissima amica e sorella,

    quante volte hai ripetuto o avresti vo-luto ripetere con il salmista: Mandala tua luce e la tua verità, Signore:siano esse a guidarmi?

    La via privilegiata per riscoprire laVerità è quella del cuore. Allarga iltuo cuore, ridai spazio a ciò che puòaiutare un ripensamento vero eprofondo di te stessa, così che la tuavocazione diventi testimonianza dellaverità e porti alla vita.

    Ti aspettiamo perché nella preghie-ra tu possa scoprire la Verità, incon-trarla, accoglierla, amarla...

    Per informazioni:Monastero Santa Rita da Cascia

    tel: + 39 0743 76221 email: [email protected]

    La missione delle agostiniane a Bulacan (Filippine), soste-nuta dal Monastero di Cascia. Qui, le suore producono og-getti d'artigianato per raccogliere fondi per i più indifesi.

  • Sono un uomo di 50 anni, cattolico epraticante. Le chiedo il significato dell’in-dulgenza. Colui che secondo le prescrizionidettate dalla Chiesa guadagna detto benefi-cio, non dovrà scontare alcuna pena in Pur-gatorio nonostante i peccati commessi?

    Enrico

    Carissimo Enrico,il Catechismo della Chiesa Cattolica, al

    n. 1471, ci spiega cos’è l’indulgenza:“L’indulgenza è la remissione dinanzi aDio della pena temporale per i peccati, giàrimessi quanto alla colpa, remissione che ilfedele, debitamente disposto e a determi-nate condizioni, acquista per interventodella Chiesa, la quale, come ministra dellaredenzione, autoritativamente dispensa edapplica il tesoro delle soddisfazioni di Cri-sto e dei santi. L’indulgenza è parziale oplenaria secondo che libera in parte o intutto dalla pena temporale dovuta per ipeccati”. E così continua al n. 1472: “Percomprendere questa dottrina e questa pra-tica della Chiesa bisogna tener presenteche il peccato ha una duplice conseguen-za. Il peccato grave ci priva della comunio-ne con Dio e perciò ci rende incapaci diconseguire la vita eterna, la cui privazioneè chiamata la “pena eterna” del peccato.D’altra parte, ogni peccato, anche veniale,ha bisogno di purificazione. Tale purifica-zione libera dalla cosiddetta “pena tempo-rale” del peccato. Queste due pene nondevono essere concepite come una speciedi vendetta, che Dio infligge dall’esterno,bensì come derivanti dalla natura stessadel peccato. Una conversione, che procededa una fervente carità, può arrivare alla to-tale purificazione del peccatore, così chenon sussista più alcuna pena”. Come vedi,la confessione dei peccati ci ottiene la re-missione degli stessi, ma rimane una penada soddisfare attraverso la preghiera e leopere buone. Tuttavia, in certe circostanze,la Chiesa ci fa dono di un tesoro che ha ri-cevuto e possiede per i meriti della passio-

    ne, morte e risurrezione di Gesù: l’indul-genza plenaria. Grazie ad essa, in virtù ap-punto dei meriti di Cristo, a cui sono uniti imeriti di Maria Santissima e dei Santi, so-no rimessi i debiti delle pene temporaliche dovremmo scontare in Purgatorio.

    “… tutto ciò che scioglierai sulla terrasarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19); “… a chirimetterete i peccati saranno rimessi e achi non li rimetterete, resteranno non ri-messi” (Gv 20,23): con queste parole, Ge-sù ha dato alla Chiesa la facoltà di rimette-re la pena temporale per mezzo dell’indul-genza. Come vedi, non ci sono limitazioni alpotere concesso alla Chiesa nostra Madre.

    La condizione richiesta per poter goderedell’infinita indulgenza-misericordia di Dioè essere in stato di grazia: in primo luogo,un cuore sinceramente contrito (senza ilpentimento dei propri peccati non è possi-bile essere partecipi della redenzione ope-rata da Cristo); la riconciliazione con Dioattraverso il sacramento della Confessione;la Comunione eucaristica; la preghiera se-condo le intenzioni del Sommo Pontefice;la recita delle preghiere del Credo e del Pa-dre nostro e la visita ad una Chiesa. Appro-fittiamo di queste preziose opportunità peraccogliere tutto l’amore misericordioso cheDio Padre ci dona attraverso la sua Chiesa eviviamo secondo lo Spirito Santo che abitail nostro cuore, in rendimento di grazie enella gioia di essere oggetto di un amorecosì immenso da non conoscere limiti.

    LA BADESSA RISPONDESe desideri condividerecon noi i tuoi timori, i tuoidubbi o la tua felicità, scrivi [email protected], specificando di autorizzarci alla pubblicazionedella lettera. Madre M. Natalina risponderà atutti, sulla Rivista o in forma privata.

    Che cos’è l’indulgenza?

    DALLEAPI ALLEROSE

    22

    DIALOGO COL MONASTERO

  • Destinare anche un piccolo lascito testamentario al Monastero Santa Rita da Cascia significa lasciare il segno della tua generosità nel tempo. Grazie ai lasciti, possiamo sostenere l’Alveare di Santa Rita, una speranza per tutte le Apette, le bambine che erediteranno il tuo amore.

    Scrivici a [email protected] e riceverai informazioni su come fare per aiutare i minori in difficoltà che hanno bisogno di te.

    Un lascito, dono d’amoreRicordando nel tuo testamento

    chi è più indifeso, puoi cambiare la vita di qualcuno

    per sempre